Piazza Regina Margherita

Comune di Barrafranca

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Progetto “Itinerari e prodotti tipici nei tre Valli”: Promozione & Fruizione” - Finanziato ai sensi della misura 313. Azione B “Servizi per la fruizione degli itinerari rurali” del PSR SICILIA 2007-2013, GAL “Rocca di Cerere”.

Il territorio del Gal Rocca di Cerere

Il territorio del “GAL Rocca di Cerere” comprende 16 Comuni: , , , Barrafranca, , , , , , , , , , Santa Caterina Villarmosa, , ed è racchiusa da una sorta di perimetro montuoso, costituito dalle estreme pendici meridionali dei Nebrodi, delle Madonie a Nord e dai rilievi degli Erei, che ne occupano gran parte della superficie. Il comprensorio del “GAL Rocca di Cerere” offre allo sguardo un paesaggio decisamente ricco di suggestioni, costellato da catene montuose, valloni, fiumi, laghi, antichi centri arroccati e colline che degradano dolcemente verso le estese pianure del catanese. Nella zona sorgono alcuni fra i comuni più alti sul livello del mare, a partire da Enna che con i suoi 900 metri è il capoluogo più alto d’Italia. Con oltre 1200 metri sul livello del mare, Troina, invece, è uno dei comuni più alti della Sicilia. La parte centro-orientale del comprensorio è costituita da un’ampia fascia della piana di Catania: zona, nei pressi di , che è coltivata in parte ad agrumi. Nella valle del fiumi Dittaino, invece, sono sorte varie attività produttive agricole ed alcune piccole industrie

Comune di Barrafranca

POPOLAZIONE: 13.541 ab. SUPERFICIE: 53,71 KMQ DISTANZA DAL CAPOLUOGO: 40,3 km NOME ABITANTI: Barresi CODICE DI AVVIAMENTO POSTALE: 94012 COORDINATE GPS: DD: latitudine 37,3802° - longitudine 14,2019° DMS: 37° 22’ 48,72’’ N - 14° 12’ 6,84’’ E

Come si arriva

IN AUTO: Da Palermo: Prendere E 90 in direzione SS 640 a Villarosa. Uscire a Caltanissetta e proseguire per SS 626, SS 560, SS 191 e SP 42 fino a Barrafranca. Da Catania: Imboccare A 19 in direzione Palermo – Catania. Uscire a Caltanissetta e proseguire come “da Palermo”. Da Enna: Prendere SP 29 in direzione SS 117 bis. Continuare per SP 122, SS 560 e SP 42 a Piazza Armerina. Uscire a Barrafranca. IN TRENO: Arrivare alla Stazione Centrale di Caltanissetta (distante 30,3 km da Barrafranca) o di Falconara (distante 29,1 km da Barrafranca) e proseguire con altri mezzi. IN PULLMAN: Prendere da Enna autobus SAIS Trasporti con fermata a Barrafranca. IN AEREO: Arrivare all’aeroporto internazionale “Falcone Borsellino” di Palermo o “Vincenzo Bellini” di Catania e proseguire con autobus, treno o taxi.

