SOLIANA s.r.l. Via di Santa Croce in Gerusalemme, 107 – 00185 Roma Comune di San Teodoro - Provincia - Tempio

INSEDIAMENTO TURISTICO ALBERGHIERO LOTTIZZAZIONE “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO

STUDIO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE - I (D.G.R. 24/23 del 23/04/2008)

Coordinamento: Geol. Fausto A. Pani - Geol. Roberta M. Sanna Progettisti: Architetti Danilo Pucci e Arianna Pucci Consulenti: Naturalisti Francesco Lecis e Maria A. Frau SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) INDICE

1. PREMESSA ...... 4

2. QUADRO INTRODUTTIVO ...... 5 2.1 CONTENUTO DEL LAVORO ...... 5 2.2 PRESENTAZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO ...... 5 2.3 IL METODO E I CONTENUTI GENERALI DELLO STUDIO ...... 5 2.3.1 COSTRUZIONE DELLO STATO INIZIALE DELL’AMBIENTE ...... 6 2.3.2 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA ...... 6 2.3.3 INDIVIDUAZIONE DELLE INTERAZIONI TRA OPERA ED AMBIENTE ...... 6 2.3.4 QUADRO RIASSUNTIVO DELE PRINCIPALI CRITICITA’ ...... 6 2.4 BASI DATI UTILIZZATE E SISTEMA INFORMATIVO ...... 6

3. QUADRO NORMATIVO ...... 9 3.1 NOTE GENERALI ...... 9 3.2 LA PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE REGIONALE ...... 9 3.3 ELABORATI DELLA VALUTAZIONE ...... 11 3.4 LO STUDIO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE ...... 12 3.5 LE NORME DI RIFERIMENTO ...... 13

4. QUADRO PROGETTUALE ...... 16 4.1 CARATTERISTICHE DEI FABBRICATI E DELLE INFRASTRUTTURE ...... 18

5. QUADRO PROGRAMMATICO E PIANIFICATORIO ...... 22 5.1 QUADRO NORMATIVO INTERNAZIONALE ...... 22 5.1.1 CONVENZIONE DI RAMSAR ...... 22 5.2 QUADRO NORMATIVO COMUNITARIO ...... 22 5.2.1 LA DIRETTIVA COMUNITARIA UCCELLI (CE 409/79) ...... 22 5.2.2 LA DIRETTIVA COMUNITARIA HABITAT (CEE 43/92) ...... 22 5.3 QUADRO LEGISLATIVO NAZIONALE IN MATERIA DI TUTELA AMBIENTALE ...... 23 5.3.1 LEGGE QUADRO SULLE AREE PROTETTE (L. n° 394 /91) ...... 24 5.3.2 VINCOLI IDROGEOLOGICI (L. n° 3267/23) ...... 24 5.3.3 ACQUE PUBBLICHE E PERTINENZE IDRAULICHE ...... 25 5.3.4 TUTELA DEI CORPI IDRICI D. Lgs. 152/2006 ...... 25 5.3.5 SERVITU’ DI USO CIVICO ...... 25 5.3.6 AREE PERCORSE DA INCENDIO (D.G.R. 23.10.2001 n° 36/46 – artt. 3 e 10 L.353/2000) ...... 25 5.3.7 CODICE DEI BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI D.Lgs. n° 42 DEL 22/01/2004 (EX T. U. IN MATERIA DI BENI CULTURALI L. n° 490/99) ...... 26 5.3.8 IFFI Inventario Fenomeni Franosi in Italia ...... 28 5.3.9 PROGETTO A.V.I. - AREE VULNERATE ITALIANE – CNR GNDCI ...... 28 5.4 QUADRO LEGISLATIVO E PIANIFICATORIO REGIONALE ...... 29 5.4.1 Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) ...... 29 5.4.2 Piano di Assetto Idrogeologico Regionale (P.A.I.) ...... 31 5.4.3 Piano di Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.) ...... 32 5.4.4 Nuovo Piano Regolatore Generale degli Acquedotti (N.P.R.G.A.) ...... 33

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1.PREMESSA La società Soliana s.r.l., sulla base della zonizzazione del P.U.C. del Comune di San Teodoro, propone la realizzazione di un complesso residenziale ad indirizzo turistico nella lottizzazione “ISULEDDA” in regione Costa Caddu, costituita dalla Zona F Sub-Comparto “A1” con indirizzo ricettivo.

Mappa - L’area dell’intervento ed i territori comunali contermini sulla Ortofoto 2006

La Verifica di Assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale si rende necessaria in quanto l’area interessata dal progetto è superiore ai 300 p.l. insediabili previsti alla lettera a del punto 8 dell’Allegato B1 del DGR 23/24 del 23/04/2008, che recita: a) Villaggi turistici di superficie superiore a 5 ha, centri residenziali turistici ed esercizi alberghieri con oltre 3 300 posti-letto o volume edificato superiore a 25.000 m , o che occupano una superficie superiore ai 20 ha, esclusi quelli ricadenti all'interno dei centri abitati;

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2. QUADRO INTRODUTTIVO

2.1 CONTENUTO DEL LAVORO La presente Relazione di supporto alla Verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale si compone dei contenuti richiesti nell’Allegato B punto 2.0 della Deliberazione della Giunta Regionale n° 24/23 del 23/04/2008 - Allegato B, ed articolati secondo la seguente struttura: - Relazione / Studio di Verifica: Quadro Introduttivo Quadro Normativo Quadro Progettuale - Elaborati di progetto preliminare Quadro Programmatico, Urbanistico e Pianificatorio Quadro Ambientale Valutazione degli Impatti potenziali Allegati - Cartografia - Elenco delle autorizzazioni, dei nulla-osta, dei pareri e degli altri atti di analoga natura, da acquisire ai fini della realizzazione e dell'esercizio dell'opera. - Sintesi in linguaggio non tecnico dello Studio di Impatto Ambientale

2.2 PRESENTAZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO

Il gruppo di Lavoro del presente studio è composto da: - Coordinamento: Roberta M. Sanna, Geologo Fausto A. Pani, Geologo - Studio climatologico, geologico, geomorfologico Roberta M. Sanna, Geologo - Studio pedologico, idrogeologico e geotenico, analisi percettiva del paesaggio Fausto A. Pani, Geologo - Studio vegetazionale, floristico e faunistico ed ecosistemico Francesco Lecis, Naturalista - Analisi del progetto, delle alternative, Progettisti: Architetti Danilo Pucci e Arianna Pucci

2.3IL METODO E I CONTENUTI GENERALI DELLO STUDIO

L’oggetto principale del presente Studio consiste nell’individuazione delle caratteristiche dell’ambiente di area vasta e di area ristretta e delle interazioni tra opera e l’ambiente descritto. L’obbiettivo è stato perseguito derivando dai più comuni strumenti metodologici disponibili per l’identificazione degli impatti, le procedure che meglio si adattassero a descrivere le interazioni con le componenti ambientali del sito in oggetto. Si riporta di seguito una breve sintesi delle fasi di elaborazione:

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2.3.2 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA In questa fase, al fine di redigere un quadro informativo complessivo sul progetto, sono state raccolte tutte le informazioni tecniche descrittive dell’opera, delle sue attività a regime e dei processi costruttivi necessari all’edificazione e conseguentemente sono state enucleate tutte le azioni elementari che nelle varie fasi di sviluppo dell’intervento (stato di fatto, costruzione, esercizio) possono produrre impatti sulle “componenti ambientali” (ricettori degli impatti).

2.3.3 INDIVIDUAZIONE DELLE INTERAZIONI TRA OPERA ED AMBIENTE Lo svolgimento delle prime due fasi ha consentito di costruire un documento analitico, attraverso il quale individuare i potenziali impatti. Lo strumento scelto allo scopo è quello della matrice; per ogni fase dell’intervento e per ogni ambito specifico di riferimento, sono stati incrociate le azioni elementari generate dallo svolgimento di una specifica attività (di costruzione, di gestione, etc.) con i ricettori (componenti ambientali). L’incidenza dell’opera è valutata attraverso un criterio di quantificazione ponderata: a parità di azione e di ricettore, è funzione del grado di sensibilità dell’ambito in cui si opera (es: sito di interesse comunitario). L’impatto è misurato e rappresentato attraverso l’attribuzione di un livello tonale all’interno di una scala di colore. Inoltre è associata una descrizione delle caratteristiche qualitative dei principali impatti, al fine di individuare le opportune misure e mitigazioni.

2.3.4 QUADRO RIASSUNTIVO DELE PRINCIPALI CRITICITA’ Completata l’individuazione degli impatti e la loro quantificazione, una check – list di sintesi raccoglie il bilancio complessivo delle criticità individuate per ogni argomento esaminato. Alle descrizioni delle caratteristiche degli impatti individuati sono associate le misure da adottare per eliminare gli effetti negativi sull’ambiente, (comprese ad esempio alternative tecnologiche o di gestione). Inoltre, al fine di ridurre gli eventuali effetti negativi residui, sono prescritti interventi di mitigazione e/o compensazione.

