GIORNALE DELL’ISOLA 20 Periodico d’informazione dei comuni fra l’Adda ed il Periodico d’informazione dei comuni fra l’Adda ed il Brembo Speciale l’Isola nei Secoli Ponte San Pietro: la “capitale” dell’Isola Pagina a cura di Renzo Zonca

gnava probabilmente un relativo LOCATE, IL PAESE ccoci a un nuovo appuntamento con la nostra rassegna storica dei paesi tra Adda e Brem- benessere. Quasi una cittadina, bo, dedicata questa volta a Ponte San Pietro, la “capitale” dell’Isola. Non una ricerca sto- cui si contrapponeva l’allora pic- CHE NON C’È PIÙ rica in senso stretto, quanto piuttosto una ricerca di carattere giornalistico, a fini divul- colo di Locate, tipica- gativi, cercando di impostare il testo nel modo più semplice possibile, quasi fosse un racconto o un mente rurale, il cui territorio “è Con i suoi circa duemila abitanti, Locate Bergamasco è oggi una frazione romanzo. Con l’obiettivo di “tradurre” testi storici spesso di difficile e faticosa lettura, in un testo ben coltivato a biade, ed a vino, di Ponte San Pietro, ma fino al 1927 costituiva un comune autonomo, pe- E raltro di antichissime origini, essendo citato per la prima volta in una per- discorsivo, piacevole, alla portata di tutti. Senza dimenticare qualche curiosità, magari poco nota ed ha moltissimi gelsi, che bene gamena dell’anno 805, relativa ad una permuta di terreni agricoli. La par- agli stessi residenti. vi prosperano; sicché i suoi quat- Il più popoloso paese dell’Isola, trocento abitanti sono quasi tutti rocchia fu invece istituita nel 1538, e ancora all’inizio dell’800 erano pre- uno dei più industrializzati, sede agricoltori”. senti, come testimonia il Maironi da Ponte nel suo “Dizionario Odeporico” (anno 1820), “le vestigia di un antico castello appartenente alla nobile fa- di numerose istituzioni pubbliche, miglia del marchese Pietro Rota”. All’epoca Locate era situato “lungo la snodo stradale e ferroviario di Arriva il treno, e le industrie strada provinciale detta Marzia, che conduce da in Val San Mar- primaria importanza, ormai “fu- Nel 1863 venne aperta la ferro- tino. Il suo territorio è ben coltivato a biade, ed a vino, ed ha moltissimi so” nella grande area urbana di via per Lecco, mentre quella per gelsi, che ben vi prosperano; sicché i suoi quattrocento abitanti sono tut- Bergamo e del suo circondario, Milano dovette attendere il 1889. ti agricoltori”. in quella che, tecnicamente, vie- Due eventi che segnarono in mo- Questo paesaggio agricolo si è conservato fino a pochissimi anni fa, men- ne definita “area omogenea”. Ma do epocale la vita di Ponte San tre oggi l’orizzonte si è tramutato in un susseguirsi di grigi capannoni in- anche per la “capitale” dell’Isola, Pietro: l’estrema facilità di tra- dustriali e villette più o meno eleganti, complice la prossima realizzazione la storia inizia con un minuscolo sporto attirò infatti l’interesse del- dell’Asse interurbano, che ha reso la zona molto “appetibile”. Se poi an- villaggio di agricoltori e caccia- la famiglia Legler, potenti indu- dranno in porto altri importanti progetti di nuovi insediamenti industriali nel- la aree limitrofe, Locate si troverà letteralmente circondata da industrie, tori, almeno dieci secoli prima striali tessili. A partire dal 1875, fonderie e capannoni, in una trasformazione ambientale e territoriale epo- della nascita di Cristo. su una vastissima area in riva al cale, che comporterà, di fatto, la scomparsa della campagna. gi, prelevano dal fiume conside- luppo di Ponte San Pietro si può Brembo, a nord del paese, sorse UNO SGUARDO ALLA CHIESA Le necropoli del Fontanino revoli quantità d’acqua per usi dire che non si fermò più. Già al- un grande cotonificio, che anco- Pochi decenni dopo l’istituzione della parrocchia, l’8 aprile 1589 il vesco- e di Briolo agricoli e industriali. Naturale, l’inizio dell’800 [4] ci troviamo di ra oggi rappresenta una delle vo Girolamo Regazzoni consacrava la nuova chiesa parrocchiale di Loca- Poco a sud dell’attuale abitato di quindi, che il Brembo fosse utiliz- fronte a un “grosso e mercantile principali realtà industriali dell’I- te, che all’epoca contava circa 150 abitanti. Nel febbraio 1756, ormai rad- Ponte San Pietro, dove il Brembo zato come una vera e propria via villaggio capoluogo del distretto sola. Da allora – ma, questo, più doppiata la popolazione, presero il via i lavori per la costruzione di una nuo- si allarga fino ad essere guada- di comunicazione per il trasporto V (...) abitato da mille quattro- che storia è cronaca - lo sviluppo va e più grande chiesa, affiancata alla precedente che non venne demoli- bile, in località Podere Fontanino, a valle delle “borelle”, cioè