Arqueología en el valle del Duero: Del Paleolítico a la Edad Media. 5 ISBN: 978-84-946124-0-4, pp: 78-95

DINAMICHE INSEDIATIVE E ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO DAL NEOLITICO ALL’ALTO MEDIOEVO: IL CASO DELL’ALTOPIANO APPARTENENTE ALLA DI (-SARDEGNA)

Maria Antonietta Mele [email protected] Università di Sassari

RESUMEN Il presente studio si propone di analizzare le dinamiche insediative e l’organizza- zione del territorio dell’altopiano granitico appartenente alla storica “Barbagia di Ollolai” (Nuoro-Sardegna) dal Neolitico all’Alto Medioevo. L’area in questione è stata ampiamente sfruttata sin dalla Preistoria per le caratteristiche geomorfo- logiche, l’abbondanza d’acqua e la presenza di pascoli estesi, nonché per la sua funzione di “corridoio naturale” per le comunicazioni con la parte orientale e centro-meridionale dell’isola. Tramite l’analisi geomorfologica e la mappatura delle evidenze archeologiche è stato possibile ricostruire in chiave diacronica il paesaggio antico, permettendo così di comprendere le ragioni delle scelte, della continuità o viceversa dell’abban- dono dei nuclei insediativi nel corso del tempo. Particolarmente interessante, per l’intensità delle testimonianze archeologi- che, si rivela l’Età nuragica, sulla cui “struttura” sembra impostarsi il popolamen- to delle età successive, mentre nuovi dati gettano luce sull’Alto Medioevo e la prima cristianizzazione di questo angolo di Sardegna.

Palabras clave: Dinamiche insediative, Archeologia dei paesaggi, Barbagia (Sardegna).

78 Barbagia di Ollolai

ABSTRACT Th e present study aims to analyze the settlement dynamics and the territorial organization of the granitic plateau of “Barbagia di Ollolai” (Nuoro-), from the Neolithic to the Early Middle Ages. Th is area has been widely exploited since prehistoric times because of its geomorphological characteristics, the abun- dance of water and the presence of extensive pastures; its importance is also due to its function as a “natural corridor” for communications with the east and the south-west of the island. Th rough the geomorphological analysis and the mapping of archaeological evi- dence, it has been possible to reconstruct the ancient landscape in a diachronic way, thus allowing to understand the reasons for the choices, the continuity or vice versa the abandonment of certain sites. Particularly interesting is the Nuragic Age, whose “structure” seems to be the basis for the later settlements, while new data help to shed light on the christiani- zation and the Early Middle Ages of this corner of Sardinia.

Key-words: Settlement dynamics, Landscape archaeology, Barbagia (Sardinia).

1. Il territorio in esame.

79 Actas de las v Jornadas de Jóvenes Investigadores del valle del Duero

on il presente contributo viene ti riscontri puntuali sul terreno, che Cpresentato, sinteticamente, uno hanno permesso di chiarire l’arco di studio di archeologia dei paesaggi1 su frequentazione di alcuni siti4. Tenendo una porzione di territorio della Bar- conto dei limiti della ricerca (la scar- bagia di Ollolai, regione storica della sa visibilità e la mancanza di indagini Sardegna centrale situata nelle propa- stratigrafiche per la maggior parte delle ggini settentrionali del . emergenze archeologiche), si è tentato L’area si caratterizza per la presenza di di ricostruire, seguendo una prospetti- un altopiano granitico posto ad un’al- va diacronica, gli assetti territoriali (più titudine media di 900 metri s.l.m. e che “i paesaggi”) che si sono sussegui- appartenente, a livello amministrativo, ti nel corso del tempo, dal Neolitico ai Comuni di , , e all’Alto Medioevo5. Mamoiada2. Si è proceduto col censimento delle testimonianze archeologiche presenti IL TERRITORIO nell’altopiano, dal Neolitico all’Alto Medioevo, e in condizioni di visibili- Il territorio oggetto di questo studio tà3, dove possibile, sono stati effettua- comprende l’altopiano granitico che si estende dalle pendici settentrionali del Gennargentu in Comune di Fonni 1 La ricerca nel territorio è iniziata ad opera della scrivente nel 2009. I risultati dello studio sono stati in parte raccolti nella tesi di laurea magistrale dis- cussa nell’A. A. 2009/2010 (Facoltà di Lettere e Fi- 4 Molti dei siti presentati in questa sede sono stati op- losofia-Università degli Studi di Sassari), nella tesi di portunamente schedati e georeferenziati tramite GPS. specializzazione discussa nell’A. A. 2012/2013 (Di- Si rimanda a MELE 2014a per approfondimenti. partimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della For- 5 Una parentesi di riflessione sul “grande contenitore mazione-Università degli Studi di Sassari) e pubblicati storico” che chiamiamo “paesaggio” è doverosa. An- in diverse sedi (MELE 2011, MELE 2014a e MELE che se non è questa la sede per approfondire i prob- 2014b). Il proseguo delle ricerche nonché la raccolta lemi relativi alla definizione di paesaggio e delle sue e la rielaborazione dei dati che si presentano in questa componenti, ricordiamo che è essenziale la compre- sede sono stati resi possibili grazie al sostegno eco- senza, in esso, dei segni del rapporto tra l’uomo e la nomico della “Fondazione Giovanni Antonio Sulas” natura (così come sottolineato nell’art. 1, lett. a) della di Nuoro, alla fiducia del Prof. Pier Giorgio Spanu Convenzione Europea del Paesaggio), nonché del fat- dell’Università di Sassari e del Dott. Antonio Sanciu tore “percezione-rappresentazione” che di esso ha chi della Soprintendenza Archeologia della Sardegna. A lo osserva o lo vive (concetto del resto ben esemplifi- loro va un ringraziamento speciale. cato nella parola inglese landscape). Esiste dunque un 2 L’altopiano, nella sua porzione orientale, appartiene “paesaggio preistorico”, un “paesaggio nuragico”, un anche al Comune di . Per motivi di tempo e “paesaggio romano” o un “paesaggio medievale”? Dal di risorse, l’area a est del rio Gremanu-Madau non è momento che il paesaggio è uno nelle sue molteplici stata indagata dalla scrivente. componenti, o meglio, “tutta la storia è nel paesaggio” 3 La maggior parte dei terreni si presenta, quando non (per utilizzare un’efficace espressione di AZZENA coperta da vegetazione forestale arborea e/o arbustiva, 2010, p. 33), ognuna di queste definizioni sembra incolta o destinata a pascolo: se da un lato la sporadic- classificarsi come ridondante; pertanto, d’accordo ità di pratiche agricole invasive ha permesso di conser- con AZZENA 2010, p. 30, ne consegue che qualsiasi vare quanto più possibile gli antichi assetti territoriali, “scomposizione” del paesaggio nelle sue “fasi crono- dall’altro si rileva un’estrema difficoltà nell’individu- logiche” si configura come un tentativo di ricostruzi- azione delle emergenze archeologiche. one di antichi assetti territoriali, più che di “paesaggi”.

