Fonti Per La Storia Della Malaria in Italia
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PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO STRUMENTI CLVI ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO Fonti per la storia della malaria in Italia Repertorio a cura di FLORIANO BOCCINI, ERMINIA CICCOZZI, MARIAPINA DI SIMONE, NELLA ERAMO saggio introduttivo e coordinamento di MAURA PICCIALUTI I MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI 2003 DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI SERVIZIO DOCUMENTAZIONE E PUBBLICAZIONI ARCHIVISTICHE Direttore generale: Salvatore Italia Direttore del Servizio: Antonio Dentoni-Litta Comitato per le pubblicazioni: Salvatore Italia, presidente, Paola Carucci, Antonio Dentoni-Litta, Ferruccio Ferruzzi, Cosimo Damiano Fonseca, Guido Melis, Clau- dio Pavone, Leopoldo Puncuh, Isabella Ricci, Antonio Romiti, Isidoro Soffietti, Giuseppe Talamo; Lucia Fauci Moro, segretaria. © 2003 Ministero per i beni e le attività culturali Direzione generale per gli archivi ISBN 88-7125-225-X Vendita: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato-Libreria dello Stato Piazza Verdi 10, 00198 Roma Finito di stampare nel mese di febbraio 2003 a cura della Edimond s.r.l. di Città di Castello (PG) con i tipi della Sat SOMMARIO I INTRODUZIONE di Maura Piccialuti Il Parlamento italiano e la legislazione sulla malaria dall’unifi- cazione all’avvento del fascismo VII 1. Le leggi sulla malaria IX 2. Le leggi dei governi della Sinistra XIV 3. Le riforme crispine e la legislazione sanitaria XXXI 4. L’Età giolittiana: i medici legislatori XXXVIII 5. L’Età giolittiana e le bonifiche: testi unici, leggi generali e speciali LXI 6. Verso il Fascismo: dai decreti luogotenenziali ai decreti legge LXXXIII REPERTORIO Ministero di agricoltura, industria e commercio, Direzione gene- rale dell’agricoltura, 1848-1914, a cura di Nella Eramo 3 Ministero dell’interno, Direzione generale della sanità pubblica, 1867-1934, a cura di Mariapina Di Simone 39 II Ministero dell’agricoltura e foreste, Direzione generale bonifica e colonizzazione, 1900-1960, a cura di Nella Eramo 333 Ministero della sanità, Istituto superiore di sanità, 1934-1978, a cura di Mariapina Di Simone 481 Opera nazionale per i combattenti, 1918-1978, a cura di Floriano Boccini e Erminia Ciccozzi 519 Istituto di malariologia “Ettore Marchiafava”, 1927-1971, a cura di Erminia Ciccozzi 607 Istituto interprovinciale antimalarico per le Venezie, 1927-1973, a cura di Floriano Boccini 649 Sommario VI INDICI Indice dei nomi 681 Indice delle località 683 TAVOLE 783 IL PARLAMENTO ITALIANO E LA LEGISLAZIONE SULLA MALARIA DALL’UNIFICAZIONE ALL’AVVENTO DEL FASCISMO di Maura Piccialuti 1. Le leggi sulla malaria La grande quantità di dati che vengono presentati agli studiosi in questo repertorio – frutto d’un lavoro d’équipe – è preceduta da pre- messe ai singoli contributi di contenuto storico-istituzionale e archivi- stico, alle quali si fa in ogni caso rinvio: in esse il lettore troverà, a commento della documentazione d’archivio inventariata, molte notizie relative alla storia degli organi pubblici – ministeri ed enti – che via via nel tempo vennero preposti ad affrontare la piaga sociale della mala- ria in Italia. Vicende di organi e uffici, indicazioni delle loro compe- tenze e della loro organizzazione, descrizioni della loro attività ed esem- plificazioni dei documenti prodotti1. Una storia necessariamente rico- struita sulle strutture burocratiche, il loro funzionamento, le loro inno- vazioni e modificazioni, dall’indomani dell’Unificazione al secondo dopo- guerra. Una storia che partendo dagli interventi dello Stato italiano in campi diversi e con strumenti differenziati, ingegneristici o sanitari, agro- nomici o medici, si allarga su una realtà sociale difficile, talvolta dram- matica, percorsa su tutto il territorio nazionale da una malattia ende- mica, la malaria. Il filo conduttore che connette questa grande quantità di dati è quel- lo delle leggi che a partire dal 1878 ebbero attinenza, anche se non sempre direttamente, con il gran tema della malaria2. Si legiferò su diver- 1 Un’anticipazione di questo volume è in «Medicina nei secoli. Arte e scienza. Giornale di sto- ria della medicina», X (1998): M. PICCIALUTI, Un repertorio archivistico sulla malaria, pp. 367-378; M. DI SIMONE, L’amministrazione sanitaria in Italia e la malaria, pp. 379-396; N. ERAMO, Gli archi- vi del Ministero dell’agricoltura quali fonti per la storia della malaria, pp. 397-412; F. BOCCINI-E. CICCOZZI, Enti e lotta antimalarica. L’Opera nazionale combattenti, l’Istituto di malariologia Ettore Marchiafava, l’Istituto interprovinciale antimalarico delle Tre Venezie, pp.413-432. 