i gran- cento persone, una metà delle economico non si arrestò più, fi- ta, giungendo così fino ai nostri giorni, pur con notevoli alterazioni. sulla destra del fiume, nel 1875 di tronchi d’albero tagliati nei bo- quali sono artieri [coloro che no ai nostri giorni. Con i dram- Nell’800, quando la popolazione di Locate era ormai prossima alle 700 anime, si rese necessario un ampliamento e allungamento del sacro edi- venne casualmente rinvenuta una schi dell’alta valle, puliti dai rami esercitano un’arte, cioè artigiani] matici problemi ambientali che, ficio, realizzando una severa facciata neoclassica, ma conservando l’ori- necropoli, costituita da numero- e dalla corteccia, e poi affidati al- e mercandanti, o persone agiate ormai, leggiamo quasi ogni gior- ginale portale settecentesco. se tombe a pozzetto a incinera- l’impetuosa corrente del Brem- e signorili; il resto attende all’a- no sulle pagine dei giornali. IL PATRONO S. ANTONINO zione [1]. Sito funerario riferibile bo, per essere trasportati, senza gricoltura”. Un dato per certi ver- Da un punto di vista storico, poco o nulla si conosce della vita di S. Anto- a un arco di tempo di vari secoli: fatica, fino alla pianura, e più si eclatante, considerando l’epo- Fonti: nino, vissuto sul finire del III secolo dopo Cristo, in piena epoca romana. dal X all’VIII secolo prima di Cri- esattamente proprio fino a Ponte ca: solo il 50 per cento degli abi- [1] Carta archeologica della Provincia Di nobili origini, secondo la tradizione egli militava nelle file della Legione sto, a dimostrare la presenza, in San Pietro. Dove i “conduttori di tanti coltivava i campi. Questo, di Bergamo Tebea, riuscendo però a sottrarsi allo sterminio dei suoi commilitoni Cri- riva al fiume, in una zona adatta borelli”, complice il restringimen- grazie alla presenza di “varie fab- [2] Celestino Colleoni - Historia Qua- stiani. In seguito, nel corso della sua lunga e avventurosa fuga, Antonino dripartita di Bergomo et suo Territorio al guado, di un villaggio abitato di to dell’alveo del Brembo, aveva- briche belle e signorili, varie tin- non rinunciò a predicare la nuova fede in Gesù, soggiornando per un bre- - Bergamo 1617 una certa importanza. no il non facile compito di prele- torie, ed una vetraja, l’unica in ve periodo in un cascinale dell’allora minuscolo borgo agricolo di Locate, [3] Giovanni Da Lezze – Descrizione di dove guarì miracolosamente una donna inferma. Infine, forse nell’anno Passano i secoli, e a Ponte San vare dalle acque del fiume i tron- provincia. E certamente per con- Bergamo e suo territorio – Bergamo 303, venne arrestato e decapitato presso Piacenza, di cui sarebbe di- Pietro giungono i Romani, come chi, destinati poi a essere vendu- to del suo caseggiato e pel suo 1596 ventato patrono. Ritornando a Locate, la festa patronale di S. Antonino è dimostra un’altra necropoli, rinve- ti. Un commercio fiorente e im- commercio ha più aspetto di bor- [4] Giovanni Maironi da Ponte – Dizio- ancora oggi molto sentita e vissuta, non solo dal punto di vista devozio- nuta sul finire dell’800 nella zona portante, forse addirittura il più gata che di villaggio”. Un paese nario Odeporico della Provincia Ber- nale, ma anche comunitario, con una vera e propria sagra, all’insegna di di Briolo, al confine con Valbrem- importante per il paese, alle fine quindi all’avanguardia, dove re- gamasca – Bergamo 1820 un tipico piatto locale: i casoncelli bergamaschi. bo [1]: cinque tombe interrate, di del ‘500 [3]: “Qui si fa trafico buona fattura con corredo, rea- [commercio] de borelle che ven- lizzate con robuste lastre di pie- gono dalle montagne oltre la Go- CURIOSITÀ STORICHE SUL FIUME tra. Un’altra testimonianza del gia [Valle Brembana superiore] paese romano ce la fornisce una per il Brembo et qui si riducono CHE ATTRAVERSA PONTE SAN PIETRO bella stele funeraria, databile in vendendoli a diversi et massime questo caso al I o II secolo dopo li mercanti grossi son li Bertulini BREMBO, TRA STORIA E LEGGENDA dello Zanchi, in un’epoca in cui i disastri naturali erano sovente visti come Cristo. Testimonianze che ci la- dà l’Olmo”. Un’attività commer- Un famoso detto definisce la provincia di Bergamo: “terra che il Serio ba- “castighi divini”, si conclude con una sorta di “insegnamento morale”, ri- sciano immaginare un piccolo vil- ciale sicuramente favorita dalla gna e il Brembo inonda”. Una frase che riassume alla perfezione il “ca- cordando “l’ira, e’l giudicio di Dio” che si erano abbattute sugli uomini “per laggio, in riva al fiume, sulla stra- facilità di comunicazione, grazie rattere” dei principali fiumi bergamaschi. Il Brembo, in particolare, è