FRANCESCO CRISPI

Origini e Gioventù

La famiglia di Francesco Crispi era della cittadina di Palazzo Adriano, una piccola comunità agricola nei pressi di appartenente alla minoranza albanese di Sicilia.

Il paese era stato fondato nel sec. XV da albanesi in fuga dai turchi- ottomani e il nonno paterno di Crispi, anch'egli Francesco, era un sacerdote del clero italo – albanese ortodosso.

● Il figlio maggiore di costui, Tommaso, aveva sposato una ricca vedova, Giuseppa, dal cui matrimonio nacque il 4 ottobre 1818 a Ribera, il primo maschio, Francesco, secondo di nove figli.

● La prima istruzione l'ebbe presso una famiglia ed a undici anni, nel 1829, entrò nel seminario Italo-Albanese di Palermo dove gli si impartì una formazione prettamente classica e dove acquisì la passione per la storia. ● Il piccolo Francesco rimase i Seminario fino al 1834, periodo in cui il padre, divenuto sindaco di Ribera incontrava grosse difficoltà politiche, di salute e finanziarie.

● Nello stesso periodo , Francesco freguentò il poeta e medico Vincenzo Navarro la cui amicizia segnò la sua iniziazione al romanticismo. Nel 1835 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Palermo e due anni dopo si innamorò di Rosina D'Angelo, la figlia di un orefice. ● Nonostante il divieto paterno, Crispi sposò Rosina nello stesso 1837, quando la giovane ventenne era già incinta. In maggio la moglie partorì e Crispi riusci a ricucire i rapporti con la famiglia. La nascitura fu battezzata Giuseppa , come la nonna paterna.

● Fu un matrimonio breve. Rosina morì infatti il 29 luglio del 1839 dopo aver dato alla luce il secondo figlio, Tommaso. Il bambino visse poche ore e nel dicembre dello stesso anno morì anche Giuseppa. ● Tra il 1838-39, prima che la tragedia famigliare lo colpisse, Crispi fondò un proprio giornale, l'Oreteo. Questa esperienza lo mise in contatto con una serie di personaggi politici tra cui il liberale napoletano Carlo Poerio.

● Già nel 1842 Crispi scriveva della necessità di istruire i poveri, del danno procurato dalla eccessiva ricchezza della Chiesa, della necessità che tutti i cittadini, donne incluse, fossero uguali davanti alla legge. ● Superato l'esame finale con un “ buono” nel 1843 ottenne la laurea e decise di tentare l'avvocatura a Napoli.

● Nel 1846, con l'elezione di papa Pio IX e i suoi primi provvedimenti liberali, scatenarono un' ondata di euforiche attese.

● L'anno dopo, il liberale siciliano Giovanni Raffaele, ricercato dalle autorità Borboniche, prima di riparare a Marsiglia affidò a Crispi il compito di fare da collegamento fra i capi liberali di Palermo e quelli di Napoli. ● Il 20 dicembre 1847, i tempi erano oramai maturi per la rivoluzione. Crispi fu inviato a Palermo con Salvatore Castiglia per prepararla. Nei dieci giorni successivi incontrò il principe Torremuzza, il principe Pandolfina, Rosolino Pilo e altri.

● Quando lasciò la Sicilia, il 31 dicembre, era stato raggiunto l'accordo che l'insurrezione sarebbe scoppiata il 12 gennaio, il giorno del compleanno di re Ferdinando II. La rivoluzione siciliana (1848-1849)

● La rivoluzioine scoppiò a Palermo il 12 gennaio 1848. Crispi partì da Napoli per la Sicilia il giorno dopo e il 14 era a Palermo. Il Comitato Generale, diretto dal liberale Ruggero Settimo, fu articolato in quattro comitati.

● A crispi fu assegnato quello della difesa con una speciale resposabilità per l'allestimento delle barricate.

● Con i primi successi militari i comitati si riorganizzarono: quello di Crispi divenne di Guerra e di Marina. ● In questi giorni di rivoluzione Crispi fondò l'Apostolato. Su questo secondo foglio enunciò le sue idee politiche.

