Preolimpica Olimpiadi Cayard

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Preolimpica Olimpiadi Cayard www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela PREOLIMPICA Preolimpica SoloVela ha desiderato dedicare un giusto riconoscimento a un uomo che in tutta la sua carriera di velista ha voluto sempre rimettersi in gioco. Oggi ha centrato uno dei pochi obiettivi, sfuggitogli per troppo tempo di Mauro Melandri vrebbe potuto seguire le orme del padre, Dopo tanti successi, il suo scenografo al Teatro dell’Opera di San chiodo fisso è sempre stata AFrancisco, ma Paul Cayard capì ben presto la Star dove, per un motivo che per lui il destino aveva scelto una strada o per un altro, non ha mai completamente diversa, trasformandolo da sem- centrato il bersaglio grosso plice appassionato di mare e di regate in uno dei olimpico, nonostante la vittoria in un mondiale velisti più famosi di ogni tempo. Innumerevoli titoli mondiali, prestigiosi riconoscimenti perso- nali e cinque campagne di Coppa America, accompagnati dagli ingenti guadagni da essi derivati, non lo hanno mai allontana- che conosceva alla perfezione. Paul Cayard to dal suo vero amore: la Star. Non restava che cercare un L’indissolubile legame che lo unisce alla regina delle classi olim- nuovo compagno d’avventura. piche nacque, quasi per caso, alla fine degli anni settanta. La scelta ricadde su Bill Ge- Dopo essersi fatto le ossa veleggiando a bordo dei 505 (una de- rard, reso famoso, più che dai mediocri risultati sportivi, dal riva molto simile al 470) Paul Cayard, nemmeno ventenne, si vi- cantiere navale di cui era proprietario. NonNon piùpiù de offrire da Tom Blackaller l’irripetibile opportunità di sostitui- La sera prima dell’inizio delle regate accadde qualcosa di molto re il suo prodiere Ed Bennett, infortunato, al Campionato Nord importante: “io e Bill fummo avvicinati da Buddy Melges che, Americano della classe Star. inaspettatamente, ci consegnò un sacco contenente un nuovo Nonostante si trattasse di un impegno temporaneo, Cayard ac- gioco di vele confezionato dalla sua veleria apposta per noi. Ci cettò senza riserve, gettandosi con entusiasmo nella prima vera consigliò vivamente di usarle” - ricorda oggi Cayard - “Dato che unun sognosogno sfida della sua carriera sportiva. un consiglio di Melges era praticamente un ordine, ci presen- Giunse il momento della verità, ma il vento non si presentò sul tammo sulla linea di partenza della prima prova spinti proprio campo di regata di Toronto e l’edizione del ‘78 del Campionato da quelle vele. Il taglio e il tessuto (un Dacron estremamente ri- Nord Americano passò in archivio con un nulla di fatto. gido - NDR) si rivelarono rivoluzionari e le prestazioni della no- Poco importava: ormai Cayard era entrato nel giro. Uomini co- stra barca migliorarono sensibilmente. Le vele della North, uti- me Bill Buchan, Buddy Melges, Dennis Conner e Lovell North co- lizzate da quasi tutta la flotta, erano troppo leggere per il for- minciarono a stimarlo e a rispettarlo. te vento di quei giorni”. Il ritorno di Ed Bennet dal lungo infortunio costrinse Cayard a Mentre Melges vinceva il massimo alloro all’ombra del Golden separarsi da Blackaller pochi giorni prima dell’inizio del Mon- Gate, diventando il velaio di riferimento per tutta la classe, diale Star di San Francisco. Cayard e Gerard chiudevano in quarta posizione alle spalle di L’evento era troppo importante per dare forfait, anche perché si Dennis Conner e Tom Blackaller, giunti rispettivamente secon- sarebbe svolto nelle acque di casa sua, su un campo di regata do e terzo. Maggio 2004 103 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Preolimpica to, debuttò nelle acque di Porto Cervo timonato l’esempio. Chi sbaglia paga” senten- La America’s Cup ha rappresentato per Paul da Lorenzo Bortolotti. Benché i risultati furono ziò il pupillo di Gardini. Cayard gioie e dolori. La sua storia nasce proprio in questa prestigiosa regata, al incoraggianti Gardini non era pienamente soddi- Dopo aver vinto la Louis Vuitton Cup fianco del suo maestro Tom Blackaller, e sfatto. Vedendo nel giovane velista americano il battendo New Zealand, il team italia- conosce il suo apice con la vittoria della Luis suo alter ego sportivo, decise di affidargli il ti- no venne sonoramente sconfitto in Vuitton Cup al timone del Moro di Venezia mone di quel prestigioso maxi-yacht. finale da America3 di proprietà del- Oberato dai numerosi impegni Cayard riuscì a l’eccentrico miliardario statunitense trovare il tempo per riprendere gli allenamen- Bill Koch. ti a bordo della Star in vista delle selezioni Finita quella prima sfida Cayard ini- olimpiche. ziò immediatamente a lavorare a I Trials furono molto combattuti e Cayard do- quella successiva, contando sull’ap- vette accontentarsi della seconda posizione (e poggio incondizionato dell’ex Presi- della convocazione olimpica come riserva), alle dente della Montedison. Ma lo scan- spalle di Bill Buchan e Steve Erickson che di lì dalo “mani pulite” scosse