Gazzetta ufficiale L 33 dell'Unione europea

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58o anno Edizione in lingua italiana Legislazione 10 febbraio 2015

Sommario

II Atti non legislativi

REGOLAMENTI

★ Regolamento (UE) 2015/192 del Consiglio, del 9 febbraio 2015, recante modifica del regolamento (CE) n. 174/2005 che impone restrizioni alla prestazione di assistenza pertinente ad attività militari in Costa d'Avorio ...... 1

★ Regolamento di esecuzione (UE) 2015/193 della Commissione, del 5 febbraio 2015, recante approvazione di una modifica non minore del disciplinare di una denominazione registrata nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Schwäbische Maultaschen/Schwäbische Suppenmaultaschen (IGP)] ...... 4

★ Regolamento di esecuzione (UE) 2015/194 della Commissione, del 5 febbraio 2015, recante approvazione di una modifica non minore del disciplinare di una denominazione registrata nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Ossau-Iraty (DOP)] ...... 5

★ Regolamento di esecuzione (UE) 2015/195 della Commissione, del 5 febbraio 2015, recante approvazione di una modifica non minore del disciplinare di una denominazione registrata nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Brocciu corse/Brocciu (AOP)] ...... 6

★ Regolamento di esecuzione (UE) 2015/196 della Commissione, del 5 febbraio 2015, recante approvazione di una modifica non minore del disciplinare di una denominazione registrata nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Toma Piemontese (DOP)] ...... 7

★ Regolamento di esecuzione (UE) 2015/197 della Commissione, del 5 febbraio 2015, recante approvazione di una modifica non minore del disciplinare di una denominazione registrata nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Aglio Bianco Polesano (DOP)] ...... 8

(segue)

Gli atti i cui titoli sono stampati in caratteri chiari appartengono alla gestione corrente. Essi sono adottati nel quadro della politica agricola e hanno generalmente una durata di validità limitata. IT I titoli degli altri atti sono stampati in grassetto e preceduti da un asterisco. IT ★ Regolamento di esecuzione (UE) 2015/198 della Commissione, del 6 febbraio 2015, che modifica l'allegato I del regolamento (CE) n. 798/2008 per quanto riguarda la voce relativa al Canada nell'elenco di paesi terzi, loro territori, zone o compartimenti da cui determinati prodotti ottenuti dal pollame possono essere importati e transitare nell'Unione in relazione all'influenza aviaria ad alta patogenicità (1) ...... 9

Regolamento di esecuzione (UE) 2015/199 della Commissione, del 9 febbraio 2015, recante fissazione dei valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli ...... 12

DECISIONI

★ Decisione di esecuzione (UE) 2015/200 del Consiglio, del 26 gennaio 2015, che modifica la decisione di esecuzione 2014/170/UE che stabilisce un elenco di paesi terzi non cooperanti nella lotta alla pesca INN ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008 che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata per quanto riguarda lo Sri Lanka ...... 15

★ Decisione (UE) 2015/201 del Consiglio, del 27 gennaio 2015, relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in seno al sottocomitato per le questioni sanitarie e fitosanitarie, al sottocomitato doganale e al sottocomitato per le indicazioni geografiche istituiti dall'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra, in merito all'adozione delle decisioni del sottocomitato per le questioni sanitarie e fitosanitarie, del sottocomitato doganale e del sottocomitato per le indicazioni geografiche relative ai loro regolamenti interni 19

★ Decisione (PESC) 2015/202 del Consiglio, del 9 febbraio 2015, recante modifica della decisione 2010/656/PESC che proroga le misure restrittive nei confronti della Costa d'Avorio 37

★ Decisione (PESC) 2015/203 del Consiglio, del 9 febbraio 2015, a sostegno della proposta dell'Unione relativa a un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico quale contributo a favore di misure trasparenti e tese a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico ...... 38

★ Decisione di esecuzione (UE) 2015/204 della Commissione, del 6 febbraio 2015, che modifica l'allegato II della decisione 2007/777/CE per quanto riguarda la voce relativa al Canada nell'elenco di paesi terzi o di parti di paesi terzi dai quali l'introduzione nell'Unione di prodotti a base di carne e stomaci, vesciche e intestini trattati è autorizzata, in relazione all'influenza aviaria ad alta patogenicità [notificata con il numero C(2015) 554] (1) ...... 45

★ Decisione di esecuzione (UE) 2015/205 della Commissione, del 6 febbraio 2015, che modifica la decisione 2006/415/CE per quanto riguarda le misure di protezione relative a un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1 nel pollame in [modificata con il numero C(2015) 699] (1) ...... 48

★ Decisione di esecuzione (UE) 2015/206 della Commissione, del 9 febbraio 2015, relativa all'ap- provazione del sistema Daimler AG di illuminazione esterna efficace mediante l'uso di diodi a

emissione di luce (LED) come tecnologia innovativa per la riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture a norma del regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio (1) ...... 52

Avviso ai lettori (vedi pagina 59)

(1) Testo rilevante ai fini del SEE 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/1

II

(Atti non legislativi)

REGOLAMENTI

REGOLAMENTO (UE) 2015/192 DEL CONSIGLIO del 9 febbraio 2015 recante modifica del regolamento (CE) n. 174/2005 che impone restrizioni alla prestazione di assistenza pertinente ad attività militari in Costa d'Avorio

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 215, paragrafo 1,

vista la decisione 2010/656/PESC del Consiglio, del 29 ottobre 2010, che proroga le misure restrittive nei confronti della Costa d'Avorio (1),

vista la proposta congiunta dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione europea,

considerando quanto segue:

(1) La decisione 2010/656/PESC ha abrogato la posizione comune 2004/852/PESC del Consiglio (2) e prorogato le misure restrittive nei confronti della Costa d'Avorio per attuare la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite («UNSCR») 1572 (2004) e le successive UNSCR. Il regolamento (CE) n. 174/2005 del Consiglio (3), adottato per attuare la posizione comune 2004/852/PESC, attua ora la decisione 2010/656/PESC a livello dell'Unione imponendo restrizioni alla prestazione, in Costa d'Avorio, di assistenza pertinente ad attività militari.

(2) È opportuno introdurre una deroga supplementare al divieto di vendita, fornitura, trasferimento ed esportazione di materiale che potrebbe essere impiegato per la repressione interna al fine di consentire l'autorizzazione di un certo tipo di materiale, se del caso, destinato a un uso civile per progetti nel settore minerario o infrastrutturale, in seguito all'adozione della decisione (PESC) 2015/202 del Consiglio (4).

(3) Poiché tale misura rientra nell'ambito di applicazione del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, la sua attuazione richiede un'azione normativa a livello dell'Unione, in particolare al fine di garantirne l'applicazione uniforme da parte degli operatori economici in tutti gli Stati membri.

(4) Il regolamento (CE) n. 174/2005 dovrebbe pertanto essere modificato di conseguenza,

HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

Articolo 1

Il regolamento (CE) n. 174/2005 è così modificato: 1) l'articolo 1 è soppresso;

(1) GU L 285 del 30.10.2010, pag. 28. (2) Posizione comune 2004/852/PESC del Consiglio, del 13 dicembre 2004, concernente misure restrittive nei confronti della Costa d'Avorio (GU L 368 del 15.12.2004, pag. 50). (3) Regolamento (CE) n. 174/2005 del Consiglio, del 31 gennaio 2005, che impone restrizioni alla prestazione di assistenza pertinente ad attività militari in Costa d'Avorio (GU L 29 del 2.2.2005, pag. 5). (4) Decisione (PESC) 2015/202 del Consiglio, del 9 febbraio 2015, recante modifica della decisione 2010/656/PESC che proroga le misure restrittive nei confronti della Costa d'Avorio (cfr. pagina 37 della presente Gazzetta ufficiale). L 33/2 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

2) l'articolo 4 bis è sostituito dal seguente:

«Articolo 4 bis

1. In deroga all'articolo 3, l'autorità competente, indicata nell'allegato II, dello Stato membro in cui è stabilito l'esportatore o, qualora l'esportatore non sia stabilito nell'Unione, lo Stato membro dal quale il materiale potrebbe essere venduto, fornito, trasferito o esportato, può autorizzare, alle condizioni che ritiene appropriate, la vendita, la fornitura, il trasferimento o l'esportazione del materiale non letale incluso nell'allegato I, dopo aver accertato che il materiale non letale in questione è destinato unicamente a permettere alle forze di sicurezza ivoriane di mantenere l'ordine pubblico limitandosi a un uso appropriato e proporzionato della forza.

2. In deroga all'articolo 3, l'autorità competente, indicata nell'allegato II, dello Stato membro in cui è stabilito l'esportatore o, qualora l'esportatore non sia stabilito nell'Unione, lo Stato membro dal quale il materiale potrebbe essere venduto, fornito, trasferito o esportato, può autorizzare, alle condizioni che ritiene appropriate, la vendita, la fornitura, il trasferimento o l'esportazione di materiale che potrebbe essere impiegato per la repressione interna, elencato nell'allegato I, destinato unicamente al sostegno al processo ivoriano di riforma del settore della sicurezza e al sostegno o all'uso da parte dell'operazione delle Nazioni Unite in Costa d'Avorio (UNOCI) e delle forze francesi che l'appoggiano.

3. Le autorizzazioni di cui ai paragrafi 1 e 2 sono concesse conformemente alle modalità previste agli articoli 11 e 12 del regolamento (CE) n. 428/2009 e sono valide in tutto il territorio dell'Unione.

4. Lo Stato membro interessato informa gli altri Stati membri e la Commissione europea dell'autorizzazione concessa a norma del presente articolo entro due settimane da tale autorizzazione.

5. Non sono concesse autorizzazioni per attività che hanno già avuto luogo.»;

3) è inserito il seguente articolo:

«Articolo 4 ter

1. In deroga all'articolo 3, l'autorità competente, indicata nell'allegato II, dello Stato membro in cui è stabilito l'esportatore o, qualora l'esportatore non sia stabilito nell'Unione, lo Stato membro dal quale il materiale potrebbe essere venduto, fornito, trasferito o esportato, può autorizzare, alle condizioni che ritiene appropriate, la vendita, la fornitura, il trasferimento o l'esportazione del materiale di cui al punto 4 dell'allegato I, purché il materiale sia destinato unicamente a un uso civile per progetti nel settore minerario o infrastrutturale.

2. L'autorizzazione di cui al paragrafo 1 è concessa conformemente alle modalità previste agli articoli 11 e 12 del regolamento (CE) n. 428/2009 ed è valida in tutto il territorio dell'Unione.

3. Gli esportatori forniscono all'autorità competente tutte le informazioni pertinenti necessarie per valutare la loro domanda di autorizzazione.

4. L'autorità competente concede un'autorizzazione per la vendita, la fornitura, il trasferimento o l'esportazione del materiale di cui al punto 4 dell'allegato I solo dopo aver accertato che il materiale è destinato unicamente a un uso civile per progetti nel settore minerario o infrastrutturale.

5. Lo Stato membro interessato informa gli altri Stati membri e la Commissione, con almeno una settimana di anticipo, della sua intenzione di concedere un'autorizzazione di cui al paragrafo 1.

6. Non sono concesse autorizzazioni per attività che hanno già avuto luogo.»;

4) nell'allegato I, il titolo è sostituito dal seguente:

«Elenco del materiale di cui agli articoli 3, 4 bis e 4 ter che potrebbe essere usato per la repressione interna»;

5) nell'allegato II, il titolo è sostituito dal seguente:

«Elenco delle autorità competenti di cui agli articoli 4 bis e 4 ter». 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/3

Articolo 2

Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Fatto a Bruxelles, il 9 febbraio 2015

Per il Consiglio La presidente F. MOGHERINI L 33/4 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/193 DELLA COMMISSIONE del 5 febbraio 2015 recante approvazione di una modifica non minore del disciplinare di una denominazione registrata nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Schwäbische Maultaschen/Schwäbische Suppenmaultaschen (IGP)]

LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari (1), in particolare l'articolo 52, paragrafo 2, considerando quanto segue: (1) A norma dell'articolo 53, paragrafo 1, primo comma, del regolamento (UE) n. 1151/2012, la Commissione ha esaminato la domanda della Germania relativa all'approvazione di una modifica del disciplinare dell'indicazione geografica protetta «Schwäbische Maultaschen»/«Schwäbische Suppenmaultaschen», registrata in virtù del regolamento (CE) n. 991/2009 della Commissione (2). (2) Non trattandosi di una modifica minore ai sensi dell'articolo 53, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1151/2012, la Commissione ha pubblicato la domanda di modifica nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (3), in applicazione dell'articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del suddetto regolamento. (3) Poiché alla Commissione non è stata notificata alcuna dichiarazione di opposizione ai sensi dell'articolo 51 del regolamento (UE) n. 1151/2012, la modifica del disciplinare deve essere approvata,

HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

Articolo 1 È approvata la modifica del disciplinare pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea relativa alla denominazione «Schwäbische Maultaschen»/«Schwäbische Suppenmaultaschen» (IGP).

Articolo 2 Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Fatto a Bruxelles, il 5 febbraio 2015

Per la Commissione, a nome del presidente Phil HOGAN Membro della Commissione

(1) GU L 343 del 14.12.2012, pag. 1. (2) Regolamento (CE) n. 991/2009 della Commissione, del 22 ottobre 2009, recante iscrizione di una denominazione nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Schwäbische Maultaschen o Schwäbische Suppenmaultaschen (IGP)] (GU L 278 del 23.10.2009, pag. 5). (3) GU C 321 del 18.9.2014, pag. 4. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/5

REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/194 DELLA COMMISSIONE del 5 febbraio 2015 recante approvazione di una modifica non minore del disciplinare di una denominazione registrata nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Ossau-Iraty (DOP)]

LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari (1), in particolare l'articolo 52, paragrafo 2, considerando quanto segue: (1) A norma dell'articolo 53, paragrafo 1, primo comma, del regolamento (UE) n. 1151/2012, la Commissione ha esaminato la domanda della Francia relativa all'approvazione di una modifica del disciplinare della denominazione di origine protetta «Ossau-Iraty», registrata in virtù del regolamento (CE) n. 1107/96 della Commissione (2) modificato dal regolamento (CE) n. 1660/2003 (3). (2) Non trattandosi di una modifica minore ai sensi dell'articolo 53, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1151/2012, la Commissione ha pubblicato la domanda di modifica nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (4), in applicazione dell'articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del suddetto regolamento. (3) Poiché alla Commissione non è stata notificata alcuna dichiarazione di opposizione ai sensi dell'articolo 51 del regolamento (UE) n. 1151/2012, la modifica del disciplinare deve essere approvata,

HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

Articolo 1 È approvata la modifica del disciplinare pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea relativa alla denominazione «Ossau-Iraty» (DOP).

Articolo 2 Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Fatto a Bruxelles, il 5 febbraio 2015

Per la Commissione, a nome del presidente Phil HOGAN Membro della Commissione

(1) GU L 343 del 14.12.2012, pag. 1. (2) Regolamento (CE) n. 1107/96 della Commissione, del 12 giugno 1996, relativo alla registrazione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine nel quadro della procedura di cui all'articolo 17 del regolamento (CEE) n. 2081/92 del Consiglio (GU L 148 del 21.6.1996, pag. 1). (3) Regolamento (CE) n. 1660/2003 della Commissione, del 19 settembre 2003, che modifica il capitolato d'oneri di una denominazione figurante nell'allegato del regolamento (CE) n. 1107/96 (Ossau-Iraty) (GU L 234 del 20.9.2003, pag. 10). (4) GU C 319 del 17.9.2014, pag. 23. L 33/6 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/195 DELLA COMMISSIONE del 5 febbraio 2015 recante approvazione di una modifica non minore del disciplinare di una denominazione registrata nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Brocciu corse/Brocciu (AOP)]

LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari (1), in particolare l'articolo 52, paragrafo 2, considerando quanto segue: (1) A norma dell'articolo 53, paragrafo 1, primo comma, del regolamento (UE) n. 1151/2012, la Commissione ha esaminato la domanda della Francia relativa all'approvazione di una modifica del disciplinare della denominazione di origine protetta «Brocciu corse»/«Brocciu», registrata in virtù del regolamento (CE) n. 1107/96 della Commissione (2) modificato dal regolamento (CE) n. 828/2003 (3). (2) Non trattandosi di una modifica minore ai sensi dell'articolo 53, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1151/2012, la Commissione ha pubblicato la domanda di modifica nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (4), in applicazione dell'articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del suddetto regolamento. (3) Poiché alla Commissione non è stata notificata alcuna dichiarazione di opposizione ai sensi dell'articolo 51 del regolamento (UE) n. 1151/2012, la modifica del disciplinare deve essere approvata,

HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

Articolo 1 È approvata la modifica del disciplinare pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea relativa alla denominazione «Brocciu corse»/«Brocciu» (DOP).

Articolo 2 Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Fatto a Bruxelles, il 5 febbraio 2015

Per la Commissione, a nome del presidente Phil HOGAN Membro della Commissione

(1) GU L 343 del 14.12.2012, pag. 1. (2) Regolamento (CE) n. 1107/96 della Commissione, del 12 giugno 1996, relativo alla registrazione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine nel quadro della procedura di cui all'articolo 17 del regolamento (CEE) n. 2081/92 del Consiglio (GU L 148 del 21.6.1996, pag. 1). (3) Regolamento (CE) n. 828/2003 della Commissione, del 14 maggio 2003, che modifica taluni elementi dei disciplinari di sedici denomi­ nazioni di cui all'allegato del regolamento (CE) n. 1107/96 relativo alla registrazione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine nel quadro della procedura di cui all'articolo 17 del regolamento (CEE) n. 2081/92 del Consiglio relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli ed alimentari (Danablu, Monti Iblei, Lesbos, Beaufort, Salers, Reblochon o Reblochon de Savoie, Laguiole, Mont d'Or o Vacherin du Haut-Doubs, Comté, Roquefort, Epoisses de Bourgogne, Brocciu corse o Brocciu, Sainte-Maure de Touraine, Ossau-Iraty, Dinde de Bresse, Huile essentielle de lavande de Haute-Provence) (GU L 120 del 15.5.2003, pag. 3). (4) GU C 316 del 16.9.2014, pag. 6. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/7

REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/196 DELLA COMMISSIONE del 5 febbraio 2015 recante approvazione di una modifica non minore del disciplinare di una denominazione registrata nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Toma Piemontese (DOP)]

LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari (1), in particolare l'articolo 52, paragrafo 2, considerando quanto segue: (1) A norma dell'articolo 53, paragrafo 1, primo comma, del regolamento (UE) n. 1151/2012, la Commissione ha esaminato la domanda dell'Italia relativa all'approvazione di una modifica del disciplinare della denominazione di origine protetta «Toma Piemontese», registrata in virtù del regolamento (CE) n. 1263/96 della Commissione (2). (2) Non trattandosi di una modifica minore ai sensi dell'articolo 53, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1151/2012, la Commissione ha pubblicato la domanda di modifica nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (3), in applicazione dell'articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del suddetto regolamento. (3) Poiché alla Commissione non è stata notificata alcuna dichiarazione di opposizione ai sensi dell'articolo 51 del regolamento (UE) n. 1151/2012, la modifica del disciplinare deve essere approvata,

HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

Articolo 1 È approvata la modifica del disciplinare pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea relativa alla denominazione «Toma Piemontese» (DOP).

