Gianfranco Capitta La Democrazia Delle Parole Nel Gioco Politico
Manifesto – 28.7.12 Crescono solo l’illegalità e l’ignoranza - Gianfranco Capitta La torrida stagione che stiamo attraversando, guidata da nomi mitologici minacciosi o ammalianti, non cambierà solo il paesaggio del pianeta, ma anche le nostre orbite culturali. Se andassero in porto le decisioni di governo e di certe amministrazioni, lo scenario sarà non solo più povero come neanche sotto il flagello biblico della carestia, ma anche corrotto e contraddittorio da risultare del tutto impraticabile. I provvedimenti del governo professorale (che rivelano grande cecità, se non crassa ignoranza, con tutto il contributo «prezioso» del tagliatore Parmalat, per cui la cultura dev'essere come uno yogurt, entrambi pullulanti di fermenti e parassiti) rischiano di combinarsi con le scelte scellerate, per quanto elettorali, di un sindaco come Alemanno. La ferita più grave inferta alla cultura sembrava la chiusura della Discoteca di stato, che è invece rientrata, ma che è stata trattata come fosse una disco night di maniaci strafatti e nostalgici. È evidente che nelle conoscenze dei professori, non rientrano le parole «memoria culturale», radici, strumenti per conoscere. Monti come Fornero come Ornaghi, sanno solo del proprio orto, e comunque in astratto, come semplice campo di applicazione teorica. Ma il peggio doveva venire con gli altri insensati articoli della rewiew dell'austera ignoranza. Finiscono fuori legge, e quindi condannati a morte come ha denunciato Federculture, tutti quegli enti che a questo paese assicurano ancora un minimo di informazione e scambio culturale: da Santa Cecilia al Palaexpo, da molti musei agli enti lirici. Non c'era bisogno di tanti cervelloni, consulenti e potatori di «sprechi», bastava riesumare Attila o Nerone o qualche altro personaggio similare di più recente memoria; qualche campione di strafalcioni che sfregandosi le mani si gloriasse del «li faccio fori tutti».
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