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Gioacchino Rossini

RICCIARDO E ZORAIDE

Dramma per musica in due atti

Libretto di Francesco Berio Di Salsa

PERSONAGGI

Agorante Re di Nubia, amante non corrisposto di tenore Zoraide figlia di Ircano, amante di Ricciardo soprano Ricciardo paladino, amante di Zoraide tenore Ircano potente signore di una parte della Nubia basso Zomira sposa di Agorante, rivale di Zoraide Ernesto ambasciatore del campo cristiano tenore Fatima confidente di Zoraide mezzosoprano Elmira confidente di Zomira mezzosoprano Zamorre confidente di Agorante tenore

Coro di uomini al servizio del serraglio e di donne al servizio di Zomira Grandi alla corte di Agorante, Guerrieri seguaci di Ricciardo, soladati di Agorante, popolo

L’azione fingesi in Dongala, capitale della Nubia.

Prima rapprasentazione: Napoli, Teatro San Carlo 3 dicembre 1818

Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto primo ATTO PRIMO Piazza fuori del recinto della città di Duncala, capitale della Nubia. Scena I° Stanza nella reggia d Agorante. Coro di soldati e popolo. Marcia militare; sfilano Scena II° intanto le truppe vittoriose allo spuntar dell’aurora. Agorante. Coro di donzelle, che da varie parti si avanzano sulla scena, allegre e sollecite; indi Zoraide e Fati- CORO ma sbalordite. La musica indica un lontano strepito. Cinto di nuovi allori PARTE DEL CORO Riede Agorante a noi, Degli affricani eroi Quai grida!… Il primo nel valor. Tra’ bellici sudori ALTRA PARTE Fiaccò l’orgoglio insano Qual giubilo!… Del temerario Ircano, Col brando punitor. ALTRA PARTE Già riede Agorante. AGORANTE Popoli della Nubia, ecco tra voi ZORAIDE Il vostro duce, il Re; vinsi, dispersi (fra sé) I ribelli seguaci Del fuggitivo Ircano, Orribile istante!… Ei che, nato nell’Asia, in questi lidi Fondò nascente impero, e ardì negarmi FATIMA Di sua figlia Zoraide un dì la mano, (fra sé) Che pur ritolsi al rapitor Ricciardo, Per cui sdegnoso contro me già move Annunzio crudel! D’Europa a stento le raccolte schiere; Proveranno ancor queste il mio potere. TUTTO IL CORO Minacci pur: disprezzo Con gli altri dividere Quel suo furore insano; La gioia dovremo. Con questa invitta mano Di lui trionferò. ZORAIDE Sul trono, a suo dispetto, (a Fatima, nel massimo dolore) Tutti i trionfi miei Coronerà colei, Ah! Fatima, io tremo… Che il core m’involò. Assistimi, o Ciel!

CORO FATIMA Sì, con quel serto istesso, (a Zoraide) Che offrirti è a noi concesso, Accorta dissimula, Che amor per te formò. Occulta i tormenti.

AGORANTE CORO Or di regnar per voi Andiam, che a momenti Tutta la gioia io sento. Ei qui giugnerà. E tanto è il mio contento, ch’esprimerlo non so. (Le donzelle, nel sentire avvicinar lo strepito, si ricoprono de’ loro veli, e s’incamminano verso Ago- rante). 1 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto primo

ZORAIDE Tu da te stessa giudicar lo puoi; (Amore mi strazia, Sono all’amor soggetti anche gli eroi. Il padre mi accusa; Se Agorante ti adora Ahi l’alma confusa No, tua colpa non è. Più pace non ha!) (Con arte) Scena III° So che dal seno Ti strappò del tuo ben, Zoraide, Fatima.

FATIMA (con ironia) Deh! frena il lungo duol; cerchiamo unite, Che tu non l’ami. Un mezzo onde salvarci. Come amarlo potresti? In tuo soccorso M’avrai, se tu lo brami; ZORAIDE Un’infelice ottiene Da chi?… Come trovarlo! ed in qual parte? Tutto dall’amor mio.

FATIMA ZORAIDE Tutto otterrem colla prudenza e l’arte. (Finger conviene.) Sai che vergato foglio Zomira, io fui d’irata sorte, è vero, Ricciardo t’inviò; che dell’insulto Crudel ludibrio; eppure Vendicarsi saprà; che pel tuo padre Seppi ognor trionfar di mie sventure. D’Agorante nel sen, col tuo disprezzo, Lo sdegno accresceresti; ZOMIRA Che Zomira, del prence odiata sposa, Ma per Ricciardo il cor sospira ancora? Per rabbia e gelosia, Confidati all’amica: D’opprimerti, ahi crudel! cerca ogni via? Io non t’ingannerò.

ZORAIDE ZORAIDE Sì, tutto io so; ma come, oh Dio! frenarmi, Che dir potrei? Se l’alma mia delira? Cessàr, co’ miei martiri, Indifferente il cor, brame e sospiri. FATIMA Taci, calmati alfin: giugne Zomira. ZOMIRA Invan tu fingi, ingrata; (Parte). No, che l’interno ardore, Un labbro mentitore Scena IV° No, che celar non sa. Zomira, Zoraide. ZORAIDE ZOMIRA (Che dura prova è questa!… Zoraide, e qui t’arresti? Come il mio core, oh Dio! Non affretti i tuoi passi, onde far pompa L’amor, lo sdegno mio, Di tua bellezza al tuo sovran? Come frenar potrà?)