Il territorio del Gal Rocca di Cerere

Nelle vicinanze

distanza Valle del Salso () 22,3 km

Lago di Pergusa (Enna) 29,1 km

Riserva Naturale Scaleri (Santa Caterina Villarmosa) 44,5 km

Cultura Castello di Mazzarino 13,5 km

Castello Barresi (Pietraperzia) 15 km

Villa Romana del Casale (Piazza Armerina) 21,8 km

Palazzo Moncada e Fontana del Tritone (Caltanissetta) 30,3 km

Zona Archeologica Vassallaggi (San Cataldo) 34,4 km

Museo Etnoantropologico (Sommatino) 36,3 km

Castello di Lombardia (Enna) 40,3 km

Centro Commerciale Il Casale (San Cataldo) 35 km

Parco Acquatico Euro Park (San Cataldo) 39,5 km

In Centro

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Il nostro giro turistico inizia da Piazza Regina Margherita in cui è sita la Chiesa di San Francesco (punto 1), costruita nel 1694 su delle preesistenze rinvenute in seguito ai recenti restauri. La Chiesa all’interno custodisce una Via Crucis dei F.lli Vaccaro e un ciborio ligneo di pregevole fattura. Adiacente alla Chiesa si trova l’omonimo Convento (punto 2) eretto tra il 1694 e il 1697 e contenente un suggestivo chiostro ben conservato, al cui centro campeggia la vera della cisterna. Nel chiostro si possono notare una probabile tomba a camera della necropoli greca del V sec. a.C. e il cosiddetto “vano scala” in cui si conservano tracce di affreschi ornamentali. L’intero convento, oggi, viene utilizzato come Palazzo Municipale e presso la stanza del sindaco possiamo ammirare degli affreschi che raffigurano l’Assunzione di Maria. Continuando su Via Umberto raggiungiamo Via Vittorio Emanuele in cui si innalza la Chiesa Maria SS. della Purificazione (punto 3), ovvero la Chiesa Madre del paese. Essa fu edificata sulla preesistente Chiesa di San Sebastiano e fondata nel 1724 in sostituzione della vecchia Chiesa Madre. Il prospetto, opera dell’architetto Ciulla, fu realizzato nel 1830. L’edificio sacro possiede una pianta a croce latina a tre navate tripartite da possenti colonne. La superficie interna si adorna di eleganti stuccature eseguite dal Signorelli, come testimonia un cartiglio presente nel sottocoro, e successivamente rimaneggiate dal Puzzanghera, in quanto distrutte a causa del bombardamento che la chiesa subì nel 1943. Procedendo su Via Vittorio Emanuele, svoltiamo in Via Roma e successivamente in Via Vasapolli in cui troviamo al numero 112 il Palazzo Vasapolli (punto 4). Il prospetto è costituito da tre ordini e da un ampio terrazzo. Sulla porta principale campeggia un mascherone in atto di fare una linguaccia con collarino ecclesiastico, riferimento alla controversie politico-sociali avvenute a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Nel piano nobile, impreziosito da riquadri in stucco, si scorgono diverse figure come San Giuseppe con il bambino e la traccia del simbolo papale di Sant’Alessandro. Nella Via Vasapolli si possono ammirare altri palazzi storici come quelli di Pietro Gambino e del Commendatore Giordano. Dopo 240 metri giungiamo in Piazza Fratelli Messina che ospita la Chiesa di San Benedetto (punto 5). Si tratta di un vero gioiello del barocco siciliano con il suo altare maggiore composto da colonne tortili che incorniciano la tela dell’Assunzione del Settecento.Sempre in Piazza Fratelli Messina, all’angolo con Via Macallè, troviamo i “Putieddi” (punto 6) ovvero un complesso architettonico rappresentativo del paese con i suoi otto (un tempo forse nove) particolari portali aventi arco a piede zoppo, che servivano sia come mensola espositiva sia come base d’appoggio per caricare e scaricare le merci. I “putieddi”, attualmente, ospitano un acciottolato forse medievale, rinvenuto in seguito al restauro, e il Museo Bellico (punto 7). Quest’ultimo è stato allestito dall’Associazione Nazionale Carabinieri e contiene: equipaggiamento (operativo e leggero), uniformi e onorificenze, sala delle armi, copricapi e accessori da campo, archivi fotografici, archivi storici, videoteca e aula didattica. Continuando a passeggiare su Via Macallè ci imbattiamo nella Chiesa di Maria SS. della Stella (punto 8). L’ex chiesa di Sant’Alessandro, insolitamente orientata a Nord, ha un impianto a tre navate. Gli stucchi della navata centrale sono di mano del Signorelli, quelli delle navate laterali del Fantauzzo. La chiesa ospita i patroni di Barrafranca, Sant’Alessandro di cui si conserva un reliquiario in argento a forma di avambraccio e la tela della Madonna della Stella di Gaetano Vicari. Nell’abside sono stati rinvenuti degli affreschi seicenteschi, raffiguranti le virtù teologali. Degne di nota sono il Sant’Isidoro Agricola di Pietro d’Asaro (dipinto intorno al 1620) e il Sant’Alessandro di Francesco Vaccaro. La nostra passeggiata continua giungendo, dopo 5 minuti a piedi, in Corso Garibaldi. Qui, all’angolo con Via Archimede, si innalza la Chiesa di Maria SS. dell’Itria (punto 9). Essa, costruita nel XVI secolo, si presenta a una sola navata interamente ricoperta da stucchi del Fantauzzo. All’interno si possono ammirare la tela dell’Annunziata attribuita al maestro calabrese Mattia Preti, la tela di San Rocco (1837) dei fratelli Vaccaro e quella raffigurante la Madonna dell’Odigitria del XVII secolo. Procedendo in direzione Nord-Est su Via Giuseppe Garibaldi, svoltando a sinistra, ci troveremo in Via Ferreri Grazia dove si erge la Chiesa Maria SS. Madre della Divina Grazia (punto 10). Il piccolo edificio sacro, un tempo ubicato fuori dal centro cittadino, mostra un interessante portale in pietra arenaria proveniente dall’ex Chiesa di San Sebastiano. Al suo interno è possibile ammirare gli stucchi del Fantauzzo. Alla Madonna delle Grazie sono dedicate sia una tela ottocentesca sia una statua coeva di ambito siciliano. L’abside contiene due tele recenti di Gaetano Vicari. Spostandoci verso Est, dopo 650 metri a piedi, raggiungiamo Via della Rinascita che ospita la moderna Chiesa Santa Famiglia di Nazareth (punto 11). La struttura, costruita negli anni Settanta, e rimaneggiata tra il 2006 e il 2007, conserva al suo interno opere d’arte contemporanee di artisti locali come G. Ruggeri, autore delle ceramiche dell’altare maggiore avente effetto pixellato, e F. Paternò, autore delle vetrate e della Via Crucis, nella quale le nuance terragne sono attraversate da linee essenziali pregne di simboli. Fuori dal Centro

