Mostra Personale Per Il Bimillenario Ovidiano a Cura Di Pierpaolo Bellucci IL COMITATO BEYOND the SHAPE 2017 Presenta: Silvio Formichetti - Omnia Mutantur
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Mostra personale per il bimillenario ovidiano a cura di Pierpaolo Bellucci IL COMITATO BEYOND THE SHAPE 2017 presenta: Silvio Formichetti - Omnia Mutantur Cappella del Corpo di Cristo Complesso SS. Annunziata - Sulmona 21 Aprile / 20 Maggio 2017 Mostra e Catalogo a cura di Pierpaolo Bellucci Fotografia Foto Azimut - Pratola Peligna Realizzazione grafica È con grande piacere, in qualità di sindaco della città di Sulmona, che porto il saluto Grafica Siva dell’Amministrazione Comunale a questa personale di Silvio Formichetti, dal titolo Allestimento e progettazione “Omnia Mutantur”. Un evento dedicato al nostro poeta, Publio Ovidio Nasone, Arch. Wanda Ilinca Paolini nell’anno del bimillenario della sua morte. La mostra arricchisce il cartellone di eventi dedicati al poeta dell’amore, coinvolgendo, nell’interpretazione delle Metamorfosi, Organizzazione generale Beatrice Terrafina Formichetti uno tra i più validi artisti del territorio peligno, affermatosi in Italia e all’estero, con partecipazioni alle più importanti rassegne d’arte contemporanea, come la Biennale Assistente di Studio di Venezia. In questa sua personale, interamente dedicata al capolavoro ovidiano, le Luca “Barabba” Colaiacovo opere seguono, nell’interpretazione del poema, il linguaggio informale. Luci Una scrittura che evidenzia la cifra stilistica cara a Formichetti, in cui il segno pittorico Fracassi Events rimanda a un continuo mutamento delle forme, in piena armonia con il testo delle Annamaria Casini Telai opere Metamorfosi. Rinnovando il mio saluto e dell’Amministrazione tutta, auguro all’artista Massimiliano Presutti Sindaco Sulmona nuovi traguardi, anche nel segno di Ovidio. Stampa Siva - Montesilvano Finito di stampare nel mese di aprile 2017 Si ringrazia: Prof. Raffaello Tenaglia, Dott. Ennio Bellucci, Comitato BtS, Comune di Sulmona, Alfonso Di Pillo, Gianluca Pace, Domenico Santacroce In copertina Lento mutare del giorno in continuo ritorno (particolare opera) © copyright testi e foto © copyright opere Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, delle opere e dei testi, senza l’autorizzazione scritta degli autori. Studio Formichetti: Via della Terra, 9 - 67035, Pratola Peligna (Aq) mail: [email protected] - [email protected] www.facebook.com/formichettisilvio È un onore per il comitato Metamorphosis-Beyond the Shape e mio personale, in qualità di presidente, poter promuovere la personale del nostro pittore contemporaneo Silvio Formichetti, riconosciuto talento nel panorama artistico nazionale che vanta mostre e partecipazioni importanti come quella alla Biennale d’arte di Venezia. Per la città di Sulmona, nell’anno 2017 in cui si celebra il bimillenario della morte del nostro sommo poeta latino Publio Ovidio Nasone, ha realizzato una serie di opere sul tema delle “Metamorfosi” che presenta al pubblico nella personale dal titolo “Omnia Mutantur”. È la frase che nell’ultimo libro delle Metamorfosi il mitico Pitagora pronuncia. “Tutto si trasforma nulla perisce”, è tutto un continuo rinnovarsi, quello che è stato si perde, quello che c’è diviene. L’anima è immortale, l’arte è immortale, in un cambiamento senza fine. Ricordando Luisa Taglieri il VIVAM con cui si chiudono le Metamorfosi, ringrazio l’artista Formichetti e auguro Presidente BtS l’immortalità della sua arte di cui godiamo oggi noi e nel tempo quelli che verranno. Dialogo con Pitagora - 2017 particolare opera Silvio Formichetti - Omnia Mutantur L’opposto concorde e dai discordi bellissima armonia Eraclito di Efeso Pierpaolo Bellucci Da una parte l’incessante fluire del tempo che tutto cambia, dall’altra la materia in continuo mutamento delle forme e delle qualità. Sullo sfondo della trama onirica, la storia delle Metamorfosi ovidiane, dall’epoca del mito fino ai giorni del poeta. È la sceneggiatura da seguire in questa nuova personale di Silvio Formichetti. Quindici opere, tutte dedicate al capolavoro di Ovidio, che seguono, nel loro sviluppo materico, l’andamento del poema, l’ininterrotto avvicendarsi delle forme, la metamorfosi che muove dal caos primordiale. Storie di miti, di dèi e di uomini. Racconti dai confini indistinti, nei quali, il ripetersi delle storie terrestri coincide con il risolversi di quelle celesti, in una commistione totale di forme e qualità in continuo divenire. Questo l’ordito in cui si inserisce la pittura di Formichetti che, influenzato dai versi del poeta dell’amore, ci trasporta in movimenti della materia, in ripetute aperture e chiusure dei colori che non saturano mai interamente la superficie della tela. La sensazione, nello spettatore, è quella di trovarsi di fronte ad un’opera sempre diversa, in mutamento, come le