Periodico Indipendenteil di InformazioneALATEO Cittadina Anno 4 - Numero 3 - 2017 V CENTENARIO DELLA MORTE DI ANTONIO DE FERRARIIS GALATEO Filologia Medievale e Umanistica presso l’Università degli Studi del ), Vittorio Zacchino (Storico Salentino della Società di Storia Patria per la Puglia), Maurizio Nocera (Docente, scrittore), Giorgio Conte- se (Avvocato), Silvana Francone (Docente di Materie Letterarie in quiescenza), Sandra De Pascali (Farma- cista presso Farmacia del Mare ), Fernando Gira (Professore di Italiano, Storia e Geografia in quie- scenza), Antonietta Orrico (Docente di Latino e Greco in quiescenza), Donato Stapane (Perito elettrotecnico, esperto di Griko). Ringraziamo i suddetti studiosi per la loro gentilez- za, sensibilità e disponibilità nel concederci l’opportu- Nella ricorrenza del V centenario della morte di An- nità di pubblicare i loro contributi finalizzati alla cono- tonio De Ferrariis Galateo, al quale il nostro periodico scenza e diffusione, anche in prospettiva europea, del si intitola, questo numero è monotematico, con articoli, nostro illustre umanista Antonio De Ferrariis Galateo. interviste e notizie relative, cioè, al nostro illustre concit- Luigi De Giorgi tadino. Come sicuramente saprete Antonio Galateo nac- que a Galatone nel 1448 e morì a il 12 novembre 1517. Aveva una cultura ampia e poliedrica (umanistica, Supplemento a “La Notizia” scientifica, medica, filosofica, geografica) tanto che può N. 3/2017 essere considerato sicuramente uno dei maggiori per- Via G.A. Ferrari, 18 - 73100 Lecce sonaggi della fine del XV secolo e inizi del XVI secolo. Direttore Responsabile Cesare Vernaleone Non trascurò neanche gli usi e costumi della sua terra Aut. Trib. di Lecce n. 572 - Iscriz. ROC n. 5458-I d’origine e descrisse in modo molto particolareggiato, Iscr. R.E.A. C.C.I.A.A. n.174958 nel De Situ Japygiae (1510-1511) le zone del Salento, come Galatone, , Gallipoli, Nardò, Galatina, Lec- Direttore Responsabile ce, Santa Maria di Leuca, Taranto, Brindisi, Oria, ecc. I Cesare Vernaleone Galatonesi e tutti i Salentini devono sentirsi orgogliosi e fieri di aver avuto tra i propri antenati il più illustre umani- Direttore Editoriale sta salentino ed uno dei maggiori dell’Italia Meridionale. Luigi De Giorgi Anche noi, con questo numero, crediamo di aver dato il nostro contributo finalizzato alla conoscenza e promo- Hanno collaborato per questo numero: zione di Antonio De Ferrariis. Noti studiosi di Antonio Ga- Luigi De Giorgi, Sondra Dall’Oco, Mario Spedicato, lateo ci hanno concesso l’onore di poter pubblicare sul Antonio Iurilli, Maurizio Nocera, Carlo Vecce, nostro periodico i loro contributi: Paolo Viti (Professore Donato Stapane, Fernando Gira, Giorgio Contese, Ordinario di Filologia Medievale e Umanistica e Lettera- Vittorio Zacchino, Paolo Viti, Antonietta Orrico, tura Umanistica presso l’Università degli Studi del Sa- Sandra De Pascali, Silvana Francone, Arianna lento nonché Presidente del Comitato Scientifico per le Resta. Celebrazioni del Galateo), Antonio Iurilli (Professore Ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università degli Distribuzione Gratuita Studi di Palermo), Mario Spedicato (Professore Asso- ciato di Storia Moderna presso l’Università degli Studi Grafica, Impaginazione e Stampa del Salento e Presidente della Società di Storia Patria – Sez. di Lecce), Carlo Vecce (Professore Ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Gli articoli pubblicati impegnano esclusivamente Napoli L’Orientale), Sondra Dall’Oco (Ricercatrice di la responsabilità degli autori.

1 il ALATEO Antonio Galateo tra Accademia e territorio Il V centenario a Galatone e che prosegue i lavori a Nardò, Gallipoli della morte di An- e Lecce, col preciso scopo di ripercorrere – se pure tonio Galateo ha parzialmente – l’antica Iapigia di Galateo. Il Convegno favorito e promos- si propone di dare un quadro ampio dell’opera e degli so una stretta col- interessi culturali del medico e del letterato, testimone laborazione tra gli dei suoi tempi, osservatore attento a condannare la enti del territorio, decadenza dei costumi, i mali della società, a riflettere che ha visto già sulla caducità della vita, e anche a descrivere la bel- nel 2014 la nasci- lezza della sua terra, il valore dell’educazione e della ta di un Comitato dignità umana. scientifico presie- Come responsabile scientifico del Progetto CUIS duto dal prof. Pa- e come cittadina galatonese sento l’importanza di olo Viti, Docente sostenere di Filologia medie- una nuova vale e umanistica interpreta- presso il Dipar- zione della timento di Studi figura di An- umanistici dell’U- tonio Gala- niversità del Salento, e composto da illustri studiosi e teo, troppo docenti di chiara fama internazionale. Ciò ha permesso spesso stu- di avviare una serie di iniziative scientifiche orientate diato e co- alla valorizzazione della figura e dell’opera di Galateo, nosciuto dal in base ad un progetto approvato dal Consorzio Univer- solo mondo sitario Interprovinciale Salentino. accademi- Il Progetto, presentato al CUIS dal Comune di Gala- co, capace tone in stretta collaborazione con la cattedra di Filolo- di presen- gia medievale e umanistica dell’Universita del Salento, tarlo come ha previsto studi e ricerche da parte di giovani laureati, modello an- dottori di ricerca e neo ricercatori che si occupano di cora attuale Filologia umanistica a Lecce. L’obiettivo è stato quel- di incontro lo di approfondire alcuni aspetti dell’attività culturale di tra cultura e Galateo non ancora emersi e che lo proiettano in una vita attiva, dimensione europea, come tale riconoscibile proprio tra scienza dalla molteplicità dei suoi interessi in un momento in e fede, in cui – nella seconda metà del sec. XV e nei primi de- un rinno- cenni del sec. XVI – si affermava una figura nuova di vamento di intellettuale, capace di raccogliere l’eredità della cultu- quei valori ra umanistica, squisitamente italiana, e di riproporla in etici e civili, pilastri di una società che vuole promuove- un’Europa disponibile a recepire e a propagare le pro- re la propria rinascita culturale. poste e le suggestioni più originali che la precedente Ricordare oggi il cinquecentenario della morte di esperienza, nei vari campi del sapere, aveva saputo Antonio Galateo vuol dire riconoscere e riconoscersi individuare e comporre. Il risultato di questi studi è un nella strada da lui indicata cinque secoli fa, compren- volume dal titolo Novità e tradizione in Antonio Galateo. dere il valore delle nostre radici, delle tradizioni, di tut- Studi e testi (Lecce, Milella, 2017) che raccoglie indagi- to ciò che ci rende unici e che ci proietta nel futuro in ni su specifici testi e temi galateani. modo positivo, consapevoli che sono le nostre virtutes, Parte integrante del Progetto CUIS è l’organizza- le passioni e la conoscenza a renderci artefici del no- zione del Convegno internazionale Antonio Galateo stro destino. dalla Iapigia all’Europa che si inaugura in questi giorni Sondra Dall’Oco

2 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina Graeci sumus Il passaggio provincia, quella di Japigia, e sottolineando questa sua nel 1503 del re- scelta nel titolo della sua più conosciuta opera (pubbli- gno di Napoli da- cata postuma) “De Situ Japigiae”. gli Aragonesi agli Il Galateo rivendicò questo titolo con un ragiona- Spagnoli procurò mento lineare e convincente: la terra salentina è stata un’intensa ama- soprattutto greca, ha resistito per secoli al modello ege- rezza al Gala- mone imposto da Roma, concludendo che un territorio teo. L’umanista come questo, depositario di valori sempre validi deve di Galatone era avere “una formazione greca, latina o meglio ancora stato molto vici- greco-italiana cioè italo-greca, perché se vi è qualche no alla famiglia forma di sapienza è li che la si troverà”. Proprio in un aragonese sin momento di grande confusione politica in seguito alle da quando entrò guerre egemoniche condotte da eserciti stranieri Gala- nell’Accademia teo suggerì che il risanamento totale del Meridione d’I- Pontaniana all’i- talia, e del Salento in particolare, doveva partire dal pie- nizio degli anni no recupero dell’identità culturale perduta, continuando ‘70 del Quattro- a conservare e a praticare “il senso più esaltante della cento, condivi- grecità”. dendone da allo- Per il Galateo resta un compito dei letterati più av- ra le sorti umane vertiti sostenere questo assunto in quanto i politici sono e politiche. Le ignoranti e non potranno mai comprendere il significato vicende militari profondo che contiene un riferimento toponomastico. all’interno delle Guerre d’Italia che segnarono l’estin- Anzi, gli intellettuali sono gli unici uomini che dovran- zione del ramo napoletano della monarchia aragonese no proporsi come guide e consiglieri dei principi e dei lo segnarono profondamente, arrivando a definire gli sovrani per recuperare l’originale e antica dignità ita- spagnoli della casa d’Asburgo come “i nuovi barbari”. lo-greca della provincia salentina, ora improvvisamen- Un pregiudizio che alimenterà con argomentazioni te e improvvidamente oscurata con il rischio anche di puntuali ed efficaci anche nel suo epistolario e che sul essere definitivamente cancellata. piano dell’elaborazione del suo pensiero troverà un ter- Un auspicio che cadde nel vuoto. Nessun intellet- reno fertile nel dibattito che si aprì sulla denominazio- tuale salentino accompagnò l’umanista di Galatone in ne della provincia salentina all’indomani della riforma questa battaglia culturale. L’assunto galateano “Grae- amministrativa che divise il regno (declassato a vicere- ci sumus et hoc nobis gloriae accedit” venne del tut- gno) meridionale in 12 province. to ignorato. Le uniche voci dissonanti alla proposta La cancelleria madrilena in prima istanza volle subi- imperiale si alzarono in favore di Lecce, ma neppure to denominare la provincia salentina Terra di Lecce, in queste riuscirono ad essere ascoltate. Carlo V aveva sintonia con quello che aveva già fatto con la più vicina ormai deciso di denominare la provincia salentina Terra provincia pugliese, cioè Terra di . Le prime carte d’Otranto, ordinando alla sua cancelleria di aggiornare geografiche sul regno napoletano riportarono questa con questo nome le carte geografiche del Mezzogiorno intitolazione, che sembrò subito provvisoria per la mi- fino ad allora pubblicate. All’origine di questa decisione norità del sovrano Carlo V, il quale una volta procla- vi fu senza dubbio una ragion di stato che ispirò tutta mato imperatore cambiò subito opinione, imponendo la politica estera dell’imperatore spagnolo: contenere un’altra denominazione, quella appunto di Terra d’O- l’espansionismo ottomano nel Mediterraneo orientale tranto. Nelle more tra la prima e la seconda (poi defini- e riscattare l’offesa subita ad Otranto nel 1480. Otran- tiva) intitolazione (1503-17) tra le istituzioni interessate to come baluardo della cristianità romana si prestava e gli intellettuali del tempo si aprì una discussione in cui meglio di altri toponimi a simboleggiare la guerra santa intervenne con la sua autorevolezza anche il Galateo, condotta dalla Spagna contro la minaccia islamica. che, sebbene isolato, difese convintamente l’identità salentina, proponendo un’altra denominazione della Mario Spedicato