2.4BASI DATI UTILIZZATE E SISTEMA INFORMATIVO La base di dati utilizzata nel corso del presente lavoro è costituita da materiali di provenienza ufficiale e da materiali originali appositamente prodotti per lo stesso. Le basi informative, utilizzate nel Sistema Informativo della Geostudi, sono state: FONTI CARTOGRAFICHE TOPOGRAFICHE • Carta 1:50.000 La Marmora 1834-1839 (raster) (informatizzazione Geostudi) • Carta 1:25.000 IGM 1890-1930, IGM 1950-1968, IGM 1987-1994 (inf. Geostudi) • Carta 1:10.000 CTR 1996 - 2000 (vettoriale) (fonte R.A.S.) • Carta 1:10.000 CTR 2004 GEODB 10k(vettoriale)

FONTI CARTOGRAFICHE TEMATICHE • Carta della vegetazione forestale 1:25.000 (fonte R.A.S.) • Carta dell’uso attuale del suolo 1:25.000 US2598 (fonte R.A.S.) • Dati climatologici (termo, pluvio e anemo) 1922 – 1992, localmente 2002 o 2004 (fonte R.A.S. e ISTAT) • Carta 1:10.000 aree L. R. 31/89, S.I.C. , Z.P.S., OPPF (fonte R.A.S.) • Carta 1:10.000 aree D.Lgs. 42/04 e PPR (fonte R.A.S.) • Carta 1:10.000 Geologica (basi originali Geostudi) • Carta 1:10.000 Idrogeologica (basi originali Geostudi) Coordinamento: Geol. Fausto A. Pani - Geol. Roberta M. Sanna Consulenti: Naturalisti Francesco Lecis e Maria A. Frau Progettisti: Architetti Danilo Pucci e Arianna Pucci 6

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BASI ICONOGRAFICHE • Immagini satellitari Landsat, SPOT, Quickbird ed Ikonos a varie date dal 1974 al 2005 (fonti varie elaborazione Geostudi) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 1998 AIMA (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 2000 Ferretti (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 2003 AGEA (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 1 m) 2004 Nistri (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 0,7 m) 2005 IKONOS (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 0,5 m) 2006 Ferretti (fonte R.A.S.) • Ortofotocarta (ris. 0,125 m) 2008 Ferretti (fonte R.A.S.) • Aerofoto Volo Coste raddrizzate a 9,5 m o 1 m del 1995, 1999, 2001 e 2002 (fonte R.A.S. elaborazione Geostudi) • Aerofoto Voli vari raddrizzate b/n a 50 cm, 1m o 2 m rettificate (1943, 1954, 1960, 1965, 1968, 1987 e 1992, 1995 e 1998) (fonti varie elaborazione Geostudi) • Google Earth dal 2002 al 2009

BASI DI DATI GEOGRAFICI UTILIZZATE O CONSULTATE • Catasto Grotte (fonte R.A.S.) • Censimento delle aree minerarie (fonte R.A.S.) • Catasto Pozzi (CASMEZ Prog n° 25 (Ricerche Idriche Sotterranee in Sardegna - Ia e IIa Fase -informatizzazione Geostudi più dati originali Geostudi)) • Catasto opere di riforestazione dell’Isp. Rip. , ex .AFDRS e dei Rimboschimenti produttivi (fonte R.A.S.) • Catasto Generale degli Scarichi nei Corpi Idrici (Fonte R.A.S. – Pro.Ge.Mi.Sa.) (1999) • Sistema Informativo Territoriale Aree Industriali (SITAI) (Fonte Osservatorio Industriale R.A.S.) (2000) • Sistema Informativo Risorse Idriche Sotterranee (SIRIS) (fonte R.A.S. – Pro.Ge.Mi.Sa.) (2001) • Piano di Risanamento delle aree minerarie Dismesse (PDR) • Piano di Valorizzazione dei Compendi Minerari del Sulcis-Iglesiente-Guspinese • Modulo regionale del sistema informativo nazionale ambiente (SINA-SIRA) • Sistema informativo compendi immobiliari dell'IGEA (SICI) • Sistema informativo territoriale per la gestione delle Attività Estrattive (SITAE)

PIANI DI AMBITO REGIONALE O NAZIONALE • Nuovo Piano Regolatore Generale degli Acquedotti (fonte R.A.S.) • Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (basi originali Geostudi e fonte R.A.S.) (2005) • Piano Regionale dell’Attività Estrattiva (R.A.S.) (2007) • Piano dello Smaltimento Reflui (fonte R.A.S.) • Piano della Tutela delle Acque (fonte R.A.S.) (2006) • Piano delle Risorse Idriche Multisettoriali (fonte R.A.S.) • Piano (Stralcio Direttore di Bacino Reg.le) per l’Utilizzo delle Risorse Idriche (fonte R.A.S.) • Piano Paesaggistico Regionale: Ambito Costiero (fonte R.A.S.) (05/09/2006) • Piano Forestale Regionale Ambientale (fonte R.A.S.) (2006) • Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (fonte R.A.S.) (in elaborazione) • Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria (fonte R.A.S.) • Piano Regionale Risanamento Acque (PRRA) (fonte R.A.S.) (1998) • Piano di Bonifica dei Siti Contaminati (fonte R.A.S. - Pro.Ge.Mi.Sa.) (2003) • Piano Energetico Regionale (fonte R.A.S.) (2006)

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STUDI GENERALI E DI SETTORE • Studio sulla Vocazione Faunistica Potenziale (fonte R.A.S.) (2006) • Studio sull’Irrigabilità dei Suoli della Sardegna (Fonte E.A.F. – R.A.S.) (1987) • Studio SISS (1979-80) e nuovo SISS (1996) (Fonte R.A.S. – C.R.P. - UNICA) • Progetto IFRAS (fonte R.A.S.) • Progetto V.A.P.I. (C.N.R. – UNICA) • Progetto S.C.A.I. (C.N.R. - UNICA) • Progetto I.F.F.I. (APAT/ISPRA – R.A.S.) • Progetto A.V.I. (Protezione Civile Nazionale - C.N.R. G.N.D.C.I.)

MATERIALI VARI • Linee Guida per l’adeguamento dei Piani Urbanistici Comunali al PPR ed al PAI

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3.QUADRO NORMATIVO

3.1 NOTE GENERALI L’area interessata dal presente studio ricade al di fuori di aree esplicitamente tutelate ed interessa parzialmente le fasce di rispetto di alcuni elementi dell’idrografia presenti nella cartografia CTR in parte artificializzati nella seconda metà degli anni ’60.

3.2LA PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE REGIONALE La Deliberazione della Giunta Regionale n° 24/23 del 23/04/2008 aggiorna la definizione delle procedure dei contenuti per la Valutazione di Impatto Ambientale Regionale e per la Verifica della Assoggettabilità a tale procedura. La valutazione di impatto ambientale (V.I.A) è la procedura cui devono essere sottoposti determinati progetti pubblici e privati al fine di accertarne la compatibilità ambientale mediante la valutazione degli effetti da essi indotti sull'ambiente, intendendo quest'ultimo come un sistema complesso delle risorse naturali, antropiche e delle loro interazioni. Il D.G.R. 24/23, negli allegati B, descrive procedure, contenuti e modalità della Verifica dell’Assoggettabilità alla procedura di V.I.A. ed in particolare, gli artt. 5, 6, 7, 8 e 9 dell’allegato B, dice:

1. Il proponente l’opera o l’intervento presenta l’istanza di verifica al Servizio SAVI dell’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, allegando in duplice copia cartacea e una su supporto digitale (contenente la copia degli elaborati conforme agli originali presentati), la documentazione di cui al successivo art. 6. Il procedimento si intende avviato dalla data del timbro di protocollo dell’Assessorato regionale della Difesa Ambiente impressa sulla domanda stessa, a condizione che quest’ultima sia regolare e completa e si sia provveduto alla contestuale pubblicazione dell’avviso di cui al successivo comma 3. Diversamente fa fede la data di pubblicazione dell’avviso. Al proponente viene data comunicazione della data di avvio e del responsabile del procedimento. Entro venti giorni il Servizio SAVI verifica la completezza della documentazione. Qualora questa risulti incompleta viene restituita al proponente con l'indicazione degli elementi mancanti. In tal caso il progetto si intende non presentato.

2. Il Proponente invia, contestualmente al deposito di cui all’art. 5, comma 1, pena l’interruzione dei termini, copia dell’istanza, completa degli elaborati di cui al successivo articolo ai seguenti Enti: a) Servizio Governo del Territorio e Tutela del Paesaggio, competente per territorio; b) Comune o Comuni interessati; c) ARPA Sardegna d) Corpo forestale e di vigilanza ambientale – Servizio Territoriale competente per territorio.

3. Contestualmente al deposito di cui al comma 1, il proponente provvede alla pubblicazione per progetti di importo non superiore a 1.000.000 di euro di un sintetico avviso nel Bollettino Ufficiale della Regione Sardegna e per i progetti di importo superiore in un quotidiano a diffusione regionale, nonché per entrambi i casi nell'albo pretorio dei comuni interessati. Nell'avviso, da redigere secondo il seguente schema, sono indicati il proponente, l'oggetto e la localizzazione prevista per il progetto, il luogo ove possono essere consultati gli atti nella loro interezza ed i tempi entro i quali è possibile presentare osservazioni.

4. Il proponente dà comunicazione formale al Servizio SAVI dell’avvenuta trasmissione e della pubblicazione di cui ai precedenti commi 2 e 3.

5. Il Servizio SAVI pubblica nel sito web dell’Amministrazione regionale l’avvenuta presentazione della istanza di verifica e i principali elaborati.

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6. Chiunque vi abbia interesse, entro il termine di 45 giorni dalla presentazione dell’istanza, può prendere visione e acquisire copia della documentazione e far pervenire osservazioni al Servizio SAVI in forma scritta.

1. Verificata la completezza e la regolarità della documentazione, le eventuali cause di improcedibilità, e tenuto conto delle eventuali osservazioni pervenute, si dà seguito all’istruttoria tesa ad accertare se il progetto ha possibili effetti negativi apprezzabili sull'ambiente e se ricorrono le condizioni per l’avvio o l’esclusione della procedura di V.I.A..

2. Qualora risulti necessario, per una sola volta, ed entro 60 giorni dalla presentazione dell’istanza di cui all’art. 6, possono essere richieste al proponente, in un'unica soluzione, integrazioni alla documentazione presentata, con l'indicazione di un termine per la risposta che non può superare i trenta giorni, prorogabili, su istanza del proponente, per un massimo di ulteriori trenta giorni.

3. Nel caso in cui il proponente non provveda a trasmettere le integrazioni in conformità a quanto richiesto, non si procede all'ulteriore corso dell’istruttoria. E’ facoltà del proponente presentare una nuova domanda.

