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Eros Ramazzotti E T

Eros Ramazzotti E T

zionali, affiancati da alcuni fra i più stimati tecnici italiani. “A febbraio ero con Lorenzo oncert Il progetto e la direzione dello show sono infatti di Serge (Cherubini – ndr.) a New York – ci c

Denoncourt (Cirque du Soleil), la direzione del team di Na- racconta Giorgio – così ho colto thalie Goodwin, mentre i contenuti video sono curati per l’occasione per convocare il team

ive Geodezik da Olivier Goulet (Justin Timberlake, Linkin Park, canadese: hanno preso un aereo The Killers, …) e Gabriel Coutu‑Dumont; le luci sono da Montreal ed abbiamo fatto L affidate a Barry Halpin, giovane professionista che ha nel una cena ed una riunione per curriculum collaborazioni con artisti che si chiamano Pink, gettare le basi di questo show. A , Cristina Aguilera. Il set designer è Guillame marzo ci hanno già presentato un Lord (Cirque du Soleil) assistito da Olivier Landreville. progetto, poi ottimizzato modifi- Tutta italiana invece la produzione musicale, con la direzione cando alcune cose ed aggiungen- di Claudio Guidetti e la preproduzione di . done altre, e ad aprile abbiamo Insomma un vero “star team” che ha trovato nelle risorse lavorato per capire come realiz- tecniche italiane il compimento. Infatti la produ- zare nella pratica tutte le idee zione esecutiva è stata realizzata dalla Lemonandpepper nuove: studio strutturale e strate- della triade Carmassi, Copelli, Ioan (in rigoroso ordine alfa- gico, progettazione, calcoli inge- betico) che in questi ultimi anni ha davvero dimostrato crea- gneristici... perché si tratta di una tività, talento e professionalità che nulla hanno da invidiare macchina molto complessa, una ai migliori colleghi d’oltralpe e d’oltreoceano. macchina che ha all’interno altre macchine... Le prove dello show sono ad un tiro di schioppo dalla nostra Qual è il concept che sottende il redazione, cioè al 105 di Rimini: non possiamo certo farci progetto? scappare questa occasione, così siamo subito presenti il 21 Il regista dello show ha richiamato Eros ottobre alla prima. Sappiamo che non è la data migliore per sul palco l’idea di un parcheggio il nostro lavoro, sia per la ovvia tensione che aleggia qua di container, immagine tipica, ed e là fra le mille cose da fare, sia perché, come sempre, lo anche un po’ deprimente, di una show entra pienamente a regime solo dopo qualche data. periferia industriale, un posto che Ma abbiamo ormai acquisito la discrezione necessaria per richiama le radici di Eros. Ma sono Ramazzotti soddisfare la curiosità dei nostri lettori senza intralciare il questi stessi elementi che poi, du- lavoro altrui, inoltre ci ripromettiamo di dare un’occhiata rante il concerto, si trasformano e allo spettacolo fra un mesetto per gustarcelo a rodaggio diventano tutt’altra cosa: i contai- concluso. ner infatti sostengono degli scher- mi Image‑Mesh, ma allo stesso La produzione tempo sono superficie di proiezio- Ma andiamo con ordine. La prima persona che riesce a de- ne per sei Barco da 12.000 ANSI lu- Eros ritorna in tour dopo quattro dicarci un po’ di tempo, fra una chiamata e l’altra, è proprio men ed al loro interno contengo- anni, e lo fa alla grande, spinto Giorgio Ioan, produttore esecutivo. no dei proiettori Minibig della Zap da un disco che ha già superato il doppio platino. E con una produzione di altissimo livello.

d i Gi a n c a r l o Me s s i n a

rodotto da Radiorama e Trident Management, con il booking realizzato da Live Nation, lo spettacolo del nuovo tour di Eros lascia davvero stupefatti per Pla complessità della macchina scenica, capace di svi- luppare un concept alquanto semplice: dai bordi di periferia alle stelle del pop, appunto “ali e radici”. Così i container di una periferia industriale diventano pro- tagonisti del palco, muovendosi in lungo ed in largo, ruo- tando e scomparendo, illuminandosi, rivelando il loro con- tenuto inaspettato, insomma lasciando progressivamente il posto ai sogni realizzati del cantante romano, che poi sono i sogni di tutti i ragazzi, e non solo, che vagheggiano una vita migliore. Per mettere in scena tutto questo, Eros si è avvalso di pro- fessionisti di altissima caratura, già al fianco di star interna-

40 gennaio/febbraio 2010 - n.81 www.soundlite.it 41 1 Mi pare una cosa piuttosto complessa... vista anche la oncert varietà di movimenti! c

