Piano Regolatore Generale del di Pergine

COMUNE DI PROVINCIA DI

P.R.G.

RELAZIONE ILLUSTRATIVA Allegato M

Il Dirigente: Moar dott. ing. Loris

Il Progettista: Leoni dott. arch. Pietro

Collaboratori: Lorenzi p.i. Elio Faccenda p.i. Stefano Miniucchi dott. arch. Andrea Bonecher rag. Giorgio

Approvazione della Giunta Provinciale con delibera d.d. 08 FEBBRAIO 2002 n. 192 Pubblicazione sul B.U. della Regione A.A. d.d. 26 FEBBRAIO 2002 n. 9

2 Relazione Illustrativa

Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

INDICE

1.0 - IL NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE: LE PREMESSE 6

2.0 - LA FILOSOFIA DEL PIANO 7 2.1 - PREMESSA 7 2.2 - OBIETTIVI: DALLA QUANTITA' ALLA QUALITA' 8 2.3 - L'AMBIENTE E L'URBANO 10 2.4 - SPECIFICITÀ DEL PIANO 10 2.5 - NOTA DEL PROGETTISTA 11

3.0 - LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO DI LIVELLO SOVRACOMUNALE 12 3.1 - PREMESSA 12 3.2 - INDICAZIONI DEL PIANO URBANISTICO PROVINCIALE 12 3.2.1 INDICAZIONI SOCIO ECONOMICHE: 12 3.2.2 INDICAZIONI AMBIENTALI: 13 3.2.2.1 I GRANDI LAGHI DI LEVICO E 13 3.2.2.2 DA SERSO A MADRANO 14 3.2.3 INDICAZIONI SUL SISTEMA INSEDIATIVO 14 3.2.4 INDICAZIONI SUL SISTEMA INFRASTRUTTURALE 15 3.2.5 ORIENTAMENTI PER LA PIANIFICAZIONE SUBORDINATA 16 3.3 - INDICAZIONI PIANIFICATORIE DEI COMUNI LIMITROFI 16

4.0 - IL PIANO REGOLATORE GENERALE: ELEMENTI 18 4.1 - PREMESSA 18 4.2 - RAFFRONTO NORMATIVO DEL P.R.G. ’99 RISPETTO AL P.R.G. ’91 19 4.2.1 PREMESSA 19 4.2.2 CONTENUTI DELLE NORME DI ATTUAZIONE 19 4.2.3 CRITERI 20 4.3 - CONTENUTI DI PIANO REGOLATORE 24

5.0 - SISTEMA AMBIENTALE 26 5.1 - ANALISI PAESAGGISTICO AMBIENTALE 26 5.2 - CARTOGRAFIA DEL SISTEMA AMBIENTALE 27 5.3 - AREE DI TUTELA AMBIENTALE 27 5.4 - SINTESI GEOLOGICA 28 5.4.1 PROTEZIONE IDROGEOLOGICA E RELAZIONE GEOLOGICA-GEOTECNICA 29 5.4.2 CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA 29 5.4.3 CARATTERIZZAZIONE GEOMORFOLOGICA 30 5.4.4 CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA 30 5.4.5 CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA 31 5.4.6 CARATTERIZZAZIONE GEOMECCANICA 31 5.5 - AREE IDENTIFICATE COME CENTRI STORICI 31 5.6 - IL SISTEMA DEI LAGHI 32 5.6.1 IL SISTEMA DELLE ACQUE SUPERFICIALI 32 5.6.2 IL SISTEMA DELLA PROTEZIONE DEI LAGHI 33 5.6.2.1 L’ATTUALE DISCIPLINA NORMATIVA PER LA PROTEZIONE DEI LAGHI 33 5.6.2.2 CARATTERISTICHE AMBIENTALI DEI LAGHI 34 5.6.2.3 LE SCELTE PROGETTUALI 34 5.7 I BIOTOPI 35 5.7.1 RIFERIMENTI LEGISLATIVI 35 5.7.2 I CRITERI PER LA DELIMITAZIONE DELLE ZONE INDIVIDUATE A BIOTOPO DI INTERESSE 36 LOCALE 5.7.3 DIMENSIONE E CARATTERISTICHE DELLE AREE INDIVIDUATE COME BIOTOPI DI 37 INTERESSE LOCALE 5.8 - AREE DI RECUPERO AMBIENTALE 38 5.9 - AREE ARCHEOLOGICHE 38 5.9.1 L’ATTUALE DISCIPLINA NORMATIVA DELLE AREE DI INTERESSE STORICO 38 5.9.2 METODOLOGIA D’INTERVENTO SULLE AREE ARCHEOLOGICHE INDICATE DAL PIANO 39 URBANISTICO PROVINCIALE 5.9.3 CARATTERISTICHE DELLE AREE SOGGETTE A TUTELA ARCHEOLOGICA 41 5.10 - MANUFATTI E SITI DI RILEVANZA CULTURALE 43 5.11 - ZONE DI RILEVANZA AMBIENTALE E CULTURALE 43 5.12 - BENI DI INTERESSE AMBIENTALE E NATURALISTICO INDIVIDUATI DALLA GIUNTA 44 PROVINCIALE 5.13 - TABELLA RIEPILOGATIVA DEL SISTEMA AMBIENTALE 45

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6.0 - SISTEMA INSEDIATIVO E PRODUTTIVO 45 6.1 - SISTEMA INSEDIATIVO E PRODUTTIVO: I CENTRI STORICI 46 6.1.1 - PIANIFICAZIONE DEL CENTRO STORICO 46 6.1.2 - METODOLOGIA DI ANALISI 46 6.1.3 - ANALISI STORICA 47 6.1.4 - ANALISI TIPOLOGICO FORMALE 48 6.1.5 - SCHEDATURA, ASSEGNAZIONE DELLE CATEGORIE DI INTERVENTO ED INTERVENTI AMMISSIBILI 49 6.1.5.1 RILIEVO FISICO - SCHEDATURA 50 6.1.5.2 ANALISI TIPOLOGICA 52 6.1.5.3 PROGETTO - ATTRIBUZIONE DEL TIPO DI INTERVENTO 53 6.1.6 - LE CATEGORIE DI INTERVENTO PER GLI EDIFICI DEI CENTRI STORICI 54 6.1.7 - CRITERI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE NEI CENTRI STORICI 55 6.1.7.1 RAFFRONTO P.G.T.I.S. - P.R.G. 55 6.1.7.2 CRITERI OMOGENEI DI ASSEGNAZIONE DEL TIPO DI INTERVENTO 56 6.1.7.3 CONTENUTI DEL P.R.G. CENTRI STORICI 56 6.1.8 - I PERIMETRI DEI CENTRI STORICI, GLI INSEDIAMENTI STORICI SPARSI E GLI ELEMENTI STORICI SUL TERRITORIO 64 6.2 - IL SISTEMA INSEDIATIVO: GLI INSEDIAMENTI ABITATIVI 64 6.2.1 - CRITERI DI PROGETTAZIONE GENERALI 64 6.2.2 - PREMESSA 65 6.2.3 - OFFERTA ABITATIVA 65 6.2.3.1 CITTÀ STORICA 66 6.2.3.2 AREE CONSOLIDATE 67 6.2.3.3 AREE PERIFERICHE E DI COMPLETAMENTO: 67 6.2.3.4 INDICI DI FABBRICABILITÀ E ALLINEAMENTI: 69 6.2.3.5 APPRONTAMENTO DI AREE NUOVE 69 6.2.3.6 EDILIZIA ABITATIVA 69 6.2.3.7 AREE RESIDENZIALI IN CONTESTO AGRICOLO 69 6.2.3.8 AREE RESIDENZIALI DI NUOVA ESPANSIONE DEFINITE DAL VIGENTE P.R.G. 70 6.2.3.9 NUOVE AREE RESIDENZIALI 70 6.3 - IL SISTEMA INSEDIATIVO: I SERVIZI 71 6.3.1 - COSA SONO I “SERVIZI PUBBLICI” 71 6.3.2 - COME SI QUANTIFICANO I SERVIZI NEL P.R.G. 71 6.3.3 - COME VENGONO DISLOCATI I SERVIZI NEL P.R.G. 71 6.3.4 - LA CITTÀ PUBBLICA - I SERVIZI 72 6.3.5 - PERGINE 73 6.3.6 - LEGISLAZIONE STANDARD URBANISTICI 74 6.3.7 - DECRETO MINISTERIALE N.1444, DD. 02.04.1968 75 6.3.8 - STANDARD URBANISTICI NELLA REALTÀ' DI PERGINE 77 6.3.9 - STANDARD URBANISTICI CON IL NUOVO P.R.G. ’98 83 6.4 - IL SISTEMA INSEDIATIVO: AREE PER ATTIVITA’ ECONOMICHE 91 6.4.1 - ANALISI: ASPETTI ECONOMICI 91 6.4.1.1 COMMERCIO E SERVIZI: 91 6.4.1.2 TURISMO: 92 6.4.2 - CONSIDERAZIONI DEL P.R.G. 92 6.4.3 AREE PER LA PRODUZIONE 93 6.4.3.1 IL SETTORE SECONDARIO 93 6.4.3.2 IL SETTORE SECONDARIO DI LIVELLO PROVINCIALE 94 6.4.3.3 AREE PRODUTTIVE DEL SETTORE SECONDARIO DI LIVELLO LOCALE 95 6.4.4 AREE COMMERCIALI E TERZIARIO 96 6.4.5 ZONE ESTRATTIVE 97 6.4.6 TURISMO 98

6.5 - IL SISTEMA INSEDIATIVO: AREE PER ATTIVITA’ AGRICOLA 104 6.5.1 - ASPETTI ECONOMICI 104 6.5.2 - PRESSIONE URBANA 105 6.5.3 - TUTELA AMBIENTALE 105 6.5.4 - PIANIFICAZIONE 105 6.5.4.1 P.U.P. 105 6.5.4.2 P.U.C. 106 6.5.4.3 P.R.G. 106

7.0 - IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE 109 7.1 - IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE: LA VIABILITA’ 109 7.1.1 - PREMESSA 109 7.1.2 - TRE SCALE DI INTERVENTO 111 7.1.3 - METODOLOGIA OPERATIVA DEL NUOVO P.R.G. 112 7.1.4 - CLASSIFICAZIONE 112 7.1.5 - FASCE DI RISPETTO 113 7.1.6 - ATTUAZIONE 113 7.2- IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE: LA VIABILITA’ SU FERRO 114

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7.3- IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE: LA STRUTTURA AEROPORTUALE 114 7.4- IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE: IMPIANTI TECNOLOGICI 115 7.5- IGIENE AMBIENTALE 116 7.5.1 - CRITERI ADOTTATI PER IL DIMENSIONAMENTO DEI CIMITERI 117 7.5.1.1 RIFERIMENTI LEGISLATIVI 117 7.5.1.2 RACCOLTA DATI ED ANALISI 117 7.5.1.3 PROGETTO 119 7.5.1.4 CONCLUSIONI 121 7.5.2 - VERIFICA E DIMENSIONAMENTO RETE ACQUEDOTTO 121 7.5.2.1 RACCOLTA DATI 121 7.5.2.2 ELABORAZIONE DATI 122 7.5.2.3 CONCLUSIONI 126 7.5.3 - VERIFICA E DIMENSIONAMENTO IMPIANTI FOGNARI 127 7.5.3.1 RACCOLTA DATI 127 7.5.3.2 ELABORAZIONE DATI 128 7.5.3.3 CONCLUSIONI 128 7.5.4 - DISCARICHE DI INERTI 130

8.0 - VALENZA PAESAGGISTICO AMBIENTALE DEL P.R.G. 132 8.1 - EQUILIBRIO PAESAGGISTICO 132 8.2 - IL TERRITORIO ED I SISTEMI AMBIENTALI 132 8.3 - ECOLOGIA DELLA PIANA 133 8.4 - ECOLOGIA DELL’OLTREFERSINA 135 8.5 - ECOLOGIA DELLA MARZOLA 138 8.6 - ECOLOGIA DELLA DORSALE SPARTIACQUE 140 8.7 - LA TUTELA DEI BENI AMBIENTALI 141 8.8 - LETTURA DEL PAESAGGIO 141 8.9 - UNITÀ PAESAGGISTICHE 142 8.10 - GRADO DI TRASFORMABILITÀ 143 8.11 - CRITERI DI INTERVENTO 144 8.11.1 ZONE OMOGENEE DAL PUNTO DI VISTA DELLA TRASFORMABILITÀ PAESAGGISTICO 144 AMBIENTALE 8.11.2 AREE TERRITORIALI CON GRADO DI TRASFORMABILITÀ NULLO; 144 8.11.3 AREE TERRITORIALI CON GRADO DI TRASFORMABILITÀ BASSO; 145 8.11.4 AREE TERRITORIALI CON GRADO DI TRASFORMABILITÀ MEDIO; 146 8.11.5 AREE TERRITORIALI CON GRADO DI TRASFORMABILITÀ ALTO; 147 8.11.6 AREE TERRITORIALI CON GRADO DI TRASFORMABILITÀ ELEVATO; 147

9.0 - ANALISI: CLIVOMETRIA E SOLEGGIAMENTO 149 9.1 - CLIVOMETRIA 149 9.2 - SOLEGGIAMENTO 150

10.0 - IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO 152 10.1 - PREMESSA 152 10.1.1 - ASPETTI DEMOGRAFICI 153 10.1.2 - ASPETTI ECONOMICI 153 10.1.3 - LE ABITAZIONI 154 10.1.4 - RIFLESSIONI 154 10.2 - IL DIMENSIONAMENTO RESIDENZIALE: 155 10.2.1 - CRITERI ADOTTATI PER IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO 155 10.2.2 - IL DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DEL PIANO 156 10.2.3 - EVOLUZIONE DEMOGRAFICA E PREVISIONI 156 10.2.4 - ANALISI ZONE CAMPIONE 160 10.2.4.1 - ANALISI EDIFICI CENTRO STORICO PER LA DEFINIZIONE DEI PARAMETRI 160 ABITATIVI 10.2.4.2 - DEFINIZIONE DELLA DENSITÀ ABITATIVA MEDIA 162 10.2.4.3 - RICERCA DEL GRADO DI SOTTO UTILIZZO EXTRA RESIDENZIALE 166 10.2.4.4 - RICERCA DELL’INDICE DI SOTTO OCCUPAZIONE DEGLI ALLOGGI 169 10.2.4.5 - REALI INDICE DI UTILIZZO 170 10.2.5 - LE ABITAZIONI SECONDARIE 170 10.2.6 - CONFRONTO PREVISIONI VARIANTE P.U.P.’98 E P.R.G. 171 10.2.7 - LA VERIFICA DEL DIMENSIONAMENTO DELLA RESIDENZA 172 10.2.8 - INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE URBANISTICA SULLE AREE ESISTENTI 173 10.2.9 - AREE RESIDENZIALI DI COMPLETAMENTO 176 10.2.10 - PARAMETRI NUMERICI 177 10.2.10.1 (SUL) - SUPERFICIE UTILE LORDA 178 10.2.10.2 (DENS) - DENSITÀ ABITATIVA REALE 178 10.2.10.3 (SF) - ESTENSIONE DEL SUOLO 179 10.2.10.4 (UT) - INDICE DI UTILIZZO 179 10.2.10.5 (UT.REALE) - REALE INDICE DI UTILIZZO 179 10.2.10.6 (EXT) - GRADO DI SOTTOUTILIZZO PER ATTIVITÀ EXTRARESIDENZIALE 180

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10.2.10.7 (SOCC) - INDICE DI SOTTOCCUPAZIONE DEGLI ALLOGGI 180 10.2.10.8 CRITERI DI STIMA DEI VALORI DEGLI INDICI 180 10.2.11 - RIUSO ABITATIVO 183 10.2.12 - CENTRO STORICO DI PERGINE E FRAZIONI 183 10.2.13 - AREE URBANE DI ESPANSIONE GIÀ DEFINITE DAL P.R.G.’91 189 10.2.14 - ZONE DI ESPANSIONE 190 10.2.15 - CONCLUSIONI 190

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1.0 - IL NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE: LE PREMESSE Il progetto urbanistico proposto si qualifica come nuovo Piano Regolatore Generale per il comune di Pergine Valsugana. La qualità e la diversità delle scelte, i nuovi sistemi di gestione e di compatibilità modificano di fatto la precedente strumentazione urbanistica che aveva puntato molto sul parametro quantitativo per definire i limiti delle trasformazioni. L’impostazione del nuovo piano si orienta invece nel rispetto della pianificazione paesistica provinciale, sulla complessità, integrazione e qualità delle azioni, in sintonia con il documento programmatico di legislatura, approvato dal Consiglio comunale in dicembre 1994. La strategia adottata è coerente con i richiami di tale documento; infatti: - punta ad uno sviluppo sostenibile, eco-compatibile, mediante una politica attiva di difesa e valorizzazione ambientale; - attua una crescita limitata ed equilibrata, che salvaguardia e valorizza l’ambiente, attenta alla città ad ai dintorni, basata sulla qualità e non sulla quantità; - persegue la politica di tutela e di salvaguardia, ma non per questo inibisce il recupero dei centri storici, anzi estende i concetti di riuso e riqualificazione ad altre aree di pregio, ai contenitori urbani ed al patrimonio rurale; - propone la riqualificazione delle periferie, puntando al recupero ed alla ricucitura del territorio già urbanizzato. Argina l’espansione indiscriminata disegnando e utilizzando al meglio il tessuto urbano esistente, attraverso una semplificazione e razionalizzazione della maglia connettiva cittadina in rapporto alle concrete esigenze della popolazione; - individua nel sistema del verde, dei viali, delle piste ciclabili, dei corridoi ecologici, i punti di forza che più di ogni altro qualificano la Pergine del futuro; - mette a disposizione aree produttive, nella quantità e dimensione atta al soddisfacimento delle esigenze insediative delle aziende, con tipologie e dimensioni diversificate;

Nonostante le forze in gioco, Pergine è attualmente una città abbastanza equilibrata, pur interessata da problematiche ambientali, ed infrastrutturali, non è coinvolta da irreversibili fenomeni di degrado urbano ed è dotata di una quantità di servizi pubblici, assicurata dai vecchi piani, sufficiente alla esigenze della popolazione. Pergine occupa anche una posizione paesaggistica privilegiata, sorgendo nel punto di intersezione tra la Valsugana e la Val dei Mocheni con la presenza di numerosi laghi e torrenti, costellata di microcosmi ambientali di notevole rarità e bellezza. Stante la premessa, il piano si pone l’obiettivo di rispondere alle aspettative di equilibrio, di qualità, di riassetto, di ricucitura, di recupero, in netta alternativa ad ulteriori ed improbabili crescite illimitate della città.

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Le previsioni insediative del P.R.G. precedente sono quasi totalmente realizzate, sia per la residenza che per le aree produttive; non altrettanto si può dire per i servizi pubblici, di cui il vecchio P.R.G. risente delle problematiche legate: alla carenza di fondi ed alla difficoltà di attuazione degli interventi.

2.0 - LA FILOSOFIA DEL PIANO

2.1 - PREMESSA Le motivazioni che stanno alla base della necessità di dotare il Comune di Pergine Valsugana di un nuovo strumento di governo del territorio sono svariate: apparentemente formali alcune, più sostanziali le altre. Le significative novità introdotte dalla Legge provinciale del 5 settembre 1991, n. 22 concernente l'"Ordinamento urbanistico e tutela del territorio", prevedono il superamento dello strumento pianificatore comprensoriale e l'introduzione del P.R.G. quale strumento di programmazione a livello comunale. L'attuale strumento urbanistico locale prende origine dal Piano urbanistico comprensoriale opportunamente adeguato al P.U.P. e recepito dalla Amministrazione comunale quale Piano regolatore generale. Il Comune di Pergine Valsugana necessita del proprio Piano regolatore generale creato e generato in funzione alle esigenze del terzo comune del Trentino. Si fa strada nella comunità locale la consapevolezza della necessità di una diversa attenzione ai caratteri dello sviluppo socioeconomico e ad alcuni suoi esiti non voluti: spreco di beni ambientali, estraniamento culturale, massiccia immigrazione dal comune capoluogo con la conseguente carenza di alloggi in favore della popolazione autoctona; che sembrano essere il riflesso in negativo di fatti positivi avvenuti negli ultimi decenni: lo svilupparsi di un adeguato sistema di servizi e infrastrutture, l'evidenziarsi di una conseguente crescita socioeconomica della comunità locale. Nello stesso tempo si sono profondamente modificate la struttura demografica e la domanda sociale: diminuiscono i tassi di natalità , la popolazione invecchia, aumenta il numero di famiglie (con la diminuzione del numero di componenti), si arrestano i movimenti migratori che nel passato avevano provocato la rapida crescita delle città, con lo svuotamento dei centri minori e delle campagne. Di conseguenza i "modelli" di espansione e di sviluppo del passato, basati esclusivamente su obiettivi e parametri di carattere quantitativo non risultano più adeguati alle nuove esigenze di qualità (del territorio, della città, della vita) che influiscono anche sulla localizzazione delle attività produttive, ormai liberata dal condizionamento dei tradizionali fattori di aggregazione e di scala. Le nuove iniziative economiche tendono infatti a collocarsi nei luoghi in cui l'ambiente è più sano ed interessante, in cui più agevole è la mobilità ed in cui più efficienti sono i meccanismi di governo e di amministrazione della città e del territorio. Inoltre aumenta il tempo libero e si diffondono più elevati livelli di benessere e di consumi, mentre crescono la consapevolezza e la coscienza di valori che in passato erano apprezzati

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solo da una ristretta categoria di persone. Si manifesta una domanda nuova di memoria storica, di tradizioni, di "radici", che non si limita più alle realtà etniche, culturali, ma che viene espressa da tutta l'umanità. Le testimonianze del passato, inserite in un ambiente naturale che comunque conserva caratteri che fanno parte della memoria collettiva e che hanno influito sulle vicende della storia, diventano patrimonio comune, "radice" comune, per generazioni che vedono allentarsi, con lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione, i legami col passato rappresentati dalla tradizione orale e dalla "pagina scritta". Tutto ciò contribuisce ad alimentare un turismo culturale, nazionale ed internazionale, che si aggiunge a quello tradizionale e che può essere , in certa misura, meno condizionato da fattori stagionali. La scelta esplicita del P.U.P., ma anche l'esito auspicabile delle novità introdotte dalla recente Legge urbanistica provinciale consistono principalmente nel riconoscimento delle comunità locali, delle Amministrazioni comunali, come attori responsabili della gestione della risorsa ambientale. Questo riconoscimento ha come scopo prioritario quello di dare efficacia alla pianificazione locale coinvolgendo gli utenti diretti delle trasformazioni territoriali. Ma è attraverso la responsabilizzazione della comunità locale nella gestione consapevole del proprio territorio che l'esperienza di piano può tornare ad assumere un ruolo auto educativo della comunità, può divenire strumento di crescita civile e culturale, esperienza capace di indurre i cittadini a mantenere viva la propria cultura, occasione per ritrovare e per ricostruire una identità per la comunità e per i luoghi dove essa vive. Di tutto ciò dovrà tenere conto il nuovo Piano regolatore generale, il quale, nel rispetto dei criteri generali stabiliti dal P.U.P., si configura come strumento fondamentale dell'azione politica ed amministrativa del Comune. In esso dovranno pertanto essere comprese tutte le previsioni e le prescrizioni, sia in materia di uso del suolo, sia in materia di organizzazione della città e del territorio, sia infine, in materia di gestione e di programmata attuazione delle previsioni.

2.2 - OBIETTIVI: DALLA QUANTITA' ALLA QUALITA' Le trasformazioni demografiche, socioeconomiche, trovano un preciso riscontro nella realtà di Pergine Valsugana, con caratteristiche particolari. Anche qui si rilevano i fenomeni di decremento e di invecchiamento della popolazione, con il contestuale aumento del numero delle famiglie (e, conseguentemente, del fabbisogno abitativo) ed anche qui si sentono gli effetti della diminuzione degli addetti all'industria e dello sviluppo delle attività terziarie. Pergine Valsugana ha registrato una notevole espansione urbana, con un discreto consumo di territorio. Inoltre si rilevano alcuni fenomeni di degrado della periferia che devono essere corretti, innanzitutto promuovendo l'integrazione delle zone monofunzionali attuali (commerciale, industriale, residenziale, servizi, ecc.) con attività e con spazi indispensabili a ricostruire la complessità, l'integrazione, la riconoscibilità, la delimitazione, che determinano la qualità - ed i valori di posizione - del centro storico e della città consolidata. Quindi è indispensabile impostare la Variante Generale come "PIANO DELLA QUALITA'", capace di

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trasformare in città le periferie recenti, nel rispetto dei valori ambientali, storico artistici, documentari e produttivi, del territorio comunale. Tutto ciò ovviamente, tenendo conto di fabbisogni sociali, di lavoro, di abitazioni, di servizi, di mobilità. In termini molto sintetici l'obiettivo di espresso dalla normativa Provinciale è volto al "contenimento della crescita quantitativa" e all'"incentivazione dello sviluppo qualitativo, inteso come rapporto equilibrato fra la popolazione stabile, insediamento, ambiente, sistema produttivo, attrezzature e infrastrutture". Nella realtà di Pergine Valsugana e soprattutto della sue frazioni, il contenimento della crescita urbana e lo sviluppo compatibile con il mantenimento delle risorse naturali sono obiettivi coerenti con gli indirizzi generali del P.U.P. attualmente in vigore. Essi sono rivolti in particolare: alla tutela di beni non riproducibili quali il paesaggio e il territorio, alla salvaguardia dei nuclei storici visti come elementi fondamentali della risorsa “paesaggio”; al rifiuto dello sviluppo urbano indifferenziato che appiattisce il valore e la specificità delle singole comunità; al contenimento della crescita edilizia in funzione del consolidamento delle aree già urbanizzate evitando il più possibile le espansioni indiscriminate che consumano territorio. Per soddisfare i fabbisogni suddetti nel quadro complessivo di recupero del patrimonio edilizio esistente, di riorganizzazione del sistema della mobilità e di piena utilizzazione delle aree già comprese nei limiti dell'espansione attuale e potenzialmente disponibili alla trasformazione, dovranno essere inserite organicamente previsioni di nuova edificazione attentamente dimensionate e localizzate nel rispetto dei valori del territorio. Sarebbe infatti sbagliato vedere in queste indicazioni del P.U.P. una intenzione rivolta a fermare lo sviluppo locale. L'intento è piuttosto quello di ricercare una compatibilità dello sviluppo con il mantenimento delle risorse che ne costituiscono il fondamento: cioè di evitare lo spreco di risorse e dei beni non riproducibili come il suolo agricolo e gli ambienti naturali che nel comune di Pergine costituiscono degli elementi basilari dell'economia. Contenimento significa infatti usare le quote di nuova edificazione necessarie a garantire un equilibrato rapporto tra popolazione residente, domanda ed offerta edilizia per rafforzare la struttura urbana esistente. Non significa però rimuovere il problema di dare risposta ad alcune domande come quelle abitative per i nuovi nuclei familiari, per chi vive in condizioni inadeguate. Certo si tratta di casi e situazioni non risolvibili entro uno sviluppo generalizzato dell'edilizia, ma che richiedono interventi mirati: interventi che possono fornire abitazioni a prezzi contenuti introducendo sul mercato quote di edilizia pubblica ed agevolata. Si tratta ora di puntare sulla qualità come fondamento di un nuovo sviluppo. Qualità è termine molto abusato e molto vago. Esso mette l'accento sulla specificità, sulla diversità, sugli elementi che rendono qualche cosa riconoscibile e in qualche modo unica e per questo carica di valore. Qualità mette l'accento sul valore differenziale di un luogo e di un territorio. Rientra allora in una politica volta alla riqualificazione: "l'individuazione e la realizzazione di una serie di azioni concrete di riqualificazione con interventi puntuali di sistemazione di alcune

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aree o manufatti che per posizione e/o funzione rivestono un ruolo strategico quali progetti pilota in grado di indirizzare lo sviluppo delle aree circostanti". Una riqualificazione di luoghi, di spazi significativi, di punti notevoli, ma anche di sistemi urbani, di parti del territorio, purché sia tutto collegato e soprattutto integrato in un insieme coerente e funzionale.

2.3 - L'AMBIENTE E L'URBANO Più in generale il nuovo strumento urbanistico deve proporsi di prestare attenzione ai processi economico-sociali con le prospettive delle trasformazioni urbanistiche, contemporaneamente sull'abitato e sull'ambiente esterno integrando qualità urbana e qualità ambientale con indicazioni molto specifiche e dettagliate.

Operare contemporaneamente sull'abitato e sul territorio più vasto vuol dire riconoscere che i problemi urbani sono spesso il portato di fenomeni più vasti: che ad esempio i problemi del traffico locale non sono separabili da scelte più generali. Vuol dire riconoscere che le operazioni sull'abitato e sulla struttura urbana hanno ricadute sull'ambiente esterno in termini di inquinamento e di modificazione di importanti processi di riproduzione dei beni naturali. Vuol dire ammettere che la qualità urbana - in termini formali, visuali e percettivi - è spesso il risultato di una integrazione tra ambiente esterno, paesaggio ed edificazione.

2.4 - SPECIFICITÀ DEL PIANO Il comune di Pergine esce da esperienze di Piano che in generale, vuoi per il tipo di pianificazione a scala più ampia, vuoi per limiti normativi, non si sono mai addentrate a definire l'assetto specifico dei luoghi, e che invece si sono limitate a definire grandi campiture funzionali connotate da scarse indicazioni formali e qualitative. E' compito dunque di questa nuova esperienza di piano portare l'attenzione anche sulla concretezza fisica della struttura urbana, sui luoghi specifici che la connotano, sullo stato del suolo e sulla qualità delle costruzioni. Una necessità di precisione del piano che trova giustificazioni nel riconoscimento che la qualità si gioca anche sul dettaglio delle definizioni, sulla cura degli spazi e degli elementi edilizi. Per poter corrispondere alle nuove esigenze, il Piano regolatore generale deve avere contenuti essenzialmente operativi, deve cioè essere definito nelle sue prescrizioni grafiche e normative, per consentire, nella massima misura possibile, il passaggio diretto alle realizzazioni, senza passare attraverso il filtro generalizzato di strumenti esecutivi che, inevitabilmente, comportano varianti rese necessarie dall'insufficiente precisazione dello strumento generale. Questo non significa un rifiuto aprioristico degli strumenti esecutivi di attuazione, ma il rinvio ad

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essi solo nei casi di effettiva necessità e/o amministrativa, esplicitamente e chiaramente individuati dallo strumento generale. Questa esigenza di operatività sembra, almeno a prima vista, contrastare con la crescente domanda di elasticità e di libertà di intervento all'interno dei piani urbanistici. Tuttavia, ad una più attenta riflessione risulta che i fattori di maggior rigidezza nelle prescrizioni di piano si individuano nello zonizzazione monofunzionale, secondo il quale vengono nettamente separate funzioni ed attrezzature che invece erano strettamente integrate nella città storica, la cui complessità deve essere assolutamente recuperata nel processo di riqualificazione e di consolidamento delle periferie recenti. Definire indicazioni molto specifiche e dettagliate è infine il modo per tradurre concretamente una richiesta di qualità intesa come specificità dei sistemi insediativi, delle tipologie edilizie, del trattamento del suolo: lo strumento in grado di risolvere concretamente i problemi di disordine urbano, di viabilità, di parcheggio. E' infine il modo per dare trasparenza alle scelte del piano e certezza attuativa e gestionale. Pergine Valsugana e tutte le frazioni del comune, necessitano di ricostruire, nella sua organica unità, la struttura e la forma dell'agglomerato abitativo e del territorio, utilizzando pienamente gli strumenti del "disegno urbano", generalmente trascurati o, peggio ancora, rifiutati sia dagli strumenti urbanistici comunali sia dagli stessi progettisti, i quali, generalmente, considerano soltanto l'area disponibile limitandosi a collegarla alla rete delle viabilità e dei servizi tecnologici.

2.5 - NOTA DEL PROGETTISTA Quando ci si pone l’obiettivo di progettare un Piano urbanistico di un territorio vergine, si acquisiscono in prima battuta gli input di base, ovvero: gli obiettivi politici, il numero di abitanti che si vogliono insediare e le eventuali aziende produttive e commerciali. Successivamente vengono considerati i parametri fisico morfologici, la giacitura e l’esposizione, verificati gli standard urbanistici e le superfici minime da destinare a servizi, spazi a verde e parcheggio. A questo punto si affronta la progettazione vera e propria che definirà i punti di forza verso i quali convergeranno le arterie di traffico principale e dalle quali si dipartiranno le maglie viarie secondarie formanti isolati conchiusi muniti di servizi di quartiere ed aree a verde. Il Piano conterrà le indicazioni e le prescrizioni che modelleranno la nuova città plani volumetricamente, impostando le aree edificabili, le altezze consentite, gli indici di densità degli insediamenti e le tipologie edilizie. La nuova città sorgerà rapportandosi con lo spazio vuoto, riempiendo il “nulla” con delle forme volumetriche che determineranno, in base agli obiettivi primigeni: l’entità degli insediamenti, il tipo di sviluppo orizzontale o verticale, il rapporto vuoto - pieno, la predominanza del verde rispetto al costruito.

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Invece, quando si lavora su un territorio ormai consolidato, nel quale esistono abitudini radicate ed interessi privati e pubblici inveterati, la progettazione esula dal mero e limpido perseguimento degli obiettivi urbanistici ed architettonici, trasmigrando verso l’arte della mediazione. Al progettista resta univocamente il compito di sostenere a spada tratta i propri intendimenti, magari ottusi, tesi nella fattispecie al miglioramento complessivo della vivibilità urbana, ma dovendo necessariamente far convergere varie esigenze: sociali, politiche, economiche, demagogiche, in un elaborato finale che alle volte vorrebbe misconoscere. Nella realtà Perginese si è potuto operare con discreta libertà in alcuni ambiti urbani e frazionali, mentre si sono presentati molteplici problematiche nei nuclei complessi, con alte densità abitative. In queste ultime aree, la volontà del progettista di migliorare e riqualificare gli ambiti urbani, proponendo il potenziamento delle viabilità, l’aumento dei servizi delle aree a verde e dei parcheggi, è stata sopita, se non annichilita.

3.0 - LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO DI LIVELLO SOVRACOMUNALE

3.1 - PREMESSA Il comune di Pergine Valsugana si inserisce all’interno del comprensorio dell’Alta Valsugana che fino al 1991 veniva gestito urbanisticamente dal Piano urbanistico comprensoriale. Successivamente all’avvento della L.P.n.22/’91 nessuna pianificazione sovracomunale è stata prodotta dal comprensorio (Piano comprensoriale di coordinamento), pertanto la revisione generale del P.R.G. si ispira alle direttive del Piano Urbanistico Provinciale, mantenendo gli indirizzi del Piano urbanistico comprensoriale che funge da Piano di coordinamento e collegamento tra i propri comuni.

3.2 - INDICAZIONI DEL PIANO URBANISTICO PROVINCIALE

3.2.1 Indicazioni socio economiche: L’analisi tendenziale demografica che il P.U.P. opera rispecchia in linea di massima l’indagine del Piano regolatore, seppur realizzata dieci anni più tardi. Si riscontra una crescita demografica dovuta essenzialmente al saldo sociale, poiché il saldo naturale è negativo. Dal punto di vista della popolazione attiva, si trova molta difficoltà a paragonare i dati poiché il Piano provinciale li riassume per comprensori, e nel C4 presenta una forte connotazione il settore estrattivo, non riscontrabile nel comune di Pergine. Per il settore turistico il P.U.P. viene fuorviato dal turismo termale di Levico ed invernale di , infatti il comprensorio è al secondo posto nella provincia ed al primo per le presenze alberghiere. Pergine, come pongono alla luce le indagini socio economiche mirate dell’università di Trento (allegato di analisi “A”), non assume caratteristiche di particolare

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rilevanza nel settore, eccetto la zona di Caldonazzo, nella quale la capacità ricettivo turistica è soddisfacente dal punto di vista quantitativo, ma scadente dal punto di vista qualitativo.

3.2.2 Indicazioni ambientali: Il P.U.P. evidenzia le peculiarità delle zone di fondovalle dell’Alta Valsugana, e disquisisce sulla diversità degli affioramenti litologici che hanno determinato, di concerto con l’azione esogena degli agenti atmosferici, le diverse morfologie territoriali. Di seguito vengono menzionati i depositi fini degli antichi bacini lacustri che presentano caratteristiche geotecniche molto scadenti. Il Piano individua delle aree instabili di massimo rischio, tra le quali: la zona lungo il torrente Fersina, le fasce prospicienti il rio Merdar, le aree lungo le sponda orientale del lago di Caldonazzo. Si rilevano svariate sorgenti captate a occidente del lago di Caldonazzo, ed aree di interesse ambientale e naturalistico, tra le quali si pone in evidenza la zona del castello di Pergine e lo spartiacque tra i laghi di Levico e Caldonazzo. Di notevole rilevanza paesaggistico ambientale, il terrazzamento morenico di Madrano e Canzolino, con i piccoli bacini, i pendii terrazzati coltivati a vigneto ed i rustici. Tra gli insediamenti di carattere storico si rileva la peculiare caratteristica di Pergine, sorto a ridosso del castello omonimo, che a sua volta è nominato come manufatto di rilevanza culturale. Per quanto concerne l’aspetto paesaggistico si pongono all’attenzione i bacini presenti nell’Alta Valsugana ed in particolare il lago di Caldonazzo, della Costa, di Madrano e Canzolino. Il P.U.P. pone l’accento anche al profilo archeologico menzionando la scoperta di alcuni siti nell’Alta Valsugana, tra i quali quello dei Montesei di Serso. Un appunto particolare viene evidenziato sotto il profilo ambientale, per le zone dei laghi di Levico e Caldonazzo e per l’area tra Serso e Madrano.

3.2.2.1 I grandi laghi di Levico e Caldonazzo In questa zona gli elementi di maggior spicco sono i laghi, le colline che collegano Pergine Valsugana con il colle di Tenna, i declivi di S. Caterina e la prima parte del corso del Brenta. A partire dal colle di Pergine Valsugana e dal Castello verso Ischia, alcuni piccoli rilievi preannunciano il colle di Tenna, con i due versanti contrapposti, ricco di viti l’una, di bosco l’altro. I tratti pianeggianti o le numerose vallecole (tra Pergine Valsugana e S. Cristoforo, dal lago di Levico verso Assizzi e Zivignago, tra Calceranica e Caldonazzo) andrebbero mantenuti liberi da ogni edificazione e lo stesso vale per la parte di pianura tra Pergine Valsugana e S. Cristoforo, per consentire in quest’ultimo caso la protezione del rapporto con l’ambiente collinare retrostante e di quello fra il centro abitato e il lago. È sconsigliabile escludervi inoltre l’edificazione ulteriore, ai margini della Superstrada. I pendii sono anch’essi molto importanti, perché molto visibili; soprattutto sotto Tenna, Ischia, tra S. Cristoforo e e a l’eventuale espansione edilizia va

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concentrata accanto ai nuclei urbani esistenti. È anche importante che l’edilizia sparsa sul pendio sud-ovest del lago di Caldonazzo mantenga le caratteristiche attuali, con esclusione degli edifici a schiera, mentre sul versante nord-est dovrebbero conservarsi le attuali coltivazioni. Tra i numerosi percorsi ricreativi possibili va segnalato quello che a partire dal lago di Levico porta a Masetti e sotto il Castello di Pergine a Zivignago attraversando prati, macchie di bosco e nuclei di edilizia tradizionale. Un altro percorso suggestivo parte dal Castello di Pergine e, in quota, attraverso i nuclei di Masetti, Pozza e Zava, porta fino alla chiesa oltre Tenna; numerosi sono anche i luoghi di interesse archeologico e culturale. Per le rive vere e proprie dei laghi, oltre a rinviare agli appositi stralci planimetrici, il PUP raccomanda interventi omogenei di recupero, l’esclusione di nuove costruzioni, e la creazione di percorsi e spazi collettivi incentrati sulle attrezzature ricreative esistenti. Un accenno particolare merita la zona caratterizzata dalla presenza del primo tratto del fiume Brenta. Si tratta di un ambiente unitario, con andamento lineare, privo di insediamenti ma ricco di coltivazioni. Le finalità della tutela puntano alla costituzione di una specie di parco fluviale che diventi tutt’uno con la zona lacustre di Levico e Caldonazzo. Il potenziamento delle strutture esistenti è ammissibile, mentre nuovi insediamenti, specialmente di carattere industriale o similari, dovrebbero essere posti ai margini. Percorsi pedonali e parcheggi lungo il fiume Brenta potrebbero invece essere razionalizzati, in modo da rendere maggiormente fruibile un ambiente sicuramente ricco di fascino.

3.2.2.2 Da Serso a Madrano Di modesta estensione, questa è tuttavia una zona molto singolare per la concentrazione di ritrovamenti archeologici anche di grande importanza (“Montesei” di Serso), per il susseguirsi di specchi d’acqua (lago di Costa, di Canzolino, di Madrano) e biotopi, e per la presenza di vigneti con caratteristici edifici stagionali in pietra. Il mantenimento di questo ambiente comporta il recupero dell’esistente e la sistemazione di percorsi pedonali in modo da organizzarvi un piccolo parco multiforme.

3.2.3 Indicazioni sul sistema insediativo Le situazioni insediative all’interno del comprensorio dell’Alta Valsugana, sono svariate per tipologia urbanistica; la situazione di Pergine è caratterizzata da una cittadina originaria contornata da piccoli nuclei agricoli, mentre la zona del lago di Caldonazzo è caratterizzata da nuclei come Santa Caterina, San Vito, Ischia che hanno il problema dell’espansione edilizia turistica, che finora ha portato modifiche rilevanti alla loro struttura urbanistica. Tutti i paesi e le cittadine rispettano nella loro disposizione territoriale la gerarchia consolidata dal tempo, anche se oggi accolgono nuove funzioni: Pergine è il più importante

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centro amministrativo industriale e terziario del comprensorio, mentre Ischia, San Cristoforo, Canale hanno un importante ruolo turistico. Il P.U.P. individua varie unità insediative in Alta Valsugana, e la numero 12 comprende l’areale di Pergine e Vignola Falesina.

Fabbisogni residenziali stimati, 1981 - 1995 Volume totale mc.300.000 Volume parziale per residenza secondaria mc.16.000

Per quanto riguarda i servizi di interesse locale, il P.U.P. distribuisce le attrezzature nelle unità insediative in considerazione della varietà dei rispettivi caratteri. Nell’unità insediativa di Pergine dovranno localizzarsi od essere potenziate le strutture di rango superiore, le maggiori attrezzature sportive e gli spazi pubblici attrezzati più qualificati. Per i servizi di carattere provinciale, il P.U.P. destina le strutture edilizie inutilizzate dell’ex ospedale psichiatrico di Pergine ad un nuovo Centro scolastico per l’istruzione superiore. Le attività produttive del settore secondario si concentrano a Pergine Valsugana ed è integrato da piccoli impianti in molti centri minori di altri comprensori. Il Piano indica il potenziamento delle attività artigianali ed industriali nella zona del Cirè, ed onde consentire la necessaria espansione di imprese esistenti, ubica un’area di espansione sulla sinistra Fersina in località Fosnoccheri classificandola di riserva. L’attività agricola in Alta Valsugana si svolge in aree geografiche precise e nel fondovalle per quanto concerne il comune di Pergine. I frutteti sono generalmente disposti nei territori pianeggianti del fondovalle, le aree sopra i m.600 di quota sono generalmente coltivate a prato, una quota viene assorbita dalle coltivazioni a vigneto sui terreni acclivi, mentre gli arativi sono generalmente distribuiti vicino ai centri abitati in quota. Le aree agricole di interesse primario classificate dal P.U.P. sono poco meno dei 3/4 del complesso, e sono i territori altamente produttivi del fondovalle e una cospicua percentuale dei terreni a prato alle quote elevate, supporto essenziale della zootecnia. Le aree agricole di interesse secondario sono terreni prevalentemente coltivati a prato a quote superiori ai m.600, ma anche aree di fondovalle allungate tra zone classificate di agricoltura primaria ed a bosco, che però per la loro pendenza non consentono coltivazioni meccanizzate

3.2.4 Indicazioni sul sistema infrastrutturale L’asse di comunicazione più importante è quello duplice della ferrovia e della strada che collegano l’Alta Valsugana con Trento. Il P.U.P. promuove anzitutto il completamento della S.S.n.47 con le caratteristiche di superstrada. Per quanto concerne la ferrovia Trento-Bassano- Venezia, il P.U.P. ritiene essenziale il suo sostanziale potenziamento, indicando un tracciato nuovo in tunnel per il traffico merci tra Trento e Levico, liberando così l’attuale percorso per le funzioni di metropolitana.

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Quanto alle zone sciabili e ai sistemi piste-impianti, il Piano indica alcuni potenziamenti e soprattutto interventi di razionalizzazione.

3.2.5 Orientamenti per la pianificazione subordinata In una situazione territoriale così compromessa come quella dell’Alta Valsugana, il P.U.P. deve considerare non solo gli insediamenti maggiori, ma anche i centri collocati in particolari zone ambientali come quelle del lago di Caldonazzo. Tali abitati hanno in comune la problematica della pressione turistica che determina una forte espansione verso le rive, minacciandone contemporaneamente l’integrità. A soluzione di dette problematiche, si sollecita una riduzione drastica dello sviluppo residenziale-turistico ed una decisa precedenza al riuso del patrimonio esistente, riqualificando le rive del lago e potenziando gli spazi ricreativi. Pergine Valsugana, centro dalla dinamica molto rilevante, richiede diverse cautele. Nel suo territorio ci sono valori ambientali di grande interesse: la piana verso il lago di Caldonazzo, il sistema delle colline verso settentrione e i declivi verso meridione costituiscono dei riferimenti precisi. Per l’espansione, che presumibilmente continuerà data la vicinanza con Trento e la dinamica interna, vanno quindi individuati i modi opportuni, nel rispetto di alcune barriere significative naturali o artificiali (il torrente Fersina, la strada statale, il colle Tegazzo). Nel centro storico, che va naturalmente recuperato, la collina del castello va mantenuta libera. Tali principi consentono di salvaguardare la vocazione agricola della zona e mantenere chiari e distinti i ruoli ed i rapporti tra centri diversi e contesto territoriale.

3.3 - INDICAZIONI PIANIFICATORIE DEI COMUNI LIMITROFI Come già premesso il Piano urbanistico comprensoriale ha gestito urbanisticamente sia il comune di Pergine, sia i comuni circonvicini, coordinando fino alla sua scadenza: l’uso del suolo, le tendenze antropiche, la salvaguardia dei beni ambientali e storici, ecc. Sulla scorta delle tendenze e definizioni del P.U.C., il Piano regolatore deve sapersi rapportare ai comuni limitrofi in modo tale da perseguire gli stessi obiettivi, definire le stesse linee di condotta, non generare squilibri territoriali. Pergine confina in gran parte con comuni appartenenti al comprensorio dell’Alta Valsugana e con Trento. Le zone di contatto tra Pergine ed i comuni limitrofi portano le seguenti destinazioni:

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COMUNE LUNGHEZ DESTINAZIONE ZONE DI CONTATTO E LUNGHEZZA (m.) ZA DI LIMITROFO CONTATT IMPROD BOSCO AGRICOLO ABITATO PRODUTTI INFRASTR LAGHI O (m.) UTTIVO ALBERGH VO UTTURE TORRENTI BIOTOPI

Trento 4750 1420 2920 410 (recupero ambient.) 5277 50 2547 1850 50 350 230 855 700 120 35 Baselga di 6750 5220 1430 40 60 Pinè San Orsola 3546 2721 825 2550 600 1720 230 Vignola 11536 10436 1100 Falesina Levico 1390 1280 110 Tenna 4850 990 1790 2070 Caldonazzo 1855 1850 Bosentino 3372 2737 240 395 Vigolo 2396 820 1471 105 (recupero ambient.)

Le zone di contatto tra la Panarotta (comune di Pergine) ed i comuni limitrofi portano le seguenti destinazioni: COMUNE LUNGHEZ DESTINAZIONE ZONE DI CONTATTO E LUNGHEZZA (m.) ZA DI LIMITROFO CONTATT IMPROD BOSCO AGRICOLO ABITATO PRODUTTI INFRASTR LAGHI O (m.) UTTIVO ALBERGH VO UTTURE TORRENTI BIOTOPI Frassilongo 3030 2480 550 Vignola 1470 1470 Falesina Levico 2070 790 1280

I collegamenti stradali diretti di una certa entità tra Pergine ed i comuni limitrofi sono i seguenti: COMUNE STRADE STATALI STRADE PROVINCIALI STRADE COMUNALI LIMITROFO Trento NO NO SI del Cimirlo Civezzano SI SI NO S.S. n.47 della Valsugana S.P:n. 83 Madrano - Cirè Fornace NO SI NO S.P.n.104 delle Quadrate Baselga di Pinè NO SI SI - S.P:n. 83 per Baselga di Pinè - Buss – Montagnaga - S.P:n. 66 per Montagnaga di - passo Capriolo – Faida Pinè San Orsola NO SI NO S.P. n.8 Destra val dei Mocheni Frassilongo NO SI NO S.P. n.135 Sinistra val dei Mocheni Vignola Falesina NO SI SI S.P. n.12 Assizzi - Vignola - Zivignago – Falesina - Assizzi – Valar Levico NO SI NO S.P: n.228 Pergine - Levico

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Tenna SI SI SI S.S. n.47 della Valsugana S.P: n.16 Ischia - Tenna Ischia – Campolongo Caldonazzo NO NO NO Bosentino NO SI SI S.P. n.1 Santa Caterina – Bosentino del lago di Caldonazzo NO NO NO

Dal quadro complessivo inerente le destinazioni delle superfici di contatto tra comuni limitrofi e collegamenti viari, si desume che gli unici territori urbanizzati di una certa entità, adiacenti ai limiti amministrativi comunali sono localizzati a Cirè in aderenza con il comune di Civezzano. Dette aree a destinazione prevalentemente produttiva e commerciale presentano lo stesso tipo di utilizzo anche nel comune contiguo. Il P.R.G. non prevede l’urbanizzazione di nuove aree lungo i limiti amministrativi, le predette aree di contatto del Cirè, ormai apprestate, assecondano perfettamente le destinazioni prospettanti nel comune di Civezzano e definite a livello sovraccomunale. Si riscontrano alcune zone alberghiere e/o residenziali adese a limiti amministrativi di Baselga di Pinè, Fornace e Civezzano, l’entità di tali contatti è minimale e nell’ordine delle poche decine di metri, per esse non sono previste modifiche, eccetto qualche aggiustamento per migliorarne la fruibilità. Il P.U.C. ha definito nella zona montuosa della Marzola un’area di recupero ambientale, riscontrato che l’entità areale deborda in comune di Vigolo Vattaro, ritenendo doveroso riprenderne gli obiettivi e le definizioni, si auspica che tale amministrazione concordi con tale intento, propendendo con la prosecuzione di detto vincolo.

Per quanto concerne la viabilità: la strada statale della Valsugana pone in comunicazione Pergine con Civezzano e Tenna, è una arteria di prima categoria e di gran percorrenza, prevista in variante sotto il colle di Tenna. La modifica all’attuale percorso è dettata dalla variante al P.U.P.’98, pertanto il P.R.G. si adegua ripresentandone il tracciato. Le strade provinciali mantengono, a livello di aree di contatto con comuni vicini, gli stessi sedimi di percorrenza, non sono previste modifiche, né ampliamenti. Per quanto concerne i collegamenti stradali comunali con territori in aderenza, è da rilevare la previsione di una nuova viabilità tra la località Mochena di Cirè e la zona di Torchio di Civezzano, la strada è stata definita di concerto con quest’ultimo, per favorire il flusso ed il deflusso degli autoveicoli pesanti provenienti dalle zone soggette ad escavazione di porfido. Il Piano ipotizza inoltre alcuni potenziamenti stradali minori che coinvolgono marginalmente comuni limitrofi: - strada tra Assizzi e Valar che sconfina in comune di Vignola e rientra a Pergine; - strada tra Buss-Guarda e Montagnaga coinvolgendo Baselga di Piné; - strada tra Zivignago e Vignola; Tali definizioni dovrebbero proseguire nei comuni limitrofi, per non causare strozzature e problemi alla percorrenza.

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4.0 - IL PIANO REGOLATORE GENERALE: ELEMENTI

4.1 - PREMESSA (In base a “Il Piano regolatore generale: elementi e criteri generali per l’informatizzazione” P.A.T.) Oltre i contenuti intrinseci del P.R.G., dettati dalla normativa urbanistica provinciale e oltre agli adeguamenti introdotti in base alle disposizioni del P.U.P., il Piano recepisce gli intenti del Piano urbanistico comprensoriale proponendo una lettura il più completa possibile, tendendo ad assicurare in un’unica veduta d’insieme tutti i caratteri d’elasticità ed apertura del Piano, assommando nel modo visivo più immediato, tutte le leggi che sono in qualche modo generatrici di vincoli e limiti operativi. Tale finalità tende a dare compiutezza ad ogni fase del processo di piano garantendo il controllo di ogni area oltre che da un punto di vista urbanistico, anche rispetto le leggi di settore che vincolano o ne limitano l’effettiva utilizzazione. Il Piano regolatore generale , provvede, in riferimento al P.U.P. approvato ed al suo intero territorio, a dettare prescrizioni, indirizzi e direttive rispetto tre sistemi: - sistema ambientale; - sistema insediativo e produttivo; - sistema infrastrutturale;

4.2 - RAFFRONTO NORMATIVO - P.R.G. ’99 - P.R.G. ‘91

4.2.1 - Premessa Il P.R.G. ’91 presenta un valido punto di partenza per la revisione generale del Piano regolatore, sia dal punto di vista normativo che cartografico, manifestando: il proprio carattere, le proprie ideologie, i propri criteri. Nel lasso temporale di durata del Piano, si sono evoluti obiettivi politici, sono mutate esigenze sociali ed economiche, si sono trasformati i criteri di pianificazione. Il nuovo P.R.G. ’99 non può e non deve trascurare la precedente pianificazione, ma deve soprattutto adeguarsi alle esigenze future, improntate sulla qualità insediativa, sulla semplificazione normativa e su diversi intendimenti politici. Nel presente paragrafo si vogliono riassumere brevemente i criteri e i momenti in cui il P.R.G. ’99 si differenzia e si allontana dal precedente Piano, rinviando comunque alla trattazione più approfondita ed esaustiva presente nella relazione e nelle norme di attuazione.

4.2.2 - Contenuti delle norme di attuazione La configurazione delle norme di attuazione del P.R.G. riprende la struttura e la ripartizione sistematica (ambientale, insediativo produttivo, infrastrutturale) delle precedenti, inserendo anche le indicazioni normative relative ai nuclei storici.

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Le norme evidenziano prioritariamente le finalità del Piano e gli elementi costitutivi, successivamente contengono: - gli indici urbanistico edilizi; - le categorie delle destinazioni d’uso; - le tipologie di intervento; - gli strumenti atti all’attuazione del Piano; - la regolamentazione delle singole aree suddivise nei tre sistemi: ambientale, insediativo e produttivo, infrastrutturale; - i limiti alla trasformazione;

4.2.3 - Criteri Appare opportuno rilevare i principali obiettivi che hanno ispirato il Piano, e che sono stati posti in rilievo nel documento programmatico d’inizio lavori. Tali elementi sono stati la causa ed il motivo che ha determinato le modifiche più salienti. Essi consistono sostanzialmente: - nel passaggio dalla quantità alla qualità; - nella conseguente ricerca della specificità del Piano; - nella integrazione massima delle funzioni. Lo sviluppo degli obiettivi, unitamente allo studio dell’impianto urbanistico della città, ha determinato il prototipo di Piano, che testato attraverso momenti di incontro e discussione: con Amministrazione politica, Commissione Urbanistica Territorio Ambiente, associazioni che operano sul territorio, popolazione e professionisti, ha condotto alla stesura attuale del P.R.G.. Gli elementi più appariscenti consistono: nella mancanza di nuove aree di espansione, nella maggiore specificità del dettaglio, nell’aumento di dotazioni, servizi ed infrastrutture ma soprattutto, nella ricerca di integrazione dei centri storici nell’universo cittadino e viceversa. specificità Dal punto di vista grafico il Piano si configura diversamente al P.R.G. ’91. La ricerca del dettaglio si è conclamata nella rappresentazione di tutta la rete viaria, atta a rendere accessibili la maggioranza dei lotti urbanizzabili ed evitare lotti interclusi. In termini di risultato, il Piano assume le caratteristiche di una pianificazione di dettaglio ricorrendo molto poco alla Pianificazione particolareggiata e fornendo al Comune uno strumento veramente attuativo, anche ai fini espropriativi. Al fine di raggiungere l’obiettivo prefigurato, nelle aree con minore densità insediativa, oltre la viabilità ed i parcheggi, vengono forniti anche gli allineamenti, verso i quali possono o devono attestarsi gli insediamenti. Lo studio degli allineamenti indicativi ed obbligatori, consente di identificare, all’interno delle aree edificabili dei veri e propri corridoi utili per l’edificazione, all’esterno dei quali non è possibile costruire.

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La articolazione di detti corridoi, permette di conformare il disegno degli isolati e della città, fornisce la possibilità di creare delle cortine edilizie prospettanti gli spazi pubblici, e delle ingenti aree a verde privato verso l’interno, e soprattutto garantisce l’accessibilità ai fondi. fasce di rispetto stradali Una ulteriore novità si determina nell’interpretazione delle fasce di rispetto stradali, esse non vengono più intese come “zone urbanistiche”, ma come “vincoli di inedificabilità” sovrapposti alle zone. La definizione garantisce maggiore leggibilità e sicurezza nell’interpretazione delle aree limitrofe alla viabilità. indici urbanistici L’utilizzo degli indici urbanistici presenta alcune varianti rispetto al P.R.G. ’91, che di seguito vengono illustrate. Al fine di migliorare la fruizione degli spazi, la progettualità e l’architettura, il P.R.G. determina: - l’altezza dei fabbricati espressa in “numero di piani abitabili”, anziché in “metri lineari”; - la “superficie utile lorda ammissibile” anziché il “volume massimo edificabile”; Si ritiene che la modifica consenta maggiore flessibilità progettuale, infatti: - lo spessore dei solai non viene computato, né nel volume, né nell’altezza, con il risultato di permettere, strutture orizzontali dimensionate ed isolate adeguatamente e maggiori spazi per impianti idraulici ed elettrici; - non appare più necessario ricorrere ad abbaini ed artifici particolari per rendere abitabile il sottotetto. La facoltà di erigere un piano abitabile, potrà essere esternata o con la realizzazione di un piano mansardato sotto la copertura o con un piano a tutta altezza e la soffitta non abitabile; - si potranno studiare i fronti degli edifici secondo regole compositive armoniche, anziché sulla base del massimo sfruttamento dell’altezza utile; - la superficie utile lorda ammessa non considera le pareti perimetrali eccedenti i cm.30 di spessore, permettendo maggiori coibentazioni termiche ed acustiche;

Come si può percepire dagli spunti riportati, le norme non vogliono definire dei limiti invalicabili, dei punti fermi irremovibili, ma si pongono come obiettivo, il miglioramento della qualità edilizia ed architettonica. Le N.A. vengono il più possibile semplificate, compatibilmente con le imposizioni del P.U.P. e le normative di settore esistenti, alle quali si rinvia inopinatamente. Esse regolamentano indiscriminatamente tutto il territorio comunale: centri storici e periferie, paesaggio urbanizzato e naturale.

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Le principali innovazioni si riscontrano nella diversa interpretazione degli indici e del modo di applicarli (vedere norme di attuazione), di seguito vengono forniti alcuni chiarimenti in merito ai singoli parametri: - distanze dagli edifici: al fine di consentire la massima aggregazione tra i fabbricati, ed il minore spreco di territorio, la norma relativa alle distanze tra i fabbricati, propone le indicazioni del D.M.n.1444/’68, consentendo la misura delle distanze ortogonalmente agli edifici e non in modo radiale. Nello specifico, è concesso l’avvicinamento degli spigoli di due edifici diversi fino a toccarsi, purché non si fronteggino. La norma assicura un maggiore accorpamento edilizio in ambiti urbani scarsamente edificati, contenendo le altezze ed ispirandosi alla densità territoriale tipica dei centri storici. La norma prevede delle distanze inferiori per locali tecnologici e depositi. - distanze dai confini: le regole inerenti le distanze dai confini rispettano le norme del P.R.G. ’91. L’argomento viene solamente arricchito da una precisazione: le distanze degli edifici da zone urbanistiche di interesse pubblico, assumono la connotazione di distanze dai confini di proprietà. - allineamenti edilizi: In determinati casi vengono precisati graficamente gli allineamenti, che possono assumere carattere prescrittivo (centri abitati) o indicativo (fuori dai centri). Lo strumento consente un maggior controllo sull’impianto urbanistico dell’edificato, e garantisce la completa accessibilità ai fondi. - superficie utile lorda: come anticipato, nella maggioranza dei casi il Piano fornisce l’”indice di utilizzo” anziché l’”indice di fabbricabilità”, che consente di determinare la Superficie utile lorda ammissibile (Sul), anziché il Volume utile lordo ammissibile. La definizione del limite areale anziché volumetrico consente maggiore flessibilità nell’utilizzo delle altezza dei fabbricati. Inoltre nel conteggio della superficie vengono escluse le parti di muratura perimetrale eccedenti i cm.30, agevolando il ricorso a maggiori isolazioni e risparmi energetici. - numero di piani: le altezze dei fabbricati si misurano in numero di piani abitabili. La norma consente l’immediata lettura delle altezza, maggiore adattabilità progettuale e trasformabilità dell’esistente.

Zone omogenee Le norme di attuazione del P.R.G. ’99 suddividono il territorio in zone omogenee come definite dal D.M.n.1444/’68, pertanto la classificazione delle aree spazia dalle zone “A” degli agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio, fino alle zone “F” destinate ad attrezzature ed impianti di carattere generale, ed estese fino alle zone “H” delle aree verdi. - Zone “A”: la normativa specifica inerente i centri storici risulta particolarmente completa, e tratta le varie casistiche di intervento che si possono riscontrare nei nuclei storici. Assumono carattere innovativo le tavole progettuali o tavole di struttura, che prefigurano dei veri e propri

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interventi progettuali in ordine al riassetto urbanistico del tessuto storico, ovvero interventi puntuali di riqualificazione architettonica, il tutto ispirandosi alla tipologia edilizia ed urbanistica caratteristica. Il P.R.G. fornisce puntualmente la possibilità di: nuova edificazione, di ripristino tipologico, di ampliamento laterale o in sopraelevazione ed altre modalità di sfruttamento dei volumi esistenti. - Zone “B”: ricadono in dette zone, le residenziali sature e di completamento. Al fine di favorire l’integrazione funzionale, le norme di attuazione specificano le destinazioni d’uso extraresidenziali consentite nelle aree, spingendosi, per le commerciali, a definire le percentuali, i volumi o le superfici compatibili. Vengono definite sature le aree consolidate con la presenza di consistenti volumetrie, oppure collocate in ambiti gravati da vincoli di inedificabilità. Su quest’ultime, la norma consente l’ampliamento in sopraelevazione al fine di rendere abitabile il sottotetto. Le casistiche degli indici delle aree residenziali di completamento, sono state fortemente ridotte di numero, al fine di ottenere poche e chiare classificazioni. - Zone “C”: sulle aree residenziali di espansione vi sono poche novità, è da puntualizzare che i vincoli e le definizioni dei Piani Guida redatti prima dell’approvazione del P.R.G., vengono recepiti dal Piano regolatore e riportate in cartografia, pertanto le modalità di attuazione (intervento edilizio diretto o piano attuativo) dipenderanno dalle indicazioni che il P.R.G. stesso definirà. I piani attuativi o loro varianti già adottati o approvati alla data di entrata in vigore del presente P.R.G., restano in vigore fino alla loro naturale scadenza. Dopo la scadenza dei piani attuativi entrano in vigore le prescrizioni contenute nel P.R.G.. - Zone ”D”: le zone per attività economiche riassumono le aree produttive, commerciali, direzionali e per attività estrattiva. Dal punto di vista normativo vi sono poche diversità rispetto al P.R.G. ’91. Appare opportuno rilevare la riduzione cartografica di alcune aree commerciali, ex aree per attrezzature ed impianti; Il Piano tende a legittimare le funzioni realmente esistenti sul territorio, che alle volte non trovano riscontro nel Piano regolatore, pertanto la trasformazione di alcune aree per attrezzature ed impianti in residenziali, rappresenta la pura e semplice formalizzazione di ciò che realmente è. Un accenno viene proposto per le aree produttive di consistenti dimensioni, inserite in un contesto urbano ritenuto “non compatibile”, per dette zone il P.R.G. propone all’atto della ipotetica dismissione della attività, la trasformazione dell’area in zona “F” per servizi pubblici. In ultima analisi, si sottopone in questa sede un principio che è stato adottato in svariate situazioni; qualora ci si trovi di fronte ad edifici residenziali inglobati all’interno di zone urbanistiche diverse: aree produttive, commerciali, agricole, ecc., tali manufatti vengono considerati, al fine di eventuali ampliamenti, edifici ricadenti in zone residenziali insistenti sul lotto minimo. L’applicazione della regola, consente di soddisfare le esigenze di due famiglie medie e contenere l’espandersi di edifici, che al rinnovo della Pianificazione comunale venivano costantemente e sempre più ampliati in percentuale sul volume esistente.

