IL RE PASTORE Dramma Per Musica in Due Atti

IL RE PASTORE Dramma Per Musica in Due Atti

Wolfgang Amadeus Mozar IL RE PASTORE Dramma per musica in due atti Libretto di Pietro Metastasio PERSONAGGI Aminta pastorello, amante di Elisa, che, ignoto prima anche a se stesso, si scopre poi unico legittimo erede del regno di Sidone Soprano Alessandro Re di Macedeonia Tenore Tamiri principessa fuggitiva, figliola del tiranno Stratone, in abiti di pastorella, amante di Agenore Soprano Elisa snobile ninfa di Fenicia, dell’antica stirpe di Cadmo, amante di Aminta Soprano Agenore nobile di Sidone, amico di Alessandro, amante di Tamiri Tenore La scena si finge nella campagna dove è attendato il campo macedone, a vista della città di Sidone. Prima rappresentazione: Salisburgo, Erzbischöflicher Palast, 23 aprile 1775 Mozart: Il re pastore - atto primo ATTO PRIMO ELISA Deh, m’ascolta. Ho colmo il core Scena I° Di felici speranze: e non ho pace Finché con te non le divido. Vasta e amena campagna irrigata dal fiume Bostreno, sparsa di greggi e di pastori. Largo ma AMINTA rustico ponte sul fiume. Innanzi tuguri pastorali. Altrove Veduta della città di Sidone in lontano. Più sicura potrai… Aminta assiso sopra un sasso, cantando al suono delle avene pastoralì: indi Elisa. ELISA [N° 1 Ouverture – Aria] Ma d’Alessandro Fai torto alla virtù. Son della nostra AMINTA Sicurezza custodi Intendo amico rio Quelle schiere, che temi. Ei da un tiranno Quel basso mormorio: Venne Sidone a liberar: né vuole Tu chiedi in tua favella Che sia vendita il dono: Il nostro ben dov’è? Ne franse il giogo, e ne ricusa il trono. (Vedendo Elisa getta le avene, e corre ad incon- AMINTA trarla) Chi sarà dunque il nostro Re? Bella Elisa? idol mio? dove? ELISA ELISA Si crede, Che ignoto anche a se stesso occulto viva (lieta, e frettolosa) Il legittimo erede. A te caro Aminta. AMINTA AMINTA E dove? O dèi! non sai, Che il campo d’Alessandro ELISA Quindi lungi non è? Che tutte infesta Ah lascia, Queste amene contrade Che Alessandro ne cerchi. Odi. La mia il Macedone armato? Pietosa madre (oh cara madre!) alfine Già l’amor mio seconda. ELISA Il so. AMINTA Ah! AMINTA Ma dunque ELISA Perché sola t’esponi all’insolente Tu sospiri, Aminta! Licenza militar? Che vuol dir quel sospiro? ELISA AMINTA Rischio non teme, Contro il destin m’adiro, Non ode amor consiglio. Che sì poco mi fece Il non vederti è il mio maggior periglio. Degno, Elisa, di te. Tu vanti il chiaro Sangue di Cadmo; io pastorello oscuro, AMINTA Ignoro il mio. Tu abbandonar dovrai E per me? Per me gli agi patemi. Offerirti in vece Io non potrò nella mia sorte umìle 1 Mozart: Il re pastore - atto primo Che una povera greggia, un rozzo ovile. Il fasto, ogn’or ricuserei d’un trono, Tutto, lo riconosco, è vostro dono. ELISA Se soletto tra voi Non lagnarti del ciel: prodigo assai Della tenera greggia i passi osservo, Ti fu de’ doni suoi. Se l’ostro, e l’oro Col rozzo suon dell’umil mia zampogna A te negò; quel favellar, quel volto, A quella i paschi raddolcisco, e intanto Quel cor ti diè. Non le richezze, o gli avi; Scaccio dal cuor la noia, e lieto io canto. Cerco Aminta in Aminta: ed amo in lui Canto della mia ninfa i dolci amori, Fin la sua povertà. Dal di primiero, Che se meco non è, so che sospira; Che ancor bambina io lo mirai, mi parve Tutto amor ella spira, Amabile, gentile Tutto fuoco è per me, e al suo fuoco anch’io Quel pastor, quella greggia, e quell’ovile: Qual fenice mi struggo indi rinasco. E mi restò nel core Quell’ovil, quella greggia, e quel pastore. [Recitativo accompagnato] Ditelo, voi pastori, AMINTA Se un più di me felice e fortunato Oh mia sola, oh mia vera Si ritrova fra voi? Che al fido Aminta Felicità! Quei cari detti… Fida è la bella Elisa, ogni ruscello Garrulo il dice a tutti, il cavo monte ELISA Lo ripete giulivo, ed ogni fronda Addio. Chinandosi l’afferma, e fin gl’augelli Corro alla madre e vengo a te. Fra poco Emuli al nostro amor amano anch’essi; Io non dovrò mai più lasciarti. Insieme E fra baci, ed amplessi Sempre il sol noi vedrà, parta, o ritorni. Separandosi, all’un e all’altro polo Oh dolce vita; oh fortunati giorni! Portan de’ pastorelli Elisa e Aminta Al chiaro esempio il testimon verace: [N° 2 Aria] Che il riposo, la pace, e il vero amore Nella vita s’annida del pastore. Alla selva, al prato, al fonte Io n’andrò col gregge amato; [N° 3 Aria] E alla selva, al fonte, al prato L’idol mio con me verrà. Aer tranquillo e di sereni, In quel rozzo angusto tetto, Freschi fonti e verdi prati Che ricetto a noi darà, Sono i voti fortunati Con la gioia e col