Articolo 2 Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Fatto a Bruxelles, il 5 febbraio 2015

Per la Commissione, a nome del presidente Phil HOGAN Membro della Commissione

(1) GU L 343 del 14.12.2012, pag. 1. (2) Regolamento (CE) n. 1263/96 della Commissione, del 1o luglio 1996, che completa l'allegato del regolamento (CE) n. 1107/96 relativo alla registrazione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine nel quadro della procedura di cui all'articolo 17 del regolamento (CEE) n. 2081/92 (GU L 163 del 2.7.1996, pag. 19). (3) GU C 310 del 12.9.2014, pag. 4. L 33/8 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/197 DELLA COMMISSIONE del 5 febbraio 2015 recante approvazione di una modifica non minore del disciplinare di una denominazione registrata nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Aglio Bianco Polesano (DOP)]

LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari (1), in particolare l'articolo 52, paragrafo 2, considerando quanto segue: (1) A norma dell'articolo 53, paragrafo 1, primo comma, del regolamento (UE) n. 1151/2012, la Commissione ha esaminato la domanda relativa all'approvazione di una modifica del disciplinare della denominazione di origine protetta «Aglio Bianco Polesano», registrata in virtù del regolamento (CE) n. 1175/2009 della Commissione (2). (2) Non trattandosi di una modifica minore ai sensi dell'articolo 53, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1151/2012, la Commissione ha pubblicato la domanda di modifica nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (3), in applicazione dell'articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del suddetto regolamento. (3) Poiché alla Commissione non è stata notificata alcuna dichiarazione di opposizione ai sensi dell'articolo 51 del regolamento (UE) n. 1151/2012, la modifica del disciplinare deve essere approvata,

HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

Articolo 1 È approvata la modifica del disciplinare pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea relativa alla denominazione «Aglio Bianco Polesano» (DOP).

Articolo 2 Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Fatto a Bruxelles, il 5 febbraio 2015

Per la Commissione, a nome del presidente Phil HOGAN Membro della Commissione

(1) GU L 343 del 14.12.2012, pag. 1. (2) Regolamento (CE) n. 1175/2009 della Commissione, del 30 novembre 2009, recante iscrizione di una denominazione nel registro delle denominazioni d'origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Aglio Bianco Polesano (DOP)] (GU L 314 dell'1.12.2009, pag. 60). (3) GU C 347 del 3.10.2014, pag. 18. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/9

REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/198 DELLA COMMISSIONE del 6 febbraio 2015 che modifica l'allegato I del regolamento (CE) n. 798/2008 per quanto riguarda la voce relativa al Canada nell'elenco di paesi terzi, loro territori, zone o compartimenti da cui determinati prodotti ottenuti dal pollame possono essere importati e transitare nell'Unione in relazione all'influenza aviaria ad alta patogenicità

(Testo rilevante ai fini del SEE)

LA COMMISSIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

vista la direttiva 2002/99/CE del Consiglio, del 16 dicembre 2002, che stabilisce norme di polizia sanitaria per la produzione, la trasformazione, la distribuzione e l'introduzione di prodotti di origine animale destinati al consumo umano (1), in particolare l'articolo 8, frase introduttiva, l'articolo 8, paragrafo 1, primo comma, l'articolo 8, paragrafo 4, e l'articolo 9, paragrafo 4, lettera c),

vista la direttiva 2009/158/CE del Consiglio, del 30 novembre 2009, relativa alle norme di polizia sanitaria per gli scambi intracomunitari e le importazioni in provenienza dai paesi terzi di pollame e uova da cova (2), in particolare l'articolo 23, paragrafo 1, l'articolo 24, paragrafo 2 e l'articolo 25, paragrafo 2,

considerando quanto segue:

(1) Il regolamento (CE) n. 798/2008 (3) della Commissione stabilisce le condizioni in materia di certificazione veterinaria per le importazioni e il transito nell'Unione, compreso lo stoccaggio durante il transito, di pollame e prodotti a base di pollame (i prodotti in questione). Esso dispone che i prodotti in questione possano essere importati e transitare nell'Unione soltanto dai paesi terzi, loro territori, zone o compartimenti elencati alle colonne 1 e 3 della tabella di cui all'allegato I, parte 1.

(2) Il regolamento (CE) n. 798/2008 stabilisce anche le condizioni che un paese terzo, un suo territorio, una sua zona o un suo compartimento devono soddisfare per poter essere considerati indenni dall'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI).

(3) Il Canada figura nell'elenco dell'allegato I, parte 1, del regolamento (CE) n. 798/2008 in quanto paese terzo dal quale sono autorizzate le importazioni e il transito nell'Unione dei prodotti in questione, da tutto il suo territorio.

(4) Un accordo tra l'Unione e il Canada (4) prevede un rapido riconoscimento reciproco delle misure di regionaliz­ zazione in caso di comparsa di focolai di una malattia nell'Unione o in Canada («l'accordo»).

(5) Il 4 dicembre 2014 il Canada ha confermato la presenza di HPAI del sottotipo H5N2 sul suo territorio e pertanto non può più essere considerato indenne da tale malattia. Le autorità veterinarie del Canada hanno immedia­ tamente sospeso il rilascio di certificati veterinari per le partite di prodotti destinati all'esportazione nell'Unione europea. Il Canada ha inoltre attuato una politica di abbattimento totale per lottare contro l'HPAI e limitarne la diffusione.

(6) Il Canada ha presentato informazioni sulla situazione epidemiologica nel suo territorio e sulle misure adottate per prevenire l'ulteriore diffusione dell'HPAI e dette informazioni sono state esaminate dalla Commissione. Sulla base di tale valutazione, nonché degli impegni stabiliti nell'accordo e delle garanzie fornite dal Canada, è opportuno concludere che limitare le restrizioni relative all'introduzione nell'Unione dei prodotti in questione alla zona colpita da HPAI, che le autorità veterinarie del Canada hanno sottoposto a restrizioni a motivo di focolai in corso, dovrebbe essere sufficiente a coprire i rischi connessi con l'introduzione dei prodotti in questione nell'Unione.

(7) È opportuno pertanto modificare di conseguenza l'allegato I del regolamento (CE) n. 798/2008.

(1) GU L 18 del 23.1.2003, pag. 11. (2) GU L 343 del 22.12.2009, pag. 74. (3) Regolamento (CE) n. 798/2008 della Commissione, dell'8 agosto 2008, che istituisce un elenco di paesi terzi, loro territori, zone o compartimenti da cui sono consentiti le importazioni e il transito nella Comunità di pollame e prodotti a base di pollame e che definisce le condizioni di certificazione veterinaria (GL GU L 226 del 23.8.2008, pag. 1). (4) Accordo tra la Comunità europea e il governo del Canada in merito a misure sanitarie per la tutela della sanità pubblica e della salute animale applicabili agli scambi di animali vivi e di prodotti di origine animale, approvato da parte della Comunità mediante la decisione 1999/201/CE del Consiglio (GU L 71 del 18.3.1999, pag. 3). L 33/10 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

(8) Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi,

HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

Articolo 1

L'allegato I, parte 1, del regolamento (CE) n. 798/2008 è modificato in conformità all'allegato del presente regolamento.

Articolo 2

Il presente regolamento entra in vigore il terzo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Fatto a Bruxelles, il 6 febbraio 2015

Per la Commissione Il presidente Jean-Claude JUNCKER 10.2.2015 ALLEGATO

Nell'allegato I, parte 1, del regolamento (CE) n. 798/2008, la voce «Canada» è sostituita da quanto segue:

Codice del Certificato veterinario Condizioni specifiche Qualifica rela­ Qualifica Qualifica rela­ Codice ISO e nome paese terzo, suo Condi­ tiva alla vacci­ relativa alla

Descrizione del paese terzo, suo tiva alla sorve­ IT del paese terzo o territorio, zona Garanzie zioni nazione contro lotta contro territorio, zona o compartimento Data di chiu­ Data di aper­ glianza dell'in­ suo territorio o comparti­ Modelli comple­ specifiche l'influenza la salmo­ sura (1) tura (2) fluenza aviaria mento mentari aviaria nella (7)

1 2 3 4 5 6 6 A 6B 7 8 9

SPF «CA — Canada CA-0 L'intero paese EP, E S4

BPR, BPP, Gazzetta DOC, DOR, N A S1, ST1 L'intero paese del Canada, HEP, HER, CA-1 ufficiale esclusa la zona CA-2 SRA, SRP WGM VIII dell'U POU, RAT N nione Area del Canada denominata WGM VIII P2 “Primary control zone” (zona di controllo primario), delimi­ europea tata dai seguenti confini: — a ovest, l'Oceano Pacifico; CA-2 — a sud, il confine con gli N 4.12.2014» POU, RAT Stati Uniti d'America; P2 — a nord, la Highway 16; — a est, il confine tra le pro­ vince British Columbia e Alberta. L 33/11 L 33/12 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/199 DELLA COMMISSIONE del 9 febbraio 2015 recante fissazione dei valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli

LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, visto il Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante organiz­ zazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio (1), visto il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 della Commissione, del 7 giugno 2011, recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio nei settori degli ortofrutticoli freschi e degli ortofrutticoli trasformati (2), in particolare l'articolo 136, paragrafo 1, considerando quanto segue: (1) Il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 prevede, in applicazione dei risultati dei negoziati commerciali multilaterali dell'Uruguay round, i criteri per la fissazione da parte della Commissione dei valori forfettari all'im­ portazione dai paesi terzi, per i prodotti e i periodi indicati nell'allegato XVI, parte A, del medesimo regolamento. (2) Il valore forfettario all'importazione è calcolato ciascun giorno feriale, in conformità dell'articolo 136, paragrafo 1, del regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011, tenendo conto di dati giornalieri variabili. Pertanto il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea,

HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

Articolo 1 I valori forfettari all'importazione di cui all'articolo 136 del regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 sono quelli fissati nell'allegato del presente regolamento.

Articolo 2 Il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Fatto a Bruxelles, il 9 febbraio 2015

Per la Commissione, a nome del presidente Jerzy PLEWA Direttore generale dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale

(1) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 671. (2) GU L 157 del 15.6.2011, pag. 1. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/13

ALLEGATO

Valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli

(EUR/100 kg) Codice NC Codice dei paesi terzi (1) Valore forfettario all'importazione

0702 00 00 EG 344,2 IL 108,1 MA 78,1 TR 112,4 ZZ 160,7 0707 00 05 JO 217,9 TR 189,4 ZZ 203,7 0709 91 00 EG 85,3 ZZ 85,3 0709 93 10 MA 227,2 TR 241,2 ZZ 234,2 0805 10 20 EG 45,7 IL 69,1 MA 51,4 TN 54,9 TR 60,3 ZZ 56,3 0805 20 10 IL 143,6 MA 104,9 ZZ 124,3 0805 20 30, 0805 20 50, EG 77,5 0805 20 70, 0805 20 90 IL 135,7 JM 115,2 MA 119,0 TR 81,3 ZZ 105,7 0805 50 10 TR 60,2 ZZ 60,2 0808 10 80 BR 65,5 CL 89,8 MK 22,6 US 169,6 ZZ 87,0 L 33/14 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

(EUR/100 kg) Codice NC Codice dei paesi terzi (1) Valore forfettario all'importazione

0808 30 90 CL 73,3 CN 93,4 ZA 93,1 ZZ 86,6

(1) Nomenclatura dei paesi stabilita dal Regolamento (UE) n. 1106/2012 della Commissione, del 27 novembre 2012, che attua il rego­ lamento (CE) n. 471/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo alle statistiche comunitarie del commercio estero con i paesi terzi, per quanto riguarda l'aggiornamento della nomenclatura dei paesi e territori (GU L 328 del 28.11.2012, pag. 7). Il co­ dice «ZZ» corrisponde a «altre origini». 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/15

DECISIONI

DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2015/200 DEL CONSIGLIO del 26 gennaio 2015 che modifica la decisione di esecuzione 2014/170/UE che stabilisce un elenco di paesi terzi non cooperanti nella lotta alla pesca INN ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008 che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata per quanto riguarda lo Sri Lanka

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto il regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008, che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, che modifica i regolamenti (CEE) n. 2847/93, (CE) n. 1936/2001 e (CE) n. 601/2004 e che abroga i regolamenti (CE) n. 1093/94 e (CE) n. 1447/1999 (1), in particolare l'articolo 33,

vista la proposta della Commissione europea,

considerando quanto segue:

1. INTRODUZIONE

(1) Il regolamento (CE) n. 1005/2008 istituisce un regime dell'Unione per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (pesca INN).

(2) Il capo VI del regolamento (CE) n. 1005/2008 stabilisce la procedura concernente l'identificazione dei paesi terzi non cooperanti, i provvedimenti da adottare in relazione ai paesi identificati come paesi terzi non cooperanti, l'elaborazione di un elenco dei paesi terzi non cooperanti, la radiazione dall'elenco dei paesi terzi non cooperanti, la pubblicità dell'elenco dei paesi terzi non cooperanti e le eventuali misure di emergenza.

(3) A norma dell'articolo 32 del regolamento (CE) n. 1005/2008, la Commissione ha notificato a otto paesi terzi, con decisione del 15 novembre 2012 (2), la possibilità di essere identificati come paesi che la Commissione considera paesi terzi non cooperanti.

(4) Nella decisione del 15 novembre 2012 la Commissione ha incluso informazioni relative ai fatti e alle conside­ razioni alla base di tale identificazione.

(5) Sempre il 15 novembre 2012, con lettere distinte la Commissione ha notificato agli otto paesi terzi che stava valutando la possibilità di identificarli come paesi terzi non cooperanti.

(6) Nelle missive la Commissione sottolineava che, per evitare l'identificazione e la proposta di inserimento nell'elenco dei paesi terzi non cooperanti ai sensi degli articoli 31 e 33 del regolamento (CE) n. 1005/2008, tali paesi terzi erano invitati a stabilire, in stretta cooperazione con la Commissione, un piano d'azione volto a colmare le lacune identificate nella decisione del 15 novembre 2012.

(7) Di conseguenza, la Commissione ha invitato gli otto paesi terzi interessati: i) ad adottare tutte le misure necessarie per attuare le azioni contenute nei piani d'azione suggeriti dalla Commissione; ii) a valutare l'attuazione delle azioni contenute nei piani d'azione suggeriti dalla Commissione; e iii) a trasmettere alla Commissione, con cadenza semestrale, relazioni dettagliate nelle quali si valuti l'attuazione di ciascuna azione per quanto riguarda, fra l'altro, l'efficacia, individuale e/o collettiva, nel garantire un sistema di controllo della pesca pienamente conforme.

(1) GU L 286 del 29.10.2008, pag. 1. (2) Decisione della Commissione, del 15 novembre 2012, relativa alla notifica trasmessa ai paesi terzi che la Commissione considera possano essere identificati come paesi terzi non cooperanti ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (GU C 354 del 17.11.2012, pag. 1). L 33/16 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

(8) Agli otto paesi terzi in questione è stata concessa la possibilità di rispondere per iscritto in merito alle questioni esplicitamente indicate nella decisione del 15 novembre 2012 nonché a ogni altra informazione pertinente, consentendo loro di presentare elementi a sostegno o a sfavore dei fatti citati nella decisione del 15 novembre 2012 o di adottare, se del caso, un piano d'azione volto a migliorare la situazione e idonee misure per porvi rimedio. Agli otto paesi è stato assicurato il diritto di chiedere o comunicare informazioni supplementari.

(9) Il 15 novembre 2012 la Commissione ha avviato un dialogo con gli otto paesi terzi, sottolineando che in linea di principio un periodo di sei mesi era a suo avviso sufficiente per addivenire a un accordo.

(10) La Commissione ha continuato a ricercare e verificare tutte le informazioni che riteneva necessarie. Le osservazioni scritte e orali presentate dagli otto paesi in seguito alla decisione del 15 novembre 2012 sono state esaminate e prese in considerazione. Gli otto paesi sono stati tenuti al corrente oralmente o per iscritto delle deliberazioni della Commissione.

(11) Il 24 marzo 2014 è stata adottata la decisione di esecuzione 2014/170/UE del Consiglio (1). Tre degli otto paesi interessati dalla decisione del 15 novembre 2012 erano elencati come paesi terzi non cooperanti poiché, nonostante l'adozione di talune misure, risultavano tuttora inadempienti nei confronti degli obblighi loro imposti dal diritto internazionale in qualità di Stati di bandiera o Stati costieri di adottare azioni atte a prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca INN.

(12) Con decisione di esecuzione 2014/715/UE (2), la Commissione ha identificato la Repubblica democratica socialista di Sri Lanka («Sri Lanka») come un paese terzo non cooperante nella lotta alla pesca INN. Ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008, la Commissione ha presentato i motivi per cui essa ritiene che lo Sri Lanka non adempia all'obbligo impostogli dal diritto internazionale, nella sua qualità di Stato di bandiera, Stato di approdo, Stato costiero o Stato di commercializzazione, di adottare misure volte a prevenire, scoraggiare e far cessare la pesca INN.

