Francesco Crispi Francesco Crispi

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Francesco Crispi Francesco Crispi FRANCESCO CRISPI FRANCESCO CRISPI Origini e Gioventù La famiglia di Francesco Crispi era della cittadina di Palazzo Adriano, una piccola comunità agricola nei pressi di Palermo appartenente alla minoranza albanese di Sicilia. Il paese era stato fondato nel sec. XV da albanesi in fuga dai turchi- ottomani e il nonno paterno di Crispi, anch'egli Francesco, era un sacerdote del clero italo – albanese ortodosso. ● Il figlio maggiore di costui, Tommaso, aveva sposato una ricca vedova, Giuseppa, dal cui matrimonio nacque il 4 ottobre 1818 a Ribera, il primo maschio, Francesco, secondo di nove figli. ● ● La prima istruzione l'ebbe presso una famiglia ed a undici anni, nel 1829, entrò nel seminario Italo-Albanese di Palermo dove gli si impartì una formazione prettamente classica e dove acquisì la passione per la storia. ● Il piccolo Francesco rimase i Seminario fino al 1834, periodo in cui il padre, divenuto sindaco di Ribera incontrava grosse difficoltà politiche, di salute e finanziarie. ● ● Nello stesso periodo , Francesco freguentò il poeta e medico Vincenzo Navarro la cui amicizia segnò la sua iniziazione al romanticismo. Nel 1835 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Palermo e due anni dopo si innamorò di Rosina D'Angelo, la figlia di un orefice. ● Nonostante il divieto paterno, Crispi sposò Rosina nello stesso 1837, quando la giovane ventenne era già incinta. In maggio la moglie partorì e Crispi riusci a ricucire i rapporti con la famiglia. La nascitura fu battezzata Giuseppa , come la nonna paterna. ● ● Fu un matrimonio breve. Rosina morì infatti il 29 luglio del 1839 dopo aver dato alla luce il secondo figlio, Tommaso. Il bambino visse poche ore e nel dicembre dello stesso anno morì anche Giuseppa. ● Tra il 1838-39, prima che la tragedia famigliare lo colpisse, Crispi fondò un proprio giornale, l'Oreteo. Questa esperienza lo mise in contatto con una serie di personaggi politici tra cui il liberale napoletano Carlo Poerio. ● ● Già nel 1842 Crispi scriveva della necessità di istruire i poveri, del danno procurato dalla eccessiva ricchezza della Chiesa, della necessità che tutti i cittadini, donne incluse, fossero uguali davanti alla legge. ● Superato l'esame finale con un “ buono” nel 1843 ottenne la laurea e decise di tentare l'avvocatura a Napoli. ● ● Nel 1846, con l'elezione di papa Pio IX e i suoi primi provvedimenti liberali, scatenarono un' ondata di euforiche attese. ● ● L'anno dopo, il liberale siciliano Giovanni Raffaele, ricercato dalle autorità Borboniche, prima di riparare a Marsiglia affidò a Crispi il compito di fare da collegamento fra i capi liberali di Palermo e quelli di Napoli. ● Il 20 dicembre 1847, i tempi erano oramai maturi per la rivoluzione. Crispi fu inviato a Palermo con Salvatore Castiglia per prepararla. Nei dieci giorni successivi incontrò il principe Torremuzza, il principe Pandolfina, Rosolino Pilo e altri. ● Quando lasciò la Sicilia, il 31 dicembre, era stato raggiunto l'accordo che l'insurrezione sarebbe scoppiata il 12 gennaio, il giorno del compleanno di re Ferdinando II. La rivoluzione siciliana (1848-1849) ● La rivoluzioine scoppiò a Palermo il 12 gennaio 1848. Crispi partì da Napoli per la Sicilia il giorno dopo e il 14 era a Palermo. Il Comitato Generale, diretto dal liberale Ruggero Settimo, fu articolato in quattro comitati. ● ● A crispi fu assegnato quello della difesa con una speciale resposabilità per l'allestimento delle barricate. ● ● Con i primi successi militari i comitati si riorganizzarono: quello di Crispi divenne di Guerra e di Marina. ● In questi giorni di rivoluzione Crispi fondò l'Apostolato. Su questo secondo foglio enunciò le sue idee politiche. ● ● Si espresse per una soluzione federale della questione italiana sulle idee di Vincenzo Gioberti e sulla necessità per la Sicilia di ottenere l'appoggio delle potenze europee e ripristinare la costituzione del 1812, gradita alla Gran Bretagna. DEPUTATO PER LA GUERRA AD OLTRANZA ● Il 25 marzo del 1848 nella chiesa di San Domenico a Palermo fu inaugurato il Parlamento autonomo. Crispi fu nominato deputato di Ribera. ● Nello stesso tempo accusò il governo siciliano di negligenza e di voler sabotare i suoi sforzi di galvanizzare la resistenza militare di fronte alla avanzate delle truppe borboniche. ● Dopo i successi dei borbonici il 14 aprile del 1849, l'ammiraglio francese Charles Baudin offrì, a nome del governo francese, una mediazione per la pace. Crispi dette le dimissione da deputato e il 27 aprile lasciò la Sicilia su una nave diretta a Marsiglia. Esilio in Europa (1849-1858) ● A Marsiglia Crispi conobbe la donna che sarebbe diventata la sua seconda moglie: Rose Montmasson di cinque anni più giovane, appartenente ad una famiglia di agricoltori dell'alta Savoia. ● Nel 1849 si trasferisce a Torino, perché bandito dal Regno delle due Sicilie, dopo essere stato scoperto di avere ancora contatti con liberali siciliani. ● Condivise le idee repubblicane di Mazzini, ed in occasione della fallita insurrezione mazziniana del 