Wolfgang Amadeus Mozar in due atti

Libretto di Pietro Metastasio

PERSONAGGI

Aminta pastorello, amante di Elisa, che, ignoto prima anche a se stesso, si scopre poi unico legittimo erede del regno di Sidone Soprano Alessandro Re di Macedeonia Tenore Tamiri principessa fuggitiva, figliola del tiranno Stratone, in abiti di pastorella, amante di Agenore Soprano Elisa snobile ninfa di Fenicia, dell’antica stirpe di Cadmo, amante di Aminta Soprano Agenore nobile di Sidone, amico di Alessandro, amante di Tamiri Tenore

La scena si finge nella campagna dove è attendato il campo macedone, a vista della città di Sidone.

Prima rappresentazione: Salisburgo, Erzbischöflicher Palast, 23 aprile 1775

Mozart: Il re pastore - atto primo ATTO PRIMO ELISA Deh, m’ascolta. Ho colmo il core Scena I° Di felici speranze: e non ho pace Finché con te non le divido. Vasta e amena campagna irrigata dal fiume Bostreno, sparsa di greggi e di pastori. Largo ma AMINTA rustico ponte sul fiume. Innanzi tuguri pastorali. Altrove Veduta della città di Sidone in lontano. Più sicura potrai… Aminta assiso sopra un sasso, cantando al suono delle avene pastoralì: indi Elisa. ELISA [N° 1 Ouverture – Aria] Ma d’Alessandro Fai torto alla virtù. Son della nostra AMINTA Sicurezza custodi Intendo amico rio Quelle schiere, che temi. Ei da un tiranno Quel basso mormorio: Venne Sidone a liberar: né vuole Tu chiedi in tua favella Che sia vendita il dono: Il nostro ben dov’è? Ne franse il giogo, e ne ricusa il trono.

(Vedendo Elisa getta le avene, e corre ad incon- AMINTA trarla) Chi sarà dunque il nostro Re? Bella Elisa? idol mio? dove? ELISA ELISA Si crede, Che ignoto anche a se stesso occulto viva (lieta, e frettolosa) Il legittimo erede. A te caro Aminta. AMINTA AMINTA E dove? O dèi! non sai, Che il campo d’Alessandro ELISA Quindi lungi non è? Che tutte infesta Ah lascia, Queste amene contrade Che Alessandro ne cerchi. Odi. La mia il Macedone armato? Pietosa madre (oh cara madre!) alfine Già l’amor mio seconda. ELISA Il so. AMINTA Ah! AMINTA Ma dunque ELISA Perché sola t’esponi all’insolente Tu sospiri, Aminta! Licenza militar? Che vuol dir quel sospiro?

ELISA AMINTA Rischio non teme, Contro il destin m’adiro, Non ode amor consiglio. Che sì poco mi fece Il non vederti è il mio maggior periglio. Degno, Elisa, di te. Tu vanti il chiaro Sangue di Cadmo; io pastorello oscuro, AMINTA Ignoro il mio. Tu abbandonar dovrai E per me? Per me gli agi patemi. Offerirti in vece Io non potrò nella mia sorte umìle