(13) La presente decisione che inserisce lo Sri Lanka nell'elenco dei paesi terzi non cooperanti nella lotta alla pesca INN dovrebbe pertanto essere adottata nel contesto dell'attuazione del regolamento (CE) n. 1005/2008 quale risultato di procedure di indagine e dialogo svolte in linea con le prescrizioni sostanziali e procedurali istituite con tale regolamento. Detta decisione si basa sulle sulle procedure di indagine e dialogo, compresa la corrispondenza scambiata e le riunioni tenutesi, nonché sulla decisione del 15 novembre 2012 e sulla decisione di esecuzione 2014/715/UE. Le motivazioni alla base di tali procedure e atti sono identiche a quelle alla base della presente decisione. È opportuno che la presente decisione che inserisce lo Sri Lanka nell'elenco dei paesi terzi non cooperanti nella lotta alla pesca INN comporti le conseguenze di cui all'articolo 38 del regolamento (CE) n. 1005/2008.

(14) All'atto dell'adozione della presente decisione che inserisce lo Sri Lanka nell'elenco dei paesi terzi non cooperanti ai sensi dell'articolo 33 del regolamento (CE) n. 1005/2008, la decisione di esecuzione 2014/715/UE che identifica lo Sri Lanka come un paese terzo non cooperante non è più rilevante.

(15) A norma dell'articolo 34, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1005/2008 il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata su proposta della Commissione, deve radiare dall'elenco dei paesi terzi non cooperanti il paese terzo che dimostri di aver posto rimedio alla situazione che ne ha determinato l'iscrizione nell'elenco. La decisione di radiazione deve tener conto del fatto che i paesi terzi identificati abbiano adottato provvedimenti concreti atti ad assicurare un miglioramento duraturo della situazione.

2. PROCEDURA RELATIVA ALLO SRI LANKA

(16) Il 15 novembre 2012 la Commissione ha notificato allo Sri Lanka, a norma dell'articolo 32 del regolamento (CE) n. 1005/2008, che stava valutando la possibilità di identificarlo come paese terzo non cooperante e ha invitato lo Sri Lanka a stabilire un piano d'azione, in stretta collaborazione con i suoi servizi, al fine di rettificare le carenze individate nella decisione del 15 novembre 2012. Nel periodo compreso fra dicembre 2012 e giugno 2014 lo Sri Lanka ha presentato per iscritto le proprie osservazioni e ha incontrato la Commissione per trattare i punti in questione. La Commissione ha fornito per iscritto allo Sri Lanka le informazioni pertinenti. La Commissione ha continuato a raccogliere e verificare tutte le informazioni che riteneva necessarie. Le osservazioni scritte e orali presentate dallo Sri Lanka in seguito alla decisione della Commissione del 15 novembre 2012 sono state prese in

(1) Decisione di esecuzione 2014/170/UE del Consiglio, del 24 marzo 2014, che stabilisce un elenco di paesi terzi non cooperanti nella lotta alla pesca INN ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008 che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (GU L 91 del 27.3.2014, pag. 43). (2) Decisione di esecuzione 2014/715/UE della Commissione, del 14 ottobre 2014, che identifica un paese terzo che la Commissione considera come paese terzo non cooperante a norma del regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (GU L 297 del 15.10.2014, pag. 13). 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/17

considerazione e lo Sri Lanka è stato tenuto al corrente, oralmente o per iscritto, delle deliberazioni della Commissione. La Commissione è del parere che le carenze e i motivi di preoccupazione illustrati nella decisione del 15 novembre 2012 non siano stati sufficientemente affrontati dallo Sri Lanka. La Commissione ha inoltre concluso che le misure suggerite in un piano d'azione non sono state pienamente attuate.

3. IDENTIFICAZIONE DELLO SRI LANKA COME PAESE TERZO NON COOPERANTE

(17) Nella decisione del 15 novembre 2012 la Commissione ha analizzato gli obblighi dello Sri Lanka e ha valutato la conformità di tale paese agli obblighi a esso imposti dal diritto internazionale in qualità di Stato di bandiera, Stato di approdo, Stato costiero o Stato di commercializzazione. Ai fini di tale esame la Commissione ha preso in considerazione i parametri elencati nell'articolo 31, paragrafi da 4 a 7, del regolamento (CE) n. 1005/2008.

(18) La Commissione ha esaminato la conformità dello Sri Lanka alla luce delle conclusioni formulate nella decisione del 15 novembre 2012, e, in considerazione delle pertinenti informazioni trasmesse in merito dallo Sri Lanka, del piano d'azione proposto e delle misure adottate al fine di porre rimedio alla situazione.

(19) Le principali carenze identificate dalla Commissione nel piano d'azione proposto afferivano a diverse lacune nell'attuazione degli obblighi di diritto internazionale, connessi nella fattispecie alla mancata adozione di un quadro di riferimento giuridico appropriato, all'assenza di un sistema di sorveglianza adeguato ed efficiente, di un sistema di monitoraggio e di un sistema di sanzioni dissuasivo nonché a un'attuazione inadeguata del regime di certificazione delle catture. Le altre carenze identificate riguardavano, in via generale, la conformità agli obblighi internazionali, tra cui le raccomandazioni e le risoluzioni delle organizzazioni regionali di gestione della pesca e le condizioni di registrazione delle navi a norma del diritto internazionale. È stata inoltre identificata la mancanza di conformità alle raccomandazioni e alle risoluzioni emanate da organismi competenti, come il piano d'azione internazionale contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata delle Nazioni Unite. Tale mancanza di conformità a raccomandazioni e risoluzioni non vincolanti è stata tuttavia ritenuta un mero elemento di prova e non una base per l'identificazione.

(20) Nella decisione di esecuzione 2014/715/UE la Commissione ha identificato lo Sri Lanka come un paese terzo non cooperante ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008.

(21) Per quanto concerne eventuali vincoli dovuti al fatto che lo Sri Lanka è un paese in via di sviluppo, è d'uopo osservare che lo stato di sviluppo specifico e le prestazioni complessive del paese nel settore della pesca non sono ostacolati dal suo livello generale di sviluppo.

(22) Tenuto conto della decisione del 15 novembre 2012 e della decisione di esecuzione 2014/715/UE, nonché del processo di dialogo con lo Sri Lanka intrattenuto dalla Commissione e dei relativi esiti, è possibile concludere che le azioni adottate dallo Sri Lanka alla luce dei suoi obblighi in qualità di Stato di bandiera sono insufficienti ai fini della conformità agli articoli 94, 117 e 118 della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e agli articoli 18, 19 e 20 dell'accordo delle Nazioni Unite sugli stock ittici.

(23) Lo Sri Lanka non si è pertanto conformato all'obbligo a esso imposto dal diritto internazionale, in quanto Stato di bandiera, di adottare azioni volte a prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca INN.

4. ELABORAZIONE DI UN ELENCO DEI PAESI TERZI NON COOPERANTI

(24) Alla luce delle conclusioni di cui sopra relativamente allo Sri Lanka, è opportuno che tale paese sia aggiunto, conformemente all'articolo 33 del regolamento (CE) n. 1005/2008, all'elenco di paesi terzi non cooperanti istituito a norma della decisione di esecuzione 2014/170/UE, come modificata dalla decisione 2014/914/UE (1). È pertanto opportuno modificare di conseguenza la decisione di esecuzione 2014/170/UE.

(25) Le azioni nei confronti dello Sri Lanka sotto forma di misure che dovrebbero essere applicate sono elencate nell'articolo 38 del regolamento (CE) n. 1005/2008. Il divieto di importazione riguarda tutti gli stock e le specie, quali definiti all'articolo 2, paragrafo 8, del regolamento (CE) n. 1005/2008, poiché l'identificazione non è giustificata dall'assenza di misure adeguate adottate in relazione ad attività di pesca INN praticate su un dato stock o una data specie.

(1) Decisione di esecuzione 2014/914/UE del Consiglio, del 15 dicembre 2014, che modifica la decisione di esecuzione 2014/170/UE che stabilisce un elenco di paesi terzi non cooperanti nella lotta alla pesca INN ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008 che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata per quanto riguarda il Belize (GU L 360 del 17.12.2014, pag. 53). L 33/18 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

(26) Si osservi tra l'altro che la pesca INN provoca fra l'altro il depauperamento degli stock ittici, distrugge gli habitat marini, compromette la conservazione e l'uso sostenibile delle risorse marine, distorce la concorrenza, mette a repentaglio la sicurezza alimentare, pone in una condizione di svantaggio i pescatori onesti e indebolisce le comunità costiere. Considerata l'ampiezza del problema connesso alla pesca INN, l'Unione ritiene necessario attuare rapidamente azioni nei confronti dello Sri Lanka in qualità di paese terzo non cooperante. Alla luce di quanto esposto, la presente decisione dovrebbe entrare in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

(27) Se lo Sri Lanka dimostra che la situazione che ne ha causato l'inserimento nell'elenco è stata rettificata, il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata su proposta della Commissione, deve radiare il paese terzo di cui trattasi dall'elenco dei paesi terzi non cooperanti, in linea con l'articolo 34, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1005/2008. La decisione di radiazione dovrebbe tener conto del fatto che lo Sri Lanka abbia adottato provve­ dimenti concreti atti ad assicurare un miglioramento duraturo della situazione,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

La Repubblica democratica socialista di Sri Lanka è aggiunta all'allegato della decisione di esecuzione 2014/170/UE.

Articolo 2

La presente decisione entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Fatto a Bruxelles, il 26 gennaio 2015

Per il Consiglio Il presidente J. DŪKLAVS 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/19

DECISIONE (UE) 2015/201 DEL CONSIGLIO del 27 gennaio 2015 relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in seno al sottocomitato per le questioni sanitarie e fitosanitarie, al sottocomitato doganale e al sottocomitato per le indicazioni geografiche istituiti dall'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra, in merito all'adozione delle decisioni del sottocomitato per le questioni sanitarie e fitosanitarie, del sottoco­ mitato doganale e del sottocomitato per le indicazioni geografiche relative ai loro regolamenti interni

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 207, paragrafo 4, primo comma, in combinato disposto con l'articolo 218, paragrafo 9,

vista la proposta della Commissione europea,

considerando quanto segue:

(1) L'articolo 431 dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra (1) («l'accordo»), prevede l'applicazione in via provvisoria di parti dell'accordo.

(2) L'articolo 3 della decisione n. 2014/492/UE (2) del Consiglio indica le parti dell'accordo da applicarsi in via provvisoria, comprese le disposizioni sull'istituzione e il funzionamento del sottocomitato per le misure sanitarie e fitosanitarie («sottocomitato SPS»), del sottocomitato doganale e del sottocomitato per le indicazioni geografiche («sottocomitato IG»)

(3) A norma dell'articolo 65, paragrafo 5, dell'accordo, il sottocomitato SPS adotta il proprio regolamento interno nel corso della sua prima riunione.

(4) A norma dell'articolo 74, paragrafo 3, lettera e), dell'accordo il sottocomitato doganale adotta il proprio regolamento interno.

(5) A norma dell'articolo 179, paragrafo 2, dell'accordo il sottocomitato IG adotta il proprio regolamento interno.

(6) È pertanto opportuno definire la posizione dell'Unione in merito ai regolamenti interni che tali sottocomitati devono adottare,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

1. La posizione da adottare a nome dell'Unione in seno al sottocomitato per le questioni sanitarie e fitosanitarie istituito dall'articolo 65 dell'accordo in merito all'adozione del regolamento interno del sottocomitato SPS, si basa sul progetto di decisione di detto sottocomitato accluso alla presente decisione.

2. I rappresentanti dell'Unione nel sottocomitato SPS possono concordare correzioni tecniche minori dei progetti di decisione senza ulteriore decisione del Consiglio.

(1) GU L 261 del 30.8.2014, pag. 4. (2) Decisione 2014/494/UE del Consiglio, del 16 giugno 2014, relativa alla firma, a nome dell'Unione europea, e all'applicazione provvisoria dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra (GU L 261 del 30.8.2014, pag. 1). L 33/20 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

Articolo 2

1. La posizione da adottare a nome dell'Unione in seno al sottocomitato doganale istituito dall'articolo 74 dell'accordo in merito all'adozione del regolamento interno del sottocomitato doganale, si basa sul progetto di decisione di detto sottocomitato accluso alla presente decisione.

2. I rappresentanti dell'Unione nel sottocomitato doganale possono concordare correzioni tecniche minori dei progetti di decisione senza ulteriore decisione del Consiglio.

Articolo 3

1. La posizione da adottare a nome dell'Unione in seno al sottocomitato per le indicazioni geografiche istituito dall'ar­ ticolo 179 dell'accordo in merito all'adozione del regolamento interno del sottocomitato IG, si basa sul progetto di decisione di detto sottocomitato accluso alla presente decisione.

2. I rappresentanti dell'Unione nel sottocomitato IG possono concordare correzioni tecniche minori dei progetti di decisione senza ulteriore decisione del Consiglio.

Articolo 4

La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione.

Fatto a Bruxelles, il 27 gennaio 2015

Per il Consiglio Il presidente J. REIRS 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/21

PROGETTO

DECISIONE N. 1/2015 DEL SOTTOCOMITATO PER LE QUESTIONI SANITARIE E FITOSA­ NITARIE UE-GEORGIA del … 2015 recante adozione del suo regolamento interno

IL SOTTOCOMITATO PER LE QUESTIONI SANITARIE E FITOSANITARIE UE-GEORGIA, visto l'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra (1) («l'accordo»), in particolare l'articolo 65, considerando quanto segue: (1) A norma dell'articolo 431 dell'accordo, sono state applicate parti dell'accordo in via provvisoria a decorrere dal 1o settembre 2014. (2) A norma dell'articolo 65, paragrafo 2, dell'accordo, il sottocomitato per le misure sanitarie e fitosanitarie («sottocomitato SPS») deve prendere in considerazione qualsiasi questione relativa all'attuazione del capo 4 (misure sanitarie e fitosanitarie) del titolo IV (Scambi e questioni commerciali) dell'accordo. (3) A norma dell'articolo 65, paragrafo 5, dell'accordo, il sottocomitato SPS deve adottare il proprio regolamento interno.

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1 Il regolamento interno del sottocomitato SPS, riportato in allegato, è adottato.

Articolo 2 La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione.

Fatto a …, il

Per il sottocomitato SPS Il presidente

(1) GU L 261 del 30.8.2014, pag. 4. L 33/22 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

ALLEGATO

Regolamento interno del sottocomitato per le misure sanitarie e fitosanitarie UE-Georgia

Articolo 1

Disposizioni generali

1. Il sottocomitato per le misure sanitarie e fitosanitarie («sottocomitato SPS»), istituito in conformità all'articolo 65, paragrafo 1, dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra («l'accordo») assiste alla riunione del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio» di cui all'articolo 408, paragrafo 4, dell'accordo (il «comitato di associazione riunito nella formazione Commercio») nell'esercizio delle sue funzioni.

2. Il sottocomitato SPS svolge le funzioni indicate all'articolo 65, paragrafo 2, dell'accordo alla luce degli obiettivi del titolo IV, capo 4 di cui all'articolo 50 dell'accordo.

3. Il sottocomitato SPS è composto da rappresentanti della Commissione europea e della Georgia responsabili per le questioni sanitarie e fitosanitarie.

4. Un rappresentante della Commissione europea o della Georgia responsabile per le questioni sanitarie e fitosanitarie esercita le funzioni di presidenza del sottocomitato SPS in conformità all'articolo 2.

5. Le parti del presente regolamento interno sono definite secondo quanto previsto all'articolo 428 dell'accordo.

Articolo 2

Presidenza

Le parti si alternano ogni dodici mesi nell'esercizio della presidenza del sottocomitato SPS. Il primo periodo ha inizio alla data della prima riunione del Consiglio di associazione e termina il 31 dicembre dello stesso anno.

Articolo 3

Riunioni

1. Salvo diverso accordo tra le parti, il sottocomitato SPS si riunisce una prima volta entro tre mesi dall'entrata in vigore dell'accordo e successivamente su richiesta di una delle parti o almeno una volta l'anno.

2. Ogni riunione del sottocomitato SPS è convocata dalla presidenza in una sede e ad una data convenute dalle parti. L'avviso di convocazione della riunione è inviato dal presidente del sottocomitato SPS entro 28 giorni di calendario prima dell'inizio della riunione, salvo diverso accordo delle parti.

3. Quando possibile, la riunione ordinaria del sottocomitato SPS è convocata con debito anticipo rispetto alla riunione ordinaria del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio».

4. Le riunioni del sottocomitato SPS possono svolgersi con l'ausilio di qualsiasi mezzo tecnologico concordato, come in videoconferenza o audioconferenza.

5. Al di fuori delle riunioni il sottocomitato SPS può esaminare qualsiasi questione per corrispondenza.

Articolo 4

Delegazioni

Prima di ogni riunione le parti sono informate dal il segretariato del sottocomitato SPS della composizione prevista delle delegazioni di ogni parte che partecipa alla riunione.

Articolo 5

Segretariato

1. Un funzionario della Commissione europea e un funzionario della Georgia svolgono congiuntamente le funzioni di segretari del sottocomitato SPS ed eseguono i compiti di segreteria congiuntamente, in uno spirito di fiducia reciproca e di cooperazione. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/23

2. Il segretariato del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio» è informato di ogni decisione, parere, raccomandazione, relazione e altre azioni concordate del sottocomitato SPS.

Articolo 6

Corrispondenza

1. La corrispondenza indirizzata al sottocomitato SPS è inviata al segretario di una delle due parti, che a sua volta informerà il segretario dell'altra parte.

2. Il segretariato del sottocomitato SPS provvede affinché la corrispondenza indirizzata al sottocomitato SPS sia trasmessa al presidente del sottocomitato e distribuita, se del caso, come documenti di cui all'articolo 7.

3. La corrispondenza proveniente dal presidente è inviata alle parti dal segretariato a nome del presidente stesso. Se del caso, tale corrispondenza è diffusa con le modalità di cui all'articolo 7.

Articolo 7

Documenti

1. I documenti sono diffusi dai segretari del sottocomitato SPS.

2. Una parte trasmette i propri documenti al suo segretario. Il segretario trasmette tali documenti al segretario dell'altra parte.