● Si espresse per una soluzione federale della questione italiana sulle idee di Vincenzo Gioberti e sulla necessità per la Sicilia di ottenere l'appoggio delle potenze europee e ripristinare la costituzione del 1812, gradita alla Gran Bretagna. DEPUTATO PER LA GUERRA AD OLTRANZA

● Il 25 marzo del 1848 nella chiesa di San Domenico a Palermo fu inaugurato il Parlamento autonomo. Crispi fu nominato deputato di Ribera.

● Nello stesso tempo accusò il governo siciliano di negligenza e di voler sabotare i suoi sforzi di galvanizzare la resistenza militare di fronte alla avanzate delle truppe borboniche.

● Dopo i successi dei borbonici il 14 aprile del 1849, l'ammiraglio francese Charles Baudin offrì, a nome del governo francese, una mediazione per la pace. Crispi dette le dimissione da deputato e il 27 aprile lasciò la Sicilia su una nave diretta a Marsiglia. Esilio in Europa (1849-1858)

● A Marsiglia Crispi conobbe la donna che sarebbe diventata la sua seconda moglie: Rose Montmasson di cinque anni più giovane, appartenente ad una famiglia di agricoltori dell'alta Savoia.

● Nel 1849 si trasferisce a Torino, perché bandito dal Regno delle due Sicilie, dopo essere stato scoperto di avere ancora contatti con liberali siciliani.

● Condivise le idee repubblicane di Mazzini, ed in occasione della fallita insurrezione mazziniana del 1853, fu arrestato dalla polizia torinese e incarcerato. Trasferito alle carceri genovesi di San Lorenzo fu fatto salire su una nave e sbarcato a Malta.

● Nell'isola Crispi ebbe contatti con l'agguerrito cospiratore Nicola Fabrizi con il quale strinse amicizia e per tamponare la difficile situazione economica, nel febbraio del 1854, accettò di dirigere un giornale “La Staffetta”. La Pubblicazione adottò una linea mazziniana e di neutralità verso la guerra di Crimea. Non si schierò nè coi russi nè con i turchi considerandoli entrambi oppressori e barbari.

● Nell'ultima permanenza nell'isola Crispi sposò, il 27 dicembre del 1854, Rose Montmasson e il 30 lasciò Malta per l' Inghilterra dove si era trasferito Mazzini. L'attentato di Orsini a Parigi.

● A Londra fece visita a Mazzini che lo aiutò anche finanziariamente. Mal sopportava il clima londinese e dopo breve periodo andò a Parigi dove giunse il 10 gennaio 1856 e dove trovò lavoro come giornalista. Continuò ad avere rapporti con Mazzini e con la sua propaganda.

● Lo informarono intanto della morte del padre e della madre avvenuta 3 anni prima,la seconda notizia tenutagli nascosta dal padre che non voleva accrescere i dispiaceri del figlio.

● Nel 1857 fu, secondo un testimone, coinvolto nell'attentato che Felice Orsini compì contro Napoleone III. ● L'attentato fallì perché le tre bombe lanciate contro la carrozza dell'imperatore esplosero senza colpire il monarca. Dei cinque cospiratori uno solo rimase non identificato.

● Nel 1908,(sette anni dopo la morte di Crispi) uno di loro, Carlo Di Rudio, affermò di avere visto, mezz'ora prima dell'attentato, un uomo avvicinarsi e scambiare delle parole d'intesa con l'Orsini e di aver riconosciuto in lui Francesco Crispi.

● Ma l'esistenza di un quinto cospiratore è tutt'altro che certa. Lo stesso Di Rudio al processo, contrariamente a quanto dichiarato cinquant'anni dopo, negò il particolare dell'incontro. Da Londra a Quarto 1858-1860

● Se Crispi fosse stato coinvolto nella congiura avrebbe tentato di lasciare la Francia, cosa che non fece, almeno di sua iniziativa. Nella reazione delle autorità francesi all'attentato gli investigatori raccolsero su Crispi informazioni e gli venne notificati un decreto di espulsione.

● Tornato a Londra si allontanò progressivamente dalle idee repubblicane di Mazzini.

● Il Piemonte e Napoleone III erano riusciti a battere l'Austria nella seconda guerra d' Indipendenza e vide la possibilità di un ritorno del clima rivoluzionario. Il 26 luglio 1859 sbarcò in segreto a . ● Riteneva che fosse venuto il momento dell'insurrezione in Sicilia. Prese accordi con i mazziniani, e per la sommossa fu scelta la data del 4 ottobre. Ma l'insurrezione fu rimandata a tempo indeterminato.