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Il P.R.G. riscontra la necessità di inserire nella norma anche la definizione di zona terziaria direzionale al fine di identificare un preciso ambito territoriale destinato specificatamente ad attività amministrative e terziarie. - Zone “E”: le aree agricole assumono nel nuovo Piano diverse definizioni. Vengono innanzi tutto raggruppate in tre sole zone: di interesse primario, di interesse secondario, di particolare tutela. Come nel P.R.G. ’91, i vincoli di edificabilità sono di due tipi: oggettivi, attribuibili alla zona urbanistica; soggettivi, attribuibili al possesso di determinati requisiti da parte dei conduttori dell’azienda agricola. Anche nelle zone agricole, gli edifici esistenti con destinazione residenziale, possono essere assimilati al fine di eventuali ampliamenti ad edifici in zone residenziali insistenti sul lotto minimo. - Zone “F”: rientrano nella fattispecie le zone per attrezzature e servizi pubblici, poche sono le differenze con la normativa sostituita. Si rileva la scissione delle aree sportive dalle aree a verde pubblico. Un particolare accenno va effettuato per le aree stradali. Il Piano determina per ciascuna viabilità la specifica categoria d’appartenenza ed il tipo di intervento previsto (strada esistente, di potenziamento, di progetto), di conseguenza in relazione alle definizioni della normativa provinciale, si desume: la larghezza stradale ammissibile, massima e minima e la larghezza delle fasce di rispetto. Nelle zone esterne ai centri abitati, prevalgono sulle indicazioni grafiche delle carte di Piano le norme precettive, mentre nei centri specificatamente destinati all’insediamento, le fasce di rispetto graficizzate assumono una connotazione prescrittiva. - Zone “G”: includono le aree per attrezzature turistiche, che riprendono pedissequamente le indicazioni del P.R.G. ’91. - Zone “H”: le aree per il verde includono solamente le aree a verde per servizi privati, mentre il verde di competenza pubblica viene raccolto alla lettera “F”.

Di seguito all’identificazione delle aree verdi, le norme di attuazione del P.R.G. propongono delle norme generali di salvaguardia ambientale, che si rifanno in parte alla vigente normativa provinciale, assumendo una importanza notevole nella permeabilità dei suoli e nella caratterizzazione del verde privato. Esse descrivono e regolamentano le pertinenze degli edifici, imponendo sistemi per la dispersione delle acque meteoriche, e prescrivendo le superfici minime dei lotti da destinare a verde. Inoltre, impongono la necessità di progettazione del verde e degli spazi aperti, quantificano l’estensione minima ed il numero di piante per unità di superficie e le modalità per la loro collocazione. Similari considerazioni vengono apportate per le aree extraurbane, nelle quali si persegue l’intento di salvaguardare l’ambiente rurale e le singolarità paesaggistiche di pregio.

4.3 - CONTENUTI DI PIANO REGOLATORE ERRORE. IL COLLEGAMENTO NON È VALIDO.

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5.0 – SISTEMA AMBIENTALE

5.1 - ANALISI PAESAGGISTICO AMBIENTALE (vedere: - relazione cap.8 “Valenza paesaggistico ambientale del P.R.G.”; - allegati di analisi “C”) L’analisi paesaggistico ambientale, contenuta negli allegati di Piano, legge, valuta ed interpreta l’aspetto figurativo, morfologico, d’uso del suolo, del territorio perginese. Attraverso una suddivisione attenta delle unità paesaggistiche, l’indagine suddivide il territorio in entità paesaggisticamente omogenee. Nella fase successiva, per mezzo di una schedatura, ricorre alla valutazione dei parametri di integrità e conservazione dei caratteri originari, valuta: la visibilità ed esposizione panoramica, le condizioni di equilibrio paesaggistico, gli elementi detrattori, e ne determina il grado di trasformabilità. L’indagine ha il molteplice scopo di: - verificare la perimetrazione delle aree di tutela ambientale definite dal P.U.P.; - identificare le zone di pregio paesaggistico, con grado di trasformabilità basso, che necessitano di una particolare attenzione nella conservazione dei caratteri morfologici, ambientali, figurativo paesaggistici; tali ambiti vengono in parte recepiti dal P.R.G., che li definisce zone agricole di tutela ambientale; - definire delle aree con grado di trasformabilità medio, che generalmente corrispondono ad aree artificiali ed urbane che presentano degli aspetti paesaggistico ambientali di forte carattere, o per la morfologia o per l’unicità dell’ambiente o per i tratti storici. Il P.R.G. determina per tali ambiti dei caratteri tipologici di riferimento, sia urbanistici che edilizi; - determinare le aree con grado di trasformabilità alto, che costituiscono in linea di massima le periferie urbane consolidate, le nuove espansioni, e in linea generale le aree in cui l’opera antropica appare come elemento determinante, senza manifestarsi con pregevoli interventi o caratterizzazioni che andrebbero tutelate per i loro aspetti paesaggistici, architettonici o di impianto urbano. Il P.R.G. interviene in dette aree con indicazioni tipologiche di impianto urbanistico, prescrivendo gli allineamenti sui quali possono attestarsi gli edifici, l’articolazione delle aree edificabili ad isolato conchiuso, ed incentivando le sperimentazioni edilizie inconsuete, incentivando da una parte l’estro creativo e propositivo dei progettisti, e dall’altra l’elasticità valutativa delle commissioni edilizie. - localizzare in ultimo le aree con grado di trasformabilità "elevato" che rientrano per la maggior parte nel sistema urbano. Costituiscono in linea di massima le periferie urbane industriali, o le aree soggette ad infrastrutturazioni, operazioni di cava di inerti ed in genere tutti gli ambiti degradati che necessitano di una riqualificazione paesaggistica. Il Piano regolatore, nelle zone insediative produttive stabilisce degli standard minimi di verde alberato che consentano di mascherare e/o interrompere il forte impatto degli interventi, e definisce delle collocazioni defilate, affossate che risultino meno aggressive nei confronti dell’ambiente. In altre zone particolarmente deturpate il piano regolatore identifica la necessità di realizzare un piano

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di recupero ambientale in relazione a quanto stabilito dall’art.7 delle norme di attuazione del P.U.P..

5.2 - CARTOGRAFIA DEL SISTEMA AMBIENTALE (vedere allegati di progetto “P” e “Q”) La cartografia del sistema ambientale stabilisce il “regime autorizzatorio” relativo ad un determinato intervento sul territorio, inteso come necessità di conseguire autorizzazioni, nulla osta o pareri specialistici preliminari alla concessione edilizia e comunque antecedenti all’inizio dei lavori; Esso individua: a) aree di tutela ambientale; b) sintesi geologica; c) aree identificate come centri storici; d) sistema dei laghi e dei biotopi; e) aree di recupero ambientale; f) aree archeologiche; g) manufatti e siti di rilevanza culturale; h) zone di rilevanza ambientale e culturale; i) beni di interesse ambientale e naturalistico individuati dalla Giunta provinciale ed inclusi in elenchi di cui all’art.94 della L.P.n.22/1991;

Sono le tavole della tutela delle caratteristiche qualitative essenziali ed intrinseche della componente ambientale. Componente visiva come bene irriproducibile che necessita di una selezione strategica e che richiede specifici comportamenti di tutela onde salvaguardare ed assicurare sia la fruibilità sociale che la stabilità nel tempo. Oltre all’interesse culturale per le ragioni ambientali, paesaggistiche, naturalistiche, vegetazionali, geomorfologiche, idrologiche, paleontologiche, archeologiche, storico - testimoniali e storico artistiche, si sono introdotte, in considerazione ed in relazione alle oggettive limitazioni alle trasformazioni e agli usi ammissibili, particolari e specifiche condizioni per alcune aree soggette a recupero ambientale.

5.3 - AREE DI TUTELA AMBIENTALE (vedere allegati di progetto “P”) Il perimetro dell’area soggetta a tutela ambientale ha qui un valore “amministrativo”; esso è già individuato dal Piano Urbanistico Provinciale e viene solamente precisato dal P.R.G. in ragione della scala grafica attenendosi ai criteri di delimitazione secondo l’ordine stabilito dalle norme di attuazione del P.U.P. (art.6).

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Il Piano Urbanistico Provinciale determinando la perimetrazione delle aree di tutela ambientale, ha prodotto la conoscenza delle varie aree ambientali e delle loro caratteristiche e singolarità geologiche, flori faunistiche, ecologiche, morfologiche, paesaggistiche, di coltura agraria, ed ha posto in rilievo le aree antropizzate di particolare significato storico. Tali indicazioni sono già recepite dal vigente P.R.G., derivato dal Piano urbanistico comprensoriale ed adeguato al Piano provinciale nel 1991. Vista la imminente approvazione della variante P.U.P.’98, in accordo con gli uffici provinciali, la perimetrazione delle aree di tutela e dei relativi ambiti urbani è stata stesa in osservanza delle nuove disposizioni provinciali, seppur non approvate. La precisazione del limite fisico delle aree ambientali è stata operata seguendo le indicazioni della cartografia della variante P.U.P.’98, rettificando o modificando in ragione della scala più dettagliata mantenendo come priorità: i limiti evidenti sul territorio, le curve di livello, i limiti amministrativi o catastali. a) limite del bosco: in gran parte delle tavole ambientali del P.U.P., il limite della zona ambientale è determinato dal lembo esterno delle aree boscate. La tavola del sistema ambientale del P.R.G. recepisce il concetto e modifica il perimetro sulla base di una verifica puntuale del limite del bosco, operata tramite l’aerofotogrammetria di data 1997, e le tavole di analisi della consulenza ecologico ambientale (vedere allegati di analisi “B”). b) limite catastale: in vicinanza a zone urbanizzate il limite amministrativo di tutela ambientale è stato leggermente modificato, in modo tale da non lasciare adito a dubbi interpretativi, facendolo coincidere pertanto con confini catastali. c) limiti fisici evidenti: Si prende atto di questi limiti e si confermano sulla base di una verifica catastale puntuale degli stessi. d) curve di livello: tale precisazione viene utilizzata qualora non si riscontri un sicuro riconoscimento fisico (confini catastali, strade, elementi caratteristici, ecc.) e) zone urbanizzate: il P.R.G. non si avvale della facoltà, fornita dall’art.41, comma 3 della L.P.n.22/’91, di definire areali per cui la tutela paesaggistica sia da ritenere assolta. I perimetri delle aree di tutela interni a zone urbanizzate vengono ridisegnati in modo tale da coincidere con limiti catastali in relazione agli indirizzi forniti nella pubblicazione citata in premessa.

5.4 - SINTESI GEOLOGICA (vedere allegati di progetto “Q”) La sintesi geologica suddivide il territorio in zone, sulla base del grado di penalità dei suoli, onde stabilire il tipo di indagine da effettuare prima di ogni intervento. Sono quindi individuate con apposita retinatura: - aree a rischio; - aree a rischio lungo i torrenti; - aree critiche ricuperabili;

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- aree con penalità gravi o medie; - aree con penalità lievi; - aree di rispetto idrogeologico, pozzi e sorgenti; - aree geologicamente sicure;

5.4.1 Protezione idrogeologica e relazione geologica-geotecnica La protezione idrogeologica e la relazione geologica - geotecnica è una componente essenziale del P.R.G.. Il Piano regolatore generale ha recepito le indicazioni particolareggiate del P.U.C., valutandole e confermandole in rapporto alle prescrizioni della variante P.U.P.’98. L’adeguamento al piano si è basato sulla ricerca di tutti quei fattori che possono generare turbativa ad una sana diffusione del sistema abitativo, produttivo, economico e ricreativo. Lo studio del territorio comunale nel suo insieme ha necessitato una mole cospicua di rilevazioni di dati in sito, effettuati tramite sopralluoghi sul territorio. I dati raccolti sono essenzialmente di 2 tipi: - dati qualitativi - dati semiquantitativi Il primo gruppo comprende le osservazioni sulla natura litologica dei sedimenti e delle formazioni rocciose affioranti e sulle loro caratteristiche visive più salienti (struttura, tessitura, grado di alterazione, ecc.). Il secondo gruppo include dati quali la giacitura degli strati e delle dislocazioni tettoniche, le rilevazioni di parametri morfometrici di pendii, scarpate (altezza, pendenza), le rilevazioni con strumenti portatili (Posket Penetrometer, Vane Test, sclerometro di Schmidt). Non si è ritenuto, in accordo con i componenti Uffici Provinciali, di effettuare un terzo gruppo di analisi, che sarebbe consistito in prove dirette in sito. Questo perché l’approfondimento delle analisi precedenti permetteranno un approccio corretto e sufficientemente preciso alla caratterizzazione geologica del territorio.

5.4.2 Caratterizzazione geologica Il sistematico rilevamento geologico del territorio in oggetto ha portato alla suddivisione delle rocce affioranti in formazioni litologiche omogenee per caratteristiche fisiche macroscopiche in conformità con il concetto di “facies”, ed alla suddivisione dei depositi superficiali quaternari in unità stratigrafiche e morfologiche. Di ogni unità distinta sono descritte le caratteristiche peculiari: età, natura litologica, struttura, tessitura, colore, grado di alterazione, rapporti con le unità contigue ecc. I dati qualitativi e semiquantitativi raccolti in campagna hanno fornito informazioni sulle strutture tettoniche presenti nell’area.

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5.4.3 Caratterizzazione geomorfologica Le rilevazioni geomorfologiche nell’area in oggetto hanno avuto come scopo principale la individuazione delle forme del territorio e delle loro tendenze evolutive. Si sono operate delle distinzioni tra forme naturali e forme conseguenti ad attività antropiche e tra forme tuttora attive, e non attive, giungendo ad una determinazione delle cause che le hanno generate. Le unità morfologiche che sono state prese in considerazione sono quelle più significative dal punto di vista di possibili influenze su insediamenti urbani od industriali, vie di comunicazione ecc. I dati raccolti in campagna hanno fornito informazioni di carattere geomorfologico applicato, rappresentative delle proprietà geologico - tecniche dei siti interessati.

5.4.4 Caratterizzazione idrogeologica Lo studio idrogeologico del territorio è stato articolato attraverso due modalità operative distinte che sono state condotte simultaneamente. Un primo metodo di approccio alle problematiche idrogeologiche ha compreso l’analisi a tavolino di rilievi cartografici ed aerofotogrammetrici esistenti e dei dati idrologici ed idrometrici disponibili in letteratura. Attraverso tale metodo di studio si è giunti alla determinazione delle caratteristiche idrologiche peculiari del territorio (bacini idrici, reticolo idrografico, principali sorgenti, zone umide o di ristagno) oltre che ad una analisi morfometrica delle stesse. Un secondo metodo di ricerca ha tenuto conto delle osservazioni e delle rilevazioni di campagna. In sostanza sono stati raccolti dati su sorgenti (portata, temperatura, ph, conducibilità, climismo ecc.) corsi d’acqua, falde acquifere sotterranee. Tali dati sono stati confrontati ed integrati con quelli resi disponibili attraverso studi precedenti e rilevazioni di apposite stazioni di misura. A tale proposito sono stati ripresi in considerazione e ricontrollati tutti i dati relativi alle sorgenti e ai pozzi individuati dal P.U.P. (oltre 265 punti di interesse già selezionati). Uno dei principali scopi della ricerca è stata inoltre l’analisi dettagliata delle aree classificate dal P.U.P. come zone soggette a controllo, i cui limiti sono stati meglio definiti, sulla base di dati oggettivi raccolti. L’insieme dei dati idrometrici, pluviometrici climatologici ed idrochimici ha consentito poi l’effettuazione di elaborazioni particolari quali ad esempio l’analisi del bilancio idrogeologico, il tracciamento della curva di svaso di una sorgente ecc.

I dati raccolti in campagna hanno fornito informazioni di carattere geomorfologico applicato, rappresentative delle proprietà geologico - tecniche dei siti interessati.

L’analisi di tutti i dati raccolti hanno fornito informazioni sulla idrogeologia generale del territorio, distinta per singole unità omogenee per caratteristiche di permeabilità. Inoltre si sono

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potuti apprendere i parametri idrogeologici più significativi (linee isofreatiche e/o isopiezometriche, sorgenti e loro zone di tutela idrogeologica, punti di captazione idrica superficiali e profondi, elementi idrologici superficiali in generale).

5.4.5 Caratterizzazione geotecnica L’attività professionale dell’incaricato alla redazione della relazione geologica - geotecnica ha consentito una vastissima raccolta dati sulle caratteristiche geotecniche dei suoli della regione. I dati non disponibili sono stati ricavati dai rilievi di campagna, ed hanno consentito di individuare varie unità stratigrafiche.

5.4.6 Caratterizzazione geomeccanica Sulla base di un rilevamento strutturale in seno ai terreni di natura litoide, si è pervenuti ad un generale inquadramento dei principali sistemi di discontinuità che interessano l’area ed in particolare modo le aree di specifico interesse urbanistico e/o ambientale o soggette a rischio geologico. La restituzione dei dati raccolti, ha fornito un quadro generale delle aree potenzialmente interessate da dissesti generalizzati dei versanti rocciosi. Per le aree di maggiore interesse si è proceduto ad una puntuale caratterizzazione geomeccanica dell’ammasso con classificazione dello stesso secondo i sistemi di classificazione correnti e riconosciuti dall’I.S.R.H. (CSIR-HGI) attraverso la sistematica raccolta di dati di carattere geomeccanico, potendo contare anche sulla successiva esecuzione di indagini dirette.

Constatato che il Piano Urbanistico Comprensoriale ‘91 adeguato al P.U.P. contiene la “Relazione geologico - geotecnica generale per la stesura del P.U.C. dell’Alta Valsugana”, il P.R.G. ne recepisce completamente le definizioni trasferendole nella cartografia di sintesi geologica.

5.5 - AREE IDENTIFICATE COME CENTRI STORICI I perimetri dei centri storici così come individuati nei vigenti Piani generali di tutela degli insediamenti storici (P.G.T.I.S), vengono riportati nelle tavole del sistema ambientale, integrando ed estendendo le zone perimetrate dal P.U.P.. Accanto a questa operazione si è affiancata le ricerca dei singoli manufatti di rilevanza culturale, che ha evidenziato la necessità di ricomprendere nelle perimetrazioni dei centri storici e quindi nella loro disciplina di analisi e di tutela anche questi ultimi (Vedere disciplina per l’identificazione dei manufatti di rilevanza culturale cap.5.10).

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5.6 - SISTEMA DEI LAGHI

Si è proceduto alla perimetrazione e codificazione del sistema dei laghi come da P.R.G. ‘91

5.6.1 Il sistema delle acque superficiali Nel P.R.G. si è ritenuto opportuno individuare puntualmente tutti i corsi d’acqua presenti sul territorio comunale, spingendo la ricerca con delimitazione cartografica, oltre la semplice area erosa dal torrente, articolando le zone del sistema delle acque superficiali, tenendo conto della peculiare configurazione dei sistemi idraulici del Comune. Con questa finalità si sono divisi i corsi d’acqua in tre segmenti e l’area individuata in cartografia, risponde alle sottoelencate distinzioni: La parte montana, dalla sorgente alla chiusura del bacino montano, in cui l’alveo si restringe al punto da non permettere un’individuazione cartografica con apposita retinatura per l’ambito fluviale. In questa situazione la tutela del corso d’acqua si integra necessariamente con quella dei versanti, che pertanto risultano già assoggettati a tutela come zone boscate agropastorali ed improduttive. La parte centrale, posta nel mezzo fra la parte montana e la zona pianeggiante, comprensiva della fascia dei terreni sottoposti ad erosione e/o erosi. Si tratta della situazione di maggior fragilità per il rapporto esistente tra il sistema delle acque superficiali e quello sotterraneo. Il tratto pianeggiante, in cui i corsi d’acqua risultano arginati. In tale situazione l’ambito di pertinenza è limitato alle zone golenali e a quell’intorno che è condizionato dalla presenza del corso d’acqua stesso (Torrente Fersina, ecc.)

In relazione alla suddivisione suesposta si individuano le seguenti zone di Piano: Invasi ed alvei di piena, che sono puntualmente individuati nella cartografia del P.R.G. con riferimento ai caratteri descritti ai precedenti punti 2 e 3. Questi individuazione si accompagna con la specifica normativa di zona riportata nelle norme di attuazione. Invasi ed alvei non riportati cartograficamente, interessa il tratto di cui al precedente punto 1) ove la tutela è di fatto garantita dalla normativa provinciale e dalle specifiche normative di zona del P.R.G. Si tratta di zone non soggette a carico antropico e pertanto il governo delle stesse si regge sulla “naturalità” di questo contesto

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5.6.2 Il sistema della protezione dei laghi

5.6.2.1 L’attuale disciplina normativa per la protezione dei laghi La disciplina del territorio costiero e la protezione dei laghi è disposta dall’art. 9 delle norme di attuazione del P.U.P. Lo scopo dell’articolo può essere ricondotto a due finalità specifiche: da un lato la protezione dello specchio d’acqua, dall’altro la protezione della costa da salvaguardare dall’edificazione per una fascia variabile dal limite dello specchio d’acqua. L’articolo citato, consente trasformazioni edilizie e/o urbanistiche solo per destinazioni finalizzate al pubblico interesse con esclusione di nuove attrezzature ricettive permanenti o temporanee. Per gli edifici esistenti è possibile l’adeguamento e la ristrutturazione delle volumetrie esistenti, ed in taluni casi è consentito l’ampliamento, al fine di garantire la funzionalità dell’immobile. Sono pertanto ammessi: - Le costruzioni relative ai “servizi tecnologici ed urbani”; - Interventi sul patrimonio edilizio esistente; - Interventi per l’adeguamento delle attrezzature ricettive esistenti (alberghi e campeggi); - Interventi relativi a servizi ed esercizi pubblici funzionali all’attività turistica, con esclusione delle attività ricettive. Precisati i limiti operativi, vi è tuttavia la necessità di distinguere all’interno della fascia di protezione, diverse tipologie urbanistiche, sulle quali prevedere le modalità d’intervento. Questa operazione semplifica la lettura delle tipologie d’intervento e stabilisce esplicitamente sul territorio la vocazione dell’area, diversificandola tra la tipologia a vocazione turistica, agricola e a servizi. Tale necessità va verificata direttamente consultando le cartografie di Piano, da dove emerge l’esistenza di rive libere da edificazione (intesa sia come edilizia che come carico antropico relativo a spiagge attrezzate, campeggi, alberghi), rive con presenza di attrezzature balneari, alberghiere, campeggi, ecc. La stessa collocazione dei laghi ha prodotto questa necessità. Alcuni sono ubicati in quota, altri di fondovalle, altri compresi in sistemi ambientali più complessi (Pudro, Costa, Laghestel). La normativa completa il quadro degli interventi ammessi, precisando modalità e possibilità. E’ importante precisare che, come nel precedente P.R.G.’91, la precisazione delle possibilità operative concessi all’interno della fascia di protezione è riportata nell’articolo specifico della zona urbanistica e non nell’articolo della fascia di rispetto dei laghi. Ricapitolando: Le classi dell’intervento previste dal P.R.G. sia cartograficamente che in normativa sono le seguenti: Limite delle aree di protezione dei laghi

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E’ individuato con apposito retino “rigato” in cartografia e riproduce il limite in cui va applicata la tutela della salvaguardia e protezione delle rive ai sensi dell’art. 9 delle norme di attuazione - P.U.P.. A questo limite fa riferimento lo specifico articolo di normativa che fissa le modalità e le possibilità d’intervento (vedere Errore. Il collegamento non è valido.- Norme di attuazione). Distinzione urbanistica per classi d’appartenenza in base alle scelte pianificatorie E’ il settore relativo alla scelta pianificatoria vera e propria ove il P.R.G. prevede le modalità d’intervento per raggiungere il quadro degli obiettivi della salvaguardia e valorizzazione delle rive. Tale sistema è direttamente collegato con il limite della protezione dei laghi e ad esso fa riferimento per i limiti operativi e le tipologie d’intervento ammesse.

5.6.2.2 Caratteristiche ambientali dei laghi In relazione alla delimitazione delle aree di protezione dei laghi, si possono fare le seguenti riflessioni. Nel territorio comunale, la componente naturalistica del lago, incide notevolmente sia sulla geografia che sull’economia turistica. Tutti i laghi, sono di origine naturale e le loro dimensioni a livello provinciale risultano medio - grandi. Nella selezione degli specchi d’acqua, non si è tenuto conto esclusivamente della dimensione del lago, ma si è optato per una catalogazione che riporti, al suo interno, laghi di palude (Pudro), e naturalmente i laghi nel senso canonico.

5.6.2.3 Le scelte progettuali In base ai 3 settori d’intervento e in relazione alla complessità della struttura ambientale ed economica dei laghi comunali si sono fatte le seguenti distinzioni: LAGO DI CALDONAZZO La complessità ambientale del lago impone, oltre alla perimetrazione della fascia di protezione, una diversa metodologia d’approccio affinché il valore ambientale residuo, venga posto nella sua giusta luce. La pianificazione di dettaglio definita dal P.U.C. ’91 è quasi completamente attuata, pertanto la protezione attiva è svolta dalle specifiche indicazioni di zona. LAGO DI CANZOLINO E’ un lago protetto nel suo perimetro dal bosco e dalla strada che scorre in parallelo. Il P.R.G. ha previsto sulla sponda ovest, una zona per attrezzature balneari al fine di legittimare l’attuale utilizzo dell’area e garantirne la fruizione pubblica, sebbene puntata verso l’utilizzo eco compatibile. Il carico turistico è limitato a due alberghi di piccola - media dimensione. Di concerto a prescrizioni di carattere urbanistico, si auspica un congruo risanamento delle acque, che negli ultimi anni, causa la loro eutrofizzazione, hanno perso la proverbiale limpidezza.

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LAGO DI MADRANO E’ il lago più integro del Comune, presenta una riva integra e naturale. La protezione attiva è svolta dalle specifiche indicazioni di zona. LAGO PUDRO E’ un bacino lacustre di grande interesse ambientale e naturalistico. Le previsioni di valorizzazione previste dall’area di protezione, sono affiancate, ad una più specifica protezione del biotopo ivi esistente. Non si ritiene pertanto estendere ulteriori vincoli di zona. LAGO DI COSTA E’ un piccolo bacino lacustre che presenta un notevole interesse ambientale e naturalistico. Le previsioni urbanistiche sono affiancate, ai fini di salvaguardia attiva, da una più specifica tutela di biotopo di rilevanza provinciale. LAGO DI RESTEL E’ un piccolo lago di 750 mq. Posto a quota 850 m/slm sul territorio del Comune di Pergine. E’ simile ad un bacino d’accumulo e la sua dimensione tende ad ampliarsi nel periodo delle piogge. Si presenta in uno stato integro e pulito, merito senza dubbio della mancanza di una strada d’accesso e del fatto che è sconosciuto alla popolazione locale ed ai turisti. La previsione urbanistica indica una salvaguardia attiva delle sue sponde, estendendo il perimetro oltre la sommità delle cime vicine con una destinazione urbanistica boschiva - forestale e un piccolo tratto a verde pubblico (luogo ove si è già formata spontaneamente un’area per il picnic).

Oltre a questi interventi, tesi a conservare e valorizzare l’irripetibilità e preziosità del contesto ambientale, rivierasco ai fini di una adeguata cultura dell’ambiente inteso come bene sociale, godibile da chiunque, il P.R.G. intende perseguire, a livello normativo un’altra importante operazione considerando, ai fini di salvaguardia ambientale, oltre le rive anche il bene “lago” prevedendo per questo, indipendentemente dalle norme che specificatamente regolamentano gli interventi su queste aree, alcune importanti prescrizioni volte a proteggere lo specchio d’acqua, soprattutto nelle zone marginali (divieto di alterazione della vegetazione acquatica esistente, canneti, ecc.).

5.7 - I BIOTOPI

5.7.1 - RIFERIMENTI LEGISLATIVI L.P. 23 giugno 1986, n. 14 “Norme per la salvaguardia dei biotopi di rilevante interesse ambientale, culturale e scientifico”. La legge n.14/’86 definisce i criteri e le modalità per l’individuazione, la definizione, la salvaguardia e tutela dei biotopi. All’interno della stessa legge si stabilisce una distinzione del valore del biotopo:

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biotopi di interesse provinciale: Sono tutti i biotopi individuati nelle tavole del P.U.P. corredati da una prima relazione di sintesi sul loro valore ambientale. L’individuazione, la perimetrazione e la delibera di salvaguardia compete alla Provincia Autonoma di Trento e tale deliberazione, prevale, ai sensi del 2° comma dell’art.5 della citata legge, sulle disposizioni degli strumenti urbanistici di grado subordinato al P.U.P.. biotopi di interesse locale Sono tutti i biotopi riportati sulle cartografie del P.U.P. e descritti in modo sintetico nell’elenco dell’appendice “Q” della relazione al P.U.P. volume 2°, più tutti gli altri che il Comune con proprie analisi e valutazioni, individua sul proprio territorio. Ai sensi del 3° comma dell’art.5 della L.P.14/86, l’individuazione, la delimitazione dei confini dei biotopi, nonché i relativi vincoli di tutela sono a carico del Comune su cui ricadono le aree interessate e le operazioni prescritte sono effettuate dai Piani regolatori.

Sulla base delle premesse, già il Comprensorio in sede di redazione del P.U.C., richiese alla Provincia la predisposizione dei progetti inerenti i biotopi di interesse provinciale e la collaborazione per la stesura dei progetti relativi ai biotopi comprensoriali. Gli studi portarono all’individuazione esatta del perimetro dell’area soggetta a vincolo di biotopo di interesse provinciale e comprensoriale.

5.7.2. - I CRITERI PER LA DELIMITAZIONE DELLE ZONE INDIVIDUATE A BIOTOPO DI INTERESSE locale Riscontrando che a livello locale i biotopi definiti dal P.U.C. non hanno subito variazioni sostanziali, non si ritiene opportuno approfondire gli studi in merito, più di quanto non sia già stato fatto dal Comprensorio, pertanto nel prosieguo si riportano le analisi effettuate dall’ente suddetto, con qualche modifica in ordine alle dimensioni amministrative del territorio in esame.

Tralasciando dal presente capitolo la metodologia seguita per l’individuazione dei biotopi di interesse provinciale che prevalgono, come si è precedentemente detto, a tutti gli effetti sulla pianificazione subordinata, si elencheranno di seguito i criteri seguiti dall’ufficio di Piano Comprensoriale, per la delimitazione delle zone individuate a biotopo di interesse locale e si forniranno delle tabelle e grafici di raffronto sullo stato attuale dei biotopi e loro presenza sul territorio comunale. La definizione riportata all’art.2 della legge più volte citata, riconosce l’importanza ecologica ed economica delle zone umide e delle aree nelle quali è ottimale l’habitat per la vita di specie animali e vegetali. In tali aree è necessaria una tutela rispetto alla invasione antropica e al conseguente processo di trasformazione.

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Partendo da questo concetto, il comprensorio ha provveduto alla compilazione del “quadro di conoscenza del biotopo” tramite ricerche cartografiche e campionature dirette sull’area. In seguito al lavoro di campagna si è proceduto alla definizione vera e propria dei limiti territoriali, attraverso la “definizione naturalistica e catastale dei biotopi”. Il P.U.C. non si è limitato alla delimitazione del biotopo ed alla sua tutela e valorizzazione, ma ha “inquadrato” il biotopo nella realtà fisico-morfologica esistente, considerando questa realtà un tutt’uno da salvaguardare. Infatti le zone umide sono in generale una componente di sistemi idraulici nella loro parte terminale e comunque sono difficilmente preservabili se considerate isolatamente dai fattori che ne garantiscono l’alimentazione e il ricambio. Ci si è inoltre preoccupati di evitare che a ridosso del biotopo si possa costruire o realizzare infrastrutture che possano danneggiare la “vita” del biotopo.

5.7.3 - DIMENSIONE E CARATTERISTICHE DELLE AREE INDIVIDUATE COME BIOTOPI DI INTERESSE LOCALE I biotopi di interesse locale, così come individuati e catalogati dal Comprensorio, presenti all’interno del comune di Pergine sono i seguenti: Nome locale AltitITUDINE SupERF. P.U.P. SUPEFICIE PRESENTE NOTE m.s.m. (mq.) reale (mq.) NELLA VARIANTE P.U.P. ‘98 BUSE DELLA 1154 975 1613 @ SI ESTENDE AL COMUNE TORBA DI BASELGA (P.U.P. ’98) (1165) (4200) Laghetto di Restel 870 385 22083 @ (P.U.P. ’98) (860) (25600) Palù dei Perini “B” 1380 13004 2335 @ (P.U.P. ’98) (1400) (11900) Paludi di 503 11673 12281 STRALCIATO DALLA Zivignago VARIANTE P.U.P.’98 Palù dei Perini “A” 1370 13004 10135 @ BARUCCHELLI 450 16650 @ SI ESTENDE AL COMUNE (P.U.P. ’98) (27200) DI LEVICO Palude di Cirè 415 2911 inesistente Tamarisi 450 3307 inesistente

Palude di 435 1200 inesistente Roncogno Marez 895 2253 stralciato

Palù delle Sille 435 10263 stralciaTo

5.8 - AREE DI RECUPERO AMBIENTALE

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Il piano regolatore identifica all’interno delle zone ad elevato grado di trasformabilità, definite dall’analisi paesaggistico ambientale (cap.8 “Valenza paesaggistico ambientale del P.R.G. ” ed allegati di analisi “C”), quelle per le quali vige la necessità di realizzare un piano di recupero ambientale in relazione a quanto stabilito dall’art.7 delle norme di attuazione del P.U.P.. Al pari definisce la normativa per la sua attivazione (vedere Errore. Il collegamento non è valido. - Norme di attuazione). Tali progetti indicheranno gli interventi diretti al recupero delle aree degradate comprese nei perimetri e alla loro integrazione nel contesto ambientale, paesistico e funzionale del territorio. Il perimetro riportato nelle carte del sistema ambientale è puramente indicativo ed il progetto di recupero ambientale può discostarsene estendendo o restringendo l’area a seconda delle necessità progettuali, sempre e comunque nel limite delle tematiche affrontate nel progetto di recupero ambientale. Il recupero delle aree degradate nei contesti urbanizzati o ai loro margini va indirizzato a migliorare gli standards urbanistici, realizzando nuove infrastrutture o equipaggiamenti civili ovvero ampliando e completando strutture esistenti. Il recupero delle aree degradate nel territorio aperto va diretto a riportarle nelle condizioni originarie attraverso interventi di risanamento ambientale (rimodellazione del terreno, risanamento idrogeologico, disinquinamento, rimboschimento, ecc.). Laddove il degrado è in corso a seguito di attività in esercizio (cave, depositi, discariche, ecc.), l’azione di recupero consiste nel realizzare le opere di mitigazione degli impatti negativi che esse provocano, individuate da appositi studi specialistici anche con finalità preventive.

5.9 - AREE ARCHEOLOGICHE

5.9.1 L’attuale disciplina normativa delle aree di interesse storico Accanto alle disposizioni rese dalla legge n. 1089, dd.1 giugno 1939 “Tutela delle cose d’interesse artistico e storico” che, nell’indicare gli elementi d’interesse (art. 1), stabilisce - di seguito - i criteri di salvaguardia, l’art. 10 delle norme di attuazione del Piano Urbanistico Provinciale demanda al Piano Regolatore Generale la definizione, in base alle complessive esigenze del proprio assetto territoriale, di specifiche norme. E’ questo uno strumento di tutela dinamico ed aggiornato non esclusivamente finalizzato alla protezione delle aree di cui noto è l’interesse archeologico e sulle quali opera il vincolo della sopracitata legge statale n. 1089, ma soprattutto di quelle indiziarie individuate sulla base di elementi oggettivi raccolti dalle fonti bibliografiche, archivistiche e museali. Si tratta di una disposizione innovativa che riconsidera tutti gli aspetti storici del sistema ambientale dove i siti archeologici figurano non solo come singole “cose” materiali, magari di prestigio ma pur sempre isolate, bensì come parti indissolubili dal paesaggio proprie della secolare presenza umana.

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Sul piano pratico l’unico rischio cui tale normativa può incorrere è che, se non viene predisposto un dettagliato meccanismo di tutela, questa si trasformi in un generico invito al rispetto degli ambiti indicati, spesso non visibili in quanto coperti da più o meno spesse stratificazioni terrose. In pratica nell’art.10 delle citate norme di attuazione (P.U.P.), sono del tutto assenti precise disposizioni pianificatorie e questa debolezza rende attualmente fragile l’applicazione di quanto indicato nel citato articolo salvo che per le zone espressamente vincolate ai sensi dell’art. 3 della legge 1 giugno 1939 n.1089.

5.9.2 Metodologia d’intervento sulle aree archeologiche indicate dal Piano urbanistico provinciale E’ questo un passaggio di rilievo che già il P.U.C. ha approfondito nell’adeguarsi a quello provinciale. Il Piano Comprensoriale si è addentrato nella definizione degli ambiti di tutela delle zone archeologiche, tutela fino ad allora ignorata in ogni progetto integrato di pianificazione territoriale o, nei casi più fortunati, limitata alla pura e semplice segnalazione di singoli monumenti forniti di particolare rilevanza, ma isolati dal contesto ambientale. Recependo tali indirizzi e verificando la conformità con la variante P.U.P.’98, il P.R.G. individua i siti archeologici - esposti o presunti che siano - e li classifica creando, tramite parametri per una loro specifica valorizzazione, le premesse per una riqualificazione contestuale ai nuovi sistemi di fruizione pubblica. Sotto la denominazione di verde pubblico con vincolo di zona di interesse storico archeologica, si considerano e si organizzano le zone di particolare interesse scientifico e culturale che, unitamente alla collocazione di più complete e omogenee attrezzature per la visita, siano in grado di garantire una valenza globale di “parco culturale”. Questi presupposti e gli obiettivi perseguiti ampliano il concetto di bene d’interesse pubblico, estendendolo da quelli nominalmente notificati in passato, a tutti quei diffusi segni della storia antica e medioevale che ancor oggi sopravvivono nel paesaggio trentino regolando la morfologia e la toponomastica. Il Piano Regolatore Generale, in continuità con gli indirizzi del P.U.C., elabora una trama di sviluppo tendente ad integrare le varie destinazioni d’uso con le esigenze di protezione o di valorizzazione delle aree archeologiche. Questo non significa tout court bloccare ogni attività di trasformazione, ma principalmente concertare una sensibilizzazione civica verso una difesa oggettiva di quanto di antico ancora è sepolto nel terreno adottando quelle cautele e quelle attenzioni che un reperto o un indizio archeologico richiedono. Il riconoscimento delle singole presenze all’interno della realtà cartografica comunale si avvale di una banca dati già codificata su scala provinciale che, partendo dalle indicazioni oggettive desunte dagli archivi e dal territorio attraverso il concorso degli uffici comprensoriali, fornisce dei records informativi completi. Ad ogni località è assegnato un coefficiente di tutela (grado di tutela) alla cui definizione concorrono una serie di parametri strettamente dipendenti dal numero e dal tipo di informazioni

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disponibili, dalla natura e dalla localizzazione topografica, dallo stato di conservazione del deposito archeologico segnalato. La normativa di salvaguardia individuata dal Piano Regolatore risulta strettamente legata a dei coefficienti di tutela organizzati su tre livelli, espressi da un valore alfabetico: - aree archeologiche di tipo “A” Si tratta di zone o di singoli elementi monumentali ben localizzati nel territorio dal punto di vista topografico, aventi alto valore scientifico e documentario non solo per la realtà storico- ambientale in cui sono inseriti. La loro estensione, non totalmente evidenziata, impone l’adozione di precise norme di conservazione globale sulle quali opera, in taluni casi, un vincolo di salvaguardia diretto espresso ai sensi dell’art. 3 della legge 1 giugno 1939 n. 1089. In esse è vietata qualsiasi modifica morfologico-ambientale, escluse le opere di ricerca, di restauro e di manutenzione. Queste aree, in parte già dotate di infrastrutture per la visita, vengono ulteriormente valorizzate dal P.R.G. che colloca in particolari sistemi di fruizione integrata. - aree archeologiche di tipo “B” Sono zone che hanno restituito numerosi indizi d’interesse archeologico, topograficamente localizzati, tali da definire una superficie di sicuro interesse. Aree archeologiche potenziali che in taluni casi, dopo sistematiche indagini, possono rivelare elementi di estremo interesse, tali da concretizzare l’istituzione di una tutela globale contemplata nel precedente punto, oppure, di fronte ad una completa “bonifica” del deposito, scomparire dal sistema territoriale conservando la sola valenza storica. Riportate nella cartografia del P.R.G. alla scala 1:5000 o 1:2000 tali superfici costituiscono il gruppo più cospicuo di questa ripartizione, distribuite come sono su ampia parte del territorio contemplando insediamenti di età mesolitica e neolitica, abitati dell’età del bronzo e del ferro, strutture e necropoli di età romana e altomedioevale. La loro presenza non è in antitesi con la normale utilizzazione residenziale o agraria, anche se queste trasformazioni dovranno essere attentamente seguite con programmi integrati di verifica e di interventi estensivi di scavo archeologico al fine di scongiurare distruzioni e irreparabili danni. - aree archeologiche di tipo “C” Sono zone che hanno restituito nel passato manufatti d’interesse archeologico purtroppo scarsamente documentati sul piano topografico tanto da rendere incerta l’esatta localizzazione e, di conseguenza, estremamente difficili da posizionare su di una cartografia a scala alta come è quella adottata dal P.R.G. Questi manufatti sono comunque sicure “spie” di una presenza localizzata che in futuro, a seguito di ulteriori fortuiti rinvenimenti, potranno essere individuati e collocati con maggiori sicurezze.

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Le aree archeologiche di tipo “C” sono pertanto solo prudenzialmente indicate con l’apposizione di un simbolo zonale, simbolo che va inteso come sinonimo di un’attenzione specifica che, comunque, in nessun caso preclude l’utilizzazione della superficie indicata. E’ possibile ma non certo che da tali aree o dalle loro immediate vicinanze possano riemergere, durante lavori di sterro o sbancamento, elementi di interesse archeologico per i quali si applicheranno le cautele e le normative proprie di questo settore. Trattandosi di un lavoro finalizzato alla definizione di ambiti di tutela in un piano di sviluppo urbanistico, elementi archeologici contigui, anche se cronologicamente differenti, sono stati graficamente riuniti.

5.9.3 Caratteristiche delle aree soggette a tutela archeologica Considerato come le conoscenze archeologiche sono in continuo aggiornamento, vuoi per il succedersi dei rinvenimenti vuoi per il procedere dell’analisi comparata dei dati acquisiti, del tutto arbitrario e pericoloso è quantificare oggi, fossilizzandolo di conseguenza, il numero delle aree d’interesse. Altrettanto problematico è, per la natura stessa delle evidenze che si vanno ad indicare, determinare l’esatta estensione di questo o quel deposito la cui conoscenza è sempre e comunque data da una campionatura, più o meno estesa, e raramente dalla completa esplorazione del sito, esplorazione che, se realizzata, muterebbe sensibilmente il grado di tutela e gli ambiti di salvaguardia indicati. Prudenzialmente si è ritenuto comunque di accorpare alcuni settori territoriali, di tipo urbano o extraurbano, in gruppi omogenei per realtà ed incisività dei beni censiti; questo nell’ottica di una più approfondita salvaguardia che superi la semplicistica ed impositiva perimetrazione cartografica. 1) Località ad alto rischio archeologico, dove le aree di interesse risultano localizzate a ridosso dei centri abitati o comunque in prossimità di settori soggetti alla futura espansione urbana. In presenza di aree di tipo “B” è indispensabile, da parte degli Enti locali, la definizione programmatica e temporale dell’occupazione edilizia o infrastrutturale da attuarsi in stretto contatto con gli uffici provinciali preposti (Servizio Beni Culturali - Ufficio Beni Archeologici) al fine di dare corso, in via preliminare, a sondaggi e prospezioni di verifica. 2) Località a rischio archeologico, laddove aree di analogo tipo, cartograficamente ben individuate, si trovano in settori di sfruttamento agricolo che, seppure lontani dall’occupazione urbana, possono presentare per la loro riconversione produttiva problemi di modifica degli odierni assetti superficiali. Anche per questo valgono i presupposti di cui al secondo capoverso del punto precedente. 3) Località a rischio potenziale archeologico, laddove sono segnalate presenze di alta concentrazione di testimonianze archeologiche che potranno dar luogo in futuro a rinvenimenti ed emergenze interessanti.

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4) Località interessate da presenze archeologiche in alta quota. Si tratta di testimonianze estremamente superficiali solitamente prive di evidenti tracce strutturali connesse con l’attività di occasionali bivacchi di cacciatori preistorici riconosciuti grazie a vaste prospezioni archeologiche di superficie. Solitamente tutelate dallo stesso ambiente in cui risultano inserite, dove si intendono apportate delle modifiche ambientali (strade, piste sciistiche e infrastrutture turistiche). Lo scavo archeologico di queste emergenze porta alla “bonifica” del terreno e quindi alla completa scomparsa del deposito. 5) Località a bassissimo rischio archeologico. Sono queste le aree di tipo “C” indicate in funzione di un’attenzione culturale e civica da osservare in occasione di lavori di modifica territoriale.

TAB. 1 - ZONE AD ALTO RISCHIO ARCHEOLOGICO COMUNE LOCALITA’ DESCRIZIONE SOMMARIA Pergine Montesei di Serso insediamento retico materiale età del bronzo Pergine Serso - Le Prede masso con coppelle

TAB. 2 - ZONE A RISCHIO ARCHEOLOGICO COMUNE LOCALITA’ DESCRIZIONE SOMMARIA Pergine Lago Pudro Monte Zuccar materiale sporadico preistorico e vario Pergine Castello di Pergine insediamento preistorico e medioevale, castello Pergine Tegazzo insediamento preistorico e materiale d’età romana Pergine Croce della Rocca costruzione in muratura medioevale - rovine castello Roccabruna

TAB. 3 - ZONE A RISCHIO POTENZIALE ARCHEOLOGICO COMUNE LOCALITA’ DESCRIZIONE SOMMARIA Pergine Masetti schinieri in bronzo Pergine Doss della Pozza materiale sporadico d’età del bronzo Pergine Viarago-Dos de la Cros materiale sporadico d’età del bronzo

TAB. 5 - ZONE A BASSISSIMO RISCHIO ARCHEOLOGICO COMUNE LOCALITA’ DESCRIZIONE SOMMARIA Pergine S. Vito – Castagné area non rinvenuta né classificata Pergine La Comparsa area non classificata - entità dei reperti irrilevante Pergine Ciré di Madrano area non classificata -entità dei reperti irrilevante.

5.10 - MANUFATTI E SITI DI RILEVANZA CULTURALE L’appendice “C” del P.U.P. riporta l’elenco dei manufatti di rilevanza culturale, che per il comune di Pergine sono: - chiesa di San Giorgio - Serso; - chiesa dell’Immacolata - Brazzaniga; - chiesa dei Francescani - Pergine; - maso Tre Castagni - Pergine; - chiesa S. Giovanni - Canale; - chiesa S. Cristoforo - San Cristoforo; - chiesa S. Rocco - Maso Puller; - chiesa S. Vito - Castagnè; - chiesa S. Antonio - Valcanover; La variante al P.U.P.’98 elimina dal precedente elenco:

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- chiesa di San Giorgio - Serso (inserita nell’elenco dei beni tutelati ai sensi dell’art.94 L.P.n.22/’91); - chiesa dei Francescani - Pergine; - chiesa S. Vito - Castagnè; Tali costruzioni, seppur non vincolati ai sensi della legge n.1089/1939, sono ritenuti dal Piano provinciale degni di tutela ambientale. Già il P.U.C. in questa sede ha proposto una disamina in termini di scissione dei “beni naturali” (grotte, pozzi, riserve ambientali, ecc) e “beni ambientali” (ruderi, chiese, cappelle, ecc), proponendo di ricomprendere i manufatti nelle aree di tutela proprie per la tipologia dell’elemento. Infatti le costruzioni sopra elencate, appartenenti esclusivamente alla casistica dei beni ambientali, sono state ricomprese nelle perimetrazioni dei centri storici, ritenendo la normativa di tutela di dette aree idonea ad una efficiente valorizzazione dei manufatti. Il P.R.G. riprende tale articolazione, ricomprendendo gli edifici nella schedatura specifica dei centri storici.

5.11 - ZONE DI RILEVANZA AMBIENTALE E CULTURALE Le zone di rilevanza ambientale sono state individuate dal Piano comprensoriale attorno ai manufatti di rilevanza ambientale. Nel comune di Pergine è presente solamente un sito di questa natura, ovvero un pozzo carsico in località Terra rossa (Maruzz) che invade con la propria zona il territorio di Vigolo Vattaro. Queste zone sono state individuate attraverso l’incrocio di più fattori: costruzione geologica, geomorfologica, idrogeologica, quota, microclima ed altre caratteristiche fisico - geografiche quali vegetazione, punti belvedere ed espressioni della presenza umana. La zona individuata, rappresenta un ambito territoriale con specifiche, distintive e omogenee caratteristiche di formazione e di evoluzione. La delimitazione del perimetro si è basata sulla lettura delle foto aeree, integrata da ulteriori analisi di dettaglio. L’identificazione di detto vincolo potrà portare, in tempi successivi ed utilizzando i medesimi criteri e metodologie, ad un progetto di valorizzazione ambientale. Tale progetto dovrà trattare l’intera entità ambientale, anche se estesa a più comuni amministrativi, ed essere approvata dagli stessi per la parte di competenza. Avrà come obiettivo la conservazione del suolo, del sottosuolo, delle acque, della flora e della fauna attraverso il mantenimento e la ricostruzione di tali componenti e degli equilibri naturali tra di essi, nonché attraverso la loro controllata fruizione collettiva per attività di studio, di osservazione, escursionistiche e ricreative, che definiranno: a) gli interventi e le attività finalizzate alla conservazione od al ripristino delle componenti naturali e dei relativi equilibri; b) le infrastrutture e le attrezzature finalizzate alla vigilanza ed alla fruizione collettiva delle presenti componenti, quali percorsi e spazi di sosta, compresi quelli utilizzati dai mezzi di trasporto motorizzati, posti di ristoro, nonché i limiti e le condizioni di tale fruizione;

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c) le opere strettamente necessarie al soddisfacimento dei fabbisogni idropotabili e igienici; d) le aree appositamente progettate per il bivacco e l’accensione di fuochi all’aperto; e) gli interventi ammessi sugli edifici esistenti o la loro demolizione. Tali edifici possono essere destinati in tutto o in parte per la vigilanza o per attrezzature ricettive connesse con la fruizione collettiva della zona; f) le aree destinate alla forestazione, all’uso agricolo, all’attività zootecnica di tipo non intensivo con eventuali modalità di intervento; I progetti di salvaguardia e valorizzazione ambientale dovranno assolutamente escludere l’esercizio di attività suscettibili di danneggiare gli elementi geologici o mineralogici, o le specie floristiche spontanee e faunistiche selvatiche. (vedere Errore. Il collegamento non è valido. - Norme di attuazione).

5.12 - BENI DI INTERESSE AMBIENTALE E NATURALISTICO INDIVIDUATI DALLA GIUNTA PROVINCIALE In coerenza con l’art.94 della L.P.n.22/1991, la Giunta provinciale ha incluso, la chiesa di San Giorgio di Serso, nell’elenco dei beni immobili che rivestono cospicui caratteri di bellezza naturale o rappresentano singolarità ecologica o formano punti di vista o di belvedere, nonché quelli costituiti da opere di infrastrutturazione del territorio e manufatti che, indipendentemente dalla loro soggezione alle norme per la tutela delle cose di interesse storico o artistico, si distinguono, singolarmente o nell’insieme, per la loro non comune bellezza o per la loro peculiare configurazione locale. Tale bene è assoggettato ad autorizzazione ai sensi dell’art.93 della L.P. n.22/1991. (vedere Errore. Il collegamento non è valido. - Norme di attuazione).

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5.13 - TABELLA RIEPILOGATIVA DEL SISTEMA AMBIENTALE

Tipo di Area Sup. parziale (mq.) % Aree di Tutela Ambientale 40.569.388,30 74,44 Aree non Tutelate 8.987.794,06 16,49 Laghi 4.090.913,32 7,51 Insediamenti Storici 847.909,62 1,56 TOTALE 54.496.005,30 100,00

6.0 - SISTEMA INSEDIATIVO E PRODUTTIVO Il sistema insediativo e produttivo stabilisce la destinazione d’uso e modalità d’intervento sul territorio in relazione alla funzione, alla densità, ai dati stereometrici, al rapporto con l’ambiente ed il paesaggio. Esso individua in tavole grafiche di diversa scala: a) i perimetri dei centri storici; b) gli insediamenti storici sparsi e gli elementi storici sul territorio; c) le categorie di intervento e le tipologie edilizie, degli edifici dei centri storici; d) le possibilità di trasformazione degli edifici dei centri storici; e) gli insediamenti abitativi; f) le aree produttive del settore secondario e quelle commerciali; g) le cave e le discariche; h) le aree per attrezzature ed impianti turistici; i) le aree agricole, forestali ed improduttive; l) le aree di supporto alla produzione agricola; m) le aree a protezione di siti e beni di particolare interesse culturale, naturalistico o paesaggistico; n) le aree di rispetto delle acque, della salute pubblica, della sicurezza degli abitati e del suolo, dei cimiteri, delle strade e ferrovie, ecc. o) le aree di recupero ambientale; p) le aree per attrezzature e servizi pubblici: verde, servizi, attività collettive, servizi religiosi; q) i parcheggi; r) i limiti dei piani attuativi; s) le indicazioni grafiche atte a garantire un buon risultato paesaggistico degli insediamenti (assi di orientamento, cartigli, superfici utilizzabili per l’edificazione);

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6.1 - SISTEMA INSEDIATIVO E PRODUTTIVO: I CENTRI STORICI

6.1.1 - Pianificazione del centro storico Con l’avvento dell’ultima legge urbanistica provinciale (L.P.n.22/’91), il centro storico, sotto il profilo pianificatorio, non costituisce più un’entità autonoma a sé stante come stabiliva la passata legge n.44/’78, ma viene aggregato a tutti gli effetti alla pianificazione comunale all’interno del piano regolatore generale. Nonostante ciò, le procedure di analisi dei manufatti storici conservano una condotta specifica, non riconducibile alla generalità dell’edificato, proprio perché, trovano specifico criterio di valutazione, aspetti legati alla conservazione dei caratteri formali e tipologici del tessuto storico stesso.

L.P. n.22/1991 art.24. Tutela degli insediamenti storici 1. la tutela del tessuto storico, sociale, culturale ed economico degli insediamenti storici costituisce elemento necessario per la pianificazione urbanistica. 2. per garantire l’omogeneità della pianificazione degli insediamenti storici, la Giunta provinciale, sentita la C.U.P. e tenuto conto dei piani degli insediamenti storici vigenti o adottati alla data di entrata in vigore della presente legge ai sensi della legge provinciale n.44/ ‘78, stabilisce indirizzi e criteri generali per l’individuazione e la disciplina da parte dei comuni degli insediamenti storici, nonché le categorie degli interventi ammissibili sugli immobili e siti in essi ricompresi.

6.1.2 - Metodologia di analisi I procedimenti di analisi del territorio in funzione delle politiche di tutela degli insediamenti storici costituiscono un aspetto fondamentale dell’intero processo di elaborazione dei piani. Il territorio, inteso come un sistema dialettico ed interagente di fattori naturali, antropici e storico-culturali, va analizzato in modo da individuare le caratteristiche fondamentali e le compatibilità tra lo sviluppo e la conservazione. Il censimento e la valutazione di quelli che ne sono gli elementi costitutivi, devono quindi essere la base per ogni politica pianificatoria. Dall’analisi delle strutture ambientali ed urbane emerge che in esse è racchiusa una serie più o meno ricca di processi formativi storici, oppure che è espresso in maniera consolidata un processo di trasformazione, spiegabile come una grande quantità di operazioni, tutte leggibili unitariamente. Lo scopo è quindi quello di individuare e selezionare i valori fondamentali, dalle cui analisi emerga un quadro completo delle dinamiche di formazione territoriale, per giungere poi alla definizione del patrimonio storico ed all’applicazione dei relativi gradi di intervento. I criteri hanno come fondamento le seguenti analisi: - analisi storica (Allegato di analisi “F”); - analisi tipologico formale (Allegato di analisi “G”); - schedatura, assegnazione delle Categorie d’intervento ed interventi ammissibili (allegati di analisi “G” e di progetto “S”);

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6.1.3 - Analisi storica (allegato di analisi “F”) La morfologia insediativa della città è il risultato di una progressiva sovrapposizione, dovuta ad eventi naturali ed opere dell’uomo. L’analisi storica deve ricercare le matrici morfo genetiche di creazione e trasformazione del territorio. Tali elementi generatori vengono individuati principalmente dalla viabilità principale e secondaria. Il materiale che è servito per la ricerca storica del piano di Pergine Valsugana, è stato reperito in parte all’ufficio catastale, ed in parte in archivio comunale. Tale documentazione consiste in mappe catastali relative ai periodi 1855 e 1930, in iconografie d’epoca, ed in scritti di vari studiosi e storiografi. I risultati che si sono ottenuti sono riassunti in tavole grafiche ed ideogrammi. Gli ideogrammi rappresentano: epoca romanica - creazione del primo agglomerato urbano di Pergine, sulla strada romana e nelle immediate vicinanze della fortezza Claudiana; epoca 1200-1300 - espansione dell’abitato in seguito alla creazione di un asse viario commerciale, ed a dei poli ecclesiastici. Si identificano chiaramente i lotti gotici allungati sulle attuali: via Majer, Tre novembre, Battisti, piazza delle Oche.; epoca 1400-1500 - il terzo ideogramma raffigura la crescita urbana e la sua suddivisione in base alla strutturazione sociale degli abitanti: polo amministrativo, residenziale, produttivo. Appare in quest’ultimo schema anche il “canale macinante”, risorsa energetica per l’attività produttiva; Nel grafico del 1600-1700 si consolidano gli insediamenti lungo le direttrici principali: via Majer, Tre novembre, Battisti e si evidenziano le viabilità di secondo ordine verso le frazioni.

Le tavole grafiche riprodotte in scala 1:20.000, relative agli anni 1750, 1850 e 1930, fanno rilevare la crescita edilizia negli ultimi due secoli, evidenziando le relative scelte urbanistiche. mappa 1750: ricavata da iconografie storiche rapportate all’attuale catasto, da rilievo alle direttrici di sviluppo dell’abitato. La prima sull’asse castello - Serso, lungo la strada romana, la seconda sulla attuale via Pennella (Borgonuovo), dal castello verso Trento, la terza: via Majer, verso S.Cristoforo e la navigazione fluviale. Nella presente planimetria si prende visione anche della rete idrica che sotto forma di canali percorreva l’abitato per poi riversarsi nel lago a sud. La tavola grafica del 1855 rappresenta la soglia storica documentata dal catasto, che “fotografa” l’organizzazione territoriale come punto di arrivo della lenta e graduale stratificazione avvenuta. La rappresentazione evidenzia la tendenza instaurata nell’epoca. Il perimetro cittadino rispetto alla analisi precedente non viene alterato, si nota bensì un compattamento degli isolati, una caratterizzazione fisionomica degli spazi aperti del centro, una dilatazione verso la valle dei

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Mocheni (canale macinante) di manufatti in prevalenza produttivi. Anche le frazioni vengono ad assumere la configurazione urbanistica di piccolo nucleo abitativo compatto. La soglia individuata del 1930 consente di identificare i manufatti con particolare valore storico e culturale ascrivibili ai vari stili architettonici moderni, definendo l’assetto urbano e territoriale immediatamente prima della ricostruzione postbellica, avvenuta spesso sulle rovine dell’esistente. Le ultime cartografie pongono alla luce la realtà odierna, con l’enorme espansione urbana, i nuovi quartieri a nord ed a ovest, la costituzione della strada tangenziale e la conseguente delimitazione dell’abitato verso la stessa. La carta fornisce chiaramente visione del peso antropico che il centro di Pergine assume all’interno del Comune, ed il depauperamento delle risorse agricole, che passo dopo passo retrocedono all’avanzamento urbano. In seconda battuta appare chiaramente la delimitazione dell’abitato, dettata dal torrente Fersina dalla strada statale e dal colle del Tegazzo.

6.1.4 - Analisi tipologico formale (allegato di analisi “G”) Lo studio tipologico ha naturalmente l’obiettivo di determinare dei caratteri formali, strutturali o funzionali comuni e tipici del luogo di analisi, in modo tale da poter assimilare ogni manufatto a delle categorie omogenee. Lo studio del tessuto urbano di Pergine è stato impostato su una classificazione funzionale principale, ovvero si sono scisse le entità produttive, dalle residenziali, o commerciali ecc. In seconda analisi si è ricercata la chiave di lettura per la successiva catalogazione. Vista la notevole varietà dimensionale, di strutture, partizioni interne, articolazioni distributive, dovute anche a sovrapposizioni e trasformazioni recenti, si è prediletta una griglia di lettura impostata sulle partizioni di facciata, sulle dimensioni dei fronti strada e sui caratteri architettonico formali degli stessi. La analisi tipologica ha tenuto conto di tre aspetti fondamentali di caratterizzazione dei manufatti storici: aspetto strutturale (tessitura muri portanti, dei fronti strada, muri di spina, ecc.); aspetto dimensionale (rapporti dei prospetti sistema di lottizzazione, dimensioni, ecc.); aspetto aggregativo (le scansioni seriali, i moduli delle schiere, delle corti, ecc.). La ricerca ci ha permesso di determinare tre principali categorie tipologiche residenziali: - i palazzi: edifici principalmente impostati su una struttura edilizia medievale e successivamente ristrutturati in epoca rinascimentale. I palazzi presentano delle peculiarità architettoniche di facciata di notevole pregio: cornici lapidee lavorate, portali, bifore e logge, porticati, lesene e marcapiani, stucchi ed affreschi. Inoltre sono strutturati con interpiani di notevole altezza, strutture orizzontali avvoltate e collegamenti verticali in pietra. Si riscontrano pure balconi in pietra di ridotte dimensioni con mensole lavorate e parapetti in ferro battuto;

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- le case civili (non rientranti nella categoria “palazzi”): edifici storici risalenti anche ad epoca medievale con la predisposizione alla struttura a lotto gotico, senza particolari abbellimenti di facciata, o quantomeno senza peculiarità caratteristiche dei Palazzi. Tali fabbricati mantengono strutture orizzontali avvoltate al primo piano e lignee ai piani superiori, scale lapidee interne, e cornici in pietra alle finestre; - le case rurali: edifici storici risalenti anche ad epoca medievale rispettanti una tipologia funzionale legata alla agricoltura. In tali edifici appare evidente la originaria suddivisione funzionale verticale, nella quale il piano terreno costituiva la stalla, il primo piano: l’abitazione ed il secondo: sottotetto e fienile. L’aspetto esteriore dei manufatti è caratterizzato da ballatoi in legno che rappresentano l’unico collegamento verticale. Tali strutture lignee divengono graticcio per l’essiccazione dei prodotti agricoli. Ulteriori tipi architettonici si riscontrano nel tessuto urbano del comune, e sono identificati dalle: - tipologie produttive: ex opifici o filande datati fine 1800, di notevole impatto visivo e dimensione, caratterizzati da un numero elevato di aperture contraddistinte da una tipica ripetuta scansione. - tipologie dei depositi: ex magazzini agricoli di ridotte dimensioni, utilizzati per il rimessaggio di materiali, macchinari, scorte agrarie o legna da ardere. Gli elementi sono caratterizzati da un uso pedissequo di materiali poveri, di murature in pietra faccia a vista, di rivestimenti lignei grezzi ed aperture per l’aerazione di notevoli dimensioni. - tipologie delle chiese: La classificazione abbraccia l’elemento di culto per antonomasia che spazia dalla pieve di Pergine alla cappellina delle singole frazioni. Il manufatto è generalmente contraddistinto da un unico volume avvoltato o navata, collegato all’abside ed al campanile ed articolato in base agli stili: romanico, gotico o barocco.