3. Il segretario dell'Unione distribuisce i documenti ai rappresentanti competenti dell'Unione e mette sistematicamente in copia di tale corrispondenza il segretario della Georgia nonché i segretari del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio».

4. Il segretario della Georgia distribuisce i documenti ai rappresentanti competenti della Georgia e mette sistemati­ camente in copia di tale corrispondenza il segretario dell'Unione, nonché i segretari del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio».

5. I segretari del sottocomitato SPS fungono da punti di contatto per gli scambi di cui all'articolo 58 dell'accordo.

Articolo 8

Riservatezza

Salvo decisione contraria adottata dalle parti, le riunioni del sottocomitato SPS non sono pubbliche. Se una parte comunica al sottocomitato SPS informazioni designandole come riservate, l'altra parte tratta dette informazioni come tali.

Articolo 9

Ordine del giorno delle riunioni

1. Il segretariato del sottocomitato SPS stabilisce un ordine del giorno provvisorio nonché un progetto di conclusioni operative per ogni riunione in base alle proposte presentate dalle parti, come previsto all'articolo 10. L'ordine del giorno provvisorio comprende i punti per i quali il segretariato ha ricevuto da una parte una domanda di iscrizione all'ordine del giorno, corredata dei documenti giustificativi pertinenti, entro 21 giorni di calendario prima della data della riunione.

2. L'ordine del giorno provvisorio, unitamente ai documenti pertinenti, è distribuito come previsto all'articolo 7 entro 15 giorni di calendario prima dell'inizio della riunione.

3. L'ordine del giorno è adottato dal sottocomitato SPS all'inizio di ciascuna riunione L'iscrizione all'ordine del giorno di punti che non figurano nell'ordine del giorno provvisorio è possibile previo accordo delle parti. L 33/24 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

4. Previo consenso dell'altra parte, il presidente del sottocomitato SPS può invitare, secondo l'occasione, rappre­ sentanti di altri organismi delle parti o esperti indipendenti in determinati settori a partecipare alle riunioni del sottoco­ mitato SPS per fornire informazioni su argomenti specifici. Le parti garantiscono che tali osservatori o esperti rispettino le prescrizioni in materia di riservatezza.

5. Previa consultazione delle parti, il presidente del sottocomitato SPS può abbreviare i termini indicati ai paragrafi 1 e 2 in funzione delle esigenze di un caso specifico.

Articolo 10

Verbale e conclusioni operative

1. Il progetto di verbale di ogni riunione è redatto congiuntamente dai segretari del sottocomitato SPS.

2. Di norma per ciascun punto iscritto all'ordine del giorno il verbale riporta:

a) un elenco dei partecipanti alla riunione, dei funzionari che li accompagnavano ed un elenco di eventuali osservatori o esperti che hanno partecipato alla riunione;

b) la documentazione presentata al sottocomitato SPS;

c) le dichiarazioni la cui iscrizione a verbale sia stata chiesta da un membro del sottocomitato SPS; e

d) le conclusioni operative della riunione, come previsto al paragrafo 4.

3. Il progetto di verbale è presentato al sottocomitato SPS per approvazione. Esso è approvato entro i 28 giorni di calendario successivi a ciascuna riunione del sottocomitato SPS. Ne è inviata una copia a ciascuno dei destinatari di cui all'articolo 7.

4. Il progetto di conclusioni operative di ciascuna riunione è redatto dal segretario del sottocomitato SPS della parte che detiene la presidenza del sottocomitato SPS e trasmesso alle parti, unitamente all'ordine del giorno, entro 15 giorni di calendario prima dell'inizio della riunione. Tale progetto è aggiornato nel corso della riunione, in modo che al termine della riunione, salvo diverso accordo delle parti, il sottocomitato SPS adotti le conclusioni operative che riflettono le azioni di follow-up convenute dalle parti. Una volta concordate, le conclusioni operative sono allegate al verbale e la loro attuazione è esaminata nel corso di una successiva riunione del sottocomitato SPS. A tal fine il sottoco­ mitato SPS adotta un modello che consenta di monitorare ciascuna azione in relazione a un termine specifico.

Articolo 11

Decisioni e raccomandazioni

1. Il sottocomitato SPS ha il potere di adottare decisioni, pareri, raccomandazioni, relazioni e azioni congiunte come previsto all'articolo 65 dell'accordo. Tali decisioni, pareri, raccomandazioni, relazioni e azioni congiunte sono adottati per consenso tra le parti dopo il completamento delle rispettive procedure interne di adozione. Le decisioni sono vincolanti per le parti, che adottano le misure opportune per attuarle.

2. Ogni decisione, raccomandazione, relazione o parere è firmato dal presidente del sottocomitato SPS e autenticato dai segretari del sottocomitato SPS. Fatto salvo il paragrafo 3, il presidente firma tali documenti nel corso della riunione nella quale è adottata la decisione o la raccomandazione.

3. Il sottocomitato SPS può prendere decisioni, formulare raccomandazioni e adottare pareri mediante procedura scritta, se le parti decidono in tal senso, una volta espletate le rispettive procedure interne per l'adozione. La procedura scritta consiste in uno scambio di note tra i segretari, che operano di concerto con le parti. A tale scopo, il testo della proposta viene distribuito a norma dell'articolo 7, con un termine di almeno 21 giorni di calendario entro il quale sono comunicate le eventuali riserve o modifiche. Previa consultazione delle parti, il presidente può abbreviare tali termini in funzione delle esigenze di un caso specifico. Una volta concordato il testo, la decisione, la raccomandazione, la relazione o il parere è firmato dal presidente e autenticato dai due segretari.

4. Gli atti del sottocomitato SPS recano, rispettivamente, il titolo di «decisione», «parere», «raccomandazione» o «relazione». Ogni decisione entra in vigore alla data della sua adozione, salvo altrimenti disposto nella decisione stessa. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/25

5. Le decisioni, le raccomandazioni, le relazioni e i pareri sono trasmessi alle parti.

6. Ciascuna delle parti può decidere se pubblicare le decisioni, i pareri e le raccomandazioni del sottocomitato SPS nelle rispettive pubblicazioni ufficiali.

Articolo 12

Relazioni

Il sottocomitato SPS presenta una relazione al comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio» sulle sue attività e su quelle dei gruppi di lavoro tecnici o dei gruppi ad hoc istituiti dal sottocomitato SPS. La relazione è presentata 25 giorni di calendario prima della riunione annuale regolare del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio».

Articolo 13

Lingue

1. Le lingue di lavoro del sottocomitato SPS sono l'inglese e il georgiano.

2. Salvo decisione contraria, il sottocomitato SPS delibera sulla base di documenti redatti nelle suddette lingue.

Articolo 14

Spese

1. Ciascuna parte si assume l'onere delle spese sostenute per la partecipazione alle riunioni del comitato SPS sia per il personale e le spese di viaggio e di soggiorno sia per le spese postali e per le telecomunicazioni.

2. Le spese relative all'organizzazione delle riunioni e alla riproduzione dei documenti sono a carico della parte che ospita la riunione.

3. Le spese relative all'interpretazione durante le riunioni e alla traduzione dei documenti dalle o nelle lingue inglese e georgiano di cui all'articolo 13, paragrafo 1, sono a carico della parte che ospita la riunione.

L'interpretazione e la traduzione dalle o nelle altre lingue sono direttamente a carico della parte richiedente.

Articolo 15

Modifica del regolamento interno

Il presente regolamento interno può essere modificato con decisione del sottocomitato SPS a norma dell'articolo 65, paragrafo 5, dell'accordo.

Articolo 16

Gruppi di lavoro tecnici e gruppi ad hoc

1. Mediante una decisione a norma dell'articolo 65, paragrafo 6, dell'accordo, il sottocomitato SPS può creare o sopprimere, se del caso, gruppi di lavoro tecnici o gruppi di lavoro ad hoc, anche a carattere scientifico o gruppi di esperti.

2. La composizione dei gruppi di lavoro ad hoc non deve necessariamente essere limitata ai rappresentanti delle parti. Le parti provvedono affinché i membri di qualsiasi gruppo istituito dal sottocomitato SPS rispettino le prescrizioni del caso in materia di riservatezza.

3. Salvo decisione contraria delle parti, i gruppi istituiti dal sottocomitato SPS operano sotto l'autorità del sottoco­ mitato stesso, a cui riferiscono.

4. In caso di necessità, le riunioni dei gruppi di lavoro possono svolgersi di persona o tramite videoconferenza o audioconferenza. L 33/26 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

5. La segreteria del sottocomitato SPS riceve copia di tutta la corrispondenza, documenti e comunicazioni pertinenti riguardo l'attività dei gruppi di lavoro.

6. I gruppi di lavoro hanno il potere di formulare raccomandazioni per iscritto al sottocomitato SPS. Le raccoman­ dazioni sono formulate per consenso e comunicate al presidente del sottocomitato SPS, il quale le trasmette come previsto all'articolo 7.

7. Il presente regolamento interno si applica, mutatis mutandis, a qualsiasi gruppo di lavoro tecnico o gruppo di lavoro ad hoc istituito dal sottocomitato SPS, salvo diversa disposto dal presente articolo. I riferimenti alla riunione del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio» si intendono come riferimenti al sottocomitato SPS. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/27

PROGETTO

DECISIONE N. 1/2015 DEL SOTTOCOMITATO DOGANALE UE-GEORGIA del … 2015 recante adozione del suo regolamento interno

IL SOTTOCOMITATO DOGANALE UE-GEORGIA, visto l'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra (1) («l'accordo»), in particolare l'articolo 74, considerando quanto segue: (1) In applicazione dell'articolo 431 dell'accordo, sono state applicate parti dell'accordo in via provvisoria a decorrere dal 1o settembre 2014. (2) A norma dell'articolo 74 dell'accordo, il sottocomitato doganale deve controllare l'attuazione e l'amministrazione del capo 5 (Dogane e facilitazione degli scambi) del titolo IV (Scambi e questioni commerciali) dell'accordo. (3) A norma dell'articolo 74, paragrafo 3, lettera e) dell'accordo, il sottocomitato doganale deve adottare il proprio regolamento interno,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1 Il regolamento interno del sottocomitato doganale, riportato in allegato, è adottato.

Articolo 2 La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione.

Fatto a …, il

Per il sottocomitato doganale Il presidente

(1) GU L 261 del 30.8.2014, pag. 4. L 33/28 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

ALLEGATO

Regolamento interno del sottocomitato doganale UE-Georgia

Articolo 1

Disposizioni generali

1. Il sottocomitato doganale, istituito a norma dell'articolo 74, paragrafo 1, dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra («l'accordo»), esercita le sue funzioni come stabilito all'articolo 74, paragrafo 2 e paragrafo 3, dell'accordo

2. Il sottocomitato doganale è composto da rappresentanti della Commissione europea e della Georgia responsabili per le questioni doganali e relative alle dogane.

3. Un rappresentante della Commissione europea o della Georgia responsabile per le questioni doganali e relative alle dogane esercita le funzioni di presidenza a norma dell'articolo 2.

4. Le parti di cui al presente regolamento interno sono definite secondo quanto previsto all'articolo 428 dell'accordo.

Articolo 2

Presidenza

Le parti si alternano ogni dodici mesi nell'esercizio della presidenza del sottocomitato doganale. Il primo periodo ha inizio alla data della prima riunione del Consiglio di associazione e termina il 31 dicembre dello stesso anno.

Articolo 3

Riunioni

1. Salvo diversamente convenuto dalle parti, il sottocomitato doganale si riunisce una volta all'anno o su richiesta di una delle parti.

2. Ogni riunione del sottocomitato doganale è convocata dalla presidenza in una sede e a una data convenute dalle parti. L'avviso di convocazione della riunione è inviato dal presidente del sottocomitato doganale entro 28 giorni di calendario prima dell'inizio della riunione, salvo diverso accordo delle parti.

3. Le riunioni del sottocomitato doganale possono svolgersi con l'ausilio qualsiasi mezzo tecnologico concordato, come in videoconferenza o audioconferenza.

4. Al di fuori delle riunioni il sottocomitato doganale può esaminare qualsiasi questione per corrispondenza.

Articolo 4

Delegazioni

Prima di ogni riunione le parti sono informate dal il segretariato del sottocomitato doganale, della composizione prevista delle delegazioni di ogni parte che partecipa alla riunione.

Articolo 5

Segretariato

1. Un funzionario della Commissione europea e un funzionario della Georgia responsabili per le questioni doganali e relative alle dogane svolgono congiuntamente le funzioni di segretari del sottocomitato doganale ed eseguono i compiti di segreteria di concerto, in uno spirito di fiducia reciproca e di cooperazione.

2. Il segretariato del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio», come istituito dall'articolo 408, paragrafo 4 dell'accordo (comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio») è informato di tutte le decisioni, pareri, raccomandazioni, relazioni e altre azioni concordate del sottocomitato doganale. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/29

Articolo 6

Corrispondenza

1. La corrispondenza indirizzata al sottocomitato doganale è inviata al segretario di una delle parti, che a sua volta informerà il segretario dell'altra parte.

2. Il segretariato del sottocomitato doganale provvede affinché la corrispondenza indirizzata al sottocomitato doganale sia trasmessa al presidente del sottocomitato e distribuita, se del caso, come documenti di cui all'articolo 7.

3. La corrispondenza proveniente dal presidente è inviata alle parti dal segretariato a nome del presidente stesso. Se del caso, tale corrispondenza è diffusa con le modalità di cui all'articolo 7.

Articolo 7

Documenti

1. I documenti sono diffusi dai segretari del sottocomitato doganale.

2. Una parte trasmette i propri documenti al suo segretario. Il segretario trasmette tali documenti al segretario dell'altra parte.

3. Il segretario dell'Unione distribuisce i documenti ai rappresentanti competenti dell'Unione e mette sistematicamente in copia di tale corrispondenza il segretario della Georgia. Il segretario dell'Unione invia una copia dei documenti finali ai segretari del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio».

4. Il segretario della Georgia distribuisce i documenti ai rappresentanti competente della Georgia e mette sistemati­ camente in copia di tale corrispondenza il segretario dell'Unione. Il segretario della Georgia invia una copia dei documenti finali ai segretari del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio».

Articolo 8

Riservatezza

Salvo decisione contraria adottata dalle parti, le riunioni del sottocomitato doganale non sono pubbliche. Se una parte comunica al sottocomitato doganale informazioni designandole come riservate, l'altra parte tratta dette informazioni come tali.

Articolo 9

Ordine del giorno delle riunioni

1. Il segretariato del sottocomitato doganale stabilisce un ordine del giorno provvisorio per ogni riunione sulla base delle proposte presentate dalle parti. L'ordine del giorno provvisorio comprende i punti per i quali il segretariato ha ricevuto da una parte una domanda di iscrizione all'ordine del giorno, corredata dei documenti giustificativi pertinenti, entro 21 giorni di calendario prima della data della riunione.

2. L'ordine del giorno provvisorio, unitamente ai documenti pertinenti, è distribuito come previsto all'articolo 7 entro 15 giorni di calendario prima dell'inizio della riunione.

3. L'ordine del giorno è adottato dal sottocomitato doganale all'inizio di ciascuna riunione. L'iscrizione all'ordine del giorno di punti che non figurano nell'ordine del giorno provvisorio è possibile previo accordo delle parti.

4. Previo consenso dell'altra parte, il presidente del sottocomitato doganale può, secondo l'occasione, invitare rappre­ sentanti di altri organismi delle parti o esperti indipendenti in determinati settori a partecipare alle riunioni per fornire informazioni su argomenti specifici. Le parti garantiscono che tali osservatori o esperti rispettino le prescrizioni in materia di riservatezza. L 33/30 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

5. Previa consultazione delle parti, il presidente del sottocomitato doganale può abbreviare i termini indicati ai paragrafi 1 e 2 in funzione delle esigenze di un caso specifico.

Articolo 10

Verbale e conclusioni operative

1. Il progetto di verbale di ogni riunione, comprendente le conclusioni operative, è redatto dal segretario del sottoco­ mitato doganale della parte che detiene la presidenza del sottocomitato doganale.

2. Il progetto di verbale, comprendente le conclusioni operative, è sottoposto al sottocomitato doganale per approvazione. Il progetto di verbale è approvato entro 28 giorni di calendario successivi a ciascuna riunione del sottoco­ mitato doganale. Ne è inviata una copia a ciascuno dei destinatari di cui all'articolo 7.

Articolo 11

Decisioni e raccomandazioni

1. Il sottocomitato doganale ha il potere di adottare modalità pratiche, misure, decisioni e raccomandazioni come previsto all'articolo 74 dell'accordo. Tali modalità pratiche, decisioni, raccomandazioni, sono adottate per consenso tra le parti una volta espletate le rispettive procedure interne di adozione. Le decisioni sono vincolanti per le parti, che adottano le misure opportune per attuarle.

2. Ogni decisione o raccomandazione è firmata dal presidente del sottocomitato doganale e autenticata dai segretari del sottocomitato doganale. Fatto salvo il paragrafo 3, il presidente firma tali documenti nel corso della riunione nella quale è adottata la decisione o la raccomandazione.

3. Il sottocomitato doganale può adottare decisioni o formulare raccomandazioni mediante procedura scritta, se le parti decidono in tal senso, una volta espletate le rispettive procedure interne per l'adozione. La procedura scritta consiste in uno scambio di note tra i due segretari, che operano di concerto con le parti. A tale scopo, il testo della proposta viene distribuito a norma dell'articolo 7, con un termine di almeno 21 giorni di calendario entro il quale sono comunicate le eventuali riserve o modifiche. Previa consultazione delle parti, il presidente può abbreviare tali in funzione delle esigenze di un caso specifico. Una volta che il testo è stato concordato, la decisione o la raccomandazione è firmata dal presidente e autenticata dai due segretari.

4. Gli atti del sottocomitato doganale recano, rispettivamente, il titolo di «decisione» o «raccomandazione». Ogni decisione entra in vigore alla data della sua adozione, salvo altrimenti disposto nella decisione stessa.

5. Le decisioni e le raccomandazioni sono trasmesse ad entrambe le parti.

6. Ciascuna delle parti può decidere se pubblicare le decisioni e le raccomandazioni del sottocomitato doganale nelle rispettive pubblicazioni ufficiali.

