Les Documents Diplomatiques. Importante

Les Documents Diplomatiques. Importante

MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO SAGGI 9 LES DOCUMENTS DIPLOMATIQUES TIJPORTANTE SOURCEDESETUDESBALKANIQUES Actes de la Conférence scientifique internationale Tutzing-Munich, 4-6 mai 1986 ROMA 1988 UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI DIVISIONE STUDI E PUBBLICAZIONI Comitato per le pubblica zioni: Renato Grispo, presidente, Paola Carucci, Arnaldo PROGRAMME D'Addario, Antonio Demoni Litta, Romualdo Giuffrida, Lucio Lume, Giuseppe Pansini, Claudio Pavone, Vilma Piccioni Sparvoli, Luigi Prosdocimi, Leopoldo Puncuh, Isabella Zanni Rosiello, Lucia Fauci Moro, segretaria . 4 mai Session du Bureau du CIBAL dans les locaux de la Direction générale des Archives Cura redazionale: Maria Guercio. d'Etat de Bavière. 5 mai Allocutions de M. Karl Nehring et de M. Nicolai Todorov. Th èmes: I. Role des documents diplomatiques dans l'éclaircissement et l'étude de la politi­ que des Grandes Puissance et d'autres pays européens à l'égard des Balkans. II. Résultats et particularités des recherches effectuées d'après les documents diplo­ matiques. III. Piace et role des grandes archives, du CIA et du CIBAL dans l'éclaircissement et le règlement des problèmes discutés à la Conférence (discussion théorique­ pratique). Première séance, Présidents: K. Oldenhage, K. Nehring, N. Todorov l. Klaus Oldenhage, Bundesarchiv (RFA), Quellen zur Geschichte der Balkanliin­ der im Bundesarchiv Koblenz. 2. Hermann-Josef Busley, Archives d'Etat de Bavière (RFA), Quellen zur Geschichte �er Balkanlander im Bayerischen Hauptstaatarchiv. 3. Karl Nehring, Siidost lnstitut (RFA), Kaiserliche Gesandtschaftsberichte und Finalrelationen aus Konstantinopel als Quellen zur Geschichte Siidosteuropas im 16. und 17. Jahrundert. Milton Gustafson, National Archives (Etats-Unis), Diplomatic documents of the 4. United States relating to Balkan history. 5. Lorenzo Mannino, Bureau centrai des biens d'archives (ltalie), Fonds du Mini­ stère des affaires étrangères de I'Unité d'Italie à la fin de la Première guerre mon­ Vendita: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato, diale. Piazza Verdi, 10, 00198 Roma 6. Paola Carucci, Bureau centrai des biens d'archives (Italie), Documents diploma­ tiques italiens pendant la période de la Restauration. Proprietà leneraria riservata 7. Sven Welander, Organisation des Nation Unies, The Archives of the League of Nations. 5 Les doCIImen/s diplomaliques 6 mai Deuxième séance, Présidents: S. Welander, A. Puto l. Nina D. Smirnova, Institut de l'Académie de Moscou (Union Soviétique), Publi­ cations documentaires en URSS en tant que source des recherches sur !es rela­ tions internationales dans !es Balkans pendant l'époque contemporaine. 2. Arben Punto, Thoma Murzaku, Institut d'Histoire de Tirane (Albanie), Résultats et perspectives des Archives en Albanie. 3. Zivko Avramovski, Institut des relations internationales de Belgrad (Yougosla­ L'istituzione del ministero per i Beni culturali e ambienta/t� nel 1975, e il pas­ vie), Importance des matériaux diplomatiques britanniques pour l'histoire des saggio ad esso degli Archivi di Stato hanno rappresentato nel nostro paese il unto � _ pays balkaniques d'entre-deux-guerres. d'arrivo di una lunga battaglia per la rivendicazione di precise istanze cultura/t e dr 4. Georges Castellan, Centre d'études des civilisations de l'Europe centrale et du qualificazione professionale degli archivi e degli archivisti. Ma hanno posto anche la _ Sud-Est (France), Diplomate et historien: l'exemple de François-Charles Pou­ premessa di una svolta che doveva, in breve volgere di tempo, provocare u�a dec s� queville, historien de la Régénération de la Grèce. modt/icazione delle funziom� della sfera di attività e dell'immagine stessa deglt archrvt:� 5. Dusan Lukaé, lnstitut de balkanologie (Yougoslavie), Diplomatenmaterialen in coincidendo con mutamenti profondi nel panorama culturale, per un'accresciuta den Archiven in Jugoslawien i.iber die Geschichte der Balkanvolker bis 1945. domanda di servizi culturali da parte di un pubblico sempre più ampio e diversificato, 6. Stefan Malfèr, Osterreichisches Ost - und Si.idosteuropa Institut (Autriche), avido di conoscenze e di informazioni ai livelli più differenti. Diplomatische Akten und Kirchengeschichte: Osterreich und der Balkan, 1848- In sostanza, l'amministrazione degli archivi di Stato doveva scoprire il significato 1918. di una nuova politica di valorizzazione del patrimonio documentario rivendicando in 7. Emi! Palotas, lnstitut d'histoire d'Europe orientale (Hongrie), Osterreichische tale processo un ruolo, non più limitato alla conservazione e alla inventariazione della diplomatische Quellen zur Balkanpolitik der Habsurgermonarchie in der zweiten documentazione storica, ma esteso alla