La rappresentazione grafica delle tipologie edilizie rinvenute sul territorio è riportata nell’allegato di progetto “R1”. Tale elaborato consente schematicamente di focalizzare i componenti distintivi determinanti della singola tipologia e propone, unitamente all’abaco degli elementi costitutivi di riferimento (allegato di progetto “R2”), una progettazione storico compatibile guidata.

6.1.5 - Schedatura, assegnazione delle Categorie d’intervento ed interventi ammissibili (allegati di analisi “G1” - allegati di progetto “S”) Il servizio Urbanistica e tutela del paesaggio della Provincia Autonoma di Trento ha evidenziato l’opportunità di uniformare le metodologie di analisi, di progetto e quelle normative, proponendosi di concordare le terminologie fondamentali riferite alle operazioni edilizie ammesse sui manufatti storici. A tal fine sono state predisposte dalla Provincia delle griglie di analisi, attraverso le quali è possibile assegnare dei valori di merito ad ogni singola unità minima di intervento.

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Per quanto concerne le categorie di intervento, sono state riprese in toto quelle definite nell’art.77 bis L.P.n.22, dd.05.09.1991, indicanti: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, demolizione - ricostruzione (vedere da Errore. Il collegamento non è valido.a Errore. Il collegamento non è valido. - Norme di attuazione).

6.1.5.1 - Rilievo fisico - schedatura (allegati di analisi “G1”) Nella schedatura delle unità edilizie si è propeso scindere il più possibile i manufatti abitativi in unità minime omogenee: presentanti età, degrado, tipologia d’uso, conformazione fisico- architettonica, consimile. Nelle planimetrie di Piano sono delimitate le Unità edilizie d’intervento. I progetti di restauro, di risanamento conservativo, di ristrutturazione edilizia, di demolizione e ricostruzione e la relativa documentazione si riferiranno alle unità suddette. Si ritiene che interventi su più unità edilizie e su interi isolati debbano avvenire previo Piano di recupero da individuare a livello di pianificazione o che l’Amministrazione comunale potrà delimitare, sentita la Commissione edilizia. Ogni unità di intervento è stata schedata e fotografata. Le schede riassumono i dati relativi alla datazione dell’immobile, alla consistenza fisica, al degrado, ai materiali utilizzati, alla destinazione d’uso ed a eventuali elementi di pregio. Ogni scheda è suddivisa nei seguenti campi: - numero: la numerazione prende in considerazione tutte le unità minime di intervento rilevate e schedate. Anteposta alla numerazione è presente la sigla della frazione analizzata. SIGLE DELLE FRAZIONI DI PERGINE FRAZIONE SIGLE CENTRO FRAZIONE SIGLE CENTRO STORICO STORICO

ASSIZZI A BRAZZANIGHE B MASO POPER MPP BUS BU MASO POSSER MP CANALE CE MASO POSTEL MPT CANEZZA CZ MASO PULLER MPU CANZOLINO CN MASO STAODER (CASTAGNÈ) MST CASALINO CL MASO TASIN MTA CASTAGNE' CA MASO TOLDI MTO CASTELLO DI PERGINE CP MASO UNGHERLE MU CITTADELLA CT MASO VIGABONA MV COMPARSA C MESIANI ME COSTA CS MOLINO ERLA MLE COSTASAVINA CO MOLINO ROCCABRUNA MR FILANDA PETRI FP MOLINO SASSI GRANDI MSG FONTANABOTTE F MONTESEI MNT FORNACI FN NOGARE' N FORNASELLE FR PALAORI PL FORTE CIMIRLO FC PERGINE P GIRARDI G PISSOL PS GUARDA GU PORTOLO POR ISCHIA I POZZA PZ MADRANO MD PRAFANGO PR MANFREDI MF RONCOGNO R MASETTI M S. CATARINA SC MASO 3 CASTAGNI MS S. CRISTOFORO SCR

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MASO BEGHER MB SERSO S MASO BRAITO MBR SOTTOPIETRA SOT MASO CANEVET MC SUSA' SU MASO CRONST MO TENRABI TEN MASO DOLZER MDZ TOFFOLAZZI TOF MASO FAITI-S. VITO MT VALAR VA MASO FRIZZI MZ VALCANOVER VAL MASO GRETTER MTT VIARAGO V MASO GRIL MG VIGALZANO VG MASO OSLER MOS VILLA ROMANESE VR MASO PERGHER MPE VISINTAINER VIS MASO PIANEZZA MPI ZAVA Z MASO POCHER MPO ZIVIGNAGO ZV

- comune amministrativo: Pergine; - comune catastale: viene evidenziato il comune catastale; - località ed indirizzo: si indica la via ed il numero civico; - particella catastale: si indica il numero della particella edificiale che interessa il manufatto; - data del rilievo: si indica la data della rilevazione; - rilevatore: si indica il nome dei rilevatori: Zampedri ing. Mario, Faccenda p.i. Stefano e Agrimi arch. Alessandra; - Fotografia: vista la quantità di fotografie si è preferito optare nella raccolta univoca di fotografie, catalogate con l’indicazione della sigla della frazione ed il numero dell’unità minima di intervento (allegati di analisi “G1”); - riferimenti cartografici: per agevolare la visione d’insieme degli agglomerati urbani si è preferito presentare una planimetria complessiva abitato per abitato con evidenziati i singoli numeri delle schede (allegati di analisi “G2”); - tipologia funzionale: si individua la destinazione d’utilizzo principale dell’edificio (allegati di analisi “G5”); - degrado: la conoscenza del degrado dei manufatti analizzati, seppur derivante da una valutazione di massima, è di grande importanza per definire eventuali priorità d’intervento e lo stato generale del patrimonio storico, mentre ha rapporti più labili con la categoria d’intervento da prevedere nel piano. Tale indicazione viene rappresentata a livello grafico nelle tavolette di analisi (allegati di analisi “G8”); - grado di utilizzo: la verifica dell’effettivo utilizzo immobiliare è un dato importantissimo per la valutazione della capacità insediativa dei centri storici e della progettazione del P.R.G. (allegati di analisi “G4”); - spazi di pertinenza: si esprime un giudizio sintetico sulla caratterizzazione formale degli spazi di pertinenza (allegati di analisi “G9”);

Di seguito si espongono alcune tabelle che riassumono i parametri riscontrati nella rilevazione del patrimonio edilizio storico di Pergine e frazioni: EPOCA_COSTRUZIONE SUPERFICIE % < 1750 81371.11 27 1750-1855 114676.71 38 1855-1930 45689.38 15

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> 1930 57916.73 19

TOTALE 299653.93 100

GRADO_UTILIZZO SUPERFICIE % Utilizzato 241776.71 81 Sottoutilizzato 40474.55 14 stato abbandono 17402.67 6

TOTALE 299653.93 100

DESTINAZIONE PRINCIPALE EDIFICIO % Artigianato 0.4 Commercio 1.2 Culto 3.2 Depositi 5.5 depositi garage 6.1 Fontana 0.0 Garage 1.0 Monumento 0.0 Nulla 1.2 Produttivo 0.4 Residenziale 72.7 ristor.albergo 0.6 scale_ascensori 0.1 Scuola 0.9 Speciale 0.3 Stalla 0.2 Terziario 0.2 Tettoie 3.0 Uffici 0.8 uso pubblico 2.3

TOTALE 100.0

DEGRADO_FISICO SUPERFICIE % Elevato 36210.51 12 Medio 83139.64 28 Nullo 180303.79 60

TOTALE 299653.93 100

6.1.5.2 - Analisi tipologica (allegati di analisi “G1”) La scheda riporta in una seconda parte, un approfondita analisi degli elementi costitutivi l’immobile analizzato. L’indagine costituisce le basi per l’attribuzione della tipologia architettonica storica che si riscontra nella terza parte della scheda: il progetto. Vengono analizzate le dimensioni dell’edificio e gli aspetti aggregativi, che costituiscono un aspetto fondamentale per l’identificazione della tipologia urbanistica e dell’impianto urbano. Si schedano: il numero dei piani, il loro utilizzo, e la distribuzione verticale. Successivamente si evidenziano gli elementi costruttivi e decorativi che sono presenti nel manufatto.

6.1.5.3 - Progetto - attribuzione del tipo di intervento (allegati di analisi “G1” - allegati di progetto “S”)

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La terza fase riguarda la attribuzione del tipo di intervento al manufatto indagato. Il processo che porta alla individuazione della categoria avviene in modo guidato, attraverso l’assegnamento di determinati punteggi in relazione alla presenza di caratteri propri della tipologia architettonica storica. Le voci presenti nella terza fase della scheda sono le seguenti: - epoca di costruzione: in base alla raccolta cartografica storica allegata, si individua la datazione dell’impianto di ogni edificio: 1750, 1855, 1930 e posteriori. In relazione all’epoca di costruzione vengono assegnati dei punteggi, che costituiscono la base per l’attribuzione dei tipi di intervento; ANTERIORE AL 1750 10 PUNTI TRA IL 1855 ED IL 1930 6 PUNTI TRA IL 1750 ED IL 1855 8 PUNTI POSTERIORE AL 1930 4 PUNTI

- tipologia architettonica storica: Attraverso la lettura degli aspetti esteriori degli edifici schedati, il loro grado di corrispondenza rispetto alle tipologie di riferimento considerate, ogni edificio schedato viene inserito all’interno di una delle tipologie storiche dinanzi esplicitate (tipologia a palazzo, rurale, civile, deposito, produttiva, delle chiese) in ragione della presenza dei caratteri determinanti che individuano le specifiche tipologie; - grado di definizione tipologica: attraverso la lettura degli aspetti esteriori degli edifici schedati si discernono i gradi di corrispondenza rispetto alle tipologie di riferimento considerate. Viene testata la presenza, la forma e la natura fisica di: sporti ed aggetti, scale, forma delle aperture, portali, inferriate, decorazioni pittoriche e rivestimenti, avvolti, profili delle aperture in pietra, materiali di copertura, porticati, corti interne. In rapporto alla presenza o meno di elementi che acuiscono il grado definizione, ed alla loro natura e composizione, vengono attribuiti dei punteggi, che andranno a sommarsi ad i punteggi determinati dall’epoca di costruzione per definire il tipo di intervento finale. - permanenza dei caratteri tradizionali: la lettura dei caratteri esteriori di un edificio consente di valutare il loro grado di congruenza rispetto alle tipologie caratteristiche dei singoli elementi tradizionali. Esprimere un giudizio sulle “volumetrie originarie” pertanto significa considerare la presenza o meno di superfetazioni, sopraelevazioni, ampliamenti degradanti o dissonanti rispetto al presunto volume originario. Per i “caratteri costruttivi” si dovrà esprimere un giudizio sulla presenza o meno di coperture, balconi, ballatoi, scale, strutture, aperture, avvolti, di forma dimensione e materiali tradizionali. Per gli “aspetti decorativi” si dovrà esprimere un giudizio sulla presenza di affreschi, cornicioni, modanature, bugnati, ecc., così come per gli “elementi complementari” si dovrà valutare la presenza di tamponamenti, intonaci, colori ecc., tradizionali. Anche in questo caso la scheda di progetto assegna determinati punteggi che si aggiungono ad i precedenti per formare il punteggio globale. - categoria di intervento: il punteggio totale confrontato con dei “range” di valori attribuisce il tipo di intervento ammissibile per l’entità immobiliare analizzata. La categoria fa riferimento alla casistica declarata nella legge provinciale n.22/’91 e s.m., all’art.77 bis;

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- vincoli legislativi sugli immobili: si individuano gli eventuali vincoli notificati sugli immobili e sulle aree di pertinenza in relazione alla legislazione nazionale n.1497 e n.1089 del 1939; - categorie d’intervento prevista dal vecchio piano: si indica la categoria prevista dal P.G.T.I.S. ai sensi della L.P.n.44/’78;

Si rende utile chiarire che la terza fase della scheda per quanto riguarda la tipologia dei depositi non riprende la definizione sopra riportata a causa della specificità caratteristica del manufatto. Dapprima, la scheda pone alla luce e soppesa la composizione e la struttura del deposito, valutando la sua precarietà, in seconda battuta viene testata la compatibilità architettonica e funzionale rispetto al contesto ed in fine la datazione dello stesso e degli immobili circostanti. L’attribuzione dell’intervento avviene sulla scorta dei presenti elementi.

6.1.6 - Le categorie di intervento per gli edifici dei centri storici (allegati di analisi “G1” - allegati di progetto “S”) In riferimento ad “Indirizzi e criteri generali per la pianificazione degli insediamenti storici” (D.G. P.n.20116, dd.30.12.1992), ed all’art.77 bis, capo 1 bis, L.P.n.22/1991 e s.m., il Piano regolatore definisce le seguenti tipologie di intervento: - manutenzione ordinaria (art.8 - Norme di attuazione); - manutenzione straordinaria (art.9 - Norme di attuazione); - restauro (art.10 - Norme di attuazione); - risanamento conservativo (art.11 - Norme di attuazione); - ristrutturazione edilizia (art.12 - Norme di attuazione); - demolizione (art.13 - Norme di attuazione); - demolizione con ricostruzione dello stesso volume sullo stesso sedime (sostituzione edilizia) (art.13 - Norme di attuazione); - demolizione con ricostruzione su sedime diverso e con diverso volume (art.13 - Norme di attuazione); inoltre, a completamento delle possibili casistiche di intervento che possono riscontrarsi, sia all’interno che all’esterno dei centri storici, vengono definite le seguenti tipologie di trasformazione urbanistica ed edilizia: - Opere interne (art.14 - Norme di attuazione); - Opere equiparate alla manutenzione straordinaria (art.15 - Norme di attuazione); - Costruzioni precarie (art.16 - Norme di attuazione); - Nuova edificazione (art.17 - Norme di attuazione); - Ristrutturazione urbanistica e nuovo impianto (art.18 - Norme di attuazione); - Attrezzatura ed uso del territorio (art.19 - Norme di attuazione); - Interventi in deroga agli indici urbanistici ed edilizi (art.20 - Norme di attuazione); - Variazione della destinazione d’uso (art.21 - Norme di attuazione); - Ripristino tipologico (art.22 - Norme di attuazione);

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6.1.7 - Criteri generali per la progettazione nei centri storici (Allegati di progetto “R” “S” “T” “U”) L’obiettivo principale che persegue il Piano regolatore generale di Pergine, nella sua progettazione, è la conservazione, il risanamento conservativo ed il recupero degli insediamenti storici. Tale obiettivo si ottiene mediante interventi volti a preservare il patrimonio edilizio e urbanistico ed il relativo tessuto viario, nonché a mantenere la residenza e le attività tradizionali, migliorando le condizioni abitative e la dotazione di servizi pubblici e sociali. Il centro storico non è inteso come un monumento immutabile ed intoccabile, ma come entità da salvaguardare a livello generale e modificabile in quelle parti che hanno perduto i caratteri e la riconoscibilità storica.

6.1.7.1 - Raffronto tra P.G.T.S. e P.R.G. In questa sede appare opportuno rilevare un aspetto positivo, che deriva dalla nuova disposizione di legge. Mentre la legge provinciale n.44/’78 imponeva la trattazione separata dei centri storici di tipo “A” e di tipo “B”, la presente legge urbanistica considera la pianificazione comunale come un unica entità e pur considerando in misura diversa la periferia urbana dagli ambiti storicamente e culturalmente radicati non fornisce indicazioni per una parametrizzazione differente dei centri storici. Così facendo i parametri di merito utilizzati nei centri storici di tipo “A” valgono anche per i centri di tipo “B”. I vecchi P.G.T.I.S. non venivano realizzati di concerto, e addirittura non venivano concretizzati dagli stessi progettisti, pertanto un edificio con determinate caratteristiche, che appariva soggetto a risanamento nel centro storico di un tipo, avrebbe potuto risultare soggetto a ristrutturazione nell’altro centro storico. In sintesi si rileva una elevata sperequazione di trattamento del vecchio piano (P.G.T.I.S.) in riferimento agli edifici storici di Pergine (tipo”A”) e delle frazioni (tipo “B”). Si riportano di seguito due tabelle che evidenziano le percentuali delle tipologie di intervento a Pergine e nell’universo delle frazioni.

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PERGINE - CENTRO STORICO FRAZIONI - CENTRI STORICI TIPO INTERVENTO SUPERFICIE % TIPO INTERVENTO SUPERFICIE % R1 – restauro 14.190,82 14 R1 – restauro 8.478,64 4 R2 – risanamento 31.660,42 32 R2 – risanamento 29.569,74 15 R3 – ristrutturazione 26.317,42 26 R3 – ristrutturazione 127.020,57 64 R4 – demoliz con ricostruz 19.176,22 19 R4 – demoliz con ricostruz 22.422,59 11 R5 – demolizione 8.131,68 8 R5 – demolizione 10.110,78 5

TOTALE 99.476,56 100 TOTALE 197.602,31 100

Le tabelle illustrano gli scarsi contenuti architettonici degli immobili analizzati delle frazioni, rispetto al nucleo storico di Pergine. Nelle frazioni la preponderanza dell’intervento consentito è la ristrutturazione, mentre a Pergine il risanamento sopravvale di qualche punto sulla ristrutturazione, ed il restauro mantiene una percentuale di nota.

TOTALE - CENTRI STORICI TIPO INTERVENTO SUPERFICIE % R1 – restauro 22.669,46 8 R2 – risanamento 61.230,16 21 R3 – ristrutturazione 153.337,98 52 R4 – demoliz con ricostruz 41.598,82 14 R5 – demolizione 18.242,46 6

TOTALE 297.078,87 100

6.1.7.2 - Criteri omogenei di assegnazione del tipo di intervento Il nuovo Piano deve valutare e soppesare le entità storicamente consolidate ed attribuire dei punteggi in relazione ai gradi di definizione tipologica e la permanenza dei caratteri tradizionali, utilizzando gli stessi parametri di merito, sia nel centro storico di Pergine che in quelli sparsi delle frazioni. Tale operazione di classificazione, ha comportato il raffronto della qualità edilizia presente nel borgo principale con quella delle frazioni, determinando un conseguente abbassamento delle categorie di intervento dei nuclei periferici.

6.1.7.3 - Contenuto del P.R.G. dei centri storici Il P.R.G. relativo ai nuclei storici è composto da quattro parti: 1) - la prima identifica, per ogni edificio, il tipo di intervento ammissibile all’interno della casistica stabilita dall’art.77 bis della L.P.n.22/’91 (vedere allegati di progetto “S” - cap.6.1.5.3 Progetto - attribuzione del tipo di intervento - cap.6.1.6 - Le categorie di intervento per gli edifici dei centri storici); 2) - la seconda è composta dall’abaco degli elementi costitutivi di riferimento. Tale elaborato contiene sia le tavole sinottiche riportanti lo schema delle singole tipologie architettoniche

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storiche (Allegato di progetto “R1”), sia l’abaco degli elementi costitutivi di riferimento (Allegato di progetto “R2”); 3) - la terza, il vero progetto, definito “tavola di struttura”, riporta una casistica di interventi: nuova edificazione, ristrutturazione urbanistica, ricostruzione in seguito alla demolizione, ampliamento laterale, ampliamento in sopraelevazione di tipo “A” o “B”, ripristino tipologico; Inoltre indica la tipologia edilizia da rispettare (palazzi, case civili, case rurali, ex edifici produttivi, ecc.), gli allineamenti perentori ed indicativi, le aree soggette a piani di recupero. (allegati di progetto “T”); 4) - la quarta, indica l’uso degli spazi aperti, le zone utilizzabili a parcheggio pubblico, in superficie e nel sottosuolo, i parchi attrezzati, il verde privato ed i percorsi pedonali. (allegati di progetto “U”);

- Abaco degli elementi compositivi di riferimento e schede delle tipologie architettoniche storiche L’abaco degli elementi compositivi di riferimento e le schede di caratterizzazione tipologica costituiscono uno strumento per la progettazione guidata, in sintonia con le caratterizzazioni tipiche dei centri storici del comune di Pergine. - Schede delle tipologie architettoniche storiche Le schede (Allegato di progetto “R1”), sono degli elaborati schematici, che se da un lato non hanno la pretesa di sviluppare tutti gli aspetti precipui delle caratterizzazioni tipologiche, dall’altro vogliono fornire gli spunti per garantire una continuità progettuale con il passato. In primo luogo, le schede forniscono un immagine dell’elemento tipologico in oggetto con le proprie caratterizzazioni, successivamente espongono l’elenco degli “elementi determinanti” delle singole tipologie, che riportano le peculiarità univoche proprie delle specifiche entità edilizie. Di seguito, le schede contengono l’elencazione di componenti architettonici secondari che, alla presenza, possono rafforzare il grado di definizione tipologica. Poi, sono trattati: i colori ed i materiali di facciata, descritte le tipologie di intervento proprie della argomentazione in oggetto, ed elencati gli elementi costruttivi di riferimento, con gli opportuni collegamenti all’abaco. Tali componenti architettonici potranno essere utilizzati e ricomposti in sintonia con le caratterizzazioni tipiche della specifica tipologia storica, al fine di mantenere nella città antica gli stilemi fondamentali discernenti dalla matrice culturale passata. Al termine di ogni tipologia, a titolo esemplificativo, vi sono dei disegni e delle fotografie che pongono in risalto le connotazioni salienti della tipologia in esame.

- Tutela degli elementi determinanti nelle tipologie edilizie Il nuovo piano non si ferma all’assegnazione del tipo di intervento. La raccolta di schede tipologiche (allegato di progetto “R1”), consente di rilevare gli elementi determinanti prevalenti o quelli che rafforzano gli aspetti caratteristici delle singole tipologie edilizie. Tali elementi, se presenti sono sempre soggetti a restauro, se non presenti o in particolare grado di fatiscenza

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possono essere riproposti in sede progettuale, indipendentemente dal tipo di intervento previsto sul manufatto. A livello esemplificativo: - un edificio catalogato nella tipologia “rurale” e soggetto e ristrutturazione, pur presentando una discreta possibilità di trasformazione determinata dalla categoria di intervento, dovrà mantenere immutati o riprendere e risanare, il gioco di ballatoi, poggioli e scale esterne che sono gli elementi determinanti della tipologia “rurale”; - un edificio catalogato nella tipologia “civile” e soggetto a ristrutturazione, potrà essere trasformato in misura ingente, ma dovrà conservare la pulizia e l’essenzialità dei fronti, gli avvolti ai piani terra e le ante ad oscuro in legno.

- Abaco degli elementi compositivi di riferimento L’abaco (Allegato “R2”), affronta quattordici argomentazioni di componenti tipiche dei fronti edilizi. Constatato che la classificazione tipologica è stata operata verso i risvolti più appariscenti degli edifici medesimi: i fronti, le partiture di facciata, i costituenti elementari della composizione architettonica, l’abaco riporta la casistica dei medesimi elementi ricorrenti: - fori di aerazione per i locali seminterrati; - elementi di contorno degli accessi agli edifici; - contorni delle finestre; - ante ad oscuro; - poggioli in legno; - sottogronda; - manti di copertura; - abbaini; - scale esterne; - materiali di facciata; - fori di sottogronda; - elementi aggettanti; - ecc. Per ogni argomentazione l’elaborato traduce, con una descrizione e delle rappresentazioni grafiche e fotografiche, le varianti tematiche riscontrate all’interno degli insediamenti storici. Ogni tema riporta quindi, tre, quattro o cinque tipi di interpretazione dello stesso elemento funzionale o decorativo. Tali componenti sono tipici di una, o di tutte le tipologie caratteristiche storiche, pertanto l’intervento di restauro, risanamento o ristrutturazione potrà avvalersene in rapporto al tipo di intervento previsto dal Piano (Allegato “S”) ed alla attribuzione tipologica delle tavole di struttura (Allegato “T”).

L’utilizzo degli elementi di cui è composto l’abaco, deve comunque avvalersi dei criteri di seguito proposti:

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Abbaini: La loro realizzazione deve tenere conto del contesto, dei caratteri e della categoria dell’edificio: la forma e le dimensioni devono essere quelle tradizionali, la disposizione simmetrica rispetto alla falda e comunque in rapporto con la distribuzione dei fori di facciata, il numero contenuto al minimo e da mettere in relazione con l’ampiezza della falda e della tipologia dell’edificio. Balconi: In generale i nuovi balconi sono da escludere e comunque da valutare non solo nei confronti della tipologia dell’edificio ma anche rispetto all’insieme della cortina edilizia di cui esso fa parte ed al contesto in cui è inserito. La tipologia, i caratteri costruttivi, i materiali devono essere solo quelli individuati come tradizionali della zona, escludendo modelli desunti da altri ambiti culturali e geografici. Fori: spesso funzionali a nuove destinazioni d’uso o a nuovi modelli distributivi sono molto richiesti soprattutto ai piani terra degli edifici, come accesso a garages, come vetrine per negozi; dovrebbero essere valutati con una certa benevolenza se consentono il recupero di spazi altrimenti inaccessibili od inutilizzabili. La realizzazione deve però tenere conto della categoria d’intervento dell’edificio, della tipologia edilizia, del disegno complessivo di facciata e della cortina edilizia in cui si colloca l’intervento. Quasi superfluo dire che forma, proporzioni, materiali, colori, finiture e serramenti devono attentamente essere valutati in rapporto al contesto ed alla tradizione. Manti di copertura: la situazione è molto diversificata: in alcune aree è sopravvissuta una certa omogeneità mentre in molte altre predomina l’eterogeneità, da imputare anche alla difficoltà di reperire materiali tradizionali di buona qualità o di costo accessibile. Il cotto, coppi e marsigliesi, sta scomparendo o è pressoché scomparso, lasciando il posto alle imitazioni e dunque ai falsi; lo stesso vale per le tegole piane di cemento, per le lastre di porfido e per le scandole. Data l’importanza paesaggistica dei manti di copertura si suggerisce la decisa conferma delle coperture tradizionali nelle aree ancora omogenee e comunque nelle categorie d’intervento più restrittive, nelle situazioni di forte incidenza visiva e di valore urbano particolare (una schiera, una piazza). Negli altri casi è auspicabile l’individuazione di almeno un colore o un materiale di riferimento sulla cui base poter ricostituire, magari anche in tempi molto lunghi, quell’omogeneità che si ritiene un valore paesaggistico importante. Materiali: negli ultimi tempi si è assistito ad una evoluzione delle tecniche di produzione per favorire l’inserimento dei materiali moderni come alluminio e plastica rendendo così meno aspro il confronto con quelli tradizionali. Si rimane sempre dell’opinione di evitare falsi senza comunque escludere a priori un intelligente processo di rinnovamento. La strada maestra resta quella del riferimento alla tradizione che diviene anche riappropriazione culturale e sostegno a lavorazioni artigianali spesso in crisi.

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Colore: è un aspetto molto appariscente e suggestivo come dimostra la diffusione dei piani colore, che danno però spesso solo l’illusione che il recupero dei centri storici sia un fatto avvenuto e concreto: in realtà sotto il colore la realtà non è mutata. Tali Piani sono validi se impostati in modo rigoroso. In materia esiste ormai una vasta casistica cui si potrà riferirsi tenendo conto dei molteplici fattori storici, volumetrici, architettonici, culturali. Un recupero equilibrato del colore come sobria decorazione (attorno ai fori, nei sottogronda, come marcapiano, ...) è auspicabile purché basato su ricerche storiche e su regole che impediscano improvvisazioni e stravaganze.

- Tavole di struttura Le Tavole di struttura sono delle cartografie di piano che riportano la configurazione urbanistica ed edilizia di progetto. Le tavole consentono una visione complessiva di ogni singolo insediamento storico, prefigurando possibili trasformazioni di impianto urbanistico e di tipologia edilizia. Tali progetti sono stati elaborati sulla scorta delle indicazioni raccolte nelle indagini conoscitive e nelle schedature dei centri storici, pertanto tengono in considerazione: la morfologia dei siti indagati, la composizione dei manufatti e le altezze reciproche, il grado di fatiscenza ed occupazione degli immobili, la presenza di caratteri di pregio o di elementi degradanti, la conformazione dei singoli edifici rapportata all’entità dell’isolato storico. Constatato che il presente Piano si occupa dell’aspetto urbanistico ed edilizio, non si è ritenuto opportuno, né possibile, considerare l’intreccio delle proprietà catastali e dei vincoli ad esso legati, pertanto le operazioni di trasformazione ipotizzate sono logicamente legate e subordinate al rispetto del Codice Civile. Le indicazioni delle “tavole di struttura” determinano l’entità delle trasformazioni possibili, ma tale facoltà è guidata, sia dal punto di vista planimetrico, che altimetrico, ed inoltre viene prescritta la tipologia edilizia caratteristica, che vincola: la lunghezza del fronte, i tipi di bucature, i balconi ed i materiali di finitura. Le tavole di struttura costituiscono il progetto sostanziale verso il quale il P.R.G. mira, al fine di perseguire gli obiettivi prefissi, pertanto in questa sede la tipologia architettonica storica definita in fase di rilevazione potrà leggermente modificarsi, in considerazione delle trasformazioni avvenute, del tipo di agglomerato storico e delle possibilità insediative. Le seguenti tabelle, riportano la suddivisione del patrimonio edilizio dei centri storici, nelle varie tipologie architettoniche, che le tavole di struttura propongono nel P.R.G.:

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CENTRO STORICO - PERGINE CENTRI STORICI - FRAZIONI TIPOLOGIA SUPERFICIE % TIPOLOGIA SUPERFICIE % Chiesa 2572,04 3 chiesa 5947,06 3 Civile 52751,46 54 civile 63969,98 31 Depositi 1995,22 2 depositi 12642,83 6 Palazzo 18087,94 18 palazzo 6959,69 3 Produtt 7540,53 8 produtt 4730,20 2 Rurale 15364,68 16 rurale 110508,41 54

TOTALE 98311,88 100 TOTALE 204758,16 100

CENTRI STORICI - TOTALE TIPOLOGIA SUPERFICIE % Chiesa 8519.10 3 Civile 116721.44 39 Depositi 14638.05 5 Palazzo 25047.63 8 Produtt 12270.73 4 Rurale 125873.09 42

303070.03 100

Le tavole di struttura prevedono i seguenti interventi: - nuova edificazione (artt.17 - 48-3.0 - Norme di attuazione); - ristrutturazione urbanistica (artt.18 - 48-4.0 - Norme di attuazione); - ricostruzione in seguito alla demolizione (artt.13 - 48-5.0 - Norme di attuazione); - ripristino tipologico (artt.22 - 48-7.0 - Norme di attuazione); - sopraelevazione (art.48-6.0 - Norme di attuazione); - ampliamento laterale (art.48-6.0 - Norme di attuazione);

Le successive tabelle espongono le superfici degli edifici che le tavole di struttura considerano suscettibili di eventuali interventi di trasformazione: CENTRO STORICO - PERGINE CENTRI STORICI - FRAZIONI TIPO_INTERV SUPERFICIE % TIPO_INTERV SUPERFICIE % Ampl. Altezza 14083,15 14 Ampl. Altezza 74555,75 36 Ampl. Laterale 5061,94 5 Ampl. Laterale 15317,74 7 Nuova edificazione 6691,24 7 Nuova edificazione 7746,00 4 Ricostr. dopo 770,94 1 Ricostr. dopo demolizione 3976,11 2 demolizione Ripristino tipologico 10832,65 11 Ripristino tipologico 14691,48 7 Ristutturaz. Urbanistica 7943,20 8 Ristutturaz. Urbanistica 412,69 0 Nessuno 52928,76 54 Nessuno 88058,38 43

98311,88 100 204758,16 100

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CENTRI STORICI - TOTALE TIPO_INTERV SUPERFICIE % Ampl. Altezza 88638,90 29 Ampl. Laterale 20379,68 7 Nuova edificazione 14437,24 5 Ricostr. dopo 4747,05 2 demolizione Ripristino tipologico 25524,13 8 Ristutturaz. Urbanistica 8355,89 3 Nessuno 140987,14 47

303070,03 100

Gli interventi di nuova edificazione trovano origine nella necessità di organizzare degli spazi aperti interni al centro, poco o nulla sfruttati dalla collettività, che presentano caratteri agricoli, e che potrebbero divenire delle realtà di ricucitura tra città storica ed espansione urbana. Le tavole di struttura evidenziano la superficie coperta massima, gli allineamenti indicativi e prescrittivi, le altezze e le tipologie. Constatata la delicatezza degli interventi e degli ambiti che si vanno a trasformare, si demanda comunque ad una ulteriore pianificazione attuativa l’attivazione effettiva delle entità territoriali. Esempio eclatante di intervento di nuova edificazione, è la zona identificata con l’appellativo di “cerniera nord” della città, si colloca nell’area retrostante l’ex filanda Gavazzi a Pergine ed è già interessata dal progetto di un nuovo teatro. A tale area identificata già nel precedente piano del centro storico da un piano di comparto (non attivato), il Piano attribuisce valenza strategica per la riqualificazione urbana, essa forma una cerniera funzionale tra centro storico e città recente. Essa configura una piazza di discrete dimensioni che viene a trovarsi proprio dietro il nuovo teatro. Tale piazza potrà servire da platea al teatro e configurarsi come punto nodale di attrazione e congiunzione tra città antica e città nuova. Gli elementi edilizi che definiranno l’agorà, dovranno ripercorrere la tipologia urbanistica ed edilizia dell’isolato storico, e conterranno strutture pubbliche, uffici, servizi commerciali, parcheggi ed edilizia abitativa.

Gli interventi di ristrutturazione urbanistica sono proposti per consentire di rimarginare delle ferite inferte nel tessuto urbano storico consolidato. Tramite l’utilizzo dei piani di recupero si propone, la demolizione di manufatti incongrui rispetto alla tipologia edilizia caratteristica e collocati in posizioni ambigue che annullano la percezione conchiusa degli spazi pubblici, e la ricostruzione degli stessi, anche con volumi maggiori e collocazioni idonee a riformare lo spazio urbano ed inserirsi a pieno titolo nel centro storico. Gli edifici recenti potranno essere demoliti e ricostruiti con volumetrie diverse e su sedimi diversi, purché vengano rispettati i vincoli del P.R.G., ovvero la superficie e l’altezza massima ammissibile, la tipologie edilizia e gli allineamenti. Anche in questo frangente il P.R.G. prescrive che la attivazione venga subordinata ad un piano attuativo, che sviluppi in concreto le problematiche esistenti.

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La ricostruzione in seguito alla demolizione è utilizzata soprattutto su fabbricati minori, ove siano presenti nella pertinenza di un edificio principale, e manifestino caratteri di incoerenza con il tessuto urbanistico e con la tipologia edilizia. In tali casi è consentita la demolizione e la successiva ricostruzione del volume, in aderenza all’edificio principale, sul sedime evidenziato e con le caratteristiche imposte dal Piano struttura. L’ampliamento laterale è utilizzato come strumento di ricomposizione di facciata, su schiere storiche ricche di aggiunte e superfetazioni anomale, tale mezzo consente di ricostruire il fronte in posizione avanzata, ma rispettando una tipologia storica ormai irriconoscibile. La sopraelevazione è consentita in taluni casi per adeguare fabbricati soggetti ad interventi di ristrutturazione, all’altezza tipica della via o della strada, senza mai sovrastare manufatti di particolare pregio e valore, soggetti a restauro o risanamento conservativo, così come specificato all’art.8 il D.M. n.1444, dd.02.04.1968. Come ultimo intervento si tratta il ripristino tipologico che vede l’estensione del concetto a tutti gli edifici dei centri storici, in quanto la riplasmazione e ricomposizione volumetrica dei volumi esistenti è consentita ed auspicabile in adeguamento al tipo edilizio evidenziato nel Piano.

- Indicazioni generiche presenti nelle tavole di struttura Aree inedificate di pertinenza: In linea generale non è consentita l’edificazione in elevazione, degli spazi liberi esistenti; Appare peraltro permessa la realizzazione di garage interrati a servizio dell’edificazione del centro storico. Viste le problematiche legate ai parcheggi nei luoghi urbani, si ritiene utile l’utilizzo di dette pertinenze quali rimesse locali, salvo il rispetto di alberature ed aree verdi esistenti che dovranno essere mantenute o ricostituite. Si rileva la necessità di salvaguardare anche le pavimentazioni storiche di aree destinate ad orto o giardino. Aree rese libere da crolli e demolizioni: Si propende a credere che in presenza della documentazione atta a testimoniare l’esistenza del volume originario, e la sua superficie coperta, tutte le aree risultanti da crolli parziali o totali, ovvero da demolizioni, potranno essere utilizzate a scopo edilizio nell’ambito di un progetto di recupero redatto tenendo conto delle caratteristiche tipologiche della zona in essere; Fronti di pregio: Si sono visti molti casi di edifici che pur dimostrando un intrinseco valore storico, sono stati drasticamente rimaneggiati nel loro interno, conservando solamente, nella partitura di facciata e nella sua morfologia, il potenziale storico. In tali manufatti si sono svincolate le soluzioni progettuali da condizioni troppo restrittive, prediligendo risanamenti conservativi o ristrutturazioni in luogo del restauro, ma con l’apposizione del vincolo di facciata. Esso permetterà sulle stesse, esclusivamente interventi di manutenzione ordinaria e di restauro, permettendo il rispetto dei caratteri originari tramandati ed il recupero di quanto ormai è andato distrutto.

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Prescrizioni generiche: In ultima analisi si reputa di non ammettere demolizioni, anche parziali, che modifichino tracciati stradali esistenti; Si auspica l’utilizzo di materiali di facciata e colorazioni tradizionali ed originari, coperture in cotto o porfido, relazionati chiaramente al tipo di intervento previsto e dal grado di tutela. Nel restauro e risanamento si concorda con l’uso di solai di cemento armato, ferro e misti, in sostituzione di preesistenti strutture in legno, qualora non vi siano elementi di interesse architettonico, pittorico, storico che comunque saranno oggetto di analisi preventiva da parte degli Uffici competenti, ai fini del parere della Commissione Edilizia.

6.1.8 - I perimetri dei centri storici, gli insediamenti storici sparsi e gli elementi storici sul territorio Il Piano regolatore generale pianifica l’integrità del territorio comunale ma con due definizioni diverse. I centri storici vengono rappresentati graficamente con una scala dettagliata (1:1000), mentre la rimanenza del territorio è raffigurata con rapporti di ingrandimento più ridotti (1:5000 - 1:2000). Pertanto, nelle tavole di Piano di livello generale, i centri storici verranno evidenziati da una perimetrazione caratteristica che conterrà: la maglia stradale, gli edifici e gli spazi pubblici e la sequenza degli isolati, mentre nelle tavole specifiche dei nuclei storici, saranno poste alla luce edificio per edificio, le tipologie di intervento, i vincoli e le possibili trasformazioni edilizie ed urbanistiche. Gli elementi storici sparsi presenti sul territorio saranno ricompresi nei perimetri storici. Le perimetrazioni dei centri storici rilevate nel vecchio P.G.T.I.S., mantengono pressoché intatta la loro configurazione. Solamente in alcuni casi particolari, si è ritenuto opportuno modificarne la perimetrazione, al fine di includere: - edifici attraversati dal perimetro; - manufatti residenziali che altrimenti risulterebbero in zone agricole; - unità edilizie di particolare pregio.

6.2 - IL SISTEMA INSEDIATIVO: GLI INSEDIAMENTI ABITATIVI

6.2.1 - Criteri di progettazione generali La pianificazione del comune di Pergine, realizzata attraverso il Piano urbanistico comprensoriale ha creato uno sviluppo coerente della città, forse con un rigido utilizzo dello zoning, ma assicurando comunque dotazioni di aree pubbliche di tutto rispetto. Lo standard di aree a servizi pubblici previsti dal P.U.C. ammonta a Pergine a mq/abitante 15.39 contro i mq/abitante 6.50 richiesti, mentre i parcheggi e le aree a verde eccedono il minimo richiesto dalla legge rispettivamente di mq/abitante 2,50 e mq/abitante 22,00. Altro fattore che è assolutamente importante evidenziare è la riserva di superficie ad alloggio presente nella realtà cittadina (escluse le frazioni). Lo standard prevede che ad ogni persona spetti un minimo di

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mq.25 ovvero mc.80. Pergine dispone alla data odierna di un volume costruito di mc.1.103.941 capaci di accogliere teoricamente 13800 abitanti, contro gli effettivi 8774. Tali ragionamenti del tutto teorici evidenziano chiaramente che è giunto il momento di abbandonare i parametri quantitativi che sono stati finora l’unica regola certa per definire i limiti delle trasformazioni e adottare una nuova griglia di compatibilità edilizie ed urbanistiche in sintonia con le strategie che il piano stesso potrebbe perseguire: - sviluppo eco-compatibile mediante una politica attiva di difesa e valorizzazione ambientale (recupero, salvaguardia permeabilità dei suoli, ecc); - riqualificazione del paesaggio urbano attraverso lo sfruttamento e l’arricchimento delle risorse disponibili all’interno della città (aree a verde pubblico, servizi pubblici in genere, aree commerciali, ecc.); - una politica di tutela, salvaguardia e di recupero attivo del centro storico estesa anche ad altre aree di pregio ai contenitori urbani e al patrimonio rurale; - una riqualificazione delle periferie che punti al recupero ed alla ricucitura del territorio già urbanizzato, piuttosto che ad una sua espansione; - la valorizzazione del sistema del verde, dei viali, delle piste ciclabili, dei corridoi ecologici che sono i punti di forza di una città vivibile;

6.2.2 - Premessa Dai dati demografici dell’ultimo censimento del comune di Pergine, si può chiaramente riscontrare un saldo naturale negativo, contrastato però da un tasso di crescita della popolazione positivo, dovuto essenzialmente ai flussi migratori che interessano il suo territorio. Negli obiettivi politici che le ultime Amministrazioni hanno avanzato per la nuova pianificazione si riscontra: la limitazione della crescita urbana e la riqualificazione della città esistente. Tali principi sono tesi fondamentalmente al soddisfacimento delle richieste di alloggio della popolazione autoctona e all’adeguamento della città verso la più ampia richiesta di servizi e dotazioni. Recependo i criteri, il Piano Regolatore Generale prefigura il recupero degli spazi abitativi dei centri storici, lo sfruttamento complessivo di aree periferiche non completamente utilizzate ed il completamento di zone già urbanizzate al fine di razionalizzarne l’utilizzo. Il P.R.G. per concretizzare tali intendimenti ridefinisce la maglia strutturale della viabilità e dei servizi, creando strade nuove e definendone di potenziamento, localizzando parcheggi ed aree a verde, ubicando zone di servizio pubblico.

6.2.3 - Offerta abitativa Porre un sostanziale limite al processo di addizione di nuove aree edificabili, pone problemi qualitativi, economici e sociali.

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Il nuovo P.R.G. non definisce nuove aree di espansione, ma cerca di soddisfare le esigenze, attingendo: - nei centri storici, utilizzando al meglio l’edificazione esistente e definendone di nuova; - nelle aree di completamento, saturando e riqualificando gli spazi, inglobando piccoli ritagli di zone urbanizzate e soprattutto fornendo a queste aree i servizi che tuttora mancano.

Il riuso sia edilizio che urbanistico avviene partendo dal centro storico. La città storica non è un monumento intoccabile, una realtà congelata e pressoché abbandonata, è un bene che va vissuto e riattato alle necessità di vita odierne. Tutto ciò salvaguardando le testimonianze storico culturali, gli impianti urbanistici e le esperienze irripetibili, ma riutilizzando i volumi, ampliandoli ove possibile, e riadeguando i tessuti urbanistici incongrui alle tipologie aggregative urbanistiche storiche.

6.2.3.1 Città storica Nella quale le operazioni di recupero possono fare emergere apprezzabili opportunità insediative, ma dove esistono notevoli vincoli urbanistici, alti costi di intervento, e scarsa disponibilità di aree per servizi privati e pubblici; Il Piano, nelle aree di centro storico, determina diverse scale di intervento: edilizio ed urbanistico, che fanno capo rispettivamente a due serie di analisi svolte prioritariamente sulle tipologie insediative ed aggregative. - La prima possibilità operativa agisce direttamente sull’edificio, definendo il tipo di intervento ammissibile, che spazia dal restauro conservativo alla demolizione con o senza ricostruzione. A questa scala il progetto di Piano inserisce caso per caso facoltà di ampliamento o sopraelevazione, con l’obiettivo di ricomporre e risanare ambiti urbani degradati o intasati da superfetazioni incongrue o incoerenti, con la tipologia caratteristica dell’edificio analizzato. Ogni attribuzione è definita a priori da una classificazione oggettiva di ogni edificio, fondata: sulla comparazione tipologica e sulla rilevazione sistematica della realtà edilizia e del contesto in cui è inserita. - La scala di intervento a carattere urbanistico mira a riqualificare gli spazi urbani a livello di isolato. La analisi tipologica consente di conoscere la matrice di costruzione della città e delle frazioni, e con essa gli elementi dicotomici. All’uopo il Piano consente in alcuni ambiti, la demolizione di edifici incongrui con il tessuto urbanistico originario, e la ricostruzione su un sedime predefinito, con l’indicazione: della nuova tipologia costruttiva, degli allineamenti delle altezze, dell’uso del suolo, ecc., al fine di ripristinare un disegno di città il più confacente possibile, ai criteri storico urbanistici ed allo stile di vita attuale.

Il Piano Regolatore Generale del centro storico stabilisce le aree che saranno destinate a spazi aperti: come piazze, aree a verde pubblico o giardino privato, parcheggi, viabilità carrabile

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o pedonale, e per ogni edificio riporta la categoria di intervento ammissibile e la tipologia edilizia alla quale ogni intervento dovrà ispirarsi. Mentre gli edifici soggetti a restauro e risanamento vengono perlopiù mantenuti volumetricamente integri, negli edifici soggetti a ristrutturazione sarà consentito l’ampliamento, o la sopraelevazione nella misura e nella modalità fornite dal piano stesso. Il progetto di P.R.G. identificherà anche delle aree di ristrutturazione urbanistica entro le quali gli interventi dovranno essere finalizzati al raggiungimento delle previsioni in esso rappresentate. A supporto della classificazione tipologica degli edifici, che fornisce la guida a tutte le operazioni sul centro storico, vi è un abaco di elementi costitutivi caratteristici che fornisce luogo di riscontro e confronto per le operazione di risanamento, ristrutturazione e nuova edificazione.

6.2.3.2 Aree consolidate Per aree consolidate, si considerano solitamente zone ed isolati esterni ai centri storici, che per la propria morfologia costruttiva ed urbanistica, hanno assunto nel tempo delle caratteristiche fisico architettoniche di densità ed impatto tali, da considerarsi in equilibrio stabile. Nel tessuto urbano di Pergine la casistica sopra descritta, si riconosce in talune aree incluse nei centri storici, pertanto verranno trattate in tali ambiti.

6.2.3.3 Aree periferiche e di completamento: Dove le differenze di epoca e di luogo, tra le zone insediate prima e dopo la seconda guerra mondiale, di ubicazione più o meno marginale rispetto all’urbanizzato, di riparto proprietario tra pubblico e privato determinano differenze ambientali e funzionali notevoli, anche se generalmente uniformate dalla carenza d’immagine urbana. In queste aree è necessario il massimo sforzo di recupero ambientale, anche con operazioni di ristrutturazione urbanistica di media e grande dimensione. Il Piano promuove la riqualificazione della città tramite il miglioramento della dotazione di servizi diffusi, il recupero dell’edilizia fatiscente e la trasformazione delle aree di degrado urbanistico. Constatato che le predette aree non sono connotate da una matrice architettonica che le identifica o le conclama, anzi l’anonimato pervade gli isolati e gli spazi urbani, si ritiene che la sperimentazione architettonica e la creatività, vadano intesi come elementi favorevoli di arricchimento della spazialità dei luoghi.

A Pergine l’espansione urbana nel corso dell’ultimo secolo si è avuta secondo direttrici ben definite: verso nord tra il centro storico ed il torrente Fersina, verso est lungo la strada per la Val dei Mocheni, verso sud seguendo la viabilità per Levico ed infine verso ovest tra la ferrovia e la nuova strada statale.

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1) La prima zona ha avuto carattere di insediamento con notevole densità abitativa. Gli edifici residenziali sfruttano gli indici consentiti di circa mc/mq.3,00 e le altezze massime di cinque piani, mentre le attività produttive si attestano sul torrente Fersina compenetrando in taluni casi il tessuto abitativo. Il Piano mantiene per l’area in oggetto un indice di fabbricabilità elevato, ma solleva la carenza di servizi primari, quali strade, marciapiedi, parcheggi ed aree a verde e pur promuovendo l’integrazione funzionale tra attività compatibili cerca di evitare che industrie produttive confinino con aree residenziali senza fasce di rispetto ed aree per il decadimento acustico. 2) La seconda area abbraccia la zona tra via Regensburger e la frazione di Zivignago. La zona conserva una densità insediativa leggermente inferiore alla precedente con impianti scolastici aree di edilizia abitativa ed aree a parco. Come in altri casi le previsioni infrastrutturali dell’attuale P.R.G. non hanno trovato riscontro pratico, pertanto si vede realmente la carenza di viabilità a scala urbana e di quartiere e di altri servizi. Il Piano determina con le sue indicazioni una maglia viaria strutturata, sulla quale si attestano sia i servizi: parcheggi ed aree a verde, che i lotti liberi di completamento. Il sistema permette di fornire accesso a tutti i lotti edificabili evitando il ricorso alla pianificazione subordinata, che determinerebbe l’appesantimento dell’iter di approvazione. 3) La terza zona allungata verso la vecchia strada per Levico presenta caratteristiche di area residenziale a bassa densità insediativa, infatti il carico antropico maggiore è fornito dalla presenza delle case a schiera costruite negli ultimi anni. Le penalità morfologiche e geologiche fanno si che l’edificazione non soddisfi gli standard urbanistici di legge, pertanto il Piano promuove ove possibile la creazione di viabilità urbana ad anello, mentre in prossimità nelle zone svantaggiate, la collocazione di parcheggi che soddisfino le esigenze abitative. 4) La quarta zona è sottesa tra la strada statale ed il centro storico. Detta superficie è percorsa dalla ex strada statale e dalla ferrovia della Valsugana; Attorno ad esse è nata un’edificazione priva di qualità con caratteristiche proprie della periferia urbana nel senso dispregiativo del termine. Mentre il vigente Piano identifica tali aree “per attrezzature ed impianti”, anche se la destinazione predominante è quella abitativa, il nuovo P.R.G., promuovendo la riqualificazione e l’integrazione funzionale della zona, le trasforma, solo sulla carta, in “residenziali” garantendo la possibilità di sostenere attività commerciali, nei limiti stabiliti dalle norme di attuazione. La restante superficie abitativa tra la ferrovia e la S.S.n.47, è completamente priva di una idonea maglia viaria portante, quindi il Piano propone la strutturazione della viabilità urbana e di quartiere con la collocazione di opportuni parcheggi, aree a verde e la formazione di adeguate fasce di verde per la tutela e salvaguardia dall’inquinamento acustico della ferrovia.

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6.2.3.4 Indici di fabbricabilità e allineamenti: Tutte le suddette zone manterranno degli indici di fabbricabilità scalari e conformati all’edificazione attualmente in essere. La creazione di viabilità e servizi favorirà il possibile aumento subordinato della capacità insediativa, che dovrà privilegiare lo sviluppo orizzontale anziché verticale, favorendo l’accorpamento dei fabbricati lungo determinati allineamenti che il Piano fornirà. Tali indicazioni forniranno una configurazione urbana consimile alla struttura per isolati delle città storiche, con gli edifici attestati sulle pubbliche vie ed i giardini privati sull’interno, con gli spazi urbani (vie e piazze), confermati e non smentiti dall’edificazione, con tutti i lotti edificabili accessibili dalle vie e non più interclusi. La configurazione privilegerebbe inoltre l’interscambio sociale e la vita collettiva, che verrebbe invece preclusa con la città “verticale”.

6.2.3.5 Approntamento di aree nuove In linea generale il nuovo P.R.G. non identifica nuove aree di espansione, ma in certi casi riperimetra alcune zone di completamento ricomprendendo nel loro interno piccoli lotti già serviti da viabilità ed urbanizzati. Nella zona inclusa tra Pergine e Zivignago, il Piano al fine di evitare la creazione di infrastrutture viarie postume alla edificazione, definisce la viabilità di progetto o di potenziamento, anche in zone che rimangono attualmente agricole, ma che al bisogno possono divenire: le future aree di espansione residenziale oppure aree strutturate di servizio alla residenza.

6.2.3.6 Edilizia abitativa (vedere allegato di progetto “N”) Per quanto concerne la necessità di assolvere alle richieste di edilizia abitativa, si ritiene che nel “Programma per l’edilizia abitativa” proposto unitamente al P.R.G., sono identificate delle aree distribuite il più possibile sul territorio in modo tale da adempiere alle richieste senza creare dei “ghetti” di popolazione socialmente omogenea. Con opportuna perimetrazione, il P.R.G. demarca delle aree produttive per le quali allo scadere della attività in oggetto ed alla dismissione della produzione, si perverrà alla trasformazione della zona stessa in zona residenziale per edilizia abitativa, ovvero in zona a servizio pubblico.

6.2.3.7 Aree residenziali in contesto agricolo Nella campagna agricola di Pergine esistono edifici di civile abitazione che nulla hanno a che vedere con la coltivazione agricola e che non riprendono nessuna caratteristica del maso rurale. Tali costruzioni realizzate in epoca passata quando il Piano di fabbrica lo permetteva, vengono

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ricomprese in aree residenziali se limitrofe ai centri abitati, ovvero lasciate in zone agricole se isolate nella campagna. In tale modo, con l’ausilio della normativa, sarà possibile intervenire su detti manufatti considerandoli a tutti gli effetti edifici residenziali e consentendo operazioni di trasformazione in dipendenza della loro ubicazione.

6.2.3.8 Aree residenziali di nuova espansione definite dal P.R.G.’91 Dette aree sono perlopiù pianificate e poche debbono riscontrare l’attivazione di almeno un Piano Guida. Il nuovo Piano conserva integre le definizioni e prescrizioni di dettaglio dei piani attuativi approvati e dei piani guida, ma per le aree non pianificate entra nel dettaglio specificando: sedime costruibile, allineamenti obbligatori, tipologia insediativa, viabilità, infrastrutture, parcheggi, ecc., rendendo direttamente attuativo il P.R.G.. Al fine di consentire la realizzazione delle opere infrastrutturali previste dal Piano stesso, si ritiene importante ricorrere all’utilizzo dell’art.90 della L.P.n.22/’91, che permette nei casi di ristrutturazione, ampliamento volumetrico e nuova edificazione, la realizzazione da parte dei privati delle opere stesse presenti sul fondo e la conseguente riduzione del contributo di concessione dovuto.

6.2.3.9 Nuove aree residenziali Come già menzionato il P.R.G. non definisce nuove aree di espansione, ma riperimetra le attuali zone residenziali di completamento in relazione ad esigenze di natura urbanistica e/o sociale. In riferimento alle richieste di cambio di destinazione d’uso inoltrate dai cittadini presso l’Amministrazione comunale, la valutazione sociale è stata osservata in subordine alle caratterizzazioni urbanistiche. Le domande sono state accolte solamente se trattanti terreni: - non in zona agricola di interesse primario definita dal P.U.P.; - non in zona di tutela paesaggistico ambientale definita dal P.U.P.; - non in zona boschiva rilevata nelle analisi del P.R.G.; - in zona urbanizzata e già servita dalle reti infrastrutturali;

6.3 - IL SISTEMA INSEDIATIVO: I SERVIZI

6.3.1 - Cosa sono i “Servizi pubblici” Vengono considerate aree per servizi ed attrezzature di carattere generale e di interesse urbano, le zone omogenee destinate alla fruibilità pubblica. Esse possono essere utilizzate per la creazione di: - scuole; - ospedali; - impianti sportivi;

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- case sociali; - sedi di associazioni; - sedi per enti assistenziali; - strutture sanitarie di base; - uffici per la pubblica amministrazione; - luoghi e strutture religiose; - ambiti ricreativi; - aree per il verde, attrezzato ed a parco naturale; - parcheggi;

6.3.2 - Come si quantificano i servizi nel P.R.G. Le superfici destinate a servizio pubblico vengono quantificate dal P.R.G. in base a svariati criteri che pongono le loro basi su indicazioni: politiche: basate sulle filosofie programmatiche delle Amministrazioni pubbliche che tengono conto delle opinioni pubbliche della popolazione, dei fattori economici, degli sviluppi abitativi, delle tendenze di crescita urbana, della composizione della popolazione (età, grado di istruzione, necessità, istruzione, ecc); parametriche: fondate sulla definizione numerica stabilita dalla legge relativa agli standard urbanistici, in base al numero di abitanti gravanti sul territorio, oppure in base a normative di settore;

6.3.3 - Come vengono dislocati i servizi nel P.R.G. La localizzazione delle aree di servizio viene definita in conseguenza a valutazioni diverse che fondano la propria origine su discernimenti: politici: Le scelte dislocative dei servizi rappresentano la concretizzazione dei fondamenti programmatici, che possono privilegiare l’accentramento anziché la parcellizzazione, lo sfruttamento delle aree di proprietà anziché l’esproprio, la risoluzione delle problematiche sociali, assistenziali o ludico sportive in relazione alla capacità di spesa complessiva. urbanistici: Ogni area disegnata dal P.R.G. è direttamente rapportata alla maglia viaria, alla densità abitativa prefigurata, alla quantità di servizi esistenti, di progetto ed alla loro qualità, alla tipologia insediativa, o produttiva, ai vincoli paesaggistici, ambientali e geologici, alla salvaguardia dei nuclei e dei manufatti storici o dei rinvenimenti archeologici ed in definitiva alla riqualificazione delle aree, degli abitati ed al soddisfacimento dei bisogni collettivi.

6.3.4 - La città pubblica - i servizi Per migliorare la qualità urbana di Pergine è necessario migliorare il rapporto esistente fra insediamenti e servizi, fra usi intensivi ed usi estensivi della città. Il piano ha determinato il fabbisogno di servizi alla luce delle modificazioni avvenute nel corso degli ultimi dieci anni nella struttura urbana, nella popolazione, nelle attività, nelle esigenze sociali.

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La definizione delle aree a servizi all’interno dello zoning di piano non è sufficiente, il Piano vuole promuovere la progettazione e la realizzazione di complessi di attrezzature sociali e verde, pensati unitariamente, laddove il reperimento delle aree non sia inteso come tradizionale dotazione quantitativa mq/abitante al fine del soddisfacimento degli standard di legge. La riprogettazione degli spazi pubblici, il potenziamento viario, può contribuire alla definizione di un ambiente urbano integrato attraverso una trama di percorsi e di attività collettive in grado di costituire il connettivo principale del territorio urbano. La periferia urbana di Pergine è nata sulla base di una zonizzazione allargata, priva di specifiche relative alle infrastrutture, alle aree a verde, ai parcheggi, ai servizi di quartiere. Porre mano a quanto già consolidato risulta molto difficile, sia per la pressione edilizia che impedisce certe operazioni, sia per la condizione psicologica degli abitanti, che non sono sempre ben disposti verso cambiamenti che richiedono sacrifici, anche se finalizzati ad un complessivo miglioramento della vivibilità di quartiere. Malgrado questo, Il Piano cerca di riconfigurare: le periferie urbane, gli ambiti abitativi privi di servizi e di rivitalizzare i centri storici. Il verde urbano in particolare è inteso con specifica funzione ecologica il rigeneratore ambientale del tessuto urbano. La difesa del suolo permeabile e la presenza di alberature rappresentano una condizione indispensabile alla qualità urbana. Per questo, oltre al sistema dei grandi parchi extraurbani (parco del Castello ha.31 - parco della Tessara ha.17) e ad una sistematica trasformazione delle strade urbane in viali alberati, il Piano minuziosamente organizza un sistema di spazi verdi di diversa misura collocati strategicamente nella città. Mentre negli ambiti di completamento e di nuova edificazione residenziale il Piano, garantisce un’alta presenza di verde che contribuisce alla qualificazione di tutta la frazione interessata, nei centri edificati sono state individuate le aree da destinare alla fruizione collettiva, per contribuire al miglioramento del potenziale ambientale. Dipendentemente dai luoghi, dalle disponibilità e dalle necessità, il verde urbano assume diverse connotazioni: - giardino privato ed orto; - verde privato di rispetto dei nuclei storici; - verde pubblico attrezzato; - fascia di protezione ed arredo; - viale alberato; - verde sportivo di quartiere attrezzato per il gioco e lo sport per i ragazzi o gli anziani; - verde d’integrazione dei servizi scolastici e di altre attrezzature collettive;

Per quanto riguarda le attrezzature di interesse generale, il Piano conferma le attuali sedi, studiando per quanto di competenza sistemi per smaltimento e fluidificazione del traffico d’entrata ed uscita.

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Per quanto concerne le attrezzature di quartiere e delle frazioni, il Piano oltre a prescrivere le destinazioni ammesse, identifica le aree in modo tale da costituire dei sistemi integrati con i servizi esistenti, all’interno di una riqualificazione complessiva degli spazi pubblici.

6.3.5 - Pergine La pianificazione del comune di Pergine realizzata attraverso il Piano urbanistico comprensoriale ha creato uno sviluppo della città carente di infrastrutture, pur assicurando sulla carta le dotazioni di aree pubbliche. Infatti lo standard di aree a servizi pubblici previsti dal P.U.C. ammonta a Pergine a mq. 15.39 per abitante contro i mq.6.50 per abitante richiesti, mentre i parcheggi e le aree a verde eccedono il minimo richiesto dalla legge rispettivamente di mq/abitante 2,50 e mq/abitante 22,00. Ma analizzando a fondo la realtà, si nota che la ridondanza di servizi nel centro di Pergine, è dovuta alla presenza predominante del centro di villa Rosa (ex ospedale psichiatrico) che copre per sua natura un’area d’utenza comprensoriale, e quindi da non tenere in considerazione al fine di stabilire le esigenze settoriali cittadine e di quartiere. Mentre per quanto concerne la presenza di parcheggi si denota una carenza generalizzata. Tale mancanza è dovuta essenzialmente alla possibilità offerta dal P.U.C. di realizzare parcheggi nelle fasce di rispetto stradali, parcheggi che comunque non figurano sulla cartografia. Tali ragionamenti del tutto teorici evidenziano chiaramente che è giunto il momento di abbandonare i parametri quantitativi che sono stati finora l’unica regola certa per definire i limiti delle trasformazioni, e adottare una nuova griglia di compatibilità edilizia ed urbanistica in sintonia con le strategie che il piano stesso potrebbe perseguire: - valutazione reale del contingente di popolazione insediabile; - completamento, infrastrutturazione e riqualificazione delle periferie che punti al recupero ed alla ricucitura del territorio già urbanizzato, piuttosto che ad una sua espansione; - sviluppo urbano legato inderogabilmente all’incremento dei servizi e delle infrastrutture; - sviluppo eco-compatibile mediante una politica attiva di difesa e valorizzazione ambientale (tutela paesaggio naturale ed antropizzato, salvaguardia permeabilità dei suoli, ecc); - riqualificazione del paesaggio urbano attraverso lo sfruttamento e l’arricchimento delle risorse disponibili all’interno della città (aree a verde pubblico, servizi pubblici in genere, aree commerciali, ecc.); - una politica di tutela, salvaguardia e di recupero attivo del centro storico estesa anche ad altre aree di pregio ai contenitori urbani e al patrimonio rurale; - la valorizzazione del sistema del verde, dei viali, delle piste ciclabili, dei corridoi ecologici che sono i punti di forza di una città vivibile;

Per adeguarsi a tali obiettivi, il Piano definisce in misura particolare l’organizzazione viaria del contesto urbano ed i servizi ad essa connessi, in modo tale da comporre da subito un

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progetto struttura che rispecchi il più coerentemente possibile le ipotesi di base, inoltre l’organizzazione normativa del piano tende a semplificare i parametri di riferimento, puntando sulla creazione di norme che facilitino la vivibilità del cittadino ed agevolino il lavoro progettuale, proponendo ad esempio: - la definizione delle altezze espresse in numero di piani d’abitazione, così da agevolare l’uso di solai con dimensioni idonee ed evitare l’esasperato ricorso ad abbaini estranei alle tipologie caratteristiche delle nostre zone; - il conteggio dei volumi con l’esclusione delle murature perimetrali oltre i cm.30 in modo di incentivare l’isolazione e coibentazione; - la misura delle distanze tra gli edifici ortogonalmente anziché radialmente;

I criteri di progettazione sopra esposti non possono esulare da considerazioni in merito a regole e legislazioni inerenti l’argomento, pertanto la definizione degli standard minimi di servizi necessari al soddisfacimento della popolazione insediabile è stato operato con dovizia di particolari e allegato alla presente assieme a grafici semplificativi (vedere allegato “H”).