l’Italia e a pochi mesi avrebbero vinto l’oro olimpico nel- Gardini, finito al centro di enormi le acque di Long Beach. guai giudiziari, si tolse la vita nel lu- Dopo aver assistito al successo di Buchan come glio del 1993. spettatore, Cayard tornò in Coppa America al Sconvolto dall’accaduto Cayard de- fianco di Blackaller come tattico di USA ma i ri- cise di lasciare il bel paese per tor- Uno dei punti di forza del velista californiano è la sua grande simpatia. Questa, sultati non furono particolarmente brillanti. nare nel nuovo continente dove, ad unita alla disponibilità, alla grande professionalità e all’insospettabile umiltà, Per dimenticare la fallimentare campagna del attenderlo, c’erano Dennis Conner, lo rende amato e rispettato da molti colleghi e avversari. Nella foto, Paul Cayard in compagnia del recordman di apnea Umberto Pellizzari 1987 Paul riprese la Star in vista di un 1988 che Stars&Stripes e una Coppa da difen- si prospettava denso di appuntamenti estrema- dere. Visti gli ottimi risultati ottenuti Cayard decise di puntare in al- mente importanti, non prima però di aver conquistato la Coppa La difesa fallì e Peter Blake portò la to, ponendosi come obiettivo la partecipazione ai Giochi Olim- del Re a Palma di Maiorca e il terzo posto al Mondiale Maxi di Coppa delle Cento Ghinee in Nuova pici del 1980. Porto Cervo sul Moro di Venezia III. Zelanda. Il 27 dicembre del 1979 i militari dell’allora Unione Sovietica in- Arrivò l’anno nuovo e con esso i Giochi di Seul, il Mondiale Maxi Trovandosi “disoccupato” decise di vasero l’Afghanistan mandando su tutte le furie il Presidente Yacht a San Francisco e una lunga trasferta a Buenos Aires per tentare la qualificazione ai Giochi America del 2003. Bastò poco tem- americano Carter che, decidendo di tagliare ogni rapporto con i il Campionato del Mondo Star. di Atlanta del 1996 e di partecipa- po a Ellison per capire che il carisma russi, impose di fatto al mondo occidentale il boicottaggio del- La stagione prese il via alla grande e Cayard si laureò Campione re, vittoriosamente, all’Admiral’s e la popolarità di Cayard rischiavano le Olimpiadi moscovite dell’anno seguente. del Mondo Star in coppia con Steve Erickson. Le Olimpiadi sem- Cup del ‘95 sul Brava Q8 di Pasqua- di offuscare la sua figura di team Cayard iniziò ad allenarsi in vista dei Giochi di Los Angeles: “vo- bravano a portata di mano ma, ancora una volta, il destino po- le Landolfi. manager: decisero di separarsi senza levo a tutti i costi partecipare alle Olimpiadi del 1984 ma ven- se il suo veto e i neo campioni mondiali finirono quarti perden- Il ritorno sulla Star non fu dei più fa- però scindere il contratto. ni raggiunto da una telefonata di Blackaller. Senza troppi do il volo per Seul. cili. Dopo quasi otto anni di assenza L’ex timoniere del Moro, divenuto preamboli mi chiese se volevo partecipare alla Coppa America Mentre Mark Reynolds e Harold Haenel vincevano l’argento in Cayard si dovette accontentare di un piazzamento alquanto de- “disoccupato stipendiato”, decise di dare l’ultimo disperato as- del 1983 a bordo del 12 metri “Defender”. Era l’occasione che at- terra coreana, Cayard cercò di dimenticare le sofferenze olimpi- ludente. salto al sogno olimpico inseguito per troppi anni, scegliendo il tendevo. Accettai ben sapendo che la mia preparazione in vista che dominando il Mondiale Maxi alla ruota del Moro III. La sua enorme popolarità lo portò a ricevere le offerte più di- Campione del Mondo Star del 1993 Phil Trinter come compagno dei Giochi ne avrebbe risentito fortemente. Finimmo terzi men- I sogni a cinque cerchi di Cayard sembrarono tramontare defini- sparate. Tra queste gli venne offerto il comando del VOR 60’ di viaggio. tre Conner, skipper di Liberty, si conquistò il diritto di difende- tivamente all’inizio del 1989 quando Raul Gardini, all’apice del- EF Language in occasione della Whitbread del 1998. Accettò e Il resto è storia nota. Cayard e Trinter si sono presentati ai Trials re la Coppa contro Australia II”. la sua carriera manageriale, lo nomina skipper dell’ormai mitica vinse. di Miami convinti del fatto loro. Sin dalla prima regata hanno Ben Lexcen e John Bertrand, a capo della sfida australiana, sfida lanciata dal Moro di Venezia in occasione della Coppa Ame- Galvanizzato da questo nuovo successo lanciò una sfida tutta imposto la loro legge, infliggendo agli avversari attoniti un di- avevano una marcia in più e la Coppa volò dall’altra parte del rica del 1992. sua alla Coppa America del 2000. stacco mai registrato prima in una competizione così importan- mondo. Il velista californiano si assunse le responsabilità proprie del Sbarcò in Nuova Zelanda come team manager, skipper e timo- te e garantendosi il diritto di rappresentare gli Stati Uniti nella Cayard era ormai un personaggio e, a dispetto dei suoi venti- suo ruolo, coordinando con fermezza e decisione il lavoro di tut- niere di America One ma sulla sua strada trovò Luna Rossa.
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