Articolo 12

Relazioni

Il sottocomitato doganale riferisce al comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio» a ogni riunione annuale di tale comitato.

Articolo 13

Lingue

1. Le lingue di lavoro del sottocomitato doganale sono l'inglese e il georgiano.

2. Salvo decisione contraria, il sottocomitato doganale delibera sulla base di documenti redatti nelle suddette lingue. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/31

Articolo 14

Spese

1. Ciascuna parte si assume l'onere delle spese sostenute per la partecipazione alle riunioni del sottocomitato doganale sia per il personale e le spese di viaggio e di soggiorno sia per le spese postali e per le telecomunicazioni.

2. Le spese relative all'organizzazione delle riunioni e alla riproduzione dei documenti sono a carico della parte che ospita la riunione.

3. Le spese relative all'interpretazione durante le riunioni e alla traduzione dei documenti dalle o nelle lingue inglese e georgiano di cui all'articolo 13, paragrafo 1 sono a carico della parte che ospita la riunione.

L'interpretazione e la traduzione dalle o nelle altre lingue sono direttamente a carico della parte richiedente.

Articolo 15

Modifica del regolamento interno

Il presente regolamento interno può essere modificato con decisione del sottocomitato doganale a norma dell'articolo 74, paragrafo 3, lettera e) dell'accordo. L 33/32 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

PROGETTO

DECISIONE N. 1/2015 DEL SOTTOCOMITATO PER LE INDICAZIONI GEOGRAFICHE UE- GEORGIA del … 2015 recante adozione del suo regolamento interno

IL SOTTOCOMITATO PER LE INDICAZIONI GEOGRAFICHE UE-GEORGIA, visto l'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra (1) («l'accordo»), in particolare l'articolo 179, considerando quanto segue: (1) In applicazione dell'articolo 431 dell'accordo, sono state applicate parti dell'accordo in via provvisoria a decorrere dal 1o settembre 2014. (2) A norma dell'articolo 179 dell'accordo, il sottocomitato per le indicazioni geografiche («sottocomitato IG») deve sorvegliare l'evoluzione dell'accordo per quanto riguarda le indicazioni geografiche e deve fungere da forum per la cooperazione e il dialogo in materia di indicazioni geografiche. (3) A norma dell'articolo 179, paragrafo 2, dell'accordo, il sottocomitato IG deve stabilire il proprio regolamento interno,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1 Il regolamento interno del sottocomitato IG, riportato in allegato, è adottato.

Articolo 2 La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione.

Fatto a …, il

Per il sottocomitato per le indicazioni geografiche Il presidente

(1) GU L 261 del 30.8.2014, pag. 4. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/33

ALLEGATO

Regolamento interno del sottocomitato per le indicazioni geografiche UE-Georgia

Articolo 1

Disposizioni generali

1. Il sottocomitato per le indicazioni geografiche («sottocomitato IG»), istituito in conformità all'articolo 179 dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra («l'accordo») assiste alla riunione del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio» di cui all' articolo 408, paragrafo 4, dell'accordo (il comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio») nell'esercizio delle sue funzioni.

2. Il sottocomitato IG svolge le sue funzioni indicate all'articolo 179 dell'accordo.

3. Il sottocomitato IG è composto da rappresentanti della Commissione europea e della Georgia, responsabili in materia di indicazioni geografiche.

4. Ciascuna parte nomina un capo delegazione che funge da persona di contatto per tutte le questioni che riguardano il sottocomitato IG.

5. I capi delegazione esercitano le funzioni di presidenza del sottocomitato IG in conformità all'articolo 2.

6. Ogni capo delegazione può delegare le funzioni di capo delegazione, in tutto o in parte, a un supplente designato; in questo caso ogni riferimento fatto qui di seguito al capo delegazione vale anche per il supplente designato.

7. Le parti di cui al presente regolamento interno sono definite secondo quanto previsto all'articolo 428 dell'accordo.

Articolo 2

Presidenza

Le parti si alternano ogni dodici mesi nell'esercizio della presidenza del sottocomitato IG. Il primo periodo ha inizio alla data della prima riunione del Consiglio di associazione e termina il 31 dicembre dello stesso anno.

Articolo 3

Riunioni

1. Salvo diverso accordo tra le parti, il sottocomitato IG si riunisce su richiesta di una delle parti, a turno nell'Unione e in Georgia, e in ogni caso entro 90 giorni di calendario dalla richiesta.

2. Ogni riunione del sottocomitato IG è convocata dalla presidenza in una sede e a una data convenute dalle parti. L'avviso di convocazione della riunione è inviato dal presidente del sottocomitato IG entro 28 giorni di calendario prima dell'inizio della riunione, salvo diverso accordo delle parti.

3. Quando possibile, la riunione ordinaria del sottocomitato IG è convocata con debito anticipo rispetto alla riunione ordinaria del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio».

4. A titolo di eccezione, le riunioni del sottocomitato IG possono svolgersi con l'ausilio di qualsiasi mezzo tecnologico concordato dalle parti, compresa la videoconferenza.

Articolo 4

Delegazioni

Prima di ogni riunione le parti sono informate dal segretariato del sottocomitato IG, della composizione prevista delle delegazioni di ciascuna parte che partecipa alla riunione. L 33/34 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

Articolo 5

Segretariato

1. Un funzionario della Commissione europea e un funzionario della Georgia svolgono congiuntamente le funzioni di segretari del sottocomitato IG ed eseguono i compiti di segreteria congiuntamente, in uno spirito di fiducia reciproca e di cooperazione.

2. Il segretariato del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio» è informato di tutte le decisioni, pareri, raccomandazioni, relazioni e altre azioni concordate del sottocomitato IG.

Articolo 6

Corrispondenza

1. La corrispondenza indirizzata al sottocomitato IG è inviata al segretario di una delle due parti, che a sua volta informerà il segretario dell'altra parte.

2. Il segretariato del sottocomitato IG provvede affinché la corrispondenza indirizzata al sottocomitato IG sia trasmessa al presidente del sottocomitato e distribuita, se del caso, come documenti di cui all'articolo 7.

3. La corrispondenza proveniente dal presidente è inviata alle parti dal segretariato a nome del presidente stesso. Se del caso, tale corrispondenza è diffusa con le modalità di cui all'articolo 7.

Articolo 7

Documenti

1. I documenti sono diffusi dai segretari del sottocomitato IG.

2. Una parte trasmette i propri documenti al suo segretario. Il segretario trasmette tali documenti al segretario dell'altra parte.

3. Il segretario dell'Unione distribuisce i documenti ai rappresentanti competenti dell'Unione e mette sistematicamente in copia di tale corrispondenza il segretario della Georgia nonché i segretari del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio».

4. Il segretario della Georgia distribuisce i documenti ai rappresentanti competenti della Georgia emette sistemati­ camente in copia di tale corrispondenza il segretario dell'Unione nonché i segretari del comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio».

Articolo 8

Riservatezza

Salvo decisione contraria adottata dalle parti, le riunioni del sottocomitato IG non sono pubbliche. Se una parte comunica al sottocomitato IG informazioni designandole come riservate, l'altra parte tratta dette informazioni come tali.

Articolo 9

Ordine del giorno delle riunioni

1. Il segretariato del sottocomitato IG stabilisce un ordine del giorno provvisorio nonché un progetto di conclusioni operative per ogni riunione sulla base delle proposte presentate dalle parti, come previsto all'articolo 10. L'ordine del giorno provvisorio comprende i punti per i quali il segretariato ha ricevuto da una parte una domanda di iscrizione all'ordine del giorno, corredata dei documenti giustificativi pertinenti, entro 21 giorni di calendario prima della data della riunione.

2. L'ordine del giorno provvisorio, unitamente ai documenti pertinenti, è distribuito come previsto all'articolo 7 entro 15 giorni di calendario prima dell'inizio della riunione. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/35

3. L'ordine del giorno è adottato dal presidente e dall'altro capo delegazione all'inizio di ciascuna riunione. L'iscrizione all'ordine del giorno di punti che non figurano nell'ordine del giorno provvisorio è possibile previo accordo delle parti.

4. Previo consenso dell'altra parte, il presidente del sottocomitato IG può invitare, secondo l'occasione, rappresentanti di altri organismi delle parti o esperti indipendenti in determinati settori a partecipare alle riunioni per fornire informazioni su argomenti specifici. Le parti garantiscono che tali osservatori o esperti rispettino le prescrizioni in materia di riservatezza.

5. Previa consultazione delle parti, il presidente del sottocomitato IG può abbreviare i termini indicati ai paragrafi 1 e 2 in funzione delle esigenze di un caso specifico.

Articolo 10

Verbale e conclusioni operative

1. Il progetto di verbale di ogni riunione è redatto congiuntamente dai segretari del sottocomitato IG.

2. Di norma per ciascun punto iscritto all'ordine del giorno il verbale riporta:

a) un elenco dei partecipanti alla riunione, dei funzionari che li accompagnavano e di eventuali osservatori o esperti che hanno partecipato alla riunione;

b) la documentazione presentata al sottocomitato IG;

c) le dichiarazioni la cui iscrizione a verbale sia stata chiesta da un membro del sottocomitato IG; e

d) le conclusioni operative della riunione, se necessario, come previsto al paragrafo 4.

3. Il progetto di verbale è presentato al sottocomitato IG per approvazione. Esso è approvato entro i 28 giorni di calendario successivi a ciascuna riunione del sottocomitato IG. Ne è inviata una copia a ciascuno dei destinatari di cui all'articolo 7.

4. Il progetto di conclusioni operative di ciascuna riunione è redatto dal segretario del sottocomitato IG della parte che detiene la presidenza del sottocomitato IG e trasmesso alle parti, unitamente all'ordine del giorno, entro 15 giorni di calendario prima dell'inizio della riunione. Tale progetto è aggiornato nel corso della riunione, in modo che al termine della riunione, salvo diverso accordo delle parti, il sottocomitato IG adotti le conclusioni operative che riflettono le azioni di follow-up convenute dalle parti. Una volta concordate, le conclusioni operative sono allegate al verbale e la loro attuazione è esaminata nel corso di una successiva riunione del sottocomitato IG. A tal fine il sottocomitato IG adotta un modello che consenta di monitorare ciascuna azione in relazione a un termine specifico.

Articolo 11

Decisioni

1. Il sottocomitato IG ha il potere di adottare decisioni nei casi di cui all'articolo 179, paragrafo 3, dell'accordo. Tali decisioni sono adottate per consenso tra le parti una volta espletate le rispettive procedure interne di adozione. Esse sono vincolanti per le parti, che adottano le misure opportune per attuarle.

2. Ogni decisione è firmata dal presidente del sottocomitato IG e autenticata dai segretari del sottocomitato IG. Fatto salvo il paragrafo 4, il presidente firma tali documenti nel corso della riunione nella quale è adottata la decisione o la raccomandazione.

3. Il sottocomitato IG può adottare decisioni o approvare relazioni mediante procedura scritta, se le parti decidono in tal senso, una volta espletate le rispettive procedure interne per l'adozione. La procedura scritta consiste in uno scambio di note tra i due segretari, che operano di concerto con le parti. A tale scopo, il testo della proposta viene distribuito a norma dell'articolo 7, con un termine di almeno 21 giorni di calendario entro il quale sono comunicate le eventuali riserve o modifiche. Previa consultazione delle parti, il presidente può abbreviare tali termini in funzione delle esigenze di un caso specifico. Una volta concordato il testo, ogni decisione o relazione è firmata dal presidente e autenticata dai segretari.

4. Gli atti del sottocomitato IG recano, rispettivamente, il titolo di «decisione» o «relazione». Ogni decisione entra in vigore alla data della sua adozione, salvo altrimenti disposto nella decisione stessa. L 33/36 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

5. Le decisioni sono trasmesse ad entrambe le parti.

6. Ciascuna delle parti può decidere se pubblicare le decisioni del sottocomitato IG nelle rispettive pubblicazioni ufficiali.

Articolo 12

Relazioni

Il sottocomitato doganale riferisce in merito alle proprie attività al comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio» a ogni riunione annuale di tale comitato.

Articolo 13

Lingue

1. Le lingue di lavoro del sottocomitato IG sono l'inglese e il georgiano.

2. Salvo decisione contraria, il sottocomitato IG delibera sulla base di documenti redatti nelle suddette lingue.

Articolo 14

Spese

1. Ciascuna parte si assume l'onere delle spese sostenute per la partecipazione alle riunioni del sottocomitato IG sia per il personale e le spese di viaggio e di soggiorno sia per le spese postali e per le telecomunicazioni.

2. Le spese relative all'organizzazione delle riunioni e alla riproduzione dei documenti sono a carico della parte che ospita la riunione.

3. Le spese relative all'interpretazione durante le riunioni e alla traduzione dei documenti dalle o nelle lingue inglese e georgiano di cui all'articolo 13, paragrafo 1, sono a carico della parte che ospita la riunione.

L'interpretazione e la traduzione dalle o nelle altre lingue sono direttamente a carico della parte richiedente.

Articolo 15

Modifica del regolamento interno

Il presente regolamento interno può essere modificato con decisione del sottocomitato IG a norma dell'articolo 179, paragrafo 2 dell'accordo. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/37

DECISIONE (PESC) 2015/202 DEL CONSIGLIO del 9 febbraio 2015 recante modifica della decisione 2010/656/PESC che proroga le misure restrittive nei confronti della Costa d'Avorio

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA, visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 29, considerando quanto segue: (1) Il 29 ottobre 2010 il Consiglio ha adottato la decisione 2010/656/PESC (1). (2) È opportuno introdurre una deroga al divieto di vendita, fornitura, trasferimento o esportazione di materiale che potrebbe essere impiegato per la repressione interna al fine di consentire la vendita, la fornitura, il trasferimento o l'esportazione di determinati prodotti destinati unicamente a un uso civile per progetti nel settore minerario o infrastrutturale. (3) Per attuale tale misura, si rende necessario un ulteriore intervento da parte dell'Unione,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1 Nella decisione 2010/656/PESC è inserito l'articolo seguente: «Articolo 1 bis L'articolo 1 non si applica alla vendita, alla fornitura, al trasferimento o all'esportazione di un determinato materiale che potrebbe essere impiegato per la repressione interna qualora il materiale sia destinato unicamente a un uso civile per progetti nel settore minerario o infrastrutturale, previa autorizzazione, caso per caso, delle autorità competenti dello Stato membro esportatore.».

Articolo 2 La presente decisione entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Fatto a Bruxelles, il 9 febbraio 2015

Per il Consiglio La presidente F. MOGHERINI

(1) Decisione 2010/656/PESC del Consiglio, del 29 ottobre 2010, che proroga le misure restrittive nei confronti della Costa d'Avorio (GU L 285 del 30.10.2010, pag. 28). L 33/38 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

DECISIONE (PESC) 2015/203 DEL CONSIGLIO del 9 febbraio 2015 a sostegno della proposta dell'Unione relativa a un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico quale contributo a favore di misure trasparenti e tese a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 28,

vista la proposta dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,

considerando quanto segue:

(1) Le attività spaziali sono in piena espansione e di cruciale importanza. Lo spazio rappresenta una risorsa per tutti gli stati del mondo. Quelli che ancora non hanno attività spaziali potrebbero averle in futuro. Pertanto, l'Unione ritiene che il rafforzamento della sicurezza delle attività nello spazio extraatmosferico sia un obiettivo importante che contribuirà allo sviluppo e alla sicurezza degli stati. Tale obiettivo fa parte della politica spaziale dell'Unione.

(2) Il 12 dicembre 2003 il Consiglio europeo ha adottato una strategia europea in materia di sicurezza che individua sfide e minacce a livello globale e invita a sviluppare un ordine internazionale basato sul diritto e fondato su un multilateralismo efficace e su istituzioni internazionali ben funzionanti.

(3) La strategia europea in materia di sicurezza riconosce alla Carta delle Nazioni Unite un ruolo fondamentale nell'ambito delle relazioni internazionali e raccomanda che le Nazioni Unite siano rafforzate e dotate dei mezzi necessari per assolvere alle loro responsabilità e agire con efficacia. L'Unione persegue un elevato livello di cooperazione in tutti i campi delle relazioni internazionali, tra l'altro al fine di preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite.

(4) L'Unione si impegna a favore dell'elaborazione e dell'attuazione di misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia come mezzo per conseguire un rafforzamento della sicurezza spaziale. L'Unione è inoltre particolarmente sensibile alla questione dei rischi connessi ai detriti spaziali, indipendentemente dalla loro origine, che pregiudica le attività presenti e future.

(5) Il 18 settembre 2007, nella sua risposta alla risoluzione 61/75 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 6 dicembre 2006, l'Unione ha presentato una proposta relativa a un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico (il «codice di condotta») e ha avviato consultazioni per promuovere l'elabo­ razione di un progetto preliminare.

(6) Nelle conclusioni dell'8 e 9 dicembre 2008, il Consiglio dell'Unione europea ha sostenuto il primo progetto di codice di condotta internazionale, che prevedeva la partecipazione degli stati su base volontaria e comportava misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia, come base per consultazioni con i principali stati terzi che svolgono attività o hanno interessi nello spazio extraatmosferico, allo scopo di ottenere un testo accettabile per il maggior numero di stati.

(7) Il 27 settembre 2010 il Consiglio dell'Unione europea ha incaricato l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (AR), di procedere a ulteriori e più ampie consultazioni sulla base di una versione riveduta del codice di condotta elaborato dall'Unione, alla luce delle consultazioni con gli stati interessati.

(8) La proposta dell'Unione relativa a un progetto di codice di condotta è stata presentata formalmente alla comunità internazionale a Vienna il 5 giugno 2012. Successivamente è stato avviato un processo di consultazioni aperte sul progetto di testo, allo scopo di accrescere la trasparenza e l'inclusività del processo. Si sono tenuti tre cicli di consultazioni, gli ultimi due incentrati sulle versioni rivedute del codice di condotta: il 16-17 maggio 2013 a Kiev, il 20-22 novembre 2013 a Bangkok e infine il 27-28 maggio 2014 a Lussemburgo. A ciascuna di tali riunioni hanno assistito partecipanti provenienti da oltre 60 stati: considerati complessivamente, i partecipanti alle riunioni provenivano da oltre 80 stati.