80 Barbagia di Ollolai alla zona di Sa Marghine-Genna Erru Determinante per la scelta delle in Comune di , delimitato aree di insediamento è stata la dispo- a sud-ovest dal monte di S. Michele nibilità di risorgive e di corsi d’acqua, (Fonni) e a nord-ovest dai monti Pisanu di cui l’altopiano è particolarmente ric- Mele (Mamoiada). Esso si estende per co. In particolare, il fiume principale un areale di circa 60 km2 e corrisponde che scorre nel territorio è quello che la alla carta IGM 516, Sez. I-Fonni. Dal tradizione bibliografica conosce come punto di vista amministrativo il territo- Taloro, affluente del Tirso: esso nasce rio considerato appartiene ai Comuni nel cuore del Gennargentu, attraversa di Fonni, Gavoi, Lodine e Mamoiada, l’altopiano alimentandosi delle acque paesi votati per tradizione ad un tipo di di numerosi rivoli per poi gettarsi nel economia agro-pastorale che la morfo- Lago di Gusana. logia del territorio e l’abbondanza d’ac- Il fatto che quest’area appartenga a qua hanno reso possibile (Figs. 1, 2, 3). ben quattro Comuni è indice della sua La natura geologica del territorio è importanza economica per le popolazioni prevalentemente granitica ed è caratteriz- della Barbagia di Ollolai, che sino al seco- zata da suoli mediamente sottili e rocciosi lo scorso ne sfruttavano i pascoli durante con alta suscettibilità all’erosione: queste i mesi estivi, mentre d’inverno, per via caratteristiche fanno sì che i terreni si pre- del gelo che per mesi ricopriva il manto stino maggiormente ad essere sfruttati per erboso, si trovavano costretti a spostare le il pascolo e l’allevamento del bestiame, greggi nelle piane del Campidano o del- mentre le pratiche agricole si concentra- la Nurra (e infatti sono proprio i paesi di no preferibilmente nelle aree prossime ai Fonni, Gavoi, Lodine, Ollolai e rivoli o alle sorgenti. ad aver praticato per secoli la “grande I graniti del territorio (si tratta transumanza”, quella che M. Le Lannou prevalentemente di granodioriti tona- definiva “un rimedio non contro la siccità litiche che presentano locale tenden- ma contro il freddo7”). za alle granodioriti monzogranitiche Il fattore pastoralismo non può essere inequigranulari) costituiscono parte dunque tralasciato in uno studio sull’ar- del complesso granitoide della Sar- cheologia del territorio8, divenendo ad- degna centro-settentrionale (batolite dirittura indispensabile se si desidera ri- sardo-corso) la cui formazione è da ricondursi all’Orogenesi Ercinica, che della Sardegna_Sc. 1: 200.000 e la Carta dei Suoli della Sardegna_Sc. 1: 250.000 (con Nota Illustrativa ad essa ha interessato l’Europa meridionale nel allegata). Paleozoico. 7 LE LANNOU 1941, p. 171. Sotto il profilo pedologico il terri- 8 Un approccio interessante allo studio dell’ar- cheologia del territorio è il lavoro di CORNELIS torio in esame appartiene all’Unità di MIENTJES 2008, che affronta le problematiche del Paesaggio C e all’Unità Pedologica 96. paesaggio barbaricino (nello specifico di quello fon- nese) analizzando l’impatto che la pastorizia e la tran- sumanza hanno avuto sul paesaggio e sulle abitudini 6 Si vedano, per approfondimenti, la Carta Geologica della popolazione.

81 Actas de las v Jornadas de Jóvenes Investigadores del valle del Duero

2. Visione dell’altopiano nelle ortofoto del 2006.

3. L’altopiano con, sullo, sfondo, le cime innevate del Gennargentu.

82 Barbagia di Ollolai costruire il tessuto viario antico, che può ma intuibili indirettamente tramite gli essere in parte dedotto grazie ai ricordi dei apprestamenti funerari e i frammenti di pastori che un tempo praticavano la tran- ossidiana rinvenibili a fior di suolo, sem- sumanza: questi sentieri, percorsi dalle brano disporsi su terreni particolarmente comunità barbaricine per millenni, costi- fertili, soleggiati e prossimi ai corsi d’ac- tuiscono infatti le vie di penetrazione, di qua, a conferma del particolare legame scambio e di comunicazione che dovette- delle popolazioni neolitiche ed eneoliti- ro essere note e attive sin dalla Preistoria9. che con la terra. Le domus de janas si presentano scava- te per lo più su singoli massi erratici, mol- LA PREISTORIA to frequentemente in posizione isolata e (NEOLITICO-ENEOLITICO) più raramente a formare piccoli gruppi; essendo ricavate nel granito, roccia parti- In base ai dati attualmente in nostro colarmente difficile e delicata da lavorare, possesso il primo popolamento del si presentano per lo più unicellulari (tan- territorio sembra risalire al Neolitico to da far ipotizzare la loro funzione come Finale, ai tempi della cultura San Mi- ossari) e assai raramente pluricellulari. In chele di Ozieri. In realtà, sulla base base alla distribuzione e alle dimensioni del confronto con l’insediamento di piuttosto ridotte degli ipogei, sembra de- Sa Conca Fravihà in agro di Ollolai, è dursi la presenza di piccole comunità se- ipotizzabile un primo popolamento a dentarie, unifamiliari o plurifamiliari, che partire dal Neolitico Medio, durante i vissero nei pressi. tempi della cultura Bonu Ighinu10. Molte di queste si presentano spoliate Al Neolitico Finale/Eneolitico risal- in antico e nessuna è stata ancora oggetto gono i numerosi apprestamenti funerari di scavo stratigrafico, per cui non è pos- rinvenuti (almeno 24 complessi a domus sibile effettuare delle seriazioni cronologi- de janas per un totale di circa 60 ipogei11), che e capire l’effettivo arco di frequenta- i dolmens12 e i menhirs (Fig. 4). Gli abi- zione delle stesse. Sulla base del confronto tati, non ancora localizzati con certezza con un ipogeo indagato stratigraficamen- te e prossimo al territorio in esame, ovvero la domus de janas III di Istevene (Mamo- 9 Per approfondimenti si veda MELE 2011. 13 10 Sa Conca Fravihà (Ollolai) è un riparo sotto roc- iada) , per la quale l’utilizzo avvenne an- cia che ha restituito materiali che documentano un lungo arco di frequentazione, dal Neolitico Medio al Bronzo Recente e Finale: per approfondimenti, si li (si veda, in particolare, MAODDI 1995, pp. 32-33 veda FADDA 1993. e MAODDI 1996, p. 23 e p. 28), non è stata riscon- 11 Gli ipogei sono stati censiti da MEREU 1978, pp. trata l’esistenza di dolmens nel territorio indagato, 22-23 per il Comune di Fonni; da MAODDI 1995 e fatta eccezione per qualche probabile esito, peraltro MAODDI 1996 per i Comuni di Gavoi e Lodine; da attribuibile ad allée couverte (Tramassunele-Fonni). MELIS 1967 e MANCA-ZIROTTU 1999 per il Co- Questo fatto potrebbe essere dovuto all’estrema facil- mune di Mamoiada. Schede sui singoli monumenti ità con cui questo genere di monumenti può essere dell’altopiano sono, inoltre, in MELE 2014a. andato distrutto. 12 Nonostante le segnalazioni da parte di studiosi loca- 13 Si veda SALIS 2008, pp. 9-10.