3 il ALATEO I 500 anni del grande umanista pugliese Antonio Galateo europeo di provincia È difficile antiscolastica, di un aristotelismo venato di platonismo. e persino im- E di qui anche l’aspra polemica contro le istituzioni barazzante ecclesiastiche condotta in nome della grande tradizione scrivere del etica ispirata da S. Agostino e da S. Girolamo. Un’aspra Galateo sul polemica che per secoli ha visto la sua scrittura segre- giornale che gata nelle biblioteche del clero colto salentino, sedotto a lui si inti- ma reticente e prudente nei confronti di quella scrittura tola, e farlo spregiudicatamente polemica: un atteggiamento men- nell’occasio- tale che ha impedito a lungo al Galateo la meritata visi- ne cinque- bilità europea. centenaria Sulla rilettura critica dell’Umanesimo retorico di nella quale gli ascendenza fiorentina si consuma l’amicizia col gran- rende il dovu- de umanista veneziano Ermolao Barbaro. Li accomuna to, affettuoso una netta predilezione antiretorica per le ‘cose’ piutto- omaggio la sto che per le ‘parole’, e il rigetto dei grammaticuli, un comunità cittadina che lo annovera come antonoma- epiteto che il Galateo assegna nientemeno a Lorenzo stico genius loci, e lo rilegge con rinnovata consape- Valla, e che gli fa affermare: “Ad me come el pelegrino, volezza critica una importante comunità internazionale cossì el troppo ornato parlare dispiace. Attendamo più di studiosi. Ma non mi sottraggo a questa richiesta che al ben vivere che non allo bello dire”. E gli fa preferire sottintende la mia ormai antica sodalità col celebrato e, l’occhio oggettivo della geografia all’eloquio tendenzio- di riflesso, con la comunità galatonese. so della storia. «Son nato in quella ultima parte de Italia che una È un anticonformismo culturale che, come pelle sulla volta se chiamava Magna Grecia, disceso non da po- sua orgogliosa identità salentina, gli fa rigettare anche tenti et celebri in arme, cioè in ammazare homini et fare i sistemi linguistici compiuti. A cominciare dal Toscano violentie et robarie, ma da patre, avo, bisavo, attavo et imperante («Hogie in Italia è venuta la cosa ad tale, proavo dotti in lettere greche et latine, et invecchiato che chi non parla a punto el Toscano non pare che sia in la lettione de li dui antistiti de la sapientia Platone e italiano»), cui contrappone la libertà linguistica del suo Aristotile». dialetto grecizzante («Io parlarò con quella medesma È questa la genealogia che vanta il nostro Galateo. lengua che ho imparata da la mia nutrice. Questo ho Che dire di più? In poche righe c’è l’orgoglio di un italo- da la natura, né in lo mangiare, né in lo vestire, né in lo graecus (è la sua autodefinizione) fiero di essere nato culto del corpo, né in la conversatione, né in lo parlare in quell’«extremo angulo de Italia» nel quale, varcando mi piace la soverchia diligentia et vana observatione»). il punto più stretto dell’Adriatico, si era rifugiata, nel suo E lapidario aggiunge: «Libero vivo, più liberamente par- immaginario mitopoietico, la Grecia antica, faro delle lo». civiltà mediterranee, per fuggire dal dominio turco. E Per questo scrive in dialetto quell’opera dai toni aveva fatto del Salento una sacca di resistenza bizanti- apocalittici che è il commento al Pater noster: in realtà na all’espansione latina nel Mezzogiorno che incalzava un drammatico e pensoso affresco di un’Italia che si dal versante tirrenico del Regno, alimentata dal papato accingeva a diventare colonia delle potenze nazionali e dai Normanni. Per questo egli dedica alla sua terra europee, complici il papato e l’incapacità di tradurre in quell’atto d’amore che è il De situ Iapygiae, la prima un soggetto politico moderno e competitivo la grande guida turistica di un Salento unico e prezioso. E a Gal- tradizione dell’Umanesimo civile. lipoli (la ‘città bella’) dedica una Descriptio che la fa in- La sua speranza è allora quella di ricostruire una carnazione della città ideale vagheggiata da Aristotele. nuova coscienza etica del ceto nobiliare (ovvero della Questa forte polarizzazione culturale lo indusse a classe dirigente) immune dai vizi tipici del potere (la vio- un coraggioso anticonformismo: a sfidare i sistemi cul- lenza e la frode), e consapevole che la nobiltà non è un turali egemoni, ovvero lo stesso Umanesimo fiorentino, retaggio genetico, ma una condizione della coscienza e del quale rigettò l’eccessiva retoricità, e a farsi ante- dell’intelletto da affinare con lo studio delle lettere, non signano di una cultura delle ‘cose’ piuttosto che delle con l’esercizio delle armi: «Vorrei non vivere se dovessi ‘parole’. Per questo volle apprendere l’arte medica nel- vivere senza lettere». la Ferrara aristotelica del celebre Michele Savonarola Quello che scrive a giovinetta è la pre- e di Niccolò Leoniceno, entrambi fautori della scienza ziosa testimonianza di una emancipazione della donna medica greca non mediata dalle fuorvianti mediazioni che l’esempio delle grandi donne del passato e lo stu- linguistiche arabe e latine. Di qui il suo richiamo co- dio fanno protagonista di una rigenerazione morale del- stante all’empirìa galenica e all’experientia nella prassi la società. Una società travolta dall’oro del nuovo conti- medica della tradizione filosofico-teologica d’impronta nente e dalla legge del profitto:«Vedimo ch’el mundo è

4 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina tutto de oro: oro se veste, oro se calza, in oro se beve, do quegli stessi valori su cui essa ha fondato la sua in oro se mangia, in oro se dorme, oro se cinge, de oro missione e il suo potere. Una scrittura dirompente che se incatena lo collo, de oro se copre lo capo, oro re- alcuni studiosi hanno caricato di precorrimenti luterani splende nelli templi, nelli theatri, nelle piaze et fi alle ta- ed erasmiani. verne. Non è cosa hogie in precio si non l’oro, che tene Aveva con sé quell’opera l’eretico marchese d’O- subiette tutte le virtuti. Allo oro obedisce omne cosa, ria Giovan Bernardino Bonifacio quando fuggì a Basi- l’oro fa lo dritto parere torto et lo torto dritto, lo oro doma lea braccato dall’Inquisizione, e in quella terra libera la severità de le legi, l’oro fa li summi pontifici, l’oro fa li avrebbe voluto pubblicarla per offrire a un’Europa già ri, li magistrati, ministri et guardiani, lo oro expugna la insanguinata dalle lotte religiose la testimonianza di un pudicitia, lo oro è lo parangone de li homini». intellettuale di periferia che, in nome della purezza della Il Galateo moriva cinquecento anni fa, un mese chiesa greca, invocava una rigenerazione morale della dopo che Martin Lutero aveva affisso le sue tesi sul chiesa romana. portale della cattedrale di Wittenberg. Quando era a Cinquecento anni dopo, l’esperienza intellettuale del Napoli, alla vigilia della caduta dell’amato Regno Ara- Galateo e la sua tensione etica, maturate nell’angusta gonese (complice il papa), egli aveva scritto quel cor- specola salentina, ma proiettate in un’Europa che vi- rosivo dialoghetto intitolato Eremita sviluppatosi fra un veva un’epoca fra le più inquiete e contraddittorie della eremita morto che legittimamente aspira al paradiso sua storia, riaffiorano, moderne e seducenti, come spe- in forza di una vita condotta nell’ossequio estremo ai ranza, o forse come utopia. dettami evagelici, e la nomenklatura celeste (apostoli, Antonio Iurilli santi, papi) che lo condanna all’inferno misconoscen-