diletto Della greggia e del pastor. L’innocenza albergherà. Che se poi piacesse ai fati (Parte) Di cambiar gl’offici miei Avran cura allora i Dèi Scena II° Di cambiarmi e mente e cor. Aminta solo. (Parte.) AMINTA Scena III° Perdono, amici Dèi. Fui troppo ingiusto Lagnandomi di voi. Non splende in cielo Alessandro ed Agenore. Dell’astro che mi guida astro più bello. AGENORE Se la terra ha un felice, Aminta è quello. Campagne amene, Or che dici, Alessandro? Romite selve, a voi quanto degg’io: La mia pace, il riposo e di sereni ALESSANDRO D’ogni gioia ripieni, Ah, certo asconde D’ogni vero piacer, per cui contento Quel pastorel lo sconosciuto erede Del soglio di Sidone! Eran già grandi 2 Mozart: Il re pastore - atto primo Le prove tue; ma quel parlar, quel volto TAMIRI Son la maggior. Che nobil cor! che dolce, Io deggio a questa Che serena virtù! Seguimi: andiamo Il sol ben che mi resta, La grand’opra a compir. De’ fasti miei Ch’è la mia libertà: già che Alessandro Sarà questo il più bello. Abbatter mura Padre, e regno m’ha tolto. Eserciti fugar, scuoter gl’imperi Fra’ turbini di guerra, AGENORE È il piacer, che gl’Eroi provano in terra. Oh, quanto mai Ma sollevar gli oppressi, Ti piansi, e ti cercai! Ma dove ascosa Render felici i regni, Ti celasti finor? Coronar la virtù, togliere a lei Quel, che l’adombra ingiurioso velo, TAMIRI È il piacer, che gli Dèi provano in cielo. La bella Elisa [N° 4 Aria] Fuggitiva m’accolse. Si spande al sole in faccia AGENORE Nube talor così E qual disegno?… E folgora, e minaccia Ah m’attende Alessandro. Sull’arido terren. Addio; ritornerò. Ma poi che in quella foggia Assai d’umori unì, TAMIRI Tutta si scioglie in pioggia Senti. Alla fuga E gli feconda il sen. Tu d’aprirmi un cammin ben mio procura. Altrove almeno io piangerò sicura. (Alessandro parte; Agenore fa per seguirlo.) AGENORE Scena IV° Vuoi seguir, Principessa, Tamiri in abito pastorale ed Agenore. Un consiglio più saggio? Ad Alessandro Meco ne vieni. TAMIRI Agenore? T’arresta. Odi… TAMIRI All’uccisor del padre! AGENORE Perdona AGENORE Leggiadra pastorella; io d’Alessandro Straton se stesso uccise, ei la clemenza Deggio or su l’orme… (Oh Dèi! Tamiri è quella!) Del vincitor prevenne. Principessa! TAMIRI TAMIRI Io stessa ai lacci Ah, mio ben! Offrir la destra? Io delle greche spose Andrò gl’insulti a tollerar? AGENORE Sei tu? AGENORE T’inganni: TAMIGI Non conosci Alessandro. Ed io non posso Per or disingannarti. Addio, fra poco Son io. A te verrò. AGENORE (In atto di partire.) Tu qui! Tu in questa spoglia! 3 Mozart: Il re pastore - atto primo TAMIRI Già ritrovò la calma Guarda: d’Elisa i tetti Sul volto del mio ben. Colà… Fra l’ire delle stelle Se palpitò d’orrore, AGENORE Or di contento il core (come sopra) Va palpitando in sen. Già mi son noti. (Parte.) TAMIRI Scena VI° Odi. Elisa, sommamente allegra e frettolosa, poi Aminta. AGENORE ELISA Che brami? Oh lieto giorno! oh me felice! oh, caro Mio genitor! Ma dove andò? Pur dianzi TAMIRI Qui lo lasciai. Come sto nel tuo core? (Guardando la capanna.) AGENORE Sarà là dentro. Aminta!… Ah non lo vedi? A’ tuoi begl’occhi, o Principessa, il chiedi. (Batte alla porta.) [N° 5 Aria] Aminta!… oh stolta! mi sovviene; è l’ora D’abbeverar la greggia. Al fonte io deggio, Per me rispondete, E non qui ricercarne… Begl’astri d’amore: Se voi nol sapete AMINTA Chi mai lo saprà? (Entrando mentre Elisa sta per partire) Voi tutte apprendeste Dove t’affretti Elisa? Le vie del mio core, Talor che vinceste ELISA La mia libertà. Ah tornasti una volta. Andiamo. (Parte.) AMINTA Scena V° E dove? Tamiri sola. ELISA TAMIRI Al genitor. No: voi non siete, o Dèi, Quanto finor credei AMINTA Inclementi con me. Dunque ci consente. Cangiaste, è vero, In capanna il mio soglio; in rozzi velli ELISA La porpora real; ma fido ancora Il core L’idol mio ritrovai. Non m’ingannò. Sarai mio sposo, e prima Pietosi Dèi, voi mi lasciaste assai! Che il sol tramonti. Impaziente il padre N’è al par di noi. D’un così amabil figlio [N° 6 Aria] Superbo, e lieto… ei tel dirà. Vedrai Dall’accoglienze sue… vieni! Di tante sue procelle Già si scordò quest’alma: 4 Mozart: Il re pastore - atto primo AMINTA AGENORE Ah ben mio No! Lasciami respirar. Pietà d’un core, Che fra le gioie estreme… AMINTA E chi son io? ELISA Deh non tardiam: respireremo insieme. AGENORE Tu Abdolonimo sei: l’unico crede (In atto di partire.) Del soglio di Sidone. Scena VII° AMINTA Agenore seguito da guardie reali, e nobili di Sidone, Io! che portano sopra bacili d’oro le regie insegne, e detti.

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