1 Mozart: Il re pastore - atto primo Che una povera greggia, un rozzo ovile. Il fasto, ogn’or ricuserei d’un trono, Tutto, lo riconosco, è vostro dono. ELISA Se soletto tra voi Non lagnarti del ciel: prodigo assai Della tenera greggia i passi osservo, Ti fu de’ doni suoi. Se l’ostro, e l’oro Col rozzo suon dell’umil mia zampogna A te negò; quel favellar, quel volto, A quella i paschi raddolcisco, e intanto Quel cor ti diè. Non le richezze, o gli avi; Scaccio dal cuor la noia, e lieto io canto. Cerco Aminta in Aminta: ed amo in lui Canto della mia ninfa i dolci amori, Fin la sua povertà. Dal di primiero, Che se meco non è, so che sospira; Che ancor bambina io lo mirai, mi parve Tutto amor ella spira, Amabile, gentile Tutto fuoco è per me, e al suo fuoco anch’io Quel pastor, quella greggia, e quell’ovile: Qual fenice mi struggo indi rinasco. E mi restò nel core Quell’ovil, quella greggia, e quel pastore. [Recitativo accompagnato] Ditelo, voi pastori, AMINTA Se un più di me felice e fortunato Oh mia sola, oh mia vera Si ritrova fra voi? Che al fido Aminta Felicità! Quei cari detti… Fida è la bella Elisa, ogni ruscello Garrulo il dice a tutti, il cavo monte ELISA Lo ripete giulivo, ed ogni fronda Addio. Chinandosi l’afferma, e fin gl’augelli Corro alla madre e vengo a te. Fra poco Emuli al nostro amor amano anch’essi; Io non dovrò mai più lasciarti. Insieme E fra baci, ed amplessi Sempre il sol noi vedrà, parta, o ritorni. Separandosi, all’un e all’altro polo Oh dolce vita; oh fortunati giorni! Portan de’ pastorelli Elisa e Aminta Al chiaro esempio il testimon verace: [N° 2 Aria] Che il riposo, la pace, e il vero amore Nella vita s’annida del pastore. Alla selva, al prato, al fonte Io n’andrò col gregge amato; [N° 3 Aria] E alla selva, al fonte, al prato L’idol mio con me verrà. Aer tranquillo e di sereni, In quel rozzo angusto tetto, Freschi fonti e verdi prati Che ricetto a noi darà, Sono i voti fortunati Con la gioia e col diletto Della greggia e del pastor. L’innocenza albergherà. Che se poi piacesse ai fati (Parte) Di cambiar gl’offici miei Avran cura allora i Dèi Scena II° Di cambiarmi e mente e cor. Aminta solo. (Parte.) AMINTA Scena III° Perdono, amici Dèi. Fui troppo ingiusto Lagnandomi di voi. Non splende in cielo Alessandro ed Agenore. Dell’astro che mi guida astro più bello. AGENORE Se la terra ha un felice, Aminta è quello. Campagne amene, Or che dici, Alessandro? Romite selve, a voi quanto degg’io: La mia pace, il riposo e di sereni ALESSANDRO D’ogni gioia ripieni, Ah, certo asconde D’ogni vero piacer, per cui contento Quel pastorel lo sconosciuto erede Del soglio di Sidone! Eran già grandi 2 Mozart: Il re pastore - atto primo

Le prove tue; ma quel parlar, quel volto TAMIRI Son la maggior. Che nobil cor! che dolce, Io deggio a questa Che serena virtù! Seguimi: andiamo Il sol ben che mi resta, La grand’opra a compir. De’ fasti miei Ch’è la mia libertà: già che Alessandro Sarà questo il più bello. Abbatter mura Padre, e regno m’ha tolto. Eserciti fugar, scuoter gl’imperi Fra’ turbini di guerra, AGENORE È il piacer, che gl’Eroi provano in terra. Oh, quanto mai Ma sollevar gli oppressi, Ti piansi, e ti cercai! Ma dove ascosa Render felici i regni, Ti celasti finor? Coronar la virtù, togliere a lei Quel, che l’adombra ingiurioso velo, TAMIRI È il piacer, che gli Dèi provano in cielo. La bella Elisa [N° 4 Aria] Fuggitiva m’accolse.

Si spande al sole in faccia AGENORE Nube talor così E qual disegno?… E folgora, e minaccia Ah m’attende Alessandro. Sull’arido terren. Addio; ritornerò. Ma poi che in quella foggia Assai d’umori unì, TAMIRI Tutta si scioglie in pioggia Senti. Alla fuga E gli feconda il sen. Tu d’aprirmi un cammin ben mio procura. Altrove almeno io piangerò sicura. (Alessandro parte; Agenore fa per seguirlo.) AGENORE Scena IV° Vuoi seguir, Principessa, Tamiri in abito pastorale ed Agenore. Un consiglio più saggio? Ad Alessandro Meco ne vieni. TAMIRI Agenore? T’arresta. Odi… TAMIRI All’uccisor del padre! AGENORE Perdona AGENORE Leggiadra pastorella; io d’Alessandro Straton se stesso uccise, ei la clemenza Deggio or su l’orme… (Oh Dèi! Tamiri è quella!) Del vincitor prevenne. Principessa! TAMIRI TAMIRI Io stessa ai lacci Ah, mio ben! Offrir la destra? Io delle greche spose Andrò gl’insulti a tollerar? AGENORE Sei tu? AGENORE T’inganni: TAMIGI Non conosci Alessandro. Ed io non posso Per or disingannarti. Addio, fra poco Son io. A te verrò.

AGENORE (In atto di partire.) Tu qui! Tu in questa spoglia!

