La Rivoluzione Del 1848 E La Provincia Di Caltanissetta
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Giovanni Mulè Bertòlo La rivoluzione del 1848 e la provincia di Caltanissetta www.liberliber.it Questo e-book è stato realizzato anche grazie al so- stegno di: E-text Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) http://www.e-text.it/ QUESTO E-BOOK: TITOLO: La rivoluzione del 1848 e la provincia di Caltanissetta AUTORE: Mulè Bertòlo, Giovanni TRADUTTORE: CURATORE: NOTE: CODICE ISBN E-BOOK: DIRITTI D’AUTORE: no LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/libri/licenze/ TRATTO DA: La rivoluzione del 1848 e la provincia di Caltanissetta : cronaca / per G. Mulé Bertolo - Cal- tanissetta: Tip. dell’Ospizio prov. di beneficenza, 1898 - 518, 2 p. ; 19 cm. CODICE ISBN FONTE: manca 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 4 febbraio 2013 INDICE DI AFFIDABILITÀ: 1 2 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima DIGITALIZZAZIONE: Ruggero Volpes, [email protected] REVISIONE: Erminio Arioli, [email protected] IMPAGINAZIONE: Ruggero Volpes, [email protected] PUBBLICAZIONE: Catia Righi, [email protected] Informazioni sul "progetto Manuzio" Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell’associa- zione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque vo- glia collaborare, si pone come scopo la pubblicazio- ne e la diffusione gratuita di opere letterarie in formato elettronico. Ulteriori informazioni sono di- sponibili sul sito Internet: http://www.liberliber.it/ Aiuta anche tu il "progetto Manuzio" Se questo "libro elettronico" è stato di tuo gradi- mento, o se condividi le finalità del "progetto Ma- nuzio", invia una donazione a Liber Liber. Il tuo sostegno ci aiuterà a far crescere ulteriormente la nostra biblioteca. Qui le istruzioni: http://www.liberliber.it/aiuta/ 3 Indice generale DEDICA.........................................................................7 INTRODUZIONE..........................................................8 I. SOMMARIO STORICO..............................................15 II. CALTANISSETTA.......................................................35 III. ACQUAVIVA PLATANI............................................152 IV. AIDONE.....................................................................159 V. BARRAFRANCA......................................................203 VI. BOMPENSIERE (NADURI).....................................213 VII. BUTERA ...................................................................217 VIII. CALASCIBETTA.......................................................223 IX CAMPOFRANCO......................................................233 X. CASTROGIOVANNI.................................................238 XI DELIA........................................................................262 XII. 4 MARIANOPOLI........................................................269 XIII. MAZZARINO............................................................274 XIV. MONTEDORO...........................................................282 XV. MUSSOMELI.............................................................285 XVI. NISCEMI....................................................................295 XVII. PIAZZA ARMERINA................................................301 XVIII. PIETRAPERZIA .......................................................316 XIX. RESUTTANO.............................................................324 XX. RIESI..........................................................................334 XXI. SAN CATALDO.........................................................339 XXII. S. CATERINA ...........................................................355 XXIII. SERRADIFALCO......................................................370 XXIV. SOMMATINO............................................................375 XXV. SUTERA ....................................................................384 XXVI. TERRANOVA ...........................................................389 5 XXVII. VALGUARNERA-CAROPEPE.................................398 XXVIII VALLELUNGA .........................................................402 XXIX. VILLALBA ...............................................................408 XXX. VILLAROSA..............................................................423 XXXI. CONCHIUSIONE .....................................................426 APPENDICE..............................................................428 MAZZARINO........................................................428 NISCEMI................................................................431 S. CATERINA........................................................431 6 DEDICA Carissimo Nenè, A Te, che nel 1859 mi fosti collega negli studi di este- tica e di filosofia sotto la