Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021

Denis de Rougemont (Couvet, 8 settembre 1906 – Ginevra, 6 dicembre 1985)

Abstract: Denis de Rougemont is the author of about thirty books and hundreds of papers. Writer, theologian, philosopher, pro-European activist, he was one of the leading figures of French personalism and of the so-called Non-conformistes des années Trente in France. He was also one of the major theoreticians of the 20th century federalism, and since the 1940s he has devoted himself to the construction of a European federation. He founded the Centre Européen de la Culture in in 1950 and campaigned for the idea of a Europe of the Regions against the functionalist and intergovernmental theories that have been leading the European integration process since its beginnings.

Keywords: Denis de Rougemont – Personalism – Federalism – European identity – Eu- rope of Regions

«Se guardo all’insieme dei miei libri e vi metodo di unione nella diversità e di cerco un principio di coerenza, mi ac- convivenza delle differenze in cui egli corgo che sono sempre stato persona- rinviene l’unico rimedio possibile alla lista in filosofia, federalista in politica, malattia nazionalista che negli ultimi ecumenico sul piano religioso, e che secoli ha contagiato l’Europa, portan- ciò doveva necessariamente portarmi dola sull’orlo del suicidio. L’ecumeni- a mettere la mia riflessione – e la mia smo, inteso come la consapevolezza azione – al servizio del movimento di dell’importanza del dialogo intercon- unione europea». Così si esprimeva fessionale e della necessaria unità delle nel 1962 il filosofo, scrittore e pionie- chiese pur nel riconoscimento delle re del federalismo europeo Denis de loro diversità, ne è invece la traduzio- Rougemont. La dottrina personalista, ne sul piano religioso. Personalismo, maturata da Denis de Rougemont nel federalismo ed ecumenismo condivi- corso degli anni Trenta, è l’asse por- dono per Rougemont gli stessi valori tante di tutto il suo edifico teorico e di fondo, gli stessi obiettivi, una unica speculativo. Fondata sulla nozione visione del mondo, che può declinarsi di “persona” distinta dall’individuo in diversi ambiti e a diversi livelli. Essi, isolato e dal cittadino assorbito nel- scrive il filosofo, «sono i diversi aspetti la collettività – ovvero su un model- di una sola e stessa attitudine spirituale. lo antropologico che è il luogo della Si generano a vicenda e si sostengono contraddizione e in cui convivono la reciprocamente. Hanno le stesse strut- solitudine e la solidarietà, la libertà e la ture e le stesse ambizioni. Alla nozione responsabilità, l’amore per sé e l’amore di unità rigida essi oppongono quella per il prossimo –, essa è anche alla base di comunione». E se nello scenario della sua filosofia politica. Per Rouge- politico europeo otto e novecentesco mont, infatti, il personalismo trova la l’unità rigida si traduce nello stato-na- sua traduzione politica nel federalismo, zione, l’Europa unita e federale rap-

129 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 presenta il suo opposto: la comunione. nel cantone svizzero di Neuchâtel, a Ecumenismo, personalismo, federa- pochi chilometri dalla frontiera con la lismo, Europa sono i temi che per- Francia, Denis Rougemont muore a vadono l’intera opera di Rougemont, Ginevra il 6 dicembre 1985. Le origi- composta da una trentina di libri e ni nobili e la fede protestante della fa- centinaia di articoli, in cui l’eteroge- miglia (il padre è pastore) ne segnano neità degli approcci, dei metodi e degli l’educazione e il percorso intellettuale. stili nasconde una coerenza tematica di Iscrittosi alla Facoltà di lettere di Neu- fondo, in cui tutto si incastra e si com- châtel dopo un diploma in chimica, pleta: il saggio teologico e il manifesto fin da giovanissimo collabora con al- politico, la critica letteraria e il saggio fi- cune prestigiose riviste romande con losofico, la lettera aperta e ilpamphlet , la articoli e recensioni in cui, accanto alle conferenza accademica e il manifesto qualità letterarie e al suo anticonformi- ecologista. Tutti gli scritti di Denis de smo, traspaiono una certa sensibilità Rougemont sono animati da un im- alle questioni morali e politiche ed un pegno temerario e controcorrente, ma evidente desiderio di azione. Nel 1929, mai dogmatico; tutti sono alimentati ancora studente, pubblica un pamphlet da un coraggio intellettuale e da una dal titolo Les Mefaits de l’Instruction pu- passione piena di lucidità e lungimiran- blique, in cui denuncia l’educazione di za e dal persistente sentimento del do- stato e i suoi valori ed insegnamenti, vere di creare, comunicare, cambiare il volti, a suo dire, ad imporre l’egualitari- presente, inventare il futuro. Denis de smo delle conoscenze e a reprimere il Rougemont è un filosofo che intende senso critico e l’espressione delle diffe- rovesciare le categorie speculative e renze. Tre anni più tardi pubblica il suo normative ereditate dal pensiero poli- primo vero libro, Le Paysan du Danube, tico otto e novecentesco e fortemente una raccolta di testi in prosa frutto dei radicate nelle menti e negli spiriti dopo suoi viaggi in Europa centrale alla fine secoli di propaganda stato-nazionale. degli anni Venti. È un rivoluzionario che si batte contro Oltre alle sue qualità letterarie, gli scritti i dogmi del secolarismo e della nuova giovanili di Rougemont rivelano una religione nazionale, convinto della ne- certa sensibilità alle questioni morali e cessità dell’Europa unita, e che non politiche che investono la società eu- esita a criticare aspramente il modo in ropea tra le due guerre. L’aspirazione cui, dal piano Schuman in poi, la si è ad un impegno concreto prende delle voluta unire. In lui coesistono pensie- pieghe rivoluzionarie e lo spinge a tra- ro, scrittura ed azione. Convivono il sferirsi a Parigi (1930), dove lavora in poeta e il militante, il filosofo politico una casa editrice protestante (Je Sers) ed il teologo, lo scrittore e il critico let- e si lega al Club du Moulin-Vert, alle terario. Sempre lontano dalle istituzio- cui riunioni partecipano giovani intel- ni e dai partiti, allergico alla lotta per il lettuali laici, protestanti o cattolici ma potere, ha consacrato la sua opera, il anche filosofi già celebri come Nico- suo impegno e la sua vita all’Europa, las Berdiaev, Gabriel Marcel e Jacques all’Europa del passato, del presente e Maritain. Qui viene in contatto con del futuro. un gruppo di giovani intellettuali non Nato l’8 settembre 1906 a Couvet, conformisti e rivoluzionari che si de-

