: la trilogia mitteleuropea Con la regista sul set a Trieste

47 LILIANA CAVANI analizzata la filosofia buddista e il signi - Nata a Carpi il 12 gennaio 1933, si lau - ficato dell’iniziazione alla conoscenza. rea in Lettere Antiche presso l’Univer - Il 1974 è anche l’anno de Il portiere di sità di Bologna; decide poi di intra - notte che, mettendo a fuoco il rapporto prendere la strada del mondo dello di amore-odio tra un gerarca nazista e spettacolo frequentando il Centro Spe- una ragazza ebrea, dà notorietà inter - rimentale di Cinematografia di Roma, nazionale alla regista, non tanto per la dove si diploma in regia con i corti violenza e l’erotismo di alcune scene, Incontro notturno (1961) e L’evento. La quanto perché il film è calato nel con - battaglia (1962) che affrontano il tema testo delicato dei lager. Tre anni dopo della discriminazione. Vince un concor - segue Al di là del bene e del male (1977), so in RAI e realizza una serie di docu - con al centro un’altra relazione burra - mentari tematici (fra gli altri, La storia scosa, quella tra Friedrich Nietzsche e del Terzo Reich , L’età di Stalin , La casa Lou Salomé. La Napoli post-sbarco sta - in Italia , Philippe Pétain: processo a tunitense è la protagonista de La pelle Vichy − Leone di San Marco alla Mostra (1981), trasposizione cinematografica del del cinema di Venezia come miglior romanzo omonimo di Curzio Malaparte, documentario –, La donna nella Resi - con interprete quel Marcello Mastroian- stenza , Gesù mio fratello e Il giorno ni che torna anche nel successivo Oltre della pace ). Il 1966 è l’anno del debut - la porta (1982), storia di un rapporto to sul grande schermo con Francesco incestuoso tra un padre e una figlia. d’Assisi , che narra senza faziosità della Con Interno berlinese (1985), tratto dal vita del santo; la pellicola, presentata e romanzo La croce buddista di Tanizaki, applaudita a Venezia, uscirà però nelle ancora una volta lo sguardo della sale solamente tre anni dopo. Cavani è rivolto a un rapporto d’amore, Biografico è anche il successivo Galileo questa volta tra due donne nella Ber - (1968) in cui affronta la storia dell’a - lino degli anni Trenta. Nel 1989 ritorna stronomo italiano processato per eresia a occuparsi del santo di Assisi con e in cui rappresenta efficacemente la Francesco , con un ispirato Mickey difficoltà dell’uomo di far valere il pro - Rourke. La realtà dei sordomuti è l’ar - prio pensiero. Con (1969) gomento di Dove siete? Io sono qui la regista fornisce una lettura moderna (1993), presentato a Venezia. Nominata dell’ Antigone di Sofocle; il pubblico consigliere di amministrazione in RAI , però non risponde adeguatamente e la torna alla regia nel 2002 quando porta Cavani torna a lavorare in RAI . Gira sullo schermo il romanzo di Patricia alcuni documentari e, sempre per la Highsmith Il gioco di Ripley . Nel 2005 televisione, la storia di una donna ospi - cura infine la regia del televisivo De te in una struttura psichiatrica ne Gasperi. L’uomo della speranza , incen - L’ospite (1971), dove attraverso l’analisi trato sulla vita dello statista democri- del sistema sanitario emerge la volontà stiano. Oltre al cinema e alla televisio - di denudare la società contemporanea, ne, Liliana Cavani si è dedicata anche al e Milarepa (1974), dove viene invece teatro, dirigendo numerose opere liri-