utilizzazione e alla divulgazione, alla edizione Halfte des 19. Jahrhunderts. dei testr� allo studio ed alla interpretazione delle fonti, anche con il ricorso alle tec- nologie più moderne. Troisième séance, Présidents: K. Kosev, N. Smirnova. Questo da un lato ha signr/icato la moltiplicazione delle iniziative cultura/t e pro- Konstantin Kosev, Institut d'histoire de Sofia (Bulgarie), Documents diplomati­ l. mozionali sul piano centrale e pen/erico, con l'incremento dell'attività editoriale e di ques russes et allemands sur la question d'Orient. ricerca, con l'organizzazione di co nvegni scientr/ici e di mostre documentarie, con l'i­ 2. Miroslav Tejchman, Institut d'histoire moderne et contemporaine de Prague stituzione di una struttura essenziale del servizio didattico, con l'avvio di progetti spe­ (Tchécoslovaquie), Documents diplomatiques des archives tchécoslovaques. rimentali di elaborazione automatica; dall'altro lato ha sollecitato la più ampia aper­ 3. Constantin Svolopoulos, Institut d'études balkaniques de Salonique (Grèce), Les tura ad impegni comuni con università e altri centri e istituti scientr/ici ed ha sotto­ sources diplomatiques sur la participation de la Grèce à la Seconde guerre mon­ lineato l'importanza della collaborazione internazionale, nel quadro sia delle iniziative diale. del Consiglio Internazionale degli Archivi che degli accordi culturali bilaterali e mul­ 4. Krastju Mancev, Institut d'études balkaniques (Bulgarie), Documents diplomati­ tilaterali con altri paesi. ques bulgares concernant l'histoire balkanique aux xrx· s.-xx· s. In questo senso particolare rilievo è venuta assumendo negli ultimi anni lapresen z� 5. Vassilis Panayatopoulos, Fondation nationale de la recherche scientifique (Grè­ dell'amministrazione archivistica italiana nell'attività e nelle iniziative del CIBAL, tl ce), Les archives d'Ali Pacha à }annina et leur importance. Centro internazionale d'informazione sulle fonti per la storia balcanica (oggi: per la 6. Jean-Pierre Babelon, Archives de France, Les Archives consulaires françaises storia balcanica e mediterranea), nato nel 1976, per iniziativa congiunta dell'Associa­ conservées aux Archives nationales (à propos de la publication récente de deux zione internazionale di studi sul Sud-Est Europeo (AIESE) e del Consiglio Internazio­ inventaires). nale degli Archivt� sull'esigenza di allargare l'attenzione per le fonti della storia del 7 6 Les documenls diplomaltques Retta/o Gmpo Sud-Est Europeo in rapporto alla estensione degli studi balcanici alla più vasta area del con la quale i rapporti sono di v1tale importanza- da secoli- per la storia della nostra bacino mediterraneo. penisola. Dopo la risoluzione adottata, su iniziativa della Bulgaria, alla XVIII sessione partecipazione degli archivisti italiani al seminario di Tutzing, e ora la pub­ La della Conferenza generale dell'UNESCO, e dopo una prima riunione e Parigz� nell'a­ blicazione degli atti di quel convegno, segnano infine lo spostamento dell'attenzione prile del 1975, dei responsabili degli archivi di numerosi paesi non soltanto dell'area su problemi metodologici e d'informazione generale che meritano di essere approfon­ mediterranea, l'ipotesi di un centro di informazione era stato sottoposto alle istanze diti e allargati. dirigenti dell'AIESE e del CIA e quindi alla VII Conferenza delle Commissioni bal­ Si consideri soltanto l'interesse di una operazione culturale che si poné come caniche nazionali per l'UNESCO. modello per un 'ipotesi di lettura incrociata e di integrazione delle fo nti� per la ricostru­ Confe renza costitutiva del CIBAL, svoltasi a Sofia nel settembre 1976, con la zione della storia di paesi- come appunto quelli balcanici - che di gran parte della La partecipazione di specialisti di 15 paesz� tra cui l'Italia, approvò infine il progetto defi­ documentazione scritta sono stati privati da una serie di vicende e di distruzioni par- · nitivo di Statuto che fissava gli obiettivi pro grammatici nella promozione delle ricerche ticolarmente dolorose. sulla storia dei paesi balcanici e nella diffusione <<dei risultati delle ricerche effettuate L'opportunità poi di proseguire l'esame delle metodologie di utilizzazione delle negli archivi nelle biblioteche sotto la sua responsabilità o in collaborazione con fo nti oltre i limiti geografia� cronologici e tipologici nel seminario di Tutzing, ha sug­ e esso». gerito la preparazione, insieme con il CIBAL, di un incontro di lavoro su «Le fo nti A questo fine il CIBAL si preoccupa di: diplomatiche in età moderna e contemporanea», che si terrà a Lucca nel fe bbraio 1989, - raccogliere gli strumenti di lavoro esistenti sulle fo nti della storia balcanica, confermando così l'impegno degli Archivi di Stato ad una linea di politica culturale e prepararne di nuovi;

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