Sistemi Architettonici I N Franciacorta

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Sistemi Architettonici I N Franciacorta 1 SISTEMI ARCHITETTONICI IN FRANCIACORTA _____________________________________ AURELIO PEZZOLA 2 Immagini fotografiche ______________________ Gruppo Iseo Immagine _____________________ archivio studio d’architettura A. Pezzola _____________________ composizione grafica arch. Chiara Morando In copertina: Castello Fassati, Passirano 3 4 Una premessa, lunga un trentennio di Aurelio Pezzola Questo mio studio sul paesaggio architettonico della “ PAESAGGIO URBANO DI UN BORGO RURALE” in “ PADERNO FRANCIACORTA DAL MEDIOEVO Franciacorta trova la sua origine nel 1978, quando, AL NOVECENTO ” studente della Facoltà di Architettura del Politecnico di Gruppo Editoriale DELFO, 2004 Milano, capitai fortunosamente in un gruppo di ricerca che faceva riferimento alla figura di Lucio Stellario “ IL PAESAGGIO COME PALINSESTO. D’Angiolini, rara presenza cosciente e responsabile di una UN ESPERIENZA PROFESSIONALE: STRATIFICAZIONI STILISTICHE, TIPOLOGICHE, INSEDIATIVE, visione urbanistica critica e scientifica. Due del gruppo, IL CASO DELLA FRANCIACORTA ” gli architetti Marita Baggio e Giovanni Tacchini, mi in “ ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO E iniziarono verso una ricerca che oggi sono sempre più INFRASTRUTTURE ” cosciente non avrà mai fine. Direttore del corso prof. arch. Giovanni Tacchini, 2005 Questo studio nel suo divenire continuamente operante si (in corso di pubblicazione) è rivelato subito uno strumento fondamentale per il mio L’impegno costante in questi anni, teso a riportare queste lavoro di architetto. Ogni volta, quindi, lo studio era comunicazioni in un percorso all’interno delle scuole e dei destinato ad approfondimenti e verifiche; quando uno comuni della Franciacorta è stato una prima risposta a scritto o un progetto sembravano definire una sintesi quell’insegnamento dangioliniano che richiedeva alla conclusiva della ricerca, nasceva sempre un’occasione o figura dell’architetto una partecipazione attiva nelle un’incontro per iniziare nuovamente ulteriori comunità locali, per costruire una nuova coscienza civile. approfondimenti. Così alla prima pubblicazione, Durante questo viaggio ho anche incontrato delle figure “ IL PORTONE DA APRIRE IN FRANCIACORTA ” che di volta in volta mi hanno aiutato nelle varie fasi della Sardini Editrice, 1982 fece seguito il progetto di itinerari ciclabili, di percorsi mia ricerca. A tutte queste sono intellettualmente debitore incrociati tra natura, storia, arte e lavoro umano, e devo loro un ringraziamento particolare: “ ALLA SCOPERTA DEL GRANDE MUSEO - ad Alessandro Cristofelis per avermi dimostrato la AMBIENTALE DI FRANCIACORTA ” possibilità di dialogare con le pietre; Cento3. Numero speciale A.B. Grafo & Associati, 1987 - ad Enrico Mantero per avermi insegnato a cogliere Seguirono successivamente in sequenza: “l’essenza dell’architettura” nelle sue diverse stagioni e “ APPUNTI PER UN VIAGGIO TRA LE DIMORE per individuarne ogni volta le diverse matrici; DELLA FRANCIACORTA ” - ad Antonio Acuto per avermi esortato a continuare lo Magazine Franciacorta, 1988 studio sui sistemi architettonici della Franciacorta ed ad 5 ampliarlo per poi confrontarlo anche con altri diversi contesti; - a Renato Job, che ha sempre creduto nell’utilità di questa ricerca, come base indispensabile per una nuova consapevolezza di tutela del patrimonio architettonico e paesaggistico della Franciacorta. Non solo conservazione del bene culturale, inteso in una visione limitativa, protesa alla sola salvaguardia delle emergenze architettoniche, ma nella sua globalità, guardando al paesaggio come ad un 1. unicum indivisibile dai piccoli episodi, dai dettagli, che concorrono a pieno titolo ad una visione globale ed appagante del paesaggio; - ai dirigenti scolastici, Morena Modenini e Giorgio Bettoni, per il loro impegno di realizzare un preciso rapporto culturale tra scuola e territorio; - a Mario Fosso, per avermi richiamato in facoltà, per continuare a studiare, permettendomi di intraprendere quella prerogativa tutta rogersiana: “di continuare ad imparare insegnando”; - a Giovanni Tacchini, per aver, con pazienza, da sempre 2. contribuito puntualmente ad affrontare e focalizzare i vari aspetti dello studio, ogni volta stimolandomi all’approfondimento di un determinato sistema microurbanistico, che finiva poi con il rivelarsi strategico per il divenire della ricerca. Si tratta di una ricerca, quindi, come un progetto continuo, che di volta in volta si autogenera, gli ultimi scritti della quale sono sempre una rielaborazione ed un aggiornamento di quelli precedenti. L’ultimo lavoro in ordine cronologico è stato redatto in occasione del corso “Architettura del paesaggio e infrastrutture”. La stesura del testo ha coinciso con questo 3. 