83 Actas de las v Jornadas de Jóvenes Investigadores del valle del Duero che durante la successiva Età Eneolitica, si Lannou annotava sorpreso: «Non c’è, in potrebbe ipotizzare anche per questa fase tutto il mondo, una regione come ques- il persistere dei modelli insediativi adot- ta dove due tipi di popolamento, uno tati dalle precedenti comunità neolitiche. totalmente scomparso da tanto tempo, Più interessante la dislocazione dei l’altro ancora in uso, si esprimano così menhirs, che come già da tempo ha chiaramente e così contemporaneamen- notato E. Melis14, sembra suggerire te nel paesaggio attuale, questo con le l’andamento delle principali vie di pe- manifestazioni del presente, quello con netrazione, sfruttate dai diversi villaggi la molteplicità e la forza delle testimo- presenti nell’altopiano per le comuni- nianze del passato16». cazioni interne, nonché come percor- Tra i vari assetti territoriali che si sono si obbligati per raggiungere la parte susseguiti nel paesaggio, quello nuragico è orientale e centro-meridionale dell’i- senza dubbio il più “visibile”, proprio per sola. Nell’altopiano considerato sono il grado di conservazione, la monumenta- ben tre le aree in cui sono ancora oggi lità e la quantità delle testimonianze. visibili i monoliti sopravvissuti alle di- L’analisi territoriale ha consentito struzioni operate nel corso del tempo: di censire circa sessanta monumenti l’area di Tramassunele (Fonni), che ne nuragici, esattamente 43 nuraghi17 (34 conta ancora 6, l’area di Fiola (Gavoi) monotorre, 4 complessi e 5 di tipologia e l’area di Sa Itria (Gavoi), dove all’in- non meglio definibile), molti dei qua- terno del recinto del santuario cristiano li circondati da villaggio, 13 tombe di svetta l’unico monolite di un originario giganti (di cui 5 costituenti un vero e allineamento di menhirs. proprio complesso necropolare, quello Nella stessa area di Tramassunele è, di Madau-Fonni), 1 complesso santua- inoltre, un’allée couverte che ha resti- riale18, 1 fonte sacra19 e un’area dota- tuito materiali di cultura Bonnanaro15. ta di un raffinato complesso idraulico presumibilmente legato al culto delle acque20. Gli unici complessi indagati ETÀ NURAGICA (ETÀ DEL BRONZO) E PRIMA ETÀ DEL 16 LE LANNOU 1941, pp. 85-86. 17 FERRO Durante le ricerche nel territorio è stato appurato che molti di questi, censiti o noti alla popolazione ancora nel secolo scorso, sono andati irrimediabilmente distrutti. Una delle caratteristiche del paesaggio 18 Si tratta del complesso santuariale di Gremanu (Fonni). Per approfondimenti si veda FADDA-POSI sardo, presto notata dai primi studiosi 2008, pp. 7-49. dell’isola, è il contrasto tra il numero 19 Si tratta della fonte di Nole (Fonni), poco distante molto elevato di nuraghi e la rarità degli dal nuraghe omonimo (MELE 2014a, p. 104). 20 Si tratta del complesso di Talesso (Fonni): dalla lo- insediamenti umani del presente. M. Le calità, situata ai piedi del Monte Spada, provengono un bacile in granito e una canaletta, sempre in grani- to, presumibilmente facenti parte di un raffinato siste- 14 MELIS 1967, p. 15. ma idraulico che doveva fungere da luogo di culto per 15 LILLIU 1981, p. 118. gli abitanti del villaggio che si estende sulle sponde

84 Barbagia di Ollolai stratigraficamente nel territorio sono vallate, dei fiumi e delle principali vie le tombe di giganti di Bidistili21 e Ma- di comunicazione. dau22, il santuario di Gremanu23, il nu- Non è dato ancora stabilire, in assen- raghe Logomache24 e il nuraghe Soroe- za di indagini stratigrafiche, se i nuraghi ni25: per questi ultimi tre siti i materiali complessi, tutti situati all’interno dell’al- rinvenuti accertano un’occupazione topiano, siano in relazione gerarchica con anche durante la Prima Età del Ferro. i nuraghi monotorre situati nei pressi; Non è possibile accertare, per il mo- tanto meno sembrano efficaci, al fine mento, l’arco di occupazione degli altri di individuare le relazioni esistenti tra i monumenti nuragici, che vengono di- siti, le rappresentazioni effettuate con i stinti solamente sulla base dell’analisi ti- metodi astratti dei poligoni di Thiessen, pologica. Ci si rende conto di quanto la della Nearest Neighbour Analysis e della disposizione sincronica dei siti nella car- Rank-Size Rule: si tratterebbe, anche in ta di fase (Fig. 5) sia forzata e lungi dal questo caso, dell’ennesimo tentativo di rappresentare effettivamente la realtà, dal piegare la lettura del paesaggio antico alle momento che non tutti i monumenti e logiche proprie dell’occhio moderno. gli abitati ad essi connessi (quando pre- A marcare significativamente il ter- senti) dovettero coesistere nello stesso pe- ritorio durante il Bronzo Medio e Re- riodo: nonostante questi limiti evidenti, cente sono anche le tombe dei giganti, possono essere fatte alcune osservazioni. quasi tutte caratterizzate da struttura Il periodo che va dal Bronzo Medio isodoma e dalla presenza del concio al Bronzo Recente sembra interessato a dentelli, che sembrano configurarsi da una vera e propria “esplosione de- quali luoghi della memoria e dell’iden- mografica”: non pochi villaggi, infatti, tità collettiva nonché come segno evi- si dispongono intorno ai nuraghi, che dente della proprietà dei suoli e delle sembrano configurarsi come i nuo- sue risorse da parte delle comunità che vi poli di attrazione delle comunità; vivevano nei pressi. l’occupazione intensa del territorio e Ai “paesaggi turriti” del Bronzo Me- la necessità di salvaguardare le sue ri- dio e Recente sembrano sovrapporsi, du- sorse spingono inoltre a ipotizzare una rante il Bronzo Finale e la Prima Età del funzione non solo civile ma anche stra- Ferro, i “paesaggi del sacro”, che vedono tegica per alcuni di questi, soprattutto i complessi santuariali dedicati al culto per quelli eretti sui punti di maggiore delle acque come i nuovi poli di aggre- visibilità del territorio, a controllo delle gazione sociale, di concentrazione delle risorse del territorio e di tesaurizzazione delle ricchezze, ora gestite da gruppi or- del rio Talesso. 21 Si veda LILLIU 2010. ganizzati; molti villaggi, in questo perio- 22 Si veda FADDA-POSI 2008, pp. 51-76. do, dovettero smettere di essere abitati26 23 Si veda FADDA-POSI 2008, pp. 7-49. 24 Si veda LILLIU 1988, p. 419 e p. 503. 25 Si veda CIDU 2008, pp. 103-107. 26 Significativo, a proposito, è lo studio di PERRA