4. L’istruttoria di cui al punto precedente, nella quale si dà conto del parere del Servizio del Governo del Territorio e della Tutela Paesaggistica, delle eventuali osservazioni presentate da parte di singoli cittadini, associazioni, Amministrazioni etc, è così articolata: a) dati anagrafici del proponente, localizzazione del progetto con eventuale rappresentazione grafica; b) quadro programmatico: confronto con i vincoli normativi e le destinazioni d’uso previste da piani e programmi; c) quadro progettuale: confronto di massima tra le condizioni geomorfologiche, idrogeologiche, paesistiche e climatiche e le caratteristiche prestazionali del progetto; d) quadro ambientale: individuazione delle caratteristiche degli impatti potenziali; e) ogni opportuna indicazione per la progettazione e lo svolgimento delle attività di controllo e monitoraggio degli impatti, nonché la corrispondenza alle prescrizioni espresse sulla compatibilità ambientale dell'opera, anche, al fine di individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e di consentire agli Enti preposti al controllo ambientale di essere in grado di adottare le opportune misure correttive.

1. Sulla base dell’istruttoria di cui al precedente articolo, si trasmette la proposta di Deliberazione all’Assessore della Difesa dell’Ambiente che la inoltra alla Giunta Regionale. Entro 90 giorni dalla data della richiesta di verifica, tenuto conto delle eventuali sospensioni per integrazioni e chiarimenti, la Giunta Regionale, sulla base dell’attività istruttoria, si pronuncia con propria Deliberazione avente uno dei seguenti contenuti: − assoggettamento del progetto alla procedura di V.I.A. se il progetto ha possibili impatti significativi; − non assoggettamento del progetto alla procedura di V.I.A., con indicazione delle eventuali prescrizioni, se il progetto non ha impatti ambientali significativi.

2. La Deliberazione della Giunta Regionale è comunicata dal Servizio SAVI ai soggetti del procedimento, all’Amministrazione competente a rilasciare l’autorizzazione alla realizzazione dell’opera, a tutte le Amministrazioni pubbliche competenti anche in materia di controllo ambientale, ed è pubblicata integralmente nel sito web istituzionale e mediante estratto nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna (BURAS).

3. Il progetto deve essere adeguato all’esito della verifica prima del rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione e comunque prima dell’inizio dei lavori. I relativi elaborati devono essere comunicati al SAVI.

4. Qualora l’esito dello screening implichi l’assoggettamento alla V.I.A., si applicano le disposizioni di cui all’allegato A, e la Deliberazione conterrà anche l’indicazione dei contenuti da sviluppare nello studio di impatto ambientale (SIA).

5. L’ARPA Sardegna provvede a vigilare affinché il progetto sia realizzato in conformità alle prescrizioni contenute nella Deliberazione di esclusione della VIA e ad effettuare i controlli sugli impatti sull’ambiente causati dalle opere o interventi. Di tale attività ne dà adeguata pubblicità nel sito web istituzionale.

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6. L’infruttuoso decorso del termine di 90 giorni di cui al precedente comma 1, non implica l’esclusione dell’intervento dalla valutazione di impatto ambientale, persistendo in capo al Servizio SAVI l’obbligo di concludere la fase dell’istruttoria tecnico-amministrativa sulla cui base la Giunta Regionale assume la relativa deliberazione.

1. I progetti sottoposti alla fase di verifica devono essere realizzati entro cinque anni dalla pubblicazione del provvedimento di esclusione dalla valutazione di impatto ambientale. Tenuto conto delle caratteristiche del progetto il provvedimento può stabilire un periodo più lungo. Trascorso detto periodo, salvo proroga concessa, su istanza del proponente, dall'autorità che ha emanato il provvedimento, la procedura di verifica deve essere reiterata.

3.3ELABORATI DELLA VALUTAZIONE La presente Verifica di Assoggettabilita’ alla V.I.A. comprende al suo interno i seguenti elaborati. • Progetto preliminare (gli elaborati progettuali predisposti in conformità all'articolo 93 del decreto n. 163 del 2006 nel caso di opere pubbliche; negli altri casi, il progetto che presenta almeno un livello informativo e di dettaglio equivalente ai fini della valutazione), unitamente agli elaborati cartografici su supporto cartaceo e digitale, come indicato nella scheda SAVI; • Studio preliminare ambientale, predisposto da tecnici abilitati, contenente la descrizione del progetto ed i dati necessari per individuare e valutare i principali effetti che il progetto può avere sull’ambiente in relazione agli elementi di verifica riportati nel successivo allegato B2; • Atlante (A3) (contenente le cartografie seguenti) • Cartografia alla scala 1:25.000 V.1 – Topografia 1834 V.2 – Topografia 1900 V.3 – Topografia 1960 V.4 – Topografia 1987 V.5 – Topografia 1999 V.6 – Ortofoto 2000 V.7 – Ortofoto 2006 V.8 – Ortofoto 2006

• Cartografia alla scala 1:5.000 su base ctr R. 1 – Acclività R. 2 – Esposizione R. 3 – Fasce Altimetriche R. 4 – Geologia R. 5 – Idrogeologia R. 6 – Uso del suolo (2006) R. 7 – Vegetazione R. 8 – Ecosistemi • Documentazione riportante la simulazione grafica, fotografica e/o multimediale di inserimento visivo nel contesto territoriale dell’intervento. • Elenco delle autorizzazioni, dei nulla-osta, dei pareri e degli altri atti di analoga natura, da acquisire o già acquisite ai fini della realizzazione e dell'esercizio dell'opera.

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SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) • scheda SAVI (allegato B3), debitamente compilata e sottoscritta;

3.4LO STUDIO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE L’articolazione dello Studio viene infatti strutturata secondo i tre quadri prescritti dalla norma: Quadro Programmatico, Quadro Progettuale e Quadro Ambientale, mediante i quali si descrivono gli effetti degli impatti dell’attività e le misure previste per ridurre e compensare gli effetti negativi del progetto sull’ambiente. Il contenuto specifico dei singoli quadri consiste: Quadro progettuale: • le soluzioni alternative tecnologiche e localizzative considerate, inclusa l’ipotesi di non realizzazione del progetto con l’indicazione dei motivi principali della scelta compiuta, tenendo conto dell’impatto sull’ambiente; • la descrizione delle caratteristiche tecnologiche e dimensionali dell’opera od intervento, nonché delle esigenze di utilizzazione del suolo e delle altre risorse durante le fasi di costruzione ed esercizio; • la descrizione delle principali caratteristiche dei processi produttivi, con l’indicazione della natura e della quantità dei materiali impiegati; • la descrizione delle soluzioni tecniche prescelte, in riferimento alle migliori tecnologie disponibili, per realizzare l’opera o l’intervento, per ridurre l’utilizzo delle risorse, le emissioni di inquinanti, minimizzando altresì le fonti di impatto; • la valutazione del tipo e della quantità dei residui e delle emissioni previsti (quali l’inquinamento dell’acqua, dell’area e del suolo, rumore, vibrazioni, luce, calore, radiazioni, ecc.) risultanti dalla realizzazione e dall’attività del progetto proposto nonché dall’eventuale dismissione e/o bonifica del sito; • analisi incidentale e quadro delle eventuali condizioni di rischio con riferimento alle fasi di costruzione, esercizio ed eventualmente di dismissione dell’opera od intervento; • simulazione dell’impatto paesistico dell’intervento. Quadro programmatico: • illustrazione del progetto in relazione alla legislazione, pianificazione e programmazione vigenti (nazionale, regionale e locale) di riferimento, nonché in relazione alle finalità ed agli eventuali riflessi in termini sia di vincoli che di opportunità sul sistema economico e territoriale; finalità e motivazioni strategiche dell’opera od intervento proposti, modalità con cui soddisfa la domanda esistente, anche alla luce delle trasformazioni in corso a livello locale ed allo stato di attuazione della pianificazione; • l’indicazione del rapporto fra costi preventivati e benefici stimati, anche in termini socio- economici; l’indicazione dell’attuale destinazione d’uso dell’area, come indicato dalla vigente strumentazione urbanistica e dei vincoli di varia natura esistenti nell’area prescelta e nell’intera zona di studio. Quadro ambientale: • l’analisi della qualità ambientale con riferimento alle componenti dell’ambiente potenzialmente soggette ad un impatto importante del progetto proposto, con particolare riferimento alla popolazione, alla fauna, alla flora, al suolo, alle acque superficiali e sotterranee, all’aria, ai fattori climatici, al paesaggio, all’ambiente urbano rurale, al patrimonio storico artistico e culturale ed alle loro reciproche interazioni; • la descrizione dei prevedibili effetti positivi e negativi, diretti ed indiretti, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei che la realizzazione del progetto comporta sull’ambiente dovuti: o alla realizzazione ed esercizio delle opere ed interventi previsti; o all’utilizzazione delle risorse;

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SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) o all’emissione di inquinanti, alla produzione di sostanze nocive ed allo smaltimento dei rifiuti; • la stima degli effetti cumulativi degli impatti nel tempo e con le altre fonti di impatto presenti sul territorio; • l’indicazione dei metodi di previsione utilizzati; • la descrizione delle misure previste per evitare ridurre e compensare dal punto di vista ambientale gli effetti negativi del progetto sull’ambiente.