In effetti lo è: container che scorrono, che ruotano, che si sollevano o che scompaiono sotto il palco... tutto gestito

ive da motori Cyberhoist, usati in questo caso come motori in trazione e non solo come sollevatori di carichi. Inoltre i con- L tainer, che sono uno sull’altro, contengono dei Minibig che proiettano attraverso una finestra a veneziana motorizzata. Per tutto questo, come per gli Image‑Mesh, devono passare le fibre ottiche per il segnale ed i comandi, senza contare i container che contengono palloni o altri accessori di scena, o quelli che ruotano di 180°. Siamo partiti con la costruzio- ne a maggio, facendo dei test, noleggiando un capannone da Italstage. Sono state necessarie molte prove di carico, perché i pesi da spostare erano molti, tutto doveva essere 1: Giorgio Ioan, della Lemonandpepper. snello ma ovviamente assolutamente sicuro. Il risultato è il frutto di una collaborazione fra me, la Dari automazioni, Technology. Inoltre sullo sfondo Guidolin... insomma tutto il team. appare pian piano lo schermo LED Non avete un po’ di apprensione nel portare in tour tutto da otto millimetri che ha una de- questo? finizione pazzesca. Il posteggio di Ovviamente tutto è stato progettato per andare in tour, ma container, insomma, si trasforma non ti nascondo che le prime date saranno toste, faremo in qualcosa di magico. pre-rigging e pre-montaggi per guadagnare tempo. Poi cer- Di che materiale sono i contai- tamente tutto si assesterà ed i tempi si ridurranno. Il fatto è ner e come funziona la movi- che non è solo la movimentazione di scena ad essere com- mentazione? plessa, ma anche il resto: le luci, il video gestito dai Pandora, Per realizzare i container abbia- l’audio, con due fonici di palco, due console con segnali se- mo lavorato insieme alla Teyco. parati, quindi con doppi splitter, cavi MADI, clock... e tutto Dopo varie prove, abbiamo scel- deve incastrarsi perfettamente. to come materiale la lega d’allu- Chi sono i principali fornitori? minio e per le rotazioni ci siamo Il service Agorà fornisce audio e luci, STS cura tutto l’aspet- ispirati alla ralle delle (sorta to video, completato dalla fornitura degli Image‑Mesh da di cremagliera – ndr.), mentre gli parte de Le Grandi Immagini, mentre Italstage fornisce il scorrimenti utilizzano dei binari. Ground Support ed i Cyberhoist. La struttura d’alluminio ospita gli Qual è la cosa che ti piace di più di questo lavoro? attacchi per gli Image‑Mesh; suc- Direi senza meno la sua complessità, la sinergia fra le varie cessivamente viene montato un parti: pensa che Fabio Carmassi, oltre a fare lo stage mana- materiale termoformato traslu- ger, è un vero e proprio direttore di scena teatrale, perché cido che scherma l’Image‑Mesh, con otto wireless intercom dà le chiamate dei cue di tutto facendolo apparire in modo inde- quello che deve succedere durante lo show. Ma mi piace an- finito, formando delle texture. che moltissimo la scelta di incassare tutte le aree del palco UN SUONO PROFESSIONALE, SRH240 Progettate per offrire una qualità professionale, le cuf e SRH240 forniscono bassi profondi ed PERCHÈ L’ASCOLTO SIA alti dettagliati. Ideali per l’ascolto generico. SEMPRE UN PIACERE. Da oltre 80 anni i prodotti audio Shure, robusti e professionali, sono famosi per le loro performance leggendarie. La passione di Shure per l’audio di eccellenza la si riscontra anche nella linea di cuffie SRH. Queste cuffie seguono una regola semplice: riprodurre in maniera fedele il segnale che vi entra. Progettate per resistere ai rigori dell’uso quotidiano, sono una scelta eccellente per musicisti professionisti SRH440 SRH840 SRH750DJ ed appassionati - per registrazioni, monitoraggio, DJ e per l’ascolto personale.

www.sisme.com www.shure.it 42 gennaio/febbraio 2010 - n.81 2 lasciato a dirigere un parco luci formato... da soli segui- sono circa quattro metri dal LEDwall, poi i MiStrip continua- 4 oncert persona, visto che il resto era andato KO per un violento no per altri otto metri verso il pubblico… c’è molta profon- c

acquazzone. dità. Sui videoproiettori abbiamo obbiettivi che riescono a Quali sono le caratteristiche del disegno luci? mantenere immagini a fuoco quasi quattro metri dietro e