85 Actas de las v Jornadas de Jóvenes Investigadores del valle del Duero mentre altri, come dimostrano gli scavi ETÀ ROMANA effettuati a Logomache (Fonni) e Soroeni (Lodine), continuarono comunque a esi- Siamo nel cuore del territorio popolato stere sino alla prima Età del Ferro intorno dalle “civitates Barbariae”, le popolazioni ai nuraghi, ora non più costruiti ma “ri- prive di organizzazione urbana note da funzionalizzati” come simbolo del potere due iscrizioni da ricondurre alla prima della comunità che viveva nei pressi. età imperiale29 e da Tolomeo30, che nel In assenza di fonti scritte, è diffici- suo elenco di populi cita i Konousitanoí ed le stabilire quale fosse l’organizzazione i Kelsitanoí, localizzabili con certezza ne- sociale di queste comunità27: tuttavia, ll’agro di Fonni grazie al rinvenimento di viene riconosciuta un’organizzazione due epigrafi31. tribale delle stesse con conseguente Le civitates della Barbaria si configu- strutturazione del territorio di perti- rano come “aggregati cantonali di singoli nenza secondo specifici sistemi terri- populi privi di organizzazione urbana ma toriali, definiti anche come distretti o dotati di una qualche struttura politi- cantoni28. o meno complesse di chiefdom, fino a sistemi di tipo aristocratico”, che avrebbero permesso l’assorbimen- 2012. to, nel Bronzo Finale-Prima Età del Ferro, dei “vec- 27 Una efficace sintesi sul problema e le diverse po- chi distretti” in “veri e propri cantoni”. G. Ugas in sizioni degli studiosi è in PERRA 2009. UGAS 2005, p. 80 riconosce sin dal Bronzo Medio 28 Su una presunta organizzazione cantonale nuragi- l’esistenza di cantoni, definiti come “distretti in seno ca, molto chiara la posizione di G. Lilliu in LILLIU al territorio tribale (non tribù!)” governati da capi o 1988, p. 669: «I nuraghi spesso costituiscono dei re (che avrebbero avuto, come loro sede, il nuraghe). raggruppamenti e segnano un’unità territoriale, ab- Una efficace sintesi del problema “sistema cantonale” bastanza precisa, nella natura e nell’economia. Pare, è in CADEDDU 2011-2012, pp. 113-125. dunque, di poter riconoscere, per lo più, la relazione 29 Si tratta del titulus di Sesto Giulio Rufo, prefetto della fra la comunità della tribù e una regione geografica I Coorte dei Corsi, rinvenuto a Preneste e datato ad età definita. A ogni tribù corrispondeva cioè un possesso augustea (CIL XIV, 2954) e dell’iscrizione rinvenuta nel territoriale definito. Potremmo stabilire una equazi- 1920 nei pressi di Fordongianus, attestante un atto di one tribù (o civitas come i romani chiamavano la omaggio delle civitates Barbariae all’imperatore, presum- tribù barbara) e “cantone”. Il sistema politico-territo- ibilmente Augusto o Tiberio (ILSard., I, 188). riale nuragico era largamente “cantonale”». A. Usai in 30 PTOL., III, 3, 6. USAI 2003, pp. 219-221, riconosce negli agglome- 31 La prima iscrizione è il cippo di Tarunele (CIL X rati di nuraghi delle comunità policentriche unite da 7889), la seconda si presenta inglobata nel pavimen- vincoli di parentela e di collaborazione, ipotizzando to di un cortile di un’abitazione privata di Fonni (ne per le stesse l’appartenenza ad un’unica tribù, “or- riporta notizia G. Manca nella rivista Sardegna anti- ganizzata secondo il modello del ranked chiefdom ca, A. 2011, II semestre, N. XX, p. 6): a detta del e contraddistinta da un livello superiore di autorità possessore (il quale, sino a poco tempo fa, era ignaro politica il cui rappresentante potrebbe aver avuto sede di trovarsi davanti ad un’epigrafe latina), dovrebbe ri- in un centro di maggiori proporzioni”. Più avanti, lo portare solo la scritta “CELES” ed è stata rinvenuta stesso studioso (USAI 2006, p. 559), specifica meglio nei pressi del Lago di Govossai. È possibile, dunque, la probabile evoluzione dei sistemi territoriali, “intesi che i Celes(itani) si estendessero, a partire dal cippo come organismi politici ed economici autonomi”, che di Tarunele, a oriente e non a occidente dello stes- a partire dal Bronzo Medio avrebbero dato vita a un so, come più volte riportato in bibliografia (ZUCCA processo di gerarchizzazione visibile “tanto nel campo 2003, p. 29; ZUCCA 2005, p. 310; R. Zucca in delle strutture monumentali e abitative quanto nel MASTINO-ZUCCA 2011, p. 413; mea culpa anche campo delle strutture sociali”: in quest’ultimo caso, da parte della scrivente: MELE 2011, p. 168 e MELE si sarebbe passati “da un ordine tribale a forme più 2014a, p. 183).