CALLIPOLIS DESCRIPTIO Il 12 novembre 1517, Antonio De Ferrariis (Galato- stupenda lettera gallipolina si differenzia dalle altre due ne, 1444 - Lecce, 1517), conosciuto col nome di Anto- di argomento salentino per una serena e distaccata vi- nio Galateo, moriva nella sua casa di Lecce all’età di sione della vita, per quella propensione a idealizzare i 69 anni. Negli ultimi decenni, grazie alla costante atten- propri luoghi, laddove il motivo ispiratore delle prece- zione del suo compaesano Vittorio Zacchino, egli non è denti era stato determinato dal rimpianto e dal dolente stato dimenticato, e molti sono gli studiosi che si sono accorarsi per la decaduta nobiltà della provincia nostra. interessati della sua opera scientifica (Galateo fu medi- [...] La bellezza di Gallipoli non è immeritata né sem- co) e letteraria. Oggi, grazie a quegli studi, conosciamo plicemente testimoniata dal nome che gli antichi codici molto delle sue opere scritte tant’è che, proprio ultima- presentano nella greca dizione di Callipolis [...] La giu- mente, è nata una nuova iniziativa editoriale, la “Ga- stifica pure la sua topografia./ Posta sopra un modesto latana, Collana del Centro Studi di Galatone”, fondata promontorio la città si adagia tra due seni di mare e si e diretta dallo stesso Vittorio Zacchino con «l’obiettivo distende in circolo fino a restringersi in un istmo tanto di promuovere e far conoscere il pensiero e l’opera di angusto da consentire appena il tragitto d’un carro. Se Antonio De Ferrariis Galateo ad un vasto pubblico sa- non vi fosse il ponte a congiungere i due specchi marini lentino, italiano, europeo. La sua grande lezione di me- la si potrebbe credere un’isola, ma a chi fosse dotato di ridionale, di esponente della scienza e dell’umanesimo qualche immaginazione e di un poco della penetrante integrale, lo pone tra le maggiori illustrazioni della sua osservazione del Galateo, essa sembrerà un’enorme Iapigia e, con Erasmo, padre dell’Europa moderna». padella posata sullo Ionio./ Sicure sono le sue fortifi- Galateo ha scritto molto e la sua intera opera la cazioni e solide le sue mura, cui non è mai mancata possiamo leggere in Paola Andrioli Nemola, Catalogo un’efficiente manutenzione né il concorso finanziario delle Opere di A. De Ferrariis (Galateo) (Lecce, Milella, dei centri confinanti. [...]La Callipolis descriptio fu edita 1982). La sua fondamentale opera - De situ Japigae la prima volta il 1558 a Basilea» (vd. Antonio De Ferra- (1511) - dopo la straordinaria stagione dei grandi ge- ris Galateo, Gallipoli (a cura di V. Zacchino e A. Pallara) ografi antichi (Erodoto, Pausania, Strabone, Plinio il Messapica editrice, Lecce 1977, p. 10 e 16). Vecchio, altri ancora) ricomincia a dare nuova vita alla Almeno per me, fra le traduzioni più letterariamente Geografia e agli studi sui territori non fermandosi solo convincenti c’è l’edizione critica della Callipolis descrip- alla descrizione dei luoghi, ma arricchendoli di conte- tio di Amleto Pallara (Monteroni di Lecce, 1921-1995). nuti etno-antropologici. Tra le tante opere scritte dal Egli la tradusse una prima volta negli anni ‘70 e pub- Galateo, ce n’è una alla quale io sono personalmente blicata nel 1977 dalla Messapica Editrice (a cura di V. legato. Si tratta della Callipolis descriptio (1513). Zacchino). Successivamente Pallara fece una seconda Sono note le vicende legate a questa Descrizione. traduzione (con testo e commento), pubblicata postu- Di essa, Zacchino ha scritto: ma nel volume Lettere di Antonio De Ferrariis Galateo «l’epistola gallipolitana, indirizzata a Pietro Sum- (Conte editore, Lecce, 1996, pp. 75-116). monte il 12 dicembre 1513, è l’inno estremo di Gala- teo alla bellezza di Gallipoli e della Iapigia. [...] Questa Maurizio Nocera

5 il ALATEO De Educatione di Antonio De Ferrariis Galateo Abbiamo intervistato il Prof. Carlo Vecce che ha venga rapidamente sopravanzato da quello politico, e pubblicato nel 2016 il De educatione di Antonio De dall’urgenza di un drammatico presente, con acute os- Ferrariis Galateo - Edizioni servazioni sulla rapida metamorfosi della società indot- Grifo – un’opera che costi- ta dal confronto con i conquistatori Francesi e Spagnoli, tuisce uno svincolo da cui e dall’incontrastabile influenza dei loro costumi (dalla non si può prescindere al moda alla musica e all’alimentazione) sui costumi italia- fine della comprensione ni” continua il Prof. Vecce. “Il De Educatione si chiude” del pensiero galateano. afferma ancora il Prof. Vecce “con un’apologia che ap- L’opera, che “si presenta pare necessaria non per il registro pedagogico ma per nella forma di un’epistola quello politico, e che si spinge a chiederci quali siano indirizzata all’umanista Cri- le reali finalità dell’opera, ed i suoi reali destinatari”. Il sostomo Colonna, allora in Prof. Carlo Vecce conclude che “il De educatione re- Spagna come precettore sta oggi una delle opere più spontanee di Galateo, una di Ferdinando duca di Ca- scrittura in presa diretta, registrazione di eventi contem- labria, figlio dell’ultimo re poranei che vengono percepiti come decisivo momento aragonese di Napoli, Fede- di svolta, e dei quali lo scrivente è testimone immediato; rico, è una delle più signi- documento vivo di un’età affascinante e controversa di ficative testimonianze della passaggio e mutazione che coinvolse l’intera Europa crisi civile e politica che investì la civiltà del Rinascimen- avviandola alla modernità. Oggi, a cinque secoli di di- to in Italia, al tempo delle Guerre d’Italia” dice il Prof. stanza, la sua lettura conserva piena attualità, in un Carlo Vecce. “Galateo riprende l’istanza morale della mondo in cui è ancora necessario ribadire con forza la battaglia della civiltà contro la barbarie, contro la feritas condanna della guerra e della barbarie”. e l’immanitas, coniugata con i testi politici della scuo- Ringraziamo il Prof. Carlo Vecce per la sua gentilez- la umanistica napoletana, e in primo luogo di Giovanni za e disponibilità. Pontano. Questo spiega perché il registro pedagogico Donato Stapane

Livio Nisi e Giorgio Contese donano alla città di Galatone alcune preziose opere del Galateo Nell’ambito delle Cele- La donazione è stata accettata dal Comune di Ga- brazioni del V centenario latone con delibera della Giunta n. 36 del 2017. Il va- della morte di Antonio De lore di questi due volumi del Galateo è altissimo, basti Ferrariis Galateo approva- pensare che al giorno d’oggi ne esistono altre due o tre te con delibere di Giunta n. copie. 37 e 38 del 22/02/2017, l’ex Giorgio Contese ha donato Sindaco Livio Nisi e l’Avv. • “La Giapigia e varii opuscoli” di Giorgio Contese hanno do- Antonio De Ferrariis detto il Galateo - nato delle preziosissime traduzione dal latino - volume primo opere del Galateo che sono - Lecce Tipografia Garibaldi -1867 (il custodite nella Biblioteca pregio di tale pubblicazione ancora Comunale. oggi è nell’aver fornito gran parte delle Livio Nisi ha donato due preziosissime, rare ed ori- opere galateane con testo latino e tra- ginali cinquecentine, opere dell’illustre umanista, stam- duzione italiana rendendole accessibili pate a Basilea: a tutti). • Antonii Galatei liciensis philosophi et medici doctis- • “L’Opera di Antonio Galateo nel- simi, De Situ Japigiae, Basileae, per Petrum Pernam, la Tradizione Manoscritta” -Catalogo- di 1558, Antonio Iurilli. • De situ elementorum, Basileae, per Petrum Per- La donazione è stata accettata dalla Città di Gala- nam, 1558. tone con delibera della Giunta Municipale n. 18 del Le due edizioni furono curate dal Marchese di Oria, 02/02/2017. Giovanni Bernardino Bonifacio, nato da una nobile fa- I cittadini galatonesi dovrebbero essere grati a que- miglia del Regno di Napoli e noto umanista vicino al sti due concittadini per aver messo a disposizione della pensiero di Erasmo da Rotterdam e alla rivendicazione collettività i suddetti volumi del Galateo. della riforma della Chiesa Cattolica nel XVI secolo. Luigi De Giorgi

6 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina Intervista al Prof. Fernando Gira