3.5LE NORME DI RIFERIMENTO Le norme di riferimento per la Verifica dell’assoggettabilità alla V.I.A. sono: - Direttiva del Consiglio 85/337/CEE del 27 giugno 1985 - Valutazione dell'Impatto ambientale (VIA) di determinati progetti pubblici e privati. - Legge regionale n. 31 del 1989 - Norme per l’istituzione e la gestione dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturalistica ed ambientale - Legge n. 394 del 06/11/1991 - Legge quadro sulle aree naturali protette - Direttiva del Consiglio 97/11/CE del 3 marzo 1997 - Modifica della direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione dell'impatto ambientale (VIA) di determinati progetti pubblici e privati. - Legge Regionale n. 1 del 18 gennaio 1999, Art.31 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 1999) - Legge Regionale n. 4 del 20 Aprile 2000, art.18 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2000). - Legge Regionale n. 17 del 5 Settembre 2000, art. 17 - Modifiche ed integrazioni alla legge finanziaria, al bilancio per gli anni 2000/2002 e disposizioni varie. - Legge Regionale n. 3 del 29/04/2003, art. 20, commi 12 e 13 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2003) - Decreto Legislativo n. 152 del 03/04/2006 - Norme in materia ambientale - Legge regionale n. 9 del 12/06/2006, art. 48 - - Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali - Decreto Legislativo n. 4 del 16/01/2008 - Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale - Delibera della Giunta Regionale n. 24/23 del 23/04/2008 - Allegato B delle Direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica

La progettazione è operata nel rispetto delle seguenti leggi nazionali e regionali e delle s.m.:

norme con indirizzo generale: • Legge n° 1497/1939 – Protezione delle bellezze naturali; • Legge n° 431/1985 – (Abrogata con D. Lgs n° 490/1999 ad eccezione degli artt. 1 ter e 1 quinquies) Conversione in legge con modificazioni del D.L. n° 312/85 recante disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale; • D. Lgs n° 227/2001 – Orientamento e modernizzazione del settore forestale a norma dell’art 7 della Legge 5 marzo 2001 n° 57 (in particolare art. 2 relativo alla copertura forestale); • D. Lgs n° 490/1999 – art. 146 comma I, lettera g – Beni tutelati per legge;

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SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) • R.D.L. n° 3817/1877 – Legge Forestale (in particolare nei riguardi della descrizione e localizzazione dei terreni vincolati); • R.D.L. n° 3267/1923 – Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e terreni montani: • R.D. n° 1126/1926 – Regolamento di applicazione del R.D.L. n° 3267/1923; • L. n° 353/2000 – Legge quadro in materia di incendi boschivi (in particolare art. 10 sui divieti); • Deliberazione della Giunta Regionale 23/10/2001 n° 36/46: Atto di indirizzo in-terpretativo e applicativo dei divieti, prescrizioni e sanzioni contenuti negli artt. 3 e 10 della Legge n° 353/2000; • L.R. n° 31/1989 – Norme per l’istituzione e la gestione dei parchi, riserve e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturalistica e ambientale; • L.R. n° 73/1998 – Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna.

Inoltre dovranno essere rispettate le seguenti norme di settore:

norme a tutela dell'atmosfera contro inquinanti atmosferici quali fumi, polveri, gas e odori e altri inquinanti quali rumori, vibrazioni e radiazioni non ionizzanti, atti a recare pregiudizio, diretto o indiretto, alla salute dei cittadini e danno ai beni pubblici o privati: • Legge 13 luglio 1966, n. 615; • Decreto del Presidente della Repubblica 24 ottobre 1967 , n. 1288; • Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1970, n. 1391; • Decreto del Presidente della Repubblica 15 aprile 1971, n. 322; • D.P.C.M. 28 marzo 1983; • Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, "Attuazione delle direttive • CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualità dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell'art. 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183" (supplemento ordinario N. 53 alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 140 del 16.06.1988 ); • D.P.C.M. 21 luglio 1989, "Atto di indirizzo e coordinamento, ai sensi dell'art. 9 della legge 8 luglio 1989, n. 349, per l'attuazione e l'interpretazione del Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante norme in materia di qualità dell'aria relati- vamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto da impianti industriali" (G.U. n. 171 del 24 luglio 1989); • Decreto Ministeriale del Ministero dell'Ambiente 12 luglio 1990, "Linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali e la fissazione dei valori minimi di emissione" (s.o. n. 51 alla G.U. n. 176 del 30 luglio 1990);

norme a tutela delle acque: • legge 10 maggio 1976, n. 319 - Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento (G.U.R.I. n. 141 del 29 maggio 1976) e successive modifiche ed integrazioni; • - deliberazioni del Comitato interministeriale per la tutela delle acque dall'inquinamento; • D.P.R. 24 maggio 1988, n. 236, "Attuazione della direttiva CEE n. 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano ai sensi dell'art. 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183" (G.U. n. 152 del 30 giugno 1988); • D. leg.vo 27 gennaio 1992, n. 133, "Attuazione delle direttive CEE 76/464, 82/176, 83/513, 84/156, 84/491, 88/347, 90/415 in materia di scarichi industriali di sostanze pericolose nelle acque; • Decreto Legislativo n. 152 del 03/04/2006 - Norme in materia ambientale • Decreto Legislativo n. 4 del 16/01/2008 - Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale

norme a tutela del suolo: • Decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982 , n. 915;

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4.QUADRO PROGETTUALE Il Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di San Teodoro non ha rilasciato le concessioni edilizie per la realizzazione dell’insediamento turistico-alberghiero della Soliana s.r.l. nel sub- comparto A1 della superficie complessiva di 5 ha (con una volumetria di 8.333 m³ e un numero di posti letto pari a 129) in quanto secondo lui occorre tener conto anche dell’altro insediamento turistico-alberghiero della Delta 55 s.r.l. nell’adiacente sub-comparto A2 della superficie di 9 ha (che prevede un volume di 16.851 m³ e un numero di posti letto pari a 261), per cui complessivamente si arriva a una volumetria totale dei due sub-comparti di (8.333 m³ + 16.851 m³ ) = 25.184 m³

Simulazione dell’area da Sardegna 3d

L’area di proprietà interessata dal progetto in esame è identificata nel Catasto del Comune di San Teodoro al Foglio 24, mappali 87 e 88 per una superficie complessiva di ha 5 (vedere in progetto alla Tavola n. 1 “Planimetria Catastale 1:2.000; Corografia 1:25.000 e 1:10.000; Stralcio PdL approvato 1:2.000”).

Mappa – Impianto del PdL originario e vigente

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Mappa – Complesso dei comparti A1 (oggetto del presente documento), A2, B e C(in completamento) così come proposti

Le unità residenziali-turistico-alberghiere (RTA) dell’intervento in oggetto (vedere il progetto esecutivo dalla Tav. n. 2 alla Tav. n. 15) si sviluppano, all’interno di tutta la proprietà Soliana s.r.l., in più corpi articolati entro il raggio di 100 m dalla casa madre (art.3 L.R. 22/84 e art.25 L.R. 27 del 12/08/1998) e si differenziano fra loro in quattro tipologie (A, B, C e D); inoltre sono servite da un fabbricato destinato a reception, servizi e locali commerciali ubicato lungo la strada principale, già realizzata, di lottizzazione. Gli edifici di tale sub-comparto A1 ricettivo turistico-alberghiero hanno un volume di 8.333 m3 e una capacità ricettiva pari a 129 posti letto; per maggior chiarezza si riporta la seguente tabella riassuntiva:

Inoltre, è stato considerato ai fini dello studio anche un secondo insediamento residenziale turistico- alberghiero, da realizzare nel limitrofo sub-comparto A2 della stessa lottizzazione, su un’area di proprietà di terzi (Delta 55 s.r.l.) della superficie di 9 ha, per un volume complessivo di 16.851 m³ e un numero di posti letto pari a 261. Pertanto, sull’intero comparto A = (A1 + A2), della superficie di 14 ha è prevista una volumetria complessiva di 25.184 m³, e un numero di abitanti (turisti) pari a 390 posti letto. Per quanto concerne l’iter autorizzativo, la lottizzazione suddetta, di cui fanno parte i due sub comparti A1 e A2 sopra richiamati, è stata convenzionata con il Comune di San Teodoro in data 21 aprile 1989 e convalidata definitivamente con Decisione del Consiglio di Stato – Sez. VI n. 4653/2000 del 18 febbraio 2000. Detto Piano di Lottizzazione ha ottenuto il rinnovo del precedente

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Ortofoto – I comparti A1 e A2 posizionati sull’ortofoto

4.1CARATTERISTICHE DEI FABBRICATI E DELLE INFRASTRUTTURE Le caratteristiche costruttive dei corpi di fabbrica riprendono quelle dei fabbricati già realizzati in zona costiera del Comune di San Teodoro che, per la loro tipologia e per i materiali di pregio e propri del luogo, già da tempo appaiono armonicamente inseriti nell'ambiente naturale circostante. I fabbricati, con un solo piano fuori terra e alcuni con uno interrato destinato a cantina o a rimessa, si distribuiscono sul territorio secondo l’articolazione di più forme planimetriche, nel rispetto della situazione orografica esistente; inoltre, l’occupazione del suolo da parte delle infrastrutture di collegamento a servizio dei fabbricati, partendo da una viabilità principale della lottizzazione già esistente, è stata limitata il più possibile per garantire una fruibilità essenzialmente pedonale del comparto; infatti, sono stati previsti essenzialmente tre tipi di viabilità: − una viabilità principale, in parte già esistente, comprendente anche la superficie destinata ai parcheggi; − una viabilità secondaria, esclusivamente per il raggiungimento dei corpi di fabbrica mediante le autovetture (in prossimità di alcuni fabbricati sono state previste specifiche rampe munite di griglie salva-prato per accedere direttamente all’autorimessa sotterranea); − numerosi sentieri esclusivamente pedonali per i suddetti motivi di fruizione di tutta l’area del complesso; Coordinamento: Geol. Fausto A. Pani - Geol. Roberta M. Sanna Consulenti: Naturalisti Francesco Lecis e Maria A. Frau Progettisti: Architetti Danilo Pucci e Arianna Pucci 18

SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) il primo tipo è previsto in asfalto ecologico, mentre gli altri due si realizzeranno su terreno stabilizzato con l’applicazione in alcuni punti anche di lapidei locali, mediante piastrelle di pietra, a forma regolare e/o irregolare, dimensioni medie in pianta 40x40 cm, spessore medio variabile tra 8÷10 cm, poggiate direttamente sul terreno naturale livellato, con la superficie in vista lavorata antisdrucciolo (ad es.: a taglio sega, bocciardata, sabbiata, etc.); mentre per quanto riguarda la griglia salva-prato questa sarà in HDPE (polietilene ad alta densità) totalmente riciclato, con struttura alveolare a nido d’ape con resistenza alla compressione di 580 kN; i nidi d’ape della griglia saranno riempiti con substrato o terriccio da prato, costituito da sabbia, humus e pietrisco per compost; il letto di posa della griglia sarà costituito da una miscela di sabbia e pietrisco (0/5 ÷11 mm), permeabile all’acqua e stabile per favorire la radicazione; tale strato steso e livellato, dopo la rullatura avrà uno spessore di circa 4 cm; il suddetto letto di posa poggerà su uno strato portante del terreno costituito da ghiaia a granulometria mista (0/32÷0/45 mm) dello spessore di circa 30 cm;. Dal punto di vista sia della viabilità sia degli spazi interni, l’intero complesso di fabbricati sarà direttamente agibile ai disabili e agli anziani in ottemperanza a quanto previsto della L.13/89 e s.m., con l’eliminazione di ogni barriera architettonica. A livello del piano terra sono distribuiti gli ambienti delle residenze turistico-alberghiere, di cui alcune saranno dotate anche di un piano interrato adibito a cantina o ad autorimessa. Le fondazioni saranno di tipo continuo in c.c.a.; la struttura in elevazione in muratura portante in blocchi e pannelli di calcestruzzo cellulare autoclavato, tipo Greisel Klimanorm: materiale ecosostenibile, che assicura un ottimo isolamento termico, acustico e di resistenza al fuoco, con eliminazione di tutti i ponti termici (tale materiale rientra fra i sistemi costruttivi della Bioarchitettura e la sua ecocompatibilità è certificata e garantita dal Bollino Verde Europeo; l’ottimo isolamento termico di questo materiale, che ha un coefficiente di conducibilità termica (l = 0,06÷0,07 W/mK), consente di ottenere un consistente abbattimento dei costi di gestione, invernali ed estivi, con un duplice risultato: meno consumi e meno inquinamento). I tetti sono a falda, di pendenza ≤35% con sporto di gronda di 25÷30 cm, e la loro struttura sarà realizzata interamente in legno mediante trave principale, travicelli, assito, materassino coibentante, impermeabilizzazione a doppio strato di guaina ardesiata e manto di copertura in coppi anticati. Le pareti interne divisorie (tramezzi) saranno realizzate con laterizi forati; l’impermeabilizzazione del piano di posa della muratura portante con guaina tagliamuro come barriera contro la risalita dell’umidità; l’impermeabilizzazione delle logge con doppia guaina bituminosa su massetto in pendenza; il vespaio in ghiaia vagliata. L’intonaco per esterni e interni è previsto con malta di calce idraulica; le pavimentazioni dei loggiati saranno in legno o in pietra locale; i rivestimenti nei locali cucina e angoli cucina in ceramica; i rivestimenti dei bagni in marmo di Orosei con cornici in marmo verde Guatemala e rosso Verona; davanzali e soglie saranno in granito Rosa Beta o in Marmo di Orosei; la tinteggiatura degli interni in tempera lavabile di colore chiaro (avorio, ghiaccio, e simili); la tinteggiatura per esterni sarà rustica con colori chiari; il portoncino di ingresso blindato con finitura esterna in legno tinto; le finestre e portefinestre ad ante apribili in castagno, con vetrocamera 4/12/4 mm; gli scuri degli infissi in meranti; le porte interne tamburate cieche, rivestite in castagno, rivestimento parziale di pareti esterne eventualmente in pietra trachite del luogo. Tutte le aree di pertinenza dei singoli corpi di fabbrica saranno sistemate a verde attrezzato con la piantumazione di essenze esclusivamente autoctone. Ogni corpo di fabbrica è dotato di impianto di condizionamento (estate-inverno) a pompe di calore; impianto elettrico sottotraccia a norma CEI, progettato e realizzato in base alle norme del D.M. 9/4/1994; impianto antincendio a norma del D.M. 9/9/94 e successive modifiche e integrazioni; impianto idrico alimentato dalla rete allacciata all’acquedotto pubblico. Le caratteristiche costruttive del fabbricato destinato a servizi strettamente connessi con le residenze turistico-alberghiere (reception e casa madre) sono essenzialmente eguali a quelle dei fabbricati residenziali.

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SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) La rete fognaria prevede per ogni unità immobiliare un pozzetto a trappola per le acque saponose e un pozzetto di ispezione per le acque nere. Per l’area esterna sono previsti pozzetti con caditoia per la raccolta delle acque piovane posti lungo tutto il perimetro dei fabbricati. Le fognature saranno (per rispetto di quote) convogliate in un pozzetto con pompe di sollevamento collegato alla rete già esistente lungo il percorso stradale principale. Per i maggiori dettagli di calcolo e verifica relativi alle superfici coperte, ai volumi edificabili, alle dotazioni di parcheggi e agli standard urbanistici si rimanda all’esame delle tavole di progetto (dalla Tav. 2 alla Tav. 15).

L’occupazione connessa alle sedi carrabili principali ammonta a circa 3000 mq tra parcheggi e sedi viarie e 1700 mq tra sosta temporanea e sedi viarie secondarie. Il complesso eliminerà anche una sede secondaria a fondo naturale ancora presente nelle mappe ma da 2 decenni sostituita dalla strada asfaltata che corre a monte della lottizzazione costituita dai comparti A1 e A2. Le superfici coinvolte dalla trasformazione quali occupazione edificata sono:

L’occupazione di suolo reale per edifici ammonta quindi a circa 4400 mq tra edifici, pergole e verande.

Coordinamento: Geol. Fausto A. Pani - Geol. Roberta M. Sanna Consulenti: Naturalisti Francesco Lecis e Maria A. Frau Progettisti: Architetti Danilo Pucci e Arianna Pucci 20

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L’area della lottizzazione con il solo comparto A1, sopra, e con i comparti A1 e A2, sotto

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5.QUADRO PROGRAMMATICO E PIANIFICATORIO

5.1QUADRO NORMATIVO INTERNAZIONALE

5.1.1CONVENZIONE DI RAMSAR In data 2 Febbraio 1971 è stata stipulata la “Convenzione relativa alle zone umide di importanza internazionale soprattutto come Habitat degli uccelli acquatici” più comunemente nota come “Convenzione di Ramsar”; a tale convenzione può aderire senza limiti di tempo qualsiasi membro dell’Organizzazione delle Nazioni Unite oppure di una delle sue agenzie specializzate oppure dell’Agenzia internazionale sull’energia atomica oppure Parte contraente dello statuto della Corte Internazionale di Giustizia. Denominazione Provvedimento istitutivo Saline di Macchiareddu, Stagno di S. Gilla G.U. n° 291 del 25.10.1977 Stagno di Molentargius e territori limitrofi G.U. n° 291 del 25.10.1977 Stagno S’Ena Arrubia e territori limitrofi G.U. n° 301 del 04.11.1977 Stagno di Cabras G.U. n° 111 del 21.04.1978 Peschiera Corru S’ittiri – Stagno di S. Giovanni e Marceddì G.U. n° 114 del 26.04.1978 Stagno Pauli Maiori G.U. n° 142 del 24.10.1978 Stagno di Mistras G.U. n° 79 del 20.03.1982 Stagno di Sale Porcus G.U. n° 78 del 20.03.1982 Nella Convenzione di Ramsar sono inserite trentotto zone umide italiane otto delle quali si trovano nel territorio sardo ma nessuna di esse è interessata dall’intervento.

5.2QUADRO NORMATIVO COMUNITARIO

Num. Pr. Codice Denominazione Tip Amb. 1 ITB034007 Stagno di Sal'e Porcus E 5.2.1LA DIRETTIVA COMUNITARIA UCCELLI 2 ITB034008 Stagno di Cabras E 3 ITB034005 Stagno di Pauli Majori E (CE 409/79) 4 ITB034004 Corru 'e s'Ittiri, Stagno di San Giovanni e Marceddì E 5 ITB034006 Stagno di Mistras E La Direttiva Comunitaria n. 409 del Consiglio 6 ITB034001 Stagno di s'Ena Arrubia E delle Comunità Europee del 2 Aprile 1979 7 ITB044002 Stagno di Molentargius E 8 ITB044003 Stagno di E concerne la conservazione di tutte le specie di 9 ITB013010 Isola dell'Asinara B, D uccelli viventi allo stato selvatico nel territorio 10 ITB033041 Isola di Mal di Ventre D 11 ITB013017 Arcipelago di B, D europeo degli Stati membri al quale si applica il 12 ITB023019 Isole di Tavolara, Molara e Molarotto B, D trattato. Essa si prefigge la protezione, le 13 ITB043026 Isola di Serpentara D 14 ITB043027 Isola dei Cavoli D gestione e la regolazione di tali specie e ne 15 ITB044009 Foresta di Monte Arcosu A, B disciplina lo sfruttamento. Essa si applica agli 16 ITB013011 Isola Piana D 17 ITB013012 Stagno di Pilo, Casaraccio e Saline di E uccelli, alle uova, ai nidi e agli habitat. 18 ITB013018 Capo Figari ed Isola di Figarolo D 19 ITB013044 Capo Caccia B, D 20 ITB013048 Campo di e pianure comprese tra Tula e B, C, E Tabella – Le ZPS attualmente vigenti (Fonte 21 ITB023022 Golfo di Orosei A, B, D G.U. N° 168 del 21 Luglio 2005 e D.G.R. 9/17 del 22 ITB023050 Altopiano di Campeda C 23 ITB023052 Supramonte di Oliena e Orgosolo A, B, D 7/3/2007) 24 ITB023053 Monti del Gennargentu A, B 25 ITB043025 Stagno di Colostrai E 26 ITB043032 Isola di Sant'Antioco, Capo Sperone B, D 27 ITB043033 Isola del Toro D 28 ITB043034 Isola della Vacca D 5.2.2LA DIRETTIVA COMUNITARIA 29 ITB043035 Isola di San Pietro D HABITAT (CEE 43/92) 30 ITB043054 Monti dei Sette Fratelli A, B 31 ITB023051 Altopiano di Abbasanta C La Direttiva n. 43 del Consiglio delle Comunità 32 ITB043054 Campidano Centrale B, C 33 ITB023037 Costa tra Bosa e B, D Europee del 21 Maggio 1992 è relativa alla 34 ITB033036 Costa di Cuglieri B, D conservazione degli habitat naturali e 35 ITB023049 Monte Ortobene A, B 36 ITB043056 Giara di Siddi B, C, E 37 ITB043028 Capo Carbonara, Stagno di Notteri e Punta Molentis D, E Coordinamento: Geol. Fausto A. Pani - Geol. Roberta M. Sanna Consulenti: Naturalisti Francesco Lecis e Maria A. Frau Progettisti: Architetti Danilo Pucci e Arianna Pucci 22

SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) seminaturali e della flora e delle faune selvatiche. Ai sensi dell’Articolo 2 della presente Direttiva, scopo principale è quello di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche del territorio europeo degli Stati membri ai quali si applica il trattato. Le misure adottate a norma della presente direttiva sono intese ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli abita naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario. Nell’ambito del “Progetto Bioitaly” e nella successiva stesura nell’ambito del Progetto “Natura 2000”, la Regione Sardegna ha proposto un perimetro che interessa parzialmente l’area di progetto.