130 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 finiscono personalisti (tra cui Arnaud luzione spirituale, non violenta e crea- Dandieu, , Alexandre trice. Contro le tendenze collettiviste, Marc, ), con cui centralizzatrici e materialiste all’opera condivide inquietudini e aspirazioni nelle dittature e nelle democrazie libe- politiche. Con essi inizia una intensa rali, essi guardano a un nuovo ordine mo- attività di collaborazione e militan- rale e politico fondato sul primato della za, grazie anche ad alcune riviste che persona e dello spirito. contribuisce a fondare. Denis de Rou- Nello stesso periodo Rougemont gemont vi si distingue per il suo spi- aderisce al movimento personalista rito anti-dogmatico ed anti-ideologico, cattolico Esprit, fondato da Emma- fondato su una salda fede cristiana. I nuel Mounier e ispirato da Jacques suoi scritti rivelano la forte influenza Maritain, e collabora all’omonima ri- della teologia dialettica di Karl Barth, vista, più dottrinaria e meno militante di Lutero, Kierkegaard e Goethe. Con rispetto a L’Ordre Nouveau. Gli articoli Henry Corbin e Albert-Marie Schmi- di stampo teologico e filosofico che dt egli fonda la rivista Hic et Nunc, con vi pubblica confermano la versione l’obiettivo di contribuire ad un rinno- protestante, kierkegaardiana e bar- vamento teologico del protestantesi- thiana del suo personalismo. Molti di mo, pur non perdendo il contatto con essi confluiscono nel suo primo libro la dimensione più concreta, politica e di dottrina e filosofia politica, Politique morale, dell’azione. de la personne (1934), in cui Rougemont Nel 1932 Jean Paulhan, direttore del- ribadisce il primato della persona che, la prestigiosa Nouvelle Revue Française, contrapposta all’individuo e alla massa, gli affida la cura di un volume in cui è per lui il luogo della responsabilità, viene data voce ai diversi movimenti della vocazione e della comunità. Nel- non-conformisti dell’epoca, il Cahier la sua diagnosi della crisi della civiltà de revendications de la jeunesse française. occidentale e dell’uomo moderno, egli Rougemont ne cura l’introduzione denuncia l’ascesa dei miti collettivisti e e le conclusioni, in cui esprime la sua totalitari, il conformismo borghese e fede rivoluzionaria, pur prendendo le l’illusione della democrazia liberale, cui distanze dal materialismo marxista, contrappone una politica «ad altezza cui contrappone una visione perso- d’uomo» circoscritta da una doppia nalista e spirituale della rivoluzione. attitudine: la libertà individuale e la Con Aron, Dandieu (di cui legge La responsabilità nei confronti del pros- révolution nécessaire, 1933) e Alexan- simo e della comunità. La riscoperta dre Marc fonda il movimento Ordre di una «misura umana» e la restaura- Nouveau, che dal 1933 si dota di una zione dei valori concreti della persona, rivista omonima (L’Ordre Nouveau) e la diventano così il fondamento di nuove cui dottrina sarà la fonte di ispirazione istituzioni politiche che a loro volta ne dell’impegno europeista e federalista permettano l’affermazione. di Rougemont nel dopoguerra. Anti- Gli stessi temi saranno approfonditi in capitalisti, anticomunisti ed antinazisti, una seconda opera dottrinaria, Penser di fronte al disordine stabilito che investe avec les mains (1936), in cui, in risposta la civiltà occidentale i non-conformisti alle tesi espresse pochi anni prima da di Ordre Nouveau prospettano una rivo- Julien Benda nel libro La trahison des

131 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 Clercs (1927), Rougemont auspica il rietà mondiale, L’Amour et l’Occident, ritorno ad un pensiero in atto, rein- in cui lo scrittore contrappone due carnato nel reale, non speculativo e re- forme di amore e due rispettivi mo- sponsabile. È innanzitutto la crisi della delli di legami umani, sociali e politici: cultura occidentale che va affrontata, l’amore cristiano, in cui il matrimonio e il conseguente distacco tra il pensie- concretizza l’unità nella diversità, e cui ro e l’azione, perché è questo che sta corrisponde il modello politico del fe- riportando l’Europa verso la guerra. deralismo e delle tensioni feconde che Perciò, di fronte all’incapacità della lo animano, e l’amore-passione, che cultura borghese e di quella marxista aspira ad una fusione impossibile, che di fondare una comunità autentica, e porta alla distruzione degli esseri reali, di fronte ai tentativi fascista, sovietico e il cui carattere delirante e mortifero e nazional-socialista di restaurare con egli rinviene nella passione sintetica del la forza una misura comune, bisogna nazionalismo e nel culto della centra- impegnarsi per ristabilire una misura lizzazione. umana, fondata sul concetto di perso- Rientrato in Svizzera nell’agosto 1939 na e su una cultura autentica, incarnata in seguito alla chiamata alle armi, Rou- nella realtà. Pensare con le mani signi- gemont fonda insieme all’intellettuale fica così fondare una nuova morale del la Ligue du Gothard, pensiero e dell’azione in cui pensare si- movimento di resistenza antinazista gnifichi anche agire, concepire in atti. di cui firma il Manifesto, pubblicato in Dopo un soggiorno dall’autunno tutti i grandi giornali svizzeri. Nel 1940 1935 come lettore di francese all’uni- esce Mission ou démission de la Suisse, una versità di Francoforte, nel 1938 Rou- raccolta di conferenze ed articoli dei tre gemont pubblica il Journal d’Allemagne, anni precedenti in cui, oltre alla difesa cui affida le sue riflessioni sulla ascesa del protestantesimo e alla salvaguardia di Hitler e sulle ragioni più profonde dei valori fondanti la Confederazio- della adesione dei tedeschi al nazismo. ne elvetica, Rougemont ascrive una A suo avviso Hitler non è che un idolo missione particolare alla Svizzera, che di una nuova religione, di fronte a cui coincide con la sua stessa ragion d’es- si inginocchiano le masse ateizzate e sere: difendere ed esportare una con- decomposte da due secoli di razionali- cezione federalista della società e della smo e di individualismo. Nel nazismo politica, il federalismo essendo, a suo egli individua la conseguenza del vuo- avviso, l’unico metodo politico in gra- to spirituale e dell’angoscia del popo- do di garantire il rispetto della persona lo tedesco, la cui unica soluzione è, ai e delle comunità e l’unico modo di ga- suoi occhi, una rinascita spirituale, un rantire la pace in Europa. Il 17 giugno atto di fede cristiana e di rivoluzione 1940, due giorni dopo l’entrata delle morale che portino al potere uomini truppe hitleriane a Parigi, Rougemont responsabili e capaci di dare vita a delle pubblica sulla Gazzette de Lausanne un istituzioni a misura d’uomo: istituzioni articolo dai toni fortemente antinazisti, federali, che sono l’opposto del totali- che provoca l’indignazione dei diplo- tarismo. matici tedeschi a Berna. Lo scrittore Nel 1939 esce il saggio che dopo la viene arrestato per attentato alla neu- guerra darà a Rougemont una noto- tralità svizzera e messa in pericolo della