● In Crispi nacque allora la convinzione non si sarebbe più dovuto contare per il futuro sui comitati, ma si doveva collegarsi direttamente al popolo, con l'appoggio di una spedizione militare,

● Nel 1860 Crispi e Rosolino Pilo scrissero una lettera a Garibaldi prospettando una spedizione militare. ● Garibaldi rispose interessato ma senza impegno. Le cose cambiarono con il ritorno al potere di Cavour e la cessione di Nizza e Savoia alla Francia. In questa atmosfera si ebbero alcuni episodi rivoluzionari a Palermo e il compito di convincere Garibaldi ricadde su Crispi.

● Costui con Bixio, il 7 aprile del 1860, si recarono a Torino, dove Garibaldi si compiacque per le notizie provenienti dalla Sicilia e promise di tornare a Genova per preparare la spedizione.

● Il fatto centrale della politica piemontese fu la scissione creatasi sulla questione italiana fra il conte Cavour e i moderati da un lato e Garibaldi e Vittorio Emanuele dall'altro. I moderati temevano il potenziale rivoluzionario di di Garibaldi e dei mazziniani e avevano paura di compromettere le relazioni con le potenze straniere , prima di tutte la Francia.

● Intanto Rose, la moglie di Crispi ,aveva deciso di partecipare alla spedizione , risultando l'unica donna ad imbarcarsi con i Mille. La spedizione dei Mille

● La spedizione partì il 6 maggio 1860 da Quarto. Crispi si imbarcò sulla più piccola delle navi , il Piemonte, insieme con Garibaldi. L'11 Maggio le imbarcazioni erano in vista di Marsala. Crispi fu il primo a scendere a terra e con 50 uomini si assicurò il controllo dei punti strategici.

● A Salemi Crispi cominciò a formare un governo provvisorio e presentò a Garibaldi un decreto che formalizzava la nomina del generale a “dittatore” e lo lesse dal balcone del minicipio. ● La vittoria dei Mille a Calatafimi dette all'impresa una notevole spinta. Garibaldi si proclamò dittatore e oraganizzò una amministrazione efficente. Creò la carica di primo segretario di Stato il cui compito era di proporre al dittatore le disposizioni necessarie contrassegnandone i decreti.

● Il primo a ottenere il mandato fu Crispi il cui obiettivo fu quello di paralizzare le strutture borboniche e convincere i proprietari che l'alternativa a Garibaldi era il caos. Un decreto dello stesso giorno abolì la tassa sul macinato e rese illegale la tassazione borbonica. ● Ora l'obiettivo di Garibaldi era Palermo. Crispi lo consigliò di unirsi alle squadre di Giuseppe La Nasa e puntare sulla città, dove giunse il 26 maggio. Nel pomeriggio del 27 la città era in gran parte insorta e Crispi poté dedicarsi a creare un governo provvisorio insediando un Comitato generale articolato in varie sezioni.

● Fu annunciato che il furto, l'omicidio e il saccheggio sarebbero stati puniti con la morte, nominò nuovi capi di polizia e arrestò di vecchi funzionari borbonici.

● Infine Crispi trattò la resa della città con il generale borbonico Ferdinando Lanza il 6 giugno. Contro Cavour

● L'obiettivo di Crispi era l'unità della nazione attraverso il propagarsi dell'insurrezione.

● Il Presidente del Consiglio piemontese Cavour, invece, voleva l'annessione della Sicilia al Regno di Sardegna e impedire che la rivoluzione si propagasse fino a Roma.

● Questo perché lo Stato Pontificio era protetto dalla Francia, una potenza amica del Piemonte

● Crispi auspicava la Sicilia integrata solo in una nazione italiana. Trovandosi in grave difficoltà, quando il 23 giugno venne organizzata a Palermo una importante manifestazione contro di lui, dette le dimissioni. ● Per consolidare le posizioni dei democratici, Crispi fondò un giornale” Il Precursore” che usci in quell'anno a Palermo.

