MILANO & LOMBARDIA AA 2017/2018 LOMELLO (Pavia)
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MILANO & LOMBARDIA A.A. 2017/2018 LOMELLO (Pavia) L'antica Laumellum fu un importante centro romano, I vecchi eruditi, lo attribuivano ai Levi, fondatori di Pavia insieme ai Marici. Si tratta di popolazioni Liguri piuttosto che celtiche. In epoca romana Laumellum fu noto soprattutto perché vi transitava la strada che da Piacenza, per Pavia, portava a Torino e ai passi alpini nelle Alpi Cozie. In epoca longobarda il luogo diviene ancora più importante, trovandosi sulla strada che da Pavia, ora capitale del Regno, porta verso la Francia. Qui avvenne nel novembre del 590 il matrimonio tra la regina Teodolinda ed il duca di Torino, Agilulfo. Agilulfo, cognato del re Autari, duca di Torino, fu scelto come marito, col consenso dei duchi longobardi, da Teodolinda, vedova di Autari, e innalzato al trono nel maggio del 591. Bello della persona, valoroso in guerra, accorto, egli fu uno dei maggiori re longobardi. Leggenda: La basilica di S.Maria Maggiore ed il Battistero di S.Giovanni ad fontes legano la propria storia alle origini della dominazione Longobarda e alla regina Teodolinda in particolare. Era una sovrana molto amata e i longobardi le permisero, dopo la morte di Autari, di mantenere l'autorità regia, ma le suggerirono di scegliere, a suo piacimento, un marito tra i guerrieri longobardi. Ella scelse come sposo, Agilulfo, Duca di Torino e un capo valoroso. Subito la regina lo mandò a chiamare, anzi gli andò incontro ella stessa, sino alla rocca diLomello. Quando arrivò, dopo alcuni convenevoli, Teodolinda fece portare del vino. Dopo avere per prima bevuto, porse la coppa ad Agilulfo. Il Duca accettò la bevanda e le baciò rispettosamente la mano. La Regina sorrise, e arrossendo, gli disse che era più opportuno un bacio sulle labbra poichè lei lo aveva scelto come sposo e Re del popolo. Questo quanto tramandato dalla tradizione. Nella successiva epoca franca, nell'847, Lomello divenne sede di Comitato (contea). Caduti i longobardi e instaurato l'impero di Carlo Magno, Lomello mantenne prerogative di piccola capitale. I suoi Conti, nel 1001, divennero conti palatini e poi anche conti di Pavia. Con la dinastia dei Palatini Lomello conobbe un periodo di vero splendore. I monaci Bremensi vi posero un priorato, fiorirono monasteri come quello di S.Agata, S. Lorenzo, S.Maria in Galilea. Sorse l'ospizio dei pellegrini di S.Maria della Misericordia. Nel 1155 la rocca di Lomello viene incendiata dal Barbarossa; nel 1315 i Visconti si impadroniscono di Lomello iniziando così un lento declino. 1 Nel 1450 Francesco Sforza concede Lomello e Dorno in feudo ad Antonio Crivelli di Milano. Ai marchesi Crivelli il feudo resterà fino all'abolizione del feudalesimo (1797). Nel 1707 Lomello, con tutta la Lomellina, viene annesso ai domini dei Savoia. Leggenda: La Basilica di S.Maria Maggiore è conosciuta anche come la “Chiesa del Diavolo". la leggenda narra che, alla vigilia della nozze della regina longobarda Teodolinda con il conte di Torino Agilulfo il diavolo, in preda alla rabbia per il fatto che i Longobardi si erano convertiti al Cristianesimo grazie all’opera della regina, distrusse con un temporale la chiesa di Lomello già addobbata a festa per l’imminente matrimonio. Appresa la notizia Teodolinda si raccolse in preghiera e chiese a Dio di convincere il diavolo a ricostruire una nuova chiesa in una sola notte. Per tutta la notte Lomello fu avvolta da una spessa cortina di nebbia, e quando questa si diradò la mattina dopo gli abitanti videro che, al posto della chiesa distrutta, sorgeva una nuova chiesa, che però non presentava un solo angolo retto, aveva la facciata incompleta e le prime due campate erano prive del tetto. Il diavolo aveva lavorato per tutta la notte ma, non appena si erano udite le campane dell’Angelus Domini, aveva dovuto fuggire lasciando il lavoro incompleto. Basilica di S.Maria Maggiore