un castigare li peccati & le scelerità loro”. da che da Bergamo conduceva a al ponte sul Brembo, dove pas- corso d’acqua a regime fortemente torrentizio, con piene a volte dis- Il Celestino riporta inoltre un’altra testimonianza, relativa ad un evento che e a Terno. Ma, proba- sava una “strata corrente larga, astrose: l’ultima di esse, nel 1987, lasciò tragiche e indelebili tracce lun- ha veramente del prodigioso: accadde che una culla con un neonato si bilmente, non un paese partico- dritta et spaciosa per dove pas- go tutta la Valle Brembana. Ma anche i secoli passati furono sicuramente trovasse in balia delle acque limacciose del fiume, galleggiando come una testimoni di simili paurosi eventi, dei quali, purtroppo, raramente esisto- larmente importante, perché la sa la posta”. vera e propria barca. Sulla culla si trovava anche un gallo “il quale quan- no resoconti scritti. viabilità principale romana faceva do la culla per le onde curvate ad una parte pendeva, & minacciava di ri- AGOSTO 1493: UN SABATO “HORRENDO & CRUDELISSIMO” volgersi sottosopra, come buon & prudente nocchiero, saltava subito dal- riferimento alla strada militare All’epoca [3], “Ponte S.to Pietro Una delle poche cronache giunte fino a noi riguarda l’alluvione dell’agosto l’altra: et così hor quà hor là saltando, secondo che sacea bisogno, la ten- Bergamo – , che superava con Briolo” contava 560 abitanti 1493, descritta dallo storico Celestino Colleoni, un frate cappuccino au- ne sempre dritta. Finche dal Brembo nell’Adda, & pel’Adda a Ripalta por- il Brembo ad Almenno, sul famo- suddivisi in 100 famiglie: “gente tore di un’opera monumentale per lo studio della storia bergamasca: “Hi- tata veduta dalle genti quivi radunate, ne fù cavata, & il fanciullo allevato”. so “ponte della Regina”, che per povera, brazenti, lavoratori di ter- storia quadripartita di Bergomo et suo territorio”, pubblicata nel 1617. In DANZA DELLA PIOGGIA IN RIVA AL BREMBO? l’epoca doveva costituire un’ope- ra, conduttori di borelli”. A cui oc- particolare, il Celestino si avvalse della cronaca redatta da un certo Bel- Ma il Brembo non era solo portatore di morte e distruzione: esso rivesti- ra colossale, con i suoi 180 me- correva aggiungere i 148 abitan- santo de Zanchi, testimone oculare dell’evento. Ecco come lo Zanchi de- va anche una vera e propria funzione religiosa, come ci attesta ancora il tri di lunghezza e 24 di altezza. ti di Locate (suddivisi in 23 fami- scrive quello “Horrendo & crudelissimo” ultimo sabato di agosto, in cui la nostro antico cronista. A Ponte San Pietro, infatti, in epoca romana esi- glie), che fino al 1927 costituiva natura si scatenò come non era mai accaduto “dal Diluvio Universale al steva un tempio intitolato a Marte, il mitico Dio della guerra, il cui culto tempo di Noè in qua”. La pioggia si fece violentissima nel pomeriggio, pro- Ecco i “conduttori di borelli” un paese autonomo (vedi artico- doveva essere strettamente legato al Brembo. Nel caso di prolungate sic- vocando un eccezionale ingrossamento del Brembo: “A Briolo dove era Nei secoli passati, la portata me- lo a lato). cità, pericolossime per i raccolti agricoli e foriere di tragiche carestie, gli un ponte di pietra di maravigliosa altezza (era alto più di trenta braccia abitanti ricorrevano a un insolito rito propiziatorio, che potremmo defini- dia del Brembo era sicuramente sopra l’acqua) il detto Fiume lo superò in maniera che vi congregò sopra re una sorta di danza della pioggia: “Quando per troppa longa arsura s’im- molto superiore a quella attuale: Un paese “grosso tanta quantità di legna molto grossi, ch’egli cadè frantumato dal loro pe- biancavano l’herbe, & impallidivansi gli arbori, & si fendeva la terra, pi- non esistevano le dighe che in al- e mercantile” so”. Il ponte di Briolo non fu il solo a crollare: su 27 ponti esistenti lungo gliavano gli habitanti il simolacro del sudetto Dio, & con sangue di caval- ta Valle Brembana imbrigliano de- Nonostante la terribile peste del il corso del Brembo, solo 3 resistettero alla furia delle acque. Anche se lo tingevano, à poscia portatolo in processione al Brembo, ve lo tuffava- cine di milioni di metri cubi d’ac- 1630 – quella narrata dal Man- non abbiamo certezze, sicuramente i paesi dovettero subire danni altret- no dentro, e quivi lasciatolo partivansi: ne lo trahevano fuori giamai finchè qua, come pure non esistevano zoni - che portò alla morte di 438 tanto enormi, con un probabile tributo umano assai pesante. La cronaca non era piovuto”. le numerose derivazioni che, og- abitanti su un totale di 694, lo svi-

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FEBBRAIO/MARZO 2005