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Seguendo la Strada Statale 191, in direzione Mazzarino, dopo 2,5 km circa è possibile visitare i resti della Fornace di Contrada Fontana Cirasu (punto 12) attiva fino agli anni Cinquanta per la produzione di tegole in argilla cotta (coppi siciliani). Il mestiere dei ciaramitari era piuttosto duro e poco remunerato e l’espansione edilizia degli anni Settanta-Ottanta non giovò alla produzione locale troppo esigua e che non andò incontro al progresso tecnologico. Dopo 5 km, sulla destra, troviamo la Miniera di Galati (punto 13). Essa fu attiva fino agli anni ’60 per estrarre lo zolfo. Restano tracce di sfruttamento risalenti all’epoca romana. Tutto l’impianto della miniera e le strutture di servizio, ad essa connesse, restano ancora ben visibili. Arrivando in Contrada Tardara, a soli 2,5 km dal centro del paese, ci imbattiamo nella “Ziguna“ (punto 14) struttura che veniva adibita al raccoglimento delle acque. Spostandoci in Contrada Torre possiamo ammirare la carcàra (punto 15) che si presenta ancora intatta con le sue due fornaci in conci di pietra regolari e serviva per la produzione di calce. Il territorio dell’entroterra ennese è ricco di mulini ad acqua a testimoniare la massiccia presenza della civiltà del grano. Del mulino ad acqua di Quattr’ova (punto 16) in contrada Bessimi, sul torrente Braemi, è visibile l’originario canale di adduzione con contrafforti. Il mulino, pesumibilmente settecentesco, presenta la data 1818 scritta in cocci, che si riferiva a una successiva ristrutturazione. Nella fantasia popolare, esso è considerato la location della leggenda della Culorvia, un mostro metà donna e metà serpente che mangiava gli uomini.

