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LVLZ MEDIA COMPANY PRESENTA: ANNO I NUMERO 19 20-26 MAGGIO 2017 Direttore Responsabile: Laura Primiceri Direttore Editoriale: Francesco Stati Caporedattore: Francesco Spagnol Responsabile Tecnico: Jacopo Nisticò, Valerio Bastianelli Hanno inoltre collaborato a questo numero: Claudio Agave, Luigi Buono, Claudia Delicato, Arnaldo Figoni, Nicolas Foresti, Bianca Giacalone, Iacopo Longarini, Carlo Paganessi, Stefano Urso, Lorenzo Vagnoni Revisione a cura di Francesco Spagnol La copertina è di Fabio Morra. L’intestazione grafica è di Jacopo Castelletti. theWise è una testata giornalistica che, attraverso un’indagine condotta sui fatti in senso stretto, si propone di trattare Anno I, Numero 19 - 20-26 Maggio 2017 argomenti di interesse generale con precisione e professionalità, fornendo una chiave interpretativa semplice, chiara e In questo qualificata. numero: Bianca Giacalone 5 theWise racconta: “Indivia” Carlo Paganessi Polonia: tra lotta per la sopravvivenza e volontà di 8 grandezza Claudia Delicato 11 A Cuba c’è sempre meno gelato Iacopo Longarini 14 Bomba atomica: come e perché funziona Luigi Buono Do It Yourself: la produzione musicale dalla 16 cameretta al palco Stefano Urso theWise incontra: Alessandro Santini. Mens strana 21 in strano regista Nicolas Foresti 24 Quando i videogiochi incontrano le istituzioni Claudio Agave 28 WWE 2K17: bello ma non ci vivrei Arnaldo Figoni 30 Inter, Pioli esonerato: chi sarà il nuovo allenatore? Lorenzo Vagnoni 33 Russel Westbrook: One Man Show 3 Prendete una qualsiasi giornata durante la stagione secca in Havana: una giornata calda, afosa. Per le vie della capitale cubana, il caldo tropicale si mischia con il forte odore di benzina proveniente da quelle macchine da drive-in tanto fotografate quanto odiate dai turisti, troppo ben abituati a scarichi Euro5. Una giornata perfetta per un gelato – come lo è ogni giorno, a parere di chi scrive – e, se siete a Cuba, è obbligatoria una visita alla catena Coppelia, gelateria istituita da Fidel negli anni Sessanta con l’intento di educare il popolo cubano alle dolcezze casearie. Si possono trovare gusti per noi esotici ma per i locali del tutto ordinari, come dulce de leche, guava, maracuja; ma al contempo, è purtroppo raro poter incontrare più di tre o quattro gusti alla volta, e viene difficile pensare che una delle cause dipenda da «quello che c’è di stagione» – come si sente dire dai locali in fila fuori dalla gelateria. “A Cuba c’è sempre meno gelato” di Claudia Delicato prosegue a pagina 11. 4 Photo Credits © Metropol Bianca Giacalone theWise racconta: Indivia La signora Collins si era svegliata presto, quella mattina. attimo: tra i labirinti di frutta c’era una signora che la stava Aveva atteso che suo marito andasse a lavoro e si era osservando. alzata per andare giù in cucina. Aveva preparato una tazza grande di tè con latte, l’aveva presa con entrambe le mani «Salve» le disse la sconosciuta. Aveva lo sguardo un po’ e se l’era portata alla bocca. smarrito e strizzava gli occhi per vedere meglio. «Salve» rispose la signora Collins, prima di tornare alle sue rape. La bevanda era ancora troppo calda, così la signora Collins ‘Probabilmente si è sbagliata’ pensò. Era assolutamente si alzò dalla sedia per andare a prendere dell’altro latte convinta di non conoscere affatto quella donna. dal frigorifero. Con rammarico si accorse che il frigo era pieno solo per metà, e decise di andare a fare la spesa. Si Dopo alcuni minuti si accorse che la signora si era vestì con cura e uscì, dimenticando la sua tazza sul tavolo. avvicinata, e trasalì quando questa le rivolse di nuovo la parola: «Come sta?» New York era grigia e fredda, troppo trafficata e frenetica per i suoi ritmi. La signora Collins prese un taxi e si fece «Molto bene, grazie» rispose la signora Collins guardandola portare al Fairway. Mentre era in macchina chiuse gli occhi, meglio. «E lei come sta?» dimentica per un attimo della città, e si rilassò pensando che presto avrebbe visto e toccato tutta quella frutta e Era una signora distinta, anziana e stanca come lei. Aveva verdura colorata. Avrebbe messo la mano nei sacchi di un grosso neo vicino al naso, un particolare che le rendeva legumi e si sarebbe dimenticata del mondo. il viso facilmente riconoscibile. Ma la signora Collins proprio non si ricordava di lei. Scese dal taxi e pagò senza aspettare il resto. Le porte automatiche si spalancarono: era il posto preferito della «Molto bene» rispose quella, sorridendole un po’ incerta. signora Collins, un vero e proprio paradiso per lei. I La signora Collins ricambiò il sorriso e prese delle mele profumi e i sapori si mescolavano come in una danza e lei rosse dal bancone, fingendosi indaffarata. era beata. Si fiondò verso l’indivia, la prese delicatamente e la avvicinò al suo