ZORAIDE ZOMIRA Ah! sono (Quale insultante orgoglio! Gl’insulti indegni di chi siede in trono. Parmi vederla in soglio Goder del mio martir.) ZOMIRA A Insultarti non bramo:

2 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto primo

ZORAIDE ZOMIRA (Ella mi guarda e freme; (Ingrato!…) Il duol che il cor mi preme Mi deve alfin tradir.) AGORANTE Ah! non turbarti. In Affrica mi è dato ZOMIRA Cangiar d’affetti a mio talento. Io sono (Io più non resisto…) L’arbitro del mio core; e pur dal trono Non chieggio allontanarti. Io vo’ soltanto ZORAIDE Che l’alma tua, per me costante e fida, Da me che pretendi? Con altra la mia gloria ancor divida.

ZOMIRA ZOMIRA E ancor non comprendi! (fingendo di non comprenderlo) Per chi mai nutri il tuo novello foco?… ZORAIDE Comprender non so. AGORANTE Nol comprendesti ancora?… ZORAIDE E ZOMIRA (Che smania è mai questa! ZORAIDE Languire, soffrire… (Ahi qual giorno d’orror! giorno tremendo!) Più fiero martire No, darsi non può.) ZOMIRA Taci, non dir di più: tutto comprendo. Scena V° Agorante e dette. ZORAIDE (Cruda sorte!) AGORANTE A voi ritorno alfine. Eccomi spoglio AGORANTE Del mio fasto regal. Appiè d’amore, (Oh amor tiranno!) Appiè dell’amistade il brando invitto Lieto depongo, e fia diviso il core Fra la pura amistade e un dolce amore. ZOMIRA (Io sprezzata!…) ZOMIRA (O momento fatal!) AGORANTE (Ahi che momento!) ZORAIDE (Ahimè, che intesi!…) ZOMIRA (Più non reggo!) AGORANTE Zomira, un dì m’accesi ZORAIDE, ZOMIRA E AGORANTE Di te, negar nol posso; (In tal cimento Ma (non ti offenda il vero) L’alma mia fremendo sta.) La mia fiamma men viva in me ridesta Altri sensi per te. AGORANTE (M’amerà?…) ZORAIDE (Qual cenno!)

3 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto primo

ZOMIRA AGORANTE (ad Agorante) (a Zoraide) Crudel! E amor non senti?

ZORAIDE ZORAIDE (Che affanno!) Che dici?… (Ahi misera!…)

AGORANTE ZOMIRA (a Zomira) Che sento! (Ahi perfido!) Che mai dici?… AGORANTE

ZOMIRA (a Zoraide) (a Zoraide) (Barbaro amor!) Dunque ingrata… Indegna!

ZORAIDE ZORAIDE T’accheta… ti calma. (a Zomira) E ardisci?… AGORANTE (Giusto Cielo, in lor punisci Sperar posso? La più fiera crudeltà.) ZOMIRA ZOMIRA (Che smania crudele!) (Giusto Cielo, in lui punisci La più nera infedeltà.) AGORANTE (a Zoraide) AGORANTE (Ciel, perché così punisci Per te vive, respira quest’alma. Chi s’accese a tal beltà?) ZOMIRA DAMIGELLE (Oh che rabbia!…) (di dentro) ZORAIDE Scendi propizio (Che acerbo martir!) Nume de’ cori Fa’ che Zoraide, ZOMIRA Fra’ puri ardori, D’immenso giubilo Osi, iniquo?… Esulti ognor. AGORANTE AGORANTE Gl’insulti disprezzo. (Quai dolci palpiti!…) ZORAIDE ZORAIDE Per Zomira, deh! placa quell’ira. (Quai tristi accenti!…) ZOMIRA ZOMIRA Taci, trema: non voglio a tal prezzo… (Vaneggio e smanio…)

4 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto primo

ZORAIDE E AGORANTE Né l’inganno (Che baldanza!) Ci faranno Paventar. ZOMIRA (Gli esploratori si ritirano. Il ponte del castello s’in- Neppure un sospir. nalza).

AGORANTE Scena VII° (Sarà l’alma delusa, schernita, Al mio bene per sempre riunita, Su piccolo battello approdano Ricciardo sotto men- O Ricciardo qui deve perir.) tite spoglie affricane, ed Ernesto ambasciatore del campo cristiano.