Sentieri naturalistici

Area boschiva demaniale

Nel piccolo territorio di Barrafranca è presente l’area boschiva demaniale di Contrada Galati con relativo rifugio. Nell’area si possono ammirare pini d’Aleppo e domestici, cipressi argentati e perimetrali, roverelle ed eucalipti, che offrono frescura per rilassanti picnic. Sono altresì presenti fichi d’india, agavi e ampie aree di macchia mediterranea, nelle quali predomina l’arfa (lygeum spartum), un tempo usata per imbottire i materassi. Le diverse creste concatenate dei colli compresi nell’area offrono la possibilità di godere di un vasto panorama e di praticare sport come il trekking e il nordic walking. L’area è aperta al pubblico da lunedì a venerdì, dalle 07.30 alle 15.00. Curiosità

Barrafranca ed il contrasto popolare in dialetto Barrafranca rappresenta l’eccellenza della poesia popolare in dialetto. Qui è stato raccolto il contrasto d’amore più completo, originale e bello di tutta la Sicilia, si tratta del “Tuppi tuppi” di Alessandro Bonaffini detto “Santu u Bbagghju”. A incoronare e studiare il contrasto è stato il prof. Riolo dell’Università di Catania. L’autore dei lamenti del Venerdì Santo dell’area nisseno-ennese è stato, nel XVIII secolo, il barrese Diego Nicolaci. Altra rappresentazione in dialetto viene svolta durante la domenica che precede il Martedì Grasso con “i pignatuna” che vede protagonista un re, una regina e dodici cavalieri (rappresentanti i 12 mesi dell’anno). Quest’ultimi vanno alla ricerca dei “pignatuna”, ovvero vasi in terracotta contenenti caramelle e monete. Barrafranca e il cinema A Barrafranca è nato sia il primo film western del cinema italiano, sia il primo film in cui si parla di “Cosa Nostra”. Quest’ultimo è “In nome della legge” di Pietro Germi, basato su un romanzo realistico di Giuseppe Guido Loschiavo, pretore palermitano che iniziò la sua carriera a Barrafranca. Barrafranca ed il Brigante Salamone A Barrafranca, tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900, è vissuto un brigante la cui fama ebbe risonanza internazionale, si tratta del Brigante Salamone, che fu definito “Il filosofo di Barrafranca” o “Il brigante giustiziere”. La storia è molto avvincente e presenta uno spaccato della vita politica del paese, infatti le vicende di Salamone si intrecciano con quelle politiche ed amministrative del Comune.

Frame dal film “In nome della legge“.

Palazzo di Città, Municipio di Barrafranca ed ex Convento di San Francesco.

Cenni storici

Tra le colline del versante Sud-Ovest dei Monti Erei nasce il comune di Barrafranca, paese prevalentemente agricolo che conta più di tredicimila abitanti. Il nucleo urbano si trova a 447 metri sul livello del mare e si estende su uno dei colli pianeggianti facente parte di una vasta catena di valli, che offrono un paesaggio meraviglioso. In passato, tale posizione veniva utilizzata come principale via di comunicazione per scambi e collegamenti con i paesi limitrofi.

Barrafranca nasce sul preesistente centro abitato di Convicino, paesino risalente al Medioevo. Dagli scavi archeologici sono emersi numerosi reperti che testimoniano la presenza di popolazioni differenti che si sono susseguite nel tempo. Siculi, greci, romani, bizantini hanno apportato modifiche e cambiamenti al territorio. Non si conosce con certezza la data di fondazione di Convicino, in quanto il centro urbano si estendeva a tratti lungo un territorio di grandi dimensioni.

Il primo documento ufficiale che menziona Convicino risale al 1091. Il paese iniziò ad espandersi e svilupparsi grazie all’intervento del marchese Matteo III Barresi, che attirò un numero consistente di immigrati. Nel 1529 Barresi riuscì ad ottenere esenzioni fiscali e franchigie, decidendo di cambiare il nome del paese in Barrafranca. Il centro storico era rappresentato dalla Piazza Batia, in cui sorgeva l’antica Chiesa Madre. Con il tempo, la planimetria dell’agglomerato iniziò ad assumere una forma più lineare e regolare; vennero introdotte due vie principali da cui si diramò il paese, Corso Garibaldi e Corso Vittorio Emanuele.