48 che per il Maggio Musicale Fiorentino e sti attraverso la guerra hanno rotto i il Ravenna Festival, oltre che per teatri freni e vivono lucidamente i loro ruoli. come l’Opéra di Parigi e La Scala di Si tratta di ruoli scambievoli. È un rap - Milano, cimentandosi con La Traviata porto, dicevo, dinamico tra vittima e e Un ballo in maschera in occasione carnefice: c’è una escalation in ciascu - delle celebrazioni per il centenario di no dei due ruoli e uno finisce per sfu - Giuseppe Verdi. mare nell’altro, finché le parti si capo - volgono e il mutamento ricomincia. La guerra è dunque il detonatore del sado - IL PORTIERE DI NOTTE masochismo che c’è latente in ciascuno di noi; quando c’è la guerra lo Stato mo- nopolizza la carica sadomasochistica Regia: Liliana Cavani; soggetto: L. Cava - dei suoi cittadini, la scatena e la utiliz - ni, Barbara Alberti, Amedeo Pagani; za legalizzandola. Diventa così pos - sceneggiatura: L. Cavani, Italo Moscati, sibile essere vittime e assassini con le B. Alberti, A. Pagani, Raffaele Mottola; carte in regola. [...] Mi è stato chiesto fotografia: Alfio Contini; montaggio: diverse volte nel corso di interviste sul Fran co Arcalli; scenografia: Jean-Marie set se quello che stavo facendo era un Simon, Nedo Azzini; musica: Danièle film politico. Rispondevo di no. Non lo Paris; interpreti: , Charlot- è dal momento che è diverso dai film te Rampling, Philippe Leroy, Gabriele così definiti. Non tratto personaggi noti Fer zetti, Isa Miranda, Marino Masé, né fatti di cronaca precisi, tratto di una Ame deo Amodio, Piero Mazzinghi, condizione, quella nazista. I film politi - Giuseppe Addobbati, Nora Ricci, Nino ci sono in genere liberatori: quei fatti Bignamini, Geoffrey Copleston; produ - sono finiti, quei personaggi non ci sono zione: Robert Gordon Edwards per più, quella situazione è là ma non qui, Lotar Film; origine: Italia, 1974; forma - adesso tutti lo sappiamo nessuno ci può to: 35mm, col; durata: 120’. fregare. Nei film politici il bianco è ben Copia 35mm (nuova ristampa in ante - distinto dal nero. È invece interessante prima) della Cineteca Nazionale. per me considerare le diverse sfumature del grigio [...]. Perché ritengo che l’uo - «Credo che in ogni ambiente, in ogni mo è ambiguo ed è ambigua la storia, rapporto, ci sia una dinamica vittima- il mio film non è liberatorio come lo carnefice più o meno chiaramente sono i film politici». espressa e generalmente vissuta a livel - Liliana Cavani, Il portiere di notte , lo non cosciente. Il grado di maturità di Einaudi, Torino, 1974 ciascuno fornisce un freno più o meno consistente a questa carica che resta più «Il film Portiere di notte di Liliana Ca - o meno repressa. La guerra non fa altro vani è una prova definitiva di grande che da detonatore: allarga il campo del- maturità e sapienza del suo autore che le possibilità e dell’espressione, rompe io stimo già da opere precedenti come i freni, apre le dighe. I miei protagoni - I cannibali e Milarepa . Portiere di notte

49 è un film straziante crudele e terribile slogan “il privato è politico”, che mi che ti lascia senza fiato − recitato alla sembra incontestabile, a meno che non perfezione da tutti e specialmente dai ci si voglia vedere come dei robot. Ma due magnifici protagonisti Dirk Bogarde che cos’è, poi, questo disprezzo, o for- e e infine da Isa se questa paura del privato? [...] Nel mio Miranda e Philippe Leroy. È un film co- film si dicono tante altre cose sul conto struito con rara sapienza ed equili brio di Nietzsche e di Lou Salomé che non ed è un film che rimarrà come un’altra si limitano ai loro rapporti sessuali... atroce testimonianza del nazismo. Spe- Per esempio io racconto di quel Nietz- ro che presto l’opera di Liliana Ca vani sche che per essere quello che è stato esca senza tagli e senza assurdi inter - ha fatto delle scelte di vita privata pri- venti per tutti i pubblici del mondo. E ma che letterarie: un Nietzsche che ha sono sicuro del suo successo ovunque». scritto di essere grato all’alibi della sua (Luchino Visconti) malattia che gli ha consentito di lasciare l’università per diventare un viandante della cultura e riacquistare la sua libertà AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE di pensare. Il mio, se vogliamo, è forse BEYOND GOOD AND EVIL un film sulla libertà. E per parlare di libertà non si può non parlare di eros: Regia, soggetto: Liliana Cavani; sceneg - come ha scritto lo stesso Nietzsche, il giatura: L. Cavani, Franco Arcalli, Italo rapporto con la realtà è sempre, prima Moscati; fotografia: Armando Nannuz - di tutto e soprattutto, erotico». zi; montaggio: F. Arcalli; scenografia: Liliana Cavani in Anna Maria Mori, Lorenzo Mongiardino, Fiorenzo Catta- Non sparate sul filosofo , neo; musica: Danièle Paris; costumi: «La Repubblica», 13 ottobre 1977 Piero Tosi; interpreti: Dominique Sanda, Erland Josephson, Robert Powell, Virna «L’operazione può convincere o no, ma Lisi, Philippe Leroy, Elisa Cegani, Um- è difficile negare la ricchezza di una berto Orsini, Michael Degen, Carmen ricerca psicologica e comportamentista Scarpitta, Amedeo Amodio, Nicoletta e di un’esplorazione nell’inconscio che Rangoni Machiavelli, Renato Scarpa; si esprime in un concertato narrativo produzione: Clesi Cinematografica/Lotar elaborato con grandissima varietà di Film/Artistes Associés/Artemis Film; toni e di colori, pari soltanto al senso origine: Italia/Francia/RFT, 1977; forma- dello spettacolo che la Cavani possiede to: 35mm, col; durata: 127’. ormai come Visconti. Il film ha dei Copia 35mm della Cineteca Nazionale. difetti? Un’eccessiva insistenza sull’os - Nastro d’argento come miglior attrice sessione erotica, propria dell’ottica pan - non protagonista a Virna Lisi. sessuale che ci affligge, gli fa trascurare componenti culturali che avrebbero «A me i rapporti umani interessano mol- potuto maggiormente articolare le pro - ti ssimo o, come si dice oggi, mi intriga - spettive di quel casto terzetto psicopa - no. Io sono convinta della validità dello tico, affidate in più luoghi a un dialogo