3 Mozart: Il re pastore - atto primo

TAMIRI Già ritrovò la calma Guarda: d’Elisa i tetti Sul volto del mio ben. Colà… Fra l’ire delle stelle Se palpitò d’orrore, AGENORE Or di contento il core (come sopra) Va palpitando in sen. Già mi son noti. (Parte.) TAMIRI Scena VI° Odi. Elisa, sommamente allegra e frettolosa, poi Aminta. AGENORE ELISA Che brami? Oh lieto giorno! oh me felice! oh, caro Mio genitor! Ma dove andò? Pur dianzi TAMIRI Qui lo lasciai. Come sto nel tuo core? (Guardando la capanna.) AGENORE Sarà là dentro. Aminta!… Ah non lo vedi? A’ tuoi begl’occhi, o Principessa, il chiedi. (Batte alla porta.)

[N° 5 Aria] Aminta!… oh stolta! mi sovviene; è l’ora D’abbeverar la greggia. Al fonte io deggio, Per me rispondete, E non qui ricercarne… Begl’astri d’amore: Se voi nol sapete AMINTA Chi mai lo saprà? (Entrando mentre Elisa sta per partire) Voi tutte apprendeste Dove t’affretti Elisa? Le vie del mio core, Talor che vinceste ELISA La mia libertà. Ah tornasti una volta. Andiamo.

(Parte.) AMINTA Scena V° E dove?

Tamiri sola. ELISA TAMIRI Al genitor. No: voi non siete, o Dèi, Quanto finor credei AMINTA Inclementi con me. Dunque ci consente. Cangiaste, è vero, In capanna il mio soglio; in rozzi velli ELISA La porpora real; ma fido ancora Il core L’idol mio ritrovai. Non m’ingannò. Sarai mio sposo, e prima Pietosi Dèi, voi mi lasciaste assai! Che il sol tramonti. Impaziente il padre N’è al par di noi. D’un così amabil figlio [N° 6 Aria] Superbo, e lieto… ei tel dirà. Vedrai Dall’accoglienze sue… vieni! Di tante sue procelle Già si scordò quest’alma: 4 Mozart: Il re pastore - atto primo

AMINTA AGENORE Ah ben mio No! Lasciami respirar. Pietà d’un core, Che fra le gioie estreme… AMINTA E chi son io? ELISA Deh non tardiam: respireremo insieme. AGENORE Tu Abdolonimo sei: l’unico crede (In atto di partire.) Del soglio di Sidone.

Scena VII° AMINTA Agenore seguito da guardie reali, e nobili di Sidone, Io! che portano sopra bacili d’oro le regie insegne, e detti. AGENORE AGENORE Si! Scacciato Dal più fedel vassallo Dal reo Stratone il padre tuo, bambino Il primo omaggio eccelso Re ricevi. Al mio ti consegnò. Questi morendo Alla mia fè commise (Si inginocchia.) Te, il segreto, e le prove.

ELISA ELISA (ad Aminta) E il vecchio Alceo?… Che dice? AGENORE AMINTA L’educò sconosciuto. (ad Agenore) AMINTA A chi favelli? E tu fin’ora…

AGENORE AGENORE A te, Signor. Ed io, finor tacendo, alla paterna Legge ubbidii. M’era il parlar vietato, AMINTA Finché qualche cammin t’aprisse al trono (con viso sdegnoso) L’assistenza de’ Numi. Io la cercai Nel gran cor d’Alessandro: e la trovai. Lasciami in pace: e prendi Alcun altro a schernir. Libero io nacqui, ELISA Se Re non sono; e se non merto omaggi, O giubilo! O contento! (crescendo il risentimento) Il mio bene è il mio Re. Ho un core almen che non sopporta oltraggi. AMINTA

AGENORE (ad Agenore) (levandosi) Dunque Alessandro… Quel generoso sdegno Te scopre, e me difende. Odimi: e soffri, AGENORE Che ti sveli a te stesso il zelo mio. T’attende, e di sua mano Vuol coronarti il crin. Le regie spoglie ELISA Quelle son, ch’ei t’invia. Questi, che vedi, Come! Aminta ei non è? 5 Mozart: Il re pastore - atto primo Son tuoi servi, e custodi. Ah vieni ormai; Il rispetto, il dovere. Ah questo giorno ho sospirato assai. Ah pria, ch’altri il prevenga, Dal mio labbro sì lieta nuova intenda, (Parte col seguito.) E ad Alessandro, e al regno poi n’andrò; Quindi fra poco nel fido pastore Scena VIII° Un Re tuo sposo a te ritornerà. Elisa allegra, Aminta attonito. (Elisa guarda tristemente a terra.) AMINTA Soffri, ch’io vada… Ah se sapessi, quanto Elisa! Lungi da te, idol mio, un solo istante, Peni il mio cor amante… ELISA Aminta! ELISA Ah se vedessi, AMINTA Come sta questo cor! Di gioia esulta, È sogno? Ma pur… no no tacete Importuni timori. ELISA Ah no. (Guardandolo con orgoglio.) Or non si pensi, AMINTA Se non che Aminta è Re. Deh va: potrebbe Tu credi Alessandro sdegnarsi. Dunque… AMINTA ELISA (circondandola con un braccio) Sì. Non è strano Amici dèi, Questo colpo per me, benché improvviso. Son grato al vostro dono: Un cor di Re sempre io ti vidi in viso. Ma troppo è caro a questo prezzo un trono.