● Il messaggio ai siciliani era chiaro: essi dovevano contribuire a liberare il resto degli italiani.

● Il 7 settembre Garibaldi entrava a Napoli.

● A Napoli il governo provvisorio di Garibaldi era nelle mani dei fedeli di Cavour. La spinta rivoluzionaria si stava intanto esaurendo specialmente dopo la battaglia del Volturno.

● Per rafforzare la sua posizione verso il re Garibaldi, il 3 0ttobre 1860, nominò prodittatore di Napoli Giorgio Pallavicino, il quale definì subito Crispi incompatibile con la carica di Segretario di Stato.

● Cavour aveva dichiarato che nell'Italia meridionale non avrebbe accettato altro che l'annessione incondizionata al Regno di Sardegna , mediante plebiscito . Deputato al parlamento italiano

● Crispi invece aveva ancora la speranza di far proseguire la rivoluzione per riscattare Roma e Venezia.

● Quando i due prodittatori di Napoli e di Sicilia, e Pallavicino optarono per il plebiscito Crispi si dimise dal governo di Garibaldi.

● Nelle elezioni politiche del 27 gennaio 1861, Crispi si candidò a Palermo, dove gli fu preferito un moderato Vincenzo Fardella. A sua insaputa, però, un ricco proprietario della provincia di Trapani, Vincenzo Favara, lo aveva candidato anche nel collegio di Castelvetrano dove fu eletto. ● Riunitosi il parlamento a Palazzo Carignano a Torino il 18 febbraio 1861, Crispi occupò il seggio n. 58 posto all'estrema sinistra nell'area dove si raggrupparono circa cento democratici dell'opposizione.

● Quando Urbano Rattazzi divenne Presidente del consiglio nel 1862, intenzionato a sottrarre Roma allo Stato Pontificio, aveva formato un governo di centro sinistra, nel quale Crispi si rifiutò di partecipare per non rompere i rapporti con i democratici.

● ● Garibaldi intanto sbarcò in Sicilia dove sarebbe partita una spedizione per Roma. Crispi a Torino annunciò il suo sostegno all'impresa.

● La spedizione fu stroncata dal Rattazzi sull'Aspromonte per timore di una reazione della Francia.

● Questo episodio fu traumatico per Crispi che lo portò a considerare più seriamente la strada del costituzionalismo, (che quella della rivoluzione) accrescendo la distanza che lo separava da Mazzini.

● Tale divergenza si accentuò nonostante la convenzione di settembre, un accordo del 1864 stipulato fra Italia e Francia dal governo Minghetti, dove era previsto l'allontanamento delle truppe francesi dallo Stato Pontificio. In cambio l'Italia rinunciava a Roma.

● Tutto ciò gli costò un duro attacco di Mazzini dalle pagine de “Unità Italiana” che lo accusò di tradimento ( la Monarchia , disse Crispi alla camera dei deputati, ci unisce, la Repubblica ci dividerebbe), La conquista di Roma 1865-1870

● Dal 1865, grazie alla sua professione di avvocato Crispi stava diventando un uomo ricco. A questa professione accompagnò l'appartenenza alla Massoneria diventando Maestro della loggia palermitana del Grande Oriente chiamata i” Rigeneratori del 12 gennaio del 1848 al 1860 Garibaldini”.

● Candidandosi nel 1865 alle elezioni politiche uscì vincente a Castelvetrano e Città di Castello.

● Terminata la terza guerra d'indipendenza con la cessione del Veneto, accrebbe molto la stima per la Prussia e scemò quella verso Napoleone III. ● Nel 1867 dopo la caduta di Ricasoli, vennero indette nuove elezioni e Crispi fu eletto in due collegi, a Maglie e Castelvetrano. Fondò la “riforma” che divenne il primo foglio della sinistra patriottica.

● Nell'ultimo tentativo fallito di conquistare Roma nel 1867 seguito dalla sconfita di Mentana ad opera dei francesi, Garibaldi venne arrestato, non fu imprigionato ma Crispi ottenne di tenerlo in una sorta di esilio a Caprera. ● L'occasione definitiva di conquistare Roma si presentò nel 1870, quando scoppiata la guerra Franco Prussiana Napoleone fu sconfitto a Sedan.