(9) Al termine delle consultazioni aperte svoltesi a Lussemburgo il 27-28 maggio 2014, il presidente ha concluso affermando che i tre cicli di consultazioni aperte organizzati dal servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) con la partecipazione dell'Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sul disarmo (UNIDIR) nel 2013-2014 avevano svolto un ruolo prezioso nel migliorare la comprensione reciproca delle posizioni e delle preoccupazioni tra gli stati partecipanti. Molti partecipanti alle consultazioni svoltesi a Lussemburgo avevano espresso il forte desiderio che il processo passasse da una fase consultiva ad una fase negoziale, in cui il progetto di testo del codice di condotta, messo a punto durante le consultazioni aperte e al quale molti stati avevano contributo e che rimaneva aperto ad ulteriori modifiche, doveva costituire la base per futuri negoziati multilaterali. Diversi partecipanti al 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/39

processo di consultazioni aperte avevano fatto presente la necessità di una qualche sorta di approvazione da parte delle Nazioni Unite. A seguito delle consultazioni tenutesi a Lussemburgo, l'Unione si è impegnata ad elaborare un nuovo progetto di testo del codice di condotta e ha indicato la sua disponibilità a procedere a riflessioni e consultazioni su come sostenere ulteriormente i futuri negoziati multilaterali, come pure la firma e l'attuazione del futuro codice di condotta. (10) La decisione 2012/281/PESC del Consiglio (1), attuata dall'UNIDIR, è stata fondamentale per sostenere tale processo. Essa ha consentito infatti la divulgazione delle informazioni, lo scambio di opinioni, nonché lo sviluppo delle capacità dei soggetti interessati al codice di condotta, portando ad una maggiore consapevolezza e comprensione del codice stesso. Le attività chiave ai sensi di tale decisione sono state seminari regionali (Kuala Lumpur, dicembre 2012; Addis Abeba, marzo 2013; Città del Messico, giugno 2013; Astana, ottobre 2013) e le suddette riunioni multilaterali a Vienna (giugno 2012), Kiev (maggio 2013), Bangkok (novembre 2013) e Lussemburgo (maggio 2014), che sono servite da piattaforma per presentare e discutere il codice a livello interna­ zionale, nonché mostrare l'impegno dell'Unione a favore di un processo trasparente ed inclusivo. (11) Nello studio sulle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico, di data 12 luglio 2013, il gruppo di esperti governativi, istituito dal segretario generale delle Nazioni Unite in conformità della risoluzione 65/68 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha sottolineato la presentazione del codice di condotta da parte dell'Unione, come pure le consultazioni aperte tenutesi a Kiev. Nelle conclusioni e nelle raccomandazioni dello studio, il gruppo di esperti governativi ha approvato gli sforzi intesi a proseguire gli impegni politici, ad esempio un codice di condotta multilaterale per incoraggiare azioni responsabili nello spazio extraatmosferico e l'uso pacifico dello stesso. (12) Il 5 dicembre 2013 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato per consenso la risoluzione A/RES/ 68/50 sulle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico, salutando la relazione del segretario generale delle Nazioni Unite contenente lo studio del gruppo di esperti governativi e prendendo atto della presentazione, da parte dell'Unione, del progetto di codice di condotta. Tale risoluzione incoraggia inoltre gli Stati membri delle Nazioni Unite a rivedere ed attuare le misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia proposte dal gruppo di esperti governativi e richiede al segretario generale di diffondere la relazione presso gli enti e le organizzazioni delle Nazioni Unite competenti affinché possano contribuire ad attuare efficacemente le conclusioni e le raccomandazioni contenute nella relazione. Gli enti e le organizzazioni competenti delle Nazioni Unite sono ulteriormente incoraggiati a coordinarsi sulle questioni relative alle raccomandazioni contenute nella relazione. (13) Considerando lo slancio acquisito nel processo di consultazioni aperte guidato dall'Unione relativo al progetto di codice di condotta e l'auspicio dei partner internazionali che l'Unione possa continuare a guidare detto processo in vista di un'adozione definitiva del codice di condotta nonché a fornire i mezzi per l'attuazione del codice subito dopo la sua adozione, il sostegno a favore del processo, avviato con successo ai sensi della decisione 2012/281/PESC del Consiglio, dovrebbe continuare sulla scorta di una nuova decisione del Consiglio. (14) La nuova decisione del Consiglio dovrebbe sostenere ulteriori lavori tesi a migliorare la consapevolezza delle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico, compresa la proposta relativa a un codice di condotta internazionale, nonché i negoziati sul codice di condotta e la sua adozione formale, mentre l'assistenza per l'attuazione del codice di condotta e il suo punto di contatto potrebbe essere prevista da una futura decisione del Consiglio. (15) Il Consiglio dovrebbe affidate all'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari del disarmo (UNODA) e all'UNIDIR l'attuazione tecnica della presente decisione. Mentre l'UNODA svolge già un ruolo chiave nell'attuazione delle raccomandazioni contenute nella relazione del 2013 elaborata dal gruppo di esperti governativi delle Nazioni Unite sulle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico, l'UNIDIR potrà basarsi sull'esperienza acquisita nelle attività di divulgazione regionali di cui alla decisione 2012/281/PESC,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1 A sostegno della sua proposta relativa a un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico (il «codice di condotta») quale contributo alla creazione di misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico in linea con la risoluzione A/RES/68/5 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, l'Unione persegue il seguente obiettivo: — basarsi sull'esperienza acquisita ai sensi della decisione 2012/281/PESC per continuare a guidare il processo multila­ terale sulla proposta relativa a un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico, coinvolgendo tutti gli stati interessati in maniera inclusiva e trasparente al fine di pervenire ad un consenso quanto più ampio possibile sul progetto di codice di condotta, in vista della sua adozione da parte della comunità internazionale.

(1) Decisione 2012/281/PESC del Consiglio, del 29 maggio 2012, nel quadro della strategia europea in materia di sicurezza a sostegno della proposta dell'Unione relativa a un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico (GU L 140 del 30.5.2012, pag. 68). L 33/40 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

Articolo 2 1. I progetti che devono essere sostenuti dall'Unione riguardano le seguenti attività specifiche: a) continuare a migliorare la consapevolezza, la conoscenza e la comprensione della proposta relativa a un codice di condotta internazionale e il processo guidato dall'Unione; b) continuare a fornire un quadro per il processo multilaterale sulla proposta relativa a un codice di condotta interna­ zionale per le attività nello spazio extraatmosferico che consentirà alla comunità internazionale di continuare a dialogare al fine di pervenire ad un consenso quanto più ampio possibile sull'adozione del codice di condotta, sostenendo le riunioni multilaterali per i negoziati sul progetto di codice di condotta e per la sua adozione formale. 2. I progetti e le attività specifiche sono descritti dettagliatamente nell'allegato.

Articolo 3 1. L'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (AR) è responsabile dell'attuazione della presente decisione. 2. L'attuazione tecnica dei progetti di cui all'articolo 2 è affidata all'Ufficio per gli affari del disarmo (UNODA) e all'Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sul disarmo (UNIDIR), come specificato nell'allegato. L'UNODA e l'UNIDIR svolgono le loro funzioni sotto la responsabilità dell'AR. A tal fine l'AR definirà le necessarie modalità con l'UNODA e l'UNIDIR.

Articolo 4 1. L'importo di riferimento finanziario per l'attuazione delle misure di cui all'articolo 1 è pari a 1 274 398,85 EUR. Il bilancio complessivo stimato per l'intero progetto è pari a 1 475 955,15 EUR, messo a disposizione mediante un cofinanziamento da parte di UNODA e UNIDIR. 2. Le spese finanziate con l'importo stabilito al paragrafo 1 sono gestite secondo le procedure e le norme dell'Unione applicabili al bilancio generale dell'Unione. 3. La Commissione vigila sul corretto impiego del contributo dell'Unione di cui al paragrafo 1. A tal fine, essa conclude accordi di finanziamento con l'UNODA e l'UNIDIR. Gli accordi prevedono che l'UNODA e l'UNIDIR siano tenuti a garantire che la visibilità del contributo dell'Unione sia adeguata all'entità del contributo stesso. 4. La Commissione si adopera affinché gli accordi di finanziamento di cui al paragrafo 3 siano conclusi non appena possibile dopo l'entrata in vigore della presente decisione. Essa informa il Consiglio e l'AR delle eventuali difficoltà incontrate in detto processo e della data di conclusione dell'accordo di finanziamento entro due settimane dalla firma.

Articolo 5 1. L'AR riferisce al Consiglio in merito all'attuazione della presente decisione sulla scorta di relazioni periodiche stilate dall'UNODA e dall'UNIDIR. La valutazione del Consiglio è basata su tali relazioni. 2. La Commissione fornisce informazioni sugli aspetti finanziari dell'attuazione dei progetti di cui all'articolo 2.

Articolo 6 1. La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione. 2. Essa cessa di produrre effetti 24 mesi dopo la conclusione dei relativi accordi di finanziamento di cui all'articolo 4, paragrafo 3, oppure sei mesi dopo la data di adozione qualora non sia stato concluso un accordo di finanziamento entro tale termine.

Fatto a Bruxelles, il 9 febbraio 2015

Per il Consiglio La presidente F. MOGHERINI 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/41

ALLEGATO

1. Contesto generale e obiettivi Le risorse spaziali, utilizzate da un numero sempre maggiore di enti governativi e non governativi, offrono al mondo enormi vantaggi, inimmaginabili fino ad appena qualche decennio fa. Oggi questi vantaggi vanno di pari passo con sfide significative dovute ai pericolosi detriti orbitali e quindi alle potenziali collisioni distruttive, all'affollamento dei satelliti nell'orbita geostazionaria, alla crescente saturazione dello spettro radio, come pure alla minaccia di pertur­ bazioni intenzionali. Tali sfide richiedono il serio coinvolgimento di tutti gli stati per garantire una maggiore sicurezza e incolumità nello spazio extraatmosferico. In seguito alle risoluzioni 61/75 e 62/43 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, rispettivamente del 6 dicembre 2006 e del 5 dicembre 2007, sulle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico, nonché in risposta alla richiesta formulata dal segretario generale dell'ONU ai membri delle Nazioni Unite relativa a proposte concrete di misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia, nel settembre 2007 l'Unione ha presentato una proposta relativa a un codice di condotta volontario. Sono state avviate consultazioni iniziali con gli stati terzi e il primo progetto di «codice di condotta sulle attività nello spazio extraatmosferico» è stato approvato dal Consiglio l'8 e 9 dicembre 2008. Alla luce di ulteriori consultazioni con gli stati interessati, il Consiglio ha approvato, il 27 settembre 2010, una versione riveduta del progetto di codice di condotta e ha incaricato l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (AR) di procedere a ulteriori e più ampie consultazioni allo scopo di pervenire a un testo di codice di condotta accettabile per il maggior numero di stati e adottarlo. Durante lo svolgimento di tale mandato sono proseguite le consultazioni ed è stata presentata formalmente alla comunità internazionale una versione riveduta del codice di condotta nel corso di una riunione multilaterale tenutasi il 5 giugno 2012 a Vienna. Successivamente è stato avviato un processo di consultazioni aperte sul progetto di testo, allo scopo di rendere il processo più trasparente e inclusivo. Si sono tenuti tre cicli di consultazioni, gli ultimi due incentrati sulle versioni rivedute del testo: il 16-17 maggio 2013 a Kiev, il 20-22 novembre 2013 a Bangkok e infine il 27-28 maggio 2014 a Lussemburgo. A ciascuna di queste riunioni hanno assistito partecipanti provenienti da oltre 60 stati: considerati complessivamente, i partecipanti alle riunioni provenivano da oltre 80 stati. Al termine delle consultazioni aperte svoltesi a Lussemburgo il 27-28 maggio 2014, il presidente ha concluso affermando che i tre cicli di consultazioni aperte organizzati dal SEAE con la partecipazione dell'UNIDIR nel 2013/14 avevano svolto un ruolo prezioso nel migliorare la comprensione reciproca delle posizioni e delle preoccu­ pazioni tra gli stati partecipanti. Molti partecipanti alle consultazioni svoltesi a Lussemburgo avevano espresso il forte desiderio che il processo passasse immediatamente da una fase consultiva ad una fase negoziale, in cui il progetto di testo del codice di condotta, messo a punto durante le consultazioni aperte, al quale molti stati avevano contributo e che rimaneva aperto ad ulteriori modifiche, poteva costituire la base per futuri negoziati multilaterali. Diversi partecipanti avevano fatto presente la necessità di una qualche sorta di approvazione da parte delle Nazioni Unite. A seguito delle consultazioni aperte tenutesi a Lussemburgo, l'Unione ha elaborato un nuovo progetto di codice di condotta e ha confermato la sua disponibilità a procedere a riflessioni e consultazioni su come sostenere ulteriormente i futuri negoziati multilaterali, come pure la firma e l'attuazione del futuro codice di condotta. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite, alla luce della relazione del segretario generale richiesta mediante la risoluzione 61/75, ha votato l'8 dicembre 2010 la risoluzione 65/68, nella quale chiedeva al segretario generale di istituire un gruppo di esperti governativi sulle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico per preparare uno studio su tali misure. L'Unione, secondo cui un codice di condotta rappre­ senterebbe un contributo alle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia, ha ragguagliato il gruppo di esperti governativi dell'ONU sui progressi realizzati nell'elaborazione del codice di condotta durante le tre riunioni del gruppo di esperti governativi a luglio 2012, aprile 2013 e luglio 2013. Il gruppo di esperti governativi dell'ONU ha ultimato lo studio e le raccomandazioni nel luglio 2013. Il gruppo di esperti governativi ha consigliato agli stati e alle organizzazioni internazionali di considerare e attuare, su base volontaria e fatta salva l'attuazione di obblighi derivanti da impegni giuridici preesistenti, le misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia descritte nella relazione del gruppo e ha approvato sforzi intesi a proseguire gli impegni politici, ad esempio mediante dichiarazioni unilaterali, impegni bilaterali o un codice di condotta multilaterale, per incoraggiare azioni responsabili nello spazio extraatmosferico e l'uso pacifico dello stesso. Il gruppo di esperti governativi ha concluso sostenendo che misure politiche volontarie possono costituire la base a partire dalla quale riflettere a concetti e proposte di obblighi giuridi­ camente vincolanti. Il 5 dicembre 2013 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato per consenso la risoluzione A/RES/68/50 sulle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico, salutando la relazione del segretario generale dell'ONU contenente lo studio del gruppo di esperti governativi e prendendo atto della presentazione, da parte dell'Unione, del progetto di codice di condotta.. La risoluzione incoraggia ulteriormente gli Stati membri dell'ONU a rivedere ed attuare le misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia proposte dal gruppo di esperti governativi e richiede al segretario generale di diffondere la relazione presso gli enti e le organiz­ zazioni del sistema delle Nazioni Unite competenti affinché possano contribuire ad attuare efficacemente le conclusioni e le raccomandazioni contenute nella relazione. Gli enti e le organizzazioni competenti delle Nazioni Unite sono ulteriormente incoraggiati a coordinarsi sulle questioni relative alle raccomandazioni contenute nella relazione. L 33/42 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

Sin dalla presentazione iniziale del progetto di codice di condotta alla comunità internazionale nel giugno 2012, le attività di cui alla decisione 2012/281/PESC, «a sostegno della proposta dell'Unione relativa a un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico» sono state fondamentali per accrescere la consapevolezza del codice di condotta e per sostenere il processo multilaterale. Ai sensi dell'accordo di contributo siglato nel giugno 2012, l'UNIDIR ha organizzato una serie di seminari regionali (a Kuala Lumpur, Addis Abeba, Città del Messico e Astana) e ha sostenuto quattro riunioni multilaterali più ampie organizzate dal SEAE a Vienna, Kiev, Bangkok e Lussemburgo. Tutte queste riunioni sono state sostenute mediante un patrocinio dei viaggi per agevolare la parteci­ pazione di funzionari ed esperti. La decisione 2012/281/PESC ha favorito la divulgazione delle informazioni e lo scambio di opinioni sul codice di condotta, portando ad una maggiore consapevolezza e comprensione del codice nelle regioni, come pure a livello internazionale, tra esperti e responsabili politici. La decisione ha aiutato l'Unione a dimostrare il suo impegno a gestire il processo in vista dell'adozione del codice di condotta in maniera trasparente e inclusiva. Le riunioni organizzate in conformità della decisione del Consiglio sono inoltre servite da piattaforma per aprire il dialogo con quegli stati che sono rimasti critici nei confronti del codice di condotta, incoraggiandoli ad esprimere le loro preoccu­ pazioni in una sede multilaterale con la possibilità di controbattere e discutere. Considerando lo slancio acquisito durante le discussioni sul codice di condotta, in particolare lo sviluppo chiave costituito dall'approvazione del gruppo di esperti governativi dell'ONU, l'adozione per consenso della risoluzione A/ RES/68/50 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nonché l'esito delle consultazioni aperte svoltesi a Lussemburgo il 27-28 maggio 2014, l'Unione dovrebbe continuare a sostenere attivamente la creazione di misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico continuando a promuovere l'adozione di un codice di condotta. A tale scopo, e basandosi sull'esperienza acquisita ai sensi della decisione 2012/281/PESC, l'Unione dovrebbe sostenere le seguenti attività: — continuare a migliorare la consapevolezza, la conoscenza e la comprensione delle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia quali proposte dalla relazione del gruppo di esperti governativi, compresa la proposta relativa a un codice di condotta internazionale e il processo guidato dall'Unione europea; — continuare a fornire un quadro per il processo multilaterale sulla proposta relativa a un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico che consenta alla comunità internazionale di continuare a dialogare al fine di pervenire ad un consenso quanto più ampio possibile sull'adozione del codice di condotta, sostenendo le riunioni multilaterali per i negoziati sul progetto di codice di condotta e per la sua adozione formale.

