Arte.Architettura.Design.Musica.Moda
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Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 20 c. 2. art. 45% A.P. in Sped. let. B - l. 662/96 Firenze Copia euro 0,0001 arte.architetturaExibart.design.musica.moda.filosofia.hitech.teatro.videoclip.editoria..cinemaonpaper.gallerie.danza.trend.mercato.politica.vip.musei.gossip free | anno ottavo | numero sessantadue | dicembre duemilanove - gennaio duemiladieci | www.exibart.com A qualcuno potranno sembrare questioni accessorie, di poco conto, mera statistica nel senso più retrivo del termine. A qualcun altro potrà sembrare squalificante che, in un settore che vuol generare cultura, si parli di numeri in termini aziendalistici. Eppure, mai come in un periodo come questo, costellato da difficoltà economiche, sarebbe utile per tutto il mondo dell’arte lavorare in un settore strutturato. In un - seppur piccolo - comparto industriale degno di questo nome che possa ragionare, come si suol dire, “dati alla mano”. E invece, rassegnatevi: non è così. Del nostro mondo non si sa nulla: non esiste statistica, non esiste classifica né graduatoria. Non siamo in grado di analizzare lo straccio di un dato. Non sappiamo quanto fattura il comparto nel suo complesso, non sappiamo quali territori fatturano di più o fatturano di meno, non sappiamo qual è la città più attiva dal punto di vista economico (Milano? Roma? Boh!), non abbiamo lo straccio di un numero neppure per quel che riguarda i posti di lavoro del settore. E dunque non conosciamo se ne sono stati persi, quanti, quali e in che percentuale. Non sappiamo quanti artisti ci sono in Italia e lo stesso vale per i curatori e per i critici d’arte che non hanno, di fatto, associazioni di categoria, né sindacati (intesi nel senso moderno del termine, quelli classici li lasciamo volentieri ad altri ambiti), né casse di previdenza. Non sappiamo quante gallerie d’arte ci sono in Italia, anche perché la maggior parte sono camuffate da associazioni culturali, non conosciamo - e figuriamoci! - l’ammontare delle compravendite e dunque non sappiamo, in quest’anno di crisi, se sono calate, se sono rimaste stabili o se sono aumentate. Così facendo il settore dell’arte - e in special modo il comparto dell’arte contemporanea - si autocondanna a uno status di invisibilità politica. Si autoflagella e si pone nell’impossibilità, ad esempio, di chiedere aiuti, sostegni, attenzioni da parte del Governo o del Parlamento. Perché non è neppure possibile dimostrare, dati alla mano, che il settore è in difficoltà, ammesso e non concesso che lo sia. Perché tra lavoro nero, vendite in cui si elude un fisco che ha aliquote che non si può fare a meno di eludere e la mancanza di una legge quadro chiara e limpida, il mondo dell’arte in Italia è condannato a vivacchiare in una sorta di semi-abusivismo che è un danno per tutti, nessuno escluso. (Come mai per questo numero Exibart non ha incaricato un giovane artista per realizzare la cover? E come mai il lavoro non è pensato su misura per la copertina, ma è un normale quadro? Che domande! Perché questa copertina è il nostro regalo ad Achille Bonito Oliva per i suoi 70 anni. E questo qui riprodotto, a opera di Dino Innocente, è l’ultimissimo dei tanti ritratti che gli artisti gli hanno dedicato. Auguri.) (m. t.) 4retrocover Il sommario di questo numero è a pag. 26 Exibart.onpaper sondaggi. http://sondaggi.exibart.com LA GALLERIA ITALIANA PIU’ POTENTE ALL’ALBA DEGLI ANNI DIECI? continua 29,92% minini 9,47% de carlo 22,75% artiaco 15,11% noero 7,33% cardi 8,09% stein 7,33% vignetta mandateci le vostre vignette sull’arte a: [email protected] sexybart. i perché del mese la ROBERTO BALDAZZINI RIVOLI CERCHIOBOTTISTA ORE D’ARIA, E DI LIBRI di ferruccio giromini Molta gente il perché se l’è chiesto. E la risposta è, ahinoi, abbastanza fa- Suvvia, è chiaro a tutti: le gallerie non cile da dare. Procediamo con ordine, tuttavia. E partiamo dalla domanda. possono restare quelle che sono sempre Che è questa: perché il Castello di Rivoli ha impapocchiato tutto un pom- state. L’Ottocento è finito e, pare, pure poso sistema di concorso-a-chiamata-con-presentazione-di-progetti se poi il Novecento. Dunque, signori, cambia- la scelta finale-finale del nuovo direttore la farà comunque il consiglio OKre. Adeguarsi. Essere flessibili, duttili e malleabili. Venire incon- d’amministrazione, ovvero i politici (o politicanti) locali? Perché proporre tro al mercato, certo, ma anche alle esigenze del consumatore un bando in cui gli esperti possono solo segnalare i candidati, ma non culturale. E così le care vecchie gallerie d’arte diventano agenzie, scegliere il migliore? Già, perché? piattaforme al servizio degli enti pubblici, consulenti. Un esempio che ci piace - ma ce ne sono molti - è quello della romana Galleria FOTOGRAFIA EUROPEISTA Oredaria, nella quale è ormai abitudine trovare presentazioni di Tutt’altra aria - almeno questo è quello che appare - per la selezione libri e talk intellettuali a tema non necessariamente artistico. dei nuovi curatori del Festival Internazionale della FotoGrafia di Roma. Il bando è stato fatto seguendo le buone pratiche europee ed è agile, HAI PUNTATO SULL’ARTE? NIENTE CRISI veloce, accessibile. La submission si invia tramite posta elettronica e i Legame diretto tra questo “ok” e il secondo “ko” qui sotto: legge- tempi sono stretti. La selezione è aperta a tutti e le scelte vengono fatte teli tutti d’un fiato. L’idea è quella di suggerire un parallelo tra i da un pool di esperti ad alto livello. Insomma, un bando vero, non di quelli due principali emirati del Golfo Persico. Da una parte Abu Dhabi, scritti-apposta-per. Una modalità rispetto alla quale ci chiediamo: perché dall’altra Dubai. Due città che galleggiano sulla loro fortuna, il non fare sempre così? petrolio, e che - avendo capito che la fortuna non può durare per l’eternità - hanno deciso di differenziare gli investimenti, attuan- FITTASI PAC, MILANO CENTRO, OTTIME REFERENZE do grandi piani di trasformazione urbana. Abu Dhabi ha puntato Sia chiaro, non ne facciamo una questione di qualità degli eventi espositi- tutto sulla cultura, ha chiamato i migliori architetti del mondo, vi. Che possono essere anche di gran livello, come la mostra attualmente ha stretto partnership chiacchierate con i grandi musei e ha im- in corso di Yayoi Kusama. Non è quello il punto. Questo però non può esi- maginato distretti culturali futuristici ma ecosostenibili. E non è merci dal chiederci il perché una città come Milano sacrifichi quello che praticamente stata toccata dalla crisi economica... attualmente è di fatto l’unico suo spazio dedicato all’arte contemporanea, trasformandolo in una location in affitto. Magari in affitto ad affittuari di ASSESSORE ÜBER ALLES prestigio, per carità, ma pur sempre in affitto. Ma pur sempre senza una Alla fin fine, sempre meglio loro che veline o transessuali. Certo, Miciamiao - 2007 - acrilico su tela - cm 60x80 direzione, senza una linea, senza un ruolo in città. Con una programma- i giornali sono vieppiù orientati a coprire argomenti ad alto tasso zione che spazia da Roberto Indiana ad Aron Demetz, da ConiglioViola a di scandalo: è quello che i lettori vogliono. Tuttavia c’è da notare Chissà, davvero, chissà se l’acclarata recente Kusama. Perché? che, nell’ultimo annetto, una particolare attenzione è stata data predilezione di tanti italiani per i transessuali a un peculiare tipo di operatore del nostro settore: l’assesso- può contare tra le sue cause anche il lavoro di re alla cultura. Mai come in questi mesi, occorre sottolinearlo, propaganda operato per anni da Roberto Baldazzini personaggi come Giuliano da Empoli (assessore a Firenze), Mas- (Vignola, Modena, 1958). Vediamo... “Baldo” per gli similiano Finazzer Flory (a Milano) o Umberto Croppi (a Roma) amici, nomen omen, questo ribaldo visualizzatore di sono assurti agli onori delle cronache. Sono in realtà le uniche desideri è noto come fumettista sin dai primissimi personalità dei rispettivi enti locali ad avere un respiro nazionale anni ‘80. Dopo un decennio di beneducate storie (escluso il sindaco naturalmente) fatto di interviste, articoli, cita- postmoderne ammiccanti alla Hollywood giallorosa zioni da parte di tutta la stampa generalista. Forties/Fifties, per riviste come Orient Express o vedodo piop Comic Art, con gli anni ‘90 dà libero sfogo alla sua SCUSATE, PER LA FONDAZIONE PRADA DI QUA? vena di rappresentatore erotico, pubblicando sfiziosi Vabbene la crisi, ma scomparire così... Di chi stiamo parlando? volumi dai titoli come Streghe & Santarelline, Fixtown do piop ritratto Ma della Fondazione Prada, no!? Fino a qualche anno fa attivis- Hard Female Bondage Club, My Sweet Betty, che lo simo hot-spot milanese dell’arte contemporanea, quasi una kun- lanciano quale autentico maestro dell’eros pure sui sthalle in alternativa al mai-realizzato museo pubblico. E ora? Si mercati internazionali. Eros strettamente feticista, in è annunciata una nuova sede progettata da Rem Koolhaas, ma a quanto le sue eroine sono volentieri strizzate da lacci quanto ne sappiamo i lavori non sono ancora iniziati e gli eventi e corsetti e volentieri inguainate in stivali e guanti nella vecchia sede latitano assai: l’ultimo è storia di un anno e e volentieri strette da cinture e bracciali borchiati e mezzo fa! Miuccia ha forse deciso di investire solo in Estremo volentieri trafitte da orecchini e piercing vari. Poi, Oriente i soldi che destina alla cultura? la sua storica consonante collaborazione con la ribaldissima rivista Blue gli permetterà di sciogliere HAI PUNTATO SUL MATTONE? TANTA CRISI Qui si parla di Medio Oriente. E se volete proprio capirci qualcosa definitivamente la propria fantasia diversa/perversa: di più andate a leggervi - o lo avete già fatto? - il secondo degli nelle stanze dell’ormai famosa Casa Howhard si “ok” qui sopra. Il parallelo è tra Abu Dhabi e Dubai.