6 convegno di Iseo. E’ evidente quindi un’analogia tra i testi, che fissano la ricerca provvisoriamente allo stato attuale. Il giorno della mia tesi di laurea ho ricevuto in dono da un architetto greco, Alessandro Cristofelis, delle immagini fotografiche “per imparare a dialogare con le pietre”. Erano le immagini conclusive del film di Einsentein della Corazzata Potenkin. Sulla scalinata di Odessa, vi sono tre inquadrature a sorpresa di un leone di pietra che dorme, di uno che apre gli occhi e di uno che scatta in agguato. Questa è una tipica costruzione di montaggio, operazione specifica della formalizzazione filmica, che difficilmente potremmo immaginare riproducibile a parole. Ci si rendete conto che semplici parole, spese dalla critica del tempo, come: “Leone Rivoluzionario” oppure “anche le pietre si rivoltano e gridano”, sono banalità artistiche in 4. confronto alla plasticità delle immagini che il montaggio restituisce. Il tentativo dello specifico filmico nel cinema (il montaggio) trova riscontri e analogie in architettura, anche se l’esempio è molto metaforico: il momento della formalizzazione di un’idea in una forma concreta, restituita con concetti poetici. E’ questa forse l’essenza delle architetture che ritroviamo in Franciacorta: un confronto diretto sempre presente con la geografia dei luoghi, un dialogo continuo e segreto con le architetture preesistenti, in grado di far emergere evidenti contaminazioni legate ad una dinamicità di modelli culturali e di matrici architettoniche che lungo antichi itinerari migrano e si trasformano. Così lungo il sentiero dell’architettura ho attraversato tutto un millennio. Dalla valle dell’Oglio ho cavalcato lontano, lontano, fino al Danubio. Il dialogo iniziato con i leoni di pietra è continuato con le pietre che hanno costruito le diverse stagioni architettoniche della Franciacorta. 5. 7 8 Sistemi Architettonici in Franciacorta di Aurelio Pezzola I. Matrici antiche e perenni che migrano e si stratificano II. Il contesto come geografia dei luoghi III. I muri dei broli, pietre e ciottoli come materia per le prime partiture murarie; primo pathos architettonico, tra selve, paludi e demoni IV. Lungo antichi itinerari si attestano i primi sistemi architettonici. La Pieve V. La fortificazione della campagna dai primi recinti all’incastellamento nel paesaggio morenico della Franciacorta. L’origine del borgo medioevale VI. I primi borghi e le prime regole architettoniche VII. Le contrade VIII. Dal piccolo monastero cluniacense alla grande abbazia IX. Le residenze della prima borghesia imprenditoriale tra Quattrocento e Cinquecento X. La rifeudalizzazione del paesaggio agrario tra Cinquecento e Seicento XI. La grande epopea delle ville tra Seicento e Settecento XII. L’impianto della Controriforma: San Carlo Borromeo e le nuove Parrocchiali XIII. La Palazzina di villeggiatura tra Settecento e Ottocento XIV. La cascina e la prima manifattura XV. L’architettura neoclassica vantiniana XVI. Dal neogotico alla lunga stagione dell’eclettismo 8 Sistemi Architettonici in Franciacorta di Aurelio Pezzola I. Matrici antiche e perenni che migrano e si stratificano. La geografia dei luoghi, nella storia della sua fisicità, ci fa comprendere che la Franciacorta trova la sua genesi nei fenomeni naturali del glacialismo. Se pensiamo che già nei graffiti camuni è presente la volontà dell’uomo di far corrispondere a dei “segni” un significato, questo 6. contesto territoriale, attraverso la propria stratificazione storica, è in grado di documentare, in una completezza unica la lunga storia degli insediamenti umani che, partendo da un paesaggio agricolo pastorale, giunge fino alla civiltà industriale. Non essendo per formazione: né storico, né sociologo, né archeologo, né economista, ho preferito iniziare il viaggio da dove le architetture si manifestano non come singole testimonianze, come ruderi o attraverso tracce archeologiche; ma come insediamenti ancora riscontrabili in una loro interezza, come dei veri e propri “sistemi architettonici”. E’ evidente che esiste una storia di lungo periodo importante, che riguarda una preistoria, una protostoria e, per il nostro contesto, una successiva romanizzazione del territorio, tutta costruita sull’impalcato secolare che aveva prodotto ricchezze agricole e commerciali: antiche piste militari est-ovest, che si trasformano in aste 7. 9 mercantili capaci di intersecare fiumi e itinerari che ci riconducono a nord nei sistemi vallivi. La strada pedemontana è anche una linea di demarcazione tra due diversi paesaggi; è il luogo congeniale per lo scambio e il commercio di prodotti diversi che provengono dalla valle e dalla pianura. Lungo questa direttrice si attestano e si stratificano i sistemi architettonici della Franciacorta. Nella successione di immagini dai monasteri cluniacensi, alle antiche pievi, ai castelli, alle ville rinascimentali,
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