86 Barbagia di Ollolai co-sociale32”, similmente a quanto noto nell’altopiano38 e dovette fungere, proba- per l’area celtica e la Germania, dove sono bilmente, anche da collettore di risorse attestate civitates prive di urbs ma articola- del territorio circostante; per il rinveni- te al loro interno in pagi e vici. mento, “verso Fonni39”, di un signaculum Nonostante la “visione resistenziale” rettangolare in bronzo che riporta il nome proposta da G. Lilliu33 continui a godere di Claudia Galla40, è inoltre ipotizzabile di un certo credito tra la popolazione lo- che l’area circostante la mansio fosse, nel- cale, i dati materiali ricavabili dalle analisi la media e tarda età imperiale, strutturata di superficie mostrano una precoce circo- come praedium. lazione dei prodotti di fattura romana sin La funzione di presidio militare vo- dall’età repubblicana: è il caso di Soroe- luta dalla tradizione orale41, invece, non ni-Lodine34 e di Su Sammucu-Fonni35, sembra ancora evidente sulla base delle insediamenti sorti intorno a un nuraghe testimonianze archeologiche ed epigrafi- che sembrano registrare una continuità di che al momento rinvenute42: se un giorno occupazione in questa fase storica. dovesse essere confermata, è interessan- In età imperiale, emerge in partico- te notare come la posizione della man- lare la centralità di Sorabile, mansio della sio-presidio sembri collocarsi, non a caso, strada interna che collegava Olbia a Ca- proprio nei pressi del confine esistente tra gliari passando per l’interno dell’isola36 Celes(itani) e Cusin(itani)43. I primi erano nonché importante centro religioso37. La presumibilmente estesi a est e i secondi a mansio, in realtà, dovette essere a capo di ovest dello stesso cippo44. un articolato sistema viario che serviva i non pochi abitati (pagi e vici) disseminati 38 Per una ricostruzione del tessuto viario esistente intorno a Sorabile si vedano MELE 2011 e MELE 2014a. 32 La definizione è di ZUCCA 2005, p. 308. 39 BAS 1957, p. 61. 33 LILLIU 2002. 40 CIL X 8059, 118. 34 I materiali di Soroeni (Lodine), oggetto di studio 41 Un’altra tradizione vuole che l’attuale Fonni fosse da parte della scrivente per la tesi di specializzazione stata fondata dai superstiti di Sorabile, sfuggiti ad una discussa nell’A. A. 2012/2013, attestano un arco cro- terribile epidemia di peste che sarebbe stata anche nologico di frequentazione che dal Neolitico Finale causa dell’abbandono del centro. giunge sino all’Alto Medioevo, con una probabile “ce- 42 Non sono state, infatti, rinvenute epigrafi funerarie sura” durante i secoli dell’età imperiale. In particolare, di soldati (come per la vicina : CIL X 7884) i materiali che attestano una continuità di frequen- né, in occasione degli scavi effettuati da F. Nissardi tazione del sito durante le fasi tardopunica e repub- nel 1879-1880 (NSc 1879, pp. 76-80 e NSc 1881, blicana sono ceramiche a vernice nera dell’atelier des pp. 101-105), sono stati ritrovati elementi che potes- petites estampilles e ceramiche a pareti sottili. sero far ipotizzare la presenza di un presidio militare. 35 A Su Sammucu (Fonni), villaggio che si estendeva in- L’unica eccezione è rappresentata dal diploma militare torno a un nuraghe oggi non più esistente, si rinvengono, di un marinaio della flotta Ravennate, datato al peri- a livello superficiale, numerosi frammenti di embrici e odo di Caracalla, rinvenuto però non a Sorabile ma coppi, nonché frammenti di ceramica a vernice nera lo- tra le murature del nuraghe Dronnoro (CIL X 8325). cale a pasta grigia e frammenti di ceramica a pareti sottili. 43 Il cippo di confine (CIL X 7889) è stato infatti rinvenuto 36 Itin. Anton. 81, 2. nei pressi della fonte Tarunele (non Turunele, come spes- 37 Ne è testimonianza l’iscrizione dedicata a Diana e Silva- so riportato in bibliografia), oggi inglobata nel centro di no, protettori del Nemus Sorabense, datata ad età traianea Fonni, a breve distanza dalla scuola primaria G. Deledda. o nei decenni centrali del II secolo d.C. (ILSard., I, 221). 44 Si rilegga, in questa sede, la nota 31.

87 Actas de las v Jornadas de Jóvenes Investigadores del valle del Duero

In assenza di indagini stratigrafiche, presso i precedenti insediamenti di età non è possibile fornire l’effettivo qua- imperiale e tardoantica. dro di frequentazione dei siti durante La situazione sembra mutare a partire l’età repubblicana, imperiale e tardoan- dal VI secolo, con la conquista bizantina tica: queste vengono presentate, nella dell’isola. Anche se i dati di cui disponia- carta di fase, come un unico “blocco mo sono frammentari e parziali, emerge, temporale” (Fig. 6). da un lato, la rioccupazione di alcuni È comunque indubbio che per molti contesti di età nuragica durante i secoli di questi abitati, per il momento giuridi- VI-VIII (è il caso di Soroeni-Lodine) e camente non definibili (si tratta di pagi o dall’altro la vitalità di alcuni nuclei inse- di vici?), non si trattò di nuove fondazioni diativi dotati, peraltro, di edifici di culto ma di insediamenti sorti in età pre o pro- cristiani (è il caso di S’Erimu-Fonni e di tostorica con una continuità di frequenta- Tocari-Lodine) (Fig. 7). zione sino ad età storica: i nuraghi, per la Quello del riutilizzo degli edifici mole e la versatilità insita nella loro stessa protostorici in età bizantina è un feno- struttura, si prestavano infatti ad essere meno ampiamente documentato nell’i- utilizzati come centri di stoccaggio di ri- sola, specialmente nella porzione me- sorse e come probabili “stazioni” a servi- diana della stessa, ed è in linea con le zio della viabilità. accresciute esigenze difensive del perio- Dal momento che molti pagi e/o vici do e con il programma di rafforzamen- sembrano stanziarsi nei luoghi precedente- to dei limites voluto da Giustiniano: è mente abitati dalle popolazioni dell’Età del probabile che si tratti di avamposti di Bronzo e del Primo Ferro, è possibile che truppe di limitanei, per la scelta dei l’assetto territoriale di età romana, eviden- quali dovette pesare, oltre all’esigenza ziato dalle iscrizioni e dalle fonti letterarie, di un maggiore controllo del territorio ricalchi le preesistenti forme organizzative e delle vie di comunicazione (ancora di età protostorica: non è da escludere, attive dall’età romana45), la facile di- dunque, che gli stessi nomi e i territori di sponibilità di materiale da costruzione. pertinenza delle civitates Barbariae siano in Posto che molti di questi abitati realtà testimonianza della precedente strut- sembrano registrare una continuità o turazione cantonale nuragica. una rifrequentazione dall’Età del Bron- zo e che dunque non tutti dovettero essere “militarizzati” dai soldati-coloni, ETÀ TARDOANTICA E in essi sembra costante la presenza di ALTOMEDIEVALE una particolare classe ceramica di pro- duzione locale, la “grezza stampigliata”, Durante il breve periodo di domina- zione vandalica (455/467-534 d.C.) i 45 centri dovettero continuare a sussistere Per uno sguardo sulla viabilità dell’isola in età bi- zantina si rimanda ai contributi di SPANU 1998, pp. 121-128 e SPANU 2002, pp. 115-125.