L’11 Gennaio 1693 un forte terremoto rase al suolo numerose abitazioni e i monumenti principali di Barrafranca. Nonostante ciò gli abitanti si rimboccarono le maniche e ricostruirono il paese; proprio in questo periodo vennero edificate le strutture religiose più rappresentative. Nei primi anni del XIX secolo, Barrafranca, con i suoi 7000 abitanti, risultava sotto l’intendenza di Caltanissetta. Nel 1844, invece, entrò a far parte della diocesi di Piazza Armerina. Durante i moti rivoluzionari antiborbonici il paese partecipò attivamente. La fine del secolo fu segnata da aspre contese tra fazioni politiche avverse, in cui pullulano casi di omicidi politici e di brigantaggio come quelli riconducibili al famigerato brigante Salamone. Il Novecento è segnato da una forte spinta verso l’emigrazione e durante le due guerre mondiali, in particolare la seconda, Barrafranca fu violentemente bombardata e per questo insignita della medaglia di bronzo al merito civile.

Negli ultimi decenni, l’abitato ha registrato un costante aumento demografico ed un notevole sviluppo urbanistico, dovuto anche alle rimesse degli emigrati, arricchendosi di viali alberati, piazze e zone verdi. A livello economico, la cittadina ha saputo resistere all’attuale crisi finanziaria grazie, anche, al fenomeno rivoluzionario dell’inserimento delle donne a capo di aziende agricole d’eccellenza.

“I Putieddi”, (piccole botteghe).

Campanile, Chiesa Maria SS. della Purificazione.

Chiesa Maria SS. della Purificazione

Monumento principale di Barrafranca è la Chiesa Madre Maria SS. della Purificazione. Elementi di rilievo si riscontrano nella struttura architettonica e nel ricco patrimonio artistico-culturale contenuto all’interno. La Chiesa, collocata in Via Vittorio Emanuele, si presenta maestosa e minimale allo stesso tempo; infatti, nonostante la dimensione, lo stile con cui è stata costruita risulta essere semplice e lineare, riproducendo perfettamente l’architettura interna.

La facciata risale al 1830, venne progettata dall’architetto Giuseppe Ciulla, cittadino di Barrafranca, sfoggiando uno stile tardo barocco.

Adiacente alla facciata si erge un bellissimo campanile, ormai divenuto simbolo del Comune; la parte superiore ospita la cella campanaria ed è adornata da quattro archi e campane, sormontati da incantevoli orologi; la sommità è caratterizzata da una cupola orientaleggiante con maioliche policrome.

Entrando in Chiesa è possibile notare differenti stili meridionali; quello predominante risulta essere lo stile classico che rende armonioso e leggero il prospetto. La struttura si articola su tre navate disposte a croce latina e sormontate da una cupola sulla crociera.

Sulla destra è posta un’acquasantiera in pietra, dalla forma ottagonale, probabilmente appartenuta alla preesistente Chiesa di San Sebastiano. Di fronte ad essa vi è un’altra acquasantiera in cui è scolpito lo stemma dei Barresi.

Oltre il transetto, delimitato da un grande arco, vi è l’altare del Crocefisso. Esso si presenta come una sorta di piccolo tempio che ospita alcune reliquie conservate all’interno di vetri colorati e realizzati nel 1795.

Al centro di questo reliquiario è posto un tabernacolo a forma di croce, affondato nel muro, rivestito di damasco rosso e ricoperto con un dipinto. Il Crocefisso è contenuto all’interno del tabernacolo e viene quotidianamente adorato dagli abitanti di Barrafranca. Non si conosce con certezza la data di realizzazione di questa opera, ma si hanno notizie circa un leggendario ritrovamento avvenuto intorno al 1660 in Contrada Rastello.