viso per vederne meglio i difetti. L’altra però era in vena di parlare: «Che tempaccio oggi, che ne dice?» Aveva settant’anni suonati e la memoria si andava indebolendo, ma se c’era una cosa che sapeva veramente «Si, proprio una brutta giornata» rispose la signora Collins, fare – ancora a distanza di anni – quella era conoscere distratta e anche un po’ infastidita da questo dialogo i frutti della sacra terra. ‘È pur sempre un lavoro anche inatteso. Avrebbe voluto godersi in silenzio quella sua questo’ pensava la signora Collins. Mentre era intenta a dose mattutina di felicità, come aveva sempre fatto. soppesare le rape con la mano, guardò davanti a sé per un 5 Photo Credits © The World Examining Works Photo Credits © The World La donna non si accorse che la sua interlocutrice non era Allora la signora Collins capì che nemmeno la donna che in vena di parlare e continuò: «Come sta suo marito?» aveva davanti aveva la più pallida idea di chi fosse lei. «Io non ho mai avuto figli» rispose seccata. Ma chi era quella «Bene» replicò la signora Collins. «Matt è al lavoro donna? E perché la importunava così facendo finta di stamattina, doveva sbrigare delle pratiche importanti». conoscerla? Rimuginando affondava le dita in quei sacchi di legumi, nervosamente. Ci furono una manciata di secondi di silenzio, mentre le due donne si squadravano. La signora Collins non sapeva «Oh…» rispose quella. Sembrava davvero dispiaciuta. se chiederle di suo marito, di rimando. Forse non era sposata, o forse non aveva più il marito: non le andava di La signora Collins finalmente si decise: «Scusi, ma lei chi fare una figuraccia. Soprattutto perché la donna sembrava è?» conoscerla. Ma dove si erano mai viste? Alla fine decise di chiederlo lo stesso, per cortesia almeno. Magari i loro L’altra si portò le dita alla bocca e fece per parlare, ma mariti erano colleghi, magari loro due si erano conosciute si fermò subito. Dopo qualche secondo disse: «Quando a una di quelle cene di lavoro. ci siamo viste, prima… sono la signora Sanders, Sara Sanders. E lei è la signora… Miller?» «E mi dica, signora, suo marito come sta invece?» La signora Collins adesso era veramente scocciata e aveva «Mio marito non c’è più» rispose l’altra, un po’ stupita. ormai abbandonato completamente l’idea di continuare «Dio se l’è portato in cielo trent’anni fa, che l’abbia in la sua spesa. «No, sono la signora Collins. Non ricordo gloria!» nessuna Sanders. Siamo state per caso compagne di scuola?» La signora Collins si maledisse e tacque imbarazzata, abbassando la testa su quei succosi kaki di stagione. L’altra Adesso la signora Sanders aveva preso un ciuffo di sedano si accorse dell’imbarazzo e, con apparente disinvoltura, e lo agitava confusa davanti alla signora Collins. «Mi scusi, proseguì. mi scusi signora Collins! Poco fa l’ho vista tra gli scaffali, ci siamo guardate e per un attimo ho creduto di riconoscerla. «E mi dica, come stanno i suoi figli?» chiese, e le sorrise di Non saprei proprio dove ci siamo incontrate». nuovo con fare rassicurante. La signora Collins si mise a pensare, ma per quanto si 6 sforzasse non riusciva a riconoscere d’agosto, i vestiti colorati e succinti, la signora con quei grandi nei in la musica più bella che fosse mai faccia. «Per caso ha frequentato esistita, l’ebbrezza, l’odore il City College?» chiese alla dell’erba. E lei che si signora Sanders. scatenava e non pensava a niente. Non pensava a «No» rispose lei. niente, proprio come «Ho frequentato la quando andava al Juilliard, ero una supermercato a ballerina» aggiunse, scegliere le verdure, e portò il sedano a sentire l’indivia in alto facendo un tra le mani, l’indivia inchino elegante. che le ricordava la testa riccia di La signora Collins quel ragazzo con fece un sorriso cui stava, dei suoi divertito. vent’anni. «Da ragazza mi La signora Sanders, facevo chiamare Maiko, approfittando della danzatrice. Tutti mi distrazione della signora conoscevano così, pochi Collins, girò il suo carrello e conoscevano il mio vero nome». fece per andarsene, ma prima le rispose: «Mi scusi, dobbiamo esserci Photo Credits © LIFE Magazine La signora Collins fece un ultimo sbagliate. Io non ho mai avuto un figlio». grande sforzo. Le passò per la mente un ricordo velocissimo, un’immagine, e lei l’acchiappò, prima che si Poi se ne andò via, lasciandola signora Collins sola perdesse nei meandri delle sue dimenticanze. con i suoi ricordi e con la sua indivia, che stava ancora accarezzando tra le sue mani. La signora Collins non ‘Maiko… Maiko…’ pensava, toccando piano le arance. comprese il motivo di quel gesto tanto improvviso: era Ed eccolo lì, il ricordo. «Woodstock?» domandò in un assolutamente convinta di non essersi sbagliata. Rimase sussurro la signora Collins. per un po’ interdetta, immobile nella sua postazione. Si ricordava tutto perfettamente.