AMINTA [N° 7 Duetto] Sarà. Vadasi in tanto Al padre tuo. ELISA Vanne a regnar, ben mio, (S’incammina.) Ma fido a chi t’adora Serba, se puoi, quel cor. ELISA

(l’arresta) AMINTA No, maggior cura i Numi Se ho da regnar, ben mio, Ora esigon da te. Va, regna, e poi… Sarà sul trono ancora Il fido tuo pastor. AMINTA Che! m’affretti a lasciarti? e non ti cale, ELISA Che il genitor, oh Dèi! Ah che il mio Re tu sei! A cui la tua tu dei, La mia felicità degg’io, de’ nuovi AMINTA Improvvisi contenti or ne sia a parte? Ah che crudel timor! [Recitativo accompagnato] ELISA E AMINTA Perdona, Elisa, ubbidirti non posso; Ah proteggete oh Dei, Me ‘1 vietan l’amor tuo, il gran piacere, Questo innocente amor. 6 Mozart: Il re pastore - atto secondo

AGENORE ATTO SECONDO (arrestandola) Scena I° Ferma; né pure Al tuo Re lice andar. Grande, e ricco padiglione d’Alessandro da un lato; ruine inselvatichite di antichi edifici dall’altro. Campo de’ Greci in lontano. Guardie del medesimo ELISA in vari luoghi. Perché? Elisa, poi Agenore. AGENORE ELISA Che attenda (entrando, si guarda attorno) Alessandro or convien. Questa del campo greco ELISA È la tenda maggior. Qui l’idol mio Certo ritroverò. (come sopra) L’attenda. Io bramo AGENORE Vederlo sol. (arrestandola) AGENORE Dove t’affretti No, d’inoltrarti tanto Leggiadra ninfa? Non è permesso a te.

ELISA ELISA (vuol passare) Dunque l’avverti: Io vado al Re. Egli a me venga.

AGENORE AGENORE (la ferma) E questo Non è permesso a lui. Perdona Veder nol puoi. ELISA Permesso almeno ELISA Mi sarà d’aspettarlo. Per qual ragione? (Siede sopra un sasso.) AGENORE Or siede AGENORE Co’ suoi Greci a consiglio. Amica Elisa Va: credi a me. Per ora ELISA Deh non turbarci. Io col tuo Re fra poco Co’ Greci suoi? Più tosto a te verrò.

AGENORE ELISA Sì. No: non mi fido. Tu non pensi a Tamiri, Ed a me penserai? ELISA (incamminandosi) AGENORE Dunque andar poss’io. T’inganni. Appunto Non è quello il mio Re. Io voglio ad Alessandro Di lei parlar. Già incominciai, ma fui 7 Mozart: Il re pastore - atto secondo

Nell’ interrotto. Ah va! S’ei viene, ELISA Gli opportuni momenti (torna ad Agenore) Rubar mi puoi. E che dice? ELISA AGENORE (si leva) Ma tu partir non vuoi. Se tutte io deggio T’appagherò. Ma senti: Ridir le sue querele… Se tardi, io torno. ELISA AGENORE (con impeto) È giusto. Vado: non ti sdegnar, sei pur crudele! ELISA [N° 8 Aria] Addio. Frattanto Barbaro! oh dio, mi vedi (S’incammina e poi si volge.) Divisa dal mio ben, Non celare ad Aminta Barbaro! E non concedi Le smanie mie. Ch’io ne dimandi almen? Come di tanto affetto AGENORE Alla pietà non cedi? No. Hai pure un core in. petto, Hai pure un’alma in sen! ELISA (come sopra) (Parte.) Digli Scena II° Che le sue mi figuro. Agenore e Aminta. GENORE A AGENORE Sì. Nel gran cor d’Alessandro, o Dèi clementi, Secondate i miei detti ELISA A favor di Tamiri. Ah n’è ben degna (ad Agenore ma da lontano): La sua virtù, la sua beltà… Ma dove Da me lungi oh quanto (ad Aminta che arriva in fretta) Penerà l’infelice! Dove corri mio Re? AGENORE Molto! AMINTA La bella Elisa ELISA Pur da lungi or mirai, perché s’asconde? Dov’è? (da lontano)

E parla di me? AGENORE Partì. AGENORE Sempre! AMINTA Senza vedermi? Ingrata! Ah! raggiungerla io voglio.