6.3.6 - Legislazione standard urbanistici Nelle norme stabilite dalla legislazione provinciale in materia di pianificazione territoriale comunale, è inclusa l'osservanza degli "standard urbanistici". L’art.23 della L.P.n.22, 05.09.1991 definisce che:

1.) (...... ) nella formazione degli strumenti di pianificazione territoriale e nella modificazione di quelli esistenti debbono essere osservati limiti di densità edilizia, di altezza, di distanza tra fabbricati e dai confini di proprietà. Nonché rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi. 2.) La Giunta provinciale (...) fissa, ed aggiorna quando necessario tali limiti e rapporti per zone territoriali omogenee, distinguendo in particolare, tra spazi riservati alle attività collettive, quelli da destinare ad attrezzature religiose. (...) In mancanza di tale provvedimento continuano ad applicarsi le disposizioni emanate ai sensi dell'articolo 17, nono comma, della legge 6 agosto 1967, n.765.

Constatato che la Giunta provinciale non si è fornita di regolamentazione in tal senso, si fa riferimento alla legislazione nazionale sopra citata, ovvero dalla legge provinciale n.11, DD. 03.08.1970 che ne riprende in toto l'essenza: L.n. 768/'67 - art. 17) (...) In tutti i Comuni, ai fini della formazione di nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, debbono essere osservati limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza tra i fabbricati, nonché rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, verde pubblico o a parcheggi.

I limiti e i rapporti previsti dal precedente comma sono definiti per zone territoriali omogenee, con decreto del Ministro per i lavori pubblici di concerto con quello dell'interno, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici.

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Tale decreto ministeriale ha preso forma il 02.04.1968.

6.3.7 - Decreto Ministeriale n.1444, dd. 02.04.1968 Art. 1 - Campo di applicazione. - Le disposizioni che seguono si applicano ai nuovi piani regolatori generali e relativi piani particolareggiati e lottizzazioni convenzionate; ai nuovi regolamenti edilizi con annesso programma di fabbricazione e relative lottizzazioni convenzionate; alle revisioni degli strumenti urbanistici esistenti. Art. 2 - Zone territoriali omogenee. - Sono considerate zone territoriali omogenee, ai sensi e per gli effetti dell’ art. 17 della 1.6 agosto 1967, n. 765: A) le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi; B) le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A): si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta dagli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq.; C) le parti del territorio destinate a nuovi complessi insediativi, che risultino inedificate o nelle quali l’edificazione preesistente non raggiunga i limiti di superficie e densità di cui alla precedente lett. B); D) le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti per impianti industriali o ad essi assimilati; E) le parti del territorio destinate ad usi agricoli, escluse quelle in cui, fermo restando il carattere agricolo delle stesse, il frazionamento delle proprietà richieda insediamenti da considerare come zone C); F) le parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale. Art. 3 - Rapporti massimi, tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e gli spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico od a parcheggi. - Per gli insediamenti residenziali, i rapporti massimi di cui all’ art. 17 - penultimo comma - della 1. n. 765 sono fissati in misura tale da assicurare per ogni abitante - insediato o da insediare - la dotazione minima, inderogabile, di mq. 18 per spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie. Tale quantità complessiva va impartita, di norma, nel modo appresso indicato: a) mq. 4.50 di aree per l’istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell’obbligo; b) mq. 2.00 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T. , protezione civile, ecc.) ed altre; c) mq. 9.00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade; d) mq. 2.50 di aree per parcheggi (in aggiunta alle superfici a parcheggio previste dall’ art. 18 della 1. n. 765): tali aree - in casi speciali - potranno essere distribuite su diversi livelli. Ai fini dell’osservanza dei rapporti suindicati nella formazione degli strumenti urbanistici, si assume che, salvo diversa dimostrazione, ad ogni abitante insediato o da insediare corrispondano mediamente 25 mq. di superficie lorda abitabile (pari a circa 80 mc. vuoto per pieno), eventualmente maggiorati di una quota non superiore a 5 mq. (pari a circa 20 mc. vuoto per pieno) per le destinazioni non specificamente residenziali ma strettamente connesse con le residenze (negozi di prima necessità, servizi collettivi per le abitazioni, studi professionali, ecc.). Art. 4 - Quantità minime di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico od a parcheggi da osservare in rapporto agli insediamenti residenziali nelle singole zone territoriali omogenee. - La quantità minima di spazi - definita al precedente articolo in via generale - è soggetta, per le diverse zone territoriali omogenee, alle articolazioni e variazioni come appresso stabilite in rapporto alla diversità di situazioni obiettive. 1 - Zone A); l’Amministrazione comunale, qualora dimostri l’impossibilità - per mancata disponibilità di aree idonee, ovvero per ragioni di rispetto ambientale e di salvaguardia delle caratteristiche, della conformazione e delle funzioni della zona stessa - di raggiungere la quantità minime di cui al precedente art. 3, deve precisare come siano altrimenti soddisfatti i fabbisogni dei relativi servizi ed attrezzature. 2 - Zone B): quando sia dimostrata l’impossibilità - detratti i fabbisogni comunque già soddisfatti - di raggiungere la predetta quantità di spazi su aree idonee, gli spazi stessi vanno reperiti entro i limiti delle

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disponibilità esistenti nelle adiacenze immediate, ovvero su aree accessibili tenendo conto dei raggi di influenza delle singole attrezzature e della organizzazione dei trasporti pubblici. Le aree che verranno destinate agli spazi di cui al precedente art. 3 nell’ambito delle zone A) e B) saranno computate, ai fini della determinazione delle quantità minime prescritte dallo stesso articolo, in misura doppia di quella effettiva. 3 - Zone C): deve essere assicurata integralmente la quantità minima di spazi di cui all’ art. 3. Nei Comuni per i quali la popolazione prevista dagli strumenti urbanistici non superi i 10 mila (10000) abitanti, la predetta quantità minima di spazio è fissata in mq. 12 dei quali mq. 4 riservati alle attrezzature scolastiche di cui alla lett. a) dell’ art. 3. La stessa disposizione si applica agli insediamenti residenziali in Comuni con popolazione prevista superiore a 10 mila (10000) abitanti, quando trattasi di nuovi complessi insediativi per i quali la densità fondiaria non superi 1 mc./mq. Quando le zone C) siano contigue o in diretto rapporto visuale con particolari connotati naturali del territorio (quali coste marine, laghi, lagune, corsi d’acqua importanti; nonché singolarità orografiche di rilievo) ovvero con preesistenze storico-artistiche ed archeologiche, la quantità minima di spazio di cui al punto c) del precedente art. 3 resta fissata in mq. 15: tale disposizione non si applica quando le zone siano contigue ad attrezzature portuali di interesse nazionale. 4 - zone E): la quantità minima è stabilita in mq. 6, da riservare complessivamente per le attrezzature ed i servizi di cui alle lett. a) e b) del precedente art. 3. 5 - Zone F): gli spazi per le attrezzature pubbliche di interesse generale - quando risulti l’esigenza di prevedere le attrezzature stesse - debbono essere previsti in misura non inferiore a quella appresso indicata in rapporto alla popolazione del territorio servito: - 1.5 mq/abitante per le attrezzature per l’istruzione superiore all’obbligo (istituti universitari esclusi); - 1 mq./abitante per le attrezzature sanitarie ed ospedaliere; - 15 mq/abitante per i parchi pubblici urbani e territoriali. Art. 5 - Rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti produttivi e gli spazi pubblici destinati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi. - I rapporti massimi di cui all’ art. 17 della 1. n. 765, per gli insediamenti produttivi, sono definiti come appresso: 1) nei nuovi insediamenti di carattere industriale o ad essi assimilabili compresi nelle zone D) la superficie da destinare a spazi pubblici o destinata ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi (escluse le sedi viarie) non può essere inferiore al 10% dell’intera superficie destinata a tali insediamenti; 2) nei nuovi insediamenti di carattere commerciale e direzionale, a 100 mq. di superficie lorda di pavimento di edifici previsti, deve corrispondere la quantità minima di 80 mq. di spazio, escluse le sedi viarie, di cui almeno la metà destinata a parcheggi (in aggiunta a quelli di cui all’ art. 18 della 1. n. 765); tale quantità, per le zone A) e B) è ridotta alla metà, purché siano previste adeguate attrezzature integrative. (...... )

6.3.8 - Standard urbanistici nella REALTÀ' di Pergine Nella revisione del piano regolatore generale di Pergine Valsugana appare chiara la necessità di verifica delle condizioni dell'attuale piano (P.R.G.’91), in riferimento: alle richieste di legge, alla popolazione insediata, al potenziale volumetrico disponibile ed ai servizi effettivamente presenti sul territorio. La dotazione di servizi di una città è parametro di giudizio sulla sua qualità. Visto che è stato espressamente messa in evidenza, nel primo documento programmatico, la necessità di passare dalla quantità alla qualità, ovvero di curare la qualità del costruito ed i servizi alla popolazione, anziché espandere ulteriormente l'abitato, il presente aspetto risulta quanto mai rilevante.

Gli obiettivi che ci si prefigge sono molteplici, ovvero testare la qualità del piano esistente in termini di servizi offerti:

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- alla popolazione residente; - alla popolazione turistica stagionale; - alla popolazione potenziale, in relazione alla capacità insediativa teorica massima del volume esistente; - alla popolazione potenziale in relazione alla capacità insediativa teorica massima, del volume esistente e delle aree di espansione residenziale definite dal P.R.G.;

I parametri indispensabili per verificare gli standard urbanistici, visto che gli indici urbanistici pongono in relazione servizi ed abitanti, sono fondamentalmente due: "popolazione che utilizza i servizi" e "servizi resi alla popolazione" (in termini di aree a disposizione).

6.3.8.1 - Aspetto demografico La quantificazione effettiva della popolazione residente è stata assunta attraverso l'estrapolazione dei dati ISTAT riferiti al censimento 1991. L'elaborazione ha permesso di disporre dei dati suddivisi per sezione di censimento, relazionati agli: abitanti stabili, abitanti saltuari, abitazioni occupate e non occupate, superficie totale degli alloggi. Per l’attualizzazione dei valori numerici ci si è avvalsi della collaborazione degli uffici anagrafici comunali, che hanno fornito la documentazione sul saldo naturale e sulla migrazione al 1996. Mentre l'incidenza della popolazione turistica, è stata quantificata attraverso una ricerca operata presso gli uffici statistici della provincia, che ci ha fornito gli orientamenti degli ultimi cinque anni. Le presenti informazioni hanno fornito la base per le prime analisi incrociate, sulla popolazione realmente presente sul territorio e le dotazioni prefigurate dal piano regolatore generale vigente. Ai fini della verifica degli standard urbanistici la dotazione complessiva di servizi pubblici prevista dal P.R.G., va commisurata necessariamente alla capacità insediativa residenziale teorica massima. Ovvero, l'abitato del comune di Pergine va inteso come un’enorme contenitore, riempito di persone con una densità abitativa di mq. 25/persona (oppure mc. 80- 100/persona), prescindendo dal grado di conservazione degli alloggi, dalla partitura interna, dalla tipologia: popolare o signorile. Il numero finale di persone che occupa idealmente il contenitore, suddiviso per tutte le Frazioni, va a rapportarsi con le dotazioni pubbliche esistenti sulla superficie cartografica del territorio (P.R.G.). Per tale indagine ci si è avvalsi dei dati sulle abitazioni forniti dall'ISTAT, fino al 1991, incrementati dalle superfici delle nuove realizzazioni edilizie (servizio comunale per l'edilizia privata). L'ultima analisi ha valutato la capacità insediativa delle aree di espansione residenziale previste dal piano vigente, non ancora insediate. Anche in questo frangente la volumetria rapportata ad un indice di utilizzo medio di mc. 100/abitante, ha definito la densità massima che il P.R.G. ‘91 ha previsto.

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6.3.8.2 - Aspetto fisico territoriale Il decreto ministeriale prevede la suddivisione del territorio in varie zone omogenee: centri storici e zone sature, zone di completamento, zone di espansione, zone produttive, zone agricole, zone con attrezzature di interesse generale. Di seguito stabilisce per ogni zona omogenea la quantità minima di spazi pubblici per abitante da riservare ad attività collettive, verde pubblico e parcheggi. Lo studio operato sul comune di Pergine Valsugana ha visto la suddivisione dell'intero territorio comunale in zone omogenee. Le perimetrazioni hanno ripercorso, per comodità e coerenza, la frammentazione suggerita dalle sezioni censuarie, accorpando entità con caratteristiche fisiche edilizie analoghe. La zonizzazione ha evidenziato la presenza, frazione per frazione, dei nuclei storici, delle nuove zone residenziali, delle aree destinate alla coltivazione agricola Sono poi state realizzate le elaborazioni in base agli scenari prefigurati, mantenendo come presupposti di partenza alcuni criteri: - i centri storici degli abitati sono da considerarsi delle zone omogenee indeformabili, definite e quasi sempre prive di aree destinate a servizi; - le zone di completamento e di espansione presentano delle caratteristiche peculiari tali da considerarsi coerenti e similari. In tali aree sono da ricercarsi la collocazione dei servizi; - le zone agricole e boschive non abbisognano di particolari strutture di servizio, benché rivolgano le loro modeste richieste alle zone di completamento; Il risultato delle formulazioni volge alla quantificazione areale delle zone, scisse per: destinazione urbanistica, zona omogenea, frazione di appartenenza.

6.3.8.3 - Quadro comparativo Il rapporto delle due realtà oggettive: dati anagrafici, superfici territoriali, fornisce la corrispondenza o meno del Piano ’91 alla normativa sugli standard urbanistici. Lo studio effettuato testa la conformità dei servizi individuati nelle cartografie del P.R.G. approvato in data 1991 con gli standard urbanistici imposti dalla vigente normativa.

I riferimenti temporali scelti per lo studio sono due: 1991 (data del censimento e dell’elaborazione del vecchio piano urbanistico), 1996.

Per tutte e due le realtà temporali vengono comparate: - dotazioni di Piano: - parcheggi; - servizi pubblici; - parchi urbani -verde pubblico; - popolazione: - reale residente; - teorica-potenziale con le aree di espansione sature;

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- reale residente e turistica stagionale;

6.3.8.4 - Conclusioni e riflessioni : In questo paragrafo appare del tutto inutile descrivere lo stato delle cose dal punto di vista numerico, visto la presenza di un allegato (allegato “H”) che tratta sotto questo profilo ogni situazione. L’analisi considera, il piano urbanistico ‘91, con le sue rappresentazioni ed intendimenti, in secondo luogo prende in esame la popolazione reale e la popolazione teorica. - Popolazione teorica Questo punto merita una considerazione particolare, in quanto la cittadinanza teorica, è calcolata su un indice di densità abitativa di mq.25 per abitante (superficie lorda abitabile per abitante). Il parametro, appare quanto mai irreale, in quanto secondo questa metodologia, Pergine potrebbe contenere il doppio degli abitanti effettivamente residenti, senza l’aumento di un metro cubo di costruzione ( residenti reali = n. 15742 - abitanti potenziali = n. 31056). Allo scopo di definire quale è effettivamente la densità abitativa reale esistente all’interno del contesto ambientale del Comune, è stata fatta una analisi su isolati campione (paragrafo Errore. Il collegamento non è valido.), dalla quale sono emersi i parametri inerenti: la reale densità abitativa, lo sfruttamento degli indici di fabbricazione, il sottoutilizzo residenziale, ecc.

- Piano regolatore generale ’91 confrontato con la popolazione al 1991 Il Piano regolatore generale ’91 è la formalizzazione del Piano urbanistico comprensoriale recepito a seguito all’avvento della legge provinciale n.22/91. Attraverso il suo esame all’origine con la popolazione al 1991, risultano chiaramente delle scelte progettuali “centralistiche”. Si nota come siano state concentrate le risorse di aree destinate a servizi pubblici e parcheggi, nel centro principale e nelle frazioni più grosse, mentre siano meno forniti i nuclei minori. Le superfici a verde pubblico ed attrezzato sono ovunque ben distribuite. L’accentramento dei servizi è un obiettivo politico ambito, che le passate Amministrazioni hanno perseguito. Infatti si ritiene, dal punto di vista razionale, che sia impensabile, insensato, assurdo e soprattutto oneroso, dotare i piccoli nuclei abitativi di 400 abitanti di: case sociali, strutture polivalenti, scuole, asili, ecc., e sia corretto localizzare tali funzioni aggregate in posizione baricentrica rispetto a macrozone. Per quanto riguarda gli spazi a parcheggio è evidente come il P.U.C. ne abbia trascurato la rappresentazione, consentendo a tale scopo l’utilizzo delle fasce di rispetto stradale. La nuova simbologia del Piano tende a vedere le fasce di rispetto come vincolo e non come zona urbanistica, pertanto il P.R.G. localizza in ogni ambito urbano le aree a parcheggio atte al soddisfacimento degli standard.

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L’analisi vede rapportarsi le superfici di P.R.G.’91 a servizi pubblici, a verde pubblico ed a parcheggio, con gli abitanti effettivi al 1991 e gli abitanti che potenzialmente avrebbero potuto insediarsi con la densità teorica di mq.25/abitante e alla popolazione turistica.

ABITANTI ALLA DATA DI RIFERIMENTO A SERVIZI ABITANTI AL 1991 RAPPORTATI SUPERFICIE A VERDE P.R.G.’91 A PARCHEGGI A SERVIZI ABITANTI POTENZIALI AL 1991 CON DENSITA’ RAPPORTATI SUPERFICIE A VERDE ABITATIVA DI 25 mq./ab P.R.G.’91 A PARCHEGGI A SERVIZI ABITANTI AL 1991 CON DENSITA’ ABITATIVA DI 25 RAPPORTATI SUPERFICIE A VERDE mq./ab E TURISTI P.R.G.’91 A PARCHEGGI

L’allegato di analisi “H1” descrive con tabelle e grafici la carenza o l’esubero di superficie a servizi per abitante.

- Piano regolatore generale ‘91 confrontato con la popolazione al 1996 L’analisi vede rapportarsi le superfici di P.R.G.’91 a servizi pubblici, a verde pubblico ed a parcheggio, con gli abitanti effettivi al 1996 e gli abitanti che potenzialmente avrebbero potuto insediarsi con la densità teorica di mq.25/abitante e alla popolazione turistica.

ABITANTI ALLA DATA DI RIFERIMENTO A SERVIZI ABITANTI AL 1996 RAPPORTATI SUPERFICIE A VERDE P.R.G.’91 A PARCHEGGI A SERVIZI ABITANTI POTENZIALI AL 1996 CON DENSITA’ RAPPORTATI SUPERFICIE A VERDE ABITATIVA DI 25 mq./ab P.R.G.’91 A PARCHEGGI A SERVIZI ABITANTI AL 1996 CON DENSITA’ ABITATIVA DI 25 RAPPORTATI SUPERFICIE A VERDE mq./ab E TURISTI P.R.G.’91 A PARCHEGGI

L’allegato di analisi “H1” descrive con tabelle e grafici la carenza o l’esubero di superficie a servizi per abitante. La visione del P.R.G.’91 confrontata con gli abitanti al 1996 pone alla luce la evidente carenza di servizi nelle frazioni minimali del Comune. Vista la notevole frantumazione dell’areale insediativo; Constatato che, i paesi penalizzati contano non più di 500 anime, e che trovano conforto nelle immediate frazioni cinconvicine o nel centro principale; Si ritiene che le carenze riscontrate non siano affatto casuali, ma siano il risultato di una programmazione politica accentratrice. Infatti nell’indagine proposta sulla popolazione presunta al 2008, si propone l’aggregazione per macrozone delle aree considerate, in base alla collocazione fisica delle stesse ed alle

80 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

comunicazioni stradali. Il risultato chiarifica ogni possibile incertezza, infatti si riscontra il completo soddisfacimento delle richieste degli standard. Si sottolinea che, nonostante il piano disponga delle aree a servizi, solamente una parte (circa il 50% per mq.111.500), è stata attivata, pertanto risulta reale la mancanza sul territorio. Per quanto concerne la disponibilità di spazi per la sosta dei veicoli privati, risulta generalizzata la deficienza nelle frazioni, mentre è soddisfatto lo standard nel centro di Pergine. Problematica chiaramente percepibile nella realtà dei sobborghi. La situazione del verde è soddisfacente sulla carta, la realtà lascia un poco desiderare in ordine alla attuazione degli interventi, ma questo esula dalla pianificazione e sconfina nella programmazione.

- Conclusione delle analisi L’analisi è stata prevista per verificare le potenzialità del P.R.G. ’91 in termini di servizi e capacità ricettiva. L’indagine ha testato la conformità dei servizi nei confronti della popolazione esistente al ’91 ed al ’96, ed inoltre ha supposto degli incrementi demografici conseguenti alla saturazione del volume costruito e costruibile nelle aree di espansione del P.R.G. ‘91. In conclusione si ritiene che il P.R.G. ‘91 abbia strutturato la collocazione dei servizi di carattere locale (attrezzature religiose, civili, sociali, culturali, associative, ricreative, amministrative, attrezzature scolastiche, asili, scuole materne, elementari, teatri, sale riunioni, biblioteche, musei, campi sportivi, ecc) con un criterio logico e funzionale, disponendo i servizi in punti strategici, baricentrici a più frazioni. Tali scelte sono complessivamente condivise dall’attuale Amministrazione comunale, che propende verso: - la prosecuzione della stessa linea di condotta, riconfermando in linea generale l’ottica del piano vigente, attivando al bisogno le aree a servizio, in relazione: alle scelte amministrative ed alla sua programmazione, alle richieste della popolazione, alle tendenze in atto; anziché verso - una diminuzione delle aree in modo tale da mantenere la soglia minima dello standard, conservando solamente quelle effettivamente occupate ed edificate; - la ricollocazione in modo più frammentato delle superfici, fornendo ad ogni piccolo nucleo i suoi servizi pubblici; - la concentrazione in un numero di centri inferiore;

Per quanto concerne la distribuzione di parcheggi ad uso pubblico appare idoneo verificarne la presenza sul territorio, in modo tale da censire anche quelli che non appaiono sulle carte del P.R.G., e successivamente vista la carenza o l’esubero, studiare degli attenti inserimenti. Per le superfici a verde, in merito all’osservanza degli standard urbanistici, non appaiono problemi di sorta, sarà il progetto che vedrà se e come modificarle.

81 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

6.3.9 - STANDARD URBANISTICI CON IL NUOVO P.R.G. ‘99 Le verifiche ed analisi avanzate nei confronti del Piano ’91, hanno posto in luce i suoi pregi e relativi limiti, le scelte centralistiche, le debolezze di rappresentazione dei parcheggi, ecc. Dette verifiche hanno condotto a delle condizioni cognitive consistenti, atte a favorire un ottimale approccio alla fase progettuale del nuovo Piano. Il Piano regolatore generale ’99 ha trovato fondamento sulle valide indicazioni fornite dal P.R.G. ’91, vagliate, modificate, integrate e testate con un’analisi finale sugli standard urbanistici, che si è proposta anch’essa come verifica e non come progetto. La definizione delle aree per servizi ed attrezzature, verde pubblico e parcheggi, è difatti stata realizzata sulla scorta di indicazioni politiche, sociali, tendenze demografiche, strutturazioni morfologiche dei siti, esposizione, giacitura, viabilità, memoria storica, ecc., ed è solamente stata verificata la conformità con gli assunti di legge. E’ importante rilevare che le aree a servizio sono state generalmente rapportate ad un determinato ambito di influenza, più o meno sviluppato e conseguentemente alla popolazione insediata. La quantificazione ed il dimensionamento delle aree parcheggio presenta la stessa filosofia, ma ne risente drasticamente della presenza di poli di attrazione pubblici o privati, infatti nelle prossimità del centro storico di Pergine o di centri sociali, commerciali o culturali, appare determinante l’approntamento di zone a parcheggio specifiche. Il calcolo delle superfici necessarie di parcheggi è stato impostato scindendo il fabbisogno complessivo nelle due tipologie, organizzando pertanto delle aree idonee a soddisfare le richieste, nelle prossimità dei poli attrattivi, e delle superfici a parcheggio dislocate in ogni singola entità abitativa, capaci di soddisfare le esigenze dei rioni e dei quartieri ormai intasati dalle vetture in parcheggio. La quantificazione delle superfici necessarie ha tenuto in considerazione la legge provinciale in materia, ed ha collocato: - nelle zone urbanizzate di completamento o sature, delle superfici pari ad un quarto delle superfici necessarie in base alla normativa. Tenendo in considerazione la volumetria massima realizzabile con i parametri di Piano, ed i risultati delle indagini campione; - nelle zone di espansione, destinate specificatamente all’edilizia abitativa pubblica o agevolata, ha individuato delle superfici orientative, che i piani attuativi dovranno sviluppare in funzione delle necessità specifiche;

- Incremento demografico al 2008 Gli input per tale indagine sono stati forniti dalle proiezioni demografiche al 2008 (paragrafo Errore. Il collegamento non è valido.) e dai dati numerici riferiti alle superfici che il nuovo piano ha riservato ad attrezzature pubbliche e servizi, verde pubblico e parcheggi, suddivisi non più per frazione, ma per macrozona.

82 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

ABITANTI POTENZIALI DA CRESCITA DEMOGRAFICA NELLE MACROZONE DAL 1998 AL 2008 Macr FRAZIONI Abit.effet. 1997 cresc.demo. % aumento Ab.Pot.T o % ab. ot. ZON A

1 Pergine1,Zivignago, Assizzi,Masetti- 9748 61 920 10668 Zava,Canzane 2 Nogarè,Madrano,Canzolino,Cirè, Vigalzano, 1977 13 187 2164 Casalino, Brazzanighe 3 Roncogno,Moretta,Costasavina,Susà,S.Vito 1379 1500 9 130 1509 4 Canale,S.Cristoforo,Valcanover,Ischia,Castag 1640 10 155 1795 nè 5 Serso,Viarago,Canezza 1147 7 108 1255 totale 15891 1500 100 1500 17391

SUPERFICI DA NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE NELLE MACRO ZONE

MACRO ZONA FRAZIONI Sup. Serv. pubb. Sup. Parco - Verde Pubb. Sup. Parcheggio

Sup. m2 Sup. m2 Sup. m2

1 Pergine1,Zivignago, Assizzi,Masetti-Zava,Canzane 225089 117807 108771 2 Nogarè,Madrano,Canzolino,Cirè, Vigalzano, Casalino, Brazzanighe 23747 89941 24671 3 Roncogno,Moretta,Costasavina,Susà,S.Vito 34350 51000 18347 4 Canale,S.Cristoforo,Valcanover,Ischia,Castagnè 42073 61131 39644 5 Serso,Viarago,Canezza 17456 52353 13672

totale 342715 372232 205105

SUPERFICIE A SERVIZIO PUBBLICO DA NUOVO P.R.G. NELLE MACROZONE 250000

225089

200000

150000

Sup.Serv. pubb. m2

100000

50000 42073 34350 23747 17456

0 12345

83 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

SUPERFICIE A PARCO E VERDE PUBBLICO DA NUOVO P.R.G. NELLE MACROZONE 160000

140000

120000 117807

100000 89941

80000 m2 Sup. Parco-Verde Pubb.

61131 60000 51000 52353

40000

20000

0 12345

SUPERFICIE A PARCHEGGIO DA NUOVO P.R.G. NELLE MACROZONE 120000

108771

100000

80000

60000 Sup. Parcheggio m2

39644 40000

24671

20000 18347 13672

0 12345

SUPERFICIE A SERVIZIO PUBBLICO PER ABITANTE POTENZIALE NELLE MACRO ZONE AL 2008

M.ZONA FRAZIONI Ab.pot.PRG S. S.serv.pub.(ab.x6.5) Sup.PRG Differ. R.diff./ab. R.sSTD/sPRG (%)

1 Pergine1,Zivignago, Assizzi,Masetti-Zava,Canzane 10668 69342 225089 155747 14.60 225% 2 Nogarè,Madrano,Canzolino,Cirè, Vigalzano, Casalino, Brazzanighe 2164 14066 23747 9681 4.47 69% 3 Roncogno,Moretta,Costasavina,Susà,S.Vito 1509 9809 34350 24542 16.26 250% 4 Canale,S.Cristoforo,Valcanover,Ischia,Castagnè 1795 11668 42073 30406 16.94 261% 5 Serso,Viarago,Canezza 1255 8158 17456 9299 7.41 114%

totale 17391 113042 342715 229674

84 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

SUPERFICIE A SERVIZIO PUBBLICO PER ABITANTE POTENZIALE NELLE MACRO ZONE AL 2008 30.00

24.00

18.00 16.94 16.26

14.60 R .diff./ab.

m2 per abitante m2 per 12.00

7.41

6.00 4.47

0.00 12345 M acro Zone

SUPERFICIE A PARCO PER ABITANTE POTENZIALE DA AUMENTO DEMOGRAFICO NELLE MACROZONE AL 2008

M.ZONA FRAZIONI Ab.pot.PRG S. S.parco (ab.x9.0) Sup.PRG Differ. R.diff./ab. R.sSTD/sPRG (%)

1 Pergine1,Zivignago, Assizzi,Masetti-Zava,Canzane 10668 96013 117807 21794 2.04 23% 2 Nogarè,Madrano,Canzolino,Cirè, Vigalzano, Casalino, Brazzanighe 2164 19473 89941 70468 32.57 362% 3 Roncogno,Moretta,Costasavina,Susà,S.Vito 1509 13583 51000 37417 24.79 275% 4 Canale,S.Cristoforo,Valcanover,Ischia,Castagnè 1795 16153 61131 44978 25.06 278% 5 Serso,Viarago,Canezza 1255 11297 52353 41056 32.71 363%

totale 17391 156519 372232 215713

SUPERFICIE A PARCO PER ABITANTE POTENZIALE DA AUMENTO DEMOGRAFICO NELLE MACRO ZONE AL 2008 70.00

60.00

50.00

40.00 R .diff./ab. 32.57 32.71

30.00 m2 per abitante per m2 24.79 25.06

20.00

10.00

2.04

0.00 12345 M acro Zone

85 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

SUPERFICIE A PARCO PER ABITANTE POTENZIALE DA AUMENTO DEMOGRAFICO NELLE MACROZONE AL 2008

M.ZONA FRAZIONI Ab.pot.PRG S. S.parco (ab.x9.0) Sup.PRG Differ. R.diff./ab. R.sSTD/sPRG (%)

1 Pergine1,Zivignago, Assizzi,Masetti-Zava,Canzane 10668 96013 117807 21794 2.04 23% 2 Nogarè,Madrano,Canzolino,Cirè, Vigalzano, Casalino, Brazzanighe 2164 19473 89941 70468 32.57 362% 3 Roncogno,Moretta,Costasavina,Susà,S.Vito 1509 13583 51000 37417 24.79 275% 4 Canale,S.Cristoforo,Valcanover,Ischia,Castagnè 1795 16153 61131 44978 25.06 278% 5 Serso,Viarago,Canezza 1255 11297 52353 41056 32.71 363%

totale 17391 156519 372232 215713

SUPERFICIE A PARCO PER ABITANTE PO TENZIALE DA AUM ENTO DEM OG RAFICO NELLE M ACRO ZO NE AL 2008

M.ZONA FRAZIONI A b.pot.PRG S. S.parco (ab.x9.0) Sup.PRG D

1 Pergine1,Zivignago, Assizzi,Masetti-Zava,Canzane 10668 96013 117807 2 Nogarè,Madrano,Canzolino,Cirè, Vigalzano, Casalino, Brazzanighe 2164 19473 89941 3 Roncogno,Moretta,Costasavina,Susà,S.Vito 1509 13583 51000 4 Canale,S.Cristoforo,Valcanover,Ischia,Castagnè 1795 16153 61131 5 Serso,Viarago,Canezza 1255 11297 52353

totale 17391 156519 372232

TABELLA PER GRAFICO

A b.pot.PRG S. S.parco (ab.x9.0) Sup.PRG D 1 Pergine1,Zivignago, Assizzi,Masetti-Zava,Canzane 10668 96013 117807 2Nog arè,Madrano,Canzolino,Cirè, Vig alzano, Casalino, Brazzanig he 2164 19473 89941 3 Roncog no,Moretta,Costasavina,Susà,S.Vito 1509 13583 51000 4 Canale,S.Cristoforo,Valcanover,Ischia,Castag nè 1795 16153 61131 5 Serso,Viarag o,Canezza 1255 11297 52353

totale 17391 156519 372232

SUPERFICIE A PARCO PER ABITANTE POTENZIALE DA AUMENTO DEMOGRAFICO NELLE M ACRO ZONE AL 2008 70.00

60.00

50.00

40.00 R.diff./ab. 32.57 32.71

30.00

m2 per abitante m2 24.79 25.06

20.00

10.00

2.04 0.00 12345 M acro Zone

SERVIZI Dalle tabelle riportate e dall’allegato di analisi “H3”, si possono riscontrare le modifiche di superficie destinate a servizi rispetto al P.R.G.’91 e la compatibilità del nuovo piano rispetto alle imposizioni legislative. Si evidenzia che, le superfici inserite nella voce servizi, sono aree destinate a servizi di interesse locale: civili amministrative, religiose, e scolastiche, mentre le superfici a verde ricomprendono solamente i parchi urbani attrezzati e le zone sportive. I parchi extra urbani di interesse generale sono stati esclusi dal computo, così pure le aree per servizi di livello provinciale, come gli ospedali e le scuole medie superiori, poiché si ritiene che il loro raggio d’azione copra un areale sovracomunale e non sia precisamente calcolabile l’influenza locale.

86 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Il nuovo Piano non propone drastiche modifiche all’assetto di queste destinazioni, ma bensì tende al completamento o potenziamento delle esistenti. Si denota un generalizzato esubero di superfici destinate a servizi in tutte le macrozone. Il vincolo di destinazione pubblica su una superficie più ampia delle richieste di legge, si ritiene sia in parte da auspicare, vista la necessità di aumentare il livello qualitativo di vivibilità negli ambienti urbani. Inoltre constatato che le superfici a ciò destinate non vengono contemporaneamente utilizzate, ma esiste una parte di aree che funge da “riserva” o “vaso di espansione”, si ritiene che tale ridondanza sia da ritenersi fisiologica. Un minimo aumento di superficie è anche dovuto al fatto che il nuovo Piano rende riconoscibili e computabili, anche zone esistenti all’interno dei centri storici, che con il P.R.G.’91 non venivano evidenziate. A livello di valori assoluti si riscontra la naturale concentrazione di servizi nel capoluogo di Comune e comunque una discreta distribuzione di superficie a servizio nelle altre macrozone. L’aumento riscontrato di superficie a servizio pubblico nelle macrozone è attribuibile alla necessità di garantire possibili ampliamenti di aree esistenti, al fine di creare complessi integrati di servizi. Si evidenzia l’inserimento del complesso di San Patrignano all’interno della destinazione “Attrezzature Assistenziali”, la collocazione dell’ex albergo Ausburgerhof nei “Servizi Universitari”, la definizione di una nuova area pubblica all’ingresso di San Cristoforo al fine di garantire un polo di servizio pubblico ai turisti della zona del lago e l’ampliamento delle aree esistenti a Canale e Susà.

AREE A VERDE PUBBLICO L’analisi evidenzia il verde pubblico urbano e le aree sportive effettivamente fruibili dalla collettività, trascurando le zone destinate a verde privato, verde di protezione ed arredo, verde a parco extra urbano. Rapportando le superfici del P.R.G.’91 a quelle del nuovo Piano, si nota un leggero aumento generalizzato delle aree a verde. Analizzando la superficie procapite si nota che in tutte le macrozone esiste una ridondanza di aree a verde, che diminuisce nella zona di Pergine centro. Tenendo in considerazione che il P.R.G.’99 inserisce la nuova tipologia di “area a verde di protezione ed arredo” che costeggia le linee di traffico veicolare e la ferrovia della Valsugana attenuandone l’inquinamento acustico, e che Pergine si appoggia al grosso polmone a verde extraurbano del parco del Castello (non considerato nelle tabelle di calcolo), si ritiene che la diminuzione sia teorica e del tutto ininfluente, pur considerando il valore di gran lunga sopra il minimo richiesto.

PARCHEGGI Come già evidenziato appare incongruo comparare le superfici a parcheggio del vecchio Piano con le nuove, poiché nel P.R.G.’91 non appaiono grosse superfici a parcheggio inglobate all’interno delle fasce di rispetto stradali, che erano considerate a tutti gli effetti zone urbanistiche. Il valore assoluto delle superfici a parcheggio è notevole, e restando chiaramente

87 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

sopra lo standard di legge serve il fabbisogno della popolazione residente, temporanea e turistica.

- Incremento demografico al 2008 con popolazione turistica Come si è rilevato nella verifica della ricettività turistica negli anni dal 1991 al 1997 si assiste ad una stasi del settore. La linea tendenziale è in leggero ribasso, pertanto pur non prevedendo nuove aree specificatamente destinate ad incrementi turistici, appare doveroso testare la capacità del P.R.G. ’99 ad adattarsi, a livello di servizi, ad un apporto turistico medio pari a 3500 persone, e distribuito in relazione alla capacità ricettiva del territorio. Si ritiene utile porre un ulteriore riflessione; il turista fruisce dei servizi di livello generale, dei parcheggi, dei parchi pubblici ed extraurbani. Non necessita di servizi di livello locale, quali: case sociali, scuole, asili, ecc. Pertanto la verifica è stata indirizzata esclusivamente verso i parchi urbani attrezzati e verso i parcheggi.

ABITANTI POTENZIALI DA CRESCITA DEMOGRAFICA NELLE MACROZONE DAL 1999 AL 2008

Abitanti Potenziali dal 1996 al 2006 M. ZONA FRAZIONI Abit.effet. 1997 cresc.demo. % aumento % ab. Ab.Pot.Tot.

1 Pergine1,Zivignago, Assizzi,Masetti-Zava,Canzane 9748 61 920 10668 2 Nogarè,Madrano,Canzolino,Cirè, Vigalzano, Casalino, Brazzanighe 1977 12 187 2164 3 Roncogno,Moretta,Costasavina,Susà,S.Vito 1379 1500 9 130 1509 4 Canale,S.Cristoforo,Valcanover,Ischia,Castagnè 1640 10 155 1795 5 Serso,Viarago,Canezza 1147 7 108 1255

totale 15891 1500 100 1500 17391

ABITANTI POTENZIALI SECONDO CRESCITA DEMOGRAFICA E PRESENZA TURISTICA NELLE MACRO ZONE AL 2008 12000

10970

10000

8000

6000 Ab.Pot.+Turis Tot.

N° di Abitanti Potenziali Abitanti di N° 4047 4000

3109

2000 1509 1255

0 12345 Macro Zone

88 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

SUPERFICIE A PARCHEGGIO PER ABITANTE POTENZIALE DA AUMENTO DEMOGRAFICO E TURISMO NELLE MACRO ZONE AL 2008

M.ZONA FRAZIONI Ab.pot.2006 S.parcheg.(ab.x2.5) Sup.PRG Differ. R.diff./ab. R.sSTD/sPRG (%)

1 Pergine1,Zivignago, Assizzi,Masetti-Zava,Canzane 10970 27425 108771 81346 7.42 297% 2 Nogarè,Madrano,Canzolino,Cirè, Vigalzano, Casalino, Brazzanighe 3109 7773 24671 16898 5.43 217% 3 Roncogno,Moretta,Costasavina,Susà,S.Vito 1509 3773 18347 14574 9.66 386% 4 Canale,S.Cristoforo,Valcanover,Ischia,Castagnè 4047 10119 39644 29525 7.29 292% 5 Serso,Viarago,Canezza 1255 3138 13672 10534 8.39 336%

totale 20891 52228 205105 152878

SUPERFICIE A PARCHEGGIO PER ABITANTE POTENZIALE DA AUMENTO DEMOGRAFICO E

20.00 PRESENZA TURISTICA NELLE MACRO ZONE AL 2008

16.00

12.00

9.66 R.diff./ab. 8.39 m2 per abitante m2 per 8.00 7.42 7.29

5.43

4.00

0.00 12345Macro Zone

SUPERFICIE A PARCO PER ABITANTE POTENZIALE DA AUMENTO DEMOGRAFICO E TURISMO NELLE MACROZONE AL 2008

M.ZONA FRAZIONI Ab.pot.PRG S. S.parco (ab.x9.0) Sup.PRG Differ. R.diff./ab. R.sSTD/sPRG (%)

1 Pergine1,Zivignago, Assizzi,Masetti-Zava,Canzane 10970 98728 117807 19079 1.74 19% 2 Nogarè,Madrano,Canzolino,Cirè, Vigalzano, Casalino, Brazzanighe 3109 27983 89941 61958 19.93 221% 3 Roncogno,Moretta,Costasavina,Susà,S.Vito 1509 13583 51000 37417 24.79 275% 4 Canale,S.Cristoforo,Valcanover,Ischia,Castagnè 4047 36427 61131 24704 6.10 68% 5 Serso,Viarago,Canezza 1255 11297 52353 41056 32.71 363%

totale 20891 188019 372232 184213

SUPERFICIE A PARCO PER ABITANTE POTENZIALE DA AUMENTO DEMOGRAFICO E PRESENZA TURISTICA NELLE MACRO ZONE AL 2008 70.00

60.00

50.00

40.00

32.71

30.00 R.diff./ab. 24.79

m2 per abitante per m2 19.93 20.00

10.00 6.10

1.74 0.00 12345

-10.00 M acro Zone

89 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Non si è ritenuto opportuno valutare l’aspetto delle aree a servizio in quanto i turisti si servono di servizi particolari che non vengono dettagliati nel Piano regolatore, ma sicuramente non di scuole, centri sociali, ecc. Dai grafici appare chiaramente la corretta distribuzione delle aree a parcheggio che in linea generale abbondano rispetto a quanto richiesto dallo standard. Le aree a parco attrezzato sono esuberanti in tutte le macro zone, inoltre il leggero abbassamento in corrispondenza della prima e della quarta zona, è assorbito dai parchi extraurbani (parco del castello) e dai parchi balneari (lago di Caldonazzo).

6.4 - IL SISTEMA INSEDIATIVO: aree per attivita’ economiche Nella trattazione delle attività economiche del comune di Pergine si fa riferimento alla indagine operata dall’Università degli studi di Trento (Allegato di analisi “A”), che analizza diversi aspetti: - industria artigianato; - commercio e terziario; - turismo;

6.4.1 - Analisi: Aspetti economici La struttura economica è caratterizzata dalla presenza preponderante di attività di servizio (attività commerciali e turistiche, servizi pubblici e privati, servizi alle imprese ed alle persone, servizi sociali, istruzione, sanità ecc.), seguita dall’industria e artigianato che costituiscono poco meno del 40% dell’occupazione complessiva del comune di Pergine. Industria: Mentre negli anni ‘80 il comune di Pergine presentava una crescita di occupazione nel settore industriale, nei primi anni ‘90 la dinamica cambia segno, e si assiste ad un netto calo occupazionale in questo settore. A seguito delle trasformazioni avvenute negli anni passati, la localizzazione delle attività industriali risulta più elevata a Pergine rispetto alla media provinciale: - lavorazione di minerali; - produzione di macchine e materiale meccanico; - industria della calzatura, dell’abbigliamento, della biancheria; - lavorazione del legno; - lavorazione della gomma e materie plastiche; A detta dei consulenti, gli spazi di intervento dei comuni nei confronti dei meccanismi di localizzazione delle attività industriali sono relativamente limitati. La dotazione di aree destinate ad insediamenti produttivi non è di per sé sinonimo di aumento delle attività industriali stesse, sia per la disponibilità di superfici produttive non occupate, sia per la grande disponibilità di strutture dismesse e non utilizzate. Un elemento attrattivo per questo genere di insediamenti è sicuramente il grado di infrastrutturazione e di dotazione di servizi delle aree stesse.

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6.4.1.1 Commercio e servizi: Considerando le seguenti sottosezioni delle attività economiche: - commercio e riparazioni; - alberghi e ristoranti; - trasporti, magazzinaggio e comunicazioni; - intermediazione monetaria e finanziaria; - attività immobiliari, noleggio, informatica; appare notevolmente in crescita il settore dei servizi alle imprese e le attività legate al mondo del credito e delle attività finanziarie. Si riscontra un processo di concentrazione delle attività commerciali nel comune di Pergine a discapito dell’area comprensoriale. Nei centri storici e nelle frazioni è generalizzato il processo di riduzione degli esercizi commerciali al dettaglio di piccole dimensioni nel comparto alimentare. La causa è da ricercare: nella accessibilità difficoltosa, nella insufficiente disponibilità di parcheggi, nei costi immobiliari, nella difficoltà di realizzare ampliamenti, e nella concorrenza praticata dalle grandi unità distributive localizzate nell’immediata periferia. Meno accentuato risulta il processo localizzativo di esercizi al dettaglio non alimentari.

6.4.1.2. Turismo La capacità ricettiva turistica del comune di Pergine rappresenta circa il 15% della zona del “lago di Caldonazzo”. Solamente 1/3 dei posti letto disponibili sono attribuiti agli alberghi, che vengono classificati con un livello qualitativo medio-basso. Per quanto concerne la struttura ricettiva extralberghiera si nota la presenza di campeggi e seconde case, con la mancanza assoluta di strutture imprenditoriali di alloggi per ferie. Dal punto di vista quantitativo, non sembra indispensabile prevedere un aumento della capacità d’offerta, mentre dal punto di vista qualitativo appare determinante la necessità di elevazione del livello dell’offerta del settore alberghiero, e della diversificazione del settore extralberghiero.

6.4.2 - Considerazioni del P.R.G. Il governo della città è assimilabile ad una attività di impresa nel mercato urbano, che costituisce il concreto campo di determinazione delle relazioni economiche. La città oggi si offre su questo mercato. Nell’offerta della città si coniugano: l’innovazione del prodotto, l’efficienza nei servizi, la qualità della vita; questi fattori, insieme, rappresentano il valore urbano. I soggetti dello sviluppo sono il governo locale e le attività economiche. Il mercato urbano poggia sull’efficienza economica e sociale della città, che il P.R.G. si propone di ottenere tramite un’offerta flessibile e di qualità del territorio.

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I clienti di Pergine sono al tempo stesso, i cittadini, le aziende già presenti in città, coloro che vi si potrebbero trasferire da altre realtà geografiche ed i turisti. Il fattore competitivo sul quale Pergine intenderebbe far leva è la qualità globale, cioè la qualità della città stessa come luogo strategicamente vincente per la localizzazione: delle famiglie e di determinate categorie di imprese, per trascorrere le ferie e vivere serenamente. Pergine vista la collocazione geografica e la vicinanza con la città capoluogo, non intende assumere un ruolo nodale, ma nemmeno perdere la propria identità e divenire un sobborgo cittadino, o peggio ancora industriale.

Gli obiettivi specifici che qui si innestano ai quali il P.R.G. è funzionale sono, quindi: mantenimento e creazione di occupazione; creazione di attività produttive; miglioramento delle condizioni ambientali e territoriali; mantenimento della produzione agricola; implementazione della ricettività e qualità turistica;

6.4.3 - Aree per la produzione Si ritiene che la capacità di competere nella provincia o regione, a livello di offerta di aree, dipenda in buona misura dalle capacità del territorio di offrire risorse esterne, come la qualità ambientale, i servizi formativi e culturali, i luoghi di comunicazione per l’esposizione e congressi, rapide connessioni con le reti infrastrutturali principali. A questo proposito il P.R.G. riprende le aree produttive definite dal Piano provinciale con l’intento di salvaguardare la possibilità di un futuro ampliamento e collegamento verso Cirè, nella zona attualmente destinata a cava di inerti. Tale politica dovrebbe garantire la creazione di un agglomerato strutturato, incentivando le dotazione delle aree per servizi ed attrezzature necessarie all’insediamento. In secondo luogo rafforza le aree industriali consolidate facilitandone la permanenza ed il radicamento nel territorio. Successivamente il Piano affronta la questione degli insediamenti minori, compresi negli isolati a destinazione mista residenziale, esigendo una nuova compatibilità con la città, ammettendone la riconversione negli isolati residenziali. Di seguito si evidenziano le aree produttive del settore secondario presenti nel P.R.G. ’91 non ancora attivate. Infine vengono considerati i manufatti agricoli, o residenziali che la zona produttiva ha inglobato. Anche in questo caso il P.R.G. tende ad integrare il più possibile le funzioni, consentendo la gestione delle singole attività nel rispetto della principale di zona.

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6.4.3.1 - Il settore secondario Le aree per le attività produttive sono state concepite dal P.R.G. in modo da poter ospitare officine, aziende industriali e artigianali, laboratori, magazzini, depositi, silos, rimesse, uffici, ed ogni altro manufatto od impianto collegato alla produzione di beni e servizi. Non si fa distinzione fra attività industriali ed attività artigianali, considerando in un’unica categoria tutte quelle di carattere produttivo: sul piano delle esigenze di localizzazione e di infrastrutturazione infatti questa distinzione non ha oggi più alcun significato, purché le aree siano opportunamente attrezzate al loro interno e ben raccordate alle infrastrutture territoriali. Queste aree riprendono le indicazioni del P.U.P. e vengono distinte solo in rapporto al grado di saturazione, e cioè in aree produttive di completamento, e aree per attività produttive di nuova espansione. Nelle prime sarà possibile insediare ancora nuove aziende, a condizione che si appoggino sulle infrastrutture e sugli impianti a rete esistenti, potenziandoli opportunamente. Per le seconde andrà predisposto un Piano attuativo a fini speciali, che regoli le modalità d’uso sulla base dei parametri volumetrici già indicati dal Piano regolatore ’91. In queste aree non possono essere consentite edificazioni di tipo residenziale, salvo che per le quote minute legate all’abitazione dei custodi o titolari delle aziende; in ogni caso, per evitare una eccessiva concentrazione di abitazioni, i volumi non saranno superiori a mc.400 (Sul mq.130) per ciascuna azienda, e saranno integrate con gli edifici con funzioni produttive. Vi saranno ammessi edifici per uffici, aree di vendita e di esposizione, oltre che eventuali servizi destinati alla manodopera.

6.4.3.2 - Il settore secondario di livello provinciale In base al terzo comma dell’art.16 delle norme di attuazione del P.U.P. già il P.R.G. ’91 ha proceduto alla precisazione dei perimetri delle aree produttive. La variante al P.U.P. ’98 ha confermato le quattro zone produttive del settore secondario di livello provinciale, riducendo la superficie della zona di “Pergine ovest - Fosnoccheri” : DENOMINAZIONE SUPERFICI SUPERFICIE SUPERFICIE SUPERFICIE DIFFERENZE E P.U.P.’87 P.U.P. ’98 P.R.G. ’91 P.R.G. ’98 P.R.G.’91 - P.R.G. (HA) (HA) (MQ) (MQ) ’98 (MQ) CIRE’ 3 – 4,30 6,10 50.804 50.804 MANFREDI CIRE’ 4 - CORÈ 13,99 13,99 150.945 142.525 - 8.420 PERGINE - VIALE 21,60 21,60 262.700 232.760 - 29.940 INDUSTRIA PERGINE OVEST 13,90 5,63 183.720 65.378 -118.342 – FOSNOCCHERI TOTALE - 156.702

Le zone del Cirè e di viale dell’industria vengono classificate di completamento, mentre l’area dei Fosnoccheri è classificata di progetto, in quanto non urbanizzata. Il comune di Pergine ha approntato un Piano attuativo a fini speciali che sta affrontando l’iter di

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approvazione, pertanto il P.R.G. ne recepisce le indicazioni di massima, pur rimandando a quest’ultimo le fasi di attuazione ed allestimento. Per quanto concerne la riperimetrazione degli insediamenti, si riscontra: - la drastica riduzione dei “Fosnoccheri” di mq.155.561, che asseconda le direttive della variante al P.U.P. ’98; - la riduzione della zona Cirè - Corè di circa mq. 8.000, è dovuta alla trasformazione di detta area da produttiva, a “zona per attrezzature tecniche” atta alla rottamazione; - la riduzione dell’area a sud est di viale dell’industria e la conseguente trasformazione in zona residenziale, trova riscontro nella verifica dello stato attuale degli insediamenti. L’area oggetto della variazione, ha difatti la configurazione urbanistica ed edilizia di una zona residenziale, pertanto il P.R.G. con la sua modifica prende atto dello stato reale insediativo del luogo;

6.4.3.3 - Aree produttive del settore secondario di livello locale Il P.R.G. individua ai sensi dell’art.17 delle norme di attuazione del P.U.P., le aree del settore secondario di livello locale. Per quanto concerne l’identificazione di dette aree, il P.R.G. ha privilegiato, compatibilmente con problematiche di carattere urbanistico, la localizzazione di aree artigianali dislocate nelle varie realtà abitative delle frazioni. Tale scelta permette di mantenere il piccolo artigianato nel paese d’origine e alla piccola azienda di svilupparsi adeguatamente nei centri di sviluppo individuati. La tabella successiva illustra il dimensionamento delle aree produttive di livello locale distinto per frazione. FRAZIONE Sup. P.R.G. ’91 Sup. P.R.G. ’99 INCREMENTO DI UTILIZZO (mq.) (mq.) (mq) PUBBLICO IN CASO DI DISMISSIONE

RIPOSO 2315.00 1333.00 -982.00 RONCOGNO 4325.00 4325.00 SERSO 2735.00 2735.00 PERGINE (EX SILVELOX) 11815.00 10815.00 -1000.00 10815.00 PERGINE (BRINKMAN) 10655.00 10655.00 10655.00 PERGINE (VIA GRABERI) 6070.00 3430.00 -2640.00 3430.00 PERGINE (VIA INDUSTRIA) 5878.00 5878.00 PERGINE (VIA INDUSTRIA) 9158.00 9158.00 COSTASAVINA 3457.00 3457.00 CANALE 2509.00 2509.00 5120.00 5120.00 2345.00 2345.00 SAN CRISTOFORO 2546.00 2546.00 8465.00 8465.00 CANEZZA 10957.00 10957.00 19756.00 19756.00 MANFREDI 22647.00 22647.00 ZIVIGNAGO 5621.00 -5621.00 CIRÈ 4414.00 4414.00 CIRÈ - VAL GRANDA 2069.00 2069.00 CIRÈ - VAL GRANDA 18142.00 18142.00 VIARAGO 3177.00 3177.00

TOTALE 153933.00 67533.00 24900.00

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L’aumento di mq.67.000 di area artigianale nel comune di Pergine, assume una dimensione minima rispetto alla corrispondente riduzione di aree produttive di livello provinciale, ma considerato che tali ambiti produttivo - artigianali corrispondono completamente a definite e precise richieste da parte di aziende operatrici sul territorio, l’intervento assume la connotazione di mero riscontro planimetrico di esigenze economiche e sociali. La frantumazione della superficie nelle varie realtà frazionali contribuisce, ad alleviarne l’impatto, ed all’integrazione delle attività artigianali di ridotte dimensioni nel contesto urbano, favorendo così la plurifunzionalità delle zone. La definizione di aree vincolate ad uso pubblico in caso di dismissione dell’attività produttiva, nasce dalla consapevolezza che certe aziende di elevate dimensioni male si adattano ad operare, nei contesti cittadini consolidati, con caratteri prettamente residenziali privi di possibilità di ampliamento, limitati da problematiche di inquinamento acustico ed ambientale, sovraccarico alla circolazione veicolare, ecc. L’attribuzione all’autorità comunale della possibilità di utilizzo di dette zone a scopi pubblici, e relazionati alla definizione temporale della dismissione della attività aziendale in essere, lascia imprecisata la loro possibilità d’uso, ma contemporaneamente permette a lungo termine di disporre di polmoni ad alta fruibilità differita, in territori con consistente saturazione urbana.

6.4.4 - Aree commerciali e Terziario Per le aree commerciali, si riscontra la presenza sul territorio di alcune aree con destinazione specifica, e numerose aree miste commercio-residenziali. Il Piano vuole incentivare l’integrazione tra piccoli negozi, abitazioni civili, artigianato, funzioni direttive e di servizio di tipo diffusivo, pertanto da un lato definisce alcuni ambiti specificatamente destinati alle attività di commercio all’ingrosso ed impianti - attrezzature, mentre dall’altro per le aree urbane già conformate, tende ad attribuire la destinazione residenziale che contempla comunque la possibilità commerciale, al fine di determinare una città viva ed integrata. Per le attività di servizio, dalle analisi si riscontra la netta crescita del settore, dell’intermediazione monetaria e finanziaria, dell’attività immobiliari, dell’informatica, ecc. Anche in questo settore, le unità insediative sono distribuite abbastanza omogeneamente nelle zone centrali e residenziali della città, in modo tale da non creare fenomeni di congestionamento ed espulsione dal centro storico delle funzioni più deboli, quindi si ritiene di mantenere e regolamentare la coesistenza di attività attualmente esistenti, purché compatibili con le altre funzioni presenti sul territorio, e come nel settore commerciale, prevedere almeno una zona squisitamente riservata alle finalità direzionali, finanziarie, artigianato di servizio, uffici privati, ecc.

Per quanto riguarda il settore commerciale, il P.R.G. riporta la definizione delle aree commerciali di livello provinciale previste dal P.U.P., integrandole con ulteriori zone di carattere locale, adeguandosi alla variante al P.U.P. ’98, che “declassa” a livello locale tutte le aree commerciali esistenti sul territorio comunale.

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Le zone commerciali di livello locale previste dal P.R.G., sono destinate ad ospitare impianti ed attrezzature, magazzini, depositi, aziende commerciali, impianti tecnologici, zone di sosta e ricovero per automezzi, stazioni di servizio, attrezzature ricettive (bar, ristoranti e discoteche, escluse attività alberghiere) ed in genere tutte le attività legate alla viabilità ed ai trasporti. In queste aree non possono essere consentite edificazioni di tipo residenziale, salvo che per le quote minute legate all’abitazione dei custodi o titolari delle aziende; in ogni caso, per evitare una eccessiva concentrazione di abitazioni, i volumi non saranno superiori a mc.400 (Sul mq.130) per ciascuna azienda, e saranno integrate con gli edifici commerciali. La localizzazione è stata effettuata secondo il criterio della maggiore integrazione possibile delle varie componenti economiche valutandone l’opportunità a livello di singolo centro abitato. FRAZIONE Sup. P.R.G. ’91 (mq.) Sup. P.R.G. ’99 INCREMENTO (mq.) (mq)

Pergine ovest - loc. Fratte 55278 - 55278 Pergine ovest - “a cavallo Fersina” 74506 74506 Pergine ovest - viale Dante 14833 - 14833 Pergine centro - viale Dante 44575 - 44575 Pergine - viale Venezia - via Dossetti 20990 6869 - 14121 Pergine sud 30550 20097 - 10453 Pergine - loc. Paludi 43800 43800 Valcanover 1050 - 1050 Pergine - via Spolverine 1850 - 1850

TOTALE 287432 145272 -142160

In adeguamento alla variante P.U.P. ’98, il P.R.G. non prevede zone commerciali di livello provinciale, se non quelle definite e pianificate a Pergine ovest e definite “a cavallo del torrente Fersina”. Le modifiche che il P.R.G. apporta sono tese all’integrazione delle funzioni compatibili, ed all’eliminazione delle aree che da tempo permangono sulle carte tematiche di Piano, senza un riscontro attuativo tangibile. Con tali presupposti si riscontra: - la soppressione della zona commerciale in località Fratte; - l’eliminazione di zone commerciali a Pergine in viale Dante e viale Venezia in favore di zone residenziali miste. Tale modifica, è solamente una presa d’atto della destinazione attuale, in quanto le aree hanno realmente una funzione abitativa con una minima parte commerciale. Altresì la normativa specifica delle zone residenziali, contempla una notevole possibilità di utilizzo a scopo commerciali e per pubblico esercizio, uffici pubblici e privati, studi professionali, attrezzature ricettive, ecc. - in conclusione il P.R.G. prevede la riduzione di una area commerciale già pianificata a Pergine sud, per la quale non esistono i presupposti per un completamento. Il Piano riscontrata la necessità: di soddisfare delle esigenze di standard urbanistici, e di separare delle zone residenziali da centri commerciali esistenti, pertanto propone la sostituzione con un’area a verde pubblico.

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6.4.5 - Zone estrattive Il P.R.G. ha corretto le perimetrazione delle aree estrattive, secondo la indicazioni precise del Piano Provinciale di utilizzazione delle sostanze minerali.

6.4.6 - Turismo Constatata la situazione misera in cui versa il potenziale alberghiero nel comune di Pergine, si ritiene che sia necessario proporre degli interventi che aiutino a riqualificare le zone a vocazione prevalentemente turistica. Il Piano dovrebbe predisporre degli studi progettuali capaci di integrare i possibili interventi pubblici con quelli privati, in modo tale da avviare un potenziamento del settore creando delle strutture articolate di servizio. Nella realtà di Pergine si assiste ad un notevole ristagno economico nel presente settore che blocca qualsiasi spinta imprenditoriale ed anzi vede l’abbandono delle strutture alberghiere esistenti. Nella presente dinamica, l’Amministrazione comunale ritiene assurdo andare in contro tendenza, e proporre nuove aree alberghiere che andrebbero inutilmente a vincolare delle realità terriere senza riscontrare la volontà di attivazione da parte della proprietà. Pertanto il P.R.G. si riserva la facoltà di realizzare in un secondo tempo delle nuove aree alberghiere con l’istituto della variante, preservando attualmente le zone strategiche da possibili alterazioni e manomissioni, attribuendo loro la destinazione di zona agricola. Tali varianti puntuali potranno rispondere direttamente alle esigenze della popolazione turistica e degli imprenditori che saranno intenzionati ad investire in tali strutture. Si riporta di seguito un quadro complessivo delle aree con destinazione alberghiera ed a campeggio con riferimento al Piano regolatore 1991: ALBERGHIERA FRAZIONE Sup. P.R.G. ‘91 Sup. P.R.G. ‘99 (mq.) Differenza (mq.) (mq.)

Nogarè 1066.00 -1066.00 Canzolino - 7927.00 6878.00 -1049.00 Comparsa Madrano 2085.00 2085.00 0.00 Cirè 7681.00 7681.00 0.00 Casalino - ponte 12833.00 12833.00 0.00 Regio Pergine 5069.00 5069.00 0.00 Assizzi 4650.00 4057.00 -593.00 S.Cristoforo 26004.00 22056.00 -3948.00 Ischia lungo lago 2665.00 2665.00 0.00 Valcanover 23815.00 15541.00 -8274.00 Castagnè lungo 13139.00 13139.00 lago Totale 93795.00 92004.00 -1791.00

CAMPEGGIO

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FRAZIONE Sup. P.R.G. ‘91 (mq.) Sup. P.R.G. ’99 (mq.) Differenza (mq.)

Valcanover 12751 12751 S.Cristoforo 24210 24210 Totale 36961 36961

6.4.6.1 - principi generali Già nel progetto di adeguamento del P.R.G. ’91 al P.U.P., si ribadiva l’importanza essenziale del settore turistico nella vita della Comunità del Comprensorio dell’Alta Valsugana, in particolare per gli influssi che poteva esercitare su una serie di obiettivi centrali per l’impostazione di una pianificazione urbanistica ed economica e precisamente: - sull’uso corretto del territorio; - sulla protezione delle componenti ambientali e naturali; - sulla rivitalizzazione dei piccoli centri; - sull’uso del patrimonio abitativo esistente; È chiaramente evidente l’effetto negativo che lo sviluppo turistico intenso e speculativo ha prodotto sull’ambiente naturale distruggendo vaste zone di territorio dalle caratteristiche irripetibili. Si conferma quindi il problema di uno sviluppo turistico equilibrato e selettivo, rispettoso delle qualità ambientali, osteggiando gli interventi che possono comportare spreco e compromissione del territorio, dalla cui qualità come elemento essenziale dipende la vita del turismo stesso. Da tali concetti di rispetto del territorio e dell’ambiente, deriva la scelta del presente P.R.G. di non predisporre nuove aree alberghiere, ma lasciare aperta la facoltà di definirle con opportuna variante puntuale, al momento idoneo, qualora si riscontrerà la coincidenza tra domanda e l’offerta.