132 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 sicurezza interna. Le autorità svizzere de Genève del settembre 1946, dedica- optano per un suo allontanamento, te allo spirito europeo. L’8 settembre del cosicché nell’estate del 1940 egli viene 1946, giorno del suo quarantesimo inviato negli Stati Uniti, ufficialmente anno, Rougemont pronuncia il suo per un ciclo di conferenze. L’allonta- primo discorso sull’Europa, che rap- namento, che dovrebbe durare quat- presenta il prologo di un impegno che tro mesi, si prolungherà invece per sei lo accompagnerà per il resto della vita. anni, fino al 1947. Il suo ritorno definitivo in Europa av- Durante gli anni americani Rouge- viene nell’agosto dell’anno dopo: su mont collabora ai bollettini radiofonici invito di Alexandre Marc e Raymond della sezione francese dell’Office of War Silva, Rougemont entra a far parte Information e pubblica alcuni articoli dell’Union Européenne des Fédéralistes, nelle riviste americane sul totalitari- fondata dagli stessi nel dicembre 1946 smo, le origini dell’hitlerismo e il fede- a Parigi e presieduta da Hendrik Brug- ralismo. Oltre alla traduzione inglese mans. In occasione del primo Con- de L’Amour et l’Occident, che riscuote gresso dell’U.E.F. a Montreux (Can- un grande successo, egli pubblica di- ton Vaud) alla fine di agosto del 1947, versi saggi: The Heart of Europe (1941), Rougemont pronuncia il discorso dedicato al modello federale svizzero inaugurale dal titolo L’attitude fédéraliste, come sola alternativa possibile al tota- in cui delinea i principi spirituali e filo- litarismo che dilaga in Europa; La part sofici del federalismo, diventando così, du Diable (1942), sulla figura del diavolo agli occhi di molti militanti dei nume- nel mondo moderno, che trova la sua rosi movimenti europeisti presenti, un manifestazione più evidente e potente porta-parola dell’unità europea e un nella figura di Hitler;Lettres sur la bombe teorico di riferimento del federalismo. atomique (1946) e il Journal des deux mon- Il Congresso di Montreux è il prologo des (1946). La lontananza dall’Europa del Congresso dell’Aia (7-10 maggio e la frequentazione di molti intellettuali 1948), organizzato dal Comitato interna- ed artisti europei (Breton, Duchamp, zionale dei movimenti per l’Unione europea e Chagall, Étiemble, Alexis Léger, Saint- presieduto da Winston Churchill, alla Exupéry, Ernst) fa maturare in Rou- presenza di più di mille partecipanti, il gemont la coscienza della profonda cui scopo è quello di sollecitare la pre- comunità di cultura che unisce i po- sa di coscienza di una Europa unita e poli europei e della necessità di unirsi di giungere alla creazione di istituzioni sulla base dei valori condivisi. È infatti comuni che incarnino tale unità. Rou- durante e grazie a questo soggiorno gemont presiede la Commissione cul- obbligato che egli, a suo dire, scopre turale dei lavori del Congresso e redige l’Europa e individua nella diversità e e legge il rapporto finale del Congres- contraddittorietà dei valori e degli ap- so stesso, il Messaggio agli Europei. In porti culturali che ne hanno segnato la tale Messaggio, il neonato Movimento storia, la cifra della sua unità. europeo, che unisce tutti i movimenti Egli fa un primo ritorno in Europa in presenti al Congresso, chiede la realiz- seguito all’invito a partecipare, insieme zazione di una Europa federale in cui ad intellettuali, artisti e scrittori di tut- sia consentita la libera circolazione de- ta Europa, alle Rencontres Internationales gli uomini, delle idee e dei beni, chiede

