MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO

SAGGI 9

LES DOCUMENTS DIPLOMATIQUES TIJPORTANTE SOURCEDESETUDESBALKANIQUES

Actes de la Conférence scientifique internationale

Tutzing-Munich, 4-6 mai 1986

ROMA 1988 UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI

DIVISIONE STUDI E PUBBLICAZIONI

Comitato per le pubblica zioni: Renato Grispo, presidente, Paola Carucci, Arnaldo PROGRAMME D'Addario, Antonio Demoni Litta, Romualdo Giuffrida, Lucio Lume, Giuseppe Pansini, Claudio Pavone, Vilma Piccioni Sparvoli, Luigi Prosdocimi, Leopoldo Puncuh, Isabella Zanni Rosiello, Lucia Fauci Moro, segretaria . 4 mai Session du Bureau du CIBAL dans les locaux de la Direction générale des Archives Cura redazionale: Maria Guercio. d'Etat de Bavière.

5 mai Allocutions de M. Karl Nehring et de M. Nicolai Todorov.

Th èmes: I. Role des documents diplomatiques dans l'éclaircissement et l'étude de la politi­ que des Grandes Puissance et d'autres pays européens à l'égard des Balkans. II. Résultats et particularités des recherches effectuées d'après les documents diplo­ matiques. III. Piace et role des grandes archives, du CIA et du CIBAL dans l'éclaircissement et le règlement des problèmes discutés à la Conférence (discussion théorique­ pratique).

Première séance, Présidents: K. Oldenhage, K. Nehring, N. Todorov

l. Klaus Oldenhage, Bundesarchiv (RFA), Quellen zur Geschichte der Balkanliin­ der im Bundesarchiv Koblenz. 2. Hermann-Josef Busley, Archives d'Etat de Bavière (RFA), Quellen zur Geschichte �er Balkanlander im Bayerischen Hauptstaatarchiv. 3. Karl Nehring, Siidost lnstitut (RFA), Kaiserliche Gesandtschaftsberichte und Finalrelationen aus Konstantinopel als Quellen zur Geschichte Siidosteuropas im 16. und 17. Jahrundert. Milton Gustafson, National Archives (Etats-Unis), Diplomatic documents of the 4. United States relating to Balkan history. 5. Lorenzo Mannino, Bureau centrai des biens d'archives (ltalie), Fonds du Mini­ stère des affaires étrangères de I'Unité d'Italie à la fin de la Première guerre mon­ Vendita: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato, diale. Piazza Verdi, 10, 00198 Roma 6. Paola Carucci, Bureau centrai des biens d'archives (Italie), Documents diploma­ tiques italiens pendant la période de la Restauration.

Proprietà leneraria riservata 7. Sven Welander, Organisation des Nation Unies, The Archives of the League of Nations.

5 Les doCIImen/s diplomaliques

6 mai

Deuxième séance, Présidents: S. Welander, A. Puto l. Nina D. Smirnova, Institut de l'Académie de Moscou (Union Soviétique), Publi­ cations documentaires en URSS en tant que source des recherches sur !es rela­ tions internationales dans !es Balkans pendant l'époque contemporaine. 2. Arben Punto, Thoma Murzaku, Institut d'Histoire de Tirane (Albanie), Résultats et perspectives des Archives en Albanie. 3. Zivko Avramovski, Institut des relations internationales de Belgrad (Yougosla­ L'istituzione del ministero per i Beni culturali e ambienta/t� nel 1975, e il pas­ vie), Importance des matériaux diplomatiques britanniques pour l'histoire des saggio ad esso degli Archivi di Stato hanno rappresentato nel nostro paese il unto � _ pays balkaniques d'entre-deux-guerres. d'arrivo di una lunga battaglia per la rivendicazione di precise istanze cultura/t e dr 4. Georges Castellan, Centre d'études des civilisations de l'Europe centrale et du qualificazione professionale degli archivi e degli archivisti. Ma hanno posto anche la _ Sud-Est (France), Diplomate et historien: l'exemple de François-Charles Pou­ premessa di una svolta che doveva, in breve volgere di tempo, provocare u�a dec s� queville, historien de la Régénération de la Grèce. modt/icazione delle funziom� della sfera di attività e dell'immagine stessa deglt archrvt:� 5. Dusan Lukaé, lnstitut de balkanologie (Yougoslavie), Diplomatenmaterialen in coincidendo con mutamenti profondi nel panorama culturale, per un'accresciuta den Archiven in Jugoslawien i.iber die Geschichte der Balkanvolker bis 1945. domanda di servizi culturali da parte di un pubblico sempre più ampio e diversificato, 6. Stefan Malfèr, Osterreichisches Ost - und Si.idosteuropa Institut (Autriche), avido di conoscenze e di informazioni ai livelli più differenti. Diplomatische Akten und Kirchengeschichte: Osterreich und der Balkan, 1848- In sostanza, l'amministrazione degli archivi di Stato doveva scoprire il significato 1918. di una nuova politica di valorizzazione del patrimonio documentario rivendicando in 7. Emi! Palotas, lnstitut d'histoire d'Europe orientale (Hongrie), Osterreichische tale processo un ruolo, non più limitato alla conservazione e alla inventariazione della diplomatische Quellen zur Balkanpolitik der Habsurgermonarchie in der zweiten documentazione storica, ma esteso alla utilizzazione e alla divulgazione, alla edizione Halfte des 19. Jahrhunderts. dei testr� allo studio ed alla interpretazione delle fonti, anche con il ricorso alle tec- nologie più moderne. Troisième séance, Présidents: K. Kosev, N. Smirnova. . Questo da un lato ha signr/icato la moltiplicazione delle iniziative cultura/t e pro- Konstantin Kosev, Institut d'histoire de Sofia (Bulgarie), Documents diplomati­ l. mozionali sul piano centrale e pen/erico, con l'incremento dell'attività editoriale e di ques russes et allemands sur la question d'Orient. ricerca, con l'organizzazione di co nvegni scientr/ici e di mostre documentarie, con l'i­ 2. Miroslav Tejchman, Institut d'histoire moderne et contemporaine de Prague stituzione di una struttura essenziale del servizio didattico, con l'avvio di progetti spe­ (Tchécoslovaquie), Documents diplomatiques des archives tchécoslovaques. rimentali di elaborazione automatica; dall'altro lato ha sollecitato la più ampia aper­ 3. Constantin Svolopoulos, Institut d'études balkaniques de Salonique (Grèce), Les tura ad impegni comuni con università e altri centri e istituti scientr/ici ed ha sotto­ sources diplomatiques sur la participation de la Grèce à la Seconde guerre mon­ lineato l'importanza della collaborazione internazionale, nel quadro sia delle iniziative diale. del Consiglio Internazionale degli Archivi che degli accordi culturali bilaterali e mul­ 4. Krastju Mancev, Institut d'études balkaniques (Bulgarie), Documents diplomati­ tilaterali con altri paesi. ques bulgares concernant l'histoire balkanique aux xrx· s.-xx· s. In questo senso particolare rilievo è venuta assumendo negli ultimi anni lapresen z� 5. Vassilis Panayatopoulos, Fondation nationale de la recherche scientifique (Grè­ dell'amministrazione archivistica italiana nell'attività e nelle iniziative del CIBAL, tl ce), Les archives d'Ali Pacha à }annina et leur importance. Centro internazionale d'informazione sulle fonti per la storia balcanica (oggi: per la 6. Jean-Pierre Babelon, Archives de France, Les Archives consulaires françaises storia balcanica e mediterranea), nato nel 1976, per iniziativa congiunta dell'Associa­ conservées aux Archives nationales (à propos de la publication récente de deux zione internazionale di studi sul Sud-Est Europeo (AIESE) e del Consiglio Internazio­ inventaires). nale degli Archivt� sull'esigenza di allargare l'attenzione per le fonti della storia del

7 6 Les documenls diplomaltques Retta/o Gmpo

Sud-Est Europeo in rapporto alla estensione degli studi balcanici alla più vasta area del con la quale i rapporti sono di v1tale importanza- da secoli- per la storia della nostra bacino mediterraneo. penisola. Dopo la risoluzione adottata, su iniziativa della Bulgaria, alla XVIII sessione partecipazione degli archivisti italiani al seminario di Tutzing, e ora la pub­ La della Conferenza generale dell'UNESCO, e dopo una prima riunione e Parigz� nell'a­ blicazione degli atti di quel convegno, segnano infine lo spostamento dell'attenzione prile del 1975, dei responsabili degli archivi di numerosi paesi non soltanto dell'area su problemi metodologici e d'informazione generale che meritano di essere approfon­ mediterranea, l'ipotesi di un centro di informazione era stato sottoposto alle istanze diti e allargati. dirigenti dell'AIESE e del CIA e quindi alla VII Conferenza delle Commissioni bal­ Si consideri soltanto l'interesse di una operazione culturale che si poné come caniche nazionali per l'UNESCO. modello per un 'ipotesi di lettura incrociata e di integrazione delle fo nti� per la ricostru­ Confe renza costitutiva del CIBAL, svoltasi a Sofia nel settembre 1976, con la zione della storia di paesi- come appunto quelli balcanici - che di gran parte della La partecipazione di specialisti di 15 paesz� tra cui l'Italia, approvò infine il progetto defi­ documentazione scritta sono stati privati da una serie di vicende e di distruzioni par- · nitivo di Statuto che fissava gli obiettivi pro grammatici nella promozione delle ricerche ticolarmente dolorose. sulla storia dei paesi balcanici e nella diffusione <

8 9 Nicolai Todorov

LES DOCUMENTS DIPLOMATIQUES: SOURCE IMPORTANTE DES ETUDES BALKANIQUES. EXEMPLE D'UNE COOPERA­ TION FRUCTUEUSE

Les 5 et 6 mai 1986 à Tutzing (Munich, RFA) s'est tenue une conférence scien­ tifique internationale sur le thème «Les documents diplomatiques - source impor­ tante cles études balkaniques», organisée par le Centre international d'information sur !es sources de l'histoire balkanique et méditerranéenne (CIDAL) conjointement avec le Conseil international cles archives (CIA), le Bundesarchiv à Coblence, le Si.idost-lnstitut à Munich et la Direction générale cles archives d'Etat de Bavière. La participation à la conférence d'archivistes et d'historiens de plusieurs pays et de 3 organismes internationaux, ainsi que !es débats animés lors cles séances, confirment le vif intéret que suscite le thème de cette initiative scientifique. L'actualité cles problèmes discutés au cours de la conférence s'explique par l'importance primordiale cles documents diplomatiques en tant que sources histo­ riques. La . riche information qu'ils contiennent sur !es relations diplomatiques est depuis longtemps largement utilisée dans !es pays balkaniques pour l'analyse de la politique cles puissances européennes à l'égard cles Balkans et sourtout pour l'éclair­ cissement de leurs relations bilatérales avec !es pays de la région. Cette documen­ tation est d'une importance particulière également pour l'analyse de la situation socio-économique et culturelle dans !es pays balkaniques, pour l'étude cles contra­ dictions nationales etc. La domination étrangère a privé !es peuples balkaniques d'une documentation diplomatique et !es deux guerres mondiales ont causé la destruction d'une partie considerable de leurs archives nationales. C'est pourquoi !es rapports cles représentations diplomatiques de différents pays dans la métropole de l'Empire ottoman, dans d'autres villes de la péninsule, ainsi que dans !es capi­ tales cles pays libérés sont considérés comme cles sources importantes sur la situa­ tion intérieure cles pays balkaniques. L'idée d'organiser une conférence scientifique internationale sur !es problèmes que !es chercheurs et !es archivistes rencontrent puisant dans !es documents diplo­ matiques, une précieuse information pour !es études balkaniques a été lancée lors de la session du Conseil du CIBAL (Sofia, janvier 1982) et intégrée par la suite m· au programme à long terme du Centre. Ces problèmes concernent !es spécificités multiples de l'utilisation et de l'interprétation de cette documentation. C'est ainsi

11 Nicolai Todorov Les documents diplomaiiques

naissance cles larges milieux scientifiques et de ce fait à susciter leur intéret à la col­ que l'idée a muri pour etre finalement adoptée comme initiative conjointe du lecte et l'utilisation des documents diplomatiques pour éclaircir !es événements CIBAL et du CIA. historiques complexes qui ont eu lieu dans !es terres balkaniques. Au bout de consultations utiles et compre tenu cles précisions apportées par le De meme, grace à l'aimable hospitalité offerte par !es Archives italiennes, on Bureau du CIBAL lors de ses session à Bucarest et à Séville (octobre 1983 et mai envisages l'organisation d'une deuxième conférence scientifique en ltalie en 1989 1984) divers thèmes ont été retenus et inclus au projet de programme de la confé­ sur le thème «Problèmes méthodologiques du travail avec !es sources diplomati­ rence. Ce projet de programme et de questions d'organisation ont été discutés à la ques: documents officiels et archives privées des diplomates, siècles XVIII"-XX0». éunion préliminaire tenue à Bonn e n septembre 1984 dans le cadre du xc Congrès � . Cette nouvelle initiative scientifique réunira des archivistes, cles chercheurs et cles mternattonal cles archives. experts en matière de relations internationales et d'histoire balkanique de différents Les rapports des participants à la conférence ont été multipliés et distribués pays pour examiner et mettre en valeur !es méthodes de travail avec ce genre par­ d'avance et au cours des séances Ics auteurs ont fa it de brefs exposés. D'une relle ticulièrement important de sources historiques ayant trait aux Balkans. Or, l'orga­ manière on a créé cles conditions favorables pour une discussion approfondie cles nisation de la conférence en Italie aidera !es scientifiques et !es archivistes à appro­ questions principales à l'ordre du jour. fondir leurs connaissances et à élargir leurs activités ainsi qu'à établir une coopéra­ La conférence, conçue et réalisée en tant que première rencontre entre cles rion fructeuse avec !es archives narionales des differents pays, le CIA et le CIBAL. scientifiques et cles archivistes de différents pays, travaillant dans le domaine cles Nous sommes convaincus d'avoir engagé nos efforts dans la bonne voie de l'entente études balkaniques visait à définir le role et la piace cles documents diplomatiques et de la coopération internationale. dans la recherche et l'interprétation cles relations diplomatiques et politiques dans !es Balkans et entre !es pays du Sud-Est Européen et !es autres pays du monde. De meme, cetre initiative avait pour but de mettre en valeur la spécificité des études effectuées sur la base de la documentation diplomatique, ainsi que l'apport cles grandes archives européennes, des Etats-Unis, de l'Organisation cles Nations Unies à Genève à l'éclaircissement et au règlement cles problèmes relatifs à l'utilisation des documents diplomatiques conservés dans divers pays. La plu a t es rapports présentés à la conférence portaient sur le role du patri­ . � � � mome archtvtsttque en tant que source d'importance primordiale à l'époque moderne et contemporaine. La documentation conservée aux archives des pays balkaniques en tant quc _ so�rc� tmportante pour l'étude cles relations entre !es pays de la région et pour l'é­ c�atr�tssement de certains aspects de leur histoire a fa it l'objet de plusieurs commu­ mcattons présentées par cles archivistes et historiens cles pays balkaniques. Certains participants à la conférence ont communiqué dans leurs rapports cles donnée intéressantes concernant quelques archives privées de diplomates ou de politiciens. La c�nférence sci�ntifiques «Les documents diplomatiques - source impor­ tante cles etudes balkamques» tenue avec succès à Tutzing (Munich, RFA) constitue encor� un exemple de coopération internationale fructueuse. La publication du recuetl actuel contenant !es rapports des participants à la conférence le confirme en tant qu'une édition commune cles Archives d'Etat d'Italie et du CIBAL. Nous som­ mes convaincus que ce volume contribuera à porter les problèmes discutés à la con- 13 12 Zivko Avramovski

L'IMPORTANCE DES MATERIAUX J!IPLOMATIQUES BRI­ TANNIQUES POUR L'HISTOIRE DES PAYS BALKANIQUES D'ENTRE-DEUX-GUERRES

Les historiens qui s'occupent du passé des peuples balkaniques dans la période d'entre-deux-guerres, se heurtent aux grandes difficultés dans l'emploi des maté­ riaux diplomatiques des pays balkaniques. Les conditions de leur emploi ne sont pas égales dans différents pays, mais d'une façon générale, !es historiens des pays étrangers sont éxposés partout aux importantes mesures restrictives. Ces mesures s'étendent de la plus compléte inaccessibilité des archives diplomatiques aux cher­ cheurs étrangers, camme en Albanie, à l'octroi des permis de travail seulement aux historiens de certains pays, ce qui est le cas dans la plupart d'autres pays, de sorte que l'on ne peut pas dire qu'il s'agit d'archives ouvertes au travail scientifique, bien que les limites chronologiques imposées par la loi, ne présentent pas de difficultés au point de vue forme!. En Yougoslavie, où le archives diplomatiques sont acces­ sibles aux chercheurs, la majeure partie des matériaux provenant du Ministère des Affaires Etrangères du Royaume de Yougoslavie (section politique) a été détruite, au cours de la guerre d'avril de 1941, tandis que les ministres et d'autres hauts fonc­ tionnaires ont emporté une partie de la documentation. Sont détruits complète­ ment, ou en partie, !es fonds d'archives de certaines missions du Royaume de You­ goslavie dans les pays européens, tout d'abord dans !es pays de l'Axe et de leurs satellites, ce qui fait que l'on peut utiliser de nos jours seulement les matériaux des missions à Londres, à Paris (en partie conservée), à Ankara, à Athènes et à Bucarest (celle-ci n'étant pas encore mise en ordre). D'autre part, les barrières linguistiques s'imposent, car y a peu d'historiens il qui s'occupent de la période d'entre-deux-guerres, qui connaissent outre la langue maternelle plus d'une langue balkanique. Dans ces circonstances les matériaux des archives diplomatiques de la Grande­ Bretagne, de l'Allemagne, de la France et de l'Italie, qui étaient à l'époque de gran­ cles puissances, acquièrent la plus grande importance. En outre, sont également riches les matériaux d'archives diplomatiques du Ministère des Affaires Etrangères de la Tchécoslovaquie. Les archives diplomatiques des grandes puissances sont ouvertes aux chercheurs, tandis que !es matériaux d'archives tchécoslovaques, qui étaient pendant un certain temps accessibles aux chercheurs, sont devenus de

15 Les domments diplomotiques Zivko Avramovski

nuveau inaccessibles aux chercheurs de la plupart des pays balkaniques et d'autres lutionnaires sous le commanèlement de l'éveque Fan Noli, il était présent aux séan­ pays. ces du cabinet, et influait sur son attitude, tandis que le membre de la mission Parr Tous ces pays avaient entre-deux-guerres, d'importants intérets économiques allait aux pourparlers avec les insurgés à Scutari). Tout celà confère à leurs comptes­ et politiques dans les Balkans, et disposaient par conséquent d'un important réseau rendus sur les évènements en Albanie le caractère de documents de la plus haute diplomatique et consulaire, qui suivait de près le développement général des pays originalité. balkaniques, leurs relations mutuelles, et leurs relations avec les pays non-balkani­ Le deuxième exemple concerne les relations du ministre britannique à Belgra­ ques, et mettait à la disposition de leurs ministères de très bonnes informations. de, Ronald H. Campbell avec le Prince Paul. Campbell pouvait venir à tout Toutefois, l'on peut dire que les matériaux des archives diplomatiques britanniques moment, sans aucune procédure particulière, chez le Prince Pau], qui invitait lui­ (conservés au Public Record Office à Londres) sont les plus importants, à cause de meme parfois le ministre britannique pour le consulter. Le Prince Pau] non seule­ leur volume, leur complexité, l'ordre dans lequel ils se trouvent, et leur accessibilité ment mettait au courant le ministre britannique des initiatives du gouvernement aux chercheurs1• En principe, n'y a pas de limites au travail. Tous les documents il . dans le domaine de la politique étrangère, mais, qui plus est, lui remettait les copies qui se trouvent aux Archives, et qui ont plus de trente ans, peuvent en princ ipe etre des rapports des ministres yougoslaves à l'étranger, et d'autres documents. Tous ces consultés par les chercheurs, hormis les documents strictement confidentiels (green documents se trouvent actuellement au Public Record Office, alorsqu'on ne les papers), qui sont conserves dans un fonds particulier et sujet à un régime prolongé trouve plus aux archives du Secrétariat fé déral aux affaires étrangères à Belgrade, d'inaccessibilité. Cependant, meme ces documents sont signalés2 et on trouve dans puisqu'ils furent detruits, comme on vient de le dire, lors de la guerre d'avril de les fascicules leur couverture où l'on peut lire les données sur l'expéditeur, le numé­ 1941. ainsi qu'une courte note sur le contenu. Les documents de ce groupe, dont le ro, Les ministres britanniques dans d'autres pays balkaniques entretenaint aussi de terme de clé)ture a expiré, sont mis à la disposition des chercheurs. bonnes relations personnelles avec les chefs d'Etats et les ministres des affaires Le service diplomatique britannique, appartenant à une grande puissance, qui étrangères, notamment Sir George Rende! à Sofia, Hugh Knachbuli-Hugessen à avait ses intérets dans la Méditerranée Orientale et dans les Balkans, était bien orga­ Ankara, qui redigèrent des memoires sur leur activité, sur !es personnalités et les nisé et pourvu d'un personnel capable et expérimenté. Ce service agissait dans Ies événements, pendant leur service à Sofia et à Ankara4• pays balkaniques comme un facteur impartial, qui n'entrait pas directement dans la Les ministres britanniques entretenaint, personnellement ou par l'intermédiaire lutte des fa ctions, surtout dans la première moitié de l'époque envisagée. Voilà d'autres membres de leur mission, des contracts réguliers avec les chefs des partis pourquoi les ministres plénipotentiares britanniques étaient presque toujours con­ d'opposition, ce qui confère una grande importance à leurs rapports sur l'opinion sultés en matière de politique extérieure. lls donnaient d'ailleurs volontairement et l'attitude de l'opposition vis-à-vis des problèmes de politiques intérieure et exté­ leur avis, en tenant toujours compre des intérets britanniques. Dans les pays balka­ rieure, cas ces rapports sont écrits à base des informations reçues des personnalités niques ils entretenaient de bonnes relations personelles avec d'importantes person­ les plus compétentes. Ce fait est d'une importance particulière pour !es pays balka­ nalités politiques, y compris des chefs d'Etats, des monarques et des premiers mini­ niques, où ne sont pas conservées les archives des partis politiques, comme par stres, ce qui leur permettait d'obtenir leurs informations des personnages les plus exemple en Yougoslavie. compétents. Nous donnerons deux exemples qui illustrent bien ce dont on vient de Au Public Record Office, la majeure partie des matériaux diplomatiques se parler. Le ministre britannique en Albanie entretenait des relations amicales avec trouve dans le fonds Foreign Office 371 (FO 371). C'est un fonds très riche, com­ Ahmed Bey Zogu, jusqu'à sa chute du pouvoir et son émigration en Yougoslavie, prenant plusieurs milliers de fascicules, mais très bien ordonné. au mois de juin Au cours des journées critiques de l'offensive des forces révo- 1924. Les documents diplomatiques sont également conservés dans les fonds du Cabinet Office et les fonds relatifs aux légations et ambassades. 1 Tous les documents rédigés à partir de la correspondence générale du Ministère des Mfaires Etrangère� sont répertoriés dans Maù1 Index, publié pour Public Record Office par Kraus Thompson _ . Z. AVRAMOVSKI, La politique anglaise envers l'Albanie, 1918-1924, in «Balcanica», Beograd, IV,

16 17 Les documenls diplomatiques Zivko Avmmovski

Quant aux années 1919-1923, les documents sont aussi trouvables dans la col­ fonds !es documents sont placés par ordre chronologique sans tenir compre des lection privée du secrétaire d'Etat (Private 0// ice Papers). Cependant, FO 371 étant pays auxquels ils se rapportent et de leur contenu. Pour chaque année il y a deux les fonds de base, ces derniers font l'objet de notre attention. fascicules, l'une allant de janvier à juin et l'autre de juillet à décembre. Bien qu'il Les telegrammes, les rapports et les instructions du Foreign Office sont rassem­ ne s'agisse ici que d'un choix cles documents, provenant du fonds bien plus large blés en groupes particuliers pour chaque pays. Les documents dans !es fascicules FO 371, étant donné qu'on y trouve des documents considerés de la plus haute sont rassemblés par matières, politique étrangère, politique intérieure, questions importance et imprimés en tant que tels, ils représentent un excellent point de économiques et financières, certaines personnalités inf!uentes etc., en tenant compre départ pour l'étude de la politique exterieure et intérieure cles pays balkaniques de l'ordre chronologique à l'intérieur de chaque fascicule. entre-deux-guerres. Chaque document est inséré dans une couverture, où sont écrites !es informa­ Il faut preter une attemion toute particulière aux documents qui traitent cer­ tions indispensables sur l'expéditeur, le receveur, la date de l'expédition et de la tains problèmes à un degré supérieur d'élaboration. Ce sont cles mémoires compo­ reception, le numéro de l'expédition et de la reception au protocole du Foreign sés au Foreign Office, qui se rapportent à certaines questions importantes cles rela­ Office. Outre cela, en tete de couverture, on trouve un bref aperçu sur le contem• tions inter-balkanique, à certaines organisations politiques de la Grande Bretagne et du document inséré. Si le document exigeait une prise de position ou une résponse, d'autres grandes puissances dans !es Balkans. Ces mémoires ont un caractère de ou bien des instructions du Foreign Office, on trouve sur la couverture !es notes cles synthèse, et représentent le résultat d'un travail collectif de l'appareil entier du membres du service concernés, du plus jeune attaché chargé d'un pays balkanique, Foreign Office, et de certaines missions britanniques à l'étranger. En effet, l'élabo­ au chef de section (Head o/ the Departement) et au sous-secrétaire d'Etat perpetue! ration d'un mémoire à propos d'une question devenue actuelle, et qu'il fa llait étu­ au Foreign Office. Ces notes sont d'une importance toute particulière, car !es sujets dier plus à fonds et porter une décision, était confiée à l'attaché concerné. Pour cles rapports y sont analysés de tous !es aspects, on y fa it appel et on y renvoie aux accomplir cette tiìche, celui-ci se servait de l'entière documentation disponible au rapports reçus précédemment, et aux positions prises, finalement on y crée l'atti­ Foreign Office, et mentionnait roujours le numéro du document dont il profitait, et rude du Foreign Office, que l'on fa it parvenir au ministre à l'étranger, comme l'at­ qui traitait le problème qu'il fallait élucider. Pour le chercheur contemporain c'est titude officielle du gouvernement, suivie cles instructions pour son comportement. un excellent itinéraire dans la recherche des documents qui lui permettront de con­ D'une façon générale, tous !es rapports se trouvent regroupés par pays dont ils naltre plus à fond le problème. Outre celà. l'auteur du mémoire se servit souvent parviennent, cependant les rapports concernant une problematique balkanique plus de la liuérature, surtout pour une approche historique au problème, ce qui fait que large, ainsi que !es rapports entre plusieurs Etats balkaniques, sont séparés et for­ ces mémoires representent souvent de véritables petites études. ment un groupe à part dans le cadre du fonds FO 371, sous le titre Genera!. On La première version du texte était remise à la lecture et à la critique de tous y trouve !es rapports, du caractère mentionné, provenant cles missions britanniques !es membres du Foreign Office concernés ainsi qu'aux ministres britanniques dans dans tous !es pays balkaniques. Il s'agir de matériaux très importants, tout à fait !es pays pris en consiclération par le mémoire. A la suite cles opinions reçues, cles indispensables pour l'étude cles thèmes tels que l'Entente Balkanique, la Perite remarques et des propositions émises par toutes !es personnalités concérnées dans Entente, !es relations inter-balkaniques, l'avance germanique dans !es Balkans, la l'élaborations, le texte du mémoire une fois amendé et complété était accepté en politique britannique dans !es Balkans etc., mais ils sont tout aussi inévitables pour tant que définitif, dans la Section (Departement) concernée, pour etre enfin impri­ l'étude de la politique étrangère de chaque pays balkanique à part, car !es docu­ mé. Ainsi, devenait-il un document officiel, présentant l'opinion de tout le Foreign ments que l'on retrouve dans ce groupe, ne sont pas disponibles sous forme de Office. Tous !es mémoires, en tant que documents d'importance, étaient imprimés, copies dans !es groupes de documents concernant chacun des pays balkaniques. de sorte qu'on !es trouve, outre dans le fo nds FO 371, dans !es fonds FO 42 1 c.à.d. Les rapports d'une importance particulière étaient imprimés au Foreign Office 434. et distribués pour lecture interne. Les rapports imprimés se trouvent dans !es fasci­ Les rapports annuels des missions britanniques à l'étranger représentent un cules, joints aux rapports originaux retapés à la machine à ecrire. Outre celà, tous autre aspect de documents d'un degré supérieur d'élaboration. (Anual Report). !es rapports imprimés sont séparés et groupés dans un fonds particulier Confidential Dans la rédaction de ces rapports prenaient part, outre le ministre plénipotentiaire, Print FO 42 1 (jusqu'à 1933) et FO 434 (de 1934 en avant). A l'intérieur de ces !es conseillers compétens, pour !es questions politiques, économiques et culturelles,

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ainsi que !es attachés militaires, de mer et de l'air, dans les missions ou leur poste sidération du point de vue de l'autre pays concerné. Cet aspect n'est pas considéré existait. Ces rapports annuels étaient composés à la base Cles rapports courants pour superficiellement, mais d'une façon analytique, en tenant comte du rapport du mini­ l'année concérnée. stre britannique dans l'autre pays concerné, que le ministre accredité dans le pays Les rapports annuels sont de vastes documents, comprenant jusqu'à 200 pages dont on rédigeait le rapport annuel, recevait directement ou par l'intermédiaire du dactylographiées. Le texte est partagé en une introduction générale et en quatre Foreign Office. chapitres. Dans l'introduction on présente un aperçu général sur la politique inté­ Bien entendu, ces rapports mettent en relief surtout le point de vue britannique rieure et extérieure du pays. Le premier chapitre est consacré à la politique exté­ sur la mentalité, la morale politique et la pratique politique dans les pays balkani­ rieure. On y donne un aperçu, et une évaluation des relations bilaterales avec !es ques, qui est souvent inacceptable pour les historiens provenant des pays balkani­ pays voisins et avec !es grandes puissances, par ordre alphabétique. Les relations du ques, mais ces points de vue sont importants, car ils nous montrent l'opinion d'une pays concerné avec la Grande Bretagne sont présentées le plus en détail. Pour les grande puissance, riche d'une ancienne culture et d'une tradition dans le domaine pays membres de la Petite Entente et de l' Etente Balkanique, leurs relations dans de l'organisation démocratique de I'Etat et de la vie parlementaire, vis-à-vis cles peu­ le cadre de ces pactes régionaux sont considérées à part. ples balkaniques. Ces points de vue, d'ailleurs, servaient souvent de point d'appui Dans le deuxième chapltre on tratte la situation politique intérieure. Outre les dans l'élaboration de l'attitude britannique par rapport aux diverses questions poli­ principaux courants du developpement politique intérieur, on y parle des élections tiques dans les Balkans. parlamentaires et des élections locales, des changements du cabinet, de la législa­ Un autre défaut cles rapports annuels provient du fait qu'ils étaient redigés vers tion, du role et de l'influence de la cour, des relations entre certains partis au pou­ la de l'année courante et le début de l'année nouvelle, ce qui fa it qu'un bon fin voir et de l'opposition, de l'état des groupements nationaux et des minorités natio­ nombre d'information qu'on y trouve, n'est qu'approximativement exact. Par exem­ nales, cles communautés religieuses, de l'état de la science, de la culture etc. ple !es résultats cles élections parlementaires qui avaient lieu au mois de décembre, Dans le troisième chapltre on présente la situation economique et financière du étaient ceux, publiés à la suite cles élections dans la presse, et ceux-ci differaient pays, le budget, l'émission monétaire, le cours de l'argent par rapport à certaines souvent des resultats définitifs, publiés plus tard. en va de meme avec !es infor­ n monnaies étrangères, la situation du système bancaire, les industries par branches, mations sur les résultats cles échanges commerciaux internationaux. Ces résultats l'industrie minière, l'agriculture, !es transports, ainsi que le commerce extérieur, !es sont évalués à la base des informations reçus pour les neuf premiers mois de l'année, crédits, !es dettes intérieures et extérieures. Ce chapltre ne figure plus dans les rap­ car les résultats pour l'année entière ne sont pas encore disponibles au moment de ports annuels après 1936·, ayant été remplacé par !es rapports economiques annuels la rédaction du rapport. Lorsque l'on procedait aux comparations, on prenait aussi particuliers. les résultats des neuf mois des années précédentes. Le quatrième chapitre, consacré à l'armée est d'une importance toute particu­ Tous les rapports annuels sont imprirnés, mais ils ne sont pas conservés dans lière. On y traite l'organisation de l'armée, le développement de certains services, !es fo nds FO 421 et FO 434 avec tous les autres rapports imprimés. l'acquisition et la modernisation de l'armement et de l'autre équipement militaire. Outre les rapports annuels dont on vient de parler, qu'on trouve dans le fonds On y considère le budget militaire, le développement de l'industrie militaire, les FO 371 (mais aussi dans les fo nds FO 421 et FO 434, puisqu'ils furent imprimés), cadres supérieurs, et leur qualités morales et militaires, les traités militaires interna­ on y trouve les rapports annuels sur les plus éminentes personnalités dans certains tionaux, le visites, les manoeuvres militaires, ainsi que le role du commandement pays. On y donne cles informations de caractère encyclopédique pour tous les hom­ supreme de l'armée dans la vie politique du pays etc. mes d'Etats irnportants, ainsi que pour les hommes politiques, personnalités militai­ Les rapports annuels représentent un point de départ indispensable pour l'ac­ res, sans oublier les émintens représentants de la vie scientifique, culturelle et arti­ quisition d'une vue général de la problematique étudiée pour chaque Etat balkani­ stique. que. Cependant, leur importance est d'autant plus grande, que dans le premier cha­ Bien entendu, dans l'emploi cles matériaux des archives diplomatiques britan­ pitre on ne considère pas seulement la politique extérieure du pays dont on parle, niques, bien qu'ils soient de la plus haute importance et pratiquement indispensa­ mais l'on traite la politique extérieure dans le cadre de la situation générale dans le bles, il faut faire preuve d'esprit critique, car les évaluations qu'on y trouve sont domaine de la politique internationale, et les relations bilaterales sont prises en con- exposées du point de vue britannique, et il faut les comparer avec les documents

20 21 Les documen/s diplomaliques

des pa s balkaniques, car on peut s'apercevoir que dans certains _ � pays les ministres Jean-Pierre Babelon bntanruques subirent dans une certaine mesure l'influence cles opinions des gouver­ nements auprès desquels, ils étaient accredités. LES ARCHIVES CONSULAIRES FRANçAISES INTERESSANT Une partie cles doc ent du fonds FO 371 qui se rapportent à l'histoire des pays balkaniques 0n � L'HISTOIRE DES BALKANS ET DE LA MEDITERRANEE d'entre-deux-guerres a été publiée dans la collection Documents on British Foreign Policy-1919-1939, London HMSo�. ORIENTALE AUX ARCHIVES NATIONALES DE FRANCE Les rapports annuels sUI les . représentants diplomatiques étrangers dans cer­ ams pa s balkaniques sont aussi � � très utiles aux chercheurs, car on y trouve des mformauons sur les postes. occupés précédemment par ces représentants ainsi que La conservation dispersée cles sources d'archives est généralement liée à la sur leur caractère et leur compétence professionelle. discontinuité de l'histoire cles institutions qui les ont produites. Un bel exemple en es documents diplom tiques britanniques n'ont pas été, est fourni par les archives consulaires françaises. Les consulats dépendaient sous -� , � jusqu'à présent, publies d une façon systemauque dans les pays balkaniques. Les Archives de You­ I'Ancien Régirne du secrétariat d'Etat de la Marine, si puissamment organisé par goslavie, en coopération avec la maison d'édition Globus de Zagreb, ont publié un Colbert. Sous la Révolution française, ils furent rattachés au ministère cles Relations tome de documents b"ritanniques, concernant la Yougoslavie pendant la seconde extérieures (Affaires étrangères). En 1796, un partage cles dossiers anciens fut alors guerre mondiale6. Ensuite, elles ont preparé les rapports annuels concernant la You­ opéré, le ministère de la Marine conservant les ordres et dépeches concernant le uslavie, qui sont actuellement sous � presse, dans la traduction serbo-croate sous le Ponant et le Levant jusqu'à la date de 1755, et une série de mémoires et documents tt re Les Britaniques sur le � Royaume de Yougoslavie. Les rapports annuels de la mis­ divers jusqu'en 1789. Ces documents sont toujours conservés dans le fonds ancien ston de Grande Bretagna à Belgrade, tome I (1921-1930) et tome II (193 1-1939)7. de la Marine (sous-série B7) aux Archives nationales. La correspondance ancienne cles consuls, au contraire, ou ce qui en restait car il y a de nombreuses lacunes, était dévolue aux Relations extérieures. Pour cles rai­ sons matérietles, ce fonds est, lui aussi, conservé aux Archives nationales. Il intéresse une période ancienne, XVII•-XVIIJ< siècles, ainsi qu'une partie du XIXe siècle, les correspondances plus récentes étant conservées aux Archives diplomatiques du guai d'Orsay. Le fonds consulaire conservé aux Archives nationales est divisé en deux sous­ séries: Aff.Etr. B1 et Bill. Le premier renferme les correspondances proprement dites cles consuls, le second les mémoires et documems, c'est-à-dire la ducumentation législative et commerciale envoyée au bureau cles consulats. Les historiens se sont intéressés depuis longtemps à ce fonds. L'inventaire cles correspondance devait meme faire l'objet d'une cotlection que dirigèrent de grands professeurs, parmi lesquels l'historien de la Méditerranée Fernand Braudel, et dans le cadre de laquetle parut surtout la correspondance de Salonique et Kavalla par Nicolas G. Svoronos en 1951. Plusieurs travaux récents d'archivistes, à l'occasion desquels la collaboration entre la France et le CIBAL a pu se manifester une fois encore, ont été consacrés H SO: 0 Her M_ajesty's Stationery Office. à ces fonds et permettent de dresser un bilan. C'est ainsi qu'un Répertoire numé­ : Ttlo- Churchrll, Stro go pov! Top secrel! selectionnés et rédigés par D. 1981. BJBER, Globus, Zagreb, rique cles deux sous-séries avec un index géographique a été publié par les Archives 7 Rédigés par AVRAMOVSKI. Z. nationales en 19821• L'examen de cet instrument permet de bien distinguer les

22 23 Les doCIImenls dtplomaliques }eOit-Pierre Babelon

fa scicule que !es correspondances consulaires d'Athènes et de Nègreponr par !es ensembles qui ont fa it l'objet d'inventaires analytiques publiés ou non, et les vastes soins des Archives nationales. zones encore lacunaires où la recherche ne peut que tatonner au fil du classement Pour la Grèce, on trouve notammenr une importante documentation de type chronologique. Donnons, d'emblée, la liste de ces lacunes les plus importantes: réglemenraire sur la navigation commerciale, !es importations et !es douanes au aucun inventaire sur les consulats d'Alep (22 articles), Constantinople (73 articles), temps de la république grecque puis aux débuts de la monarchie othonienne ( 1830- Lamaca ( 13 articles), Smyrne (28 articles) et T ripoli de Syrie (11 articles). 1854), différenrs projets de traité de commerce entre la Grèce et la France, et enfin Au contraire, les fo nds de La Canée et de Candie, de Chio, de Mytilène, Milo, une série de tableaux statistiques sur !es importations et les exportations à Syra, au Naxie et Rhodes, de Tripoli de Syrie, de Saint-Jean-d'Acre, de Jérusalem et de Pirée et à Patras principalement. Le dossier comprend encore les textes des traités Durazzo peuvent etre abordés à l'aide d'instrumenrs de recherche approfondis - de com merce de la Grèce avec l' Autriche, la Suède, l' Angleterre, l es Etats-Unis, la comme celui de Salonique et Kavalla déjà cité - dus à Constantin G. Constanti­ Belgique, !es Deux-Siciles et différents états allemands. nidès, Joseph Chalhoub et Christian Gut. Pour la Turquie, !es documents diplomatiques sonr analogues, depuis le traité Un travail récent a vu le jour en 1985, il concerne la correspondance des con­ suls d'Athènes et de Nègreponr. L'inventaire de ces trois articles, couvranr la de paix de 1802 et !es références aux anciennes Capirulations. Les Mémoires débu­ rent avec un pian de travail «pour !es arrangements généraux du Levant et de la période 1684- 1791 pour Athènes, et 1714- 1772 pour Nègrepont, est l'oeuvre de Barbarie» étudié par le minisrre Maurepas. On notera un important procès-verbaJ Mme Psaras, reprise en vue de sa publication aux Archives nationales2 par Mme � affai­ Odile Krakovitch, conservateur à la Section ancienne. Dans son introduction, à de l'assemblée des négociants marseillais, soucieux en 1795 de rétablir «leur res dans ces contrées». Les tableaux statistiques des importations et exportations laquelle nous empruntons les principales données de notre exposé, Mme Krako­ vitch fait le point sur les fo nds consulaires et leur bibliographie; la liste des ministres des différenrs ports ne couvrent malheureusement que les années 1854-1858. Enfin un travail portant sur une fraction beaucoup plus étendue de certe sous­ de la Marine et des Affaires étrangères et des ambassadeurs de France à Constan­ série a été réalisé ces dernières années aux Archives nationales par M. Godefroy de rinople est placée en annexe pour fa ciliter la recherche. Falguerolles, conservateur en chef. C'est un copieux fichier analytique portant sur Les consuls de France au Levant avaienr des responsabilités d'ambassadeurs. tout l'ensemble des Mémoires et documenrs venus des consulats de Levanr et de C'est dire l'intéret très divers de leurs dépeches. Bien entendu, le commerce, le Barbarie pour la période 1616 à 1797, so i t 322 articles. Divisé en noms de perso n ne commerce maritime, y occupe la première piace, avec le mouvement des navires, la (avec analyse des actes), noms géog raphiques et noms de matières, il a été dactylo­ situation économique du pays, les récoltes de blé et d'huile, mais on y trouve aussi graphié tout récemmenr et est donc aisément consulrable. On y trouve une foule de en bonne piace l'information politique, le renseignement, voire la chronique la plus renseignements sur la vie économique, la société, les nouvelles politiques des prin­ «potinière»; et enfin des indications - et surtout des plaintes - sur la situation cipaux comptoirs de Méditerranée orientale. Des épisodes, contés par le menu, personnelle du consul. reviennenr fréquemmem Ùans ces mémoires. Là encore, il y a matièrc à une étude La série .13111 des Mémoires et Documents n'est pas moins intéressante, mais elle sur le personnel consulaire, la carrière et !es conditions d'existence de ces hommes a probablement été moins utilisée jusqu'ici par les historiens. Mme Rai'a Za'imova, au statut parfois mal défini, leurs rapports avec la société locale, et d'une façon plus collaboratrice du CIBAL' avait entrepris l'inventaire des différenrs mémoires con­ générale, l'existence des ressorrissants étrangers dans l'Empire Ottoman aux XVIJ< cernant les consulats de Grèce et de Turquie. Soit trois articles couvrant la période et siècles. 1740- 1870. Ce travail, revu lui aussi par Mme Krakovitch, a paru dans le meme xvrn· est certain que des dépouillements plus systématiques dans les fo nds encore n peu explorés rendraienr !es plus grands services à tous !es chercheurs. La dernière 1 Répe�loire mmrérique de la correspondonce comuloire. Consulols. Mémoires el Doamrenls (A .E. B' el B"') Archtves nationales, Paris 1982, pages 80. expérience de collaboration a porté ses fruirs et fourni un précieux enseignement Conmlols de France Grèce el en Turquie. Correspondonce der comuls d'Aibènes el de Nègreponl. concernant la méthode à suivre. imporre avant tout de prévoir de la façon la plus , 2 t?ll n M�ltOtr�s el dommenls des comulols de Grèce el de Turquie. lnvenloires onolyliques por Mmes Psoros el to� Zounovo, revm por Odt! e Krokovilcb, Archives nationalcs, Paris 1985, pages 123: carte, glossai re, précise !es normes d'analyse, le style, la longueur, l'emploi des termes exacts; de �odex. m fixer !es règles concernanr la terminologie géographique ou celle des titres et insti­ Signalons l'artide récent de RAIA ZAIMOVA, Quelques rources d'orcbives /r onçoises concernonl /es l Bolkam, dans «Bulgarian Historial Review», 1985, 3, p. 94-96. tutions propres au monde ottoman; d'observer rigoreusement !es règles de la pré- n.

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Les dommen/s diplomoliques

sentation typographique qui sera retenue pour l'impression. C'est sur ces bases Hermann-Joseph Busley qu'une collaboration entre archivistes du monde balkanique et archivistes des Archives de France peut s'etablir avec profit, les seconds intervenant en amont puis en aval du travail principal. QUELLEN ZUR GESCHICHTE DER BALKANLANDER � Une nouvelle expérience de ce type est tentée aujourd'hui avec le CIBAL et BAYERISCHEN HAUPTST TSARCHIV (BAYHSTA) ' AA plus précisément Mme Za'imova, sur la correspondance des ambassadeurs de France à Constantinople aux et XVIII• siècles. Ses résultats seront certaine­ XVII• ment d'une très grande utilité.

lm Jahre 1977 hatte die bayerische Archivverwaltung schon einmal einen von Herrn Dr. lvàn Borsa-Ungarn furmulierten Fragebogen fi.ir CIBAL beantwortet. Die erste von damals fi.inf Fragen bezog sich auf den Nachweis «diplomatischer Dokumente - soweit sie sich auf die Balkanlander Jugoslawien, Rumanien, Bulga­ rien, Albanien, Griechenland und Turkei beziehen». Ich die Antwort von 1977, will die moglichenveise vielen von Ihnen ohnehin vorliegt, nicht einfach wiederholen; vielmehr wi ll ich in den mir zugebilligten ca. 10 Minuten versuchen, die Frage methodisch anders anzugehen und gleichzeitig andere Schwerpunkte zu setzen - auf diese Weise nahere ich mich ganz von selbst dem Kernthema Ihrer Tagung, die sich vornehmlich rnit dem 19. und 20. Jahrundert beschaftigt. Bei meinen Ausfi.ihrungen orientiere ich mich an der inneren Organisation des BayHStA's, das Sie ja m.W. in den nachsten Tagen besuchen werden.

I. Dokumente des 16.-18. ]ahrhunderts. - Ich beginne mit den Bestanden unserer Abteilung I, die die Dokumente bis ca. 1800 venvahrt - eine fi.ir die deutsche Geschichte wichtige historische Zasur. Der weitaus wichtigste Bestand ist der in der wissenschaftlichen Literatur hundertfach zitierte Kasten schwarz, der seit einigen Jarhen aus Griinden der archivalischen Provenienz weitgehend in den Fonds «Kurbaiern - AuBeres (=Akten-) Archiv» uberfuhrt wird. Es handelt sich alsu Ulll Schriftwechsel des ehemaligen wittelsbachischen Herzogtums bzw. Kurfi.irstentums Bayern und nur zu einem geringen Teil um. Dokumente von Kanzleien anderer Linien des Hauses Wittelsbach (Kurpfalz, Pfalz-Zweibrucken: archivalische Ùber­ lieferung im Bestand Kasten blau). lnhaltlich befassen sich die Dokumente mit folgenden Themen: Die Beziehungen der bayerischen Herzoge zu dem Wojwoden von Siebenbiirgen l. und Gegenkonig von Ungarn Johann Zapolya fur die Jahre 1527-1540. 2. Ungeheuer umfangreiches Materia! gibt es zu den sog. Turkenkriegen vom 16.-18. Jhdt. Dieses Materia! verdichtet sich u.a. unter der Regierung des bayerischen Kurfursten Max Emanuel (1679-1726), der 1688 Belgrad erobert hat. In Kiirze wird die Budapester Archivvenvaltung ein Inventar iiber die archivalischen Quellen zum

26 27 Les documents diplomatiques Hermann-]oseph Busley

Groi'Sen Ti.irkenkrieg von 1683-1697 publizieren; in ihm werden auch die Quellen tauchen; in einer zweiten Gruppe dagegen will ich wichtige Ereignisse der Balkano­ aus dem BayHStA enthalten sein. politik nennen. Da die Ti.irkengefahr fi.irviele Generationen die Politik cles Deutschen Reiches und Sachthemen: l. Romischen Papsttums beschaftigt hat, ist zu vermuten, dafS sich bei intensiver a) Aui'Senpolitik und Diplomatie Nachschau auch in den Ùberlieferungen geistlicher Reichsfi.irstenti.imer wichtige - Errichtung diplomatischer und konsularischer Vertretungen diplomatische Quellen zu diesem Themenkomplex finden liei'Sen; aufgrund der - Vertrauliche Berichte i.iber Einzelpersonlichkeiten der Reigierenden Herrscher- Sakularisation von 1803 sind einige dieser geistlichen Archive ins BayHStA gelangt. hauser, i.iber fi.irhende Politiker, Botschafter/Gesandte und Konsuln, dann aber Auch unserer Abt. IV Kriegsarchiv findet sich unter den sog. Feldzugsakten in auch i.iber die politischen und wirtschaftlichen Verhaltnisse in den einzelnen entsprechendes Materia! zu den Ti.irkenkriegen. Landern (darunter nicht nur die sog. Periodischen Berichte Bayerischer 3. Als summarischen Nachtrag zu diesen alteren Quellen mochte ich noch fo lgende Gesandter sondern auch cles Deutschen Reichs, insbesondere der 80er Jahre cles Quellenhinweise verstanden wissen: 19. Jhdts) - fi.ir Siebenbi.irgen/Ri.imanien: 1555-1738 - Besuche von Parlamentarien aus Balkanlandern in deutschen Einzelstaaten - fi.ir Kroatien und Krain!Jugoslawien: 1593 bzw. 1597-1609 b) Aui'Senwirtschaft - AbschluB von Handels-, Schiffahrts- und Zollvertragen, insbesondere Vertrage Dokumente des 19. und 20. ]ahrhunderts. - Wenden wir uns nun den ungleich n. und Tarife mit dem Deutschen Zollverein (1833 ff. ) umfangreicheren Dokumenten cles 19./20. Jhdts zu; sie werden in unserern Abtei­ - Bilaterale Handelsabkommen zwischen Drittstaaten lungen (Neuere Bestande cles 19./20. Jhdts) und IV (Kriegsarchiv) verwahrt. n - Errichtung von Handelsagenturen Ich muB vorausschicken, dafS die deutschen Einzelstaaten, darunter auch - Lieferung von Industriegi.itern, aber auch von Waffen und Munition Bayern, trotz tiefgreifender Umwalzungen durch politische Bi.indnissysteme bzw. Verfassungen (z.B. 1806 Napoleonischer Rheinbund, 1815 Wiener Bundesakte, - Ein- und Ausfuhrverbote - Fragen cles Bank- und Zahlungsverkehrs 1870/71 Deutsche Reichsverfassung) eine weitgehende Selbstandigkeit nach Innen und nach Aui'Sen behalten haben. Dies blieb bis zum Ende cles Ersten Weltkrieges - Konkurse (z.B. Lieferung von Maffei-Lokomotiven Mitte 19. so; aber selbst die deutschen Verfassungen von Weimar (1919) und das Bonner - Verkehrsangelegenheiten Grundgesetz (1949) raumen den Gliedstaaten i.iber den Reichsrat bzw. Bundesrat Jhdt) - Handel mit sog. Ursprungserzeugnissen gewisse Mitwirkungsrechte bei der Aui'Senpolitik im weitesten Wortsinne ein. - Agrarangelegenheiten Eine derartige AuBenpolitik betrieben in Bayern fast alle seit 1799 errichteten - Ausbildung von Handwerkslehrlingen Ministerien, also neben dem Aui'Senministerium i.e.S. auch das Kriegsministerium, - Deutsche Vereinigungen im Ausland (Wirtschaft, Kultur) das Innen- und Schulministerium, das Justiz- und insbesondere das Handelsministe­ rium (spater Wirtschaftsministerium). c) Kultur Deneben unterhielt Bayern seit dem spaten 16. Jhdt ein immer dichter - Schulwesen einschl. Austausch von Lehrern und Besuch auslandischer Schulen werdendes Netz diplomatischer Vertretunger innerhalb und aui'Serhalb Deutsch­ durch Schi.iler lands; als die wichtigsten nenne ich fi.ir die Quelleforschung der Balkanlander die - Organisation und Durchfi.ihrung von Kunstausstellungen (mehr jedoch von Bayerischen Gesandtscha/ten in Berlin, Dresden und Wien, in Paris und London, in Handels- und Industrieausstellungen) Petersburg (Leningrad) und vor allem Athen. - Erwerbung von (insbesondere antiken) Kunstgegenstanden Ich mufS mich angesichts der weningen Minuten, die mir zur Verfi.igung - Forschungsreisen i.iber herausragende wissenschaftliche Publikationen stehen, auf Stichworte begni.igen. In einer ersten Gruppe nenne ich Sachthemen - Gegenseitige Mitteilungen einschl. deren Ausleihe aus auslandischen Bibliotheken. die in fast allen Aktenfonds cles BayHStA's fi.ir die Mehrzahl der Balkanlander auf�

29 28 Les doCIIments diplomatiques Hemumn-]osepb Bmley d) Recht schlieBiich auch in die Biindnispolittk der Balkanstaaten untereinander mitten tm - Rechtshilfeabkommen in Strafsachen Ersten Weltkrieg. - Rechtsschutzabkommen Mit dem Ende des Ersten \XIeltkrieges bzw. seit dem Verlust auBenpolitischer - (Geistiges und gewerbliches) Urheberrecht (Teil-) Souveranitiit verstummen die politischen Akten Bayerns uber die Balkan­ e) Gesellschaft und Soziales lander; was bleibt, sind primar wirtschaftspolitische Fragen, auf die ich weiter oben - Ein- und Auswanderungen schon eingegangen sind. Ù - Staatsangehorigkeit Es bleibt mir noch eine kurze SchluBbemerkung: Die archivalischen ber­ Ù - Gesundheit (insbesondere Pest, Asiatische Cholera) lieferungen im BayHStA stellen keinen Einzelfall dar; ahnliche berlieferungen - Soziale Fragen (insbesondere Verarmung) finden sich wahrscheinlich in fast allen «Haupt»archiven Deutschlands. Mein Referat sollte nur eine Erganzung zu denjenigen Ausfuhrungen sein, die sich mit 2. Politische Ereignisse: den zentralen Ùberlieferungen in Deutschland und Osterreich befassen. a) An der Spitze aUer politischen Ereignisse ist die Kandidatur des wittelsbachischen Prinzen Otto, Sohn des bayerischen Konigs Ludwig I., zu nennen. Als Otto von Griechenland (1832/33-1863) ist er in die europaische Geschichte eingegangen. Es versteht sich von selbst, daB die griechische Thronfolge nicht nur die Politik in Bayern bewegt hat, so daB sich der entsprechende archivalische Niederschlag in den Ùberlieferungen fast aUer bayerischen Ministerien und der Bayerischen Gesandtschaft in Athen findet. Daruberhinaus befaBten sich damit auch zahlreiche Furstenhofe und Regierungen auBerhalb Bayerns; die reiche Korrespondenz in den Akten Bayerischer Gesandtschaften beweisen es. b) Die ubrigen politischen Ereignisse, die noch zu nennen sind, zeigen die Verflechtungen deutscher Einzelstaaten mit den anderen Bundesstaaten tm Deutschen Bund (1815-1866) bzw. mit der Reichspolitik nach 187 L So finden sich in der Ùberlieferung des bayerischen AuBenministeriums mehrere Aktenserien, die die gemeinsame Ùberschrift Die Orientalische Frage (1853-1878) bzw. Berliner Kongref$ tragen, auf dem sich bekanmlich Bismarck ab ehrlicher Makler angeboten hatte. Die Jahre vor dem Ersten Weltkrieg haben ihren Niederschlag in Aktentiteln wie Balkankrise oder Balkankrieg (1912/13) gefunden. Der Erste Weltkrieg schlieBiich laBt sich in den verschiedensten archivalischen Ùberlieferungen des AuBen-, Handels- und vor allem des Kriegsministeriums sowie der verschiedenen militarischen wie auch diplomatischen Dienststellen nachzeichnen - darunter auch die Auswirkungen seiner Waffenstillstands- und Friedensverhand­ lungen auf die Balkanlander. Ich schlieBe mit einem letzten Hinweis: Auch bayerisches Materia( gewiirht Einblicke in bilaterale politische Spannungen von Drittlandern, so etwa Osterreich­ Ungarns mit Rumiinien (1882) oder Osterreichs mit Bulgarien (1897), und

30 31 Paola Carucci

FONTI DIPLOMATICHE ITALIANE RELATIVE AI PAESI BAL­ CANICI DURANTE IL PERIODO DELLA RESTAURAZIONE (1815-1861)

Non è semplice tentare di fo rnire un quadro delle fonti diplomatiche italiane relative ai paesi balcanici durante la Restaurazione sia per la natura - spesso non ufficiale - dei rapporti che intercorsero in quel periodo tra diversi esponenti dei paesi balcanici e gli Stati italiani, sia per l'organizzazione degli Archivi in Italia, basata su una rete di istituti distribuiti in tutte le province. Sebbene questo primo sondaggio sulle fonti diplomatiche italiane si limiti ai paesi balcanici, sarebbe fuorviante isolare le relazioni tra questi paesi e gli Stati ita­ liani dal più complesso e articolato quadro della situazione dell'Europa centro­ orientale, soprattutto per quanto riguarda la Polonia e l'Ungheria, a cui pertanto si fa ranno frequenti riferimenti. Quanto alle difficoltà che si presentano nella ricostruzione dei rapporti con le popolazioni danubiano-balcaniche1 sarà sufficiente segnalare alcuni momenti parti­ colarmente rilevanti delle vicende politiche europee negli anni in cui contro l'assetto nato dal Congresso di Vienna spingevano sia i contrasti tra le grandi potenze per l'egemonia sull'Europa, sia i fermenti nazionali tesi alla conquista dell'indipendenza che, talora, si intrecciavano con il disagio sociale determinato dal sopravvivere di strutture feudali in conflitto con la fo rmazione di ceti borghesi, localmente differen­ ziati in relazione alle diverse condizioni etniche, culturali ed economiche.

1 Si segnala soltanto la bibliografia Uiilizzata: F. COGNASSO, Storia della questione d'Oriente, Torino 1948; F. CURATO, L. MARCIIETTI, Il carteggio diplomatico del Governo provvisorio della Lombardia, Milano 1955; l verbali del consiglio dei ministri della Repubblica veneta (27 marzo - 30 giugno 1848), a cura di A. VENTURA, Venezia 1957; A. TAMBORRA, Cavour e i Balca ni, Torino 1958; L. VALIANI, La dis­ solmione dell'Austria-Ungheria, Milano 1966; A. BRECCIA, Lefo nti per lo studio della storia delle relazioni internazionali dei paesi JÌtgoslavi nel periodo 1870-1945, in «Storia e politica», 1970, pp. 3-97, 1971, pp. 286-3 10; A. TAMBORRA, L'Europa cenlro·orientale nei secoli XIX-XX (1800-1920), voll. 2, Appiano Gen­ tile (Como) 1973; Ma:a.ini e il ma:a.inianesimo. Atti del XLVI Congresso di storia del Risorgimento ila· fiano, Roma 1974; A. TAMBORRA, Europa orientale, in Bibliografia dell'età del Risorgimento in onore di Alberto M. Ghsa/berti,i vol . m. Firenze 1974; A. P!TASSIO, Problema slavo e questione d'Oriente (1853· 1878) nella storiografia italiana, in «Archivio storico italiano», CXXXVI (1978), I, pp. 165-194; A. BIA­ GINI, Momenti di storia balcanica ( 1878- 1914). Aspetti militari, Roma 1981; G. CERVANI, Cavour e gli slavi in articolo poco noto di Francesco Ru//im; in «Clio>>, XVIll (1982), 4, pp. 598·627; A. TAMBO RRA, 1111 Garibaldi e l'Europa. Impegno militare e prospettive politiche, Roma 1983; R. ROMEO, Cavour e il suo tempo (1854-1861), vol. lll, Roma-Bari 1984; TODOROV, Structures soda/es dam /es Balkam aux XVIII N. et XIX siècles, in «Revue Historique», 1985, 554, pp. 317-348.