ZOMIRA RICCIARDO (Sarà l’alma delusa, schernita, Eccoci giunti al desiato loco; All’infido per sempre riunita Ecco, Ernesto, le mura O l’indegno qui giuro punir.) In cui rinchiuso è il mio tesor. Nel petto Come mi batte il cor! ZORAIDE (Sarà l’alma dolente, schernita, ERNESTO Al mio bene per sempre riunita, Ah! non tradirti; O a lui infida qui giuro perir.) Pensa ove siam… Tu sai che in ogni parte (Partono). Di Ricciardo si chiede. Veduta in qualche distanza di una parte del castello T’inseguono a vicenda che difende la città di Duncala, con fossi e pianura Il desolato Ircano, adiacente. Ramo del fiume Nubio che la bagna.Un Agorante inumano… gruppo d’alberi che nasconde una parte del fiume. Ogni motto, ogni cenno Monti in distanza. Ah! svelarne potria…

Scena VI° RICCIARDO Soldati sulle mura. Coro di esploratori. Sconosciuto qui son: facil non fia, S’anche alcun mi conosca, in queste spoglie ESPLORATORI Di potermi scoprir. Tutto è in calma. Picciol legno ERNESTO Sol diè segno Invan lo speri, D’approdar. Il valor, la tua gloria, il tuo splendore Son noti al mondo intero: ALTRA PARTE Occultarti non puoi Stiamo attenti, Tu primo onor de’ Paladini eroi. Vigilanti, Se alcun tenti RICCIARDO D’avanzar. No; celarmi saprò.

TUTTI ERNESTO No, d’offese Dunque tu sei Non temiamo; Risoluto a seguire i passi miei? Son le mura Che guardiamo, RICCIARDO Ben difese: E ne dubiti ancor? Né bravura,

5 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto primo

ERNESTO Stanza nella reggia come prima. Ah! lascia almeno Che, rispettato ambasciator, qui possa Scena VIII° Richieder del tuo ben, aprirti a un tempo Zomira, Elmira. Facile strada a’ tuoi disegni. ZOMIRA RICCIARDO Elmira, e non degg’io fremer disdegno Se Zoraide or m’invola e sposo e regno? Amico, Ah! se tu m’ami, al mio furor sì giusto Arrestarmi non posso; ad ogni costo Il tuo pur anco unisci; ah! cerca, osserva Io ti debbo seguir. Che fa la mia rivale, Se ancor debbo sperar. Deh! tu procura ERNESTO Di render men crudel la mia sventura. Come sottrarti Di tanti esploratori al vigil sguardo, ELMIRA A sì nuovi perigli?… Ah! no, non disperar. Nell’opra, il credi Mille compagne avrò sempre a me fide, RICCIARDO Che ognuna i torti tuoi con te divide. Non vaglion contro amore i tuoi consigli. S’ella mi è ognor fedele, ZOMIRA Se l’amistà mi è guida, Da sì costante affetto Quest’alma non diffida Spero che i voti miei saran compiti… Di possederla ancor. Ma l’infido a me vien… partiam, s’eviti.

ERNESTO (Partono). All’amistà ti affida, T’affida a questo cor. Scena IX° Agorante con seguito de’ Grandi della sua corte. RICCIARDO Marcia. Trionferemo insieme Di sì tiranna sorte, AGORANTE Le barbare ritorte Ch’entri l’ambasciator. Saprà spezzare amor. ERNESTO ERNESTO A te m’invia Dividerò tua sorte, Di nostre schiere il duce. O vinto, o vincitor. Egli richiede che ragion si dia Degl’insulti a noi fatti RICCIARDO A noi che rispettiamo e leggi e patti. Qual sarà mai la gioia Allor che a lei d’accanto, AGORANTE Versando un dolce pianto, (Oh qual baldanza!) D’amor le parlerò, Se nel pensarlo solo, ERNESTO ogni più acerbo duolo Un stuol di tuoi seguaci Già nel mio sen cessò? Di notte ardì furtivo Avanzarsi ver noi, e prigionieri (Ricciardo va sul battello, prende una bandiera Fe’ con Zoraide allor pochi guerrieri. bianca e la consegna ad Ernesto. Egli l’innalza; Se l’ordin non fu tuo, se giusto sei, è veduto dalla sentinella: il ponte abbassandosi, Rendili in questo punto uniti a lei. entrano nella città).

6 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto primo

AGORANTE A fiero inevitabile periglio? Nol deggio… Ah! dimmi, e qual ragion ne impone ERNESTO Di rispettar chi, da ladrone imbelle, De’ tuoi, tu mille ancor. Osa involarci timide donzelle? RICCIARDO RICCIARDO (con eccesso di furore toccando il brando) (Più non resisto…) Sol questo… ERNESTO ERNESTO (di nascosto) (di nascosto) Ah frenati… Ah! ferma… AGORANTE RICCIARDO La fama D’un eccesso sì reo grida per tutto; (È ver, già mi tradiva.) L’Affrica ancor ne freme. ERNESTO (A Ricciardo) Qual risposta mi dai? A te ne appello, Che qui nascesti e sei AGORANTE Guida al franco guerriero, L’avrai fra breve Se ciò ch’io dico è vero. In presenza di lei, de’ miei più fidi.

RICCIARDO ERNESTO (Oh rabbia!) È vero. Se pace o guerra vuoi, pronto decidi.