133 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 l’istituzione di un Consiglio d’Europa del cristianesimo (il dogma dell’Incar- dotato di poteri concreti (che nascerà nazione, il concetto teologico di Per- l’anno dopo con il Trattato di Londra, sona divina) il momento originario ma senza poteri) e di una assemblea di quella che sarebbe diventata secoli europea in cui siano rappresentate le dopo la civiltà occidentale. Nel 1961 forze vive di tutte le nazioni. All’Aia esce Vingt-huit siècles d’Europe, in cui viene decisa anche l’istituzione di un Rougemont delinea un percorso stori- Centre Européen de la Culture, compito co e letterario dell’idea di Europa vol- che viene affidato a Rougemont in to a dimostrare che l’Europa è molto seno alla Commissione culturale del più antica delle sue nazioni e che, lungi Movimento europeo. Dopo la prima Con- dall’essere un espediente recente, frut- férence européenne de la Culture (Losanna, to degli interessi economici degli stati, dicembre 1949), che ha l’obiettivo di l’unità europea è un ideale le cui origini definire metodi ed obiettivi di un’azio- risalgono molto indietro nel tempo. A ne culturale volta a promuovere l’unità partire dallo stesso anno Rougemont europea, nascono così il Collegio d’Eu- lancia una Campagne d’Education civique ropa di Bruges e, ispirato e diretto fin européenne che fino al 1974 sarà ani- da subito (e fino alla morte) da Rou- mata dal CEC in collaborazione con gemont, il Centre Européen de la Culture, l’Associazione europea degli insegnanti, con inaugurato ufficialmente a Ginevra il lo scopo di formare degli insegnanti 7 ottobre 1950, la cui ragion d’essere che divulghino presso i loro studen- è quella di dare vita ad iniziative cultu- ti il processo di integrazione europea rali per sviluppare negli europei la co- in corso, nel contesto di un’opera di scienza dell’esistenza di un patrimonio promozione di un autentico civismo culturale comune. Grazie all’attivismo europeo. Tra le altre importanti inizia- di Rougemont, che estenderà l’azione tive di Rougemont vi è la fondazione del CEC dalla cultura alla scienza e alla dell’Institut universitarie d’études européennes ricerca, nasceranno il Conseil Européen all’università di Ginevra nel 1963 (di- pour la Recherche Nucléaire (CERN) di venuto dal 2014 Global Studies Instutute). Ginevra e la Fondation Européenne de la A partire dagli anni Sessanta la rifles- Culture (diretta inizialmente da Rou- sione e l’azione di Rougemont si fo- gemont stesso), finalizzata al finan- calizzano sul tema delle regioni, di cui ziamento delle attività culturali e della elabora un concetto originale ed inno- ricerca indipendente dagli stati. vativo, slegandole dalla sola dimensio- Presidente del Congrès pour la Liberté de ne etnica e individuandole come «spa- la Culture dal 1952 al 1966, costituito zi di partecipazione civica» costituiti da intellettuali anticomunisti e volto da grappoli di comuni che si federano alla difesa dei valori culturali europei di volta in volta attorno a funzioni e di fronte alla propaganda sovietica, problemi concreti da risolvere. Egli Rougemont si interessa negli anni Cin- è uno dei primi teorici delle regioni quanta dei rapporti tra la civiltà occi- transfrontaliere e, resosi conto dell’im- dentale e orientale, dedicando al tema possibilità di una Federazione europea il libro L’Aventure occidentale de l’homme fondata sugli stati, elabora il progetto di (1957), in cui individua nei dogmi sta- una Federazione europea delle regioni biliti dai grandi concili dei primi secoli che riposi sul principio della pluralità

134 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 delle appartenenze e delle geometrie egli si è consacrato, in particolare, a variabili e che permetta una partecipa- partire dall’immediato dopoguerra, zione comunitaria che lo stato-nazio- dopo averne posto in precedenza le ne centralizzato non può più garantire. basi teoriche. Frutto di una continua Sono temi che egli sviluppa in alcune rielaborazione e di continui aggiusta- fondamentali opere degli anni Settan- menti, dettati dall’evoluzione del con- ta, tra cui L’Un et le Divers e Lettre ouverte testo politico internazionale e delle aux Européens (entrambi del 1970) e nel tendenze interne agli stati, ma dettati suo ultimo grande saggio di filosofia anche dallo stesso cammino di costru- politica e morale, L’avenir est notre affai- zione europea con cui egli si confron- re (1977), in cui alla causa federalista tava, il progetto rougemontiano per e regionalista affianca l’ecologismo, l’Europa del futuro, nella sua elabora- individuando nella convergenza dei zione più compiuta, è sicuramente am- movimenti ecologisti, regionalisti e bizioso e del tutto originale. L’Europa federalisti la possibilità per un cambio che si stava costruendo sulla base del di rotta nella costruzione dell’Europa metodo funzionalista e intergovernati- del futuro, e giungendo a supportare i vo non gli piaceva e lo spingeva verso movimenti contro il nucleare e a met- posizioni sempre più critiche. Ma egli tere in causa l’ideologia della crescita non condivideva nemmeno i progetti illimitata e dello sfruttamento indiscri- federalisti “classici”, i quali guardavano minato delle risorse naturali, che sono al metodo “costituente” e alla costru- a suo avviso l’espressione più concreta zione di una federazione europea sul della subordinazione della libertà della modello degli Stati Uniti d’America. persona alla potenza dello stato. Rite- Rougemont era convinto che ogni nendo che l’ecologia debba essere po- progetto di unione politica dovesse sta alla base di un progetto di società fondarsi su un preliminare accordo fondata sulla persona, nel 1976 egli quanto alle origini, alle componenti fonda l’associazione Ecoropa. A parti- culturali e ai valori morali e spirituali re dal 1978 Rougemont intraprende la che hanno plasmato la civiltà europea redazione di un Dictionnaire international e segnato la sua storia. Ma rimontare du Fédéralisme che uscirà postumo nel alle origini dello spirito europeo si- 1994, mentre dedica gli scritti degli gnificava per Rougemont considerare ultimi anni al tema della cultura euro- l’Europa non come un fatto geogra- pea e ad una critica serrata del meto- fico o una realtà storica, né come un do funzionalista che è stato posto alla soggetto politico attuale o potenziale, base dell’integrazione europea e dell’e- ma come un ideale, un fatto spirituale, stensione dei poteri della Commissio- una cultura. «A che servirebbe dotare ne della CEE deplorando la progres- l’Europa di istituzioni comuni, fossero siva sottrazione dei poteri di iniziativa anche tecnicamente perfette – si chie- politica al Consiglio d’Europa, su cui deva – se gli Europei di domani non fin dal Congresso dell’Aia aveva ripo- credessero più ai loro valori, ai loro sto molte speranze. ideali, a tutto ciò che ha fatto la gran- La vita e l’opera di Denis de Rouge- dezza dell’Europa?». E la questione dei mont si confondono dunque con la valori in nome dei quali unire l’Europa causa della federazione europea, cui era inestricabilmente legata per Rou-