2. Progetti a) Progetto 1 — Attività di divulgazione: promozione di impegni politici per incoraggiare azioni responsabili nello spazio extraatmosferico e l'uso pacifico dello stesso, compresa la proposta relativa a un codice di condotta interna­ zionale per le attività nello spazio extraatmosferico 1. Finalità del progetto 1. Attraverso l'organizzazione di attività di divulgazione, avviare un dialogo con i soggetti interessati per approfondire la consapevolezza, la conoscenza e la comprensione attuali degli sforzi intesi a proseguire gli impegni politici per incoraggiare azioni responsabili nello spazio extraatmosferico e l'uso pacifico dello stesso, compresa la proposta relativa a un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico, nel quadro della promozione di misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia nelle attività nello spazio extraatmosferico.

2. Risultati/indicatori di attuazione del progetto 1. Si sono svolte almeno tre attività di divulgazione a margine di conferenze internazionali che hanno portato a una migliore consapevolezza, conoscenza e comprensione, da parte dei soggetti interessati, delle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia, anche nel codice di condotta internazionale proposto, compresi i requisiti per la sua attuazione pratica.

2. Si sono svolti quattro seminari regionali e subregionali ai quali ha partecipato almeno una maggioranza di stati provenienti dalle regioni interessate.

3. Un clima più propizio alla realizzazione di progressi politici, come dimostrato dalla partecipazione alle riunioni multilaterali previste dal progetto 2, che si è rivelata superiore alla partecipazione alle consultazioni aperte sul codice di condotta (61 stati) sostenute ai sensi della decisione 2012/281/PESC.

3. Descrizione del progetto 1. Sono previsti fino a quattro seminari regionali o subregionali per discutere delle misure trasparenti e miranti a rafforzare la fiducia, in particolare del futuro codice di condotta e del suo effettivo funzionamento, ivi compresa la programmazione nazionale in ordine alla sua attuazione, in seguito alla quale sarà possibile procedere alla firma del codice di condotta. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/43

2. Organizzazione di un massimo di quattro attività di divulgazione su scala ridotta, organizzate a livello regionale e/o internazionale, ad esempio a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite o della Conferenza del disarmo, per promuovere e sostenere la fase successiva del processo.

3. I luoghi in cui si svolgeranno le attività saranno decisi dall'AR, ove possibile previa consultazione con gli Stati membri dell'UE, sulla base di proposte formulate dall'ente incaricato dell'attuazione del progetto.

b) Progetto 2 — Organizzazione di un massimo di tre riunioni multilaterali, con la partecipazione di tutti gli Stati interessati, per facilitare i negoziati sulla scorta del progetto di testo elaborato attraverso le consultazioni aperte relative a un codice di condotta internazionale, in vista della sua conclusione e adozione formale 1. Finalità del progetto 1. Riunire i rappresentanti degli stati interessati e di altre parti per i negoziati sulla proposta relativa a un codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico, in vista dell'azione del codice di condotta, attuando in tal modo le raccomandazioni contenute nella relazione del gruppo di esperti governativi dell'ONU.

2. Risultati/indicatori di attuazione del progetto 1. La realizzazione di un processo diplomatico che ha consentito i negoziati sulla proposta relativa al codice di condotta, compreso lo svolgimento di una conferenza di negoziato e di una conferenza per la firma.

2. Un ampio sostegno internazionale alla proposta relativa al codice di condotta che ne consenta l'adozione, da parte della comunità internazionale, entro la prima metà del 2016.

3. Descrizione del progetto 1. Organizzazione di un massimo di tre riunioni multilaterali aperte alle quali saranno invitati gli Stati membri e le organizzazioni pertinenti delle Nazioni Unite, ad esempio: a) fino a due conferenze di negoziato che consentiranno alla comunità internazionale di avviare un dialogo sul progetto di codice di condotta, così come elaborato nel processo di consultazioni aperte, in vista di ultimare il testo; b) una conferenza per la firma del codice di condotta. 2. I luoghi in cui si svolgeranno le attività saranno decisi dall'AR, ove possibile previa consultazione con gli Stati membri dell'UE, sulla base di proposte formulate dall'ente incaricato dell'attuazione del progetto.

3. Aspetti procedurali e coordinamento a) L'attuazione dei progetti sarà avviata da un comitato direttivo con l'obiettivo di determinare le procedure e le modalità di cooperazione. Il comitato direttivo esamina l'attuazione dei progetti periodicamente, almeno una volta ogni sei mesi, anche facendo ricorso a mezzi elettronici e teleconferenze. b) Il comitato direttivo sarà composto da rappresentanti dell'alto rappresentante, dell'UNODA, dell'UNIDIR e delle pertinenti istituzioni dell'ONU, se del caso. c) Sulla base di proposte formulate dall'UNODA e dall'UNIDIR, l'AR, ove possibile previa consultazione con gli Stati membri dell'UE, deciderà il luogo in cui si terranno i seminari e le riunioni relativi al presente progetto, nonché la loro composizione strutturale.

4. Relazioni e valutazione a) Gli enti incaricati dell'attuazione del progetto sottopongono all'AR un verbale di relazione finanziaria alla fine del primo anno del progetto, cercando di farla coincidere con i cicli di relazioni delle Nazioni Unite. b) Gli enti incaricati dell'attuazione del progetto sottoporranno all'AR una relazione finale a progetto ultimato. c) I rapporti sui progressi realizzati e sulla situazione, le pubblicazioni, i comunicati stampa e gli aggiornamenti degli enti incaricati dell'attuazione del progetto saranno comunicati all'AR e alla Commissione europea a mano a mano che verranno pubblicati.

5. Durata Il periodo stimato di attuazione per il presente progetto è di 24 mesi.

6. Beneficiari a) Gli Stati membri delle Nazioni Unite. b) Soggetti interessati non governativi, ivi incluse la società civile e l'industria. L 33/44 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

7. Rappresentanti di terzi a) Per promuovere l'appropriazione regionale del codice di condotta internazionale per le attività nello spazio extraatmosferico, la partecipazione di esperti esterni all'UE, inclusi quelli di pertinenti organizzazioni regionali e internazionali, può essere finanziata dalla presente decisione. b) Se del caso sarà finanziata anche la partecipazione di rappresentanti dell'UNODA, dell'UNIDIR e dell'UNOOSA alle attività connesse alla presente decisione.

8. Ente incaricato dell'attuazione del progetto a) L'attuazione tecnica della presente decisione sarà affidata all'UNODA per l'attuazione del sottoprogetto 3.2 (attività di divulgazione) del progetto 1, come pure del progetto 2, e all'UNIDIR per l'attuazione del sottoprogetto 3.1 (seminari regionali e subregionali) del progetto 1. b) L'UNODA e l'UNIDIR coopereranno, se del caso, con istituzioni quali l'UNOOSA, le organizzazioni internazionali e regionali, i gruppi di riflessione, le ONG e l'industria. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/45

DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2015/204 DELLA COMMISSIONE del 6 febbraio 2015 che modifica l'allegato II della decisione 2007/777/CE per quanto riguarda la voce relativa al Canada nell'elenco di paesi terzi o di parti di paesi terzi dai quali l'introduzione nell'Unione di prodotti a base di carne e stomaci, vesciche e intestini trattati è autorizzata, in relazione all'influenza aviaria ad alta patogenicità [notificata con il numero C(2015) 554]

(Testo rilevante ai fini del SEE)

LA COMMISSIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

vista la direttiva 2002/99/CE del Consiglio, del 16 dicembre 2002, che stabilisce norme di polizia sanitaria per la produzione, la trasformazione, la distribuzione e l'introduzione di prodotti di origine animale destinati al consumo umano (1), in particolare l'articolo 8, frase introduttiva, l'articolo 8, punto 1, primo comma, l'articolo 8, punto 4, e l'articolo 9, paragrafo 4, lettera c),

considerando quanto segue:

(1) La decisione 2007/777/CE della Commissione (2) fissa le norme sanitarie e di polizia sanitaria applicabili alle importazioni, al transito e al deposito, nell'Unione, di partite di prodotti a base di carne, stomaci, vesciche e intestini trattati («i prodotti»).

(2) L'allegato II, parte 1, della decisione 2007/777/CE descrive le zone dei paesi terzi per le quali l'introduzione nell'Unione dei prodotti è soggetta a restrizioni per motivi di polizia sanitaria e per le quali si applica la regiona­ lizzazione. La parte 2 di tale allegato contiene un elenco di paesi terzi o di parti di paesi terzi dai quali l'intro­ duzione nell'Unione dei prodotti è autorizzata a condizione che questi ultimi siano stati sottoposti al trattamento pertinente, come definito nella parte 4 di tale allegato.

(3) Il Canada figura nell'allegato II, parte 2, della decisione 2007/777/CE come autorizzato, tra l'altro, a introdurre nell'Unione prodotti ottenuti da pollame, selvaggina da penna di allevamento e volatili selvatici che siano stati sottoposti a un trattamento generico, secondo quanto stabilito nella parte 4 di tale allegato («trattamento A»), a condizione che le carni da cui i prodotti sono stati ottenuti soddisfino le condizioni di polizia sanitaria per le carni fresche, compresa l'origine da un paese terzo o da parti di esso che siano indenni dall'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), come previsto nel modello di certificato contenuto nell'allegato III della decisione 2007/777/CE.

(4) Un accordo tra l'Unione e il Canada (3) prevede un rapido riconoscimento reciproco delle misure di regionaliz­ zazione in caso di comparsa di focolai di malattie nell'Unione o in Canada («l'accordo»).

(5) Focolai di HPAI del sottotipo H5N2 sono stati confermati in aziende avicole nella provincia della Columbia Britannica, in Canada.

(6) Data l'attuale situazione epidemiologica relativa all'HPAI in Canada, il trattamento A è insufficiente per eliminare i rischi per la sanità animale connessi all'introduzione nell'Unione di prodotti ottenuti da pollame, ratiti di allevamento e volatili selvatici. Tali prodotti dovrebbero essere sottoposti almeno al «trattamento D», come definito nell'allegato II, parte 4, della decisione 2007/777/CE («trattamento D»), al fine di prevenire l'introduzione nell'Unione del virus HPAI.

(7) Il Canada ha presentato informazioni in merito alla situazione epidemiologica sul suo territorio e alle misure adottate per prevenire l'ulteriore diffusione dell'HPAI, che sono state valutate dalla Commissione. Sulla scorta di tale valutazione nonché degli impegni stabiliti nell'accordo e delle garanzie fornite dal Canada è opportuno concludere che prescrivere il trattamento D dovrebbe essere sufficiente per coprire i rischi connessi

(1) GU L 18 del 23.1.2003, pag. 11. (2) Decisione 2007/777/CE della Commissione, del 29 novembre 2007, che definisce le condizioni sanitarie e di polizia sanitaria nonché i modelli dei certificati per le importazioni da paesi terzi di prodotti a base di carne e stomaci, vesciche e intestini trattati destinati al consumo umano e abroga la decisione 2005/432/CE (GU L 312 del 30.11.2007, pag. 49). (3) Accordo tra la Comunità europea e il governo del Canada in merito a misure sanitarie per la tutela della sanità pubblica e della salute animale applicabili agli scambi di animali vivi e di prodotti di origine animale, approvato a nome della Comunità dalla decisione 1999/201/CE del Consiglio (GU L 71 del 18.3.1999, pag. 3). L 33/46 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

all'introduzione nell'Unione dei prodotti ottenuti da carni di pollame, ratiti d'allevamento e volatili selvatici in provenienza dalla zona in questione, sottoposta a restrizioni dalle autorità veterinarie del Canada a causa degli attuali focolai di HPAI. È pertanto opportuno modificare l'allegato II, parti 2 e 4, della decisione 2007/777/CE. (8) La decisione 2007/777/CE dovrebbe quindi essere modificata di conseguenza. (9) Le misure di cui alla presente decisione sono conformi al parere del comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1 L'allegato II della decisione 2007/777/CE è modificato conformemente all'allegato della presente decisione.

Articolo 2 Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione.

Fatto a Bruxelles, il 6 febbraio 2015

Per la Commissione Vytenis ANDRIUKAITIS Membro della Commissione 10.2.2015 ALLEGATO

L'allegato II della decisione 2007/777/CE è così modificato: (1) Nella parte 1, la seguente voce relativa al Canada è inserita tra la voce relativa al Brasile e la voce relativa alla Cina:

«Canada CA 01/2014 Intero paese IT

CA-1 01/2014 L'intero paese del Canada, esclusa la zona CA-2

CA-2 01/2014 Zona del Canada descritta come “zona di controllo primario” situata nell'ambito dei seguenti confini: — a ovest, l'oceano Pacifico — a sud, il confine con gli Stati Uniti d'America — a nord, l'autostrada 16

— a est, il confine tra le province della Columbia britannica e di Alberta» Gazzetta

(2) Nella parte 2, la voce relativa al Canada è sostituita dalla seguente: ufficiale «CA Canada CA A A A A XXX XXX A A A XXX A XXX A

Canada CA-1 A A A A A A A A A XXX A A A dell'U

Canada CA-2 A A A A D D A A A XXX A D A» nione europea L 33/47 L 33/48 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2015/205 DELLA COMMISSIONE del 6 febbraio 2015 che modifica la decisione 2006/415/CE per quanto riguarda le misure di protezione relative a un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1 nel pollame in Bulgaria [modificata con il numero C(2015) 699]

(Testo rilevante ai fini del SEE)

LA COMMISSIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

vista la direttiva 89/662/CEE del Consiglio, dell'11 dicembre 1989, relativa ai controlli veterinari applicabili negli scambi intracomunitari, nella prospettiva della realizzazione del mercato interno (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 4,

vista la direttiva 90/425/CE del Consiglio, del 26 giugno 1990, relativa ai controlli veterinari e zootecnici applicabili negli scambi intracomunitari di taluni animali vivi e prodotti di origine animale, nella prospettiva della realizzazione del mercato interno (2), in particolare l'articolo 10, paragrafo 4,

vista la direttiva 2005/94/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2005, relativa a misure comunitarie di lotta contro l'influenza aviaria e che abroga la direttiva 92/40/CEE (3), in particolare l'articolo 63, paragrafo 3,

visto il regolamento (UE) n. 576/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 giugno 2013, sui movimenti a carattere non commerciale di animali da compagnia e che abroga il regolamento (CE) n. 998/2003 (4), in particolare l'articolo 36, paragrafo 1,

considerando quanto segue:

(1) La decisione 2006/415/CE della Commissione (5) stabilisce alcune misure di protezione da applicare al fine di prevenire la diffusione dell'influenza aviaria ad alta patogenicità, compresa l'istituzione di aree A e B non appena sia sospettata o confermata la presenza di un focolaio di tale malattia. Tali aree sono elencate nella tabella riportata nell'allegato di detta decisione.

(2) A seguito della comparsa di un focolaio confermato di influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1 in Bulgaria, questo Stato membro ha adottato misure di protezione a norma della decisione 2006/415/CE e ha istituito aree A e B conformemente all'articolo 4 di detta decisione.

(3) La Commissione ha esaminato tali misure in collaborazione con la Bulgaria e ritiene che i limiti della aree A e B fissati dall'autorità competente di questo Stato membro si trovino a una distanza sufficiente dal luogo effettivo del focolaio. È quindi possibile confermare le aree A e B in Bulgaria e stabilire la durata di tale regionalizzazione.

(4) Le aree A e B in Bulgaria dovrebbero essere elencate nell'allegato della decisione 2006/415/CE.

(5) È pertanto opportuno modificare di conseguenza l'allegato della decisione 2006/415/CE.

(6) Le misure di cui alla presente decisione sono conformi al parere del comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi,

(1) GU L 395 del 30.12.1989, pag. 13. (2) GU L 224 del 18.8.1990, pag. 29. (3) GU L 10 del 14.1.2006, pag. 16. (4) GU L 178 del 28.6.2013, pag. 1. (5) Decisione 2006/415/CE della Commissione, del 14 giugno 2006, che reca alcune misure di protezione dall'influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1 nel pollame nella Comunità e abroga la decisione 2006/135/CE (GU L 164 del 16.6.2006, pag. 51). 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/49

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1 L'allegato della decisione 2006/415/CE è sostituito dall'allegato della presente decisione.

Articolo 2 Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione.

Fatto a Bruxelles, il 6 febbraio 2015

Per la Commissione Vytenis ANDRIUKAITIS Membro della Commissione L 33/50 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

ALLEGATO

«ALLEGATO

PARTE A

Area A istituita a norma dell'articolo 4, paragrafo 2:

Area A Termine ultimo di applicazione delle Codice ISO misure di cui all'articolo 5 a norma Stato membro Codice del paese dell'articolo 4, paragrafo 4, lettera b), (ove disponi­ Nome punto iii) bile)

BG Bulgaria Area comprendente: 5 marzo 2015

Zona di protezione:

52279 Konstantinovo

Zona di sorveglianza:

07079 Della città di Burgas, le parti: — Meden Rudnik — Gorno Ezerovo — Varli Bryag

21141 Dimchevo

80916 Cherni Vrah

57337 Polski Izvor

43623 Livada

23604

20273 Debelt

58400 Prisad

PARTE B

Area B istituita a norma dell'articolo 4, paragrafo 2:

Area B Termine ultimo di applicazione delle Codice ISO misure di cui all'articolo 5 a norma Stato membro Codice del paese dell'articolo 4, paragrafo 4, lettera b), (ove disponi­ Nome bile) punto iii)

BG Bulgaria Area comprendente: 5 marzo 2015»

BGS04 Comune di Burgas

BGS08 Comune di Kameno

BGS21 Comune di Sozopol 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/51

Area B Termine ultimo di applicazione delle Codice ISO misure di cui all'articolo 5 a norma Stato membro Codice del paese (ove disponi­ Nome dell'articolo 4, paragrafo 4, lettera b), bile) punto iii) Del comune di : 63055 — Rosenovo 17974 — Sredec 24712 — Djulevo 70322 — Suhodol, 30168 — Zagortsi 65560 — Svetlina 03455 — 59015 — Panchevo Del comune di Pomorie: 57491 — Pomorie 35691 — Kamenar 00271 — Aheloi 35033 — Kableshkovo 44425 — Laka L 33/52 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2015/206 DELLA COMMISSIONE del 9 febbraio 2015 relativa all'approvazione del sistema Daimler AG di illuminazione esterna efficace mediante l'uso di diodi a emissione di luce (LED) come tecnologia innovativa per la riduzione delle emissioni

di CO2 delle autovetture a norma del regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio

(Testo rilevante ai fini del SEE)

LA COMMISSIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto il regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove nell'ambito dell'approccio comunitario integrato 1 finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli leggeri ( ), in particolare l'articolo 12, paragrafo 4,

considerando quanto segue:

(1) Il fabbricante Daimler AG (il «richiedente») ha presentato il 14 novembre 2013 una richiesta di approvazione di un sistema di illuminazione esterna efficace mediante l'uso di diodi a emissione di luce (LED) come pacchetto di tecnologia innovativa. La completezza della domanda è stata valutata conformemente all'articolo 4 del regolamento di esecuzione (UE) n. 725/2011 della Commissione (2). La Commissione ha individuato l'assenza di alcune informazioni rilevanti nella domanda originale e ha chiesto al richiedente di completarla. Il 14 maggio 2014 il richiedente ha fornito le informazioni mancanti. La domanda è stata ritenuta completa e il suo periodo di valutazione da parte della Commissione è iniziato il giorno successivo alla data ufficiale di ricevimento delle informazioni complete, ovvero il 15 maggio 2014.