(S’incammina) 8 Mozart: Il re pastore - atto secondo

AGENORE AGENORE (l’arresta) Nessuno. È giusta; Ma pria di tutto… Ferma, Signor.

AMINTA AMINTA Ah! pria di tutto andiamo Perché? Amico, a consolarla, e poi…

AGENORE AGENORE Non puoi. (arrestando Aminta) AMINTA T’arresta. Non posso? Sciolto è il consiglio: escono i duci: a noi Chi dà legge ad un Re? Viene Alessandro.

(Alessandro, i suoi generali ed il suo seguito escono AGENORE dalla tenda.) La sua grandezza, La giustizia, il decoro, il bene altrui, AMINTA La ragione, il dover. Ov’è?

AMINTA AGENORE Dunque pastore Non riconosci Io fui men servo. E che mi giova il regno? I suoi custodi alla real divisa?

AGENORE AMINTA Se il regno a te non giova, Dunque… Tu giovar devi a lui. Se te non reggi, Come altrui reggerai? Come – ah mi scordo, AGENORE Che Aminta è il Re, che un suo vassallo io Attender convien. sono. Errai per troppo zel; Signor perdono! (Si ritira verso la tenda.)

(Vuole inginocchiarsi.) AMINTA AMINTA Povera Elisa! (lo solleva) Scena III° Che fai! sorgi. Ah se m’ami. Parlami ogn’or così. Mi par si bella, Alessandro e detti. Che di sé m’innamora ALESSANDRO La verità, quando mi sferza ancora. (ad Aminta) AGENORE Per qual ragione Ah, te destina il fato Resta il Re di Sidone Veramente a regnar. Ravvolto ancor fra quelle lane istesse?

AMINTA AMINTA Ma dimmi, amico: Perché ancor non impresse Non deggio amar chi m’ama? È poco Elisa Su quella man, che lo solleva al regno, Degna d’amor? Chi condannar potrebbe Del suo grato rispetto un bacio in pegno. Fra gli uomini, fra i Numi, in terra, in cielo Soffri, che prima al piede La tenerezza mia? Dei mio benefattar… 9 Mozart: Il re pastore - atto secondo (vuole inginocchiarsi) Scena IV° ALESSANDRO Alessandro, Agenore.

(lo solleva) AGENORE No: dell’amico (Or per la mia Tamiri Vieni alle braccia; e di rispetto in vece È tempo di parlar.) Rendigli amore. Esecutor son io Dei decreti del Ciel. Tu del contento ALESSANDRO Che in eseguirli io provo, La gloria mia Sol mi sei debitor. Per mia mercede Me fra lunghi riposi, Chiedo la gloria tua. O Agenore, non soffre. Oggi a Sidone Il suo Re donerò; col nuovo giomo AMINTA Partir vogl’io. Ma (tel confesso) a pieno Qual gloria, oh Dèi, Soddisfatto non parto. Il vostro giogo Io saprò meritar; se fino ad ora Io fransi, è vero; io ritornai lo scettro Una greggia a guidar solo imparai? Nella stirpe real: nel saggio Aminta Un buon Re lascio al regno: un vero amico ALESSANDRO In Agenore al Re. Sarebbe forse Sarai buon Re, se buon pastor sarai. Onorata memoria il nome mio Lungamente fra voi. Tamiri, oh Dèi, Sol Tamiri l’oscura. Ov’ella giunga AMINTA Fuggitiva, raminga, Sì. Ma in un mar mi veggo Di me, che si dirà? Che un’empio io sono Ignoto, e procelloso. Or se tu parti Un barbaro, un crudel. Chi sarà l’astro mio? Da chi consigli Prender dovrò? AGENORE Degna è di scusa ALESSANDRO Se, figlia d’un tiranno, ella temea… Già questo dubbio solo Mi promette un gran Re. ALESSANDRO Questo è il suo fallo. E che temer dovea? AMINTA Se Alessandro punisce Ma d’onde un sì gran lume Le colpe altrui, le altrui virtudi onora. Può sperare un pastor?