Abbiamo inter- patria greca dell’Oriente e ponte tra Occidente e Orien- vistato il Prof. Fer- te. E la cosa straordinaria è che anche nei secoli suc- nando Gira, che cessivi, quando nella Terra d’Otranto si succedettero ha pubblicato re- Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi la cultura greca centemente un’im- bizantina sopravvisse. maginaria intervi- E questo fino a quando l’Impero bizantino non fu tra- sta al Galateo dal volto dai Turchi nel 1453, come succedette pochi anni titolo “Antonio De più tardi con Otranto nel 1480. Ferrariis Galateo L’opera più nota del Galateo è certamente il De intervistato dai situ Japygae. Quale il suo merito? Ragazzi”. L’opera Il Galateo con la Japygia colma un vuoto nella cono- è stata il risultato scenza dell’Italia. Un vuoto lasciato da Flavio Biondo, di varie ricerche e autore dell’opera Italia illustrata. studi effettuati con L’autore forlinese aveva infatti tralasciato di esami- gli studenti della nare le estreme regioni dell’Italia meridionale. Scuola Media di Con il De situ Japygiae è stata colmata quella lacu- Galatone dove ha na sulla conoscenza storica e geografica del Salento, insegnato. l’antica Japigia. Prof. Fernando Quest’opera è una fonte preziosa per la conoscenza Gira, come nasce e quale finalità si propone il vo- del Salento, una vera e propria guida turistica dei nostri lume Antonio De Ferrariis intervistato dai ragazzi? giorni. Il volume su Antonio De Ferrariis è il frutto di varie Se l’opera più nota è il De situ Japygia, quella ricerche svolte dagli alunni della Scuola Media di Gala- più discussa è certamente il De Heremita. Perché tone. Una ricerca dei ragazzi di ieri per i ragazzi di oggi. quest’opera lascia così perplessi? Perché è importante far conoscere De Ferrariis L’Heremita è un’opera combattiva e ribelle verso alle nuove generazioni? la Chiesa, ma non verso la tradizione cattolica, bensì Per tanti motivi. Innanzi tutto per l’amore che l’illu- verso il malcostume del secolo. La Chiesa del Galateo stre nostro concittadino ha avuto per il nostro paese. è una Chiesa aperta all’uomo ed ancorata agli ideali Basti pensare che il nome Galateo lo ha tratto proprio evangelici. La protesta è contro l’ipocrisia ecclesiastica dal suo paese natale: Galatone. Questo testimonia, di e il formalismo della religione ufficiale. Il Galateo ha di- per sé, il suo forte legame al nostro paese. mostrato di essere al passo con le correnti del pensiero Che cosa amava maggiormente della sua Terra? religioso del suo tempo che denunciava le gravi respon- Indubbiamente la sua ‘ grecità’, la cultura greca di sabilità della Chiesa di Roma. In ogni angolo d’Europa cui era impregnata tutta la Terra d’Otranto. i cristiani avvertivano i segni di una generale inquietu- Egli era orgoglioso delle antiche origini del suo pae- dine nella riflessione dei temi religiosi. Basti pensare se. Origini, radici che affondano nell’antica Grecia. Un alle tesi del grande umanista del suo tempo, Erasmo di antico splendore culturale caratterizzava questa Terra Rotterdam. quando, in un mondo tutto greco, l’Italia Meridionale co- Non solo. Pochi anni dopo le critiche alla ipocrisia stituiva il centro del mondo, tanto da vederle attribuito il ecclesiastica portavano alla sortita di Martin Lutero e titolo di Magna Grecia. questo proprio nell’anno della morte del Galateo, esat- Di nessuna cosa era tanto fiero il Galateo, quanto tamente Cinquecento anni fa, nel 1517. della sua origine italo – greca. Quale messaggio può rivolgere ai ragazzi di Questo era il suo titolo nobiliare di cui era orgoglio- oggi? so: Graeci sumus, et hoc nobis gloriae accedit. Ragazzi, accostatevi alla figura e all’opera del Gala- Come si spiega questo legame, ancora così forte teo. Conoscerete aspetti interessanti e sconosciuti del al suo tempo, alla cultura greca? nostro paese e del Salento, aspetti che vi consentiran- La Terra d’Otranto rispetto al resto d’Italia non ha no di apprezzare, valorizzare e soprattutto amare mag- conosciuto l’invasione dei barbari Longobardi, ma era giormente il nostro paese e il Salento. rimasta legata all’Impero Romano d’Oriente. Mentre sul resto dell’Italia si stendeva la notte delle La ringraziamo Prof. Gira per la Sua disponibilità barbarie, nell’Oriente bizantino continuavano ad essere e per aver dato l’opportunità alle giovani generazio- studiati gli antichi testi della letteratura, della filosofia, ni di accostarsi allo studio del nostro grande uma- dell’arte dei Greci, dando vita a forme superiori di ci- nista vissuto ben cinque secoli fa e che ancora oggi viltà alle quali l’Occidente guardava con ammirazione è poco conosciuto dai suoi stessi concittadini. stupita. La Terra d’Otranto era parte integrante della grande Luigi De Giorgi

7 il ALATEO Antonio De Ferrariis Galateo, Pasquale M. Miccolis e lo zafferano di Galatone Amicizia, gratitudine e se fin qui non si sa,ma pare che questo terreno produca sincera stima, nel quaran- spontaneamente lo zafferano che, nel fiore, nel bulbo, tesimo anniversario della nei filamenti è simile a quello degli orti, ovvero coltivato: sua dipartita (9/01/1977), fiorisce anche nello stesso periodo, cioè dopo il sorgere mi hanno portato, ultimo di Arturo.… Ritengo che se qualcuno trapiantasse dei e più modesto dei suoi bulbi di zafferano selvatico da questo a quell’altro terre- numerosi “uditori”, a ri- no e li coltivasse diligentemente, col tempo diventereb- leggere ed a riproporre be tale quale è ora quello sativo”. su questo “Foglio” alcuni Con un articolo pubblicato sul giornale “Il lavoro fa- dei più significativi scritti scista” dell’8/11/1940, il Miccolis riprendeva il tema della di Pasquale M. Miccolis, coltivazione dello zafferano in Galatone e, dopo esser- scritti che questi, verso la si dichiarato “un tantino sorpreso”- data la completa e fine degli anni ’50 del Novecento, aveva offerto alla mia complessa figura del notissimo scienziato salentino - attenzione, di certo non per vanteria, ma per suscitare che il De Ferrariis non si fosse curato della provenienza in me un qualche interesse per il “mondo” che sostan- dello zafferano medesimo, così scriveva a proposito di ziava la sua cultura e le sue conoscenze vaste e polie- questa pianta dai filamenti preziosi, multiuso e gusto- driche. sissimi: Con tali scritti, spesso affidati alle colonne di vari “Lo zafferano, che deriva dall’arabo “zafaran” e vuol giornali dell’epoca, il Miccolis aveva saputo descrive- dire giallo, non è altro che il linneo “crocus sativus”, da re Galatone ed il Salento con aderenza piena a “verità millenni noto, coltivato ed adoperato dall’umanità per storica, geografica ed etnica”, studiandone e mettendo- vari usi. E’ una pianta che appartiene alla famiglia delle ne in luce, con ricco vocabolario e con lo stile del tem- iridace con radice a bulbo, complessa; ha foglie stret- po, un po’ dannunziano e pur sempre suggestivo ed te con nervo bianco longitudinale; i fiori ordinariamente efficace, “le colture, le vegetazioni, l’atmosfera, i colori, violetti carnicini crescono quasi direttamente dal bulbo. i monumenti, le case, le bellezze architettoniche e na- La pianta è originaria dell’Oriente e si trova allo stato turali, gli usi, i costumi, gli slanci mistici e le superstizio- spontaneo in quasi tutti i paesi caldi del sud. Anticamen- ni dei suoi conterranei” che, come sottolineato dal suo te, più che altrove, abbondava nel Libano, in Cilicia. I amatissimo Sergio Martello, aveva “visto, respirato” ed Greci ed i Romani la tenevano in gran pregio come co- “amato” fin dall’infanzia. lorante. Gli Egiziani, gli Ebrei, i Fenici la adoperavano Naturale, anzi ineluttabile era stato, per tutto que- per vari usi medicinali e furono questi ultimi, navigatori sto, ”l’incontro” del Miccolis con Antonio Galateo, il più audaci, che veleggiando verso la Puglia la importarono famoso e celebrato dei suoi concittadini, ed, in partico- in linea commerciale nel Salento, avendone sperimen- lare, con la più nota e controversa delle sue opere, il De tato le ottime qualità medicamentose. Situ Japigiae. In essa, il Genius loci galatonese per ec- La pianta nel territorio Iapigio trovò mani e terreno cellenza, a proposito della sua Terra natale si era così adatti al suo massimo sviluppo. Fu considerata, special- espresso: “Galatone è ubicata alle pendici della colli- mente nel Medioevo, come la panacea universale e le si na…Qui l’aria è salubre e tiepida, i venti giovevoli e dol- attribuirono grandi virtù. Infatti, essa venne estesamente ci, i campi soleggiati: è un’eterna primavera con la terra usata per il suo potere colorante e per le sue note pro- coperta di fiori e profumata di erbe, poiché ovunque prietà attive. Gli speziali la usarono per la preparazione abbonda il timo, la santoreggia, il puleggio, il serpillo, di infusi di elisiri, di sciroppi giacchè lo zafferano agisce l’issopo, il meliloto, la ca- sul sistema nervoso, ha il momilla, la calaminta. Da potere di aumentare il calo- qui produce un formaggio re del corpo ed è un buono eccellente e un miele che stimolante dell’appetito. non teme il confronto con I Gallipolini, i baraccari quello dell’Imetto, uno zaf- di pesce in salsa, con lo ferano pregiatissimo, tan- zafferano danno stuzzi- to che, come presso i Mar- cante color d’oro al pesce si ed i Peligni è rinomato intinnato che si vende in quello di Sulmona, così tutte le feste e fiere della anche presso i Salentini regione. Serve, inoltre, a eccelle quello di Galatone. colorire conserve, burro, Al tempo dei nostri padri nel Salento lo zafferano era stoffe di bisso, di lana, di cotone e, fino a cinquant’anni presente in questa zona e non altrove. Donde provenis- fa’, i nostri bifolchi ottenevano che le mucche aumen-

