Benevello Altitudine M
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1 PIERO FRIGGERI - Comunità Montana di Bossolasco - Etnografia e Storia Benevello altitudine m. 671 Superficie: km² 5,44 Abitanti: 421 (nel 1961 abitanti 345) Municipio: v. Scuole, 9 - tel. 0173/52.90.27 Trattoria “Al Castello”: p. Castello - tel. 0173/52.91.69 Spaghettoteca Campoleone: bg Manera, 6 - tel. 52.90.34 Prodotti locali: castagne, legumi, patate, vino, nocciole. Allevamenti del bestiame: bovini, suini, pollame; ovini (pecora della Langa). Cenni storici: Liutprando, re dei Longobardi (712-744), lasciò che un monastero esercitasse predominio sul territorio. Il convento, per volontà del Longobardo, era sorto in località Grazie (728 circa), sotto la giurisdizione di San Bovo di Castino (cfr. Castino, ora sotto la Comunità Montana Langa delle Valli Bormida e Uzzone). Però, avendo già scritto una lunga dissertazione su Liutprando nella storia di Castino, è mio piacere anticipare che nel Compendio Historico del Gioffredo , di P. Francesco Gioffredo, del 20 agosto 1624, nel Libro Terzo, in due capoversi riguardanti Liutprando, re dei Longobardi, il nome di tale condottiero, è detto Luitphrando . Ecco i due capoversi: “Li Visigotti heretici della Linguadoca, Provenza, & Delfinato (anno 733, n.d.a.) , fecero lega con Saraceni di Spagna, & assaltarono con grossissimo esercito la Francia, dove presero il Contado di Avignone, con tutta la Borgogna, à quali s’oppose Carlo Martello, con gli aiuti di Luithprando Re de Longobardi, & d’altri Prencipi di Germania, & venuto con quelli alle mani, in un solo fatto d’armi, che terribilissimo fu stimato, ne riportò gloriosissima vittoria, con gran strage di loro”. In un altro passo: nel 774 “Luithprando Re de Longobardi , huomo molto geloso della Cattolica fede, rese l’anima al suo Creatore, e le successe nel Regno, Rachisio Duca di Forlì”. Ho riportato integralmente, due brani di storia, scritti e stampati nel 1624 (anche un po’ difficili da leggere), affinché l’Alta Langa riesca a immedesimarsi nei personaggi, forse minori, della storia locale. Siccome anche le enciclopedie dicono Liutprando e non Luithprando (purtroppo, il nome del re Longobardo, viene liquidato in poche righe), mi adeguerò a cotal nome, per non creare soverchie confusioni (anche se il Martina in “Cortemilia e le sue Langhe”, il re lo nomina Liutprando [senza l’acca], facendo riferimento al Pio). Quando Bonifacio del Vasto pervenne al territorio di Benevello ( Benevellum ), era già appartenuto al Contado di Alba, sotto i Franchi Imperatori e ai marchesi di Susa. Nel 1184, subentrano i marchesi del Carretto di Cortemilia, i quali lo donarono, quale omaggio, al Comune di Asti. Dopo che Enrico VII ebbe ceduto il feudo, al conte di Savoia, subentrarono i Falletti d’Alba, passando poi ai loro discendenti. Secondo i testo storici, un Falletti Antonio, che comandava un reggimento di fanti italiani, lo lasciò, per entrare al servizio di Francia. Per tal motivo, l’imperatore Carlo V, gli tolse il Monferrato, Benevello e Mombarcaro, per darli al suo generale Alvaro Sanchez (cfr. Mombarcaro). In Benevello, sono stati signori, anche gli Asinari di Casasco. Nel 1631, Vittorio Amedeo I, con il Trattato di Cherasco, annette nei territori di Casa Savoia (assieme ad altri territori), anche 8 paesi dell’Alta Langa: Borgomale, Bosia, Camerana, Cigliè, Gottasecca, Rocca Cigliè, Somano e appunto Benevello. Sulla “Pace di Cherasco”, bisogna aggiungere che, nel 1630, Torino era circondata dal flagello della peste, per cui Vittorio Amedeo I, con tutta la sua corte, era fuggito dalla città sabauda, per paura del contagio, rifugiandosi appunto a Cherasco, nel Palazzo Salmatoris. Nel 1631, dopo molte discussioni, presenti gli ambasciatori di Francia e Spagna, dal Nunzio Apostolico, dai dignitari imperiali, fu sancita la pace, che pose fine alla seconda guerra del Monferrato. La pace che Vittorio Amedeo I, ha dovuto giocoforza accettare (perdendo Pinerolo), è il frutto di una politica forse errata del padre, Carlo Emanuele I, che aveva occupato con l’esercito il Monferrato (tanto è vero che molte nazioni europee furono contrarie a suddetta invasione militare). Oltre ai paesi accennati dell’Alta Langa, il Trattato di Cherasco, ha annesso anche i se- 2 guenti territori: Barbaresco, Barolo, Camo, Castelletto Monforte, Diano d’Alba, Guarene, Monforte, Montelupo, Perno, Rodello, Roddi e Verduno. I Savoia, un poco alla volta, occupavano il Piemonte. Per notizia di cronaca, aggiungiamo che nel Palazzo Salmatoris, è stata posta anche la firma dell’Armistizio di Cherasco, del 1796, presente Napoleone Bonaparte. Benevello, fu feudo del conte Prandi d’Alba. I Chiesa di Saluzzo lo ricevettero con titolo di contado. Sono stati signori di detto luogo, anche i Mattoni di Benevello. Del paese di Benevello, si fa menzione in papiri del 1200. La chiesa parrocchiale San Pietro in Vincoli, è del sec. XVIII . 3 L’antico castello di Benevello, ristrutturato più volte, è una massiccia costruzione, utilizzata dai signori del luogo, per difesa e soggiorno. Ora è di proprietà delle Suore Minime di N.S. del Suffragio. Benevello, visto da Lequio Berria. 