BILANCIO CONSUNTIVO Esercizio 2008
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BILANCIO CONSUNTIVO Esercizio 2008 Approvato dalla Commissione Centrale di Beneficenza il Bilancio 2008 INDICE 1. L’IDENTITÀ 3 2. LA GESTIONE DEL PATRIMONIO 13 3. L’ATTIVITÀ EROGATIVA 28 3.1 I DATI 28 3.2 LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA A MEDIO TERMINE 34 3.3 LE AREE SETTORIALI DI INTERVENTO 38 3.3.1 AMBIENTE 38 3.3.2 ARTE E CULTURA 45 3.3.3 RICERCA SCIENTIFICA E TRASFERIMENTO TECNOLOGICO 59 3.3.4 SERVIZI ALLA PERSONA 71 3.4 LA VALUTAZIONE DELL’ATTIVITÀ EROGATIVA 88 3.5 IL PROGETTO FONDAZIONI DI COMUNITÀ 101 4. DELIBERAZIONE 119 5. RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE 120 6. RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE 123 7. SCHEMI DI BILANCIO 126 8. NOTA INTEGRATIVA 129 9. ALLEGATI (Schemi di bilancio della Fondazione 171 Cariplo – Iniziative Patrimoniali SpA) Identità Pagina 2 di 173 Bilancio 2008 1. L’IDENTITÀ 1.1. La storia: una lunga tradizione a) LA STORIA La Fondazione Cariplo rappresenta la continuazione storica della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, istituita a Milano il 12 giugno 1823. Formalmente è nata nel 1991, a seguito del processo di ristrutturazione del sistema bancario dettato dalla legge “Amato-Carli”. Le sue radici però affondano in tempi molto più remoti. Al di là della costituzione formale, avvenuta nel 1991, la Fondazione Cariplo vanta una storia ben più antica. Le sue origini si possono, infatti, far risalire al XIX secolo. Nel 1816, l'Impero austriaco, dopo aver sconfitto Napoleone, si trovò ad amministrare un ampio territorio italiano, compresa la Lombardia. In considerazione delle terribili condizioni di povertà createsi per le devastazioni prodotte dalla lunga stagione delle guerre napoleoniche, l'Amministrazione austriaca decise di affidare a un gruppo di notabili milanesi di provata onestà e capacità il compito di organizzare e gestire un’attività filantropica di sostegno alle fasce più disagiate della popolazione, nonché di finanziamento alle attività economiche. Venne creato un organismo, la Commissione Centrale di Beneficenza (nome che ancora oggi contraddistingue l’organo di indirizzo della Fondazione, a testimonianza del forte legame con le radici ottocentesche) che, raccolto un cospicuo patrimonio, grazie soprattutto a donazioni private, iniziò la propria attività. Si pose allora il problema di come utilizzare le ampie risorse rimaste disponibili grazie agli oculati investimenti della Commissione. Venne così la proposta, da parte dell'Amministrazione austriaca, di creare, sulla scorta dell'esperienza della Cassa di Risparmio di Vienna, la Cassa di Risparmio di Milano che, negli anni successivi, venne espandendosi in tutto il territorio lombardo, acquisendo, ma si era già nel secolo successivo, la denominazione di Cassa di Risparmio delle Province Lombarde. La Cassa di Risparmio delle Province Lombarde nacque dunque nel 1823, per impulso del conte Giovanni Pietro Porro, in una delle più fiorenti regioni dell’impero austriaco: la sua funzione è quella di favorire la formazione del risparmio familiare nell’area lombarda. Nel secondo dopoguerra, la Cassa fu fra i protagonisti della ricostruzione di Milano. Gli anni Cinquanta, quelli del boom economico italiano, videro accrescere l’impegno nel credito a medio termine, soprattutto a favore delle imprese di minori dimensioni, attraverso la costituzione del Mediocredito Lombardo. b) IL QUADRO NORMATIVO Formalmente la Fondazione Cariplo è nata nel dicembre 1991, in seguito al processo di ristrutturazione dettato dalla legge “Amato-Carli” e finalizzato ad avviare un ampio processo di razionalizzazione e di privatizzazione del sistema creditizio italiano. La legge prevedeva, come accennato, che le originarie Casse di Risparmio conferissero le loro attività creditizie a nuove società per azioni. Le Casse conferenti, che hanno poi assunto la denominazione di Fondazioni, hanno mantenuto il pacchetto azionario di controllo delle nuove società. Le Fondazioni avevano, quale missione istituzionale, quella di proseguire nell'attività filantropica di beneficenza svolta fino ad allora dalle Casse. Identità Pagina 3 di 173 Bilancio 2008 Nel gennaio 1998, la Fondazione ha completato definitivamente il processo di dismissione del controllo di Cariplo Spa, avviando un importante progetto industriale di sviluppo, basato sull'integrazione fra Cariplo e Banco Ambrosiano Veneto, che ha portato alla costituzione di Banca Intesa, gruppo creditizio ai vertici del sistema nazionale, e che ha permesso alla Fondazione di proiettarsi, grazie ai proventi derivanti dall'operazione, tra le prime otto fondazioni al mondo per patrimonio. La Corte Costituzionale, nella sentenza n. 300 del 2003, ha chiarito, rafforzato e confermato la natura giuridica privata delle Fondazioni di origine