50 sentenzioso e didascalico e a un ro - «Io sono sempre stata appassionata di manzesco fin troppo fitto. Il montaggio letteratura giapponese e questo roman - emotivo rischia di frantumare la linea zo di Tanizaki mi è sempre molto pia - ideologica e di condensarla in scene do - ciuto, mi piaceva molto proprio l’idea ve l’effetto talora prevale sul significato di raccontarlo con i mezzi del cinema. critico. Una certa freddezza sembra im - Con estremo rigore, pur mutandone la putabile più a contorsione cerebrale prospettiva in quanto nel libro l’azione che a distacco di giudizio. Però questi si svolge tutta a Tokyo, anche rischian - difetti sono largamente compensati dal- do quelle che possono sembrare ov - la qualità dell’analisi dei caratteri, della vietà drammatiche. Ma siamo sicuri di composizione drammaturgica e della essere tutti professori nei sentimenti e resa figurativa. I tre protagonisti hanno nel sesso, che sono due dei nostri pri - una grande statura, colta nel brillante e mari modi di esprimerci? Io credo, da nel degradato con potente icasticità, sempre, che in questo campo abbiamo vivisezionati da un occhio insieme pie - tutti ancora molte cose da conoscere e toso e riflessivo». da imparare e, nel mio piccolo, mi do Giovanni Grazzini, «Corriere da fare. Ma soprattutto racconto storie, della Sera», 29 ottobre 1977 e preferisco l’Europa alla mia Emilia, non proclamo nulla di assoluto, non detto leggi di psicanalisi, non faccio INTERNO BERLINESE glosse alla Storia: entro nel privato di LEIDENSCHAFTEN una passione perché mi interessa il lato sacrale e quasi religioso che ogni pas - Regia: Liliana Cavani; soggetto: L. Cavani, sione comporta, anche quando la divi - dal romanzo La croce buddista di Juni- nità è ambigua e può, col dubbio, sco - chirô Tanizaki; sceneggiatura: L. Cavani, raggiare. I romanzi di Tanizaki entrano Roberta Mazzoni; fotografia: Dante Spi- nel terreno della nostra cultura, perché notti; montaggio: Ruggero Mastroian ni; alla base, egli stesso sosteneva, ci sono scenografia: Luciano Ricceri; musica: sempre Shakespeare, Dostoevskij e i Pino Donaggio; costumi: Alberto Verso; greci». interpreti: Gudrun Landgrebe, Kevin Liliana Cavani in Maurizio Porro, McNally, Mio Takaki, Massimo Girotti, La Cavani: «Più pignola di Visconti », Philippe Leroy, William Berger, Andrea «Corriere della Sera», 23 ottobre 1985 Prodan, John Steiner, Enrica Maria Scri- vano, Claudio Lorimer, Tomoko Tanaka; «Mitsuko è figlia dell’ambasciatore del produzione: Fulvio Lucisano, Menahem Giappone in Germania, frequenta una Golan e Yoram Globus per Italian scuola di pittura, è tutti i giorni a con - International Film/Cannon Production/ tatto con diplomatici e politici. Un KF-Kinofilm; origine: Italia/RFT, 1985; angelo, a vederla, in realtà un demo - formato: 35mm, col; durata: 118’. nio. Sottilissimo. Si insinua nella vita di Copia 35mm (nuova ristampa in ante - una giovane coppia, Heinz e Louise prima) della Cineteca Nazionale. von Hollendorf, di buona razza e di

51 grande posizione sociale (lui è un alto funzionario al Ministero degli Esteri). Prima seduce lei, invischiandola in una passione addirittura furiosa, poi seduce lui, mettendo all’inizio i due l’uno con - tro l’altro con la gelosia, quindi placan - doli in un rapporto a tre in cui nessuno, data la sua continua capacità di mentire e di tradire, riesce a capire mai chi sia il preferito, fino a un suicidio collettivo che, lasciando però in vita Louise, può farle pensare, con gelosia rinnovata an - che se postuma, che il preferito fosse Heinz, insieme al quale Mitsuko aveva voluto compiere da sola l’ultimo viag - gio. Quell’angelo demonio Liliana Ca- vani lo ha trascritto con molta finezza, andando a fondo nella sua psicologia irta di enigmi e conducendo avanti il suo incontro-scontro con gli altri due, mettendo in vellutata evidenza il suo ruolo di perfido ma segretissimo car - nefice i cui moventi, visti solo dalle sue vittime, attraverso i suoi gesti, non sono mai chiariti del tutto, rimanendo – co- me spesso i personaggi di Tanizaki – confinati in limbi misteriosi, all’insegna soprattutto dell’ambiguità. Questa am- biguità – nelle intenzioni, nei sentimen - ti, nelle stesse reazioni – è, sul piano del racconto, il segno più rappresentativo del film e forse anche il suo merito». Gian Luigi Rondi, «Il Tempo», 31 ottobre 1985

52