8 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina tassero la quotidiana produzione un tempo, non vi è alcun segno, del latte col dar loro foglie di zaf- ma il suo colore d’oro permane in ferano. altri tre prodotti biondi come il sole: La pianta, dunque, veniva a l’olio, il vino, il tabacco che sono costituire, a causa del largo im- tuttodì la ricchezza di casa nostra.” piego che se ne faceva, un con- Lo scritto del Miccolis è, all’e- siderevole cespite di ricchezza videnza, frutto di una ricerca e di per l’economia del paese ed, in uno studio approfonditi sull’argo- particolar modo, per il contadino mento, di un amore profondo per che la coltivava. Coloro, e non le “cose” galatonesi e salentine, erano pochi, anzi, che si dedica- di un’attenta analisi della realtà vano, quasi specializzati, a tale socio-economica del suo tempo. coltura ponevano una passione Certo, il Nostro non poteva immagi- ed un amore quasi religioso nel preparare, concimare, nare e prevedere che, di lì a qualche decennio, la realtà stacciare la terra che doveva raccogliere il seme e fe- agricola galatonese, che si era espressa in termini di condarne il bel fiore. La raccolta dello zafferano si prati- eccellenza con la realizzazione, nel 1931, di una delle cava verso le ultime magnifiche ottobrate e veniva fatta primissime Cantine Sociali di Puglia, con un moderno esclusivamente dalle donne. Esse, allo spuntare del ed attrezzato Oleificio Sociale, con ben quattro “stabili- sole, di prima mattina, andavano ai campi con i panieri menti” per la raccolta e la prima lavorazione del tabacco appesi al braccio, nei quali era un buon taglio di pane coltivato nel territorio, sarebbe entrata in una crisi pro- nero per la colazione del mezzogiorno e un pugno di fi- fonda ed irreversibile che avrebbe comportato un esodo chi recentemente raccolti e profumati di forno.”Era una di massa delle forze lavorative locali e l’abbandono di festa per gli occhi di tutti il vederle prosperose e sane” interi feudi produttivi. C’è da sottolineare, però, con mol- –dice in un manoscritto l’accademico Andrea D’Acis to piacere ed interesse, tornando a parlare dello zaffera- del Cenacolo degli Infiammati, fondato in Galatone da no, che da tre-quattro anni a questa parte, per la lodevo- Saverio Caputi, fiorentissimo nel 1791 -“ mentre ciarla- le iniziativa di alcuni giovani informati ed intraprendenti vano riunite in gruppi e stornellavano di amore e di sde- di Galatone, riuniti nel “Laboratorio rurale Luna”, è stata gno o motteggiavano di passione e di odio. Bisognava ripresa la coltivazione della tanto celebrata pianta dal vederle anche quando l’occhio delle più sentimentali, fiore “violetto e carnicino” e dai filamenti d’oro. I risultati, fatte improvvisamente taciturne, veniva preso nell’in- a quel che è dato sapere, sono stati incoraggianti, tanto canto della sinfonia degli stami, dei petali, dei pistilli”. che è stato proposto e praticato l’acquisto e la piantu- Dalle loro mani eburnee, use al rude lavoro campestre mazione “comunitaria” dei bulbi al fine di ottenere un più ed alle dolci carezze filiali, veniva fatta anche la scelta diffuso radicamento della coltura, un maggiore prodotto dello zafferano, su panni puliti, all’ombra perché la trop- ed una nuova significativa presenza sul mercato dello pa luce non lo scolorasse. “Zafferano di Galatone”. C’è da augurarsi che l’attività Nel solo territorio di Galatone la superficie eserci- imprenditoriale dei giovani di contrada “Luna” prenda tata alla coltura dello zafferano, in buone annate ne radici e si espanda, magari nel nome di Antonio Galateo produceva dalle quaranta alle cinquanta libbre e si ven- e di Pasquale M. Miccolis che così efficacemente hanno deva 18 o 20 ducati l’una. La città, quindi, venne a spe- magnificato lo zafferano di Galatone. cializzarsi nella produzione e nel commercio di questa Giorgio Contese pianta il cui prodotto si vendeva su tutti i mercati d’Italia. Da ciò si deduce che non a torto l’antica Galatone, per lo spazio di parecchi secoli, portò il nome di “città dello zafferano”. Ma, dopo un lungo periodo di splendore, le vicende ed i tempi ne mutarono l’ascesa e a questa pianta, le cui ottime qualità ed il conseguente valore commerciale avevan dato rinomanza e rispetto al pa- ese, venne sostituita l’industria dell’uva, degli oli, del Imbottiture per l’arredamento cotone, degli ortaggi. In queste colture gli abitanti trova- Isolanti termoacustici in poliestere rono alimento di nuovo sviluppo, di nuovo benessere. Z. I. - Galatone (Le) - Tel. 0833 832176 - Fax 0833 832177 Oggi, della pianta dello zafferano, così nobile ed illustre www.softex-srl.it - [email protected]

9 il ALATEO Intervista al Prof. Vittorio Zacchino

1. Prof. Vittorio Zac- su costosi testi manoscritti, acquistati a proprie spese, chino, Lei è uno dei mas- conseguendo in pochi mesi (da Febbraio ai primi di Ago- simi studiosi di Antonio sto) la laurea a Ferrara (tra le più famose Università dell’ De Ferrariis Galateo. epoca) il tre agosto 1474, e spedendo a Galatone l’8 no- Quando Le è nata la pas- vembre gli stessi libri. Quindi come medico di corte, ed sione per lo studio del amico della casa d’Aragona, poi a Lecce e Gallipoli, una nostro illustre umanista? volta lasciata Napoli per l’invasione di Carlo VIII. Il De In gioventù mi ero im- Podagra, è una vasta antologia di erbe mediche con cui battuto in pezzi giornalistici curare e alleviare la gotta, ma pure il De Morbo Gallico del prof. Pasquale Maria o Mal Francese, di cui conobbe tra i primissimi i sintomi, Miccolis, nume tutelare di che erano poi la sifilide regalata dalle soldataglie france- tanti miei coetanei con in- si ai napoletani nel 1494. Ma combatté le superstizioni, teressi diversi (da Bruno la magia, e le credenze astrologiche, cui ricorrevano la Congedo a Giorgio Conte- maggior parte dei medici contemporanei. se i quali erano per lo più attratti da interessi sportivi e Usava dire che vi sono più medici che malati. scrivevano cronache di partite di calcio) mentre il sot- Eccelse anche come geografo e corografo disegnan- toscritto, vicino di casa del Miccolis, lo accompagnava do carte geografiche (perdute) ed usando tra i primi il in scorribande, con la mia Fiat cinquecento, qua e là, geonimo America, appena dopo l’impresa colombiana. ed egli, fornito di macchinetta fotografica immortalava Descrisse da gran letterato antichità e monumenti di cit- furnieddhi, edicole rurali, paretoni, e ruderi. La figura tà e borghi della venerata Iapigia, rincorrendo in primis i del Galateo prese forma nel sottoscritto tramite le corri- resti della Magna Grecia e le reliquie greche. Ma fu pure spondenze del più anziano collega, sul “Giornale d’Ita- gran filosofo, formato sulla lezione di Aristotele, non lia” o il “Corriere del Giorno”, oppure la “Voce del Sud” ciarlatano, ma in cerca di experientia che basava sulla dapprima intorno agli anni 1955-1957, quindi, dopo la complessione individuale. Era un cristiano autentico che mia esperienza militare, dal luglio 1957 all’estate 1963. per differenze liturgiche aveva perso in giovanissima età Furono quelli anni di apprendistato e di iniziazione al il padre, sacerdote greco, ucciso da estremisti a Coper- fianco di Miccolis, e, ovviamente di letture. Più tardi, a tino. cominciare dal 1964, conosciuto l’erudito Nicola Vacca, Il suo Umanesimo si concentrava sui problemi e assunto nella Biblioteca della neonata Università di dell’uomo del suo tempo, e ovviamente sulle tematiche Lecce, frequentai questo studioso che mi aprì un mon- relative alle donne, sebbene principesse e prodotte da do più vasto allargando i miei interessi e le mie espe- magnanimi lombi. rienze. 3. Qual è, secondo Lei, il tema fondamentale del La svolta avvenne nel 1966: insieme al Vacca parte- suo pensiero che ci ha trasmesso e che può ritener- cipai a Bari ad un convegno della Società di Storia Pa- si ancora attuale? tria della Puglia sul Risorgimento in Puglia e Basilicata. L’autenticità del vivere, la libertà di pensiero, il rispetto A quel convegno mi furono presentati dal Vacca diversi dell’altro che gli valse accuse di intendersela addirittura studiosi tra i quali, i campani Nino Cortese e Ruggero con i saraceni, il non svendere la propria coscienza, ma Moscati. Studiosi di prima grandezza di cui avrei presto rispettare sempre Cristo e i suoi insegnamenti. Difese conosciuto scritti ineludibili: del primo Feudi e feudata- gli ebrei, attaccò la Chiesa allontanatasi dal Vangelo e ri della prima metà del Cinquecento (1931) inerenti la i papi corrotti, i prìncipi che sperperavano e lasciavano confisca di paesi ai traditori dopo la vittoria spagnola nel bisogno chi li aveva serviti con fedeltà, e arrivò a sui francesi nel 1528; del Moscati una difesa appas- scrivere che il popolo aveva il diritto di cambiare i prìncipi sionata di Liborio Romano, uno dei padri controversi ingrati e ingiusti. Sostenne sempre, come Erasmo da dell’Unità d’Italia. Rotterdam, la necessità della pace. L’affettuoso pizzicotto di Cortese, quando Vacca mi 4. Nonostante la Sua vasta cultura il Galateo non presentò quale “promessa e speranza dei nostri studi”, trascurò gli usi e costumi della sua terra d’origine. diede la svolta ai miei albali e incerti studi, col breve Cosa ci può dire a riguardo? saggio edito su “ARCHIVIO STORICO PUGLIESE” di Sebbene si sia spostato da Galatone ed abbia dovu- quel medesimo 1966, Il Ritratto di Antonio Galateo. to fare i conti con altre civiltà e altre culture, negli anni 2. Il De Ferrariis aveva una cultura ampia e polie- giovanili, e in seguito, vivendo a Lecce, Trepuzzi, Galli- drica, (umanistica, scientifica, filosofica, medica). poli, mantenendo contatti con altri ambienti e persone di In quale settore egli eccelse maggiormente? Nardò o di Galatina, Galateo doveva necessariamente Un po’ in tutto quel che scrisse, nella scienza medica conoscere le tradizioni vive in provincia, come la , di cui fu seguace di Ippocrate e Galeno (il suo secon- le credenze relative alle “mutate” o miraggi, i fenomeni dogenito lo chiamò Galeno), iniziando a praticare da di illusionismo di Nardò, la conoscenza delle erbe me- autodidatta a Napoli, forse da abusivo, la professione dicamentose da prescrivere agli ammalati di gotta o di