33 Les documents dtplomatiques Paola Carucci

Un fa ttore determinante per il diverso sviluppo economico e sociale dei paesi sostegno degli insorti accorsero numerosi volontari da tutta l'Europa, tra cui non balcanici è rappresentato dalla ripartizione politica dei territori tra l'Impero asbur­ pochi italiani, primo fra tutti Santorre di Santarosa. gico (Croazia, Slovenia, Transilvania) in cui confluiscono anche territori che erano Un tema che rappresenta un motivo ricorrente nella linea politica del Piemonte stati sotto l'influenza di Venezia (!stria e Dalmazia, ma non le Isole Ionie) e l'Im­ e nell'opinione pubblica di altre parti della penisola è quello della attenzione italiana pero ottomano (Costantinopoli, Bulgaria, Serbia, Albania, Montenegro, Principati per le aspirazioni nazionali degli slavi (si veda in particolare Gioberti) unita all'o­ danubiani, dotati questi ultimi di ampia autonomia, e Grecia, che nel 1830 diventa stilità verso ogni progetto panslavista sotto l'egida russa (si veda ad esempio «li Pre­ indipendente). cursore» di Pacifico Valussi). Mazzini era naturalmente l'interprete più appassio­ Per i paesi balcanici e per gli Stati della penisola italiana il problema politico nato delle rivendicazioni slave e, costantemente a contatto con l'emigrazione unghe­ fo ndamentale è rappresentato dalla questione nazionale che per i paesi balcanici rese e slava, pensava di inserire tali rivendicazioni nel programma della «People's può assumere tendenze variamente condizionate dal ruolo che si intendeva ricono­ international league». Ma anche Cavour, già dal 1848 - in una riunione della scere o negare all'Austria, dalla situazione delle singole popolazioni soggette all'Im­ camera subalpina del 20 ottobre - nel considerare i moti rivoluzionari scoppiati pero ottomano, da connotazioni ideologiche panslaviste o ispirate al cosidetto pic­ all'interno della monarchia asburgica a Praga, a Vienna, a Budapest, dichiarava che colo panslavismo (di impronta polacca in funzione antirussa). più importante e più densa di conseguenze della questione delle libertà politiche era la questione «della lotta delle razze», le une tese «a mantenere un antico predomi­ Nella penisola italiana tutti coloro che operano per l' indipendenza nazionale, nio, le altre ad acquistare una nuova nazionalità». E proprio nel momento in cui il sia che sperino nelle soluzioni politiche e militari attuabili dal Regno di Sardegna, bano di Croazia aveva aiutato l'imperatore contro gli Ungheresi insorti, Cavour - sia che auspichino una rivoluzione nazionale, sono comunque consapevoli della contestato dagli esponenti più radicali del Parlamento - interpretava l'operato del necessità di alleanze e convergenze tra i popoli impegnati nella lotta contro domi­ il bano non come un gesto di reazione e di dispotismo, bensì come un segno di auto­ nio straniero. Ne consegue una rete assai intricata di relazioni diplomatiche e di nomia nazionale e sottolineava il fatto che nel contrasto tra croati e magiari, i contatti segreti la cui testimonianza storica solo in parte può trovarsi nelle serie magiari si erano mostrati generosi nella difesa dei diritti della loro nazione ma archivistiche delle Segreterie di Stato per gli affari esteri, mentre è presumibilmente opprimevano ingiustamente gli slavi d'Ungheria. Cavour manterrà sempre tale ricca anche nella documentazione della polizia e negli archivi privati dei protagonisti atteggiamento di favore nei confronti delle popolazioni slave - come pure nei con­ delle vicende. fro nti dei rumeni - considerandone essenziale l'indipendenza politica e l'evolu­ Vi è pertanto un filone di rapporti diplomatici che riguarda soprattutto il zione in senso liberale per fronteggiare l'espansionismo russo. E Lorenzo Valerio ­ Regno di Sardegna, il cui interesse politico per i paesi balcanici è testimoniato tra che nella seduta del Parlamento subalpino del 20 ottobre 1848 non aveva condiviso l'altro dall'istituzione di numerosi consolati in zone nelle quali non vi erano parti­ l'atteggiamento di Cavour a proposito dei Croati, essendo all'epoca più sensibile al colari interessi piemontesi da tutelare, e una serie molto più articolata di collega­ problema delle libertà politiche - si troverà nel marzo 1949 a fianco di Leone e menti non ufficiali o in opposizione ai governi che riguarda in misura diversa tutta Giorgio Pallavicini e di Paolo Belgioioso per formulare un manifesto diretto a slavi, la penisola. Vi è inoltre la componente della partecipazione di fo rmazioni volontarie boemi, illirici, ruteni, bulgari e per gettare le basi della «Società per l'alleanza italo­ italiane in altri paesi o straniere in Italia ai moti insurrezionali per l'indipendenza. slava» da estendere a magiari, polacchi, moldo-valacchi. L'iniziativa dell'alleanza Durante i moti rivoluzionari e soprattutto nel biennio 1848-1849, sia nell'am­ italo-slava trova pronta eco a Venezia, dove Pacifico Valussi giunge ad avanzare l'i­ bito delle azioni di carattere militare, sia nell'ambito delle relazioni dei governi dea di uno Stato intermedio per equilibrare in futuro i rapporti tra italiani e illirici. provvisori, i contatti tra italiani ed esponenti di paesi balcanici o più in generale del­ La comune ostilità nei confronti dell'Austria faceva necessariamente conver­ l'Europa centro-orientale sono particolarmente intensi. gere gli interessi italiani e quelli delle altre nazionalità soggette all'Impero asburgico, Il primo contatto tra italiani e patrioti di un paese balcanico si realizza con i anche se per queste ultime si profilavano differenze in ordine al prevalere di istanze Comitati filelleni costituiti, in occasione della rivolta della Grecia contro i turchi nel limitate alla conquista di una maggiore libertà politica o invece dell'indipendenza 1821, in Piemonte e nel Lombardo-veneto (a Venezia era stato educato Giorgio nazionale estesa o meno a tutte le nazionalità oppresse. Da diverse parti della peni­ Capodistria), ma anche a Londra ove vivevano esuli italiani tra cui Ugo Foscolo. A sola italiana si vedeva in questa possibile convergenza di interessi una possibilità

34 35 Les documenls diplomaliques Paola Carucci concreta per awiare la realizzazione dell'unità nazionale sotto la guida del Piemon­ dere possibile una grande insurrezione polacca. L'azione del Czartoryski, nella te. Già nel 1846 alcuni patrioti del Lombardo-veneto avevano suggerito a Carlo misura in cui è tesa ad ottenere l'accordo dei vari movimenti nazionali, viene con­ Alberto di mandare emissari sudditi dell'Impero (se piemontesi, avrebbero potuto siderata dal Regno di Sardegna con attenzione perché potrebbe evitare disl?ersione far sorgere dei sospetti) nei paesi soggetti all'Austria per studiare le debolezze del­ di energie. A Torino si trovava il centro italiano principale di collegamento con l'Impero e cercare di stabilire contatti utili. Terenzio Mamiani, ministro dell'interno Czartoryski; altri centri erano a Genova e a Napoli. nel governo costituzionale dello Stato pontificio, spera che dalla rivoluzione del Anche l'emigrazione democratica era attiva sulla scena europea e italiana; 1848 non soltanto l'Italia conquisti l'indipendenza, raggiungendo i suoi confini pronta a collegarsi con Mazzini e con Garibaldi è presente in tutti gli episodi rivo­ naturali, ma anche i paesi sull'altra sponda dell'Adriatico; auspica una lega commer­ luzionari della penisola italiana. Un cenno particolare merita la legione polacca, ciale e doganale tra Italia, Dalmazia, Ungheria, Transilvania e Croazia. Riconosce creata dal poeta Adam Mickiewicz e da lui guidata a Roma e in Italia: egli spera di che per tale piano è essenziale la funzionedel re di Sardegna, sul quale dunque con­ guadagnare il papa alla causa polacca, ma il pontefice si limita a benedire la ban­ vergono anche le sollecitazioni dell'ambiente romano a svolgere con la sua diploma­ diera senza impegnarsi. A Roma il Mickiewicz pubblica il Simbolo politico polacco, zia un'attiva politica nel settore danubiano-balcanico. Sempre nel 1848 altre solle­ sintesi del suo pensiero, quindi partecipa alla campagna del Lombardo-veneto; citazioni al Piemonte vengono da Pompeo Litta, ministro della guerra del governo chiede al Governo prowisorio di Lombardia la creazione di una legione polacca che prowisorio di Lombardia. arruoli i disertori cechi, croati, serbi e gli emigrati polacchi. Si formano così due In vista del Congresso slavo di Praga del 1848 che contrapponeva al pro­ legioni, una delle quali combatte in Tirolo, l'altra a Milano. �nt�ambe si �it�ove� gramma pantedesco emerso dalla Dieta di Francoforte l'ipotesi di una grande ranno in Piemonte e una parte dei volontari, con altri provementl da Marstglta, st Austria trasformata in una federazione di nazioni, anche in funzione antirussa, Gio­ dirigeranno verso Livorno e successivamente prenderanno accordi col ?overno venale Vegezzi Ruscalla, personalità molto ascoltata dalla Segreteria degli esteri prowisorio toscano. Dopo la sconfitta di Novara il Mickiewicz con centocmquanta sabauda, indirizza da Torino un messaggio al presidente del Congresso di Praga, uomini sbarca a Genova ove partecipaalla locale sommossa. Quindi si reca a Roma, Frantisek Palacky, nel quale sottolinea le connessioni tra il problema nazionale ita­ a disposizione della Repubblica romana, che riconosce ufficialmente la legione. La liano e quello degli altri popoli dell'Europa centrale. Com'è noto i risultati di quel legione, comandata dal colonnello Milbitzcombatte a Villa Panphili e partec�pa all� Congresso non furono pari alle aspettative sia per i profondi contrasti emersi ·al suo difesa di Ponte Milvio. Volontari polacchi avevano anche preso parte alla dtfesa dt interno, sia per il precipitare degli eventi rivoluzionari. Venezia del 1848. La grande rivoluzione del 1848 non coglie di sorpresa l'emigrazione polacca, L'emigrazione polacca è probabilmente la più attiva, ma i liberali italiani sono né quella conservatrice che faceva capo al principe Adam Czartoryski, né quella che in rapporti anche con l'emigrazione magiara, rumena, slavo-meridionale. Così ad potremmo definire democratica (Mieroslawski, Mickiewicz, Libelt e altri), anche se esempio nei tentativi di unire la Moldavia e la Valacchia in un'unica nazione rume­ concreto negli anni 1848-1849. la Polonia non otterrà nessun risultato li principe na, il patriota Nicola Balcescu (che poi morirà a Palermo) era in contatto con Maz­ Czartoryski teneva dalla Francia - fin dagli anni immediatamente successivi al fal­ zini: pensava infatti che l'indipendenza nazionale potesse venire solo da una solle- limento dell'insurrezione in Polonia del 1830 - relazioni di tipo diplomatico con vazione generale di tutti i popoli oppressi. . Parigi, Londra, Torino, Costantinopoli, per collegare la questione polacca a tutti i Un ruolo rilevante sui moti italiani ebbero i moti ungheresi sia perché forru­ fatti internazionali che potessero incidere direttamente o indirettamente su di essa. vano un esempio di strenua lotta per la libertà, sia perché tenevano impegnato il Intorno agli anni Quaranta punta sull'Europa centrale e sui Balcani dove sembrano grosso dell'esercito austriaco. Sull'Ungheria, che aveva ottenuto un governo separa­ aprirsi nuove possibilità. Appoggiato da Inghilterra e Francia spera di accrescere le to, primo passo verso il distacco dall'Impero asburgico, converge infatti lo sforz� possibilità di resistenza dei Turchi contro la Russia; invita i bulgari di cui vorrebbe militare maggiore dell'Austria che, dopo la sconfitta di Carlo Alberto a Custoza, St appoggiare le aspirazioni ad una Chiesa nazionale staccata dal Patriarcato di Costan­ sente più sicura sul fronte piemontese. Su incarico di Kossuth, il barone Ladislao tinopoli, ad accostarsi a Roma. Vorrebbe coordinare i movimenti nazionali dei Spleny opera in Italia per stabilire contatti con i liberali italiani. Dai con�atti �ello magiari, dei serbi, dei croati, degli ucraini, dei bulgari e dei rumeni partendo dai Spleny col Governo prowisorio di Lombardia e con Gaetano Pareto, mcar�cato Balcani e dall'Europa centrale per un'offensiva contro Austria e Russia onde ren- d'affari del Regno di Sardegna a Milano, prende vita il progetto di alleanza dtplo-

36 37 Paola Carucci Les doCIImenls diplomatiques matica e militare tra Regno di Sardegna e Governo di Lombardia, da un lato, e danubiano-balcaniche e le dinastie conservatrici dell'Austria e della Russia avranno Ungheria dall'altro (25 giugno 1848). Tali accordi si traducono anche in un impe­ il sopravvento sui fermenti nazionali. In ogni caso, per quanto attiene all'Italia, la gno militare conl'invio in Ungheria del tenente colonnello sardo Alessandro Monti consapevolezza del legame tra Balcani e Italia, tra questione d'Oriente e questione che, nel 1849, organizza una legione italiana con prigionieri e disertori dell'esercito italiana verrà ormai acquisita da tutta la classe dirigente subalpina, poi italiana, e austriaco. Non sfuggiva tuttavia al Piemonte che poteva essere rischioso favorire influenzerà profondamente la politica estera di Cavour, uno dei cui nodi centrali nell'ambito dei moti nazionali delle popolazioni danubiane e balcaniche le aspira­ sarà costituito appunto dal collegamento, già a suo tempo istituito da Cesare Balbo zioni di un popolo a danno di altri e pertanto avvertiva la necessità di cercare la col­ nelle Sp eranze d'Italia, del problema nazionale italiano ai problemi dell'Europa cen­ laborazione delle popolazioni slave nella lotta contro l'Austria. L'esigenza di man­ tro-orientale nell'ambito più complesso delle relazioni internazionali delle grandi tenere relazioni amichevoli, ma necessariamente distinte, con i magiari e con gli slavi potenze. crea, a causa delle tradizionali tensioni tra magiari e serbo-croati, una situazione L'azione diplomatica di Cavour si attua attraverso l'intervento nella guerra di particolarmente difficile che coinvolge la diplomazia piemontese di.Parigi e soprat­ Crimea e la successiva ammissione del Regno di Sardegna al Congresso di Parigi. tutto di Belgrado e di Costantinopoli. Nonostante l'intelligente azione del console Ma già prima egli aveva avanzato a Parigi e aLondra la proposta di trasferire i duchi sardo a Belgrado, Marcello Cern1ti, con la collaborazione del commerciante Caro­ di Modena e di Parma come sovrani dei Principati danubiani onde consentire al sini, i tentativi pér far convergere in un comune impegno contro l'Austria serbi e Piemonte l'annessione dei due ducati. La proposta era caduta, ma era servita a sen­ magiari non avranno successo. sibilizzare l'Inghilterra-poco incline a favorire un primo attentato all'integrità del­ A Parigi, intorno al Lamartine prima, al ·principe presidente Luigi Napoleone l'Impero ottomano - sul nesso tra questione italiana e questione d'Oriente e sul­ poi, si incontrano i rappresentanti delle popolazioni in rivolta contro l'Austria: tro­ l'ipotesi di rimaneggiamenti territoriali e dinastici fra la penisola balcanica e quella viamo accanto a polacchi, magiari, cechi e croati, Niccolò Tommaseo, inviato del italiana: l'esigenza di alleggerire il peso dell'Austria nella penisola italiana era stata governo provvisorio di Venezia, Ludovico Frapolli di quello di Lombardia, Fede­ comunque recepita. E successivamente nel programmare l'azione politica tesa all'an­ rico Pescantini e Pietro Beltrami della Repubblica romana, nonché i rappresentanti nessione della Venezia, si affaccerà l'ipotesi di uno scambio tra il Veneto e la Bosnia del Regno di Sardegna. Ma non sigiunge a nessun risultato concreto,anzi, una volta Erzegovina - zona di insurrezionismo balcanico contro la Turchia - che doveva che è stato messo in crisi l'ordine sovranazionale garantito dalla monarchia asbur­ essere acquistata dalla Turchia e poi ceduta all'Austria. Di questo scambio si con­ gica emergono i problemi delle nazionalità e delle minoranze, le contraddizioni tra tinuerà a parlare fino al 1866 quando la questione del Veneto verrà risolta altrimen­ le aspirazioni nazionali consapevolmente perseguite da una parte del ceto borghese ti. E ancora Cavour userà nel gennaio 1859, alla vigilia della guerra contro l'Austria, e la sostanziale estraneità ai moti di indipendenza delle masse contadine e di gran e nel febbraio 1860, nei confronti delle potenze europee, la minaccia di favorire le parte del clero. Questecontraddizioni non incidono ovviamente nella stessa maniera insurrezioni in Oriente e, di fatto, invierà nel 1859 e nel 1860 armi nei Principati nelle diverse regioni, ma ad esempio si delinea un serio contrasto tra italiani e slavi danubiani che, scoperte, verranno fatte tornare indietro. meridionali quando, essendosi inseriti i Liberali giuliani nello sforzo unitario, il In realtà a partire dal 1848-1849 e soprattutto dopo il 1856, quando ormai si timore che ilmoto risorgimentale e nazionale italiano potesse investire anche la Dal­ delinea concretamente la possibilità per le nazionalità balcaniche di raggiungere l'in­ mazia induce Matija Ban (che aveva incarichi di carattere diplomatico dal governo dipendenza nazionale nell'ipotesi possibile di una dissoluzione dell'Impero otto­ serbo) ad affermare sul giornale «L'Avvenire» che l'Adriatico è un mare per eccel­ mano e di una crisi nella monarchia asburgica, l'Europa occidentale è indotta a con­ lenza slavo e neanche una parte deve esserne ceduta agli italiani. A maggiori tensioni siderare i problemi nazionali dell'Europa centro-orientale alla luce del sempre più potevano giungere i rapporti con i croati e gli sloveni, interessati questi ultimi a apertamente dichiarato panslavismo della Russia zarista. Trieste. Cavour, consapevole sia del fatto che giàda tempo nell'opinione pubblica del­ La crisi del 1848- 1849 costituisce dunque una fase di convergenza delle aspi­ l'Europa occidentale era diffusa l'idea della reciproca connessione e delle affinità razioni tra le nazionalità italiane e danubiano-balcaniche, ma nonostante gli sforzi delle posizioni italiane e balcaniche, sia della convergenza dell'atteggiamento del­ soprattutto dei polacchi, dei magiari e degli italiani per sollevare un'insurrezione l'Europa occidentale di fronte all'espansionismo russo, inserisce la questione italiana generale contro l'Austria non si arriva a formare un fronte unico delle nazionalità nel più ampio gioco dei futuri equilibri europei.Si riavvicina alla Russia, in funzione

39 38 Les documents diplomatiques Paola Carucci antiaustriaca ma anche per rimuovere le incertezze dell'Inghilterra e della Confede­ di unificazione italiana è importante per orientare una prima e fondamentale arti­ razione germanica, e contemporaneamente segue ogni possibilità di soluzioni poli­ colazione delle fonti, riconducibili agli Stati che esistevano neiJa penisola italiana in tiche e territoriali che consentano alle nazionalità dell'Europa danubiano-balcanica quel periodo. di raggiungere la propria indipendenza e una forza sufficiente per costituire un Con il Congresso di Vienna l'assetto politico degli Stati italiani subì delle argine alla politica di espansione della Russia: riemerge in questi anni l'idea di una sostanziali modifiche rispetto alla situazione anteriore al periodo napoleonico, anche Confederazione danubiano-balcanica alla quale Cavour guarda come elemento se in base al principio di legittimità Vittorio Emanuele di Savoia tornò a Torino, essenziale per l'equilibrio europeo. Ferdinando I di Borbone tornò a Napoli, Ferdinando di Lorena in Toscana, il papa Dopo le delusioni del 1848-1849, anche i moti rivoluzionari, soprattutto per l'I­ Pio VII a Roma. Scompaiono la Repubblica di Genova, che viene unita al Regno talia, diventeranno uno strumento all'interno dell'azione diplomatico-militare, ma la di Sardegna, la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano che vanno a formare spinta dal basso, la componente insurrezionale troverà ancora un'autentica espres­ il regno Lombardo-veneto, unito all'impero d'Austria, cui sono annessi anche i ter­ sione nell'impresa dei Mille, il cui successo va ricercato nella travagliata sintesi tra ritori del Tremino e di Trieste. Gli Stati sovrani sono pertanto il Regno di Sardegna, l'azione diplomatica di Cavour e l'azione militare di Garibaldi i cui slanci rivoluzio­ lo Stato pontificio, il Regno delle Due Sicilie, il Granducato di Toscana e i più pic­ nari si componevano con la riconosciuta fedeltà al re Vittorio Emanuele. coli ducati di Parma Piacenza e Guastalla, di Modena, di Lucca (poi unito al Gran­ Tra i volontari garibaldini era ampia la presenza di emigrati dell'Europa cen­ ducato di Toscana), di Massa e Carrara (poi unito al Ducato di Modena). tro-orientale e, nelle intenzioni di Garibaldi, tale collaborazione sul territorio ita­ In base alle norme sull'organizzazione archivistica italiana la documentazione liano implicava la sua partecipazione a insurrezioni in altre zone dell'Europa. In tal degli organi centrali degli Stati preunitari è conservata negli Archivi di Stato2 delle senso era diretto un suo colloquio con Ladislao Mickiewicz, figlio del poeta polacco ex-capitali e pertanto per le carte delle Segreterie di Stato degli affari esteri dovremo Adam. prendere in considerazione gli Archivi di Stato di Torino per il Regno di Sardegna, Tra i partecipanti all'impresa dei Mille troviamo dunque, oltre a francesi, di Firenze per il Granducato di Toscana, di Napoli per il Regno delle Due Sicilie, inglesi e svizzeri, una massa notevole di giuliani e dalmati, italo-albanesi, greci, bul­ di Parma, di Modena, di Lucca e di Massa per i Ducati. Per quanto attiene allo gari (tra questi Dimitar Dobrovic Pehlivanov che, giunto a Roma nel 1848 per stu­ Stato pontificio la situazione è un po' particolare perché la maggior parte degli diare pittura, combatte con Garibaldi nella difesa della Repubblica romana e poi archivi dell'amministrazione interna dello Stato si trova presso l'Archivio di Stato di partecipa nel 1860 alla spedizione in Sicilia), russi. E d'altro canto la partecipazione Roma, la documentazione relativa alla politica estera si trova presso l'Archivio di Garibaldi e, dopo la sua morte, dei garibaldini alle ultime guerre di liberazione segreto Vaticano. Per il Lombardo-veneto infine dobbiamo ovviamente riferirei allo nazionale nei Balcani fino alla prima guerra mondiale costituirà un aspetto impor­ Haus-Hof und Staatsarchiv di Vienna che conserva le carte attinenti agli affari esteri tante della sopravvivenza dello spirito di solidarietà europea per le lotte nazionali dell'Impero asburgico. in cui si intrecciano ormai anche istanze sociali. Tuttavia queste imprese, nate talora Le fonti italiane più importanti in relazione ai paesi balcanici sono quelle del senza un'adeguata preparazione, come ad esempio nel caso dell'insurrezione di Regno di Sardegna che, come abbiamo detto, si trovano presso l'Archivio di Stato Creta del 1866-1867, non riusciranno più ad avere successo; e il successo mancherà di Torino. Va però rilevato che una certa quantità di documentazione attinente alla anche quando si sia realizzato un impegno militare notevole come nel caso, a tren­ politica estera piemontese si trova anche a Roma presso l'Archivio storico diploma­ t'anni di distanza, dell'intervento in una nuova insurrezione scoppiata a Creta nel tico del ministero degli Affari esteri. Poiché l'amministrazione del Regno d'Italia si 1897. innesta su quella del Regno di Sardegna, gli organi centrali del nuovo Stato utiliz­ Anche da un cenno così breve - inevitabilmente viziato da eccessive sempli­ zano quella parte della documentazione degli organi centrali piemontesi necessaria ficazioni - ad alcuni momenti rilevanti delle relazioni tra italiani e popolazioni per la prosecuzione dell'attività di governo. Tale documentazione pertanto fu tra- danubiano-balcaniche nel periodo compreso tra il Congresso di Vienna e l'unifica­ Per un quadro generale delle fonri conservate negli Archivi di Stato vedi MINISTERO 'ER ' BENI zione del Regno, emerge la difficoltà di individuare le fonti archivistiche esistenti e 2 � · CULTURALI E AMBIENTALI, UFFICIO CENTRALE PER l BENI ARCHIVISTICI, Guida generale deg/t ArchiVI d1 Stato di segnalarle in maniera organica. ita/iam; direuori P. D'ANGIOLINI, C. PAVONE, capiredauori P. CARUCCI, A. DENTONI LllTA, V. PICCIONI La scelta del limite cronologico, 1815-1861, collegato alle vicende del processo SPARVOLI, I (A-E), Roma 1981, Il (F-M), Roma 1983, m (N-R), Roma 1986. 40 41 Les documents diplomatiques Paola Carucci sferita da Torino a Firenze e quindi a Roma, quando Roma divenne capitale del zeglio che, salvo alcune buste conservate nell'Archivio di Stato di Torino, si trova Regno. Di questa documentazione piemontese trasferita a Roma, quella relativa presso l'Opera pia D'Azeglio di Saluzzo, o ancora dell'archivio di Santorre di San­ all'amministrazione interna è stata concentrata presso l'Archivio centrale dello Sta­ tarosa presso il Museo di Savigliano. to, quella della Segreteria di Stato per gli affari esteri è rimasta presso l'Archivio sto­ Per molti diplomatici che continuarono la loro carriera nello Stato italiano esi­ rico diplomatico del ministero degli Affari esteri: questo ministero infatti, come ste il fascicolo personale presso l'Archivio storico diplomatico del ministero degli pure le due camere del Parlamento e il ministero della Difesa (ma solo limitata­ Affari esteri a Roma. Presso l'Archivio centrale dello Stato infine di conservano le mente alla documentazione di carattere militare) dispongono, in base alla normativa carte di Manfredo Fanti, ministro della guerra dell'ultimo governo Cavour e di vigente, di Archivi storici distinti dall'Archivio centrale dello Stato. Nel Regno di Filippo Gualterio, deputato del parlamento subalpino. Sa degna invece la Segreteria di Stato per gli affari esteri, al pari delle altre Segre­ Per la parte dell'archivio della Segreteria di Stato per gli affari esteri delRegno terte� d1. Stato, versava periodicamente le proprie carte all'Archivio di Corte che dal di Sardegna conservata presso l'Archivio storico diplomatico del ministero degli 1848 assunse la denominazione di Archivio del Regno. Quando nel 1871 fu istituito Affari esteri a Roma� (cfr. allegato) il cui inventario è stato pubblicato, si segnalano a Roma l'Archivio del Regno (ora Archivio centrale dello Stato) per la conservazione i copialettere della corrispondenza politica «riservata e confidenziale» in partenza, d eli� carte dei dicasteri e degli altri organi centrali italiani, l'Archivio del Regno di i copialettere della corrispondenza «miscellanea e confidenziale» in partenza, i regi­ Tonno trasformato in Archivio di Stato per la conservazione della documenta­ stri precis che conservano il transunto della corrispondenza pervenuta al ministero zione statalefu centrale e periferica del Regno di Sardegna e di quella postunitaria pro­ da legazioni e consolati, oltre a una pluralità di affari particolari specificamente atti­ dotta dagli uffici periferici italiani con competenza a livello provinciale. nenti ai paesi balcanici. Nell'Archivio di Stato di Torino (cfr. allegato) troviamo documentazione rela­ Presso lo stesso Archivio storico si trovano inoltre, distinti dalle serie della tiva alla politica estera\ soprattutto in alcuni fondi confluiti nell'Archivio di Corte: Segreteria di Stato, documenti delle Legazioni sarde. Rivestono particolare interesse Real casa, aterie politiche relative all'estero, Segreteria di Stato poi Ministero degli . � ai fini della situazione dei paesi balcanici balcanici le Legazioni di Vienna e Pietro­ af!a rt esten. Il fondo Rea! casa conserva documentazione di interesse Balcanico nella burga, il Consolato di Costantinopoli e, naturalmente, anche le Legazioni di Londra serie Lettere princpii fo restieri. Il secondo fondo conserva documentazione relativa e Parigi. ai Balcani nelle serie Lettere ministrt� Legaziom� Consolati nazionalz� Consolati eslert� L'archivio della Reale commissione poi Legazione sarda in Vienna' comprende Corti straniere, Tratta/t� Negoziazioni. documenti (raccolti in 84 buste di cui 49 relative al periodo della Restaurazione) dal Per la Segreteria di Stato poi Ministero degli affari esteri vanno segnalate le serie 1707 al 1859, anno nel quale si interrompono le relazioni diplomatiche austro-sarde Protocollini-memoriali relativi a legazioni Protocolli della corrispondenza dei e COitSO­ e l'Ambasciata francese in Vienna assume la rappresentanza degli interessi piemon­ lati nazionali. tesi in Austria. Oltre alle istruzioni da Torino, alle minute dei dispacci da Vienna Nello stesso istituto è conservata una parte delle Carte Cavour, prevalente­ e a una sezione relativa alle materie commerciali private (in assenza di un apposito mente attinenti alle sue funzioni di governo, mentre a Santena presso la Fondazione ufficio consolare) nell'archivio si trova corrispondenza degli agenti diplomatici sardi Cavour è conservata la parte più consistente dell'archivio dello statista il cui car­ con le autorità imperiali austriache e con gli altri agenti accreditati a Vienna. In par­ teggio viene pubblicato a cura di un'apposita commissione istituita nel 19 13 (finora ticolare si può segnalare corrispondenza del console di Costantinopoli, lettere da sono usciti dieci volumi relativi agli anni 1815-1859). Non esiste un censimento Trieste e da Lubiana, lettere del console sardo a Trieste, Galatz, Belgrado, nonché degli ar�hi�i dei diplomatici piemontesi conservati ancora presso le famiglie, 0 copia del trattato di amicizia e commercio tra il Regno di Sardegna e la Porta otto­ presso b1bhoteche e archivi di enti locali, o presso istituti storici e musei del risor­ mana (23 ottobre 1823, con allegati) e copie delle relazioni attinenti alle sedute della gimento come ad esempio nel caso dell'archivio di Lorenzo Valerio che si trova Dieta d'Ungheria del 1840. presso la Biblioteca provinciale di Torino o dell'archivio familiare di Massimo D'A- 4 MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, Le scrillure della Segreteria di Stato degli affa ri esteri di Sardegna, a cura di R. MOSCATI, Roma 1947 (Indici dell'Archivio storico, l) J N BIANCHJ, Le materie politiche relative all'estero degli archivi di Stato piemontesi, Bologna 1876. ' MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, Laleg azonei sarda in Viem1a, a cura di E. PlSCITELLI, Roma 1950 · · (Indici dell'Archivio storico, Il).

42 43 Les domments dtplomoltques Paola Carucci

Tra gli archivi della Legazione e dei Consolati sardi in Russia6 (1783-1861, bb. affari esteri e nella Congregazione degli affari ecclesiastici straordinari10• Nell'archi­ 36 di cui 31 per gli anni 1814-1860) si segnala la presenza di lettere del console vio della Segreteria di Stato si trova corrispondenza con l'Ambasciata diVienna, col generale di Smirne e del console di Elseneur e Galatz. Altra documentazione si Consolato e poi con la Legazione russa, corrispondenza consolare relattva. alla Gre­ trova negli archivi delle legazioni sarde a Londra e a Parigi7. cia, a Corfù, alle Isole Ionie, a Trieste, a Fiume e Buccari, alla Dal�a�ia, alla Tur­ Nello stesso Archivio storico diplomatico del ministero degli Affari esteri di chia, nonché documentazione attinente ai vescovi e ai nu�zi apostohc1. La Congre­ gazione degli affa ri ecclesiastici straordinari 1814 Roma si trovano le carte del diplomatico Filippo Oldoini8, incaricato della Lega­ fu istituita da Pto II n l con com­ . . . � � . zione di Pietroburgo nel 1856. petenza generale e potere di intervento con dtretttve spectftche m�rentt a�e �ue­ Gli Archivi di Stato di Milano e di Venezia conservano documentazione dei stioni sottoposte al suo esame. Nell'archivio, di cui è in corso un't�ve�tanazt�ne rispettivi governi provvisori del biennio 1848- 1949. A Milano si trovano documenti molto analitica, si trova documentazione di natura politica ed ecclestasttca r�lattva 1814 su Corfù (1845), sull'illiria (1816) e sulla Grecia (1832-1835) nella serie Potenze ad esempio ai disordini della diocesi di Makarska in Dalmazia del o al Smodo estere del fondo Atti di governo. del 1822 in Transilvania. Quanto al Granducato di Toscana la ricerca presenta delle difficoltà dal Un archivio certamente rilevante per la storia dei paesi balcanici è quello de�a momento che l'Archivio della Segreteria di Stato poi Ministero degli a/fa ri esteri è Congregazione di propaganda fide11 che, soprattutto nella seri� Lettere dalle mts­ dotato soltanto di un elenco molto sommario che si limita a indicare per le varie sioni alla Congregazione del fondo Scritture rt/erite nei Congres�t, �omprende �ocu­ serie la numerazione dei registri con le rispettive date. Vi si trovano unite anche le mentazione che riflette la vita delle missioni articolata per ternrono o p�r naztO�a­ carte del governo provvisorio di Toscana, identificabili solo in base alle date. È pos­ lità: Albania Macedonia e Montenegro, Atene Balcani e Candia, Arment, �arbar�a, sibile comunque segnalare documentazione attinente al trattato di pace e di com­ Bosnia, Bulgaria e Valacchia, Dalmazia, Grecia, Greci di. Croazia Dal�azta Sch�a­ mercio tra la Toscana e la Sublime Porta (1832-1833), carteggi del sultano (1765- vonia Transilvania e Ungheria, Greci Melchiti, Isole Iome, Italo-Gr�ct, Moldavt�, 1824), o-secondo una diversa dizione - con l'imperatore degli Ottomani e col Moscovia Bessarabia e Crimea, Romania, Costantinopoli, Serbia, Smtrne, Unghena gran visir (1814-1859), col re di Grecia (1814-1859), con la legazione toscana a e Transilvania. Costantinopoli (1832-1833), con rappresentanti del Governo austriaco a Costanti­ Anche nell'Archivio di Stato di Roma può trovarsi documentazione-in quan­ nopoli (1815-1824 e 1852-1854). Altra documentazione relativa agli affari esteri può tità limitata - relativa ad affari esteri nel Tesorierato generale de�la Ca�era apo­ trovarsi nella Segreteria di Stato che funzionò tra il 1814 e il 1848, il cui inventario stolica, protocollo generale e della segret�ria (� particolare �Ile v�c.t Comspondenz� cronologico-numerico non consente di individuare i singoli affari. diplomatica e Corrispondenza relativa aglz af/a rt e�terz) e �efl archtvto del Camerlen Afjffa ri esteri. . è ga t o aJla voce J' Rilevante ai fini della ncostruztone delle vtcende che col­ Come già si accennato la documentazione relativa agli affari esteri dello Stato · · pontificio si trova in prevalenza presso l'Archivio segreto vaticano che conserva legano il governo costituzionale e la Repubblica romana alla questione n�zto�a 1e e ' carte di interesse balcanico nella ·Segreteria di Stato9 poi Segreteria di Stato per gli la documentazione di due Miscellanee dette appunto del periodo. c�stttuztOnale (1846-1849) e della Repubblica romana (1849). Vanno segnalate m�t e le carte . · , � A Il (1817-1890) e le carte Pianciani (1832-1882). Presso l Archtvto centrale rme tnt . · · MINISTERO DEGLI AFFARI La legazione e i como/ati del Regno di Sardegna ùt Russia, a cura dello Stato si trovano le carte di Giuseppe Monti, ufficiale della Guar dta ctvtca pon- di F.6 BACINO, Roma 1952 (IndiciESTERI, dell'Archivio storico, V). tificia poi della Guardia nazionale durante la Repubblica romana. MINISTERO DEGLI AFFARIESTERI, La legazione sordo Ùl Londra, a cura di M. PASTORE, Roma 1952 7 . . . • (Indici dell'Archivio storico, IV) e MINISTERO DEGLI AFFARI Le legazioni sorde a Parig1; Bema, Documentazione di interesse balcanico del Regno delle Due Stcihe 12 st trova ESTERI, L'Aio, Lisbona e Madrid, a cura di F. BACINO (Indici dell'Archivio storico, III): 8 F. BACINO, L'archiv io di Filippo 0/doim; in «Rassegna storica del risorgimento», 1950, I, pp. 40·44. 10 L. PASZTOR, La Congregazione degli a/fo ri ecclesiastici straordinari Ira il 1814 e il 1850, in «Ar· L. PASZTOR, Per lo storia della Segreteria di Stato neii'OIIocento, La rt/o rma de/ 1816, in Mélanges chivum Historiae Pontificae», 6 (1968), pp. 191-318. 9 . Eugène Tisseranl, vol. V, Biblioteca Vaticana 1964 (Studi e testi, 235); ID., La Segreteria di Sta/o di Pio N. 11 KOWALSKY, J. METlLER, lnventory o/ the bistorical Archives o/the Sacred Co ngrega/ton /or l1 e IX durante il triennio 1848-1850, «Annali della Fondazione italiana per la storia amministrativa>>, 3 { in evangelization o/ peoples or «de propagmtda /rd�"· Ro a 1983 · . (1966), pp. 308-365. � 12 Le notizie che seguono sono state fornue dall AS Napoh.

44 45 Les documen/s diplomatiques Paola Carucci nel fondo Segreteria di Stato poi Ministero degli affa ri esteri e nella serie a stampa breve periodo il territorio fu annesso alla Toscana. Per Modena docume��azione Tra/lati, Segreteria di guerra Exce1pta, ' rc i io segreto austro-estense nel fondo e in quello miscellaneo, costituito relativa alla politica estera si trova nell A h v (vedi m par-. dopo la seconda guerra mondiale con i documenti provenienti dai vari archivi mili­ ticolare Legazione estense a Vienna, 1856- 1867), nell'archivio del Minist�ro �eglr arc i io Borbone. ' gen ia consolare dr Trreste tari non più riconducibiJi alle serie di provenienza, e infine nell' h v affa ri esteri e, di specifico interesse balcanico, nell A z Merita di essere segnalata la documentazione della Segreteria di Stato poi Mini­ (1814- 1866). stero degli affa ri esteri che si riferisce soprattutto a questioni di natura economica e commerciale; ovviamente nelle relazioni e nella corrispondenza di ambasciatori e consoli si rilevano anche notizie relative alla situazione politica internazionale. In particolare si ricordano i seguenti fascicoli e registri: Albanesi al servizio di sua mae­ stà {1799-1828); corrispondenza del console napoletano in Grecia {1815-1860), albi­ naggio in Grecia {183 1), progetto di trattato di commercio e navigazione con la Grecia (1848-1856), corrispondenza del console di Corfù e documenti relativi a Corf.:1e Zante (1848-1853), affari vari relativi alla Grecia (1826-1827), convenzione per le Isole Ionie (1815), Spalato (1815-1826), Legazione del governo di Napoli in Austria (1850- 185 1), Legazione del governoaustriaco a Napoli (1815-1860), corri­ spondenza in cifra con Vienna (1800- 1821), consolato napoletano a Vienna {1823- 1860), corrispondenza con Metternich (1821), convenzione tra le corti di Vienna, di Pietroburgo, di Londra e di Berlino per fissare le sorti delle sette Isole Ionie ( 1815), Legazione del governo di Napoli a Costantinopoli (1815-1860), corrispondenza del console di Costantinopoli (1815-1829), lettere della cancelleria ottomana (1839), trattato di commercio e di navigazione con la Porta onomana (185 1), questione d'o­ riente (1853-1855) in particolare inerente alla neutralità del governo di Napoli e a informazioni di carattere generale nonché a questioni commerciali, carte relative agli agenti napoletani a Costantinopoli (180 1-1830), stati di navigazione e di commercio con Costantinopoli e altri paesi {1848-1853 ) , consolato di Aleppo (1832-1860), Legazione di Costantinopoli (1806-1861), corrispondenza diversa con la Porta otto­ altre cancellerie (1830-1861), ar (184 1-1860). mana e iv dal Mar neru Un breve cenno infine agli archivi deir i ducati la cui documentazione ha scarso riJievo in relazione al loro ruolo del tutto marginale sul piano delle relazioni inter­ nazionali: il ducato di Lucca, che nel 1847 viene a confluire nel Granducato di Toscana, conserva carte della Segreteria di Stato per gli affa ri esten; mentre le carte della corte borbonica si trovano unite a quelle dei Borboni di Parma, nell'Archivio di Stato di Parma. In questo Archivio la documentazione relativa agli affari esteri è conservata nei fondi della Segreteria di Stato e di Gabinetto, della Segreteria intima di Gabinetto e del Dipartimento degli affa ri esteri. Il ducato di Massa-Carrara fu unito al ducato di Modena che, a sua volta, si faceva rappresentare all'estero dalla diplomazia di Vienna. Per Massa esiste una limitata documentazione del governo provvisorio costituito nel 18-18 quando per un

47 46 Paola Carucd

1824-1859, 34: «Costantinopoli», mazzi documentazione relativa al consolato sardo m Costantinopoli trasmessa all'AS Torino nel 1932 dall'AS Napoli. «Dardanelli>>, 1825-1857, mazzo l. «Gallipoli>>, 1845, mazzo l. «Isole lonie>>, 1832, mazzo l. APPENDICE «Patrasso>>, 1852-1858, fase. l. «Pireo>>, 1856- 1859, fase. l. «Rodi>>, 1825-1827, fase. l. «Salonicco», 1825-1859, mazzo l. «Varna>>, 1845-1851, fase. l. ARCIHVl DEL REGNO DI SARDEGNA CONSERVATI NELL'ARCIIIVIO DI STATO DI TORINO• Serie: Consolati esteri. Archivio di Corte. Real Casa. «Austria», 1816-1846, fa se. l. «Porta Ottomana>>, 1815-1846, fase. l. Serie: Lei/ere princ ipi fo restieri. Corti straniere. «Alemagna e Austria; imperatori e re d'Ungheria», 1252-1859, mazzi 8. Serie: «Grecia», 1795-1859, mazzo I. «Austria e corti di Alemagna>>, 1427-1849, mazzi 17. «Turchia>>, 1820-1856, mazzo I. «Grecia», 1822-1830, mazzo l. «Isole Ionie>>, 1840, mazzo l. Archivio di Corte. Segreteria di Stato poi J\linistero per gli affari esteri. «Porta Ottomana>>, 1562-1843, mazzi 2. . Serie: Protocollini; memoriali relativi a legazioni Serie: Negoziazioni. «Austria», 1823-1856, regg. 18. «Austria>>, 1513-1852, mazzi 40. «Turchia», 1824-1848, regg. li. «Grecia>>, 1838, mazzo l. <>, 1780- 1846, mazzi 2. Serie: Protocolli della corrispondenza dei consolati nazionali. Tra/lati. «Galatz», 1837-1856, regg. 3. Serie: «Salonicco», 1853-1858, reg. l. «Trattati diversi>>, 1183-1860, mazzi 76. Carte politiche diverse. Archivio di Corte. Materie politiche relative all'estero. Serie: «Missione del col. Monti in Ungheria>>, 1849, fase. l. Serie: Lettere ministri. «Questioni relative alla Turchia e Stati barbareschi e controversie relative alla giurisdizione «Austria», sec. XVI-1859, mazzi 180: lettere dell'inviato sardo alla Rea! Casa e al ministro consolare>>, 1785-185 1, mazzo l. degli esteri, lettere di varie autorità all'inviato sardo, copia delle lettere segrete spedite da «Truppe ungheresi in Italia>>, 1848, fase. 2: corrispondenza del governo sardo con gli inviati Torino all'inviato, copialettere delle lettere del ministro all'inviato. ungheresi; corrispondenza dell'inviato sardo a Parigi col ministro degli esteri. «Austria», 1814-1857, mazzi 29. <>, 1817-1859, mazzi 21: lettere dell'inviato sardo al ministro degli esteri e copialettere delle lettere del ministro all'inviato. ARCH!Vl DEL REGNO DI SARDEGNA CONSERVATI NELL'ARCJUVlO STORICO DIPLOMATICO DEL <>, 1843-1859, mazzo l. MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI A ROMA

Serie: Legazioni. Segreteria di Stato poi Ministero per gli affari esteri. 1814-1856, l. <>, mazzo Serie prima: Gabinetto particolare e direzione generale delle province italiane. 1833-1860, l. <>, mazzo bb. 24-35: «Copialettere della corrispondenza politica riservata e confidenziale in partenza Serie: Consolati nazionali (lettere dei consoli al ministro degli esteri). dal Gabinetto>>, 1850-1860. bb. 36-42: «Atene» (Sira, Nauplia e Pireo), 1821-1860, mazzi 2. «Copialettere della corrispondenza miscellanea e confidenziale in partenza dal 1850-1861. «Bucarest>>, 1857-1859, mazzo l. GabinettO>>, bb. 44-84: 1822-1861. <>, 85- 0: «Costantinopoli>>, 1824-1859, mazzi 6. bb. � «Registri 'precis', contenenti il transunto della corrispondenza pervenuta al mini­ stero dalle varie legazioni e consolati all'estero>>, 1849-1856. bb. 93-96: «Guerra d'Oriente e Congresso di Parigi del 1856>> (fasce. 1-17, Corrispondenza * I dali sono stati fomiti da Elisabena !\longiano deli'AS Torino. e documenti vari; fase. 18, Atti relativi alle fo rtezze serbe; fase. 19, Delimitazione della Bes-

48 49 Paola Carucci Les documeuts diplomatiques

1814-1821 1860-1861, 1855-1861; sarabia, possessi del delta del Danubio e dell'isola dei Serpenti; fase. 20, Costituzione dei c di Turchia, Copialettere di dispacci dal ministero al con­ principati di Moldavia e Valacchia; fase. 21, Riconoscimento del principe Couza come ospo­ solato di Atene, 1854-1861, di Batavia, 1860-1861, di Bucarest, 1859-186 1, di Corfù, 1854- 1861, 1854-1861, 1854-1861, 1860-1861, daro di Moldavia e Valacchia; fasce. 22-24, Atto di navigazione del Danubio). di Costantinopoli, di Galatz, di Mosca, di Odessa! b. 114: <•Documenti vari» (fase. l, Circolari dirette a legazioni e consolati, 1847- 1860; fase. 1854-1861, di Salonicco, 1854-1861, di Smirne, 1854-1861, di Trieste, 1854- 1861; Protocolli 4, Esemplari di banconote ungheresi emesse durante il governo provvisorio del 1848; fase. della corrispondenza con i consolati e con le legazioni. Il, Informazioni circa l'arruolamento della legione polacca, 5 maggio 1849; fase. 19, Copia di memoria del conte L. Teleki al governo della Repubblica francese contro il progetto di Reale Commissione poi Legazione sarda in Vicnna 12 1851). unire l'Ungheria alla Confederazione germanica, marzo Corrispondenza degli agenti diplomatici sardi con le autorità imperiali austriache, con alt�i b. 115: «Documenti vari» (fase. 6, Neutralità del governo di Svezia, Norvegia e Danimarca agenti esteri accreditati a Vienna (Trieste, Costantinopoli, ecc.); sezione relativ? a materte 1853-1854; 7, _ _ in previsione della guerra d'Oriente, fase. Lettera di G. Regaldi a L. Cibrario commerciali e private; copialettere; corrispondenza del console dt Costanun?polt; lette_re da sui suoi viaggi in Oriente, 3 giugno 1855; fase. 16, Commissione per la riorganizzazione dei Trieste e Lubiana; copia del trattato di amicizia e commercio concluso tra ti Regno dt Sar­ Principati danubiani). degna e la Porta ottomana, 23 ottobre 1823; copie d�lle relazioni delle sedute verbali de�la b. 116: «Documenti vari» (fase. l, Relazioni con gli ungheresi, missione Astengo a Belgrado, dieta d'Ungheria, 1840; lettere del console sardo a Tneste, a Galatz, a Belgrado, a Venezta, missione Benzi a Galatz, missione Durio a Galatz, invio di armi a Galatz, 1858-1861, e copia a Odessa. di lettera di Cavour a Dabormida del 31 luglio 1859). 117: 2, 1859; 9, b. «Documenti vari» (fase. Questione serba, fase. Sussidi per rimpatrio di LcgHione c consol.ut del Rejlno da Sardegna in Russia stranieri arruolati volontari garibaldini, 1860-186 1). Dispacci; lettere del console sardo di Odessa alla legazione sarda di Pietro urgo; lettere del b. 118: «> (fase. 3, Romania, 185 1-1880; fase. 7, Turchia, Legationc sarda in Londr.t 1856-1861). Elenco di diciannove italiani imbarcati per la Grecia sul brigantino «Regina Elisabetta>>, Serie terza: Divisione delle legazioni e divisione consolare 1823. b. 207: «Regolamenti, patenti, leggi e tariffe consolari>> (Conia di breve pontificio per i con­ soli sardi in Oriente, 25 settembre 1829). b. 244: «Note di legazione estere accreditate presso il Regno sardo>> (Note della legazione d'Austria, 1861). b. 246: «Note di legazione estere accreditate presso il Regno sardo>> (Note della legazione di Grecia, 1860). b. 247: «Note di legazione estere accreditate presso il Regno sardo» (Note della legazione di Russia, 1856-1860). b. 248: «Note di legazioni estere accreditate presso il Regno sardo>> (Note della legazione di Turchia, 1856-1860). b. 249: «Note di consolmi esteri nel Regno di Sardegna>> (Consolato generale in Russia, 1854; Consolato generale di Francia in Serbia, 1861). bb. 250-263: «Rapporti di consoli sardi all'estero>> (b. 250, Consolato in Atene, 1859-1861; Consolato in Batavia, 1861; Consolato in Belgrado, 1859-1861; b. 252, Consolato e agenzia consolare in Bucarest, 1858-1861; b. 254, Consolato in Cipro, 1854; Consolato in Corfù, 1830-1860; b. 254, Consolato in Costantinopoli, 1856-1861; b. 255, Consolato in Galatz, 1840-1860; b. 258, Consolato in Mosca, 1860- 1861; b. 259, Consolato in Odessa, 1857-1861; b. 260, Consolato in Pietroburgo, 1861; b. 262, Consolato in Salonicco, 1856-1861; Conso­ lato in Smirne, 1843-1861; b. 263, Consolato in Trieste, 1857-1879; Consolato generale in Russia, 1859-1860). b. 264: «Rapporti di legazioni sarde all'estero>> (Legazione in Costantinopoli, 1842-1861; Convenzione sulle corrispondenze telegrafiche tra il re delle Due Sicilie e l'Impero ottomano, 6 marzo 1860). regg. 265-371: «Copialettere, minutari protocolli della Divisione legazioni e della Divisione consolati» (Copialettere delle note inviate dal ministero alla legazione d'Austria, 1854-1861; copialettere di dispacci inviati dal ministero alla legazione d'Austria, 1855-1861, di Russia, 50 51 p

Georges Castellan

DIPLOMATE ET HISTORIEN. L'EXEMPLE DE FRANçOIS­ CHARLES POUQUEVILLE HISTORIEN DE LA REGENERA­ TION DE LA GRECE

La Guerre d'Indépendance de la Grèce a fait éclore en France une· abondante littérature. Si les plus grands écrivains et artistes: Chateaubriand, Vietar Hugo, Lamartine, Béranger, le peintre Delacroix ont multiplié appels et prises de position, la connaissance de la Grèce soulevée et son peuple a été le fait de publicistes ou lit­ térateurs plus modestes. Tels Claude Fauriel éditant en 1824 Les Chants populaires de la Grèce ou François-Charles Pouqueville publiant la meme année une Histoire de la Régéneration de la Grèce. Ce dernier était un ancien diplomate et a fait figurer au dessous de son nom son titre: «ancien Consul général de France auprès d'Ali Pacha de Janina». Pour répondre à la problématique de notre colloque nous retiendrons cette oeuvre: il s'agit d'une histoire, mais écrite par un diplomate qui a été le témoin, au moins partiel, des événements qu'il raconte. Elle se présente sous la forme de quatre volumes de 2234 pages, chacun accompagné d'une carte régionale et illustré de por­ traits à la piume. L'ensemble a paru chez l'éditeur Firmin-Didot en 1824. L'auteur y a ajouté en sous-titre Précis des événements depuis 1740 jusqu'à 1824, mais en fait la première date est celle de la naissance d'Ali de Tepelen ce qui lui permettait d'ou­ vrir son histoire par une biographie de l'homme qu'il avait bien connu, tandis que le récit s'arrete au début de la campagne de 1824. Nous étudierons successivement: l La biographie de notre auteur. 2 Le récit de sa mission à Janina, telle qu'elle apparalt à travers ce livre d'hi­ stoire publié dix ans après la fin de cette mission.

François-Charles Hugues Laurent Pouqueville était né à Merlerault en Nor­ mandie (actuellement dans le département de l'Ome) le 4 novembre 1770. D'une famille bourgeoise* il fit de bonnes études au Collège ecclésiastique de Caen, et se 1791 destinait à l' état ecclésiastique. U entra au séminaire de Lisieux e n et y reçu

* Je dois !es détails de cette biographie à mon étudiant Gérard de Pouqueville qui prépare sous ma direction une thèse sur son ancetre. Je l'en remercie vivemem.

53 Les documents diplomatiques Georges Castel/an

les ordres jusqu'au diaconat. Mais les événement de la Révolution française - en en Morée. En outre il usa de son crédit auprès du gouverneur pour adoucir le sort particulier la Constitution civile du clergé - influencèrent le jeune clerc. preta de ses compagnons d'infortune: ceux-ci lui en rendirent hommage dans un artide le serment exigé pour obtenir un poste et fut nommé à la paroisse de sa naissance.TI publié après leur retour en France. Là il s'engagea dans le courant révolutionnaire: il participa à la Société patrio­ Cette situation relativement privilégiée dura peu: au bout de dix mois, Con· tique de Merlerault, composa des chansons révolutionnaires. En 1793 il franchit le stantinople les réclama et ils furent transférés à la prison du Chateau des Sept Tours pas: suivant l'expression de l'époque il se «dépretrérisa» et demanda à ses ouailles dans la capitale ottomane. Ainsi commençait une stricte captivité qui allait durer de ne plus le considérér désormais que comme un simple instituteur. La chute de plus de deux ans. Elle fut adoucie par la compagnie d'un diplomate Pierre Jean Ruf· Robespierre et la réaction thermidorienne lui valurent sans doute des difficultés fin, premier secrétaire interprète à l'ambassade de France auprès de la Port�, en dans sa commune natale aussi il préféra s'y faire oublier et partir pour Paris. Là, il poste depuis 1789 et qui avait été emprisonné dès septembre 1798. Le médecm et s'orienta vers l'étude de la médecine et s'inscrivit auprès d'Antoine Dubois- futur le diplomate sympathisèrent et dans la geòle turque naquit une amitié qui ne cessa baron d'Empire - qui était alors un chirurgien et accoucheur célèbre. Cette noto· qu'avec la mort de Ruffin. Pouqueville, qui volontiers taquinait la rime, composa riété valut au maitre d'erre recruté par Bonaparte pour l'expédition d'Egypte et une ode à Mademoiselle Rose Ruffin future Madame Ferdinand de Lesseps. TI Dubois emmena avec lui son disciple en qualité de «membre-adjoint de la Commis­ occupa ses loisirs forcés à d es traductions du grec ancien en particulier d'Anacréon, sion scientifique et artistique». Ainsi commençait pour Pouqueville un quart de siè­ écrivit un conte orientai /e Panier qui était une critique ironique des moeurs turques cle de vie aventureuse en Orient. suivie de quelques poésies légères; surtout il apprit le grec moderne dont la connais­ 1798 Du rivage d' Alexandrie il assista le l er aout à la destruction de la flotte sance allait etre des plus utiles pour sa carrière ultérieure. française par l es Anglais dans la rade d' Aboukir puis fut chargé par le général Klé­ En 1801 les négociations de Lunéville rétablissaient la paix avec la Porte: Paris ber de négocier avec le vainqueur l'échange de prisonniers. Première mission diplo­ réclama !es prisonniers du Chateau des Sept Tours et Pouqueville retrouva la capi· matique couronnée de succès puisque le nombre des Français capturés était beau­ tale française. Il lui fallait d'abord acquérir une situation: il acheva ses études de coup plus grand que celui des Anglais. Mais par la suite Pouqueville supporta mal médecine en passant sa thèse; écrite en latin selon la règle d'alors elle traitait d'un le climat de I'Egypte et Kléber décida son rapatriement. Le jeune médecin l'en sujet que le candidar avait eu lesloisirs d'observer: la peste de l'Orient. Le sujet inté· remercia en lui consacrant une pièce de vers. En novembre 1798 il s' embarquait ressa et l'ouvrage futmentionné parmi les thèses que l'on pourrait présenter au con­ pour I'Italie sur un navire livournais, mais trois semaines après le biìtimentfut cap­ cours du prix décennal. Nanti du titre de docteur Pouqueville avait sa pratique pari· turé par un corsaire tripolitain. Heureusement pour notre auteur le corsaire venait sienne mais ne pouvait oublier ses aventures orientales. Il reprit donc ses notes d'E. d'étre libéré du bagne de Malte par le coup de main de Bonaparte, en juin précé­ gypte et de captivité et sortit en 1805 son Voyage en Morée, à Constantinople, en dent; soucieux de marquer sa reconnaissance à ses bienfaiteurs il renonça à ramener Albanie et dans plusiers autres parties de l'Empire ottoman pendant /es années 1798, ses prisonniers au marché d'esclaves de Tripoli et accepta de les abandonner sur la 1799, 1800 et 1801 en trois volumes parus chez Firmin-Didot. Tout naturellement cote de Morée, non sans les avoir dépouillés de tous leurs biens et bagages. Les mal­ il le dédicaça à I'Empereur Napoléon. Celui-ci y preta·t·il attention? Sans doute, car heureux Français furent aussi débarqués à Navarin. Mais la Porte venait de déclarer cette publication est à l'origine de la nouvelle carrière de son auteur. En effet à la la guerre à la France à cause de l'expédition d'Egypte et les sujets du Directoire fin de l'année 1805 il reçut des services de Talleyrand l'ordre de se rendre à Milan étaient considérés camme ennemis. Mustapha Pacha gouverneur de la Morée fit où on lui communiqua la décision de I'Empereur qui le nommait au poste diplo­ enfermer Pouqueville et ses compagnons dans la forteresse de Tripolitza, sa résiden­ matique de Ianina avec le titre de consul général. Pouqueville dit avoir été surpris ce, où ils passèrent le rigoureux hiver de 1798-99. Ayant appris toutefois la qualité et médiocrement satisfait par cette nomination: sans doute le poste n'était-il pas très de médecin de Pouqueville, le Pacha fit appel à ses talents pour lui et son harem brillant et le séjour à lanina manquait d'attraits. Mais il n'était pas question de et lui permit de circuler librement dans la ville. Nourri d'Antiquité le jeune Français discuter une décision de Napoléon et le nouveau diplomate se consola en pensant en profita pour prendre des notes sur les vestige des monuments grecs de la région, que ce séjour lui permettrait de poursuivre des études d'archéologie dont il avait fait mais aussi sur les moeurs et coutumes des habitants de la Morée. Ce sont ces fiches, son hobby. d'une précision toute anatomique, qui lui servirent à rédiger plus tard son Voyage Il y demeura de février 1806 à la fin de 1814, puis fut transféré au consulat de

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Georges Castel/an Les documenls diplomaliques

Patras et revint en France en 1816. Il se consacra désormais à la publication d'ou­ de France à Constantinople une lettre fameuse dans laquelle il parlait du «Grand vrages sur la Grèce et l'Orient. Par son frère Hughes, qui lui succéda à Patras il fut Napoléon, le héros des siècles». Sa déception fut d'autant plus grande lorsque son envoyé Mehmet Effendi revint de la rencontre de Tilsit (juillet 1807) avec une lettre tenu au co�rant des débuts de la Révolution grecque et devint un fervent et prolixe de J'Empereur informant Ali que lesSept lles y compris la ville de Parga resteratent. propagandtste de la cause hellénique - un Philhellène actif. sous la protection de la France. · C'est dans cette perspective et dans cet esprit, qu'il publia successivement en . A • • e Le Pacha monta alors une intrigue dont le Consul général devatt etre la vtcttme 1820-1821 Voyage dans la Grèce, chez Firmin-Didot, !è"' édition en 5 volumes 2èm et que ce dernier raconte: «Pour détournerl'attentio [ e ses pour-parlers vec les édition en 6 volumes en 1826-27 et en 1824 Histoire de la Régénération de la Grèce � ? . � en 4 volumes, en meme temps que de nombreux articles dans des journaux et Anglais] le visir fit partir Georges Ianco l'un de ses stcaues, pour Vemse, ou Bona­ parte (sic!) était attendu. Il devait exposer en confidence l'ulti�at m du �atrape Il revues tous en faveur de la Grèce: réunis ils formeraient huit gros volumes. consistait à demander "d'etre reconnu vassal de l'Empire françats, a� condttton. qu ;o n Cette activité littéraire lui valut d'erre élu comme membre correspondant de réunirait les iles Ioniennes à l'Epire,qu'elles seraient érigées en principauté dont il I'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, puis d'y erre admis le 16 février 1827. serait le chef et que ce domaine deviendrait héréditaire dans sa descendance mascu­ Il était alors en relations avec Chateaubriand, Lamartine, Arago, la comtesse de line". Comme dispositions transitoires, on ajoutait la demande "de subsides et l'é­ Ségur. Il mourut à Paris le 20 Décembre 1838. loignement du Consul de France, qui ne cessait de calomnier les intentions les us Le consul général F.Ch.H. Laurent Pouqueville posa le pied pourla première �� 2 1806, pures d'un des a mis les plus sincères de Bonaparte". O nse doute de quelle �am�re fois sur le sol de I'Epire le février au port de Parga et gagna aussitot Ianina fu treçu l'envoyé d'Ali et ses propositions, sur le contenu desquelles l mmtstere. où régnait alors - c'est le terme qui convient - Ali de Tepelen nommé derven était depuis longtemps avisé Ianco obtint furtivement une audtence,. ou, �l Empereur pacha d'Epire et Toskeria par le sultan Abdui-Hamid en 1787. Dix huit ans plus . tard Ali était devenu quasi indépendant vis-à-vis de lal erPorte et occupait une piace ne lui adressa la parole que pour lui demander sèchement "s'il apportait des lettr�s non négligeable dans le jeu des Puissances en Orient. Voisin des lles Ioniennes il du consul-général à Ianina"; et sur la réponse négative il ajouta: "qu'il pourratt reprendre ses dépeches et dire à son maltre qu'il ne voulait plus entendre arler de Y ayait vu succéder la domination des Français, puis des Russes, tandis que les · � Anglais s'efforçaient d'y prendre pied. Convoitant les Sept Iles, et tout particuliè­ lui qu'il saurait lefaire chatier par le Grand-Seigneur, s'il osait à l'avenir enfremdrel �s rement leur dépendance le port de Parga, le Pacha jouait alors la carte française. Le ca�itulations existantes entre la France et la Porte Ottomane". Ian�o. fu écont ?utt nouveau consul général fut bien accueilli, put circuler librement en Epire et invité avec cette réponse qu'ilse garda bien de rendre textuellement au vtstr son mat�re. "Rapidement informé de cette brusque réponse de Bonaparte, le cons� reçut l or­ plusieurs fois par le redoutable visir à l'accompagner dans ses déplacements à l'in­ dre d'observer l'effet qu'elle produirait à Ianina, et Ali, qut. s' en doutatt pr �able­ térieur du pays. Cette attitude faisait écho à la politique napoléonienne d'alors. Pou­ ment, le mit à l'aise dès sa première entrevue avec lui. "Bonaparte, lut. dtt-il,? est queville raconte qu'au moment de son arrivée à Ianina: «Bonaparte (sic) l qui n'aima jamais Grecs avait mis à contribution le savoir de nos orientalistes et les presses faché contre moi, écris, je t'en prie, à son ministre quesi ce grand homme me chasse de son !esimp rimerie afin d'adresser aux mahométans un écrit intitulé «Voix d'un par la porte, je rentrerai parla fenetre, car je veux mourir so� servite�r". O n �rpon­ dit au visir que, ne sachant pas de quoi il voulait parler, et tgnora�t � quel ob!et �e muezzin» avec la traduction en turc, en arabe, et persan, des bulletins de ses gran­ rattachait un propos aussi étrange, "on n'avait. rien à écrire au mmtstre - fatt, clesarmées»2 . Cette lune de miei dura autantque la guerre de la 4ème Coalition con­ . �� tre Napoléon, alors allié de la Turquie. A ce titre le général Marmont commandant écris, tu sais". Puis il se mit à rire avec cette immobilité des yeux qut décelatt une des troupes françaises en Dalmatie preta à Ali de Tepelen une compagnie d'artillerie fureur concentrée. Tel fut le résultat de l'intrigue de Venise»3. pour chasser les Russes des Sept Iles. Le Pacha espérait bien que ces iles allaient En fait la Pacha fit sentir au Consul général le poids de sa rancune. li essaya lui revenir et s'appuyait sur une promesse - assez vague il est vrai - de I'Empereur d'abord de le discréditer auprès de l'ambassadeur Sébastiani en le faisant accuser lui-meme. C'est à cette occasion qu'Ali envoya au général Sébastiani ambassadeur par les Grecs d'Epire de leur refuser des certificats d'origine pour leurs marchan-

Confo méme t .à l' sage sous la Restauration, I'Empereur Napoléon considéré commc «l'Usurpa· 1 � � � teur» est toujours des1gne sous son nom de Bonaparte. ' lbid., T. l, pp. 258·259. 2 Histoire de la Régénéralion de la Grèce, T. l, p. 2? l. 57 56 Les domments dip lomatiques Georges Castel/an �ises ce qui ruinait leur commerce dans le cadre du locus Commentai. il le confina dans . B Surtout . le consulat interd·ISant aux a Itants d l �. ' h b e a v e tout contact avec loigner "Je l'ai entendu, lui dit- il, et vous ne pouvez irnaginer quel sort épuovan­ l UJ. Pouqueville était ainsi quasi-prison . . ili. n er chez l tout table il vous réserve; fuyez, il en est temps encore, fuyez au nom de Dieu est par le P _ en contmuant à etre reçu ! n acha pour les differérentes fC a tair� es a tra Iter�1, . eCet at e c-t ose d h dura trop tard, répartit le consul, il a intéret me ménager" et ne voulut pas s'expliquer annees., Heureusement . . huit à il le Consul fut a lors VISite, plus positivement Un écrit en italien, "l'avvertissait qu'un assassin était atta­ , , par so n frere ' pume· . l ement consul au moment . - Hughes, éga- billet precJsement o'u sa SltuatJon· · evenait ché ses pas". n'en connaissait point l'écriture; mais céder au danger! cette idée 1811 ' . . . d très difficile à n en effet Ali ayant taJtc pnsonmer . . . En ' ' un officier n pol Itam était loin de sa pensée»9. française, le cabinet . , � servant dans l'armée . des Tu il enes envoya a Pouqueville , . une • qualifie de «fulminante». depech e que celui-ci Pouqueville se tint clone sur la plus grande réserve et c'est son frère Hughes, Elle était d ,atee d 2 u mars . . au C onsul l 1811 e t d nnaJt pl em pouvoir de retour Ianina, qui fit part au Pacha du refus du gouverneur des Ues Ioniennes général pour «déclarer la , ? à guerr e a Ali Tepe l en; en laJssant de son mandataire . à la discrétion de lui livrer des familles épirotes réfugiées Corfou10• Il devenait cependant de ph.Is • le choix d l c à e a rorme, du heu et d u t emps a onner a , tces te. Les armée des . ' d son mani- en plus difficile au consul de communiquer avec l'extérieur, à commencer avec son . Provinces ynennes, d Ill e Naples de Cor u, avaJent,. . voisin le général Donzelot: «Le consul était cerné dans sa maison par !es agents de d es mstructions pour se . ' 6 dJsait-on, tenir pretes à ag ir a u remler signa!. � cellerie du qUI partirait de la chan- la police du pacha et personne n'osait en sortir ni y pénétrer sans se rendre suspect. consulat de Ianina » '· C omme e p . l e talt remarq uer no tre alssant à un consul auteur la procédure Une !eme pouvait etre interceptée, et alors elle compromemait le succès du pian. 1 carte bianche p ar d,ec l arer l - · a guerre etaJt pour el moms. On était réduit aux expédients quand le commissaire du visir Tacquis à Pouqueville et com pte tenu des pratiques . insolite, du Pacha n ',etaJt pas porteur sans dang er pour e1 messager se souvint d'un vieillard qui l'avait servi autrefois dans les moments difficiles et il d' une telle décision p · ouquev e consulta d· Constantinople ili I r - 1 l' am b assad e française de se chargea de l'expédier du lieu de son domicile. On lui remit en conséquence un , et dans la prosp ectJve. ' "j' . d'une rupture possJ bi e Tsar, «il prit le �ntre Napoléon et le très petit morceau de papier empreint du sceau du consulat, sur !eque! était écrit parti de temporiser»6. La paix de ucarest (mal 1812) aux hostilités entre la B ayam mis le simple avis du danger; et ilfut convenu que cetre dépeche laconique serait cachée · Russie et la orte, el consu del France p t c- . fin 11• volr pas ouvert un p. u «se te 1·ICJter de n'a- dans !es vetements du messager, auquel on sut donner un zèle intéressé» , , foyer de ca! amJtes, d ans l a Grece, en . l . rompant mtempesuvement· etat de pa!X existant entre . ' · Profitant des défaites françaises Ali entreprit de faire main basse sur la ville de la F rance et la urqUieT » . . tree, de Napoléon , 1 QUOJqu 'il en soJt, après l'en- à Moscou soit a l Parga dépendance cles Iles Ioniennes et tenue par une garnison française: le consul m de septembre 1812, une traitée avec le P ' f délicate affaire fut acha' par les deux freres ouqup Pouqueville devenait à ses yeux le répresentant d'une puissance ennemie. En fait !es ev e mais· H ug h es souff vres et dut quitter Ianina � ili rait des fiè- Anglais s'emparèrent de Parga le 22 mars 1814, ce qui provoqua une double démar­ . consuLe l ,genera l'env - gouverneur , l oya aupres d u genéral, Donzelot des Ues Ionl·ennes «pour savon. · che auprès d'Ali Pacha alors Ptevesa: l'une du consul anglais pour lui notifier l'oc­ ce qUI se passaJt· ansd à rope»s. le nord de l'Eu- cupation de la ville, l'autre de Hughes de Poqueville envoyé du général Donzelot esté seui Pouqueville connut, . pour protester contre l'attaque antérieure du Pacha. Les deux frt:n:s se . � d'après son témOlgnage, . Pouqueville Ali lUI déclara . de ventables, dangers. tout net �Tu fus toujours · . retrouvèrent alors: «J'eus le plaisir d'embrasser mon frère en rentrant au consulat. < mon enne I» et l UJ It· sabili té de tous ses , f porter la respon- déboires du coté de N a l� . On m'avait cru englouti dans la bourrasque; le bruit de ma mort avait été publié pol eon. Puls survmt la publication bulletin de la Grande , du 29o à Corfou, et !es circonstances en avaient été décrites dans !es rapports du commis­ Armee annonçam les d-esastres . en doute de R ussJe: «On ne à Ianina raconte notre mit plus saire général de police. Mon frère qui me raconta ces particularités, me prévint que au teur, que el consul · · - · des ressentiments ' français a 11alt penr • d'Ali pach a, victime le visir désirait nous voir tous deux le l'endemain en amis» 12 et un d e ses secrétaires Colonas lui conseilla de s'é- Ce fut la dernière entrevue entre le Consul général et le Pacha. 4 lbid., T. I, pp. 331·332. � lbid., T. I, p. 336. lbid., T. I, p. 337. 7 lbid., 8 T. I, p. 371. lbùl., T. I, p. 395. 9 l, lbid., T. I, p. 390. IO Ibid , T. p. 396. 11 lbid., T. l, p. 403. 12 lbid., T. l, p. 418. 58