ERNESTO (Partono). Ma tua non è la giovane involata, Sala con trono. Né suddita a te nacque. Scena X° AGORANTE Agorante, con seguito, va a sedersi sul trono. Suddita diventò quando a me piacque. I guerrieri a te rendo; CORO Poi lascia al nostro amore Se al valore compenso promesso Di regolar come gli aggrada il core. È il possesso di giovin beltà, Fia Zoraide compenso maggiore RICCIARDO A un valore che eguale non ha. (Io mi sento morir.) AGORANTE ERNESTO S’appelli qui Zoraide, ove fra breve Il franco ambasciator giunger pur deve. Termine ha dunque Ogni tregua tra noi. Scena XI° AGORANTE Agorante, Zoraide e detti. Tanto potere Ha una donna su voi, che per lei sola AGORANTE Espor volete i vostri mille prodi, Sgombra ogni tema dal tuo cor; rimira Con incauto consiglio, Innanzi a te non già il sovran, ma solo

7 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto primo Il più tenero amante. Quell’ardir che nel sembiante Agorante non sdegna a’ piedi tuoi Suole imprimere l’amor. Prostrarsi in atto umil; ei, che non seppe Avvilirsi giammai. ZORAIDE S’or non senti pietà… crudel m’avrai. (Tu che vedi il mio dolore, Giusto Cielo, in questo istante, ZORAIDE Fa’ che almen nel mio sembiante Signore, a te son grata Resti tacito l’amor.) Di tanto amor per me; ma l’alma mia È oppressa dal dolor. Priva d’un padre, ERNESTO In preda a un fier destin, come il mio core (si avanza verso Agorante) Può indifferente ragionar d’amore? Risolvesti!… AGORANTE Più pretesti non voglio. AGORANTE In faccia al mondo intero, in questo giorno Ho risoluto. Io t’offro la mia mano, il soglio e quanto Di più grato a te fia. ERNESTO Tu Zoraide alfin mi cedi? ZORAIDE Lasciami al pianto. AGORANTE Nol sperare: è mia, lo vedi: Scena XII° E a pugnar già volerò. Ricciardo, Ernesto e detti. ZORAIDE RICCIARDO (Che sento!) (Che veggo!) RICCIARDO AGORANTE (Ahi! barbaro!) (a Zoraide) ERNESTO E ancor resisti? (Qual fiero insulto!) E ancor non senti in seno D’amor per me qualche scintilla almeno? Cessi omai quel tuo rigore; AGORANTE Deh! consola un’alma amante. (Saprò distruggerli…) Fa’ ch’esprima il bel sembiante Qualche palpito d’amor. ZORAIDE E RICCIARDO (Al fier tumulto RICCIARDO D’affetti, ahi misero/misera (ad Ernesto) Regger non so!)

Senti, oh Ciel! come il mio core CORO Sta nel seno palpitante. (Come in un subito Chi mai puote a quel sembiante Il dì cangiò!) Non accendersi d’amor?

ERNESTO ERNESTO Parto ed annunzio (a Ricciardo) Che vuoi tu guerra. Frena, oh Ciel! nel tuo dolore, Or che siamo a lui d’innante, 8 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto primo

AGORANTE (Marcia in distanza che chiama le truppe a rac- Di’ che invincibile, colta). Per mar, per terra, AGORANTE Sempre Zoraide Difenderò. (Qual suono terribile Foriero di lagrime! In me già s’accrescono Scena XIII° Le furie, le smanie, Zomira e detti. E amore implacabile Non sente pietà.) ZOMIRA T’arresta, o perfido: ZORAIDE, RICCIARDO ED ERNESTO Nol soffrirò. (Qual suono terribile Foriero di lagrime! AGORANTE In me già s’accrescono All’armi… abbattervi Gli affanni, le smanie, Tutti saprò. E il Cielo implacabile Non sente pietà.) ZORAIDE, ZOMIRA, RICCIARDO, ERNESTO E AGO- RANTE (Oppressa, smarrita, Delira quest’alma, Più tregua, più calma Trovare non sa.)

9 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo ATTO SECONDO Atrio della reggia contiguo a’ giardini.

Scena I° Non dier finora alcun sospetto: in seno L’ira frenai per vendicarmi appieno. Agorante, Zamorre.

AGORANTE AGORANTE Zamorre, ed è pur quegli!… Opportuno giungesti… Amico, oh quanto A te grato son io!… ma ancor più grato ZAMORRE Io ti sarò, se, per tuo mezzo, ottengo Ah sì, l’istessa Questa, dolce al cor mio, prima vendetta. Guida del franco ambasciator, che occulta, (Al suo partir) qui si arrestò, ch’or chiede RICCIARDO Teco parlar. Tutto farò per te.

AGORANTE AGORANTE Traggasi al mio cospetto. Svela a Zoraide Di Ricciardo gl’iniqui (Parte Zamorre). Occulti tradimenti. Ah! tu soltanto Puoi cangiare il suo cor… tu sol. Che dirmi ei puote! Oh qual tumulto ho in petto! RICCIARDO Compresi; Scena II° Ma difficil mi sembra… è donna… e amore… Ricciardo, Agorante. AGORANTE RICCIARDO Il tentarlo non nuoce… A te mi affido… Sicuro e franco io m’offro a te. Ci unisce Di vendetta egual brama. A te Ricciardo RICCIARDO Tolse il tuo bene, e a me la sposa amata Ahi! fu da quel fellone anco involata. T’ubbidirò. (Son già vicino al lido.)