Immagine – In perimetro verde e puntinato rosso, i SIC più prossimi, in azzurro le ZPS, ed in rosso l’area di progetto

L’area di progetto è distante alcuni km dal SIC più prossimo ed è esterno all’area ZPS più vicina.

5.3QUADRO LEGISLATIVO NAZIONALE IN MATERIA DI TUTELA AMBIENTALE In Italia il primo riferimento di un insieme normativo che possa essere definito “diritto dell’ambiente” è stato il R.D. n. 45 del 1901, che emanava norme sulle industrie insalubri e pericolose, ed una prima normativa sull’igiene pubblica. Nel 1923 il R.D. n. 3267 stabiliva la normativa sulla tutela idrogeologica del suolo. Nel 1939 le leggi n. 1089 sulla tutela delle cose di interesse artistico e storico e n. 1497 sulla protezione delle bellezze naturali hanno segnato la nascita della disciplina di tutela dell’ambiente e del territorio. La Legge n. 431 del 08/08/1985, detta “Legge Galasso”, ha rappresentato il primo tentativo organico di disciplinare la tutela dell’ambiente in Italia attraverso la pianificazione attiva dell’ambiente. Con la Legge Galasso e la successiva circolare del ministero dei beni culturali ed ambientali n. 8 del 31/08/1985 viene definito il paesaggio come “patrimonio paesistico ambientale il quale

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SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) comprende in sé tutti quelli elementi che concorrono a dare ad ogni località, peculiari caratteristiche paesistiche ed ambientali, comprese le testimonianze della presenza dell’uomo”. Affianco alle citate leggi di tutela dell’ambiente, una serie di norme ha riguardato, più nello specifico, il problema degli inquinamenti: la Legge n. 615 del 1966, disciplina il controllo sull’inquinamento atmosferico, la Legge n. 319 del 1976 si occupa della difesa delle acque dall’inquinamento, il D.P.R. n. 915 del 1982 e la Legge n. 411 del 1987, dettano una serie di regole sul trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. La sovrapposizione di nuovi strumenti settoriali con quelli esistenti ha provocato nel tempo l’insorgere di incertezze nei procedimenti di attuazione riguardanti i problemi del territorio e dell’ambiente. Con la conseguente esigenza di una considerazione globale dei problemi del territorio si è manifestata recentemente, dapprima con l’Articolo 80 del D.P.R. n. 616 del 24/07/1977, ed in seguito con il II paragrafo dell’Articolo 2 della Legge n. 337/82, fino a trovare riscontro nell’Articolo 1 della Legge n. 537 del 24/12/1993, che, nel disporre la riorganizzazione dell’Amministrazione, prevede, tra l’altro, l’emanazione di un decreto legislativo inteso ad unificare le funzioni in materia di ambiente e territorio. A tale funzione sono oggi interessati numerosi D. Lgs. e Leggi.

5.3.1LEGGE QUADRO SULLE AREE PROTETTE (L. n° 394 /91) La Legge Nazionale n. 394 del 06/12/1991 detta “Legge quadro sulle aree protette” oltre alla classificazione dei parchi naturali regionali individua i principi fondamentali per l’istituzione e la gestione delle aree naturali e protette. Essa tuttavia, prevedeva che, ogni qualvolta le aree protette di rilievo nazionale rientrassero in un territorio regionale, si dovesse procedere alla realizzazione di un’intesa con la Regione interessata. A seguito dell’approvazione della legge è stato previsto in Sardegna un sistema di parchi naturali di istituzione nazionale, individuati nelle aree del Gennargentu dell’Asinara e del Golfo di Orosei. In relazione alla Legge Nazionale, la Regione Autonoma della Sardegna ha sollevato una serie di questioni di legittimità costituzionale riguardanti l’istituzione delle aree marine protette, l’istituzione da parte della Regione, di aree protette nel territorio di un parco nazionale, l’esercizio venatorio e i vincoli di inedificabilità e di trasformabilità. Tuttavia la Corte Costituzionale, con sentenza n. 366/1992, ha giudicato non fondate tutte le questioni di legittimità. Successivamente, il 14 Gennaio 1994, l’Assessorato della Difesa all’Ambiente ha presentato il disegno di Legge n. 457 sulle modificazioni di adeguamento delle LL.RR. n. 31/1989 e 45/1989, concernenti l’istituzione e la gestione dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali regionali, alla Legge n. 394, ma la proposta, approvata dalla Quinta Commissione Permanente 18/03/1994, è stata in seguito bocciata dalla Giunta Regionale nell’Aprile 1994. L’area interessata dal progetto non ricade anche parzialmente in aree interessate dalle tutele disposte dalla L. 394/91. In particolare, il settore di costa antistante il progetto è esterno all’Area Marina Protetta di Tavolara, Molara, Capo Coda Cavallo.

5.3.2VINCOLI IDROGEOLOGICI (L. n° 3267/23) I vincoli idrogeologici sono espressi dalla Legge n° 3267 del 30/12/1923 la quale prescrive le limitazioni d’uso delle aree vincolate ai fini di non turbarne l’assetto idrogeologico, ed in particolare tendono a conservare o migliorare l’assetto dei versanti caratterizzati da dissesto o da una elevata sensibilità. Le attività di controllo del territorio e le procedure autorizzative per le aree vincolate dalla 3267/23 sono di competenza degli Ispettorati Ripartimentali delle Foreste con giurisdizione provinciale in virtù della delega che la Regione Sardegna ha ricevuto per esercitare le funzioni dello Stato per la protezione delle risorse idriche.

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SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) La legge in oggetto prevede limitazioni nelle opere e nel taglio di vegetazione nelle aree vincolate, perciò qualsiasi opera da realizzarsi in un’area vincolata deve essere preventivamente autorizzata dall’Ispettorato Ripartimentale competente. L’area interessata dal progetto, non ricade nei settori vincolati ai termini della Legge n. 3267/23 e conseguentemente all’art. 142, lett. g del Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici (D. Lgs. n° 42/04 ex L. n° 490/99).

5.3.3ACQUE PUBBLICHE E PERTINENZE IDRAULICHE Nel settore prossimo all’area studiata sono presenti corsi d’acqua e superfici d’acqua classificate, compresi nell’elenco del Testo Unico delle Disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici reso vigente con Regio Decreto 11 dicembre 1933, n° 1775, o superfici d’acqua a pelo libero e conseguentemente sono presenti servitù idrauliche di cui all’art. 142, lett. c del Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici (D. Lgs. n° 42/04 ex L. n° 490/99), ma il progetto proposto non interferisce in modo alcuno con tali pertinenze idrauliche. Alcuni settori del compendio di intervento sono interessati dalla presenza di reliquati idraulici residui dalle sistemazioni originarie di impianto della riordino fondiario esistente e su questi si interverrà attraverso una parte del progetto in proposta con autorizzazione n° 26702 del 25 luglio 2007 concessa dal Servizio del Genio Civile della RAS, Ass LLPP.

5.3.4TUTELA DEI CORPI IDRICI D. Lgs. 152/2006 Il D. Lgs. 152/2006 all’art. 91 definisce le aree sensibili quale oggetto diretto di tutela: Il territorio in oggetto è interessato dalle tutele definite dall’Art. 91 solo relativamente alla pertinenza idrica (comma 1 lettera c)) in quanto ricadente nel bacino afferente l’area stagnale de l’Isuledda. Parte dell’area di Progetto ricade in prossimità delle pertinenze descritte dal comma 1 dell’art. 115 in quanto alcune aree di progetto sono vicine alla fascia di alcune aste fluviali con la conseguente necessità di lasciare la fascia di rispetto prevista, così come adottato in progetto.

5.3.5SERVITU’ DI USO CIVICO Le servitù di uso civico, derivanti dalla necessità della gestione di terre da destinare ad un uso comunitario, sono state per un elevato numero di comuni della Sardegna, censite ed accertate per diritto, al fine di consentire la valutazione dello stato di fatto e quindi porre rimedio alla gran parte dei problemi che sussistono per tale tipo di terre. Le aree interessate dal progetto non sono gravate da Uso Civico.

5.3.6AREE PERCORSE DA INCENDIO (D.G.R. 23.10.2001 n° 36/46 – artt. 3 e 10 L.353/2000)

Il decreto regionale fa proprie le direttive contenute negli artt. 3 e 10 della Legge 353/2000 che definiva i comportamenti da adottare relativamente alle superfici interessate da incendi. La norma impone la conservazione degli usi preesistenti l’evento per 15 anni, il divieto di pascolo per 10 anni ed il divieto dell’attuazione di attività di rimboschimento o di ingegneria ambientale con fondi pubblici per 5 anni. L’area del progetto proposto non è interessata da notizie di eventi incendiari nell’arco temporale di riferimento, 5, 10 o 15 anni, per cui la proposta è in ogni caso coerente con la norma.