AGENORE ALESSANDRO L’Asia non vide altri Alessandri ancora. Dal Ciel, che illustra Quei, che sceglie a regnar. Or va, deponi ALESSANDRO Quelle rustiche vesti; altre ne prendi, E torna a me. Già di mostrarti è tempo Quanta gloria m’usurpa! Io lascerei A’ tuoi fidi vassalli. Tutti felici. Ah per lei sola or questa Riman del mio valore orma funesta! AMINTA AGENORE Ah fate, oh Numi Fate che Aminta in trono (Coraggio!) Se stesso onori, il donatore, e il dono. ALESSANDRO (Parte.) Avrei potuto Altrui mostrar, se non fuggìa Tamiri Ch’io distinguer dal reo, so l’innocente.

10 Mozart: Il re pastore - atto secondo

AGENORE Senza ch’ella ne scenda; a voi la pace, Non lagnarti: il potrai. La gloria al nome mio Rendo così: tutto assicuro. ALESSANDRO Come? AGENORE (Oh Dio!) AGENORE È presente. ALESSANDRO Tu impallidisci! e taci! ALESSANDRO Disapprovi il consiglio? È pur Tamiri… Chi? AGENORE AGENORE Degnissima del trono. Tamiri. ALESSANDRO ALESSANDRO È un tal pensiero… E mel taci? AGENORE AGENORE Degnissimo di te. Il seppi appena, Che a te venni: e or volea ALESSANDRO Di quale affetto ALESSANDRO Quel tacer dunque è segno, e quel pallore? Corri, t’affretta, Guidala a me. AGENORE Di piacer, di rispetto e di stupore. AGENORE [N° 9 Aria] Vado, e ritorno. ALESSANDRO (In atto di partire.) Se vincendo vi rendo felici, ALESSANDRO Se partendo non lascio nemici, (pensa) Che bel giorno fa questo per me! Aspetta! De’ sudori ch’io spargo pugnando, Non dimando più bella mercé. (Risoluto da sé) (Ah sì Mai più bel nodo (Partono.) Non strinse amore.) Or sì contento a pieno Partir potrò. Vola a Tamiri: e dille Scena V° Che oggi al nuovo Sovrano Parte interna di grande e deliziosa grotta formata Io darò , ella la mano. capricciosamente nel vivo sasso dalla natura: distinta, e rivestita in gran parte dal vivace verde AGENORE delle varie piante, o dall’alto pendenti, o serpeg- La man! gianti all’intorno: e rallegrata da una vena di lim- pid’acqua, che scendendo obliquamente fra’ sassi, ALESSANDRO orsi nasconde, or si mostra, e finalmente si perde. Gli spaziosi trafori, che rendono il sito luminoso, Sì amico. Ah con un sol diadema scuoprono l’aspetto di diverse amene, d’ineguali Di due bell’alme io la virtù corono! colline in lontano: e in distanza minore di qualche Ei salirà sul trono, tenda militare: onde si comprenda essere il luogo 11 Mozart: Il re pastore - atto secondo nelle vicinanze del campo greco. AGENORE Aminta solo. Elisa, e trono Vedi, che andar non ponno insieme. AMINTA (assiso sopra un sasso) AMINTA Oimè! declina il sol; già il tempo è scorso, È vero, Che a’ miei dubbi penosi Né d’un eroe benefico al disegno Agenore concesse. Io nel periglio Oppor si dee chi ne riceve un regno. Di parer vile, o di mostrarmi infido Tremo, ondeggio, m’affanno, e non decido. AGENORE E questo è il regno? E così ben si vive Oh fortunato Aminta! Oh qual compagna Fra la porpora, e l’or? Oh me infelice! Ti destinan le stelle! Amala; è degna Degl’affetti d’un Re. (all’avvicinarsi di Agenore) Agenore già vien. Che dirgli? oh Dio! AMINTA Comprendo amico, (Si leva.) Tutta la mia felicità. Non dirmi D’amar la sposa mia. Già l’amo a segno, Scena VI° Che senza lei mi spiacerebbe il regno. Agenore e detto. [N° 10 Rondo] AGENORE L’amerò, sarò costante: E irresoluto ancora Fido sposo, e fido amante Ti ritrovo o mio Re? Sol per lei sospirerò. In sì caro, e dolce oggetto AMINTA La mia gioia, il mio diletto, No. La mia pace io troverò.

AGENORE (Parte.) Decidesti? Scena VII° AMINTA Agenore solo. Sì. AGENORE Uscite, alfine, uscite, AGENORE Trattenuti sospiri, Come? Oh dio, bella Tamiri, oh dio…

AMINTA Scena VIII° Il dover mio A compir son disposto. Elisa e detto.