59 Georges Costellali Les docwnenls diplomaliques

XVIII C'est là qu'il fut L'historien de la Régénération de la Grèce est discret sur le période 1814-1815 réinstallé aux Affaires étrangères par Louis dès mai 1814. relatives au sort de Parga: «On n'ignorait pas que le consul assurément fort délicate pour le représentant d'une France qui, par deux fois, passa melé aux négociations pour entra'ìner la Portedans une de l'Empire napoléonien à la monarchie des Bourbons. gen· éral de France s'était servi d'Alipacha en 1806 de s'adresser à l UI,· fa m d e c�u L'évocation des événements est très laconique: «Dans la Grèce, on se demanda guerre con tre la Russie et l' Angleterre, et on résolut onseille: pendant longtemps encore, commentcelui qui avait présidé aux destinées de l'Em­ ser la ruine des Grecs, qu'un agent britannique avait, dix ans auparavant, � à une condition pire que la mort. On savatt que I: pire, n'était plus? LesTures pleurèrent l'enfant de la fortune; et !es Grecs charmés de désarmer et de soumettre cédant cette place»18. Il n'en ?tt de sa perte parce qu'ils le regardaient comme un obstacle à leur affranchissement tyran voulait Parga; et on crut se l'attacher en lui . ville 1 sur son ròle dans cette affaire, sauf à condamner la cesston de la poussèrent un cri de joie qui retentit jusqu'aux bords de la Neva» 3• Sans transition pas davantage avait été accepté par I'Angleterre en mars 1817. Pouqueville passe à l'évocation de son sort personnel: «Dans cette circonstance où aux Tures cession dont le principe i ignation en des pages l'on avait cru le consul général de France perdu, le général Andreossy, alors am as­ Pouquevi! e _ en 1824 ilest vrai -laisse Iibre cours .à son �� . b Ì de Parga par sa populauon chret�enne. Mats cet exode sadeur à Constantinople, 14 ne pouvant présumer que si le tyran [Ali] avait respecté dramatiques sur l'évacuation Corfou deputs longtemps. ses jours, il n'eut pas attenté à sa liberté, exigea et obtint de la Porte Ottomane eut lieu le 9 mai 1819 et le consul avait quitté renon­ qu'un capigi-bachi futenvoyé à Ianina pour constater son existence, avec injonction Le traité de Paris du 30 mai 1814 comportait de la part de la France et cette clause fut explicitée �ar \es acco�ds de rapporter un écrit signé desa main pour en prouver la réalité»1'. Et l'ancien con­ ciation implicite aux Iles Ioniennes . mu ile. le m�m­ sul y ajoute une précision intéressante: «S'il était ainsi l'objet de la sollicitude de ses signés à Vienne le4 juillet et le5 novembre 1815. Talleyrand e�ttma � charge de consul gener_ l �upres de �h de chefs il ne l'était pas moins de celle des ennemis meme de la France. Il jouissait tien du poste diplomatique de Ianina; la . � . se ble-t-il, du depuis longtemps de cet avantage, meme auprès des Anglais». De fait au moment Tepelen fut clone supprimée.Son titulaire Pouqueville peu apprecte, � . des Affaires éntrangères fut transféré à Patras, avec le tttre de su:n­ de la main-mise anglaise sur Parga,il raconte qu'Ali qui avai tconvoité la ville était nouveau ministre 1816. Il demanda alors son rapatne- alors très monté contre les Anglais: «]e prévins le révérend Smart Hughes et M. ple consul. 11 y resta jusqu'à la fin de l'année fut remplacé par son 'frère Hughes. . Townley Parker d'etre sur leurs gardes; de regarder, en cas de danger, le consulat ment et de la Grèce parle pas, sauf en fat- de France comme leur asyle, et de disposer à leur gré de tous mes services»l6. Soli­ De ce séjour I'Histoire de la Régénération ne l'archeveque Germanos qui donna le signal de la révolte grecque darité des Chrétiensface à Ali Pacha etpourtant Pouqueville dénonce constamment sant un portrait de bien connu durant l'année 181619• la politique britannique favorable aux Tures; il est vrai que la scène se passa le 23 le 6 avril 1821 et que Pouqueville avait des sou- mars 1814 quatorze jours seulement avant la première abdication de Napoléon à On peut clone arreter en 1814 l'étude de l'utilisation par l'historien, Fontainebleau. venirs vécus par le diplomate. De ces temps troublés il ne retient qu'un épisode, l'évacuation des Iles Ionico­ critiquer le portr�it que ''ancien ne par les Français, aussitot pl C: l"' peut etre question de reprendre et de . � rem a�.: s par les Anglais le juin 1814: «]e devais Il ne .il n att u de tartr la coupe des douleurs, lorsque je vis s'éloigner de Corfou mes plus chers amis consul trace dans son livre d'Ali de Tepelen. Il est bien connu qu � � . � qui a sa piace dans la galerie des portratts a cote de avec cette vieille garnison dont les drapeaux ployaient vers le poids des lauriers, ca; ces monstres de I'histoire comme il l'appelle, ont int�rpré­ on comptait dans ses rangs au-delà de cinq millesoldats, illustrés par plus dequinze Néron, Attila et autres. Tous !es actes du «tyran» � sont systématiquement défavorables et tous les crimes posstbles lut campagnes»17• On peut en inférer qu'il assista à l'événement et attendit à Corfou­ tés de façon tenace et ne pardonna pas a� sous la protection anglaise - !es instructions de son nouveau ministre Talleyrand imputés. Pouqueville assurément avait la rancune pa t Alt lui avoir fai tvivre d esannées difficiles voi re dangereuses. D' autre � . Pacha de visir turc, et pour le philhellène, la personnifica- Ibid., T. I, p. 422 . représentait à ses yeux le type du 113 4 Antoi.n�·François comre Andreossy (1761-1828) avair pris part au coup d'Erar du 18 Brumaire, l'Empire du Sultan. . _ tion de tous les excès de �eneral de d1v1s1on er membre de I'Académie des Sciences fur ambassadeur à Consraminople de 1812 a 1814. 11 Hisloire ... cit., T. I, p. 423. 18 Ibid., T. I, p. 434. 16 lbid., T. I, p. 419. p. Il er pp. 318·320. 7 lbid., T. I, p. 423. 19 Ibid., T. Il, 1 61 60 Georges Costelltlll Les documents diplomollques s'ils eus- cages entourees, d'une gaze verte ' chantaient comme . Histoire de la Régénération de la Grèce ans 1eurs A Ceci admis on trouve dans son nombre renfermes, d . d e l a lune Nous· marchiOns avec f ec' 1 aue·' 5 par l e re f1et de notations directes qui permettent de nuancer les jugemcnts meme exprimés par sent été au milieu des orets � a m d e pasne ' interrompre leurs concerts, presque resp1rer r· A l'auteur. Telle cetre page dans laquelle Pouqueville s'interroge: «Comment concilier précaution, sans oser , ' entrames, nous fumes solués par d'autres dans une autre c1 1al nbre ou nous sous la politique d'Ali pacha envers ses vassaux, chrétiens où mahométans? Quoique lorsque . · . , ·lrer· leurs mélodies amoureuses, tous soient également esclaves, il semble cependant accorder une protection spé­ rossignols qui sem bi alent se comp l a1re a . soup Nous avanciOns. vers d es na1 ' lheureux· · t s esd lp amtes A ciale à ceux que sa religion réprouve [ ...] Sous son point de vue politique, un Grec ces dòmes si souvent retenussan aperçumes Ali Pacha étendu sur une trouve plus de douceur dans l'application des jugements du visir, qui fait toujours, une chambre donnant sur- l e l ac 'quando nous du Cache- . etec, d ans \' angle d ' un so p ha fO . l m e' des tissus précieux . . à parité de délit, pendre de préférence un mahométan. De là vient peut-etre aussi peau de leopar, d J . • nous fatsant Slgne . ' alt· a ma1n. avec le sounre sur \es lèvres en , l'espèce de protection accordée à l'enseignement public en faveur des chrétiens, mire, qui nous tend 1 . . mon frère en l abordant .. enh eureux.·' l u1 dit (sic) San maxanos,· colnme un b1 charmants jusque dans l'intérieur du sérail, où j'ai vu, dans la meme salle, un papas [pope] d'avancer. que s déhces. .J'ecoute , l e "1\ementgazoul de ces enseignant le catéchisme à de jeunes Grecs et un Kodja (hodja) [docteur] interpré­ -Je le suis en eff et. A vec l ., ivit en en se relevant sur son enfants " . E t l poursu ! . , mes chers • l 1ez- A SI tant le Koaran aux enfants tures. Est-ce tolérance ou indifferénce? Le fait existe et oiseaux. Approc • . . mes penchants. Oh serals peur-etre toUJOlll·s s1 JC ne su1va1s· · qu e "Je le . . • !es femmes de je n'en sais pas davantage. Je ne saurais non plus expliquer l'encouragement qu'il coude. parf0 1. s pour me sausf a1r e:> . Tenez J· 'ai parmi f • donnait à l'établissement clespetites écoles, qui ont répandu la connaissance cles!et­ vous saviez ce qu,.1 l aut . a1rs. admirables que je n'entend s qui· chant ' e ma1s d e ces tres parmi les tribus schypas (schyptares) les plus indomptées, où il est maintenant mon harem une paysanne ' . . 1. e me crois alors transporté dans jamais sans me reporter aux. ·JOU rs de ma 1eunesse,. fete pour honteux de ne pas savoir lire et écrire [ ... ] Par suite de ces systèmes, que je ne peux · M a v1e. ,et alt b"len tranquille alors. Quelle A définir, le visir laisse à ses femmes la plus entière liberté en matière de religion [ ... ] mes montagnes d e la I apygle 22 . dérobé aux patres d u . nous manglons· entre camarad es l que chevreau que . . d Il voulut que Vasiliki 20 eùt dans le palais un oratoire orné d'images où chaque jour mol quand ., . d e mes ami·s J" 'étais le premler Joueur e elle faisait fumer l'encens qu'elle offre à Dieu». Et le consul d'ajouter en note: «J'ai mont Argemk!. et quan d l a llals .,aux noces. la d anse, àla lutte; . l auraiS d,e r·,le les l ps habilesu à moi-meme enrichi cet oratoire d'une gravure de la Ste Madeleine du Corrège, \"' re de cent lleues a, l a . -ton de·' . . , l' autre bout de la vie que !es ch a- renvlend ra pl uset Je n'aperçOis a . mais ce remps ne . de mounr, qu'Ali Pacha. qui était venu diner chez moi, me demanda avec insistance pour sa orages, et qui. salt. . )C n ' aural peu t-etre pas le bonheur . . Vasiliki, femme dont il m'a toujours parlé avec transport» 21• grins de faml"li e, d es . que JC suls ne a·ieux. Je la garde ici toujours, p me rappeler Enfin on ne saurait oublier que Pouqueville est un conteur de grand talent. Des sur la natte de., . mes . b r so n tséant "Et, s'il le faut, 23 que 1 a1 souff ert" · Puls se levant rusquemen ��� récits de trois entrevues avec Ali Pacha on retiendra la dernière, celle du mars pauvre, . · 'a' l a n1 isère" »n· . 1814. Ali était dans sa soixante quinzième année: «Le lendemain sur les deux heures je saural braver JUSqu . ugh es Laurent Pouqueville demeure l'hl- après midi je descendis avec mon frère au chateau du lac [de Ianina] où le visir Ali Le Consul général FrançOis-C har l es H . . de Tepelen pacha de lanma. pacha nous avait donné rendez-vous. La cohorte ordinaire des braves commandés storiographe trrempl açabi e d'Ali ' par le jeune Odysée, fils d' Andriscos de Prévésa, assise sur l es escaliers nous invita à entrer, en nous saluant affectueusement. Les pages plus polis que de coutume, se levèrent à notre approche, en nous disant que leur maitre nous attendait au fond de ses appartements. Nous traversons lentement le Selamlik ou salle de réception, appartement somptueux couvert clesplus riches tapis de I'Orient, éclatant de doru­ res, enrichi d'arabesques et d'armes précieuses suspendues aux murailles. Les stores baissés n'y laissaient répandre qu'une lumière vague, qui trompant cles rossignols

Jeune grecque qu'il avait sauvée lors de la destruction par ses troupes du village de Plichivitza, 20 Albanie du Sud. cf. Histoire cii., T. l, pp. 234-36. 22 ... Jbid., T. l, pp. -119-·121. 21 lbid., T. I, pp. 284·87. 2J 63 62 Milton O. Gustafson

DIPLOMATIC DOCUMENTS OF THE UNITED STATES RELATING TO BALKAN HISTORY

The purpose of this paper is to serve as a guide for scholars interested in using diplomatic documents of the United States in order to do research, not only on reia­ tions of the United States with Balkan countries, but on Balkan history in generai, including the internai history of Balkan countries and the international relations of Balkan countries. Materials relating to Balkan-American relations and Balkan history are located throughout the United States in many different university libraries, historicai societies, and other repositories. The National Archives and Records Administra­ tion is the centrai repository for records of the federai government, but because of decentralized administration of archives and libraries in the United States, there is no centrai authority over these many institutions. There is a difference between archives and libraries in the United States. Both hoid manuscript collections, acquire, preserve, and make available for use information in the form of documents, but they operate under differentprincipies. Archives are the receiving agencies for records of institutions; libraries are collecting agencies for documents relating to persons. Archives arrange their holdings according to their existing organic structure; libraries are able to reorganize their holdings according to some intellectually arbitrary system. The National Archives contains the permanently valuable records of agencies of the federai government that are no longer needed by those agencies for current administrative purposes. The records in the National Archives are organized according to the record group concept. Record groups are established for bodies of records that are related because of organization and function, and also with regard to the administrative history, complexity, and volume of the records and arc­ hives of a federai agency or department. Within each record group, the records are arranged by series, the basic unit used by the originating office in filing the records. A series may consist of a number of voiumes, folders, or documents, arranged in some kind of seria! order such as aiphabetical, numerica), or chronological, or designated as a single series because of some other form of unify­ ing characteristic, such as subject. Within the record group series are arranged into subgroups by means of various systems of organization.

65 Les documents thplomatiques Mi/ton O. Gmta/son Record groups in the National Archives are administered by separate divi­ correspondence. Within each grouping are letters receive� and copies of letters sions. The Civil Archives Division includes the Diplomatic Branch, which has cus­ sent , filed by country or by city, and thereunder chronologically. 2. Records for tody of State Department record groups in the National Archives Building; the the 1906-1910 period are arranged by subject into a numerica) file. 3- Rec?�ds Generai Branch, located in the Washington National Records Center in suburban dated after 1910 are also arranged by subject, but according to a decunal_ fllmg Suitland, Maryland, which has custody of some diplomatic record groups or parts scheme. Records in the decimai file are divided into five t ime periods (1910-1929, of those record groups; and the Judicial, Fiscal, and Social Branch, with has custody 1930-1939 1940-19-t..t,19..t 5-1949, and 1950-1954), which facilitatecitheir tranfer to of the records of the National Security Council. The Military Archives Division the Natio�al Archives in 1947, 1958, 1959, 1971, and 1986, respectively. has custody of records of military agencies, including the Office of Strategie Ser­ Records createci,receiv ed, and fiJed at United States embassies, legations, and vices (OSS) and the Centrai Intelligence Agency (CIA). The Legislative Archives consulates all over the world, dated before 1955 (if they stili exist), have also been Division has custody of the records of the United States Senate and the United transferred to the National Archives. Records from many posts have been lost or States House of Representatives, including committee records that relate to foreign disarranged, and record-keeping practices were not uniform. affairs. The Special Records Division has separate branches which have custody of There are also many separate record groups or subgroups of records that are audiovisual, cartographic, and machine-readable records. the decentralized office files of certain organizational units, as well as records relat· The National Archives and Records Administration also is responsible for the ing to special subjects or events. operations of certain presidential libraries. These libraries, partly museums and Centrai File Records partly research centers, have custody of presidential papers, White House records, Among the centrai file records of the Department of State (Record Group 59) and personal papers of White House officials for the administrations of Presidents far the period before 1906 are thedespatches from American diplom�tic �nd con­ Hoover, Roosevelt, Truman, Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, and officials. The despatches, bound into volumes, haveali been microfllmed by Carter. They are located in various cities, from Boston, Massachusetts to Austin, sular records of special interest to Texas; from Hyde Park, New York to Abilene, Kansas. Information about the the National Archives. The following series contain holdings of presidential libraries can be obtained by writing directly to the library. the Balkans: Diplomatic Despatches Dip lomatic Records in the National Archives Austria-Hungary, 1838-1906 (Tl57, 51 rolls) The agency of the United States government that has centrai responsibility for Greece, 1868-1906 (Tl59, 18 rolls) the conduct of foreign policy is the Department of State. Current records of the Montenegro, 1905-1906 (T525, l roll) State Department, those dated later than 1954, are still in the custody of the Rom11nia, IRR0-1901) (T727, 5 rolls) Department. Most records of the State Department dated before 1955 -Statethe Russia, 1808-1906 (M35, 66 rolls) centrai file, the records of embassies and consulates, and some of the State Depart­ Serbia, 1900-1906 (T630, l roll) ment's decentralized office files (or lot files) that have permanent value - have Turkey, 1818-1906 (M46, 77 rolls) been transferred to the National Archives. Consular Despatches The centrai file records include correspondence of the Department with its Alexandretta, Turkey,1896-I906 (T50..t, l roll) diplomatic and consular officials in the field, with other government agencies, with Athens, Greece, 1837-1906 (T362, 8 rolls) officials of foreign governments in the United States, with Congress, the President, Belgrade, Yugoslavia, 1883-1906 (T513, l roll) and the public, dealing with practically all activities of the Department, except for Brusa, Turkey, 1837-1840 (T285, 3 rolls) passport, visa, and personnel matters. Bucharest, Romania, 1866-1885, 1892-1906 (T285, 3 rolls) The centrai file records are divided into three groups because different filing Chios, Greece, 1862�1871 (T669, l roll) systems were used in different time periods: l. Records dated from 1789 to 1906 Constantinople, Turkey, 1820-1906 (Tl94, 24 rolls) are arranged in three major groupings - diplomatic, consular, and miscellaneous Cyprus, 1835-1878 (T463, 2 rolls) 66 67 Les documents diplomatiques Mi/ton O. Gusta/s on Erzerum, Turkey, 1895-1904 (T568, 2 rolls) In addition, there are a few miscellaneous messages bound into two volumes Galatz, Romania, 1858-1869 (T384, l roll) labeled Other Sta/es. Under Bosnia-Herzegovina is a four-page memorandum, Harput, Turkey, 1895-1906 (T579, l roll) dated 10-16 December 1875, from the Envoy Extraordinary and Minister Kos (with Cyprus) Plenipotentiary of the Assembly of the Raias, addressed to the President, proposing Mytilene (with Smyrna) «very soon to submit to your Excellency's consideration the recognition of the Patras, Greece, 1874-1906 (T648, 4 rolls) national government of Bosnia, freed from Turkish domination». Under Bulgaria, Piraeus, Greece, 1864-1874 (T534, 3 rolls) 1898-1906, are a few messages, including an autograph letter from Prince Fer­ Salonica, Greece, 1832-1840 (T414, 1 roll) dinand of Bulgaria to President Theodore Roosevelt, dated 26 June-9 July 1904, Sivas, Turkey, 1886-1906 (T681, 2 rolls) responding to the invitation for Bulgaria to participate in the World's Fair at St. Smyrna, Turkey, 1802-1906 (T238, 15 rolls) Louis. Under Serbia is a two-page letter, dated 20 February-4 March 1882, about Sofia, Bulgaria, 1901-1904 (T682, l roll) the treaty of commerce and consular convention signed in October 1881 at Bel­ Trebizond, Turkey, 1904-1906 (T700, 1 roll) grade. Zante, Greece, 1853-1862 (T451, 3 rolls) Corresponding notes to foreign missions from 1793 to 1834 are in one series (microfilmed as M38, 5 rolls), arranged chronologically. From 1834 to 1906, the here are co�r sponding series of instructions from the Department of State to . ! _ � notes are in one series (microfilmed as M99), arranged by country and thereunder 1ts diplo�atlc offlc1als, bound into volumes. For the period from 1791 to 1833 chronologically. The following notes from the Department of State are of interest �hey ar� m one chronological series (microfilmed on rolls 1-8 of M77). Othe; to Balkan history: mstruct10ns are: Austria, 1853-1906 (rolls 2-3) Austria, 1837-1906 (M77, rolls 13-16) Italian States, Greece and Turkey, 1834-1868 (roll 61) Balkan States, 1868-1906 (M77, roU 17) Russia, 1834-1906 (rolls 82-84) Bulgaria, 1880-1906 (M77, roll 17) Turkey and Greece, 1867-1894 (roll 96) Greece, 1868-1906 (M77, roll 17) Turkey and Romania, 1880-1906 (roll 97) Montenegro, 1905-1906 (M77, roll 17) Romania, 1868-1906 (M77, roU 17) Centrai file records for the period from 1906 to 1910 are filed by subject in one Russia, 1833-1906 (M77, rolls 136-140) large series called the Numerica! File, containing 25, 892 separate subject case files, Turkey, 1823-1906 (M77, rolls 162-169) and a smaller series called the Minor File, for routine administrative correspon­ dence. The Numerica] and Minor Files have been microfilmeJ as M862, 1240 n . � �tructi�ns to allconsular officials were filedin one chronological series, and rolls. �o lt 1slmposs1ble to separate our instructions to consular officials Severa! different card indexes and other finding aids must be consulted in m the Balkans. stationed in cities order to find all of the subject files relating to a specific topic A recently-prepared Other . m�ssages to the State Department from diplomatic representatives of inventory of subject case files relating to the Balkans, 1906-1910, includes the fol­ Balkan countnes are found among the notes from foreign missions: lowing descriptions: Austria, 1820-1906 (M48, 15 rolls) l) File 15, 921 contains 83 documents under the generai title of Annexation Greece, 1823-1892 (T808, l roll) o/ Bosnia and Herzegovina by Austria-Hungary, including reports from the embassy Montenegro, 1896-1905 (T614, 1 roll) in Vienna, an interview with the Serbian Minister in Paris, and 48-page report by Romania, 1879-1881 (T953, 4 rolls) Robert Lansing on Nationality and the Present Balkan Situation. Turkey, 1867-1906 (T815, 8 rolls) 2) File 10044 contains 382 documents under the generai title of Politica! Al/a irs in Turkey. 68 69 Les doCIIments diplomatiques Mi/ton O. Gmtafson 3) File 946 comains 109 documems o n lmportalion o/ collo n seed oil in to Tur­ 860h Yugoslavia, 1910-1929 (M358, 27 rolls) key. 1930-1944 (M 1203, 28 rolls) 4) File 16065 comains only one document, on the Romanian salt industry. 867 Turkey, 1910-1929 (M353, 88 rolls) 5) File 1950 contains 26 documem on Politica/ A//a irs in Greece. 1930-1944 (Ml224, 36 rolls) 6) File 5449 contains two documents about the complaint of H.G. Nergara­ 1945-1949 (M1292, 20 rolls) rian about excessive customs charges made by Bulgarian authorities. 868 Greece, 1910-1929 (M443, 45 rolls) Centrai file records for the period after 1910, 1930-1939 (M1179, 16 rolls) . are also filed by subject, but the l subjects were predetermined according to a decimai filingsystem. 870 Balkan States, 1940-1944 (M 1220, roll) divided imo nine major classes, All subjects are 871 Romania, 1910-1944 (M1198, 44 rolls) and each country is assigned a number· thus file 874 873 Montenegro, 1910-1929 (M349, 2 rolls) i� for intern�l affairs (8) of Bulgaria (74). Subtopics follow the file860h.OI 1s for the government (01) decim�l point; thus 874 Bulgaria, 1910-1944 (M1207, 21 rolls) lowed by a of Yugoslavia (60h). The file number is fol­ 875 Albania, 1910-1944 (Ml211, 16 rolls) slash mark (/) and a document or enclosure number; thus 711.68/52 for the 52nd document in the file for politica! relations is States ( 11) and Greece (68). (7) between the United Foreign Service Post Files The following subject The records that were maintained at diplomatic or consular offices . m fore1gn. files in class 7 (politica! relations; the lower country _ number always precedes the higher country number) relating to countries were transferred to the National Archives and have been access10ned as been microfilmedby the National Archives: the Balkans have Record Group 84, Foreign Service Post Records of the Departme�t of State. Until_ 1912, posts filed records in chronological series, such as the ong_mals of mstruc­. 711.60h US-Yugoslavia, 1910-1929 (M362, 1 roll) _ 711.67 US-Turkey, 1910-1929 (M365, 8 rolls) tions, copies of despatches, and miscellaneous corresponden�e rec�t�ed and sent. 1930-1944 (M1223, 2 rolls) After 1912, record were filed by subject according to a deetmal filmg system, and 711.68 US-Greece, 1910-1929 (M475, the files were broken off each year. Filing systems for hundreds of posts over an 711.73 US-Montenegro, 3 rolls) extended period of rime, however, were never uniform. 1910-1929 (M349, 2 rolls) . . . 760 Yugoslavia, 1910-1929 (M361, 9 rolls) The National Archives has the following records for posts 10 Balkan countnes. 760h.65 Yugoslavia-, 1910-1929 (M361, rolls 3-5) Diplomatic Posts 760h.74 Yugoslavia-Bulgaria, 1910- Albania, 1922-1939 40 ft. 761.67 Ru 1929 (M361, rolls 7-8) . ssia-Turkey, 1910-1929 (M340, rolls 7-8) Bulgaria, 1889-1955. 50 ft. 761.71 Russia-Romania, 1910-1929 (M340, rolls 8-9) Greece, 1834-1941, 1944-1955. 123 ft. 765.67 Italy-Turkey, 1910-1929 (M530, rolls 3-5) Romania, 1880-1856. 83 ft. 767 Turkey, 1910-1929 (M363, 29 rolls) Turkey, 1830-1954. 299 ft. 1930-1939 (Tl245, 4 rolls) Yugoslavia, 1882-1939, 1946-1954. 65 ft. 1940-1944 (Tl246, l roll) Consular Posts 767.68 Turkey-Greece, 1910-1929 (M363, rolls 3-25) Adana, 1943-1945. 3 ft. 768 Greece, 1910-1929 (M476, 6 rolls) Adrianople, 1915-1916. l vol. 768.74 Greece-Bulgaria, 1910-1929 (M476, rolls 2-5) Alexandretta, 1896-1924, 1942-1945. 18 ft. Ankara, 1950-1954. 54 ft. The following subject filesin class 8 (internai affairs of states) relating to the Athens, 1837-1937, 1950-1954. 54 ft. Balkans have been microfilmed by the National Archives: Belgrade, 1883-1954. 54 ft. 70 71 Les domments diplomatiques Mi/ton O. Gusta/s on Brusa, 1907-1917. 1 ft. Bucharest, 1862-1935, 1950-1954. 51 ft. Among records relating to international claims (Record Group 76), there are Canea, 1850-1893. 1 ft. three series, 1923-1937, relating to the commission that settled 898 claims of U. S. Constantinople, 1855-1955. 202 ft. citizens against Turkey for $1,300,000. Constantsa, 1923-1926. 3 ft. Records of international conferences are in Record Group 43. They include Corfù, 1861-1912. 2 ft. records of the meetings during World War II at Moscow, Theran, Cairo, Yalta, and Dardanelles, 1878-1891. 3 ft. Potsdam; the postwar meetings of the Council of Foreign Ministers; reparations Erzuram, 1896-1907. 2 ft. meetings; the Paris Peace Conference, July-October 1946, including the Politica! Galatz, 1862-1933. 3 ft. and Territorial Commission for Bulgaria and the Politica! and Territorial Commis­ Harput, 1897-1917. 8 ft. sion for Romania. Kalamata, 1913-1933. 3 ft. Other records are in Record Group 59. These include over 8000 numbered Mersin, 1885-1917. 10 ft. intelligence reports prepared by the Research and Analysis Branch of the Office of Mitylene, 1917-1918. 1 ft. Strategie Services (OSS), 1941-1945, and the State Department, 1945-1961. Patras, 1961-1936. 43 ft. Among the reports available for research on microfiche (M1221) are the following: Piraes, 1865-1874, 1904-1908. 1 ft. «The Role of Local Dynasties in the Balkans», Aprii 26, 1944, 79 pp., R&A Salonika, 1870-1954. 69 ft. 1502. Samsun, 1887-1921. 7 ft. «The Role of Communism in the Balkans», September 12, 1944, 108 pp., R&A Sivas, 1886-1921. 3 ft. 1661. Smyrna, 1922-1954. 56 ft. «Macedonia and the Federation Movement in the Balkans», December 6, Sofia, 1914-1935. 23 ft. 1944, 20 pp., R&A 2685. Syros, 1872-1897. 1 ft. Among the records of the Foreign Policy Studies Branch, 1944-1950, are Trebizond, 1872-1919. 11 ft. the Zagreb, research reports on such topics as «The American Position on the Question of 1920-1940, 1950-1954. 39 ft. Southern Corinthian Frontier, 1920-1947» (RP 17), and «The Negotiations of the Zante, 1855-1897. 1 ft. Treaties of Peace with Italy, Romania, Bulgaria, and Hungary» (RP 44). The Pol­ icy Planning Staff of the State Department, after 1947, also produced numbered Decentr alized or Special Files reports, such as PPS/35, «The Attitude of this Government Toward Events in �ome reco ds that were transferred A rc h ; from rhe State Department to the National Yugoslavia», ]une 30, 1948, and PPS/59, «United States Policy toward the Soviet tv�s were ept separate from the centrai files. Some are in Record Satellite States in Eastern Europe», August 25, 1949. PPS reports are also avail­ Genera Records of the De artment of State, Group 59 ' able on microfiche (M1171). � · · and others are in Record s o f t e . other record groups. .h Amencan Commtsston to negottate the peace treaties after Wot ·Id War I are tn Record Group Publications and Finding Aids . . . 256 . Th ese recard s tnclude· corresp The Inqutry, the orgamzatton established ondence of 1000 to pian for the p eace conrce rence over �pecta· 1 reports and studies called Inquiry Documents The basic objective of archival administration in the United States is to pre­ 47 o s), and generai records (microfilmed as Ml107 serve records and make them available for use. One way to make records avail­ subje� t . of the American Commission. 1918-1931 , arrange d by' . .c accord' tng to a d ectmal filing system (microfilmed as' M820 563 rolls) In able is through publication. Many of the most important foreign policy documents ad�ttton, there are 1178 cartographic items in this are published by the State Department in its multi-volume series, Foreign Relations record group, incuding 78 anu- o/ the United States. scnpt and annotated base maps and hp otostat maps showmg. . htstorici � The National Archives has published many complete series pose d boun d anes. of Balkan nations. and pro- of records on microfilm. Almost all of the important series of records of the States Department dated before 1930 are available as microfilm publications of the 72 73 pz

Les domments diplomatiques Mi/ton O. Gusta/son

National Archives, and are described in the new Catalog o/ Diplomatic Micro/ilm, file. Such finding aids were usually prepared the agency at the time the records and in descriptive pamphlets which accompany many microfilm publications. Pri­ were created or filed. Some of these finding inaids are available as microfilm pub­ �ate microfilming companies, such as Scholarly Resources Inc. and University Pub­ lications. State Department registers of correspondence for 1870-1906 are availa­ ltcattons. of America, are also microfilming records of the State Department in the ble on 71 rolls (M17), and the purport lists for the decimai file, 1910-44, are avail­ National Archives. able on 654 rolls (M973). The second way that records in the National Archives are made available for use is through the production of finding aids. Generai information about records Research procedures in the National Archives is available in the Gmde to the National Archives (1974). The National Archives Building is located in the federai triangle area of The holdings of other institutions are described in A Guzde to Archives and Manu­ downtown Washington, DC, and the entrance for researchers is at 8th and Pennsyl­ scr��ts in the United States (New Haven, Yale University Press, 1961), edited by vania Avenues. With proper identification, obtaining a research pass takes only a Ph�p M. Hamer, and the continuing publication of the Library of Congress, The few minutes. A reference consultant will help ascertain what records the N_att�nai_Union Catalog o/ Manuscrpti Collections, although neither is comprehen­ researcher will need to use, and then direct the researcher to one or more of the sive m coverage. Most of the presidential libraries have published generai guides offices which have custody of the records. In the Diplomatic Branch, which has to their holdings, as have other government and private depositories. custody of State Department records, the researcher will discuss his topic in more More specific information about records in the National Archives is available detail with a reference archivist, someone who has a Ph.D. or master's degree in in the form of subject-matter guides, inventories, preliminary inventories, special American history, understands research procedures, and knows the records. The lists, and reference information papers. Among the subject-matter guides are Fed­ archivist will describe how the records are organized, show some of the finding aids, erai Records /o World War II. Documentation relating to the peace conference explain where other finding aids are located, and then !et the researcher spend as after World War I is described in Records o/ the American Commission to Negotiate much time as necessary in consulting the finding aids. When the researcher deter­ Peace, Inventory 9, compiled by Sandra Rangel, and State Department records are mines what records he wants to examine, he notifies the reference archivist, and described in Preliminary lnventory o/ the Generai Records o/ the Department o/ then those records are sent to the research room. Although the reference arc�ivist State, PI 157, compiled by Daniel T. Goggin and H. Stephen Helton. There are pre­ and the finding aids are generally available to the researcher only from 8:45 a.m. to liminary inventories for other record groups, and the one for State Department 5:15 p.m., Monday through Friday, the centrai research room is open until 10 p.m. records is currently being revised to bring it up to date. Among the special lists on week nights and from 8:45 a.m. to 5:00 p.m. on Saturdays. If records are are List o/ Documents Relating to Special Agents o/ the Department o/ State, 1789- requested and sent to the centrai research room, they are kept there as long as the 1906, SL 7, compiled by Natalia Summers, and List o/ Foreign Service Post Records researcher needs to use them. If the records that the researcher wants to use are in the National Archives, SL 9, compiled by Mark G. Eckhoff and others. A refer­ on microfilm, he is directed to the microfilm reading room, which has the same ence information paper of interest is Recordkeeping in the Department o/ State, hours as the centrai research room. The microfilm rolls are on open shelves. 1189-1956, RIP 74, by H. Stephen Helton. If the researcher wants to obtain microfilm or paper copies of documents, the There are additional 6nding aids, usually unpublished, which provide even reference archivist will provide instructions about ordering copies. The current more specific information about State Department records in the National Ar­ cost of microfilm is 25 or 30 cents per frame, and paper copies cost 30 or 35 cents chives. Each new accession is described briefly in various historical journals, per page. The lower price is for the researcher who marks the documents he including «Prologue: The Journal of the National Archives», and accessions from wants copied with slips of paper, makes a list, and then returns those documents the State Department are described in an internai finding aid, List o/ Special Files, to the piace they belong in the box. If he simply lists the documents he wants prepared by the Diplomatic Branch. copied, or sends a request by mail, the cost is 30 or 35 cents per page. Researchers In addition to the finding aids which describe records at the series leve! addi­ can make their own paper copies at 10 cents per page. The current cost for mic­ tional finding aids include lists of folder labels for subject files, and register�, card rofilmpublications is $20 per roll, and most publications have about 1000 pages per indexes, purport books, and purport cards which describe each document in a roll. Researchers must pay in advance for the reproduction of records. 74 75 p

Les doamrents diplomatiques Mi/ton O. Gusta/son

Access Policies (4) Trade secrets and commerciai of financial information obtained from a person and privileged or confidential. . In the National Archives, there are some documents (or some entire files) that (5) Inter-agency or intra-agency memorandums or letters whtch would not be have been removed from the boxes because they are still classified because of available by law. . national securiry reasons, or are otherwise restricted, and cannot be shown to the (6) Personnel and medicai files and similar files, the disclosure ofwhtch would researcher. The system for handling such materials is much better now than it constitute a clearly unwarranted invasion of personal privacy. used to be. Before, State Department officials arbitrarily determined what (7) Investigatory records compiled for law enforcement purposes. categories of documents had to be removed from the files; now, the only categories (8) financial institutions. permitted are the nine that are specifically ailowed by law, the Freedom of Infor­ Records relating to . (9) Geologica! and geophysical information and data concerrung weils. . mation Act. were removed, the researcher had noway of knowmg Before when documents his to ic; One of the greatest aids to historical research in the United States in recent how many documents were missing and how important they might be to. � years has been the Freedom of Information Act. Originaily approved by Congress now whenever any document is removed from a box, a withdrawal nouce, whtch 1966, 1974 Before, in the Act was amended in to make federai government agencies more iden�ifies the document and the reason it has been removed, is inserted. responsive to requests from the public to examine records of federai agencies. there was nothing a researcher could do about it; now, the researcher can make a Although the law does not apply to materials in presidential libraries and to manu­ request, or appeal the denial, under the Freed�m. of �nformation Act. script coilections in non-federai agencies, it does apply to ail records in the National Some researchers may experience other dtfftculues. Somenmes_ records are Archives and to federai records stili in agency custody. The law currently makes unavailable for research because theyare being prepared for a microfilm publica­ no distinction between U.S. citizens, resident aliens in the United States, or foreig­ tion project. Every effort is made to make this period as brief as �ossible, an? ners; anyone can make a request under the Freedom of Information Acr. Docu­ after the records are microfilmed theentire file can then be made avatlable on mt­ ments that are released in response to a specific request can then be made available crofilm. Sometimes records have been transferred from the State Department to to other researchers. the National Archives but they have not been processed; they have not been Most federai agencies that still have custody of their own records do not usu­ arranged, boxed, described, or reviewed to see whic� docu�ents need t� be ally admit private scholars for research purposes. If the researcher, however, can removed because they are security classified or otherwtse restncted. Someumes identifya document or file with some specificity,copies of such documents of files records are not available for research because of their fragile physical condition; the can be requested under provisions of the Freedom of Information Act. The usual practice is to copy those records, make the copy available to researchers, and researcher must pay for research time and copying costs incurred by the agency. retire the originai records. . . welc me Ench agency must issue regulations listing its research and copying fees, and must The National Archives, and other institutions in the Umted States, � maintain a Freedom if Information office to provide assistance by mail or in person. research visits from forcing scholars. They expectsimilar treatment for Ame�tcan scholars who go abroad to do research. The results of this research, on both stdes, It is casier for agencies to transfer their historical records to the National Ar­ will contribute to a better understanding of international history. chives. The National Archives does not impose a fee for research costs because it requires researchers to identifythe documents they want to see or copy. They are nine categories of information which may be withheld under the Free­ dom of Information Act: Specifically authorized under criteria established by an Executive order to be kept(l) secret in the interest of national defense or foreign policy. (2) Related solely to internai personnel rules and practices. (3) Specificaily exempted from disclosure by law.

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Konstantin Kosev

DOCUMENTS DIPLOMATIQUES ALLEMANDS ET RUSSES SUR LA QUESTION D'ORIENT

Les mouvements de libération nationale cles peuplesbalkaniques contre la domination ottomane sont étroitement liés aux luttes entre !es grandes puissances européennes pour une influence dans !es Balkans. C'est sur cette base qu'est née l'ainsi nommée question d'Orient qui se pose presque toujours comme problème primordial dans les relations internationales du XIX< siècle. Les documents diplo­ matiques sont la source principale de l'étude historiographique de la question com­ plexe d'Orient. Grace à ces documents on a pu étudier ses divers aspects. Pourtant il existe encore certains problèmes à éclaircir. Par exemple celui de l'attitude de la Prusse-Allemagne à l'égard de la question d'Orient dans le contexte cles relations russo-allemandes et de l'affirmation de l'Etat allemand unifié en tant que grande puissance en Europe. Les documents diplomatiques allemands et russes contiennent clesdonnées historiques importantes sur cette question. La Prusse-Allemagne fut un cles Etats qui avait pris une part anive aux évé­ nements liés à la question d' Orient pendant !es années 60-70 du XIX< siècle. Comme on sait bien, le chef du pouvoir politique de la Prusse-Allemagne pendant cette période était le politicien remarquable Otto von Bismarck. Ses idées détermi­ naient la politique extérieure de la Prusse-Allemagne y compris au sujet de la que­ stion d'Orient. L'attitude et !es actions de la diplomatie bismarckienne à l'égard de la question d'Orient étaient entièrement soumises à la politique d'unification de l'Allemagne et de son affirmation en tant que grande puissance en Europe. Les positions de Bismarck sur la question d'Orient sont déterminées déjà aux années 50 et 60 du xrx· s. sous l'influence de divers courants idéologiques et politiques dans l'attitude clesmilieux publics prusso-allemands vis-à-vis de l'Empire ottoman. La priorité sous ce rapport avait l'ainsi nommé courant rationaliste et plus particulièrement son orientation prorusse. Les motifs idéo-politiques, les objectifs et le programme de Bismarck qui déterminent son attitude vis-à-vis de l'Empire ottoman et la question d'Orient font de lui le représentant le plus marqué de ce courant. La question d'Orient est un élément important de la stratégie politique globale de Bismarck. Ses conceptions sur la question d'Orient sont basées surtout sur sa politique cles«pourboires». Ses principes fondamentaux étaient !es suivants:

79 Les dommen/s diplomatiques Konslanlin Kosev l. La Prusse respenivement l'Allemagne n'a pas d'ambirions direcrement liées à manoeuvres cles autres puissances concernant la question d'Orient, tout en restant l'Empire orroman. Ceci lui donne une série d'avanrages poliriques par rapport aux plus ou moins passive à cause de son manque d'intéret au conflit et de sa faiblesse autres Etats intéressés. La question d'Orient peut et doit servir uniquement son pro­ militaire et politique pendant certe période. Sous une apparence de neutralité le gramme cles «pourboires» politiques lors du règlemenr clesrelations de la Prusse­ gouvernement prussien louvoie entre !es Etats occidentaux et la Russie. Pourrant en Allemagne avec !es autres grandes puissances. C'est porquoi la question d'Orient réalité la Prusse se range aux còtés du bloc occidental et agir comme un annexe de peut servir la cause de l'unification allemande et de l'affirmation de l'Allemagne en I'Angleterre et de I'Autriche en défendant leurs intérets en ce qui concerne la que­ tant que grande puissance sur le continent européen. stion d'Orient, orientés vers la sauvegarde de l'intégrité de l'Empire ottoman, contre 2. La Russie représente le facreur politique primordial dans la stratégie de Bismarck la Russie et !es mouvements de libération nationale des peuples balkaniques. Pen­ en vue d'atteindre cet objectif supreme. La nécessiré de gagner la faveur de la Russie dant cetre période Bismarck adresse une critique violente au gouvernement berli­ pour la cause allemande er son concours dérerminent l'inrérer de Bismarck à la que­ nois et sa politique passive à l'égard de la question d'Orient et recommande instam­ srion d'Orient. Son atrirude envers la Russie esr érroirement liée à celle vis-à-vis de ment l'orientation de la politique extérieure prussienne vers l'unité d'action et la la question d'Orient. Cetre dernière, d'autre part, en sa qualité de «pourboire» poli­ coopération avec la Russie. Après sa nomination de premier ministre en 1862 rique acquiert la plus grande valeur par rapport à la Russie. En effet, suite à l'op­ Bismarck défend énergiquement son programme politique, où la question d'Orient position de principe du gouvernement russe avec le kniaz Gortchakov en tete et sa joue le ròle primordial. Dorénavant la politique de la Prusse à cet égard devient rrès stratégie polirique, la question d'Orient rever pour Bismarck une importance et une dynamique et étroitement liée aux ambitions d'unification et de consolidation de fonction différentes. Elle se transforme en arme de pression politique et d'influence l'Allemagne. sur Petersbourg, servant les intérets et les ambitions allemandes. Pendant la guerre contre I'Autriche en 1866 et jusqu'en 1868 !es Balkans atri­ 3. En vue de tirer le plus grand profit de la question d'Orient en tant que «pour­ rene l'attention du premier ministre prussien. Il manifeste un vif intéret vis-à-vis de boire» et arme de pression politique il fallait maintenir aurant que possible une ten­ l'effervescence révolutionnaire dans !es Balkans en considérant !es mouvements de sion dans la question d'Orient. Selon Bismarck elle devait figurer comme point neu­ libération nationale comme une réserve de la politique prussienne. Ceci explique ralgique constant dans !es relations internationales. Alors il pourrait s'en servir de son intervention active dans le mouvement narional hongrois et les événements de la manière la plus efficace pour la cause allemande1• 1866-1868 en Serbie, en Roumanie, dans le soulèvement de Crète et dans le mou­ Les principes fondamentaux clespositions du chancelier allemand sur la que­ vement bulgare de libération nationale. Bismarck vise la création d'un front uni con­ stion d'Orient sont la preuve irréfutable que la Prusse-Allemagne n'était point inté­ tre I'Autriche en mobilisant l'énergie politique clespeuples balkaniques en vue d'at­ ressée à la sauvegarde de l'intégrité de l'Empire otroman et du statu quo dans les taquer son flanc et son arrière-garde. Balkans. Au contraire, dans les plans de Bismarck I'Etat du sultan apparalt comme La question d'Orient s'avère très utile pour Bismarck dans sa campagne contre bouc C::missairede la politique prusso-allemande visant l'hégemonie en Europe. En la France en 1870-187 1. C'est en encourageant !es aspirations russes à la révision du meme temps les mouvements de libération nationale dans les Balkans représentent Traité de Paris de 1856 qu'il attire la Russie à ses còtés dans la guerre contre la pour Bismarck un allié politique particulier dont la Prusse-Allemagne peut tirer France en vue de garantir la victoire de la Prusse. En 187 1 Bismarck marque un suc­ profit. Aussi manifeste-t-il un vif intéret aux problèmes clesmouvements balkani­ cès éclatant dans la réalisation de son programme stratégique. L'union russo-prus­ ques de libération nationale, une attitude favorable en se déclarant pret à leur sien devient une réalité. Elle profite à la Prusse dans la guerre contre la France et apporter son soutien, en vue de s'en servir plus tard dans son grand jeu diploma­ à la Russie - pour abolir !es clauses injustes du Traité de Paris. Ainsi la question tique. d'Orient justifie les espoirs de Bismarck en l'assistant dans la poursuite de son Pendant la guerre de Crirnée(1 853-1856) et jusqu'en 1862 la Prusse en tant objectif supreme - l'unification de I'Allemagne. qu'une clesgrandes puissances intervient dans les négociations diplomatiques et les Les résultats fructueux de la coopération russo-allemande jusqu'en 1871, dans le cadre de la question d'Orient, donnent raison à Bismarck de compter sur la Rus­ 1 K. KOCEB. 5ucuapK, 11amo•muRm 6ò11poc 6òAWpCKOmo ocao6o)I(Òemte 1856 - 1878 ' Co- sie et de profiter de so n soutien pour défendre l' Allemagne clescoalitions ennemies 11 1978. l. QliiR rn. dans le processus de son affirmation en tant que grande puissance sur le continent.

80 81 US tfoCIIIJ/l'IIIS dtpfOIJitll/tjii('S Konsltm/Ùt Kosev

Mais dans son ambition de se garantir le soutien russe pendent les années 70 il fait che-Hongrie sur une baseami -allemande, en défense de la France. La coalition que face à de graves difficultéscréées par le gouvernement russe avec le kniaz Goncha­ craignait Bismarck devient une réalité quoique dans le domaine diplomatique. Le kov en rete. grand mérite pour cette cristallisation des forces politiques en 1873-1875 revient au Le chef de la politique extérieure de la Russie voi t dans l'unification de l'Al­ kniaz Gortchakov qui récoltait !es fruits de sapolitique extérieure modérée vis-à-vis lemagne et sa consolidation une grande menace pour l'équilibre européen des for­ de la question d'Orient et qui a profité du calme relatif dans l'Empire ottoman. ces. A son avis ceci pouvait porter atteinte aux intérets de la Russie. C'est pourquoi Bismarck s'est rendu immédiatement compre de l'orientation ami-allemande de Gortchakov reste sur ses réserves vis-à-vis des propositions généreuses de Bismarck la polirique extérieure du gouvernementtzariste avec le kniaz Gorrchakov en rete qui promettait de soutenir la Russie lors du règlement de la question d'Orient. Il et a décidé d'agir en se scrvant de la question d'Orient. A plusieurs reprises la di pio­ craignait l'engagement de la Russieà l'égard de la politique allemande au cas oùelle marie bismarckienne tente d'activer autant que possible la politique russe envers profite de ce soutien. Pour se dégager d'une obligation pareille le gouvernement l'Empire ottoman. Dès le début de 1875 Bismarck oriente ses efforts vers la pro­ russe doit changer de tactique en ce qui concer�e la quesrion d'Orient et manifester vocation d'une nouveau bouillonnement des conflits dans le cadre de la question une plus grande modération dans ses actions. Il existaient d'autres raisons pour l'a­ d'Orient. De cette manière la question d'Orient revet pour le chancelier allemand doption de certe nouvelle tactique, mais le problème allemand en était une des plus une importance nouvelle. Elle devient non seulement un moyen de «pourboires» importantes. Gonchakov, tout comme Bismarck, examine la question d'Orient en politiques en ce qui concernela Russie, mais aussi une arme efficace pour exercer liaison étroite avec le problème allemand, mais dans une autre optique. Tandis que une pression sur la politique extérieure de Gortchakov, dans le but dele compro­ Bismarck espère gagnerle soutien de la Russiepour la cause allemande en se servant mettre devant le gouvernement russe etde provoquer un changement dans l'orien­ de la question d'Orient, Gortchakov tente de dégager la Russie de toutes sortes d'o­ tation politique de la Russie, favorable pour l'Allemagne . bligations vis-à-vis de I'AIIemagne, par une politique de modération concernant la La diplomatie allemande déploie tous ses efforts pour attiser la crise politique question d'Orient, en vue de se garantir la liberté d'action en Europe. Conformé­ dans l'Empire ottoman. Elle contribue à l'éclatement et à l'envergure du soulève­ ment à ce programme politique, pendant les années 70 du XJX< siècle, le gouver­ ment de Bosnie-Herzégovine pendant l'été de 1875 et continue à oeuvrer pour l'ag­ nement russe continue à preter son appui aux peuplcs assujettis de l'Empire otto­ gravation et l'élargissement de la crise d'Orient. Bismarck remporrc sa plus grande man, non pas en vue d'un changement, mais pour améliorer leurstatu quo. Le gou­ vicroire au printemps de 1877, lorsque le gouvernement russe, obligé par lescircon­ vernement russe, craignant les confrontations et les troubles dans le cadre de la que­ stances, prend la décision de déclarer la guerre à la Turquie. On peut dire que la stion d'Orient, tache d'éviter à tout prix le conflit armé avec la Turquie. Les acti­ Guerre russo-turque de 1877-1878 a été inspirée dans une certa i ne mesure par la vités de la Russie vis-à-vis de la question d'Orient, a cette époque, se réduisent à cles diplomatie bismarckienne. Certe guerre et sunout son issue aggravent le conflit démarches diplomatiques en coopération avec les autres puissances intéressées de entre !es rivaux au sujet de la question d'Orient. l'ainsi nommé «concert européen». Pour Gortchakov c'était la seule voie de mener Compre tenu de ses résultats, la politique allemande concernant la question sa politique de limitation de la puissance accrue de I'AIIemagne en Europe, confor­ d'Orient a exercé une influence favorable sur l'issue de la lutte de libération des mément aux intérets poliriques de la Russie. Bulgares. Dans la mesure où la diplomatie bismarckienne agir contre la sauvegarde Le calme relarif qui règne dans la question d'Orient pendant la premièremoirié de l'integrité de l'Empire ottoman et soutient la Russie dans sa lutte contre la Porte des années 70 lui donne la possibilité réelle d'exercer une influence modératrice sur sublime, elle représente un facteur extérieur favorable pour la révolution bulgare. Bismarck. C'est dans ce contexte qu'on peut expliquer l'intervention russe dans le L'ambition de Bismarck d'attiser et de compliquer la question d'Orient dans le but conflitfranc o-allemand de 1873-1875. Grace à cette intervention a été prévenue une de provoquer l'intervention armée de la Russie co·incide avec les objectifs et les inté­ nouvelle guerre de l' Allemagne contre la France. Le conflit franco-allemand se tran­ rets de la cause bulgare de libération nationale. Et vice versa dans la mesure où la sforme à l'époque en problème neuralgique desrelations internationales. La tension révolution bulgare aide d'une manière objective les plans allemands liésà la que­ à la frontière franco-allemande mène à un apaisement provisoire des contradictions stion d'Orient, Bismarckse montre favorable vis-à-vis des Bulgares et leur lutte de entre les rivaux traditionnels au sujet de la question d'Orient. Il s'ensuit meme un libération nationale. Ce n'est pas par hasard que la nouvelle du soulèvement d'Avril certain rapprochement et une coopération entre la Russie, I'Angleterre et l'Autri- est accueillie avec satisfaction à Berlin et son étouffement cruel donne raison au

82 83 KomtantùJ Kosev Les documents diplomatiques chancelier de fer de joindre volontiers sa voix aux celles de l'opinion publique euro­ l'armistice d'Andrinople en tant que base solide des négociations pour le futur traité péenne en défense clesBulgares. Par la suite il encourage énérgiquement le gouver­ de paix entre la Turquie et la Russie. Dans sa réponse à l'opposition le chancelier nement russe à déclarer la guerre à la Turquie et pendant la guerre prète son appui allemand a déclaré entre autres: «L'armistice conclu donne une occasion favorable à la Russie, conformément à son programme maximum pour la solution radicale de à l'armée russe de controler tout le territoire du Danube jusqu'à la merde Marmara. la question d'Orient. A mon sens la meilleure garantie de la stabilité de l'armistice est le fait que l'armée Le gouvernement allemand acclame les victoires de l'armée russe pendant la russe a un solide appui après la prise des forts danubiens [ ...] Ceci est, à mon sens, 1877 le plus important. Et maintenant voyons dans quelle mesure cet armistice menace guerre. Le l3 décembre l'ambassadeur russe à Berlin Ubri écrit au sujet de la prise de Plévène: «La prise de Plévène a produit ici une grande impression. Je les intérèts allemands. Il s'agir avant tout clesfro ntières de la Bulgarie. Le traité con­ reçois des félicitations de toutes parts. Radovitz m'a visité pour me féliciter au nom clu prévoit de lui donner !es territoires où les Bulgares sont la majorité de la popu­ de Bismarck. Hier à la réception Bi.ilowm'a salué devant tout le monde au nom du lation. Ces frontières ne sont pas si differéntes de celles tracées par la Conference keiser. Notre victoire éclatante est accueillie avec satisfaction».2 de Constantinople. Les différences entre les frontières bulgares stipulées par ce Après la chute de Plévène, lorsque l'armée russe commence une attaque géné­ traité d'armistice et celui de la Conférence de Constantinople sont si insignifiantes rale, le tzar Alexandre II envoie au keiser Guillaume la liste clesconditions russes qu'elles ne valent pas la peine de troubler la paix européenne»s. Plus loin se basant préalables à la paix éventuelle avec la Turquie pour coordinationI . Ce sont les ainsi sur la carte de Kipert, qui, selon Bismarck était la plus fiable, le chancelier allemand nommées «raisons de la paix» formulant !es principes sur lesquels se basait l'armi­ trace les frontières ethniques de la nation bulgare dans les régions géographiques de stice d'Andrinople et le Traité de San Stéfano. Bismarck ayant pris connaissance des Dobroudja, Mésie, Thrace et Macédoine. «En fin de compre, a déclaré Bismarck, «raisons de la paix» formùlées dans 13 points, a écrit à Bi.ilowle 20 décembre, qu'à je suis profondément convaincu que l'armistice entre la Russie et la Turquie ne son avis !es conditions russes étaient une bonne base pour les négociations. II a porte aucune atteinte aux intérèts allemands. Je ne vois aucune raison pour que I'Al­ ordonné au secrétaire d'Etat de répondre sans tarder au gouvernement russe que lemagne aggrave ses relations avec !es Etats voisins»6. l'Allemagne approuvait unanimement «les raisons de la paix».l La plate-forme de l'armistice d'Andrinople que Bismarck a si ardemment 19 1878, 1878 défendue dans son discours du février coincide en effetavec les clauses du Le 3 février après la conclusion de l'armistice d'Andrinople Ubri annoo­ ce: «Bi.ilowest venu me saluer à l'occasion de l'armistice conclu à Andrinople. II Traité de paix de San Stéfano signé quelques jours plus tard, le 3 mars la mème m'a longtemps parlé de l'importance qu'aurait pour nous l'issue de la guerre». année. Conformément à sa position prise sur cette question, le gouvernement alle­ «Nous sommes contents, cite Ubri, de la brillante victoire que vous avez remportée. mand a immédiatement exprimé son approbation unanime du Traité de San Stéfa­ C'est un grand événement qui va normaliser la situation en Europe. L'armistice no. Le 4 mars Ubri écrit dans son rapport: «Aujourd'hui j'ai parlé avec Bi.ilow.Je d'Andrinople a mis fin à une situation extravagante où la Turquie n'était pas en l'ai informé du Traité préliminaire signé à San Stéfano. Il connaissait déjà la nou­ mesure de gouverner, ni de satisfaire ses sujets chrétiens». «Bi.ilowconsidère, con­ velle. n m'a salué au nom du gouvernement allemand à l'occasion de la brillante vic­ tinue Ubri, que l'issue de cette guerre risque d'effrayer !es gouvernements de cer­ toire qui a ouvert une nouvelle ère dans l'histoire de la Russie et l'Europe. Bi.ilow tains Etats, mais qu'ils vont finir par se rendre à l'évidence. La visite du secrétaire a mis en valeur, entre autres, !es excellentes qualités de l'armée russe et !es grandes d'Etat allemand et mon entretien avec lui m'ont satisfait. Il n'y a pas de doute qu'il obstacles qu'elle a surmontés pendant sa marche d'hiver à travers le Balkan. A son avait l'autorisation de Bismarck pour cette visite»4. avis notre seule erreur c'était de ne pas avoir pris !es positions de Constantinople Quelques jours plus tard, dans son discours célèbre, prononcé le 19 février la pour contròler la ville. Cela nous aurait facilité la tache dans les négociations actuel­ mème année au Reichstag, Bismarck à exprimé en public la position du gouverne­ les»7. «La nouvelle de la signature de la paix à San Stéfano, ajoute Ubri dans un ment allemand vis-à-vis de l'armistice d'Andrinople. Il a défendu la plate-forme de autre rapport du 10 mars la meme année, est déjà répandue. On m'adresse clesféli- , Das Staalsarchiv. Sammlung der o//izìellen Aktemtiicke zur Geschìchte der Gegenwarl, Leipzig, , ' , 2ApX B BHeWHeii POCCIIII (ABnP) KaHI(eiiR/)1/R floCOII bClll80 8 5epmme , 1877 A 1878, Bd. 3-1, N" 6712, 267. 20, 1.366-367.H nonHTIIKII . S. Ebenda, S. 277. Poli1isches Archiv des Auswiinigen Am1es-Bonn, Tiirkei, T A.B.q. 125, adh. 4 secrela, Bd. 1. 6 1 7ABnP, KaHI(eiiRpUR, nocOIIbCJII80 8 Sepmme, 1878, /1. 18, 1.320-322. 4ABJ1P' Kam(eiiRfJIIR, nocOIIbCIII80 8 Sepmme, 1878, /1. 18, 1.128-129.

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Les documen/s diplomaliques Konstantùr Kosev citations de toutes parts. Les seuls qui ne m'ont pas félicité sont mes collègues les ne pouvons pas, bien silr, nous opposer à la convocation d'une conférence euro­ ambassadeurs des autres puissances, à l'exception du représentant italien Launau.» péenne tant sollicitée par Andrassy, de plus lorsque la Russie a donné son consen­ Le gouvernement allemand, ayant exprimé son approbation du Traité de San tement. Mais nous devons connaitre ses objectifs. Si l' Autricheinsiste pour la con­ Stéfano par voie diplomatique a décidé de l'exprimer publiquement. Radovitz était vocation de cette conférence dans le but de trouver un point de rapprochement chargé de publier dans l'organe du gouvernement «Norddeutsche algemeine zei­ avec l'Angleterre, moi je m'opposerai énergiquement à ce manège. li semble qu'An­ tung» un éditorial spécial où il déclare entre autres: «Si nous analysons attentive­ drassy a des objections surtout en ce qui concerne les frontières de la Bulgarie et ment les clauses du Traité de paix de San Stéfano, nous arriverons certainement à le délai de l'occupation russe. Une motivation pareille d'une conférence de la part la conclusion qu'en tant qu'Etat neutre nous n'avons pas de raisons d'etre mécon­ de nos amis viennois produit une mauvaise impression et me tape sur les nerfs»10• tents. Ce traité ne porte pas atteinte aux intérets allemands. En effet lapaix de San Plus tard, après la signature de la paix de San Stéfano, quand !es litiges et les Stéfano élargit l'influence russe dans les Balkans et la Turquie cesse d'etre un Etat differérends entre l'Autriche-Hongrie et la Russie se sont aggravés, Bismarck est européen. Mais nousautres, nous ne perdons rien. Nous ne pouvons que nous intervenu plus d'une fois dans les négociations diplomatiques, tachant de reconcilier réjouir de la victoire de la Russie, notre voisine et notre amie»s. !es deux parties. Conformément à la stratégie de la diplomatie allemande à l'égard On sait bien, pourtant, qu'à la différencede l'Allemagne les autres Etats occi­ de la question d'Orient, Bismarck voulait éviter à tout prix le conflit armé entre dentaux et surtout l'Angleterre et l'Autriche-Hongrie ont vivement réagi tout d'a­ Vienne et Petersbourg, d'une part et prolonger autant que possible leurs litiges, bord contre l'Armistice d'Andrinople et aprés contre la paix de San Stéfano. Lon­ d'autre part c'était l'objectif des conseils donnés par Bismarck à ses partenaires de dres et Vienne avaient commencé un rapprochement sur une base anti-russe et ont l'Union des trois empéreurs. Les arguments que le chancelier allemand présentait entrepris une campagne énergique visant la révision du Traité de San Stéfano. Dès devant les deux parties sont intéressants. Devant le cabinet viennois il insistait que le mois de janvier 1878, immédiatement après la signature de l'Armistice d'Andri­ la superficie de la Bulgarie qu'elle soit grande ou petite, n'avait aucune irnportance nople, le compte Andrassy a proposé la convocation d'une conférence internatio­ pour l'Autriche-Hongrie et que dans ses frontières, fixées par leTraité de San Sté­ nale avec la participation des grandes puissances garantes de la Paix de Paris de fano, la Bulgarie ne représentait pas une menace pour la monarchie des Habsbourg. 1856 qui devait discuter les résultats de la guerre russo-turque, en réduisant au Pour l'Autriche-Hongrie il importait d'avoir la Bosnie-Herzégovine et à ce sujet minimum les acquisitions de la Russie, ce qui illustrait leur opposition à la création Bismarck a promis son soutien à Vienne. En meme temps ilconseillait au gouver­ d'un Etat bulgare unifié. nement russe de faire certaines concessions à l'Autriche-Hongrie en ce qui concer­ nait la Bulgarie, en acceptant la proposition d'Andrassy de détacher de la Bulgarie li est curieuxc de connaitre la réaction de Bismarck àcette initiative du cabinet de San Stéfano une région autonome à l'Ouest du fleuve Vardar jusqu'aux monta­ viennois. Le hancelier allemand est resté sur ses réserves à l'égard de la proposition gnes albanaises portant le nom de Macédoine. Pour motiver sa proposition d'Andrassy concer!}ant la convocation d'une conférence européenne. Son fils, le Bismarck soulignait que les régions à l'ouest de la ligne Orphano-Vrana n'ont pas conseiller Herbert Bismarck écrit dans une lettreadressée à Bulow: «li [Bismarck) toujours fait partie de la Bulgarie et la population bulgare qui y habitait ne consti­ est très inquiet de la proposition du compte Andrassy concernant la convocation tuait pas partout la majorité. Plus loin le chancelier allemand disait que ce serait une d'une conférence internationale. A son avis la proposition du compte Andrassy n'est sacrifice de la part de la Russie, mais le prix de ce compromis serait suffisant pour pas motivée et manque de sens pratique. Mon père craint qu'une pareille confé­ acheter l'Autriche-Hongrie en l'éloignant de l'Angleterre et pour éviter un rappro­ rence n'entraine de graves complications meme pour Andrassy»9. Deux jours plus chement entre Vienne et Londres sur une base anti-russe11• tard quandil a appris quele gouvernement russe a donné sonconsentement de par­ Les suggestions faites par Bismarck ont exercé une certaine influence sur Peter­ ticiper à la conférence, Bismarck a exprirnédevant Bulow l'opinion suivante: «Nous sbourg et Vienne. Andrassy a renoncé à ses grandes ambitions concernant la divi-

Deu/scbe Gescbicbtsquellen des 19 ]abrbwrderts, Bd. 15, in Au/z eicbmmgen rmd Erùmerwrgen am � dem Leben des Botscba/ters ]osepb-Maria von Radowitz, Berlin-Leipzig, 1925, Zweiter Teil, S. 3. Ebenda, N" 305. Die grosse Politik der europiiiscben Kabinel/e, 1871-1914. Sammlung der Diplomalische Akten des 10 9 18, 1.587-592. Auswiirligen Amtes, Berlin, Bd. 2, N." 403. 11ABnP, KaH!jenRpun, floconbcnlBO B Sep111me, 1878, A·

87 86 Konstantin Kosev Les docwnents diplomatiques soutenant chacune des grandes puissances intéressées au confli , Bismarck servait la sion de la Bulgarie et il a adopté une position plus modérée. a consenti à la pro­ � _ li cause allemande. Le Congrès de Berlin était le triomphe de la dtplomatt� �llemande. position de sauvegarder l'intégrité de l'Etat bulgare av�c un debouché sur la mer Au moyen de ce congrès Bismarck a reçu le ròle dirigeant dans la polittque euro­ Egée, pourtant il insistait de détacher une région autonome portant le nom de péenne ce qui avait pour conséquence la consolidation de l' Alle agn en tant que Macédoine à l'Ouest du Vardar. Le gouvernement russe était lui aussi enclin de � � céder et d'accepter la nouvelle proposition de l'Autriche-Hongrie. La seule condi­ grande puissance sur le continent. Ainsi grace à la question d'Onent Btsmarck a pu tion formulée par le kniaz Gortchakov était la suivante: «Les régions qui seront atteindre son principal objectif stratégique. détachées de la Bulgarie doivent etre constituées ... le cas échéant en tant que principauté autonome qui bénéficiera des memes droits[ ] et privilèges comme le Bul­ garie Orientale, car notre auguste souverain ne peut pas accepter la restauration du régime ottoman dans ces régions, meme sous la forme d'une autonomie administra­ tive, qui par son essence ne nous donne pas assez de garanties»12. Ceci témoigne qu'il existait des possibilités réelles de compromis entre la Rus­ sie et I'Autriche-Hongrie en ce qui concernait la question bulgare. Pourtant les négociations entre Petersbourg et Vienne n'étaient pas courronnées de succès. Les deux parties n'ont pas cédé sur la question des acquis territoriaux de la Serbie et surtout du Monténégro. Après l'échec des négociations avec Vienne, le gouverne­ ment russe a entrepris des négociations avec l' Angleterre. Ain si, malgré les intérets de Bismarck orientés vers un accord russo-autrichien, on a abouti en fin de compte à l'accord secret anglo-russe, signé le 30 mai 1878, qui procédait à une révision complète du Traité de paix de San Stéfano. La convention de Londres du 30 mai 1878 a servi de base au Congrès de Berlin, tenu en juin et juiJiet de la meme année. Au Congrès de Berlin la diplomatie aJiemande s'en tenait strictement à la formule tactique, notamment: l'Allemagne do it soutenir la Russie en ce qui concerne la que­ stion bulgare, I'Autriche-Hongrie en ce qui concerne la question de Bosnie-Herzé­ govine et I'Angleterre concernant l'ile de Chypre. Malgré que toutes les questions fondamentalesfussent résolues au préalable, au Congrès de Rerlin a éclaté une lutte diplomatique entre les représentats de la Russie, d'une part, et de I'Angleterre et de I'Autriche-Hongrie, d'autre part. Le «mérite» considérable pour la tension accom­ pagnant les séances du Congrès de Berlin revient à son président le kniaz Bismarck, qui instiguait les ambitions politiques et les discussions entre les rivaux sur les ainsi nommées questions secondaires. De cette manière, en profitant du ròle de «média­ teur impartial» lors de la solution de la question d'Orient au Congrès de Berlin, le kniaz Bismarck a semé la discorde entre Londres, Vienne et Petersbourg, ce qui le protégeait d'une coalition éventuelle contre l'Allemagne. En d'autres termes, en

Ocao6oJKÒe1111e 5o11Zapuu om mypetjKO lO uw. Jl.OK)'.Ilelllllbt a mpex mo-ltaX, MocKaa 1961, J,12 $. 66. T. 89 88 p

Dusan Lukac

DIPLO!vlATENMATERIAL IN DEN ARCHIVEN IN JUGOSLA­ WIEN ÙBER DIE GESCHICHTE DER BALKANVOLKER BIS 1945

Die Diplomatendokumenten in den Archiven der SFR Jugoslawien, wie auch das i.ibrigeurspri.ingliche geschichtliche Archivmateria1, sind wegen der spezifischen Bedingungen der geschichdichen Entwicklung cles Volkes Jugoslawiens und der haufigen Kriege, sowohl nach dem Umfang als auch nach der Qualitiit,sehr gering. Die Di.irftigkeit dieses Materials hatzu der jahrhundertelangen Lebensweise dieser Volker unter der Herrschaft fremder Weltreiche-Slowenen, Kroaten und Volker der Vojvodina in Gefi.igeOesterreichs und Ungarns bzw. Oesrerreich-Ungarns bis 1918, Mazedonien unter der Herrschaft der Ti.irkenbis 1912 und Serbien und Montene­ gro, ebenfalls unter der ti.irkischen Herrschaft bis im 18. Jahrhundert, beigetragen. Die Dokumente i.iber die Beziehungen zwischen den Volkern und Staaten dieser Zeit, sind in den Archiven der genannten Weltreiche, zum gr6ssten Teil in Wien, Budapest und Konstantinopel, untergebracht. Das im XIX Jahrhundert befreite Serbien, hatte lange weder materielle noch Kaderbedingungen fi.irdie Formierung der Archivenanstalten und konnte nicht die erforderliche Aufmerksam cles Sammelns und der Aufbewahrung cles Archiv­ materials widmen. Das erste Staatsarchiv clesKonigreichs Serbien erstand 1900 und dario sind auch Dokumente i.iberdie Verbindungen und Beziehungen Serbiens mit den Nachbarliindern auf dem Balkan: Rumanien, Bulgarien, die Ti.irkei und Gricchenland, angesammclt und bearbeitet1• Bis zum ersten Weltkrieg war bedeutendes Material i.iberdie Beziehungen zwi­ schen den Volkern und Landern clesBalkans im Staatsarchiv von Montenegro in Cetinje angesammelt, besonders Dokumente i.iberdie Beziehungen Montenegros und der Nachbarlander: Serbien, Albanien und der albanischen Stiimmenbis zur Formierung der Staaten Griechenland, Ti.irkeiund Bulgarien. Gelegentlich clesRi.ickzuges cles serbischen und montenegrinischen Heeres im ersten Weltkrieg, fiel der gr6sste Teil clesDiplomatenmaterials clesKonigreichs Ser­ bien und Montenegro in die Hande der Besatzer. Das bedeutendste Materia! und

1 Arhivski /o ndovi i zbirke SFR], SR Srb1ja (Archiv/o nds und Sammltmgen in der SFR], SR Serbien) 11 lzdavac, Savez arhivskih radnika ]ugoslavije (Archivverband der Scha//ender ]ugoslawiens), Beograd 1978, 9.