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5.3.7CODICE DEI BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI D.Lgs. n° 42 DEL 22/01/2004 (EX T. U. IN MATERIA DI BENI CULTURALI L. n° 490/99) Il Codice Urbani, pur successivamente modificato con il DLgs n. 156/2006 recante “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali” e il DLgs n. 157/2006 recante “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio”, all’art. 142, definisce le aree tutelate per legge e di ciò va tenuto conto nella destinazione d’uso del territorio al fine di non produrre delle incompatibilità in fase di pianificazione. L’art. 142 elenca i beni categoriali ed in particolare recita:

Aree tutelate per legge 1. Sono comunque di interesse paesaggistico e sono sottoposti alle disposizioni di questo Titolo: a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare; b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi; c) i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole; e) i ghiacciai e i circhi glaciali; f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi; g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227; h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; i) le zone umide incluse nell’elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448; l) i vulcani; m) le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del presente codice.

Il Piano Paesaggistico Regionale, nella definizione di beni categoriali e di beni identitari introduce delle distorsioni nella mappatura degli stessi che nelle carte alla scala territoriale dello stesso, sono talvolta identificati in modo ambiguo.

5.3.7.1FASCIA DI PERTINENZA FLUVIALE (art. n°142 lett. c) omissis...... c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n.. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; omissis...... L’area di progetto è parzialmente interna alla fascia dei 150 m come intesa dal PPR ma al difuori della fascia dei 150 m dei corsi d’acqua descritti nel SITAP.

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SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) 5.3.7.2AREE BOSCATE O INCENDIATE (art. n°142 lett. g) omissis.... g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.. 227; omissis.... Il settore interessato non comprende superfici boscate sensu strictu.

5.3.7.3AREE UNIVERSITA AGRARIE ED USI CIVICI (art. n°142 lett. h) omissis.... h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; omissis.... Le aree interessate dal progetto non sono gravate da Uso Civico.

5.3.7.4BENI ARCHEOLOGICI (art. n°142 lett. m) omissis.... m) le zone di interesse archeologico. omissis.... Non sono noti beni archeologici a vista nel settore interessato dall’intervento edificatorio.

5.3.7.5AREE SOTTOPOSTE A VINCOLO PAESAGGISTICO (ex 1497/49) La legge n° 1497 del 1939 definiva il vincolo paesaggistico quale tutela temporanea in attesa della stesura dello strumento principale costituito dal Piano Paesaggistico, poi ricomresa nel Dlgs 42/03 all’art. 157. L’area interessata dal progetto è compresa all’interno di zone assoggettate a decreti di cui alla ex 1497/1939, emesso con il D.M. 14 ottobre 1967 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n° 280 del 10 novembre 1967.

Immagine – Le aree vincolate ai sensi della ex 1497/39 in arancio rigato e in rosso il settore di progetto

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SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) 5.3.8IFFI Inventario Fenomeni Franosi in Italia Il Progetto I.F.F.I. (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia), ha lo scopo principale di fornire un quadro sinottico ed omogeneo sulla distribuzione dei fenomeni franosi sull'intero territorio nazionale e di offrire uno strumento conoscitivo ai fini della valutazione del rischio da frana, della programmazione degli interventi di difesa del suolo e della pianificazione territoriale a scala nazionale e locale. I Soggetti istituzionali, che hanno attuato il Progetto IFFI, sono il Dipartimento Difesa del Suolo dell’APAT, le Regioni e le Province Autonome d’Italia. Il Dipartimento Difesa del Suolo – Servizio Geologico d’Italia dell'APAT, ha svolto una funzione di indirizzo e coordinamento delle attività, e la verifica di conformità dei dati alfanumerici e cartografici alle specifiche di progetto ed ha contribuito, inoltre, alla redazione delle specifiche tecniche e alla realizzazione di applicativi a supporto delle attività del progetto. Le Regioni e le Province Autonome hanno svolto la funzione essenziale di raccolta e analisi dei dati storici e d’archivio, di individuazione e mappatura dei dissesti franosi mediante fotointerpretazione e controlli di campagna, di validazione ed informatizzazione dei dati. Con le Deliberazioni della Giunta Regionale n° 46/27 del 13.11.2000 e n° 27/68 del 07.08.2001, la Regione Sardegna ha aderito all’iniziativa per la realizzazione dell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (I.F.F.I.), organizzato in un Sistema Informativo Territoriale Unico, promossa nel gennaio 1997dal Comitato dei Ministri per la difesa del suolo, ex lege 183/89. Il lavoro contiene i risultati derivanti dalle attività, condotte tra febbraio e settembre 2005 ed ha inventariato 1523 fenomeni franosi. Il settore in studio non è interessato da fenomeni censiti.

5.3.9PROGETTO A.V.I. - AREE VULNERATE ITALIANE – CNR GNDCI Il progetto messo in atto agli inizi degli anni ‘90 ha consentito la ricostruzione del quadro conoscitivo de complesso di catastrofi naturali che ha interessato l’intera Italia tra il 1918 e la data di redazione. Il lavoro prodotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche, per conto della Protezione Civile Nazionale, ha portato alla costruzione di un data base in formato DBF che ha costituito il primo inventario sistematico di tali eventi in tutta Italia. Il settore non è interessato da fenomeni censiti.

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5.4 QUADRO LEGISLATIVO E PIANIFICATORIO REGIONALE

5.4.1Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) Il settore dell’intervento di L’Isuledda è compreso all'interno dell’ambito n° 19 –S. Teodoro” del Piano Paesaggistico Regionale, approvato dalla Giunta Regionale con Delibera n. 36/7 del 5.9.2006. La relativa scheda in maniera molto generale: - descrive tale ambito attraverso la struttura e gli elementi (ambiente, storia e insediamento); - esamina le relazioni esterne fra ambiti, sia le relazioni costiere sia le relazioni interne; - ne illustra i valori e le criticità; - propone gli indirizzi di sviluppo; - riporta i dati della dinamica e della struttura demografica; - analizza l’economia delle attività, attraverso il tessuto produttivo e il settore del turismo; - individua i vincoli di legge e le loro tipologie; In nessuno di questi punti emergono dati relativi all’area interessata dall’intervento, tranne che per l’unica citazione della spiaggia dell’Isuledda quale elemento ambientale del sistema paesaggistico d’ambito; riguardo a tutti gli altri punti, questi, saranno esaminati in seguito sia per sito sia per area vasta. Il settore nel quale ricade l’intervento e gran parte dell’area circostante è compreso nell’Ambito Costiero.

Mappa – L’area è posta al difuori del sistema dei beni costieri, delle baie, falesie, coste etc.

Il progetto è coerente con gli indirizzi di progetto paesaggistico delineate nel PPR così come espresso nelle tavole riassuntive che si riferiscono all’area contermine al progetto e comunque è fatto salvo sotto gli aspetti amministrativi.

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Mappa – L’area, nel PPR, è posta all’interno di un’area naturale o sub-naturale, ma sulla base di una mappa dell’Uso del suolo prodotta sulle Ortofoto del 1998, sotto, che può essere meglio letta

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Mappa – L’uso del suolo mappato e la stessa carta della vegetazione allegata visti in forma di naturalità definiscono l’area come gariga di Cistus spp

5.4.2Piano di Assetto Idrogeologico Regionale (P.A.I.) Tale piano ha prima considerato un unico bacino idrografico regionale e poi ha definito sette sub- bacini omogenei (per caratteristiche comuni di geografia, geomorfologia e idrologia). Dal subbacino che comprende la zona d’intervento che il presente studio ha per oggetto, denominato 4° Bacino di Liscia, non risulta alcuna emergenza o fattore di rischio idrogeologico. Il territorio dell’area di intervento non è interessato dalle perimetrazioni di pericolo di geomorfologico o idraulico del PAI.

Mappa – La mappa delle acclività, unita ad alcune considerazioni sulle caratteristiche litologiche, morfologiche e giaciturali ci consente di valutare di bassissimo livello le probabilità di eventi gravitativi

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Mappa – Le aree evidenziate sono raggruppate come pericolo per inondazione (Hi) e la loro pericolosità cresce con il numero da 1 a 4 ed il perimetro esteso dell’intervento è rappresentato in differenti toni di blu ed il settore di progetto in rosso

Le valutazioni operate sulla base del PAI, per il pericolo idraulico, consentono di valutare una vattibilità dell’intervento a condizione che il deflusso proveniente dall’impluvio soprastante, valutato inferiore ai 5 mc/sec con un tempo di ritorno di 200 anni e coefficiente di deflusso pari a 0.8, venga adeguatamente lasciato transitare nell’attuale incisione all’interno del comparto A1, così come peraltro previsto nel progetto.

5.4.3Piano di Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.) Tale strumento conoscitivo e programmatico, come piano stralcio di settore del Piano di Bacino Regionale della Sardegna ai sensi della L. 183/89, suddivide l’intero territorio regionale in sedici Unità Idrografiche Omogenee (UIO); a queste, costituite da uno o più bacini idrografici limitrofi, sono state convenzionalmente assegnate le rispettive acque superficiali interne nonché le relative acque sotterranee e marino-costiere. Sono stati individuati 37 complessi acquiferi principali, costituiti da una o più Unità Idrogeologiche con caratteristiche sostanzialmente omogenee. L’Unità Idrogeologica comprendente l’area oggetto del presente studio è la “n. 12-Posada”, dall’esame della sua monografia e delle relative cartografie si sono potute raggiungere le seguenti informazioni circa l’area d’interesse: - a Nord-Ovest ed esternamente all’area d’intervento scorre il Riu Lu Chissaggiu con Codice CeDoc del Bacino [0120], un corso d’acqua del 1° ordine non significativo con un’area di bacino di 7,47 km2 (un corso d’acqua è ritenibile di 1° ordine quando recapita direttamente in mare,mentre è significativo se possiede un bacino imbrifero di superficie > 200 km2); - l’area non risulta essere compresa fra quelle ritenute sensibili individuate ai sensi della Direttiva 271/91/CE e dell’Allegato 6 del D.Lgs. 152/99; - l’uso del suolo risulta essere in parte zona agricola eterogenea e in parte a vegetazione arbustiva e/o erbacea; - la zona costiera risulta idonea alla balneazione (classificata tra I dal 1994 al 2003);