bancaria, ed ha utilizzato la peculiare espressione “soggetti dell’organizzazione delle libertà sociali”, che ben rappresenta la collocazione delle Fondazioni all’interno di quella “società di mezzo” che si situa a livello intermedio tra le istituzioni pubbliche e la comunità dei cittadini. La detenzione di pacchetti azionari più o meno rilevanti delle aziende di credito, da elemento finalistico della riforma diviene, pertanto, mezzo per il raggiungimento degli scopi di utilità sociale cui è improntata l’operatività delle Fondazioni. Le fondazioni di origine bancaria hanno dunque l’onore e l’onere di ricoprire un ruolo finora vacante nel panorama istituzionale italiano (a differenza di altri scenari, europei e soprattutto nordamericani), gestendo ed amministrando, in piena autonomia, importanti patrimoni, vincolati al perseguimento del pubblico interesse, ma svincolati dai pubblici poteri. Per fare questo è tuttavia necessario riuscire a declinare il concetto di “utilità sociale”, espresso dal legislatore, mediante l’individuazione di finalità specifiche che sappiano esaltare le caratteristiche istituzionali di queste organizzazioni; in particolare si tratta di caratterizzare l’azione delle fondazioni di origine bancaria valorizzandone le differenze rispetto all’intervento pubblico. 1.2. Il contesto di riferimento: la Lombardia, territorio all’avanguardia ed esigente Per le sue peculiarità, Milano e la regione Lombardia possono essere considerate a tutti gli effetti un’area pilota, non solo per la forza trainante che hanno sempre dimostrato, ma soprattutto perché il livello di infrastrutturazione sociale e civile, da un lato, e l’emersione di nuovi bisogni sociali, dall’altro, costituiscono il terreno ideale per la traduzione operativa della missione della Fondazione, specie nell’esercizio del ruolo di sperimentatore di risposte innovative ai problemi sociali. La Lombardia è la regione italiana che presenta la maggiore concentrazione di persone, attività economiche e ricchezza: con circa 9,5 milioni di abitanti ospita il 16,1% della popolazione nazionale complessiva. La regione è anche uno dei motori dell’Europa e si colloca tra le regioni più ricche dell'Unione: l'economia lombarda rappresenta infatti più di un quinto del PIL nazionale. In Lombardia lavora il 18,5% del totale degli occupati italiani, con un tasso di disoccupazione che si aggira attorno al 3,4% contro il 5,6% a livello nazionale. E’ anche la regione con la più alta spesa per ricerca e sviluppo - oltre il 21% del totale nazionale - ed occupa circa il 18% del personale addetto a tale funzione. Considerando solamente il mondo delle imprese tali quote salgono, rispettivamente, al 31,2% ed al 27,3%. Limitando l’analisi alle istituzioni nonprofit, l’incidenza regionale raggiunge il 56% delle spese e il 40% dell’occupazione. Oltre al noto rilievo sul versante economico-finanziario, la Lombardia presenta un analogo livello di sviluppo delle infrastrutture sociali e civili: comunità, istituzioni e organizzazioni sostenendo le quali la Fondazione persegue l’obiettivo di aumentare la coesione sociale. È la regione con il più alto numero di università, ospita 5 dei 13 atenei privati attivi in Italia ed evidenzia un particolare sviluppo anche nel resto del settore nonprofit. Le istituzioni nonprofit che hanno sede nella regione rappresentano, infatti, il 14% circa del totale nazionale, i loro volontari sono quasi il 16%, gli addetti retribuiti sono più del 21% e le entrate rappresentano oltre un quarto del totale nazionale. In particolare, con riferimento ai settori di intervento della Fondazione, la regione evidenzia un particolare radicamento delle organizzazioni attive nell’ambiente - quasi 3.300 che rappresentano il 16% circa del totale nazionale - e nella cultura - 4.900 organizzazioni (12,1% Identità Pagina 4 di 173 Bilancio 2008 del totale nazionale). Molto sviluppata è anche la cooperazione sociale, con quasi 1.200 cooperative sociali attive sul territorio regionale (16,2% del totale italiano), il 19,5% del personale retribuito complessivo e più di un terzo dei volontari attivi a livello nazionale. Le organizzazioni di volontariato lombarde sono infine 3.500 e rappresentano il 16,7% di quelle italiane; i volontari impegnati in tali organizzazioni sono quasi 140.000 e rappresentano un quinto del totale nazionale. La presenza di un sostanziale benessere non mette però il territorio lombardo al riparo da problemi sociali. Anzi, proprio le condizioni di contesto rappresentano un terreno fertile per l’emersione di nuovi fenomeni che necessitano di nuove risposte. Si pensi, ad esempio, ai flussi migratori, che determinano una presenza di cittadini stranieri pari al 7,6% della popolazione regionale - a fronte di un dato medio nazionale del 5% - e al 24,8% degli stranieri residenti in Italia; oppure ai problemi di pressione ambientale, consumo