91 Les dommen/s diplomatiques Du!an Lukac in diesem Umfang, insbesondere die Diplomatendokumente, wurden ins Ausland Periode von 1862 bis 1918 umfasst. Im Fond bis 1870 befinden sich Teile des verschleppt, besonders nach Wien oder wurde vergriffen und ging in Privateigen­ bewahrten Materials aUer Abteilungen des Ministeriums fi.irauswartige Angelegen­ turn i.iber. Nach Beendigung des ersten Weltkrieges wurde nur ein Teil dieses heiten des Konigreichs Serbien seit seiner Gri.indungund aller Diplomatischen Ver­ Materials gesammelt und zuri.ickgebracht2. tretungen des Konigreichs Serbien mit den Sitzen in Wien, Bukarest, Konstantinopel, Nach der Vereinigung der si.idslawischenVolker in dem gemeinsamen Staat Athen, Berlin, London, Paris, Petersburg, Rom, Cerinje, Sofia, Bri.issel,Amsterdam, Jugoslawien, wurde ein Diplomatenarchiv beim Ministerium fi.irauswartige Angelegen­ Kairo, Saloniki, Skadar, Trieste und Prag5. Mit diesem Material ist auch das Material heiten gegri.indet,in welchem ein umfangreiches Archiv i.iber dieBeziehungen des der Auswartigen Abteilung aus dem Fond der Fi.irstenkanzlei, die von 1820 auswan�ge Konigreichs Jugoslawien mit anderen Landern angesammelt wurde, in diesem Angelegenheiten ausi.ibte, bis zur Gri.indung des Ministeriums fi.ir auswarttge Gefi.ige auch mit den Balkanlandern: Rumanien, Bulgarien, Griechenland, der Angelegenheiten, verbunden. Dieses ganze Materia! ist geordnet und man kann Ti.irkeiund Albanien, in welchen es seine diplomatischen Vertretungen hatte3. darin sehr ni.itzlicheAngaben i.iberdie Geschichte der Nachbarvolker und-Staaten Wahrend des zweiten Weltkrieges, fielendie Diplomatendokumente des Konig­ finden, besonders in den Berichten, die dem Fi.irstenoder Ministerium fi.ir auswartige reichs J ugoslawien, zusammen mit Dokumenten d es Konigreichs Serbien, die schon Angelegenheiten, einzelner diplomatischer Vertreter oder Beauftragter i.iber die einmaJ im zerstorrerischen Ersten Weltkrieg verloren gegangen waren, in Handen Ereignisse in diesen Landern oder auf dem Balkan,i.ibermittelt haben. . der Besatzungsmacht. Ein Teil dieses Materials ist vernichtet, ein grosserer Teil Im umfangreichen Materia!, das vom Diplomatenarchiv der SFR Jugoslawten wurde ausser Land gebracht und ging in Privathanden i.iber, wahrend nur ein i.ibernommen wurde und hauptsachlich die Periode von 1870 bis 1918 umfasst, bie­ kleiner Teil nach Beendigung des zweiten Weltkrieges in dem Diplomatenarchiv des tet die Politische Abteilung die meisten Dokumente und Angaben i.iber die Sekretariats fi.irauswartige Angelegenheiten der SFR Jugoslawien zuri.ickgebracht Geschichte der benachbarten Balkanvolker fi.ir die Periode von 1862-1918, ins­ w�rde. Neben einzelnen Fonds und Sammlungen, die vollig verschwunden sind, gesamt 398 Aktenbi.indelund 86 Protokolle, Inventar u�d andere d�kumentarisch zum Beispiel einzelne Gesandtschaften und Konsulate, ist der i.ibrigeTeil der Fonds werrvolle Bi.icher. Die Archivfonds des strengvertrauhchen Archtvs MID und aus dem Archiv des Konigreichs Serbien und des Konigreichs Jugoslawien im Prasidiums des Ministerrates des Konigreichs Serbien, die in normalen Bedigungen Durchschnitt um 10-90% beschadigt4. die bedeutendsten Quellen fi.irdie Erforschung der aussenpolitischen Beziehungen Die envahnten teilweise oder weniger beschadigten aufbewahrten Fonds und bestimmter Lander sind, quantitativ wegen Diebstahl und Vernichtung in den zwei Sammlungen des Diplomatenmaterials des Konigreichs Serbien, sind im Archiv Ser­ Weltkriegen klein geblieben sind, zusammen nur 31 Aktenbi.indel und nach den biens in Belgrad untergebracht und aufbewahrt. Das meiste Materia! und Angaben Angaben die fragmentarisch geboten werden. Allumfassender Berichte und Analy­ i.iberdie Beziehungen Serbiens mit den Nachbarvolker und Landern und besonders sen nach den einzelnen Ereignissen und Bewegungen in Serbien und den Nachbar­ nur kurze und weniger bedeutende Dokumente fi.irdie Geschichte der benachbarten Balkanvolker, Albaner, Griechen, Bulgaren, landern sind verschwunden und Beziehun­ Ti.irken und Rumanen, bieten dic Fonds des Ministeriums fi.ir auswartigeAngele­ geblieben. Dies bezieht sich besonders auf die Periode der verscharften genheiten, die unter dem Zwang der Verhaltnisse in zwei Gruppen eingereiht sind; gen Serbiens und Oesterreich-Ungarns vom Zollkrieg an bis Anfang des ersten die erste Gruppe, die die Periode 1839 bis 1870 umfasst mit 495 Schachteln Mate­ Weltkrieges. ria!, die sich von fri.iherher im Archiv Serbiens befanden und vie! umfrangreicheres Dieser Verlust des Diplomatenmaterials Serbiens bis 1918, ist teilweise mit Materia! dieses Ministeriums, das unlangst vom Diplomatenarchiv des Sekretariats weniger beschadigten und vernichteten Materialfonds der Gesandtschaften des fi.irauswartige Angelegenheiten der SFR Jugoslawien empfangen wurde und die Konigreichs Serbien: in Oesterreich-Ungarns 107 Pakete, Gross-Britanien 83 Aktenbi.indel, in der Ti.irkei 81 Pakete, ltalien 56 Pakete, Bulgarien 29 Pakete, 2 Dokumenti o spo/jnoj politici Kra/jevine Srbije 1903-1914 (Dokumente iiber die Aussempolitik des Russland 29 Pakete, Rumanien 28 Pakete, Frankreich 18 Aktenbi.indelund Monte­ Kiinigreichs Serbien), VI, Sveska l, Band, Beograd 1981, 14-15. besteht darin, dass einzelne Arhivski /o ndovi i zbirke SRR], Savewi arhivi (Archiv/o nds wrd Sammlrmgen in der SFRJ, Brm­ negro 16 Aktenbi.indelausgebessert . Das Missgeschick > 11 desarchwen) Sau!!7_ dru!tava arhivskih radnika ]ugoslavije (Archivverband der Schaffender Jugoslawiem)' geordnet sind, zum Beispiel der Gesandtschaften in ltalien und da/je skraéeno, Savani arhivr; (wetier Brmdesarchiven), Beograd 1981, 79-86. Fonds noch nicht DokumeJI/i o spo/jnojpolitici Kra/jevine Srbije... (Dokummte iiberdie Amsenpolitik des Kiinigreichs • Serbien .. .), VI, Band l, 9. Vodié Arhiva Srbrje (Archiv/iihrer Serbiens, Kultura), Beograd 1973, 44-45. 5 92 93 Dusan Lukac Les dommenls diplomatiques des Weltgewandten Rumiinien. Eine bedeutende Ergiinzung machen auch die Fonds der i.ibrigen schaften des langjahrigen Diplomaten, Miroslav Spalajkovié, Abteilungen des Ministeriums fi.ir auswiirtige Angelegenheiten des Konigreichs Wissenschaftlers, Jovan Cvijié u.a:s· . 1918 schweres l d" F d ds s D 1pl omatenmatenal s Serbiens von Serbien, besonders die Handelspolitische, in deren 13 Aktenbi.indelMateria) und Obwoh lese o� . t und Vernichtung insbesonders die bedeutendsten Fragmenten, von Dokumenten und Angaben aus dem Bereich der Handelsbezie­ durchgemacht haben, wle Dle� � ahi Dokumente, sowohl fi.ir m d enen d"le no...., ,v. en digsten hungen zwischen den Volkern auf dem Balkan befinden, ferner der Fond der Dokumente, k ann m an doeh . · die Beziehungen zwischen d en Politischen-Bildungs-Abteilung mit 504 Paketen, in denen sich Dokumente i.iberdie die diplomatische Ge�chichte Se� � l h f Zwejahrzehnten Landern_ .lm � a�:h���er��nd den ersten Zusammenarbeit der Balkanlander im Bereich der Bildung und Kultur, wie auch Balkanvolkern und . gmsse . der Balkangeschichte von Aufstiin- a e E re1 reiche Fonds der Administrativ-Rechtsabteilung, Kassen und Informationsabteilung des Jahrh u d erts fm d en. Fi.ir li bis zu XX � . ersten Halfte des XIX Jahrhunderts m der befinden. Eine bestimmte Anzahl von Dokumenten fi.irdie Geschichte der Balkan­ den und BefreiUngsbewegungen . mog.. lich , ein Minimum von volker und die Beziehungen zwischen den Balkanlandern, bieten auch die Fonds grossen K re1. gen 1912 , 1913 und 1914-1918 1St es den . · oder Sammlungen der Konsulate des Konigreichs Serbien in Bitola, Budapest, Dok umenten u nd Angaben. zu.. finden. die Archive angewiesen, da bish er wemg Skopje, Pristina, Seres, Saloniki, Trieste, Mi.inchenund Genf, wie auch der einzelnen Die Forscher smd haupts�chl" IC h auf . Sammlungen dieses und d'e. Vero .. ff en ti lchung der emze lnen F on ds und Delegationen, Kommissionen und anderen Institutionen des Konigreichs Serbien, und partiell . v. urde Das grosste Unterfangen in diesem Bereich, zum Beispiel: Sammlung der serbisch-ti.irkischen Kommission fi.ir den Vakuf-Besitz, bedeutenden Matenals getan -� : des . S amm ung und Vero ffent lICh ung des umfangreichen Sammelbandes. · ferner Sammlungen i.iberden Sarajeverprozess, den Salonikerprozess der Kommission steli t d IC 1 . 7 Bi.ichern bzw. m Zlrk a 18 er b"le ns in , des Konigreichs Serbien fi.ir die Abgrenzung mit Bulgarien, Dokumente i.iberdie Diplomatenmaterials i.iberdle Aussenpor ltL "k s . . ·· . 8 k t Sind , d ar9 . jugoslawischen Freiwilligen in Russland 1915-1920, wie auch die Pressei.ibersichten Banden, wovon drel such er mlt Banden.. . . gedruc fi.ir die Periode vom . t des KomgreiC hs Jugoslawien des Pressebi.irosdes Konigreichs Serbien in Genf von 1916-19186. Das D1pl omatenma. eria l . . (1918_1945) , in welchem auch Die fragmentarischen Angaben und Quellen fi.ir die Geschichte der Balkan­ Ende des ersten, bIS E n ed d es zwenen W. el tk neges mi.isste,. ms- · ·· d1e. G esc h 1ch te d er. Nachbarlander sein volker, konnen auch in einigen anderen Ministerien dcs Konigreichs Serbien und in hinreichendes M atena1 ub er. .. . dieser Lander und . ub er d le zusam menarbeit . den hochsten Stellen dieses Landes gefunden werden, zum Beispiel im Fond des besondere Anga b den un Matena. l . . versti.immelt,beschadlgt . . zwel W e tl negen,k ISt noch mehr . Staatsrates, besonders Notizen von dessen Stitzungen, im Fond der Nationalver­ Jugosl aw1en Z\VISChen den .. . . h s S erb"len Im Sturm des zwe1ten a l s d as M atena· 1 des Komgre1c · so sammlung, besonders in den Sammlungen der Vertriigedes Konigreichs Serbien mit und bestohlen,. . ds und ammS ungenl el ·nfach verschwunden oder fremden Landern und im Fond der Fi.irstlich-serbischenAgentur in Bukarest, in Weltkriges smd emzel ne F on die wissenschaftliche Forschung welcher Dokumente i.iber die Beziehungen der Fi.irstenti.imerValahei und Moldau beschadigt, dass sie keinen bedeutend en N utzen fi.ir mit dem Fi.irstentumSerbien fi.irdie Periode von 1833-1863 aufbewahrt werden7• haben. . . . Regel die grossten und ausgiebigsten Fi.irdie Jahre des ersten Welktrieges ist bedeutend der Fond des Ministeriums Von den einst so relchen Fond s, d le m der matische Ges h. chte J. edes and s darstellen der Politischen fi.irinnere Angelegenheiten im Exil, besonders Angaben i.iberdie Fli.ichtlinge aus Quellen fi.irdie diplo � � . fu·�r aus�vartige Ang�legenheiten des Serbien nach Griechenland, Albanien, Frankreich, Italien und Algerien, wie auch Abteilung. und des K b"a mets des M1mstenums. _ smd. nur S p�ren Form eines fast unbedeutenden die Archiven der Institutionen unter der bulgarischen Besatzung, insbesondere der Konigreichs Jugoslawlen, ebenso be ut n en Fond der Vertretung des Mini­ Fond des Militarischen Generalgouvernements fi.irSerbien 1916-1918. Aktenbi.indels geblieben.lm � : �� t e aus dem Bereich der Aussen­ In der Abteilung personlicher und familiarer Fonds, die dem Archiv Serbiens sterrates, in welchem alle bedeutend ere o umen geschenkt wurden, bedeutende Samrnlungen sind die der bekannten Staatsmiinner, offentlich Schaffender und Wissenschaftler Serbiens, llija Garasanin, Vladan Djord­ Srbije 1903- Ibid. 178-191. .. . o spoljnoj politici Kra/jevine s gedru_ckL kumenti V. sind folgende Sammelbucher 1914), VII , der Redakteur jevié, des Diplomaten Milovan Milovanovié, ferner umfangreiche Hinterlassen- Bisher des K 11g chs Serbien 1903- 9 iiber die us enpolrt �� Band l und 2 Redakteur 1914 (Dokumenle f! � �� d 1978·, VI, fiir 1913, Banden fu r 1914, eog M. VOJVO· in zwet • 1912, Redakteur DEDIJER unJ z. ANIC B eograd 1982· V, fiir 3, Redakteur K. DZAMBAZOVSKI, Savexni arhivi ... (Brmdesarchiven .), 81-82. D. LUKAC und Band B 6 .. 1 und 2, 1985. \fodié Arhiva Srbije... (Archiv/iihrer Serbiens ... ), 46-47. mC, Band 7 95 94 p

Les doct1ments diplomatiques Dufan Lukac politik und Beziehungen mit allen Liindern,so auch den Balkanliindern, gesammelt Ein bedeutender Fond ist auch die Presseabteilung, in welcher sich ofter in sind, wurden zwei di.inneAktenbi.indel fi.ir die Periode von 1919 bis 1935 erhalten10. Form von Zeitungsartikeln, Inhalte auch jener Dokumente, die fi.irimmer verloren Einen teilweisen Ersatz dieser grossen Verluste des essentiellen Materials i.iber sind, finden. Einen bestimmten Umfang von Angaben kann man a�ch irn Fond der die Beziehungen des Konigreichs Jugoslawien mit dem Ausland, bzw. i.iberdie Ver­ Abteilung fi.irInternationale Vertriige,Admini strations-Rechts�bteilu�g, Protokoll­ bindungen mit den benachbarten Balkanlandern, finden wir in etwas weniger abteilung, Personalverwaltungsabteilung under Geschichstabteilung fm den. beschadigten Fonds der diplomatischen Vertretungen des Konigreichs Jugoslawien Von den 25 fragmentarischen erhaltenen Fonds der Konsulate des Konigreichs in den LiindernEuropas. Ein richtiges Bild i.iberdie Tragweite dieser Fonds in der Jugoslawien, ist nicht einer aus einem der Balkanliinder. �rhalten sind die umfa�g­ Darbietung der Quellen fi.irdi e diplomatische Geschichte, vernebelt di e T atsache, reichsten Fonds der Dokumente der Generalkonsulate m Frankfurt-Mam,_ Mun- weil ein Teil dieses Materials nicht geordnet und den Forschern noch nicht zugiin­ ch en, Dusse.. Id or f , Lille , Metz , Mailand , Prag und Genf , aber leider sind diese ntcht_ glich ist. Im Rahmen der heutigen Moglichkeiten der Nutzung dieses Materials, geordnet und wir wissen nicht, mit welchen Angaben fi.ir d1e. Gesch1chte. der Bai­ kann beschlossen werden, dass, fi.irdie Geschichte der internationalen Beziehungen kanliinderuns diese erfreuen konnen. in Europa zwischen zwei Kriegen die ni.itzlichsten Fonds der Gesandtschaften der Die fragmentarischen Angaben i.iberdie Beziehungen zwischen den Balkan­ MIP (Aussenministeriums) des Konigreichs Jugoslawien sind: in Gross-Britanien­ in landern und den zwei Weltkriegen, begegnen wir auch den erhaltenen Dokurne�ten London, die i.iber352 Aktenbi.indelund 14 Pakete und der Gesandtschaft in der verschiedener Delegationen und Kommissionen des Konigreichs !ugosl�wien, Ti.irkei-Ankara,i.iber 140Aktenbundel, 5 Pakete und 73 Protokolle, Inventar oder besonders in den Fonds der Delegation auf der Friedenskonferenz m ans, er andere Dokumentarbi.icherverfi.igen, sind. � � Delegation bei der Kommission fi.ir Repatriierung-P�ris, der Delegauon. b:Lm In einigen anderen geordneten oder weniger erhaltenen Fonds der Volkerbund, der Direktion fur Vertriige, der Internauonalen Donau�ommlssio�, Gesandtschaften des Konigreichs Jugoslawien in Paris, Den Haag, Bern, Washing­ in den Dokumenten des Marseiller Attentates und des Prozesses, w1e auch d1e ton und Kopenhagen, kann man auch etwas aus dem Bereich der internationalen Uberreste des Fonds der Volksverammlung des Konigreichs der Serben, Kroa e Beziehungen auf dem Balkan finden. Wir wissen nicht, was es in den umfangreicheren, und Slowenen und auch die Pressei.ibersicht des Pressbi.irosder MIP (AussenmLill­� � jedoch ungeordneten Fonds der Gesandtschaften in Wien, Prag, Kairo, Budapest, steriums) des Konigreichs Jugoslawien fi.ir dieganze Periode von 1918-1941. Rom, Berlin und besonders im Fond der Botschaft in einem Balkanland, Rumiinien (Bukarest) gibt, die i.iber385 Aktenbi.indelMateria], 286 Pakete und 284 begleitende Vermutlich wi.irdeman im umfangreichen Fond des Bi.irosfi.ir die Abgrenzung der Nachbarliindermit Jugoslawien, das i.iber339 Bi.indelMateria] und ��4 b�­ Dokumentarbi.icherverfi.igen, da diesenicht geordnet sind. Das Materia] aus den gleitenden Dokumentarbi.ichern verfi.igt, ge i.igend Angaben �uch fi.ir die Fonds der Gesandtschaften des Konigreichs Jugoslawien in den i.ibrigenBalkan­ Geschichte der benachbarten Balkanliinder fmden� , d1eser. Fond 1st aber mcht_ landern, ausser der Ti.irkeiund Rumiinien, istim Laufe des zweiten Weltkrieges geordnet und wir wissen seinen richtigen Wert nicht. vollig verschwunden. . Von den erhaltenen Fonds anderer Abteilungen der MIP (Aussenministe­ Aus die Gruppen der familiiiren und personlichen Archivfonds fi.ir d�e riums) des Konigreichs Jugoslawien (ausser der Politischen und den Gesandt­ Forschung der Beziehungen der Volker und Liinderdes Balk�s; sind interessa�t: die schaften), ist im allgemeinen am bedeutendsten und auch fi.irdie Forschung der archivalischen Sammlungen von Marombo-Vojislav Jovanovic, 179 Aktenbundel, Papiere von Nikola Pasié, 6 Pakete, Papiere von Pizon-Jovan Jov�nov�é, 31 Pakete, Beziehungen auf dem Balkan, der Fond der Konsularisch-Wirtschaftsabteilung, die wie auch die Sammlungen von Drucksachen, Ubersichten der emhelmlschen_ nd i.iber735 Aktenbi.indelMateria] und 206 begleitende Dokumentabi.icherverfi.igt, in _ � welchen man Angaben i.iber die Wirtschaftsverbindungen und Beziehungen in ausliindischen Presse des MID (Aussenministeriums) des Kon�gre1chs Serb�en, den Balkanlandern begegnet. Auf den Angaben dieses Fonds, kann man ein Bild der Ùbersichten der einheimischen und ausliindischenPresse der Reg1erung von M�a� Wirtschaftsverbindungen und des Aussenhandelsaustausches zwischen Jugoslawien Nedié (1941-1944), 15 Pakete, Bulletins und Zeitschriften verschiedener faschlstl­ und den Nachbarliindernentwickeln. scher und profaschistischer Organisationen (1914-1945)1•.

Sava i arhivi ..., (Brmdesarchiven ...), 81. 10 w 11 Ibid., 83-86. 96 97 Les documents diplomatiques Dusan Lukac Als indirektes Erganzungsmaterial fur die diplomatische Geschichte und Dokumente des MID (Aussenministeriums) des Konigreichs Serbien 1885-1915, 5 besonders die Geschichte der Beziehungen zwischen den Staaten und Volkern des Schachteln, ein Teil des Fonds der Koniglichen serbischen Gesandtschaft in Lon­ Balkans, konnen auch einzelne Fonds anderer Ministerien, ausser des MID des don und des Generalkonsulates des Konigreichs Serbien in Skopje. EtwasMateria! Konigreichs Jugoslawien, dienen, die sich im Archiv Belgrads befinden. Bedeutend bieten auch die Fonds der Bulgarischen Verwaltung 1915-191814• sind besonders die Fonds des Hofes des Konigreichs Jugoslawien 1918-1941, 546 Das diplomatische Materia! aus den friiheren Zeitabschnitten im allgemeinen Aktenbiindel, der Nationalversammlung des Konigreichs Jugoslawien 130 Akten­ und auch fur die aussenpolitischen Verbindungen und Beziehungen der Volker und biindel, der Exilregierung des Konigreichs Jugoslawien, 165 Aktenbiindel, des Lander des Balkans, die auf demGebiet des heutigen Jugoslawiens entstanden sind, Staatsrates des Konigreichs Jugoslawien, 2243 Aktenbiindel, der umfangreiche befinden sich hauptsachlich in den Archiven der Lander, in welchen diese Volker Fond des Ministeriums fiir Handel und Industrie des Konigreichs Jugoslawien, lebten, am meisten in Wien, Budapest, Konstantinopel, Venedig, Rom usw. 1807 Aktenbiindel wie auch der Fond der Zentrale fur den Hendelsverkehr mit Von den einheimischen Archiven, die bis heute auf dem Boden Jugoslawiens dem Ausland fiir die Periode 1919-1922, 106 Aktenbiindel. Auch in diesem Archiv wirken, findet man die wertvollsten Fonds des Diplomatenmaterials im Geschicht­ besteht in der Abteilung fur familiare und personli�hen Archivfonds bedeutendes lichen Archiv in Dubrovnik. Fiir die Geschichte der Beziehungen der Volker auf Materia! èinzelner Diplomaten und Staatsmanner, in welchem sich auch die Doku­ dem Balkan bis zum Fall der Dubrovniker Republik 1808 sind die bedeutendsten mente iiber die Geschichte der benachbarten Balkanlander antreffen. Bedeutend ist Fonds: Acta et Diplomata (Urkunden und Akten) 1022-1808 an die Republik von besonders der Teil der Hinterlassenschaften von Jovan Jovanovié-Pizon und Milan Dubrovnik gesandt, 477 Bande und Litterae et commissiones (Briefe und Ver­ Stojadinovié12. ordnung) 1359-1808, 39 Bande und 274 Biicher15. Fiir die Forschung der Beziehungen zwischen den Volkern und Landern des Auch im Archiv Kroatiens in Zagreb befinden sich zahlreiche Dokumente iiber Balkans in der zweiten Halft:edes XIXJahrhunderts und den ersten Zweijahrzehnten die Geschehenissen auf dem Balkan und insbesondere iiber die Beziehungen und des XXJahrhunderts, konnen Dokumente und niitzliche Angaben auch im Archiv Verhaltnisse der Serben und Montenegriner mit den slawischen Volkern in Oester­ Montenegros in Cetinje gefunden werden. Wegen der Heimsuchung in den Kriegen, reich und Ungarn. Diese sind besonders zahlreich in den Fonds des Sabors des sind auch hier nur Teile und hier und dort auch nur Fragmente einzelner Fonds Konigreichs Kroatien, Dalmatien und Slawonien und seiner Kommissionen, sowie und Sammlungen erhalten geblieben. Die besten Angaben bietet der Archivfond anderer untergeordneter Institutionen und Organen16• des Ministeriums fiir auswartige Angelegenheiten von Montenegro fiir die Periode Das Materia) fiir diese Problematik befindet sich auch im geschichtlichen 1878-1916, der iiber 186 Aktenbiindel und 36 begleitende Bii-cher, wie auch die Archiv in Zadar un din den Fonds der Republik M l et biszu ihrem Untergang 1797, gut erhaltene Kostantinopler Gesandtschaft, die fiir die Periode 1879-1912 iiber 20 besonders im Fond der Provveditore generale in Dalmazia e Albania (Generalpro­ Aktenbiindel und 7 Biicher verfugt, wahrend von den einst reichen Fonds der vidur fur Dalmatien und Albanien), 237 Biindel und 26 Biicher17• Gesandtschaftenin Belgrad und Konsulate in Rom, Skadar, Genf, Paris, Genua, Im Archiv Vojvodina in Sremski Karlovci kann man auch Dokumeme aus der Nizza und Trieste nur Fragmente geblieben sind. Bedeutend sind ebenfalls die Periode des XVIII und XIXJahrhunderts fiir die Geschichte der Verbindungen, Fonds des Praviteljstvujusceg (Verwaltungssenates), 78 Aktenbiindel, der montene­ Verhaltnisse und Zusammenarbeit der Volker in Vojvodina und breiter im mittleren grinischen Nationalversammlung, 35 Pakete, des Staatsrates Montenegros, 18 Donaugebiet, finden. Zu den bedeutendsten gehoren Commissio, Deputatio Aulica Aktenbiindel und des Ministerrates, 16 Aktenbiindel13• in Transsilvanicis, Banaticis et Il!iricis (Illyrische Hofkommission und Deputation) Auch Fragmente niitzlicher Dokumente und Angaben befinden sich im Archiv und Illyrische Hofkanzlei)l8.

Makedoniens (Archiv na Makedonija) in Skopje, besonders die Fonds der Tiirki­ Arhivski fo ndavi i zbirki va SFR], SR Makedonija (Archivfonds tmd Sammltmgen in der SFRJ, SR 14 schen Verwaltung Prilep und Tetova 1869-1912, 2 Schachteln, ferner eine Gruppe Mazedonien), Beograd 1982, 37-47. 15 Arhivski fo ndavi i zbirke u SFRJ, SR Hrvatska (Archivfo nds tmd Sammltmgen in der SFR], SR Kroatien), Beograd 1984, 137-141. 16 lbid. 57-63. 12 lbid., 49-50,89. Ibid. 325. Arhivski fo ndavi i zbirke u SFR], SR Cma Gora (Archivfonds und Sammlungen in der SFR], SR 17 u Arhivskifondovi i zbirke u SFR], SAP Vojvodina (Archivfo nds tmd Sammltmgen in der SFR], SAP Montenegro), Beograd 1983, 29-30. 18 \'(/oiwodina), Beograd 1977, 33-35. 98 99 Les domments diplomatiques In Archiv Bosnien und Herzegovina in Sarajevo findet man Dokumente uber die Geschehenissen auf dem Balkan gegen Ende der Ti.irkenherrschaftin Bosnien Stefan Malfèr und Herzegovina und wiihrend der Oesterreichisch-ungarischen Besatzung, be­ sonders in den Fonds des Oesterreich-ungarischen Generalkonsulates in Sarajevo DIPLOMATISCHE AKTEN UND KIRCHENGESCHICHTE: 1850-1880, 242 Schachteln und der Landesregerung fur Bosnien und Herzegovina OSTERREICH UND DER BALKAN 1848-1918 1879-1918, 1208 Schachteln, 10957 Aktenbi.indelund 1250 Bucher'9.

Wenn man die Begriffe «Diplomatie» und «diplomatische Akten» hèirt,denkt man zuerst an AuBenpolitik, an die «groBe Politik» der Staaten, an internationale Krisen und das Gleichgewicht der Machte, an Krieg und Frieden. Nun gehèirt der Primat der AuBenpolitik in der Geschichtswissenschaft der Vergangenheit an. Andere Zweige haben sich breit und kraftig entwickelt. Auch innerhalb der Erfor­ schung der «groBen Politik» ist es unbestritten, daB z.B. die èikonomischenHinter­ gri.inde zu allen Zeiten und ganz besonders im Zeitalter des Imperialismus eine groBe Rolle gespielt haben. Aus der engen Beziehung zwischen AuBen- und Wirtschaftspolitik ergibt sich, daB der schriftliche Niederschlag der AuEerministe­ rien auch fur die Geschichte der Wirtschaftspolitik von Bedeutung ist, und zwar nicht nur, wenn es sich expressis verbis um «handelspolitische Abteilungen» etc. der Archivregistraturen handelt. Dennoch kann man der Wirtschaftsgeschichte ein Naheverhiiltniszu den diplomatischen, Akten nicht nachsagen. Ihre hauptsiichlichen Quellen sind Wirtschaftsdaten im eigentlichen Sinn des Wortes und der schriftliche NachlaB aller privaten und èiffentlichen Institutionen, die im Wirtschaftsleben unmittelbar tiitigsind. In noch stiirkeremMaBe gilt dies von den anderen Zweigen der Geschichts­ wissenschaft, wie Rechts- und Sozialgeschichte, Kirchengeschichte, Mentalitiits­ oder Alltagsgeschichte. Alle diese Disziplinen, die sich teils parallel, teils in Oppo­ sition zur politischen Geschichtsschreibung entwickelt haben, arbeiten mit spezifi­ schen Quellengruppen. Die Aussagekraft einer historischen Quelle ist aber nicht nur determiniert durch die Umstiindeund den primiirenZweck ihrer Entstehung, sondern ebenso durch die ideologische Position, durch die Methode und die Fragestellung des Historikers. Es erscheint daher sinnvoll, jene erste Assoziation - niimlichAuEenpolitik - beiseite zu lassen und zu priifen, ob die diplomatischen Akten nicht auch eine gute Quelle fiir andere historische Disziplinen sein kèinnen. Arhivski /o ndovi i zbirke u SFR], SR Boma i Hercegovina (Archiv/o nds und Sammlungen in der 19 Ich mèichteim folgenden zeigen, daE und warum dies fiir den Bereich der SFR], SR Bosmen zmd He17.egowina), Beograd 1981, 33. Kirchengeschichte des Balkanraumes in hohem MaEe der Fall ist. Unter Kirchen- 100 101 Les tlocumt'IIIS dtpfomallifii<'S Ste/a n Ma/fèr geschichre isr dabei nichr nur im engen Sinn das \X!irken der Kirchen im eigenen regelmii�igen Berichren meldeten. Wenn wir systematisch i.iberlegen, wie und zu Kreis zu versrehen, eine Einschriinkung,die merhodisch gesehen problemarisch isr. welchem Zweck diplomatische Akten entstehen, dann konnen wir folgende These 1och weniger meine ich Kirchengenschichre als eine rheologische Disziplin mir aufstellen: heilsgeschichrlicher Orienrierung. Vielmehr isr gedachr an eine «Geschichre von \Vir diir/en in diplomatischen Akten eines Staates immer dam1 relevantes Male· Kirchen»': Religiose Gemeinschaften, Kirchen, Konfessionen und Religionen sind riai ztml Thema Geschichte von Kirchen und ihrer Beziehungen Zlllll Staat envarten, gesellschafrliche Instirurionen, clic wie alle anderen mir dem Ganzen cles gesell­ wenn 1. eine ausliindiscbe lnstam.. an einem innerstaatlichen \lorgang im Bereich schafrlichen Lebens in vielfiiltiger Weise verbunden sind. Sie unrerliegen Einwirkungen kircblichen Lebens Interesse hat oder dabei ein Mitspracb erecht besitzt, und 2. wenn von au�en, so wie sie selbsr auf andere Bereiche cles sozialen Lebens einwirken. der StaaÌ selbst an einem \lorgang im Bereich kircblichen Lebem in einem anderen besonderer Weise wird diese Wechsclwirkung bei den Beziehungen zwischen Staat Interesse hat oder dabei ein Mitspracberecht besitzt. KircheIn und Sraar manifesr. Wenn ich noch daran erinnere, da� in der Habsburger­ \XIenn wir diese These auf das Kaisertum Osterreich beziehungsweise die monarchie im 19. Jahrhunderr das Bi.indniszwischen Thron undAlrar vollkommen osterreichisch-ungarische Monarchie und den Balkan im 19. Jahrhunderr anwenden, aufrechr war (wenn auch nichr unangefochten, man denke an clic Ki.indigungcles wird uns sofort bewu�r, welch reichhaltiges Materia! die Akten cles Haus-, Hof­ Konkordars, an clicliberale Schul- und Ehegescrzgebung usw.), dann wird klar, da� und Staatsarchivs in \'(/ienzu unserem Thema enrhalten mi.issen. Kirchengeschichre im weireren Sinn ein wichriger Teilbercich der allgemeincn In der Habsburgermonarchie lebten nicht nur viele Nationalitaten. Die Ein­ politischen Geschichte ist. wohner clesReiches bekannten sich auch zu verschiedenen Kirchen, Konfessionen Inwiefern konnen aber die diplomarischen Akten Quelle fi.ireine so versrandenc und Religionen: Es gab Katholiken, Orrhodoxe, Unierte, Protestanten, Mohamme­ Geschichre von Kirchen sein? daner und Juden, um nur die sechs gro�ten Gruppen zu nennen. Die Habsburger· Kirche und Staar sind in der Regel autonome Organisationen. Wenn sie in for­ monarchie war also nicht nur ein multinationales, sondern auch ein multikonfes­ maler Hinsichr miteinander in Beri.ihrung treren, kommr es auf beiden Seiten zu sionelles Reichl. einem schriftlichen Niederschlag, zur Bildung hisrorischer Quellen. Ich darf hier Beachtenswert ist, da� fur vier dieser sechs Gro�gruppen das i.iberregionale daran erinnern, da� der neuzeirliche diplomarische Schriftverkehr auch an dieser religiose Zenrrum sich au�erhalb des Staatsgebietes befand. Fi.irdie Katholtken war Nahtsrelle der Komaktaufnahme zwischen Kirche und Sraar enrstanden ist: Die der Papst in Rom die unbestrittene geistliche und jurisdiktionelle Autoritiit. Die Berichre der piipsrlichen Nunrien, die beri.ihmrenNun riarurberichre zahlen zu den Unierten waren, wenn auch in geringerem Ausma� als die Katholiken, ebenfaUs auf altesren diplomatischen Akren im modernen Sinn. Ihre spiiren osrerreichischen Rom bezogen. Das Oberhaupt der Ortbodoxen war der okumenische Patriarch von Nachfolger und Gegensti.ickeaus dem 19. und 20. Jahrhundert, die Berichre der Konstanrinopel. Fi.ir die Mohammedaner Bosniens und der Herzegowina wurde osrerreichischen Borschafter beim Heiligen Sruhl, har bekanntlich Friedrich Engel­ zwar vier Jahre nach der Okkupation eine eigene geistliche Hierarchie errichtet\ Janosi in seinen Bi.ichern Osterreich und der \lattkan 1846-1918 und Vom Chaos zur Joch blieb Konstantinopel in vielfacher Hinsicht ein Bezugspunkt. Katastrophe aufgearbeirer1. Der Vatikan, der Phanar und die Hohe Pforte waren an religiosen Vorgiingen Die Bedeutung der diplomatischen Akten Osterreichs im 19. Jahrhunderr in in Osterreich inreressiert und besa�en verschiedenartige Mitspracherechre, die im dem hier skizzienen Zusammenhang gehr aber weit i.iberdas hinaus, was die be­ Verlauf komplizierter hisrorisch-polirischer Entwicklungen gewachsen waren. Aus obachrenden Nuntien beLiehungsweise Botschafrer in Wien und Rom in ihren diesen Verhaltnissen erwuchsen nati.irlichdiplomarische Akten. Umgekehrr beobachrete die osterreichische Diplomatie stiindig die Ereignisse • Zu dieser frage �iche SAI.JRER, K.trcht•ugesduchte afs hts/oriscbe Dmtpfm, in Dcnken iiber 1 E. Geschtchle. llus/ii lu zur heultgt•n Situa/ton dt•s gesdJicbtftchen Bewufltsems und der Geschichlsw1sst'll· und Enrwicklungen der verschiedenen Konfessionen in den benachbarten Balkan­ scba/1, hg. \'On F G. Ku:-�c.c:..:�lllN, LUTZ \X1iener Beitriige zur Geschichte der Neu· l. . ENGI.I.·)ANO�I, Il. ( staaten aus zwei Gri.inden: wegen der Ri.ickwirkungenauf die Konfessionsan- zeit l, \XIien 197-1) 157·169.

ENGEL-jANOSl, Osterreicb mul der ."ttliktm 2 Bde., Graz, \X'ien, Koln 1958, 1960; J Siehe dazu jetzt A. \XIANDRUSZKA, P. URBAI'IITSCII (llg.), Die Habsburgermonarchie -l, . 1 fi , 18-16·1918, 1848·1918, Dt·.HS., l om Cbaos zu�· K.altlslropbc. \lattkanmbc Gcspriicbc bis l'omeb /)ie K.on/em ollt'll, \XIicn 1985. . 1918 1938. mficb auf Grumi der Bertcble der oslerretdmcbcn. Gesaudtw 1971. beùn 1/etftgen Stubf, \XIien Siehc jetzt auch L. LUKACS, Thc N URBANITSCII, 1 ' F. HAt:PT�IA:\N, Die Afobammedanrr in Bosmen·flercegovina, in A. \Xl A DRUSZKA, P. l a/teti/l and Hungary Repor/s and Correspomlence Hungarv· o/ the t1postoltc ,\'uncios 111 18-16·1878. 011 Dte Habsburgermont1rdue , -1, cit., 68-1 ff. l'tenna, Budapest 1981. ...

103 102 Ste/a n Mal/èr Les dommenls diplomatiques sozialgeschichtlich gehorigen im eigenen Land, 2. aufgrund der legitimen oder imperialistischen Lebens, des religiosen Verhaltens der Gliiubigenund anderer eher GroBmachtinteressen. In bezug auf die Katholiken besaB die Monarchie au�erdem ausgerichteten Fragen der Kirchengeschichte - man w�rd ;ielleic�t eher sagen verschiedene Mitspracherechte, von den Konfessionsschulen, die Osterreich dort mi.issen: Fragen an die Kirchengeschichte - werden dte dtplomauschen Akten unterhielt, bis zum Kultusprotektorat in Albanien. So hatten also die kaiserlichen und indirekter Antoworten emhalten, obwohl b�i einer �ntspr��hend weniger auch hier ein Erfolg mcht a sbletben durfte. Botschafter, Gesandten und Konsuln in Konstantinopel, Sofia, Bukarest, Belgrad, queUenkritischen und breiten Benutzung � Bedeutung der Cetinje, Durazzo US\V. hiiufig Gelegenheit, uber kirchliche Vorkommnisse zu Es wiire kaum moglich, wi.irde jedenfalls zu weit fi.ihren, dte berichten oder in solchen Angelegenheiten zu verhandeln. Akten im einzelnen noch weiterzu definieren, zu gruppieren und zu beurteilen. Ich Wi.irden wir alle Beziehungen, die zwischen den Hauptorten kirchlichen verlasse daher den Weg theoretischer Ùberlegungen. Es erscheint mir vielmehr Lebens im osterreichisch-balkanischen Raum, den genannten religiosen Zentren zweckmiiBig,anhand einer Skizzierung der archivalischen Bestiindedes H�us-, �of­ Rom und Konstantinopel, den osterreichischen diplomatischen Stationen auf dem und Staatsarchivs konkret und praktisch aufzuzeigen und zu belegen, was tch btsher Balkan und nati.irlichWien durch Linien auf einer Landkarte abbilden und jeder allgemein-systematisch entwickelt habe. . .. . des Wiener Haus-, Hof- und Staatsarchtvs fur dte Konfession eine Farbe zuordnen, dann wiiredie Karte bald mit einem dichten und Die diplomatischen Akten des k.u. . Mm. .­ bunten Netz i.iberzogen. Wir konnen aufgrund unserer systematischen Ober­ zweite Hiilftedes 19. Jahrhunderts, anders gesagt der AktennachlaB � � legungen behaupten, daB die diplomatischen Akten des Wiener Haus-, Hof-und steriums des AuBern wird in zwei getrennten Archivkorpern aufbewahrt: tm Poli­ Staatsarchivs fi.irden Historiker, der dieses Netz oder einzelne Fiiden und Teile tischen Archiv und in der Administrativen Registratur. untersuchen will, in jedem Fall Quellenmaterial bereithiilt. Die Unterscheidung zwischen politischen und administrativen Gegenstiinden im Staatsarchiv ins 18. Jahrhundert zuri.ick,sie ist aber nicht ein­ Da� die Bedeutung dieser Quellen im einzelnen abhiingt von derArt der ist alt, sie reicht empfundenen Akten wurden Beziehung, von der Befiihigungdes diplomatischen Personals, von der Quellenlage deutig. Die als besonders wichtig und vertraulich s und nicht zuletzt von der Fragestellung des Historikers, das versteht sich von selbst. jedenfalls von den gewohnlichen, administrativen gesondert aufbewahrt' .. J?ara� Am dichtesten und wichtigsten wird das Materia! dort sein, wo es um direkte Mit­ entstanden einerseitsdas Politische Archiv andererseits die sogennante administrauv politisch und administrativ weder formai noch sprache des Staates geht, wo ausdri.icklich die Problematik Kirche--Staat Registratur. Da aber zwischen Bedeutungswandel angesprochen ist, bei den sogenanmen res mixtae also, wo dem Staat gesetzgeberische inhaltlich eindeutig zu unterscheiden ist - ganz abgesehen vom Kompetenzen zustanden, ferner don, wo machtpolitische Imeressen des Staates im des Wortes politisch - so mussen wir beide Archivkorper gleichermaBen untersu- Vordergrund stehen. Fi.ir das osterreichische Staatsgebiet seien beispielsweise chen. Abteilung (Allgemeines) angeflihrt die Bischofsernennungen, die administrativ-territorialen Anderungen im Das Politische Archiv6 besteht aus 40 Abteilungen. Die l. enthalten gewissermaBen die Priisidialakten des Bereich der Kirchen wie Errichtung von Diozesen oder Kirchenprovinzen usw. Hier und die 40. Abteilung (Interna) politischen ist endlich auch an den engen Zusammenhang zwischen Konfession und Nation zu Ministeriums; die anderen 38 Abteilungen emhalten die sogenannten erinnern, der gerade in der Habsburgermonarchie und im B�lkanraum bis zur Berichte und Telegramme der Missionschefs der Botschaften und Konsulate aus Gleichsetzung beider Begriffe fi.ihrenkonnte. Es ist kein Zufall, da� viele groBe aUer Welt an die WienerZentrale und die Weisungen und Telegramme des Mini­ nationale Fi.ihrerpersonlichkeiten zugleich hohe Kirchenwi.irden bekleideten, wie steriums an die Missionen. Die Berichte und Weisungen sind nach Staaten geordnet, die Bischofe Rajacsich, �aguna oder Strossmayer. und innerhalb dieser chronologisch-numerisch. Da auch die zeitgenossischen Indi­ Fur den nichtosterreichischen Balkanraumkommen vor allem in Betracht das ces so aufgebaut sind, ist einrascher thematischer Zugang nicht leicht. Der I�alt Kultusprotekrorat, die Errichtung und Betreuung katholischer Schulen seitens eines Berichts ist jedoch auf der Ruckseite in einem Regest zusammengef�t. Emen Osterreichs und alle kirchlichen Fragen, in die Osterreich aus groBmachtpolitischer Wie· des Auf,em), in L. BtlTNER (Hg.), Gesamtinventar des 1890 ' J.K. MAYR, Staatskamlei (Ministerium Raison eingreifen zu mussen glaubte, wie etwa die bulgarische Kirchenfrage 1936) 401 f. ncr 1·-laus·, Hof· und Staatsarchivs l (\Xficn 1890-91, k.u.k. Mini· oder die griechische Patriarchenfrage um nur zwei Beispiele zu nennen. fVI/1;gedru ckt: R. STROPP, Qie Akten .des Haus·, Hof· und Staatsarchiv, Archivbehel . . . Staatsar· 6 in «JI,htteilungen des Osterretchtschen Mit sinkendem Interesse des Staates wird auch die Bedeutung und Fi.illedes sleriums des Auf,em 1848· 1918 [Politisches Archiv], diplomatischen Quellenmaterials abnehmen. Zu Fragen des innerkirchlichen chivs», 20 ( 1967) 389·506. 105 104 Sie/an Maf/èr Les documenls dtplomaliques mi t der Turkei ii ber di e Stellung des Berg Athos 1907-1918 unmittelbaren thematischen Zugang bieten aber die sogenannten Liassen (Akten­ - Verhandlungen biindel),das sind Gruppen inhaltlich zusammenhangender Berichte und Weisungen, (Liasse XVII) . _ 1898-1908 die wegen Bedeutung und Umfang clesFalles nicht in der allgemeinenReihe, sondern Griechische Kirche in Bosmen _ (Liasse XXXIV) . Kultusprotektorat m. Konstantmo- in eigenen Faszikeln hinterlegt wurden, allerdings gemaB dem Provenienzprinzip - Angelegenheiten cles armenisch-katholischen Patriarchats innerhalb der Staatenabteilungen. 46). Wenn wir z.B. im Inventar in der Abteilung Rom/Vatzkan nachsehen, finden pel 1911-1915 (Liasse ab 1879 Bulgarien, Ruma�ien, M?n�e- wir als Liasse V eine Reihe von Kartons mit Akten zum Thema "Slawische Liturgie Dle. Staatenabteilungen Griechenland, _ weruger ergleblg, 1870-1914», wo u.a. die Bemiihungen Bischof Strossmayers um enveiterte Erlaubnis negro und Ser b" 1en un d a b 1894 Albanien sind auf denersten Blick clesGebrauchs clesKirchenslawischen in der romisch-katholischen Liturgie gesam­ doch zeigen Liassen wie .. 1906-1908 (Alba- melt sind. Es gibt hier eine Fiille interessanter Akten: neben den Berichten und - MaBregelung des Erzbischofs von Usku·· b sgre.M T ki ros Weisungen etwa Briefe clesungarischen Ministerprasidenren Tisza, Briefe Papst nien XXX) Leos XIII, bis zu Abhandlungen iiber die Geschichte der Glagolica. In der Liasse in Janjevo (Albamen. XXXI) - L"lturg_le · k �nflikt die episkopal e XII sind Materialien iiber die lange Sedisvakanz clesBistums Agram 1891-1893 ge­ U nterste Il ung der Katholiken Serbiens. unter - Beabslchugte jevo 189 r l VITI) sammelt. Auch die Liasse II fiihrt uns auf den Balkan. Sie handelt von der «Regelung Jurisdiktion des Erzbischofs von �ara hier hat v. 1 pe t\�� �;:r�i:� XIX) daB auch der Ver,haltnisse der katholischen Kirche in Bosnien und Herzegowina». DaB aber - Serbisch-orthodoxes Patnarc . . - wie ein Vermerk zeigt - diese Liasse nicht im Politischen Archiv verblieben ist, geniigend Materia! zum Thema Kirche und Staat vorhanden 1St sondern in die Administrative Registratur gelangt ist, ist ein Beispiel fiir den engen n erf r kann man zu den Berichten der Konsulate sag:n. Aus ihn� � :: Zusammenhang beider Archivkorper. . Ahnliches . Konsulatssitzes und semer Umge ung. a Aus diesen Beispielen werden thematische Schwerpunktbildungen ersichtlich. lr .l e d E nisse des erfahren so manch s iib�r Weho·�rt J.:��;';;ch::��n �:�; kirchlichen Hierarchie. Wir � m Dies solite aber nicht zu dem SchluB fiihren, daB die lange Reihe der nicht thema­ g fesn n el. n d D" e T ige Lage der Chnsten tisch geordneten Berichte- sie fiillen in den Abteilung Rom/Vat1kan immerhin 66 das � erhalt�is der Ko� �� � zc� ;: :��:ltung, U nruhen zwischen Bosmen», d1e Unter drukk g ur i t;r�isc�.. e; . Karrons \ ìn 1848-1918 - nichts Gegenstandliches enthalten. Dieser SchluB ist und Christen sind Gegenstand� der B�nch te. .. . schon deshalb nicht erlaubt, weil die Liassenbildung in den meisten Fallen erst Mohammedanern Ereigmsse beruhren ko�nen, zelgen, um le· eng sich kirchliche und weltliche Ende der 1870er Jahre einsetzt, das einschlagige Materia! bis dahin also in der all­ w se d a b el. k u dz Balkan) die Benchte von Smyrna gemeinen Reihe sich befindet. e in Besp eli zu bringen (i ehverlas die italienische Kolonie auf 1861 · Der General konsul b enc� h t:�' d aB . nus ed m Jahr . Emanuel s II zum i f K" · Viktor l3esondersumfangreich und fiir unser Thema wichtig ist die Staatenabteilung s c i h gte an Tiirkei.  �;::n��!� :n �: f:::�� �:;·k�t�ots��: ;:� �t���� � :� � �: �:����� Neben der 174 Kartons umfassenden allgemeinen Reihe gibt es hier 254 n a t h h i Kartons Sonderliassen. Ein Zehntel davon, also immerhin 25 Kartons, enthalt aus­ die sich daran beteilig�;:\ �i: ::�: ::: �:� �:��;:!:::, d��n :r verlieB am betref- 5orge b e fa 1en zu hab o l a. 1· driick!ich Kirchenangelegenheiten. Wenn wir die iiber 100 Kartons der Liassen 1 die ' �nsel und v rbot, d e o · t «Annexion Bosniens» und «Balkankriege» nicht mitzahlen, konnen wir sagen, da8 fenden Tag einfach � ; u��;� �:: p:�it�;�hen Archivs, All- jeder sechste Karton der Sonderliassen Tiirkei direkt mit Kirchengeschichte zu tun Auch die umfangrelch en Abte. ungen d en B lka an. H"ler und Interna, ent h al ten emeReihe von Ecclesiastica iiber hat. Ich zitiere einige Liasseniiberschriften: gemeines k rorat (1/7 10 ff : ) iiber die m den SIC. h z.B. weitere Akten iiber das Ku ltusprote _ .. ' . . f . S araJevo. (XL/213) un d allgemem uber d le rehglons- - Verhand!ungen mit der Pforte und dem Vatikan iiber ein Konkordat fiir Ernennung des Mufu von . .. . - ngarn 1908-1918 (XL/218), . m Osterrelch U Albanien 1892 (Liasse XIII) reeh tIlCh e S teIl u ng der Mohammedaner. f). darunter Mostar, Agram, - Griechische Patriarchenfrage 1890-91 (Liasse XV) dann Materia! zu den Blschofsernennungen (XL/248 ' - Bulgarische Kirchenfrage (Liasse XV) Zengg, Lugos, Sarajevo, und anderes mehr. 107 106 Stefan l\·laf/èr Les dommen/s diplomatiques Ich habe versucht darzulegen, warum die diplomatischen Akten auch fur eine Ich komme nun zum zweiten Archivkorper. Im Gegensatz zum Politischen Geschichte von Kirchen als Teilbereich der allgemeinen Geschichte mit Nutzen Archiv ist die Admùustrative Registratur7 grundsatzlich thematisch nach dem herangezogen werden konnen und mi.issen,und ich habe anhand der Inventare des Betreffprinzip aufgebaut. 1846 wurde die Registratur in 60 sogenannte Facher ein­ Archivs des k.u.k. Ministeriums des AuBern in Wien zu zeigen versucht, wie dort geteilt, die Zahl der Facher wurde 1901 auf 107 erhoht. Die Facheri.iberschriften reichen von «Osterreichisches Kaiserhaus» i.iber«Aus- und Einwanderung», «Han­ die betreffenden Akten hinterlegt wurden. del und Gewerbe» bis zu «Fremdenverkehr und Versicherungswesen». DaB in diesem Zusammenhang die Akten der Habsburgermonarchie gerade Fi.ir unser Thema sind drei Facher von Bedeutung. Die Facher 26 und 27 fi.irdie Erforschung der Geschichte des Balkanraumes aufgrund der geographischen tragen die Ùberschriften «Katholische Kirche im Occident» und «Katholische Nahe und der besonderen Beziehungen ergiebig sind, mochte ich abschlieBend Kirche in der Levante». Die Grenze zwischem dem Occident und der Levante noch einmal betonen. verlief nach der Ansicht des k.u.k. Ministeriums des AuBern offenbar mitten durch den Balkan. So zahlen z.B. Agram und Famagusta zum Occident, Djakovo und Sarajevo zur Levante. Zutreffender ware, vergleicht man die beiden Facher, die Bezeichnung osterreichische bzw. nichtosterreichische Ecclesiastica. Wir finden jedenfalls in beiden Fachern Materia) zu unserem Thema. Die wichtigsten Ordnungsworter in dem 64 Kartons umfassenden Fach 26 sind Bischofe, Kardinale und andere kirchliche Wi.irdentrager,Diozesen und Generalia. Besonders hervorzuheben ist hier die Unterabteilung «Nationalinstitute», bei der sich auch die Akten zum Illyrischen Nationalkolleg S. Girolamo in Rom befinden. Auch Materia) zur griechisch-unierten Kirche ist in Fach 26 gesammelt. Das Fach 27 (144 Kartons) hat zum Teil ahnliche Ordnungsworter, ist aber zum groBeren Teil alphabetisch und nach k.u.k. diplomatischen Missionen ein­ geteilt. Fach 28 (22 Kartons) schlieBlich tragt die Bezeichnung «Fremde Kirchen und Sekten» und ist nach Konfessionen geordnet. Hier finden wir Akten i.iber die griechisch-orthodoxe Kirche, den evangelischen und israelitischen Kultus aber auch zur armenischen und griechisch-unierten Kirche bis hin zu Kopten, Mar�niten und Mohammedanern. Die Orthodoxen in Bosnien, die serbische Kirchenfrage, die bulgarische Orthodoxie sind Beispiele fi.ir einendirekten Bezug zum Balkanraum. Neben diesen drei Fachern, die ausdri.icklichvon Kirchensachen handeln befinden sich auch in einigen anderen Fachern Ecclesiastica oder ihnen Nahe: stehendes, wie in Fach 56 i.iberdas Unterichtswesen, wo auch konfessionelle Schu­ len mitinbegriffen sind, inFach 60 (Miszellen), wo wir von Kollekten fur Kirchen in Bulgarien, in Bukarest oder in Sarajevo lesen, und in Fach 61 (Bosnien und Her­ zegowina) .

Haus·, Hof: und Staatsarchiv, Archivbehelf VI/511-5; gedruckt: R. STROPP, Die Akten des k.u.k Muustenums. _7 des Auftem 1848-1918: Administrative Registratur, in «Miueilungen des Òsterreichischen Staatsarchtvs» 30 (1977) 398-453, 32 (1979) 308-349, 33 (1980) 356-415 und 34 (1981) 411-456.