storie raccontate nel poema ovidiano. Il segno informale dell’artista traccia così, attraverso l’uso ispirato del colore, itinerari non più riconducibili a schemi dettati dalla staticità del tempo, dalla finitezza della materia. Il flusso del divenire viene carpito da Formichetti, nei suoi lavori, con continui rimandi alle raffinate geometrie poetiche di Ovidio. Movimenti emotivi non celati, ma proiettati sulla tela grazie alla gestualità cara al maestro peligno che qui trova nuova ispirazione, in armonia con le vicende del poema. Una spirale di storie, un universo dilatato dalla descrizione lirica ovidiana che oscilla tra realtà e mito. In questa direzione muove Formichetti nell’invenzione cromatica che segue un andamento circolare, nel quale la manifestazione pittorica avanza senza pause. Lo spazio materico diventa trama per raccontare la metamorfosi delle forme e il divenire privo di durata, misurabile solo attraverso il tempo che scorre. La stoffa sulla quale ricamare la tensione emotiva è la tela. L’artista lascia, così, trasparire la propria intuizione, conseguenza di un ripetuto avvicinarsi e allontanarsi dall’esperienza estetica. Il segno, colore mai definitivo, sempre carico di significati simbolici, non assimilabile alla sola materia finita, diventa alchimia che dà vita all’opera, oltre la forma. La compenetrazione vitale tra uomini, dèi e natura rappresentata nelle Metamorfosi da Ovidio, grazie al mito, emerge dalla rilettura informale che Formichetti attua nelle sue opere, attraverso l’immediatezza dello slancio pittorico, conseguenza dell’intuizione come istinto consapevole. Il mare ha coperto le alture - 2017 particolare opera Ipsa quoque adsiduo labuntur tempora motu, non secus ac flumen. Neque enim consistere flumen nec levis hora potest, sed ut unda impellitur unda urgueturque eadem veniens urguetque priorem, tempora sic fugiunt pariter pariterque sequuntur et nova sunt semper. Met. X V, 179 - 184 Nulla perisce, tutto si trasforma - 2017 particolare opera Il cielo accoglie le stelle rimaste a lungo nascoste cm 70x100 tecnica mista su tela - 2017 11 Tempo che corre incessante Tardi, dopo la fine dell’esistenza cm 70x100 cm 165x135 tecnica mista su tela - 2017 tecnica mista su tela - 2017 12 13 La natura rigenera forme in altre figure cm 165x135 tecnica mista su tela - 2017 14 15 Nulla perisce, tutto si trasforma Lento mutare del giorno in continuo ritorno cm 100x100 cm 70x100 tecnica mista su tela - 2017 tecnica mista su tela - 2017 16 17 Omnia Mutantur dittico cm 270x270 tecnica mista su tela - 2017 18 19 In itinere Il mare ha coperto le alture cm 70x100 cm 155x105 tecnica mista su tela - 2017 tecnica mista su tela - 2017 20 21 Dialogo con Pitagora Presenze lontane dal loro simulacro cm 165x135 cm 70x100 tecnica mista su tela - 2017 tecnica mista su tela - 2017 22 23 Forme erranti in ogni fenomeno cm 155x105 tecnica mista su tela - 2017 24 25 Anime accolte in un’altra dimora Cambia il colore del cielo nel sonno cm 100x100 cm 155x105 tecnica mista su tela - 2017 tecnica mista su tela - 2017 26 27 Viaggio cromatico nell’anima dell’artista Valentina Bacchilega Definire un artista, il suo mondo, il suo approccio alla pittura, la sua maniera di raffigurare la realtà, non è mai così scontato. Soprattutto quando il pittore in questione si chiama Silvio Formichetti. Racchiuderlo entro una ben definita corrente artistica diventa un lavoro quasi superfluo, come superfluo è il voler delineare o limitare necessariamente la sua arte, attraverso parametri decisi a priori. Con l’astrattismo del secolo scorso si rivoluziona la forma, la materia, l’essenza ed il senso stesso dell’opera, ma soprattutto è l’anima dell’artista che prevale su ogni cosa. L’espressionismo astratto inaugura quello che diventerà negli anni a venire l’informale. Un’arte che sarà linfa e terreno fertile per la sensibilità di Formichetti. Una matrice la sua, contraria appunto ad ogni forma. I suoi lavori rimandano all’espressionismo astratto tedesco e a quello italiano del secondo dopoguerra, alle rivoluzionarie espressioni artistiche americane di Pollock e Kline. La sua pittura va oltre ogni limite immaginario e la tela diviene un groviglio di intenti, di urla e stati d’animo, senza limiti, se non quelli fisici imposti dal piano materiale. Questo suo modo di operare lo porta così ad una immagine dell’anima molto più vasta, in un “dialogo con l’infinito”. La pittura è gesto intuitivo e viene attratta da luci ed ombre, dai colori, dai bianchi e neri (cromofobie dell’anima), dalla materia in continuo movimento e dallo spazio. L’inespresso nelle forme diviene espresso nel colore che dà vita ad un vero e proprio labirinto interiore. La sua arte diviene esplorazione della forma che non ha forma, quasi rivelazione di essa attraverso ampie ed irruenti pennellate cromatiche, che tra loro giocano, si sovrappongono e si scontrano. Il