guida del chiarissimo Matteo Ardizzone e da quel tempo mi sei legato con vincoli in- dissolubili di sincera e costante amicizia; a Te, che, sin da giovanetto, della libertà ti facesti un ideale, un culto, una religione; a Te, che nella Camera elettiva entrasti con la fede, fortemente sentita, nelle libere istituzioni e dopo cinque legislature ne uscisti con la fronte alta e con le mani pulite; a Te consacro e dedico queste pove- re pagine. Non te l’avrai certo a male, se guardi al cuore, che ti vuol tanto bene. Amami come ti ama Caltanissetta, 1898 Il tuo amico G. MULÈ BERTÒLO Onorevole COMM. AVV. ANTONINO DI PISA già deputato al Parlamento Palermo 7 INTRODUZIONE La Sicilia, sin dall’epoca normanna, ebbesi governo rappresentativo, sebbene fondato su i privilegi del feuda- lismo. I sovrani, che da quell’epoca si successero sul trono siciliano, compreso Ferdinando I, giurarono l’os- servanza della Costituzione, la quale, in omaggio allo spirito dei tempi e della civiltà progrediente, venne ri- formata il 25 luglio 1812 su nuove basi più liberali. Due regii diplomi, l’uno del 9 febbraio e l’altro del 25 marzo 1813, le diedero legale conferma e il sovrano inoltre in luglio ne giurò l’osservanza. Il popolo siciliano aprì l’animo alle più liete speranze, dimentico degl’insegnamenti, che ci offre la storia sulla fiducia da prestare alle parole, alle promesse, ai giuri dei despoti. Il 15 maggio 1815 il Parlamento siciliano, diviso nel- la Camera dei Pari e nella Camera dei Comuni, fu con- vocato per assistere alla lettura della sua condanna: una allocuzione pronunzia il R. Commissario, infarcita di rimproveri e di minacce all’indirizzo dei rappresentanti nazionali, chiusa con l’ordine dello scioglimento del- l’assemblea1! A questo primo colpo dato allo Statuto siciliano tenne dietro un secondo: lo allontanamento del re dalla Sicilia 1 Storia del regno di Sicilia ec. di G. E. Di-Blasi seguita da un’ap - pendice sino al 1860 vol. III. pag. 629. 8 senza il consenso delle due Camere e senza indicarsi dal sovrano, di accordo con la rappresentanza nazionale, chi, durante l’assenza, e con quali condizioni dovea esercitare le facoltà reali. E questo consenso e questo accordo sono consacrati nella Costituzione del 1812, la quale, in caso contrario, fulminava la decadenza del principe sleale dal trono di Sicilia. Un terzo strappo fu dato allo Statuto, quando dei due regni di Napoli e Sicilia vollesi costituire un solo reame sotto la denominazione di Regno delle due Sicilie, men- tre nella Costituzione è detto espressamente che il regno di Sicilia è indipendente da quello di Napoli e da qua- lunque altro regno o provincia. Non continuo ad enumerare tutte le altre prepotenze, che concorsero alla soppressione delle guarentigie costi- tuzionali, perchè farei opera lunga e direi cose note lip- pis et tonsoribus. Poteva la Sicila ingozzare tanto dispregio delle sue prerogative? poteva soffrire in buona pace tanta perfi- dia? poteva rinunziare i suoi secolari privilegi? Una lotta cominciò a combattersi fra re e sudditi, lotta tessuta di annegazioni, di martirii e di prodigi di carità patria da una parte, di abusi, stragi, vandalismi e nefan- dezze d’ogni specie dall’altra parte: la Sicilia intesa a la- vorar senza posa per il riacquisto de’ suoi diritti e il ti- ranno cocciuto a continuare la soppressione dei rimasti brandelli dell’antica libertà e indipendenza siciliana e a reprimere con le catene, con le torture, con le baionette e con la forca i palpiti, gl’impulsi generosi di un popolo 9 sempre grande, sempre eminentemente eroico. E cotesta lotta, di cui si onorerebbe qualunque nazio- ne, orgogliosa de’ suoi fasti, novera dei momenti di liri- smo patrio, che la storia, giusta dispensiera di lodi e di biasimi, ha registrato nelle sue eterne pagine a caratteri indelebili, a lettere d’oro. I moti palermitani del 1820, la insurrezione catanese e siracusana del 1837, l’audace sommossa messinese del 1847, la leggendaria rivoluzione del 1848, la grande epopea del 1860 sono fatti memorabili, che si tramande- ranno ai più tardi nepoti come testimoni del patriottismo più elevato e del trionfo di quel sacrosanto principio di libertà e d’indipendenza, che la forza brutale, selvaggia, feroce di soldatesca senza fede e senza patria sospende- re può col sangue, col fuoco, con la rapina, con la viola- zione dell’onore, ma non varrà mai, mai a sopprimere. Le leggi, onde sono retti dalla Provvidenza i destini dei popoli, non si sopprimono! La causa, come tutte le cause giuste e sante, fu vinta dalla Sicilia: le guarentigie costituzionali furono restitui- te al popolo, che seppe mostrare di esserne meritevole, e la dinastia sleale decadde dal trono, di cui era indegna. Vittoria degna di un popolo di eroi! Punizione ben meritata da una dinastia spergiura, punizione