109 108 Krastjo Mancev

LES ARCHIVES DIPLOMATIQUES BULGARES RELATIVES A L'HISTOIRE DES PEUPLES BALKANIQUES. 1919-1939

Les archives diplomatiques bulgares de la période de l'entre-deux-guerres con­ servent de nombreux documents relatifs à l'histoire clespeuples balkaniques. Du point de vue de leur origine les documents et les matériaux clesarchives diploma­ tiques bulgares peuvent etre classés dans plusieurs groupes: Rapports, télégrammes et matériaux rédigés par les ministres plénipotentiai­ res bulgaresl. et leurs collaborateurs, accrédités dans les capitales c;ledivers pays. Ils étaient envoyés au Ministère clesaffa ires étrangères à Sofia pour renseigner le gou­ vernement bulgare sur diverses questions présentant un intéret pour la Bulgarie. 2. Des télégrammes circulaires, clesaperçus et clesjugements sur la conjonc­ ture internationale, clesinstructions et d'autres matériaux provenant du gouverne­ ment bulgare. lls étaient adressés pour la plupart aux représentations diplomatiques bulgares à l'étranger et servaient de règlements de leurs activités. 3. Des notes, clesdemandes, cles exposéset d'autres matériaux sur divers thè­ mes, rédigés par clespoliticiens et clescitoyens. lls reflétaient les conceptions, les recommandations et les propositions de fonctionnaires ou de personnes physiques sur certains problèmes en matière de politique extérieure. 4. La correspondance du Ministère clesaff aires étrangères avec différents orga­ nismes bulgares et étrangers portant sur clesintérets matériels, nationaux, politiques et autres de personnes physiyues et morales. 5. Des matériaux publiés, complétés par le Ministère clesaffa ires étrangères à Sofia, ayant trait à la Bulgarie - clesaccords et cles contrats internationaux, cles déclarations, clesrèglements et clesinstructions, clesarticles découpés dans les jour­ naux et les revues etc. Du point de vue de leur contenu, les documents et les matériaux conservés dans les archives diplomatiques bulgares peuvent etre classés dans deux groupes: l. Documents et materiaux contenant clesinformations sur les relations inter­ nationales dans les Balkans et en Europe. 2. Documents et matériaux contenant cles informationssur le développement politique de divers pays. Sans doute le premier groupe de sources diplomatiques - les documents et les

111 Les domments d!plomatiques Krtìstjo t\lanéev matériaux ayant trait à la politique extérieure de la Bulgarie et à la situation dans trouver divers matenaux ayant trait à plusieurs problèmes des relations bulgaro­ les Balkans et en Europe-est-il le plus important pour les chercheurs. II est nature! yougoslaves, bulgaro-roumaines, bulgaro-grecques et bulgaro-turques. que les s�urces de ce type prédominent dans les archives diplomatiques bulgares. Un autre aspect des relations internationales de l'entre-deux-guerres, reflété Pourtant il faut temr_ compre du fait qu'une grande partie clessources relatives aux dans la documentation cles archives diplomatiques bulgares, c'est la politique des pro�lèmes du. développement politique intérieur cles différents pays contiennent grandes puissances dans les Balkans et en Europe, y compris les relations de la Bul­ auss1 clesrense1g nements sur leur politique extérieure et les relations internationales. garie et clesautres Etats balkaniques avec les puissances européennes. Il faut signa­ ?e plus ces documents étaient rédigés très souvent plut6t en vue de la conjoncture ler que la diplomatie bulgare cherchait l'appui cles grandes puissances et de la mt�r�at1onale et plus �articulièrement pour résoudre certains problèmes politiques Société cles Nations dans le but deprocéder à la révision à l'amiable de la situation exteneurs de la Bulgane, que pour réfléterle développement politique intérieur de dans les Balkans et suivait avec attention le développement de la conjoncture en rei ou tel Etat. Europe. Les archives du Ministère des affaires étrangères mettent à la disposition Les archives diplomatiques bulgares contiennent clesinformations non seule­ des chercheurs des documents relatifs aux positions des divers Etats européens à ment sur la politique extérieure de la Bulgarie, mais également sur d'autres pays et l'égard de la question bulgare à la Conférence de paix à Paris, aux visites de certains surtout sur ceux de I'Europe Centrale et du Sud-Est. Ceci est logique -le gouver­ politiciens bulgares dans différentes capitales européennes, aux contradictions nemen devait connaitre en détail la conjoncture dans les Balkans et en Europe pour franco-italiennes et les manoeuvres diplomatiques concernantl'ainsi nommé «Lo­ poursUivre� ses objectifs politiques et pouvoir réagir d'une manière adéquate à tous camo balkanique», à l'expansionnisme italien et les sondages pour la conclusion du les plans et manoeuvres cles Etats balkaniques et européens. Or, Ies archives du bloc tripartite -la Grèce, la Turquie et la Bulgarie- dans les Balkans sous l'égide Ministère clesaff aires étrangères de Bulgarie ont coUecté de nombreux documents de l'ltalie, à la rivalité anglo-allemande en Europe du Sud-Est pendant les années ref!étant les ambitions de la Yougoslavie, la Roumanie, la Tchécoslovaquie, la 30, à l'accroissement de l'influence aUemande dans cetre région, à divers événe­ France et d'autres Etats pour la consolidation du statu quo politique et territorial ments de la politique européenne - le Pacte cles Quatre, la définition de l'agres­ d'après-guerre en Europe. Différentespièces d'archives portent sur la conclusion de sion, l'armement de I'Allemagne, la Conférence de Stresa, la guerre italo-abyssine, la Petite entente, les relations entre la Yougoslavie, la Roumanie, la Grèce la Tur­ la Crise du Rhin, I'Anschluss de I'Autriche, Munich etc. -, aux positions des puis­ quie et les autres pays, la politique de la Tchécoslovaquie et la France clan le Sud­ sanccs européennes vis-à-vis clesproblèmes balkaniques (Entente balkanique, Pacte Est européen etc. L'activité diplomatique clesBalkans au sujet de la conclusion� et bulgaro-yougslave, Convention de Salonique etc.). les objectifs de l'Entente balkanique fait l'object d'une riche documentation. Les Les documents des archives diplomatiques bulgares relarifs à la conjoncture documents y relatifs donnent clesréférences sur les positions clesEtats balkaniques internationalede l'entre-deux-guerres ne sont pas à négliger. Au contraire la docu­ et clesgrandes puissances à chaque étape de la préparation de l'Entente balkanique, mentation du Ministère des affaires étrangères de la Bulgarie de cetre période a servi les engagements mutuels clesEtats y participant, les contradictions entre les Etats de base aux historiens bulgares et chercheurs étrangers pour faire une analyse scien­ balkaniques en ce qui concerne la Bulgarie, le soulèvement vénizélite de 1935 en tifique de la politique extérieure de la Bulgarie et pour reconstituer les relations Grèce et son influence sur le développement clesrelations politiques, le r6le et la internationales en Europe Centrale et du Sud-Est pendant l'entre-deux-guerres. Des piace du rapprochement bulgaro-yougoslave clesannées 30 dans le développement ouvrages scientifiques com me La Bulgarie et ses voisins 1931-19 3 9 de K. Mancev et de la conjoncrure dans les Balkans etc. V. Bistritzki, La politique extérieure de la Bulgarie 1938-1941 de D. Sirakov, La Bul­ Sans �oute les documents diplomatiques relatifs aux rapports entre la Bulgarie garie dans /es Balkans et en Europe, Relations politiques bulgaro-italiennes 1922-19

114 115 Kràstjo Mancev Les dommenls diplomatiques grand morcellement des forces politiques, des regroupements, des scissions, en phile, francophile etc.; la politique extérieure en tant que facteur dans la vie poli­ somme vie politique instable. tique des divers Etats balkaniques; les questions cles réfugiés et des minorités, les Après avoir analysé et synthétisé !es faits et les renseignements contenus dans relations et !es protestations y relatives . Ies rapports des services diplomatiques bulgares de cette époque, on p�ut conclure Quant à la documentation sur le développement politique dans les divers Etats qu'il serait difficile de parler d'une unité d'action des nombreux parus, des grou� balkaniques pendant l'entre-deux-guerres, il faut souligner qu'elle n'est pas non pements et des ailes bourgeoises dans les différents pays. En e�et, chaque parti plus à sousestimer. Il s'agit de documents et de matériaux rédigés par les services bourgeois aspirait à compromettre ses rivaux, à accéder au pouvotr pour g�uv�rner diplomatiques bulgares dans !es capitales de la Grèce, la Roumanie, la Yougoslavie, seui ou en coalition provisoire avec certains partis. D'habitude on abouussa1t a� la Turquie et l' Albanie sur la demande du Ministère des affaires étrangères de Bul­ groupement des forces politiques dans deux camps b�urgeois opposés: monarc�l­ garie ou de leur propre initiative, qui reflètent certains aspects de la vie politique stes et républicains en Grèce, national-libéraux et nauonal-aramstes_ en R�umame, ·dans ces pays. centristes et fédéralistes en Yougoslavie, zogistes et anti-zogistes en Albame. Pour­� Les documents les plus nombreux contiennent des informations détaillées sur tant il était impossible de surmonter !es contradictions existantes dans c_haque cam certaines campagnes électorales, clesélections .et des sessions parlementaires, des et par conséquent les coalitions n'étaient pas stables et !es luttes au sem des parus coups d'Etat et des changements des gouvernements. Le chercheur peut y trouver trahissaient l'instabilité politique et la crise politique permanente. des renseignements fiables sur le développement de la démocratie bourgeoise dans La documentation des archives diplomatiques bulgares de l'entre-deux-guerres !es Balkans, l'adoption de nouvelles constitutions, la proclamation cles droits etcles contient des informations détaillées sur l'attitude des divers partis et groupements libertés bourgeois-démocratiques, l'établissement d'un ordre juridique parlemen­ politiques à l'égard du régime et du développement politi�ue global. De ce point taire etc. La documentation du Ministère clesaffa ires étrangères de Bulgarie prouve de vue Ies forces politiques des partis dans les Etats balkamques peuvent etreA clas­ que l'évolution du processus de démocratisation se trouve en fonction du rapport sées dans les groupements suivants: � des forces politiques des classes et des partis dans !es différents pays, elle témoigne 1. La bourgeoisie réactionnaire, c.à.d. les capitalistes et les propr étaires fon­ de la ligne ascendante de ce processus pendant la période de l'essor révolutionnaire ciers Jes hauts fonctionnaires militaires, de la police et de la bureaucraue, _illustrant -;- !es années après la Première guerre mondiale lorsque les milieux dirigeants I'uni�n réactionnaire de la bourgeoisie et des propriétaires fonciers. Ce groupement étaient obligés de céder aux revendications cles masses populaires concernant la était assez fort, ses représentants politiques étaient les partis bourgeois les plus p�i�­ liberté et la démocratie, de leur faire clespromesses et de satisfaire à leurs exigences. sants dans les différents pays, qui détenaient le pouvoir et jouaient un role déctsif Après la consolidation des régimes et l'affirmation du pouvoir de la bourgeoisie, la dans le développement politique des divers Etats balkaniques. Le crédo politique de démocratie a été foulée aux pieds ou déformée. Avant meme de se développer dans ce groupement c'est la monarchie constitutionnelle conservatrice. !es différents Etats balkaniques, la démocratie bourgeoise a cédé la piace aux régi­ 2. Le deuxième groupement des forces et des courants politiques c'est l'ain�i mes dictatoriaux: les Etats balkaniques s'étant engagés, après la Première guerre nommée «democratie» bourgeoise. Il défend les intérets de la petite bourgeoiste mondiale, dans la voie de la monarchie parlementaire ou de la république, ont paysanne et urbaine qui parfois atti re une partie considér��le du pe�ple à ses cotés. abouti a l'instauration d'une dictature plus ou moins ouverte. II est représenté par de nombreux partis et courants polltlques - - l Um_�n b��gare Les documents des archives diplomatiques bulgares contiennent des informa­ populaire agrarienne, les radicaux, !es démocrates etc. en Bulgan:�, les �emze. �1s�es, tions relatives aux luttes politiques clespartis dans !es différents Etats balkaniques. Ies républicains etc. en Grèce, !es ailes démocratiques dans les parus ��uonal-ltberal Les nombreux documents et matériaux portant sur ce thème aident le chercheur à et national-araniste en Roumanie, le parti paysan croate, la coaliuon paysanne approfondir ses connaissances sur la société balkanique bourgeoise de la période de démocratique etc. en Yougoslavie, !es adeptes de Fan Noi� en Albanie et�. Le crédo l'entre-deux-guerres: le retard dans le développement, le capitalisme faiblement politique de ce groupement est la démocratie bourge01se parlementa�re sous s� développé, la bourgeoisie relativement faible, l'agriculture morcelée et primitive, la forme monarchique ou républicaine. Par le nombre des adeptes et son mfluence il diversité exceptionnelle de la structure de classe de la société dans laquelle prédo­ prédomine, pourtant n'est pas uni, n'a pas de programme politique stable en ce minent les paysans pauvres et analphabètes, pourtant à l'esprit vif et pratique, un il 117 116 Les documenls dJploma/Jf/lll'I Kriisljo Alanéev qui concerne le dévdoppemem de l'Etat, wut en étant déchiré par cles lunes con­ de la libération. Elles organisem clessondages, écrivem clesrappons, font clesdécla­ stames emre !es partis et de scissions. rations, éditem cles journaux,cles brochures etc. Rienqu'en 1929-1933 l'Organisa­ 3. tion clesréfugiés clesConfins occidemaux - régions de Tzaribrod et Bossilégrad - Forces révolutionnaires et démocratiques c.à.d. la classe ouvrière; !es travail­ a adressé plus de 60 déclarations à différemes autorités bulgares et internationales leurs de la ville et du village et leurs partis et organisations révolutionnaires. Elles concernam la situation dans !es Confins occidentaux. Tout cela a trouvé sa piace rejettem en principe l'Etat bourgeois et lunent pour l'instauration d'un pouvoir dans les documents diplomatiques bulgares de l'emre-deux-guerres. socialiste. Evidemment quand il s'agir du comenu et du développement de l'Etat Certains documents et matériaux contenant cles informations sur les divers bourgeois le bloc révolutionnaire et démocratique accorde sa préférence à la démo­ courams politiques au sein clespartis et clesgroupements, en matière de politique cratie bourgeoise plut6t qu'à l'extreme droite et oeuvre pour la large participation extérieure dans les Etats balkaniques, et !es contradictions entre eux en ce qui con­ du peuple au gouvernement de l'Etat. Pourtam les partis politiques du bloc bour­ cerne la conjoncture internationale et la sécurité européenne de cetre période sont geois tout en étam adeptes de la démocratie bourgeoise préfèrem collaborer avec très importams pour l'hisroire clespays balkaniques. Ils témoignent que la société la réaction au lieu de s'unir aux forces de la gauche. Cette constataiion est fondée balkanique bourgeoise avait du retard par rapport à la société européenne en tant sur une série de documents et matériaux conservés aux archives diplomatiques bul­ que structure socio-économique, mais non en tant que structure politique. Au con­ gares. traire dans le domaine politique elle manifestait une grande efficacité tout en étam 4. Partis et groupements fascistes. La documentation du Ministère bulgare cles déchirée par clescomradictions aigi.ies tantdans la politique imérieure qu'en poli­ affaires étrangères de la période de l'emre-deux-guerres comient clesrenseigne­ tique extérieure et !es rdations internationales. La polarisation clesforces s'aggrave mems sur ces partis et groupements, notammem sur la Garde de fer de Kodrianu surrout parce que l'Europe ne donne point d'espoir pour une paix durable, au con­ en Roumanie. Il est évidem que le fascisme en tam qu'ideologie ne possédait pas traire, elle prépare un nouveau conflit armé. Il existe de différentes issues de cetre une base solide dans le Balkans, cloneil n'avait pas une grande influence dans cene tension croissante: un compromis entre les deux blocs - anglo-français et alle­ région. C'est pourquoi !es partis fascistes n'om pu accéder au puovoir dans aucun mano-italien -sur une base anti-sovietique, une guerre entre les deux blocs ou une Etat balkanique. union clesdémocraties occidentales avec I'Union soviétique comre les puissances Une autre cible des intérets de la diplomatie bulgare de l'entre-deux-guerres fascistes. Par la suite ont été formés plusiers courants opposés - profasciste, prooc­ c'est la quesrion nationale et !es mouvemems nationaux dans !es Balkans. La Bul­ cidental et antifasciste-communiste. Les documents diplomatiques bulgares de l'en­ garie se préoccupait surtout du destin de ses sujets restés dans !es pays voisins après tre-deux-guerres reflètent ce processus et contiennent clesinf ormations sur leurs la Première guerre mondiale et suivait avec atremion le dévdoppement clescontra­ nuances et leurs particularités dans !es différents pays balkaniques. dicrions et cleslutres dans ces pays. Evidemment !es services diplomatiques bulgares Il existe plusieurs documents et matériaux conservés dans les archives diplo­ accordent un intéret paniculier à la Yougoslavie. Pendant l'entre-deux-guerres elle matiques bulgares reflétant l'attitude clesmasses populaires, de certains hommes n'a pas réussi à trouver un équilibre entre le centralisme c.à.d. l'unification de l'Etat publics et organisations luttant pour la paix et l'entente dans !es Balkans. Il s'agir et l'aspiration clesdifférems peuples à une autonomie politique et nationale. L'hé­ clesdocumems rdatifs aux conférences balkaniques du début clesannées 30, à cer­ gémonie serbe doit faire face à une résistance croissante de la part de la bourgeoisie taines manifestations de rapprochement bulgaro-yougoslave de l'entre-deux-guer­ et clesmasses populaires cles régionsnon-serbes, y compris le mouvement bulgare res, clestentatives ou clesrecommandations d'élargir les rdations économiques et de libération nationale en Macédoine et !es Confins occidentaux. Les organisations l'échange culrurd dans !es Balkans, cles visites échangéeset clesinitiat ives culturelles bulgares de libération nationale - Organisation intérieure de Macédoine et d'An­ etc. drinople, Organisation révolutionnaire clesConfins occidemaux, Organisation révo­ Comme tous les matériaux les documents bulgares ont aussi leurs cotés faibles lutionnaire de Dobroudja, Organisation de Thrace - déploient leurs efforts pour et leurs défauts. En premier lieu il faut signaler que pendant l'entre-deux-guerres remédier à la situation clesréfugiés et parallèlement dies portent la situation dans la Bulgarie se trouve dans un isolement compier, ce qui exerce une influence con­ les Balkans à la connaissance clesmilieux publics imernationaux, en vue de gagner sidérable sur les activités clesreprésentations diplomatiques bulgares à l'étranger. La la sympathie et de provoquer l'intervemion de puissances extérieures pour la cause plupart d'dies ne reçoivent pas cles informations précises et immédiates sur les

119 118 Les doCIIments diplomatiques Krastjo Mancev manoeuvres des chancelleries diplomatiques en Europe et dans les Balkans. n en loppement global de l'Europe du Sud-Est. Les ouvrages parus portent d'habitude résulte l'ignorance de la Bulgarie ou !es informations tardives sur plusieurs problè­ sur la politique officielle des régimes ou sur certaines manoeuvres des puissances, mes de la vie internationale concernant la région balkanique et !es intérets bulgares. leurs intérets et influences et les réactions des gouvernements à leur égard. Les D'autre part pendant l'entre-deux-guerres la Bulgarie reste sur des positions motifs nationaux, économiques, sociaux et de classe de l'activité diplomatique défensives face à son entourage dans !es Balkans et surtout vis-à-vis de l'Entente bal­ restent dans la plupart des cas inexpliqués. existe, bien sur, des ouvrages où il s'a­ kanique. Cette circonstance dictait la tactique passive ou plutòt le manque de réac­ git non seulement des manoeuvres politiquesn des gouvernements, mais aussi des tion aux manoeuvres et aux actions étrangères, au lieu de prendre l'initiative d'o­ conceptions et des actions des partis et des groupements de l'opposition dans les rienter le développement dans le sens voulu. Tout cela exerce aussi une influence divers états, mais ils ne sont pas nombreux. On n'a pas non plus effectué une étude sur la documentation - elle a enregistré les faits liés directement à la Bulgarie, par approfondie de la structure de classe de la société balkanique, de sa caractéristique contre ceux qui n'avaient pas de liaison directe avec !es intérets bulgares son reflétés juridique, politique et psycologique. Il ne faut pas oublier que cette caractéristique en partie ou négligés. peut contribuer aux études en matière de politique extérieure et de relations inter­ Les documents diplomatiques bulgares, camme tous !es documents de ce type nationales et qu'elle peut s'appuyer sur des documents et des matériaux conservés ont un caractère subjectif, car il est nature! que l'auteur transmette les événements, dans les archives diplomatiques. !es phénomènes et !es processus dans la vie internationale et le développement poli­ tique des différentspays de son propre point de vue, souvent selon son désir. Les archives diplomatiques bulgares présentent certains inconvénients en ce qui concerne le traitement et le classement des documents et des matériaux. Ceci est fait non sur la base chronologique, mais thématique: !es documents et !es maté­ riaux son répartis en pièces d'archives non pas suivant les dates, !es mois et !es années, mais suivant !es problèmes y traités. Malgré ces inconvénients le fonds des archives bulgares diplomatiques est très utilisé, et il suscite un intéret croissant parmi !es chercheurs. Nous avons déjà signalé que documentation diplomatique bulgare, parallèlement avec la documen­ tation diplomatiquela internationale, a servi de base à l'explication et à l'interpréta­ tion objective d'une série de questions ayant trait à la conjoncture internationale en Europe du Sud-Est pendant l'entre-deux-guerres. Pourtant il existe encore des lacu­ nes à combler. Dans la littérature historique la politique extérieure de la Yougosla­ vie, la Roumanie et la Bulgarie est reflétée d'une manière exhaustive, tandis que celle de la Grèce, la Turquie et l'Albanie est moins bien étudiée. On a étudié en détail les relations des Etats balkaniques avec le bloc fasciste, par contre l'influence occidentale, le ròle de l'Angleterre et la France dans la vie internationale d es Bal­ kans sont restés dans l'ombre. L'historiographie moderne a réuni l'élite des spécialistes de plusieurs pays pour s'occuper de la Petite entente et des manoeuvres des années 30, tandis que très peu de chercheurs on consacré leurs efforts à l'étude des relations internationales immé­ diatement après la Première guerre mondiale. D'autre part l'historiographie moderne a négligé dans une certaine mesure les fondements économiques, sociaux et de classe de la politique extérieure des différents pays balkaniques et du déve-

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Lorenzo Mannino

FONTI DIPLOMATICHE ITALIANE DALL'UNITÀ D'ITALIA ALLA FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE (186 1-1918)

I primi tentativi, timidi ed incerti, di avviare relazioni commerciali tra il Regno d'Italia e gli Stati balcanici, di recentissima formazione anch'essi, furono presi a tirolo personale da uomini politici e commercianti italiani, ma in genere il governo cercò di eluderli o comunque di prendere tempo prima di avviare formali relazioni di amicizia e di commercio. I motivi erano molteplici: le esigenze economiche e finanziarie di un'Italia in formazione ed alla ricerca di sicuri sbocchi di mercato guaii quelli tradizionali, l'inconsistenza del commercio italiano con l'estero, la neces­ sità di uniformarsi alla politica delle nazioni europee più imporranti furono accom­ pagnate, nel gioco politico-diplomatico della seconda metà dell'Ottocento, da una contingente convergenza di interessi con le grandi potenze europee. Dopo il 1876, con l'avvento al potere della Sinistra, si assistette soprattutto in politica estera ad un cambiamento di obiettivi e quindi di indirizzi'. Tra i motivi che presiedettero alla formazione della nuova politica estera italiana vi fu infatti la «ri­ nunzia agli ideali di fraternità nell'eguaglianza con i popoli dell'oriente appena resisi indipendenti dal giogo ottomano mentre si cominciano a porre le basi per una imminente politica espansionistica»2. E così al congresso di Berlino (1878) la Ger­ mania, per evirare possibili richieste di rettifiche di fromiera nel Trentino e nel Friu­ li, suggerì all'Italia di ottenere compensi in Albania o in Tunisia o in Tripolitania; l'Inghilterra appoggiò tale proposta temendo di averla sulla sua strada nei Balcani. Il governo italiano preferì peraltro rinunciare per il momento a tali possibilità espansionistiche' anche se già da qualche anno aveva farra propria in linea di mas­ sima l'idea di eventuali «compensi» per gli acquisti territoriali austriaci nei Balcani, ai quali non aveva perciò ritenuto conveniente opporsi4• Nella lunga trattativa per il rinnovo della Triplice Alleanza 1886-87)5, le richie­ ste italiane relative al Mediterraneo e ai Balcani assunsero gradatamente( il significato

1 G. CAROCCI, Agostino Depret1s e la politica intema italimw dal 1876 al /887, Torino 1956. 2 C. MOIV\NDI, LA politica estera dell 'ltalw da Porta Pw all'età g10lilliana, Firenze 1968. La rinunzia alle ambizioni italiane, la cosideua «politica delle mani nelle» del primo ministro 1 Bcnedeno Cairoli, fece in effeui aumentare l'isolamento dell'Italia. • �1. PACOR, Italia e Balcani dal Rùorgunento alla Remtenza, �1ilano 1968. ' L. SALVATOREL!.f, LA Triplice Alleama, storw diplomatica (1877-1912), Milano 1939.

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Les dommenls diplomaliques Lorenzo Mannino di un naturale riconoscimento del lungo lavorìo diplomatico teso a far notare l'in­ fluenza italiana nei complicati awenimenri balcanici: il Regno d'Italia e l'Impero cani; in via subordinata si riservò tuttavia, in caso di crisi balcanica o dell'impero austro-ungarico si impegnarono perciò reciprocamente a procedere nello scacchiere ottomano, di far valere gli interessi italiani nella regione. La linea della politica balcanico sulla base di compensi reciproci, mentre l'accordo tra Roma e Berlino estera italiana, dall'inizio del secolo allo scoppio della guerra mondiale, seguì fon­ prevedeva mantenimento dello status quo territoriale nel vicino Levante. Il rin damentalmente questa logica di sviluppo, aderente alle premesse poste da Visconti n vo d lla Triil plice coincise con la caduta del gabinetto Depretis (a causa degli awe­� Venosta che si possono indicare in tre punti: validità della Triplice Alleanza con mmenti? � entrei)_ . e con l'uscita dal governo del ministro degli Affari esteri conte di funzioni di equilibrio dell'Europa e soprattutto della regione balcanica; awicina­ Robilant. Depretis fu reincaricato di formare un nuovo ministero, nel q�ale tenne mento alle potenze dell'Inte$a, Francia e Russia, sia come salvaguardia degli inte­ per sé � portafoglio degli Esteri. Dopo la sua morte divenne ministro degli Esteri ressi italiani nel Mediterraneo ed in Africa, sia per arginare il lavorìo di penetrazione �d mterm. che doveva dominare la scena politica italiana per tutto dell'Austria nel settore balcanico; costante inserimento della propria politica nel il decenmo� successivo. La valorizzazione della Triplice in funzione antifrancese e concerto europeo. nella prospettiva della prevista espansione coloniale in Africa, costituì il perno della Ma il crescente antagonismo con l'impero asburgico esplose in energiche rea­ politica· · estera crispina. L'Italia, scrisse Crispi al re il 10 agosto 1887, «per essere zioni sia da destra che da sinistra quando l'Austria dichiarò nel 1908 l'annessione fedele alle sue tradizioni, ai suoi principi, ai suoi interessi, deve mirare a che la Bul­ della Bosnia-Erzegovina; i rapporti italo-austriaci erano in effetti entrati sin dalla garia, come tutti gli Stati balcanici, si awii all'indipendenza»6. fine del secolo in una fase delicata vuoi per il tentativo di Vienna di esercitare un'in­ Questa tendenza all'espansione, che si accentuò proprio con Crispi7, coincise fluenza esclusiva nei Balcani insieme alla Russia, vuoi per la vivace ripresa dell'ir­ da una parte con l'unificazione italiana e germanica e, dall'altra, con l'assetto bal­ redenrismo italiano nelle province della Venezia Giulia e del Tremino. Il ministro c nico sta�ilito dal congresso di Berlino; ma essa si accompagnò soprattutto al pro­ degli esteri Tittoni tentò perciò un riawicinamento con la Russia in funzione antiau­ digiOso� . sviluppo dell'industria e del commercio determinato da una sovrabbon­ striaca, onde impedire che Russia ed Austria assumessero una posizione monopo­ danza di capitali che doveva necessariamente trovare nuovi sbocchi per investimenti listica nei Balcani, trascurando l'Italia. L'azione fu coronata da successo: nell'otto­ 1908 redditizi. Si a�rì così in Europa l'era dell' «imperialismo economico», contrassegnata bre uno scambio segreto di lettere sanciva l'impegno dei due Stati per il man­ da progetti. dt ferrovie. gigantesche, di canali che congiungevano mari ed oceani, di tenimento dello status quo nei Balcani, per l'applicazione del principio di nazionalità gare affannose per lo sfruttamento dei mercati balcanici ed extraeuropei; ne risul­ (con esclusione di qualsiasi sovranità straniera in caso di cambiamenti nella regio­ tarono di conseguenza formidabili scontri di interessi e rivalità sempre crescenti nel ne), facendo riserva di ulteriori intese diplomatiche in vista di eventuali azioni di campo economico e politico cui dovettero conformarsi le strutture dei vari ministeri forza. Di più, in quel momento, non si poteva fare e le correnti espansionistiche ita­ diplomatici. liane tornarono perciò a puntare sull'Africa, riuscendo ad imporre al governo la Rientrato Visconti Venosta al ministero nel luglio 1896 a seguito dell'infelice guerra di Libia del 1911. esito delle campagne africane, la politica estera italiana si volse nuovamente ai Bal­ La guerra italo-turca causò una grave crisi nei Balcani e portò alla rottura del­ cani, in un crescente antagonismo con l'Austria-Ungheria. Venne perciò ferma­ l'equilibrio nella regione, spingendo i governi locali a profittarne per prendere le mente riproposta una politica di intese in difesa dello status quo, diretta ad evitare armi contro gli ultimi possedimenti europei dell'Impero ottomano. Alessandro de' complicazioni e ad impedire che sorgessero problemi in un momento in cui l'Italia Bosdari, allora capo missione a Sofia, scrive che il ministro degli esteri, di San Giu­ non era nelle condizioni migliori per trarre i vantaggi cui aspirava. A questo con­ liano, insistette ripetutamenre nelle sue istruzioni perché egli riferisse «al governo cetto di equilibrio Visconti Venosta ispirò la sua politica balcanica. In un incontro bulgaro che la nostra guerra con la Turchia non doveva essere interpretata come un a Monza con collega austriaco Goluchowski cercò infatti di spingere l'Austria, ora incoraggiamento per la Bulgaria ad approfittare dell'indebolimento derivante all'Im­ che aveva occupatoil la Bosnia-Erzegovina, ad un disinteressamento nel resto dei Bai- pero ottomano per attaccarlo»8. Con la fulminea vittoria della Quadruplice balca­ nica (Bulgaria, Serbia, Monrenegro, Grecia) sorsero infatti per le grandi potenze � Era il ':'oment<;> in cui la questione bul�ara entrava in una fase delicata per l'elezione al trono di nando d Sassoma·Coburgo. La leuera è F. CRISPI, Politica estera. Memorie e doamrenlt� Milano f;�t 1 m DE' BoSDARI, 7 R. MORI, La poltiica estera di Francesco Crispi. (1887·1891), Roma 1973. • A. Delle guerre balcauiche, della grande guerra e di alami fa lli precedenti ad esse. Appunti diplomatic:t� Milano 1928.

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Les domments diplomatiques Loremo Mannino altri problemi complessi: l'Albania, occupata a nord dai serbo-montenegrini ed a tuttavia effettuati per adeguare l'amministrazione alle accresciute attività. Come si sud dai greci, «doveva» costituire uno Stato indipendente. La diplomazia italiana si può rilevare dall' n rio diplomatico, il cui primo volume venne edito nel 1865, - A nua battè per favorire tale soluzione e quindi non volle riconoscere gli ampi bottini ter­ l'organigramma del ministero comprendeva quell'anno, oltre al Segretariato gene­ ritoriali che in meno di un mese i belligeranti balcanici si erano conquistati. L'Italia rale ed al Gabinetto particolare, tre divisioni (Legazioni, Consolare, Amministrati­ aveva in effetti interesse a che la formula «i Balcani ai popoli balcanici» si attuasse va). Senza scendere nei dettagli, possiamo rilevare che la divisione delle Legazioni pienamente senza vantaggi sproporzionati di nessuna delle parti, e come in un si articolava in tre sezioni a competenza territoriale, la terza delle quali si occupava primo momento si era opposta all'espansione serba, così in seguito si oppose a anche del Levante. Alla classica tripartizione settoriale (politico, consolare-commer­ quella greca, contrast:'!ndo nel contempo i tentativi egemonici dell'Austria nei con­ ciale ed amministrativo), si aggiungeva poi la competenza del contenzioso, la cui fronti della Serbia che porteranno allo scoppio della guerra mondiale9. attività era svolta da un Consiglio del contenzioso diplomatico istituito nel 1857, che venne assumendo in quegli anni sempre maggior rilievo. Organizzazione del ministero degli A/fa ri esteri I criteri per l'unificazione della legislazione amministrativa del nuovo Stato Con la morte del conte di Cavour, awenuta solo due mesi dopo la proclama­ vennero dettati con d.lgt. 24 ottobre 1866, n. 3306, cui seguì solo due mesi dopo, r.d. n. 3450, a firma proprio di Visconti Venosta, con cui si riordinava il ministero zione del Regno d'Italia (17 marzo 1861), l'incarico degli Affari esteri era stato il assunto dal nuovo presidente del consiglio, il toscano , che teneva per gli Affari esteri. L'amministrazione centrale veniva suddivisa in tre direzioni (Af­ anche i ministeri dell'Interno e della Guerra. fari politici, Affari commerciali, Affari privati e contenziosi), alle quali era affiancata L'ordinamento restò quello esistente, previsto dal regolamento del 22 dicembre una divisione prettamente amministrativa che si occupava di contabilità, patrimonio 1856. Esso venne poi modificato con il decreto luogotenenziale n. 3428 del 1859 per e passaporti. Veniva inoltre mantenuto al segretario generale il coordinamento di far fronte alle notevoli variazioni territoriali intervenute dopo la seconda guerra tutte le attività del ministero, mentre la direzione politica gli era affidata solo in via d'Indipendenza e alle successive annessioni di Toscana, di Romagna e dei Ducati di eccezionale, in caso di assenza o impedimento del ministro. Modena e Parma. Alle due divisioni preesistenti (quella delle Legazioni, e quella Alcuni mesi dopo però venivano promosse nuove modifichet1, per cui sul finire Consolare e commerciale) venne perciò aggiunta nel 1859 una «Direzione Generale del 1867 le divisioni furono portate a quattro (Politica, Contabilità e archivio, Con­ delle Provincie italiane poste sotto la protezione di Sua Maestà o annesse ai Regi solati e commercio, Successione e stato civile). Ogni divisione venne suddivisa in Stati» con competenza generale per ogni specie di questione che venne tuttavia sop­ uffici: all'ufficio I della divisione Politica furono demandati tra l'altro i rapporti con pressa subito dòpo. Vennero istituiti inoltre tutta una serie di uffici (gabinetto, pro­ i Paesi europei. tocollo generale e spedizione, contabilità, archivio e biblioteca, passaporti), mentre L'ordinamento Menabrèa del 1867 rimase in vita per un ventennio anche se il coordinamento di tutta l'attività amministrativa fu affidato ad un segretario gene­ venne fatto oggetto di numerose modifiche. Nel 1868 venne abolito il Gabinetto e rale, scelto nella persona del funzionario più elevato in grado del ministeroto_ fu istituita la direzione generale dei Consolati e del commercio, articolata in due La costituzione dello Stato unitario e l'unificazione amministrativa, che aveva divisioni, Consolare e Commerciale. Con r.d. 31 luglio 1879 fu creato un secondo avuto tra l'altro come conseguenza l'inserimento nei quadri del personale diploma­ posto di direttore generale degli Affari politici e dei servizi amministrativi. Nel 1881 tico proveniente dagli ex-Stati preunitari, non portarono subito ad alcuna modifica poi il neo-ministro Pasquale Stanislao Mancini, lamentando l'inattività di alcuni ser­ legislativa dell'organizzazione del ministero: de fa cto numerosi cambiamenti furono vizi a causa della scarsità di mezzi e di personale, presentava al Parlamento una legge di riforma del ministero, che tuttavia si arenò nel corso dei lavori parlamen­ tari. Per awiare la riforma in tempi brevi governo utilizzò lo strumento del Cfr. M. TOSCANO, Pagine e vicende di storia diplomatica contemporanea, vol. I, Origùli e vicende il 9 della l guerra mondiale, Milano 1963. decreto reale: si riorganizzava l'amministrazione centrale in due direzioni generali 10 Era questa una carica eminentemente burocratica, anche se i segretari generali furono poi spesso (Affari politici e servizi amministrativi, Affari commerciali e privati), ognuna ripar- sc�l!i tr� personalità po�itiche piuttosto che tra funzionari di carriera (cosl fu, ad esempio, per Emilio Vosc>nll Venosta, che m estl tale mcom�enza prima di divenire ministro degli esteri). La carica venne � _ : a�olota nel 1888 e sostnuota con queUa dt sottosegretario di Stato; restituita tre anni dopo, fu soppressa _ _ 11 Si tratta della riforma di Pompeo di Campello (r.d. 8 settembre 1867, n. 3908) della riforma dt fano nel 1924 e gturtdJCamente nel 1932. Cfr. P. CALANDRA, Storia dell'amministrazione pubblica ita­ c liana, Bologna 1978. Menabrèa (r.d. 30 dicembre 1867, n. 4160).

126 127 Les documents diplomatiques Lorenzo Mamuì10

di cinque (Affari politici, con due sezioni una per i Paesi europei, africani, asiatici tira in due divisioni. Alla divisione prima degli Affari politici venivano affidati i rap­ e l'Oceania, l'altra per l'America; Affari commerciali, emigrazione e scuole italiane porti politici, la cifra e la corrispondenza particolare del ministro. Pochi giorni all'estero; Affari privati; Personale; Ragioneria). dopo, con d.m. 24 novembre 1881, veniva approvato il regolamento per il servizio Nel 1902 ministro varò un altro riordinamento del ministero di archivio che disponeva l'istituzione di un solo archivio per tutto il ministero, nel il con r.d. 2, gennaio 1902, n. 2, che mantenne alcune riforme precedenti tra cui la quale dovevano confluire sia gli atti relativi ad affari esauriti anteriori al 1861 (Stati costituzione dell'Ispettorato generale delle scuole italiane all'estero, nato nel 1889 e preunitari), sia la documentazione successiva. Venivano poste così le premesse per il Commissariato generale dell'emigrazione istituito con 31 gennaio 1901, n. 23. la creazione di un Archivio storico del ministero, tesi già adombrata alcuni anni L La riforma del 1902 prevedeva ancora cinque divisioni (Affari commerciali, Affari prima da Visconti Venosta il quale era riuscito a far escludere dal versamento negli privati e del contenzioso, Personale, Biblioteca, Ragioneria) cui si affiancavano cin­ Archivi del Regno, allora riorganizzati in base al r.d. 27 maggio 1875, n. 2552, gli que uffici autonomi in parte già preesistenti (Diplomatico, Coloniale, Cifra e tele­ atti ancora occorrenti alle necessità del servizio. grafo, Commissariato generale dell'emigrazione, Ispettorato generale delle scuole La miniriforma voluta dal Mancini, che non sembra tuttavia aver mai avuto italiane all'estero). Alcune delle innovazioni introdotte (ufficio Cifra, Scuole, Archi­ piena efficacia, ebbe vita solamente sino al 1887 quando l'incremento del peso stra­ vio storico) erano destinate a rimanere definitive. tegico italiano sulla scena politica europea e le aspettative colonialistiche obbliga­ Al ministro è dovuta una nuova organizzazione del ministero rono Crispi, presidente del consiglio e ministro degli affari esteri e degli interni, a degli Esteri. Con r.d. 9 aprile 1908, n. 241, le competenze vennero ripartite fra tre numerosi e continui provvedimenti di riordinamento del ministero Col primo di . uffici autonomi (Cifra, Stampa traduzioni, Corrispondenza) e quattro direzioni essi, il r.d. 25 dicembre 1887, n. 5148, l'organigramma del ministero risultò costi­ e generali (Affari generali, Affari politici, Affari coloniali e Commissariato per l'emi­ tuito dal Gabinetto del ministro, dal segretario generale (carica abolita nel marzo grazione). L'ordinamento Tittoni ebbe fo rtuna e grosso modo si è mantenuto valido 1888 e sost ituita da quella del sottosegretario di Stato) e da cinque divisioni: Affari sin? ai nostri giorni, anche in ragione della competenza specifica affidata ai singoli politici, Affari privati, Personale, Archivio e registrazione generale, Ragioneria. La . ufftct; così, ad esempio gli Affari politici vennero di nuovo riorganizzati, dopo quasi divisione degli Affari politici era suddivisa in tre sezioni: Politica generale, Politica trent'anni, su base geografica. Due anni dopo, l'ordinamento degli uffici del mini­ commerciale e, significativamente, Colonie italiane, che si interessava peraltro anche stero fu nuovamente modificato (r.d. l agosto 1910, n. 607); la direzione generale di emigrazione. d�g�i Affari coloniali venne poi soppressa quando, a seguito dell'occupazione della I cinque capo-divisioni, sotto la presidenza del sottosegretario di Stato, vennero Ltbta e del Dodecaneso, venne creato il ministero delle Colonie con r.d. 20 novem­ a costituire il Consiglio del ministero. bre 1912, n. 1205. A seguito della proclamazione, a partire dal 1° gennaio 1890, dell'Eritrea come Nel primo dopoguerra l'ordinamento del ministero degli Affari esteri risultò colonia, nuovo presidente del consiglio, ministro degli esteri, marchese di Rudi­ tuttavia inadeguato ai compiti che attendevano l'Italia. La riforma varata dal conte il e nì, tornò a modificare nel 1891 l'ordinamento del ministero: le divisioni - sia pure �f�rza nel �92�, nel riaffermare la suddivisione delle competenze, ribadiva la ripar­ con competenze lievemente mutate - restarono cinque. Abolita la divisione Archi­ ttztone terntonale, anziché per materia, al fine di «assicurare la trattazione di cia­ vio e registrazione, furono divisi gli affari politici da quelli commerciali e venne scuna questione sotto un punto di vista completo nei rispetti del nostro atteggia­ creata una sezione per l'Eritrea ed i protettorati somali. Due anni dopo, tornato Cri­ mento verso lo Stato cui quella questione si riferiva12». Oltre al Gabinetto del mini­ spi al potere, il nuovo ministro Blanc ripristinava l'ordinamento del 1887, creando str� ed a quello del sottosegretario di Stato, venne confermata la figura del segre­ un ufficio apposito per la colonia Eritrea e i protettorati, alle dirette dipendenze del tano gene�ale13, da cui dipendevano numerosi uffici (Stampa, Cifra, Corrisponden­ Gabinetto. za, Coordmamento economico, Contenzioso e legislazione, Trattati, Società delle La caduta del governo Crispi ed il ritorno alla presidenza del consiglio del mar­ chese di Rudinì all'indomani della sconfitta di Adua ( 1896) portarono all'immediata . .12 MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, Archiv io del personale, tit. XXVII, R. 1·2, pacco 774. Derivo la Cttaztone da L. V. FERRARIS, L'Amministrazione centrale del Ministero degli Esteri italiano nel mo sviluppo ristrutturazione degli uffici del ministero con r. d. 15 marzo 1896, n. 73; venne così storico (1848·1954), Firenze 1955. restituita la carica di segretario generale; le divisioni furono mantenute nel numero JJ Tale carica venne coperta ininterronamente dal senatore Contarini dal 1920 al 1926.

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generali; Europa e Levante, on l'u ­ Nazioni), e quattro direzioni generali (Affari � � Africa, Amenca, Asta ficio III che si interessava dell'Europa balcanica e danubiana; competenza sugli affari e Australia; Scuole italiane all'estero) . Le prime due avevano il ric stitu t Cons glio del politici, commerciali e privati. Ad e si si aggiungevano � � � � � APPENDICE 1056) l Arch1v1o stanco e la contenzioso diplomatico (r.d. 29 gmgno 1920, n. Biblioteca, organizzati autonomamente. . due anm solo q alche L'avvento al potere di Mussolini determinò nei primi � del ministero degli Affari esteri14• E solo marginale mutamento nell'ordinamento FONTI ARCHIVlSTidJE verrà adeguata alle infatti a partire dal 192415 che l'organizzazione del ministero nei limiti della nostra trat- nuove e diverse necessità del fascismo, ma ciò non rientra Come abbiamo già avuto occasione di dire, le strutture del ministero degli Affari esteri nel periodo successivo all'unificazione della penisola sono abbastanza semplici. Come rileva tazione. il Moscati 16, che ha riordinato le carte del periodo postunitario ricostruendo anche le vicende istituzionali del dicastero, inconsulte manomissioni, ripetuti trasferimenti di sede, incuria del personale avevano stravolto la semplicità originaria dell'ordinamento degli archivi diploma­ tici. Fino al 1873 (e poi di nuovo a partire dal 1887) funzionò nel ministero degli Esteri un servizio di protocollo generale, tenuto in un primo·momento dal Gabinetto, e più tardi dalla divisione Politica che si fece così carico anche della responsabilità della distribuzione dei documenti in arrivo ai singoli uffici interessati. Il protocollo generale passò attraverso tre fasi successive: quella della copiatura integrale dei documenti in arrivo o in partenza (minutario), quella del regesto (chiamato con termine francese «précis»), e in fine quella della semplice registrazione degli arrivi e delle partenze. Il Mpscati ha potuto ricostruire 6 serie (15 buste), inserendovi anche tre piccoli fo ndi, noti con la denominazione di Gabinetto Mancini, Robilant, Depretis (1882-1887), estrapolati probabilmente sin dall'origine (in realtà si tratta prevalentemente delle segreterie dei tre mini­ stri). Documentazione sui Balcani è reperibile in quasi tutte le serie, nelle istruzioni per mis­ sioni all'estero inviate alle legazioni ed ai consolati italiani ad Atene, Belgrado, Bucarest, Costantinopoli, Corfù, Scutari, Serajevo, Smirne e Trebisonda (1854-1968) e negli omologhi rapporti dei diplomatici italiani residenti in quelle città, nei copialettere in partenza ed in arrivo relativi a Bulgaria, Grecia, Montenegro, Romania, Serbia, Turchia e a questioni quali quelle relative alla frontiera romeno-turco-montenegrina (1883) o ai conflitti bulgaro-turco e bulgaro-russo (1889). Va rilevato che in linea di massima nel ministero degli Esteri italiano, sino al 1888, non venne seguito il sistema, tradizionale in Italia e in molte cancellerie europee, di redigere una minuta degli atti in partenza da conservare insieme agli originali in arrivo. Per la corrispon­ denza in arrivo, a partire dal 1867, i singoli uffici curarono la redazione di propri protocolli particolari mentre la divisione Politica organizzò tre divçrse serie di «précis»: uno generale compilato dall'ufficio Politico, che veniva rimesso al segretario generale, uno particolare del­ l'ufficio II, ed uno infine per Paese. Per la corrispondenza in partenza occorre riferirsi in par­ ticolare alle serie dei copialettere, soprattutto quelle della divisione della Legazione e della divisione Consolare fino a tutto il 1866 e quelle della divisione Politica del 1867 al 1887. In pratica per il periodo in esame (1861-1887) la documentazione si può considerare priva di lacune apprezzabili, tenuto anche conto della raccolta completa dei telegrammi che integra la corrispondenza ordinaria. 1923 all'ufficio III della Direzione generale 1 Ad esempio la Bulgaria e la Gr �cia passavano nel, ? 4 Alba lta. e Levante all'ufficio IV, che g1a s1 occupava dell ! . . . Europa . raccogltere 16 (1861-87), 27 1924, n 181 venne istituito un Uff1c1o stonco con la funz1one d1 R. MOSCATI, Le scrillure del Ministero degli A/fari Esteri del Regno d'Italia Milano 1s Con d r. . gennaiO· . materiale storico su questioni di politica estera. 1961.

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Nazioni), e quattro direzioni generali (Affari generali; Europa e Levante, con l'uf­ ficio III che si interessava dell'Europa balcanica e danubiana; Africa, America, Asia e Australia; Scuole italiane all'estero). Le prime due avevano competenza sugli affari politici, commerciali e privati. Ad essi si aggiungevano ricostituito Consiglio del il contenzioso diplomatico (r.d. 29 giugno 1920, n. 1056) l'Archivio storico e la APPENDICE Biblioteca, organizzati autonomamente. �'avvento al potere di Mussolini determinò nei primi due anni solo qualche margmale mutamento nell'ordinamento del ministero degli Affari esteri•4. È solo infatti a partire dal 192415 che l'organizzazione del ministero verrà adeguata alle FONTI ARCH!VIST1CHE nuove e diverse necessità del fascismo, ma ciò non rientra nei limiti della nostra trat­ Come abbiamo già avuto occasione di dire, le strutture del ministero degli Affari esteri tazione. nel periodo successivo all'unificazione della penisola sono abbastanza semplici. Come rileva il Moscati16, che ha riordinato le carte del periodo postunitario ricostruendo anche le vicende istituzionali del dicastero, inconsulte manomissioni, ripetuti trasferimenti di sede, incuria del personale avevano stravolto la semplicità originaria dell'ordinamento degli archivi diploma­ tici. Fino al 1873 (e poi di nuovo a partire dal 1887) funzionò nel ministero degli Esteri un servizio di protocollo generale, tenuto in un primo·momento dal Gabinetto, e più tardi dalla divisione Politica che si fece cosl carico anche della responsabilità della distribuzione dei documenti in arrivo ai singoli uffici interessati. Il protocollo generale passò attraverso tre fasi successive: quella della copiatura integrale dei documenti in arrivo o in partenza (minutario), quella del regesto (chiamato con termine francese <

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Les documents diplomatiques Lorenzo Alannino

Serie affari politici (cosiddetta «A»). Si tratta di 150 buste relative al periodo che va Archivio riservato di gabinetto. diviso in due serie; la prima, di sole 5 buste, dal ma zo 1888 al arzo 1891. Nell'inventario dattiloscritto17 gli atti politici e commerciali È � � copre gli anni 1904-1912 e contiene rapporti e telegrammi confidenziali relativi a tutti i Paesi prov� tentt_ dal abmetto e dalle tre sezioni ella ivisi? e Politica, sono stati articolati pe; ? � � � � balcanici, dal riconoscimento dell'indipendenza bulgara nel 1908, all'annessione della Bosnia matetta e non ptu Star pe �tato. La ncerca_ e pero factlttata da un «Catalogo>> dei fascicoli. ? � . Erzegovina da parte dell'Austria ed alla sua azione politica in Macedonia e Albania, alle fer­ Da se nal re _ rapportt olmct sulla Bosnia-Erzegovina nel momento in cui l'impero austro­ � � 1 p rovie balcaniche. unganco st pr poneva dt att a e la sua fu zione di Paese-guida tra le popolazioni balcaniche, � � � � La seconda serie è più consistente: si tratta di 110 buste provenienti dal Gabinetto, dagli la documentaziOne sulla « altgta delle lndt�» e sulle ferrovie in Bulgaria e Turchia, sulla que­ _ � _ uffici dei sottosegretari di Stato Lanza di Scalèa, Borsarelli, Sforza, Saluzzo, Valvassori-Pero­ stt ne macedone, sulla legtslaztone e sulle fm anze dei nuovi Paesi balcanici da poco pervenuti ? Tommasi alt tndtpendenza._ ni, Tosti di Valminuta e Vassallo; dei ministri degli Esteri Tittoni, Scialoja, Sforza, della Torretta, Schanzer; del segretario generale del ministero De Martino; la documenta­ Anch per il periodo 1891-1919, le carte rispecchiano solo parzialmente la fisionomia zione riguarda gli anni 1910-1923. Vi sono documentate in primo luogo le drammatiche _ � _ de lt fft_ t da cut p ovengono. Anche in questo caso furono infarti effettuati accorpamenti vicende balcaniche seguite al conflitto italo-turco, ma anche altre questioni come quella degli � � � � _ _ e rtuntont del matenale o, al contrano,_ estrapolaztont e smembramenti. Stretti, il problema dei compensi agli Stati balcanici, gli accordi italo-austriaci del 1912 per lo sfruttamenro industriale dell'Albania, la bonifica del lago di Scutari, la costruzione di tron· Serie af ari � _ po itici (�osiddetta «P>>). È costituita da 778 buste per il periodo 1891- chi fe rroviari nella penisola balcanica e in Asia Minore, la questione Valacca e l'occupazione 1916, fo rntte d t u � � mvenra�to som�ario �e?grafi�o-a�fa etic? redatto dopo la seconda guerra di Valona. mo dta_ !e- Ol _ ? � �r� at c�>nsu�u r��poru poltuct relauvt at stngolt Paesi, sono conservati numerosi Ambedue le serie dell'archivio riservato di Gabinetto sono fo rnite di un inventario som· fa sct olt relauvt � aglt arbttratt Internazionali tra Spagna e Grecia, Italia e Romania, Italia e mario per argomento. Grecta, Russta e Turchia, all� Società �elle fe rrovie orientali, alla questione bulgaro-mace­ done ed a qu�lla della Rumelta, � conflttto greco-romeno, ai gravi Archivio della Conferenza della pace (1919). Consta di ben 120 buste ed èfor· _ _ _ rivolgimenti che coinvol­ sero t Balcant dal 1908 alla vtgtlta della guerra mondiale. nito di un inventario sommario dattiloscritto. Si tratta di carteggio ripartito per affari e delle serie dei verbali prodotti dai vari organi della Conferenza («dei nuovi Stati>>, «delle sanzioni», Archivio politico (serie ordinaria e di gabinetto 1915-1918). Contiene in 462 buste la «dei danni e dei colpevoli di guerra>>, «per le questioni territoriali>>), dei verbali di alcuni testimonia?za dell'attività della diplomazia italiana n�l periodo bellico tesa a fronteggiare le organismi (Consiglio dei Dieci, Consiglio dei Quattro, Consiglio dei Cinque, Consiglio supre­ proble�att e s? ev�te dalla :atastrof� europea, tra cui le questioni dei territori occupati, dei mo, Consiglio dei ministri degli Affari esteri, Conferenza degli ambasciatori) nonché degli atti � � _ _ _ 1 pr?fught, det pr!gtOntert e det dtsertort, stno alle trattattve di pace che troveranno lo sbocco preparatori dei diversi trattati stipulati a seguito dei lavori della Conferenza 9• prtma nella cost detta Conferenza dei Neutri (1918) e poi in quella della Pace (1919). 11 _ � mat�nale_ - pamc�larmente abbondante quello sull'Albania - è fornito di un repertorio per Serie contenzioso (cosiddetta «Z>>). È un altro fondo che dovrebbe rivelarsi di grande Stati e dt una rubnca per materia. interesse per le intricate vicende di quella che fu la <

Cfr in proposito CURATO, (1919-20), Milano A. (1888- 1891) . F. La Con/eremo della pace 1942 ToRRE, Ver­ MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, Inventario dalliloscrillo della serie Affa ri po/iiici ' sailles.19 Storia della Conferenza della pacr, Milano 1940. e Roma17 1974. MINISTERO DEGLI AFFARI Inventario delle Rappresentanze diplomatiche, Francia e Russia 18 MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, Indice dell'Archivio segreto di Cabine/lo (casse/le verdt), 1869- 20 1861-1950, ESTERI, 1867- 1943, _ (URSS), Roma 1981, ID.; Inventario delle Rappresentanze diplomatiche, Berlino, 1914, InventariO delle Rappresentanze diplomatiche, Berlino e \lienna, Roma 1981. 1862-1938, 1861-1950, m Vienna, Roma 1981; ID., Inventario delle Rappresentanze diplomatiche, Londra, Roma 1976. 132 133 Les doCIImen/s diplomotiques Lorenzo Momrino

Al momento dell'intervento italiano nella seconda guerra mondiale, l'ambasciatore Bastianini ordinaria, riservata e di Gabinetto, ed ovviamente testimonia il progressivo ampliarsi del!� riuscì a trasferire a Roma, via mare, runo l'archivio dell'ambasciata ed esso si trova ora imano sfera d'azione e di interessi della politica italiana. Non esiste purtroppo �n elenco �ei volumt, presso l'Archivio storico del ministero degli Affari esteri. La consultazione di questo fondo ma la ricerca non si presenta difficile in quanto i volumi sono ordmatt cronologtcamente e consente di colmare numerose lacune delle altre rappresentanze italiane all'estero. Esso com· per Paese o per gruppi di Paesi. prende, ad esempio, la raccolta completa dei rapporti politici con i Paesi dell'area balcanica, FONTI EDITE a far data dalla guerra italo-turca. Rimarchevole anche la documentazione sulla questione romena ( 1871-1876), sulla navigazione sul Danubio, sulle ferrovie nei Balcani ed in Asia Documenti diplomatici italiani. L'enorme quantità di document�zione �ontenuta Minore, sulla crisi balcanica del 1908. nell'Archivio storico del ministero degli Affari esteri italiani non è stata mat compiutamente Da segnalare infine un gruppo di fondi costituiti da carte ufficiali e private già detenute esplorata né sistematicamente utilizzata, salvo che per talune iniz�ative set oriali24• � . da personalità politiche, per lo più ministri e sottosegretari degli Affari esteri del Regno. Com'è noto negli anni successivi alla prima guerra mondtale quast tutte le grandt Oltre a quelle degli ex-ministri Mancini, Robilant e Depretis che sono state reinserite nella potenze procedettero, sia pure in varia misura e con criteri diversi, alla pubblicazione dei serie prima (Gabinetto e Segreteria particolare) del fondo 1861-1887, qualche interesse per propri documenri diplomatici2s...... i Balcani rivestono anche altri carteggi. In Italia, dove gli archivi diplomati i erano nmastt chmst agh studtost sm. �alla fond ­ � . , . . � zione del Regno, ti nostro governo non ntenne opportuno segutre l esempto d�glt al�rt Paest. C a r t e V i sco n t i V e n o sta. Si tratta di copie dei documenti relativi al periodo 1859-1906 Questo aneggiamenro rinunciatario si rivelò ben presto dannoso perche_ l stor ograftc mon­ 1 � . ! � i cui originali si trovano all'Archivio cenrrale dello Stato2 ; diale nell'esaminare il ruolo svolto dell'Italia nelle vicende della politica tnrernaztonale, dove�te necessariamenre basarsi sulle fonri straniere, che non erano certo le più indicate per C a rte d e Il 'ered i t à Cris p i. Si tratta di una sola busta con documenti del periodo 1873- dare un quadro esatto ed imparziale del punto di vista italiano. Questo spieg , secondo il 1890, ceduti da un erede di Francesco Crispi. � Toscano, < nella intro­ menti sulla penetrazione economica in Albania, corrispondenza con le rappresentanze diplo· . . . , duzione al primo volume, edito nel 1952, ti comptto della commtss10ne «e.escl�stv�mente �to­ matiche sulla questione macedone. rico e non politico, nel senso che la pubblicazione non ha per iscopo dt offnre ti matenale per lo studio delle origini o addirittura delle responsabilità di un certo a nimento resta­ Archiv i o d e Ila c i fra. Raccoglie le collezioni dei telegrammi, sia ordinari che riservati, . �� p bilito [ ...] bensì mira ad offrire il quadro stanco della evoluztone della politica estera ttaltana in arrivo e in partenza, trasmessi via filo o per corriere. Parzialmente occultato durante l'oc­ ed a fornire agli studiosi il materiale documentario per la ricostruzione i più di onant'anni cupazione di Roma da parte delle truppe tedesche prima e di quelle alleate poi, esso è giunto ? della storia d'Italia27». I documenti italiani, ancorché si sia ancora lontam dal completamen.t� sino a noi senza grosse lacune e costituisce una massa enorme di materiale, divenuta più della pubblicazione28, ha permesso agli storici di approfittare con larghezza dell'opportuntta copiosa con il passare eg i anni. Per d'Italia si passa infatti dai . d l quanto riguarda il Regno loro offerta29 di ricostruire nella maniera più attendibile e scientifica i problemt reah del vec­ 2.750 telegrammi del 1861, ai 4.638 del 1891, ai 13.124 del 1912, ai 39.720 del 193823. Oggi chio continente che interessarono il concerto delle grandi potenze. la raccolta conta oltre settemila volumi che vanno dal 1822 al 1970, e si divide nelle tre serie • Seguendo un sistema adottato da altre raccolte stra iere . an h q ella italia a è st t � � � � . � � � suddivisa in serie, nove in tutto, che inquadrano penodt stonco-tstnuztonalt o dtplomattct Presso l'Archivio centrale dello Stato sono conservati carteggi di Paolo Boselli, Francesco Crispi, ben definiti. Abele21 Oamiani, Agostino Oepretis, Amedeo Giannini, Giovanni Giolitti, Francesco Saverio Nitti, Vit­ La prima serie ( 1861-1870), che si apre con i prodromi della proclamazione del Regno torio Emanuele Orlando, Alberto Carlo Pisani Dossi, Giovanni Ranieri, Annibale Raybaudi Massiglia, Bettino Ricasoli, Antonio Salandra, Carlo Schanzer, , , Pietro Tomasi della Vedi, ad esempio, il ricco invema io di fonti per la storia dell'Africa del Nor!, conservate in quel N � c . Torretta, ; si tratta di presidenti del consiglio, ministri e sottosegretari ag li Affari dicastero, di C. GIGLIO, M. GAZZINI, Glr orchwr storrcr del soppresso Mmrslero del/ A/rrco /toirano e del esteri e di diulom.ui�i del Regno d'Italia. 1922, 1971. Mriristero degli A/fo ri Esteri dalle origùri al Leiden . F. BAC INO, Le scrillure del «Cabine/lo Crispi» e le corte «Sonnino», Roma I955. L'archivio dello Per l'edizione ed un'analisi critica delle pubblicazioni di documenti diplomatiCI. . . esten, . . nnv1a. . 22 2) SI statista ha subito una vera diaspora. Oltre alle carte qui descritle, altri selle spezzoni sono stati in tempi a M. TOSCANO, Storia dei trai/ali e politico in/emozonale,i parte I, Torino I958, pp. I I3-I83. diversi acquisiti dall'Archivio centrale dello Stato, un'altra serie è custodita presso l'Istituto per la storia 255. 26 lbid., p. italiana del Risorgimento a Roma. All'attività politica di Crispi vanno riferite anche parte delle carte (37 Documenti diplomatici italani,i serie I, vol. I, p. III. buste) del suo segretario e capo di Gabinetto al ministero dell'Interno, Giuseppe Palumbo Cardella, 21 In appendice si riporta l'elenco dei volumi sinora editi. 2" . , . . anch'esse conservate presso l'Archivio centrale dello Stato. L. VALIANI, Lo storia d'Italia dal 1870 al 1915. Contrrbull. storro . gro/rcr . . del/ ultrmo ventemuo, 29 21 Cfr. Documenti diplomatici italiani, serie T, vol. T, p. VIU. Torino I967.

135 134 Les documents diplomottques Lorenzo Mom11no d'Italia, documenta le iniziative intese a rinsaldare i vincoli tra gli ex Stati ed a completare VII serie (1922-1 932) V/II serie (1932-1939) l'unificazione con la conquista del Veneto e la risoluzione della questione romana con cui ' Vol. 12 23· 5- 1939/11- 8-1939 si chiude la serie. Vol. l 31-10-1922/26- -1-1923 Vol. l3 12· 8- 1939/ 3· 9-1939 seconda serie ( 1870-1888) va dalla presa di Roma alla formazione del primo governo Vol. 2 27- 4-1923/22- 2-1924 . �a Cnspt e mostra la progressiva azione con cui la Sinistra al porere tentò di inserirsi nel con­ Vol. 3 23- 2- 1924/14· 5-1925 IX serie (1939-1943) testo ettropeo, Vol. 4 15- 5- 1925/ 6- 2- 1927 . cercando di realizzare gli interessi economici e coloniali del Regno d'Italia ser­ vendosi soprauutto di strumenti politico-diplomatici, quali i trattati e le alleanze. Vol. 5 7- 2-1927/3 1-12-1927 Vol. l 4- 9-1939/2-1-10-1939 La terza serie (1888-1901) copre praticamente runo il periodo crispino, dalla cosiddena Vol. 6 l- 1- 1928/23· 9-1928 Vol. 2 25-10-1939/3 1-12-1939 <

lezionel4 in lingua originale (traduzione in francese ed in inglese); ma raccolte ufficiali sono Busta 24 Questione d'Oriente (Cairoli). 1878 state pubblicate in quasi tutti i Paesi. Busta 25 Trattato di Berlino (Cairoli). 1878 Per quanto riguarda l'Italia, è stata edita una prima serie di 55 volumi di Trattati, con­ Busta 27 Questione d'Oriente (Cairoli): 1880 venzioni Ira il Regno d'Italia e gli altri Stati per il periodo 1861-1945, mentre una seconda l: fase. l) Ratifica del trattato di Berlino; trattato di pace rus­ serie di Trattati e convenzioni Ira l'Italia e gli altri Stati ha portato alla pubblicazione, sino so-ottomano sgombero e consegna dei rispettivi territori; _ ! ad oggi, di 56 volumi, che si pongono come valido complemento dei documenti diplomatici. 2) Riforme m Turchia; 3) Finanze ottomane; 4) Ordina­ mento della Bulgaria; 5) Ordinamento della Rumelia orien­ FONTI BIBLIOGRAFICHE tale; fase. 2: 6) Delimitazione di frontiere: a) Serbia· b) Bulgaria· In Italia non esistono bibliografie specifiche sui Balcani: d'altra parte anche in presti­ ' ' c) Rumelia orientale; d) Montenegro; giose bibliografie straniere quale l'Europea n bib/iography o/ Soviet, East Europea n and Slavon­ fase. 3: 7) Delimitazione della frontiera greco-turca; 8) Rico- ic studies. Bibliographie européenne des travaux sur l'URSS et l'Europe de l'Est. Europiiische . noscunento della Serbia; 9) Riconoscimento della Romania. Bibliographie zur Osteuropa/orschung, Vol. V (1979) (Editions de I'Ecole des hautes études Busta 29 Conferenza di Berlino per la questione greco-turca (Cairoli). 1880 en sciences sociales. lnstitut d'études slaves), Paris 1984, pp. XXVIII-399, manca del tutto una selezione del materiale italiano, o comunque edito in lingua italiana. Busta 31 Questione greco-turca (l serie) (Mancini). 1881 Un buono strumento di orientamento e di consultazione è costituito da una Bibliografia Busta 39 Questione greco-turca (II serie) (Mancini). 1883 italiana corrente mll'Europa orientale, a cura di M. CAPALDO e A. D'At-.tELIA, apparsa a par­ Busta 51 �ocumenti diplomatici sulla Rumelia orientale (l serie) (Di Ro­ tire dal 1983, nella rivista «Europa orientalis», e nella quale viene sistematicamente esplorato bilant). 1885 il settore bibliografico italiano relativo all'area in questione. Pur essendo suddivisa nelle stesse }3usta52 �ocumenti diplomatici sulla Rumelia orientale (Il serie) (Di Ro­ nove sezioni previste dalla Europea n Bibliography (l. Europa orientale e Unione Sovietica; 2. bilant). 1886 Albania; 3. Bulgaria; 4. Cecoslovacchia; 5. Jugoslavia; 6. Polonia; 7. Romania; 8. Ungheria; Busta 53 Documenti diplomatici sulla Rumelia orientale e la Grecia (III 9. Unione Sovietica), tuttavia essa se ne distingue ampiamente perché adotta all'interno di serie) (Di Robilant). 1886 ciascuna di esse il sistema decimale, il che permette una rapida ricerca del materiale. Una micro/iche allegata al periodico contiene, inoltre, alcuni indici sussidiari quali quello delle rivi­ Busta 55 Documenti diplomatici sulla Bulgaria (Di Robilant). 1886 ste italiane di cui è stato effetruaro lo spoglio, l'indice delle riviste straniere che hanno pub­ Busta 69 Documenti diplomatici sulla Bulgaria (Crispi). 1889 blicato articoli di studiosi italiani, l'indice delle miscellanee straniere, l'indice dei nomi citati. Busta 96 Documenti diplomatici su Creta e sul conflitto greco-turco La bibliografia selezionata data dal 1982: anteriormente a tale anno non esistono, come si è (Di Rudinì). 1897 deno, spogli sistematici di pubblicazioni il che rende non solo auspicabile ma addirittura non Busta 97 Documenti diplomatici su Creta (Canevaro). 1898 più dilazionabile l'impostazione di un programma di ricerche per costituire una necessaria base bibliografica attinente alla letteratura balcanica. Busta 104 Documenti diplomatici sulla Macedonia (di San Giuliano). 1906 In mancanza pertanto di un'opera specifica, ci limitiamo a segnalare l'amplissima voce Busta 106 Documenti diplomatici su Creta (di San Giuliano). 1911 di F. CURATO, La politica estera, in Bibliografia dell'età del Risorgimento, in onore di A.M. Busta 111 Negoziati diretti tra il governo italiano ed il governo serbo­ Ghisalbertt; vol. III, Firenze 1974, pp. 7-93. croato-sloveno per la questione adriatica (Sforza). 1921 Una panoramica d'insieme sulla politica estera italiana dal 1861 al 1922, è fo rnita da Busta 114 Pace con la Turchia (Mussolini). 1923 numerose opere. Cfr. in particolare L. SALVATORELLI, Lapolitica intemaztonale dal 1871 ad Busta 115 Pace con la Turchia (Mussolini). 1923 oggi, Torino 1946; L. BISSOLATI, Lapolitica estera dell'Italia da/ 1897 a/ 1920. Scritti e discor­ L'Italia da/ 1914 a/ 1944 quale io la vidt; Busta 116 Pace con la Turchia (Mussolini). 1923 SI; Milano 1923; C. SFORZA, Milano 1946, i cui primi capitoli riguardano il periodo 1906-1914; G. PERTICONE, La politica estera italiana da/ 1861 a/ 1915, Torino 1967; C. MORANDI, Lapolitica estera dell'Italia da Porta Pia all'età giolittiana, Tra t t i i n t r n az i o n a l i. l tra tati internazionali, è stato dettol2, non sono altro che «lo a cura di F MANZOTTI, Firenze 1968; F. CI !ABOD, Storia della politica estera italiana da/ 1870 �/ . _ � � . . pe c gtu t tco dt un ra porto dt fon e» tra d e Stati, desumibile dalla interpretazione dei al l896 Le premesse, SALVEMI­ � 1.0 ,J_J : � Bari 1951 (contiene le biografie dei ministri degli Esteri); G. f { � NI, La politica estera dell'Italia (1871-1944), \XfOLLEMBORG, Politica estera attt su t qua l a oper�to ltn�ervento det governi. Tutta la storia politica dell'Ottocento non Firenze 1944; L. , _ italiana: 1862- 1917, CILIBRIZZI, Storia parlamentare, politica e dip lomatica del e altro che «�na con�mua Ininterrotta distruzione e trasformazione di quell'assetto politico Roma 1938; S. _ Regno d'Italia, TORRE, politica estera dell'Italia dal 1870 al sanz�o?ato �et trattati d�l 18�5 che ?ella m��te dei loro autori doveva durare perenne»JJ_ 8 voli., Milano 1923-1959; A. La 1896, politica estera dell'Italia da/ 1896 al 1914, �tg• l ob?li�o della regtstrazJOne det trattati Internazionali previsto dal Patto della Società Bologna 1959; ID. La Bologna 1960; oltre al e e Naztom e dallo statuto dell'ONU, ha portato alla pubblicazione di un'imponente col- più didattico exC/Irsus di P. PIER!, L'Italia nella politica europea dal 1871 al 1914, Torino 1957.