88 Barbagia di Ollolai collocata cronologicamente intorno al nota lettera a Ospitone50, lamentava una VI-VII/VIII secolo d.C. per via della situazione di persistente paganesimo tra i frequente associazione con esemplari in barbaricini, sostenendo che “ut insensata sigillata chiara D (mancano però, per la animalia vivant, Deum verum nesciant, maggior parte dei contesti, riferimenti ligna autem et lapides adorent”. È necessa- stratigrafici certi). Il caso meglio docu- rio interpretare l’asserzione del pontefice mentato nel territorio di cui ci stiamo con cautela, non soltanto perché l’espres- occupando è quello di Soroeni46. sione ligna autem lapides, che si ritrova Alcuni centri dotati di edifici di culto in un’altra missiva (questa volta rivolta al cristiani sembrano godere, per il VI-VII vescovo Pietro di Aleria51), sembra classi- secolo d.C.47, di una certa vitalità: a S’E- ficarsi come formulare, ma anche perché rimu (Fonni)48 e a Tocari (Lodine)49 sono in questa occasione il pontefice si rivolge infatti documentati, rispettivamente, una al dux Barbaricinorum Hospito in quanto laura di monaci greci e una chiesa dedi- personalità politica di una certa influenza cata a San Liberato. Questi dati, in atte- e -non dobbiamo dimenticarlo!- in quan- sa di future indagini stratigrafiche, sono to cristiano52. comunque importanti per fare luce sulla Pertanto, nonostante i problemi cristianizzazione delle aree più interne esistenti (l’incerta identificazione dei e rurali dell’isola, da sempre considerata barbaricini con gli abitanti delle attuali più tardiva rispetto ai centri urbani del- Barbagie e l’assenza di cronologie esat- la costa; lo stesso Gregorio Magno, nella te per l’impianto degli edifici cristiani nell’area in esame), anche se è probabi- le che la cristianizzazione delle aree in- 46 Si veda, per approfondimenti, MELE 2014b. 47 La cronologia dei siti è supportata dal rinvenimen- terne e rurali dell’isola avvenne più len- to, in superficie, di ceramica comune romana, di an- tamente rispetto ai centri della costa, fore africane dal caratteristico ingobbio bianco crema e di ceramica grezza. non è da considerarsi come del tutto 48 A S’Erimu, in Comune di Fonni, la tradizione assente prima dei moniti di Gregorio I. popolare ricorda una laura di monaci greci (l’insedia- mento è altrimenti noto come “sa idda de sos gregos”). Nel sito esiste un vasto complesso edilizio, di difficile fermerebbe gli stretti rapporti, peraltro testimoniati lettura per via dei rovi e della vegetazione che lo rico- dalla cultura materiale, esistenti tra Sardegna e Africa prono, intorno al quale doveva estendersi un ampio in questa fase storica. Per via del materiale ceramico villaggio. A livello superficiale si rinvengono fram- rinvenibile in superficie (ceramica comune romana, menti di embrici e di coppi, di ceramica grezza e di sigillata D, anfore africane), è ipotizzabile una con- anfore africane. LILLIU 1994 pp. 222-224, figg. 19- temporaneità del centro all’edificio religioso, ma solo 20, segnala inoltre il rinvenimento di un frammento un’accurata indagine stratigrafica potrebbe chiarire il di spalla di dolio stampigliata a cerchielli semplici. rapporto effettivo tra la chiesa e l’abitato (si tratta di 49 A Tocari, in Comune di Lodine, la tradizione popo- una chiesa costruita in età tardoantica, come sembra- lare ricorda la presenza della chiesa dedicata a San Lib- no confermare i materiali rinvenibili a fior di suolo erato e di un esteso villaggio, abbandonato a seguito e la titolazione del santo? Fino a quando il centro fu di un’epidemia (“sa mus’a ma’edda”). Il culto di San attivo?). Dalle indagini di superficie non sembrano Liberato martire (il cui simulacro è attualmente con- emergere materiali posteriori al VII secolo d.C. servato presso la parrocchia di San Giorgio di Lodine 50 Epist. IV, 27. e portato in processione durante la festa che ricorre 51 Si tratta dell’Epist. VIII, 1. il 17 agosto) sembra essere di origine africana e con- 52 Epist. IV, 27.

89 4. Carta tematica raffigurante la distribuzione dei siti del Neo/Eneolitico.

5. Carta tematica raffigurante la distribuzione dei siti di età nuragica.

90 6. Carta tematica raffigurante la distribuzione dei siti di età romana.

7. Carta tematica raffigurante la distribuzione dei siti di età tardoantica/altomedievale.

91 Actas de las v Jornadas de Jóvenes Investigadores del valle del Duero

La cristianizzazione di questo angolo di e Damiano (Mamoiada) sorsero in età Barbagia53 dovette essere facilitata dalla bizantina. Nonostante la dedica a Santi presenza di un sistema viario attivo ed del menologio orientale, è bene essere efficiente sino agli albori dell’Alto Me- prudenti ed evitare di cadere nella trap- dioevo54: non sembra dunque un caso pola dell’“iperbizantinismo” di cui par- che in località interne prossime alla per la Borsari59: per il culto di N.S. d’Itria, Mediterranea, quali Bitti55 e , d’accordo con G. Paulis60, è probabile siano stati rinvenuti oggetti di IV-VI che sia giunto dall’Italia meridionale in secolo con raffigurazioni cristiane: ol- un periodo di molto successivo la do- tre alla tegola con formula augurale [E] minazione bizantina dell’isola. use[b]i vivas (in deo) preceduta dal chri- La visibilità dei siti nei secoli successi- smon56, rinvenuta in località Dolusorre vi (dall’VIII/IX al XIII secolo), durante i (Orune), è il sito di Sant’Efis (Orune) quali sembra registrarsi una vera e propria a restituire un eccezionale bicchiere in “cesura” rispetto agli assetti insediativi pre- vetro con la rappresentazione di Cristo esistenti (“cesura” che sembra preparare il tra gli apostoli, di produzione roma- successivo assetto insediativo di età giudi- na57, e due lucerne africane con chri- cale, per la ricostruzione del quale esistono, smon databili tra IV e V secolo d.C58. a partire dal XIV secolo, anche le fonti), è, In assenza di indagini stratigrafiche, allo stato attuale delle ricerche, quasi nulla. non possiamo stabilire se i santuari di Questo fatto, però, non deve essere inter- N.S. d’Itria (Gavoi) e dei SS. Cosma pretato come una totale scomparsa degli abitati nel territorio, dal momento che, in linea con quanto avvenne nel resto della pe- 53 Specifichiamo che la situazione che ipotizziamo 61 sembra essere relativa al territorio considerato, ovve- nisola , le strutture abitative e i manufatti ro alla Barbagia di Ollolai. È bene precisare, infatti, vennero probabilmente costruiti con ma- che è difficile stabilire quali siano esattamente le aree indicate come ancora pagane ai tempi di Gregorio teriali deperibili (che, com’è noto, lasciano Magno: la Barbagia è infatti una regione dai confini ben poche tracce sul terreno, specialmente mutevoli e indefiniti, che pur venendo genericamente su terreni acidi come quelli granitici). a coincidere con la vasta area montuosa della Sardeg- na centrale, si presenta, al di là di un “sentire comune” Oltre alle tradizionali attività agrarie, da parte dei propri abitanti, assai differenziata al suo l’economia di sussistenza delle popolazio- interno. ni rurali dovette presumibilmente fondar- 54 La sopravvivenza, in età bizantina, del sistema viario di età romana è ipotizzata da SPANU 1998, p. 124. si sulla raccolta, sulla caccia e sull’alleva- 55 PANI ERMINI-MARINONE 1981, p. 151, n. mento. I nuovi centri abitati andarono a 263. La lucerna è datata al V-inizi VI secolo d.C. 56 CIL X 8046, 15. collocarsi preferibilmente su alture dotate 57 Quest’ultimo è stato portato alla luce in un edificio che sembra essere stato frequentato sino alla seconda metà del V secolo (DELUSSU 2009, p. 4). Le carat- LUSSU 2009, p. 5. teristiche tecniche del decoro consentono di attribuir- 59 BORSARI 1988, pp. 693-694. lo ad un’officina vetraria attiva a Roma fra la metà del 60 PAULIS 1983, pp. 148-158. IV e gli inizi del V secolo d.C.: per approfondimenti, 61 Si vedano, per un confronto, VALENTI 2004 e si veda NIEDDU 2012. BROGIOLO-CHAVARRIA ARNAU-VALENTI 58 Si vedano MASSETTI 2008, p. 91, fig. 16,1 e DE- 2005.

