Il Piano Programma Per Palermo E I Prg Per Urbino the Piano Programma for Palermo and the Prg for Urbino
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AGATHÓN 01 | 2017 - International Journal of Architecture, Art and Design ISSN: 2464-9309 (stampa) - ISSN: 2532-683X (online) - DOI 10.19229/2464-9309/162017 IL PIANO PROGRAMMA PER PALERMO E I PRG PER URBINO THE PIANO PROGRAMMA FOR PALERMO AND THE PRG FOR URBINO Isabella Daidone * AbstrACt - Un opportuno confronto tra il Piano ella collana ‘Struttura e forma urbana’ chitettura dall’urbanistica. L’obiettivo di questo Programma per il Centro Storico di Palermo e i Piani diretta da Giancarlo De Carlo dal Piano, come anche per quello di Urbino, consi - Regolatori per Urbino potrebbe generare una strategia 1967 al 1981 sono stati pubblicati steva nell’ambizione di trasformare il Centro da sperimentare in altre città con caratteristiche simili. ventiquattro volumi 1; tre di questi appaiono acco - Storico in un territorio contemporaneo, attraverso L’obiettivo di entrambi i Piani era restituire alla città N storica “la condizione per rientrare nel mondo moder - munati da un denominatore comune e rappresenta - un opportuno recupero che prevedeva l’adegua - no” attraverso la progettazione e la ‘riscoperta’ di un no, nelle diverse scale, uno studio sull’architettura mento del tessuto urbano alle necessità attuali. sistema di percorsi capaci di stabilire ambiti e diafram - come scienza umana. In particolare, il volume Riguardo al Piano per Palermo è ampiamente mi tra spazi di privati e spazi collettivi. shape of Community: realization of Human noto che sia prevalsa la figura di Samonà sugli A proper comparison between the P iano Programma Potential 2 di Serge Chermayeff e Alexander altri componenti del gruppo, ed è sicuramente for the historic centre of Palermo and town Planning Tzonis - che riconosce un’analogia tra la struttura veritiero che ne sia stato il perno centrale. schemes for Urbino would produce a strategy enabling cristallina e quella urbana nelle quali le interazioni Successivamente De Carlo ammise di aver accet - experimentation in other cities with similar characteris - e le modificazioni sono parte di un unico processo tato il rapporto storico di Samonà con Palermo e, tics. The aim of both projects was to enable historic cities - conclude a scala regionale il ragionamento già a sua volta, Samonà elencava i punti su cui aveva “to be in a position to re-enter the modern world” through 5 planning and the ‘rediscovery’ of a system of routes capa - avviato dai due precedenti approfondimenti: ceduto alle proposte di De Carlo . Il disaccordo 3 ble of establishing ambits and diaphragms between pri - Community and Privacy di Serge Chermayeff e principale tra i due era sugli strumenti e sui modi vately-owned and collective space. Christopher Alexander sull’ambito della residenza di affrontare il problema: Samonà ambiva a lavo - e Notes on the synthesis of Form 4 di Christopher rare sull’intero Centro Storico (un’operazione KeywOrds : Centro storico, strategia dei percorsi, de Carlo.. Alexander sulla dimensione micro-urbana. complessa che riuscì a rendere esplicita grazie alle Historic centre, strategy of routes, De Carlo. Dalla comparazione dei tre studi emerge numerose schede); De Carlo invece voleva occu - come “nell’anatomia della struttura urbana” sono parsi di un ambito più delimitato per poter lavorare gli ambiti e la transizione tra questi il fattore cru - sia sulla scala urbana che su quella architettonica. ciale dell’organizzazione distributiva ad ogni Come riporta in modo chiaro l’introduzione al scala della gerarchia architettonica. Il fine è solle - volume Lettere su Palermo , Samonà fin da subito citare l’istituzione di una scienza della progetta - mise a punto una teoria fondata sulla morfologia zione che sia capace di delimitare gli spazi di per - con specifiche declinazioni: contesti e sistemi tinenza, suddivisi in privati e collettivi, attraverso morfologici, iconologia 6, progettazione a fumetti; un’opportuna strategia dei percorsi che determini mentre De Carlo si interessò della definizione diaframmi e gerarchie, per la quale la componente comune di contesto e di quella di ruolo , sia dell’in - estetica giocherà un ruolo finale. È evidente come tero Centro Storico, che delle sue parti. i tre volumi, tradotti e ripubblicati in Italia per ini - Queste furono solo alcune delle parole chiave ziativa di De Carlo, confortano il suo modo di che utilizzarono gli autori per esplicitare il proget - progettare. Infatti si reputa che questa metodolo - to, a cui si aggiungono centralità diffusa , solida - gia sia stata applicata dallo stesso De Carlo nel rietà tra edifici e strade, porosità del tessuto urba - Progetto-guida per il risanamento dell’area no; queste ultime riguardano proprio gli ambiti e la Albergheria-Ballarò (1979-1982) e