Recueil des traités et des engagements intemationaux registrés par le Secrétariat de la Societé des Storia �ei traffati e politica intemazionale, parte I, Torino 1958, p. 28. H _ Natiom, Genève 1920-1940; U ted Nations Trealies Series, che ha superato migliaio di volumi editi. :: �-G· TOSCANO, il E.\L\IA, Storra der traffatr nel secolo XIX, Firenze 1895, p. 14. m 139 138 Lorenzo Mannino Les domments diploma11ques

La Triplice fo ndamentali sono i lavori di L. SALVATORELLI, Sugli u mini di Stato italiani che operarono tra il 1861 ed il 1922 nel campo della poli- Sulla Triplice Alleanza L'Italia nella T_rip(i e . � Alleanza. Storia diplomatica (1877-19 12), Milano 1939 e di G. VOLPE,. � tica mternaz1onale �s1s�e una vasta etteratura. D.i tutti traccia �� dettagliato profilo storico 1rredent1sta, poi mm•­ T I mmrstn del Regno d! Italw, Alleanza, Milano 1941. Imeressante anche il volume del parlamentare A. Mos�A I, Napoh 1957. La pos1z1one assunta da Cavour nei Alleanza al conf/illo europeo. Discorsi parlamen­ S. BARZILAI, Dalla Triplice confro u de problema adriatico e balcanico è stata analizzata da A. TAMBORRA, Cavour e i stro con Salandra, I Trattati segreti della � ! tari e scritti varr; 1914. I testi dei patti si trovano in G. CAPRIN, Balcanr, Tonno 1958 e da G. STEFANI, Cavour e la Venezia Giulia. Contributo alla storia del Roma Triplice Alleanza per la prima volta pubblicati in Italia, Bologna 1922. problena adriatico durante il Risorgimento, Firenze 1955. Su Depretis ha scritto L. BRIGANZE Agostmo! D pretis ed i mai tempi. Ricordi storico-biografia; 1894. : . � Verona-Padova Per Fran istica degli stati ti dei diplomatici P Alquanto lunga sarebbe l'elencazione della �emoria . � � . cesco Cnsp1 fr. �· .CRJS I, Politi�a es.tera. Memorie e dommenti. Milano 1912; ID. Quest iom � del penodo � scritti autobiografici o canegg1 sulle v1cende pohuche 1tal1ane In�ernazronalr. Drarro e documenti, Milano 1913; R. MORI, La politica estera di Francesco Cri­ che hanno lasciatO si più attenti all'atteggiamento italiano nei confronti dei �alcani, spr . (188�-1891?, Roma 1973. La lunga militanza al vertice del ministero degli Affari esteri di che trattiamo. Tra quelli na, N­ . Dalle Carte di Giovanni Giolitti. Quarant'anni di politica italia a cura d1 �: d'A Em1l o hscont! Venosta ha dat ·occ sione ad innu ?erevoli pubblicazioni. Si segnalano i segnalano anm dr polrtrca este­ � � � . ' 3, Milano 1962; T. TITTONI, Ser � La polrtrca� estera dr Vrscon/1. Venosta, 1940 Alleanze GIOLINI, G. CAROCCI e C. PAVONE, voli. lavo�1 �� F. S:AfALUC�IO, Firenze e Io, 1916), e � PASTORELLI, voli ra, 1912; S. SONNINO, Diarro (1866- a cura di B.F. BROWN · : e prm;rpr� �qmlrbrro .nella politica di Emilio Visconti Venosta, in Questioni del Risorgimento Roma (1870-1920), Ban �� 2, 1972 Scritti e discorsi extraparlamentari a cura d1 B.F. BROWN, e .del! Umta d l�alra, . M1lano 1951. Su Tommaso Tittoni, cfr. F. TOMASSINI, La politica estera Bari e 1972. dr !�mmaso T�ttom, Bologna 193-1-1941 e F. CATALUCCIO, Antonino di San Giuliano e la polrtrca estera rtalrana dal 1900 al 1914, Firenze 1935. Una pregevole analisi delle vicende comingenti che determinarono lo scoppio della I guerra mondiale si trova nell'articolo dell'allora ministro italiano in Serbia, G. (ORA, Bel­ La sto ia del giovane Regno all'indomani dell'unificazione, è stata delineata da C � B. IAL· grado 1914, in <>, 1941, pp. 513-530. Cfr. anche del DÈA, L ,ltal �a nel c?ncerto europeo (18�1-1867), Torino 1966. L'impatto, in politica estera, . ministro a Sofia dal 1910 al 1913, e poi ad Atene sino al 1918, ALESSANDRO DE' BOSDARI, della quesnone onentale con problemi concreti d1 natura per così dire interna come il Delle guerre balcaniche, della grande guerra e di alcuni fa tti precedenti ad essa. (lp puntidipl ­ La situazione europed e la poli­ . � �en�to � Roma, sono testimoniati dal volume di C. DI NOLA, matrà 1928 Il carteggio Avarna-Bollatr, luglro 1914-maggro /rea rtalrana dal 1867 al 1870, 1956. Milano e C. A VARNA DI BOLLATI, Roma 1915, ' 1953, ' Napoli relativo al carreggio scambiato tra i due amba�ciatori i.taliani a. Berlino e Vienna. Sul conflitto italo-libico, che tante conseguenze ebbe per 1 Balcam, ha scnt o G E Sulla politica stera italiana nel periodo che va dal 20 settembre 1870 (presa di Roma) � : � . � MARTINO, La mia missione a Costantinopoli per la guerra di Libia, in <>, 193 7, pp. 252-280. della Destra (1871-1876), in «Rivista d'Italia», VII (1924), vol. III, pp. 346-371 e VIII (1925), vol. I, fase. l, pp. 60-82 e fase. 2, pp. 186-210; L. SALVATORELLI, L'Italia nella politica itller­ 1914 italiana nei confronti dei Balcani dal luglio nazr?na(e �e/l'era bismarckiana: dalla presa di Roma al riaprirsi della crisi d'oriente, in «Rivista Manca un lavoro d'insieme sull'azione ltaly's Balkan 1918 con l'eccezione di un recente lavoro di H.]. BURGWYN, stonca ltahana», 1923, pp. 113-129. al novembre ter­ Policy 1915-1917: Albania, Greece and the Epirus Question, in «Storia delle �ela�ioni i� l, 3·61. cfr. una recente pubbhcaz1one d1 A. 1875-78, è nazionali», li (1986), n. pp. Sugli antefatti Sulle ripercussioni della crisi orientale del ben documentato il volume di C. è da M. TOS�A· La crisi bosniaca del 1908, .1\lilano 1977; una acuta analisi stata operata DI NOLA, Contrasti politici in Europa dopo rl 1870 e azione dell'Italia nella crisi d'Oriente e DUCA . Origini e vicende della P.rrma nel congresso di �er!ino, Sulla possibilità di una espan­ Pagine e vicende di storia diplomatica contemporanea . l, Roma 1956. C:fr anche M. GABRIELE, NO, Le orrgrm della guerra del 1914, M1lano srone strategrca rtalrana nel basso Adrratrco: e nello ]amo durati/e la crisi d'Oriente del 1875- guerra mondiale, Milano 1963; da L. ALBERTINI, . l'esperienza democratrca rtalrana del 189! al 19!4, �o o­ 1878, in 1965, 339-427; FERRARIS, I diritti dell'Italia nella crisi 1942, e lo. Vent'anni di vita politica: � «Storia e Politica», pp. M. L_'ltalia nella guerra ''.'ondrale, nmane 1l m•ghor d'Oriente. Crispi e Depretis nel 1877, (191 1), 687-705; gna 1950-53, di cui in particolare il vol. II, in «Nuova Antologia», CCXL pp. C. M. TOSCANO, Ilpatto sul periodo bellico. Cfr. anche il documentato sagg1o d1 q!GLIO, !l s�co1�do Gabinetto Depretis e la crisi balcanica (dicembre 1877 - marzo 1878) in <> e quello locale del s o sb>eco al mare so o pre­ Per me lio c mprendere le vicende del periodo 18 8-1882, preparatorio dell'accordo . � � � ,? . ? Irredentismo adriatico Contributo alla drsCIIssrone� mr rapportr rtalo­ con la P uss1a e ltmpero asburgico che condusse alla Tnplice Alleanza, è sempre valido lo senti in A. VIVANTE, . � austriaci, 1912. Il con ress? di Berlino e la crisi d'Oriente, 1878, Firenze stud1o d1 R. . BO�GHl, � . Milano oltre al più recente sagg1o d1 P. SILVA, L Italra tra le grandr potenze, Roma 193 1. Cfr. ancora di R. BoN. Le questioni emergenti delle vicende militari sono tate oggetto i sporadiche ricerche. GHI, La diplomazia italiana nella crisi d'Oriente, in <>, l agosto 1879, pp. 161-186. LOI, 141 140 •

Lorenzo Mannino Les dommenls diplomaliques

ponderose monograf�e. balcanica. 1894-1918, in 1977, 29-56. 1979. Risalgono invece all'anteguerra alcune «Memorie storiche militari», pp. Notevole anche il smo autoritario, Milano . La stampa perto­ grande Romania, 1931; C. ISOPESC�, lavoro di V. MANTEGAZZA, La guerra balcanica, Milano 1914. Cfr. ancora G. MARIANO P. TERUZZl, La Milano quali quelle di slav1 a A. GIANN �0, Aspetti del problema adriatico con particolare riguardo al primo rinnovo della Triplice, ana in Romania e in Italia, Roma 1937; e ancora dello \ in «Me: dica romeno-itali _ docume tat ar­ 1930, 43-89 campagna di Macedonia, Romania (1878-1940), Roma 1940. Corposo e ottimamente � ? morie storiche militari>>, pp. e L. VILLARI La Bologna Le vicende della consolato ttaltano a la questione rumena nel carteggw del 1922. MO, L'Italia e ticolo di D. CACCA (1979), pp. 65-124. Sugli aspetti politico-militari della prima guerra mondiale vedi P. MARAVIGNA, Gli ita­ Bucarest (1870-1879), in <>, XVIII, liani nell'Oriente Balcanico, in Russia e in Palestina, 1915-19, Roma 1923; M. CARACCIOLO, coevo all'occupa­ L'intervento della Grecia nella guerra mondiale e l'opera della diplomazia alleala, 1925; sulla Bulgaria. Sul periodo antec�dente e Roma Scarsa anche la letteratura _ ed Oce�dente europeo, bulgara nel Medi evo balcantco oa Ortente M. TOSCANO, La Serbia e l'intervento in guerra dell'Italia, Milano 1939; M. MONTANARJ, La zione ottomana cfr. Cultura ? : 1981, Med10e o, 3-6 novembre Sp?· campagna austro-serba del 1914, Roma 1977; Io, Le truppe italiane in Albania (1914-1920 e Congresso internazionale di studi sull'Alto _ � Atti dell'So men o b lg r o, P r me�h� 1939), Roma 1978; Notizie politico-militari, voli. 2, Roma 1983. la produzione sul peri�do ?el nsorg� � � � <:' <: CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA, !ero Più abbondante 1, er q ah s' 1919 L'azione dell'Esercito a fa vore delle popo­ innumerevoli arncoli su d_1vers1 p�nod1� p l � . (notizie sulla Bulgaria e sulla Romania); S. LOI, dire, sulla crisi balcanica, oggetto di _ e a de RISor - La politica estera, n Btbltogra/ta del� � � w lazioni civili in Albania durante la I guerra mondiale, in «Memorie storiche militari>>, 1981, alla citata voce di F. CURATO � . rimanda _ del processo d1 nnase�ta naziO­ pp. 85-115. Utile è naturalmente lo spoglio della «Rivista militare italiana». me/1 t Firenze 1974 pp. 66-67. Una ornma analisi V 1 III ' La chiesa autocefa la bu/­ · XIX compiuta da M · ZAMBONARDl, l : de sec è stata . · · , na ee°' re1?1g1osa 1 La ·bat camca · dle 1885 1886 1960. il lavoro d1 A. TAMBORRA, cm t I rapporti economici con i Balcani sono stati parzialmente affrontati dalla sroriografia ara, Gorizia Cfr. ancora et 4u md-est europeen, . . Intemational des Etudes Balkantques Italiana. Da segnalare E. DEL VECCHIO, Pene/razione economica italiana nell'area degli Slavi l'Italia, in Actes du I Congrès _ _ 1968, ; in <> I (1985), n. 2, ed A. T MI­ Sofia 1966, ristampato con ulteriori ricerche BORRA, The rise o/ Italian Industry and the Balkam (1900-14), in <<]ournal of European Eco­ pp. 371-396. nomie History>>, 1974, pp. 87-120. ano ovvia nte anc�e la Grecia. Sca�­ Tutti gli scritti sulla questione d'Oriente riguard_ �� _ s ed1z1one g nbaldma nella peni- Più numerose sono ovviamente le monografie su particolari aspetti dei rapporti tra l'I­ monografie su fatti specifici. Sul progetto d1 una � � sissime le del RISorgmrento ttaltano dal 1856 a/ 1863, è · DO• Ep sodii diplomatici talia ed i singoli Paesi dell'area balcanica. La letteratura più imponente quella relativa alle sol a e Ilemca, cfr. C D URAN · dta· 1e e · L'intervento della GreCia neIl a guerra mo1 relazioni con la li mitrofa Jugoslavia, della quale peraltro non esiste una bibliografia. Una rac­ 1901. Vedi inoltre M. CARACCIOLO ! Torino l Vemzelos contro lo Stato d1 Atene, colta di documenti è stata edita da A. Documenti per la storia dei rapporti tra l'I­ delle diplomazie alleale, Roma 1925; U. FRACCH A, GIJ\NNINI, l'opera stampa ttaltana, problema della Grecia (1914-1916) mila s.n.t. talia e la Jugoslavia, Roma 1934. Privilegiate sono le vicende storiche dei rapporti tra Venezia Roma 1917, e P. DRAGHI, Il ed il litorale, oggetto di migliaia di monografie e, per l'epoca più prossima, le opere sui rap­ [Bologna 1976]. porti spesso difficili per la cosiddetta questione adriatica. italiana del secondo dopogu�rra, Per concludere per quanto riguarda la storiografia _ storia d'Italia, dal 1870 al 191�. Cottnbull Tra le pubblicazioni più recenti sulla questione macedone si veda lo studio di M. DOGO, so�o quelle di L. VALIANI, La _ � notevoli rassegne Studt !ton !ull E lropa La dinamite e la mezzaluna. La questione macedone nella pubblicistica italiana: 1903-1908, ventennio, 1967 e A . TA>:IB>, pp. del mondo slavo in Italia, Padova 1958. Anche per l'Albania, paese che fu per lunghi decenni oggetto delle mire espansionistiche CRON IJ\, La conoscenza italiane, è particolarmente abbondante la letteratura. Da segnalare Acta Albaniae Venelae, a cura di G. VALENTINI, voli. 25, 1967-1979, enorme silloge dei documenti conservati negli archivi e nelle biblioteche italiane. Cfr. inoltre A. BALDACCI, Studi speciali albanw� Roma 1937; A. DUCE, L'Albania nei rapporti italo-auslriaci (1897-1913), Milano 1983; P. PASTOREL· LI, L'Albania nella politica estera italiana: 1914-20, Roma 1977; A. GIJ\NNINI, La questione albanese alla conferenza della Pace, Napoli 1922; Io., L'Albania dall'indipendenza all'unione con l'Italia: 1913-1939, Milano 1940.

Sulla Romania vedi il lavoro di E. SERRA, l fo ndi archivistici sulla Romania esistenti presso il Ministero degli Affa ri Esteri, in <>, XI (1980), pp. 305-320, e i saggi di A. GIANNINI, Le vicende della Roman ia (1878-1940), Milano 1941, e di B. CIJ\LDEJ\ La politica estera della Romania nel quarantennio pre-bellico, Bologna 1933, oltre a un recente interessante studio di F. GUIDA Il compimento dello Stato nazionale romeno e l'Italia. Opi­ nione pubblica e iniziative politico-diplomatiche, in <>, LXX (1983), pp. 145-166. Tra i rari scritti recenti su questo Paese, vedi il lavoro di B. VALOJA, Questione agraria e vita politica in Romania (1907-1922) tra democrazia contadina e liberali- 143 1-12 Karl Nehring

KAISERLICHE GESANDTSCHAFTSBERICHTE UND FINAL­ RELATIONEN AUS KONSTANTINOPEL ALS QUELLE ZUR GESCHICHTE SÙDOSTEUROPAS IM 16. UND 17. JAHRHUN­ DERT.

«Der Ablauf der osmanischen Reichsgeschichte kann unmoglich ohne sorg­ faltige und peinliche Erforschung nicht orientalischer Quellen auf wissenschaftlich begrundete und leidenschaftslose Weise geklart werden». Diese Feststellung des Turkologen Franz Babinger1 hat bis heute nicht an Aktualitat verloren. Aus der Fulle der zur Verfùgung stehenden westlichen Quellen, seien im folgenden zwei Projekte skizziert, die sich mit den kaiserlichen Gesandtschaftsberichten und Final­ relationen aus Konstantinopel i m 16. und in der ersten Halfte des 17. Jahrhunderts befassen. Es ist allgemein bekannt, daB die kaiserlichen Gesandtschaftsberichte der fruhen Neuzeit2 zu den bedeutendsten Quellen zur politischen Geschichte, der Kul­ tur-, Mentalitats- und Alltagsgeschichte sowie zur Ethnographie Sudosteuropas zahlen. In Gegensatz zu diescr opinio communis verfugen wir nur uber wenige kritische Editionen3 von Gesandtschaftsberichten, ganz zu schweigen von der Unkenntnis der in deutschen und osterreichischen Archiven noch vorhandenen unpublizierten Handschriften4. Im Zeitalter preiswerter Nachdrucke ist eine kri­ tisch annotierte Edition der in den vergangenen Jahrhunderten erschienenen Gesandtschaftsberichte offensichrliche nicht zu erwarten. Um dennoch ihren emi-

1 F. BABI GER, Spiitmiuelalterltche Brte/scha/ten aus dem grof,herrlichen Seraj Stambul, Miinchen I'I ZII 1963, s. vm. 2 Vgl. hierzu die bibliographischen Angaben bei B. SPULER, Die europiiische Diploma/te Konstan­ 111 tinopel bis ztmt Frieden von Belgrad (/l}9), in «jahrbiicher fiir Geschichre und Kuhur der Slaven>> N.F. Il (1935), S. 3 13-3-12; Z. KO:-ISTANTII'IOVIC, Deutsche Reisebeschreibungen iiber Serbien tmd Montenegro, Miinchen 1960, S. 2 13-229; A. MATKOVSKI, Bibilographie des récits de voyages mr la Penimule Balkanique duroni la dominati011 turque, in <

145 Les docmnenls diplomaliques Karl Nebring nenten Quellenwert systematisch zu erschlieEen - selbstverstiindlich unter Ein­ sonderes Anliegen der Si.idosteuropaforschung10, wobei den Gesandtschaftsberichten beziehung einer Reihe von wichtigen Deatilforschungen - piane ich die Bearbeitung ein zentraler Quellenwert zukommt. Neben der ErschlieBung der historischen eines Glossars zu den fri.ihneuzeitlichen kaiserlichen Gesandtschaftsberichten. In Topographie bedarf es - insbesondere bei den mehrsprachigen Bezeichnungen ­ der Ki.irze der hier zur Verfugung stehenden Zeit sollen im folgenden einige der sprachwissenschaftlichen Untersuchung des reichen Quellenmaterials. Ein wesentliche Punkte angesprochen werden, die diesem Projekt als Leitgedanken die­ anderer Aspekt ist die Beschaffenheit des Wegenetzes, seine wirtschaftliche und nen: soziale Funktion fi.ir das Osmanische Reich und die unterworfenen Volker. Bedenkt man, daE im 16. Jahrhundert die Abschrift eines Manuskripts billiger Die Tatsache, daE zuerst durch Busbecq Tulpe, Hyazinthe, Flieder und RoEka­ war, als der Erwerb eines Buches, konnen wir davon ausgehen, daE sich weitere stanie in Europa bekannt wurden, verdeutlicht die Notwendigkeit eines Glossars zu Manuskripte zu den bereits veroffentlichten Gesandtschaftsberichten in Archiven den ungarischen, slawischen und ti.irkischen Namensformen fi.ir Pflanzen, Tiere, und Handschriftensammlungen befinden und zurecht die Hoffnung besteht, bisher Textilien sowie fur Speisen, Getriinke und andere GenuBmittel11. Zu kliiren wiiren noch unbekannte Gesandtschaftsberichte zu entdecken. Die Suche nach diesen nicht nur die Erstenviihnungenvon Namen und Begriffen, sondern auch in welcher Handschriften ist eine unabdingbare Voraussetzung, um Textvariationen und lnter­ sprachlichen Form sie in Europa Verbreitung gefunden haben. polationen festzustellen. Denn der Autor eines Gesandtschaftsberichts ergiinzte Bisher wenig erschlossen sind die in den Gesandtschaftsberichten beschriebenen haufig seine Reiseaufzeichnungen vor der Drucklegung durch eigene Reflexionen volkskundlichen Traditionen, die oft bestaunten miracula turcica. Hier gilt es u.a. und durch zeitgenossische Literatur'. Durch Vergleiche muB hier die Originalitiit autochthone traditionen der Volker Si.idosteuropas von osmanischen Gebrauchen und Authentizitat der einzelnen Quellen bzw. die Abhiingigkeit cles Autors von zu unterscheiden bzw. polyethnischen Uberschichtungsphiinomenen nachzugehen. «giingigen» Darstellungen gepri.ift und Textfiliationen aufgezeigt werden. Dies gilt auch fi.ir das religiose Brauchtum mit seinem zum Teil synkretistischen AuEer dem Text gilt es die hinzugefi.igten Abbildungen zu erfassen. Die Rolle Erscheinungsformen. des Fotografen bei einem heutigen Staatsbesuch i.ibernahm in der fri.ihen Neuzeit Besondere Aufmerksamkeit wird in den Reiserberichten der Alltagskultur der ein Zeichner im Gefolge der Gesandtschaft. Leider sind bisher nur wenige Volker Si.idosteuropas geschenkt. Die Beobachtungen erstrecken sich bei «Land Zeichnungen und ihre Ki.instler bekannt; so die Holzschnitte von Melchior Lorich6 und Leuten» auf die verschiedensten Aspekte ihrer Lebensformen, angefangen von aus der Busbecq-Gesandtschaft, die wahrscheinliche von Salomon Schweiger selbst ihren Behausungen bis zum Erwerb ihres Lebensunterhaltes. Besonders deutlich stammenden Holzschnitte in seinem Gesandtschaftsbericht7 und die unliingst ver­ wird dies bei der Schilderung des stiidtischen Lebens, dem clie spezifìsche Aufteilung offentlichten Gouachen aus der Kuefstein-Gesandtschaft8. Auch hier bedarf es der Berufe und ihrer Traditionen unter den einzelnen Ethnika sein eigenti.imliches der Analyse der Authentizitiit und der Aussage der Bilder im Vergleich mit den Geprage gibt. einschlagigen Bestiinden in Archiven und graphischen Sammlungen. Eines der schwierigsten und bisher kaum erforschten Themen ist die Person Seit Constantin Jireceks9 Arbeit i.iber die kaiserliche HeerstraBe nach Konstan­ des Autors cles jeweiligen Reiseberichts. Seine Reflexionen sind bestirnmt von Her­ tinopel ist die Erforschung der historischen Toponymie dieses Wegenetzes ein be- kunft, Bildung, Beruf und Konfession. Seine Beobachtungen, Urteile und Vorurteile bilden u.a. auch eine reiche Quelle fi.ir literarische Topoi und Stereotypen. Dennoch ' Hier wiire besonders J. LEUNC VIUS,Neuwe Cbronica liirkiscber Nation. Frankfurt a.M. 1590 mit LA hebt sich die Qualitiit seiner Aussagen wesentlich von der zeitgenossischen Anti­ seiner Wirkungsgeschichte zu untersuchen; vgl. z. B. NEILRING, Adam Freihem zu Herberslein ... , S. 9 f., 169. ti.irkenpropaganda ab. 6 E. 0BERHUMMER, Konslanlinopel tmler Sulla n Suleiman dem Groflen au/genommen im ]abre 1559 durcb Melcbior Lorichs aus Flensburg. Munchen 1902; H. HARBECK, Melcbior Lorichs, Hamburg 1911; A.N.ST. CLAJR, Tbe lmage o/ tbe Turk in Europe, Ncw York 1973. 10 Vgl. hierzu den Literaturuberblick bei K. NEIIRING, Iter Conslanlinopolitanum. Eùr Orlsnamen­ S. SCHWEIGGER, Eine newe Reyflbeschreibtmg aufl Teu/schland nacb Com/anlinopel tmd ]erusa­ 1 ven.eichnis den kaiserlicben Gesandtscha/tsreisen an die Ollomanische P/o rte 15 30-1618, Munchen lem ... , Nurnebrg 1608, Nachdruck mit eincr Einleitung von R. NECK, Graz 1964. Vgl. auch die bisher 1984. 1:11 unbekanmen handkolorierten Federzeichnungen von Salamon Schweigger als Illustration zu dem oben Erste Ansatzc hicrzu bicten die Arbeiten von M. ADMIOVIC, Das osmaniscb-liirkiscbe Sp rachgul 1122. 11 genannten Gesandtschaftsbcricht: Budapest, Orszagos Széchényi Konyvlllr, Fol. Germ. bei R. Lubenau, Munchen 1977; Z. KAKUK, Tiirkisches aus Hans Demschwams Tagebuch, in <

146 147 Karl Nehring Les doc11menls diplomatiq11es

Arbeiten" fi.ihrt dieses Archivmaterial in der internationalen Forschung eher ein Nicht zuletzt sei die Bedeutung der kaiserlichen Gesandtschaftsberichte fi.ir die Schattendasein. Erst in letzter Zeit wird seine Bedeutung fi.ir die Geschichtsforschung Geschichte des fri.ihneuzeitlichen Gesandtschaftswesens hervorgehoben12. Dies durch die Edition osmanischtlirkischer Quellen aus dem Haus-, Hof- und Staatsarchiv gilt sowohl fi.ir die personelle Zusammensetzung der Gesandtschaft - ihrem hervorgehoben, deren erste beiden Bande C.A. Schaendlinger16 fi.ir die Regierungszeit sozialen und politischen Hintergrund - als auch der materiellen Ausri.istung und Si.ileyman des Prachtigen herausgegeben hat. Finanzierung der Gesandtschaftsreise. So ist denn auch der Hohepunkt jeder Um das gleiche Schicksal der groB angelegten Gévay-Edition zu vermeiden, Gesandtschaftsreise die Audienz beim Sultan und clie Ùbergabe der EhrengeschenkeiJ wurde fi.ir die Bearbeitung der kaiserlichen Gesandtschaftsrelationen die Regesten­ nicht nur eine reiche Quelle fi.ir das osmanische Hofzeremoniell14 und die Ver­ form gewahlt. In einer Zeit, in der jedem Wissenschftler Mikrofilme und Xeroko­ waltung des Osmanischen Reichs, sondern zugleich die intensivste Konfrontation pien von Archivmaterial zur Verfi.igung stehen, gilt das Hauptaugenmerk nicht der mit einem mehr bestaunten als gefi.irchteten Kulturkreis. Edition in extenso, sondern vornehmlich der Aufschli.isselung des lnhaltes und der Wenn ich bisher gewissermaBen von den literarischen «highlights» habs­ Zuordnung zu dem bereits edierten deutschen, italienischen und franzosischen burgisch-osmanischer Begegnungen gesprochen habe, so erlauben Sie mir in diesem Quellenmaterial. Der erste Regestenband soll die Zeit von 1541 bis 1550 umfassen. Zusammenhang, Ihre Aufmerksamkeit auf eine andere Quellengattung zu lenken, Dabei wird jetzt schon deutlich, in welchem umfassenden MaBe sich die kaiserlichen und zwar auf die Korrespondenz zwischen den kaiserlichen Gesandten nach Kon­ Gesandtschaftsberichte auch mit der politischen, sozialen und wirtschaftlichen stantinopel und ihrer Zentrale in Wien bzw. Prag. Es war der ungarische k.k. Hof­ Situation der Volker Si.idosteuropas befaBten, nati.irlich insbesondere mit Sieben­ und Staatsarchivar Anta! Gévay, der in den Jahren 1840- 1842 die Urkunden und bi.irgen, dem Angelpunkt der habsburgisch-osmanischen Antagonie. lm Rahmen Actenstiicke zur Geschichte der Verhiiltnisse zwischen Osterreich, Ungern und der dieses Quellenkomplexes ist die Finalrelation des jeweiligen Gesandten die Quelle P/o rte im 16. und 17. ]ahrhunderle herausgegeben hat. Als Gévay mit 49 Jahren mit dem hochsten Aussagewert, da sie politischen Erkundigungen des Gesandten starb, umfaBte seine in drei Banden veroffentlichte und bis heute unentbehrliche auf der Grundlage seiner lnstruktion kondensiert und reflektiert wiedergibt. Be­ Quellenedition lediglich den Zeitraum von 1527 bis 1541. Wir haben uns nun zur sondere Quellenkritik ist dabei jedoch angebracht, da manche Gesandte dazu Aufgabe gesetzt, in Regestenform die Arbeit von Gévay fi.ir das Zeitalter Si.ileymans neigten, MiBerfolge durch exkulpatorische Behauptungen zu verschleiern17• Dari.iber des Prachtigen, d.h. bis 1566, fo rtzusetzen. lm Haus-, Hof- und Staatsarchiv in hinaus ist anzumerken, daB diese Finalrelationen18 selten das informative und Wien befindet sich in der Abteilung Turcica und Hungarica der umfangreiche literarische Niveau der venezianischen relazioni erreichten. Briefwechsel zwischen den kaiserlichen Gesandten in Konstantinopel und den habs­ ' Zusammenfassend ist festzustellen, daB sowohl clie kaiserlichen Gesandtschafts­ burgischen Herrschern Ferdinand Karl V. und Maximilian II. Diese Quellen 1., berichte als auch die Relationen der kaiserlichen Gesandten eingehend AufschluB enthalten eine Fi.ille von Informationen i.iber das Osmanische Reich, die weit i.iber die engeren politischen Aufgaben des kaiserlichen Gesandten hinausreichen; aber auch fi.ir die bis heute nicht vollstandig erschlossenen Berichte der venezianischen " P. TOROK, l Ferdin and komtanrùuipolyi bf!k�targyalasai _1527- �547, Budapest J930; �- �ECK, Diplomalische Bezielumgen z11m Vorderm Orienl wrter Karl V, <

149 148 Les domments dplomatiqui es

ii ber die politische un d kulturelle Physiognomie Siidosteuropas i m 16. un d 17. Jahr­ Emil Palotas hundert bieten. Bei aller verdienstvollen Detailforschung solite aber vor allem die vergleichende Gesamtaussage dieser Quellen der Forschung zugiinglich gemacht OSTERREICHISCHE DIPLOMATISCHE QUELLEN ZUR BAL­ und gewertet werden. Denn wenn es noch eines Beweises bedarf, daB die KANPOLITIK DER HABSBURGERMONARCHIE IN DER Geschichte Siidosteuropas nicht eine Summe der heutigen Nationalhistoriographien ist, so verdeutlichen dies eindringlich die Gesandtschaftsberichte und Relationen ZWEITEN HÀLFTE DES 19. JAHRHUNDERT. der friihen Neuzeit.

Zur Zeit der Volientfaltung des Kleinstaatensystems auf dem Balkan in der zweiten Hiilfte des vergangenen Jahrhunderts spidte auf"Ser RuBland die Habsburger­ monarchie die aktivste Rolle unter den Grof"Smiichten. Dennoch wurde aus ihren diplomatischen Akten bisher unbegriindetermaBen wenig veroffentlicht. Von den auf"Senpolitischen Quellen der anderen «am meisten interessierten Seite», des zaristischen RuBland, wurde erheblich mehr bekannt, sei es in mehrbiindigen Serien oder in thematischen Sammlungen, Gelegenheitspublikationen (zu verschiedenen Jahrestagen). DaB die Wiener Archivbestiinde den Erforschern der internationalen Beziige der Balkangeschichte oder aber der inneren Entwicklungen in den einzelnen Balkanliindern reichhaltiges und vielfaltiges Quelienmaterial bieten, ist schon seit langem bekannt. Jene, die die Moglichkeit hatten, konnten die Wiener Dokumente auch bisher zur Bearbeitung ihrer Teilthemen erfolgreich benutzen. Unter den Abteilungen des Osterreichischen Staatsarchivs ist seit liingerer Zeit insbesondere das Politische Archiv des AuBenministeriums in Mode. Neuerdings hat sich die Aufmerksamkeit dem Kriegsarchiv zugewandt, das Einblick in das eigenartige Gebiet der politischen Willensbildung gewiihrt. Uns steht immer mehr Materia! zum Beweis der besonderen Rolie des Militiirressorts in der Bestimmung des auBen­ politischen Kurses der Donaumonarchie zur Verfiigung. AuBer ali dem ist die Administrative Registratur des Haus-, Hof-, und Staatsarchiv unverdientermaBen vernachliissigt und wenig populiir. Die letztere Abteilung kann ein iiuBerst reichhal­ tiges, bis jetzt alierdings nur wenig beachtetes Materia! zur Ergriindung der AuBen­ wirtschaftsbeziehungen bieten. Es gibt alierdings eine gliickliche Ausnahme, eine erst vor kurzem ver­ offentlichte Quelienausgabe in drei Banden, Akten zur Geschichte des Krimkriegs, herausgegeben von Winfried Baumgart (Miinchen, R Oldenbourg Verlag, Bd. . l. Bearb. v. Ana Maria Schop Soler, 1980; Bd. 2. Bearb. v. Werner Ziirrer, 1980; Bd. 3. Bearb. v. Winfried Baumgart, 1979). Diese umfangreiche Publikation (AGKK) erschlieBt dem jedem Band beigefiigten Vorwort des Herausgebers zufolge pronon­ ciert die Wiener Dokumente iiber die Beziehungen der GroBmiichte untereinander. Die Veroffentlichung erfolgt auf einem den modernen Anforderungen entsprechenden

150 151 Les documenls diplomaliques Emi/ Palottis

Niveau, die Auswahl enthalt die wichtigsten Schriftsti.icke und ist in der zum Zie! Feststellungen cles Vorwortes ersichtlich. Und dennoch: Wahrend Baumgart die gesetzten Beziehung als vollstandig zu bezeichnen. Die in den drei Banden ent­ realistische Vorsichtigkeit und Realpolitiker-Qualitaten der osterreichischen Staats­ haltenen 1300 Akten verraten selbstverstandlich vie! auch von den innerbalkanischen lenker unterstreicht, schlieBt er auch die Moglichkeit einer i.iber das begri.indete Bezi.igen, wiewohl diese auch nicht in den Mittelpunkt gestellt sind. Baumgart MaB hianunsgehenden Verallgemeinerung nicht aus. Wiewohl kaum feststellbar ist, warnt auch die Benutzer dieser Bande: jene, die sich fi.ir besondere Fragen inter­ daB die osterreichische Politik auch jemals in irgendeiner Periode die Abstinenz­ essieren, bleiben die «Nachforschungen in den Archiven trotz des Vorliegens der Politik in Balkanraum sich zu eigen gemacht batte; wenn sie in der Praxis eine Edition nicht erspart». In der Natur der Sache liegend wird in den Banden vor solche auch verfolgte, so doch nicht aus prinzipiellen Ùberlegungen. allem die Rolle der Donaufi.irstenti.imer herausgestellt, welche sie im Kalki.il der Baumgarts Argumentation, mit der er die Expansionsabsichten Osterreichs osterreichischen Politik spielten, dari.iber hinaus kommen die montenegrinischen leugnet, wird durch eine steife Gegeni.iberstellung abgeschwacht. Nach seiner und die serbischen Angelegenheiten gelegentlich zu Wort. AuBlegung muBten das Gefi.ihl cles Gefahrdetseins, das BewuBtsein der Schwache In den Einleitungen zu den einzelnen AGKK-Banden veroffentlichten die und das Ohnmachtigkeitsgefi.ihl bei der Wiener Fi.ihrung von vornherein imperia­ Redakteure der einzelnen Bande die Ergebnisse ihrer eigenen Forschungsarbeiten in listische Expansionsabsichten welcher Art auch immer ausschlieBen, sind doch gedrangter Form. Mit envas Ùberraschung stellt nun der Leser fest, daB sie auch letzter allein Kennzeichen eines «tatkraftigen Expansionsdranges». Bei Zi.irrer, der nach der mustergi.iltigen Quellenausgabe nach wie vor bei den bekannten und seit die Unmoglichkeit einer direkten und geraden territorialen Eroberung ebenfalls langem diskutierten Fragen venveilen; die Ansichten der drei Forscher trennen sich anerkennend die dennoch aktive und zielbewuBte Balkanpolitik Wiens anhand eines entlang der alten Feldlinien scharf; Zi.irrer vermutet bei Osterreich eine aktive konkreten Materials vorzufi.ihren vermochte, findet man eine abweichende, den Machtpolitik, bezweifelt das Vorhandensein der Expansionsabsichten nicht, Historismus besser zum Ausdruck bringende Auffassung vor. AuBenminister Buoi warhrend seine Kollegen einen von diesem abweichenden Standpunkt vertreten. und der Kaiser hatten es in der Tat nicht darauf abgesehen, die Balkanterritorien Der Herausgeber der Krimkriegs-Akten konzentriert seine Aufmerksamkeit einzuverleiben, um sie dann auch zu behalten: dennoch kann diese Zuri.ickhaltung vor allem auf die Beleuchtung der konsequenten Friedenspolitik Osterreichs, die nicht als Beweis fi.ir den Mangel an jedweder positiven Politik aufgefaBt werden. Darstellung ihrer Komponenten. Er ri.ickte die zuri.ickhaltende AuBenpolitik der Vieles spricht dafur, daB die aktive Politik und ein Programm zur Erkiimpfung einer Wiener Fi.ihrung im Krimkrieg in ein neues Licht, wobei er die friedenserhaltende Vormachtstellung in den benachbarten unter ti.irkischer Oberhoheit stehenden Funktion von Politik und Diplomatie bewuBt als Verdienst herausstrich und si.idlichen Provinien (und zwar in politischer wie auch in wirtschaftlicher Hinsicht) dadurch den Modellcharakter der positiven Folgen in den Mittelpunkt seiner Ùber­ selbst dann nicht von der Tagesordnung genommen wurde, als die direkte Eroberung legungen stellte. Uns interessiert jetzt nicht so sehr diese eigenartige «Krisenmana­ von Territorien nicht in Frage kommen konnte. gement» selbst eingedenk seiner ganzen Berechtigung nicht; uns interessiert Beim Ùberblick i.iberdie verschiedenen Perioden mag der Eindruck entstehen; vielmehr die Seite, die fi.ir die Balkanforschung fi.ir langere Zeit relevant ist und eine Besonderheit im vergangenen Jahrhundert verfolgten osterreichischen als der nicht einfach einer eigenartig gestalteten Lage, einer Zwangsbahn innewohnt. In Politik ware nun aufzufassen, daB selbst das fast nie schwinden wollende einer speziellen Abhandlung faBte der Herausgeber seine Ergebnisse thesenhaft in BewuBtsein der Schwache der Habsburger�onarchie den Expansionsdrang der vier Punkte zusammen, dort schreibt er: «Expansionsabsichten in Hinblick auf die Wiener Fi.ihrung nie ausmerzte, hochstens nur abschwachte, wahrend der Wunsch, angrenzenden ti.irkischen Gebiete haben zwar in Osterreich bestanden, wurden den eigenen EinfluBbereich auszuweiten, zu verstarken, stets auf der Oberflache jedoch von der politischen Fi.ihrungnicht geteilt, Sie waren auch mit den defensiven blieb. In solchen Situationen, wie beispielsweise in den schicksalschweren Jahren Grundsatzen der osterreichischen Friedenspolitik unvereinbar gewesen». (Die cles Krimkrieges stand zweifelsohne die Existenz der Donaumonarchie auf dem Spie!, Aktenedition zur Geschichte des Krimkriegs. Eine Zwischenbilanz auf Grund der wiewohl dieses Staatengebilde, solange es existierte, sich selbst nur als GroBmacht osterreichischen Akten, in Ostmitteleuropa. Berichte und Forschungen, Stuttgart 1981, vorzustellen vermochte, und dieses GroBmachtdasein begriff nati.irlichenveise S. 236). Der Zwangscharakter der osterreichischen Abstinenz-Politik, das enorme zumindest potentiell auch die Expansion in sich. Die standige Maxime der Wiener AusmaB und die vielseitig negativen Merkmale der Umstande sind zweifelsohne Fi.ihrung lautete: sie konne sich gegeni.iber ihren Rivalen nicht behaupten, sofern sie nicht allein aus den veroffentlichten Materialien selbst, sondern auch aus manchen ihre Interessensphare nicht ausweite. Es ist selbstverstandlich schon wieder eine

152 153 Les dommenls diplomaliques Emi/ Palotas

andere Frage, da� Absicht und Realisierung voneinander oft weit emfernt waren. EinfluBnahme, wi ewohl er darunter allein versteht, daE der Monarch die im Die Ambivalenz zwischen Wunsch und Moglichkeit ist in der osterrreichischen Zusammenhang mit der Losung der internationalen Krise in Kreisen des Militars Politik ein dauerhaftes Phanomen. An dieser Stelle sollte auch auf die eigenartige aufgetauchten in der Tat irrealen und dilettantistischen Piane nicht beherzigte. Kehrseite cles Problems verwiesen werden: in den siidlichen Nachbarstaaten wurde Die Rolle des Milirarressorts war selbstverstandlich damit noch nicht erschopft. damals ebenso wie heute der Expansionsdrang - allein schon seine Verkiindung Die Bearbeiter der beiden anderen Bande schlie�en diesen Einflu� auch nicht in der Wiener Presse - als Realitat aufgefa�t, obwohl Drang und dessen Realisier­ so kategorisch aus, und verwenden ihre Aufmerksamkeit eher auf die konkrete barkeit selbst in optimalen Fallen nicht vollstandig zusammenfielen. Durchsetzung, auf die Darstellung der Grenzen dieses Einflusses, und anscheinend Durch die Veroffentlichung von Akten riickte auch ein anderes wichtiges Pro­ tun sie dies auch zu Recht, Einschlagige Beispiele: Gerade die Worte der Militars blem, der politische EntschlieBungsmechanismus in Wien in den Vordergrund, was fielen im Gegensatz zu Buoi bei der Festlegung der Haltung gegeniiber Montenegro ebenfalls eine uber eine enger genommene Periode des Krimkriegs hinausweisende bzw. bei der Ablehnung der Besetzung Serbiens starker ins Gewicht. Bedeutung hat. Die Herausgeber aUer drei Bande fanden sich mit diesem Problem Wenn auch Baumgart in der Frage, da� der Monarch die Vorstellungen der konfromiert und sie alle drei gelangten anhand des reichhaltigen Aktenmaterials zu Militars in den Jahren des Krimkriegs gerade wegen ihrer Irrealitat nicht beherzigen der eindeutigen SchluBfolgerung, da� der Au�enminister zwar als Hauptarchitekt durfte, vollig Recht behalt, lohm es sich dennoch darauf zu achten, mit welche auf­ der auBenpolitischen EntschlieBungen galt - in der Berichtsperiode war es Buoi -, fallender Bestandigkeit die Militars gegeniiber dem Kaiser und dem jeweiligen wachte der Monarch dennoch eifersiichtig iiber seine kaiserlichen Prarogativen, AuBenminister ihre ambitiosen Piane wiederholten, welch starken EinfluB sie auf somit lagen die definitiven EntschlieBungen nach wie vor in seinen Handen. In den au�enpolitischen Kurs nehmen wollten. Doch Traumer unter den Generalen einzelnen, bei der Aktenveroffentlichung umersuchten konkreten Fiillen bereitete gab es nicht allein in den Kriegsjahren 1854-1855. Ein halbes Jahrhundert spater haufig Schwierigkeiten, daB aktenkundliche Belege fi.ir die direkte Vorgeschichte und nach einschneidenden Wandlungen am Vorabend eines mit Ru�land abzu­ der definitiven Entscheidungen nicht vorhanden sind: Au�enminister und Kaiser schlie�enden Vertrages 1897 riickte Generalstabschef Beck mit einer nicht minder einigten sich haufig miindlich. Weitere komplizierende Faktoren sind dariiber illusorischen Konzeption heraus, mit einem Pian fur die Aufteilung der Inter­ hinaus die gelegentlichen Sonderberatungen der vom Kaiser geladenen Teilnehmer essenspharen der auf dem uberwiegenden Teil des Balkan Òsterreich die tatsachliche (Minister und Militars), was selbst kein Emschlie�ungsforum war, sondern lediglich Macht und den Einflu� unter fo rmeller Wahrung der Selbstandigkeit der Balkan­ ein diese vorbereitender Akt, wo divergierende, eventuell kontroverse Ansichten staaten garamiert batte (Dariiber ausfiihrlich: E. Palotas, A. Balkan-Kérdés az osr­ vorgetragen wurden, ohne da� der Kaiser sein letzes Wort gesprochen hatte. In trak-magyat és az orosz diplomaciaban, Budapest 1972, S. 219-222). diesem Zusamnenhang darf man die im Ergebnis des Vorwortes vorgetragene Zu einer wissenschaftlich anspruchsvollen Darstellung der Balkanpolitik der These, daB das entscheidende Wort immer der Kaiser sprach, lediglich als Bestatigung Habsburgermonarchie im letzten Jahrzehnt trug vielleicht gerade eine eingehende, einer alten Wahrheit hetrachten. Noch mehr, man weill auch, daB dieser Zustand f gestiitzte Untersuchung der Rolle des Militarressorts am au neue Quellenhasis nicht allein eine Besonderheit des autokraten Kaiser-Staates ist, zumal sich die Lage effektivsten bei. Fruher wurde die besondere Rolle der Militars in publizistisch auch nach 1867 nicht vie! anderte, der Herrscher sah die Au�enpolitik auch in der motivierten Arbeiten ebenso haufig erwahnt. wie in den soliden Monographien der konstitutionellen Ara als seine eigene Domane an. Deswegen galt es als eine echte Geschichtsliteratur. Doch sie alle gingen meistens kaum ii ber Mutma�ungen hinaus. groBe Aufgabe zu klaren, wer von den Beratern des Herrschers Einflu� hatte und Der wahre Druchbruch kam erst nach 1974, nachdem H. Lutz das Protokoll der wessen Einflu� maBgebend war. Die differenzierte Beleuchtung der Rolle der militarpolitischen Beratungen von 1872 veroffentlichte. Diese Konferenz stellte das verschiedenen Elemente der «Kamarilla» bleibt die ganze Zeit des Dualismus Verhiiltnis zwischen dem neuen Au�enminister Andrassy und den fuhrenden Mili­ hindurch relevam. tars auf eine neue Grundlage, wobei den letzeren in Angelegenheiten des diploma­ Ein vom EntschlieBungsmechanismus umrennbares weiteres Problem ist tischen Ressorts eine Art vertrauliches Mitspracherecht garantierte. Die weiteren die Rolle der Militars in der Gestaltung der Au�enpolitik. Angesichts der Kriegs­ Forschungen beleuchteten dann, da� im Zusammenhang mit der Orientkrise der periode bietet sich dieses Thema mit offenkundiger Naturlichkeit an. In dieser 70er Jahre eine ganze Reihe geheimer Beratungen in Wien stattfand, wo unter Teil­ Hinsicht zeigt sich Baumgart am resolutesten, er leugnet eindeutig ihre substantielle nahme des Monarchen, des Au�enministers und fiihrender Militars die eminent

154 155 Les domments diplomatiques Emi/ Palottis wichtigen auBenpolitischen Probleme der Habsburgermonarchie mit militarischen die Militarfi.ihrung bei drei verschiedenen Anlassen zu der Auffassung, daB die Bezugen erortert wurden; das Ergebnis der Beratungen muBte der AuBenminister auBeren Umstande eine direkte lntervention gegen den serbischen Staat erforderlich als Richtschnur nehmen. Die anlaBiich des Zentenariums der groBen Orientkrise maéhen konnten. Den ersten AnlaB gab der Aufstand in der Herzegowina. Wiewohl erschienen Forschungsberichte, die sich auf die erhalten gebliebenen reichhaltigen die Monarchie ein Jahr zuvor Konig Milan mit einem politischen Geheimvertrag an Dokumente der Abteilung Kriegsarchiv im Wiener Staatsarchiv sti.itzten, bereicher­ sich kettete, war man sich in der osterreichischen Metropole wegen des Ausbruchs ten das bis dahin vorhandene und fast ausschlieBiich auf die Beschreibung diplo­ eines weiteren Krieges auf dem Balkan besorgt, zu dessen Herd das Konigreich mauscher_ Schachzuge beschrankte Gesamtbild um eine neue Dimension (Abhand­ Serbien werden konnte; deswegen erarbeitete man konkrete PJane zur schnellen lu gen von Di6szegi, Haselsteiner und Suppan). Als die Untersuchungen der Tatig­ � Besetzung cles Landes. Die Militarfi.ihrung piante ahnlicherweise eine osterreichische keit der Armeefi.ihrung auch auf diese abschlieBende Phase der Krise, auf die Dar­ Okkupation auch im Dezember 1885, als die Serben im serbisch-buJgarischen Krieg stellung der Durchfi.ihrung der Beschli.isse des Berliner Kongresses ausgedehnt wur­ unerwartet eine schwere Niederlage erlitten und eine innenpolitische Krise drohte. den, war dann ein weiterer Forschritt zu verzeichnen. Wahrend die Diskrepanz vor Damals wurde zur Eliminierung der letzteren etwa als Ultima Ratio eine notigenfalls 1878 zwischen dem wachsenden Appetir der Militars und deren nach sofortiger gewaltsame Besetzung des Konigreiches in Erwagung gezogen. Die letzten derartigen Handlung verlangendem Verhalten sowie dem vorsichtigen Lavieren eines zur Vorbereitungen wurden im Fri.ihjahr 1894 im engen Zusammenhang mit der damals Abrechnung mit den inneren und auBeren unvorteilhaften Gegebenheiten der eingetretenen Dynastiekrise getroffen. Diese angeflihrten AnJasse fi.ihrten zwarnicht Monarchie gezwungenen AuBenministers bestand, so lieB in der Zeit nach dem zur tatsachlichen militarischen Aktivitaten Osterreichs, wenngleich die sorgfaltige KongreB die bis dahin ungebrochene Eskalation des Expansionsdranges der Mili­ Vorbereitung dieser Piane selbst und deren Billigung durch den Kaiser als ein tars �rplotz ich nach, zwangen doch die Erfahrungen des unvermittelt auf groBe _ � ziemlich charakteristischer Beitrag der Vielfalrigkeit der osterreichisch-ungarischen S hwieng eIten gestoBenen Okkupationsfeldzuges in Bosnien die Armeefuhrung zu � � . Politik zu werten ist. emer realistlschen und schnellen Uberpri.ifung der fruheren ambitiosen Absichten Unter den umfangreicheren diplomatischen Akten Osterreichs wurden bislang was zu einem eigenartigen Rollentausch zwischen den Lenkern des militarische � die Sondersammlungen wirtschaftspolitischer Natur am wenigsten erforscht, die im u d de diplo atischen Ressorts fuhrte (Palotas, in «Annales Universitatis Budape­ � � � Wiener Staatsarchiv unter der Bezeichnung «Administrative Registratur» gesondert sumensis, Secuo Historica», tom. XXI, neuerdings die Wiener Dissertation von aufbewahrt sind. Diese Sektion ist nicht nur weniger bekannt, sondern auch am Kos). wenigsten geordnet. Hier stoBt der Forscher wegen Mangel an modernen und Mit Bestimmtheit laBt sich behaupten, daB die sehr reichhaltigen Materialien ausfi.ihrlichen Archivbehelfen auf groBere Schwierigkeiten. Den lnter­ des von den Forschern neuerdings stark frequentierten Kriegsarchivs den Er­ essenten hilft nur eine einzige allgemeine Beschreibung (Mitteilungen des Osterreichi­ f rschern der Balkangeschichte noch zahlreiche andere interessante Neuigkeiten � schen Staatsarchivs, Bd. 30, 32, 33) sicht zurechtzufinden. Nachdem in der Balkan­ b1eten. Nur andeutungsweise soll beispielsweise die Haltung des osterreichischen polirik der Habsburgermonarchie mit dcm Vorschreiten des 19. Jahrhunderts die Generalstabes bei der internationalen Krise von 1880 erwahnt werden, die um die AuBenwirtschaftsbeziehungen immer groBere Rolle spielten, liegt die besondere Festlegung der neuen Grenzen Montenegros ausbrach. Der von den GroBmachten Bedeutung der die diesbezi.igliche diplomatische Tatigkeit dokumentierenden Quel­ eplante nur schwerlich unter Dach und Fach gebrachte KompromiB erweis sich � leo auf der Hand. Dennoch scheint die Beschaftigung mit ihnen nicht popular. Den mfolge des albanisch-turkischen Widerstandes als undurchfuhrbar, und die ent­ speziellen Charakter der AuBenwirtschaftsverhaltnisse zeigt i.ibrigens auch schon srandene L e wurd in Wien aJs uberaus gefahrlich beurteilt. Deswegen bereitete �� � der Umstand, daB im Gegensatz zu den Aktivitaten rein politischer Natur, die vom d1e_ Mi11tar_ _ __ fuhrung em auBerst riskantes Unternehmen vor: sie erarbeitete den Pian AuBenministerium monopolisiert waren, auf diesem Gebiet auch mit dem Mitspra­ einer in Albanien zu realisierenden direkten osterreichisch-ungarischen militari­ cherecht der Fachministerien gerechnet werden muBte. Der nach auBen zu vertre­ schen lntervention, um die Albanen durch die Eroberung von Skutari zum Ge­ tende osterreichische Standpunkt konnte in allen wirtschaftspolitischen Fragen horsam zu zwingen Oder ein anderes, durch sein Extrem auffallendes Beispiel aus . allein Ergebnis vorheriger Unterredungen zwischen den Fachressorts und dem Ball­ demselben Kre1s:_ Die Piane des Wiener Generalstabes fi.ir die militarische Be­ hausplatz sein, was in der Praxis das Vetorecht der ersteren involvierte. Noch kom­ setzung Serbiens «im Falle einer Komplikation». Im Zeitraum 1882-1894 gelangte plizierter wurde dieser innere Mechanismus nach der Entstehung des Dualismus,

156 157 Les dommenls dtplomallques Emtl Palottis

zumal sich das Au�enministerium im Sinne der Gesetze von 1867 der Au�enwirt­ tenkommission im Interesse der Ausarbeitung einer allgemeinen Donauschiffahrt­ schaftsbeziehungen von da an allein durch die Billigung der beiden Landes regierungen sakte liefen. Aus diesen ist ersichtlich, da� Wiens anfanglicher zuvorkommender annehmen durfte. Die Interessen der beiden Reichshalften hingegen gingen haufig Standpunkt in bezug auf den Sratus dieser Verrreter innerhalb des Ausschusses stark auseinander, deswegen konnte der au�enwirtschaftspolitische Kurs nur nach mehrfach modifiziert wurde, bis es schlie�lich wegen der Nichranerkennung der sehr langwierigen Vorarbeiten und nach inneren Auseinandersetzungen konkrete Gleichberechtigung zu einem Konflikt kam. Lang dauerte auch ein anderer Streit und feste Gestalt annehmen. mit den Westmiichren, in dessen Verlauf die Wiener Regierung bestrebt war, unter Um die Rolle der Materialien der Administrativen Registratur vor Augen Anwendung diplomatischer Mitre! die fur sie selbst nachteiligen Stipulationen des zu fuhren, seinen einige Problemkreise herausgegriffen, wo dieses Thema ohne Kenntnis Pariser Vertrages zu sabotieren und letzendlich als das Selbstbestimmungsrechr der inneren Komponenten der osterreichisch-ungarischen Politik schwerlich uber ihre eigenen Gewasser wiederzuerlangen. adaquat beurteilt werden kann. Dazu gehort die in der Fachliteratur immer wieder Wahrend die Europaische Donaukommission zu einer dauerhaften Ein­ aufgegriffene Frage der volkerrechtlichen Regelung der internationalen Donau­ richtung wurde, wurden in Wiener Regierungskreisen Diskussionen dari.iber gefi.ihrt, schiffahrt. Nachdem die das osterreichische Kapital reprasentierende Erste Donau­ was wohl eher im Interesse Osterreichs sti.inde. Eine eventuelle Reakrivierung der Dampfschiffahrts-Gesellschaft mit der Verbreitung der Dampfschiffahrt çlen Handels­ Uferstaatenkommission oder die Favorisierung der Europaischen Kommission. Aus verkehr am Mittel- und Unterlauf der Donau formlich monopolisierte, beri.ihrte der der Sicht der osterreichischen Interessen schien immer mehr die letztere Alternative Donau-Schiffsverkehr als Wirtschaftsproblem (wiewohl von jeweils anderer Seite) vorreilhaft. die Regierungen Osterreichs und der anderen Uferstaaten aus nachster Nahe. Zur In der Donau-Politik begann 1878 eine neue Etappe. Nach dem Praliminar­ Erschlie�ung der Tatigkeit der DDSG, zur Untersuchung der Gestaltung der Han­ frieden von San Stefano !oste die Nachrichr uber einen in den Vordergrund geruckten delsschiffa hrt bieten die Konsularberichte des Archivs des Wiener Au�en­ neuen Gro�machrekongre� eine innere Diskussion uber die wirtschaftspolitischen ministeriums reichhaltiges Materia!, das zum Teil bereits aufgearbeitet wurde, Ziele, die die Doppelmonarchie auf dem Kongre� erreichen solite. Als Teil des am zuletzt in den Arbeiten von Prof. W. Paskalewa. \'{feniger gi.instig ist es um den Ballhausplatz ausgearbeiten Paketplanes wurden auch konkrete Forderungen in Fragenkomplex der volkerrechtlichen Regelung besrellt, wiewohl die gro�e Rolle bezug auf die Donau formuliert, die das uneingeschrankte Selbstbestimmungsrecht des letzteren auch in der ersten Halfre der achtziger Jahre bekannt ist; der politisch­ der Uferstaaten im ganzen Donauabschnitt oberhalb des Eisernen Tores als diplomatische Kampf fur die Anerkennung und sodann die Durchsetzung der aufrechtzuerhaltende einschiitzten, gleichzeitig aber die osterreichischungarischen imernationalen Souveranitat bilden einen imergrierenden Besrandteil der rumanischen Interessen am Unterlauf der Donau weitgehend beri.icksichtigten. So sah der Pian bzw. der bulgarischen Geschichte. Das Donau-Problem kann aber auf eine langere die Erstreckung des von der EDK fur die Mi.indung eingefuhrten Schiffahrtsregimes Geschichte zuruckblicken und bildete ein ziemlich komplexes Phanomen. auch auf den umfangreicheren Donauabschnitt zwischen Eisernem Tor und Galatz Die internationale Donau-Regelung bedeutete im Zeitrau111 1853-1878 die vor; zur wurde eine Organisation kreiert, die auch die nicht unmittelbaren fi.ir Aufsichr osterreichische Regierung ein qualirariv anderes Problem als nach dem Berliner Uferstaaten angemessen berucksichtigte. Dieser Punkt des Planes des Au�en­ Kongre�. Es ist seit langerer Zeit bekannt, und das wird auch von den AGKK­ ministeriums !oste eine innenpolitische Debatte aus, nachdem der osterreichische Akten bestatigt, da� Wien die Donau-Vorschriften des Pariser Vertrages, haupt­ Handelsminister vorgeschlagen hatte, ùie Ùberwachung der Strecke Eisernes Tor-­ siichlich die von den Westmiichten geforderte Ausdehnung der freien Schiffahrt Galatz nicht ausschlie�lich den Uferstaaten zu uberrragen, sondern die Doppel­ auch auf den Oberlauf des Stromes nur aus Zwang auf sich nahm. Das Hauptziel monarchie solite sich daran ebenfalls direkt beteiligen. . in den zwei Jahrzehnten nach 1856 war die Abwendung der moglichen negativen Die inneren Auseinandersetzungen dauerten auch nach dem Berliner Kongre� Folgen dieses Zugestandnisses. Eine Kommission der Uferstaaten ware nach der an, und deren Ausgang bestimmte auch die seit 1879 betriebene vollig neuartige anfiinglichen Vorstellung \Xf iens gezwungen gewesen, die Donaufragen unter Donau-Politik Osterreich-Ungarns. Baute die Wiener Diplomatie in der fruheren Ausschlu� der Westmiichte zu behandeln, Fur uns sind die Akten der Administra­ Periode in ihrer Strategie auf den Grundsatzen der Defensive auf, so sah man sich tive Registratur uber Wiens Haltung in bezug auf die Teilnahme der drei Donau jetzt am Ballhausplatz (ganz und gar nicht freiwillig) zu einer grundlegenden Ober­ Fi.irstenti.imer an den Arbeiten von Bedeutung, die unter der Agide der Uferstaa- prufung gezwungen. Den Auftakt zu dieser Wende bedeutete jener Vorschlag des

158 159 Les documents diplomatiques Emi/ Palotas

6sterreichischen Handelsministers, den er in Zusammenhang mit der inneren Vor­ flu�ten selbstverstandlich auch militarisch-strategische Oberlegungen. Der Bau der bereitung der Durchfuhrung der die Donau betreffenden Artikel cles Berliner Ver­ Transbalkanmagistrale ging beinahe parallel zum Ausbau des inneren Hauptlinien­ trages unterbreitete. Die Doppelmonarchie verlegte nunmehr den Schwerpunkt netzes der Monarchie voran, und bildete et\va deren Verlangerung in sudlicher, ihrer Interessen auf die Strecke unterhalb cles Eisernen Tores, wobei eine offen sudostlicher Richtung. Die so aufgetauchten Probleme erschienen teilweise gleich­ hegemonistische Vorstellung skizziert wurde. falls als Fortsetzung der inneren bahnpolitischen Auseinandersetzungen und Jenen Umstand ausnutzend, da� Artikel 55 cles Berliner Vertrages uber die Widerspruche. Gleich bei der Entscheidung der Ausgangsfrage: in welcher Richtung Durchfuhrung der neuen auf diesen Abschnitt geplanten Regelungen und uber die diese Hauptlinie verlaufen soll, nach Bosnien oder Serbien, eventuell nach Rumanien, O berwachung der Durchfuhrung nicht verfugte, hatte der Minister der Monarchie stie� man auf gro�e Schwierigkeiten. Anfangs wurde eine Trassenfuhrung iiber zu einem besonderen Einflu� auf dem Flu�abschnitt unterhalb ihrer Grenzen ver­ Rumanien bevorzugt, jedoch geriet die Frage bis zur Mitre der 60er Jahre nicht helfen mogen. Ihm durfte wohl die priviligierte Lage der Europaischen Kommis­ uber das Planungsstadium hinaus. Bei der Entstehung cles Dualismus erkundigte sion, das Beispiel cles Mundungsgebietes vorgeschwebt haben, der Unterschied sich das Au�enministerium nach den Absichten der Kabinette in Budapest und in durfte hochstens darin bestanden haben, da� er auf der Strecke Eisernes Tor - Zisleithanien. Zu dieser Zeit ruckte die Trassenfuhrung Belgrad-Nis-Saloniki in den O Galatz statt eines kollektiven Gremiums allein sterreich-Ungarn Sonderrechte Vordergrund. Unterdessen nahmen die Hohe Pforte und die Gruppe Hirsch Ver­ eingeraumt hatte. Der 6sterreichische Minister wollte die Ausubung bestimmter handlungen auf und im Sinne ihrer Obereinkunft ware die kunftige Magistrale uber Funktionen wahrend der Regelung anstelle der Uferstaaten dem sog. Donauinspektorat Bosnien bis zur Save, verlaufen. Die Abzweigung uber Serbien nach Ungarn blieb ubertragen. Dieses Institut ware dazu berufen gewesen, die Einhaltung der in der Schwebe, wiewohl prinzipiell auch diese Moglichkeit gegeben war. In bezug Regeln zu uberwachen und die Versto�e zu ahnden. Dem Inspektorat hatte auch auf die Trassenfuhrung uber Bosnien blieb gleichfalls ein wichtiges Detail offen: wo die Habsburgermonarchie angehort. Ihr Vertreter hatte sogar den Posten cles soll der Anschlu� uber die Save an die ungarisch-osterreichischen Bahnen gebaut Vorsitzenden ubernommen und bei Stimmengleichheit seine Stimme den Ausschlag werden. Zu dieser Zeit kam Brod in Betracht, die ungarische Regierung war gegeben. jedoch dagegen. Das Kabinett in Budapest bat gleichzeitig aber um eine vertragsma6ig O . ber die Vorstellungen cles 6sterreichischen Handelsministers wurden 1878-79 Festlegung des gleichzeitigen Baus der Linien in Bosnien und Serbien. Der langwierige Diskussionen zwischen den betroffen Wiener und Budapester Regie­ damalige Au�enminister Beust trat fur einen Anschlu� der Transbalkanbahn an das rungsstellen gefuhrt. Diese lehrreiche innere Diskussion endete damit, da6 die beiden osterreichische Netz durch die Umgehung Ungarns ein. Das im Zusammenhang mit Landesregierungen ihren Willen dem lange widerspenstigen Au�enministerium den Eisenbahnlinien in Bosnien und Serbien stehende Spaltung innerhalb der oktroyierten. Das ist die unmittelbare Vorgeschichte zur Entstehung cles sog. avant Habsburgermonarchie wurde durch die Rivalitat der sich um die Baurechte und die projet, wodurch die Frage der Regelung der Strecke zwischen Eisernen Tor und spateren Betriebsrechte bewerbenden internationalen Bankgruppen nur noch Galatz fUr laugt: Jahre zu einem neuralgischen Problem in den Beziehungen verstarkt. Das einschlagige Kapitel cles internationalen Eisenbahnbaus zeigt ein zwischen der Habsburgermonarchie und deren kleinen Nachbarstaaten im Suden buntes Gemisch von einander kreuzenden Bestrebungen der Regierungen und wurde. In der Administrativen Registratur sind auch die Dokumente aufgewahrt, Geldinstitute. Die reichhaltigen Eisenbahnbaufonds der Administrativen Registratur die bisher unbekannte Seiten dieses Kampfes beleuchten. Daselbst finden sich auch bieten ein bisher wenig bearbeitetes diplomatisches Quellenmaterial zur wahrheits- reichhaltige diplomatische Quellenmaterialien zur wahrhaft historischen Dar­ getreuen Darstellung der vielfaltigen Antagonismen. . stellung von anderen Problemen wirtschaftlicher Natur. Dazu gehort die langjahrige So darf beispielweise die Geschichte der direkten Verhandlungen zwtschen Geschichte der Errichtung einer transbalkanischen Eisenbahn-Hauptlinie. dem Budapester Kabinett und der serbischen Regierung uber die Eisenbahnfrage in Die Herstellung einer direkten Eisenbahnverbindung uber die ganze Halbinsel den 70er Jahren unbedingt auf Interesse rechnen. Wahrend die bosnische aufgrund bis nach Konstantinopel, eventuell bis nach Saloniki als Aufgabe stand schon seit der alten Vereinbarungen noch als Hauptlinie galt, wiewohl Hirsch auf deren Bau den 50er Jahren auf der Tagesordnung, die Realisierung der Idee indes nahm wegen bereits verzichtete und deswegen das Au�enministerium in Wien neue Verhand­ der aufgetauchten vielfatigen Schwierigkeiten au�erst lange Zeit in Anspruch. lungen mit der Hohen Pforte uber deren Realisierung auf eine andere Weise O sterreich war am Bau politisch wie wirtschaftlich interessiert; seine Haltung beein- einleitete, trat die ungarische Regierung mit Belgrad in Verbindung, um ein