135 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 gemont a quella dei fini: un progetto dunque tradurre nella sua formula, nei che fosse veramente convincente ed suoi principi organizzatori, nelle sue efficace non doveva partire dai mezzi strutture e istituzioni politiche le con- (istituzioni politiche ed economiche), traddizioni che abitano e definiscono ma dai fini che investono l’idea stessa la cultura europea, guardandosi bene di Europa, la sua essenza, la sua anima, dal cercare di risolverle. Ed è ciò che che si vuole difendere o resuscitare. ha portato Rougemont ad individua- Ciò significava pensare l’Europa unita re nell’unione nella diversità, che coincide non come un espediente economico o con il federalismo, l’unico modello di politico, ma come un ideale cui tende- unione possibile per l’Europa, l’unico re: «cominciare dalla cultura significa tipo di regime politico che permetta di garantire fin dall’inizio e ristabilire (…) unirsi senza rinnegare la propria spe- il primato dei fini che una società si dà, cificità culturale e senza rinunciare alla garantire la conformità di tali fini pro- propria autonomia politica. Antitesi clamata con dei mezzi politici e le atti- del nazionalismo, che per Rougemont vità economiche che mette in opera al significava l’anti-Europa per definizio- loro servizio». ne, il federalismo figurava dunque per Rougemont pensava così la questione lui la trasposizione nell’ordine politico europea a partire dall’unità plurimille- delle tensioni costitutive che abitano la naria di una cultura anteriore alle cultu- persona, e di riflesso la civiltà europea, re nazionali, di cui essa non è dunque ma anche la condizione della sua dife- la somma o il risultato e che essa tra- sa, del suo sviluppo e della sua realiz- scende. Una unità culturale che è però zazione. fondata sull’idea della contraddizione, L’Europa federale immaginata da in cui Rougemont individuava l’arche- Rougemont era un’Europa fondata tipo spirituale, mentale ed esistenziale sulla polemica permanente e lo scam- che definisce la condizione dell’uomo bio dialettico della miriade di diversità europeo. L’unità culturale europea si che la compongono, e che non sono concretizzava così, per Rougemont, in le diversità nazionali; non era l’Europa una unità non unitaria, perché fin dalle degli stati o delle patrie, ma l’Europa sue origini essa si basa sulla diversità, delle regioni: un’Europa che dove- sull’antinomia dei contrari, su una po- va costruirsi dal basso, superando lo lemica infinita e a volte tragica tra com- stato-nazione tramite un doppio mo- ponenti morali, spirituali, politiche, vimento di federalizzazione all’inter- culturali di origine e provenienza di- no dello stato e di federazione tra le versa, che nulla debbono agli stati-na- nuove entità regionali che sarebbero zione moderni e alle presunte “cultu- nate dalla sua scomposizione, spesso re nazionali”. Nella contraddizione attraversando le vecchie frontiere na- che segna la condizione spirituale ed zionali. Le regioni a loro volta erano esistenziale dell’uomo europeo Rou- pensate come federazioni di comuni gemont non rinveniva solo il segreto funzionalmente uniti attorno ad anti- dell’Europa, il motore della sua evolu- che o nuove esigenze amministrative, zione e la cifra della sua unità culturale, economiche, ecologiche, commerciali ma anche il punto di riferimento della o culturali. L’Europa più autentica era sua futura unione politica, che doveva così quella che mette al centro la co-

136 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 munità e non lo stato, la persona libera non doveva essere la potenza, ma la e responsabile, e non l’individuo isola- libertà, la partecipazione, l’autonomia, to ed egoista o il cittadino perso nella la comunità. collettività. Era un’Europa il cui fine

Bibliografia

Fonti Nel marzo 2020 è stato inaugurato il sito internet Rougemont 2.0. L’intégrale de Denis de Rougemont en libre accès, che ha reso disponibile l’opera omnia di Denis de Rouge- mont. L’edizione digitale e scientifica di tutti i libri, gli articoli, i manoscritti inediti, la corrispondenza e altri documenti di Denis de Rougemont è stata realizzata da una équipe di ricercatori del Global Studies Institute dell’Università di Ginevra, tra cui Nicolas Stenger, François Saint-Ouen e Jonathan Wenger. Si veda: https://www. unige.ch/rougemont/. a) Opere Les Méfaits de l’Instruction publique, Les Petites Lettres de Lausanne, Lausanne 1929 / Les Méfaits de l’Instruction publique 1927, aggravés d’une Suite des Méfaits 1972, Eureka, Lausanne 1972 – trad. it. di G. Bianco: I misfatti dell’istruzione pubblica, Prefazione di Bruno Bordignon, Introduzione di Alberto Mingardi, Rubbettino, Soveria Man- nelli 2005 Le Paysan du Danube, Librairie Payot & Cie, Lausanne-Genève 1932 / Le Paysan du Danube suivi de Quand je me souviens, c’est l’Europe et de Suite neuchâteloise, L’Âge d’Homme, Lausanne 1982 Politique de la Personne. Problèmes, doctrines et tactique de la révolution personnaliste, Je sers, 1934 / Nouvelle édition, revue et augmentée, Je sers, Paris 1946 Penser avec les mains, Albin Michel, Paris 1936 / Gallimard, Paris 1972 – trad. it. di N. Bombaci: Pensare con le mani. Le radici culturali della crisi europea, a cura di Damiano Bondi, Transeuropa, Massa 2012 Journal d’un intellectuel au chômage, Albin Michel, Paris 1937 – trad. it.: Diario di un intel- lettuale disoccupato, Roma, Fazi 1997 Journal d’Allemagne, Gallimard, Paris 1938 L’Amour et l’Occident, Plon, Paris 1939 / Édition augmentée, 1956 / Édition défi- nitive, 1972 – trad. it. di L. Santucci: L’amore e l’Occidente. Eros, morte abbandono nella letteratura europea, BUR, Milano 2006 Nicolas de Flue. Legende dramatique en 3 actes, L’Institut neuchâtelois, Neuchâtel 1939 Mission ou démission de la Suisse, Éditions de la Baconnière, Neuchâtel 1940 Qu’est-ce que la Ligue du Gothard?, Éditions de la Baconnière, Boudry 1940 The Heart of Europe, Duell, Sloane & Pearce, New York 1941 [con Charlotte Tou- zaline-Muret] La part du Diable, Brentano’s, New York 1942 / Gallimard, Paris 1982 [con una