ive Baz ha fatto un plot abbastanza lineare e piuttosto sempli- quattro metri davanti rispetto al punto focale nominale… ce a livello d’ingegnerizzazione, con quattro pod e quattro cosa abbastanza incredibile al livello di ottiche. L rig quadrati e simmetrici con Spot e Beam 700 Clay Paky ed Baz, come ti sei interfacciato con Olivier per la coordina- i sempre presenti Wash XB della Martin. Questi proiettori zione tra video e luci? Clay Paky sono molto in voga ed in effetti hanno una gran Olivier ed io abbiamo un rapporto professionale abbastan- bella resa: quelli davanti sono tutti spot, mentre sui quadra- za consolidato, conosciamo reciprocamente i nostri stili. ti ci sono sia Beam che Spot e Wash. È un disegno classico Comunque, prima abbiamo avuto da Serge indicazioni sul- perché l’elemento dominante della scena è il video, quindi la posizione dei container sui vari brani: questo è il tipo di le luci dovevano innanzitutto integrarsi perfettamente con spettacolo dove il lighting è solo un piccolo ingranaggio esso, cosa realizzata, a mio parere, benissimo. nel meccanismo, ed in ogni brano deve funzionare perfet- Che console è stata scelta? tamente in armonia con il video e la scenografia fisica. La Stiamo usando una Martin Maxxyz, scelta del LD con simbiosi di video e luci e scenografia, è il “visual design”. per farlo apparire come una strut- l’appoggio di Agorà. Devo dire che la sanno far funzio- tura monolitica, infatti non si ve- nare molto bene. Avevo fatto conoscenza di questa con- Interviene Olivier: “ Il prossimo passo – aggiunge – sarà ma che fornisce una sorprendente dono i fonici di palco, le alette dei sole cinque anni fa e sinceramente, all’epoca, come tanti quello di usare la stessa console, perché io sto lavorando su quantità di luce e colore. A questo backliner, i sub... colleghi, non pensavo che funzionasse troppo bene. Qui una GrandMA mentre lui su Maxxyz”. punto io dovevo solo dare una key 4: Barry “Baz” Halpin, lighting designer (sx), La presenza di un regista che invece, nella versione attuale, sembra che vada davvero Abbiamo avuto molti dettagli dell’impianto video. Baz, alla ragazza dentro il container: e Olivier Goulet, video sviluppa un concept è, per voi benissimo. com’è composto il parco luci? questo è un altro esempio della designer. della produzione, un freno o un Comunque tu qui non fai l’operatore? È principalmente Clay Paky ed è un po’ sbilanciato verso simbiosi di luce e video in questa aiuto? La sua presenza aggiunge No, l’operatrice è Kathy Beer, io ho solo il compito di assicu- l’alto, nel senso che tutto è appeso sopra. Così mi servivano produzione. davvero qualcosa allo show? rami che tutto funzioni e di consegnare l’impianto “chiavi dei mover che offrissero una dinamica enorme e che potes- In un altro punto abbiamo un In questo caso è stato un lavoro in mano”. Ho momentaneamente preso la briga di chiama- sero mantenere un fascio di luce stretto anche dall’altezza container che si gira a 90° rispetto 2: Nicola Tallino, responsabile sinergico: al loro primo progetto re i seguipersona – tre followspot in controluce e quattro di dodici o quindici metri. Gli Alpha Beam 700 mi danno al pubblico: su quel lato c’è una fi- tecnico delle luci. sono state fatte diverse modifi- frontali – ma tra poco anche quelli diventeranno autonomi. delle colonne solide di luce, hanno anche i gobo rotanti e nestra a veneziana che si apre per 3: Uno dei quattro banchi di che, anche grazie ai nostri sug- La mia presenza è stata richiesta da Giorgio Ioan, sia per il sono super veloci. Gli Alpha 700 Spot li uso invece come key permettere di puntare un Minibig Alpha 700 Beam posti sul palco, gli gerimenti finalizzati alla realiz- buon lavoro fatto insieme nel tour di , sia per- light e controluce, mentre per i fill e per l’illuminazione dei sulla scena. È indispensabile avere unici proiettori non sospesi. zazione; diciamo che l’idea e la ché aveva bisogno di questa interfaccia tecnica e linguistica container uso i MAC XB Wash. Per il resto c’è solo qualche un direttore di produzione furbo direzione artistica sono andate di con il loro team. strobo e qualche molefay. È un design molto semplice. e pieno di risorse. Giorgio è riusci- pari passo con la parte tecnica ed Come sei riuscito ad illuminare le scene all’interno dei to a trovarci una finestra a persia- ingegneristica. Comunque è ovvio Così non vediamo l’ora di scambiare due chiacchiere pro- container che si aprono? ne in alluminio controllabile tra- che la presenza di questi profes- prio con il LD Barry “Baz” Halpin e con il video designer Con molta difficoltà. Quando il container è girato di 180° mite DMX! sionisti dà molto allo spettacolo, Olivier Goulet. ed aperto su quel lato, dietro la scenografia stiamo effet- Olivier, quanti di cambiamenti sono ad esempio la parte video è molto Baz ci racconta che sin dai primi incontri a Montreal con il tivamente guardando il retro dell’Image‑Mesh all’interno. stati fatti durante le prove? elaborata, con delle trovate dav- direttore, Serge Denoncourt, e con il set designer era chia- Sfruttiamo la luminosità dell’Image‑Mesh ed utilizziamo poi Un sacco… stiamo ancora facendo vero geniali. C’è tutto un lavoro ro che lo spettacolo sarebbe stato costruito intorno al video, la parte interna della termoplastica come ciclorama, siste- il rendering. di sincronizzazione delle proie- quindi il disegno luci sarebbe stato un complemento. zioni ad alta risoluzione sulle im- “Ovviamente – continua Baz – il set doveva includere non magini che appaiono da dietro il container veri ma qualcosa costruito per assomigliargli, così 3 termoformato e questo dà alle abbiamo cominciato a parlare di plastiche termoformate”. immagini una grande profondi- “Una sfida non indifferente – aggiunge Olivier – quella di tà. Anche lo schermo LED appare trovare un materiale con una superficie apparentemente prima dietro un drappo, e solo rigida, con la giusta opacità per la proiezione ma anche ab- dopo in tutta la sua definizione bastanza traslucido per essere posto davanti ai LED inter- e luminosità. ni. Abbiamo dovuto studiare molto per arrivare a questo Insomma è venuto fuori un gran materiale”. bello spettacolo, aspetto solo Olivier, proiettare su superfici che si spostano in conti- qualche data per potermelo an- nuazione non deve essere stato facile! dare a godere anch’io dalla sala! Infatti: c’è tutta una programmazione e modellazione in tre dimensioni di ogni movimento dello spettacolo. Con il Il visual design Pandora’s Box posso costruire il tutto in layer, basati sull’im- 5 Mentre Giorgio torna al delirio magine sul LEDwall in fondo, anche se si passa su tre diversi nel suo ufficio, scambiamo qual- livelli ed apparecchi. Tutto è “pixelmapped” come una sin- che battuta con il responsabile gola enorme immagine. 5: La plastica termoformata che forma l’esterno dei tecnico della squadra luci nonché Ci sono delle esplosioni che partono in profondità sul “container” e che viene stretto collaboratore del lighting LEDwall, si espandono in avanti e verso l’esterno, passando usata come superficie designer Barry “Baz” Halpin: par- sugli Image‑Mesh, poi nella proiezione ma anche sopra il per le proiezioni. In trasparenza si notano i pixel liamo di Nicola Manuel Tallino palco e lungo tutta la sua profondità sui MiStrip. Quando i dell’Image‑Mesh, all’interno che, l’ultima volta, avevamo container vengono ruotati in lunghezza verso il pubblico, ci dei container.