nel Piano transizione tra lo spazio pubblico e quello privato, Regolatore per la città di Urbino (primo PRG in cui i percorsi sono considerati come fattori che 1958-1967, secondo PRG 1990-1994). incidono sulla forma urbana. Sono evidenti nella Il Progetto-guida per il risanamento dell’a - planimetria generale una serie di piccoli punti che rea Albergheria-ballarò fu realizzato all’interno indicano il percorso pedonale che, dalle vie, attra - del più vasto Piano Programma per il Centro versa piazze, corti e cortili anche di edifici privati, storico di Palermo , elaborato insieme a mettendoli in relazione con l’ambito pubblico 7. Giuseppe Samonà, Umberto Di Cristina, Anna Tale nuova strategia dei percorsi mette in discus - Maria Sciarra Borzì. Il Piano Programma , e allo sione i tre tipi di circolazione: perimetrale, di stesso modo il Piano per Urbino, rappresentò una penetrazione e di attraversamento, eliminando novità nel panorama italiano perché decise di quest’ultima. «Le strade sono gli assi portanti dei affrontare la questione in modo del tutto diverso: contesti, su cui si fondano le relazioni tra le parti» 8 a partire dalla morfologia e dalla rappresentazio - e i percorsi, distinti in pedonali e carrabili «[ricrea - ne della città, attraverso le sezioni che ne esplici - no] uno stato di relazione tra le cose e le persone tano l’andamento altimetrico e volumetrico. In che si era perduto dal momento in cui la meccaniz - Fig. 1 - Palermo: sistemi elencali lungo la via effetti, Samonà e De Carlo avevano condiviso il zazione veicolare privata, diventando intensissi - Albergheria, inizi anni Ottanta (Ph. C. Ajroldi, 2014). presupposto che non era possibile scindere l’ar - ma, ha distrutto la possibilità di avere più frequenti 35 Fig. 2 - Palermo: ortofoto del Centro storico (da Google earth 2017). rapporti tra persone e gruppi» 9. Alcuni di questi che indica zioni su come e cosa fare, infatti «è delle attività e i suoi riflessi architettonico-urbani. aspetti erano già stati indagati da De Carlo a ormai tempo di accettare, che oltre al restauro e È possibile affermare che la ricerca messa in Urbino, e precisamente: la permeabilità dei per - al ripristino degli edifici occorre dell’altro, atto nel PrG di Urbino è il portato di De Carlo al corsi pedonali che rende più solidale il rapporto tra occorre un’idea di ordine superiore che metta a Piano per Palermo; la partecipazione, che a strade ed edifici, la suddivisione del territorio in fuoco il tema delle relazioni urbane [e umane], Palermo non viene resa esplicita e manifestata, è comparti, l’individuazione dei ruoli. cioè della vita stessa della città». 11 presente in maniera velata nell’attenzione per le A Palermo i contesti consentono di superare la Il PRG per la Città di Urbino degli anni ‘60 residenze dei gruppi etnici che si relaziona alle suddivisione del Centro Storico in Quattro continua nel processo avviato a Palermo negli anni azioni a supporto dell’attività del mercato. Nel Mandamenti e di suddividerlo in undici precise ‘80 e ne rimette in atto la stessa strategia, soprat - Piano per Urbino degli anni ‘60, De Carlo aveva situazioni progettuali e criteri d’intervento; essi, tutto l’idea di inscindibilità tra architettura e urba - previsto una serie di interventi concatenati sulla insieme alle probabili funzioni (ovvero i ruoli , for - nistica, manifestata oltre che dalla rappresentazio - struttura fisica del territorio che non modificano o temente voluti da De Carlo), rappresentano il docu - ne altimetrica, dalla suddivisione in contesti e eliminano specifiche funzioni ma intervengono sui mento operativo del Piano , di cui le schede proget - ruoli , dalla porosità e centralità diffusa . A questi si sistemi organizzativi dello spazio che la comunità tuali 10 (frutto del lavoro di Samonà) esplicitano in aggiunge lo strumento della partecipazione che ha scelto di assumere negli anni, in relazione alle modo analitico le indicazioni d’intervento, le norme De Carlo aveva sperimentato a Urbino in maniera tendenze di sviluppo, alle attitudini e alle aspira - e le modalità d’attuazione. Il contesto n. 4 nella scientifica, attraverso quella che definisce analisi zioni dei gruppi sociali. Allo stesso tempo delinea seconda fase di stesura del Piano fu affidato a De dei caratteri socio-economici e spaziali del terri - le conseguenze che tale scelta comporta sul terri - Carlo, e proprio in questo fu realizzato il Progetto- torio e il quadro delle tendenze ; fondamentali torio, le operazioni che bisogna compiere e gli guida per il risanamento dell’area Albergheria- all’interno della definizione di un metodo che - impegni che bisogna portare avanti perché tale ballarò con un duplice scopo: elaborare un model - come afferma lo stesso autore - è possibile riutiliz - scelta si realizzi nello spazio tridimensionale, lo-pilota per le interpretazioni