AGORANTE AGORANTE Perfido!… E come mai con tanto ardore, Donala a questo core, (Se ad altra diede il cor) Zoraide or chiede? Serena i suoi be’ rai: Contento allor sarai, Te vendicar saprò. RICCIARDO Cerca punirla, perché tua la crede. RICCIARDO Furor, rispetto, amore AGORANTE Saranno a me di guida: Oh rabbia!… A che arrestarci?… Amar dovrà chi fida L’alma per lei serbò. RICCIARDO Ferma; le sue minacce AGORANTE Or dobbiamo sprezzar; esse fian vane Ah! dille, sì, che m’ami… Quando uniti sarem. Pochi, ma scelti, Ho guerrieri a me fidi; Veglian costoro accorti Sull’inimico campo. All’oste infida

10 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo RICCIARDO Scena III° (sospirando) Ricciardo. Che t’ami le dirò. RICCIARDO Partì… Che mai farò… Diviso, ondeggio AGORANTE Tra speranza e timor… Sempre diffida Spiegale pur le pene… Un’alma innamorata. Rivederla dovea… Sì, quest’indugio RICCIARDO Necessario è per me… L’incerto core Le pene io spiegherò. Io rassicuro, e i miei guerrieri intanto Raggiungermi potranno; RICCIARDO E AGORANTE A lor sarò di aita. (Qual dolce speme or sorgere O la vita darò per lei che adoro… Sento nell’alma mia! Ella a me vien… Ahi! di piacer già moro! Essa incomincia a spegnere Di fiera gelosia Scena IV° Il barbaro velen.) Zoraide e detto.

AGORANTE ZORAIDE Teco or sarà. (ricoprendosi col velo) Ciel, che vegg’io! Forse un’insidia è questa… RICCIARDO Che giubilo!… RICCIARDO

AGORANTE (avvicinandosi) Sulla tua fé… Zoraide…

RICCIARDO ZORAIDE Riposa. E ardisci!… Ah! tradita son io. Fuggasi. AGORANTE (Come potrò reprimere, RICCIARDO La smania tormentosa Ah ferma… ascoltami… Ch’amor mi desta in sen!…) ZORAIDE RICCIARDO Nol posso… (Come potrò reprimere, T’allontana da me… Come tenere ascosa La fiamma ch’ho nel sen!…) RICCIARDO Così m’accogli!… RICCIARDO E AGORANTE L’amor mio, la mia fé più non rammenti? (Gioco d’amor, quest’anima Pace trovar non sa. ZORAIDE Il suo dolor fra’ palpiti (riguardandolo) Sempre maggior si fa.) Qual voce!… Oh quali accenti!… (Parte Agorante). (alzandosi il velo) Sei tu!… poss’io sperarlo?… o pur vaneggio?…

11 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo

RICCIARDO ZORAIDE Non vaneggi, son io. Ma come illuderlo. Come potesti, ZORAIDE E in finte vesti Come tu qui!… Chi vi ti trasse! Oh cielo! Qui trarre il piè? Qual piacer! Qual tormento!… Ah! se tu sei, non t’arrestar… deh! parti… RICCIARDO Salvati per pietà. Ma no… che penso? Fu amor propizio Forse illusa son io. L’ingannatore; Seguillo il core, RICCIARDO Fidando in te. Credimi: il labbro mio Per te non è bugiardo; ZORAIDE E RICCIARDO Deh! rimira a’ tuoi piedi il tuo Ricciardo. Proteggi amore Sì bella fé. ZORAIDE Ricciardo!… che veggo?… ZORAIDE Mancare mi sento… Sarem per sempre insieme!… In tanto contento Son fuori di me. RICCIARDO E puoi temerne ancor… RICCIARDO M’ascolta, ti calma. ZORAIDE (Confuso son io.) Sempre in amar si teme. S’ei giunge… ben mio, Più speme non v’è. RICCIARDO Non v’è per noi timor. ZORAIDE Sei meco!… ZORAIDE E RICCIARDO Ah! nati, è ver, noi siamo RICCIARDO Sol per amarci ognor; Son teco!… Quel che tu brami, io bramo, Noi non abbiam che un cor. ZORAIDE E RICCIARDO Tra i teneri amplessi, ZORAIDE Men tristi, perplessi, Dimmi, spiegami alfin qual fu l’inganno, Ci renda il piacer. Qual scampo troverem.

(Elmira fra le piante si accorge de’ loro amori, e RICCIARDO subito ritirasi). T’affida. Ah! sappi ZORAIDE Ch’Ernesto… i miei seguaci Da qui lunge non son, ch’io finsi… Ah! taci: (agitata guarda in giro) Il tiranno a noi vien. Temo del perfido L’ira, il poter. Scena V° RICCIARDO Agorante e detti. Fingi, secondami, ZORAIDE E non temer. Cielo, che sento!