44 gennaio/febbraio 2010 - n.81 www.soundlite.it 45 7 8 Ancora rendering, ma lo spetta- Emigliano, puoi spiegarci che tecnologie utilizzate? oncert colo non fa la prima data tra un Per la gestione dei segnali usiamo un sistema basato su c

paio di ore? Pandora’s Box di varie tipologie e modelli. Grazie ad essi ri- Sì, ma probabilmente ci lavore- usciamo a gestire i parecchi layer che inviamo alle diverse ti-

ive remo almeno fino alla data di pologie di schermi: un LEDwall Winvision da 8 mm pitch per Rotterdam. il fondale, i LED nei container, gli Strip sopra ed i proiettori. L I Pandora’s Box sono infatti delle macchine molto potenti e Gli chiediamo come si trovino a per di più permettono la gestione in tempo reale. lavorare con le crew italiane: “Il Abbiamo una biblioteca di contenuti preprodotti creati dai crew video è incredibile – ci ri- canadesi, studiati con estrema precisione sui vari brani e per sponde Oliver – hanno un atteg- i vari momenti dello spettacolo. Il nostro lavoro è di gestire giamento molto umile ma sono essenzialmente la messa in onda di questi contenuti e mi- dei grandi professionisti. Emiglia- xarli con le immagini live dalle telecamere. no è un eccellente direttore ed un Ho visto che avete della camere un po’ atipiche... ottimo crew chief… fa più o meno Sì, ad esempio abbiamo una camera su binari, telecoman- tutto. Poi, in quanto ad apparec- data, in grado di compiere movimenti particolari: pan, tilt, chiatura, STS e gli altri hanno roll, avanti indietro sul carrello e si può anche alzare su un 9 10 fornito il massimo, senza compro- pistone. Abbiamo preferito usare questa tecnologia per non messi. La produzione è stata incre- mettere le camere sul palco ed essere quindi meno invasivi. dibilmente creativa nel realizzare Anche questa telecamera, quando non è in uso, praticamen- tutta l’automazione di questo te scompare. Abbiamo chiesto alla ditta fornitrice di poterci spettacolo, sebbene sia realizza- creare un prodotto che ci desse queste opzioni speciali, pen- PRESENTAZIONE NUOVA to con macchine standard: senza sate ad hoc per questa situazione. Tutti i movimenti sono GAMMA DI CONSOLLE macchinari appositamente costru- gestiti da remoto, così non c’è un operatore visibile sotto il iti credo che nessun altro avrebbe palco. Ce n’è una simile dall’altra parte del palco, control- 7 e 8: La telecamera su binari mai tentato questo”. “Sono d’ac- lata da un operatore, che scorre su binari di gomma, quindi telecomandata, con pan, tilt e roll. cordo su tutto – aggiunge Baz – particolarmente adattabili. Queste due danno la possibilità è incredibile in tutti sensi... ed è di “sbollare”, cioè andare fuori bolla, e fornire immagini 9: La telecamera a stage left con pan, tilt anche facile ingrassare, perché il live molto diverse dal solito. e roll, montata sui binari flessibili. catering italiano è una chicca non Sempre per avere gli I‑Mag senza essere invasivi, abbiamo 10: Il telecomando della telecamera a indifferente!”. due telecamere poste sulla regia luci dotate di obiettivi mol- stage right. to lunghi. Sul palco, inoltre, ci sono altre camere piccoline Il video remotate, anche quelle modificate ad hoc per muoversi in Un valore riconosciuto, quindi, pan, tilt e roll. Fine gennaio - inizio febbraio 2010, verrà presentata la nuova serie anche da questi professionisti di Servono davvero tutte queste innovazioni? Le avete pro- GrandMA 2 composta da: caratura internazionale quello di poste voi o è stata una richiesta del regista? usiamo delle maschere e mai niente viene proiettato dove Emigliano Napoli, direttore video Sai... le tecnologie nuove servono se, come in questo caso, non serve. Ci sono state tantissime ore di lavoro dietro la per STS, figura meritatamente danno un apporto artistico creando qualcosa di nuovo. In sincronizzazione delle proiezioni con i movimenti dei con- GrandMA2 full size 6: La squadra video di STS. Il primo a destra è Emigliano emersa in questi ultimi anni con realtà le abbiamo proposte noi e la produzione è stata mol- tainer, ed alla fine questo è il lavoro pazzesco che fanno i GrandMA2 light Napoli. lavori di altissima qualità. to ricettiva e soddisfatta dei risultati. Pandora’s Box. In regia come siete organizzati? Come vengono usate le riprese live? GrandMA2 ultralight Ovviamente c’è un mixer video, su cui opero io, poi Non sempre sono usate per gli I-Mag, cioè per ingrandire e GrandMA2 Replay Unit 6 c’è la postazione per il controllo delle camere, gui- mostrare lontano quello che succede sul palco, parecchie data da Saverio, che telecomanda i diaframmi delle delle riprese fanno parte della stessa scenografia video. nel Network Processor Unit (NPU) telecamere per seguire i cambiamenti della luce in brano dove ci sono le stelle, per esempio, Eros viene messo Video Processing Unit (VPU) sala. I movimenti delle camerine vengono seguiti da “in chiave”, cioè in trasparenza, così da farlo apparire sullo un computer a parte con l’apposito software, mentre schermo tra le stelle in tempo reale. Tutto, insomma, è fatto Si potrà inoltre visionare il nuovo software GrandMA 3D gratuito un operatore gestisce un telecomando hardware per per dare un senso allo spettacolo. e tutte le funzioni del sistema come il networking avanzato, la telecamera sui binari. A questo si deve aggiungere Pensando al tour, a parte il funzionamento di tutto ciò, compatibility mode serie 1 e le caratteristiche hardware come il multi la parte grafica, pilotata da Marco Bazzano (detto non vi preoccupa un po’ anche l’allestimento? touchscreen 9’’* Bazza), con due console GrandMA (una fa da spare), In effetti qui abbiamo fatto le prove e non sappiamo ancora che in questo caso vengono usate per controllare i che tempi avremo precisamente in tour. Dalla mattina pre- Pandora. Bazza segue i cue, più o meno come se fos- sto dovremmo essere pronti al pomeriggio, anche perché LA PRESENTAZIONE SI SVOLGERA’ A se un programma luci, con tutti i layer dei contenuti. la produzione ha organizzato le cose in modo che noi pos- BOLOGNA, ROMA E MILANO Alla fine siamo in nove solo per il video: tutto è mol- siamo montare autonomamente le nostre cose. Il LEDwall, to complesso ed assolutamente “backuppato”. infatti, non si appoggia sul palco ma è indipendente, ed Qual è la parte più complicata del lavoro? anche i proiettori sono su un’americana a parte. Questo ci *In attesa di brevetto Una cosa molto particolare è la proiezione sopra il permette di allestire in autonomia ed in contemporanea materiale semitrasparente dei container, che hanno con il resto del palco. Certo di lavoro ce n’è: solo per il video Per informazioni sulle date scrivere a [email protected] - anche i LED dentro, perché i container si muovono, abbiamo più di un bilico di materiale e dobbiamo anche tel. 051 6874711 chiedere di Donatella. Oppure visitate il sito ruotano, salgono e scendono, così le immagini dei pensare a montare il collegamento video tra le postazioni www.molpass.it videoproiettori devono sempre essere perfette per di lavoro, comprese quelle sotto il palco, che serve come la posizione assunta in quel brano dal container; sistema di autocue. INGEGNERIA PER L’INDUSTRIA E LO SPETTACOLO Via Newton 1/e • San Giovanni in Persiceto (BO) • • tel. +39 051.6874711 46 gennaio/febbraio 2010 - n.81 [email protected] • www.molpass.it

1/2 pagina GRANDMA sound&lite Novembre.indd 1 26/11/09 10:10 Maggiori dettagli sul video ce li L’audio Cosa pensi dei “Il nuovo K1 è l’evoluzione a 10 13: L’array L‑Acoustics K1. oncert fornisce Alessandro Rosani, diret- Passiamo all’audio (perché sempre di un concerto si tratta e, crew e dei fornito- anni di distanza del V‑Dosc – ci 14: Davide Grilli, systems c