Il P.R.G.’99 conferma le superfici alberghiere definite dal P.R.G.’91 con l’obiettivo di riequilibrare il rapporto tra attrezzature alberghiere ed extralberghiere, scoraggiando gli interventi edilizi privati per le “seconde” case, che consumano le risorse ambientali non riproducibili, senza nel contempo creare nuove occupazioni o redditi. Il P.R.G. privilegia e conferma le ipotesi avanzate della pianificazione urbanistica vigente, confermando alcune aree non ancora attivate, in quelle zone in cui è prevalente la necessità di riorganizzare l’offerta turistica.

6.4.6.1 - Zone omogenee per attrezzature turistiche Il Piano divide le zone ricettive in: alberghiere esistenti o di nuova formazione, campeggi, colonie, attrezzature parco-balneari, zone di accesso alle aree sciabili, zone sciabili e sistemi piste-impianti. Le zone ricettive e alberghiere comprendono gli insediamenti a carattere turistico, definiti dagli artt.2 e 3 della L.P.n.23, dd.16.11.1981 e successive modificazioni ed integrazioni.

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Si considera particolarmente importante mantenere la destinazione d’uso delle strutture esistenti, ammettendone ampliamenti. Nelle zone di nuova formazione l’intervento di realizzazione della struttura alberghiera può essere diretto o subordinato ad un piano di lottizzazione. Nelle zone di rispetto dei laghi, conformemente alle esigenze di tutela sviluppate dal P.U.P., si ammette l’ampliamento degli alberghi esistenti, ma soltanto per garantire la funzionalità, senza avvicinarsi ulteriormente al lago. Le zone a campeggi sono individuate e governate nel rispetto della legislazione e dei regolamenti vigenti in materia e in particolare delle disposizioni stabilite dalla L.P.n.15 del 04.08.1977 e successive modificazioni e integrazioni. Il piano stabilisce che sia comunque garantita la recinzione dell’area con siepi e alberature come barriera protettiva e visiva e una dotazione adeguata di servizi igienici e attrezzature comuni. Ammette anche la possibilità di un alloggio per il custode o proprietario. E infine per i campeggi sulla fascia costiera dei laghi, in relazione alle esigenze di tutela e di fruizione pubblica delle sponde, si esclude che possano essere ampliati verso il lago. Per quanto riguarda le colonie, il Piano presuppone che i possibili interventi di adeguamento o miglioramento non possano superare del 10% la superficie utile lorda massima consentita, tali interventi potranno essere attuati attraverso intervento edilizio diretto e rispettando i parametri riportati in norma.

Altro tema rilevante nel settore turistico è quello relativo agli equipaggiamenti per lo svolgimento delle attività connesse al turismo. In parte essi sono già compresi nel discorso degli standards, con le aree a verde pubblico e a parco che offrono una serie di possibilità e alternative connesse con l’uso turistico del territorio, alle quali possono essere aggiunte le aree qualificate dal piano “parco archeologico” in relazione alle aspettative di un turismo diverso, più attento alle caratteristiche storiche e culturali del territorio. Il Piano prevede una serie di aree di supporto all’attività turistica in cui vanno localizzati interventi tendenti a favorire l’attività estiva ed invernale, con il potenziamento delle strutture esistenti e la realizzazione di nuove attrezzature, confermando le scelte operate in precedenza e le considerazioni e opzioni proposte dal nuovo P.U.P. a seconda delle diverse attività. Relativamente alle aree sciabili e sistemi piste - impianti, il P.R.G. recepisce gli indirizzi cartografici e normativi del P.U.P., confermando il polo sciistico della Panarotta, sostanzialmente immutato rispetto al precedente P.R.G., che necessita di un’operazione di riqualificazione dell’esistente più che di ampliamenti difficilmente realizzabili. Nelle zone di accesso alle aree sciabili il piano prevede la realizzazione di aree a parcheggio per gli utenti degli impianti di risalita ed attrezzature commerciali e di servizio (negozi, bar, ristoranti, uffici per gestione dell’impianto ecc.) con opportune limitazioni volumetriche di altezza, e appositi standards di parcheggi.

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Per le aree sciabili la normativa distingue quelle di livello locale da quelle di livello provinciale, riservandole al mantenimento e adeguamento tecnico degli impianti di risalita e delle aree sciabili esistenti, nonché alla formazione di nuovi impianti e di nuove piste sciabili. Nelle aree esistenti è ammesso l’adeguamento tecnico degli impianti di risalita, e l’ampliamento degli edifici destinati all’arrivo e alla partenza di cabine, ganci, seggiovie ecc. nel limite volumetrico non superiore a mc.1000. Nelle nuove aree è ammessa, oltre la costruzione di fabbricati, la realizzazione di parcheggi. Il P.R.G. dispone delle aree atte allo scopo in prossimità degli accessi automobilistici ai sistemi di piste ed impianti. Le superfici impostate dal P.R.G. tengono in considerazione le definizioni del D.G.P.n.12258, dd.03.09.1993 e dell’art.29 della variante al P.U.P., considerando la necessità di mq.5 di superficie complessiva di parcheggio per sciatore, ed ipotizzando la densità di 50 sciatori per ettaro di pista. Superficie lorda a Superficie di piste Quantità di sciatori Superficie lorda a Superficie aggiunta parcheggio esistente (ha) teorici parcheggio rispetto al P.R.G. (mq) (n) necessaria (mq) precedente (mq) 8760,00 52,90 2645,00 13225,00 + 4465,00

È ammessa la formazione di nuove piste sciabili nel rispetto dei requisiti tecnici della L.P.n.7, dd.21.04.1987. I fabbricati non potranno superare l’altezza di ml. 8. Infine l’ultimo gruppo di attrezzature ricettive comprende le zone parco - balneari. Nelle località turistiche lacuali, conformemente alle esigenze di tutela fatte proprie dal Piano Urbanistico Provinciale, non è ammesso l’ulteriore aumento di residenza stagionale né di strutture ricettive di tipo alberghiero. Le zone previste nel P.R.G. riguardano fasce disposte lungo le sponde del lago di Caldonazzo, che ospitano o si presume possano ospitare attrezzature a supporto dell’attività balneare, stabilimenti, spogliatoi, docce, servizi igienici, cabine, pontili, attracchi e ricoveri per imbarcazioni, ecc. non escludendo eventuali posti di ristoro, vietando l’edificazione residenziale e alberghiera. Le attrezzature dovranno essere organizzate in modo da non impedire l’accessibilità delle sponde e da consentire la libera percorribilità delle sponde per una fascia minima di cinque metri. I manufatti che potranno essere realizzati in tali aree dovranno essere collocati ad opportuna distanza dalle sponde, collegati solo pedonalmente con le aree in cui sono previste le attrezzature. Gli interventi in queste zone, richiedono generalmente studi di dettaglio e sono generalmente inseriti in aree soggette a piani attuativi. Tenuto conto degli obiettivi di fruizione pubblica di queste aree esse in genere vanno assoggettate ad un regime di convenzionamento con le Amministrazioni Comunali, che dovranno comunque prevedere che gli interventi mantengano inalterato il quadro ambientale dell’area.

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6.4.6.2 - il dimensionamento delle attrezzature ricettive Il dimensionamento delle attrezzature ricettive non può avvalersi di criteri metodologici rigorosi, sia per la scarsa attendibilità dei dati statistici e in secondo luogo perché lo sviluppo turistico dipende più dall’offerta di attrezzature che dell’evoluzione della domanda di esse. Nel comune di Pergine si rileva la presenza di turismo extralberghiero difficilmente quantificabile, si tratta infatti di turismo che utilizzando le risorse territoriali in modo vario, non permette di riferirsi neppure alla quantità di impianti destinati al tempo libero e allo sport. Le verifiche di dimensionamento pertanto sono state condotte esaminando da un lato i dati statistici, forniti dal competente Servizio Provinciale, considerati come valori orientativi, dall’altro verificando le quantità che il Piano può offrire, ponendosi come obiettivo anche la verifica dei limiti e della natura dello sviluppo turistico.

RICETTIVITA' TURISTICA MASSIMA ANNO ALBERGHI ALLOGGGIP APPART. CAMPEG., ALTRI SECONDE CASE TOTALE RIVATI ISCRITTI AGRIT.,ET ESERC. R.E.C. TC. n° posti letto n° posti letto n° posti n° posti n° posti n° posti letto n° posti letto letto letto letto 1991 1180 517 30 859 80 904 3570 1992 1138 553 23 853 80 888 3535 1993 1123 542 6 848 134 843 3496 1994 1143 531 6 847 211 802 3540 1995 1147 517 6 854 211 793 3528 totale 1146 532 14 852 143 846 3534 media

SUPERFICIE ATTREZZATURE TURISTICHE NEL P.R.G. ‘99

M. FRAZIONI ZONE ZONE ZONE COLONIE CAMPEGGI ZO ALBERGHIERE - ALBERGHIERE BALNEARI NA ESISTENTI PROGETTO 1 Pergine1, Zivignago, Assizzi, 9126 Masetti-Zava, Canzane 2 Nogarè, Madrano, Canzolino, Cirè, 29476 6120 Vigalzano, Casalino, Brazzanighe 3 Roncogno, Moretta, Costasavina, 9340 Susà, S.Vito 4 Canale, S.Cristoforo, Valcanover, 53401 91128 36961 Ischia, Castagnè 5 Serso, Viarago, Canezza Totale 92003 97248 9340 36961

- Attrezzature alberghiere Per quanto riguarda il primo aspetto i dati confermano anzitutto il carattere extralberghiero predominante nel settore turistico e conseguentemente la necessità di porre dei correttivi a questa forma di sviluppo, privilegiando la residenza alberghiera, quale forma più consona ad uno sviluppo equilibrato offrendo opportunità di posti di lavoro e contenendo lo spreco ambientale o addirittura ponendo degli obiettivi di risanamento dell’ambiente, elemento primario per un’offerta turistica competitiva.

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Le analisi mostrano una sostanziale tenuta del turismo, anche se in lento calo le seconde case. Nonostante il Piano non preveda nuove aree, ha previsto la razionalizzazione e riqualificazione delle attrezzature accessorie all’attività turistica, tenendo conto della situazione già delineata, e riproponendo solamente le superfici previste dal P.R.G. ’91 e non ancora attivate. Con tale criterio vengono sollecitate le aree dove più squilibrato è il rapporto in favore degli alloggi privati. Si è tenuto conto, nella verifica del dimensionamento, dell’attuale tendenza che caratterizza l’offerta turistica nel Comune, orientata a qualificare maggiormente l’esercizio sul piano delle dotazioni accessorie e strutture di servizio. Un’indagine analitica ha rivelato una capacità ricettiva dimensionata abbastanza in linea con le esigenze turistiche, mentre un calo qualitativo degli esercizi. Gli obiettivi, mirano ad un miglioramento delle dotazioni e standard, ad un più equilibrato rapporto fra numero e dimensioni delle camere e posti letto insediati, e soprattutto una richiesta di spazi accessori per l’attività di svago dei villeggianti (piscine campi tennis, campi bocce) e per accrescere l’attrattiva turistica (sistemi di verde ecc.). Appurato che la riqualificazione va intesa nel senso estensivo del termine, e consiste sia nel riammodernamento e aumento di dotazioni della struttura interna alberghiera, ma anche l’apporto di servizi esterni, quali verde attrezzato, servizi sportivi, attrattive turistiche, ecc.; Rilevato che numerose strutture esistenti non si trovano nelle condizioni di essere adeguate a migliori standard qualitativi; Il Piano intende: - trasformare le aree alberghiere esistenti contenenti esclusivamente edifici residenziali, in aree effettivamente residenziali; - non aumentare le aree alberghiere definite dal P.R.G. ’91; - aumentare le dotazioni di servizi, in modo da creare, ove possibile, dei centri di attrazione turistica; - prevedere la possibilità di spostare le aree alberghiere di espansione definite dal P.R.G. ’91 in zone più confacenti ed attrezzabili;

- Seconda residenza ed alloggi in affitto Valutare le possibilità di ricettività turistica offerta da alloggi in affitto è più complesso: da un lato in questo settore incide negativamente la presenza di “seconda residenza”, dall’altra una serie di abitazioni di non residenti disponibile, almeno temporaneamente in affitto. Il Piano, se esprime tra gli obiettivi primari il contenimento della “seconda residenza”, d’altro canto non può non tener conto di un turismo di tipo “familiare” che caratterizza il nostro Comune, e che tende preferibilmente ad utilizzare alloggi in affitto: basta pensare

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all’utilizzazione di posti - letto molto più elevato in queste strutture che non nelle strutture alberghiere. Bisogna considerare altresì che la possibilità di offrire alloggi in affitto viene considerata con favore dalla popolazione, dato che in tal modo l’alloggio resta comunque a disposizione. Questa tendenza va seguita con particolare attenzione, perché atta, in parte a favorire l’ammodernamento ed il riutilizzo di strutture attualmente vuote o sotto utilizzate, ed in parte a diffondere la popolazione turistica su tutto il territorio, evitando la polarizzazione troppo spinta nelle strutture alberghiere. Per quanto riguarda le localizzazioni di tali quantità, si sono verificate le tendenze in atto relativamente a: seconde case ed appartamenti in affitto, il criterio guida è stato incentrato sul presupposto primario di contenere al massimo la quota di seconda residenza, tenendo comunque presenti le esigenze di riequilibrio tra strutture alberghiere e case in affitto, incentivando l’una dove è predominante l’altra e viceversa, non sottovalutando peraltro il fatto che anche il settore degli alloggi turistici va razionalizzato, per essere competitivo, sul piano delle dotazioni e standard con la residenza alberghiera. Si è riscontrato che il numero di posti letto determinato da: seconde residenze ed appartamenti in affitto, ammonta a circa 1400 e che l’andamento tendenziale può considerarsi costante, pertanto si ritiene opportuno non prevedere ulteriori aumenti del fabbisogno abitativo al fine di soddisfare incrementi di seconde case o alloggi in affitto, ed in linea con gli obiettivi del Piano, aumentare semmai la qualità delle dotazioni ed i servizi.

6.5 - IL SISTEMA INSEDIATIVO: aree per attivita’ AGRICOLA

6.5.1 - Aspetti economici La struttura economica del comune di Pergine è caratterizzata, come il resto del territorio provinciale, dalla presenza preponderante di attività di servizio, seguita dall’industria, dal commercio, dalle costruzioni, ed infine dall’agricoltura. I dati del censimento generale dell’industria e del commercio del 1991 pongono l’agricoltura, in termini di occupazione, all’ultimo posto. Nonostante tale censimento evidenzi solamente le unità economiche regolarmente iscritte all’albo degli imprenditori agricoli, e non colga la prassi usuale che vede la coltivazione agricola come secondo lavoro, tale statistica è certamente un termine utile per affrontare delle riflessioni su una realtà che non trova modo di sbloccarsi. L’agricoltura nel nostro territorio, vista la configurazione e la morfologia dello stesso, i costi ed i ricavi, è un’attività che sta trascinandosi senza grosse spinte, né in positivo né in negativo.

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6.5.2 - Pressione urbana La città e le frazioni in continua crescita ed espansione provocano una incessante pressione verso i territori agricoli. La nuova città abbisogna continuamente di nuovi spazi, sia per l’espansione residenziale, sia per la necessità di servizi alla residenza. Le caratteristiche del territorio comunale di Pergine, come quello di tutta la provincia, dominato da rilievi montani, fa si che tutto sia concentrato nel fondovalle, sicché l’agricoltura si viene a contendere fisicamente il suolo, in questi pochi spazi, con altre attività. In altre parole, le zone migliori per la crescita degli insediamenti abitativi, per lo sviluppo di quelli industriali e per il passaggio dei tracciati infrastrutturali, sono proprio le stesse dove si è stabilità e consolidata l’agricoltura migliore.

6.5.3 - Tutela ambientale In contrapposizione alla pressione urbana esiste un altro fattore favorevole alla conservazione dei terreni agricoli, ovvero la salvaguardia dell’ambiente storico naturale. La tutela della memoria storica, come stratificazione di eventi che hanno trasformato nei secoli la campagna, portando a noi i segni delle metodologie agricole più antiche, generate dal “genius loci”, dagli aspetti morfologici e climatici, dalle esposizioni o giaciture dei pendii. Accanto a questo la campagna è comunque vista come risorsa ambientale e paesaggistica, elemento di riequilibro termico e idrico di stabilità geologica e di polmone per il ricambio dell’aria. L’aspetto paesaggistico infine gioca un ruolo determinante per la salvaguardia dei territori agricoli, intesi come bene naturale unico ed irriproducibile.

6.5.4 - Pianificazione

6.5.4.1 P.U.P. Il Piano urbanistico provinciale, che fornisce le indicazioni di base per le pianificazioni comunali, classifica le aree agricole in base alle prerogative colturali dei terreni, sia in atto che potenziali. La casistica suddivide le aree agricole in due grosse categorie: quella dei suoli di grande interesse dal punto di vista della produttività e quelli dei suoli di interesse minore, distinguendo in sostanza, aree di interesse primario e secondario. Nelle aree agricole di interesse primario il vincolo è più esclusivo e cogente, consentendo solamente attività produttive agricole con i relativi impianti e strutture. Nelle aree di interesse secondario le norme del P.U.P. seguono la stessa logica delle prime, ma con minor imperio. Infatti i piani regolatori generali possono modificarne, motivatamente, i confini anche per reperire nuove aree da urbanizzare in funzione non agricola. Il P.U.P. individua poi anche aree a bosco e a pascolo esistenti, e per esse da prescrizioni che si pongono vari obiettivi. Il primo è di rendere congruenti con le direttive generali di difesa e

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promozione dell’agricoltura e dell’ambiente le attività ammesse, che sono rispettivamente la coltivazione del bosco, la zootecnia a la prima trasformazione del latte.

6.5.4.2 P.R.G. ‘91 La pianificazione comprensoriale vigente ha recepito la suddivisione delle aree agricole nelle due classi definite dal P.U.P., discernendo però ulteriori sottocategorie legate alla tutela della produzione agricola ovvero di quella ambientale. Nelle varie sottocategorie descrive gli interventi ammessi o vietati, privilegiando per le attività di trasformazione edilizia le zone “agricole di interesse primario normali” e “agricole di interesse secondario speciali”, e per l’attività di tutela le rimanenti. Nelle varie destinazioni agricole vengono definite le caratteristiche proprie della zona, i requisiti che debbono sussistere per poter interagire sulle stesse e le possibilità offerte in termini di interventi edilizi. Per facilitare la comprensione dell’insieme di obblighi e possibilità, si riporta di seguito uno schema sinottico:

OBBLIGHI POSSIBILITA’ PARER ISCRIZ ASSER RIUSO VOLUMI STALLE CONCIMAIE ABITAZI AGRITUR SERRE TETTOIE ATTIVI AMPLI E ALBO VIMEN RUSTICI INTERR. SILOS FIENILI TA’ AMEN COMMIS IMPREN TO SERBATOI ANNESSI ZOOTE TI ED. SIONE AGRIC. AGRICOLI CNICA ESIST PROVIN ENTI AGRICOLE SOLO SOLO PRIMARIE • • • • • • • AGRICOL AGRICOL • • • • NORMALI TORI DI TORI DI PRIMA PRIMA AGRICOLE SOLO SOLO PRIMARIE • • AMPLIAMEN AGRICOLT • • TUTELA TO ORI DI PRODUTTIVA ESISTENTE E PRIMA PER AGRICOLTO RI DI PRIMA AGRICOLE SECONDARIE • • • • • TUTELA AMBIENTALE PRODUTTIVA AGRICOLE SECONDARIE • • • • • • TUTELA AMBIENTALE AGRICOLE SECONDARIE • • • • • • • • • • • SPECIALI

6.5.4.3 P.R.G. ‘99 In allegato al P.R.G. vengono proposte varie analisi, tra le quali il tipo di utilizzo del suolo (analisi ecologico ambientale allegato di analisi “B”), l’entità di soleggiamento e delle pendenza (clivometria) del territorio comunale (capitolo 9.0 relazione al Piano - Allegati di analisi “D” ed “E”). Gli obiettivi che hanno spinto verso la revisione delle vigenti norme sulle aree agricole sono i seguenti: - semplificazione delle regole; - incentivazione alla produzione agricola; - salvaguardia ambientale;

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Il piano regolatore non potrà certamente modificare le evoluzioni economiche in atto o favorire lo sviluppo agricolo, ma forse potrà sensibilmente incentivare la produzione agricola salvaguardando il patrimonio paesaggistico esistente. Il raggiungimento del primo fine si ritiene possa avvenire tramite: l’accorpamento di zone che presentano peculiarità similari: in termini di possibilità di intervento e tipologia di tutela. Infatti il P.R.G. propone di accorpare le tre aree di tutela definite dal P.R.G. ‘91: ambientale - produttiva - ambientale produttiva, in un’unica zona agricola di particolare tutela, che accompagnerà le due aree definite dal piano provinciale: agricole di interesse primario e agricole di interesse secondario. Il secondo obiettivo si ritiene possa essere raggiunto, non tramite l’apposizione di vincoli sul territorio, che pertanto risulta potenzialmente edificabile, ma tramite la verifica di alcuni requisiti di idoneità del proprietario dell’azienda agricola, o zootecnica ecc. Concettualmente si ritiene di concedere in maniera estensiva la possibilità di costruzione dei manufatti idonei al soddisfacimento dei bisogni di un’azienda, che in relazione alle sue dimensioni, sia in grado di auto mantenersi. Tale verifica potrà avvenire attraverso un atto d’obbligo steso dal proprietario, regolarmente registrato, nel quale si documenterà: l’iscrizione all’albo degli imprenditori agricoli, la proprietà dei terreni necessari all’insediamento, il parere della commissione provinciale, l’asservimento dei terreni quali pertinenza urbanistica della costruzione, la disponibilità del lotto minimo entro il quale poter insediare l’azienda e l’impegno a mantenere la destinazione d’uso per almeno dieci anni. Gli interventi sulle zone agricole saranno comunque regolamentati da indici di fabbricabilità, differenziati in relazione alla tipologia insediativa o produttiva. Le nuove costruzioni saranno concesse successivamente alla saturazione delle esistenti ed eventualmente alla loro trasformazione edilizia ed al loro cambio d’uso. I nuovi interventi saranno localizzati possibilmente nelle zone agricole secondarie, nella vicinanza delle reti infrastrutturali. Per quanto concerne possibili ampliamenti, essi saranno concessi esclusivamente per funzioni connesse all’esercizio dell’attività agricola, previa l’atto d’obbligo precedentemente descritto, e commisurati al volume potenziale dell’azienda. Il terzo obiettivo inerente la salvaguardia ambientale trova riscontro con la definizione delle aree agricole di particolare tutela che vengono definite tramite l’analisi paesaggistico ambientale (capitolo 8.0 della relazione al Piano - allegati “C”), e nel dettaglio ripercorrendo le zone con grado di trasformabilità “basso”, definite nella tavola “C5” della specifica analisi. Nelle aree agricole di particolare tutela sono consentiti interventi specificatamente destinati alla coltivazione agricola, come la stesura di tunnels leggeri e pesanti, la realizzazione di depositi e tettoie per attrezzi agricoli e la bonifica agraria. Tali interventi sono consentiti nei termini e modi stabiliti dalle norme, ed inoltre la commissione edilizia per quanto di sua competenza, verifica la corrispondenza del progetto con i requisiti orientativi di conservazione e tutela paesaggistico

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ambientale enunciati per le “aree territoriali con grado di trasformabilità BASSO” e presenti nell’analisi paesaggistica riportata nella relazione (capitolo 8.11.3 della relazione al Piano).

Schema sinottico sulle possibilità di trasformazione esistenti all’interno delle tre zone agricole, senza la disponibilità dei requisiti soggettivi:

AGRICOLE DI AGRICOLE DI AGRICOLE DI INTERESSE PRIMARIO INTERESSE PARTICOLARE SECONDARIO TUTELA SENZA INTERVENTI * * * REQUISITI SU EDIFICI - MANUTENZIONE - MANUTENZIONE - MANUTENZIONE SOGGETTIVI ESISTENTI: ORDINARIA; ORDINARIA; ORDINARIA; - MANUT. - MANUT. - MANUT. STRAORDINARIA; STRAORDINARIA; STRAORDINARIA; - RISANAMENTO; - RISANAMENTO; - RISANAMENTO; - RISTRUTTURAZIONE; - RISTRUTTURAZIONE; - RISTRUTTURAZIONE; AMPLIAMENT O EDIFICIO CON FUNZIONE AGRICOLA POSSIBILITA’ AMPLIAMENT * * O EDIFICIO - FINO AD UN MASSIMO - FINO AD UN MASSIMO CON DI S.U.L. mq.225 E DUE DI S.U.L. mq.225 E DUE FUNZIONE UNITA’ ABITATIVE UNITA’ ABITATIVE ABITATIVA:

COSTRUZION * * E DEPOSITI FINO AD UNA S.U.L. DI FINO AD UNA S.U.L. DI ATTREZZI mq.10 mq.10 AGRICOLI COSTRUZION * * E DI VOLUMI FINO AD UNA FINO AD UNA INTERRATI SUPERFICIE SUPERFICIE COMPLESSIVA (Sce) DI COMPLESSIVA (Sce) DI mq.50 mq.50

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10.0 Schema sinottico sulle possibilità di trasformazione esistenti all’interno delle tre zone agricole, con la disponibilità dei requisiti soggettivi:

AGRICOLE DI AGRICOLE DI AGRICOLE DI INTERESSE INTERESSE PARTICOLARE PRIMARIO SECONDARIO TUTELA CON REQUISITI ISCRIZIONE ALBO IMPRENDITORI ∗ ∗ ∗ AGRICOLI SOGGETTIVI ASSERVIMENTO ∗ ∗ VINCOLO DI MANTENIMENTO ∗ ∗ DESTINAZIONE D’USO AGRICOLA PER 10 ANNI

AZIENDE AGRICOLE ∗ ∗ AZIENDE ZOOTECNICHE ∗ ∗ AZIENDE ORTOFLORICOLE ∗ ∗ VOLUMI INTERRATI ∗ ∗ POSSIBILITA’ ABITAZIONI SOLO IMPRENDITORI ∗ AGRICOLI DI PRIMA TURISMO RURALE SOLO – AGRITUR IMPRENDITORI ∗ AGRICOLI DI PRIMA SERRE ∗ ∗ TUNNELS LEGGERI E PESANTI ∗ ∗ ∗ DEPOSITI ATTREZZI ∗ ∗ ∗ AGRICOLI E TETTOIE AMPLIAMENTI ∗ ∗ MAGAZZINAGGIO E LAVORAZIONE ∗ PRODOTTI SISTEMAZIONI IDRAULICO ∗ ∗ ∗ AGRARIE

7.0 - IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE

7.1 - IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE: LA VIABILITA’ SU GOMMA

7.1.1 - Premessa Il problema della mobilità è stato affrontato in modo organico nella relazione del sistema infrastrutturale del Piano Urbanistico Provinciale, lasciando però al P.R.G. ed al Piano Generale del traffico urbano una più puntuale considerazione in ordine: agli sviluppi insediativi degli ultimi anni, alle nuove ipotesi di intervento edilizio ed agli aspetti gestionali.

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Il Piano generale del traffico urbano (P.G.T.U.) in fase di attuazione nel nostro comune, contiene una serie di indicazioni relative agli interventi di breve termine e di provvedimenti strutturati da attuare nel medio e lungo periodo. Essi costituiscono in generale degli indirizzi strategici e programmatori finalizzati al miglioramento delle condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico. Il P.G.T.U. propone una scaletta di interventi tesi a riorganizzare la circolazione stradale, regolamentandola e ridistribuendola, allo scopo principale di limitare fenomeni di congestione e i traffici parassitari. Il Piano Regolatore Generale, a differenza del P.G.T.U. si prefigge di operare a livello strutturale, proponendo una serie di operazioni che interagiscono direttamente sull’aspetto fisico del territorio, modificando la morfologia stessa della rete stradale. Il P.R.G. ipotizza tre livelli di intervento: - il primo, di macro viabilità, prevede delle azioni atte ad alleggerire il centro urbano dal traffico riversandolo attraverso una sorta di circonvallazione sulla strada statale della Valsugana (strada extraurbana principale); - il secondo finalizzato al riconoscimento delle realtà urbane delle frazioni. Il traffico di passaggio ha determinato la perdita del ruolo determinante di socialità che la via, la piazza deve avere, con la conseguente tendenza alla perdita di identificazione all’interno della collettività frazionale. Il Piano propone varie bretelle di circonvallazione; - Il terzo per plasmare la viabilità esistente, con opere di riqualificazione viaria e riordino stradale, con lo scopo di assicurare una dotazione infrastrutturale atta a garantire l’agevole e sicura circolazione sia dei veicoli a motore che dei pedoni e delle biciclette.

Fatta questa premessa di carattere generale e focalizzato l’obiettivo principale di invadere quanto meno possibile il territorio agricolo al fine di non danneggiare una risorsa economica, ma ancor di più ambientale, si è partiti dall’analisi dell’attuale circolazione meccanizzata, imperniata su un asse principale e cinque secondarie: - la S.S.n.47 attraversa la piana di Pergine da nord a sud raccogliendo e distribuendo: il traffico orientato in Val dei Mocheni, verso la zona dell’Oltrefersina a nord, ed in direzione del conoide della Marzola ad ovest. Essa prosegue costeggiando ad est il lago di Caldonazzo; - la strada provinciale della Val dei Mocheni che vede origine nel centro di Pergine, lo attraversa e prosegue verso est caratterizzata da cospicui scambi di traffico con il territorio che percorre; - la strada provinciale per Levico che, come quella per Montagnaga, hanno la loro genesi nel nucleo antico dell’abitato di Pergine; - la strada che percorre il litorale ovest del lago di Caldonazzo concentrando su di se il traffico turistico e di trasferimento per gli abitati di Canale, Valcanover, Masi di Castagnè;

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7.1.2 - Tre scale di intervento Questo schematico quadro disegna le linee da cui si è partiti per affrontare alcune considerazioni in merito ai flussi veicolari ed ai problemi di congestione dei tracciati urbani. La circonvallazione, o strada statale n.47, che sostituisce completamente il tracciato storico della Valsugana, rappresenta l’asse nevralgico dello schema della viabilità di Pergine, su di esso si attestano a pettine le viabilità secondarie attraversando completamente il borgo cittadino. Il primo intervento che il P.R.G. si prefigge, è localizzato nel borgo di Pergine, e consiste in un anello viario delimitante l’abitato a nord ed a est e che assorbe tutti i flussi di traffico urbani, extraurbani e di servizio, per poi scaricarli sulla strada statale. Tale “cerchia” utilizza il sedime di viabilità esistenti, quali: - via del Mani che da Zivignago conduce a Serso; - la strada d’argine del torrente Fersina da Serso a Brazzaniga; - viale dell’industria; per poi innestarsi sulla Valsugana con un nuovo svincolo in località Dos della Roda. Collegate a questa operazione, vengono inserite alcune rotatorie in prossimità degli innesti con le strade per la Val dei Mocheni, Serso e Montagnaga. Inutile evidenziare che il tracciamento di una viabilità a scorrimento veloce localizzata sulla sponda destra del torrente Fersina, dal Croz del Ciuss di Canezza fino al ponte Regio presso la strada statale, risulterebbe più razionale e lineare, risolvendo in misura egregia le problematiche legate alla viabilità ed al traffico di tutta la zona d’Oltre Fersina e della val dei Mocheni, ma l’aspetto politico, ambientale e paesaggistico ha fatto propendere per la soluzione in essere.

Il secondo intervento indicato dal piano regolatore consiste nella realizzazione di una serie di bretelle viarie, costituite al fine di isolare dal traffico i centri storici delle frazioni di: Canzolino e Madrano, Nogarè, San Cristoforo, Roncogno e Susà.

Il terzo intervento è focalizzato sulla viabilità interna e sulla riorganizzazione della mobilità. Le zone di espansione urbana dell’abitato di Pergine, dal dopoguerra ad oggi, si notano facilmente sulla cartografia e sono sottese: tra il centro e la superstrada della Valsugana e tra il centro ed il torrente Fersina. Le aree hanno accresciuto pesantemente sia il proprio carico antropico che i flussi automobilistici, ma la rete stradale è poco più di una maglia viaria rurale: le larghezze delle sedi stradali sono insufficienti, mancano i marciapiedi ed i parcheggi, vengono predilette ovunque le strade a fondo cieco. Rammentando l’obiettivo principale del P.R.G. espresso nel documento programmatico, di riqualificazione dell’esistente puntando verso la qualità anziché sulla quantità, il Piano cerca di generare una sorta di progetto a scala di

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quartiere, nel quale si propone di esaudire le esigenze della popolazione stessa, fornendo indicazioni sulla necessità: - di nuove strade di collegamento e di accesso alle abitazioni ed ai fondi interclusi, prediligendo la circolazione ad anello anziché quella a fondo cieco; - di ampliamenti al fine di consentire il traffico pedonale, ciclabile e veicolare in tutta sicurezza; - di parcheggi, e verde pubblico per alleggerire le strade dal peso fisico dei veicoli stazionari e dare ossigeno e servizi tangibili ai quartieri medesimi.

7.1.3 - Metodologia operativa del nuovo P.R.G. Dal punto di vista operativo il Piano determina i parametri per l’identificazione immediata della tipologia viaria e del tipo di intervento che esso stesso prefigura, inoltre definisce sia in cartografia che in norma, le fasce di rispetto da osservare per qualsiasi intervento di trasformazione, per ogni tipo di casistica.

7.1.4 - Classificazione Il P.R.G. recepisce in misura intera la classificazione delle strade prescritta dal Piano provinciale, e la rapporta all’ordinamento definito dalla delibera della Giunta provinciale n.10778, dd.02.10.1998: DESCRIZIONE CLASSIFICAZIONE DEL P.U.P. DELIBERA N.10778/02.10.’98 Strada statale della Valsugana (strada extraurbana 1° categoria principale) Strade provinciali (strade extraurbane secondarie) 3° categoria Strade comunali che da Pergine adducono alle frazioni 4° categoria (strade locali principali)

Oltre a questa classificazione il Piano comunale scende nel dettaglio, indicando delle sottoclassi, ovvero: DESCRIZIONE DELIBERA N.10778/02.10.’98 Strade comunali minori (strade locali secondarie) altre strade Strade rurali comunali interpoderali e boschive strade rurali e boschive

In ultimo il P.R.G. identifica le strade urbane, distinguendole in: DESCRIZIONE DELIBERA N.10778/02.10.’98 strade urbane altre strade strade di quartiere altre strade

La sub-classificazione consente un più immediato controllo nella trattazione delle strade comunali, che effettivamente presentano valenze diverse in relazione al carico di traffico e alla tipologia, alla collocazione negli abitati o meno.

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Una cartografia indipendente dalla zonizzazione del Piano definisce la maggiorparte della rete viaria esistente all’interno del comune e la sua classificazione, mentre le tavole di P.R.G. indicano la tipologia di intervento: strada esistente, di progetto o in ampliamento.

7.1.5 - Fasce di rispetto Rapportate alla categoria della strada ed al tipo di intervento, vengono definite le fasce di rispetto, rappresentate come vincolo di inedificabilità sovrapposto ad una qualsiasi zonizzazione. Il nuovo Piano interpreta in modo diverso, le “fasce di rispetto”, esse vengono intese come “vincoli di inedificabilità” e non come zone urbanistiche. Tale variazione si è resa necessaria per poter riconoscere esattamente l’effettiva destinazione di utilizzo di aree di confine. Nel caso di destinazione urbanistica per zone omogenee di cui al D.M. 2 aprile 1968, risulta spesso difficile definire le aree oggetto d’esproprio per ampliamenti stradali in quanto, con l’attuale P.R.G. ‘91 solitamente risultano inserite nelle fasce di rispetto stradale. Per tale zona il D.M. 2 aprile 1968 non prevede una classificazione, non vi è una specifica, proprio perché la fascia di rispetto stradale viene intesa come vincolo che grava su una zona urbanistica definita. Per quanto concerne l’argomento in esame, appare doveroso evidenziare un’altra importante peculiarità che il Piano contiene. Le fasce di rispetto stradale sono di due tipi: indicativa fuori dalle zone destinate all’insediamento, prescrittiva entro tali aree. Le “fasce prescrittive” vengono misurate sulla cartografia di Piano e rapportate alla realtà e si basano sulla normativa e sugli allineamenti esistenti in realtà sul territorio, mentre le “fasce indicative” demandano alla normativa la precisa lettura della loro larghezza che andrà rapportata alla classificazione e al tipo di intervento previsto su di esse. Tale interpretazione si è resa necessaria per evitare malintesi e contenziosi generati dall’inesattezza della base catastale sulla quale si opera. In questo modo i suddetti vincoli vengono misurati sul posto, dal ciglio strada o dall’asse stradale e non fanno riferimento a definizioni planimetriche che possono presentare grossolani errori.

7.1.6 - Attuazione Un’altra considerazione da porre in evidenza è la realizzabilità delle infrastrutture in esame. Partendo dal presupposto che gli scaffali e gli armadi sono pieni di progetti non realizzati e che i piani regolatori fanno parte di questi progetti; Verificato che nelle lottizzazioni, la possibilità offerta dai Piani attuativi di trattativa tra Amministrazione e privati, ha permesso la realizzazione di numerose opere viarie altrimenti impensabili; Constatato che il nuovo P.R.G. si pone l’obiettivo di evitare il più possibile la attuazione differita tramite piani di lottizzazione;

112 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Il Piano propone l’utilizzo dell’art.90 L.P.n.22/’91. Nei casi di ristrutturazione, ampliamento volumetrico e nuova edificazione, ove esista evidenziata dalle tavole di P.R.G. indicazione cartografica di potenziamento o nuova costruzione della viabilità, e non sia prevista la sua esecuzione da parte del comune, il P.R.G. propone sia rilasciata la concessione a condizione che i richiedenti si impegnino ad eseguire le opere di urbanizzazione in oggetto presenti sul proprio fondo contestualmente alle costruzioni. In tal caso il contributo di concessione sarà ridotto della parte relativa all’incidenza delle spese di urbanizzazione primaria o del minor costo delle opere realizzate. Il progetto edilizio dovrà comprendere la progettazione esecutiva della sede stradale per il tratto prospiciente al lotto. Il dimensionamento sarà conforme: alle determinazioni stabilite dal P.R.G. e dalla delibera G.P.n.10778, dd.02.10.1998 in merito alla categoria definita.

7.2 - IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE: LA VIABILITA’ SU FERRO

Il P.R.G. ha recepito gli indirizzi del P.U.P. in relazione alla viabilità su rotaia. Il Piano traccia la linea ferroviaria della Valsugana nella posizione in cui si trova, non riscontrando esigenze di trasformazione della sede rotabile, con l’eccezione del tracciato nei pressi della frazione di San Cristoforo, che subisce una leggera modifica al fine di impedire due incroci con la nuova variante carrabile. Analogamente a quanto definito per la viabilità su gomma, le fasce di rispetto ferroviarie vengono definite dalla normativa vigente e rappresentate solo orientativamente dalla cartografia.

7.3 - IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE: LA STRUTTURA AEROPORTUALE

Il Piano provinciale non prevede sul territorio comunale aree aeroportuali. Si ritiene indispensabile, dotare la struttura comunale di un sistema di eliporti. A qualsiasi titolo di intervento (incendi, pronto soccorso, calamità naturali, ecc.), l’individuazione di aree idonee all’atterraggio e partenza degli elicotteri, garantisce una sicurezza ed una riduzione dei tempi di soccorso. L’attuale sistema di atterraggio elicotteri, si basa sull’individuazione di aree più o meno idonee allo scopo, recuperando aree di volta in volta destinate a campo sportivo, prati, piazze, ecc. Il sistema aeroportuale proposto già dal P.U.C., ma mai attuato, si basa sul concetto di creare per ogni unità insediativa una o più aree da organizzare a piazzola per elicotteri. Ogni area potrà essere organizzata secondo la normativa vigente e dotata di ogni tipo di attrezzatura idonea per permettere la massima sicurezza per l’atterraggio ed il decollo.

113 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Le aree a ciò destinate e rappresentate sulle tavole di Piano con opportuna grafia, avranno un asse direzionale libero da ostacoli per il decollo e l’atterraggio. Tale asse direzionale avrà una larghezza di m.40 ed una lunghezza di m.100 per l’atterraggio e più di m.100 per il decollo. Lungo tali corridoi non sono consentiti interventi di infrastrutturazione aerea, ovvero i cavidotti, le linee elettriche, telefoniche, ecc., dovranno essere collocate interrate in modo da lasciare libero lo spazio aereo.

7.4 - IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE: IMPIANTI TECNOLOGICI

Gli impianti tecnologici che incidono sul territorio comunale, sono stati censiti e riportati in una apposita carta tematica delle reti tecnologiche. Alcuni di essi , per la loro diretta incidenza territoriale, sono stati introdotti nella cartografia progettuale di Piano. Nel P.R.G., sotto la dizione generica di attrezzature tecnologiche, sono riportate con apposita simbologia, oltre alle centrali idroelettriche, anche le aree destinate alla depurazione delle acque (con relative fasce di rispetto), le cabine di riduzione gas metano, le discariche d’inerti, i centri di rottamazione, gli eliporti. Per ogni singola attrezzatura tecnologica , la normativa di piano prescrive particolari tutele ed attenzioni. Per quanto riguarda l’art.31 T.U.L.P. in materia di tutela dagli inquinamenti, si precisa che il P.R.G. ha operato le scelte pianificatorie tenendo conto della tutela dall’inquinamento atmosferico, idrico e dello smaltimento dei rifiuti, sia urbani che particolari. Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, il comune di Pergine gode di una situazione tranquilla, non esistono sul territorio industrie ad alto rischio inquinante. Per l’inquinamento idrico, il P.R.G. riporta nella cartografia di Piano l’ubicazione e la relativa fascia di rispetto dei depuratori. Per la disponibilità idrica, il P.R.G. traccia nella tavola del sistema idrogeologico, la posizione di tutte le sorgenti e dei pozzi esistenti sul territorio, di tutti i tracciati degli acquedotti esistenti e di progetto, nonché la previsione dell’area di rispetto della sorgente e del pozzo, (art.6 del D.P.R. 24.05.1988, n.236 - attuazione direttiva C.E.E.) e la distinzione in quattro sottoclassi della permeabilità dei suoli. In base alla lettura comparata delle tavole di sintesi geologica, idrogeologica, delle infrastrutture di protezione ambientale, il piano ha elaborato una griglia di criteri in base ai quali sono state dimensionate e localizzate le diverse aree destinate agli insediamenti, in particolare: - dalle cartografie di piano e di analisi, non sono emerse particolari carenze in ordine alle disponibilità idriche e dei servizi di igiene ambientale, tenendo conto dei progetti in corso di attuazione, non ponendo particolari vincoli alla localizzazione delle aree. - per evitare eventuali inquinamenti della falda freatica, delle sorgenti e dei pozzi, il piano ha introdotto nella normativa della carta di sintesi geologica alcune precipue puntualizzazioni;

114 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Inoltre, il piano ha affrontato la situazione in ordine allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, degli inerti, dei rifiuti speciali e tossico - nocivi e la individuazione della localizzazione all’interno del P.R.G. di queste aree, demandando ai prescritti piani di settore le precisazioni attuative. In particolare il P.R.G. non riporta in cartografia le aree per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, perché non più esistenti sul territorio. In base ad una delibera provinciale la discarica di Trento assorbe il fabbisogno comunale. Altresì, vengono evidenziate delle aree per dei centri di raccolta zonale (C.R.Z.) al fine di favorire la raccolta differenziata dei rifiuti. Per quanto concerne i rifiuti speciali e tossico - nocivi, il P.R.G. non individua aree a ciò destinate. Si precisa che la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in questione viene svolto dall’A.M.N.U. di Pergine.

Particolare ragionamento va effettuato per la localizzazione delle discariche d’inerti e dei centri di rottamazione. Il testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti, attribuisce al Comprensorio la competenza relativa all’approvazione del Piano Comprensoriale Smaltimento Rifiuti Speciali. Il P.R.G. recepisce in misura intera le definizioni areali imposte dal P.C.S.R.S. e rinvia alla normativa specifica del Piano stesso.

In ordine all’inquinamento elettromagnetico, le norme del Piano regolatore forniscono due articoli, scindendo l’inquinamento causato dagli elettrodotti e quello dovuto alle antenne per la radio comunicazione. Vengono proposte le leggi ed i decreti esistenti in materia ed i limiti da esse riportati, inoltre vengono individuati i siti che debbono risultare liberi da interventi di tale tipo.

7.5 - IGIENE AMBIENTALE (art. 26 L.P. n.22’91) 1. nell’elaborazione degli strumenti di pianificazione e delle loro varianti devono essere tenute in particolare considerazione le esigenze di tutela dall’inquinamento atmosferico, idrico, acustico e di smaltimento dei rifiuti nonché di stabilità e sicurezza dei terreni, in relazione alla localizzazione degli interventi sul territorio. 2. In particolare, nello stabilire i vincoli di destinazione delle zone, si deve tenere conto delle disponibilità idriche nonché della convenienza di raggruppare utilizzazioni omogenee ai fini della più efficiente ed economica realizzazione dei servizi di igiene ambientale.

Il capitolo dell’igiene ambientale valuta la disponibilità delle infrastrutture e dell’ambiente ad accogliere l’incremento demografico ed insediativo (residenza, commercio, industria) stabilito dal Piano regolatore. Come di seguito si verificherà nel capitolo riferito al dimensionamento del Piano, l’incremento demografico si attesta sulle 1500 unità, su tale valore vengono verificate le infrastrutture, quali: - cimiteri;

115 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

- rete idrica - acquedotti; - rete fognaria; - discariche d’inerti;

7.5.1 - Criteri adottati per il dimensionamento dei cimiteri

7.5.1.1 Riferimenti legislativi Per la verifica e dimensionamento dei cimiteri si è fatto riferimento al D.P.R. n° 285 dd. 10 settembre 1990, il quale regola tutte le funzioni relative alla sfera cimiteriale. Stabilisce inoltre le disposizioni tecniche generali relative al dimensionamento delle aree cimiteriali, ed in particolare gli artt.57, 58 , 59, e 72 definiscono :

- le fasce di rispetto cimiteriale; - la superficie dei campi di inumazione; - la superficie da destinare a viali, ossari etc.; - il dimensionamento delle fosse di inumazione.

7.5.1.2 Raccolta dati ed analisi: Sulla base di quanto indicato dalla legislazione vigente si sono raccolti i dati per la verifica ed eventuale ridimensionamento delle aree cimiteriali presenti sul territorio Comunale. I dati forniti dall’azienda municipalizzata per i servizi cimiteriali (A.M.N.U.F.T.) hanno condotto alle seguenti considerazioni. La tabella n.1 evidenzia la presenza di ben quindici aree cimiteriali, l’areale di copertura di ogni cimitero ed il numero di abitanti serviti. Tabella n° 1 N° CIMITERO PAESI SERVITI DAL CIMITERO n.abitanti effettivi

1 ISCHIA Ischia,Pozza,Visintainer,1/2 S Cristoforo, Zava 543 2 CANALE Canale,1/2S.Cristoforo 699 3 S.VITO S.Vito, Masi Puller, Toldi, Ungherle, Alti, di Mezzo, Frizzi, Gretter 283 4 SUSA' Susà 682 5 NOGARE' Nogarè, Valle 277 6 RONCOGNO Roncogno 240 7 COSTASAVINA Costasavina 320 8 SERSO Serso, loc. Centrale 340 9 MADRANO Madrano, Cirè, Canzolino 964 10 BUSS Buss, Guarda, Riposo 65 11 CANEZZA Canezza, Portolo, Masi Girardi, Palaori 369 12 VIARAGO Viarago, Cittadella, Tenrabi 438 13 S.CATERINA ( Castagné S.Caterina, Valcanover, Masi Vigabona, Canela, Pianezza, Popper 363 ) 14 PERGINE VALSUGANA Pergine,Assizzi,Brazzanighe,Casalino,Fontanabotte,Fratte,Masetti,Maso 10308 Grillo,Pissol,Valar,Vigalzano,Zivignago

TOTALE 15891

116 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

La seconda tabella illustra i turni di rotazione in base al tempo di mineralizzazione delle salme. Tale lasso temporale risulta pari ad anni 15 in quasi tutte la aree cimiteriali, salvo che per Pergine Valsugana dove il periodo varia da 10 a 20 anni a seconda della posizione dei campi di inumazione all’interno dello stesso cimitero.

Tabella n° 2 N° CIMITERO turno di rotazione ( anno ) tempo di mineralizzazione

1 ISCHIA 1979 15 2 CANALE 1979 15 3 S.VITO 1973 15 4 SUSA' 1960 15 5 NOGARE' 1972 15 6 RONCOGNO 1972 15 7 COSTASAVINA 1972 15 8 SERSO 1975 15 9 MADRANO 1977 15 10 BUSS - - 15 11 CANEZZA - - 15 12 VIARAGO 1975 15 13 S.CATERINA (CASTAGNE) 1980 15 14 PERGINE VALSUGANA 1980 15/20

Un parametro determinante che appare dalle comunicazioni della Azienda municipalizzata indica che tutte le aree cimiteriali non rispettano i parametri dimensionali (n° delle fosse per inumazione, dimensioni delle cappelle mortuarie, dei depositi, etc.) secondo quanto stabilito dal D.P.R. n° 285/’90. Se dal punto di vista progettuale è chiara l’esigenza di ristrutturare la collocazione delle fosse all’interno dei campi di inumazione secondo i parametri di legge, risulta ancor più evidente la necessità morale ed oggettiva di provvedere a tale adeguamenti in modo graduale ed in tempi oltremodo lunghi. La tabella n.3 indica il numero di defunti medio annuo per area di influenza cimiteriale e l’indice di mortalità determinato dal rapporto: defunti / abitanti. Tabella n° 3 N° CIMITERO Abitanti Effettivi N° defunti Medio Indice mortalità annuo 1 ISCHIA 543 5 0.009 2 CANALE 699 4 0.006 3 S.VITO 283 4 0.014 4 SUSA' 682 7 0.010 5 NOGARE' 277 5 0.018 6 RONCOGNO 240 4 0.017 7 COSTASAVINA 320 4 0.013 8 SERSO 340 5 0.015 9 MADRANO 964 10 0.010 10 BUSS 65 1 0.015 11 CANEZZA 369 6 0.016 12 VIARAGO 438 4 0.009 13 S.CATERINA 363 4 0.011 14 PERGINE 10308 88 0.009

117 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

TOTALE 15891 151

Constatata la variabilità dei dati circa l’indice di mortalità, dovuto in larga misura alla ristrettezza delle aree indagate e del relativo numero di abitanti, in fase di progetto delle aree cimiteriali si definirà un indice medio annuo complessivo, determinato dal rapporto: (defunti 151 / abitanti 15891) = 0,0095 La tabella 4 riporta la superficie complessiva occupata dal cimitero ed il numero di tombe che trovano attualmente collocazione Tabella n° 4 N° CIMITERO SUPERFICIE POSTI TOMBA POSTI TOMBA LOCULI ESISTENTI TOTALE POSTI LORDA AD INUMAZIONE IN TOMBA ESISTENTE COMUNE CONCESSIONE ESISTENTI ESISTENTI ESISTENTI (TOMBE DI FAMIGLIA) 1 ISCHIA 502 84 7 91 2 CANALE 1545 66 18 84 3 S.VITO 360 116 116 4 SUSA' 1298 195 8 203 5 NOGARE' 607 139 13 152 6 RONCOGNO 784 88 24 112 7 COSTASAVINA 534 97 15 112 8 SERSO 630 99 9 108 9 MADRANO 1805 154 56 210 10 BUSS 206 16 5 21 11 CANEZZA 571 92 27 119 12 VIARAGO 591 126 126 13 S.CATERINA 495 81 2 83 14 PERGINE 7424 685 319 1310 2314 TOTALE 17352 2038 503 1310 3851

7.5.1.3 Progetto La fase progettuale deve tenere in considerazione l’incremento demografico presunto dal P.R.G. a dieci anni (1500 persone), il conseguente aumento dei defunti calcolato proporzionalmente, e la dimensione delle fosse di inumazione come definite dal decreto n.285/’90. Le fosse di inumazione sono previste di dimensioni di m.(0,80x2,20) con uno spazio circostante di m.0,50, occupanti una superficie complessiva di mq.3,51. Tabella n° 5 N° CIMITERO ABITANTI ABITANTI NUMERO DEFUNTI MEDIO NUMERO DEFUNTI MEDIO RESIDENTI POTENZIALI ANNUO (1998) ANNUO (2008) 1 ISCHIA 543 594 5 5 2 CANALE 699 765 4 4 3 S.VITO 283 310 4 4 4 SUSA' 682 746 7 8 5 NOGARE' 277 303 5 5 6 RONCOGNO 240 263 4 4 7 COSTASAVINA 320 350 4 4 8 SERSO 340 372 5 5 9 MADRANO 964 1055 10 11 10 BUSS 65 71 1 1 11 CANEZZA 369 404 6 7 12 VIARAGO 438 479 4 4

118 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

13 S.CATERINA 363 397 4 4 14 PERGINE 10308 11281 88 96

La fase successiva riporta il numero dei posti tomba necessari in base all’indice di mortalità, la popolazione residente, ed il tempo di mineralizzazione. Tenendo in considerazione: - l’indice di mortalità medio per il comune di Pergine di 0,0095, come calcolato in premessa; - il tempo di mineralizzazione medio (rotazione), pari a 15 anni; - indice di cui all’art.58 del D.P.R. n.285/’90 fissato in base al tempo di rotazione di 15 anni a 2,25

Tabella n° 6 N° CIMITERO POPOLAZI INDICE TEMPO INDICE DI CUI NUMERO POSTI ONE MORTALITÀ MINERALIZZAZIONE ALL’ART.58 - TOMBA ESISTENTE ROTAZIONE D.P.R.285/’90 NECESSARI 1 ISCHIA 543 0,0095 15 2,25 174 2 CANALE 699 0,0095 15 2,25 224 3 S.VITO 283 0,0095 15 2,25 91 4 SUSA' 682 0,0095 15 2,25 219 5 NOGARE' 277 0,0095 15 2,25 89 6 RONCOGNO 240 0,0095 15 2,25 77 7 COSTASAVINA 320 0,0095 15 2,25 103 8 SERSO 340 0,0095 15 2,25 109 9 MADRANO 964 0,0095 15 2,25 309 10 BUSS 65 0,0095 15 2,25 21 11 CANEZZA 369 0,0095 15 2,25 118 12 VIARAGO 438 0,0095 15 2,25 140 13 S.CATERINA 363 0,0095 15 2,25 116 14 PERGINE 10308 0,0095 15 2,25 3305 TOTALE 15891 5095

Lo stesso calcolo della tabella n.6 viene proposto per la popolazione presunta dal P.R.G. al 2008 Tabella n° 7 N° CIMITERO ABITANTI INDICE TEMPO INDICE DI CUI NUMERO POTENZIALI MORTALITÀ MINERALIZZAZIONE ALL’ART.58 - POSTI TOMBA ROTAZIONE D.P.R.285/’90 NECESSARI 1 ISCHIA 594 0,0095 15 2,25 191 2 CANALE 765 0,0095 15 2,25 245 3 S.VITO 310 0,0095 15 2,25 99 4 SUSA' 746 0,0095 15 2,25 239 5 NOGARE' 303 0,0095 15 2,25 97 6 RONCOGNO 263 0,0095 15 2,25 84 7 COSTASAVINA 350 0,0095 15 2,25 112 8 SERSO 372 0,0095 15 2,25 119 9 MADRANO 1055 0,0095 15 2,25 338 10 BUSS 71 0,0095 15 2,25 24 11 CANEZZA 404 0,0095 15 2,25 130 12 VIARAGO 479 0,0095 15 2,25 154 13 S.CATERINA 397 0,0095 15 2,25 127 14 PERGINE 11281 0,0095 15 2,25 3617 TOTALE 17391 5576

119 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

La tabella successiva compara il numero posti tomba esistenti con i necessari attualmente ed allo scadere del P.R.G.

120 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Tabella n° 8 N° CIMITERO TOTALE POSTI NUMERO POSTI DIFFERENZ NUMERO POSTI DIFFERENZA PER TOMBA TOMBA A ATTUALE TOMBA NECESSARI P.R.G. ESISTENTI NECESSARI PER P.R.G. ATTUALMENTE 1 ISCHIA 91 174 -83 191 -100 2 CANALE 84 224 -140 245 -161 3 S.VITO 116 91 +25 99 +17 4 SUSA' 203 219 -16 239 -36 5 NOGARE' 152 89 +63 97 +55 6 RONCOGNO 112 77 +35 84 +28 7 COSTASAVINA 112 103 +9 112 8 SERSO 108 109 -1 119 -11 9 MADRANO 210 309 -99 338 -128 10 BUSS 21 21 24 -3 11 CANEZZA 119 118 +1 130 -11 12 VIARAGO 126 140 -14 154 -28 13 S.CATERINA 83 116 -33 127 -44 14 PERGINE 2314 3305 -991 3617 -1303 TOTALE 3851 5095 -1244 5576 -1725

7.5.1.4 Conclusioni Dalla tabella n.8 si può testare la carenza di posti tomba cimitero per cimitero. Il Piano regolatore al fine di soddisfare le maturate esigenze di ampliamento, e considerando la superficie minima per posto tomba di mq.3,51 (dal D.P.R.n.285/’90), ha recuperato attorno agli esistenti cimiteri dei territori atti ai singoli ampliamenti. Un discorso a parte va fatto per il cimitero di Pergine, che ha riscontrato delle carenze di superficie interna, ma anche esterna, che non consente nessun tipo di dilatazione. Pertanto il P.R.G. ha conservato l’ipotesi del P.R.G.’91 che ipotizzava un nuovo cimitero nella vallecola dietro il castello.

7.5.2 - Verifica e dimensionamento rete acquedotto

7.5.2.1 Raccolta dati Nella prima fase di attuazione della verifica si è proceduto alla raccolta dei dati relativi agli acquedotti, serbatoi di compenso, alle opere di collegamento e di distribuzione sul territorio comunale. Tali dati sono stati acquisiti presso : 1. azienda municipalizzata A.M.E.A. detentrice dei dati relativi alle opere riguardanti la distribuzione, la manutenzione, etc. , delle reti degli acquedotti comunali, delle reti di distribuzione capillare dell’energia elettrica e del gas metano ; 2. Provincia Autonoma di Trento, Servizio Opere Igienico Sanitarie ( S.I.A.T. ) ; Il lavoro svolto per la verifica ed il raggiungimento degli obiettivi preposti da tale analisi ha richiesto inoltre la stesura di alcune tabelle evidenzianti i dati relativi a : a) acquedotti presenti sul territorio con indicazione delle caratteristiche generali ed il loro uso (tab. Distribuzione acquedotti e loro uso ) ; b) pozzi a servizio della rete di acquedotto generale ( tab. Distribuzione pozzi e loro uso ) ;

121 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

c) concessioni d’uso private e pubbliche delle singole fonti, con indicazione della destinazione e della portata massima concessa ( tab. Concessioni per uso degli acquedotti ).

7.5.2.2 Elaborazione dati : In questa fase non si è proceduto ad una vera e propria elaborazione dei dati in quanto quelli forniti dagli enti sopracitati non sono sufficienti per determinare e quindi completare il quadro di richieste formulate nelle varie schede della P.A.T.. E’ stata eseguita invece un’accurata fase di selezione e riordino dei dati raccolti per ottenere il più possibile un quadro completo degli acquedotti presenti ed a servizio del territorio comunale. Sono state redatte delle tabelle raggruppanti i dati forniti ed in particolare : 1. abitanti effettivi, potenziali e turisti suddivisi per acquedotto; 2. distribuzione acquedotti e loro uso ; 3. distribuzione dei pozzi e loro uso ; 4. concessioni per uso degli acquedotti ; 5. verifica generale fornitura acqua per abitanti effettivi e potenziali ; tab.1

ABITANTI AFFETTIVI E POTENZIALI CON POPOLAZIONE TURISTICA FINE 1997 E 2008

FRAZ ACCORPATE Abit.serv. AUMENTO aumento Abit.Potenz. Pop. Abit.+Turit. PER ACQUEDOTTI fine 1997 DEMOGRAFICO % % Abitanti 2008 Turistica Pot. 2008

PERGINE 9695 61.01 915 10610 853 11463 SUSA' 341 2.15 32 373 373 CANALE 210 1.32 20 230 57 287 S. CRISTOFORO (*) 411 2.59 39 450 532 982 S. VITO 124 0.78 12 136 136 BEGHER 13 0.08 1 14 14 ZAVA, ISCHIA 450 2.83 42 492 108 600 ASSIZZI ALTI 44 0.28 4 48 20 68 VALAR 6 0.04 1 7 7 ASSIZZI, MASETTI 574 3.61 54 628 134 762 ZIVIGNAGO P. ALTA 211 1.33 20 231 231 TESSARA 557 3.51 53 610 474 1084 MADRANO e CANZOLINO 397 2.50 37 434 166 600 BUSS 34 0.21 3 37 37 GUARDA 15 1500 0.09 1 16 16 RONCOGNO 240 1.51 23 263 263 COSTASAVINA 320 2.01 30 350 350 VIARAGO 623 3.92 59 681 681 CANEZZA 175 1.10 16 191 191 MASI ALTI CANEZZA 10 0.06 1 11 11 S.CATERINA-CASTAGNE' 71 0.45 7 78 336 414 NOGARE' 874 5.50 82 956 6 962 VALCANOVER 246 1.55 23 269 814 1083 VISINTAINER, FORNASELLE 23 0.14 2 25 25 VIGABONA 13 0.08 1 14 14 FONTANABOTTE 21 0.13 2 23 23 MASI ALTI 34 0.21 3 37 37 MASI BASSI 144 0.91 14 158 158 LOC.RIPOSO 16 0.10 2 18 18

TOTALE 15891 1500 100 1500 17391 3500 20891

Nella tabella n.2 sono stati indicati i seguenti parametri :

122 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

a) nominativo dell’acquedotto; b) sorgenti collegate al punto 1 ; c) la disponibilità minima di acqua in litri / sec. ; d) le località e i paesi serviti dall’acquedotto ; e) gli abitanti serviti e non con relativa percentuale. tab.2

DISTRIBUZIONE ACQUEDOTTI E LORO USO

NOME ACQUEDOTTO DENOMINAZIONE DISP.TA' DERIV. PAESI Abit. Abit. % Abit. LOCALITA' SORGENTE min.(l/s) min.(l/s) SERVITI 1997 serviti serviti

BUSNECK GALLERIA, SPILLONI, PERGINE 65.00 39.00 PERGINE, ZIVIGNAGO, CIRE', S. CRISTOFORO, SERSO, CANALE 9695 9695 100% FONTANON 1, 2, 3 SUSA' FONTANA SANTA, PRAGONAL 3.40 6.00 SUSA' 341 341 100% CANALE FONTANELLE 1.00 2.50 CANALE 210 210 100% S. CRISTOFORO (*) DOSS e DALMERI S.CRISTOFORO 3.00 6.50 S. CRISTOFORO,SUSA' 411 411 100% S. VITO CIOCHI TOMASELLI, SODA 0.66 0.66 S. VITO , MASO PULLER 124 124 100% BEGHER OSLER (BEGHER) 1.00 0.50 MASO PULLER 13 13 100% ISCHIA A, B, RIO VIGNOLA A, B, ZAVA, ISCHIA 7.00 7.00 ISCHIA e ZAVA 450 450 100% CORRIGIO della MADONNA ASSIZZI PRESE della PAT1 (FONTANON) ASSIZZI ALTI 66 66 100% VALAR BOSCH SPESS 2.00 0.20 VALAR e MASI 6 6 100% ASSIZZI, MASETTI FONTANA DI VALAR 2.00 1.75 ASSIZZI, MASETTI, SACCHI 552 552 100% ZIVIGNAGO P. ALTA CIOMBA 1, 2, 3, 4 3.00 2.50 ZIVIGNAGO 211 211 100% TESSARA PRESE della PROVINCIA 1, 2 16.00 7.60 VIGALZANO,CASALINO,LA COSTA,BRAZZANIGA,MASO GRILLO,PISSOL 557 557 100% MADRANO MADRANO,CANZOLINO 1, 2 e MINIERA 3.90 7.60 MADRANO, CANZOLINO 397 397 100% BUSS BUSS (PRA LUNGO,SITON) 0.50 0.50 BUSS 34 34 100% GUARDA GUARDA 0.25 GUARDA 15 15 100% RONCOGNO TOF, VALLE dell' ACQUA, RONCOGNO 4.50 3.00 RONCOGNO 240 240 100% DOSS LUNGO, MAZZON COSTASAVINA FONTANE PRUDELA A, B, SLAVINI, 2.00 0.20 COSTASAVINA 320 320 100% MARTELET, BOCI o ERMON, RIO VIARAGO 11.50 11.50 VIARAGO, CITTADELLA 623 623 100% CARPINETO o TENRABI, CISTI CANEZZA AGNELLINI 0.40 0.40 CANEZZA 175 175 100% CANEZZA,OLTREFERSINA DEL CAPO A, B 0.40 0.40 CANEZZA MASI ALTI CANEZZA RIO VAL MALA 0.65 0.65 MASI ALTI CANEZZA 10 10 100% S. CATERINA S. CATERINA 0.60 0.53 S. CATERINA 71 71 100% NOGARE' BOSCHI, BRUSA e PIANA A. e B. 8.00 8.00 NOGARE',MADRANO,CIRE',CANZOLINO,VIGALZANO,COSTA,BRAZZANIG 874 874 100% S. CATERINA S. LUCIA e S. CATERINA 0.54 0.54 CASTAGNE' MASI di PORTOLO VALLE DEL PONTE (GIRARDI) CANEZZA, PORTOLO VALCANOVER VALLETTA 0.60 VALCANOVER 246 246 100% NOGARE' NOGARE' 6.20 NOGARE' e VALLE LOC. CANZANE senza nome 0.08 VISINTAINER, FORNASELLE 23 23 100% VIGABONA 0.40 MASO VIGABONA 13 13 100% 8 sorgenti denominate S. GIORGIO 2.00 SERSO 0.15 FONTANABOTTE 21 21 100% MASI BASSI 34 0 -100% MASI ALTI 144 0 -100% Loc. RIPOSO Loc. RIPOSO 16 0 -100%

TOTALE 137.05 115.06 15892 15698 77%

La tabella n.3 riporta i seguenti parametri : a) il nome del pozzo ; b) la disponibilità minima di acqua in litri / sec.; c) il diametro del pozzo ; d) la profondità ; e) le località e i paesi serviti dal pozzo ;

123 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

tab.3

DISTRIBUZIONE POZZI E LORO USO

NOME PORTATA DIAM. PROF. ZONA N° POZZO min. (l/s) mm ml SERVITA

1 SLAIFER 1 600 40 PERGINE VALSUGANA 2 SLAIFER 2 600 40 PERGINE VALSUGANA 3 SLAIFER 3 60.00 600 40 PERGINE VALSUGANA 4 SLAIFER 4 600 40 PERGINE VALSUGANA 5 SLAIFER 5 600 40 PERGINE VALSUGANA 6 BUSNECK 1 10.00 600 40 PERGINE VALSUGANA ( DI SOCCORSO ) 7 BUSNECK 2 10.00 600 40 PERGINE VALSUGANA ( DI SOCCORSO ) 8 BUSNECK 3 10.00 600 40 PERGINE VALSUGANA ( DI SOCCORSO ) 9 ISI 5.00 600 40 PERGINE VALSUGANA 10 PIZZEDI 2.00 500 30 ISCHIA 11 TAMARISI 20.00 600 90 DA ATTIVARE ( PERGINE ZONA COMMERCIALE ) 12 VIGOLANA 10.00 600 50 PERGINE VALSUGANA 13 DALMERI 3.00 460 3 PERGINE VALSUGANA 14 15

TOTALE 130.00

La tabella n.4 indica i seguenti dati : a) la denominazione della sorgente ; b) la disponibilità massima concessa di acqua in litri / sec.; c) il titolare della concessione ; d) le località e i paesi di destinazione dell’acqua concessa ; e) le particelle fondiarie su cui nasce la sorgente ; f) il comune catastale di appartenenza delle particelle fondiarie.