92 Barbagia di Ollolai di sorgenti perenni, in prossimità di aree • ILSard: Sotgiu G., Iscrizioni Latine della Sardeg- na (supplemento al Corpus Inscriptionum Lati- ottimali per il pascolo e l’orticoltura ma narum, X e all’Ephemeris Epigraphica, VIII), I, allo stesso tempo poco distanti dai boschi, Padova 1961. che, certamente più rigogliosi di quelli at- • NSc: Notizie degli Scavi di Antichità. • Rationes Decimarum Italiae-Sardinia: P. Sella (a tuali, assicuravano non solo il legname ne- cura di), Rationes Decimarum Italiae nei secoli cessario per la costruzione delle strutture XIII e XIV. Sardinia, Città del Vaticano 1945. abitative e la realizzazione degli strumenti della quotidianità ma anche un’essenziale AZZENA 2010: Azzena G., “Dalla storia fonte di approvvigionamento alimentare del paesaggio alla storia per il paesag- per l’uomo e per il bestiame (si pensi alla gio”, in AA.VV., Il paesaggio nuragico. I recenti studi e il rapporto con la legis- quantità di querce ghiandifere, ideali per lazione vigente sul paesaggio e la cultu- l’allevamento dei suini). ra. Atti del Convegno 12 gennaio 2008, Gli attuali paesi della Barbagia di Ol- Paulilatino 2010, pp. 23-41. lolai ovvero Fonni, Gavoi, Lodine, Ma- BORSARI 1988: Borsari S., “Il monache- moiada, Ollolai, Ovodda e , fanno simo bizantino nell’Italia peninsulare e la loro prima comparsa nella storia nel insulare”, in AA.VV., Bisanzio, Roma e XIV secolo, quando compaiono come tri- l’Italia nell’Alto Medioevo. Settimane di butari della Chiesa di Roma nelle Rationes studio del Centro italiano di studi sull’Al- Decimarum Italiae-Sardinia62. to Medioevo (3-9 aprile 1986), Spoleto Non sappiamo se la nascita di Fon- 1988, pp. 675-700. BROGIOLO-CHAVARRIA ARNAU-VA- ni e di Lodine (paesi che riguardano, LENTI 2005: Brogiolo G.P., Chavarrìa nello specifico, il territorio oggetto di Arnau A., Valenti M. (a cura di), Dopo questo studio) sia effettivamente avve- la fine delle ville: le campagne dal VI al nuta in età altomedievale, e se dunque i IX secolo. XI° seminario sul tardo antico e due centri coesistettero insieme ad altri l’alto medioevo (Gavi, 8-10 Maggio 2004), nuclei demici sparsi nell’altopiano (i Mantova 2005. quali, per varie ragioni, furono poi ab- CADEDDU 2011-2012: Cadeddu F., Mo- bandonati). Attendiamo che la ricerca dalità insediative e strategie di controllo possa portare alla luce nuovi ed interes- della Sardegna durante l’Età del Bronzo: santi capitoli della nostra storia. il caso studio della Gallura. Tesi di dot- torato in Scienze dell’antichità, XXIV Ciclo, Università degli Studi di Udine, A.A. 2011/2012. BIBLIOGRAFIA CIDU 2008: Cidu C., “Il complesso ar- Abbreviazioni cheologico di Soroeni (Lodine)”, in • BAS: Bollettino Archeologico Sardo. Fadda M. A. (a cura di), Una Comunità • CIL: Corpus Inscriptionum Latinarum. Montana per la valorizzazione del patri- monio archeologico del Nuorese, Cagliari 62 Nello specifico, nelle Rationes Decimarum Itali- 2008, pp. 103-107. ae-Sardinia fanno la loro prima comparsa nella storia i paesi di Fonni (1358), Gavoi (1341), Mamoiada (1342), Ollolai (1341) e Olzai (1341).