Il tempio contiene, inoltre, una tela raffigurante Maria SS. della Purificazione e risalente al XVIII sec.

Sulla parte sinistra dell’edificio si trova l’altare marmoreo di San Giuseppe, ricostruito nel 1961. Nella nicchia è ospitata la statua di San Giuseppe realizzata in legno.

Il patrimonio artistico-culturale della Chiesa, inoltre, comprende: la tela della “Madonna della Cintola”, un’altra della “Madonna delle Mercede” e pregevoli stucchi del Signorelli.

Questa struttura ha sempre rappresentato per i barresi un luogo di aggregazione ed incontro spirituale; pertanto, negli anni, la popolazione ha contribuito economicamente alla ricostruzione e al mantenimento.

Grande sacrificio degli abitanti è avvenuto nel 1943, a seguito dei bombardamenti che avevano distrutto la navata centrale. Una cospicua colletta cittadina riuscì a rimettere a nuovo la struttura.

Ogni anno, da duecento anni, la Chiesa si veste di grande importanza nei giorni di commemorazione dell’Esaltazione della Santa Croce (14 Settembre).

Navata Centrale, Chiesa Maria SS. della Purificazione.

Tipicità

MANDORLE La bontà delle mandorle di Barrafranca è riconosciuta in Sicilia ed in tutto il mondo; il giro d’affari è di tredici milioni di euro l’anno, per cui Barrafranca è attualmente definibile città delle mandorle. Un legame che esiste tra il frutto e la tradizione barrese riguarda la particolare forma di mandorla della raggiera in cui è posto il Crocefisso presso la Chiesa Madre Maria SS. della Purificazione. Frutto dalle mille proprietà, proveniente dall’albero del mandorlo (Prunus dulcis), fu introdotto in Sicilia dai Fenici. A Barrafranca la raccolta avviene secondo antichi metodi tradizioni; i processi, infatti, non sono meccanizzati ma manuali, in modo da garantire maggiore qualità del prodotto.

FOGLIE ALLEGRE A Barrafranca è nato il primo dolce locale a base di mandorla, il cui marchio è stato ufficialmente depositato; si chiamano “foglie allegre” e sono delle foglie di limone sulle quali sono adagiati miele, mandorle, uva passa e noci. Questo rappresenta un dolce piuttosto fuori dal comune ma di una bontà unica. L’aspetto estetico è curioso ma affascinante. Gli abitanti di Barrafranca con grande entusiasmo ed orgoglio propongono questa pietanza nelle occasioni speciali.

TARTUFO Nel Comune di Barrafranca è nata la prima azienda professionale di tartufi di Sicilia. Questo particolare alimento cresce spontaneamente nel terreno, accanto alle radici di alberi come la quercia e il leccio. Il tartufo viene definito un alimento pregiato e ricercato, pertanto il suo prezzo di vendita è molto elevato. Contiene pochi grassi e una moderata quantità di carboidrati; essendo privo di colesterolo riduce i rischi derivanti dal malfunzionamento dell’apparato cardiaco. 100 grammi di prodotto sono composti mediamente da: 79 g. parte edibile, 6 g. proteine, 0,7 g. carboidrati, 0,5 g. grassi, 8,5 g. fibre, 3,5 mg. ferro, 24 mg. calcio, 1 mg. vitamina C ed il resto da acqua. Barrafranca è famosa per il suo tartufo soprattutto per la creazione del primo arancino al tartufo e zafferano che delizia il palato.

ZAFFERANO A Barrafranca si produce dell’ottimo zafferano che viene venduto sia in stimmi, sia come aroma per prodotti come l’olio o gli asparagi.

FRASCATULA E CAPULIATU Tra i diversi piatti tipici abbiamo la frascatula sorta di polenta di grano duro con ortaggi vari che veniva consumata sia calda con della ricotta salata sia fredda, impanandola e friggendola e il capuliatu (pomodoro secco) fritto con olio, uova e olive nere, usato come secondo o come contorno della salsiccia soprattuto nei mesi invernali.