tore generale per STS. secondo alcuni, senza musica un concerto potrebbe essere... ri italiani? spiega Daniele –: presenta una engineer. “Per la regia grafica c’è un vero un po’ carente) ma restiamo sul palco, anzi sotto. Eccellenti. C’è stato meccanica molto più evoluta e 15: Daniele Tramontani, ive Qui troviamo un indaffaratissimo Stevan Martinovic, ormai per anni una specie precisa, una parte mediobassa full backup attivo – ci spiega – una sound designer. parte dei media server, infatti, la- specializzatosi nel monitoraggio di palco ai più alti livelli. La di pregiudizio con- con più escursione, una rinnovata L vora sempre in parallelo ma sen- peculiarità di questo tour è che ci sono due fonici di palco, tro le imprese ed tipologia per la tromba, mentre 16: Antonio Paoluzi è za andare in onda. Tutti i segnali Umberto Polidori per la band e Stevan, dedicato esclusiva- il personale italia- la guida d’onda è quasi la stessa. subentrato come systems engineer dopo le prime dai Pandora’s Box confluiscono in mente agli ascolti di Eros. no, spesso da parte I componenti sono praticamente date. una matrice DVI da dove è possi- Una Digico SD7 solo per Eros non è un tantino esagerata? degli inglesi e dei uguali: due 15”, quattro 6,5” e bile richiamare o indirizzare tutte In effetti no, perché il mio compito è quello di controllare i tedeschi, ma tutto tre trombe al posto di due. Il vero le macchine. Inoltre era indispen- sidefill, i monitor e gli IEM. Eros infatti usa tutte queste tre parte da gente che cambiamento è l’accresciuta effi- sabile che gli operatori avessero fonti di monitoraggio. I side sono otto Kudo per lato, con non ha mai lavora- cienza, cioè maggior SPL a parità sott’occhio tutte le uscite dei me- due SB28 in basso, che probabilmente cambieremo con dei to con gli italiani. di watt; questo significa che si pos- dia server su un unico monitor, dV‑Sub, perché alla fine non serve che scendano troppo in Posso testimoniare sono impiegare meno sistemi per così abbiamo usato un multiview basso. Eros ha trovato la soluzione di usare un solo in-ear: ha che Agorà è uno lo stesso risultato, quindi il cluster abbastanza evoluto, in grado di provato ad usarne due, ma è più forte di lui, ha bisogno an- dei più grandi, or- tende a diventare più piccolo, ad gestire fino a venti input DVI e che di un suono più spazializzato. Così per la sua postazione ganizzati e profes- esempio 12 al posto di 16. Ma mandarli su un monitor full‑HD. usiamo quattro Clair divise in due mandate. Pensavamo di sionali service di questo farebbe perdere direttivi- metterle incassate sotto il palco, ma la conformazione della tutta Europa. Non tà sulle medio basse, da cui l’idea Tutti i collegamenti a tutte le 13 utenze sono in fibra ottica, ed ab- grata ci creerebbe problemi sulle alte frequenze. devono invidiare di aggiungere le K1SB: non si trat- biamo scelto solo fibra ottica mili- Lavori su SD7 da un pezzo: puoi descrivercene la gestione? nessuno, almeno da ta di sub, ma di una cassa che con- 14 tare, molto resistente e flessibile. È una gran bella macchina, una delle cose che apprezzo di questa parte dell’Atlantico. Inoltre il personale con cui ho tiene solo i 15” e che serve pro- Le telecamere ovviamente arriva- più sono i compressori multibanda. Quelli che ancora devo avuto a che fare in questi anni è molto qualificato e profes- prio per estendere la dimensione approfondire, prima di iniziare ad usarli in concerto, sono sionale, per non dire infaticabile. no in triassiale, ma tutti i segnali del grappolo e quindi controllare gli equalizzatori dinamici: è indispensabile conoscere bene Com’è andata con Michele Canova, il produttore artistico? meglio la direttività sulla parte in DVI sono su fibra. queste macchine e fare diverse prove, oppure si rischia di far Michele è fantastico. Abbiamo passato moltissimo tempo medio-bassa. Ovviamente questa “Anche per le camere – continua danni! SD7 è una gran bella macchina anche per il palco, ha insieme preparando questo tour e mi mancherà adesso che soluzione ha l’unico difetto che Alessandro – abbiamo cercato le forse più dinamica della D5 ma soprattutto è pensata molto torna a casa. È una costante risata, perché è chiaramente gestire un cluster più lungo in tecnologie più innovative: la ca- meglio per il fonico di palco. pazzo, è un uomo pazzo. Comunque professionalmente è venue con l’altezza limitata impe- mera sul binario è automatizzata Quanto è importante il tuo lavoro anche per il risultato un talento, ha un orecchio incredibile e per di più con una disce una maggiore inclinazione, con delle memorie che la portano in sala? conoscenza tecnica spaventosa! bisogna quindi capire la miglior 11: Jon Lemon, fonico FoH. in punti prestabiliti, e diventa fa- Credo parecchio: se usi la console digitale con un approccio Come ti trovi con SD7? configurazione per la singola lo- cile da controllare per l’operatore quasi analogico, e se ovviamente fai il lavoro corretto, i mu- Avevo messo le mani