4 Lo sferiserio del pallone elastico. Il parco giochi dei bimbi. 5 Sopra : la sede degli uffici comunali. Sotto : a don Mario Macocco è stata dedicata la scuola materna. 6 Fuori dalle case è facile vedere dei quadri o formelle votive. Qui vediamo un’Annunciazione. Dietro le piante del paese di Benevello, si vede spuntare il campanile della chiesa parrocchiale. 7 San Pietro in Vincoli. Tutta la parete dell’altare, è coperta da un dipinto enorme, al cui primo impatto, è quello di trovarsi fuori dalla chiesa, a contatto con la natura. E’ molto originale l’idea che il cielo, le montagne e le case, facciano parte della spiritualità: anzi, ti fanno capire che il creato, è parte integrante di Dio, quindi, con la natura, puoi ugualmente dialogare e ispirarti nei misteri della religione. L’opera è del pittore di Langa, prof. Luigi Carbone. Pregevole dipinto, il cui cavaliere è S. Secondo . Si trova nella parrocchiale di San Pietro in Vincoli. Siccome tiene in mano il paese di Benevello, “dovrebbe” indicare che è il secondo patrono del paese. 8 L’entrata della parrocchiale. Il ciborio dell’altare. 9 Finestra laterale della chiesa parrocchiale. La lapide che ricorda i Caduti delle Guerre, è accanto alla chiesa. 10 L’abside della parrocchiale. Il castello di Benevello visto dalla parte orientale. 11 Il portone del castello. Stemma della Comunità Incontro, che si trova ancora accanto alla porta, sulla sinistra. 12 Sopra : la strada che costeggia il castello e la parrocchiale. Sotto : giunti sulla piazza vi accoglierà un cartello invitante. 13 In un’insegna tutta scolpita sul legno, prima di entrare in Benevello, è stato evidenziato un cervo con una croce sopra la testa dell’animale; poi, dentro ad un cartiglio, vi è scritto: “le Vigne, Dordo, la Berria, a ricordo di un grande amico di Langa. Pierin il Ligure”. Ma non ci sono altre indicazioni per sapere chi è questo personaggio. In una “stazione” di servizio, nel bivio Benevello-Bossolasco, è stato dipinto un grande murales, dove sono rappresentate le colline di Langa. Il tratto del disegno e l’enorme Luna che si vede nel cielo, mi rammenta il pittore di Lequio Berria, il prof. Luigi Carbone. Il sito era chiamato “la Fontanella degli artisti”, poiché in primavera si radunavano tanti pittori. 14 Una casetta di quattro metri quadri, sembra in attesa di qualche fata o di un folletto dei boschi. Girando per la Langa non mi meraviglio più di niente. Comunque è molto graziosa ed abbellisce il panorama circostante. Dalla documentazione, vediamo che le case sono ben tenute. Anche se la costruzione è un po’ liberty , bisogna rimarcare che tutto l’insieme appaga la vista al turista. Qui, come struttura, è presente una torre, forse per ricordare i castelli che sono andati distrutti in Langa. 15 Una bella insegna indica che nei pressi c’è un ristoro. Un panorama di Benevello. 16 Centro Studi Il castello di Benevello, potrebbe diventare un Centro culturale collegato al “Centro Studi” Francesco Faà di Bruno, che si trova in via San Donato a Torino. Le Suore della Congregazione di Nostra Signora del Suffragio, alla morte di Faà, conservarono la raccolta di libri che aveva egli stesso iniziato. I volumi sono ora circa 10.000. Sarebbe interessante se a Benevello si riuscisse a creare un Centro culturale, in cui organizzare attività sociali, catalogare materiale scientifico- etnografico e divulgare presso gli istituti scolastici le opere degli studiosi. Si potrebbe creare una Banca della Memoria. Museo Francesco Faà di Bruno. Le sale museali sono collocate in alcune stanze dove visse Francesco Faà, i cui oggetti sono i cimeli della sua vita e strumenti scientifici da lui ideati o acquistati. Se Benevello riesce a creare un C ENTRO CULTURALE collegato ovviamente al già preesistente, potrebbe essere una tappa fondamentale per tutta la Langa, in cui prenderebbero posto oggetti etnografici e tutto il materiale scritto in questi anni dagli scrittori che hanno vissuto in codeste terre. Basta volere! 17 Santuario S. Madonna di Langa ( sancta Maria de Langa ). Alcuni testi identificano la presente chiesa, come l’antica pieve di Langa, che era sotto la tutela del monastero di Sant’Antonio di Dronero. Altri studiosi, come Giovanni Conterno, si chiedono se detta cappella, è veramente la “plebs de Langa , per la chiesa di santa Maria della Langa”. L’edificio sacro, ha subito varie ristrutturazioni nei secoli, e non è dato sapere l’anno della costruzione; però, l’acquasantiera in pietra arenaria, incassata nel muro, ed ora protetta dal marmo tutto intorno, fa pensare che il reperto antico, sia stato costruito dai frati. 18 Il Santuario Madonna di Langa, visto da altra posizione. La presente Annunciazione si trova nel Santuario Santa Madonna di Langa. 19 Madonna di Langa. Ex-voto del 1915-18. Madonna di Langa. Antico confessionale del 1836. _______________________________________________________________________________________ Porta dell’Alta Langa: la frazione Manera, con un pizzico d’orgoglio, è considerata la Porta Nord dell’Alta Langa.