93 Actas de las v Jornadas de Jóvenes Investigadores del valle del Duero

CORNELIS MIENTJES 2008: Cornelis MAODDI 1995: Maoddi P., Gavoi dalle Mientjes A., Paesaggi pastorali. Studio origini. Storia del mio paese e del suo te- etnoarcheologico sul pastoralismo in Sar- rritorio, Gavoi 1995. degna, Cagliari 2008. MAODDI 1996: Maoddi P., Memorie di DELUSSU 2009: Delussu F., “La Bar- Barbagia. Sa Itria, Gavoi 1996. bagia in età romana: gli scavi 2004- MASSETTI 2009: Massetti S., “Orune 2008 nell’insediamento di Sant’Efis (Nuoro). Località Sant’Efisio. Area ar- (Orune, Nuoro)”, The Journal of Fasti cheologica di Sant’Efis”, in Fadda M. Online (www.fastionline.org/docs/FOL- A. (a cura di), Una Comunità Monta- DER-it-2009-150), pp. 1-8. na per la valorizzazione del patrimonio FADDA 1993: Fadda M. A., “Ollolai (Nuo- archeologico del Nuorese, Cagliari 2008, ro). Località Monte Basilio. Insediamento pp. 83-91. in ripari sotto roccia”, Bollettino di Archeo- MASTINO-ZUCCA 2011: Mastino A., logia, N. 19/21, A. 1993, pp. 162-163. Zucca R., “Urbes et rura. Città e cam- FADDA-POSI 2008: Fadda M. A., Posi F., pagna nel territorio oristanese in età Il complesso nuragico di Gremanu, Sas- romana”, in Spanu P. G., Zucca R. (a sari 2008. cura di), Oristano e il suo territorio 1. LE LANNOU 1941: Le Lannou M., Pa- Dalla preistoria all’alto Medioevo, Roma tres et paysans de la Sardaigne, Tours 2011, pp. 411-601. 1941 (le pagine citate si riferiscono alla MELE 2011: Mele M. A., “La viabili- ristampa di Della Torre Ed., Pastori e tà intorno all’agro di Sorabile. Nuovi contadini di Sardegna, Cagliari 1979). elementi a favore di una ricostruzione LILLIU 1981: Lilliu G., Monumenti anti- della rete viaria”, in Pianu G., Canu chi barbaricini, Sassari 1981. N. (a cura di), Studi sul paesaggio de- LILLIU 1988: Lilliu G., La civiltà dei lla Sardegna romana, Muros 2011, pp. Sardi dal Paleolitico all’età dei nuraghi, 167-182. Torino 1988 (le pagine citate si riferis- MELE 2014a: Mele M. A., Archeologia in cono alla ristampa de Il Maestrale Ed., Barbagia, Nuoro 2014. Nuoro 2003). MELE 2014b: Mele M. A., “Ceramica LILLIU 1994: Lilliu G., “Ceramiche stampi- stampigliata altomedievale dal com- gliate altomedievali in Sardegna”, NBAS, plesso archeologico di Soroeni (Lodi- N. 4, A. 1978/1992, pp. 171-255. ne-Nu)”, ArcheoCaOr, N. 25, A. 2014, LILLIU 2002: Lilliu G., La costante resis- pp. 343-372. tenziale sarda, Nuoro 2002. MELIS 1967: Melis E., Carta dei nuraghi LILLIU 2010: Lilliu G., La tomba di gi- della Sardegna. Monumenti preistorici del ganti di Bidistili e i Templi a “megaron” Comune di Mamoiada, Spoleto 1967. della Sardegna nuragica, Sassari 2010. MEREU 1978: Mereu A., Fonni resistenziale MANCA-ZIROTTU 1999: Manca G., nella Barbagia di Ollolai e nella storia de- Zirottu G., Pietre magiche a Mamoia- ll’isola, Nuoro 1978. da. Perdas longas e pintadas, domos de NIEDDU 2012: Nieddu A. M., “Il problema janas, tumbas de gigantes, nuraghes: mo- della cristianizzazione delle aree interne numenti visitati in memoria di Giovanni della Sardegna: i vetri incisi recentemente ed Emanuele Melis, Mamoiada 1999. rinvenuti a S. Efisio di Orune”, in Cosca- rella A., De Santis P. (a cura di), Martiri,

94 Barbagia di Ollolai

santi, patroni: per una archeologia della SPANU 1998: Spanu P. G., La Sardegna bi- devozione. Atti X Congresso Nazionale di zantina tra VI e VII secolo, Oristano 1998. Archeologia Cristiana (Università della Ca- SPANU 2002: Spanu P. G., “La viabilità e gli labria, 15-18 settembre 2010), Università insediamenti rurali”, in Corrias P., Cosen- della Calabria 2012, pp. 581-596. tino S., (a cura di), Ai confini dell’impero. PANI ERMINI-MARINONE 1981: Pani Storia, arte e archeologia della Sardegna bi- Ermini L., Marinone M. (a cura di), zantina, Cagliari 2002, pp. 115-125. Museo Archeologico Nazionale di Caglia- SPANU 2012: Spanu P. G., “La Sardegna ri. Catalogo dei materiali paleocristiani e rurale tra l’età tardoantica e l’Alto Me- altomedievali, Roma 1981. dioevo”, in Sanna M. G. (a cura di), PAULIS 1983: Paulis G., Lingua e cultura Historica et philologica: studi in onore della Sardegna bizantina. Testimonian- di Raimondo Turtas, Cagliari 2012, pp. ze linguistiche dell’influsso greco, Sassari 147-164. 1983. UGAS 2005: Ugas G., L’alba dei nuraghi, PERRA 2009: Perra M., “Osservazioni Cagliari 2005. sull’evoluzione sociale e politica in età USAI 2003: Usai A., “Sistemi insediativi e nuragica”, Rivista di Scienze Preistori- organizzazione delle comunità nuragi- che, N. LIX, A. 2009, pp. 355-368. che nella Sardegna centro-occidentale”, PERRA 2012: Perra M., “Crisi o collasso? La in Istituto Italiano di Preistoria e Protos- società indigena tra il Bronzo Finale e il toria. Atti della XXXV riunione scientifi- Primo Ferro”, in Bernardini P., Perra M. ca. Le comunità della penisola italiana. (a cura di), I nuragici, i fenici e gli altri. Studi e ricerche sul Neolitico e le età dei Sardegna e Mediterraneo tra Bronzo Finale metalli. Castello di Lipari, chiesa di S. e Prima Età del Ferro. Atti del I Congresso Caterina (2-7 giugno 2000), Firenze Internazionale in occasione del venticin- 2003, pp. 215-224. quennale del Museo “Genna Maria” di USAI 2006: Usai A., “Osservazioni sul popo- Villanovaforru (14-15 dicembre 2007), lamento e sulle forme di organizzazione Sassari 2012, pp. 128-141. comunitaria nella Sardegna nuragica”, SALIS 2008: Salis G., “La necropoli a do- in AA. VV., Studi di Protostoria in onore mus de janas di Istevene a Mamoiada: di Renato Peroni, Firenze 2006, pp. 557- materiali dalla Domus III”, in Fadda 566. M. A. (a cura di), Una Comunità Mon- VALENTI 2004: Valenti M., L’insediamento tana per la valorizzazione del patrimo- altomedievale nelle campagne toscane. Pae- nio archeologico del Nuorese, Cagliari saggi, popolamento e villaggi tra VI e X seco- 2008, pp. 7-22. lo, Firenze 2004. SERRA 2006: Serra P. B., “I barbaricini di ZUCCA 2003: Zucca R., Neoneli-Leunelli. Gregorio Magno”, in Casula L., Mele Dalla civitas Barbariae all’età contempora- G., Piras A. (a cura di), Per longa maris nea, Nuoro- 2003. intervalla. Gregorio Magno e l’Occidente ZUCCA 2005: Zucca R., “Gli oppida e i po- mediterraneo fra tardoantico e altome- puli della Sardinia”, in Mastino A., Storia dioevo. Atti del Convegno Internazio- della Sardegna antica, Nuoro 2005. nale di studi (Cagliari, 17-18 dicembre 2004), Cagliari 2006, pp. 289-361.

95