10 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina sifilide. Sapeva bene che chi dorme non piglia pesci, e, fitto Convegno Internazionale in onore di Galateo dal quindi, che alzarsi presto al mattino assicura un vantag- 14 al 18 Novembre che si snoda tra Galatone e Lecce. gio sul vicino: conosceva e consigliava la moderazione Per il 2017 saranno premiati il 14 Novembre al Teatro alimentare, le purghe, sconsigliava invece l’attività ses- Comunale di Galatone il Ministro dei Beni Culturali e Tu- suale e il vino, anche perché memore di aver avuto la rismo DARIO FRANCESCHINI, il Presidente della AC- gotta a 24 anni. Quanto alle erbe ricorda e consiglia CADEMIA PONTANIANA, Prof. FULVIO TESSITORE, il l’erba sciatica (l’arnica) associata ad una ignorata su- grecista STEFANO PERFETTI, l’oncologa GRAZIANA perstizione salentina, che essa doveva essere raccol- RONZINO, l’ing. GIANNI CARLUCCI alla memoria, lo ta, come ricorda, prima della uscita del sole previa una scrittore e giornalista di RAI TRE RAFFAELE GORGO- preghiera a Santa Iva. NI, la titolare delle EDIZIONI GRIFO DI LECCE PAOLA 5. Lei è il Fondatore e il Presidente del “Centro PIGNATELLI , e i tre galatei, lo storico MIRKO GRAS- Studi Galatana”. Quali sono le attività del Centro SO, la poetessa NADIA CAVALERA, lo studente e ri- Studi e quali obiettivi si prefigge? cercatore ANTONY SCHIAVONE. Inoltre consegnerà Il Centro Studi “Galatana” opera per tenere alta l’at- una Targa HONORIS CAUSA al PROF. FRANCESCO tenzione al Galateo, con convegni, serate in suo onore TATEO decano e capitano della pattuglia di Galateisti. per diffonderne le opere e il pensiero, con manifesta- 6. Quest’anno ricorre il V anniversario della mor- zioni di varia cultura, readings, teatro, presentazioni te del Galateo. Quali consigli, tratti dai Suoi inse- di libri, pubblicazioni. L’omonima Collana di Opere di gnamenti, sente di poter dare ai giovani di oggi e Galateo in versione italiana, anche in cofanetto, sop- alle future generazioni? perisce al cronico disinteresse, mettendo a disposizio- Riconsiderare chi studia e onora la patria nel mondo, ne di tutti, a Galatone e in Italia, le seguenti opere: De contribuire anch’essi alla diffusione della figura e delle Podagra, De Educatione, De Situ Iapygiae, I Luoghi del opere di cotanto concittadino, uomo e padre dell’Euro- Galateo, L’Ombra di Cassandra, sulle orme di Galateo pa Moderna, leggerlo ora che è in lingua italiana, non (raccolta di saggi miei), e in questi giorni, L’Eremita, a ripetere pappagallescamente la stucchevole idiozia che prezzi accessibilissimi a chiunque (Euro 12,00) inoltre si scutulò li scarpe e ssi ndi sciu, riflettere con la pro- Graeci Sumus et hoc nobis gloriae accedit. Studi in pria testa che egli volle cambiare cognome e assumere memoria di Amleto Pallara a cura di Mario Spedicato quello di GALATEO per amore al proprio paese natale. e Vittorio Zacchino (Euro 15,00), e Donato Moro, L’au- Ringraziamo il Prof. Zacchino per la sua disponibilità tentico Antonio De Ferrariis Galateo a cura di Giancarlo e per aver contribuito, con i suoi numerosi scritti, a dif- Vallone (Euro 20,00). Il programma verrà completato fondere l’immagine e il pensiero del Galateo. quanto prima con l’edizione della Esposizione del Pater Luigi De Giorgi Noster, a cura di Antonio Iurilli. (Programma indubbia- mente ambizioso). Il Centro di Studi, inoltre, organizza dal 1977 il Pre- mio Galateo a scienziati, a medici di frontiera, giovani promesse della scienza, studiosi di Galateo, letterati e artisti, istituzioni ospedaliere. Nel 2017, ricorrendo il V CENTENARIO DELLA MORTE DI A.GALATEO, il Centro di Studi, in stretto rapporto con l’Università di Lecce, il Comune di Galatone (Comitato cittadino) e l’omonimo Circolo Cittadino sta collaborando alle va- rie commemorazioni galateane che culmineranno in un

11 il ALATEO Antonio Galateo: significato di un convegno Antonio Ga- Lo dimostra chiaramente la tradizione dei suoi scritti, lateo non appa- molti dei quali sono riferibili a lettere indirizzate alle più re per niente un diverse personalità per trattare di un argomento com- autore ‘locale’, piuto, anche di non piccolo respiro. Si tratta, spesso, di come invece è testimonianze che sembrano esulare la loro relativa ste- stato a lungo in- sura per assurgere a trattati compiuti e ben definiti a se teso da una sto- stante: come appaiono non poche delle missive rivolte riografia più at- a figure e personalità primarie dell’Umanesimo italiano tenta a ricostruire del periodo, da Ermolao Barbaro a Pietro Summonte, vicende legate da Iacopo Sannazzaro a Nicola Leoniceno, da Federico ad avvenimenti d’Aragona a Crisostomo Colonna, a tanti altri. della sua esi- Negli anni passati a Lecce e nel Salento, sull’esem- stenza piuttosto pio di quanto avveniva a Napoli, Galateo dà vita ad che a valutare un’Accademia che vuole rivivere l’esperienza preceden- ed apprezzare il te a spiegazione che il colloquio, nel senso tipicamente significato e il ruolo da lui avuti nell’ambito della lettera- umanistico, è per lui un fondamentale strumento di vita tura italiana a cavallo fra Quattrocento e Cinquecento. e di collegamento con quanti si dedicano alle lettere e Sotto tale aspetto Galateo attende ancora una rivalu- ad ogni campo del sapere, condividendone in tal modo tazione complessiva della sua opera che ci auguriamo ogni forma di incertezza e di precarietà ma anche di non possa venire attuata nell’ambito di questo importante celata soddisfazione. centenario. Di Galateo colpisce ed attrae in modo particolare la Non vi è dubbio che Galateo appare in tutta eviden- conoscenza della componente greca. Non che questo za quale la figura più interessante e rappresentativa sia stato un ruolo coscientemente e volutamente per- della civiltà umanistica che abbia avuto con la Puglia seguito per arrivare alla completezza di una dottrina al- uno stretto rapporto di nascita e di convivenza. Spes- trimenti più faticosa e difficile. Il primo apprendimento so non sono mancate indagini che hanno privilegia- di Galateo, ancora in età giovanile, presso le scuole di to la componente fortemente locale o biografica, con Galatone e di Nardò sembra dimostrarlo con chiarezza, un’impostazione più o meno agiografica e celebrativa, così come quello successivo a Napoli, perfetta località che ora non vogliamo certo contraddire ma che desi- del suo rivolgersi alla medicina – a parte la laurea con- deriamo valutare e porre nella sua giusta dimensione seguita a Ferrara – e agli studi successivi. e soprattutto in una prospettiva volta a recuperare la Galateo sente forte il disagio di vivere in un’Italia collocazione di Galateo quale studioso nei più diversi che è contesa dagli stranieri. Un’Italia prima capace di campi del sapere, per quello che egli in effetti è stato ed essere la ‘madre’ delle genti, poi divenuta ‘languida’ e ha seriamente creduto. quasi insensibile di una dignità collettiva. Eppure non gli Galateo fu una complessa e ricca figura di medico, mancarono slanci tali di esaltazione dell’Italia nella sua di letterato, di filosofo che, nell’Umanesimo a cavallo generale complessità, di condanna per chi occupava fra Quattro e Cinquecento, passò gran parte della sua indegnamente il territorio nazionale, di ansia verso un vita tra Napoli e il Salento: le due località che incisero futuro in un certo qual modo migliore. nella sua formazione e nella sua personalità in modo Quella di Galateo appare una formazione globale netto e deciso, dandogli una prospettiva di intendimen- dell’uomo, secondo i canoni umanistici spostati nel tem- ti che non fu vincolata al paese o alla regione natia, po e ritenuti sempre validi nella loro interezza. Per spie- ma che spazia su tematiche di valore e di dimensioni gare ed avvalorare la necessità di un’educazione com- universali. Galateo ricoprì, infatti, un ruolo non indiffe- pleta che riguarda ogni componente del sapere, senza rente nello sviluppo di una erudizione generale in cui volontà di aumentare, ad esempio, il distacco fra mate- ebbe parte non trascurabile il suo essere nato, e vis- rie letterarie, leggi e medicina, su cui aveva insistito l’U- suto specie nella seconda parte della sua esistenza, in manesimo nella sua globalità ad iniziare da Francesco una terra soggetta all’influsso e all’incidenza maggio- Petrarca, ma anzi di ritenere come un unico patrimonio re dell’elemento greco, ricco e vivace, che tendeva a da apprendere e da possedere. distinguersi da quello latino più tradizionale. Una terra Alla sapienza e alla dottrina greca Galateo si rifà nel che si identifica in buona parte con Napoli e il suo re- corso dei suoi scritti anche se, in linea di massima, si gno dove la cultura aveva un ruolo particolare, per tanti tratta di riferimenti quasi ovvi, normali per chi ha avuto aspetti determinato dall’Accademia napoletana, della la possibilità di formarsi durante l’Umanesimo. Pare un quale Galateo fu membro assai autorevole e significa- uomo attratto in modo quasi capillare da questa civiltà, tivo, soprattutto per i contatti allora intrecciati con molti della quale la sua formazione sembrerebbe impregna- altri studiosi che poi, almeno in parte, manterrà anche ta al punto di considerare tale specifico settore come in seguito e una volta tornato nella sua patria. insostituibile nella sua stessa preparazione: i richiami