venne fondata verso la fine del X secolo dal benedettino Brunigo di Breme, parente dei conti Palatini di Lomello. La facciata era in origine inserita nella cinta muraria altomedievale, oggi ne rimangono i resti con una fila di profonde finestre tra le quali si trovano anche quelle dell'antica torre campanaria, contenuta nel periodo della chiesa (l'attuale è frutto di un rifacimento posteriore). L'arretramento della facciata, operato nel XVIII secolo, ha generato una sorta di atrio composto dalle rovine delle prime tre campate della chiesa originaria, da cui si accede alla basilica attuale. Queste pittoresche rovine sono attribuibili a un terremoto del 1177 o all'incendio da parte del Barbarossa della rocca di Lomello nel 1155. Negli anni 1939-1953 la Basilica venne restaurata riportandola alle origini. La muratura, all'esterno, è scandita da lesene e da una decorazione ad archetti pensili. La pianta è a croce latina non ortogonale, con tre navate e tre absidi. Il transetto poco sporgente, è posto in risalto dal suo innalzarsi sino quasi al livello della navata centrale; i lati esterni dei suoi bracci assumono la configurazione di facciate. All'interno, la navata centrale è suddivisa in tre campate, ad ogni campata ne corrispondono due nelle navatelle laterali, coperte da volta a crociera. E' uno dei primi esempi di quello che verrà definito sistema alternato. Il paramento murario in cotto presenta corsi orizzontali che si alternano a corsi a spina di pesce. Anche i pilastri e i capitelli sono in cotto, tutti i particolari sono studiati per immergere il fedele in un'atmosfera calda e uniforme. Una caratteristica unica della chiesa è la vistosa asimmetria nella pianta e nell'alzato, oltre alla irregolarità dei pilastri. Suggestiva l'ipotesi che vede nella pianta la volontà di riprodurre il corpo di Cristo nella croce col capo reclinato. 2 BATTISTERO di S.Giovanni ad fontes E' il monumento più antico e più prezioso di Lomello e uno dei più antichi della Lomellina. Venne edificato nel V secolo, secondo i richiami delle predicazioni di S.Ambrogio. Il significato del simbolo 8 come simbolo di salvezza si può ricavare anche da questi versi di Ambrogio che scrisse per il battistero di San Giovanni che era il battistero degli uomini della chiesa estiva di Santa Tecla "Versus Ambrosii ad fontem eiusdem ecclesiae. (sanctae Tecle) Octachorvm sanctos templvm svrrexit in vsvs Octagonvs Fons est mvnere dignvs eo. Hoc nvmero decvit sacri baptismatis auvam svrgere quo populis vera salvis rediit luce resvrgentis christi.." Versi di Ambrogio presso il fonte della medesima chiesa [Santa Tecla]: L’edificio a otto nicchie è stato innalzato per gli usi sacri, il fonte ottagono è degno di questo dono. È stato opportuno che su questo numero sorgesse l’aula del sacro battesimo per il quale ai popoli è stata ridata la vera salvezza nella luce di Cristo risorgente, Quindi SETTE sono i giorni della creazione e OTTO è il giorno della resurrezione, la salvezza che comincia dal Battesimo. Il Battistero è a forma di croce, alto 13 metri; nel tamburo ottagono si aprono 8 finestre ad arco tutto sesto con a fianco due nicchie rettangolari. Al culmine del tetto si eleva il piccolo lanternino, a due piani ornati di monofore sormontate da bifore. All'interno del battistero, al centro si trova il fonte battesimale datato VII-VIII sec. di epoca longobarda a forma di esagono irregolare. La vasca rappresenta il ricordo, ma solo il ricordo, di un rito ormai scomparso. Si scendeva ad essa dal lato di mezzogiorno, non per immergersi nell'acqua lustrale che non vi venne mai immessa, come provano le pitture alle pareti interne e la mancanza di condotti di scarico, ma per ripetere le forme di una 3 cerimonia tradizionale. Al battesimo per immersione era succeduto quello per aspersione e la vaschetta minore serviva al nuovo uso.Il fonte è orientato perfettamente da oriente ad occidente. Le pareti interne sono decorate da motivi geometrici. 4.