(2) La domanda è stata valutata conformemente all'articolo 12 del regolamento (CE) n. 443/2009, al regolamento di esecuzione (UE) n. 725/2011 e alle linee guida per la preparazione di richieste di approvazione di tecnologie innovative ai sensi del regolamento (CE) n. 443/2009 (linee guida tecniche) (3).

(3) La domanda fa riferimento a un sistema di illuminazione esterna efficace mediante l'uso di diodi a emissione di luce (LED) per i proiettori anabbaglianti e abbaglianti, le luci di posizione anteriori e le luci di illuminazione della targa. Questo pacchetto tecnologico è simile alle tecnologie innovative approvate come innovazione ecocompa­ tibile con le decisioni di esecuzione della Commissione 2013/128/UE (4) e 2014/128/UE (5). Va anche rilevato che la richiesta di Daimler AG si basa sull'approccio semplificato descritto nelle linee guida tecniche, come la domanda già approvata con decisione di esecuzione 2014/128/UE, mentre la domanda precedentemente approvata con decisione di esecuzione 2013/128/UE si basava sull'approccio globale.

(4) La Commissione ritiene che le informazioni fornite nella domanda dimostrano che sono stati soddisfatti i criteri e le condizioni di cui all'articolo 12 del regolamento (CE) n. 443/2009 e agli articoli 2 e 4 del regolamento di esecuzione (UE) n. 725/2011.

(5) Il richiedente ha dimostrato che la percentuale di autovetture nuove immatricolate nell'anno di riferimento 2009 che utilizzavano i LED per i proiettori anabbaglianti, i proiettori abbaglianti, le luci di posizione anteriori e le luci di illuminazione della targa era inferiore al 3 %. A tal fine il richiedente fa riferimento alle linee guida tecniche, che contengono la sintesi della relazione concernente l'iniziativa «Light Sight Safety» del CLEPA. Il richiedente ha utilizzato funzioni predefinite e dati medi, in linea con l'approccio semplificato specificato nelle linee guida tecniche.

(1) GU L 140 del 5.6.2009, pag. 1. (2) Regolamento di esecuzione (UE) n. 725/2011 della Commissione, del 25 luglio 2011, che stabilisce una procedura di approvazione e

certificazione di tecnologie innovative per la riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture a norma del regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 194 del 26.7.2011, pag. 19). (3) http://ec.europa.eu/clima/policies/transport/vehicles/cars/docs/guidelines_en.pdf (4) Decisione di esecuzione (UE) 2013/128/UE della Commissione, del 13 marzo 2013, relativa all'approvazione dell'uso di diodi emettitori

di luce destinati ad alcune funzioni di illuminazione per veicoli di categoria M1 come tecnologia innovativa per la riduzione delle emissioni di CO2 prodotte da autovetture a norma del regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 70 del 14.3.2013, pag. 7). (5) Decisione di esecuzione della Commissione 2014/128/UE, del 10 marzo 2014, relativa all'approvazione del modulo a diodi emettitori di

luce (LED) per anabbaglianti «E-Light» come tecnologia innovativa per la riduzione delle emissioni di CO2 prodotte da autovetture a norma del regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 70 dell'11.3.2014, pag. 30). 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/53

(6) In conformità all'approccio semplificato descritto nelle linee guida tecniche, il richiedente ha utilizzato di dispositivi di illuminazione alogeni come tecnologia riferimento per dimostrare la capacità di riduzione delle

emissioni di CO2 del sistema di illuminazione esterna efficace mediante l'uso di diodi a emissione di luce nei proiettori anabbaglianti e abbaglianti, nelle luci di posizione anteriori e nelle luci di illuminazione della targa.

(7) Il richiedente ha fornito un metodo di prova per accertare la riduzione di CO2 comprendente formule conformi a quelle indicate nelle linee guida tecniche per un approccio semplificato alle funzioni di illuminazione. Considerando che il richiedente ha presentato una domanda relativa a un sistema di illuminazione esterna efficace mediante l'uso di diodi a emissione di luce (LED) come pacchetto di tecnologia innovativa, la Commissione

ritiene appropriato modificare le formule per il calcolo della riduzione di emissioni di CO2 al fine di tenere conto della riduzione totale delle emissioni di CO2 del pacchetto illuminazione. Di conseguenza, la metodologia specificata nell'allegato della decisione differisce per alcuni elementi essenziali da quella approvata con la decisione di esecuzione 2014/128/UE. La Commissione ritiene che il metodo di prova fornisca risultati verificabili, ripetibili e confrontabili, accertando in maniera realistica, e sulla base di validi dati statistici, la

riduzione delle emissioni di CO2 per effetto della tecnologia innovativa, come previsto dall'articolo 6 del regolamento di esecuzione (UE) n. 725/2011.

(8) Alla luce di quanto esposto la Commissione ritiene che il richiedente abbia dimostrato in modo soddisfacente che

la riduzione delle emissioni ottenuta con la tecnologia innovativa è almeno pari a 1 g di CO2/km.

(9) Dato che l'attivazione dei dispositivi di illuminazione esterna non è richiesta per la prova di omologazione sulle 1 emissioni di CO2 di cui al regolamento (CE) n. 715/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio ( ) e al regolamento (CE) n. 692/2008 della Commissione (2), la Commissione reputa che le funzioni di illuminazione in questione non siano coperte dal normale ciclo di prova.

(10) L'attivazione delle funzioni di illuminazione in esame è obbligatoria al fine di garantire il funzionamento sicuro dei veicoli e di conseguenza non dipende da una scelta operata dal conducente. Alla luce di quanto precede, la

Commissione ritiene che il fabbricante sia responsabile per la riduzione delle emissioni di CO2 dovute all'uso dei LED.

(11) La Commissione ha accertato che la relazione di verifica è stata preparata dalla TÜV NORD Mobilität GmbH & Co. KG, organismo indipendente e certificato, e che essa corrobora le conclusioni riportate nella domanda.

(12) Alla luce di quanto precede, la Commissione non ritiene opportuno sollevare obiezioni per quanto concerne l'approvazione della tecnologia in questione.

(13) Qualsiasi produttore che intenda beneficiare di una riduzione delle sue emissioni specifiche medie di CO2 al fine di soddisfare l'obiettivo per le emissioni specifiche attraverso un risparmio di CO2 derivante dall'uso della tecnologia innovativa approvata dalla presente decisione deve, a norma dell'articolo 11, paragrafo 1, del regolamento di esecuzione (UE) n. 725/2011, fare riferimento alla presente decisione nella sua domanda di scheda di omologazione CE per i veicoli interessati.

(14) Al fine di determinare il codice generale di innovazione ecocompatibile da utilizzare nei pertinenti documenti di omologazione di cui agli allegati I, VIII e IX della direttiva 2007/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (3), è necessario specificare il codice individuale da utilizzare per la tecnologia innovativa approvata con la presente decisione.

(15) I termini per la valutazione della tecnologia innovativa di cui all'articolo 10, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 725/2011 sono prossimi alla scadenza. È pertanto opportuno che la decisione di esecuzione entri in vigore quanto prima,

(1) Regolamento (CE) n. 715/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2007, relativo all'omologazione dei veicoli a motore riguardo alle emissioni dai veicoli passeggeri e commerciali leggeri (Euro 5 ed Euro 6) e all'ottenimento di informazioni sulla riparazione e la manutenzione del veicolo (GU L 171 del 29.6.2007, pag. 1). (2) Regolamento (CE) n. 692/2008 della Commissione, del 18 luglio 2008, recante attuazione e modifica del regolamento (CE) n. 715/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'omologazione dei veicoli a motore riguardo alle emissioni dai veicoli passeggeri e commerciali leggeri (EUR 5 ed EUR 6) e all'ottenimento di informazioni per la riparazione e la manutenzione del veicolo (GU L 199 del 28.7.2008, pag. 1). (3) Direttiva 2007/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 settembre 2007, che istituisce un quadro per l'omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli (direttiva quadro) (GU L 263 del 9.10.2007, pag. 1). L 33/54 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

1. Il sistema di illuminazione esterna efficace mediante l'uso di diodi a emissione di luce (LED), destinato ad essere

utilizzato nei veicoli di categoria M1, è approvato come tecnologia innovativa ai sensi dell'articolo 12 del regolamento (CE) n. 443/2009.

2. La riduzione delle emissioni di CO2 realizzata grazie al sistema di illuminazione esterna efficace mediante l'uso di diodi a emissione di luce (LED), di cui al paragrafo 1, è determinata applicando il metodo descritto nell'allegato.

3. Il codice individuale di ecoinnovazione da inserire nella documentazione di omologazione da utilizzare per la tecnologia innovativa approvata con la presente decisione è «10».

Articolo 2

La presente decisione entra in vigore il settimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Fatto a Bruxelles, il 9 febbraio 2015

Per la Commissione Il presidente Jean-Claude JUNCKER 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/55

ALLEGATO

1. Metodo di prova — Introduzione

Al fine di determinare le riduzioni delle emissioni di CO2 conseguibili con una illuminazione esterna efficace mediante l'uso di diodi a emissione di luce (LED) in un veicolo di categoria M1 è necessario stabilire quanto segue: a) le condizioni di prova; b) la procedura di prova;

c) le formule per calcolare la riduzione delle emissioni di CO2; d) le formule per calcolare la deviazione standard;

e) la determinazione della riduzione delle emissioni di CO2 ai fini della certificazione da parte delle autorità di omologazione.

2. Condizioni di prova Si applicano le disposizioni del regolamento UN/ECE n. 112 (1) recante disposizioni uniformi concernenti l'omolo­ gazione dei proiettori per autoveicoli che emettono un fascio anabbagliante asimmetrico o un fascio abbagliante o entrambi, muniti di lampade ad incandescenza e/o moduli LED. Per determinare il consumo di energia, occorre fare riferimento al punto 6.1.4. del regolamento n. 112, e ai punti 3.2.1 e 3.2.2 dell'allegato 10 del regolamento n. 112.

3. Procedura di prova Le misurazioni devono essere effettuate come illustrato nella figura 1. Devono essere utilizzate le apparecchiature seguenti: — due multimetri digitali, uno per misurare la corrente continua, l'altro per misurare la tensione di corrente continua, — un'unità di alimentazione.

Figura 1 Impianto di prova

In totale devono essere eseguite cinque misurazioni della corrente a una tensione di 12,8 V per i proiettori anabba­ glianti e abbaglianti e le luci di posizione anteriori e di 10,7 V per le luci di illuminazione della targa.

La tensione installata esatta e la corrente misurata devono essere registrate al quarto decimale.

4. Formule

Per determinare la riduzione delle emissioni di CO2 e stabilire se il valore soglia di 1 g CO2/km è raggiunto occorre procedere secondo le fasi indicate in appresso:

Fase 1: calcolo del risparmio energetico;

Fase 2: calcolo della riduzione di CO2;

(1) E/ECE/324/Rev.2/Add.111/Rev.3 — E/ECE/TRANS/505/Rev.2/Add.111/Rev.3, 9 gennaio 2013. L 33/56 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

Fase 3: calcolo dell'errore relativo alla riduzione di CO2; Fase 4: Verifica del valore soglia.

4.1. Calcolo del risparmio energetico

Per ciascuna delle 5 misurazioni l'energia consumata si calcola moltiplicando la tensione installata per l'intensità della corrente misurata. Quando vengono utilizzati un motore passo-passo o una centralina elettronica per l'alimen­ tazione dei proiettori LED, il carico elettrico di questa parte costitutiva deve essere escluso dalla misurazione. Ne risulteranno 5 valori. Ogni valore deve essere espresso al quarto decimale. Successivamente occorre calcolare il valore medio dell'energia consumata, che equivale alla somma dei 5 valori summenzionati diviso 5.

I risparmi di energia che ne derivano sono calcolati con la seguente formula:

Formula (1)

ΔP = Pbaseline – Peco-innovation

dove:

ΔP: risparmio energetico in W;

Pbaseline: consumo elettrico della tecnologia di riferimento;

Peco-innovation: valore medio del consumo energetico dell'ecoinnovazione in W.

Tabella 1

Requisiti del consumo di corrente per differenti tecnologie di illuminazione di riferimento

Potenza elettrica totale Tipo di illuminazione [W]

Proiettori anabbaglianti 137

Proiettori abbaglianti 150

Luci di posizione anteriori 12

Luci di illuminazione della targa 12

4.2. Calcolo della riduzione di CO2

La riduzione totale di CO2 del pacchetto illuminazione deve essere calcolata applicando le formule (2) e (3).

Per un veicolo a benzina:

Formula (2):

Xm ¼ ð � Þ � = � = CCO2 ΔPj UFj VPe − P ηA CFP v j¼1

Per un veicolo diesel:

Formula (3):

Xm ¼ ð � Þ � = � = CCO2 ΔPj UFj VPe − D ηA CFD v j¼1

Tali formule rappresentano la riduzione totale di CO2 del pacchetto illuminazione in g CO2/km. 10.2.2015 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 33/57

I dati per le formule (2) e (3) sono i seguenti:

ΔPj: energia elettrica risparmiata in W del tipo di illuminazione j, risultato della fase 1

UFj: tasso di utilizzazione del tipo di illuminazione j, specificato nella tabella 2

m: numero di tipi di luci nel pacchetto della tecnologia innovativa

v: velocità media di guida del NEDC (Nuovo ciclo di guida europeo), pari a 33,58 km/h

VPe – P: consumo di energia effettiva per i veicoli a benzina, pari a 0,264 l/kWh

VPe – D: consumo di energia effettiva per veicoli diesel, pari a 0,22 l/kWh

ηA: efficienza dell'alternatore, pari a 0,67

CFP: fattore di conversione per la benzina, pari a 2 330 g CO2/l

CFD: fattore di conversione per il diesel, pari a 2 640 g CO2/l

Tabella 2

Tasso di utilizzazione per differenti tipi di illuminazione

Tipo di illuminazione Tasso di utilizzazione (TU)

Proiettori anabbaglianti 0,33

Proiettori abbaglianti 0,03

Luci di posizione anteriori 0,36

Luci di illuminazione della targa 0,36

4.3. Calcolo dell'errore statistico relativo alla riduzione di CO2

L'errore statistico nella riduzione delle emissioni di CO2 è determinato in due fasi. Nella prima fase il valore dell'errore per la potenza è determinato come una deviazione standard equivalente a un intervallo di confidenza del 68 %.

A tal fine occorre utilizzare la formula (4).

Formula (4):

sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiP ffi n ðx − xÞ2 σ ¼ i¼1 i x nðn − 1Þ

dove:

σ x: deviazione standard della media aritmetica [W]

xi: valore di misurazione [W]

x: media aritmetica [W]

n: numero di misurazioni, pari a 5

L'errore nella riduzione delle emissioni di CO2 per i veicoli alimentati a benzina e diesel è successivamente determinato mediante la legge della propagazione degli errori, che è espressa nella formula (5). L 33/58 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 10.2.2015

Formula (5):

dove:

ΔCCO2 : errore totale medio della riduzione delle emissioni di CO2 [gCO2/km]

: sensibilità della riduzione calcolata delle emissioni di CO2 rispetto al tipo di luce

σPj: errore del tipo di luce [W]

m: numero di tipi di luci nel pacchetto della tecnologia innovativa

La sostituzione della formula (2) nella formula (5) risulta nella formula (6) per il calcolo dell'errore nella riduzione

delle emissioni di CO2 nei veicoli a benzina.

Formula (6): vffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi u uXm ¼ = � t ð � Þ2 ΔCCO2 0,0273 gCO2 kmW UFj σPj j¼1

La sostituzione della formula (3) nella formula (5) risulta nella formula (7) per il calcolo dell'errore nella riduzione

delle emissioni di CO2 nei veicoli diesel.

Formula (7): vffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi u uXm ¼ = � t ð � Þ2 ΔCCO2 0,0258 gCO2 kmW UFj σPj j¼1

4.4. Verifica del valore soglia

Al fine di dimostrare che la soglia di 1,0 g CO2/km è superata in modo statisticamente rilevante di deve utilizzare la formula (8) riportata di seguito.

Formula (8):

¼ = � MT 1,0 gCO2 km CCO2 − ΔCCO2

dove:

MT: soglia minima [gCO2/km]

CCO2: riduzione totale delle emissioni di CO2 [g CO2/km], che deve essere espressa al quarto decimale

ΔCCO2 : errore totale medio delle emissioni di CO2 [g CO2/km], che deve essere espresso al quarto decimale

Quando la riduzione totale delle emissioni di CO2 del pacchetto della tecnologia innovativa, che risulta dall'appli­ cazione della formula (8), è al di sotto della soglia specificata nell'articolo 9, paragrafo 1, del regolamento di esecuzione (UE) n. 725/2011, si applica l'articolo 11, paragrafo 2, secondo comma di tale regolamento. Avviso ai lettori — L 32

La GU L 32 non sarà pubblicata.

ISSN 1977-0707 (edizione elettronica) ISSN 1725-258X (edizione cartacea)

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