PASTA SIRINGATA La pasta siringata è un dolce tipico di Barrafranca il cui nome deriva proprio dalla tecnica utilizzata per realizzarla. La sua forma di stella ad otto punte richiama la stella di Maria SS. della Stella. Gli ingredienti che lo compongo- no sono: farina, acqua, zucchero, strutto, uova, bustina di vaniglia e miele. Si procede riscaldando l’acqua con lo strutto e lo zucchero. Prima che essa raggiunga l’ebollizione si incorpo- ra la farina e si continua a mescolare finchè la pasta diventa un composto omogeneo. Una volta che si raffredda, si uniscono le uova lavorando a lungo l’impasto che deve risultare molto denso. Si riempie la siringa con lo scopo di far uscire dei bastoncini direttamente nell’olio bollente. A fine cottura si servono con il miele.

Gli Appuntamenti

FEBBRAIO-MARZO I Pignatuna (domenica prima del Martedì Grasso) in cui un re, una regina e dodici cavalieri recitano, a cavallo, le parti di un antico contrasto in dialetto. La rappresentazione si conclude con la rottura dei “Pignatuna” (pentole, realizzate in terracotta, piene di caramelle e monete). Carnevale con sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati. Festa del Patriarca San Giuseppe (19 Marzo) con la Sacra Rappresenta- zione della “Fuga in Egitto” dell’abate Giuseppe Nicolò Baldassare Russo.

MARZO-APRILE Riti della Settimana Santa – Il Mercoledì Santo viene rappresentata la Vasacra, ovvero una riproduzione in vernacolo barrese sotto forma di teatro itinerante della Passio Christi. Il Venerdì Santo inizia con la Processione della Vergine Addolorata vestita di nero, che, accompagnata da San Giovanni, va in cerca di suo Figlio. Alla processione partecipano tutte le confraternite di Barrafranca e i “lamentatori”. Altro punto saliente del Venerdì Santo è U Trunu, ovvero i fedeli portano il fercolo del Crocifisso miracoloso, ritrovato in contrada Rastello, lungo la “Via dei Santi”. C’è molta partecipazione, infatti parecchi emigrati tornano in paese in tale occasione. Giunta di Pasqua La domenica di pasqua si ha la tradizionale “giunta” tra il Cristo risorto, la Madonna e i “Santoni” alti tre metri e risalenti al Settecento.

MAGGIO Festa di Sant’Alessandro, Patrono del paese (3 Maggio) con offerta del pane votivo a forma di diverse parti del corpo e benedizione dei campi (cursi di Santu Scianniru). AGOSTO Festa di Maria Madre della Divina Grazia (ultima domenica di Agosto) con sfilata di cavalli e stendardi.

SETTEMBRE Festa di Maria Santissima della Stella, compatrona di Barrafranca (8 Settembre) – Durante questa festa vengono trasportate le offerte di grano con carri e muli agghindati, si tratta dei “Ritini”.

OTTOBRE I palloni di San Francesco (4 Ottobre) con il lancio di piccole mongolfiere in carta velina a cura della Pro Loco.

DICEMBRE Festa di Santa Lucia (12-13 Dicembre) con accensione di falò nei vari quartieri del paese. Durante questa festa si degusta la Cuccìa. Eventi natalizi Presepe Vivente Circuito delle Novene

Carretto Siciliano decorato dal maestro Roberto Caputo.

Numeri utili

Municipio Farmacia Agozzino Via Santa Rita Corso Garibaldi, 179 Tel. 0934.496011 Tel. 0934.468414

Polizia Municipale Poste Italiane Viale Signore Ritrovato, 1 Piazza Messina Fratelli, 1 Tel. 0934.465391 Tel. 0934.404111

Carabinieri Autobus Viale Generale Cannada SAIS Autolinee: Corso Sicilia, 20 (Enna) Tel. 0934.464246 Tel. 0935.524111

Guardia Medica Biblioteca Corso Italia Piazza Fratelli Messina Tel. 0934.464493 Tel. 0934.1902387