160 161 Les documenls diplomatiques Emi/ Palotas

zweiseitiges Eisenbahnabkommen zu schlieBen, mir dem eine vertragliche GrundJage Sonderbehandlung Serbiens spiegeln sich weder in den Dokumenten der handels­ fiir den Bau einer im Moravatal in Richtung Saloniki fuhrenden Bahn geschaffen politischen Korrespondenz, noch in der Analyse des staristischen Materials einer werden solite. Dieses Kapitel der Eisenbahngeschichte verdient auch gleich in langeren Periode wider. Eine lates groBes Problem ist der 1886 ausgebrochene mehrerer Hinsicht Beachtung. Einserseits liefert es weitere Beitrage zur ErschlieBung Zollkrieg mir Rumanien. Eine objektive Beleuchtung der auslosenden Momente und des bereits oben erwahnten eigenartigen inneren Funktionsmechanismus des aller Umstande, steht allerdings immer noch aus, ungeachtet dessen, daB eine dualistischen Staarensystems. Die Verharndlungen mit Belgrad wurden namlich Dissertation in Wien auf die einschlagigen osterreichischen diplomarischen Akten nicht vom gemeinsamen AuBenminisrerium, sondern von einer der Landesregierungen bereits Bezug nahm (U. Bindreiter, Die diplomatischen und wirtschaftlichen Be­ selbsrandig gefuhrt. So bot sich der ungarischen Regierung auch die Moglichkeit, ziebungen zw. Osterreich-Ungarn und Rumiinien 1875-88, W. 1976). ihre eigenen engeren Interessen durchzusetzen und den Anspruch der Regierung Die bis dahin zugunsten Osterreichs voreingenommene osterreichische Zisleithaniens, das heillt der anderen Reichshalfre auf Mitspracherecht abzuwehren. wirtschafrsgeschichrliche Literatur wurde durch die Autoren dahingehend zurecht­ Andererseits verhandelre Budapest mit Vertretern des serbischen Vasallenstaates geriickt, daB sie dem Standpunkt der wegen Voreingenommenheit mit einem unter AusschluB der suzeranen Macht, der Ti.irkei, was der Untersti.itzung des Ver­ anderen Vorzeichen kritisierbaren rumanischen Experten auch dann zustimmte, 1 selbstandigungsprozesses Serbiens ohne Ri.icksicht auf die offizielle Doktrin wenn eine unparteiische und wissenschafrliche Analyse angebracht gewesen ware. der Habsburgermonarchie iiber die Wahrung der Integritat der Ti.irkei gleichzusetzen Die groBte Schwierigkeir in dieser Beziehung bereitet allgemein gesprochen war: DaB man auch am Ballhausplatz bewuBt zu dieser Ambivalenz stand, beweist die Trennung der tatsachlichen Wirtschaftsbeziehungen von den auf diese hinein­ die diplomatische Korrespondenz zwischen Wien und der Hohen Pforte nach einer projizierten, die fachliterarische Beleuchtung stark verfiirbenden auBerhalb der tiirkischen Protestnote wegen der ungarisch-serbischen Verhandlungen. Die nach Wirtschafrssphare stehenden sonstigen Motiven. dem Berliner KongreB gefuhrten Verhandlungen i.iber die genaue Regelung der Fi.ir die Erforschung der Handelsvertrage wie auch in den bereits erwahnten tatsachlichen Errichtung der Bahnlinie bilden ein beachtenswertes, jedoch kaum zwei anderen Themenkreisen bieten die Dokumente des Archivs des Wiener bekanntes Kapitel der Eisenbahngeschichte. Diese sog. Viererkommission oder AuBenministeriums eine schwer ersetzbare Quelle. Ihre Benutzung kann unser Viererkonferenz gab den Rahmen fur die jahrelangen Verhandlungen zum bisheriges Bild von den Beziehungen Osterreichs zu den Balkanstaaten vervoll­ Zustandekommen der definitiven Vertrage i.iber den Bau der Orientbahn ab. standigen. Sich allein auf diese zu sti.itzen, bi.irge jedoch eine ebenso groBe Gefahr Die diplomatischen Akten der strenger genommenen handelspolitischen Ver­ in sich, wie sie ganz auBer acht zu lassen. handlungen sind gleichfalls in der Administrativen Registratur im Wiener Staats­ archiv aufbewahrt. Die Handelsbeziehungen Osterreichs zu den Balkanstaaten er­ fuhren im vergangenen Jahrhundert qualitativ mehrfach Veranderungen. So einen groBen Wendepunkt bildet der Zeitraum unmittelbar vor und nach dem Berliner Kongre8. Ich versuchte bereits in einer besonderen AbhandJung das seinerzeit laufende gro& Tauziehen um die handelspolitische Strategie der Monarchie und deren Folgen sowohl fur Osterreich-Ungarns als auch fur die einzelnen Balkanstaaten gerade aufgrund der diplomatischen Akten im Haus-, Hof- und Staatsarchiv darzustellen (Zie/e und geschichtliche Realitiit, Budapest 1980). Die Akten der Administrariven Regisrratur sowie die anderen Materialen der inneren Verhandlungen zwischen den beiden Landesregierungen konnten jene Einseitigkeiten abstreifen helfen, welche bis heute auch in der Fachliteratur anzutreffen sind. Man konnte z.B. in der Untersuchung des ersten Handelsvertrages mit Serbien (1881) weiter vorangehen. Die fi.ir Serbien angeblich verhangnisvollen Auswirkungen des ganzen Vertragswerkes bzw. der als «Begi.insrigung im Grenzverkehr» bekannten

162 163 Arben Puto, Thoma Murzaku

ACQUIS ET PERSPECTIVES DES ARCHIVES EN ALBANIE

L'histoire millénaire du peuple albanais est illustrée de documents multiples et variés reflétant son activité et ses efforts pour le progrés sociaJ et économique, poli­ tique et culturel. Cependant, cette longue existence n'est pas réflétée dans la mesure correspondante dans les documents albanais conservés dans les archives du pays et cela à cause des destructions et pillages commis par de nombreux evahisseurs qui ont deferlé sur l'Albanie ou l'ont dominée pendant des siècles. Meme après la création de l'Etat albanais indépendant en novembre 1912, le peuple albanais, à cause des nouvelles invasions dont il fut l'objet durant les Guer­ res balkaniques (1912-1913) et la 1h• Guerre Mondiale (1914-1918), n'a pas pu entamer sa vie normale. Moins de vingt ans après la proclamation de son indépendance l'Albanie eut à subir l'occupation nazifasciste pendant la 2''"" Guerre Mondiale (1939-1944). Dans ces conditions, à coté des graves conséquences de cet état de choses dans les domaines politique, économique et culturel, le travail de conservation des docu­ ments reflétant l'histoire de la nation albanaise fut lourdement affecté. Les Archives Centrales d'Etat de la République Populaire Socialiste d'Albanie naissent en 1949 quasiment sans aucun legs du passé. Mais à la suite d'un travail assidu et systématique, dans ces Archives ont été rassemblés et sont actuellement conservés des documents importants non seulement pour l'histoire et la culture albanaises, mais aussi, sous certains aspects, pour la civilisation balkanique et meme mondiale, comme par exemple la série des Codes, des manuscrits de l'époque byzantine, qui commencent au VI• siècle et vont jusqu'au XIV• siècle, des statuts et codes des corporations d'artisans des XVJ• et xvrre siècles comme celui des cor­ porations des tanneurs, !eque! est un document normatif artisanal des plus anciens dans les Balkans, des imprimés de l'Académie de Voskopoja de la première moitié du siècle; y sont aussi conservés des manuscrits originaux des fondateurs et xvnr· des principaux chefs du mouvement des Jeunes tures en Turquie comme Abdulla Xhevdet e Isak Syqyti etc. Le Fonds principaJ des Archives albanaises comprend naturellement des docu­ ments appartenant à la période de la Renaissance Nationale (XIX• siècle - début du

165 Les doct1ments diplomatiques Arben Puto, Thoma Mun.aku

xx· ), créés par les penseurs et combattants albanais de la liberté, qui se mirent à sion suivante: malgré les résultats obtenus jusqu'ici dans l'organisation et l'utilisa­ la rete de leur peuple pour éveiller sa conscience nationale, pour le libérer du joug tion cles Archives albanaises, leur enrichissement ultérieur à travers cles recherches ottoman et créer I'Etat albanais indépendant. dans les Archives étrangères, demeure, en ce qui les concerne, un objectif trés A ces documents s'en ajoutent d'autres importants qui illustrent des étapes importane. marquantes de l'histoire albanaise, mémorandums, protestations et appels pour la est à relever qu'un nombre considérable de documents diplomatiques ayant n défense des droits des Albanais et de leurs territoires, décisions de la Ligue Alba­ trait à l'histoire surtout moderne de I'Aibanie se trouvent déjà sous fo rme de pho­ naise de Prizren, du Congrès de Monastir et d'Eibasan, I'Acte de la Proclamation tocopies ou de microfilms dans les Archives de notre pays, aussi bien dans les de I'Indépendance à Vlora le 28 Novembre 1912, les décisions du Congrès de Archives de I'Institut d'Histoire près l'Académie cles Sciences que dans les Archives Lushnja en 1920, etc .. Centrales d'Etat à Tirana. Parmi ce grand nombre de documents, les documents diplomatiques occupent La plupart de ces photocopies proviennent ou bien des Archives de Vienne ou encore une petite piace. Les premiers co'incident avec le commencement de la vie bien de celles de Paris. Sans nul doute les documents �ecueillis par nos chercheurs indépendante de I'Etat Albanais en Novembre 1912. Depuis lors jusqu'en 1920 les à Paris et à Vienne, à différentes reprises, représentent, pour le moment, un fond documents conservés, qui reflètent l'activité et les efforts du peuple et du gouver­ de documentation de première main bien plus importane que celui qu'on a réussi nement albanais (1912-1914) pour la défense des droits fondamentaux de la nation à se procurer dans les archives des chancelleries des autres Grandes Puissances, albanaise et pour l'établissement de justes rapports de bon voisinage avec les autres dont le poids et le ròle ont été importants dans les décisions relatives à l' Albanie. pays balkaniques, sont peu nombreux et fragmentaires. Les documents d'origine otromane viennent en troisième piace. On souhaite­ Après 1920 et jusqu'à la 2ème Guerre Mondiale les documents diplomatiques rait que ce fonds soit plus riche, vu l'importance primordiale de cette documenta­ vont en augmentant, mais ils demeurent encore peu nombreux et partiels, ils illu­ tion pour l'histoire de tous les pays de notre Péninsule. Néanmoins, nous disposons strent en principe les efforts pour le rétablissement de l'indépendance de I'Aibanie maintenant chez nous d'un nombre consistant de documents de la Sublime Porte et son intégrité territoriale à la Conférence de la Paix à Paris (1919-1920). Jusqu'en sur les affaires albanaises en général et sur les événements d'Aibanie en particulier 1926 la question d es frontières de l'Albanie, étant prédominante, se ref!ète plutòt dans la seconde moitié du XIX•siècle et du début du xx•. De grande valeur sont à travers les relations avec les Grandes Puissances qu'avec les Etats voisins. Les assurément les documents recueillis par nos chercheurs dans les Archives d'Instan­ documents concernant l'activité des gouvernements albanais à la Société des bul relatifs aux périodes historiques antérieures. Ce sont en premier lieu les actes Nations sont plus ou moins de la meme nature. des administrations locales {les registres de recensement de la population) qui nous La documentation diplomatique jusqu'en 1939 reflète plusieurs aspects de la fournissent des renseignements précis sur le nombre des habitants, leur apparte­ pénétration italienne en Albanie, prélude de l'invasion de I'Aibanie en avril 1939. nance ethnique et religieuse, leurs déplacements périodiques éventuels etc. con­ n Cette documentation nous renseigne aussi sur différents problèmes des rapports de viene de nott::r que ' pr i ém n dc ccs sources que se sont servis divers auteurs c est éc s e t I'Aibanie avec les autres pays balkaniques et aussi européens, l'attitude de I'Aibanie chez nous. Diverses publications de ce genre ont vu le jour ces dernières années par envers l'Entente balkanique etc. Cette documentation compone naturellement, bien les soins de l'Institut d'Histoire près I'Académie des Sciences, et on ne saurait se qu'en nombre restreint, des rapports et relations des agences diplomatiques albanai­ passer de l'information qu'elles contiennent chaque fois qu'il est question de juger ses à l'étranger, parmi lesquels les plus importants sont sans doute ceux sur la situa­ du caractère autochtone des populations dans telle ou telle région cles Balkans. tion dans les pays balkaniques, comme la Bulgarie, la Grèce, la Roumanie, la Tur­ Grace à ces sources importantes, celles de Vienne et de Paris en premier lieu, quie et la Yougoslavie. il a été possible d'élaborer de façon plus approfondie l'histoire diplomatique de la Parmi les documents diplomatiques, on signalera les documents décrivant l'état question albanaise surtout depuis la crise d'Orient du dernier quart du XIX• siècle de la population albanaise restée en dehors des frontières albanaises, les efforts jusqu'à la fin de la 1h• Guerre mondiale. Certes, tous les documents, quelle que soit déployés par les autorités pour les chasser de leurs foyers et les envoyer en Turquie leur origine, reflètent toujours les points de vue et les intérets cles puissancesrespec­ et ailleurs. tives. C'est évidemment aussi le cas cles textes concernant la question albanaise. Considérant l'état actuel cles Archives en Albanie, on est conduit à la conclu- Cependant, meme à travers ces documents il n'est pas difficile de discerner que la

166 167 Les dom ments diplomal/ques Arben Puto, Thoma Mrm:aku question albanaise se pose non seulement sur le pian diplomatique mais aussi et de documenration à été ouverr au public par !es chancelleries des différents Etats après la fin de la Guerre mondiale. Les hisroriens ont actuellement beaucoup sourtout à l'intérieur de l'Empire ottoman. En effet, il s'agir d'une nouvelle question 2

168 169 Les documents diplomatiques tilisation pour tous. A l'heure actuelle, les Archives Centrales d'Etat ont leur règle­ Ben Slot ment qui prévoit expressément la possibilité d'accès pour les chercheurs étrangers. J. D'ailleurs plusieurs chercheurs étrangers ont déjà eu l'occasion de venir en Albanie L'IMPORTANCE DES SOURCES NÉERLANDAISES POUR LA pour consulter les documents de nos Archives, aussi bien cles Archives Centrales RÉGION BALKANIQUE AU 19• SIÈCLE d'Etat que de I'Institut d'Histoire. Des chercheurs d'Autriche, France, Italie, Tur­ quie, Grèce, Roumanie, meme de la Yougoslavie et autres peuvent en témoigner. A part ces observations, les indications sur les divers fo nds du Public Record Office sont d'une grande utilité. Il est superAu d'ajouter que nous souhaiterions avoir dans nos Archives beaucoup plus de matériaux diplomatiques britanniques se l. lntroduction. - La quantité cles documents diplomatiques conservés dans rapportant aux différentes périodes historiques. !es Pays-Bas est très considérable. La présente contribution est une tentative de Continuant notre exposé sur les lacunes à combler, nous exprimons notre désir description de la manière dont les rapports diplomatiques portant sur la région bal­ de voir le plus tot possible se compléter les fo nds de nos Archives par le recueil cles kanique se présentent et d'une analyse du contenu cles «nouvelles» diplomatiques documents cles autres grandes puissances, comme l'Allemagne et I'Italie. Les rap­ trouvées dans les fonds d'archives néerlandaises tout en reférant leur valeur à celle ports qui nous ont été envoyés sont eux aussi pleins d'indications précieuses, ce qui cles nouvelles qu'on trouvera de plus en plus dans la presse de l'époque. L'annexe est de nature à alimenter nos espoirs pour l'avenir. Actuellement la situation chez à cette contribution donne un état très sommaire cles fonds primaires portant sur n�us se présente comme suit: tandis que les documents allemands fo nt complète­ !es Balkans; il est évident que pour bien évaluer !es répercussions internationales cles ment défaut, ceux qui sont d'origine italienne sont en nombre très limité. Or, dans événements régionaux, il faut également consulter les documents diplomatiques ce dernier cas, il est notoire qu'il s'agit d'une puissance qui a toujours mené une porta nt sur l es pays limithrophes tels que l' Autriche et la Russi e. politique albanaise très active. Les documents du Ministère italien clesaffaires étran­ Il y a eu deux courants qui portaient cles informations sur la région balkanique gères présentent assurément un intéret particulier, mais jusqu'à ces derniers temps aux Pays-Bas: !es rapports diplomatiques et la presse. Ce ne sont pas de courants nos chercheurs n'ont pas été admis à ce fo nds. complètement indépendants l'un de l'autre. La relation entre les deux sources est En ce qui concerne !es pays balkaniques, il est hors de doute qu'ils disposent le sujet de quelqués remarques dans cette contribution. d'une documentation abondante concernant l'histoire cles relations interbalkani­ La diplomatie néerlandaise dans la région se fondait sur une tradition diploma­ ques, dans lesquelles la question albanaise occupe une piace très importante. Nous tique qui commença en 1612 et qui est très bien documentée dans !es archives cles devons constater qu'il s'agit là aussi pour nos Archives d'une lacune essentielle à Pays-Bas. Il faut remarquer que, bien que les Pays-Bas soient très interessés dans la combler au plus vite. portion asiatique de l'Empire Ottoman et puis s'occupaient beaucoup de l'inAuence En concluant, nous voudrions exprimer notre espoir que cles rencontres et cles de la politique islamique du gouvernement ottoman sur !es colonies néerlandaists, conférences comme la notre, le CIBAL et le Conseil International cles Archives en l'intéret direct cles Pays-Bas dans la région balkanique se limitait à la navigation de tant qu'organisations spécialisées, contribueront a créer cles possibilités réelles pour l'Egée et de la mer Noire, et au commerce avec quelques ports principaux. Les rares le développement ultérieur cles recherches dans les Archives cles différents pays, ce actions politiques telles que la médiation par le gouvernement des Pays-Bas à la fin qui à son rour jetterait !es bases pour cles études plus approfondies de l'historie cles de la guerre d'indépendance grecque n'étaient qu'une suite à une longue tradition Balkans. établie au 17' siècle, tandis que l'intervention dans !es affaires de l'Albanie en 1912 n'était qu'un accident dynastique. L'intéret politique des Pays-Bas dans !es pays balkaniques était clone presque nul. La correspondance fréquente qui existait avec l'Empire Ottoman offrait toute­ fois un véhicule pour le transport de nouvelles et la présence établie depuis long­ temps dans l'Empire Ottoman offrait l'occasion de construire un réseau de postes consulaires néerlandais au premier moment venu. Tout cela résulta en un fo nds de

170 171 Les domments diplomatiques Ben ]. Slot documents assez volumineux qui pourrait erre important en soi parce que l'intéret de séries de dossiers courants sur certains sujets. D'abord ces séries de dossiers ne limité dans les évolutions politiques pourrait permettre un jugement plus objectif regardent plutot que de sujets administratifs. Depuis 1853, on commençait égale­ chez les rapporteurs. ment à collectionner les lettres de nouvelles reçues des agences en étranger dans une série spécielle de rapports politiques. De 1853 a 1870 ce sont des blocs annuels de 2. Les /o nds d'archives. - Les autorités néerlandaises étaient fort indiffé ren­ petits dossiers classés par poste. Depuis 1870 on établissait des grandes séries cou­ tes en ce qui concerne les Balkans. Par conséquent une portion considérable des rantes des nouvelles politiques classées par postes diplomatiques tandis qu'on con­ nouvelles diplomatiques ne parvenait pas au gouvernement de La Haye mais restait tinuait l'ancienne méthode pour les petites quantités de nouvelles reçues de postes dans le sécretariats des agences diplomatiques. Il faut mentionner ici que par cause consulaires. De plus, on voit arriver dans la série des dossiers classés par sujet de l'exiguité des intérets militaires des Pays-Bas dans la région, il n'y a guère des encore quelques dossiers sur des matières politiques (atrocités dans !es Balkans rapports d'attachés militaires (en effet, le seui vrai service néerlandais d'informa­ etc.). En 187 1 toutefois, la grande série de correspondance courante établie en 1822 tions existant dans l'Empire Ottoman s'occupait exclusivement d'affaires islami­ disparalt complètement. ques). Les Pays-Bas n'ont envoyé des attachés militaires dans la région que dans la Les archives réintégrées des postes diplomatiques permettent de supplémenter guerre de 1912. Meme à cette epoque il ne s'agissait pas d'attachés militaires véri­ les rapports globaux envoyés au gouvernement avec bien de détails qu'on n'avait tables mais d'officiers réservistes qui agissaient comme correspondants pour la pas considéré d'une importance suffisante pour les rapporter à la métropole. La presse néerlandaise et qui se couvraient pour raisons de sécurité d'un appointement manière de classement de ces archives est souvent fort primitive mais ce classement fo rme! d'attaché militaire: c'etait le cas pour le capitaine Fabius qui a écrit un livre plus prirnitif est souvent utile au chercheur. Ainsi on peut trouver dans les archives sur la guerre et du capitaine Thomson qui tomba finalement comme commandant de l'ambassade en Turquie une série intégrale des copies de rapports envoyés au de la force de police internationale en Albanie. Le Ministère de la Marine a montré gouvernement qui est plus facile à consulter que la correspondance dans les archives plus d'intéret dans les événements des régions cotières: les Pays-Bas avaient long­ du Ministère. Cette série ne peut pas supplanter complètement la correspondance temps une escadre stationnée en Méditerranée. Mais des navires de guerre néerlan­ politique dans !es archives du Ministère parce qu'il manque dans !es copies !es inté­ dais ne parvenaient plus que rarement aux cotes balkaniques après la fin de la ressantes pièces justificatives jointes à la correspondance. L'irnportance de la série guerre de l'indépendance grecque. Les rapports et journaux de bord après 1830 de copies de rapports diplomatiques dans les archives des postes continue après dans les archives du Ministère de la Marine sont extremement rares, bien que la 1850 parce que cette série permet de retrouver des rapports égarés dans le circuir documentation plus ancienne reste fort riche. de la bureaucratie en Hollande. Les seules sources importantes se trouvent donc dans le archives du Ministère La manière de classement des archives de poste a subi bien d'évolutions au cles Affaires Etrangères et de ses agences diplomatiques et consulaires. Dans ces cours du temps. De plus de gros morceaux des archives de poste ont été perdus. archives il se manifeste une évolution dans le traitement de la documentation de Avant 1810, !es archives des postes constituent un conglomérat de pièces sans beau­ laquelle le chercheur doit etre bien au courant afin de faire des recherches fructueu­ coup de structure. existe un inventaire fort récent des archives de l'ambassade en n ses. Un décret royal de l'année 1822 donnait des instructions sur la manière de clas­ Turquie qui rend ce fo nds bien accessible. Les archives des ambassades à Vienne sement des documents chez les agences du gouvernement. Ce décret royal se fo n­ et en Russie n'ont que des inventaires fort primitifs. Les archives de l'ambassade en dait sur la méthode pratiquée chez le sécretariat du roi et présentait bien de pro­ Turquje entre 1813 et 1852 sont assez mal structurées, mais volumineuses. Les blèmes dans l'application chez d'autres agences. D'après ce système, tout document inventaires ne sont pas très bonnes mais elles sont toutefois utilisables. Ce n'est reçu était incrit dans un «agenda», et ensuite archivé avec la réponse ou la décision qu'après 1852 qu'on commence à employer !es règles générales du décret royal de prise dans une seule série chronologique d'après la date de la réponse. Un «index» l'année 1822, mais d'une manière nonchalante qui rende les archives peu consulta­ annue!, ou plutot répertoire alphabetique permettait de retrouver les documents par bles. existe encore un inventaire pour les années 1852-1870, mais pour la période n ordre de matière dans la série chronologique. Autant que ce système restait en postérieure les archives de Constantinople qui sont très volumineuses, sont en vigueur, c'est un travail fort onéreux de retrouver toutes les lettres contenant des désordre et il n'existe qu'une liste sommaire d'une partie. Les archives de l'ambas­ nouvelles. Dès le début on réalisait les limitations de ce système et on tenait en plus sade de Vienne ont dès le debut suivi plus ou moins les règles de l'année 1822, mais

172 173 Les domments diplomatiques Ben }. Slot d'une manière fort primitive. Les archives de Vienne cles années 1843-1895 sont 3. Les sources des rapports diplomatiques. - Afin de bien juger l'importance perdues. L'ambassade en Russie a suivi le meme système, mais là aussi une partie cles rapports diplomatiques pour l'histoire cles pays balkaniques, il est essentiel de est perdue (1891-1917). pouvoir évaluer !es sources cles rapports. Il est fort exceptionnel qu'un diplomate du 19e siède ait bien connu !es pays balkaniques. Il n'�tait pa� si exceptionnel avant Les archives cles postes dans les nouveaux pays indépendants dans les Balkans 1810 quand bien de diplomates fa isaient de voyages longs et peu confortables pour n'existent que fort incomplètement. Ces postes étaient cles consulats généraux qui · atteindre leur poste à Constantinople o� quand ils participaient à cles congres de seulement vers la fin du 19e siède commençaient à etre converties en missions diplo­ paix au coeur cles Balkans (Karlovci, Podjarevac, Baba Dagh, Sistova). Au cours du matiques. Des archives de la mission en Grèce, la plupart cles papiers entre 1830 19e siede, !es diplomates voyageaient plus rapidement, dans le cas de Pays-Bas, le et 1853 est perdue, tandis qu'il ne reste plus rien cles années 1854-1894. Les archi­ premier diplomate ayant vraimem visité !es Balkans après le départ de Van Dedem ves de la période postérieure sont par contre fort bien conservées et bien dassées. en 1808 était Van Limburg Stirum qui devait rapporter sur la situation Macédo­ De Servie il ne reste que quelques fragments comme aussi de Sofia (de Sofia il reste nienne en 1906. néanmoins un grand nombre de documents provenant de la gestion cles intérets cles Les rapports diplomatiques sont cloneessentiellement clessources sécondaires. pouvoirs de l'Entente pendant la première guerre mondiale). De Roumanie il reste Il se fondent sur cles renseignements reçus d'autrui et il faut savoir de quelles sour­ pas beaucoup pour le 19e siède, mais un fonds fo rt considérable pour le 20e siède. ces viennent ces renseignements. Grace au fait que !es archives néerlandaises sur Il y a eu une évolution dans la composition cles archives entre l'ancien régime l'Empire Ottoman sont assez bien conservées et pour la plus grande partie en bon et la restauratioh. Avant le 19° siede, le statut juridique cles archives cles postes ordre, il n'est pas trop difficile de trouver quelles sont !es sources principales cles diplomatiques est ambigu. D'après cles règles formelles, !es chefs cles mission diplo­ renseignements et de quelle manière l'importance de ces sources s'est évoluée. Aus­ matiques emportaient leurs archives lorsqu'ils retournaient dans leur patrie. Puis, si, on trouvera, ou bien en originai ou en copie, une portion considérable de ces ces archives furent presentées au gouvernement camme pièces justificatives anne­ sources cles rapports diplomatiques dans !es archives propres cles missions ou dans xées a leur rapport fina!. Souvent, par quelque raison ou autre, ce rapport fina! (ap­ !es archives privées cles diplomates. Il est plus difficile de retracer l'origine cles sour­ pelé «verbaal» en langue néerlandaise), ne fut jamais fini ou présenté et alors !es ces cles rapports écrits à Vienne que celle cles rapports écrits à Constantinople. Une papiers cles missions tendent a entrer dans cles archives privées cles familles cles grande portion cles archives de l'ambassade cles Pays Bas à Vienne a été perdue. Ce diplomates. n'est pas trop catastrophique parce que nous savons que, contrairement à la situa­ En Turquie, la situation etait dès le début plus compliquée. Par cause du carac­ tion a Constantinople, l'ambassadeur à Vienne dependait dans ses rapports surtout tère partiellement consulaire de la mission diplomatique a Constantinople sous le sur l'oul-dire et sur la presse locale, sources qui seraient toutefois introuvables dans régime cles capitulations, on éprouvait là le besoin de retenir sur piace !es archives ses archives si celles auraient survécues. Les archives de l'ambassade dans l'Empire portant sur la gestion continue du bureau de l'ambassade, surtout de la partie qui Ottoman par contre contiennent bien de documents écrits qui nous permettent de concernait la gestion cles affaires de la colonie néerlandaise en Turquie: !es archives retracer en détail les sources cles rapports et constituent en eux-memes une source dites de chancellerie. Ainsi se produisaient cles coupures dans !es archives. De plus, importante pour l'histoire balkanique. par cause cles distances et de la longue durée de l'emploi cles ambassadeurs en Tur­ On pourrait supposer que la principale source cles rapports diplomatiques quie (parfois cles dizaines d'années), plusieurs ambassadeurs mouraiem en mission serait une série de rapports reçus cles représentants consulaires subordonnés à l'a­ en Turquie et leurs archives privées et officielles demeuraient en Turquie. De cette gence diplomatique. En effet ce n'est pas entièrement vrai. Avant 1810, la corre­ manière, cles papiers de caractère privé de certains chefs de mission (de Hochepied, spondance entre l'ambassade et !es consulats était peu régulière et portait surtout de Weiler, Testa) demeuraient en Turquie tandis que !es ambassadeurs Calkoen sur cles «affaires» de caractère consulaire: problèmes de marchands et de naviga­ (1728-1744), Van Dedem (1785-1810) et Van Zuylen (1825- 1829) on emporté une tion. Un autre sujet important dans la correspondance entre consulats et ambassade portion de leurs archives en Hollande. Il reste curieux de remarquer qu'aucun de était la «protection». Bien sur, cles affaires de piraterie, guerre navale, contrebande, ces trois est parvenu à présenter son «verbaal» au gouvernement, mais dans leurs droits douaniers etc. dont !es rapports consulaires traitent regulièrement, peuvent archives de fa mille on en trouve cles brouillons. avoir quelqJe importance plus générale et c'est pour cela qu'il peut etre important

174 175 Ben ]. Slot Les doaonenls diplomatiques

vent nous permettre de connaitre certains événements d'histoire locale, surtout en de consulter la correspondance cles ambassadeurs avec !es consuls. Souvent, cette Grèce, jusqu'au moment où avec l'indépendance, les privilèges capitulaires furent correspondance était peu régulière: les consuls qui ne recevaient pas un salaire ne abolis. voulaient se charger de frais de poste que dans les cas où ils avaient un intéret Mais globalement, l'irnportance cles rapports consulaires dans la composition direct, cloneon ne trouvera pas une série de rapports sur la situation politique locale cles rapports diplomatiques bien que grande restera toujours limitée. Au début, la sauf dans Ies cas où cette situation politique devenait teUement pénible que c'était principale source cles rapports diplomatiques était composée de ce que les ambas­ dans )'intéret cles consuls de tenir cles relations étroites avec l'ambassade (par exem­ sadeurs apprirent dans le circuit de leurs collègues, cles nouveUes qu'on apprit de ple pendant la guerre de l'indépendance grecque). Les rebellions sont ordinaire­ fonctionnaires ottomans (non seulement les drogmans de la Porte et de l'Amirauté ment bien rapportés par les consuls, pas teUement pour bien informer leur supé­ mais souvent aussi le Reis Effendi et le Capitaine Pacha) avec lesquels les ambas­ rieur mais pour attirer son attention sur leur propre situation dangereuse. Le seui sades tenaient cles relations étroites et surtout de nouveUes portées par cles mar­ consul qui tenait une correspondance générale vraiment régulière avec l'ambassade chands voyageant dans !es Balkans et par les capitaines de navires venant de I'Egée depuis 1650 était le consul à Smyrne, dont la correspondance est d'une grande et sur cles bulletins informels de nouvelles circulant entre marchands. Cette situa­ importance pour toutes les régions riveraines de I'Egée. L'in1portance de Smyrne tion changeait au commencement du 19e siècle. Le circuit de marchands tendait à comme point d'observation et centre de commerce restait longtemps tel que !es con­ disparaitre tandis que la Porte devenait plus sécrétive. Penclant la guerre d'indépen­ suls correspondaient jusqu'en 1810 directement et fréquemment meme avec le gou­ dance grecque on trouvait une nouvelle source dans !es journaux irnprimés à Smyr­ vernement à la Haye et jusqu'en 1825 avec !es directeurs du Commerce du Levant ne. On va dependre de plus en plus sur la presse locale de Constantinople et sur à Amsterdam. les nouveUes qui circulem dans le circuit cliplomatique. Là, les événements locaux Ce que nous avons dit sur la situation générale avant 1810 continue aussi dans . dans les pays balkaniques ne prennent piace que dans !es cas où il y a cles incident !es temps modernes. Il y a une correspondance régulière de l'ambassade avec les sérieux. principaux consulats. Dès le milieu du 18• siècle on trouvera aussi une corre�pon­ dance régulière avec Salonique qui au cours du 19• siede commence a contemr cles 4. LA question épineuse de l'objectivité des rapports diplomatiques. - Il y a nouvelles de l'intérieur cles Balkans. Au cours du 19• siècle aussi on trouvera une plusieurs «filtres» qui déterminent le contenu cles rapports: l'opinion de diplomate correspondance fréquente avec !es consulats dans les principautés danubiennes et conclitionnée par ses parti-pris nationaux et sociaux et personnels, et en plus les vers 1870 aussi avec les ports commerciaux de la Bulgarie. Une correspondance plus parti-pris cles informants desquels les diplomates dépendent pour leurs rapports . irrégulière mais toujours assez volumineuse existait avec les iles de I'Egée restées Dans le cercle cles informants cles diplomates néerlandais, une piace proéminente ottomanes: Crète, Chio, Rhodes. était prise par le patriciat chrétien d'origine marchande de la capitale ottomane, d'a­ Nous avons remarqué en passant que la correspondance consulaire contenait bard membres cles grancles famiUes grecques clu Phanar, mais dès l beaucoup de données sur les affaires de «protection» tant6t avant 1810 qu'après. e commence­ ment du 19c siècle surtout cles Franco-Levantins (qui étaient déjà !es principaux C'est un point qui n'est pas sans importance et sur lequel il faut élaborer un peu. informants cles diplomates cles pays catholiques). Un troisième fi ltre est constitué Dès le début, !es ambassadeurs à Constantinople trouvaient un moyen de supplé­ par le gout supposé cles receveurs cles rapports: il ne faut pas trop importuner un menter leurs salaires en obtenant de la Porte cles permissions de nommer cles fonc­ gouvernement réactionnaire avec une dithyrambe sur la liberté ou vice-versa, tionnaires d'ambassade et cles consulats qui étaient sujets ottomans et qui étaient Il n'est pas facile cl'analyser l'influence cles «filtres» sur !es rapports diploma­ supposés de servir comme interpretes cles missions européennes. En réalité, on avait tiques néerlandais. Les parti pris nationaux ne peuvent pas avoir été trop importants reçu le droit d'en nommer bien plus que vraiment nécessaire. Les richards locaux . par cause du manque d'intéret On peut observer une certaine méfiance d'un petit cherchaient d'etre nommés a titre presque purement honorifique dans ces empl01s . pouvoir envers les intentions cles grands pouvoirs européens, mais cette méfiance et ils étaient prets à payer d'irnportantes sommes pour le privilège qui leur donnait avait probablement quelque justification. Il y avait quelque intéret pour la position cles avantages judiciaires et fiscaux. En défendant les intérets de ces protégés, l'am­ cles chrétiens dans l'Empire Ottoman Là la politique néerlandaise était vague. Le bassade entrait indirectement dans certains conflits au sein cles aristocraties locales . pays etait formellement protestant, mais plusieurs diplomates étaient catholiques: et !es mentions d'affa ires de «protection» dans !es correspondances cònsulaires peu-

177 176 Les documents diplomatiques Ben ]. Slot ainsi le gouvernement peur avoir une vague symparhie pour les orthodoxes, tandis Pendant l'Ancien Régime, quand la correspondance diplomatique était bien moins que quelques ambassadeurs individuels tendent à faire un peu une politique catho­ secrète que pendant le 19e siècle. Les journaux utilisaient également des rapports lique sous la pression de leur entourage franco-levantine. A ce point nous sommes diplomatiques passés entre les mains des journalistes; il y avait meme cles diplomates déjà arrivés aux parti pris personnels et sociaux des diplomates. Au cours du 18e siè­ qui informaient directement les journaux. Longtemps encore les journaux retien­ cle les ambassadeurs, qui jusqu'a cette époque avaient été des bourgeois liés au nent le caractère de compilations de nouvelles circulant surtout dans les milieux marchands. Les nouvelles venus de l'étranger y sont groupées par source. semble patriciat urbain des villes marchandes de l'Occident du pays, devenaient des mem­ TI bres de la basse noblesse, surrout de la portion orientale du pays, de vrais diploma­ que les anciens journaux n'avaient souvent pas cles informations directes de l'Em­ tes de carrière. Ce nouveau type de diplomates prend plus de distance de la vie en pire Ottoman. Par conséquent, on trouve les nouvelles sur les Balkans groupés Turquie en se mouvant surtout dans le cercle de leurs collègues. Cette isolation s'ac­ parmi les renseignements venus des étapes sur les routes de poste vers le Levant: centue progressivement au cours du 19" siècle. Tandis que pendant la première moi­ Dubrovnik, Vienne, Livourne, Venise. tié du 19e siècle presque tous les représentants entretenaient encore des relations Il y avait longtemps un phénomène qui tenait lieu d'intermédiaire entre les fo rt intimes avec la haure société du Phanar et de Pera, leurs successeurs sont des journaux ordinaires et les sources diplomatiques. Ce sont les nouvelles diplomati­ diplomates de carrière qui n'ont plus d'attaches locales. Il faut tourefois se rendre ques imprimées. Au cours du 17• siècle, quand les nouvelles repandus par les jour­ compte que ces bons diplomates de carrière vivaient eux-memes dans un entourage naux étaient encore bien sommaires, certains gouvernements commencaient eux­ de néerlandais «levantinisés» {les familles Keun, et Travers) qui étaient liés par memes de fournir cles nouvelles internationales à ceux de leurs agences qui pour­ mariage aux familles catholiques de Pera. raient en éprouver besoin. C'est pour la Republique cles Pays-Bas le cas depuis 1679 Le dernier filtre, celui de l'égard pour le lecteur, ne semble pas avoir eu une quand l'imprimeur officiel commença à faire circuler a tirage très limité le texte influence excessive dans la composition des rapports diplomatiques. Surtout les intégral des paragraphes des rapporrs diplomatiques qui portaient cles nouvelles diplomates de carrière se trouvaient dans un cercle intime où on acceptait un peu politiques, militaires ou economiques. Apres l'établissement de la République d'excentricité et où on s'intéressait plus à la réalité qu'à des modifications de la Batave en 1795 et la fondation d'un journal officiel imitation du Moniteur francais vérité pour la satisfaction de sentiments idéologiques. Sans problèmes, le représen­ ce journal officiel continua à donner cles nouvelles internationales, mais alors ce n tant d'un gouvernement conservateur peut faire quelques acclamations sur des évo­ � sont plus des simples extraits de rapports diplomatiques, mais des vrais textes jour­ lutions démocratiques. Là, on constate une différence considérable avec les nouvel­ nalistiques compilant les renseignements diplomatiques avec des renseignements les dans la presse dont la rédaction devait toujours ménager les sensibilités des trouvés dans la presse internationale. Cette situation continua pour bien de temps; abonnés. en diminuant lentement, les nouvelles étrangères disparaissent du journal officiel entre 1870 et 1880. Dans le cas de la rébellion grecque on trouvera que les mentions 5. Les nouvelles dip lomatiques et la Prene. - En guise dc comparaison, nous fini­ dans la presse officielle néerlandaise viennent souvent de la presse française de rons par faire quelques remarques sur la manière dont les nouvelles des Balkans Smyrne: le Ministère des Affaires Etrangères du Royaume cles Pays-Bas avait pris un figuraient dans la presse néerlandaise. Les Pays-Bas étaient le premier pays où abonnement sur certains journaux de Smyrne par l'intermédiarie de l'ambassade a furent produits des journaux imprimés. Il est déjà remarqué qu'il y avait quelque Constantinople. interdépendance entre les journaux et les rapports diplomatiques. Comme source historique, les journaux ne sont pas encore bien exploités. Au début, leur valeur Le caractère cles journaux commence à changer après l'introduction du télé­ comme source historique reste fon limirée, mais ceci commence déjà à changer au graphe de Morse et l'établissement d'agences qui distribuent les nouvelles pour les cours du 18e siècle. journaux par ce noveau moyen (Reuter est établi en 1851). A la meme époque, cer­ La source essentielle de laquelle derivaient les renseignements trouvés dans les tains journaux commencent à employer des correspondants à eux dans les Balkans. plus anciens journaux, ce sont les bulletins de nouvelles, surtout composés d'ex­ L'introduction des institutions parlementaires finalement donne lieu à une liasion traits de lemes qui circulaient dans les milieux marchandes. A cet époque, ces étroite entre journaux et politique. Les principaux journalistes font parti du cercle memes bullettins avaient été une source importante des rapports diplomatiques. social ou sont aussi les parlementaires. Ceci les rend bien informés, mais cet état de

178 179 Les doCIImenls diplomaliques choses peut diminuer sensiblement l'objectivité des journalistes. Les journaux néer­ landais restent très longtemps d'une importance minimale comme source de l'hi­ stoire des pays balkaniques. ne font qu'imprimer ce qu'ils reçoivent des agences n de presse internationales. Ce n'est que pendant la guerre balkanique de 1912 que des correspondants des journaux neerlandais vont pénétrer dans les Balkans, dégui­ ANNEXE sés en attachés militaires. La comparaison entre journaux et sources diplomatiques donne un résultat dif­ fé rent pour chaque époque. D'abord, dès le début du 18< siede, les journaux trai­ tent surtout les grands événements politiques et militaires. Le réseau d'informants ETAT SOMMAIRE DES FONDS D'ARCHIVES DES PAYS-BAS PORTANT SUR LA RÉGION BALKANIQUE des diplomates: les consuls et les brins d'information qui échappent de la Sublime c. 1800-C. 19401• Porte, permettent aux diplomates de donner des renseignements sur les événements Ministère des Affaires Etrangères 1795-1810: lettres de Constaminople et de Smyrne 1795- locaux et régionaux souvent meilleurs que les renseignemenrs de la Presse. Mais les 1810. renseignements que possèdent les diplomates sur l'intérieur des Balkans restent Ministère des Affaires Etrangères 1813-1853: «Verbaal» (série chronologique de correspon­ limités: le réseau consulaire n'atteint que la périphérie des places maritimes. Avant dance générale) contenant entre autres !es rapports de l'ambassade en Turquie et depuis 1831 l'établissement des agences de presse c'étaient d'abord les liaisons marchandes, sur­ également du consulat général en Grèce. tout la présence de maisons commerciales grecques dans les régions limitrophes Ministère des Affaires Etrangères 1853-1870: rapports de missions diplomatiques et des con­ entre l'Empire Ottoman et l'Europe centrale qui établiront un cheneau noveau d'in­ sulats généraux en Grèce et dans !es Principautés Danubiennes dans une série à part. ll fa ut fo rmation par Vienne et Frankfurt et qui font pénétrer en Europe Occidentale des toutefois consulter aussi le «Verbaal» qui continue. nouvelles balkaniques comme les mouvements de Rigas Feraios et de Pasvandoglu Ministère des Affaires Etrangères 1870-1940: série de rapports diplomatiques classés par autour de l'annee 1800. Mais pendant !es premières décades du 19< siècle, les dif­ endroit (non plus seulement la Turquie, la Roumanie et la Grèce mais aussi !es autres pays fé rences en qualité entre journaux internationaux et rapports diplomatiques restent Balkaniques). Des documems concernam !es Balkans se trouvent également dans d'autres encore petites. Le réseau consulaire s'étendait désormais dans !es Balkans d'une series: dossiers A et dossiers du cabinet. autre coté avec l'etablissement permanent de representants étrangers dans !es prin­ Archives de l'ambassade en Turquie avant 1810: journaux d'ambassade, correspondance avec cipautés danubiennes. le gouvernement et avec des postes consulaires. Dès la fin du 18c siede, !es journaux des Pays-Bas onr perdu leur piace proé­ Archives de l'ambassade en Turquie après 1813: le meme comenu, mais !es journaux ne som minente dans le monde de la presse internationale. Si !es journaux néerlandais con­ plus continués. encore Jes r n eigne e a ani , plus comme tit::unem e s m nts sur !es p ys balk qucs cc n'est source principale, ce sont des renseignements copiés de la presse internationale. Fonds fragmentaires:

Cette presse a l'avanrage que ses correspondants deviennent plus mobiles et visitenr Consulat général puis légation en Grèce: il n'existe que des fragments pour la période avam directement !es centres des événements tandis que le réseau consulaire est plus sta­ 1894. Le fo nds est bien conservé depuis 1894. tique. Mais la presse ne couvre pas bien !es évolutions: elle dépend trop de l'actua­ Légation a Sofia: n'existe que depuis 1914*. lité tandis que !es journaux doivent aussi tenir compre des gotltS et des opinions de leurs lecteurs, ce qui limite la valeur de la presse comme source. Une comparaison Consulat Général en Servie: très fragmemaire. entre les rapports diplomatiques néerlandais et des renseignements trouvés dans la presse internationale montre sur certains plans meme au début du 20e siècle encore 1 Les fonds marqués d'un asterisque contiennent également des documents portant sur la gestion une supériorité des rapports diplomatiques. des intérets d'autres pouvoirs que Ics Pays-Bas. Les documents anterieurs à 1870 se trouvent tous aux Archives Générales de I'Etat, des archives de postes après 1870 se trouvent encore chez le Ministère des Affaires Etrangères comme aussi une partie du fonds de ce ministère de la période 1918-1940 (les dossiers A).

180 181 l

Les dommenls diplomatiques

Consulat Général en Roumanie: très fragmentaire avant le début du 20' siècle. Nina D. Smirnova

Fragments des archives des consulars de Bra'ila, Constantsa, Galati, Roustchouk, Andrinople, Chypre, Smyrne avanr 1810 et après 1922*, la Canée*. PUBLICATIONS DE DOCUMENTS EN URSS: SOURCE DE L'E­ TUDE DE L'HISTOIRE CONTEMPORAINE DES PAYS BALKA­ Quelques fonds supplémentaires: NIQUES Archives de famille Van Dedem van de Gelder (ambassadeur en Turquie 1785-1810), Van Zuylen van Nijevelt (ambassadeurs en Turquie 1825-1829* et en Turquie et en Grèce 1854- 1860) et Domela Nieuwenhuis (envoyé en Bulgarie). Les documents publiés en URSS sont très peu utilisés par les historiens étran­ Archives des Directeurs du Commerce du Levant (une institution qui recevait des rapports gers et ancore moins par nos collègues des pays occidentaux. «Hélas! Les archives diplomatiques). soviétiques sont fe rmées», disent-ils tout en négligeant des matériaux qui se trou­ Archives du Ministère de la Marine (correspondance et journaux de bord regardanr l'esqua­ vent sous leurs yeux, des documents déjà publiés et conservés dans !es bibliothèques 1816-1830). dre en Méditerranée et le station de Smyrne, c. nationales. Alors on se pose la question: nos archives sont-elles vraiment inaccessi­ bles? Dans un des rapports présentés à la conférence actuelle vous pouvez trouver NOTICE B1BLIOGRAP111QUE des citations, puisées aux Archives de la politique extérieure de la Russie. Il y a deux semaines, le 21 avril, à la réunion du Conseil scientifique de notre Institut Les fonds d'archives des Pays-Bas concernant l'Empire Ottoman avanr 1810 sont énu­ mérés en 8-J. SLOT, Notice mr /es doatmen/s d'archives concemanl I'Empm! 01/oman el antérieurs à d'histoire universelle, a été présentée une publication réalisée conjointement avec 1810 conseroés aux Pays-Bas, dans «Bulletin d'information du CIBAL», 6 (1982), p. 66-73. Une descrip­ !es historiens suédois et intitulée Russie el la Suède - documenls el matériaux tion des sources néerlandaises concernam l'histoire de la Grèce se trouve en B.]. SLOT, Peges gia tis La 0/londo-E//enikes Scheseis, dans «Mamaforos», 13 (juin 1979) 26--17. La plupart des invemaires des 1809-1818. Elle a été préparée sur la base des recherches effectuées dans !es archi­ fonds d'archives néerlandais concernam la région balkanique n'est pas imprimée. Il y a quelqucs excep­ ves des deux pays. Au printemps dernier M. le professeur Sayens (Espagne), qui tions: G.\Y/. VAN DER MEIDJ:N, Het legatiearchie/ Turkije lo/ 1811, 's - Gravenhage 1978 (porte sur Ics archives de l'ambassadc en Turquie avant 1811). Dans la revue cles Archives d'Etat, plusieurs portions dirige des travaux analogues à la publication soviéto-suédoise, a travaillé dans !es d'invemaires om été imprimées, mais la plupart en est incomplète, et il en existe d'imponams supplé­ archives du Ministère des affaires étrangères de l'URSS. ments dactylographiés. Ce sont: Verslagen om/rent 's Rijks Oude Archieven t. 41 (1918). p. 291--169: Affaires Etrangères 1814-1830 et ambassades (Turquie 1814-1830), avec liste cles diplomates et consuls Ce sont des exemples toutes récentes. On pourrait en citer d'autres. Nous 1814-1850. Suppléments couvram la plupart des archives du ministère des Affaires Etrangères jusqu'en avons, évidemment, certaines restrictions, mais y-a-t-il des archives où elles n'exi­ 1870 dans t. -14 (192 1), p. 261-469 et 46 (1923), p. 174-207; t. .JO (1917) comient une partie de l'inven­ taire des archives de famille Van Dedem van de Gelder. stent pas? Les rapports de MM !es professeurs Gustafson et Avramovski en témoi­ gnent. Je peut vous citer un exemple de mon expérience personelle: parfois j'ai la Listes des noms des diplomates et consuls: avam 1810 dans O. SCIIUlTE, Reper/ortum der Nederlandse chance de travailler dans les archives historiques du Ministère des affaires étrangè­ vertegenwoordigers residerende in het buitenland 1884-1810, 's · Gravenhage 1976; 181-1-1850 une liste publiéc dans les Verslagen om/rent 's Rijks Oude Archieven, t. 41 (1918), p. 450-466. Pour la périodc res de l'Italie, parfois l'accès à ces archives m'a été interdir bien que la période et après 1850 il faut consulter les annuaires officicls: pour les années 1850-1861 les Residentiealmanak et pour les années postérieures Ics Staa/salmanak. le sujet fussent !es memes. L'étude des sources déjà publiées constitue la première étape du travail sur les Journaux: ll y a une liste générale des journaux parus dans les Pays-Bas avec memion des dépòts où ils som conservés: Centrale Catalogus van dag- en Wleekbladen van algemene inhoud Nederland verschenen archives. C'est pourquoi je voudrais orienter mes collègues dans le publications de m (CCD), 's-Gravenhage 1985. Le plus important journal du 19' siècle est I'«Aigemeen Handelsblad» qui documents qui contiennent des reinseignemems intéressants sur !es relations entre commence en 1828. !es pays balkaniques ainsi que sur la situation dans chaque pays. Je porte un intéret surtout aux relations internationales dans !es Balkans et la région de la Méditerranée orientale pendant la période de l'entre-deux-guerres. avant tout je voudrais m'arreter sur la période de la fin du au début du Mais xrx• xx• siècle. ]'ai eu cetre idée après avoir étudié quelques rapports et surtout après

182 183 Les dommenls diplomaliques Nina D. Smimova avoir reçu, grace à l'amabilité de M. le professeur Pastorelli (vice-président de la ments jettent une lumière sur les relations de l'Union soviétique avec les pays bal­ Commission chargée de la publication de documents diplomatiques), les deux kaniques, sur la politique des grandes puissances, ainsi que sur les problèmes bal­ excellents volumes sur la période de la Première guerre mondiale. Le deuxième kaniques. volume contient une riche documentation concernant les négociations entre I'Italie A titre d'exemple: quelques 400 documents traitent des relations entre I'URSS et l'Entente sur les conditions de l'entrée de I'Italie dans la guerre. C'est dans ce et la Turquie de 1918 à 1927. Des événements liés à la politique de conquete de contexte que je voudrais attirer votre attention sur une autre source contenant des l'Empire ottoman dans la région de la Transcaucasie en 1918, de meme que le pro­ matériaux pareils, dont le nombre est plus réduit. cessus du rapprochement entre la Russie soviétique et la République de Turquie y Il s'agit de la revue «Krasnij arhiv» («Archives rouges») publiée par la Direc­ sont reflétés. tion générale des Archives de I'URSS à partir de 1922 jusqu'en 19411. La tiiche pri­ Ces documents permettent d'étudier le processus de l'établissement de rela­ mordiale de la publication des documents consistait à dénoncer la politique exté­ tions amicales sur un pied d'égalité, entre les deux pays. Il y figure en premiere lieu rieure et intérieure du tsarisme, de ses alliés et de ses ennemis. le message adressé par Mustafa Kemal à V.I. Lénine, le 26 avril 1920. Cette pre­ Les documents sur les Balkans sont relativement peu nombreux. Pourtant un mière lettre officielle exprime le désir de la Turquie d'établir des relations diploma­ historien pourrait y puiser une série de données intéressantes. tiques avec la Russie soviétique et la demande d'aider le peuple turc dans la lutte Je voudrais citer quelques collection de documents irnportants portant sur la pour l'indépendance (t. 2, p. 554). question d'Orient et le Traité de Londres de 1915: Les documents signés par les éminents hommes d'Etat - V.I. Lénine, M.V. - la politique des grandes puissances dans les Balkans, 1922, No C l. Frunzé, G.V. icérine - témoignent de la grande importance, que la République - P.A. Chuvalov à propos du Congrès de Berlin de 1878, 1933, No 4/59. soviétique accordait à l'époque, à l'application des nouveaux principes garantissant - A propo·s de l'annexion de la Bosnie-Herzégovine, 1925, No 3/10. l'établissement des relations équitables entre les peuples, entre les grands et les - Les préparatifs diplompatiques pour la Première guerre balkanique de petits états. A cette époque Lénine était le seui grand homme politique qui ait posé 1912 et la correspondance officielle de cette époque, 1925, No 118, No 2/9; 1926, les fo ndements théoriques et donné une impulsion au processus d'affranchissement No 2/15, N°3/16; 1927, No 6/27. et de libération des petits Etats de la domination irnpériaJiste, grace au programme - Le journal du ministre des Affaires étrangères en 1915-1916, 1928, No 6/3 1; qu'il a mis au point pour l'établissement de relations internationales reposant sur 1929, No 1132, qui contient ses notes (du 9 avril 1915 au 27 septembre 1916) rela­ cles principes démocratiques. Les relations turco-soviétiques cles années 20 en sont tives à l'entrée de l'Italie et de la Roumanie dans la guerre, aux tentatives de I'An­ une preuve irréfutable. gleterre de s'immiscer dans les affaires russes, aux questions bulgare et polonaise, Le gouvernement soviétique, malgré le désarroi et la famine qui régnaient dans etc. le pays, a preté son assistance au peuple turc. Les matériaux de la Conférence de - La la Serbie e l appui Jes aliiés, 1934, No 4-5/65-66. Jt:faite Ùt: l ' Gènes (1922) et de celle de Lausanne (1922-1923) témoignent de l� coopération - La SGreté roumaine (Siguranza), son caractère et ses activités, 1933, No 2/ entre les deux pays sur l'arène internationale. 57. Si la documentation relative aux rapports .turco-soviétiques occupe la prernière Autant que je puisse juger d'après les travaux parus, les historiens étrangers ont piace quant à son volume, le thème d'Aibanie n'est présenté que par quelques docu­ rarement recours à ces publications et je serai contente si cetre brève information ments. Ceci est logique, car les relations albano-soviétiques n'ont connu un déve­ leur sera utile. loppement qu'à partir de 1944. Pourtant ces documents peu nombreux (environ 30) Quant aux documents soviétiques portant sur la période de l'entre-deux-guer­ contiennent des détails intéressants concernant l'attitude de l'URSS à l'égard des res, nous avons publié un ouvrage intitulé Documents relatt/s à la politique extérieure problèmes de ce pays. de l'URSS. Le 21" volume paru porte sur la période de 1917 à 1938. Plusie·urs docu- Ce sont avant tout des événements liés à l'établissement de rapports diploma­ tiques avec le gouvernement démocratique de Fan Noli en 1924. Les documents confirment le fait que les cercles gouvernementaux britanniques ont exercé une 1 A l'époque cet institut s'appelait Direction générale des Archives de la République soviétique socialiste fédérative de Russie auprès du Comité centrai exécutif de Russie. forte pression sur Fan Noli (cela se passait à l'époque où le cabinet des ministres

184 185 Les documenls diplomatiques Nina D. Smimova travaillistes a cédé la piace à celui clesconserv ateurs), suite à laquelle la mission Dans le 7, le 8 et le 9èrn< volumes ont paru !es matériaux concerna n let co menu soviétique de Krakovetski a été obligée de quitter Tirana deux jours après son arri­ clesrapports économiques et commerciaux qui s'étaient développés avec succès déjà vée (t. 6, p. l, 135, 191, 194, 650). avant la conclusion de l'accorcicommerciai avec la Grèce. Les documems contiennent clesdonnées dénonçant !es intrigues clesEtats capi­ Une riche documentation est consacrée aux rapports avec la Roumanie, com­ taltstes. et leur immixtion dans !es affaires intérieures d'Albanie. En particulier on pliqués par l'attitude hostile clescercles dirigeants de ce pays à l'égard de l'Union Y porte un jugement sur la situation dans !es Balkans, qui annonçait la guerre, soviétique. Malheureusement il n'y a qu'une courte période de coopération entre les com me résultat de la politique de l'Italie fasciste, qui a imposé à l' Albanie en 1926 deux pays, établie dans le cadre du projet soviétique relatif à l'organisation du et en 1927 des accords inégaux et injustes (Premier et Deuxième pactes de Tirana). système de sécurité collective en Europe pendant !es années 30, coincidant avec le A cette époque G.V. Cicérine a caractérisé !es traités franco-yougoslave et albano­ rétablissement cles rapports diplomatiques en 1936, qui pourrait etre caractérisée italien: «Ce ne sont pas clespactes de neutralité ou de non-agression, mais de vraies positivement. Quant aux documents du l" tome relatifs à l'intervention roumaine alliances, qui sous le masque de la défense cachent clesplans d'agression» (t. 10, p. en Russie du Sud qui s'est terminée par l'annexion de la Bessarabie ou ceux qui 544). concernent la correspondance insérée dans le 21" tome, liée à la crise tchécoslova­ E� plus il existe clesmatériaux portant sur le rapatriement clesAlbanais qui se que, ils sont bien connus et peuvent se passer de commentaires. trouvatent en Russie soviétique en 1922-1923, ainsi que sur l'établissement de rela­ Les relations soviéto-bulgares et soviéto-yougoslaves sont traitées dans !es tions diplomatiques entre l'URSS et l'Aibanie en 1935, sur !es tentatives de régle­ matériaux qui témoignent de plusieurs démarches entreprises par le gouvernement menter les contacts économiques et commerciaux etc. soviétique visant de faire renaltre !es traditions d'amitié et de coopération entre nos Les relations entre l'URSS et la Grèce sont traitées dans plusieurs documems. peuples, créées déjà au xrx• siècle. Ce choix de documents, relativement restreim, Une partie en est consacrée à l'établissement clesrapports diplomatiques et consu­ est compensé par une publication en plusieurs volumes clesdocuments relatifs aux laires, ce qui nous permet de suivre le processus de la reconnaissance de l'Union relations bulgaro-soviétiques. Le premier volume comprend la période de 1917 à soviétique par le monde occidental. Ce sont !es craintes du gouvernement grec de 1944. provoquer un mécontentement et peut-etre meme clessanctions de la part de l'An­ Les problèmes balkaniques, !es relations internationales sont présentés en gleterre et de la France, qui ont retardé ce processus. Beaucoup de temps s'est détail. Je ne voudrais m'arreter que surun seui problème- celui de l'Entente bal­ écoulé du moment où la Russie soviétique a envoyé son message avec la proposition kanique et plus précisément de la position de l'URSS à son égard. Les ouvrages d'établir cles rapports diplomatiques en 1920, jusqu'au 8 mars 1924 - la date de étrangers et meme certains ouvrages d'auteurs soviétiques émettent une opinion la prise de cette décision. Les documems de la période 1920-1924 permettent de concernant I'attitude négative de l'URSS à l'égard de cette coalition.Les documents mettre en évidence les initiatives soviétiques pour la normalisation cles contacts contenus dans le 17

186 187 Les dommenls dp/omaliqui es Constantin Svolopoulos En c nclusi n de cette brève information sur les documents publiés en URSS . ? ? Je v udtats exprtmer l'espoir que cet exposé va contribuer à la connaissance de � � «MEMOIRES ET DOCUMENTS» DES ARCHIVES DU pub lcat:ons de documents dans notre pays. Vous pouvez trouver ci-joint la liste des LE FOND � � ETRANGERES DE FRANCE: pub ltcauons plus tmportantes._ MINISTERE DES AFFAIRES OTTOMAN ET DES SOURCE DE L'HISTOIRE DE L'EMPIRE PEUPLES BALK.ANIQUES NOTE BIBLIOGRAPHIQUE Fonds divers des Archives du Ministère des La série Mémoires et documents. l. Pocc11n 11 llat(IIOHa.1bHO-oc6o6oòllm 6 6 � uax. 1875-1878. C6opu11K òo- classés cent trente-six tomes de manuscrits �

189 188 Les documen/s diplomatiques Comlantin Svolopoulos

nations soumises à l'autorité du Sultan, couvrent une très grande partie de ce fo nd. La Crimée et !es Carpathes au nord, l'Arabie et l'Egypte au sud, la Mésopotamie de mieux profiter du matériel de cene collection. Sa méthode consiste à la descrip­ à l'est et les Ues Ioniennes à l'ouest, marquent !es limites géographiques cles sujets tion sommaire mais systematique de toutes les pièces insérées dans tous ses volumes. Plus précisément, \es données qu'i\ nous a offert dans son répertoire ont, selon s n qui sont abordés. Au sein de cet espace, la présence cles grecs, à travers !es contrées � � �� ? !es plus éloignées de l'Empire, et cles autres peuples balkaniques, plutòt localisés propre Jangage, \es suivantes: «Le numéro du tome dans cette c llectto?; la de rtp­ tion sommaire de chaque tome contenant la matière ou le su)et generai, tratte, la dans !es territoires de sa surface européenne, apparait de plus en plus importante, � � � en fonction de la confirmation, chez les uns, et de l'éveil, chez les autres, de la con­ période durant laquelle !es documents ont été écrits, le ombr de P èces et de pages écrites; Je numéro du document, généralement fournt par l archtvtste_ et dans science nationale. � L'intéret de I'Occident, de plus en plus concentré à la crise intérieure irrémé­ quelques cas par nous; la numération des folios de chaque document; le nom re de pages écrites de chaque document et le fo rmat lorsqu' il dépas�e le format ordmatre;_ diable de la Turquie et à l'affaiblissement progressif de sa position internationale, est inextricablement lié à la mise au point cles problèmes qui résultent de l'oppres­ le titre ou la description sommaire, avec nom de l'auteur, du heu et la date du docu- sion cles peuples irrédimés; mais, plus encore, ces derniers se lèvent progressive­ ment». La masse cles documents en question est manuscrite, exception faite �e quel- ment, eux-memes, à la surface de la politique européenne en tant qu'entités auto­ _ �odiques t de certain�s pub!tcauons nomes dans le cadre de la vie internationale. ques brochures, extraits de journaux, de pér : officielles· ils sont encore rédigés ou, au moms, tradutts en françats, dans le cas, Le dépouillement de cette collection est facilité, tout d'abord, grace aux réper­ assez rar , ou Ieur Iangage originale avait été le turc, le latin, le gr�c, le serbe etc. toires rédigés par le service cles archives diplomatiques du Quai d'Orsay. Dans cet : Toutefois, )es pièces de ce recueil se différencient sur d'autres pomts concernant ordre, nous avons à mentionner le plus ancien, parmi ceux-ci, publié en 1892 sous leur fo rme extérieure. On peut, ainsi, signaler aussi bien des documents d'une seule le titre: Inventaire sommaire des archives du département des Al/aires Etrangères. page _ notes, minutes, dépeches ou extraits - que des essais ou mémoires longs Mémoires et documents. Fonds divers (Paris, Imprimerie Nationale). de plusieures centaines de pages. A cette édition initiale, s'ajoutèrent deux suppléments. Le premier, Inventaire . , Encore plus essentielle est la différenciation des témmgnages �ar rapport a l�ur sommaire des archives du département des A/fa ires Etrangères. Fonds France et fo nds _ origine et Ieur contenu. Tout d'abord, leur réparti�io� chronologtque �ermet, �n�­ divers (Paris Imprimerie Nationale, 1894), a été plus récemment complété par l'In­ venta/re des mémoires et documents. Fonds France et /o nds divers des pays d'Europe tialement de révéler la grande disproportion quantttanve enne ceux qut sont redt­ gés pend�nt Je dix-neuvième siècle et tous !es autres. Plus pr�cisement, nous p�u­ jusqu'en 1896 (Paris, Imprimerie Nationale, 1969). Néanmoins, il faut noter que ces . vons signaler que, parmi Ies cent-trente-six volumes de la �ene, une quarantat�e répertoires sont assez sommaires et n'offrent pas une liste complète cles documents _ contient de documents qui précédent l'année 1800 et cent-dtx-neu� qut so�t pos��­ dans chaque volume; ce qui serait, par ailleurs, difficile à exiger, vu le grand nombre rieurs, dont \es quatre-vingt-quatorze exclusivement consacrés au dtx-neuvteme- ste- cles documents qui composent !es collections, diversifiées entre elles par leur réfe­ rence à cles pays différents. cle. Si on essayait de diversifier le matériel de la série par ra��ort aux sujets q�i Dans le souci de promouvoir la recherche dans le domaine de l'histoire cles _ sont traités, il serait tout d'abord possibile de signale� des umtes q�t so�� �onstt­ peuples balkaniques, I'Institut cles Etudes Balkaniques de Thessaloniki a pris l'ini­ tuées en fo nction d'un sujet bien précis et d'autres qut sont composees d elem�nts tiative de préparer et de publier un inventaire analytique cles tomes qui sont inscrits disparats. Ce double aspect est déjà présent da�s la m�sse doc��ents qut se dans la série cles Mémoires et documents sous la rubrique «Turquie» (Empire Otto­ ��� man. Inventaire des Mémoires et documents aux Archives du Ministère des Al/a ires rapportent à la période entre le seizième et la fm du dtx-humeme stecle. Les manuscrits qui datent de certe période ne sont pas, dans la plupart, regr�� Etrangères de France, par B.G. Spiridonakis, Thessaloniki, 1973). : pés en entités autonomes qui correspondent d�s tom�s �éparés. Plu� qu� la m�lt�� A la suite de la rédaction d'un premier inventaire des fonds qui se reportent � . de ces derniers contiennent de documents d ongtne dtfferente - memotres, depe à la Russie, l'auteur de ce travail, B. Spiridonakis, professeur à l'Université de Sher­ ches, actes diplomatiques, pièces officielles et récits de voy�geurs - �ui �or�e�t sur brooke, a entrepris sa tache dans le but de mettre entre !es mains du spécialiste en Jes relations entre \es puissances européennes et la Turqute, \es affatres tnteneures matière d'histoire balkanique ou ottomane un outiJ de travail propre à lui permettre de l'Empire, son commerce extérieur ou, enfin, d'autres problèmes Liés aux que- 190 191 -

