Michele RUA, Lettere E Circolari Alle Figlie Di Maria Ausiliatrice
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ORIZZONTI a cura della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» di Roma 25. Michele Rua LETTERE E CIRCOLARI ALLE FIgLIE dI MARIA AuSILIATRICE (1880-1910) Introduzione, testi e note a cura di Piera Cavaglià e Anna Costa Michele Rua LETTERE E CIRCOLARI ALLE FIgLIE dI MARIA Ausiliatrice (1880-1910) Introduzione, testi e note a cura di PieRa cavaglià e anna costa LAS - ROMA © 2010 by LAS - Libreria Ateneo Salesiano Piazza del l’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 ROMA Tel. 06 87290626 - Fax 06 87290629 - e-mail: [email protected] - http://las.unisal.it ISBN 978-88-213-0743-0 ––––––––––––– Elaborazione elettronica: LAS Stampa: Tip. Abilgraph - Via Pietro Ottoboni 11 - Roma PRESENTAZIONE Le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno ritenuto che uno dei modi mi- gliori per ricordare il centenario della morte di don Michele Rua, loro secondo superiore generale dopo il fondatore don Bosco, fosse quella di apprestare l’edizione integrale delle lettere e circolari loro indirizzate dal beato. Non si può che esprimere immediato apprezzamento per tale operazione editoriale, visto anche il non abbondante patrimonio di fonti di don Rua che è stato finora dato alle stampe. Evidentemente don Rua non ha mai pensato che tali lettere potessero un giorno venir rese di pubblico dominio; non ambiva a tanto. Nella pubblicazione le curatrici hanno adottato, per così dire con riguardo alla sua destinazione, la classica bipartizione degli antichi, os- sia lettera privata e lettera pubblica (circolare, spesso a stampa, inviata a una cerchia più ampia di corrispondenti). Prevale numericamente la sezione privata, riconducibile cioè a lettere motivate da ragioni funzio- nali, tanto organizzative quanto di formazione, rivolte soprattutto alle superiore dell’Istituto (Madre generale, Vicaria generale, Consigliere generali, Visitatici e direttrici) o a lettere indirizzate a singole Figlie di Maria Ausiliatrice, con le quali don Rua ha rapporti di qualche dime- stichezza, in occasioni speciali o su pretesti della vita quotidiana. Ov- viamente, se non si escludono ulteriori ritrovamenti di lettere, è certo che altra corrispondenza è andata distrutta specialmente per l’usura del tempo. Trattandosi di corrispondenza fra un sacerdote-educatore santo e delle figlie spirituali, si sarebbe immediatamente tentati di pensare che ci si trovi di fronte ad uno dei tanti epistolari di direttori di spirito che la storia della Chiesa moderna ricorda (san Francesco di Sales, san Pa- olo della Croce, san Vincenzo de’ Paoli, Padre de la Colombière…) o di autori che fecero della corrispondenza una parte considerevole, se non quasi totale, della loro attività di apostoli (come i due classici del 6 Francesco Motto sdb Settecento francese Fénelon, dupanloup). Le lettere di don Rua alle Figlie di Maria Ausiliatrice invece si collocano in un contesto storico- spirituale diverso, che è giocoforza tenere presente, pena la delusione nel cercare in esse quello che non possono darci. La Società salesiana e l’Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice sorgono nella seconda metà dell’Ottocento, secolo che, come è noto, vide nasce- re numerose congregazioni maschili e femminili. Esse, sotto la spinta incontenibile dell’esigenza di una carità operativa, si sono impegnate a rispondere alle urgenti necessità del loro tempo, prodotte dalle trasfor- mazioni della società e dalle nuove ideologie imperanti. Affondano le loro radici su un unico terreno: quello di aiutare chi è nel bisogno tanto materiale che spirituale, chi del progresso civile e sociale ne porta solo conseguenze negative, chi dalla politica del tempo non riceve adeguata attenzione, chi è a rischio di perdere la fede o la fede non l’ha ancora ricevuta. Nessun progetto organico e ben definito di riforma il loro e nessuna intenzione di eliminare i meccanismi che generavano tali squi- libri. La linfa vitale che li alimenta è unicamente quella evangelica, che invita a mettersi a servire il prossimo, ma non con la preghiera nel chiu- so di un monastero, ma nel mondo, in mezzo al popolo. Alla ricerca di una sintesi fra azione e contemplazione, i nuovi istituti vivono delle profonde suggestioni lasciate in eredità da san Francesco di Sales alla prima Visitazione e da san Vincenzo de’ Paoli, e piuttosto lontani, come sensibilità, dalle grandi scuole della spiritualità medioevali. don Rua, sulle orme di don Bosco, a sua volta figlio del Cafasso, è affascinato da un unico obiettivo teologico: da mihi animas cetera tolle. Occorre impegnarsi a salvare le anime redente da Cristo e, per amore di Cristo, consacrarsi al servizio del prossimo. Non si può amare dio senza amare il prossimo. L’impegno educativo-caritativo viene vissuto come partecipazione al mistero di Cristo Salvatore, e