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SOLIANA s.r.l. - Roma - Comune di San Teodoro - Provincia Olbia – Tempio INS. TUR. ALB. - LOTT. “ISULEDDA” IN REGIONE COSTA CADDU ZONA F SUB-COMPARTO “A1” RICETTIVO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R.24/23 23/04/2008) - la distribuzione dei fitofarmaci risulta 0,0÷3,0 kg fitofarmaci/ha SAU totale; - l’area non risulta essere tra quelle vulnerabili da nitrati di origine agricola; - la densità di BOD5 zootecnico rapportata alla sup. comunale risulta 0,0÷5,01 t/anno/km2; - la densità di COD zootecnico rapportata alla sup. comunale risulta 0,0÷9,18 t/anno/km2; - la densità di P zootecnico rapportata alla sup. comunale risulta 0,0÷0,18 t/anno/km2; - la densità di N zootecnico rapportata alla sup. comunale risulta 0,0÷1,01 t/anno/km2; - la densità di P agricolo rapportata per comune alla Superficie Agricola Utilizzata risulta 20.0000001÷25.0000000 kg/ha/anno; - la densità di N agricolo rapportata per comune alla Superficie Agricola Utilizzata risulta - 20.0000001÷40.0000000 kg/ha/anno; - lungo la costa a Sud-Est dell’area in questione, risulta un futuro schema depurativo di collegamento all’impianto consortile del Comune di San Teodoro; - l’area vasta risulta essere fra quelle sensibili alla desertificazione; - tutta la zona costiera risulta sottoposta a tutela paesaggistica (art. 136 D.Lgs. 42/2004);

Mappa – L’area, nel PTA, al centro del sistema di bacini tra il Padrongiano ed il Posada mostra il Rio di lu Chissaggiu 0120, immissario dello stagno de l’Isuledda

L’area non risulta tra quelle vulnerabili, o sensibili, alla scala del PTA, ma è certo da ricomprendersi tra queste

5.4.4Nuovo Piano Regolatore Generale degli Acquedotti (N.P.R.G.A.) Tale strumento disciplina l’uso della risorsa destinata al soddisfacimento del fabbisogno idropotabile e la realizzazione delle necessarie infrastrutture di potabilizzazione, trasporto e distribuzione delle risorse idriche. Attraverso la divisione del territorio regionale in otto “volumi” uno per ciascuna provincia sono stati analizzati i dati relativi a: - la previsione della popolazione residente e fluttuante stagionale; - la determinazione delle dotazioni idriche, dei coefficienti di punta e dei volumi dei serbatoi urbani; - i fabbisogni idropotabili al 2041;

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5.4.5PIANO D’AMBITO Commissionata dal Presidente della Giunta della Regione Sardegna, con Ordinanza Commissariale n.286 del 2 maggio 2002, la proposta di Piano d’Ambito Sardegna si configura come lo strumento di regolazione tecnica ed economica della gestione del servizio idrico integrato da adottarsi da parte dell’Autorità d’Ambito della Sardegna. Il Piano d’Ambito è stato articolato nelle seguenti fasi: • Ricognizione delle opere e delle infrastrutture esistenti, relative al servizio idrico integrato, comprensiva della verifica dello stato attuale dei livelli di servizio (attività propedeutica); • Identificazione delle aree sottoposte a maggiore rischio di crisi idrica; • Programmazione degli interventi; • Piano degli investimenti, costituito dalla descrizione degli interventi programmati con un rilevante livello di definizione in termini di obiettivi prefissati, aspetti previsionali (effetti attesi, arco temporale, costo), priorità di intervento; • Piano gestionale ed organizzativo, con la definizione delle linee guida del modello organizzativo e gestionale (organizzazione sul territorio, attività da espletare, stima dei costi operativi, dimensionamento dell’organico;ecc) • Definizione delle risorse disponibili e articolazione della tariffa.

Il Piano d’Ambito, approvato con Ordinanza del Commissario Governativo dell’Emergenza idrica in Sardegna n. 321 del 30/09/2002 è stato adottato dall’Autorità d’Ambito nel 2003 . Da esso è stato estratto un Programma Operativo Triennale (POT) con annualità per il 2003/04 per l’impegno dei fondi della programmazione comunitaria POR del periodo 2003-2006 , e dei fondi della Delibera CIPE 36/2004 . Dai materiali informativi supportanti il Piano d’Ambito è stato investigato sia lo stato di fatto dell’utilizzo delle risorse per fini irrigui che il futuro assetto previsto ed entrambi non confliggono con il progetto proposto, sia geometricamente che in quanto all’utilizzo delle risorse idriche disponibili. In entrambi le situazioni, attuale e futura non ci sono interferenze tra il Piano d’Ambito ed il progetto proposto.

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Mappa – Il villaggio, assieme alle altre parti della lottizzazione insiste sull’impianto di San Teodoro e lo schema depurativo di riferimento (99)

5.4.6Piano Energetico Ambientale Regionale (P.E.A.R.) Il Piano fornisce delle indicazioni per tutti i settori di sviluppo del territorio regionale, in particolare, per quanto riguarda il settore urbanistico-civile e nello specifico quello turistico alberghiero arriva a stimarne il fabbisogno elettrico, giungendo ai seguenti indici valutativi: Iv = indice volumico, pari al rapporto tra il valore costruito dell’albergo e il n. di posti letto; Fepl = fabbisogno di energia elettrica per posto letto, pari al rapporto tra i consumi di energia elettrica della struttura annuali e il n. di posti letto; Fcpl = fabbisogno di combustibili fossili per posto letto, pari al rapporto tra i consumi di combustibili fossili della struttura annuali e il n. di posti letto; Fepr = fabbisogno di energia elettrica per presenza, pari al rapporto tra i consumi di energia elettrica della struttura annuali e il n. di presenze l’anno; Fcpr = fabbisogno di combustibili fossili per presenza, dato dal rapporto tra i consumi di combustibili fossili dell’albergo e il n. di presenze l’anno; ed i loro relativi valori medi (2004) Iv = 70 m3/p.letto Fepl = 2.157 kWh/p.letto Fcpl = 1.533 kWh/p.letto Fepr = 19,37 kWh/presenza Fcpr = 13,31 kWh/presenza l’intervento terrà conto di tali indicazioni progettuali anche in osservanza alle normative sull’uso dei materiali in ambito edilizio (L. n.10/91).

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5.4.8Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani (P.R.G.R.) Il Piano mira a due obbiettivi principali: una gestione integrata dei rifiuti, in accordo col D.Lgs. n°22/97, attraverso un processo che curi la riduzione dei rifiuti; il recupero dei materiali (e la loro valorizzazione) e l’allontanamento dalle frazioni pericolose per uno smaltimento distinto e specifico; trattamenti tesi al massimo recupero dei materiali anche in funzione della produzione di energia, lo stoccaggio in discarica definitivo delle parti residuali dei rifiuti non più recuperabili o valorizzabili energeticamente e quelle frazioni di risulta dal trattamento in forma inerte per l’ambiente (a tal fine risulta determinante il ruolo della raccolta differenziata); il superamento dei Bacini con l’articolazione di Ambiti Territoriali Ottimali, per evitare la frammentarietà e gli squilibri di forze e di risorse all’interno di tutto il territorio regionale. Una sorta di Piani Provinciali di Gestione intergrati fra loro ed eventualmente, a seconda di rilevanti realtà precedenti, delle Gestioni Sub-Provinciali (Comuni) convenzionate in consorzi. Nel caso specifico del Comune di San Teodoro, con Determinazione n.889/II del 29.06.2006 la Regione Sardegna, dalle risorse dei POR 2000-2006 della RAS Asse 1- misura 1.4- “Gestione intergrata dei rifiuti, Bonifica siti inquinati e Tutela dall’inquinamento”, ha assegnato al Comune di San Teodoro € 150.000,00 per il “Progetto di riorganizzazione del servizio di raccolta differenziata”.

5.4.9Piano Regionale Gestione Rifiuti Speciali (P.R.G.R.) Tale strumento è costituito da un elaborato di base e tre allegati: 1) i dati relativi alle produzioni di rifiuti speciali secondo le denuncie MUD dal 1996 al 1997; 2) la stima delle produzioni effettive dei rifiuti speciali in Sardegna suddivise per tipologie di attività economica; 3) le schede tecniche degli impianti di recupero-trattamento-smaltimento dei rifiuti speciali in Sardegna. La generalità dei comparti produttivi è riassumibile nelle tipologie seguenti: - il comparto metallurgico del Polo Industriale di Porto Vesme, e relativa produzione di energia; - l’industria chimica dei Poli Industriali di Cagliari, e Ottana; - Il Polo Pertolifero di Sarroch; - l’Industria Alimentare e le numerose aziende di settore lattiero-caseario; - la lavorazione dei Minerali Non Metalliferi della vecchia provincia di Nuoro; Sono dati generali e derivanti dall’analisi dei territori corrispondenti alle vecchie Province regionali, in cui Nuoro appare al 3° posto (seguita da Oristano e preceduta da ) per la produzione dei rifiuti speciali.

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5.4.10PIANO REGIONALE DELL’ATTIVITA’ ESTRATTIVA DI CAVA Al fine di regolamentare l’attività Estrattiva di cava, la RAS, ha definito, nel 2007, un Piano che regola l’attività di cava e di miniera e ne definisce la tollerabilità in funzione di numerosi parametri.

Mappa – L’area di intervento nella mappatura del Piano dell’Attività Estrattiva che valuta la fattibilità della stessa, ed in verde l’area di progetto ed in azzurro le aree dove l’attività estrattiva è consentita, e in rosa quelle dove non lo è

Sulla base di tale Piano l’area su cui insiste l’intervento è esclusa dalla possibilità di effettuazione di attività Estrattiva di cava e non sussiste quindi sottrazione di potenzialità estrattive ss.

5.4.11PIANIFICAZIONE GENERALE

La proposta progettuale è coerente con il vigente Piano Urbanistico Comunale di San Teodoro e con il Piano Attuativo direttamente interessante l’area. L’area è definita Zona F e al Piano di Lottizzazione de l’Isuledda ha fatto seguito un iter ufficializzato descritto nella parte del Quadro Progettuale.

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