1853, fu arrestato dalla polizia torinese e incarcerato. Trasferito alle carceri genovesi di San Lorenzo fu fatto salire su una nave e sbarcato a Malta. ● Nell'isola Crispi ebbe contatti con l'agguerrito cospiratore Nicola Fabrizi con il quale strinse amicizia e per tamponare la difficile situazione economica, nel febbraio del 1854, accettò di dirigere un giornale “La Staffetta”. La Pubblicazione adottò una linea mazziniana e di neutralità verso la guerra di Crimea. Non si schierò nè coi russi nè con i turchi considerandoli entrambi oppressori e barbari. ● Nell'ultima permanenza nell'isola Crispi sposò, il 27 dicembre del 1854, Rose Montmasson e il 30 lasciò Malta per l' Inghilterra dove si era trasferito Mazzini. L'attentato di Orsini a Parigi. ● A Londra fece visita a Mazzini che lo aiutò anche finanziariamente. Mal sopportava il clima londinese e dopo breve periodo andò a Parigi dove giunse il 10 gennaio 1856 e dove trovò lavoro come giornalista. Continuò ad avere rapporti con Mazzini e con la sua propaganda. ● Lo informarono intanto della morte del padre e della madre avvenuta 3 anni prima,la seconda notizia tenutagli nascosta dal padre che non voleva accrescere i dispiaceri del figlio. ● Nel 1857 fu, secondo un testimone, coinvolto nell'attentato che Felice Orsini compì contro Napoleone III. ● L'attentato fallì perché le tre bombe lanciate contro la carrozza dell'imperatore esplosero senza colpire il monarca. Dei cinque cospiratori uno solo rimase non identificato. ● Nel 1908,(sette anni dopo la morte di Crispi) uno di loro, Carlo Di Rudio, affermò di avere visto, mezz'ora prima dell'attentato, un uomo avvicinarsi e scambiare delle parole d'intesa con l'Orsini e di aver riconosciuto in lui Francesco Crispi. ● Ma l'esistenza di un quinto cospiratore è tutt'altro che certa. Lo stesso Di Rudio al processo, contrariamente a quanto dichiarato cinquant'anni dopo, negò il particolare dell'incontro. Da Londra a Quarto 1858-1860 ● Se Crispi fosse stato coinvolto nella congiura avrebbe tentato di lasciare la Francia, cosa che non fece, almeno di sua iniziativa. Nella reazione delle autorità francesi all'attentato gli investigatori raccolsero su Crispi informazioni e gli venne notificati un decreto di espulsione. ● Tornato a Londra si allontanò progressivamente dalle idee repubblicane di Mazzini. ● Il Piemonte e Napoleone III erano riusciti a battere l'Austria nella seconda guerra d' Indipendenza e vide la possibilità di un ritorno del clima rivoluzionario. Il 26 luglio 1859 sbarcò in segreto a Messina. ● Riteneva che fosse venuto il momento dell'insurrezione in Sicilia. Prese accordi con i mazziniani, e per la sommossa fu scelta la data del 4 ottobre. Ma l'insurrezione fu rimandata a tempo indeterminato. ● In Crispi nacque allora la convinzione non si sarebbe più dovuto contare per il futuro sui comitati, ma si doveva collegarsi direttamente al popolo, con l'appoggio di una spedizione militare, ● Nel 1860 Crispi e Rosolino Pilo scrissero una lettera a Garibaldi prospettando una spedizione militare. ● Garibaldi rispose interessato ma senza impegno. Le cose cambiarono con il ritorno al potere di Cavour e la cessione di Nizza e Savoia alla Francia. In questa atmosfera si ebbero alcuni episodi rivoluzionari a Palermo e il compito di convincere Garibaldi ricadde su Crispi. ● ● Costui con Bixio, il 7 aprile del 1860, si recarono a Torino, dove Garibaldi si compiacque per le notizie provenienti dalla Sicilia e promise di tornare a Genova per preparare la spedizione. ● Il fatto centrale della politica piemontese fu la scissione creatasi sulla questione italiana fra il conte Cavour e i moderati da un lato e Garibaldi e Vittorio Emanuele dall'altro. I moderati temevano il potenziale rivoluzionario di di Garibaldi e dei mazziniani e avevano paura di compromettere le relazioni con le potenze straniere , prima di tutte la Francia. ● Intanto Rose, la moglie di Crispi ,aveva deciso di partecipare alla spedizione , risultando l'unica donna ad imbarcarsi con i Mille. La spedizione dei Mille ● La spedizione partì il 6 maggio 1860 da Quarto. Crispi si imbarcò sulla più piccola delle navi , il Piemonte, insieme con Garibaldi. L'11 Maggio le imbarcazioni erano in vista di Marsala. Crispi fu il primo a scendere a terra e con 50 uomini si assicurò il controllo dei punti strategici. ● ● A Salemi Crispi cominciò a formare un governo provvisorio e presentò a Garibaldi un decreto che formalizzava la nomina del generale a “dittatore” e lo lesse dal balcone del minicipio. ● La vittoria dei Mille a Calatafimi dette all'impresa una notevole spinta. Garibaldi si proclamò dittatore e oraganizzò una amministrazione efficente. Creò la carica di primo segretario di Stato il cui compito era di proporre al dittatore le disposizioni necessarie contrassegnandone i decreti. ● Il primo a ottenere il mandato fu Crispi il cui obiettivo fu quello di paralizzare le strutture borboniche e convincere i proprietari che l'alternativa a Garibaldi era il caos. Un decreto dello stesso giorno abolì la tassa sul macinato e rese illegale la tassazione borbonica.
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