12 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo

RICCIARDO ZORAIDE Rasserenati… Ah! serba amor costante (sottovoce) Per chi tanto ti amò… Per Agorante. Cielo! che ascolto!… Ingannarmi potesti… AGORANTE

(a Ricciardo da parte) RICCIARDO Ebben, che pensi!… (sottovoce) Ah, taci, io finsi. RICCIARDO A lei, che sembra fede AGORANTE Prestar ai detti miei, Ebben, che mai risolvi? Mostrati indifferente. Disprezzala se puoi… ZORAIDE AGORANTE Ho risoluto. Del mio padre l’amore, al suol natio Tutto comprendo. M’appella; altro non bramo, io parto, addio. Zoraide, ah! sai che, per Ircan, tremendo, Grande è lo sdegno mio, ma fu più grande La mia pietà per te, se ti lasciai AGORANTE Libera i sensi tui (Ogni speme perdei… E ridarla degg’io al mio nemico… (agitazione di Zoraide) Tanta virtù non ho…) Crudel!… t’arresta… Nel carcere più orrendo… Svelar tutti a costui, Del padre tuo l’amico. Scena VI° ZORAIDE Ircano tutto rivestito di bruna maglia, con visiera (Oh Ciel! respiro.) abbassata, e detti.

RICCIARDO AGORANTE Ah! gl’impeti raffrena; E or bramo ancor, per tuo maggior rossore Pentirsi ella potrà. Che a me sveli il tuo cor, senza timore, Ma che!… tu taci?… Ah forse Davanti ad un straniero AGORANTE Non osi profferir… No, non lo spero. Ma vo’ che il mondo intero ZORAIDE Vegga quanto l’amai. Quanto ingiusta ella fu; che trucidarla Ah no, t’inganni; Dovrei, e pure alla ragion dell’armi Mi fan dubbiosa e mesta i lunghi affanni. Affidar l’onor mio, la gloria io voglio, Gli usi obbliando, i miei diritti e il soglio. AGORANTE Chi difenderla vuol, venga, l’attendo; M’illudesti abbastanza. Per lei pugnar qui deve. Il tuo silenzio istesso Sì, tutto a me svelò. Più non ti curo, IRCANO Le tue colpe non vo’ più rinfacciarti. In odio alfin mi sei. Prendila, e parti. (facendosi avanti) Conducila al suo ben, che a te rapio Io la difendo. La tua sposa infedel. AGORANTE Chi sei!… Che mai pretendi?

13 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo

Qual baldanza è mai questa? AGORANTE Nella mia reggia istessa Nel più profondo carcere Volgere il piè sotto nemiche spoglie? Traggasi. Qual cagione ti spinse a tal cimento? ZORAIDE, RICCIARDO E IRCANO IRCANO Ahimè, che sento! Son di scudo agli oppressi, e non pavento. Contro cento e cento prodi IRCANO La pietà mi rende invitto, (Son padre… in qual cimento E se cado al suol trafitto Trovasi questo cor!) Mi è di gloria la pietà.

RICCIARDO AGORANTE (Son sposo… in qual cimento (Quanti dubbi e quai sospetti, Trovasi questo cor!) Mentre smanio e mi dispero, Quell’incognito guerriero IRCANO Ora in me destando va!) (con forza) ZORAIDE E RICCIARDO E mia: crudel! rapirmela (Quanti dubbi e quai sospetti, Invano tu potrai. Mentre incerta/incerto e temo e spero: quell’incognito guerriero AGORANTE Ora in me destando va!) (È sua!… che sento io mai!… S’accresce il mio furor.) IRCANO Venga in campo alla tenzone RICCIARDO Chi difenderti dovrà. (E sua! che sento io mai!… Sdegno m’accende il cor.) AGORANTE (mostrando Ricciardo) ZORAIDE Mira in questo il mio campione, (Sua!… Ciel, che sento io mai! Che difendermi saprà. In qual tumulto ho il cor!)

ZORAIDE E RICCIARDO ZORAIDE E AGORANTE (Quale inatteso fulmine Parti. È questo, oh Dio, per me! In tal cimento orribile IRCANO No, scampo alcun non v’è.) T’arresta.

AGORANTE ZORAIDE (I torti miei, qual fulmine Ahi misera! Vendicherà per me. Sarò con lei terribile RICCIARDO S’ella più mia non è.) Quai palpiti!

IRCANO ZORAIDE E IRCANO (Più ratte ancor del fulmine Crudele! Son le sciagure in me. No, sorte più terribile Di questa mia non v’è.) 14 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo

CORO DI GUARDIE Ma avvilirmi non deggio; Non valgono querele, Tutto si tenti. Non vale il lagrimar. ELMIRA ZORAIDE, RICCIARDO E IRCANO Ove corri? Che brami? (Di mie sciagure il termine Io veggo omai vicino; ZOMIRA O cangia il mio destino, Ah tu non sai… O qui degg’io spirar.) ELMIRA AGORANTE Si, tutto io so. (Saprò del rio destino, Dell’empia trionfar.) ZOMIRA Ma puoi (Partono). Esser tu certa ch’ei sia Ricciardo, S’ora a pugnar si accinge?… Scena VII° Zomira e parte de’ seguaci d Agorante. ELMIRA ZOMIRA Dubitarne non dei; nel mesto aspetto Tutto ei pingeva il mal celato affetto! (frettolosa e sorpresa) Un stranier nella reggia! A me ridite ZOMIRA Perché venne, chi sia; non mi tradite. E ciò mi basta. Ei nelle mie catene Cadrà. Non indugiamo: oprar conviene. CORO Più non sente quest’alma dolente, Incognito audace Che la brama di giusta vendetta. Sembrava che pace Ah si compia, si renda perfetta, Venisse a recar. Calmi alfine l’acerbo dolor. Ma tutti ne illuse. Ah quest’alma trovar non può calma Ei vuol dalle accuse Se riede al mio seno l’ingrato, Zoraide salvar. Se non giungo d’un barbaro fato A cangiare l’ingiusto rigor. ZOMIRA Confusa è l’alma mia! Scena IX° Ma d’Agorante il difensor chi fia!… Zoraide abbandonata su di un sasso.