● Per Crispi era un atto di liberazione. Non solo l'Italia aveva bisogno di rivendicare Roma, perché le apparteneva di diritti, ma anche l'approvazione degli stessi romani era superflua perché, piacesse o meno , essi erano cittadini italiani. Difficoltà economche e famigliari (1870-1875)

● Nel 1871 Crispi si trasferì a Roma. Il matrimonio con Rose Montmasson era in crisi. Economicamente le cose andavano male per i debiti contratti a causa de “La riforma” e di un cattivo acquisto di immobili a Firenze,

● In quell'anno si era innamorato di una vedova trentenne, Filomena Barbagallo, ma tra il 1871-72 aveva avuto anche una relazione con Luisa Del Testa dalla quale ebbe un figlio. Nell'ottobre del 1873 ebbe una figlia anche da Lina , Giuseppa Ida Marianna , con la quale si dimostrò un padre molto affettuoso. In cambio di un assegno, intanto, Rose, riconobbe di non essere mai stata legalmente sposata e andò via. Primi incarichi (1876-78)

● Dopo la schiacciante vittoria elettorale della sinistra nel 1876, Crispi fu eletto Presidente della Camera e allo scoppio del conflitto Russo Turco fu incaricato di sondare a Berlino la possibiltà di una guerra in comune di Germania e Italia contro l'Austria.

● Quindi nel 1877 si recò prima a Parigi e poi a Berlino dove raggiunse il cancelliere tedesco Otto von Birsmarck che si dichiarò subito contrario a qualsiasi accordo contro l'Austria, mentre si dimostrò favorevole ad una intesa contro la Francia. Ma l'alleanza anti francese offerta dal cancelliere venne ignorata dal governo italiano. ● Caduto il primo governo Depretis nel dicembre del 1877, anche per le scorrettezze del ministro dell'interno Giovanni Nicotera, il re affidò di nuovo il governo al Depretis che volle Crispi agli interni, il quale accettò nella speranza di ricucire le diverse anime della sinistra.

● Dovette occuparsi dell'ordine pubblico ai funerali di Vittorio Emanuele e di Pio IX. Chiese e ottenne che il re fosse sepolto a Roma e non a Torino. Ai funerali parteciparono duecento mila persone e l'ordine fu perfetto. ● Si adoperò affinché al nuovo sovrano venisse assegnato il nome di Umberto I e non Umberto IV, come volevano gli ambienti piemontesi per sottolineare la continuità con i monarchi del Regno di Sardegna.

● Dopo la morte del papa assicurò il regolare svolgimento del conclave e mandò la polizia in piazza San Pietro per impedire disordini durante l'esposizione del corpo di Pio IX ● Dopo gli scandali la posizione politica di Crispi si indebolì e nel 1979 difronte alla volontà del parlamento di discriminare il mezzogiorno in materia di tassa sul macinato, si ritirò a Napoli.

● Nal 1880 era di nuovo a Roma ad accusare il terzo governo Cairoli di debolezza di fronte alla penetrazione della Francia in Tiunisia, territorio al quale anche l'Italia aspirava. Infatti nel 1881 l'esercito francese invase la Tunisia. ● Tornato al governo , Depretis, arrivò alla camera il disegno di legge per la modifica della legge elettorale, Crispi era per il suffragio universale maschile e il suo suggerimento che tutti i maschi adulti la cui alfabetizzazione fosse stata attestata da un notaio potevano votare, fu accettata.

● Uno sbarramento di censo rimase, ma grazie al punto sostenuto da Crispi mezzo milione di italiani (oltre il 20% del corpo elettorale) acquisì il diritto di voto.

● Nel maggio 1882, in conseguenza dell'isolamento dell'Italia in campo internazionale, si concluse la Triplice Alleanza con Austria e Germania. ● Occupata la Tinisia dai francesi, Crispi pose l'attenzione nel 1882 sull'Egitto. Qui gli inglesi e i francesi vedevano in pericolo i loro interessi a causa delle proteste popolari.