12 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina che fa ad autori greci si presentano spesso comuni nel Quattro e Cinquecento non solo a Napoli e non sola- suo tempo, anche se, forse, ne sottintendono una più mente nel Salento. diffusa e capillare consapevolezza. Sotto tale aspetto alcuni dei temi affrontati da Galateo Resta, questo, comunque, un settore ancora in buo- nel corso delle sue opere – e soprattutto quelli relativi a na parte aperto, che ci si augura possa venire ripreso e questioni morali, politiche, religiose, mediche e sociali soprattutto approfondito nel corso dell’ormai prossimo in genere – non sembrano legati ad un preciso contesto convegno il quale vorrebbe dare un’immagine di Gala- geografico, ma anzi appaiono particolarmente moderni, teo più in linea con le capacità critiche e filologiche che ricchi di fermenti che possono essere incrementati ed l’autore di per sé merita, non tanto perché espressione arricchiti, e quindi assai potenziati in relazione a ciascun di abitudini in un certo senso ‘locali’ quanto per esse- ambito della sua produzione letteraria. re stato un punto di riferimento non secondario nello svolgimento complessivo della formazione comune tra Paolo Viti

IL GALATEO E NARDÒ Antonio De Ferrariis Galateo trasmette alla posteri- tata cattedra del Vescovo o nel Convento di S. Antonio tà il suo mondo concettuale e morale, soprattutto trami- da Padova. Forse il Duca in persona fra gli insegnanti. te il genere letterario dell’epistolografia. Che, in realtà, E poi, sulle sue tracce, Giovan Bernardino Tafuri e, più non va preso alla lettera, dal momento che non è diario tardi, l’erudito Luca Antonio Personè, parente del primo. segreto o dell’anima. E’ senza dubbio lontano dall’epi- E’ un peccato che nei manuali scolastici il nome del stolario intrattenuto da Cicerone con Attico o da Sene- Galateo sia soltanto un accenno o che, in opere più va- ca con Lucilio né, tantomeno, precorre l’Ortis. Galateo ste, - è il caso della Storia della Letteratura Italiana, a è un medico, Artium et medicinae doctor, ed ha come cura di E. Cecchi – N. Sapegno, Garzanti, 1970, - vi obiettivo la realtà delle cose cui guarda attentamente e sia una differenza di spazio riservato ai minori e que- con razionalità. Il punto focale della Vituperatio Littera- sto sempre a svantaggio del nostro umanista. La più rum o dell’epistola De Neophitis, entrambe indirizzate completa presentazione manualistica del Galateo, non al Duca Bellisario Acquaviva d’Aragona di Nardò, con- può prescindere dalla sua diffusa intuizione protoillumi- siste, nell’una, nell’apparente rigetto delle Lettere dopo nistica, sulla scorta di uno stile espressivo che mira alla il rientro in Puglia, in seguito al saccheggio di Napoli da scientificità della tesi, al rigore dell’analisi delle cose e parte dei Francesi nel 1501 e la conseguente caduta dei fatti, non disgiunto da rigore morale, insito nella sua della Casa d’Aragona; nella seconda, nell’impressio- formazione. nante lungimiranza circa l’apprezzamento delle nozze Galatone – Nardò – Napoli. Quest’ultima città che, principesche del figlio del Duca con una fanciulla neofi- sotto velate forme, con toni nostalgici, descriverà al ta. Un invito alla tolleranza ante litteram e, più che mai Summonte, nella Callipolis descriptio del 1513, significò attuale, nei riguardi di un popolo dalle tradizioni illustri, la meta ultima, il culmine e la sintesi di un iter spirituale specie per quanto tramandato dalla voce dei suoi pro- e culturale iniziato a Nardò. feti, e, con l’occidente fatto esso stesso mediatore di A Napoli, certamente, nella corte aragonese che lo cultura. aveva accolto con vivo apprezzamento e grande stima, E’ stretto il rapporto del Galateo con Nardò, ove ef- e nell’atmosfera comitale dell’, fettuò gli studi classici sotto la guida di illustri maestri. Galateo assorbì e rielaborò, in una maniera originale, Il suo parlar greco e latino nella famiglia di origine, a la ventata del nuovo che doveva essere fucina, insieme Galatone, che vantava antenati di stirpe italo-greca e di con Firenze e Roma, dello splendido rigoglio intellettua- rango sacerdotale, esprime un costume mentale che gli le del Rinascimento. E se nel Galateo il dibattito cultu- fa rifuggire le mode e l’ornato, nonché l’uso del volgare. rale, a volte, si venava di punte polemiche, ciò signifi- Haec urbs (Nardò) me fovit. Nutrimento della cultura cava spargere in abbondanza i semi fecondi, ineludibili e dello spirito acquisito a Nardò, che si esprime nella premesse al volto dell’Europa moderna, ove l’agnome conoscenza e descrizione dei luoghi, delle marine so- accademico del De Ferrariis, ancora oggi, fa risplendere prattutto e loro peculiarità. Galateo e Nardò. Forse gli la luce particolare e vivida del Salento. studi, avvenuti in Sancta Maria de Neritono, già diven- Antonietta Orrico

13 il ALATEO FITOTERAPIA: UN PONTE TRA PASSATO E FUTURO Le piante hanno da sempre influenzato in misura respiratorio e il raffreddore. Questo infuso favorisce an- rilevante la vita dell’uomo. Ogni comunità possedeva che la digestione. Ha proprietà stomachiche e toniche. il proprio bagaglio culturale sugli usi delle specie erba- Infatti, a livello topico è un buon disinfettante della pelle cee, risultato di un quotidiano legame con la natura che e stimola la circolazione sanguigna svolgendo un’ener- imponeva conoscenza diretta in cambio di elargizione gica azione defaticante sul viso. Il timo è molto efficace dei suoi frutti. L’esperienza sulle virtù terapeutiche delle anche nel trattamento dei capelli grassi: aggiungere piante nasceva da necessità immediate. Infatti, la far- qualche goccia di olio essenziale di timo ad uno sham- macopea popolare costituiva una medicina semplice, poo neutro può riportare alla normalità il livello di sebo domestica, basata sull’utilizzo di piante di uso più comu- sulla cute. Il suo impiego alimentare è riconducibile non ne e facilmente reperibili nei campi. Le conoscenze e i solo alle sue proprietà aromatiche, ma anche a quelle saperi attorno alle piante, i miti, le leggende, le tradizioni antisettiche che facilitano la conservazione dei cibi. delle quali sono protagoniste e le denominazioni ad esse Il puleggio e la calaminta si riferiscono alla Men- attribuite sono il risultato di un vissuto dettato da ritmi tha pulegium e al Clinopodium nepeta, rispettivamen- stagionali, di una classe sociale che non aveva strumen- te menta romana e mentuccia comune. La menta è ti meccanici, chimici o tecnologici. Anche per il Salento stimolante, antispasmodica, digestiva, dispeptica, si possono ritrovare fonti bibliografiche, storiche e mo- analgesica, carminativa ed antisettica. Per uso inter- derne, che riportano testimonianze sugli usi delle piante no può essere utile nel trattamento delle eccessive fer- spontanee. Nel De Situ Japigiae Antonio de Ferraris, mentazioni intestinali, della nausea, del mal di testa e detto il Galateo, dà voce alla poesia della campagna sa- dei dolori intestinali. La tisana è indicata nei casi di indi- lentina, dove la terra custodisce con la stessa amorosa gestione e di aerofagia. Per uso esterno vanta proprietà cura le piante tipiche della macchia mediterranea, ipogei aromatizzanti, rinfrescanti, analgesiche, antipruriginose messapici, megaliti millenari, bronzi ed argille della pro- ed infiammazioni delle mucose. I principi attivi caratte- tostoria. Tra le piante aromatiche citate dal Galateo vi rizzanti sono il mentolo, monoterpeni, sesquiterpeni, sono il timo e il sermollino (Thymus vulgaris). Il genere tannini, sostanze amare, flavonoidi, triterpeni (acido Thymus appartiene alla famiglia delle Labiateae e com- ursolico ed acido oleanolico) ed azuleni. prende circa 350 specie di piante. Le virtù del timo sono La santoreggia appartiene al genere Satureja della legate alla presenza del timolo, un particolare fenolo, famiglia delle Lamiaceae. Se ne contano solo due spe- potente antisettico, antispasmodico e vermifugo. I cie entrambe usate come piante aromatiche: la santo- rami fogliati, fioriti o no, possono essere impiegati in in- reggia comune (Satureja hortensis) e quella selvatica fusione per calmare la tosse, le irritazioni dell’apparato (Satureja montana) detta anche falso timo. Gli antichi