137 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 Postface après quarante ans] Les personnes du drame, Pantheon Books, New York 1944 / Éditions de la Ba- connière, Neuchâtel 1945 Lettres sur la bombe atomique, Brentano’s, New York 1946 / Gallimard, Paris 1946 Journal des deux mondes, Guilde du Livre, Lausanne 1946 Vivre en Amérique, Stock, Paris 1947 Doctrine fabuleuse, Ides et Calendes, Neuchâtel 1947 Suite neuchâteloise, Ides et Calendes, Neuchâtel 1948 L’Europe en jeu, Éditions de la Baconnière, Neuchâtel 1948 – trad. it. di L. Santucci: Vita o morte dell’Europa, Edizioni di Comunità, Milano 1949 [Con un’appendice ine- dita per l’edizione italiana dal titolo: Conclusione provvisoria: febbraio 1949, pp. 137-151] Lettres aux députés Européens, Ides et Calendes, Neuchâtel 1950 Les libertés que nous pouvons perdre, Société des Éditions des Amis de la liberté, Paris 1951 – trad. it.: La libertà che potremmo perdere, Comitato italiano per la libertà della cultura, Roma 1951 La Confédération helvétique, Le Rocher, Monaco 1953 L’Aventure occidentale de l’homme, Albin Michel, Paris 1957 / L’Âge d’Homme, Lau- sanne 2002 [con una Préface di Christophe Calame] Comme toi-même, Albin Michel, Paris 1961 Vingt-huit siècles d’Europe. La conscience européenne à travers les textes: d’Hésiode à nos jours, Payot, Paris 1961 Les Chances de l’Europe, Éditions de la Baconnière, Neuchâtel 1962 The Christian Opportunity, trans. by D. Lehmkuhl, Holt, Rinehart & Winston, New York 1963 – trad. it. a cura delle Suore del Monastero russo “Uspenshi” in Roma: L’opportunità cristiana, Edizioni Paoline, Alba 1966 La Suisse ou l’histoire d’un peuple heureux, Hachette, Paris 1965 / Livre du Mois, Lau- sanne 1970 [con una Préface 1970] / L’Âge d’Homme, Lausanne 1989 – trad. it. di E. Bernasconi: La Svizzera. Storia di un popolo felice, prefazione di Emilio Raffaele Papa, Armando Dadò Editore, Locarno 1998 Fédéralisme culturel, Éditions de la Baconnière, Neuchâtel 1965 – trad. it. di C. Cos- tantini: Federalismo culturale, Pagine d’Arte, Lugano 2010 Journal d’une époque, Gallimard, Paris 1968 L’Un et le Divers ou la Cité européenne, Éditions de la Baconnière, Neuchâtel 1970 – trad. it. di R. Feltrin e G. de Bortoli: L’Uno e il Diverso. Per una nuova definizione del federalismo, Introduzione di Giuseppe Goisis, Edizioni Lavoro, Roma 1995 Lettre ouverte aux Européens, Albin Michel, Paris 1970 Le Cheminement des esprits, Éditions de la Baconnière, Neuchâtel 1970 Les Dirigeants et les finalités de la société occidentale, Centre de recherches européennes, Lausanne 1972 L’avenir est notre affaire, Stock, Paris 1977 – trad. it.: L’avvenire è nelle nostre mani, Edi-

138 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 zioni Paoline, Roma 1979 Rapport au peuple européen sur l’état de l’union de l’Europe, Stock, Paris 1979 [con il grup- po Cadmos] Inédits, extraits de cours choisis et présentés par Jean Mantzouranis et François Saint-Ouen, Éditions de la Baconnière, Neuchâtel 1988 Dictionnaire international du Fédéralisme, Sous la direction de Denis de Rougemont, Edité par François Saint-Ouen, Bruylant, Bruxelles 1994 Œuvres complètes de Denis de Rougemont, t. III: Écrits sur l’Europe, édition établie et présentée par Christophe Calame, Éditions de la Différence, Paris 1994, 2 voll. b) Selezione di articoli e saggi Solutions pratiques?, in «Hic et Nunc», n. 2, 1933, pp. 37-42 Dialectique des fins dernières, in «Hic et Nunc», n. 3-4, 1933, pp. 95-101 Grammaire de la personne, in «Hic et Nunc», n. 5, 1934, pp. 18-23 Définition de la personne, in «Esprit», n. 27, 1934, pp. 368-382 On the Devil and Politics, in «Christianity and Crisis», vol. I, n. 9, 1941, pp. 2-5 The Idea of a Federation, in «The Virginia Quarterly Review», vol. 17, n. 4, 1941, pp. 491-501 Quelle guerre cruelle, in «L’Arche», vol. 2, n. 6, 1944, pp. 69-78 L’esprit européen, in J. Benda - G. Bernanos - K. Jaspers [et alii], L’esprit européen. Textes in-extenso des conférences et des entretiens organisés par les Rencontres internationales de Genève, 1946, Éditions de la Baconnière, Neuchâtel 1947, pp. 143-164 Fédéralisme et œcuménisme, in «Foi et vie», n. 34, 1946, pp. 621-639 L’attitude fédéraliste, in «La Nef», n. 35, 1947, pp. 49-60 / in Union européenne des fédéralistes, Rapport du premier Congrès annuel de l’UEF, 27-31 août 1947, Montreux (Suisse), U.E.F., Genève 1947, pp. 8-16 – trad. it.: Principî della dottrina federalista, in Piccola antologia federalista, a cura di M. Carmellini, Giovane Europa, Roma 1957, pp. 33-48 Université et universalité dans l’Europe d’aujourd’hui, in «Revue de Paris», n. 10, 1950, pp. 1-13 L’Europe et sa culture, in «Revue de Paris», n. 11, 1950, pp. 79-90 The Conquest of Anarchy, in «Saturday Review of Literature», vol. XXXIV, n. 2, 1951, pp. 16-18 Le sens de nos vies ou l’Europe, in «Preuves», n. 16, 1952, pp. 3-8 Culture et politique européenne, in «Bulletin du Centre Européen de la Culture», n. 6, 1952, pp. 3-7 Deux notes sur la souveraineté nationale, in «Courrier fédéral», n. 6-7, 1954, pp. 33-36 Fédéralisme et nationalisme, in «La Fédération», n. 29, 1954, pp. 1-16 Relance européenne?, in «Bulletin du Centre Européen de la Culture», n. 5/3, 1956, pp. 1-2