124 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Tab.4

CONCESSIONI PER USO DEGLI ACQUEDOTTI DENOMINAZIONE l/s TITOLARE DESTINAZIONE PARTICELLE COMUNE N° SORGENTE dev.ti CONCESSIONE ACQUEDOTTO ACQUEDOTTO CATASTALE

1 BOSCH SPESS 0.20 COM.PERGINE FRAZ. VALAR VIGNOLA 2 SOPRA IL CAPO A 0.20 COM.PERGINE MASI MESIANI,MOLINI,FERRARI FRASSILONGO 3 SOPRA IL CAPO B 0.30 COM.PERGINE FRAZ. CANEZZA FRASSILONGO 4 RIO VAL MALA 0.65 COM.PERGINE MASI,GIRARDI,PALLAORI,MEREGHI,PORTOLO DI SOPRA MALA 6 ISCHIA ALTA, BASSA e CORRIGO della MADONNA 7.00 COM.PERGINE FRAZ.,ISCHIA,ZAVA,POZZA,MASETTI,CASTELLO VIGNOLA 7 FONTANA PRUDELA e SLAVINI 2.00 COM.PERGINE FRAZ. COSTASAVINA 737o738 e 616 COSTASAVINA 8 MARTELET 5.00 COM.PERGINE FRAZ. VIARAGO 885/2 VIARAGO 9 FONTANON 1.75 COM.PERGINE FRAZ. ASSIZZI, MASETTI 632 VIGNOLA 10 FONTANON 1, 2, 3 Loc. MONTAGNA GRANDA 3.00 COM.PERGINE CAMPI DI PERGINE, MALGA MONTAGNA GRANDA PERGINE2 11 AGNELLINI 0.30 COM.PERGINE FRAZ. CANEZZA PERGINE 13 BOSCHI, BRUSA E PINN 8.00 COM.PERGINE FRAZ. NOGARE',MADRANO,CIRE',CANZOLINO,VIGALZANO,COSTA,BRAZZANIGHE 14 FONTANELLE 2.50 COM.PERGINE FRAZ. CANALE 180 CANALE 15 S. LUCIA e S. CATERINA 0.54 COM.PERGINE FRAZ. CASTAGNE' 9 e 2011-2015 CASTAGNE' 16 BUSS 0.25 COM.PERGINE FRAZ. BUSS 867 e 703/2 VIGALZANO 17 TOF, VALLE DELL'ACQUA e DOSS LUNGO 4.00 COM.PERGINE FRAZ. RONCOGNO 795, 783, 795 RONCOGNO 18 FONTANA SANTA e PRAGONAL 3.40 COM.PERGINE FRAZ. SUSA', CANALE, S. CRISTOFORO 832 e 783/3 SUSA' 20 FONTANA DI VALAR 3.00 COM.PERGINE VALAR 652 PERGINE 21 BUSNECK VECCHIO, NUOVO e CIOMBA 36.00 COM.PERGINE PERGINE, FORNACI, MOLIN del PALU', ZIVIGNAGO 22 PIAN della MAJA e MENGHET 1.00 COM.PERGINE ALLE Fontane di PORTOLO DI SOPRA e SOTTO 23 VALLE del PONTE 0.50 COM.PERGINE FRAZ. CANEZZA, PORTOLO di SOTTO VIARAGO 24 DOSS di S. CRISTOFORO,DALMERI S. CRIST. e 261 6.50 COM.PERGINE FRAZ. S. CRISTOFORO, SUSA' 261 ISCHIA 25 PUDRA e PRUDELA e SLAVINI 2.00 COM.PERGINE FRAZ. COSTASAVINA COSTASAVINA 27 VALLETTA 0.60 COM.PERGINE FRAZ. VALCANOVER BOSENTINO ? 28 SITTON e PRALUNGO 0.50 COM.PERGINE SERVIZI POTABILI VARI (BUSS) PERGINE 29 NOGARE' e ALLA MINIERA 7.60 COM.PERGINE SERVIZI POTABILI VARI 829 e 576-575 NOGARE' 30 TOMASELLI e SODA 0.66 COM.PERGINE FRAZ. S. VITO 794 e 291 CASTAGNE' 31 S. CATERINA 0.54 COM.PERGINE FRAZ. S. CATERINA CASTAGNE' 32 MAZZON 0.50 COM.PERGINE FRAZ. RONCOGNO 819 RONCOGNO 34 BASSA e TELEFERICA COM.PERGINE 35 senza nome in LOC. CANZANE 0.08 COM.PERGINE FRAZ. VISINTAINER e FORNASELLE 3094/1/2 PERGINE 36 VIGABONA 0.40 COM.PERGINE MASO VIGABONA 37 POZ 0.25 COM.PERGINE Fontana presso Chiesa CANZOLINO 1048 VIGALZANO 38 FONTANABOTTE 0.15 COM.PERGINE Fontana presso FONTANABOTTE 2420/1 PERGINE 39 H2O dal LAGO di CANZOLINO 0.55 COM.PERGINE Fontana presso VIGALZANO, CASALINO, MASO GRILLO VIGALZANO 41 VERGA 0.50 COM.PERGINE FRAZ. COMPI 647 FALESINA ? 42 GUARDA 0.25 COM.PERGINE FRAZ. GUARDA 1213 PINE' 43 MALGA 2.00 COM.PERGINE Fontana MALGA MONTAGNA GRANDA sopra la malga PERGINE 2 44 PISSOL 0.15 COM.PERGINE FRAZ. PISSOL 383/2 VIGALZANO 45 8 sorgenti denominate S. GIORGIO 2.00 COM.PERGINE FRAZ. SERSO fregio SP Viar-Sers VIARAGO

TOTALE l/s deviati 88.69

Nella tabella n.5 sono riportati i seguenti dati : a) la denominazione dell’acquedotto o la località ; b) la disponibilità minima di acqua fornita dalle sorgenti ( l / sec.) c) le derivazioni minime concesse ( l / sec.); d) gli abitanti effettivi a fine 1997 ; e) gli abitanti serviti dalla rete di acquedotto ; f) la percentuale di abitanti serviti ; g) gli abitanti potenziali al 2008 ; h) la popolazione turistica potenziale presente sul territorio ; i) il numero di abitanti effettivi e dei turisti ; j) il numero di abitanti potenziali e della popolazione turistica potenziale k) il consumo medio di acqua giornaliero ( l / gg. ) ; l) nei punti successivi sono indicati i litri totali giornalieri consumati dagli : 1. abitanti effettivi : 2. abitanti potenziali : 3. abitanti potenziali e popolazione turistica :

125 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

4. abitanti potenziali e popolazione turistica potenziale : m) per ogni rigo di cui al precedente punto I.1, l.2, ecc. si sono calcolati i l/sec. necessari per soddisfare la richiesta - consumo di acqua per : 1. abitanti effettivi : 2. abitanti potenziali : 3. abitanti potenziali e popolazione turistica : 4. abitanti potenziali e popolazione turistica potenziale : tab.5

VERIFICA FORNITURA H2O CON ABITANTI POTENZIALI E POPOLAZIONE TURISTICA AL 2008

NOME ACQUEDOTTO DISP.TA' DERIV. Abit. Abit. % Abit. Abit. Turisti Abit.efft. Abit.Pot. onsum l/gg l/sec l/gg l/sec l/gg l/sec l/gg l/sec N° LOCALITA' min.(l/s) min.(l/s) effet. serviti serviti pot. pot. eTuris.pot. eTuris.pot l/gg Abit.efft. necess. Abit.pot. necess. Abit.effet.+Turis necess. Ab.pot.+Turis. necess.

1 PERGINE 65.00 39.00 9695 9695 100% 10610 853 10548 11463 2423750 28.05 2652535 30.70 2637000 30.52 2865785 33.17 2SUSA' 3.40 6.00 341 341 100% 373 341 373 85250 0.99 93297 1.08 85250 0.99 93297 1.08 3 CANALE 1.00 2.50 210 210 100% 230 57 267 287 52500 0.61 57456 0.66 66750 0.77 71706 0.83 4 S. CRISTOFORO (*) 3.00 6.50 411 411 100% 450 532 943 982 102750 1.19 112449 1.30 235750 2.73 245449 2.84 5S. VITO 0.66 0.66 124 124 100% 136 124 136 31000 0.36 33926 0.39 31000 0.36 33926 0.39 6 BEGHER 1.00 0.50 13 13 100% 14 13 14 3250 0.04 3557 0.04 3250 0.04 3557 0.04 7 ZAVA, ISCHIA 7.00 7.00 450 450 100% 492 108 558 600 112500 1.30 123119 1.42 139500 1.61 150119 1.74 8 ASSIZZI ALTI (**) 0.13 0.13 44 44 100% 72 20 64 92 11000 0.13 18057 0.21 16000 0.19 23057 0.27 9VALAR 2.00 0.20 6 6 100% 7 6 7 1500 0.02 1642 0.02 1500 0.02 1642 0.02 10 ASSIZZI, MASETTI 2.00 1.75 574 574 100% 604 134 708 738 143500 1.66 151026 1.75 177000 2.05 184526 2.14 11 ZIVIGNAGO P. ALTA 3.00 2.50 211 211 100% 231 211 231 52750 0.61 57729 0.67 52750 0.61 57729 0.67 12 TESSARA (Vigalz.,Cas.,etc.) 16.00 7.60 557 557 100% 610 474 1031 1084 139250 1.61 152394 1.76 257750 2.98 270894 3.14 13 MADRANO e CANZOLINO 3.90 7.60 397 397 100% 434 166 563 600 99250 1.15 108619 1.26 140750 1.63 150119 1.74 14 BUSS 0.50 0.50 34 34 100% 37 34 37 8500 0.10 9302 0.11 8500 0.10 9302 0.11 15 GUARDA 0.25 0.25 15 15 100% 16 15 16 250 3750 0.04 4104 0.05 3750 0.04 4104 0.05 16 RONCOGNO 4.50 3.00 240 240 100% 263 240 263 60000 0.69 65664 0.76 60000 0.69 65664 0.76 17 COSTASAVINA 2.00 0.20 320 320 100% 350 320 350 80000 0.93 87551 1.01 80000 0.93 87551 1.01 18 VIARAGO 11.50 11.50 623 623 100% 681 623 681 155625 1.80 170315 1.97 155625 1.80 170315 1.97 19 CANEZZA 0.80 0.80 175 175 100% 191 175 191 43625 0.50 47743 0.55 43625 0.50 47743 0.55 21 MASI ALTI CANEZZA 0.65 0.65 10 10 100% 11 10 11 2500 0.03 2736 0.03 2500 0.03 2736 0.03 22 S.CATERINA-CASTAGNE' 1.14 1.07 71 71 100% 78 336 407 414 17750 0.21 19425 0.22 101750 1.18 103425 1.20 23 NOGARE' 8.00 8.00 874 874 100% 956 6 880 962 218500 2.53 239125 2.77 220000 2.55 240625 2.79 24 VALCANOVER 0.60 246 246 100% 269 814 1060 1083 61500 0.71 67305 0.78 265000 3.07 270805 3.13 25 VISINTAINER, FORNASELLE 0.08 23 23 100% 25 23 25 5750 0.07 6293 0.07 5750 0.07 6293 0.07 26 VIGABONA 0.40 13 13 100% 14 13 14 3250 0.04 3557 0.04 3250 0.04 3557 0.04 27 FONTANABOTTE 0.15 21 21 100% 23 21 23 5250 0.06 5746 0.07 5250 0.06 5746 0.07 28 MASI ALTI 34 -100% 37 34 37 8500 0.10 9302 0.11 8500 0.10 9302 0.11 29 MASI BASSI 144 -100% 158 144 158 36000 0.42 39398 0.46 36000 0.42 39398 0.46 30 LOC.RIPOSO 16 -100% 18 16 18 4000 0.05 4378 0.05 4000 0.05 4378 0.05

TOTALE 137.43 109.14 15891 15697 77% 17391 3500 19391 20891 250 3972750 45.98 4347750 50.32 4847750 56.11 5222750 60.45

7.5.2.3 Conclusioni Analizzando i dati forniti e lo sviluppo tabellare, si possono effettuare le seguenti considerazioni: - dalla tabella n.5 si può notare che la maggior parte delle frazioni e dei masi dislocati sul territorio sono serviti dalla rete di acquedotto eccetto per le aree frazionali disposte nella zona di Castagnè ed in particolare : a) Masi Alti nel C.C di Castagnè; b) Masi Bassi nel C.C di Castagnè; e nelle aree frazionali di : c) Loc. Riposo - S. Catarina; d) Fontanabotte. Tali abitati sono dotati di approvvigionamenti idrici non riconosciuti dall’A.S.L. (Azienda Sanitaria Locale), ovvero di carattere privato.

126 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Il Piano regolatore non prevede nuove aree di sviluppo e nello specifico non identifica nelle aree critiche sopra evidenziate alcuna zona di espansione. In queste aree sarebbe comunque necessario, tenendo conto del possibile sviluppo turistico, predisporre una adeguata rete per soddisfare le reali necessità delle frazioni e masi minori. In linea generale si rileva la carenza di serbatoi di raccolta e/o compenso dimensionati in modo tale da sopperire alle necessità di antincendio per le varie Frazioni e Masi dislocati sul territorio.

7.5.3 - Verifica e dimensionamento impianti fognari

7.5.3.1 Raccolta dati Il lavoro svolto per la verifica ed il raggiungimento degli obiettivi preposti da tale analisi ha comportato la stesura di una cartografia evidenziante le reti fognarie presenti sul territorio comunale (vedere allegato di analisi “L”). La mappa è stata inserita sulla base dei rilievi effettuati sul territorio dal Servizio Protezione Ambiente della P.A.T., e riporta: - le reti fognarie nere e bianche con diametro delle tubazioni; - i pozzetti di ispezione; - le caratteristiche dei collettori fognari . Tutto ciò si è reso necessario per ricostruire nel dettaglio lo sviluppo dei collettori: - collettori principali; che raccolgono le acque reflue dei collettori secondari e le convogliano verso altri collettori principali o verso le vasche di raccolta per lo smistamento ai collettori provinciali ; - collettori secondari; che raccolgono le acque reflue a livello puntuale e di quartiere e le convogliano verso i collettori principali ;

La cartografia riporta inoltre: - i collettori provinciali, che raccolgono le acque reflue e le convogliano verso vasche di raccolta e/o impianti di depurazione; - i collettori di progetto, per i quali è stata predisposta progettazione di massima e che non sono ancora attivi sul territorio.

Con la stesura della mappa si sono così evidenziate le frazioni e le località, servite da una fognatura doppia (tubazioni distinte per fognature bianche e nere), e quelle servite da una fognatura mista (tubazione unica per fognature bianche e nere). Sono stati raccolti inoltre i dati relativi alle concessioni rilasciate per lo scarico delle acque reflue nel sottosuolo per determinare la popolazione non servita da pubblica fognatura (ne doppia ne mista). Altro dato rilevante per la verifica delle reti fognarie sia esistenti che di nuova previsione ne è il consumo giornaliero per abitante di acqua potabile, dato rilevato dall’ente A.M.E.A..

127 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

7.5.3.2 Elaborazione dati : La elaborazione dei dati raccolti è stata formulata suddividendo le operazioni in diverse fasi ed in particolare : − suddivisione del territorio in macro aree frazionali determinate dalla frazione principale ed i suoi dintorni; − calcolo della popolazione effettiva e potenziale gravante su dette aree; − verifica delle reti fognarie (mista e/o doppia) presenti o non presenti sulle macro aree mediante la lettura della mappa ed in generale dai dati raccolti; − calcolo degli abitanti autorizzati da concessioni per lo scarico nel sottosuolo; − calcolo delle persone potenziali servite dai collettori principali siti nelle varie aree frazionali; − calcolo della portata ( mc./s ) in riferimento agli abitanti potenziali serviti ed ai vari collettori; − dimensionamento dei collettori fognari sulla base degli abitanti potenziali serviti e verifica con i diametri reali presenti sul territorio nelle singole aree frazionali;

7.5.3.3 Conclusioni : Analizzando i dati raccolti ed elaborati appare chiaro prima di tutto la necessità di operare in due fasi concomitanti e cioè : − la conversione delle reti miste presenti sul territorio in reti fognarie con collettori separati in acque nere e acque bianche in particolare nelle aree frazionali di : - Nogaré ; - Madrano, Canzolino ; - Vigalzano, Casalino ; - Brazzaniga Pissol ; - Zava .

− la progettazione e realizzazione di nuove reti fognarie a collettori separati (nere e bianche) nelle aree frazionali parzialmente incomplete o sprovviste totalmente di sistemi fognari per la raccolta e lo smistamento in aree per la depurazione delle acque reflue. Si elencano di seguito le aree frazionali da completare e quelle sprovviste totalmente.

− aree da completare : - masi sparsi di Castagné ( Eccher, Begher, Pergher ) ; - masi sparsi di S. Vito ( Toldi, Gretter, Frizzi, Lunzi ) ; - frazione di Assizzi ; - masi sparsi di Roncogno ( Raot ) ; - frazione di Canale ( parte dx del paese venendo da S. Cristoforo );

128 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

- masi sparsi di Serso ( Loc. Centrale di Serso e gruppi sparsi ) ; - masi sparsi di Viarago ( Tenrabi, Rementil, Fenugola, etc. ) ; - masi sparsi di Madrano ; - masi sparsi di Nogaré ( Molino Roccabruna, etc. ) ; - parte del centro storico di Susà ; - alcune località di Pergine Vals. ( fraz Fontanabotte e alcune aree per attrezzature a servizi pubblici ; - masi sparsi di Canezza ( Girardi, Palaori, Drazzeri, etc.) ;

− aree sprovviste totalmente di collettori fognari pubblici : - frazione di Pozza ; - frazione di Assizzi ; - area frazionale di Canzane e Visintainer ( fraz. Visintainer e Fornaselle ); - area frazionale di Canzolino ( fraz. Buss e Guarda ) ; - area frazionale di Cirè ; tab.1

ABITANTI POTENZIALI DA CRESCITA DEMOGRAFICA E POPOLAZIONE TURISTICA NELLE FRAZIONI AL 2008

Abit. cresc. aum% Tot. Sup. n° max aum.% Tot. Totale Totale N° Frazioni 1997 demo. % abit. Ab.Pot. alberg.97 Turis. % turis. Turist. Ab.pot+Turis. Ab.pot.+Turis.pot.

1 Assizzi 159 115 174 3752 4 155 155 314 329 2 Brazzanighe 182 117 199 0000 182 199 3 Canale 629 459 688 1387 2 57 57 686 745 4 Canezza 369 235 404 0000 369 404 5 Canzane 23 02 25 00002325 6 Canzolino 319 230 349 6767 8 279 279 598 628 7 Casalino 407 338 445 11505 14 474 474 881 919 8 Castagnè 114 111 125 141 0 6 6 120 131 9 Cirè 170 116 186 6118 7 252 252 422 438 10 Costasavina 320 230 350 0000 320 350 11 Ischia 362 1500 234 396 2617 3500 3 108 108 470 504 12 Madrano 525 350 575 1303 2 54 54 579 628 13 Masetti 186 118 204 0000 186 204 14 Nogarè 277 226 303 1067 1 44 44 321 347 15 Pozza 31 03 34 00003134 16 Roncogno 240 223 263 0000 240 263 17 S.Vito 137 113 150 0000 137 150 18 S.Cristoforo 140 113 153 25830 30 1064 1064 1204 1217 19 Serso 340 232 372 0000 340 372 20 Susà 682 464 746 0000 682 746 21 Valcanover 395 237 432 19770 23 814 814 1209 1246 22 Viarago 438 341 479 0000 438 479 23 Vigalzano 97 19106 0000 97 106 24 Zava 57 05 62 00005762 25 Zivignago 422 340 462 0000 422 462 26 Pergine 8870 56 837 9707 4735 6 195 195 9065 9902

totale 15891 1500 100 1500 17391 84991 3500 100 3500 3500 19391 20891

tab.2

129 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

VERIFICA DIMENSIONAMENTO DEI COLLETTORI FOGNARI PER FRAZIONE AL 2008

STATO ESISTENTE STATO PROGETTO tipo abit.+turis. fogna fogna fogna % allac. Diam.Fg. portata abit.+turis. n°ab. fogna fogna fogna Diam.Fg. Diam. % allac. N° FRAZIONE collet. effet. doppia mista disper. dispers. esist. MC/S pot. serviti doppia mista disper. necess. progetto dispers.

1 ASSIZZI 314 224 90 28.7 250 3271 329 329 311 0 18 136 168 5.5 2 BRAZZANIGHE 182 107 75 41.2 1896 199 266 184 0 15 125 155 7.5 3 CANALE 686 650 36 5.2 300 7147 745 671 738 0 7 177 219 1.0 4 CANEZZA 369 333 36 9.8 300 3844 404 404 393 0 11 147 181 2.7 5 CANZANE e VISINTAINER 23 23 100.0 240 25 25 002552 64 100.0 6 CANZOLINO 598 556 42 7.0 6226 628 565 615 0 13 166 205 2.0 7 CASALINO 881 860 21 2.4 9175 919 979 915 0 4 204 252 0.5 8 CASTAGNE' e Masi 120 87 33 27.5 200 1248 131 131 124 0 7 96 119 5.0 9 CIRE' 422 422 100.0 4395 438 438 429 0 9 151 187 2.0 10 COSTASAVINA 320 317 3 0.9 300 3333 350 350 350 0 0 139 171 0.0 11 ISCHIA 470 458 12 2.6 250 4893 504 504 499 0 5 159 197 1.0 12 MADRANO 579 540 39 6.7 6028 628 691 616 0 12 179 221 1.9 13 MASETTI 186 180 6 3.2 250 1938 204 629 198 0 6 173 214 2.9 14 NOGARE' 321 300 21 6.5 3343 347 347 337 0 11 138 171 3.0 15 POZZA 31 31 100.0 323 34 34 30 0 4 58 72 12.4 16 RONCOGNO 240 237 3 1.3 300 2500 263 263 263 0 0 125 154 0.0 17 S. VITO e Masi 137 86 51 37.2 200 1427 150 150 140 0 10 101 125 6.8 18 S.CRISTOFORO 1204 1201 3 0.2 300 12539 1217 2747 1217 0 0 301 371 0.0 19 SERSO 340 313 27 7.9 250 3542 372 372 361 0 11 142 175 2.9 20 SUSA' 682 652 30 4.4 250 7104 746 694 740 0 6 179 222 0.8 21 VALCANOVER 1209 1197 12 1.0 200 12595 1246 1246 1244 0 2 224 276 0.2 22 VIARAGO 438 312 126 28.8 300 4563 479 479 416 0 63 156 193 13.2 23 VIGALZANO 97 79 18 18.6 1010 106 106 99 0 7 89 110 6.8 24 ZAVA 57 57 100.0 594 62 62 56 0 6 73 90 9.7 25 ZIVIGNAGO 422 422 0 0.0 200 4396 462 347 462 0 0 138 171 0.0 26 PERGINE VALSUGANA 9065 8984 81 0.9 600 94427 9903 13368 9863 0 41 478 590 0.4

A livello di Piano regolatore generale, visto l’incremento demografico ipotizzato dell’ordine delle 1500 unità, constatato che tale crescita è ripartita omogeneamente su tutto il territorio, l’aumento delle acque reflue è pressoché ininfluente ai fini della presente analisi ed assorbito dalle reti presenti o di progetto.

7.5.4 - Discariche di inerti Tra gli svariati riferimenti normativi che regolano la materia relativa allo smaltimento dei rifiuti, si riportano i seguenti: - D.Lgl. n.22 dd.05.02.1997; - D.P.G.P. n.1-41/legisl. Dd.26.01.1997; - L.P.n.3 dd.15.01.1990; Lo strumento che definisce, regola e pianifica la gestione delle discariche di inerti è il Piano Comprensoriale di Smaltimento dei Rifiuti Speciali. Il Comprensorio in applicazione del D.Lg.n.22/’97, ha competenza diretta in materia di tutela dell’ambiente dall’inquinamento, pertanto si riportano di seguito le zonizzazioni individuate dal Piano medesimo. Il P.C.S.R.S. è stato approvato in data 28/10/1996 con delibera G.C.n.37 e variato in data 04/09/1997 con delibera G.C.n.1162. Le discariche evidenziate dal P.C.S.R.S. sono le seguenti: - destra Fersina o ponte di Serso ( 50.000 mc., residui 50.000 mc. ) ; - Croz del Cius ( 65.000 mc., residui 65.000 mc. ) ; - Viarago ( 5.000 mc., residui 5.000 mc. ) ;

Tali zonizzazioni identificate nel Piano comprensoriale vengono recepite nel P.R.G., rammentando che qualsiasi aggiornamento al P.C.S.R.S. costituisce automaticamente variante al Piano regolatore generale.

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N° DENOMINAZIONE CAPACITA’ CAPACITA’ ATTUALE (mc) RESIDUA (mc)

1 DX FERSINA O PONTE DI SERSO SX 50.000 50.000 2 CROZ DEL CIUS 65.000 65.000 3 VIARAGO 5.000 5.000

TOTALE 120.000 120.000

8.0 - VALENZA PAESAGGISTICO AMBIENTALE DEL P.R.G. (Allegati di analisi “C”)

8.1 - EQUILIBRIO PAESAGGISTICO Un carattere riconoscibile nella città di Pergine sta proprio nel relativo equilibrio con il quale è stata governata la crescita. Tale equilibrio è comunque sottoposto a forti tensioni, e si accentua il rischio di deformazioni o prevalenze settoriali, di modificazioni che possono divenire distorsioni. L'azione più generale del piano deve essere indirizzata verso un nuovo equilibrio. Significa in senso specifico prevedere una struttura urbana e una articolazione territoriale più equilibrata. Significa in senso più esteso non perdere nessuno dei punti di appoggio sui quali si è articolato lo sviluppo e farli crescere insieme. Significa trovare una diretta corresponsione tra cultura dei cittadini e la cultura espressa attraverso la costruzione della città, senza pretendere che l'una si riduca all'altra.

8.2 - IL TERRITORIO ED I SISTEMI AMBIENTALI L'obiettivo principale dell'analisi ambientale, consiste nell'individuare le specificità del territorio perginese. Un nuovo equilibrio del territorio può essere perseguito solo dopo una esauriente analisi della struttura geografica ed insediativa, ma può attuarsi solo con una profonda modifica della sua lettura interpretativa e con una maggiore consapevolezza dell'articolazione delle sue parti. Il territorio di Pergine è composto da sistemi ambientali, paesaggistici, geografici, insediativi, produttivi, umani, molto differenziati e molto distanti tra loro. Occorre dare una interpretazione dei luoghi e dei fatti urbani come un'insieme storico, geografico, socioeconomico rintracciabile, anche in modo frammentario, nei comportamenti privati e collettivi di fronte alle opportunità della natura. E Pergine è composta da diversi sistemi in cui le relazioni tra struttura territoriale, contesto geografico, clima sociale, attitudine a specifici comportamenti sono perfettamente leggibili. A partire dal riconoscimento di questi sistemi, di queste "ecologie" si delinea una

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prospettiva verso il futuro che non può essere rappresentata semplicisticamente né da una edificazione equamente distribuita, né da una fila di case a schiera, né da un campo di calcio o da una casa sociale per ciascuna frazione. Quattro sono i sistemi ecologici con la propria identità e fisionomia che si individuano dalla lettura del territorio di Pergine: ecologia della Piana, ecologia dell'Oltrefersina, ecologia della Marzola, ecologia della dorsale spartiacque. - l'ecologia della Piana: la zona inizia approssimativamente dalla piana del Ciré, è percorsa dal torrente Fersina e prosegue nel fondovalle di Pergine, la Campagna Granda e le Paludi, sino ad arrivare al lago di Caldonazzo; - l’ecologia dell'Oltrefersina: la zona si espande sulla destra orografica del torrente Fersina fino ai piedi dei monti pinetani attraversando l'area dei piccoli laghi di Madrano, Canzolino, Costa e Pudro; - l’ecologia della Marzola che dal fondovalle conduce fino alla sommità del monte attraversando i suoi versanti orientali di particolare conformazione; - l’ecologia della dorsale spartiacque tra i laghi di Caldonazzo e Levico;

8.3 - ECOLOGIA DELLA PIANA La zona ecologica della piana di Pergine si estende dalla zona di fondovalle del Cirè fino al lago di Caldonazzo. Cirè: L’area è la più compromessa dal punto di vista urbanistico dell’intera Alta Valsugana, essa ricomprende gli insediamenti produttivi del Cirè, che se dal punto di vista economico costituiscono una risorsa, dal punto di vista ambientale rappresentano un’area degradata, con manufatti fatiscenti, anonimi, privi di fisionomia. Sul versante opposto, tra la strada statale ed il torrente Fersina si riscontra una ingente zona soggetta ad escavazione che assieme alla prima non costituiscono un esaltante biglietto da visita per il comune. Pergine: E’ sorta sul conoide detritico del torrente Fersina, soddisfa il bisogno abitativo di circa 8000 abitanti ed è fisicamente racchiusa tra la strada statale, il Fersina ed i colli del Castello e della Croce. L’origine dell’abitato come insediamento di una certa consistenza risale all’epoca romana e la sua genesi storica è da individuarsi con ogni probabilità nella via Claudia Augusta Altinate. L’espansione successiva dell’insediamento ha visto la progressiva occupazione della piana secondo delle direttrici di sviluppo che denotano abbastanza chiaramente moduli insediativi di epoca alto-medioevale tuttora facilmente leggibili dall’esame dei catasti storici. Su due assi paralleli alle curve di livello del Tegazzo, costituiti dall’odierna via Maier - un tempo “Contrada taliana” - e dal canale Macinante, si sono innestate con andamento ortogonale la via del Mercadel, anticamente “Contrada todesca” e la via Pennella, già via Comune, entrambe in direzione del Fersina. Di queste, la via Maier è quella che ha conservato maggiormente l’unitarietà degli elementi urbanistici ed architettonici che ne fanno un esempio di

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organizzazione urbana assai significativo. Su una fitta trama di parcellizzazioni di matrice medioevale nella configurazione allungata dei lotti spesso passanti tra due strade con il lato corto sul fronte stradale, si sono innestati elementi rinascimentali - evidenti soprattutto nelle facciate principali -, mentre l’impianto dell’organizzazione funzionale degli spazi interni conserva la sua origine medioevale nella interrelazione tra superficie edificata e spazi liberi. Al pari di tanti altri centri del Trentino anche di grosse dimensioni, Pergine ha conservato fino a tutto il secondo dopoguerra l’assetto urbanistico originario. Poi, con gli anni ‘60, inizia un processo edificatorio a macchia d’olio tendente ad occupare da un lato tutte le aree libere, orti e campi, presenti in maniera consistente all’interno del vecchio nucleo; e dall’altro le fasce periferiche che perdono gradatamente la loro vocazione agricola. La principale direttrice di sviluppo è quella in direzione del Fersina, rispetto al quale è stata occupata tutta la fascia di separazione dal vecchio nucleo con strutture abitative e con aree industriali localizzate a ridosso del torrente. Un’altra è localizzata in direzione di Zivignago che ormai costituisce un continuum urbano con Pergine. Lungo questa direttrice si sono concentrati interventi di edilizia pubblica e servizi. L’ultima è quella che ha occupato le zone oltre la ferrovia e quelle a ridosso e lungo la strada statale fino alle pendici del Tegazzo sotto la provinciale per Levico, racchiudendo il borgo antico con un tessuto edilizio caotico ed indifferenziato che impedisce di coglierne i significati e funzionali e figurativi. Il lago di Caldonazzo: Merita un appunto particolare il lago di Caldonazzo che è il più grande bacino lacustre del Trentino, che per la sua particolare disposizione, assieme al lago di Levico, crea un’unità paesaggistico-ambientale unica nel suo genere. Originato da sbarramento alluvionale di un importante tronco di valle: a nord dai conoidi del Fersina e di Susà- Costasavina; a sud da quello di Centa. In antica origine il lago raggiungeva le case di Pergine ed il suo livello è calato con l’abbassamento del letto dell’emissario, il Brenta. Il lago di Caldonazzo è fortemente interessato da strutture ricettive turistiche e balneari, sono rimaste solo alcune aree integre come il biotopo di S. Cristoforo e la zona all’inizio del Brenta. Infrastrutture: Tutta la zona è attraversata dalla strada statale n. 47 e di concerto dalla ferrovia della Valsugana, separandosi solamente nei pressi del litorale del lago. Data l’urbanizzazione esistente, anche le infrastrutture giocano pesantemente sull’equilibrio paesaggistico del territorio, infatti sia la strada che la ferrovia creano: barriera fisica lungo tutto il loro percorso, inquinamento acustico ed ambientale. Separandosi in corrispondenza del lago, le due infrastrutture, rappresentano un’opprimente presenza negativa, che toglie: vivibilità, possibilità di razionale sfruttamento e danneggiano l’immagine figurativa e paesaggistica dell’unità ambientale del lago. Si riportano di seguito le schede di crescita storica dei singoli insediamenti alle date di riferimento del 1750 - 1855 - 1997:

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PERGINE 1750 1855 Il nucleo abitativo di Pergine risale all’epoca romana, L’edificazione si sviluppa nelle immediate vicinanze del nucleo periodo nel quale si formò l’embrione della città ai piedi del preesistente, soprattutto nella parte ovest del territorio. I nuovi colle Tegazzo, in posizione subalterna al sito dove edifici saturano gli spazi liberi sul retro dell’edilizia esistente, presumibilmente esisteva una roccaforte romana e dove in attestandosi lungo le vie di cui costruiscono il fronte compatto. seguito si svilupperà il Castello di Pergine. L’insediamento Pur non stravolgendo la tipologia urbanistica lineare compatta abitativo si è attestato lungo l’asse di Via Maier e lungo del centro abitato originario, tuttavia l’insediamento assume due direttrici ortogonali in direzione del torrente Fersina, una configurazione urbanistica più accentrata. impiantandosi sulla particellazione medioevale di forma allungata dei lotti gotici, smentita in periodo rinascimentale dalla facciata principale dei nuovi palazzi signorili. Dal ‘500 alla fine del 1800, Pergine ebbe una fiorente economia legata alla produzione della seta, con la presenza in città di ben nove filande. L’edificazione segue nel suo sviluppo urbanistico una logica lineare compatta, con edifici contigui che delineano il fronte strada. 1997 Fino a tutto il secondo dopoguerra, Pergine ha mantenuto l’assetto urbanistico originario; dopo tale periodo però il processo edificatorio ha avuto uno sviluppo a macchia d’olio, intaccando gli ampi spazi a verde esistenti all’interno del nucleo storico e le fasce periferiche, che perdono così la loro vocazione agricola, fino ad ora preponderante. La nuova edificazione circonda tutt’intorno il nucleo antico con un tessuto caotico ed indifferenziato, che disturba la percezione dei significati funzionali e figurativi del centro storico. ZIVIGNAGO 1750 1855 L’impianto edilizio si sviluppa per edifici sparsi distribuiti in Il corpo edilizio si espande leggermente secondo la maniera rada su un vasto territorio, non compattandosi conformazione urbanistica dei nuclei sparsi i quali, nemmeno in prossimità della chiesa. accorpandosi con gli edifici preesistenti, assumono una maggior consistenza edilizia senza però costituire un vero e proprio tessuto edilizio. 1997 Sono stati saturati gli spazi tra gli edifici preesistenti, creando un tessuto edilizio più compatto anche se permane alta la presenza di spazi inedificati e coltivati. All’esterno del centro storico l’abitato si è sviluppato lungo la strada di accesso al paese e lungo la strada provinciale della Val dei Mocheni, secondo la tipologia urbanistica ad edifici sparsi.

8.4 - ECOLOGIA DELL’OLTREFERSINA Sotto tale denominazione vengono racchiusi tutti i territori pedemontani e montani collocati sulla destra orografica del torrente Fersina da Nogarè a Mala di Sant’Orsola. Dal punto di vista morfologico si denota un interessante terrazzo morenico che interrompe i pendii discendenti con pendenza costante dai rilievi pinetani. Tale configurazione orogenetica di matrice glaciale, ha consentito la creazione di svariati bacini. La presenza degli specchi d’acqua, dell’esposizione a sud molto favorevole all’irraggiamento solare, della visibilità panoramica nei confronti del fondovalle e della catena montuosa del Brenta a settentrione, forniscono l’unità paesaggistica di spunti di notevole singolarità e bellezza. La zona dei laghi minori pur di modesta estensione, è tuttavia un'area significativa per la concentrazione di ritrovamenti archeologici di grande importanza: Montesei di Serso e lago Pudro, il susseguirsi di specchi d'acqua con i laghi di Canzolino e Madrano e di zone umide (biotopi) di lago Pudro e Costa. La coltivazione della vite, praticata su fittissimi terrazzamenti caratterizzati dai muri di sostegno e dalla presenza di edifici stagionali in pietra, la coltivazione dei piccoli frutti, la presenza di prati e zone boscate, sono tutti elementi che concorrono a creare un paesaggio particolare; completa il quadro la presenza di nuclei storici di media dimensione ricchi di eleganti palazzotti rinascimentali.

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Come detto, questo territorio è coltivato per la maggior parte a vite, sui terrazzamenti prospicienti i laghi di Canzolino, Madrano e Costa (rupe del Renner) nonché sul versante di Serso verso il torrente Fersina, sotto il Castelliere, mentre per il restante territorio (Casalino, Vigalzano, Madrano e Canzolino) vi sono ampi prati ed è praticata la coltivazione intensiva di piccoli frutti e di frutteti. Più in quota l'attività agricola sfuma nella fitta vegetazione dei boschi creando un insieme naturale di grande valore paesaggistico. L'ambiente è scarsamente edificato, ad esclusione dei centri abitati di Brazzaniga, Canzolino, Madrano, Vigalzano, Casalino, con numerosi edifici masali sparsi e utilizzati a scopo agricolo - produttivo anche se in questi ultimi anni sta avvenendo una lenta ma inesorabile modifica della loro destinazione d'uso, con trasformazione in residenze per ferie che altera questo territorio in maniera negativa, evidenziando la perdita progressiva della caratteristica ambientale dell'area. La tipologia costruttiva è del tipo sparso (maso) con formazioni di nuclei lineari lungo le principali vie di comunicazione. Gli edifici sono situati di solito sui terrazzamenti artificiali costruiti per la coltivazione della vite con la particolare caratteristica dei manti di copertura in lastre di porfido, mentre le scale esterne, se esistenti, sono in legno con base in pietra. Per quanto riguarda gli abitati di Casalino, Vigalzano, Brazzaniga, Canzolino, Madrano, questi sono posti nella posizione migliore per l'esposizione e presentano, accanto all'antico nucleo storico, una tipologia edilizia rurale unifamiliare di tipo sparso a due falde, riscontrabile per forma e tipologia in tutti gli altri centri dell'alta Valsugana. I centri abitati di quest'area (Vigalzano, Canzolino, Casalino, Madrano, Brazzaniga) sono disposti o lungo l'antico percorso della Via Claudia Augusta Altinate o sui terrazzamenti dei versanti in posizione più elevata, rispetto alle zone umide e dei laghi e sono tuttora leggibili nella tipologia anche se i nuovi interventi edilizi hanno irrimediabilmente invaso territori agricoli circostanti e sviluppato espansioni edilizie lungo le direttrici viarie esistenti in aperto contrasto con l'impianto originario. Si riportano di seguito le schede di crescita storica dei singoli insediamenti alle date di riferimento del 1750 - 1855 - 1997: NOGARE’ 1750 1855 Formazione del tessuto storico attraverso la costruzione di nuclei Lo sviluppo edilizio si è incentivato nella parte a sparsi. nord dell’attuale centro del Paese, creando così un L’abitato si è sviluppato lungo la via di comunicazione fra tessuto di tipo accentrato compatto. Madrano e Pinè Gli spazi a verde sono minimi e di modeste dimensioni destinati prevalentemente ad orti privati o aree libere private. 1997 Lo sviluppo edilizio negli ultimi anni ha trovato il suo sfogo nella parte sud e sud - ovest, sotto la Strada Provinciale per Pinè, molte case di vecchia costruzione sono disabitate o inutilizzate e necessitano di interventi di ristrutturazione. Le due zone di espansione edilizia a sud del Paese sono caratterizzate da costruzioni di edifici a blocco o schiere di piccole dimensioni, con piccoli spazi a verde destinati ad orti o giardini. La tipologia urbanistica originaria è stata abbandonata per molteplici cause, privilegiando una tipologia di tipo sparso misto.

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CANZOLINO 1750 1855 Tre soli edifici sparsi costituiscono l’abitato a questa data. Un notevole sviluppo urbanistico fa nascere il centro storico del paese, che vede gli edifici raccolti in gruppi compatti e disposti lungo la via principale del paese (via Claudia Altinate), secondo uno schema accentrato compatto. 1997 L’espansione urbanistica si è sviluppata esternamente al centro storico, lungo la via di comunicazione con Madrano, con cui oggi costituisce di fatto un’unica frazione. L’edificazione è del tipo lineare ad edifici isolati o a gruppi isolati lungo la strada, mentre in posizione più arretrata hanno trovato collocazione edifici a schiera. Netta è la separazione tipologica tra l’abitato storico e quello più recente. MADRANO 1750 1855 Formazione del tessuto storico attraverso la costruzione di edifici L’edificazione si è sviluppata in forma lineare con di tipo lineare e compatto. la formazione di nuclei lungo l’arteria principale L’abitato si è sviluppato lungo la via principale che ancora oggi che attraversa l’abitato. attraversa l’abitato. Gli spazi a verde all’interno dell’abitato sono scarsi, tranne qualche corte interna ad alcuni edifici e destinati ad orti privati. 1997 L’abitato si è sviluppato in principio attraverso la costruzione di nuclei lineari lungo la via di comunicazione con Canzolino, infatti oggi le due frazioni costituiscono una frazione unica collegata. In seguito la crescita edilizia ha interessato la zona ad ovest del centro lungo la Strada Provinciale per Trento. La tipologia urbanistica originaria di tipo lineare compatto è stata dapprima sostituita con una tipologia di tipo lineare sparso, quindi negli ultimi anni, la crescita edilizia dell’abitato è stata caratterizzata da formazione di nuclei sparsi con edifici a blocco o a schiera con piccoli spazi a verde di pertinenza. VIGALZANO 1750 1855 Il nucleo storico è costituito da edifici disposti secondo una L’abitato subisce solo una modesta espansione, logica lineare compatta, formando isolati edificati che si attestando anche i nuovi edifici - in parte isolati e in parte attestano lungo la strada principale. accorpati - lungo la direttrice viaria. 1997 Non si può parlare di una espansione urbanistica del paese, che mantiene sostanzialmente la configurazione che possedeva alla metà del secolo scorso. La nuova edificazione è in numero veramente esiguo e gli edifici recenti sono sorti in posizione periferica rispetto al centro storico e isolati dal tessuto edilizio. CASALINO 1750 1855 Attorno alla chiesa si sviluppa la prima edificazione del La limitata espansione ottocentesca amplia i gruppi di paese, formato da piccoli gruppi di edifici secondo una edifici esistenti, mantenendo il tipo di impianto urbanistico tipologia edilizia accentrata compatta. accentrato compatto, non individuando nuove direttrici di sviluppo. 1997 Il paese subisce una notevole espansione edilizia che lo porta a coprire una parte di territorio più che doppia rispetto a quanto succedeva nel 1855. La nuova edificazione ha mantenuto in parte la tipologia urbanistica storica del tipo “accentrata compatta” attestando i nuovi edifici attorno a quelli preesistenti, in parte ha individuato lungo le strade principali nuove direttrici di espansione, la quale si è concretizzata nella realizzazione di edifici prevalentemente a schiera e isolati. GUARDA 1750 – 1855 1930 - 1955 Località al confine con il C.C. di Miola, un piccolo Lo sviluppo edilizio risulta assente. agglomerato di edifici compatti che non ha subito ulteriori sviluppi. BUS 1750 – 1855 1930 - 1955 Località a nord del Comune Catastale di Vigalzano Lo sviluppo edilizio è quasi assente, a la sua posizione caratterizzata da due piccoli nuclei abitativi di modeste sfavorevole, la mancanza di spazi pianeggianti e la dimensioni. difficoltà d’accesso, sono fra le cause del mancato ampliamento della frazione.

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SERSO 1750 1855 A questa data l’abitato era sviluppato per nuclei sparsi La nuova edificazione si frappone ai nuclei sparsi orientati lungo le curve di livello, in posizione inferiore originari, organizzandosi pure essa per gruppi di edifici. rispetto alla chiesa. Alcuni edifici sono esistenti lungo il L’abitato, sempre in posizione subalterna rispetto alla corso del torrente, di cui sfruttano la forza a fini produttivi chiesa, assume una tipologia urbanistica compatta, (mulini, fucine etc.). cominciando a caratterizzare con i fronti delle case la continuità lungo strada. Nel nucleo del paese è ancora elevata la superficie libera da edificazione. 1997 La recente edificazione si è sviluppata quasi esclusivamente esterna al centro storico, privilegiando un tipo di edificazione a case isolate e a schiera in posizione periferica rispetto all’agglomerato storico. I nuovi edifici realizzati nella parte est del territorio potranno in futuro formare un tessuto edilizio essendo organizzati secondo una strada di penetrazione che potrà costituire la direttrice di espansione del paese.

VIARAGO 1750 1855 L’edificazione è costituita da pochi edifici sparsi e non Il paese subisce un consistente sviluppo che lo porta ad determina un tessuto edilizio continuo. un tipo di edificazione prevalentemente lineare compatta, che attesta gli edifici sul fronte strada. Vengono saturati i vuoti tra gli originari insediamenti abitativi e delineati alcuni spazi pubblici. 1997 L’abitato ha mantenuto inalterato il suo assetto urbanistico originario. La limitata espansione edilizia ha completato con edifici isolati alcuni spazi vuoti lasciati nell’edificazione lineare compatta; nella parte nord è stata edificata una nuova zona - di limitate dimensioni – secondo la tipologia degli edifici a schiera e alcuni altri edifici isolati sono stati realizzati lungo la strada di accesso al paese. CANEZZA 1750 1855 L’abitato è costituito da pochi edifici sparsi in prossimità Il tessuto edilizio viene sviluppato seguendo la logica della chiesa e vicino al corso del Rio Minghet. dell’impianto originario, con nuovi edifici sparsi, eccetto un gruppo di case disposte linearmente a disegnare il fronte della strada. 1997 Parte della nuova espansione edilizia - di modeste dimensioni - si è saldata per posizione e tipologia al nucleo dell’abitato storico, attestandosi a ridosso degli edifici storici, mentre altri nuovi edifici isolati sono stati costruiti lungo la vecchia strada per Portolo, collegando le due frazioni.

8.5 - ECOLOGIA DELLA MARZOLA Il versante della Marzola che da Bosentino adduce fino a Roncogno, costituisce senza dubbio una interessante unità paesaggistica che per la diversità degli elementi che vi concorrono assume un’importanza primaria nel territorio trentino. Vi è infatti una grande varietà di ambienti e di paesaggi che vanno dai biotopi del lago di Caldonazzo, ai frutteti del territorio agricolo di fondovalle, agli insediamenti compatti e sparsi sui pendii, ai versanti scoscesi delle Rocce rosse. Rilevante aspetto orografico assume il conoide detritico di Susà che scende dalla valle del rio Merdar invadendo prepotentemente il fondovalle. Il deposito del conoide di Susà fu causa, nell’epoca postglaciale, dello spostamento del corso del Fersina, infatti in origine il torrente defluiva nella depressione del lago di Caldonazzo, ma successivamente lo sbarramento del conoide lo costrinse a deviare in val d’Adige. Notevoli sono i coni visivi e gli aspetti panoramici nella zona sovrastante il bacino. In questa area con l’esclusione di Pergine, sono disposti i maggiori centri abitati della Alta Valsugana: Roncogno, Costasavina, Susà, Canale, S. Cristoforo, S. Vito, S. Caterina, Valcanover. La densità abitativa decresce mano a mano che ci si allontana dall’attrazione turistica del lago, pertanto mentre gli insediamenti di Roncogno, Costasavina e Susà riescono a mantenersi in equilibrio con il territorio circostante, per Canale, San Cristoforo e Valcanover si

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assiste ad una notevole espansione, che a difficoltà si riesce a contenere, rispettando le sponde del lago, i biotopi, i coni panoramici e visuali, e le emergenze architettoniche. La forte pressione del settore turistico-balneare interessa non soltanto la sponda del lago ma anche il territorio agricolo dei versanti e della piana, mentre i centri abitati tendono ad un’espansione indiscriminata di seconde case. Questi fenomeni, uniti ai problemi connessi ad una mobilità di grande scorrimento di carattere extraregionale (SS. 47), provinciale e locale, stanno progressivamente soffocando la zona del lago sottoposto ad una pressione antropica ormai insostenibile e le cui sponde sono per la maggior parte edificate o tagliate dai tracciati stradali. Si riportano di seguito le schede di crescita storica degli insediamenti maggiori alle date di riferimento del 1750 - 1855 - 1997: RONCOGNO 1750 1855 Formazione di un tessuto edilizio prevalentemente Il tessuto edilizio si amplia verso sud in continuità con secondo la tipologia lineare compatta lungo l’antica via di l’esistente e a ridosso della schiera lineare; la parte bassa collegamento tra Trento e Pergine attraverso il passo del dell’abitato si sviluppa invece secondo isolati compatti Cimirlo. Isolata era la chiesa, i tre nuclei compatti nella che saldano i tre nuclei sparsi, conferendo continuità parte bassa dell’abitato, nonché il complesso residenziale edilizia al paese. Ancora isolati rimangono la chiesa e sorto al di là del Rio Valgrande. l’edificio oltre il torrente. 1997 La nuova edificazione - invero assai scarsa essendo stato privilegiato il recupero del patrimonio edilizio esistente - consiste in pochi edifici isolati posti esternamente al centro storico e al di fuori della logica urbanistica lineare compatta che ha regolato la crescita dell’agglomerato storico. COSTASAVINA 1750 1855 Edificazione sparsa per nuclei, maggiormente attorno alla Lo sviluppo edilizio si è articolato concentricamente chiesa e al palazzo situato nella parte nord del paese. attorno ai nuclei dell’edificazione originaria e fra di essi, saturando gli spazi esistenti tra i nuclei sparsi, ad eccezione della parte a nord del paese che, pur ingrandendosi, è rimasta nettamente separata dal resto dell’abitato. 1997 L’abitato non ha subito un consistente sviluppo urbanistico, privilegiando il recupero del patrimonio edilizio esistente. La nuova edificazione si è raccolta nella parte est del territorio, attorno ad un nucleo di case isolate , e nella parte bassa del paese; la tipologia dei nuovi insediamenti è del tipo famigliare isolato. La tipologia originaria dell’assetto urbanistico è stata quindi abbandonata a favore di una tipologia di tipo sparso, che non crea tessuto edilizio. SUSA’ 1750 1855 L’edificazione si è sviluppata per nuclei sparsi di media L’espansione per nuclei sparsi ha caratterizzato anche la dimensione, senza una logica apparente. fase di edificazione successiva, formando un tessuto edilizio frammentario, privo di un principio generatore. 1997 Nelle fasi di sviluppo storico successive, il tessuto edilizio del paese si è compattato, cucendo i nuclei sparsi preesistenti secondo una tipologia urbanistica accentrata compatta pur frammista a frequenti spazi verdi privati. L’edificazione più recente, quantitativamente contenuta, si è situata intorno al nucleo storico, organizzandosi per edifici isolati e a schiera a costituire nuclei sparsi. CANALE 1750 1855 Non sono presenti edifici a questa data Iniziano i primi insediamenti edilizi in zona, che sorge per gruppi sparsi di edifici lungo le vie di collegamento con gli abitati limitrofi. 1997 Attorno agli edifici storici si è sviluppato il vasto abitato che copre il territorio in modo estensivo, ampliando la frazione lungo la strada principale di accesso al paese verso la strada statale. L’edificato ha carattere di case isolate plurifamigliari disposte senza un orientamento prestabilito. Numerose sono ancora le aree a verde - orti, giardini e campi coltivati - che inframmezzano l’edificato.

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CASTAGNE’ 1750 1855 All’epoca erano presenti solo poche case sparse ed un L’abitato di S. Caterina si consolida assumendo una complesso edilizio compatto in località Santa Caterina. tipologia urbanistica accentrata compatta, con edifici concatenati gli uni agli altri. Si sviluppano i molti masi sparsi che costituiscono l’abitato di Castagnè. A seconda della dimensione dell’insediamento, essi sono costituiti da uno o più nuclei di edifici, generalmente disposti lungo le strade di accesso. 1997 La località S. Caterina si è leggermente ampliata con la costruzione della chiesa e di alcuni edifici isolati che hanno legato i due nuclei dell’abitato. I molti masi sparsi che caratterizzano il territorio hanno subito ampliamenti assai limitati, mentre notevole è stata l’occupazione disordinata di territorio da parte di casette isolate e di complessi a schiera in prossimità del lago di Caldonazzo lungo la strada circumlacuale.

8.6 - ECOLOGIA DELLA DORSALE SPARTIACQUE Il sistema definito in questo ambito è molto vario dal punto di vista morfologico, in quanto è costituito principalmente dalla dorsale che da Tenna, si collega con il Castello di Pergine inglobando i centri di Ischia, Pozza, Zava e Masetti. Secondo carattere, ma non meno importante, assume la vallecola laterale che da Zivignago conduce al lago di Levico, letto prewürmiano del torrente Fersina. In quest’ambito vallivo da Zivignago a Levico, la zona è modestamente edificata con poche costruzioni di antica origine sul conoide del rio Vignola in località Assizzi, mentre il paesaggio si modifica mano a mano che si procede verso Levico, da: agricolo, a boschivo, a zona umida, ed infine in lacustre, creando un ambiente particolare per forma e uso del suolo. La dorsale spartiacque tra Caldonazzo e Levico fino al Castello di Pergine evidenzia caratteristiche ambientali e architettoniche notevoli sia per la posizione emergente da cui si gode uno dei più interessanti panorami del trentino (la piana Perginese, le Dolomiti di Brenta sullo sfondo, il lago di Caldonazzo, i monti della Valle del Fersina e quelli di Lavarone), sia per la presenza monumentale del Castello. L’entità paesaggistica contiene inoltre, importanti testimonianze del passato con notevoli emergenze architettoniche, aree archeologiche, viabilità di epoca romana, e terrazzamenti coltivati a vite che attualmente risultano abbandonati. Si riportano di seguito le schede di crescita storica dei insediamenti maggiori alle date di riferimento del 1750 - 1855 - 1997: ISCHIA 1750 1855 L’edificazione si sviluppa in due nuclei distinti e Attorno ai due nuclei originari si sviluppa il nuovo tessuto tipologicamente contrapposti. Il nucleo più a sud edilizio, che mantiene comunque la separazione di appartiene al tipo di sviluppo lineare compatto, con gli partenza. La nuova edificazione mantiene nel nucleo a edifici costruiti contigui ad anello con un cortile al centro, nord la tipologia accentrata compatta, mentre mentre il nucleo a nord è formato da gruppi di edifici nell’agglomerato a sud viene privilegiato uno sviluppo a accentrati. La chiesa è in una posizione isolata ma nucleo sparso verso monte. La chiesa mantiene la sua predominante. posizione isolata e predominante. 1997 La notevole espansione che ha caratterizzato questo paese ha solo marginalmente interessato le aree interne al nucleo storico, dove sono state realizzate poche case nuove all’inizio di questo secolo, seguendo la tipologia urbanistica a nucleo sparso. Il grosso dell’espansione però avviene in maniera estensiva, senza un disegno urbanistico, mediante la realizzazione di edifici a schiera o isolati, comunque a nuclei sparsi. L’abitato è diluito sul territorio, con ampi spazi a verde coltivato tra l’edificazione.

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8.7 - LA TUTELA DEI BENI AMBIENTALI Che l'ambiente sia un bene nel suo complesso è ormai un dato acquisito, e non solo per i progressi delle discipline che si occupano della gestione del territorio, ma anche per la maturazione avvenuta nella coscienza di quanti vivono ed operano nel territorio, individualmente e collettivamente. Ma il territorio, proprio per essere il supporto di tali azioni, è un contesto destinato a continue trasformazioni. Un piano urbanistico deve quindi compiere una selezione strategica per individuare i valori ambientali che, dal punto di vista dell'interesse generale, richiedono specifici comportamenti di tutela onde assicurare sia la fruibilità sociale che la stabilità nel tempo. L'obiettivo è di mantenere alla collettività non solo dei validi supporti materiali alla propria dinamica civile e culturale, ma anche la disponibilità di risorse territoriali ed urbanistiche atte a soddisfare attuali e future esigenze insediative. Il nuovo piano per definire le unità ambientali e la loro valenza nel contesto morfologico territoriale, ha proposto le seguenti analisi paesaggistiche.

8.8 - LETTURA DEL PAESAGGIO (Allegato di analisi “C2”) I parametri che sono stati presi in considerazione per esprimere i giudizi di qualità sono generalmente riconducibili al rilievo, all'esposizione, alla giacitura, alle forme del terreno in senso geomorfologico ed idrologico, all'uso del suolo, alla visibilità di elementi rilevanti sotto il profilo paesaggistico oppure degli elementi detrattori. Una macrosuddivisione è stata operata sui quattro sistemi ecologici enunciati in precedenza, in base a tre grandi categorie di paesaggio: “naturale”, “artificiale”, “urbano”. Per sistema naturale si intende quello sostanzialmente non modificato dall'uomo, in cui gli elementi della natura siano assolutamente preminenti e particolarmente delicati e sensibili ad ogni modificazione. In tale sistema sono stati inseriti i laghi e le zone umide, i territori d'alta quota, le foreste disetanee d'alto fusto nelle quali non si riscontri una pedissequa opera dell'uomo. Per sistema artificiale si intende quello rurale e forestale in cui le attività umane di tipo agricolo, silvo-pastorali ed insediative, hanno portato sostanziali modifiche attraverso il lavoro capillare dell'uomo. Nel sistema rientrano gli ambienti di fondovalle e collinari coltivati, ove si trovino colture più o meno intensive sia agricole che boschive, pascoli, ambiti con manufatti, malghe, ricoveri per attrezzi, abitazioni stagionali, terrazzamenti, muri di contenimento, muriccioli di conterminazione, canali irrigui o di bonifica e qualsiasi opera umana che abbia alterato lo stato naturale del territorio originario. Per sistema urbano si intende quello interessato dagli insediamenti storici e recenti, dalle strutture produttive, e dalle infrastrutture; caratterizza soprattutto il fondovalle. Il carattere più evidente è dato dal rapporto-contrasto fra centri antichi e sviluppo urbano recente; è il paesaggio più lontano dalle condizioni naturali originarie dove le superfici edificate e pavimentate sono di gran lunga maggioritarie rispetto alle aree libere.