14 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina

Egizi e i Greci ritenevano che la santoreggia avesse proprietà afrodisiache. Si tratta invece di una pianta dalle proprietà anti- settiche, antispasmodica, carminativa, espettorante, stimolan- sommario te, stomachica. Bagni e pediluvi a base di santoreggia alleviano la stanchezza, purificano e deodorano. Viene usata come cica- V centenario della morte di Antonio De Ferrariis Galateo trizzante e nella pratica domestica per favorire la regressione di di Luigi De Giorgi pag. 1 piccole ulcere della bocca e della gola. Antonio Galateo tra Accademia e territorio L’issopo (Hyssopus officinalis) è una pianta della famiglia del- di Sondra Dall’Oco pag. 2 le Lamiaceae utile contro tosse, raffreddore, asma e cistite. Le Graeci sumus sommità fiorite dell’issopo contengono flavonoidi, tannini, so- di Mario Spedicato pag. 3 stanze amare (marrubina) e un gradevolissimo olio essenziale, I 500 anni del grande umanista pugliese responsabile della maggior parte delle sue proprietà balsamiche Antonio Galateo europeo di provincia ed espettoranti per le vie respiratorie. In fitoterapia si utilizza per di Antonio Iurilli pag. 4 sedare la tosse e gli attacchi d’asma, perché fluidifica e aiuta a CALLIPOLIS DESCRIPTIO di Maurizio Nocera pag. 5 eliminare il catarro soprattutto dei bronchi e dei polmoni. Sempre De Educatione di Antonio De Ferrariis Galateo grazie all’olio essenziale possiede proprietà digestive: stimola di Donato Stapane pag. 6 la secrezione dei succhi gastrici, favorisce i processi digestivi, eli- Livio Nisi e Giorgio Contese donano alla città mina i gas intestinali. La presenza dei flavonoidi conferisce all’is- di Galatone alcune preziose opere del Galateo sopo un’azione diuretica e antisettica per le vie urinarie, in grado di Luigi De Giorgi pag. 6 di aumentare la diuresi e mantenere libero da batteri il condotto Intervista al Prof. Fernando Gira urinario, utile nelle infezioni batteriche e infiammazioni, per curare di Luigi De Giorgi pag. 7 la cistite. Antonio De Ferrariis Galateo, Pasquale Il meliloto (Melilotus officinalis) è una pianta della famiglia del- M. Miccolis e lo zafferano di Galatone le Leguminosae utile contro cellulite, ritenzione idrica e disturbi di Giorgio Contese pag. 8 circolatori. Le foglie e le sommità fiorite del meliloto contengono Intervista al Prof. Vittorio Zacchino di Luigi De Giorgi pag. 10 flavonoidi, tannini e glucosidi cumarinici. Tra questi vi è il melilo- Antonio Galateo: significato di un convegno toside, il quale si trasforma poi in cumarina, il cui effetto principale di Paolo Viti pag. 12 è quello sul drenaggio linfatico. Migliora la capacità contrattile dei IL GALATEO E NARDÒ vasi sanguigni e svolge un’azione vasoprotettiva sulle pareti delle di Antonietta Orrico pag. 13 vene, aumentandone la permeabilità. La pianta è perciò indicata Fitoterapia: un ponte tra passato e futuro nel trattamento dell’insufficienza venosa e linfatica, in presenza di di Sandra De Pascali pag. 14 edemi e gonfiori agli arti inferiori, ritenzione idrica, vene varicose, Acrostico flebiti, gambe pesanti, emorroidi e cellulite. di Donato Stapane pag. 15 Questo sapere è stato il risultato di scelte, tentativi e conoscen- Flora nella Terra del Galateo di Silvana Francone pag. 16 ze tramandate che, ora più che mai, occorre tutelare anche alla luce delle conoscenze scientifiche e tecnologiche. Sarebbe utile ritrovare e riprovare quei frutti che la terra generosa continua ad offrirci e sui quali le generazioni passate hanno costruito una fitta rete di conoscenze alimentari e terapeutiche. Queste conoscenze Il quinto secolo ricorre continuano a vivere soprattutto nella figura del farmacista. Infatti, A Lungi dalla grande mente umanista la grande varietà di piante medicinali e la molteplicità di effetti cu- C rativi fanno della moderna fitoterapia uno strumento di grande importanza che, se affiancato in modo corretto alla medicina clas- R Genio concittadino, sica, non potrà che essere di aiuto per perseguire uno stato di O Acclamasti con pura umiltà benessere. Con l’importante proposito di agevolare uno stato S Le tue degne greche origini. di benessere, la Farmacia del Mare offre un’ampia gamma di far- Amasti disinvolto la tua cara maci fitoterapici e naturali di aziende qualificate e, con un valore T Terra natìa galatonese, aggiunto, allestiti nel laboratorio galenico della stessa farmacia, I dove i preparati galenici possono essere formulati e/o modulati Ereditaria di prodotti genuini, adeguandoli alle esigenze del singolo paziente. C Oro della nostra civiltà. Sandra De Pascali O Donato Stapane

15 il ALATEO Flora nella Terra del Galateo

Sul nostro illustre concittadino Qualunque campo in cui non si trovino maiali abbon- Antonio De Ferrariis detto il Ga- da di zafferano selvatico che nel fiore, nel bulbo e nei lateo, circola ancora oggi, io l’a- filamenti è simile a quello coltivato negli orti. Anche scoltai dalla bocca di mia nonna, nei tempi di crescita coincidono entrambi, infatti fiori- la leggenda secondo cui, un po’ scono dopo la levata di Arturo [la stella più luminosa come il Leopardi con il suo “natio della costellazione del Boote o dell’Aquilone che si borgo selvaggio”, egli disprezza- leva in autunno. Ndr]” va tanto il suo paese da non vo- Lo zafferano selvatico di cui parla il Nostro, lo si ler portare con sé nemmeno un può ancora ammirare, pur se molto raro, in alcune granellino di polvere che glielo zone incolte e macchiose del nostro Salento a volte in facesse ricordare! Per questo si compagnia del velenosissimo colchico autunnale con Zafferano selvatico dice: il Galateo “si scutulò li scar- cui può essere confuso. Ma anche altre erbe e arbu- pe e si ndi sciu”. sti tra quelli elencati nel De Situ, sono ancora pre- Niente di più falso! Basta imbattersi nelle pagine del senti a rendere belli i nostri sentieri, la nostra petrosa suo “DE SITU JAPIGIAE” in cui egli parla della sua Ga- macchia, i nostri incolti. Riscopriamo queste piante latone, per capire quanto l’amasse e la portasse sem- che hanno riempito di stupore gli occhi del nostro il- pre nel cuore come un luogo, insieme a tutta la Japigia, lustre Concittadino. Impariamo a riconoscerle per poi bellissimo e amabile, un microcosmo denso di cultura e rispettarle e amarle! Sono piante che ci offrono gra- di storia, un luogo in cui ritrova le sue radici e recupera tuitamente la loro bellezza, sempre, in ogni stagione. l’orgoglio della sua identità. Percorriamo i sentieri che si snodano lungo le no- Le pagine dedicate a Galatone e alla sua campagna stre belle campagne, attraversiamo con lo sguardo ci raccontano di una terra in cui “il clima è salubre e attento le macchie, le garighe e ci accorgeremo di mite, l’aria salutare e dolce, la campagna sempre rin- quanto sia ricca la nostra bella Terra: colori, profumi novantesi, a primavera, di fiori e erbe odorose: timo, ci inebrieranno e ci faranno capire che queste me- santoreggia, puleggio, serpillo, issopo, meliloto, camo- raviglie, oggi come allora, “si sviluppano a dispetto milla, calaminta, delle quali abbonda ovunque [...] e poi della trascuratezza, delle offese, delle maledizioni e ancora fra gli arbusti: il mirto, il corbezzolo, l’assenzio, delle contumelie” come dice De Ferrariis. il rosmarino e il lentisco ....si sviluppano a dispetto della Noi, suoi orgogliosi concittadini, se vogliamo dav- trascuratezza, delle offese (come le chiama Plinio, del- vero onorarlo, in questo anno a Lui dedicato, faccia- le maledizioni e delle contumelie...” e poi lo zafferano, mo in modo che questa nostra Bella Natura non ven- quello selvatico ormai scomparso e per cui Galatone ga più trascurata e offesa, ma rappresenti il vanto, il era famosa, tanto che esisteva una “ via incrocata” oggi valore aggiunto, che insieme alla sua illustre storia, via R. Vaglio, dove vi erano botteghe per la vendita e la renderà il nostro paese più bello, più vivibile, acco- lavorazione del prezioso prodotto che Galateo annove- gliente e capace di farci ancora provare stupore, me- ra tra le sette cose d’oro del nostro territorio. Così egli raviglia, emozione di fronte alla bellezza del Creato. dice a proposito: “Ai tempi dei nostri padri nel Salento lo zafferano si produceva quì e in nessuna altra parte... Silvana Francone

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