CORO CORO Del Franco tra breve (di dentro) La guida qui deve Il tuo pianto, i tuoi sospiri Il Re vendicar. Da te sparsi invano or sono, E in carcere orrendo No, trovar non puoi perdono, Zoraide, gemendo, Se ti è guida un folle amor. È tratta a penar.

ZORAIDE Scena VIII° (alzandosi) Zomira, Elmira. Quali insulti!… Ah! l’idol mio ZOMIRA Sarà vinto o vincitor? Che intesi!… Ah! que’ sospetti Ch’Elmira in me destò son quasi estinti. 15 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo

CORO ZORAIDE Per tua colpa omai dal trono (con trasporto) Sei discesa in questo loco; Chi mai?… Spegni in te l’impuro foco E fia spento ogni dolor. ZOMIRA ZORAIDE Ricciardo. Nol sperate!… Ah! l’idol mio Sarà vinto o vincitor? ZORAIDE Oh gioia!… Come egli qui? CORO Hai cangiato in vili spoglie ZOMIRA Il tuo serto e il regio ammanto, No, il fingere non giova; Ed or vivi sol nel pianto, Arrestato già fu mentre era intento Sempre in preda del timor. Ad eseguir forse novelle imprese, Spoglio dell’affrican mentito arnese. ZORAIDE Non vi temo!… Ah! l’idol mio ZORAIDE Sarà vinto o vincitor? Che sento! ahimè! Che affanno! Se perderlo degg’io, meglio è ch’io mora. Scena X° ZOMIRA Zomira e detta. È in mio poter: posso salvarlo ancora, ZORAIDE Non indugiar, fuggi da questo loco, Ricongiungiti a lui. Altro io non bramo Zomira! oh Ciel!… Forse tu qui ne vieni Che vederti lontana. A raddoppiar gl’insulti, Ogni altra cura, il sai, è per me vana. A goder del mio duolo, o pur, spietata, Nel mio sangue a bagnarti? ZORAIDE ZOMIRA Lo so… ma come!… e per qual strada!… oh Dio! Con mio rischio, o crudel, vengo a salvarti. Son fuor di me…

ZORAIDE ZOMIRA No, che la mia salvezza Per quella appunto ov’io Non la chieggo da te. M’introdussi poc’anzi. Libero è il varco: ogni custode a tempo ZOMIRA Fu sedotto da me. Ti sarà guida Dunque tu vuoi Il più fido de miei. Va’, il tempo vola. Veder Ricciardo a’ piedi tuoi trafitto!… Parti.

ZORAIDE ZORAIDE Ricciardo!… che mai dici?… (nel partire) (Io mi sento morir!) O ciel, l’ira tua volgi in me sola. ZOMIRA (Parte). Dopo il conflitto Ei vincitor…

16 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo Scena XI° Sono alfin vendicata. Più non ti curo, ingiusta sorte ingrata. Zomira sola.

ZOMIRA CORO DI CONFIDENTI DI ZOMIRA Vendicata son io… ma non appieno; Fra’ lacci già sono Ambi perir dovranno. I perfidi amanti; Pur lieti, costanti, Scena XII° Si giurano fé.

Agorante e detta. ZOMIRA AGORANTE Andiam, contenta io sono. Mi fian sgabello i miei nemici al trono. Come! tu qui!… per qual cagion?… Ma dove, Dov’è Zoraide? (Parte).

ZOMIRA Gran piazza, in fondo della quale un trivio che va a E ancora terminare alle sponde del fiume. Ardisci in mia presenza Pronunziar quell’abborrito nome? Scena XIV° Ella fuggì, t’illuse: Ricciardo e Zoraide tra soldati, che avanzano lenta- Me illudere non seppe. A tempo accorsi; mente. Popolo che accorre da tutte le parti. Col tuo rivale istesso Arrestata sarà per cenno mio. CORO D’UOMINI E DONNE Qual giorno, aimè! d’orror! AGORANTE Pur lieto in Ciel spuntò. E crederlo poss’io! Come! in qual loco Quanto s’inganna un cor Ascondersi ei poté! Che spera d’eternar Il rapido piacere! Vittima dell’amor, ZOMIRA Ahi giovine beltà! No, non s’ascose: Al suolo or or cadrà. Amico a te si finse, Né il pubblico dolor Per te pugnò, ma a suo dispetto ei vinse. Ha forza d’arrestar Del fato il rio poter. AGORANTE Qual enigma è mai questo! ZORAIDE Il vincitor d’Ircano… (abbracciando Ricciardo)

ZOMIRA Ah Ricciardo! D’Ircan… del di lei padre… Oh! quai vicende S’affollano in un punto! RICCIARDO Ah Zoraide! AGORANTE Di mia piena vendetta il tempo è giunto. ZORAIDE E RICCIARDO In morte solo (Parte). Ci unisce il Ciel!… e ben, si mora, E fian di gioia almeno Scena XIII° Le lagrime, i sospir, le voci estreme Confondere in morir uniti insieme. Zomira e coro.