sull’SD7 già un anno e mezzo fa, cation. È comunque un passo in 12: Stevan Martinovic, che altrimenti non ce la farebbe fonico monitor per l’artista. sicisti, se sono competenti, come di solito accade a questi quando era ancora un prototipo. L’avevo testato io stes- avanti davvero notevole da parte con solo due mani e due piedi! livelli, si bilanciano tra loro. Se invece metti a posto con- so, in tour con gli Smashing Pumpkins, ed avevo fornito i di L‑Acoustics, anche se la scelta è Altro dettaglio è il binario creato 15 11 tinuamente i loro ascolti, crei parecchi problemi al fonico feedback alla DiGiCo; poi sono tornato alla D5 per il tour quella di un family sound, cioè un appositamente per stare sul palco, FoH, perché dovrà compensare e modificare di continuo le di Janet Jackson. Finalmente è veramente pronta e, adesso impianto che suoni timbricamen- alto solo due centimetri e ‘qua- differenze dei livelli della band dovute a come i musicisti si che è rodata, è una console eccezionale. La D5 l’ho trovata te come l’altro, ma più moderno si’ calpestabile. Ce n’è anche un sentono sul palco. molto valida per anni e SD7 mi sembra il suo sviluppo logi- ed efficiente: utilizzati con pre- altro, in gomma, un sistema svi- co. A livello di suono è impeccabile e come livello di poten- set standard e finali LA8 i due PA luppato negli USA per evitare le Dopo questa perla di professionalità, scambiamo qualche za di elaborazione è difficile immaginare una situazione sono praticamente indistinguibili, costrizioni dei raggi di curvatura: battuta con Umberto Polidori che si occupa invece, su una che non potrebbe gestire. anche se questo ha una maggiore si possono modellare le sagoma- Digico D5, del monitoraggio dei musicisti. Questi sono tutti Sei in rete con i DiGiCo del palco o siete indipendenti? presenza sulla parte media”. ture necessarie. Il carrello ha un in IEM, oltre a due sub per il batterista e per il bassista. Siamo completamente indipendenti. È molto più conve- sistema di ruote brevettato che Quanti canali in ingresso avete per la band? niente per tutti usare gli splitter analogici sul palco e che Il service è ovviamente Agorà, gli permette di rimanere sul bina- Abbiamo una settantina di canali per i nove musicisti, com- FoH e palco abbiano ciascuno le proprie conversioni. Così partner del gruppo in Italia, che rio anche in curve molto strette. prese le sequenze, quelle per sincronizzare il video, ecc... siamo indipendenti per quanto riguarda i guadagni. Non ha ha seguito il marchio abbando- Anche il sistema di controllo delle Com’è organizzato il percorso del segnale? un gran senso lavorare indipendentemente su due diversi nando progressivamente anche telecamerine brandeggiate, colle- Le ciabattine arrivano in splitter Klark-Teknik analogici che mixer ed avere tutto a disposizione senza compromessi se- gli altri amplificatori a favore de- 16 12 gate in rete, ha una bella chicca: i poi vanno a due stagebox DiGiCo per il palco e a due stage- paratamente, per poi essere condizionati a priori dovendo gli LA8. vari preset sono rappresentati da box DiGiCo per la sala. Per quanto riguarda i livelli di guada- trovare un compromesso sul guadagno in ingresso. un frame con l’inquadratura spe- gno siamo completamente separati. Jon ha voluto così. “Dovevamo configurare questa cifica, cosa che rende l’utilizzo im- Coppia d’assi per il PA engineering nuova macchina cercando di capi- mediato e semplice anche ad un E il Jon in questione è il sound engineer Jon Lemon, profes- Al mixer troviamo, stranamente in coppia (dico “strana- re come usarla al meglio – ci spie- operatore che dovesse arrivare a sionista di grande livello internazionale, già al fianco di ar- mente” perché il sound designer normalmente ama anda- ga Davide – e dopo vari test, ab- sostituire il titolare all’ultimo mi- tisti come Pink Floyd, Depeche Mode, Seal, The Cure, Oasis... re in tour da solo e non si accoppia con i colleghi... ovvia- biamo capito che la parte sopra, nuto”. e come presentazione penso che già possa bastare! mente in senso professionale) due dei nostri migliori sound quella appunto formata dai K1SB, Con molta affabilità, si rende disponibile ad una simpatica designer, Davide Grilli, che seguirà l’installazione in tour, dà un grande apporto, ma è poco Insomma grandissima tecnologia chiacchierata proprio dietro la sua SD7. e Daniele Tramontani, chiamato a dargli manforte (e non adatta a palazzetti riverberan- quella messa in campo da STS, e Hai un bel feeling con l’Italia... da quanto lavori con Eros? Monforte) per questo concerto che segna il debutto italiano ti come i nostri, perché la focale soprattutto una tecnologia fun- Già dal tour del 2004. In precedenza avevo lavorato con del nuovo PA L‑Acoustics K1. Curiosi come scimmiette, chie- della medio bassa sposta il punch; zionale al risultato artistico. Zucchero e da lì è cominciata la mia “connessione italiana”. diamo subito qualche delucidazione. invece all’aperto o in venue più