ELISA AGENORE Ma senti, Ad Alessandro Agenore quai fole Dunque d’andar più non ricusi? S’inventan qui per tormentarmi. È sparso Ch’oggi Aminta a Tamiri AMINTA Darà la man di sposo. A lui Anzi già m’incammino. AGENORE Esci d’error. Nessun t’inganna.

12 Mozart: Il re pastore - atto secondo

ELISA ELISA E sei Che possa Tu sì credulo ancor? così tradirmi Aminta!

AGENORE AGENORE Io non saprei Ah cangia Elisa, Per qual via dubitarne. Cangia ancor tuo pensiero: Cedi al destin. ELISA E mi abbandona ELISA Dunque Aminta così? Donde apprendesti No, non sarà mai vero! Novella sì gentil? AGENORE AGENORE Ma s’ei più tuo non è, con quei trasporti Da lui. Che puoi far?

ELISA ELISA Da lui! Che far posso? Ad Alessandro Agli uomini, agli Dèi, pietà, mercede, AGENORE Giustizia chiederò. Voglio, che Aminta Sì, dall’istesso Aminta. Confessi a tutti in faccia Che del suo cor m’ha fatto dono; e voglio, Se pretende il crudel, che ad altri il ceda, ELISA Voglio morir d’affanno: e ch’ei lo veda. Dove? (Parte piangendo.) AGENORE Qui. Scena IX° Agenore e poi Tamiri. ELISA Quando? AGENORE Povera ninfa! Io ti compiango: e intendo AGENORE Nella mia la tua pena. Io da Tamiri Or ora. Convien che fugga; e ritrovar non spero Alla mia debolezza altro ricorso. ELISA (In atto di partire.) E disse? TAMIRI AGENORE (entra con un foglio in mano) [E disse] Che al voler d’Alessandro Agenore t’arresta! Non dessi oppor chi ne riceve un regno. AGENORE ELISA (Oh Dèi! soccorso!) Santi Numi del ciel! Come! a Tamiri Darà la man? TAMIRI (con ironia) AGENORE D’un regno debitrice La mano, e il cor. Ad amator sì degno Dunque è Tamiri?

13 Mozart: Il re pastore - atto secondo

AGENORE [N° 11 Aria] Il debitore è il regno. TAMIRI TAMIRI Se tu di me fai dono: Se vuoi che d’altri io sia: (come sopra) Perché la colpa è mia? Perché sì gran novella Perché son io crudel? Non recarmi tu stesso? La mia dolcezza imita; AGENORE L’abbandonata io sono: È ver; ma forse. E non t’insulto ardita, L’idea del dover mio Chiamandoti infedel. In faccia a te… Bella Regina, addio. (Parte.) (In atto di partire.) Scena X° TAMIRI Agenore solo. Sentimi. Dove corri? AGENORE AGENORE Misero cor! Credevi A ricordarmi D’aver tutte sofferte Che sei la mia Sovrana. Le tirannie d’amore. Ah non è vero: Ancor la più funesta, TAMIRI Misero core, a tollerar ti resta! (con impero) Alle mie nozze [N° 12 Aria] Io presente ti voglio. Sol può dir come si trova Un’amante in questo stato GENORE A Qualche amante sfortunato, Ah no, perdona: Che lo prova al par di me. Questo è l’ultimo addio. Un tormento è quel ch’io sento, TAMIRI Più crudel d’ogni tormento, (con impero) E un tormento disperato Che soffribile non è. Ubbidienza io voglio Da un suddito fedel. (Parte.)

AGENORE Scena XI° (Oh Dio!) Parte dello spazio circondato dal gran portico del celebre tempio di Ercole Tirio. Tutto il vasto recinto TAMIRI è riccamente adornato (per l’incoronazione del (come sopra) nuovo re di Sidone) e di vasi d’oro, e di barbari tap- peti, e di festoni di verdure, e di fiori, che intorno M’udisti? alle numerose colonne artificiosamente s’avvol- gono, e tutte tra loro le intrecciano. Dal destro AGENORE lato, molto innanzi, ricco ed elevato trono con due Ubbidirò, crudele. sedili, sopra de’ quali scettro e corona reali. Dal lato medesimo, ma in distanza maggiore, magni- fico ingresso del tempio suddetto, a cui s’ascende per ampia e superba scala. Fuori dal portico, alla