139 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 Introduction, in H. Brugmans - J. Martin - R. Racine - D. de Rougemont - D. Si- djanski, L’Europe s’inscrit dans les faits, Union européenne des fédéralistes, Paris 1957, pp. 2-3 – trad. it. di A. Chiti-Batelli: L’Europa è imposta dai fatti, Centre Européen de la Culture, Genève 1957, pp. 2-3 Les options fondamentales de l’Europe, in Annuaire 1957 de l’Institut universitaire d’études européennes, Institut universitaire d’études européennes, Turin 1957 De l’unité de culture à l’union politique, in «La Table ronde», n. 113, 1957, pp. 10-15 I nuovi padroni del Cremlino, in Angelo Tasca, Autopsia dello stalinismo: con il testo del “Rapporto Krusciov” e un saggio di Denis de Rougemont, Edizioni di Comunità, Milano 1958, pp. 253-272 Un essai de synthèse, in «Bulletin du Centre Européen de la Culture», n. 5/2, 1958, pp. 35-40 Introduzione, in Max Beloff, L’Europa e gli europei, Milano, Edizioni di Comunità, 1960, pp. 11-24 Le nationalisme et l’Europe, in «La Table Ronde», n. 147, 1960, pp. 9-26 Originalité de la culture européenne comparée aux autres cultures, in «Caractère et Culture de l’Europe – Revue de la Fondation Européenne de la Culture», n. 2-3, 1960, pp. 28-34 La culture et l’union de l’Europe, in «Caractère et culture de l’Europe - Revue de la Fondation Européenne de la Culture», n. 7, 1962, pp. 9-13 Éclipse ou disparition d’une civilisation?, in «Stato sociale», n. 6, 1960, pp. 546-561 Orientation vers une Europe fédérale, in «Bulletin SEDEIS», suppl. II Futuribles, n. 56, 1963, pp. 3-34 Aspects fédéralistes dans les plans et projets d’union européenne du Moyen Âge à nos jours, in «Bastions de Genève», n. 11, 1963, pp. 61-72 Au-delà des Nations, in «Janus», n.s., n. 15, 1967, pp. 81-89 Civisme et culture (notamment artistique), in «Bulletin européen», n. 8/9, 1967, pp. 3-7 Vingt langues, une littérature, in «Bulletin du Centre Européen de la Culture», n. 13/1, 1967, pp. 29-33 Vers une Fédération des Régions, in «Bulletin du Centre Européen de la Culture», n. 2, 1967-1968, pp. 35-56 L’Europe des Régions, in «Europa», n. 5, 1968, pp. 36-43 La région n’est pas un mini État-Nation, in «Bulletin du Centre Européen de la Cultu- re», n. 5-6, 1969-1970, pp. 31-40 Dépolitiser la politique, in «Contrepoint», n. 3, 1971, pp. 33-41 Arnaud Dandieu la révolution et les régions, in «L’Europe en formation», n. 132, 1971, pp. 11-12 L’héritage culturel de l’Europe (Préface), in Les mémoires de l’Europe, sous la dir. de Je- an-Pierre Vivet, Robert Laffont, Paris 1971, t. III Europe divisée ou Europe fédérée?, in Fondation européenne de la Culture, L’Europe de l’an 2000, Fayard, Paris 1972, pp. 169-199

140 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 Aspects culturels de la coopération transfrontalière, in «Bulletin du Centre Européen de la Culture», n. 13/2, 1972, pp. 67-84 Panorama de la culture européenne de la Grèce antique à nos jours, in Archives D. de R., Mars 1973, inedito Recherche pour un modèle de société européenne, in «Documents pour l’enseignement», n. 9, 1974, pp. 1-6 Stratégie de l’Europe des Régions, in «Bulletin du Centre Européen de la Culture», n. 14/1, 1974, pp. 3-20 Les grandes béances de l’histoire, in «L’Europe des Régions», n. 4, 1974, pp. 61-66 Journal d’un Européen (Fragments), in «Bulletin du Centre Européen de la Culture», n. 2-3, 1974, pp. 3-62 Les régions transfrontalières de l’Europe, in «Bulletin du Centre Européen de la Culture», n. 1-2, 1975, pp. 55-67 Pourquoi des Régions?, in «Bulletin du Centre Européen de la Culture», n. 15/1-2, 1975, pp. 9-17 De l’Europe des États coalisés à l’Europe des peuples fédérés, in «Monatschefte», H. 5, 1978, pp. 1-16 La Chronique européenne, in «Cadmos», n. 4, 1978, pp. 97-104 L’Europe comme invention de la culture, in «Cadmos», n. 7, 1979, pp. 14-25 Formule d’une Europe parallèle ou rêverie d’un fédéraliste libertaire, in Mélanges Fernand De- housse, Nathan-Labor, Paris-Bruxelles 1979, vol. II, pp. 29-30 Notes pour une étique du fédéralisme, in Menschenrechte, Föderalismus, Demokratie. Festschrift zum 70. Geburtstag von Werner Kägi, Schulthess Polygr. Verlag, Zürich 1979, pp. 259- 265 Écologie, Régions, Europe fédérée: même avenir, in «Cadmos», n. 5, 1979, pp. 5-12 L’Europe comme invention de la culture, in «Cadmos», n. 7, 1979, pp. 14-25 Utopie, technique, État-nation, in «Cadmos», n. 9, 1980, pp. 122-128 Madame de Staël et “L’esprit européen”, in «Cadmos», n. 10, 1980, pp. 5-11 Actualité de Benjamin Constant [Préface], in B. Constant, De l’Esprit de conquête, Éditions Pierre-Marcel Favre, Lausanne 1980, pp. 7-24 La contribution des cultures nationales, in L’Europe une et diverse, Centre d’études pratiques pour la négociation internationale, Genève 1982 Le patrimoine européen: unité et singularité, in Archives D. de R. (1984), in Écrits sur l’Europe, vol. II, pp. 770-774 L’État-nation contre l’Europe (Notes pour une histoire des concepts), in «Cadmos», n. 25, 1984, pp. 88-112 35 ans d’attentes déçues mais d’espoir invaincu: le Conseil de l’Europe, in «Cadmos», n. 30, 1985, pp. 491-512