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grandi sarà senza dubbio un stano in lungo ed in largo, si alzano, scompaiono sotto il grande vantaggio. Adesso stiamo palcoscenico, si aprono, sono superficie di proiezione ma usando quattordici K1 mentre per allo stesso tempo LEDwall, illuminano e sono illuminati... i side abbiamo scelto otto V‑Dosc La scenografia video utilizza quattro diversi media video e sei dV‑Dosc, sistemi molto flessi- montati su piani diversi – LEDwall, Image‑Mesh, proiettori bili da gestire ed indirizzare”. e MiStrip – come se fossero una sola grande immagine in movimento, creando un effetto di profondità veramente Ed infine lo show sbalorditivo, soprattutto se si pensa al necessario lavoro di Descrivere questo spettacolo è ve- programmazione. ramente difficile. Diciamo che l’oc- La cosa che più ci è piaciuta è che nello show, nonostante chio dello spettatore, per quanto la tecnologia allo stato dell’arte, le innovative soluzioni tec- avvolto ed abbacinato dalla ric- niche, l’impiego massiccio di effetti visivi, la vena istrionica chezza del palco, potrebbe forse del protagonista (con tanto di ancheggiamenti che fanno non rendersi conto della comples- sità e del lavoro certosino che è impazzire le fan), rimane comunque evidente una sensibile dietro le movimentazioni e l’ela- impronta teatrale, certamente figlia dell’esperienza e del boratissimo video, vero protago- vissuto di Serge Denoncourt, raffinato regista anche di di- nista della scena. Questo perché i verse importanti rappresentazioni teatrali. movimenti di scena avvengono in Bellissime le luci che rivelano una mano ed un occhio di maniera graduale ed elegante, grande classe. senza inutili esibizionismi. Insomma Eros ha messo insieme una grandissima squadra I container, come abbiamo già di livello internazionale, senza lesinare su nulla, col risulta- tel. 0521 648723 - fax 0521 648848 detto, fanno di tutto: si spo- to di aver creato uno spettacolo davvero superbo. >> www.audiolink.it - [email protected]