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8.9 - UNITÀ PAESAGGISTICHE (Allegato di analisi “C4”) All'interno della grande suddivisione per sistemi ambientali, è stata operata una ripartizione per unità paesaggistiche, ovvero per ambiti territoriali omogenei sotto il profilo ambientale, nei quali siano presenti caratteri che ne hanno condizionato l'assetto figurativo-paesaggistico, attraverso elementi di immediata lettura. Tali componenti possono essere naturali o su base antropica, positivi o negativi. Ogni unità paesaggistica è stata schedata nei singoli elementi caratterizzanti e valutata in base a parametri di integrità e conservazione dei caratteri originari, visibilità ed esposizione panoramica, condizioni di equilibrio paesaggistico. Si riportano di seguito alcune descrizioni di unità paesaggistiche suddivise per sistemi, tali entità sono poi state calate nelle singole realtà in relazione all’appartenenza ad una delle quattro ecologie territoriali di Pergine, in rapporto all'esposizione, alla morfologia, alla geologia, all'altimetria, ecc.: - PAESAGGIO NATURALE BOSCO: Bosco d'alto fusto, di abete, larice, pino silvestre e essenze caducifoglie con la predominanza delle prime tre. La vegetazione appare fitta ed intricata, pertanto i punti di visibilità panoramica risultano ridotti o nulli. Per la maggior parte dei casi la pendenza dei boschi è sostenuta e superiore al 20%. Elementi detrattori sono costituiti dalle numerose strade forestali che penetrano indiscriminatamente nelle zone boschive alterando l'equilibrio naturale. La coltivazione e l'esbosco avviene in maniera controllata in modo tale da articolare la crescita disetanea dell'insieme vegetativo. BIOTOPO: Zona lacustre caratterizzata da tratti di lago libero e tratti in cui la vegetazione a canneto ha preso il sopravvento. Tali habitat costituiscono, dal punto di vista ecologico, dei filtri equilibratori per i laghi stessi, inoltre consentono la nidificazione e lo svernamento di specie di volatili stanziali e di passo. Sotto il profilo paesaggistico esternano l'aspetto naturale della vegetazione lacustre. Quali elementi detrattori si rilevano alcuni percorsi su palafitta, ritenuti naturalistici, che introducono l'aspetto antropico anche in questo micro habitat. LAGO: specchi d'acqua di varie dimensioni che presentano un aspetto più o meno originario, in rapporto all'intervento antropico avutosi sulle rive. - PAESAGGIO ARTIFICIALE CEDUO: Bosco formato prevalentemente da latifoglie destinate a taglio periodico per il recupero del legname. La zona si presta pertanto a frequenti modifiche ambientali, tagli, disboschi, realizzazione di strade per l'asporto del legname ecc. FRUTTETO INTENSIVO: Coltivazione intensiva a frutteto: melo e ciliegio. La coltivazione determina un aspetto paesaggistico monotono ed uniforme caratterizzato da impianti coetanei

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ed allineamenti innaturali. La presenza di impianti irrigui, la potatura delle specie vegetative, e l'assidua presenza umana sono dei forti elementi detrattori. PRATO FRUTTETO: Zone coltivate a prato, pascolo, frutteto, frumento, piccoli frutti ed orto. Tali coltivazioni vengono effettuate in piccoli lotti ed alternate, in modo tale da determinare un paesaggio molto vario ed articolato, frammisto a vegetazione arbustiva o d'alto fusto nelle zone perimetrali od incolte. Il tipo di paesaggio si ritrova sovente nelle aree periurbane. PRATO: Zone coltivate a prato, pascolo, frumento, con la prevalenza di coltivazioni basse che consentono la visione dell'ambiente circostante. L'aspetto di tale unità varia in rapporto alla stagione ed alla pedissequità dello sfalcio. VIGNETO: La coltivazione intensiva della vite costituisce un aspetto storico paesaggistico di notevole rilievo. Gli erti declivi terrazzati riportano a noi le testimonianze di un'economia rurale propria delle nostre terre. Seppure un'unità paesaggistica completamente artificiale, perfettamente inserita nel contesto naturale e reperto storico che è giunto a noi ancora pressoché integro. Associata alla presente unità appaiono numerosi i “baiti” in sasso faccia a vista che costellano le zone di coltivazione e che rendono peculiare l'insieme ambientale. TORRENTE: I rivi ed i torrenti presentano un rigoglio vegetativo notevole con predominanza di specie arbustive e piante d’acaci. La regimazione, la costruzione di briglie, canalizzazioni e ponti fanno sì che detti habitat siano molto compromessi e non rispondano più all'aspetto paesaggistico originario. - PAESAGGIO URBANO CENTRO STORICO: Unità insediativa riscontrata già al 1700, con caratteri tipologici urbanistici ed edilizi molto caratterizzati e rapportati al contesto ambientale ed allo stile di vita degli abitanti. PERIFERIA URBANA: Zone insediative di recente formazione (ultimi 50 anni), definite da un'edificazione sparsa, solitamente priva di caratteri tipologici edilizi locali, formate da case a blocco, a schiera ed in pochi casi a torre, generalmente frammista con orti e giardini privati. Dal punto di vista paesaggistico, l'area non riveste peculiarità di rilievo. PARCO PUBBLICO: Zona a verde attrezzato costituita dalla collocazione più o meno casuale di essenze arboree non sempre autoctone, frammiste a siepi arbustive e piante floreali. Tali aree presentano percorsi pedonali ed attrezzature per il gioco dei bambini. ZONA INDUSTRIALE: Zone destinate ad insediamenti produttivi o commerciali caratterizzati da costruzioni del tipo a capannone. Paesaggisticamente le costruzioni costituiscono un notevole impatto ambientale per varie motivazioni: si denotano le notevoli dimensioni degli insediamenti, la ricorrente sensazione di degrado presente nei dintorni, la scarsa ricerca formale ed architettonica degli interventi, la mancanza di cortine verdi e in genere di idonea piantumazione.

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8.10 - GRADO DI TRASFORMABILITÀ La cartografia paesaggistica nella quale si evidenziano le peculiarità figurativo- paesaggistiche e morfologiche di rilievo (Allegato di analisi “C3”), e la schedatura delle unità paesaggistiche (Allegato di analisi “C4”) forniscono una graduatoria delle sopportabilità paesaggistico ambientale riguardo ipotesi di modificazioni territoriali (Allegato di analisi “C5”). Il grado di trasformabilità è naturalmente rapportato al tipo di sistema nel quale si opera. La classificazione esprime la potenzialità nei confronti della trasformazione, con le seguenti gradualità: "nulla, bassa, media, alta ed elevata". Le scelte di piano dovranno escludere a priori interventi di trasformazione anche minimi, su zone soggette a grado di trasformabilità "nullo", mentre nelle altre zone mano a mano che il livello di sopportabilità cresce, diverrà superiore anche la possibilità di intervento.

8.11 - CRITERI DI INTERVENTO L'analisi sbocca nella definizione dei criteri di intervento dal punto di vista più strettamente architettonico formale e dello studio dell'inserimento nel contesto ambientale. I risultati delle analisi paesaggistico ambientali, trasformati in criteri di intervento vengono rapportati e confrontati con le varie altre problematiche presenti sul territorio e in via di massima recepiti dal Piano Regolatore Generale, integrando e specificando nel dettaglio le definizioni del P.U.P.. Il P.R.G., per quanto possibile e compatibilmente con altre esigenze di varia natura, assorbe nelle proprie definizioni cartografiche e normative, in tutto o in parte, i principi di natura paesaggistica risultanti dalla ricerca. I seguenti criteri di natura indicativa, se non contenuti nel P.R.G., costituiscono un apporto non prescrittivo di aiuto alla progettazione e uno strumento che la Commissione edilizia comunale potrà tenere in considerazione per le sue determinazioni.

8.11.1 Zone omogenee dal punto di vista della trasformabilità paesaggistico ambientale Il P.R.G. individua cinque tipi di zone per le quali vige un diverso grado di trasformabilità paesaggistica. Le zone si distinguono in: - zone con grado di trasformabilità nullo; - zone a basso grado di trasformabilità; - zone a medio grado di trasformabilità; - zone ad alto grado di trasformabilità; - zone ad elevato grado di trasformabilità;

8.11.2 Aree territoriali con grado di trasformabilità NULLO; Le aree con grado di trasformabilità "nullo" rientrano nel sistema del paesaggio naturale, per le quali, tendenzialmente, vige una assoluta tutela. La giurisprudenza nazionale e provinciale

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fornisce le indicazioni di legge per la tutela di tali ambiti, pertanto il P.R.G. si rifarà completamente ad esse. Nel territorio di Pergine Valsugana, vengono incluse nella presente classificazione le zone lacustri di Caldonazzo, Canzolino, Madrano, Costa e Pudro. L'ambiente acquatico come elemento di fondamentale importanza nel paesaggio di queste zone, va salvaguardato nella sua integrità e ricostruito nei suoi caratteri originari, rimarginando le ferite esistenti attraverso la formazione di progetti mirati alla riqualificazione delle sponde, ed alla valorizzazione e conoscenza didattico scientifica. La rivitalizzazione dei litorali predilige l’allontanamento del traffico veicolare ed il blocco totale degli interventi edilizi, strutturali, di esercizi pubblici e di parcheggi. Le zone vanno salvaguardate da ulteriori espansioni degli abitati e delle infrastrutture mentre le aree ancora integre dal punto di vista naturalistico vanno assoggettate a riserva integrale. La tutela si estende all'aspetto vegetazionale, agli aggallati ed alle piante acquatiche. La necessità di realizzare opere, quali: passerelle pedonali o ciclabili, pontili e opere di attracco per imbarcazioni, dovrà essere valutata caso per caso in relazione alle specifiche esigenze di natura turistico ed economica, in nessun caso dovranno essere collocate invadendo ambiti delicati per l'ecosistema faunistico e botanico. Tali manufatti dovranno inserirsi nell'ambiente preferibilmente mantenendo integre le sponde lacustri, senza scogliere e muri, e con l'utilizzo del legno quale unico materiale.

8.11.3 Aree territoriali con grado di trasformabilità BASSO; Le aree con grado di trasformabilità "basso" rientrano per la maggior parte nel sistema del paesaggio naturale, ma in taluni casi invadono ambiti di paesaggio artificiale, che per la loro singolarità paesaggistica o morfologica appaiono degni di forte tutela. Nel territorio Perginese, la particolare casistica interessa la totalità dei territori boscati e d'alta quota, la zona d'Oltrefersina dei laghi minori e la configurazione geomorfologica del conoide di Susà. Come accennato in premessa il P.R.G., recependo le presenti indicazioni, definisce le modalità ed i limiti della tutela paesaggistica. COLTURE: E' noto che particolari tipi di colture agricole e forestali, costituiscono elemento paesaggistico fondamentale in quanto caratterizzano l'ambiente in modo significativo. Le unità colturali di elevato valore paesaggistico intrinseco andranno il più possibile salvaguardate, cercando di evitare cambi di coltura ed interventi di modificazione d'uso estraneo del suolo. Andranno in particolare evitate le demolizioni di muri a secco nei paesaggi terrazzati, i livellamenti regolari dei terreni, che dovranno mantenere un orografia la più naturale possibile. Negli ambiti territoriali a basso grado di trasformabilità, tendenzialmente va protetto il paesaggio, sia lacustre, che boscato, sia collinare, che pianeggiante, vanno salvaguardate le attività agricole esistenti, conservati i terrazzamenti, protetti i versanti boscati, conservate le radure, evitate le coltivazioni degli alberi di natale e la formazione di serre di tipo stabile.

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MANUFATTI ESISTENTI: Le aree manifestano per le proprie caratteristiche, una alta sensibilità ambientale, per cui gli interventi dell'uomo dovrebbero essere limitati alle sole operazioni di sistemazione e miglioramento dei manufatti esistenti evitando nuovi interventi. Il recupero di tali costruzioni, consentirebbe di limitare processi di nuova edificazione nell'ambiente aperto con le conseguenze negative dell'edificazione a case sparse. Gli interventi edilizi andrebbero volti al riuso funzionale e formale degli edifici storici esistenti, ed al mantenimento dei caratteri tipologici originari, senza alterare i rapporti planivolumetrici, il sistema delle coperture così come i tamponamenti lignei. I tetti in porfido dovrebbero essere conservati il più possibile, assentendo l’eventuale alternativa delle tegole in "cotto". Nel caso di rifacimento del manto di copertura per gli edifici storici, esso andrebbe ripristinato evitando abbaini incongrui rispetto alla tipologia caratteristica. Andrebbero conservati eventuali muri di sostegno delle terre, in quanto elementi integranti dell'edificio. Particolare cura dovrebbe essere riservata alle operazioni volte al mantenimento: delle murature in pietra faccia a vista, evitando la loro intonacatura, di tutti i tipi di tamponamento ligneo, evitando la loro sostituzione con perlinature. L'utilizzo dei sottotetti dovrebbe avvenire senza ricorso ad abbaini o aperture di mansarde al fine di non stravolgere la tipologia esistente. Dovrebbe comunque essere evitata l'introduzione di elementi architettonici estranei alla tradizione locale, o appesantimenti formali anche se di materiali tradizionali. NUOVA EDIFICAZIONE: In tali aree non dovrebbero consentirsi interventi di nuova edificazione salvo depositi per attrezzi agricoli realizzati seguendo la tipologia edilizia caratteristica e nelle modalità e dimensioni stabilite dal P.R.G. (Allegato di progetto “R1”). VIABILITA' ED INFRASTRUTTURE: L’apporto di ulteriori infrastrutture tecnologiche, dovrebbe essere soppesato oculatamente, evitandone possibilmente l’incremento, se non per quelle minimamente necessarie per lo sfruttamento agricolo del territorio coltivato. La viabilità non dovrebbe subire ulteriori sviluppi, mentre dovrebbe essere utilizzata l'esistente come viabilità ciclabile e pedonale con gli opportuni interventi di adeguamento, evitandone l'impermeabilizzazione.

8.11.4 Aree territoriali con grado di trasformabilità MEDIO; Le aree con grado di trasformabilità "medio" rientrano per la maggior parte nel sistema artificiale ed urbano. Nella categoria sono inserite in linea generale le aree artificiali ed urbane che presentano degli aspetti paesaggistico ambientali di forte carattere, o per la morfologia o per l’unicità dell’ambiente o per i tratti storici. Ma che per questo non sono congelati ed intoccabili, anzi consentono un grado di trasformabilità medio, purché si operi secondo criteri e vincoli dettati dal Piano, dalla tipologia urbanistica o edilizia storica. In termini generali è indispensabile mantenere il disegno storico dell’insediamento evitando l’occupazione di nuovo territorio agricolo e gli spazi coltivati all’interno dei centri storici.

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Lo studio che il P.R.G. ha svolto per i centri storici ha ricercato per ogni nucleo le caratteristiche di aggregazione e di crescita e le tipologie edilizie autoctone, pertanto le indicazioni stesse che il piano fornisce propendono ad assecondare tali criteri generali permettendo ampliamenti sopraelevazioni e trasformazioni solo in sintonia con l’impianto tipico del sito e secondo la configurazione edilizia che per l’edificio è ammessa (vedere allegati di progetto “T”). NUCLEI STORICI: In linea generale il piano regolatore cerca di enfatizzare i nuclei originari, allontanando loro la nuova edificazione tramite fasce di rispetto e salvaguardia, cercando di mantenere la loro configurazione senza intasare gli spazi a verde privato presenti all’interno con nuove edificazioni e semmai cercando di sostituire brani incongrui di tessuto urbano con elementi più confacenti al primitivo impianto. Inoltre per le frazioni che dominano la valle o i laghi, si predilige l’espansione sui versanti retrostanti in modo tale da lasciare integra l’immagine storica del nucleo abitativo. EDIFICI ESISTENTI: Gli interventi edilizi sia sui volumi esistenti che per le eventuali nuove costruzioni, devono seguire i criteri generali già più volte enunciati, volti al mantenimento o alla riproposizione delle tipologie tradizionali della zona, sia nelle volumetrie sia nei materiali costruttivi. TORRENTE FERSINA: La nuova progettazione urbanistica del P.R.G. cerca di rivalutare il ruolo del torrente Fersina con la creazione di un parco fluviale, evitando l’occupazione delle zone arginali e golenali, e l’edificazione in prossimità del torrente.

8.11.5 Aree territoriali con grado di trasformabilità ALTO; Le aree con grado di trasformabilità "alto" rientrano per la maggior parte nel sistema urbano. Costituiscono in linea di massima le periferie urbane consolidate, le nuove espansioni, e in linea generale le aree in cui l’opera antropica appare come elemento determinante, senza manifestarsi con pregevoli interventi o caratterizzazioni che andrebbero tutelate per i loro aspetti paesaggistici, architettonici o di impianto urbano. Le zone periurbane perimetrano tutti i centri storici del comune di Pergine presentando una comune anonimia. Gli obiettivi che il P.R.G. vorrebbe prefiggersi sono: il compattamento dell’edificato, la saturazione delle zone di espansione non utilizzate, l’articolazione delle aree edificabili ad isolato conchiuso, la sperimentazione di tipologie desuete, incentivando da una parte l’estro creativo e propositivo dei progettisti, e dall’altra l’elasticità valutativa delle commissioni edilizie. Tale intendimento vorrebbe distogliere dall’uso stereotipato di tipi edilizi che sono la mera anastilosi di frammenti architettonici non sempre recuperati dalla cultura autoctona: il balcone alla trentina, il colonnato Palladiano, l’aggetto tirolese, la copertura slava, ecc. Si prospetti l’uso di materiali diversi, di forme diverse che si inseriscano nel contesto o che rompano con esso, si propongano edifici attivi o passivi per il recupero energetico, si studi il movimento dei volumi, il gioco delle superfici vetrate od opache, l’articolazione delle falde dei

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tetti, si crei un laboratorio di idee che dia una svolta all’edificazione moderna, ma soprattutto che qualifichi l’architettura.

8.11.6 Aree territoriali con grado di trasformabilità ELEVATO; Le aree con grado di trasformabilità "elevato" rientrano per la maggior parte nel sistema urbano. Costituiscono in linea di massima le periferie urbane industriali, o le aree soggette ad infrastrutturazioni, operazioni di cava di inerti ed in genere tutti gli ambiti degradati che necessitano di una riqualificazione paesaggistica. INSEDIAMENTI PRODUTTIVI: Viste le cospicue dimensioni dei fabbricati a destinazione produttiva artigianale o commerciale, l’impatto che tali insediamenti operano sul territorio è notevole. Il P.R.G. si occuperà per conto proprio di stabilire degli standard minimi di verde alberato che consenta di mascherare e/o interrompere il forte impatto di questi interventi, e di stabilire delle collocazioni defilate, affossate che risultino meno aggressive nei confronti dell’ambiente. Altre indicazioni che appare opportuno esporre riguardano la tipologia edilizia dei manufatti, infatti si ritiene che l’”architettura” possa operare anche in questo settore, al contrario di quanto è stato fatto finora, e che i fabbricati possano essere articolati con forme diverse rispetto al solito parallelepipedo grigio in pannelli prefabbricati in cemento armato. Affinché ciò succeda, si auspica una ricerca formale, una articolazione dei fabbricati in moduli ad altezze diverse, una eliminazione degli allineamenti continui per centinaia di metri, una definizione di regole geometriche per le bucature, lo studio di coperture a falde inclinate che trasformino i piatti insediamenti produttivi in armoniosi interventi volumetrici. Pertanto si ritiene che: i corpi di fabbrica dovrebbero evitare delle fronti continue più lunghe di m.50, si debba ricercare articolazioni delle coperture a più falde inclinate, evitando il più possibile i tetti piani, i materiali impiegati per le finiture di facciata siano svariati, evitando l’utilizzo ad oltranza del pannello prefabbricato in cemento armato, e suggerendo l’uso di materiali diversi, quali: il legno, l’alluminio, l’acciaio, il cristallo, le materie plastiche, e le colorazioni siano armoniche e svariate; Per questi interventi si ritiene che i mezzi di rappresentazione da adottare esulino dalle solite viste prospettiche bidimensionali, ritenendo indispensabile come supporto di controllo degli interventi sul territorio, degli elaborati che propongano il fabbricato inserito nel contesto, con le colorazioni ipotizzate e con le articolazioni delle coperture; pertanto si dovrà fare ricorso, con discrezione della Commissione edilizia, all’uso di: - assonometrie o prospettive a volo d’uccello; - fotomontaggi; - modellistica; - rendering;

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- documentazione video;

ZONE DI RECUPERO AMBIENTALE: Il piano regolatore identifica all’interno delle zone ad elevato grado di trasformabilità, quelle per le quali vige la necessità di realizzare un piano di recupero ambientale in relazione a quanto stabilito dall’art.7 delle norme di attuazione del P.U.P.. Al pari definisce la normativa per la sua attivazione.

9.0 - ANALISI: CLIVOMETRIA E SOLEGGIAMENTO

9.1 - CLIVOMETRIA (Allegati di analisi “D”) La carta delle pendenze o della clivometria dei versanti è un elaborato di conoscenza di una delle condizioni fisiche che stanno alla base della stabilità dei versanti, intesa nel senso più ampio. La conoscenza del valore che assume la pendenza dei versanti è un dato imprescindibile al quale si dovrà fare sempre riferimento: sia per la stabilità delle rocce che formano il substrato più o meno vario del territorio; sia per quanto concerne la ricettività insediativa ed infrastrutturale, sia in riferimento al potere erosivo che possono acquisire le acque superficiali, fino anche alla progettazione degli interventi di sistemazione idrauliche e agro-forestali da adottare per il riassetto idrogeologico del bacino, Per rendere significativo il calcolo numerico dell'inclinazione dei versanti rispetto all'orizzontale sono state definite sei classi di valori in modo tale da poter indicare anche i limiti di alcuni usi agro-forestali oltre che a far emergere delle significative differenze tra porzioni omogenee del territorio. In classe 1 sono raggruppati i valori di pendenza del terreno che vanno da 0 al 10%. In queste aree sarà possibile organizzare qualsiasi zona di espansione residenziale e produttiva, le infrastrutture e la viabilità non presenterà problematiche di sorta. Sotto il profilo agricolo sarà possibile adottare ancora un tipo di irrigazione per scorrimento, una meccanizzazione senza limitazione e praticare qualsiasi tipo di coltura senza innescare fenomeni erosivi. La classe 2 raggruppa terreni con pendenze comprese tra il 10 e il 20%, cioè terreni ove la tipologia insediativa dovrà essere studiata in funzione della pendenza e dovrà essere attentamente valutata la geologia del territorio. Lo sfruttamento agricolo dovrà evitare l'irrigazione per scorrimento per non innescare fenomeni erosivi. In classe 3 sono compresi terreni con pendenza variabile tra il 20 e il 35% per i quali si sconsiglia ogni possibile localizzazione insediativa, sia dal punto di vista funzionale distributivo, che geologico ambientale. I terreni coltivati potranno prevedere sistemi di irrigazione di tipo speciale, poco dispersivi, come il sistema a "goccia". Inoltre non sarà sempre agevole l'utilizzazione di mezzi meccanici e le colture necessiteranno sempre di efficienti opere di regimentazione idraulica.

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In classe 4 si raggiungono pendenze (35-50%) nelle quali non si ritiene logico organizzare nessun tipo di zona di espansione edilizia, sia per la difficoltà di strutturazione interna degli immobili, che per la geologia dei terreni, e per le infrastrutture necessarie. I coltivi saranno anch'essi al limite della "lavorabilità", le colture più stabili saranno rappresentate dai prati e dai pascoli e dal bosco produttivo. Le classi 5 e 6 individuano territori posti a pendenze superiori al 50% ove fenomeni erosivi potranno risultare molto accentuati tanto da innescare dei processi di degrado e di impoverimento del suolo. Dalla visione degli elaborati di analisi (Allegati di analisi “D”), si nota subito la percentuale enorme di territorio con pendenze superiori al 35%. Il territorio del comune di Pergine enumera circa, 5200 ettari (escludendo la Panarotta), di tale area solo un quinto risulta pianeggiante, ovvero con una pendenza contenuta entro il 10%, ed ubicato nel fondo valle, dalla località Cirè fino al lago di Caldonazzo, con l'espansione verso la valle dei Mocheni. Gli altri aspetti morfologici che richiedono particolare rilevanza, sono: il vasto conoide di deiezione di Susa, che digrada da ovest verso est, dilagando nel fondo valle con pendenza limitata al 20%; e l'altipiano di Madrano e Canzolino che con pendenze contenute e posizione solatia, favorisce l'insediamento e l'attività antropica nel senso più estensivo del termine; In allegato sono riprodotte delle mappe in scala 1:20.000 ed in scala 1:5.000, che evidenziano con colorazioni diverse, le sei classi di pendenza. Le cartografie sono state create attraverso l'analisi del modello tridimensionale del territorio. Si precisa che, il modello è stato estrapolato dalla digitalizzazione delle curve di livello in scala 1:10.000 della carta corografica provinciale; tenendo conto dei possibili errori di carattere grafico, si ritiene che il dettaglio minimo di tale analisi si aggiri nell'ordine dei mq.50, pertanto appare superfluo scendere a rappresentazioni grafiche più dettagliate che potrebbero non essere veritiere e farebbero perdere la visione generale del contesto territoriale.

9.2 - SOLEGGIAMENTO (Allegati di analisi “E”) Da ricerche e dati attendibili si riscontra che il consumo complessivo di energia nel settore edilizio, rappresenti una percentuale particolarmente sensibile dei consumi totali della nostra Nazione. Appare evidente che il settore edilizio è molto importante nell'ambito di una politica per il risparmio energetico e che eventuali riduzioni di consumi in tale settore influenzino in modo rilevante il bilancio energetico globale. Nel settore edilizio, l'energia non viene impiegata nel modo più razionale, e risulta ragionevole attendersi, da opportune politiche di razionalizzazione dei consumi energetici ed adeguati interventi operativi, forti risparmi.

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Alla crisi dell'energia si è risposto in vari modi, con la normativa (vedere legge n.373 e successiva L.P.10), con la produzione e la ricerca (impianti ad alto rendimento, pompe di calore a quant'altro). Nel campo edilizio si sono avute due tendenze dominanti: - la prima che perseguiva la conservazione dell'energia passiva, nella quale l'edificio integrava le tecniche di conservazione dell'energia termica con tecniche di captazione dell'energia solare; - la seconda tendente a sostituire con energia rinnovabile quella del petrolio, mediante l'installazione di collettori solari ad aria ed ad acqua. Lo studio degli edifici vernacolari identifica un insieme di tipologie nelle quali diviene riconoscibile il contenuto conoscitivo di molte forme architettoniche modellate dalle esigenze della climatizzazione naturale. L'analisi del sito che la progettazione bioclimatica promuove, la avvicina alle posizioni che nell'ambito della cultura architettonica, affermano l'importanza del contesto e del luogo urbano o rurale. La verifica dei luoghi nei quali sono sorti i centri urbani attuali, pone alla luce lo scopo primigenio di tali impianti: la vicinanza a fonti d'acqua, la disponibilità di terreni fertili, l'esposizione e giacitura favorevoli ecc. Le carte tematiche presentate in questa fase di studio per il piano regolatore generale di Pergine evidenziano chiaramente la bontà dei vecchi siti di insediamento dal punto di vista eliotermico. Appurato che un piano regolatore può fare molto per gestire il recupero dell'energia passiva, sia a livello urbanistico che edilizio, si pongono in essere alcune considerazioni:

1. Per quanto riguarda l'aspetto urbanistico, il P.R.G. individua nel suo insieme, anche le aree di nuova espansione. La piena disponibilità della radiazione solare costituisce una preziosa fonte di energia per la climatizzazione invernale degli ambienti. Nel caso specifico di Pergine, per la individuazione delle aree con maggiore insolazione da destinarsi alle nuove espansioni edilizie si sono prodotte delle carte solari (Allegati di analisi “E”). Tali mappe sono state create attraverso elaborazioni matematiche generate con computer e programmi sofisticati. I parametri che hanno modificato ed influito sul modello tridimensionale del territorio sono stati: la conoscenza dalla posizione del sole nell'arco della giornata e nel periodo dell'anno, la latitudine e longitudine del sito analizzato e naturalmente l'orografia del territorio. Le mappe riportano la radiazione media, espressa in ore, sia mensile che annuale. Stabilita la latitudine (46° 04') e la longitudine (11° 15'), è stato possibile verificare, ora per ora, la presenza del sole in tutti i siti del territorio per ogni mese dell'anno. Si sottolinea che i due solstizi, d'estate e d'inverno, sono rappresentati dalle tavole relative al 21 giugno e 21 dicembre e sono univoci, mentre gli altri mesi rappresentano, sia le realtà primaverili, che autunnali, avendo le stesse peculiarità astronomiche. Ovvero gennaio corrisponde a novembre, febbraio ad ottobre, marzo a settembre, aprile ad agosto, maggio a luglio.

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La sovrapposizione delle dodici tavole mensili ha generato la matrice di soleggiamento medio annuo per il comune di Pergine. Dall'elaborato si evince che, la massima radiazione solare investe il fondovalle dal lago di Caldonazzo fino alla località Cirè, risalendo per un tratto la valle dei Mocheni, ed interessando la spalla morenica tra Viarago e Madrano. Le parti di territorio che si inerpicano in collina, distanziandosi dal fondovalle assumono mano a mano andamenti orografici tali da impedire la completa radiazione solare, pertanto come si nota dalla tavola conclusiva, risulta considerevole il decadimento eliotermico. Le considerazioni climatiche evidenziate nelle tavole, nella genesi di Pergine sono state mediate con aspetti ugualmente preminenti. Il nucleo principale di Pergine è sorto a ridosso del castello in zona sicura da esondazioni da parte del torrente Fersina ed in diretto contatto con il castello stesso. La esposizione solare, pertanto non era l'aspetto principale della matrice dell'insediamento. La successiva espansione ha dilagato nella conca valliva, che per sua natura raccoglie nella maniera ottimale la radiazione del sole. Le frazioni che più esaltano l'aspetto solare come modello urbanistico generatore, sono: Madrano, Canzolino, Serso, Viarago, Vigalzano, Brazzanighe, Casalino, Susa, Canale, S.Cristoforo, Ischia, altresì per S.Vito, Costasavina e Roncogno è presente, anche se in misura minore, un soleggiamento considerevole.

2. Per quanto concerne l'aspetto edilizio, allo stato attuale della normativa civilistica e della corrente prassi urbanistica, i problemi conseguenti ad una integrale proposizione del cosiddetto "diritto al sole" rendono oggettivamente lo stesso di difficile, se non di impossibile, applicazione; l'imposizione infatti di una "servitù solare" sulla proprietà di terzi per garantire la non ostruzione di eventuali dispositivi di captazione non avrebbe possibilità di attuazione pratica considerato che una simile servitù non esiste nel codice civile né quelle esistenti sono in alcun modo riconducibili.

Nonostante le problematiche esposte, il P.R.G. nella fase progettuale ha cercato di consentire la radiazione solare a tutti gli edifici. Nelle zone di espansione sono state identificate le aree nelle quali saranno possibili i nuovi insediamenti, consentendo così una organizzazione urbanistica che si integrasse con il tessuto storico e permettesse la maggior captazione solare possibile. Nelle aree storiche consolidate, la diversificazione delle altezze massime consentite permette contemporaneamente: il riuso dei centri storici e la salvaguardia del “diritto al sole”.

10.0 - IL DIMENSIONAMENTO RESIDENZIALE DEL PIANO REGOLATORE

10.1 - PREMESSA La redazione del P.R.G. è funzionale alle strategie di sviluppo della città e del suo territorio assunte dal Governo locale.

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A questo proposito è ormai consolidato l’orientamento che persegue lo sviluppo della città tramite strategie assunte sulla base di scenari, piuttosto che tramite interpolazioni e proiezioni innestate sulla base di modelli quantitativi, che variamente combinano fattori economici e sociali. Tali scenari non possono ignorare la realtà nella quale vanno costruiti, pertanto si riassumono succintamente gli aspetti demografici, economici e edilizi esposti in modo esaustivo nello studio socio-economico. (Allegati di analisi “A”)

10.1.1 - Aspetti demografici Dal punto di vista della popolazione residente, Pergine è il terzo comune della provincia di Trento. Il tasso di crescita della popolazione a Pergine ha subito un incremento nei primi anni ‘90 rispetto ai decenni precedenti, infatti è aumentata mediamente dello 0,8% all’anno nel corso degli anni ‘70, dello 0,9% nel corso degli anni ‘80 e del 1,2% all’anno tra il 1991 ed il 1994. Il peso di Pergine nel comprensorio è aumentato nel periodo 1981-1994 dal 35% al 37%. Il tasso di mortalità è risultato superiore a quello di natalità pressoché durante tutto il periodo considerato, di conseguenza il saldo naturale della popolazione è risultato sempre negativo. La crescita demografica del comune di Pergine è dovuta quasi esclusivamente ai flussi migratori che interessano il suo territorio. La struttura della popolazione residente per classi di età ha subito un progressivo spostamento verso le classi di età più anziane, anche se in concomitanza alla giovane età degli immigrati, il processo appare meno intenso del resto della Provincia. Il profilo degli immigrati è infatti quello di persone tra i 20 e i 40 anni con titoli di studio di livello superiore rispetto alla media della popolazione residente. La popolazione residente attiva è caratterizzata da un numero notevole di impiegati ed operai, nel quinquennio 1986-91 si sono trasferiti proporzionalmente più liberi professionisti, dirigenti ed impiegati. Il tasso di crescita dei nuclei familiari nel comune di Pergine è molto elevato. La dimensione media dei nuclei familiari è di circa 2,68 unità (al 1994).

10.1.2 - Aspetti economici La struttura economica è caratterizzata dalla presenza preponderante di attività di servizio (attività commerciali e turistiche, servizi pubblici e privati, servizi alle imprese ed alle persone, servizi sociali, istruzione, sanità ecc.), seguita dall’industria e artigianato che costituiscono poco meno del 40% dell’occupazione complessiva del comune di Pergine. Industria: Mentre negli anni ‘80 il comune di Pergine presentava una crescita di occupazione nel settore industriale, nei primi anni ‘90 la dinamica cambia segno, e si assiste ad un netto calo occupazionale in questo settore. Gli spazi di intervento dei comuni nei confronti dei meccanismi di localizzazione delle attività industriali sono relativamente limitati. La dotazione di aree destinate ad insediamenti produttivi

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non è di per sé sinonimo di aumento delle attività industriali stesse, sia per la disponibilità di superfici produttive non occupate, sia per la grande disponibilità di strutture dismesse e non utilizzate. Un elemento attrattivo per questo genere di insediamenti è sicuramente il grado di infrastrutturazione e di dotazione di servizi delle aree stesse. Commercio e servizi: Notevolmente in crescita le attività dei servizi alle imprese e le attività legate al mondo del credito e delle attività finanziarie. Nei centri storici e nelle frazioni è generalizzato il processo di riduzione degli esercizi commerciali al dettaglio di piccole dimensioni nel comparto alimentare. La causa è da ricercare: nella accessibilità difficoltosa, nella insufficiente disponibilità di parcheggi, nei costi immobiliari, nella difficoltà di realizzare ampliamenti, e nella concorrenza praticata dalle grandi unità distributive localizzate nell’immediata periferia. Meno accentuato risulta il processo localizzativo di esercizi al dettaglio non alimentari.

10.1.3 - Le abitazioni Nel comune di Pergine, l’indicatore della superficie utile abitabile per abitante si attesta su un valore superiore allo standard di legge, ovvero si riscontrano mediamente mq./abitante 80 nei centri storici e mq./abitante 60 nelle zone di completamento, contro il minimo di mq/ab 25 stabilito dal D.M.n.1444/’68. Le abitazioni non occupate corrispondono a circa il 25% del patrimonio esistente, riscontrabile soprattutto nei “centri storici” e nelle “case sparse”. Il dato appare però poco significativo, in quanto la percentuale del 15% viene utilizzata per: turismo, lavoro ed altri motivi, e solamente il 10% assume la vera connotazione “non occupata”. La realizzazione di alloggi in nuove costruzioni e ristrutturazioni è risultata notevolmente consistente negli ultimi anni ‘90, rapportabile al 9,2% della superficie utile occupata precedentemente.

10.1.4 - Riflessioni Il governo della città è assimilabile ad una attività di impresa nel mercato urbano, che costituisce il concreto campo di determinazione delle relazioni economiche. La città oggi si offre su questo mercato. Nell’offerta della città si coniugano: l’innovazione del prodotto, l’efficienza nei servizi, la qualità della vita; questi fattori, insieme, rappresentano il valore urbano. I soggetti dello sviluppo sono il governo locale e le attività economiche. Il mercato urbano poggia sull’efficienza economica e sociale della città, che il P.R.G. si propone di ottenere tramite un’offerta flessibile e di qualità del territorio. I clienti di Pergine sono al tempo stesso, i cittadini, le aziende già presenti in città, coloro che vi si potrebbero trasferire da altre realtà geografiche ed i turisti. Il fattore competitivo sul quale Pergine intenderebbe far leva è la qualità globale, cioè la qualità della città stessa come luogo

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strategicamente vincente per la localizzazione: delle famiglie e di determinate categorie di imprese, per trascorrere le ferie e vivere serenamente. Pergine vista la collocazione geografica e la vicinanza con la città capoluogo, non intende assumere un ruolo nodale, ma nemmeno perdere la propria identità e divenire un sobborgo cittadino, o peggio ancora industriale.

Gli obiettivi specifici che qui si innestano ai quali il P.R.G. è funzionale sono, quindi: mantenimento e creazione di occupazione; creazione di attività produttive; miglioramento delle condizioni ambientali e territoriali; mantenimento della produzione agricola; implementazione della ricettività turistica;

10.2 - IL DIMENSIONAMENTO RESIDENZIALE: Il dimensionamento del P.R.G., per quanto concerne l’offerta casa, tiene conto di un limite temporale che, realisticamente, può coincidere con 10 anni di attuazione. Ma la questione residenziale viene dimensionata tenendo conto di aspetti nuovi, legati alla consistenza del patrimonio edilizio, alle abitudini della popolazione perginese, alle reali dimensioni degli appartamenti. Il dimensionamento del Piano abbandona i consueti sistemi, che attribuiscono ad un abitante mc.100 (che comunque vengono verificati per la conformità normativa) ed a ogni famiglia una abitazione, e non tengono conto della reale situazione sociale ed economica che, in ogni città, deriva dalla sua storia, dalle sue abitudini, dal suo tenore di vita e dalle aspettative dei suoi abitanti. La lettura incrociata dei dati statistici reali con questi parametri conduce a dimensionare il piano in modo corretto ed equilibrato, secondo le aspettative reali dei cittadini, per garantire un alto livello qualitativo degli appartamenti.

Dalla analisi tendenziale demografica si deduce chiaramente che il saldo naturale della popolazione è prossimo allo zero, e che la crescita demografica è attribuibile solamente all’afflusso migratorio. Visto che tale processo è dovuto a molteplici fattori non completamente controllabili, che possono spaziare dalla disponibilità di fattori legati al lavoro, alla salubrità ambientale, alla presenza di terreni edificabili. La Amministrazione comunale ritiene di contenere il più possibile la espansione dell’abitato, puntando soprattutto alla rivitalizzazione e riqualificazione dell’esistente. I calcoli che seguono daranno corpo agli indirizzi politici di base.

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10.2.1 - Criteri adottati per il dimensionamento del piano Il dimensionamento residenziale del P.R.G. si basa sui criteri fondati sulla nuova situazione demografica, dei componenti dei nuclei familiari delle nuove estrapolazioni lineari delle previsioni dimensionali. Tutte le variabili introdotte sono state puntualmente verificate e controllate con analisi campione e con ricerche dirette sul territorio. La parte quantitativa e dimensionale delle variazioni della popolazione è stata desunta dalle fonti I.S.T.A.T., P.A.T.. La parte relativa al dimensionamento delle previsioni quantitative in superficie utile lorda per abitante è stata verificata con ricerca diretta sul territorio, sulla tendenza in atto.

10.2.2 - Il dimensionamento e verifica del piano Gli obiettivi che il P.R.G. si è prefisso fin dal primo documento programmatico sono stati impostati sul massimo contenimento delle zone di espansione, sul recupero degli insediamenti esistenti, sulla riqualificazione urbanistica, sull’aumento dei servizi, sul miglioramento del verde e dei parcheggi. In linea di principio, a seguito delle informazioni statistiche dedotte dall’analisi socio economica, il nuovo P.R.G. dovrebbe poter conseguire tali obiettivi, puntare sulla qualità e non sulla quantità. È a questo punto che il dimensionamento del P.R.G., diviene verifica di compatibilità, verifica che gli obiettivi prefissati possano essere compatibili con le tendenze demografiche in atto, con le esigenze di natura economica e le disponibilità territoriali. Concettualmente il P.R.G. non propone nessun tipo di ampliamento, bensì una riqualificazione degli areali insediativi tramite l’apporto di risorse nei termini di servizi, verde e parcheggi. In realtà il Piano subisce una leggera dilatazione dovuta essenzialmente alla necessità di soddisfare: alcuni bisogni sociali puntuali, dislocati nelle varie realtà territoriali e le richieste di edilizia abitativa pubblica ed agevolata. Accrescimenti di limitata dimensione, localizzati a ridosso di aree compatibili, in zone identificate dal P.U.P., agricole di interesse secondario, e capaci di ospitare un numero limitato di unità insediative. Considerato che non vi sono nuove aree di espansione (escludendo l’edilizia abitativa), il “dimensionamento” del Piano che è sempre stato il capitolo più discusso della pianificazione comunale, diviene “verifica” delle disponibilità del territorio di Pergine, “test” di quanto potrebbe accogliere il “contenitore” urbano di Pergine.

10.2.3 - Evoluzione demografica e previsioni Dalle analisi dei fenomeni demografici effettuate dall’Università degli studi di Trento, emergono alcune considerazioni: si riscontra che il tasso di mortalità è risultato superiore a quello di natalità pressoché durante tutto il periodo considerato, e di conseguenza il saldo naturale della popolazione è risultato sempre negativo.

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Nonostante questo, il tasso di incremento della popolazione è in costante ascesa, a causa sostanzialmente dei flussi migratori che interessano il suo territorio.

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ANNO POPOLAZIONE INCREMENTO ANNUO NUMERO NUCLEI NUMERO RESIDENTE FAMIGLIARI COMPONENTI FAMIGLIE 1977 13.115 3.966 3,31 1978 13.211 +96 4.047 3,26 1979 13.290 +79 4.128 3,22 1980 13.389 +99 4.257 3,15 1981 13.515 +126 4.387 3,08 1982 13.842 +327 4.575 3,03 1983 13.870 +28 4.658 2,98 1984 13.969 +99 4.788 2,92 1985 14.115 +146 4.949 2,85 1986 14.235 +120 5.044 2,82 1987 14.364 +129 5.135 2,80 1988 14.444 +80 5.233 2,76 1989 14.513 +69 5.271 2,75 1990 14.751 +238 5.304 2,78 1991 14.883 +132 5.375 2,77 1992 15.043 +160 5.439 2,77 1993 15.277 +234 5.600 2,73 1994 15.440 +163 5.760 2,68 1995 15.602 +162 5.864 2,05 1996 15.782 +180 5.981 2,64 1997 15.893 +111 6.060 2,62

NUMERO ABITANTI E FAMIGLIE

16000

14000

12000

10000

N. DI ABITANTI

m2 8000 N. DI FA MIGLIE

6000

4000

2000

0 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997

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N° MEDIO DI ABITANTI PER FAMIGLIA DAL 1977 AL 1997

4.00

3.50

3.00

2.50

N.A BIT X FA M. 2.00

1.50

1.00

0.50

0.00 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997

VARIAZIONE NUMERICA ANNUA DI ABITANTI

350.00 327.00

300.00

250.00 238.00 234.00

200.00

180.00 DIFF. ANNUA 163.00 162.00 160.00

150.00 146.00 132.00 129.00 126.00 120.00 119.00 99.00 99.00 100.00 96.00 80.00 79.00 69.00

50.00 28.00

0.00 0.00 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997

Altro fenomeno che merita d’essere preso in considerazione è l’incremento numerico dei nuclei familiari. Dal 1977 al 1997, il numero delle famiglie nel comune di Pergine passa da n.3.966 a n.6.060, menzionando che nello stesso periodo i residenti aumentano di +2.778, l’incremento del numero delle famiglie è notevole e denota un progresso radicale di trasformazione delle caratteristiche dei nuclei familiari e dei rapporti sociali che ne conseguono.

158 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Sulla base di una previsione di durata del Piano urbanistico di dieci anni, constatata la costanza dei movimenti demografici negli ultimi venti anni, si è proceduto, attraverso la “stima o regressione lineare”, ad elaborare una proiezione della popolazione residente al 2008 e della relativa composizione numerica delle famiglie.

ANNO POPOLAZIONE INCREMENTO ANNUO NUMERO NUCLEI NUMERO STIMATO RESIDENTE STIMATA STIMATO FAMIGLIARI STIMATI COMPONENTI FAMIGLIA 1997 15.893 6.060 2,62 1998 15.983 +90 6.190 1999 16.125 +142 6.295 2000 16.266 +141 6.399 2001 16.408 +142 6.504 2002 16.550 +142 6.609 2003 16.700 +150 6.713 2004 16.832 +132 6.818 2005 16.974 +142 6.922 2006 17.115 +141 7.027 2007 17.256 +141 7.132 2008 17.400 +144 7.236 2,20

La tabella evidenzia l’ipotesi previsionale che si assume, a livello aggregato di comune di Pergine, anche se è ovvio che l’evoluzione del fenomeno potrà assumere caratteristiche assai differenziate, ma è verosimile prevedere un coefficiente tendenziale lineare omogeneo, in previsione del lungo periodo. Sulla base della estrapolazione effettuata, la popolazione residente dovrebbe passare da 15.893 unità (1997) a 17.400 nel 2008. L’incremento previsto è quindi di 1.507 residenti nei dieci anni, presi come arco temporale di proiezione. Accanto alla proiezione della popolazione residente, è fornita una ipotesi previsionale numerica dei nuclei familiari, presenti nel comune al 2008. La base logica di quest’ultima previsione, parte dalla constatazione che è in atto un processo consistente di aumento di nuclei familiari. Il fenomeno è solo in parte correlato all’incremento demografico, e trova ragione invece in motivazioni di carattere socio-economico e di costume. Il numero dei componenti medi per famiglia si sta assottigliando con una progressione quasi lineare; da 3,31 componenti medi per famiglia del 1977, si è passati a 2,62 nel 1997. È probabile che il processo in atto prosegua con lo stesso andamento per i prossimi anni, e si ipotizza comunque che l’indice possa attestarsi su valori attorno al 2,20 componenti per nucleo familiare (ipotesi avallata dalla variante P.U.P.’98). Le ipotesi considerano nel periodo dal 1998 al 2008 un incremento dei nuclei familiari di 1.176 unità (Diff. tra numero nuclei familiari dal 1997 al 2008). Il dato previsionale sui nuclei familiari, seppure elevato in proporzione a quello dei residenti, è sicuramente attendibile, tenuto conto che il processo di trasformazione delle caratteristiche della famiglia è pienamente in atto e non riguarda solamente la nuova popolazione che andrà ad insediarsi, ma la totalità della stessa.

159 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Le ipotesi previsionali sopra descritte, hanno suggerito di utilizzare il dato relativo all’incremento dei nuclei familiari come base per individuare il fabbisogno in termini abitativi, che il P.R.G. dovrà soddisfare nell’arco di previsione temporale di dieci anni. Considerato che l’incremento demografico ipotizzato ammonta a 1507 persone, e che necessitano di 685 alloggi con la densità abitativa media di 2,20 unità/famiglia; Appurato che l’incremento del numero delle famiglie è dovuto, sia all’incremento demografico, sia alla modifica della composizione delle famiglie esistenti; Verificata la consistenza delle abitazioni e la loro predisposizione alla trasformazione, si ritiene che una percentuale di famiglie (25%), possa utilizzare le loro unità abitative esistenti, eventualmente riattate e ristrutturate in conformità con la nuova e diversa composizione familiare, utilizzando le possibilità offerte dalle tavole di struttura in termini di: ristrutturazione edilizia ed urbanistica, ampliamenti laterali ed in sopraelevazione, mentre la restante parte (75%) riscontri l’impossibilità di recupero dei volumi esistenti e debba necessariamente trovare sul territorio le abitazioni per soddisfare i propri bisogni; Pertanto si rende necessario recuperare nel periodo stabilito, 1997-2008, il seguente numero di abitazioni: - numero abitazioni per nuovi (persone 1507 / 2,20) = ...... alloggi 685 residenti: - numero abitazioni per - alloggi (1176 - 685) = alloggi 491 soddisfare l’incremento di alloggi - alloggi 491 x 75% = ...... alloggi 368 dovuto alla modifica del numero dei componenti familiari TOTALE alloggi 1053

10.2.4 - Analisi zone campione

10.2.4.1 - Analisi per la definizione dei parametri abitativi L’obiettivo della presente ricerca consiste nel recupero del valore di alcuni parametri abitativi attraverso l’analisi di tre ambiti omogenei campione. I valori che scaturiscono dall’indagine vengono considerati nella determinazione degli standard urbanistici, e nell’ipotesi di insediamento.

I valori che ci si prefigge di estrapolare dalla presente indagine, sono: - la densità abitativa: superficie realmente utilizzata per abitante; - l’utilizzo extra residenziale: superficie utilizzata a scopi commerciali, artigianali o per uffici, ecc; - la sotto occupazione degli alloggi: la superficie degli alloggi non occupati, rapportata alla superficie complessiva degli alloggi disponibili; - il reale indice di utilizzo: l’effettivo utilizzo dell’indice di fabbricabilità, calcolato solamente sulle zone di completamento e di espansione;

160 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Gli ambiti analizzati ricomprendono edifici che ricadono in tre distinte aree di appartenenza: - centro storico; - zona residenziale di completamento; - zona residenziale di nuova espansione. Per il centro storico si sono prese in considerazione tre vie caratteristiche di Pergine, che presentano: peculiarità edilizie ed urbanistiche tipiche del nucleo abitativo storico, ed una densità abitativa ed un uso degli immobili significativo ai fini del recupero dei volumi esistenti. Le tre zone prese in considerazione rappresentano l’areale più significativo, dal punto di vista storico culturale, del centro storico di Pergine. Dalle indagini si è potuto riscontrare che i piani terra degli edifici, risultano quasi tutti utilizzati come ricoveri per le automobili, depositi e in qualche caso a scopo commerciale, in particolare lungo la Via Battisti. I tagli degli alloggi sono solitamente molto ampi, ma risultano quasi sempre sottoutilizzati. Le cause di ciò possono riscontrarsi nella consistente diminuzione degli abitanti per nucleo familiare e alla difficoltà tecnica o finanziaria di adeguamento degli alloggi. Via Majer rimane comunque il quartiere con la più alta densità abitativa fra le vie campione. Per la periferia si sono analizzate delle aree di espansione tra via Paludi e via Bassano, e le zone di completamento limitrofe a via Marzola, Vigolana, Graberi, Calisio e Monte Orno. Le zone presentano caratteristiche costruttive differenti tra loro ed in particolare: a) zona residenziale di completamento: presenta una edificazione di tipo tradizionale a blocco, con edifici singoli a più piani suddivisi in uno o due appartamenti per piano, mentre i piani terra e/o interrati sono destinati a garage/deposito; b) zona residenziale di nuova espansione: presenta una edificazione di tipo tradizionale con edifici a schiera (edificazione compatta) con suddivisione verticale, ovvero un solo appartamento suddiviso per più piani, mentre i piani terra e/o interrati sono destinati a garage/deposito. Si possono individuare nelle tabelle allegate tutti i dati riferiti ad ogni singolo edificio analizzato situato sia in zona residenziale di completamento che in zona residenziale di nuova espansione ed in particolare : il numero di abitanti ; la Superficie lorda coperta dell’edificio; il numero di piani fuori terra ; la destinazione d’uso del piano terra e quella generale dell’edificio;

161 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

10.2.4.2 - Definizione della densita’ abitativa media - via Majer Dall’analisi effettuata su via Majer è stata redatta la seguente tabella:

VIA MAYER NUMERO SUPERF. PERSONE NUMERO DI SUP.UTILE SUP.UTILE RAPPORTO: CIVICO COPERTA INSEDIATE PIANI LORDA LORDA SUP.UTILE COMPLESSI X X LORDA VI ED NUM.. PIANI NUM.. PIANI ABITABILE ABITABILI COMPLESSIVI ABITABILI PER PERSONA 1 659 6 3 (2) 1977 1318 219,6 2 150 7 5 (4) 750 600 85,0 6 126 6 4 (3) 504 378 63,0 7 835 26 3 (2) 2505 1670 64,2 8 339 5 5 (4) 1695 1356 271,2 13 365 11 3 (2) 1095 730 66,4 16 230 7 3 (2) 690 460 65,7 20 - 22 258 3 3 (2) 774 516 172,0 23 311 3 (2) 933 622 22 1429 64,9 269 4 (3) 1076 807 26 266 6 3 (2) 798 532 88,6 TOTALE 99 12797 8989

I dati sopra elencati mostrano una prima analisi indicativa, si può subito riscontrare che la media di superficie utile lorda abitabile per persona è di circa mq. 91 (mq.8989/persone 99). - via Tre novembre Dall’analisi effettuata su via Tre novembre è stata redatta la seguente tabella:

VIA TRE NOVEMBRE NUMERO SUPERF. PERSONE NUMERO DI SUP.UTILE SUP.UTILE RAPPORTO: CIVICO COPERTA INSEDIAT PIANI LORDA LORDA SUP.UTILE E COMPLESSIVI X X LORDA ED ABITABILI NUM.. PIANI NUM.. PIANI ABITABILE COMPLESSIVI ABITABILI PER PERSONA 57 280 5 4 (3) 1120 840 168 51 245 7 4 (3) 980 735 105 48 230 1 3 (2) 690 460 460 45 257 4 4 (3) 1028 771 192 29 237 2 3 (2) 711 474 237 27 243 5 4 (3) 972 729 145.8 21 245 2 2 (1) 490 245 122.5 20 157 16 4 (3) 628 471 29 16 83 6 4 (3) 332 249 41.5 9 145 4 3 (2) 435 290 72.5 5 371 14 4 (3) 1484 1113 79.5 TOTALE 65 8180 5917

Escludendo il valore del numero civico 48 che appare incongruo, constatata la densità abitativa di mq.460/abitante, si desume una densità abitativa parziale (5917 / 65) = mq.91 / abitante - via Battisti Dall’analisi effettuata su via Battisti è stata redatta la seguente tabella: VIA BATTISTI NUMERO SUPERF. PERSONE NUMERO DI SUP.UTILE SUP.UTILE RAPPORTO: CIVICO COPERTA INSEDIAT PIANI LORDA LORDA SUP.UTILE

162 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

E COMPLESSIVI X X LORDA ED ABITABILI NUM.. PIANI NUM.. PIANI ABITABILE COMPLESSIVI ABITABILI PER PERSONA 1 372 10 3 (2) 1116 744 74.4 4 239 12 4 (3) 956 717 59.75 10 231 8 4 (3) 924 693 86.6 11 498 24 4 (3) 1992 1494 62 16 386 8 3 (2) 1158 772 96.5 15 293 1 3 (2) 879 586 586 21 269 8 3 (2) 807 538 67.2 24 314 0 4 (3) 1256 942 942 27 282 1 3 (2) 846 564 564 30 313 1 3 (2) 939 626 626 33 249 10 5 (4) 1245 996 99.6 36 369 17 4 (3) 1476 1107 65 37 181 3 4 (3) 724 543 181 45 470 6 3 (2) 1410 940 156 TOTALE 106 11808 8544

Escludendo i valori dei numeri civici: 15-24-27-30 che appaiono incongrui, constatata la densità abitativa superiore a mq.500/abitante, si desume una densità abitativa parziale (8544 / 106) = mq.80 / abitante

163 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Zona residenziale di completamento

Dati riassuntivi: - totale superficie degli alloggi mq.17071 - totale abitanti ab. 320 - densità abitativa totale (17071 / 320) = mq.53 / abitante

- tabella n.2 Zona residenziale di espansione Errore. Il collegamento non è valido. Dati riassuntivi: - totale superficie degli alloggi mq. 3.354 - totale abitanti ab. 60 - densità abitativa totale (3.354 / 60) = mq.56 / abitante

Riepilogo Il risultato scaturito dall’analisi, fornisce indicazioni sulla situazione economica, demografica e fisica degli alloggi, ma tale indagine va soprattutto incrociata con il degrado fisico e sociale. Si nota un notevole coefficiente di superficie per abitante nei centri storici che cala proporzionalmente nelle zone di completamento e di espansione. Se in taluni casi una densità elevata nelle zone di completamento è il sinonimo di agio e benessere, nei centri antichi lo stesso risultato può attribuirsi al degrado fisico edilizio e socio economico. Al contrario il valore relativamente ristretto, rilevato nelle zone di espansione, è rapportabile alla forte spinta speculativa che governa la costruzione di dette unità abitative. Il principio edonistico del massimo utilizzo di spazio con il minor sperpero di superfici, è la determinante delle zone di espansione. Il Piano regolatore vuole perseguire vari obiettivi, tra i quali l’identificazione dello stile di vita proprio della popolazione di Pergine e riproporlo in sede appropriata nei nuovi insediamenti, inoltre gli obiettivi di qualità che il piano si propone, sono riscontrabili sia nella dotazione di servizi di livello generale o di quartiere, ma soprattutto a livello abitativo. Si ritiene che il valore di densità abitativa riscontrato nelle zone di espansione non corrisponda alla tipologia insediativa caratteristica e radicata nel modello culturale proprio dell’abitante del comune di Pergine, oltremodo si sottolinea che nemmeno la densità abitativa presente negli insediamenti storici censiti appare molto obiettiva, viste le problematiche legate alla frantumazione delle proprietà, all’invecchiamento della popolazione residente, ai vincoli urbanistici ed alla difficoltà di intervento generale che esiste all’interno delle specifiche realtà. In conclusione si crede idoneo mediare i due estremi, definendo un parametro che rifletta lo stile di

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vita caratteristico e proprio della nostra realtà, il modo di abitare che si riscontra nelle nostre abitazioni, escludendo gli estremi. Si ritiene idoneo stabilire una densità abitativa di circa mq.60/ abitante per le zone di completamento ed espansione, mantenendo una densità di mq.80/abitante nei centri storici.

10.2.4.3 - Ricerca del grado di sotto UTILIZZO EXTRA RESIDENZIALE Esprime la parte di volume o di superficie utilizzata a scopi extra residenziali, e viene evidenziata in rapporto con il volume o superficie complessiva edificata. Per la determinazione dell’utilizzo extra residenziale si sono analizzate le destinazioni d’uso degli edifici campione, ubicati nel centro storico, nelle zone di completamento e nelle zone di espansione. - centro storico VIA MAYER NUMERO SUPERF. COPERTA SUPERFICIE UTILE SUPERFICIE UTILE SUP.UTILE LORDA CIVICO LORDA ABITABILE LORDA EXTRA COMPLESSIVA RESIDENZIALE 1 659 1318 659 1977 2 150 600 150 750 6 126 378 126 504 7 835 1670 835 2505 8 339 1356 339 1695 13 365 730 365 1095 16 230 460 230 690 20 - 22 258 516 258 774 23 580 1429 580 2009 26 266 532 798 TOTALE 8989 3808 12797

165 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

VIA TRE NOVEMBRE NUMERO SUPERF. COPERTA SUPERFICIE UTILE SUPERFICIE UTILE SUP.UTILE LORDA CIVICO LORDA ABITABILE LORDA EXTRA COMPLESSIVA RESIDENZIALE 57 280 840 280 1120 51 245 735 245 980 48 230 460 230 690 45 257 771 257 1028 29 237 474 237 711 27 243 729 243 972 21 245 245 245 490 20 157 471 157 628 16 83 249 83 332 9 145 290 145 435 5 371 1113 371 1484 TOTALE 6377 2493 8870

VIA BATTISTI NUMERO SUPERF. COPERTA SUPERFICIE UTILE SUPERFICIE UTILE SUP.UTILE LORDA CIVICO LORDA ABITABILE LORDA EXTRA COMPLESSIVA RESIDENZIALE 1 372 744 372 1116 4 239 717 239 956 10 231 693 231 924 11 498 1494 498 1992 16 386 772 386 1158 15 293 586 293 879 21 269 538 269 807 24 314 942 314 1256 27 282 564 282 846 30 313 626 313 939 33 249 996 249 1245 36 369 1107 369 1476 37 181 543 181 724 45 470 940 470 1410 TOTALE 11262 4466 15728

Dalle tabelle si evince una superficie residenziale di mq.26628, che rapportata alla complessiva di mq.37395, fornisce un indice del 71%.

- Area di completamento DATI PARTICELLA DATI EDIFICI DESTINAZ D'USO TIPO DI VOLUME N° N° CC SUP.T SUP N°PIA NOTE P TERRA PRINC EXTR RESIDEN TOT. INDIC OT PIAN NI ARES Z E O

1 1419 Pergine 3138 218 2.0 ABITAZ. ABITAZ 654 1308 1962 0.33 1 2 757 Pergine 926 156 2.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 234 936 1170 0.20 1 inter 3 1115 Pergine 854 143 3.5 G.1/2 ABITAZ. ABITAZ 215 1287 1502 0.14 1 inter 4 1030 Pergine 836 156 2.0 GARAGE ABITAZ 468 468 936 0.50 1 5 1401 Pergine 986 258 3.0 GARAGE ABITAZ 774 1548 2322 0.33 1 6 1296 Pergine 1154 157 2.0 AB+GARAG ABITAZ 330 471 801 0.41 1 7 1365 Pergine 838 123 2.0 AB+GARAG ABITAZ 258 369 627 0.41 1 8 1306 Pergine 880 141 2.0 ABITAZIONE ABITAZ 0 423 423 0.00 1

166 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

9 954 Pergine 954 103 2.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 155 618 773 0.20 1 inter 10 1226 Pergine 810 141 2.0 AB+GARAG ABITAZ 296 423 719 0.41 1 11 1033 Pergine 594 207 2.5 sono 2 AB+GARAG ABITAZ 435 932 1366 0.32 1 e 3 12 1034 Pergine 590 102 3.0 GARAGE ABITAZ 306 612 918 0.33 1 13 1144 Pergine 652 150 2.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 225 900 1125 0.20 1 inter 14 1037 Pergine 750 131 2.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 197 786 983 0.20 1 inter 15 1098 Pergine 749 124 3.0 GARAGE ABITAZ 372 744 1116 0.33 1 16 1036 Pergine 598 110 2.0 ABITAZ. ABITAZ 330 330 660 0.50 1 17 1009 Pergine 583 124 2.0 GARAGE ABITAZ 372 372 744 0.50 1 18 1084 Pergine 1025 160 2.0 AB+GARAG ABITAZ 336 480 816 0.41 1 19 1083 Pergine 1122 145 1.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 218 435 653 0.33 1 inter 20 1301 Pergine 1046 158 2.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 237 948 1185 0.20 1 inter 21 1128 Pergine 904 130 2.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 195 780 975 0.20 1 inter 22 1227 Pergine 808 132 3.0 GARAGE ABITAZ 396 792 1188 0.33 1 23 1310 Pergine 861 190 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 285 1710 1995 0.14 1 inter 24 1309 Pergine 799 185 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 278 1665 1943 0.14 1 inter 25 1285 Pergine 790 125 2.0 GARAGE ABITAZ 375 375 750 0.50 1 26 1286 Pergine 778 159 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 239 1431 1670 0.14 1 inter 27 1219 Pergine 1313 241 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 362 2169 2531 0.14 1 inter 28 1439 Pergine 1278 285 3.0 ABITAZ. ABITAZ 0 1710 1710 0.00 1 29 1245 Pergine 760 145 2.0 GARAGE ABITAZ 435 435 870 0.50 1 30 1664 Pergine 416 97 2.0 ABITAZ. ABITAZ 0 291 291 0.00 1

DATI PARTICELLA DATI EDIFICI DESTINAZ D'USO TIPO DI VOLUME N° N° CC SUP.T SUP N°PIA NOTE P TERRA PRINC EXTR RESIDEN TOT. INDIC OT PIANO NI ARES Z E

31 1864 Pergine 203 55 1.0 GARAGE GARAGE 165 0 165 1.00 1 32 1038 Pergine 313 157 2.0 GARAGE ABITAZ 471 236 707 0.67 1 33 805 Pergine 807 125 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 188 1125 1313 0.14 1 inter 34 804 Pergine 513 141 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 212 1269 1481 0.14 1 inter 35 784 Pergine 1439 103 2.5 G.1/2 ABITAZ. ABITAZ 155 618 773 0.20 1 inter 36 1545 Pergine 1466 320 2.5 G.1/2 ABITAZ. ABITAZ 480 1920 2400 0.20 1 inter 37 1207 Pergine 549 131 2.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 197 786 983 0.20 1 inter 38 785 Pergine 387 87 2.0 ABITAZ. ABITAZ 261 261 522 0.50 1 39 803 Pergine 844 186 3.0 GARAGE ABITAZ 558 837 1395 0.40 1 40 1293 Pergine 682 167 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 251 1503 1754 0.14 1 inter

167 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

41 1263 Pergine 569 169 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 254 1521 1775 0.14 1 inter 42 1264 Pergine 868 163 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 245 1467 1712 0.14 1 inter 43 1278 Pergine 797 197 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 296 1773 2069 0.14 1 inter 44 771 Pergine 566 138 2.5 G.1/2 AB+GARAG ABITAZ 207 828 1035 0.20 1 inter 45 786 Pergine 599 100 1.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 150 300 450 0.33 1 inter 46 802 Pergine 334 69 2.0 GARAGE ABITAZ 207 207 414 0.50 1 47 1491 Pergine 894 135 2.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 203 810 1013 0.20 1 inter 48 1695 Pergine 807 276 1.0 ABITAZ. ABITAZ 828 828 1656 0.50 1 49 1602 Pergine 813 179 3.0 AB+GARAG ABITAZ 537 806 1343 0.40 1 50 1251 Pergine 900 157 3.0 AB+GARAG ABITAZ 471 707 1178 0.40 1 51 1418 Pergine 774 166 1.0 ABITAZ. ABITAZ 498 0 498 1.00 1 52 1471 Pergine 836 242 2.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 363 1452 1815 0.20 1 inter 53 1261 Pergine 1042 240 2.5 G.1/2 ABITAZ. ABITAZ 360 1440 1800 0.20 1 inter 54 1405 Pergine 855 141 3.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 212 1269 1481 0.14 1 inter 55 1563 Pergine 939 165 2.5 G.1/2 GARAGE ABITAZ 248 990 1238 0.20 1 inter

tot. parz 18796 4009 64 8012 22952 30963

Dalle tabelle si evince una superficie residenziale di mq.22952, che rapportata alla complessiva di mq.30963, fornisce un rapporto del 74%. - Area di espansione DATI PARTICELLA DATI EDIFICI DESTINAZ D'USO TIPO DI VOLUME N° N° CC SUP.T SUP N°PIA NOTE P TERRA PRINC EXTR RESIDEN TOT. INDIC OT PIANO NI ARES Z E

1 1657 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 204 408 612 0.33 1 2 1656 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 204 306 510 0.40 1 3 1655 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1 4 1654 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1 5 1653 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1 6 1652 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1 7 1651 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1 8 1650 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 204 408 612 0.33 1 9 1649 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 204 306 510 0.40 1 10 1648 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1 11 1647 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1 12 1646 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1 13 1645 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1

168 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

14 1644 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1 15 1643 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 102 510 612 0.17 1 16 1642 Pergine 353 68 3.0 GARAGE ABITAZ 204 408 612 0.33 1 17 1389 Pergine 1097 157 3.0 G.1/2 GARAGE ABITAZ 236 1178 1413 0.17 1 inter 18 1513 Pergine 1097 170 3.0 G.1/2 GARAGE ABITAZ 510 1530 2040 0.25 1 inter 19 1388 Pergine 1097 262 3.0 G.1/2 GARAGE ABITAZ 786 1179 1965 0.40 1 inter

totale 8947 1677 57 3674 11333 15006

Dalle tabelle si evince una superficie residenziale di mq.11333, che rapportata alla complessiva di mq.15006, fornisce un rapporto del 75%.