14 Mozart: Il re pastore - atto secondo destra, veduta del faro e del porto di Sidone guar- ALESSANDRO nito di folte navi: alla sinistra, della falange mace- Chi sei? che brami? done disposta in ordinanza, a vista dei trono. Con- corso per tutto di cittadini, e pastori. ELISA Fra l’armonia strepitosa de’ militari stromenti esce Io sono Elisa. Imploro Alessandro preceduto da’ Capitani greci, e seguito D’Alessandro il soccorso da Nobili di Sidone. Poi Tamiri, indi Agenore. A pro d’un core ingiustamente oppresso. [N° 13 Aria] ALESSANDRO ALESSANDRO Contro chi mai? Voi, che fausti ognor donate Nuovi germi a’ lauri miei, ELISA Secondate amici Dei Contro Alessandro istesso. Anche i moti del mio cor. ALESSANDRO Olà! che più si tarda? Il sol tramonta: Che ti fece Alessandro? Perché il Re non si vede? Dov’è Tamiri? ELISA Egli m’invola TAMIRI Ogni mia pace, ogni mio ben: d’affanno (venendo avanti, seguita da Agenore) Ei vuol vedermi estinta. È d’Alessandro al piede. D’Aminta io vivo: ei mi rapisce Aminta.

ALESSANDRO ALESSANDRO Sei tu la Principessa? Aminta! E qual ragione Hai tu sopra di lui? TAMIRI Son’io. ELISA Qual! da bambina AGENORE Ebbi il suo core in dono. Signor, non dubitarne; è dessa. ALESSANDRO TAMIRI Colui, che il cor ti diè, ninfa gentile, Era Aminta, il pastore: a te giammai Odi: Agenore amante Abdolonimo, il Re, non diede il core. La mia grandezza all’amor suo prepone: Se alla grandezza mia posporre io debba Un’anima sì fida, Scena XIII° Esamini, Alessandro, e ne decida. Aminta e detti.

ALESSANDRO AMINTA Dèi! qual virtù! qual fede 1 (entrando, in abito da pastore, seguito da alcuni pastori e recando le vesti regali) Scena XII° Signore, io sono Aminta, e son pastore. Elisa e detti. ALESSANDRO ELISA Come! (entrando con impeto): Ah giustizia Signor, pietà, mercede! AMINTA Le regie spoglie 15 Mozart: Il re pastore - atto secondo

Ecco al tuo piè. ALESSANDRO In queste spoglie a caso (Depone le vesti davanti ad Alessandro. Qui non ti guida il cielo. Il ciel predice Con le mie lane intorno, Del tuo regno felice Alla mia greggia, alla mia pace io tomo. Tutto per questa via forse il tenore: Bella sorte d’un regno è IL RE PASTORE. ALESSANDRO [N° 14 Coro] E Tamiri non è… TUTTI AMINTA Viva l’invitto duce, Tamiri è degna Viva del cielo il dono, Del cor d’un Re; ma non è degna Elisa Più caro al nostro cor. Ch’io le manchi di fé. Abbiasi il regno Chi ha di regnar talento: ELISA E AMINTA: Pur ch’Elisa mi resti, io son contento. Con fortunati auspici In questi di più belle AGENORE Splendano in ciel le stelle Che ascolto! Rida più lieto amor.

LESSANDRO A ELISA Ove son’io? Nell’adorarti ognora, Qual sia un felice amore ELISA Caro, il mio cor saprà. Agenore, io tel dissi; Aminta è mio! AMINTA ALESSANDRO Se quel tuo cor m’adora, Sì generosi amanti Cara, più dolce ardore Non divida Alessandro. Eccoti, Aminta, No che l’amor non dà. La bella Elisa. Ecco, Tamiri, il tuo Agenore fedel. ALESSANDRO Questo è per me contento. (Ad Aminta ed Elisa) Voi di Sidone or sarete i regnanti, AGENORE Gioia ne provo al cor. (Ad Agenore e Tamiri) E voi soggetti AMINTA, TAMIRI, ELISA, AGENORE Non resterete. A fabbricarvi’ il trono No, che ad amore un cor La mia fortuna impegno, Resistere non sa. Ed a tanta virtù non manca un regno. ELISA ELISA, AMINTA, TAMIRI, AGENORE Vaghe luci, mio tesoro. Oh, grande! Oh, giusto! AMINTA ALESSANDRO Cari accenti del mio bene. Ah, vegga alfin Sidone Coronato il suo re! ELISA E AMINTA Nel mirarti mi conviene, AMINTA Dolcemente sospirar. Ma in queste spoglie…

16 Mozart: Il re pastore - atto secondo

TAMIRI E AGENORE Alme liete, alme care, Sì godete nell’amar!

FINE DELL’OPERA

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