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ive Dopo il soundcheck di Pesaro, Eros ci concede un’intervista. Bruno, il suo personal, ci accompagna nel camerino, curato ad arte dalla bravissima Lollo, e qui scambiamo due chiacchiere piuttosto L informali... Eros, come ti è saltato in mente di mettere su una produzione del genere? A volte me lo chiedo anch’io! Scherzi a parte, ci lavoriamo da più di un anno, è un progetto che ha richiesto molto tempo, ma per quanto riguarda la spettacolarizzazione del concerto sono sempre stato ottimista e tranquillo, mi preoccupava di più l’aspetto del suono, su cui sono sempre molto esigente. Credo infatti sia giusto, anche dopo tanti anni, avere la massima attenzione al suono, non dare niente per scontato anche lavorando con grandi professionisti. Come hai visto, anche oggi al soundcheck sono andato a sentire alcune cose che non mi convincevano... per ri- prendere una battuta che diceva la Bertè: “Se fai finta de sonà, faccio finta de pagà”! Scherzi a parte, mi sembra uno spettacolo buono, sta andando bene dappertutto... Perché utilizzare così tante energie e risorse nella produzione? Nasce dal mio istinto: fin dalle mie prime date, in Svizzera, tanti anni fa, pretesi dalmio manager, che allora come adesso era Salvadori, di cambiare il promoter estero che non mi convinceva, sempre alla ricerca di una qualità migliore. Infatti la ricerca della qualità è una cosa che ho dentro, ho sempre basato tutto sulla qualità. La produzione di adesso credo sia il massimo che un artista italiano possa fare, oltre questo budget si lavora gratis. Hai messo insieme un team internazionale di grande livello... Sì, ho fatto un mix fra grandi musicisti e tecnici stranieri ed italiani, ma non per paura di non riuscire bene con i soli italiani, che spesso ho utilizzato nei miei tour. Quando vai all’estero, in Europa o in America o in Sud America, ti confronti con mostri sacri, quindi ti devi presentare al meglio, affiancato da persone di alto livello internazionale. Nell’arco di venticinque anni ho sempre investito per far bene, magari guadagnando un po’ meno io stesso, perché il pubblico fosse soddisfatto dei soldi spesi per il biglietto e per rispetto nei suoi confronti. Ti ho visto diverse volte ai concerti dei tuoi colleghi, ti piace andare ai concerti? In effetti ogni concerto, a parte le ovvie personalizzazioni, è piuttosto simile agli altri sotto il punto di vista della produzione, giusto gli U2 ti possono meravigliare; negli altri è la personalità dell’artista che fa la differenza: Springsteen non aveva chi sa cosa, ma lui ha un carisma incredibile. Mi piace andare anche per confrontarmi, per fare esperienza, mi sembra giusto, tutti dovrebbero andare, anche Vasco dovrebbe andare a sentire gli altri... Questo tour sarà molto lungo e sfiancante: come trovi le motiva- zioni per fare sempre una grande serata, non c’è il rischio della routine? Il meccanismo del tour è una cosa particolare: dalle prove fino all’ultimo concerto entri in un vortice che una persona “normale” non reggerebbe, se non sei abituato è meglio che stai a casa! Poi, ovviamente, ci sono le serate in cui hai meno voglia, perché magari sei stanco, non hai riposato bene o hai dormito male... ma alla fine cerco sempre di salire sul palco con la tenacia giusta, anche perché per due ore devo tenere io lo spettacolo, non c’è un break in cui io possa riposarmi, ho solo un minuto e mezzo di uscita. Magari ci sono dei posti in cui vai più volentieri di altri, ma comunque la gente ha pagato, ti ama e tu non devi deluderla, la ricompensi col tuo im- pegno nel dare il massimo. Quest’anno “Ali e Radici” si è aggiudicato il nostro “Best Show 2009”... Vi ringrazio, è una bella cosa. Devo dire che io forse ho il van- taggio di avere un mercato straniero molto ampio e più soldi da spendere, però devo dire che quelli che ho li spendo tutti, non lesino sulla produzione, quindi questo riconoscimento mi fa dav- vero piacere.

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