● Andò a Londra per dare all'Italia un ruolo nell'imminente spedizione militare. Dopo una tappa a Berlino dove si assicurò che l'alleato non avesse nulla in contrario alla sua iniziativa , si imbarcò per l'Inghilterra, dove il ministro degli esteri Granville fu entusiasta nel sapere che l'Italia voleva partecipare ad un corpo di spedizioni in Egitto. Cosa però subito smentita da Mancini, ministro degli esteri, che deluse Crispi il quale accusò il governo di adottare una politica internazionale borghese ed imbelle, ● In politica interna, intanto, l'introduzione della riforma elettorale aveva fatto temere che gli estremisti potessero avere buon gioco con i nuovi elettori. Il capo della sinistra Depretis e quello destra Minghetti cominciarono così una politica di collaborazione (era il trasformismo).

● Crispi si oppose a tutto ciò e con lui Cairoli, Nicotera, Zanardelli e Baccarini che avviarono un movimento politico che fu chiamato la “Pentarchia”. ● Il partito era fragile causa la rissosità del gruppo. In politica estera nel 1885 Crispi criticò l'iniziativa del governo di inviare un contingente militare a Massaua un porto sulla costa eritrea. Intanto nelle elezioni politiche del 1886 i temi principali di Crispi furono la questione morale e quella sociale.

● Dopo l'episodio di Dogali, dove una colonna di soldati italiani fu sterminata dagli etiopi l'8 febbraio 1887, il presidente del consiglio Depretis si dimise. ● Alla morte del Depretis, avvenuta il 29 luglio del 1887, re Umberto chiese a Crispi di formare il governo. Il re lo preferì per il suo appoggio alla Triplice Alleanza e per la sua convinzione di allestire un esercito forte.

● Nel nuovo esecutivo Crispi tenne per se il ministero degil Interni e degli Esteri e forte di tutto ciò incontrò Bismarck a Friedrichsruh, dove discusse degli equilibrii internazionali. ( il viaggio ebbe un valore politico notevole). ● Il disegno di legge più importante del suo governo fu il “Riordinamento dell'amministrazione centrale dello Stato “ con cui Crispi desiderava rafforzare la figura del capo di governo. In Precedenza aveva costituito la Segreteria del Presidente del Consiglio i cui compiti erano quelli di rivedere i decreti legge prima che arrivassero in Parlamento.

● Il nuovo disegno di legge mirava a separare i ruoli dell'esecutivo da quelli del Parlamento e di mantenere il re libero di decidere sull'organizzazione dei vari dicasteri. Prevedeva, inoltre, la figura dei Sottosegretari per aiutare i Ministri. La legge passò il 9 dicembre 1887. La politica coloniale e il trattato di Uccialli

● Stabilizzata la situazione internazionale Crispi puntò l'attenzione sull'africa orientale dove Menelik, re dello Scioa, era diventato rivale del suo imperatore, il negus Giovanni IV. Questi conduceve una guerra strisciante contro l'Italia che nel 1887 era stata sconfitta a Dogali.

● Era naturale che Crispi si schierasse con Menelik.

● Quando la guerra sembrò per scoppiare fra i due cominciò l'avanzata verso Asmara il 2 maggio del 1888. Morto nel frattempo Giovanni e Menelik divenuto imperatore, concluse il trattato di Uccialli in cui riconosceva all'Italia i diritti di quest'ultima sulla città e su buona parte dell 'altipiano. Crispi e i suoi ministri al Quirinale nel capodanno del 1888 La riforma della sanità e della giustizia

● Asmara fu occupata nell'agosto del 1889 e la prima colonia italiana , l'Eritrea, nacque ufficialmente nel 1890.

● Oltre al codice Zanardelli e la riforma dei comuni Crispi si occupò della riforma della Sanità Pubblica e di quella che mirava a proteggere i cittadini dagli abusi amministrativi dello Stato (creò una sezione del Consiglio di Stato che ebbe l'incarico di occuparsi delle vertenze poste dai cittadini vittime della burocrazia). Presso il Ministero dell'Interno istituì la Direzione di sanità pubblica coinvolgendo per la prima volta i medici nel processo decisionale.

● Trasformò il Consiglio superiore di sanità in un organo di medici specialisti anziché di amministratori e creò la figura del medico provinciale. L'attentato di Napoli, le congregazioni e la crisi di governo.