10.2.4.4 - Ricerca dell’Indice di sotto occupazione degli alloggi Esprime la quota in superficie, di alloggi realizzati occupati, rispetto alla generalità. L’indagine è stata realizzata sui dati ISTAT per ogni frazione del comune di Pergine. N° FRAZIONE SUP. ABIT. OCCUP. SUP. ABIT. NON TOTALE INDICE SOTTO OCCUP. OCCUPAZION E

1 ASSIZZI 5127 838 5965 0.86 2 BRAZZANIGHE 5421 1280 6701 0.81 3 CANALE 15152 3655 18807 0.81 4 CANEZZA 12774 2147 14921 0.86 5 CANZANE 843 1309 2152 0.39 6 CANZOLINO 11658 3192 14850 0.79 7 CASALINO 13250 541 13791 0.96 8 CASTAGNE 4426 2654 7080 0.63 9 CIRE' 5439 947 6386 0.85 10 COMPARSA 0 0 0 0.00 11 COSTASAVINA 8527 2429 10956 0.78 12 ISCHIA 12664 8708 21372 0.59 13 MADRANO 16621 4745 21366 0.78 14 MASETTI-ZAVA 7122 3104 10226 0.70 15 NOGARE' 9886 1990 11876 0.83 16 PERGINE 288567 35384 323951 0.89 17 RONCOGNO 8058 2222 10280 0.78 18 S.CRISTOFORO 7989 5581 13570 0.59 19 S.VITO 3453 3147 6600 0.52 20 SERSO 11701 2592 14293 0.82 21 SUSA' 21182 3395 24577 0.86 22 VALCANOVER 11405 4621 16026 0.71 23 VIARAGO 13752 9102 22854 0.60 24 VIGALZANO 2955 1435 4390 0.67 25 MORETTA 264 60 324 0.81 26 ZIVIGNAGO 13124 2847 15971 0.82

TOTALE 511360 107925 619285

Indice totale di sottooccupazione mq.(511360 / 619285) = 0,82 (82%)

169 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

10.2.4.5 - Reale indice di utilizzo: Il reale indice di utilizzo del terreno è sostanzialmente il rapporto tra la superficie o il volume costruito e la superficie o il volume costruibile. AREA CAMPIONE VOLUME VOLUME DIFF. IF IF REALE % IF REALE PRG REALE PRG REALE INDICE DI UTILIZZO

RESID 101230 82427 18802.89 2.00 1.63 0.81 81% COMPLETAMENTO RESID ESPANSIONE 17894 17357 537.05 2.00 1.94 0.97 97% Totale 119124 99784 0,84

10.2.5 - Le abitazioni secondarie E’ questo un aspetto del dimensionamento del Piano di difficile interpretazione e qualsiasi risultato ottenuto, può rivelarsi alla scadenza del Piano non esattamente calibrato alla evoluzione reale del territorio. La difficoltà di tali previsioni discende in parte dall’incertezza della situazione economica, e da fattori non controllabili. Si evidenzia comunque che non corrisponde al vero il fatto che la presenza di seconde case dipenda dalla mancanza di attrezzature turistiche alberghiere. Nel comune di Pergine si riscontra che il numero di posti letto determinato da: seconde residenze ed alloggi privati in affitto ed appartamenti iscritti al R.E.C., ammonta a circa 1400 e che l’andamento tendenziale è praticamente costante.

170 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

RICETTIVITA' TURISTICA MASSIMA ANNO ALBERGH ALLOGGGI APPART. CAMPEG. ALTRI SECONDE TOTALE I PRIVATI ISCRITTI ,AGRIT.,E ESERC. CASE R.E.C. TTC. n° posti n° posti letto n° posti n° posti n° posti n° posti letto n° posti letto letto letto letto letto 1991 1180 517 30 859 80 904 3570 1992 1138 553 23 853 80 888 3535 1993 1123 542 6 848 134 843 3496 1994 1143 531 6 847 211 802 3540 1995 1147 517 6 854 211 793 3528 1996 1085 513 6 854 80 793 3331 1997 1085 503 6 854 80 790 3318

Totale 1129 525 12 853 125 830 3474 media

Verificato che l’andamento turistico legato alle seconde case ed agli alloggi turistici appare praticamente costante, si ritiene di non prefigurare, al fine di una previsione del fabbisogno immobiliare del Piano regolatore, un aumento del numero di turisti fruitori di seconde residenze ed alloggi in affitto.

10.2.6 - Confronto previsioni variante p.u.p.’98 e P.R.G. L’appendice “G” della variante al P.U.P. 1998 fornisce i parametri per il dimensionamento residenziale. Le previsioni del fabbisogno residenziale, calcolato sulla base: dell’uso del suolo, della vitalità di crescita demografica e del coefficiente di progetto, conducono alla quantificazione del Saggio di crescita del comune di Pergine che si attesta al 10,72 %. In riferimento al numero di abitazioni esistenti al 1996, si desume il numero totale di nuove abitazioni stimate al 2007, pari a 735, di cui 183 (25%) da recuperare: nei centri storici, nelle aree di completamento e nell’ampliamento dei volumi esistenti, e 552 effettive nuove abitazioni.

FABBISOGNI RESIDENZIALI ABITANTI ALLOGGI P.U.P. 2007 1617 735 P.R.G. 2008 1507 1053

La previsione del Piano provinciale si scosta di poco dalla ipotesi del P.R.G. per quanto concerne l’aumento del fabbisogno demografico. Tende invece ad essere sottodimensionata nel riguardo del fabbisogno di alloggi, in quanto non tiene in considerazione la necessità di abitazioni dovuta alla trasformazione dei nuclei familiari relativi alla popolazione esistente, che scindendosi necessitano un numero sempre maggiore di appartamenti (vedere paragrafo 10.2.3 - Evoluzione demografica e previsioni). Negli obiettivi del P.R.G. non vi sono intendimenti di ampliamenti o nuove espansioni residenziali, pertanto la definizione di “progetto di dimensionamento del Piano regolatore”

171 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

assumerà la connotazione di “verifica della capacità insediativa”. A questo punto appare chiaro che tale verifica verrà operata sia verso le previsioni del P.R.G., sia verso le ipotesi del P.U.P..

La classificazione socio economica della variante P.U.P. ’98 vede la definizione di nove casistiche diverse di centri urbani, ispirate: alla localizzazione rispetto ai centri principali, alle attività economiche primarie, ecc. La classificazione definisce per ogni categoria la disponibilità media di suolo urbano per abitante. Riscontrato che la categoria che più si avvicina alla realtà del comune di Pergine appare la seconda: “centri industriali/turistici”, nella quale si riscontrano un evidente prevalenza di occupati nel settore secondario (artigianato e industria), e l’insediamento ha presentato fasi accentuate di sviluppo urbano negli ultimi decenni, e una quota consistente di abitazioni non occupate con discrete variazioni della popolazione durante l’anno. La disponibilità media ammissibile di suolo urbano per abitante per il P.U.P. ’98 è di mq.424; visto che la superficie destinata dal P.R.G. ad aree urbanizzate ammonta a mq.6.738.873, confrontate con la previsione insediativa di 17.400 abitanti, si perviene ad una superficie per abitante di mq.387. Gli aspetti economici del comune di Pergine sono molto vari poiché riprendono quelli: del centro urbano terziarizzato per Pergine centro, dei nuclei agricoli per le frazioni, dei centri turistici lungo il lago di Caldonazzo. Verificare la corrispondenza con le definizioni areali per abitante suggerite dal Piano provinciale comporta non poche difficoltà, pertanto il valore di mq./ab 387, ricompreso tra i valori limite dei i “centri urbani” (mq./ab.287) con forte densità abitativa e dei “centri industriali/turistici” (mq./ab.424) con un uso più estensivo del suolo, si ritiene possa corrispondere ad una proposta di pianificazione oculata, propensa a riservare spazi ed areali a tutte le attività economiche presenti nella zona.

10.2.7 - La verifica del dimensionamento della residenza Dalle previsioni dimensionali del P.U.P., dall’indagine statistica e dalla verifica delle tendenze in atto, si è potuto stimare il fabbisogno di alloggi, per soddisfare le necessità abitative dell’universo della popolazione comunale, di circa n. Errore. Il collegamento non è valido. abitazioni. Il conteggio tiene in considerazione la tendenza alla quale si sta assistendo, di riduzione di unità per nucleo abitativo, pertanto l’analisi verificherà la facoltà del P.R.G. di accogliere: - sia un possibile aumento della popolazione di circa Errore. Il collegamento non è valido.persone; - sia di un aumento di circa Errore. Il collegamento non è valido. abitazioni.

172 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Lo studio parte dal presupposto che conseguentemente alla trasformazione dei nuclei familiari vi sia, per una certa percentuale (25%), una parallela evoluzione del patrimonio edilizio esistente e che pertanto una parte di tale volume esistente venga ristrutturato tramite gli strumenti offerti dal Piano.

Il P.R.G. prende in considerazione l’obiettivo di limitare il più possibile l’espansione urbana, cercando di riqualificare l’esistente, aumentando i servizi, gli spazi a verde e la densità abitativa, in modo tale da fornire al territorio comunale gli spazi per una crescita interna e nel contempo una riqualificazione urbana. Il Piano verifica il fabbisogno abitativo in tre settori ben distinti: nelle aree residenziali di completamento, nei centri storici e nelle zone che la passata pianificazione aveva identificato di nuova espansione, nelle quali esista una pianificazione attuativa in corso. Si è voluta anche verificare l’esistenza o meno di fabbisogno arretrato, immaginando che potesse essere costituito in genere di due componenti: la domanda derivante da situazioni di coabitazione di più nuclei familiari, e quella legata alla necessità di sostituire abitazioni occupate, fatiscenti e non ricuperabili. Occorre rilevare che la prima di tali componenti nel nostro caso è già compresa nel computo precedente, che tiene conto della corrispondenza di un alloggio per ogni nucleo familiare. Mentre la seconda componente di fatto non da luogo a domanda, in quanto in generale gli alloggi occupati non sono a tale livello di fatiscenza da non poter essere recuperati e riattati, essendosi verificato piuttosto l’abbandono di quelli più degradati. Cosicché si può assumere, in conclusione che la nuova domanda di alloggi stabiliti sia uguale all’incremento calcolato del numero di nuclei familiari.

10.2.8 - Interventi di trasformazione urbanistica sulle aree esistenti La definizione delle aree residenziali introdotte nel Piano è stato impostato sulla base di criteri di particolare semplicità, che richiedono però alcune precisazioni. Con tali presupposti la progettazione mira a salvaguardare ed incentivare l’integrazione delle funzioni, legittimare le destinazioni esistenti all’interno di areali con previsioni diverse e consentire nuovi piccoli aumenti zonali per il soddisfacimento delle esigenze della popolazione autoctona, senza incentivare meccanismi anomali di speculazioni edilizie. Il P.R.G. cerca di perseguire gli obiettivi sopra citati trasformando alcune destinazioni rigide che il Piano precedente aveva assegnato. Trasformazioni che avvengono solamente sulla carta, poiché l’adeguamento consiste solo nel tradurre la destinazione d’uso effettiva e reale all’interno del Piano regolatore. Si propende a trasformare le rigide “zone commerciali” all’ingrosso, inserite nel tessuto urbano ad alta densità e principalmente utilizzate a scopo abitativo, in “zone residenziali” miste, nelle quali risulti possibile effettuare: residenza, attività commerciale, di servizio, direzionale,

173 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

artigianale e terziaria. Contemporaneamente anche “zone produttive” inglobate nel tessuto cittadino ed edificate prevalentemente ad uso abitativo, vengono riconosciute tali. Gli edifici prettamente residenziali ubicati in aree agricole limitrofe a zone urbanizzate, vengono ricomprese in aree residenziali a limitato indice urbanistico, in modo tale da legittimare una funzione che esiste dalla costruzione dell’immobile. Aree residenziali, definite nel P.R.G.’91, inedificate, ubicate in punti strategici per la loro centralità o collocazione favorevole, vengono trasformate in: parcheggi, zone a verde pubblico, spazi di servizio.

SUPERFICI RESIDENZIALI LEGITTIMATE EX_DEST P.R.G. 91 UTILIZZO REALE DESTINAZ PROPOSTA SUPERFICI RESIDENZIALI LEGITTIMATE COMMERCIALE RESID + COMMERCIO RESIDENZIALE 61408.80 AGRICOLO RESIDENZIALE RESIDENZIALE 267220.28 PRODUTTIVO RESID + ARTIGIANATO RESIDENZIALE 18695.07 SERVIZI RESIDENZIALE RESIDENZIALE 21163.07 TOTALE 368487.22

SUPERFICI REALMENTE TRASFORMATE EX_DEST P.R.G. 91 UTILIZZO REALE DESTINAZ PROPOSTA SUPERFICIE AGRICOLO AGRICOLO RESIDENZIALE + 83108.67 AGRICOLO AGRICOLO EDILIZIA ABITATIVA + 17410.00 RESIDENZIALE NULLA SERVIZI - 69476.60 TOTALE 31042.07

Le tabelle illustrano la destinazione originaria del P.R.G. ‘91, l’uso reale del terreno e la proposta del P.R.G.. Considerando che le trasformazioni delle aree: “commerciali”, “produttive”, “servizi” ed “agricole” edificate, in zone residenziali non corrispondono ad un effettivo aumento, ma di una presa d’atto della destinazione attuale, le uniche trasformazioni che il Piano propone sono: la mutazione di alcune aree agricole libere in residenziali, con lo scopo di soddisfare richieste di cambio di destinazione d’uso dei privati per mq.Errore. Il collegamento non è valido., l’individuazione di alcune zone per edilizia abitativa pubblica ed agevolata (vedere programma per edilizia abitativa - allegato “N”) ed il cambiamento di altre aree residenziali strategiche, in zone a servizi pubblici (verde, parcheggi, ecc.) per mq.Errore. Il collegamento non è valido.. Il saldo complessivo delle zone residenziali del nuovo P.R.G. corrisponde essenzialmente a mq.Errore. Il collegamento non è valido., dei quali mq. 17410 vincolati a piano attuativo per edilizia abitativa. Si ritiene che tale valore, rapportato alla dimensione complessiva delle aree urbanizzate del comune di Pergine ammontante a mq.5351228, rappresenti una percentuale insignificante pari a circa il 6 per mille. Tale dato conferma tangibilmente gli indirizzi del Piano, in linea con gli obiettivi più volte declarati, infatti si riscontra la chiara volontà di operare riducendo l’espansione indiscriminata delle aree urbanizzate, aumentando le dotazioni ed i servizi nelle zone urbane e periurbane. Come si potrà vedere nelle tabelle di seguito riportate, le modifiche zonali affiancate alla diversa

174 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

interpretazione degli indici urbanistici ed alla loro maggiore disponibilità, consentono d’ottenere i risultati prefigurati in termini di aumento della capacità insediativa.

FRAZIONI SUP.ZONE URBANIZZATE FRAZIONI SUP.ZONE URBANIZZATE Artigianelli 21922.41 maso raot 5577.81 Assizzi 17482.54 maso serchier 2525.99 Brazzanighe 49910.02 maso tasin 1401.16 Buss 12484.83 maso tre castagni 4406.48 Canale 187547.90 maso toldi 1950.77 Canezza portolo 188739.60 maso ungherle 1455.00 Canzolino 4593.88 maso vigabona 1955.35 Castello 13640.13 Mesiani 908.56 Cire 319877.50 molino erla 823.07 Cittadella 9789.14 molino roccabruna 1972.29 Comparsa 1246.17 molino sassi grandi 586.07 Costa 6663.68 Montesei 2446.97 Costasavina 83029.23 Nogare 91064.53 Filanda petri 5159.26 Pallaori 886.17 Fontanabotte 1622.65 Partacini 414.95 Fornaci 43063.36 pergine zivignago 2677246.00 Fornaselle 1445.82 Pissol 10936.04 Fosnoccheri 65396.34 Portolo 615.00 Girardi 1827.68 Pozza 2769.09 Guarda 7286.32 Prafango 2351.30 Ischia 106939.04 Riposo 998.62 Lungolago 13139.13 Roncogno 55089.78 Madrano Canzolino 192592.50 san cristoforo 131404.31 Masetti 41674.34 san vito 42371.42 Maso begher 1962.17 santa caterina 27400.72 Maso braito 7051.51 Serso 109705.10 Maso cronst 1424.37 Susa 194676.13 Maso dolzer 1675.34 Tenrabi 2112.31 Maso eccher 1965.28 Toffolazzi 892.79 Maso frizzi 6331.41 Valar 3691.84 Maso gretter 1853.40 Valcanover 153593.80 Maso grillo 107750.90 Valgranda 9620.68 Maso pergher 1573.62 Viarago 106498.70 Maso pianezza 4101.12 vigalzano casalino 105383.00 Maso pocher 1629.08 villa moretta 6854.16 Maso popper 1187.34 villa romanese 3607.39 Maso posser 2563.67 villa rosa 29038.24 Maso postel 2413.17 Visintainer 1770.91 Maso puller 4973.27 Zava 8696.09

TOTALE AREE URBANIZZATE 5351227.67

175 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Il P.R.G. propone ulteriori modifiche, le prime consistono nell’utilizzo di indici stereometrici diversi, ovvero nel calcolo delle superfici utili lorde (Sul) anziché dei volumi (Vm), delle altezze in numero di piani (Hp) anziché in metri (Hm). (Vedere art.4 norme di attuazione) L’indice di fabbricabilità espresso in metri cubi edificabili per metro quadro di terreno disponibile, è stato trasformato dal P.R.G. in indice di utilizzo, ovvero metri quadri di superficie utile lorda costruibile, per metri quadri di superficie del lotto. Tale cambiamento trova giustificazione nella volontà di semplificazione che il presente Piano vuole perseguire; infatti l’utilizzo di quest’ultimo indice parametrico, consente, legato al conteggio delle altezza espresse in numero di piani anziché metri lineari, di fornire maggiore respiro all’edificazione, di agevolare il calcolo delle strutture statiche, di ampliare la vivibilità degli alloggi, di agevolare la composizione dei fronti e delle facciate. Nel Piano i lotti già edificati assumono un indice di utilizzo (Uf) equipollente all’indice di fabbricabilità (If) presente nel vecchio Piano, in modo tale da non creare squilibri o scompensi nella densità edilizia esistente, ma la numerosa gamma di otto casistiche riscontrate dal P.R.G. ‘91, è stata ridotta di circa la metà.

Come anzidetto si crede che il Piano debba contenere l’espansione territoriale indiscriminata e limitare al massimo l’aumento delle zone urbanizzate che snaturano i nuclei abitativi sia socialmente che urbanisticamente. Pertanto si ritiene opportuno concedere, compatibilmente a scelte di salvaguardia paesaggistico ambientali e storico edilizie, delle piccole dilatazioni di aree abitative esistenti, al fine di consentire alla popolazione locale di continuare a risiedere nella frazione di appartenenza senza essere costretti ad abbandonarla per mancanza di disponibilità edificatoria, aborrendo categoricamente nuove aree di espansione, capaci di snaturare l’essenza urbanistica locale e suscettibili di interventi speculativi che vanno contro l’interesse locale.

10.2.9 - Aree residenziali di completamento La verifica delle aree residenziali esistenti e nuove del Piano è stata impostata sulla base di criteri complessi, che richiedono alcune precisazioni, utili anche nella interpretazione delle tabelle nelle quali sono riportati i risultati della potenzialità residenziale delle aree libere nel P.R.G.. Il calcolo fornisce come dato finale, il numero di persone insediabili e di alloggi nuovi realizzabili nelle diverse aree residenziali, esso riguarda solamente le aree residenziali di completamento previste dal Piano, trattando a parte le aree dei centri storici che sono state analizzate edificio per edificio al fine di definire puntualmente l’indice di occupazione, il grado di utilizzo, il degrado, ecc. e capacità insediativa finale, e le ex aree di espansione che sono parzialmente lottizzate.

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La verifica considera la complessità delle superfici fondiarie destinate a residenza decurtate dell’area di influenza degli edifici esistenti, confrontate con la tipologia insediativa caratteristica di Pergine, propria di una densità abitativa specifica, di un uso del suolo chiaramente definito e di un criterio di vita culturalmente radicato. L’obiettivo di base, già più volte menzionato, vede la verifica della capacità insediativa del tessuto urbano già consolidato di Pergine, limitando il più possibile la nuova espansione, cercando di riqualificare l’esistente, aumentando i servizi, gli spazi a verde e la densità abitativa, in modo tale da fornire al comune gli spazi per una crescita interna e nel contempo una crescita qualitativa da tempo auspicata. L’indagine mira a riscontrare la capacità insediativa delle aree di completamento esistenti nel vecchio Piano e non ancora saturate, ed in alcune piccole aree aggiunte dal nuovo P.R.G.. I nuovi piccoli aumenti zonali riescono a soddisfare le esigenze della popolazione autoctona, senza incentivare meccanismi anomali di speculazioni edilizie.

La ricerca consiste nella quantificazione delle aree residenziali di completamento previste dal Piano e nel calcolo della superficie utile lorda ammissibile (Sul) rapportata agli indici di utilizzo (Ut) previsti. La seconda fase valuta l’entità delle superfici utili lorde degli edifici esistenti, determinate attraverso la conoscenza delle superfici coperte degli edifici, ridotte di percentuali parametriche dedotte dalle indagini campione, moltiplicate per il numero dei piani in elevazione dei manufatti stessi. La differenza tra le superfici utili lorde, ammissibile ed esistente, consente di conoscere la potenzialità non sfruttata dei territori urbani di completamento e di conseguenza del P.R.G.. Raggiunta la conoscenza del parametro basilare per il calcolo della potenzialità abitativa, l’analisi procede applicando la metodologia del prof. Carlo Carozzi, adeguata alle peculiarità del comune di Pergine e già utilizzata nelle stime operate dal Ufficio tecnico Comprensoriale nel precedente P.R.G. ‘91. Da indagini su isolati campione, sono stati dedotti i parametri relativi alla densità abitativa nelle varie zone del Comune, all’utilizzo dei manufatti a scopi non residenziali, al sottoutilizzo degli indici di fabbricabilità, ecc., in sostanza si sono ricavati gli elementi numerici propri dello stile di vita locale. Adeguando le Superfici utili lorde allo standard abitativo attuale, si ricava la capacità insediativa delle aree residenziali di completamento ancora utilizzabili.

10.2.10 - Parametri numerici All’interno del territorio comunale esistono aree residenziali di completamento non edificate o non integralmente saturate.

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Il quesito che il P.R.G. si pone, è la quantificazione degli abitanti che potrebbero insediarsi all’interno di dette aree. Tale valore dipende: - dalla superficie utile lorda (Sul) di alloggi che potranno essere realizzati; - dalla superficie utile lorda esistente già edificata; - dalla densità abitativa per unità di superficie; - dall’estensione del suolo non edificato o da saturare; - dall’indice di fabbricabilità o di utilizzo; - dall’intensità secondo cui verrà sfruttato l’indice di fabbricabilità o di utilizzo; - dalla ripartizione del volume realizzato fra alloggi occupati, non occupati e spazi destinati ad usi extraresidenziali; - indice di occupazione degli alloggi;

10.2.10.1 (Sul) - Superficie utile lorda Per il calcolo della superficie utile a disposizione, il Sistema informativo territoriale (S.I.T.) dell’ufficio tecnico comunale ha fornito l’elenco delle superfici fondiarie con destinazione residenziale, suddivise per frazione ed entità di sfruttamento. Tale superficie moltiplicata per l’indice di utilizzo ha potuto determinare la Superficie utile lorda massima realizzabile. Di concerto si è potuta verificare la Superficie utile lorda degli edifici esistenti, definita attraverso l’uso del Sistema informativo territoriale, recuperando la superficie coperta degli edifici inclusi nelle zone residenziali di completamento, moltiplicata per il numero dei piani di ogni singolo edificio e ridotta della percentuale relativa ai porticati, ai balconi, ai vani scala, ecc.. Dall’analisi degli edifici campione si è potuto desumere che la riduzione media da apportare alla superficie coperta degli edifici per ricavare la Superficie utile lorda, si aggira attorno allo 0,90.

10.2.10.2 (Dens) - Densità abitativa reale (vedere capitoli 10.2.4 Analisi zone campione) E’ la superficie degli alloggi occupati impegnata da ogni abitante dell’alloggio stesso (mq/ab.). Il suo valore dipende, soprattutto dall’evolversi di fattori di ordine: economico: dal reddito complessivo prodotto dai nuclei familiari e dalla quota destinata al soddisfacimento delle necessità abitative, ecc.; demografico: dalla struttura della popolazione insediata (età, attività, professione); coabitazione, titolo di godimento dell’alloggio, ecc.; La densità abitativa definita dal Decreto ministeriale n.1444, dd.02.04.1968, ammonta mediamente a mq.25 per abitante, maggiorata di mq.5 per le destinazioni non specificatamente residenziali, ma strettamente connesse con le residenze.

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Da un’indagine campione nel comune di Pergine, si è potuto constatare che la densità abitativa media per alloggi esistenti è diversificata in relazione alla posizione e alla datazione dell’immobile. Si è ritenuto idoneo fissare (vedere indagine zone campione cap.10.2.4): mq.60/abitante il valore caratteristico delle zone di completamento, e mq.80/abitante per i centri storici.

10.2.10.3 (Sf) - Estensione del suolo Il calcolo della dimensione del suolo libero ed edificabile è particolarmente difficoltosa, poiché se da una lato è chiaramente visibile la disponibilità dei lotti liberi rispetto quelli occupati da costruzioni, dall’altro risulta più complesso risalire alla definizione della potenzialità volumetrica ancora presente su detti territori. Per ovviare al problema, si è preferito utilizzare nel computo tutto il terreno destinato a residenza, che rapportato ad opportuni indici, ci ha fornito il volume o la Superficie utile lorda massima realizzabile. Detto valore decurtato dell’esistente fornisce, sia la potenzialità in termini di volume o Superficie utile lorda di nuovi edifici, sia di ampliamenti ed adeguamenti.

10.2.10.4 (Ut) - Indice di utilizzo L’indice di fabbricabilità espresso in metri cubi edificabili per metro quadro di terreno disponibile, è stato trasformato dal P.R.G. in indice di utilizzo, ovvero metri quadri di superficie utile lorda costruibile, per metri quadri di superficie del lotto. Tale cambiamento trova giustificazione nella volontà di semplificazione che il presente Piano vuole perseguire; infatti l’utilizzo di quest’ultimo indice parametrico, consente, legato al conteggio delle altezza espresse in numero di piani anziché metri lineari, di fornire maggiore respiro all’edificazione, di agevolare il calcolo delle strutture statiche, di ampliare la vivibilità degli alloggi, di agevolare la composizione dei fronti e delle facciate. I lotti già edificati hanno assunto un indice di utilizzo equipollente all’indice di fabbricabilità presente nel vecchio Piano, in modo tale da non creare squilibri o scompensi nella densità edilizia esistente, ma la numerosa gamma di valori utilizzata è stata ridotta a pochi valori.

10.2.10.5 (Ut.reale) - Reale indice di utilizzo (vedere capitolo 10.2.4.5) L’indice di fabbricabilità o utilizzo, non sempre viene impiegato completamente. Qualora si verifichi tale sotto utilizzo, il fenomeno è da ricondurre principalmente a fattori di ordine: - economico: legati al basso costo dell’area, sia in assoluto che in termini relativi (in relazione cioè alle capacità di spesa di chi realizza ed utilizza l’alloggio); - normativo: qualora il soddisfacimento delle norme relativo a distanze dai confini, rapporto di copertura, altezza, ecc. rendano di fatto impossibile una completa utilizzazione dell’indice;

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ed anche fattori legati alla qualità dell’abitare: una maggiore dotazione di spazi liberi concorre, infatti, ad elevare lo standard dell’abitazione. In questo caso, vi può essere un legame con il titolo di godimento dell’alloggio (proprietà anziché affitto). A Pergine è stato verificato tramite un analisi campione su tutto il territorio comunale, che lo sfruttamento della potenzialità dell’indice di utilizzo è di circa il 97% nelle zone di espansione e nelle lottizzazioni, realizzate da imprese e ditte che necessariamente si pongono come obiettivo primario lo sfruttamento intensivo del lotto, mentre si riscontra un utilizzo minore, nelle aree di completamento, ove l’edificazione è principalmente atta al soddisfacimento delle esigenze familiari, pari al 81%.

10.2.10.6 (Ext) - Grado di sottoutilizzo per attività extraresidenziale (vedere capitolo 10.2.4.3) Esprime la parte di volume o superficie utile lorda realizzata all’interno delle aree residenziali, occupata per usi extraresidenziali (attività commerciale, studi professionali, uffici, ecc.). La sua entità dipenderà da fattori di ordine: economico: dalla richiesta generale di spazi per funzioni extraresidenziali; urbanistico: dalla richiesta di spazi in quella determinata parte del centro urbano; normativo: dal fatto cioè, che le norme di Piano consentano di destinare una parte del volume a questi fini. A Pergine, nelle indagini degli isolati campione, si nota chiaramente un sottoutilizzo residenziale per attività commerciali, depositi, uffici ecc., abbastanza costante nei campioni analizzati, pari al 71% nei centri storici, 74% delle zone di completamento e 75% nelle aree di espansione.

10.2.10.7 (Socc) - Indice di sottoccupazione degli alloggi (vedere capitolo 10.2.4.4) Esprime la quota in superficie, di alloggi realizzati che non verranno occupati. Il suo valore dipenderà soprattutto, dall’incidenza di fattori di ordine: edilizio: se il patrimonio immobiliare è inadeguato rispetto alla richiesta della popolazione: vecchio, in cattive condizioni statiche e di manutenzione, con basso livello di attrezzatura, ecc.; economico: se il valore di mercato degli edifici è sperequato rispetto a quello dell’area su cui insistono, il che può verificarsi in relazione alla posizione centrale degli edifici stessi; normativo: se le norme di attuazione del Piano consentono operazioni di demolizione e di ricostruzione (eventualmente con indici più elevati); A Pergine, nelle indagini degli isolati campione, e dai dati I.S.T.A.T. 1991, si riscontra un indice complessivo del 82%.

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10.2.10.8 Criteri di stima dei valori degli indici L’analisi che si propone, prende in esame le aree residenziali di completamento ricadenti nelle zone “B” definite dal P.R.G.. Per la stima degli indici, si fa riferimento a delle indagini campione operate su insediamenti consolidati realizzati negli ultimi anni. Tale accertamento è stato condotto su isolati campione scelti in base all’appartenenza a zone territorialmente omogenee, alle prescrizioni delle norme di attuazione del P.R.G., alla collocazione nel territorio comunale. Le due tabelle seguenti riportano i conteggi per la determinazione della popolazione insediabile, frazione per frazione. La prima riporta gli indici di riduzione della superficie utile lorda, riscontrati mediamente nelle indagini campione. La seconda conduce alla stima vera e propria del numero di abitanti, partendo dalla tipologia della zona residenziale, la sua superficie, il suo indice di utilizzo e la conseguente superficie utile lorda. La colonna sette riporta i dati della “Sul“ esistente già edificata, la otto la “Sul” disponibile, e nelle seguenti la sua riduzione tramite gli indici, ed il calcolo della popolazione per mezzo della densità abitativa media.

REALE UTILIZZO REALE TOTALE INDICI DENSITA’ UTILIZZO RESIDENZIALE OCCUPAZION DI RIDUZIONE ABITATIVA INDICE SENZA E ALLOGGI MEDIA COMMERCIO, mq/abitante (Ut.reale) UFFICI, ecc. (Socc) (Ext) CENTRI STORICI 0,71 0,82 0,58 80 ZONE DI 0,81 0,74 0,82 0,49 60 COMPLETAMENTO ZONE ESPANSIONE 0,97 0,75 0,82 0,60 60

ZONE DI COMPLETAMENTO

I dati finali che scaturiscono dall’analisi, evidenziano che le zone di completamento definite dal P.R.G., presentano la potenzialità per ospitare circa 1343 abitanti, conservando la tipologia insediativa, edilizia e costruttiva riscontrata nelle indagini campione nel comune di Pergine Valsugana, che permette la costruzione di circa 610 alloggi. La stima proposta tiene in considerazione tutti i parametri urbanistici: indice di utilizzo ammissibile, indice di utilizzo reale, superficie fondiaria, densità abitativa reale rapportata allo stile di vita di Pergine, indice di sotto occupazione degli alloggi, grado di utilizzo extra residenziale. Il Piano regolatore propone l’incentivazione all’aggregazione edilizia, attraverso la diversa interpretazione delle distanze tra gli edifici, mentre la sostituzione dell’indice di fabbricabilità con l’indice di utilizzo ed il diverso conteggio delle altezze agevola il maggior sfruttamento dei fondi. Nelle analisi non risulta possibile entrare in merito alla predisposizione soggettiva della popolazione, all’aggregazione edilizia o allo sfruttamento intensivo dei territori urbanizzati, poiché esse derivano da caratterizzazioni socio economiche e culturali specifiche ma non quantificabili.

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10.2.11 - Riuso abitativo Dalle elaborazioni dell’ufficio statistica della P.A.T. si desume che negli ultimi dieci anni si è riscontrata una tendenza alla ristrutturazione degli edifici, pari in media a 72 concessioni edilizie annue, per una superficie media abitativa annua di mq.6.236. Constatato che vi è una quota notevole di alloggi non occupati localizzata principalmente nelle case storiche sparse e nei nuclei frazionali; Visto che le superfici degli alloggi occupati ammontavano alla data del censimento (1991) a mq. 175.632 e che circa mq. 46.400 risultavano non occupati; Verificato che negli ultimi anni sono stati ristrutturati alloggi per mq. 20.729. Si ritiene utile, ai fini del dimensionamento delle superfici abitative, considerarne una parte come stabilmente disabitata, in quanto si crede che rappresenti una normale quota fisiologica, e recuperarne la rimanente. Come si è già menzionato, il numero di alloggi non occupati è notevole, ciò è prevalentemente dovuto al fatto che essi sono collocati all’interno dei nuclei storici, e nelle case sparse di carattere storico. In queste realtà vi sono notevoli intersezioni di proprietà, vincoli urbanistici, difficoltà di adeguamenti e di aumenti volumetrici, che fanno prediligere la nuova edificazione, ove questa sia possibile. Il recupero di queste entità abitative otterrebbe il molteplice scopo di: rivitalizzare gli agglomerati storici sparsi, per lo più, già dotati di infrastrutture, contenere la crescita urbana, ridistribuire il carico antropico sul territorio, contrastando la tendenza centralistica in atto, e contenere lo spreco di territorio.

Da un’indagine campione si è potuto constatare che la densità abitativa media per alloggi esistenti è di circa mq./abitante 80 nei centri storici e mq./abitante 60 nelle zone residenziali di completamento. Si è pure potuto risalire all’indice di utilizzo extraresidenziale degli immobili mediamente pari a 29-30 % (negozi, uffici, depositi, ecc), mentre la sottooccupazione degli alloggi si aggira attorno al 18%.

10.2.12 - CentrI storici di Pergine e frazioni La stima della capacità insediativa dei centri storici del comune di Pergine è impostata su due procedimenti distinti: il primo considera il patrimonio edilizio esistente, il secondo le possibilità offerte dal Piano nei termini di ampliamenti e nuove edificazioni. Riuso edilizio: Le analisi e la schedatura puntuale di tutti i manufatti storici ha condotto alla definizione di tutti gli edifici in stato di abbandono e quelli sottoutilizzati. La verifica che si è condotto ha considerato esclusivamente i fabbricati in completo stato di abbandono, tralasciando il cospicuo numero di edifici sottoutilizzati. Tale stima pur riconoscendo le difficoltà oggettive e soggettive di risanamento delle entità costruttive nel centro storico, non considerando gli edifici sottoutilizzati che potenzialmente sarebbero capaci di fornire notevole

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incremento demografico (il doppio del proposto), consente di ottenere un obiettivo parametro, che trova ulteriore conferma nelle nuove possibilità di trasformazione offerte dal Piano.

Le superfici prese in considerazione sono calcolate sull’area coperta dall’edificio, pertanto la definizione della superficie utile lorda del piano tipo, avviene tramite un coefficiente di riduzione, ottenuto per mezzo della verifica sugli edifici del centro storico esistenti (0,90). Le indagini sugli isolati campione hanno fornito, inoltre, gli altri coefficienti correttivi: - adeguamento superficie coperta - superficie Utile lorda 0,90 - (Ext) percentuale di utilizzo residenziale dell’immobile; 0,71 - (Socc) sotto occupazione del fabbricato; 0,82 - INDICE COMPLESSIVO DI RIDUZIONE 0,53 - densità abitativa media, superficie per abitante; mq./ab.80

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RIUSO EDIFICI IN STATO DI ABBANDONO

LOCALITA' DESTINAZ GRADO_UTILIZZON.PIANSUP INDICI SUP.UTIL DENSITA ABITANT ALLOGG assizzi nulla stato abbandono 2 38.56 0.53 40.87 80.00 0.51 0.23 canezza residenziale stato abbandono 2 172.54 0.53 182.89 80.00 2.29 1.04 canezza residenziale stato abbandono 3 130.92 0.53 208.17 80.00 2.60 1.18 canzolino nulla stato abbandono 2 48.09 0.53 50.98 80.00 0.64 0.29 costa nulla stato abbandono 1 193.07 0.53 102.33 80.00 1.28 0.58 costa nulla stato abbandono 2 602.50 0.53 638.65 80.00 7.98 3.63 costa nulla stato abbandono 3 174.68 0.53 277.74 80.00 3.47 1.58 costa residenziale stato abbandono 2 243.60 0.53 258.21 80.00 3.23 1.47 costa residenziale stato abbandono 3 177.16 0.53 281.68 80.00 3.52 1.60 costasavina residenziale stato abbandono 1 95.24 0.53 50.48 80.00 0.63 0.29 costasavina residenziale stato abbandono 2 242.43 0.53 256.98 80.00 3.21 1.46 costasavina residenziale stato abbandono 3 52.44 0.53 83.38 80.00 1.04 0.47 filanda-petri produttivo stato abbandono 3 457.79 0.53 727.89 80.00 9.10 4.14 fornaci residenziale stato abbandono 3 171.54 0.53 272.74 80.00 3.41 1.55 fornaselle residenziale stato abbandono 1 104.99 0.53 55.64 80.00 0.70 0.32 guarda residenziale stato abbandono 2 198.52 0.53 210.43 80.00 2.63 1.20 ischia residenziale stato abbandono 2 143.81 0.53 152.44 80.00 1.91 0.87 ischia residenziale stato abbandono 3 92.28 0.53 146.73 80.00 1.83 0.83 madrano nulla stato abbandono 2 34.11 0.53 36.16 80.00 0.45 0.21 madrano nulla stato abbandono 3 75.07 0.53 119.36 80.00 1.49 0.68 madrano residenziale stato abbandono 2 60.26 0.53 63.88 80.00 0.80 0.36 madrano residenziale stato abbandono 3 56.19 0.53 89.34 80.00 1.12 0.51 manfredi nulla stato abbandono 1 59.57 0.53 31.57 80.00 0.39 0.18 manfredi residenziale stato abbandono 3 188.90 0.53 300.34 80.00 3.75 1.71 mas_pergher residenziale stato abbandono 2 140.52 0.53 148.96 80.00 1.86 0.85 masetti nulla stato abbandono 2 93.88 0.53 99.51 80.00 1.24 0.57 masetti residenziale stato abbandono 2 280.15 0.53 296.95 80.00 3.71 1.69 masetti residenziale stato abbandono 3 173.52 0.53 275.90 80.00 3.45 1.57 maso_frizzi residenziale stato abbandono 3 49.48 0.53 78.68 80.00 0.98 0.45 maso_pocher residenziale stato abbandono 2 31.15 0.53 33.02 80.00 0.41 0.19 maso_posser residenziale stato abbandono 2 217.61 0.53 230.67 80.00 2.88 1.31 maso_tasin residenziale stato abbandono 2 153.14 0.53 162.33 80.00 2.03 0.92 masopianezz residenziale stato abbandono 2 180.78 0.53 191.63 80.00 2.40 1.09 masopostel residenziale stato abbandono 1 69.52 0.53 36.85 80.00 0.46 0.21 masostaoder residenziale stato abbandono 1 45.07 0.53 23.89 80.00 0.30 0.14 masostaoder residenziale stato abbandono 2 216.08 0.53 229.04 80.00 2.86 1.30 masotoldi residenziale stato abbandono 2 78.33 0.53 83.03 80.00 1.04 0.47 mesiani residenziale stato abbandono 1 83.96 0.53 44.50 80.00 0.56 0.25 mesiani residenziale stato abbandono 3 99.97 0.53 158.96 80.00 1.99 0.90 molino erla produttivo stato abbandono 2 48.69 0.53 51.61 80.00 0.65 0.29 m_sassigrandi nulla stato abbandono 2 94.85 0.53 100.54 80.00 1.26 0.57 montesei residenziale stato abbandono 2 135.77 0.53 143.91 80.00 1.80 0.82 mroccabruna residenziale stato abbandono 1 118.27 0.53 62.68 80.00 0.78 0.36 mroccabruna residenziale stato abbandono 2 55.27 0.53 58.58 80.00 0.73 0.33 msoserchier residenziale stato abbandono 1 174.66 0.53 92.57 80.00 1.16 0.53 nogare residenziale stato abbandono 1 84.24 0.53 44.65 80.00 0.56 0.25 nogare residenziale stato abbandono 2 118.83 0.53 125.96 80.00 1.57 0.72 nogare residenziale stato abbandono 3 140.95 0.53 224.10 80.00 2.80 1.27

184 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

pergine nulla stato abbandono 2 298.75 0.53 316.68 80.00 3.96 1.80 pergine nulla stato abbandono 3 159.15 0.53 253.05 80.00 3.16 1.44 pergine residenziale stato abbandono 3 365.37 0.53 580.93 80.00 7.26 3.30 portolo residenziale stato abbandono 3 349.45 0.53 555.63 80.00 6.95 3.16 portolo residenziale stato abbandono 2 317.26 0.53 336.30 80.00 4.20 1.91 roncogno produttivo stato abbandono 2 92.51 0.53 98.07 80.00 1.23 0.56 roncogno residenziale stato abbandono 2 26.47 0.53 28.06 80.00 0.35 0.16 roncogno residenziale stato abbandono 3 205.99 0.53 327.52 80.00 4.09 1.86 s.vito residenziale stato abbandono 3 190.50 0.53 302.90 80.00 3.79 1.72 scaterina residenziale stato abbandono 1 57.69 0.53 30.58 80.00 0.38 0.17 scaterina residenziale stato abbandono 2 111.46 0.53 118.15 80.00 1.48 0.67 scaterina residenziale stato abbandono 3 59.40 0.53 94.45 80.00 1.18 0.54 serso residenziale stato abbandono 1 69.16 0.53 36.65 80.00 0.46 0.21 serso residenziale stato abbandono 2 339.13 0.53 359.48 80.00 4.49 2.04 susa residenziale stato abbandono 1 99.10 0.53 52.52 80.00 0.66 0.30 susa residenziale stato abbandono 2 644.80 0.53 683.49 80.00 8.54 3.88 susa residenziale stato abbandono 3 831.76 0.53 1,322.50 80.00 16.53 7.51 susa residenziale stato abbandono 4 96.46 0.53 204.50 80.00 2.56 1.16 valcanover residenziale stato abbandono 2 49.16 0.53 52.11 80.00 0.65 0.30 valcanover residenziale stato abbandono 3 55.37 0.53 88.04 80.00 1.10 0.50 viarago nulla stato abbandono 1 16.63 0.53 8.81 80.00 0.11 0.05 viarago residenziale stato abbandono 1 776.80 0.53 411.70 80.00 5.15 2.34 viarago residenziale stato abbandono 2 778.31 0.53 825.00 80.00 10.31 4.69 viarago residenziale stato abbandono 3 65.09 0.53 103.49 80.00 1.29 0.59 visintainer residenziale stato abbandono 2 115.92 0.53 122.87 80.00 1.54 0.70 zava nulla stato abbandono 1 30.50 0.53 16.17 80.00 0.20 0.09 zava nulla stato abbandono 2 55.42 0.53 58.75 80.00 0.73 0.33 zava residenziale stato abbandono 2 29.42 0.53 31.18 80.00 0.39 0.18 zava residenziale stato abbandono 3 547.14 0.53 869.95 80.00 10.87 4.94 zivignago residenziale stato abbandono 2 165.48 0.53 175.41 80.00 2.19 1.00 zivignago residenziale stato abbandono 3 167.26 0.53 265.94 80.00 3.32 1.51 205 93

Nuovi interventi: Il P.R.G. ha valutato nelle tavole di struttura dei centri storici la predisposizione alla trasformabilità di ogni singolo manufatto. In tale attribuzione è stata vagliata la affinità nei riguardi delle caratteristiche storico artistiche, e nei confronti delle tipologie edilizie ed urbanistiche. Verificato che la considerazione del centro storico come monumento intoccabile, non ha condotto al suo risanamento bensì al lento depauperamento, constatato che l’attribuzione a manufatti e corpi accessori di tipologie di intervento improntate sulla demolizione, non ha guidato verso un effettivo risanamento del tessuto storico urbano, ma ad un immobilismo irreale, il nuovo Piano propone un centro storico vivibile e modificabile, in relazione alle nuove esigenze e tenendo come traccia generatrice per i nuovi interventi di trasformazione, la tipologia urbanistica ed edilizia che ha determinato l’evoluzione stessa del paese. Le tavole di struttura del nuovo Piano presentano diverse possibilità di trasformazione: - ampliamento in sopraelevazione, qualora queste non ledano l’immagine stereotipata di edifici di interesse storico artistico o di manufatti soggetti a risanamento conservativo contigui, e fino al raggiungimento dell’altezza tipica della tipologia caratteristica del luogo; - ampliamento in aggiunta laterale. L’intervento è stato utilizzato nei casi specifici in cui si verificava la presenza di fronti edilizi intasati da corpi aggiuntivi, superfetazioni incongrue, baracche e tettoie. L’aggiunta laterale, ovvero la ricostruzione verso l’esterno del fronte edilizio apporta al duplice vantaggio di consentire la realizzazione di alcuni vani e locali, e risanare l’immagine edilizia.

185 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

- ripristino tipologico, al fine di ricondurre verso la tipologia edilizia originaria; - nuova edificazione, ove le condizioni morfologiche del sito consentono tale intervento. Ma tramite un percorso guidato che determini: come, dove e quanto, in relazione anche a spazi a verde, piazze e servizi pubblici; - ristrutturazione urbanistica, quando l’impianto edilizio non lega con il contesto urbano consolidato e gli edifici contrastano con il “tipo” storico. Tramite un piano di recupero è possibile ripristinare l’isolato, sanare la ferita al tessuto cittadino, ricostruendo un brano di paese; - ricostruzione al seguito della demolizione, al fine di consentire la permanenza delle volumetrie esistenti, ma indicando i modi in cui queste entità vanno articolate;

L’incremento di superficie utile lorda consentito dal Piano è notevole, ma la realizzabilità effettiva è molto inferiore della possibilità offerta. Gli ampliamenti laterali, le sopraelevazioni e le ristrutturazioni urbanistiche consentono di riqualificare e rivivificare i nuclei storici, ponendo le basi per un discreto aumento insediativo che ritrova i servizi necessari nelle immediate vicinanze del centro stesso (parcheggi e servizi). Tale incremento, stimato attorno alle 800 persone, non è stato preso in considerazione ai fini della valutazione dei possibili carichi insediativi, in quanto risulta molto difficile prevederne l’effettivo realizzo. Il Piano ha preso in esame, ai fini del calcolo del fabbisogno insediativo, esclusivamente la nuova edificazione, che è stata collocata all’interno delle perimetrazioni dei centri storici a ridosso dei nuclei abitativi privi di caratteristiche significative. Tali complessi edificatori sono proposti in zone già definite di completamento dal vecchio P.G.T.I.S. e pertanto già idealmente compromesse. Le aree assoggettate a vincolo tipologico, rispetto degli allineamenti, superficie coperta ed altezza, necessitano di pianificazione attuativa che ne determini l’accessibilità funzionale, i servizi alla residenza, ed i caratteri costruttivi di riferimento. Le tipologie di intervento di: ampliamento, ripristino tipologico, ristrutturazione urbanistica e demolizione con ricostruzione, non sono state prese in considerazione al fine della verifica del fabbisogno insediativo, ma concorrono a consentire la trasformazione degli alloggi esistenti, che debbono adeguarsi all’evoluzione numerica dei nuclei familiari (vedere Evoluzione demografica e previsioni - capitolo 10.2.3) .

186 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

NUOVA EDIFICAZIONE FRAZIONE TIPOLOGIA TIPO_INTERV IANI S_SUPERFICIE INDICI SUP.UTILE DENSITA’ ABITANT ALLOGGI Canale rurale nuova_ed 2 134.29 0.53 142.35 60.00 2.37 1.08 Canale rurale nuova_ed 3 3.27 0.53 5.20 60.00 0.09 0.04 Canale rurale nuova_ed 3 201.64 0.53 320.61 60.00 5.34 2.43 Canezza civile nuova_ed 3 152.59 0.53 242.62 60.00 4.04 1.84 Canezza civile nuova_ed 3 164.10 0.53 260.92 60.00 4.35 1.98 Canzolino rurale nuova_ed 2 235.18 0.53 249.29 60.00 4.15 1.89 Casalino rurale nuova_ed 3 233.31 0.53 370.97 60.00 6.18 2.81 Castagne civile nuova_ed 2 164.29 0.53 174.15 60.00 2.90 1.32 Castagne civile nuova_ed 3 118.19 0.53 187.92 60.00 3.13 1.42 Castagne rurale nuova_ed 3 73.95 0.53 117.57 60.00 1.96 0.89 Costasavina civile nuova_ed 2 413.71 0.53 438.53 60.00 7.31 3.32 Costasavina rurale nuova_ed 3 302.18 0.53 480.46 60.00 8.01 3.64 Ischia civile nuova_ed 2 191.80 0.53 203.30 60.00 3.39 1.54 Ischia civile nuova_ed 2 330.52 0.53 350.35 60.00 5.84 2.65 Ischia civile nuova_ed 3 216.86 0.53 344.80 60.00 5.75 2.61 Ischia rurale nuova_ed 2 125.33 0.53 132.85 60.00 2.21 1.01 Madrano rurale nuova_ed 2 187.24 0.53 198.48 60.00 3.31 1.50 Masetti-Zava rurale nuova_ed 3 118.03 0.53 187.67 60.00 3.13 1.42 Pergine civile nuova_ed 3 98.23 0.53 156.18 60.00 2.60 1.18 Pergine civile nuova_ed 3 197.01 0.53 313.25 60.00 5.22 2.37 Pergine civile nuova_ed 3 236.16 0.53 375.49 60.00 6.26 2.84 Pergine civile nuova_ed 3 871.34 0.53 1,385.43 60.00 23.09 10.50 Pergine civile nuova_ed 3 1,730.19 0.53 2,751.00 60.00 45.85 20.84 Pergine civile nuova_ed 4 937.37 0.53 1,987.22 60.00 33.12 15.05 San Vito rurale nuova_ed 3 99.60 0.53 158.36 60.00 2.64 1.20 Serso rurale nuova_ed 3 132.72 0.53 211.03 60.00 3.52 1.60 Susa civile nuova_ed 2 171.72 0.53 182.02 60.00 3.03 1.38 Susa civile nuova_ed 2 252.12 0.53 267.25 60.00 4.45 2.02 Susa rurale nuova_ed 2 191.55 0.53 203.05 60.00 3.38 1.54 Susa rurale nuova_ed 3 307.42 0.53 488.80 60.00 8.15 3.70 Valcanover rurale nuova_ed 3 279.20 0.53 443.92 60.00 7.40 3.36 Viarago rurale nuova_ed 3 49.94 0.53 79.40 60.00 1.32 0.60 Viarago rurale nuova_ed 3 82.50 0.53 131.17 60.00 2.19 0.99 Viarago rurale nuova_ed 3 109.10 0.53 173.47 60.00 2.89 1.31 Viarago rurale nuova_ed 3 163.52 0.53 260.00 60.00 4.33 1.97 Viarago rurale nuova_ed 3 208.46 0.53 331.45 60.00 5.52 2.51 Viarago rurale nuova_ed 3 436.54 0.53 694.09 60.00 11.57 5.26 Viarago rurale nuova_ed 3 536.38 0.53 852.84 60.00 14.21 6.46 Zivignago civile nuova_ed 3 249.76 0.53 397.12 60.00 6.62 3.01 Zivignago produtt nuova_ed 3 216.63 0.53 344.44 60.00 5.74 2.61 Zivignago produtt nuova_ed 3 123.09 0.53 195.71 60.00 3.26 1.48 Zivignago rurale nuova_ed 3 309.61 0.53 492.28 60.00 8.20 3.73

288 131

Constatato l’indice di densità abitativa media ed i coefficienti definiti dal tipo ed dal modo d’uso dei fabbricati esistenti nei centri storici campione; supposto di applicare tali parametri anche negli edifici nuovi o completamente ristrutturati del centro storico, i nuclei antichi del comune di Pergine potrebbero consentire l’insediamento di circa 493 persone (205 + 288 ), e la definizione di circa 224 alloggi (93 + 131 ).

187 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

10.2.13 - Aree urbane di espansione GIà definite dal P.R.G. ‘91 Il P.R.G. ‘91 vigente dal 1991 ha identificato sul territorio svariate aree di espansione residenziale, numerose delle quali sono state pianificate e parzialmente edificate. Tali zone residenziali presentano peculiarità diverse rispetto le aree di completamento, infatti come riscontrato nelle analisi degli isolati campione, gli indici di sfruttamento sono maggiorati. La tendenza conduce ad utilizzare al pieno le risorse volumetriche ammissibili, occupare completamente i vani e gli alloggi e destinare relativamente poca superficie a scopi extraresidenziali. Il tipo di caratteristica d’utilizzo nasce in seguito a determinate e ben precise esigenze di natura economica, urbanistica, e sociale, che vede prevalentemente la costruzione degli “insediamenti di espansione” da parte di imprenditori vocati edonisticamente al percepimento del massimo utile, anche in considerazione del fatto che le predette aree necessitano per divenire attuative, di un discreto processo pianificatorio e di infrastrutturazione che grava pesantemente sui costruttori, e che deve in un certo modo avere un ritorno. Le indagini sugli isolati campione hanno fornito i seguenti coefficienti correttivi: - reale utilizzo indice; 0,97 - (Ext) percentuale di utilizzo residenziale dell’immobile; 0,75 - (Socc) sotto occupazione del fabbricato; 0,82 - INDICE COMPLESSIVO DI RIDUZIONE 0,60 - densità abitativa media, superficie per abitante; mq./ab.60 - densità abitativa media, volume per abitante; mc./ab.200

FRAZIONE COD SUP. LOTTO INDICE FABBVOLUME VOL ESIST V.DISPONIB IND RIDUZDENSITA mABITANTI ALLOGG Canale C1 10375.00 2.00 20750.00 10390.00 10360.00 0.60 200.00 31.08 14.13 Canezza C1 8814.00 2.00 17628.00 0.00 17628.00 0.60 200.00 52.88 24.04 Canzolino C1 2943.00 2.00 5886.00 3678.00 2208.00 0.60 200.00 6.62 3.01 Costasavina C1 10411.00 1.75 18219.25 11797.00 6422.25 0.60 200.00 19.27 8.76 Ischia C1 5500.00 1.50 8250.00 5520.00 2730.00 0.60 200.00 8.19 3.72 Madrano Canzol C1 13144.00 2.00 26288.00 18886.00 7402.00 0.60 200.00 22.21 10.09 Masetti C1 2066.00 1.50 3099.00 946.00 2153.00 0.60 200.00 6.46 2.94 Nogare C1 10570.00 1.75 18497.50 0.00 18497.50 0.60 200.00 55.49 25.22 Perg.Vrosmini C1 15580.00 2.50 38950.00 3950.00 35000.00 0.60 200.00 105.00 47.73 Per.vMarc.vMani C1 14711.00 2.50 36777.50 18702.00 18075.50 0.60 200.00 54.23 24.65 Per.vMarc vSpolv C1 15200.00 2.50 38000.00 34575.00 3425.00 0.60 200.00 10.28 4.67 Roncogno C1 12071.00 1.75 21124.25 0.00 21124.25 0.60 200.00 63.37 28.81 San Cristoforo C1 6813.00 2.00 13626.00 8136.00 5490.00 0.60 200.00 16.47 7.49 San Vito - maso Faiti C1 5741.00 1.75 10046.75 4199.00 5847.75 0.60 200.00 17.54 7.97 Serso C1 15200.00 2.00 30400.00 21542.00 8858.00 0.60 200.00 26.57 12.08 Susa C1 11720.00 2.00 23440.00 15508.00 7932.00 0.60 200.00 23.80 10.82 Zivignago C1 10750.00 2.00 21500.00 3436.00 18064.00 0.60 200.00 54.19 24.63

TOTALE 574 261

Constatato l’indice di densità abitativa media ed i coefficienti definiti dal tipo e dal modo d’uso dei fabbricati tipo analizzati nelle indagini sul territorio, le zone di espansione definite dalla precedente pianificazione e non ancora completamente attivate, potrebbe consentire l’insediamento di circa 574 persone, e la definizione di circa 261 alloggi.

188 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

10.2.14 - Zone di espansione Come più volte accennato il P.R.G. non trova i presupposti per prevedere nuove aree di espansione, né di natura demografica, né di natura politica, né di natura economica. Gli unici ampliamenti limitati alle zone urbanizzate sono stabiliti per soddisfare esigenze sociali effettivamente testate, atte a fornire alloggi alla popolazione locale, ovvero soggetti a piani attuativi a fini speciali per edilizia abitativa.

Considerando gli indici caratteristici delle zone di completamento ed espansione: - indice di utilizzo degli indici di fabbricabilità = 97% - utilizzo residenziale del volume = 75% - occupazione degli alloggi = 82% - densità abitativa mq.60/abitante Per le aree di espansione soggette a piano attuativo a fini speciali per edilizia abitativa pubblica o agevolata, le norme di attuazione del P.R.G. prevedono l’utilizzo minimo del 40 % delle superfici. Constatato che tale impiego sarà vagliato al momento specifico dell’attivazione delle aree e non ritenendo realistico considerare la percentuale minima, vista la forte richiesta di lotti da destinare ad edilizia abitativa, si ritiene opportuno in questa sede considerare una percentuale superiore alla minima, e precisamente dell’80%, così come l’indice di occupazione degli alloggi che viene portato al 100%, poiché non appare oggettivo prefigurare uno sfruttamento inferiore.

DISPONIBILITA’ EDILIZIA ZONE DI ESPANSIONE

FRAZIONE COD SUP. LOTTI INDICE USUL SUL UTILIZZATA (80%) NDICI RIDUZIONE (Ext)(Socc SUP.UTILE DENSITA’ ABITATIVA ABITANTI ALLOGGI Pergine via RosmC3 9441,14 0.60 5664.60 4531.68 0.7275 3296.7972 50 66 30 Canale C2 4763,51 0.50 2381.75 1905.40 0.7275 1386.1785 50 28 13 Viarago C2 3260,00 0.50 1630.00 1304.00 0.7275 948.66 50 19 9 Fornaci C2 4749,00 0.50 2374.50 1899.60 0.7275 1381.959 50 28 13 Madrano C2 4639,00 0.50 2319.50 1855.60 0.7275 1349.949 50 27 12 TOTALE 50 167.27 76.03

Gli indici forniti dalle indagini campione consentono un potenziale insediamento di circa 167 abitanti per 76 alloggi.

10.2.15 - Conclusioni I fabbisogni residenziali del comune di Pergine si possono così riassumere: FABBISOGNI RESIDENZIALI ABITANTI ALLOGGI P.U.P. 2007 1617 735 P.R.G. 2008 1507 1050

189 Relazione Illustrativa Piano Regolatore Generale del Comune di Pergine Valsugana

Come evidenziato nelle singole tabelle la capacità insediativa delle aree residenziali può così sintetizzare: ZONA OMOGENEA ABITANTI ALLOGGI CENTRI STORICI - risanamenti 205 93 CENTRI STORICI - nuova edificazione 288 131 ZONE RESIDENZIALI DI COMPLETAMENTO 1343 610 ZONE RESIDENZIALI DI ESPANSIONE GIA’ ATTIVATE DAL 574 261 P.R.G.’91 NUOVE ZONE RESIDENZIALI DI ESPANSIONE (EDILIZIA 167 76 ABITATIVA PUBBLICA ED AGEVOLATA)

TOTALE 2577 1171

I fabbisogni abitativi necessari al fine di assorbire la crescita demografica presunta per il prossimo decennio sono soddisfatti, sia per quanto riguarda le previsioni del Piano regolatore generale (capitolo 10.2.3), sia nei riguardi della variante al P.U.P.’98. Mentre la disponibilità di alloggi del P.R.G. risulta equiparata alle potenziali esigenze, la capacità insediativa appare discretamente ridondante.

Visto che il calcolo della capacità insediativa è stato improntato sullo sfruttamento del patrimonio edilizio esistente e sul suo potenziamento; riscontrato che l’impostazione del P.R.G. non fornisce adito a speculazioni edilizie, in quanto: - le nuove aree residenziali di espansione sono definite al fine di soddisfare le richieste di edilizia abitativa pubblica ed agevolata, e pertanto sono d’iniziativa pubblica; - gli ampliamenti urbanistici delle zone residenziali di completamento sono limitati a singoli lotti minimali; - le nuove possibilità offerte nelle aree di centro storico e residenziali di completamento, sono limitate trasformazioni finalizzate all’ampliamento degli attuali volumi o alla bonifica di strutture edilizie fatiscenti; considerato che, nonostante si siano acquisiti i parametri tipici dello standard di vita di Pergine e frazioni, e tali valori siano stati applicati a tutte le aree in proporzione alla densità abitativa, risulta difficile prevedere il grado di trasformazione futura di zone di completamento già conformate ed assestate; appare pertanto congruo, mantenere un alto margine di tolleranza che permetta al comune di assorbire impreviste fluttuazioni demografiche o eventuali allungamenti dei tempi di durata del Piano medesimo.

190 Relazione Illustrativa