2 Lo studio della legislazione sanitaria «degli Stati preunitari e dello Stato unitario» veniva indi- cata da Della Peruta come una delle componenti di una ricostruzione storica il più possibile com- pleta dei fenomeni morbosi visti nel contesto sociale: F. DELLA PERUTA, Per uno studio della malattia come ricerca di storia della società (1815-1914), in Storia della sanità in Italia. Metodo ed indicazioni di ricerca, Roma, CISO, 1978, pp. 26-27; ID., Sanità pubblica e legislazione sanitaria dall’Unità a Crispi, in «Studi Storici», XXI (1980), pp. 744 e seguenti. Vedi G. OGNIBENI, Legislazione ed orga- nizzazione sanitaria nella seconda metà dell’Ottocento, in Salute e classi lavoratrici in Italia dall’Unità al Fascismo, a cura di M. L. BETRI e A. GIGLI MARCHETTI, Milano, Angeli, 1982, pp. 583-604. X Fonti per la storia della malaria in Italia si oggetti e argomenti nel prolungato tentativo di sconfiggerla. Ne risul- ta da un lato la continuità che la malaria ebbe nel porsi come proble- ma alla classe dirigente italiana per circa un secolo, dall’altro la diver- sificazione degli strumenti legislativi di volta in volta scelti nell’affrontare queste tematiche, e più che altro si potrà seguire in qual modo un gran- de problema sociale venne visto dalle diverse compagini governative e parlamentari. La peculiarità dell’argomento diede luogo ad approcci molto diversi, con provvedimenti normativi talvolta brevissimi, ma indis- solubilmente legati a temi fondanti della storia nazionale. Aumento della produzione agraria, ma anche miglioramento igienico delle classi lavo- ratrici e delle loro condizioni ambientali, problemi del territorio ere- ditati dagli Stati preunitari che sin dall’inizio mostrarono l’oggettiva contrapposizione Nord-Sud anche nella gestione della progressiva opera di bonifica, aspirazioni e resistenze a esperimenti di riforma fon- diaria, tutto questo si ritrova nelle leggi che verremo esaminando. Tutte hanno in comune un qualcosa di notevole: nel difficile cam- mino di costruzione della nazione italiana non si potevano ignorare le molte porzioni del territorio patrio malsane, desolate, inabitabili, eco- nomicamente depresse, “terre irredente”, per usare le parole d’allora. Il risanamento e il riscatto di quelle terre significava aggregarle al Paese, renderle produttive, guarire e alfabetizzare le popolazioni che finallo- ra vi avevano vissuto in condizioni sub-umane. E più che altro signi- ficava riuscire laddove i Papi, o i Re di Napoli, o i Granduchi di Toscana avevano fallito o avevano ottenuto risultati parziali e insufficienti. Un’im- presa dunque di portata nazionale, non soltanto per la vastità e l’e- stensione delle zone malariche in tutto il territorio italiano, ma anche per il significato simbolico di recupero e coesione di regioni diverse e abbandonate che sarebbero entrate a far parte della patria comune. Nel corso del tempo, quando ai problemi più pressanti dell’Uni- ficazione succedono quelli dell’organizzazione burocratica più complessa della Pubblica amministrazione, in grado di rispondere anche ai nuovi problemi sociali e al superamento del divario fra regioni e zone più o meno industrializzate, più o meno depresse, vale a dire dai primi anni del secolo nuovo, l’intensificarsi dei provvedimenti di bonifica si avvi- cina di molto al problema di fondo di uno sviluppo territoriale orga- nico perseguito, ma non raggiunto particolarmente nel Mezzogiorno3. 3 Cfr. M. S. GIANNINI, Lo sviluppo delle aree depresse, in Scritti su le fonti normative e altri temi di vario diritto in onore di Vezio Crisafulli, II, Padova, Cedam, 1985. Introduzione XI Una volta scelto il momento normativo come punto d’osservazione su un tema che di sua natura si presta ad approcci interdisciplinari, non è possibile prescindere dalla ricostruzione dell’iter formativo delle leggi stesse, ed entrare quindi a toccare un aspetto della storia parlamentare, nelle sue variazioni e periodizzazioni4. Si è potuto così rilevare che nel periodo della Sinistra al governo le leggi portate davanti ai due rami del Parlamento italiano ebbero tutte un significato di bonifica, di migliora- mento idraulico e agricolo del territorio, fino a quando le scoperte scien- tifiche del plasmodio come agente patogeno della malaria e della zan- zara anofele come vettore non resero possibili interventi medici sull’uo- mo. Le scoperte avvennero infatti sul finire del secolo, tra il 1880 e il 1898. Prima d’allora si pensava che fossero le stesse paludi con i loro miasmi a produrre la malaria: di conseguenza proposte e disegni di legge ebbero un carattere, se così si può dire, misto, che mirava insieme al ri- sanamento igienico e al miglioramento agricolo, nella convinzione che la bonifica di per sé sola potesse essere un rimedio alla malaria. Quanto al Parlamento italiano dei primi decenni del Regno è bene ricordare che mancò una reale «dialettica tra maggioranza e opposizione», a causa di una totale assenza di partiti politici. Le voci dei parlamen- tari che