ZOMIRA L’inganno è omai compito; 17 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo Scena XV° ZORAIDE Continua la funebre marcia ed il coro. Ircano tra (a Ricciardo) soldati, col braccio dritto fasciato. Ah che facesti! Come amarti potei!… ZORAIDE Che veggo… Il padre mio!… RICCIARDO (Si getta a’ suoi piedi). Incolpane il tuo cor.

IRCANO ZORAIDE Da me scostati, ingrata. Qual duolo è questo! No, figlia mia non sei. IRCANO ZORAIDE Perfidi! il pianto mio vi dica il resto. È ver, mancai. Confesso i torti miei. Scena XVI° Ma se ora il pianto mio, il mio dolore Non son bastanti ad ottener perdono, Agorante con seguito e detti. Ancor tua figlia io sono. AGORANTE Chiamami con tal nome, e il giusto sdegno Poi non trovi in punirmi alcun ritegno. E ancor non eseguite i cenni miei? Peran tosto gl’indegni, Abbiano fin con essi i rei disegni. IRCANO Ah! qual cordoglio è il mio!… ZORAIDE Salvami il padre almeno, RICCIARDO Poi vibra a questo seno Quai rimproveri atroci! Quella tua spada ultrice. Morrò, morrò felice, ZORAIDE Intrepida morrò. Oh Ciel! AGORANTE IRCANO Prima il rival si sveni, (a Ricciardo) Poi, se al mio sen non vieni Deh mira Il padre immolerò. A qual punto ti spinse un cieco affetto! Ah! tu sei la cagion del mio tormento… ZORAIDE Ma se moro con te, moro contento. (Che intesi! qual voce Sul core piombò!) ZORAIDE Che dici?… Ah! perché esporti IRCANO A tanti rischi tra nemiche squadre?… (Qual ira feroce!)

IRCANO RICCIARDO Come spegner si può l’amor di padre! (Oh Ciel che farò!) Per te qui venni; io per te sol pugnai; Quel traditor mi vinse. AGORANTE E non ubbidite!

(I guerrieri si avanzano per trucidare Ircano e Ric- ciardo). 18 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo ZORAIDE Scena XVII° Arrestati!… Ah! senti… Zomira, e detti.

IRCANO E RICCIARDO ZOMIRA (Quai fieri tormenti!) Sorpresi, traditi Noi siam… Da per tutto CORO Non regna che lutto, (Salvarli chi può!) Che duolo, che orror.

ORAIDE RCANO E ICCIARDO ZORAIDE Z , I R Per poco ti calma… (Qual gioia!) (Ahimè! che quest’alma Smarrita, tremante. AGORANTE Tra il padre e l’amante, Che dici!… Soccorso non trova, Non trova pietà.) (Si sentono delle grida di dentro).

ZOMIRA AGORANTE Da mille nemici O dammi la destra, Già vinti… Le grida O estinto cadrà. Ascolta…

ZORAIDE (Ernesto sbarca co’ suoi. Combattimento; in fuga i La destra!… (E il mio bene!… seguaci d’Agorante che si batte con Ernesto. Ric- Che smanie! che pene!… ciardo libera Ircano, ed impedisce ad Ernesto d’uc- No: ceda nel petto cidere Agorante). Di figlia all’affetto, In me fida… Qualunque altro amore.) Te l’offro… ma il core No, tuo non sarà. ERNESTO Nel nostro valor. AGORANTE (Sfodera il ferro, e s’incammina verso de’ nemici). (E ancor mi disprezza!…) Ah! dunque morrà. ERNESTO Mori perfido! CORO (Oh quanta fermezza RICCIARDO In giovin beltà…) T’arresta… Trucidarti, ah sì, dovrei… IRCANO Ma or che vinto, oppresso sei (Ahi tanta fierezza Non sarebbe che viltà. Mi muove a pietà.) (Restituisce la spada ad Agorante). RICCIARDO ZOMIRA E AGORANTE Quest’alma vi sprezza; Tremare non sa. (a due) (Duolo, rabbia, orror, stupore Mi condannano a tacere.)

RICCIARDO E ZORAIDE (a due) 19 Rossini: Ricciardo e Zoraide - atto secondo Riedi al padre, e non temere, Più soave dalle pene Egli al sen ti stringerà. Or fa sorgere il piacer.

IRCANO IRCANO E CORO Vi perdono. A tal virtude Son cessate alfin le pene Egli merta la tua mano. Non dobbiamo che goder.

AGORANTE E ZOMIRA ZOMIRA Or m’avvengo ch’è pur vano In me crescono le pene, Contro amor ogni poter. Non dovrò mai più goder.

ERNESTO, RICCIARDO E ZORAIDE AGORANTE Or più dolci intorno al core Sciolta alfin da rie catene Stringe amor le sue catene: Nuota l’alma nel piacer.

FINE DELL’

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