come tale l’imi- tazione dei suoi atteggiamenti fonda il servizio salesiano alla “gioventù povera ed abbandonata”. Il particolare cristocentrismo delle lettere di don Rua alle Figlie di Maria Ausiliatrice si presenta affatto alieno dai compiacimenti intimi- stici propri di una certa vita claustrale e contemplativa, aborrisce gli atteggiamenti sublimi, diffida di esperienze che significano ripiegamen- to su se stessi o godimento solipsistico di ebbrezze ineffabili, piutto- sto diffusi in tempi anteriori. La prima impressione che si ha leggendo queste paginette di don Rua è quella di un uomo, assillato dal lavoro, che per sviluppare l’opera di don Bosco e mantenere nella fedeltà alla Presentazione 7 vocazione le sue corrispondenti, suggerisce pochi pensieri di ascetica e di devozione, inculca loro semplicemente l’osservanza dei doveri del proprio stato, così come espressi dalle Regole e dalle deliberazioni ca- pitolari. A dotarsi delle capacità educativo-pastorali richieste dal mo- mento ritiene sufficiente il buon senso pratico appreso direttamente nel vivo di un’azione apostolica trasmessa dal fondatore, a cui ci si dona con un sacrificio. don Rua si colloca così in sintonia con la spiritualità ottocentesca, stretta fra i bisogni pratici di intervento immediato e la mancanza di un’adeguata riflessione teologica. un secondo criterio dovrebbe guidare la lettura di queste lettere, scritte in minima parte nel breve periodo in cui don Rua era a fianco di don Bosco come prefetto della Società salesiana o suo vicario, e nella maggior parte in quello, molto più lungo, in cui era Rettor Maggiore, tanto dei Salesiani che delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nel program- ma di azione inviato a tutti i Salesiani all’inizio del suo rettorato indi- cava un programma di azione, in tre linee, tutto basato sulla persona e sull’opera di don Bosco: «Noi dobbiamo stimarci ben fortunati di essere figli di un tal Padre. Perciò nostra sollecitudine dev’essere di sostenere e a suo tempo sviluppare sempre più le opere da lui iniziate, seguire fedelmente i metodi da lui praticati ed insegnati, e nel nostro modo di parlare e di operare cercare di imitare il modello che il Signore nella sua bontà ci ha in lui somministrato». È dunque del tutto evidente che le lettere devono essere interpretate con la consapevolezza che chi scrive ha ben presente tale programma di azione e che, di conseguenza, le sue preoccupazioni sono relative a situazioni di svariata natura: fondazionale, disciplinare, economica, organizzativa, spirituale, comunitaria, carismatica, pedagogica… In un momento di enorme sviluppo internazionale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che richiedeva un’istituzionalizzazione di un’esperienza educativa non ancora solidificata e pertanto bisognosa di attenta organizzazione, don Rua offre orientamenti e consigli per ogni esigenza e richiesta: trattative per apertura e chiusura di case, nomina di superiore capaci di gestire la fase di insediamento ed il primo svilup- po delle opere, definizione di diritti e doveri degli ispettori e direttori salesiani – trattati anche ampiamente nei Capitoli generali dei Salesiani – rispetto alle visitatrici, direttrici e singole Figlie di Maria Ausiliatrice, convocazione, presidenza ed assistenza ai Capitoli generali, approva- zione di elezioni, spedizioni missionarie, trasferimenti di suore, autoriz- zazione per viaggi e ricevimento di professioni, costruzioni ed amplia- 8 Francesco Motto sdb menti edilizi, visite straordinarie in famiglia, permessi speciali… Anche molte circolari sono dovute, oltre al bisogno di richiamare determinati ambiti di fedeltà carismatica a don Bosco, a comunicazioni ufficiali da Superiore Maggiore a tutte le suore: morte di don Bosco, relazioni di udienze pontificie, cambi did irettori generali delle Figlie di Maria Au- siliatrice, convocazioni di Capitoli generali, formazione di ispettorie, deliberazioni capitolari, anniversari da celebrare ed altri eventi signifi- cativi della famiglia. Superiore prudente, ricco di esperienza di amministratore di beni e di visitatore di case salesiane, non privo di conoscenza del vissuto spirituale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, don Rua, conosciute bene le situazioni e le persone, – stupende al riguardo le poche righe della lette- ra n. 198 – dà direttive programmatiche per la gestione dei vari aspetti della loro vita ed invia suggerimenti per i momenti ordinari e per quelli di emergenza, il tutto in vista del buon andamento materiale, morale e spirituale dell’Istituto e delle singole opere. Ovviamente le lettere sono solo una parte dell’ampia “direzione” offerta da don Rua alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Molti problemi, soprattutto quelli più spinosi e ri- servati, erano rimandati ai rapporti personali e agli incontri face to face di cui la corrispondenza ne conserva solo