141 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 Letteratura secondaria Ackermann B.,- Saint-Ouen F., s.v. “Rougemont, Denis de (1906-1985)”, in Diction- naire international du Fédéralisme, Sous la direction de Denis de Rougemont, Edité par François Saint-Ouen, Bruylant, Bruxelles 1994, pp. 259-266 Ackermann B., Denis de Rougemont: Une biographie intellectuelle, Labor et Fides, Genève 1996, 2 voll. Id., Denis de Rougemont. De la personne à l’Europe. Essai biographique, Préface de Hen- ri-Charles Tauxe, Postface de Claude Haegi, L’Âge d’Homme, Lausanne 2000 Autour de “L’Avenir est notre affaire”, Textes réunis et présentés par Gérard de Puymège, Fondation Charles Veillon, Lausanne 1984 Benda J. - Bernanos G. - Jaspers K. [et alii], L’esprit européen. Textes in-extenso des confé- rences et des entretiens organisés par les Rencontres internationales de Genève, 1946, Éditions de la Baconnière, Neuchâtel 1947 Bondi D., Trilogia della persona. Il pensiero filosofico e l’impegno politico di Denis de Rougemont (1906-1985), in «Persona - Periodico di Studi e Dibattito», II, 2011, pp. 115-129 Id., La Persona e l’Occidente. Filosofia, religione e politica in Denis de Rougemont, Mimesis, Milano-Udine 2014 Brugmans H. - Martin J. - Racine R. - de Rougemont D. - Sidjanski D., L’Eu- rope s’inscrit dans les faits, Union européenne des fédéralistes, Paris 1957 – trad. it. di A. Chiti-Batelli: L’Europa è imposta dai fatti, Centre Européen de la Culture, Genève 1957 Buß M., Intellektuelles Selbstverständnis und Totalitarismus. Denis de Rougemont und Max Rychner: zwei Europäer der Zwischenkriegszeit, Peter Lang, Frankfurt a.M. 2005 Calame C., La morale du but, in D. de Rougemont, L’Aventure occidentale de l’homme, Préface de C. Calame, L’Âge d’Homme, Lausanne 2002, pp. VII-XV Campiche C., Denis de Rougemont. Le séducteur de l’Occident, Georg, Genève 1999 Cesarani R., Un’idea diversa dell’Europa: da Denis de Rougemont a Jürgen Habermas, in Ernst Curtius e l’identità culturale dell’Europa. Atti del XXXVII Convegno Interuniversitario (Bressanone/Innsbruck, 13-16 luglio 2009), a cura di I. Paccagnella e E. Gregori, Ese- dra, Padova 2011, pp. 143-151 Danese A., Il modulo personalista unità-diversità per l’unità federale dei popoli europei. L’ap- porto di E. Mounier e Denis de Rougemont, in «Melita Theologica», XXXIX, 2, 1988, pp. 127-154 Deering M. J., Combats acharnés: Denis de Rougemont et les fondements de l’unité européenne, Fondation Jean Monnet pour l’Europe – Centre de recherches européennes, Lau- sanne 1991 Denis de Rougemont, in «Cadmos - Cahiers trimestriels du Centre Européen de la culture», n. 33, 1986 [numero monografico dedicato a Denis de Rougemont] Denis de Rougemont. De Neuchâtel à l’Europe, Textes de B. Ackermann - J. Blot - M. J. Deering [et alii] réunis par S. Robert et M. Schmidt-Surdez, Avant-propos de Mi- chel Schlup, in «Nouvelle Revue neuchâteloise», n. 47, 1995 [numero monografico dedicato a Denis de Rougemont]

142 Heliopolis Culture Civiltà Politica Anno XIX ISSN 2281-3489 Numero 1 – 2021 Denis de Rougemont, aujourd’hui, [s.c.] L’Âge d’Homme, Lausanne 2007 Denis de Rougemont, l’écrivain, l’européen: Études et témoignages publiés pour le soixante-dixième anniversaire de Denis de Rougemont par André Reszler et Henri Schwamm, Éditions de La Baconnière, Neuchâtel 1976 Denis De Rougemont. Une vie pour l’Europe: Exposition du 6 octobre 1995-2 mars 1996, catalogue établi par Sylvia Robert et Maryse Schmidt-Surdez, avant-propos de Mi- chel Schlup, Bibliothèque publique et universitaire, Neuchâtel 1995 Denis de Rougemont: La vita e il pensiero, a cura di S. Locatelli e G. Huen De Florentiis, Ferro, Milano 1965 Denis de Rougemont, l’Européen, sous la direction de D. Sidjanski, avec la collaboration de François Saint-Ouen, Fondation Martin Bodmer, Cologny (Genève) 2006 Dictionnaire international du Fédéralisme, sous la direction de D. de Rougemont, Édité par François Saint-Ouen, Bruylant, Bruxelles 1994 Du personnalisme au fédéralisme européen: En hommage à Denis de Rougemont. Colloque or- ganisé par la Fondation Denis de Rougemont pour l’Europe et le Centre Européen de la Culture – Genève 21-23 avril 1988, Éditions du Centre Européen de la Culture, Genève 1989 Dubreuil H. E., The Personalism of Denis de Rougemont: Spirituality and Politics in 1930s Europe, University of Cambridge, Cambridge 2005 Frigerio F., s.v. “Fédéralisme chez Rougemont”, in Dictionnaire international du Fé- déralisme, Sous la direction de D. de Rougemont, Édité par François Saint-Ouen, Bruylant, Bruxelles 1994, pp. 202-204 Goisis G., Riscoprire un federalismo solidale, in D. de Rougemont, L’uno e il diverso. Per una nuova definizione del federalismo, Introduzione di G. Goisis, Edizioni Lavoro, Roma 1995, pp. VII-LIV Gouzy J.-P., Denis de Rougemont, l’Europe et la crise du XXe siècle, in «L’Europe en For- mation», n. 3, 2006 Graber A.-C., Denis de Rougemont: Une philosophie politique et une pensée européenne pour éclairer notre temps, Slatkine, Genève 2010 Haener J., De la pensée de Denis de Rougemont au concept de citoyenneté européenne: divergence ou convergence?, Mémoire présenté pour l’obtention du Master en études européennes, Rédigé sous la direction de F. Saint-Ouen, Juré: M. Roissard de Bellet, Genève, mars 2011, Institut Européen de l’Université de Genève, Collection Euryopa, vol. 68, 2011 Kinsky F., Fédéralisme et personnalisme, in «L’Europe en formation», n. 309, 1998, pp. 7-36 Koechlin J., Trois positions en débat sur le fédéralisme européen, in «Esprit», n. 392, 2013, pp. 119-122 L’Europe de Denis de Rougemont, éd. par F. Saint-Ouen, Academia/L’Harmattan, Louvain-la-Neuve 2014 Loubet Del Bayle J.-L., Les non-conformistes des années Trente: Une tentative de renouvelle- ment de la pensée politique française, Éditions du Seuil, Paris 1969

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Giangiacomo Vale

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