● Le soddisfazioni politiche furono interrotte,il 13 settembre 1889, da un avvenimento che lo gettò nello sconforto. A Napoli mentre il presidente, durante una pausa estiva percorreva in carrozza via Caraccioli, uno studente, Emilio Caporali lanciò con violenza due pietre contro Crispi che fu colpito da una di esse alla mandibola.

● La ferita non grave ebbe bisogno di cinque punti. Lo studente, arrestato gli fu diagnosticata una malattia mentale. Questo episodio lo disturbò psicologicamente e fu sul punto di dimettersi, ma l'accorata lettera di Rattazzi lo dissuase. ● Le congregazioni: Crispi le riformò stabilendo che in uno stato moderno la responsabilità dell'assistenza ai bisognosi spettava all'autorità pubblica . I comuni dovevano istituire “le congregazioni di carità”, le nomine spettavano pure ai consigli comunali, erano ammesse le donne ma non i parroci.

● Per controllare tali congregazioni Crispi dispose che le decisioni più importanti e la loro contabilità dovevano essere approvate dalla giunta provincile a capo della quale vi era il prefetto. La legge fu approvata nel 1889 e nello stesso anno Leone XIII la condannava come antireligioca. ● I risultati delle lezioni del 23 novembre 1890 furono uno straordinario trionfo per Crispi: su 508 deputati 405 si schierarono con il governo. Ma già si avvicinava una crisi politica. Menelik aveva contestato il testo in italiano del trattato di Uccialli affermando che la versione in amarico non obbligava l'Etiopia a servirsi dell'Italia per la sua politica estera. L'Etiopia, quindi, non si considerava un protettorato dell'Italia. Menelik informò la stampa straniera e lo scandalo scoppiò. Giolitti fu il primo ad abbandonare il Governo.

● Nel 1891 quando Crispi decise di mettere ordine nel settore finanziario, minacciando i redditi di un gran numero di deputati, il suo esecutivo fu sconfitto con 186 voti contro 123. Governo Rudinì e Giolitti 1891-1893

● Re Umberto dette l'incarico di formare il governo al marchese Rudinì il cui esecutivo visse stentatamente fini ai primi di maggio del 1892, quando Giolitti non lo mise in minoranza e ricevette a sua volta l'incarico di formare un nuovo governo. Nel dicembre del 1892 fu però coinvolto nello scandalo della banca Romana su guadagni illeciti. Consegnato il rapporto conclusivo al parlamento Giolitti ne uscì malissimo e nel novembre del 1893 dette le dimissioni.

● Intanto con la sommossa dei fasci siciliani dei lavoratori le voci che chiedevano un ritorno di Crispi si fecero più insistenti. ●

● 1895: Crispi come il "Globo furbovolponico politico aerostatico a prova di bomba e pistola" di nome "Ciccio" che si libra in aria bruciando il plico con le accuse contro di lui. In alto cade l'Anarchia, e il Socialismo è in difficoltà. La Maggioranza acclama, il Paese, il Giornalismo e il Senato osservano, l'Opposizione fischia e il Clero tenta invano di forare il "globo" ● Crispi riprende il potere il 12 dicembre 1893 e lo terrà fino al marzo del 1896.

● Ristabilì l'ordine interno con duri sistemi repressivi: proclamò lo stato d'assedio in Sicilia. I Fasci vennero sciolti d'autorità e i loro dirigenti arrestati.

● Attaccò il movimento operaio decretando lo scioglimento del Partito Socialista. ● Intanto Menelik aveva rotto il trattato di Uccialli e, sostenuto dalla Francia gelosa della espansione italiana, dava inizio alle ostilità.

● Più di centomila uomini armati dai francesi ebbero ragione del presidio di Amba Alagi al comando di Pietro Toselli e successivamente il presidio di Macallè al comando di Giuseppe Galiano,

● Il primo marzo del 1896 quindicimila italiani al comando del generale Oreste Baratieri furono massacrati dalla superiorità numerica degli etiopi ad Adua. ● Dopo Adua il governo si dimise e Crispi, investito di forti polemiche per aver condotto una politica coloniale “personale”, scomparve per sempre dalla vita politica italiana.

● L'utima sua apparizione fu ai funerali di re Umberto ucciso A Monza. Morirà a Napoli, per una attacco cardiaco il 9 agosto del 1901, all'età di 83 anni.