ConslaniÙI Svolopoulos Les documenls diplomaliques stions religieuses; mais, d'aurres volumes comprennenr du matériel qui se rapporte A titre de conclusion, il ne serait meme pas nécessaire de mettre l'accent sur à cles titres plus précis: céremonial cles Ambassadeurs de France et de Turquie, J'apporr considérable de ce recueil de documenrs à la meilleure con� aiss�nce des 1597-1869 (t. 10, 105); commerce de la Mer Noire, 1767- 1820 (t. 14); provinces et affaires concernant le vaste espace géographique qui s'étend du bassm onental de pays vassaux de l'Empire, 1700-1839 (t. 13); mémoires et documents du chevalier Ja Méditerrannée jusqu'aux confins de l'Europe centrale et de la Russie. A une épo­ de Saint-Priest sur son Ambassade, 1636-1785 (t. 17); mémoires et documenrs sur que ou !es Etats balkaniques d'aujourd'hui ne figuraient pa e core sur a carte poli­ _ � � � le «mahométisme et !es Mahométans» par N.L. Le Dran, 1453-1779 (t. 28); affaires tique - et meme après la création cles prem1ers noy�ux etatlques n�tlonaux de la religieuses de l'Empire, condition cles Chrétiens avec références plus précises à la Grèce et de la Serbie, initialement, et de la Roumame, de la Bulgane et du Mon­ Terre Sainre, 1635-1895 (t. 42,49, 50, 52, 127-9, 133); question de la Syrie et du ténégro, par la suite -, l'autorité de la Sublime Porte s'étendait sur la plus gra�de Liban, 1753-1863 (t. 43, 122); mission française au Levanr, 1516-1827 (t. 70, 71). partie de cet aire géographique. Ainsi, !es renseignemenrs que nou pouvons pU!ser _ _� Le meme phénomène se répète à travers !es documenrs qui s'insèrent dans !es dans les sources diplomatiques, en ce qui concerne plus partlcuheremenr !es pro­ volumes du dLx-neuvième siècle. A còté cles manuscrits disparats qui témoignent cles blèmes et les conditions de la vie des peuples irrédimés qui habitaient ces régions, affaires politiques et commerciales de l'Empire, avec un accent parriculier sur !es ne sont pas roujours très riches. A part la correspondance de l'Ambassade de C?n­ divers aspecrs de la question d'Orient, en tanr que problème internarional, ainsi stantinople qui traite des questions de porréé plus générale, !es r�pports con�ulaires provenant cles diverses contrée de l'Empire nous donnent une Image parf01s ass z qu'à la condition cles Chrétiens soumis à la domination ottomane, il y en a d'autres _ : complète - le cas de Thessaloniki est assez révélateur -, mais pl s sou enr plutot qui formenr de dossiers documenraires consacrés à un sujet spécial; parmi ces der­ � � _ niers on peut remarquer !es suivants: correspondance polirique du baron de Boisle­ fragmentaire sinon insuffisante. Cerres, !es pièces de cetre collecuon speciale com­ comte en mission en Orienr sur Constantinople, !es pays du Moyen Orient, l'Asie plètent !es s�urces de roure autre provenance concernanr la position inte�natio�al� Mineure, la Roumélie, la Macédoine, la Thrace, la Bulgarie, !es Principautés danu­ ou !es aspects généraux de la gestion cles affaires intérieures de la Turquie; m Is a � - biennes, la Bosnie, l'Albanie, l'Epire, la Thessalie, le royaume de Grèce, !es Iles part cette conrribution, ils enrichissenr encore nos connaissances sur la condm?n Ioniennes et la Crète, mai 1833 aoùt 1835 (t. 20, 27, 36, 37, 72-86); documents sur politique, économique et sociale des vastes provinces de l'Empire Otto�an. Enfi�, !es crises en Orient dans cles années 1839-41 (t. 46) et 1835-1856, y compris !es la récapitulation sysrématique cles éléments constitutifs des problèmes épmeux, poh­ tiques ou autres, d'intéret international, ajoute un autre élément d vale r à l' pport négociations pour la paix à Paris (t. -17, 51, 87, 88, 99, 100, 115); question de Mol­ � � _ � davie et de Valachie, 1825-1858 (t. -18, 54, 55); de Serbie, 1789-1855 (t. 58-61); essai très positif de la série Mémoires el documents à l'étude approfondie de l histOire des sur l'«Histoire de la diplomatie française dans le Levant de 1792 à 181-1» (1853) et peuples du sud-est européen et du Proche Orient. l'«Ilistoire de la légation française à Constantinople depuis 181-1 jusqu'en 1848» (1856) par E. Pelissier, Consul général à Bagdad (t. 63-69); divers documents con­ cernant !es travaux de la Commission Européenne pour la Roumélie Orientale, 1878-9 (t. 89-97); mémoire sur !es Lieux Saints par le Baron d'Avril, 1849-1853 (r. 98); documems divers sur la Conférence de Constantinople, 1876-1877 (r. 101-2); sur la Conférence de Constantinople, 1876-1877 (t. 101-2); sur la Conférence de Constantinople à propos de la Roumélie Orientale, 1885-1886 106); sur le con­ (r. grès et le Traité de Berlin, 1878 (t. 108-9); étude pratique sur le protectorat reli­ gieux de Turquie en Orient par G. Outrey, 1898 (t. 107); notes et études d'Imbert de Saint-Amand sur la France, la Turquie, la Grèce et la Crète, 1880- 1891 (t. 121); veille e la uerre d'i dépendance un de I'Archipel - Hydra, Spetses et Psara - qui co�nurcnt à la

DIPLOMATIC DOCUMENTS OF THE CZECHOSLOVAK REPUBLIC RELATING TO BALKAN HISTORY

Relations of the Czech and Slovak nations to the nations of the Balkans have a long, hundreds years old tradition. Living in the center of Europe, our nations were tied together in their historical development by many bonds also with nations of South Eastern Europe. Relations of the nations of Czechoslovakia to the Balkan environment had a multi-faceted fo rm and included relations of a politica), economie and cultura) character. They were especially intensive during the 19th century in connection with the expanding struggle of individuai Balkan nations for national liberation and with the graduai formation of their national states. Moreover, especially in modern times, severa! of these nations shared a common fate with the Czechs and the Slovaks in the framework of the multi-national Austro­ Hungarian state. Czechoslovak archives offer great number of testimonies on mutuai relations a between the Czech and Slovak nations and the nations of the Balkans, and also on the development of these nations themselves. However, due to the non-existence of the Czechoslovak state unti! the year 1918, this archival material is predominantly of a non-diplomatic character and pertains primarily to the wide sphere of economie and cultura! relations (but even than it contains much valuable informa­ tion on mutuai politica! cooperation as well as on the history of individuai nations of South Eastern Europe itself). After the foundation of an independent Czechoslovak state in October 1918, new conditions were also created for many-sided mutuai contacts of the Czech and Slovak nations with the nations of the Balkan countries as well as for a better acquaintance with the situation in South Eastern Europe. The newly founded Czechoslovak Republic assumed dose politica), economie, military and cultura! contacts with two Balkan countries, Yugoslavia and Rumania, it was however also interested, and not only for economie reasons, in other Balkan countries, primarily in Slavic Bulgaria. During ali the twenty inter-war years Czechoslovakia cooperated closely and in an all-around way with Yugoslavia and Rumania but had its interests also in Bulgaria and partly in Grece and Albania. An important component of its relations to the Balkan countries were efforts to gain as

195 Les doet�ments diplomotiques .Hìroslov Tejch1ilon

much information about them as possible as well. This can be seen in the well­ arriving to the Centrai in Prague, without being sorted out according to their piace kept archival materia! from the provenience of the Czechoslovak authorities. of origin. At the same time there are to the disposal continuai rows of telegrams When building up its internai organisation in the year 1918, the Czechoslovak sent from the Centrai in Prague to the offices of representation (Telegrams dis­ state proceeded from the structure of former Austro-Hungarian Monarchy. It sim­ patched). Both sets of telegrams are filed chronologically, year by year. Confi­ ply took over the majority of administrative organs, with their officials, clerks and dential information can be found in the fund called Cabinet, comprised of letters their �outine administrative work. Only some of the centrai offices were newly to the minister (particularly from heads of individuai representative offices), records estabhshed, among them being also the Ministry of Foreign Affairs, but these too of his conversations and further correspondence. Almost ali of this materia! is were relying on the experience and the cadres of officials left over from the old filed according to years. Arranged in a similar way is the fund Classified Records Monarchy. The new administrative system which thus carne into existence had which includes classified materia! of that time. The well-kept materia! of the llnd one main aim, to serve the reigning bourgeoisie and its interests well and to inform (Politica!) Section of the ministry moreover includes materia! arising from the them well. For this porpose an efficient records service, which did not leg behind activities of other offices too, primarily the Ministry of the lnterior. The materia] the administrative of the most developed capitalist countries, was being quickly is filed according to years, within each year it is arranged thematically and according established. to various countries, a rough orientation is provided by an index. Materia! of the R cords which arose from the activity of the Czechoslovak state organs and Illrd (Press) Section includes a large quantity of roughly filed materia! pertaining . . � msututJons, almost ali of which remained complete, and which are deposited in the to the press, but also to culturaly politica! affairs. A detailed and very well­ Czechoslovak archives thus became the source basis not only for the study of recent arranged catalogue is at the disposal. Materia! of the IVth (Economie) Section Czechoslovak history but also of some of the questions pertaining to modern his­ includes a great amount of materia! filed by years but only very little of it is filed tory. more in detail. The fund Little Entente forms a special unit which includes frag­ Sources on the history of the Balkan countries can be found in almost ali of mentary materia!, primarily from the 1930s, on allied bonds in the framework of the the Czechoslovak archives. Little Entente. Of a similar character is also the fund Krofta which is more a col­ A most complete picture of the development of relations between Czechos­ lection. lmportant information is rendered by extensive but on the most part lovakia and the Balkan countries as well as of internai developments in these coun­ unprocessed funds of some of the consular offices (for instance Skoplje, Zagreb, tries is presented by materia! of a diplomatic character which arose from the activity Varna). lnteresting materia! is presented in the so-called Krofta's expositions, i.e. of the Czechoslovak Ministry of Foreign Affairs. The Archive of the Federai minutes of the consultation meetings of the head of the cabinet of the minister, later Ministry of Foreign Affairs of the Czechoslovak Socialist Republic in Prague is at minister K. Krofta, with heads of the sections and departments of the ministry; present safeguarding all records of the pre-war ministry, of which only a very small which present the basic tenets of Czechoslovak fo reign policy and its interpretation part was destroyed during the nazi occupation. Documents pertaining to the years the evaluation of basic questions. They appear sporadically since the year and immediately after the end of the First World War are collected in a wide fund called 1927, regularly after the year 1933. In generai we may say that the records of the the Paris Archive which includes materia! from the years 1914-1920 which concerns Czechoslovak Ministry of Foreign Affairs of the 1920s and the 1930s are filed primarily the activities of the Czechoslovak delegation at the Peace Conference. according to their origin not in thematic way as practiced in a number of other a The greatest amount of information on the development of mutuai relations and on countries. the internai situation in individuai countries can be fo und in the Politica! Reports Of a somewhat different character is the materia! on the activity of the Ministry of Czechoslovak diplomatic representatives in Belgrade, Bucharest, Sophia, Athens, of Foreign Affairs during the Second World War. This ministry was attached to Tirana and Ankara which are filed in accordance with the individuai offices and the Czechoslovak government-in-exile in London and its records are filed somewhat chronologicaly according to the years of their origin. It is first class informative differently (the fund London Archive). Materia! dealing with individuai countries materia! representing the usual and the generai, mostly quarterly reports. These is arranged always as a whole (with the exception of telegrams) and every corre­ diplomatic reports are supplemented by telegrams from individuai offices of rep­ sponding item includes reports of Czechoslovak representatives, reports of military resentation (Telegrams arrived), filed together exactly in the way they had been intelligence and other institutions in the given country (materia! concerning the Bai-

196 197 Mrroslav Te;cb1iran Lcs dommenls tlrplomatiqucs

instance on the attitude of the Yugoslav administration to Czechoslovak politica! kan can be fo und under: Bulgaria, Rumania, Yugoslavia and Turkey). Telegrams actions, etc. are deposired aparr (filed according ro years and inside of each group according to the date of arrivai or dispatch, in two series: norma! or classified), and so are also An essential supplement to the study of the materia! of the Ministry of Foreign rhe minutes of the negotiarions and tresored records. This Second \X/orld War Affairs is the examinarion of the materia! in the so-called Benes Archive which is materia! conrains much inreresting information supplied by Czechoslovak represen­ deposited as fund no. 40 in the Archive of rhe lnstirute of Marxism Leninism of the tatives for instance in Switzerland and Ankara, by those attached to rhe Polish or CC CPCz in Prague. This fund includes many copies of documents which can be Greek governments-in-exile, on the situation in individuai Balkan countries, but found in the Archive of the ministry, of course some of the documents filed in this also, for instance, on the situation which existed among the Yugoslav, Greek or archive are of a unique character, as for instance the records of negotiations of the Rumanian emigrants. Most interesting informarion comes especially from places, minister and later presidenr dr. E. Benes with fo reign politicians, his personal cor­ where Czechoslovak institutions mediated between some, for instance Yugoslav or respondence with them, etc. From the point of our interest the most interesting Rumanien politicians in the country with allied represenratives. This materia! documents can be found under the following headings - Rumania, Bulgaria, informs quite reliaby for instance on Rumanian and Bulgarian attempts to conclude Greece or Turkey, and they dea! not only with the period between the two \X/orld a peace settlemenr at the end of the war. \X/ars but also with the war years. However we can also find materia! concerning The Archive of the Federai Ministry of Foreign Affairs of the Czechoslovak individuai items under the heading Soviet Union, etc. In this way we can for Socialist Republic does not belong to the cenrrally administered archived and has instance find in individuai boxes which contain materia! on Rumania (with the sig­ nature Rumania l, 2, 3, 5) the fo llowing: records on negotiations with king Caro! a special working regime. Basically, the fifty year rime limit for the de-classification -t, of documenrs is valid here. during his visit in Czechoslovakia in the year 1936, letters of Maniu, Tatarescu, Diplomatic materia! on the activity of rhe Minisrry of Foreign Affairs of rhe so­ Gafenko and Caro! addressed to Benes, dated 1944, informative materia! on the called Slovak Stare which exisred in the years 1939-1945 is a special chapter. This activities of Rumanian emigrants in Great Britain. fragmentary materia! which was severely damaged ar the end of rhe war is deposited Archive of the Chancelry of the Presidenr which is at present practically inac­ in rhe Slovak Centrai State Archive in Bratislava and therefore quite easy to reach. cessible, includes also materia! of a diplomatic character, primarily however materia! The fund is called Slovek State, Ministry of Foreign Affairs and has a brief thematic dealing with the work of this office. Here are for instance deposited copies of the index. Materia! on the Balkan countries is stored in individuai boxes according to materia! of the Ministry of Foreign Affairs (especially politica! reports), agenda of rhe location of the office of the representation (inside of the boxes ir is then filed the heads of the srares and prominent poliricians in Czechoslovakia, memoranda on chronologically: no. 179 Belgrade, 206-7 Sophia, 213--t, 265, 579 Zagreb, 192-5, 306 the situarion in some of the Balkan counrries submirted by official personages to rhe Bucharest (we can however find information on the Balkan problems also in box president, proposals of some of the ministers on the course of negoriations wirh no. 180 Berlin, 185 Bern, 187- 191 Budapest, Rome). These include polit­ foreign partners (including information on them), protocols of rhe meetings of the 202-205 ica! reports of the ambassadors and diplomatic represenratives. Arrived and dis­ organs of the Litrle Entente (copies), reporrs dispatched by rhe Secrion for Politica! patched telegrams are filed apart (boxes no. 39-42), as well as materia! on the activ­ Reporting of the Ministry of the lnterior on the situation in individuai countries and ity of the Centrai and further institutions of which some also dea! with the problems especially on individuai politicians. Of a very detailed characrer is the materia! of under discussion. Most integrated is the materia! from Bucharest which includes rhe Military Office of the President deposired in the Military Hisrorical Archive. a relatively integrated complex of politica! reports from Bucharest, September 1940 This includes primarily reports of rhe 2nd (lnrelligence) department of the generai to April 1944 (ambassador I. Milecz) and from Belgrade from September 1939 to sraff of the Czechoslovak army: mostly quarterly reviews of rhe most importanr April 1941 (ambassador Murgas), on the conrrary very fragmentary are rhe reports evenrs in individuai countries worked out on the basis of rhe reports of milirary of the Slovak ambassador in rhe so-called Independent Croat State (complete for attachés. Every such report includes following regular headings: fo reign policy, the period from January to September 1943 only) and in Bulgaria. This materia! relations to Czechoslovakia, internai situation, military reports, reports on nati�nal offers very valuable information for instance on Slovak-Rumanian-Croat politica! economy. activity in the spring of 1942 and at the beginning of the year 1943, but also for Of a special characrer are also the funds of rhe Milirary Historical Archive in

199 198 Les domments diplomalrques Miroslav Tejch ii ian

Prague. These originated in the activity of the Ministry for National Defense and the war years in London as an advisory organ of the president, and the fund of the other Czechoslovak military organs and units, as were for instance the militaf}' Committee for Foreign Relations of the National Assembly of the Czechoslovak attachés, the Military Office of the President, Czechoslovak military missions, etc. Republic from the years berween the wars. This materia! too is accessible to the Records of the ministry proper and its individuai organs including the Generai historians. Staff are today only fragmentary. Much of the materials was destroyed N ex t to rhe materia] relating primarily to the activity of the Ministry of Foreign immediately before the occupation, part of the materia! was raken away ro Great Affairs and the offices of representation, as well as of some other state institutions Britain (primarily the materia! of the 2nd Inrelligence Department). Because rhe including military, very important for the research on individuai Balkan countries Czechoslovak intelligence service was also paying great attention to the politica! or eventually on the Czechoslovak relations to Yugoslavia, Rumania, Bulgaria and situation in the Balkans during the period berween the wars, we can find in the other countries, is also the written materia! of the organs of the internai politica! remaining materia! also some particular items pertaining ro the history of the Balkan administration which is today deposited as individuai funds of the Centrai State countries, especially generai reports of the 2nd department which are also deposired Archive and which is commonly accessible to the historians. in other funds (as for instance in the before-mentioned fund of the Military Office For instance the fund Presidium of the Ministry of the Inrerior includes rela­ of rhe President). Interesting facts concerning individuai materia! ont the siruarion tively rich documentation on the activity of emigrants from the Balkan countries, in the Balkan countries can also be fo und in the well-preserved records of the intel­ especially communists, but also on Bulgarian agrarians, the bourgeois emigration ligence departments of individuai Provincia! Headquarters in Prague, Brno and from Yugoslavia, etc. Similar materia! can be fo und in the funds of the Board of Bratislava. Relatively well-preserved is rhe wide materia! on the contracts concern­ the Police Directory Prague, the Provincia! Office, Prague (but also Brno and the ing armament deliveries to the Balkan countries, primarily to Rumania. Provincia! Office Bratislava), Board of the Provincia! Office (agenda of the associ­ Relatively better preserved is the materia! relating to the activity of Czechos­ ations, also dealing with the associations of citizens from Balkan countries). lovak military organs during the Second World War, that means documents of the Documents pertaining to the history of individuai countries and Czechoslovak Milirary Administration of the Czechoslovak National Committee in Paris (1939- commerciai relations with these countries which arose from the dealings of the 1940) and rhe Ministry for National Defense of the Czechoslovak government-in­ Ministry of Foreign Affairs, but also those of other institutions, can be found in the exile in London (1940-1945). And because during the Second World War the funds of the economie ministries, which are also deposited in the Centrai State Ar­ interest of the Czechoslovak intelligence service in the situation in individuai Balkan chive (Ministry of Finances, Ministry for Industry, Commerce and Trades, Ministry countries became even greater, we can therefore find in various funds a relatively of Public Works, Ministry of Agriculture, etc.). Of the archives which are located great number of documents on individuai Balkan countries. These are deposited outside of Prague, it is primarily the State Archive in Olomouc, where the materia! primarily in the fo llowing funds: Ministry for National Defense - London (for of The Chamber of Commerce and Trade in Olomouc, which had economie rela­ instance the diary of the Czechoslovak military attaché in Bclgradc pcrtaining to the tions particularly with the Balkans in the inter-war period, is deposited. As far as years 1940-1941); National Committe - Military Administration (reviews of the the study of economie history is concerned, very important are also archival funds situation in individuai countries); Middle East - Czechoslovak Military Mission of some of the industriai enterprises (the Skoda Works, Zbrojovka, armament fac­ (diary of the intelligence service, a Chronicle of the Mission, correspondence). tory, CKD), or of the large financial institutions (State Bank, Prague Credit Bank, Documents pertaining to the so-called Slovak State can be found in the fund Minis­ Trades Bank). try for National Defense - Bratislava, deposited in the Slovak Centrai State Ar­ As a special authority for source materia!, often of diplomatic character, serve chive in Bratislava. Materia! deposited in the Military Historical Archive are acces­ some of the personal collections in the funds of various archives. For instance in sible to the researchers. the before-mentioned Archive of the Institute of Marxism Leninism in Prague are Some individuai items on the history of the Balkan countries can also be found deposited some collections of important bourgeois politiciens (Smutny, Drtina, in the preserved materia! of the Czechoslovak supreme legislative body. Archive Ripka, Klecanda); other are in the Archive of the National Museum, also in Prague of the Federai Assembly of the Czechoslovak Republic in Prague safeguards funds (Kramar, Mastny). of the Defense and Security Committee of the State Council which served during An important depository of source materia! is the Archive of clippings of the

200 201 Les documenls diplomatiques

Ministry of Foreign Affairs which is at the present time placed in the Centrai State Sven Wel an der Archive in Prague un der the signa tu re ZTA 1168. In reality th ere are two suc h archives of clippings. The first which was fo unded between the wars at the minis­ THE ARCHIVES OF THE LEAGUE OF NATIONS try and was continuing throughout the Nazi occupation (of colll·se only clippings from the press of the countries of the fascist Axis and neutra! states) and the sec­ ond, the so-called Laurin's Archive which originated under the sponsorship of the Czechoslovak government-in-exile during the war and was attached to the Czecho­ slovak Information Office in New York. Today they are united in one fund which all files containing I. Intmduction. - This survey does not aim at mentioning is very well and lucidly organized and has a very thorough index of subject-matter of materia) concerning one or severa) of the Balkan countries but a giving examples and names. The materia) is very extensive and is concentrated in more than 1,000 of the subjects of interest to Balkan history and at the same time explaining some boxes and offers first class information from the world press. d, m n­ particularities of the Archives of the League of Nations. On the �ther ha� � Differently than some other countries, Czechoslovakia does not regularly and Llb­ tion well be made of other archives and collections kept by the Umted Nauons systematically edit its diplomatic sources. A certain exception are editions of in this con- rary at Geneva, of which the Politis papers are of particular importance � documents on some particular topics (for instance problems of M nich, the Nazi text (as in others). occupation and �zechoslovak-Soviet relations) and the edition of Czechoslovak It has to be kept in mind that relations between the League and a given coun- documents pertaining to the history of Bulgaria (prepared by Czechoslovak histo­ pos­ try can not be exhaustively studied in the League Archives alone. Whenever rians and published in Sophia, includes primarily diplomatic documents of the years should be sible records of national institutions in communicationS'with the League 1918-1944, for the present the 1st volume, comprising documents of the 1920s, is e.g. M ist y cons lted, not only those of the Ministry of Foreing Affairs, but also � � published). A great part of the work of the historian studying problems of the Bal­ � 1s of Health, National Bank depending on the subject under study. If the subJect kans will therefore henceforth rely on research in our archives (taking of course imo Great Pow­ a purely politica) one, consultation of the Archives of Ministries of the account the before-mentioned restrictions primarily on the accessibility of the ar­ ers (especially Foreign Office and Quai d'Orsay) might be useful. chives and their funds). peace The Covenant of the League of Nations forms the first part of the Generally speaking, materia) in the Czechoslovak archives, especially that of a January 10, treaties of 1919 and 1920. The League carne officially imo being on diplomatic character, represents relarively good informatory materia) on the history politica) 1920. Under rhe Covenant, the League was conceived as an essentially of individuai Balkan countries. Moreover, that kind of materia) which so far was with keeping the peace and with supervision ( n practice organisation, entrusted _ � relatively unused and unutilized in the work of the historians. Frankly, it is seldom k own rather loose) of certain ex-German and ex-Turkish colonies and terntones, � first-class m t ria), but in spitc of this can be employed also to solve a number of Cuurt of Internauonal a e as "Mandates". I t was al so its duty to create a Permanem important questions of Balkan history. It therefore is not only materia) on the his­ and humane conditions of labour (a t sk Justice, which it did in 1922; to secure fair _ � tory of mutuai relations between Czechoslovakia and individuai Balkan countries supe�ts1on assumed by the International Labour Organisation); to assume generai • but also on the national history of Yugoslavia, Rumania, Turkey, Greece and and children over the execution of agreements with regard to the traffic in women Albania as well. communi­ as well as in dangerous drugs; to make provisions to maintain freedom of Members; cations and transit, as well as equitable treatment for the commerce of to endeavour to take steps for the contro) of disease1• its While rhe League's politica) activities did not become as momentous as

should e plac under he t According the Covenam, imcrnational bureaux already in existence � � 10 un d e direction of the League. Very few were. On the othcr hand, several autonomous may thus speak msf o atllu� eague.trns f League trusteeship were created during the imer-war period; one 0 Nations system".

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Les documents diplomotiques Sven \'(/elonder

creators had hoped, its technical duties were to assume an unexptected impor­ Permanent Court o/ lnternational ]ustice, The Hague (PCIJ): archives kept by tane . Innumerable conferences on ali kinds of problems were organized and � International Court of Justice in the Hague, but not open to the public. stud1es w�re call�d for, the ravages of typhus in Eastern Europe were fo ught suc­ cessfully, mternatronal loans were arranged for severa! States (among others, Austria The records of the lnstitute /or tbe Codification o/ Private lnternational Law and Hungary), it was discovered that a great part of the world's population suffered and of the lntemational lnstitute /o r Educational Cinematograpby have unfortunately fro � malnutrition, etc. etc. The League undertook the protection of refugees in disappeared. vanous ways and organized "Technical Assistance to China", a development pro­ gra�me of the nineteen-thinies. While its politica! activities practically ceased II. Generai characteristics o/ the League archives. - The League of Nations d�rmg the Second World War, its technical duties continued. The League was was in official existence from 10 January 1920, the date of the entry into force of d1ssolved on 18 Aprii 1946. the Treaty of Versailles, to 18 Aprii 1946, the date on which the League was dis­ Of the Institutions that fo rmed the "League of Nations System" many but by solved. Its earliest records, however, go back to the spring of 1919, while the most �o means ali have their records kept by the League Archives. The most important recent overrun rhe year 1946. This apparent paradox is due to the fact that, before �ny sense of those is the Secretariat of the League of Nations. Many institutions, the theoretical birth of the League, it had to be organized, just as its liquidation had 111 offices, bureaux etc. have contributed to the "archival monstrosity" that is called ro be carried out after its legai disappearance. Nansen mixed group, e.g. records pertaining to Refugees (see Annex Nansen mixed Throughout the period of its existence, the League produced and kept ar­ group). Other archive groups of this kind, calied Commssion files, are: result of a chives. This should not be regarded, except in certain fields, as the - Office of the Commissioner and Delegation for the Financial Reconstruction of deliberate intention to preserve documentation, but only as the natura! consequence Austria; Vienna archives, 1922-1937. of the functioning of the organs of the League, and especially of its Secretariat. As Commis­ - Office of the Commissioner and Delegation for the Financial Reconstruction of the servant of rhe Council and the Assembly and of rheir Committees and of Hungary; Budapest archives, 1923-1929. sions, as well as of the Conferences, etc., in the preparation and the adoption also responsible for the - Greek Refugee Settlement Commission, 1925-1930. decisions and resolutions, the Secretariat, which was of these official acts, as weli as for its own administration, consti­ - Mixed Greco-Bulgarian Emigration Commission, 1920-1931. implementation the tuted files and kept registers. At the same rime, the institutions set up by - Mixed Commission for the Exchange of Greek and Turkish Populations , 1923- of under its auspices in various parts of the world were also day by day 1934. League drafting and storing documents of every kind. Because of these simultaneous - Saar Basin Governing Commission; Saarbri.icken archives, 1920-1935. accumulations, a distinction must be made in the archives berween rwo basic - Saar Plebiscite C:ommission; Saarbri.icken archives, 1934-1935. categories: on thc onc hand the Secretariat archive group (greater in volume than - groups of external Saar Plebiscite Supreme Court; Saarbri.icken archives, 1935-1936. ali the rest put together), and on rhe other the various archive - Upper Silesia Mixed Commission; Katowice archives, 1922-193 7. ongm. - Upper Silesia Arbitrai Tribuna!; Beuthen archives, 1923-1937. The Secretariat archive group, which might be called the Geneva archive - group, comprises, broadly speaking, everything that was produced or received at Electoral Commission for the Sanjak of Alexandretta, 1937-1938. rhe headquarters of theLeague. Within that group, however, a further distinction those "League system" institutions, whose archives are kept

204 205 Les dommen/s dtplomalitjues St•cn \Velander

internai use, which were often fa irly differem from those established in accordance cated reference system. Every (sub) file was given a three layer number. The with the official rules. It will thus be seen that the vast Secretariat group includes: number of the Registry Section was fo llowed by that of the subfile, after which The fi les established by the Registry; comes the file number. Because of the confusion created by the renewed number­ l. 2. The files of the units which had no link with the Registry; ing, the relevant period should also be added when a Registry file is quoted (thus 3. Files of cenain other sections, kept by them in paralleli with those of the 1933-46: 10A/48 13/1842). Regisrry. Section files. In spire of an official policy of making practically all documents In other words, the Secretariat archive group consists of Registry files and Sec­ pass through Registi")', some of rhe correspondence, etc. remained in official's tion files, and the !auer may or may not correspond w rhe fo rmer. offices or were in some cases kept and regisrered by a Secretariat Section. They As for the archive groups of external origin, each one has its own special were collected by the Registry, mostly in rhe later 1920s (some have turned up as characteristics, depending on the institution which created it and its geographical latcr as in rhe 1980s), but werc kepr separate from rhc originai Registry files. location. (Examples of external groups are the archives of the Saar Basin Govern­ Commission /iles (cf. page 20-1) ing Commission, the archives of the Upper Silesia Arbitrai Tribuna!, the archives of Private papers. These are archive groups consisting generally of working-pa­ the Berlin Office of the League, etc.). pers rhat officials or agents of the League took with them and they therefore resem­ Besides these two main categories of archive groups - and a group of a hybrid ble rhe Secrions files. They have, however been classified apan because they have nature, the Nansen or Refugees mixed archive group, which fa lls imo both categories been in private possession at some time or other. It should also be noted that - rh e archives of the League must a iso be understood as including certa in "collec­ some of them conrain materia! of purely private nature and that the Aghnides and tions", that is to say various groups of materia! assembled otherwise t han as a result Pclt papers conrain many files concerning the rime after their tenure as League Offi­ of norma! administrative work. cials. The private papers are those of: Finally, rhe archives of the League also include a number of small archive groups, called "Private papers". These consist either of documents which were Thanassis Aghnides, 1920-84. He was Member of the Administrative Com­ prepared or used by high officials in rhe performance of or in connexion with rheir missions and Minorities Section, 1919-2 1, of the Disarmamem Section, 1921-22, functions, and which passed later through the hands of persons outside the Sec­ and 1922-30 of the Politica! Secrion. 1930 he became Director of the Disarma­ retariat, or of genuinely private archives; in either case they are documents which ment Section and in 1939 Under Secretary-General. He left the Secretariat in May were received or recovered through some special channel, and which should there­ 19-12. Concerning his later career, it should be noted that he served as Hellenic fore be set apan. There is a certain analogy between them and the Section files Ambassador to the Court of St James, 1942-47, and Chairman of the fo llowing UN of the Secretariat archive group. committees: Advisory Commission on Administrative & Budgetary Questions, 1946-63; International Civil Service Advisory Board, 1946-63; Pane! of Con�uhams Regislt)'/ile s. The League had from the outset, in 1919, a registry functioning for the Archives of the League of Nations, 1966-69. His papers are only provision­ on the mode! of that of the British Foreign Office of that period. The registry ally listed, and the files are not yet available for consultation. started classification sections (not always identica! with the Secretariat sections) as the need was felt. The sections were divided into dossiers (or series) and rhe latter Van Asbeck, 1926-38. He was a member of the Permanent Mandates Com­ imo documents (or subfiles), which were very thin during the early years. The sys­ mrsston. Parts of the file consists of manuscript notes on mandates questions. tem, and especially the terminology, were in fact more complicated and were later ]oseph Avena/, 1921-56. His papers (Deputy Secretary-General 1923-33, Sec­ changed to a cenain extem. In 1928 a new numbering system was started, and the retary-General 1933-40) are kept by the Archives of the French Ministry of Foreign registry sections approached those of the Secretariat. In 1933 numbering started Affairs. The seventeen files kept here (two of which consist of photostats) are of once again from scratch. Some caracteristics inherited from the F.O. adhered to varied provenance and content. Among the papers are, for example, an interview the Registry files during their whole existence. One is the fact that rhe oldest with Avenol conducted by Stephen Schwebel (author of The Secretaty-General o/ document is to be found at the bottom of the file jacket. Another is the compii- the United Nations, 1952) and letters written about Avenol after his death.

206 207 Les domments diplomatiques Sven \'(/elander

Sir Eric Drummond, 1919-29, (later Lord Perth) was Secretary-General from Charles de Visscher. He was Belgian Delegate to the Paris Peace Conference 1919 to 1933. Those of his papers that remained in Geneva were destroyed in and i.a. delegate to the Conference for the Codification of International Law 1940, and we have here only a few files that he took with him, later returned. member of the Committee of Experts for the Progressive Codification of Interna� tional Law and from 1937 Judge at the Permanent Court of lnrernationalJustice. Carlos Garcia-Palacios, 1946. This little group consists of copies of letters and The papers comprise a single memorandum concerning problems in international memoranda written in 1940 by him. He was member of the Information Section law arising out of the C01·fu incident, 1923. The copy sent to the Secretariat was 1927-40, an d in charge of information activities after the Director left in May 1940. cut up by the Registry and distributed among severa! files. Martin Hill, 1939. He was Member of the Economie Financial Section & Records of the International Association o/ ]ournalists accredited to the League 1927-34 and 1939-45, personal assistant to Under Secretary-General Walters 1934- o/ Nations, 1921-39 (12 boxes). The Association, fo unded in 1921, was stili active 39, was secretary to the Bruce Committee in 1939. The file concerns that Com­ in January 1940. Only journalists working for daily news papers or agencies and mittee. He continued his international career in the UN Secretariat, where he rose broadcasters were admitted. to Assistant Secretary-General. Collections. Of the many collections kept with the League Archives onJy two Sean Lester, 1930-46. He was Permanent Irish Delegate to the League 1929- of generai interest wiU be mentioned here. 34, League High Commissioner in Danzig 1934-37, Deputy Secretary General 1937- League "Documents". Unlike the UN, the League made no terminological 40 and Secretary-General 1940-47. Among the Collections are also his Diary, difference between "Documents" (only for internai use) and "Publications" (for 1935-41. sale). The League Archives has a collection of these roneo'ed or printed papers, Alexander Loveday, 1920-54. He began his Secretariat career in 1920 as which, although not a 100% complete, is the largest existing. member of the Economie and Financial Section, becoming its Director in 193 1. Transcripts of interviews with fo rmer League Officials, the result of talks car­ From 1940 to 1946 he was also chief of the Princeton Mission (with some authority ried out during the years 1965 to 1967 with Th. Aghnides, W. van Asch von Wijk, over the Washington Mission). The records consist of a coUection by year of his P. de Azcarate, E. de Haller and B. Lukac. Part of the interviews with Aghnides correspondence (in the main official letters) 1920-39, and of subject files. concerns rhe rime after he left rhe League Secretariat.

Paul Mantoux, 1919-26. He was Director of the Politica! Section from 1919 Finding Aids. The many special fi nding aids compiled by the League Registry to 1927. as well as those created later (of which the "Répertoire général des Archives de la René Mayer, 1926-38. (French President of the Council in 1953). He was a Société des Nations, 1919- 1946" covers the whole of the League Archives) are avail­ member of severa! sub-committees of the Advisory and Technical Committee for able to researchers in the Archives Reading-room. Two of the later kind can, how­ Cummunications and Transit and was on severa! occasions called upon (together ever, be studied also outside the Palais des Nations. They are Guide to the Ar­ with the Salvadorian Gustavo Guerrero and rhe Greek Athanase Politis) by the chives o/ the League o/ Nations, 1919-1946, Geneva 19782 (United Nations Library, Council as an arbitrator in litigation on railway questions under the peace treaties Geneva. Publications, Series E: Guides and Studies, n. 2), and the chapter "United of St Germain-en-Laye & Trianon. Nations Library at Geneva. League of Nations Archives and Historical Collections Section" in Guide lo the Arc/) f'ves o/ intemational organizations. I. The United Adrien Pelt, 1920-70. He started his international career as Member of the Nations Sy stem, Unesco 1984, pp. 153-178. (A French version also exists). Both Information Section in 1920. He was Director of that Section 1934-40. After the are unfortunately becoming slightly out of date. war he joined the UN Secretariat and held e.g. the posts of High Commissioner in

Lybia and Director of the European Office at Geneva. III. Sources o/ Balkan his!Ol)' in the League Archives. - Ali the Balkan states Royall C. Tyler, 1920-45. Deputy Commissioner Generai of rhe League in were members of the League. Greece, Roumania and the Serb-Croat-Siovene Budapest 1920-24, and Representative in Hungary of the Trustees for the Hunga­ 2 Obtainable free from the Archives in English or French (Bureau B. 323, Palais dcs Nations, CH· rian Loan and Delegate of the Financial Committee in Budapest 1924-38. 12 11 Geneva 10).

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State (henceforth referred to as Yugoslavia) were members of the winning coalition sort kept as part of the League Archives, the Greek-Turkish and Bulgaro-Greek that set up the League. They had ali been represented on the Commission on rhe ones, are not complete. They do, however, contain materia! of interest, sometimes League of Narions of the Paris Peace Conference in 1919. Albania and Bulgaria unexpected. Among the papers of the Greek-Turkish Commission are also the were admitted in December 1920, while Turkey became a member only in July records of the Trustees for the protection of the Albanian Moslem minority in 1932. During rheir tenure as Member States they took a more or less active part Greece, and among the records of the Bulgaro-Greek Commission are ro be found in rhe work of the Assembly and sometimes of the Council (Greece was a Member severa! tapous, i.e. extracts from rhe Ottoman cataster, especially concerning the vil­ of that body in 1920, Roumania 1926-29 and 1935-38, Yugoslavia 1930-32 and lages of Toumba and Vescovo. again from 1939, Turkey 1934-37). In this context, it might be worthwhile to point out that the League technical Many of rhe League's technical and social activities aimed at covering the assistance to Greece (projects for the organisation of a Public Health Service and whole world, such as the figth against traffic in drugs and in women and children of a Centrai Bank) has left traces in the files. and against certain illnesses. States members or non-members, colonies and pro­ Of special interest to Balkan history is the materia! created because of the tecrorates were solliceted for information and frequendy asked to send official or Council's duty to protect racial, linguistic and religious minorities. Apart from non-official representatives ro various committees or conferences. This search for special arrangements in favour of the Swedish majority on rhe Aaland Islands, the universality also played a role in the discussion of more purely politica! questions; Polish minority in Danzig (Gdansk), rhe Polish and German minorities in Upper it is in this perspective we must see the invitation to non-member Turkey (as ro Silesia and the Albanian Moslems in Greece (cf. above), some countries that had other military powerful states outside the League) to participate in the work of the been created or got their frontiers essentially changed at the Paris Peace Conference Preparatory Commission for rhe Disarmament Conference. were obliged to sign treaties or declarations on the protecrion of minorities, which The League also carne to the assistance of individuai countries. rhereby gained the right to petition the Council. the Balkan states belonged to One early All method was to arrange loans for states in financial difficulties. This expedient, this group, a did most of their neighbors (Austria, Czechoslovakia, Hungary, which started with the Austrian and Hungarian loans, would also concerne two Bal­ Poland, and from 1932, Iraq). The League Archives thus contain a mass of mate­ kan states that were helped to arrange loans for the settlement of their refugees. In ria! concerning both the situation of minorities in Albania, Bulgaria, Greece, connection with the Greek loan and the activities in absorbing the refugees from Roumania, Turkey and Yugoslavia and that of Albanian etc. minorities in other Asia Minor in the economie !ife of the motherland, the records of the Greek countries. Refugee Setdement Commission are of interest (cf. p. 2). For the Bulgarian loan Of the major politica! conflicts solved or only treated by the Council, the fol­ the Economie and Financial Section of the Secretariat collected much information lowing concern Balkan states: the Corfu incident of 1923, rhe Greek-Bulgarian war on the country's economie conditions, which is to be found in the Registry and Sec­ of 1925 and the Yugoslav-Hungarian conflict arising from the Marseilles assassina­ tion files as well as among Loveday's papers. The international treatment of the tion 1934. The Secretariat archives group contains some materia! concerning the refugee problem was one of the League's most spectacular humanitarian Straits question, as do the Aghnides papers. The later are of interest especially to endeavors. The reason for the envolvement of the international organisation is to Greek hisrory, also after 1946 (e.g. the Cyprus question). be found in the region. It was undoubtedly the horrible situation of the mass of refugees that had sought allied protection in the international zone of the Straits IV. Materia! to Balkan history in other archive groups kept by the UN library

that made it possible for Fridtjof Nansen ro interest the League membership in this at Geneva. - The two most important of these, as far as politica! history is con­ question. That is probably also the reason why, after the Greeks from Asia Minor cerned, are the Martin and the Politis papers. had been shunred off to their own organisation, the League protection for some The Genevese William Martin (1888-1934) was correspondent of the «}ournal time only concerned Armenians and Russians (cf. Appendix). cles Débats» in Berlin and later of the «}ournal de Genève» in Paris. During the One way of preventing an unorganized flow of refugees that might be to heavy period 1920-1924 he was in charge of generai studies at the ILO; he worked again for the national economy to handle, as well as to "solve" certain minority problems with the Journal de Genève from 1924 to 1933, unti! he was nominated Professor was called exchange of populations. The records of the two commissions of this of History at the Ecole polytechnique /é dérale in Zurich. Beside press cuttings and

210 211 Les docrmrenls diplomaliques literary manuscripts, the papers contain, for example, copies of his report to the Director of the International Labour Office and "conversations" (notes dictated or written by Martin after meetings), 1915-33. Among the people interviewed in this way are Balkan politicians (one of his special fields of interest was Hungarian minorities). APPENDIX Nicolas Politis (1871-1941) was one of the most wellknown international jurists and Greek politicians of the interwar period. His preserved papers cover the period 1901-42 and concerne multiple aspects of Greek, Balkan and international NANSEN MIXTE ARCHIVE GROUP (RECORDS OF REFUGEE 0RGANISATIONS) politics from 1919 onwards. The League Library started collecting records of well-known pacifists and The refugee problem was treated by a series of different authorities, some succeeding one another, some being contemporaries. (At first Russians and Armenians were concerned and pacifist organisations. This activity has been continued by the UN and is stili during the thirties other groups, such as Assyrians, Saarlanders and Germans were added). going on. Some of them contain correspondence with personalities in Balkan The activiry of Fridtjof Nansen, League High Commissioner for Prisoners of War and 1920-1924, countries and other materia) on the Balkans, especially the peace movements. The Refugees, took piace within the framework of the League Secretariat in of the ILO in 1925-1929 and once again of the Secretariat from January l, 1930. On Aprii l, most important in size and in content are the papers of the Austrian pacifists Baro­ 1931, about a year afrer Nansen's death, an autonomous institution, the Nansen lnternational ness Bertha von Suttner and Alfred Fried (Fried-Suttner papers) and the archives of Refugee Office, was created under League auspices. The Office funtioned unti! 1938. 1933 the International Peace Bureau. In this context it is worth mentioning the frag­ From onwards other authorities were set up with differing relationships with the League, and the administrative situation became rather complicated, unti! the creation of the ments of the records of the International Federation of League of Nations Societies, lnternational Refugee Organization in 1948. kept here. As the files of one authoriry were ofren taken over by its successor, who continued to add to them, the provenance problem is complicated. The files are listed according to sec­ ondary provenance. The sub-groups are the following (without attaching weight to the terms "Commission fil es", or "Section fil es"): l) The League Registry files lefr behind by the High Commissioner's Office when it moved to the ILO (20-24). 2) The series of Commission files inherited from the Nansen Office, of which the main items are given below: a) Copies of letters issued from Geneva by the Refugees Section of the League, acting as secretariat to the High Commissioner, and later by the ILO, and finally by the Secretariat of the Office (22-J8); b) A collection of «documents» of the same period and from the same source (2 1-38); c) The unofficial archives of the first League of Nations period of the High Commis­ sioner's Office (20-25); d) The archives of the ILO period of the High Commissioner's Office (25-29), includ­ (20-24) [20-30]; ing_ official archives of the first League period e) The archives of the second League period (1930) and of the autonomous Nansen Office (30-38), together with the Registry files of the League for 1931-1932; f) Archives of missions, offices or delegations: in Soviet Russia (21-23), in London (20- 22), in Belgrade (22-23), in Greece (22-25), in Berlin (21-38), in Vienna (21-31), in Warsaw (24-34); g) Registers of inmates of the Armenian Orphanage at Aleppo (22-30). 3) The «Commissione files>> of the High Commissioner established in London for the protection of refugees from Germany (33-36).

212 213 Les doCIImenls diplomatiques

4) The «Section files» of the League Secretariat (relating to refugees), comprising: a) A League file on the organization of the Office (1930). b) The fi les of the Evian Conference setting up the Imergovernmemal Committee for Refugees (38-39). c) A stray external archive group which supplements the archives of the Delegation in INDICE Greece of the High Commissioner's Office (21-38). 5) The «Registry files>> of the League Secretariat for 1933-1947 relating to refugees in generai, to Russians and to Armenians. Programme de la Con/érence_ Pag. 5 6) Files created by Sir Herbert Emerson, I ligh Commissioner for refugees under League protection, in his capacity of member of the «Centrai Committee for Refuges>>, Lon­ Premessa del pro/ Renato Grispo, direttore generale per i Beni ar- don (40-43). chivistia; presidente del CIBAL. 7 » Nicolai Todorov, Les documents diplomatiques.- source importante des études balkaniques. Exemple d'une coopération /r uctueuse. » 11 Zivko Avramovski, L'impor/ance des matériaux diplomatiques pour l'histoire des pays balkaniques d'entre-deux-guerres. 15 )) Jean Pierre Babelon, Les archives consulaires /ra nçaises interessant l'histoire des Balkans et de la Méditerranée orientale aux archives nationales de France_ 23 )) Hermann-Joseph Busley, Quellen zur Geschichte der Balkanlander im Bayerischen Hauptsaatsarchiv (BayHSta). 27 )) Paola Carucci, Fonti diplomatich e italiane relative ai paesi balcanici durante il periodo della restaurazione. 33 )) Georges Castellan, Diplomate et historien. L'exemple de François­ Charles Pouquevrlle historien de la Régénération de la Grèce. 53 » Milton O. Gustafson, Diplomatic docttments o/ the United States relating to Balkan history_ 65 )) Konstantin Kosev, Documents diplomatiques allemands et russes sur la question d'Orient. 79 )) Dusan Lukaé, Diplomatenmaten-al in den Archiven in Jugoslawien ii ber die Geschichte der Balkanvolker bis 1945_ 91 )) Stefan Malfer, Diplomatische Akten und Kirchengeschichte_· Osterreich und der Balkan 1848-1918. 101 )) Krastjo Mancev, Les archives dip lomatiques bulgares relatives à l'histoire des peuples balkaniques. 1919-1939 111 . ))

214 Lorenzo Mannino, Fonti diplomatiche italiane dall'unità d'Italia alla fine della prima guerra mondiale (1861-1918). 123 » Karl Nehring, Kaiserliche Gesandtscha/tsberichte und Finalrelationen aus Konstantinopel als Quelle zur Geschichte Sudosteuropas im 16. "RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO" und 17. ]ahrhundert. 145 » Emil Palotas, Osterreichische diplomatische Quellen zur Balkanpolitik der Habsburgermonarchie in der zweiten Hai/te des 19. ]ahrhundert. 151 Rivista quadrimestrale dell'Amministrazione degli Archivi di Stato. Nata nel 1941 come "Notizie degli » Archivi di Stato", ha assunto l'attuale denominazione nel 1955. Arben Puto, Thoma Murzaku, Acquis et perspectives des Archives en Albanie. 165 » Ben ]. Slot, L'importance des sources néerlandaises pour la région balkanique au 1Y siècle. 171 PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO » Nina D. Smirnova, Publications de documents en URSS: source de ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, l'étude de l'histoire contemporaine des pays balkaniques. 185 I. Archivio mediceo del Principato. Inventario sommario, » Roma 1951 (ristampa xerografìca 1966), pp. XXXIII - 290, L. 5.000. Constantin Svolopulos, /o nd «Mémoires et documents» des archives Le II. ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, Archivio mediceo avanti il Principato. Inventario, I, du Ministère des Al/aires Etrangères de France: source de l'histoire Roma 1951 (ristampa xerografica 1966), pp. 413, L. 5.000. XXIX- de l'Empire Ottoman et des peuples balkaniques. 191 ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO, » ill. R. Conce/lena di Sici/1a. Inventario sommario (secc. XIII.XIX), Roma pp. LX:X:XIll - tavv. (esaurito). Miroslav Tejchman, Diplomatic documents o/ the Czechoslovak 1950, 76, 2 Republic relating to Balkan history. 197 IV. ARCHIVIO DI STATO DI TRENTO, Archivio del Principato vescovi/e. Inventario, Roma 1951, » pp. XXXII - 243 (esaurito). Sven Welander, The archives o/ the League o/ Nations. 205 » V. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Guida·inventario dell'Archivio di Stato, I, Roma 1951, pp. XXIII - 308, tavv. 5 (esaurito).

VI. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Guida·inven/ario de/l'Archivio diStato, II, Roma 1951, pp. 298, tavv. 3 (esaurito).

VII. ARCHIVIO STATO DI NAPOLI, Regesto della Conce/lena Aragonese di Napoli, a cura di DI ]OLE MAZZOLENI, Napoli 1951, pp. XXII - 343 (esaurito).

Vill. ARCHIVIO DI STATO DI MASSA, Inventario sommario dell'Archivio di Sta/o, Roma 1952, pp. Xli - 131 (esaurito).

IX. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivio del Consiglio generale del Comune dJ Siena. Inventario, Roma 1952, pp. XXIII - 156 (esaurito).

X. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivio del Conas/oro del Comune di Siena. Inventario, Roma 1952, pp. XXVIII - 526, tav. l (esaurito).

XI. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Archivi privati. Inventario sommario, l, 2' ed., Roma 1967, pp. XLIX - 303 (esaurito).

XII. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivio della Bicchema del Comune di Siena. Inventario, Roma 1953, pp. XXXI - 234, tav. l (esaurito).

XIII. ARCHIVIO DI STATO DI MODENA, Archivio segreto es/eme. Sezione "Casa e Stato». lnven· torio, Roma 1953, pp. LI - 318, tavv. genealogiche 7 (esaurito).

216 XIV. ARCIII\'10 DI STATO DI NAPOLI, Archivi pnva/1. lnuenlarw sommano, Il. 2' ed., Roma XXXIV. ABBAZIA DI t.IONTEVERGINE, Regeslo delle pergamene, a cura di GIOVANNI MONGELLI 1967, pp. Xl - 291, L. 4.000. O.S.B., VI (secc. X\111 - XX), Roma 1958, pp. 439, tavv. 19, L. 5.000.

XV. ARCIII\'10 DI STATO DI BoLOG:-IA, Gli uffici economiCI e /inonzùm del Co11mne dal Xli XXXV. ]OSEPII ALEXANDER VON Hl.JBNER, La Monarchia amtracai dopo Villafranca (Résumé de al XV secolo. I. l Procuratori del comune - D1fensori dell'Avere - Tesorerù1 e Contrai­ l'an 1859 dal }oumal, XIV), a cura di MARIA CESSI DRUDI, Roma 1959, pp. VIli - 184 latore di tesoreria. Inventario, Roma 1954, pp. XLVIII - 202 (esaurito). (esaurito).

XVI. ARCIII\'10 DI STATO DI BOLOGNA, Le lnsignia degli Amuun dd Comune da/ 1530 a/ XXXVI. ARCHIVIO DI STATO DI BoLOGNA, Le lnsignia degli Anziani de/ Comune dal 1530 al 1796. Appendice araldica, Roma 1960, pp. 281 (esaurito). 1796. Catalogo - Inventario, Roma 1954, pp. XXIV - 327, tavv. 16 (esaurito). Xli - XXXVII. ARCII!VIO DI STATO DI SIENA, Archivio dell'Ospedale di San/o Mario della Scola. Inven­ XVII. ARCHIVIO DI STATO DI TORINO, Serie di Niua e dello Savoia. Inventario, l, Roma 1954, tario, 1960, LXXXV - 319, 3 pp. XVIII - 578 (esaurito). I, Roma pp. tavv. (esaurito). XXXVIII. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivio dell'Ospedale di San/a Moria della Scala. Inven­ XVIII. ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, Archwio med1ceo avan/1 d Prinapalo. Inventario, Il, tario, II, Roma 1962, pp. Xl - 199, tavv. 3, L. 5.000. Roma 1955, pp. 547 (esaurito). ARCHIVIO DI STATO DI LIVORNO, Guida-inventario dell'A rchivio di Stato, l, Roma 1961, XIX. ANTONIO PANELLA, Seri/li archivistici� Roma 1955, pp. XXXI --321, L. 2.200. XXXIX. pp. XXVlll - 284, L. 3.000. XX. ARCHIVIO DI STATO DI RO:O.IA, L'archivio dello S. Congregazione del Buon Govemo (1592 - 1847). Inventario, Roma 1956, pp. CLXX\'1 - 471 (esaurito). XL. ARCHIVIO DI STATO DI TORII'\0, Serie di Niua e della Savoia. Inventario, Il, Roma 1962, pp. XCIX - 509 (esaurito). XXI. ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA, ArdJIVIO storico de/ comune di Perugia. InventariO, Roma 1956, pp. XLII - 474, tavv. 20, L. 4000. XLI. ARCHIVIO DI STATO DI GEI'\0\'A, Cartolari no/ari/i genovesi (1-149). Inventario, l, parte n, Roma 1961, pp. 254 (esaurito). XXII. ARCIIIVIO DI STATO DI GEI'\OVA, Cartolari nolonli genovesi (l - 149). Inventario, l, parte l, Roma 1956, pp. XX III - 251 (esaurito). XLII. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Libri dell'entrala e dell'uscita del Connme di S1ena del/i della Bicchema. Reg. 26° (1257, secondo semestre), a cura di SANDRO DE' COLLI, Roma XXIII. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Leso/e dello mostra e d museo delle lavo/el/e dipinte. Colo· 1961, pp. XLIX - 232 (esaurito). logo, Roma 1956, pp. XVIll - 163, tavv. 42, L. 4.000. XLIII. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Archivio Borbone. Inventario sommario, l, Roma 1961, XXIV. UFFICIO CENTRALE DEGLI ARCHIVI DI STATO, lilla memmtde 1/a/wna. Rassegna di dom· pp. LVI - 303, tavv. 22, L. 5.000. menti degli Archivi di Stato d'Italia (in occasione de/ Ili Congresso inlemazionale deg!t arcbivi: Firenze 25-29 sel/embre 1956), Roma 1956, pp. XIX- 117, tavv. 32 (esaurito). XLIV. ARCIIIVIO DI STATO NAPOLI, Archivio Borbone. Inventario sommario, Il, a cura di DI AM ELIA GENTILE, Roma 1972, pp. Xlii - 377, tavv. 21 (esauritO). XXV. ABBtiZIA DI fo.IONTEVERGI:-IE, Reges/o delle pergamene, a cura di GIOI'ANNI fo.IONGELLI O.S.B., l (secc. X-Xli), Roma 1956, pp. 351, tavv. Il, L. 4.000. XLV. Gli Archivi dei Govemi provvisori e straordinari. 1859-1861, l, Lombardia, Provincie par­ mensi, Provincie modenesi. Inventario, Roma 1961, pp. XXVII - 390, L. 4.000. XXVI. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivio tli Ba/ìa. lnuenlario, Roma 1957, pp. LXXXI' - 471, tav. l (esaurito). XLVI. Gli Archtvi dei Govemi provvisori e straordinari, 1859-1861, n, Romagne, Provincie del­ l'Emilia. Inventario, Roma 1961, pp. 377, L. 4.000. XXVII. ABBAZIA MONTEVERGINE, Reges/o delle pergamene. a cura di GIOVANNI �IONGLUI Xlii - ))l O.S.B., Il (1200 - 1249), Roma 1957, pp. 298, tavv. IO, L. 4.000. XLVII. Gli archivi de1 Gouem1 provviSori e straordinari, 1859-1861, III, Toscana, Umbria, Mar­ che. Inventario, Roma 1962, pp. Xli - 481, L. 4.000. XXVIII. ARCIII\'10 DI STATO DI FIRENZE, llrchwio mediCI'O ovon/1 d Prinapalo. lnt·enlario, III, Roma 1957, pp. 558 (esaurito). XLVIII. ARCHIVIO DI STATO DI BoLOGNA, Riformagioni e provvigioni del Comtme d1 Bologna dal 1248 al 1400. Inventario, Roma 1961, pp. XLVI - 383, L. 5.000. XXIX. ABBAZIA DI fo.IOl'TE\'ERGINE, Reges/o delle pergamene, a cura di GIOI'A:-.:l\1 �IOl'GEI.IJ O.S.B., Ili (1250-1299), Roma 1957, pp. 299, ta\•v. 15, L. 4.000. XLIX. ABBAZIA DI MO:>.'TEI'ERGINE, Regeslo delle pergamene, a cura di GIOVANNI MONGELLI O.S.B., VII, Indice generale, Roma 1962, pp. 387, tavv. 12, L. 5.000. XXX. SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER IL LAZIO, L'UMBRIA LE �IARCIIE, Gli archivi de/­ L /'Umbrio, Roma 1957, pp. 202, tavv. 27, L. 2.500. L. ARCIIIVIO DI STATO DI FIRENZE, Archivio mediceo avanti il Principato. Inventario, fV, Roma 1963, pp. 498 (esaurito). XXXI. ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA, DISptlcci degli AmbascitiiOrl al Senato. Indice, Roma 1959, pp. XVI - 409 (esaurito). LI. ARCHIVIO DI STATO DI LIVORNO, Guida-inventario dell'Archivio di Stato, n, Roma 1963, pp. 185 (esaurito). XXXII. ABBtiZIA DI Mo, TEVERGINE, Regeslo delle pergamene, a cura di GIOVANNI MOl'GELLI O.S.B., IV (sec. XIV), Roma 1958, pp. 607, tavv. 24, L. 5.000. Lll. ARCHIVIO DI STATO DI LUCCA, Reges/o del carteggio privato dei principi Elisa e Felice Baciocchi (1803-1814), a cura di DOMENICO CORSI, Roma 1963, pp. XLI - 301, tav. l XXXIII. ABBAZIA DI MONTEVERGINE, Regeslo delle pergamene, a cura di GIOVANNI MONGELLI (esaurito). O.S.B., V (secc. X\1 - XVI), Roma 1958, pp. 617, tavv. 24, L. 5.000. LIIl. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Libri dell'entrata e dell'uscita del Comune di Siena detti LXIX. RICCARDO FILANGIERJ, Scritti di paleografia e diplomatica, di archivsticai e di erudizione, della Bicchema. Reg. 27" (1258, primo semestre), a cura di UBALDO MORANDI, Roma Roma 1970, pp. - 457, taw. 16 (esaurito). 1963, pp. XLVIU - 237, L. 4.000. XXVII LXX. L'archivio arcivescovile di Sima. Inventario, a cura di GIULIANO CATONI e SoNIA FINE. UV. ABBAZIA DI MONTECASSINO, l regesti dell'archivio, I (aula III: capsule l-VII), a cura di SCHI, Roma 1970, pp. 392, taw. 4, L. 5.000. TOMMASO LECCISOTTI, Roma 1964, pp. 311, taw. 12 (esaurito). XXVII - LXX - LXXI. ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Gli archivi del IV corpo d'esercito e di Roma capitale, LV. ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Aspetti della Rt/orma cattolica e del Concilio di Trento. Inventario, a cura di RAOUL GUEZE e ANTONIO PAPA, Roma 1970, pp. XXIV - 277 Mostra documentaria. Catalogo a cura di EDVIGE ALEANDRI BARLE1ì"A, Roma 1964, pp. (esaurito). VIli - 278, taw. 32, L. 2.000. LXXII. ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Gli archivi delle giunte provvisorie di govemo e della luo­ LVI. ABBAZIA DI MONTECASSINO, l regesti dell'archivio, Il (aula III: capsule VIII - XXIII), a gotenenza generale del re per Roma e le province romane. Inventario, a cura di CARLA cura di TOMMASO LECCISOTTI, Roma 1965, pp. 351, taw. 10 (esaurito). LODOLINI TUPPUTI, LXIV- Roma 1972, pp. XVII - 425, L. 4.000. L VII. ARCHIVJO STATO DI SIENA, Libri dell'entrata e dell'uscita del Comune di Siena detti LXXIII. ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA, L'archivio del Tavoliere di Pugla,i Inventario, l, a cura DI della Bicchema. Reg. 28" (1258, secondo semestre), a cura di SANDRO DE' COLLI, Roma di PASQUALE Dr Cieco e DoRA MUSTO, Roma 1970, pp. 669, taw. 4, L. 5.400. 1965, pp. XLIII - 179 (esaurito). LXXIV. ABBAZIA DI MONTECASSINO, l regesti dell'archivio, VI (aula Il: capsule XVIII - XXVII), L VIII. ABBAZIA DI MONTECASSINO, III regesti dell'archivio, Ili (aula Il: capsule l - VII), Fondo a cura di TOMMASO LECC!SOTTI, Roma 1971, pp. 393, taw. 10, L. 4000. LX- di S. Spirito del Morrone (parte l: secc. XI- XV), a cura di TOMMASO LEccrsorn, Roma LXXV. FAUSTO NICOUNI, BENEDETTO reo­ 1966, pp. XIX - 453, taw. 10 (esaurito). Scritti di archivistica e di ricerca storica, raccolti da N LINI, Roma 1971, pp. 381, L. 3.000. XIX- LIX. ARCHIVIO DI STATO MANTOVA, Copaletterei e corrispondenza gonzaghesca da Mantova DI e Paesi (28 novembre 1340 -24 dicembre 1401). Indice, Roma 1969, pp. 343, L. 5.000. LXXVI. ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, Archivi del govemo fra ncese nel dipartùnento deii'Ombro­ ne. Inventario, a cura di GIULIANO CATONI, Roma 1971, pp. 217, tav. l, L. 1.500. LX. ABBAZIA DI MONTECASSINO, l regesti dell'archivio, IV (aula Il:capsule VIII - XII), Fondo di S. Spirito del Morrone (parte sec. XVI), a cura di TOMMASO LECCISOrn, Roma LXXVII. ARNALDOD'ADDARIO, Aspetti della Controriforma a Firenze, Roma 1972, pp. 669, Il: Xli- 1968, pp. Vll - 381, taw. 8 (esaurito). taw. 25 (esaurito).

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LXII. Gli archivi dei regi commissarinelle province del Veneto e di Mantova, 1866, I, Inventari, LXXIX. ABBAZIA DI MONTECASSINO, l regesti dell'archivio, VIII (aula Il: capsule XLII - LVI), a Roma 1968, pp. XXJV - 405, L. 5.000. cura di TOMMASO LECCISOITI, Roma 1973, pp. LXXXVU - 380, taw. 10, L. 3.700.

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39. t\ IAR