Anno XXX N. 5 Ottobre 2009

Euro 2,00

Cartografia Ponza Testo per la mappa di Ortelio

Storia Emma Hamilton

Il Giardino di Vittoria Colonna (II)

Rassegna Libri

Appunti di viaggio Saluti dall'incredibile Tokyo L'altra

Farmaci, droga e paradisi artificiali dalla civiltà mediterranea ad oggi

Quando la storia ci coinvolge con i (grandi) sentimenti e il Vesuvio

Periodico di ricerche e di temi turistici, culturali, politici e sportivi Dir. responsabile Raffaele Castagna Il prossimo 2 ottobre 2009 un meeting a “Il Focolare” del Cretaio La Rassegna d’Ischia

Anno XXX- N. 5 Ottobre 2009 - Euro 2,00 «Insieme per difendere l’agricoltura e l’ambiente nell’isola d’Ischia!» Periodico di ricerche e di temi turistici, culturali, politici e sportivi Corrado Barberis, presidente dell’Insor, Istituto nazionale di sociologia rurale; Roberto Burdese, presidente di Slow Editore e direttore responsabile Raffaele Castagna Food Italia; Gianfranco Vissani, grande cuoco e gastronomo; Beppe Bigazzi, giornalista e conduttore televisivo di RaiUno, La Rassegna d’Ischia sono alcuni dei protagonisti di un meeting dal titolo «Insieme Via IV novembre 25 - 80076 (NA) per difendere l’agricoltura nell’isola d’Ischia! Cibo, ambiente Registrazione Tribunale di Napoli n. 2907 del 16.2.1980 e identità locale», che si svolgerà venerdì 2 ottobre sulla Iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione terrazza panoramica della trattoria Il Focolare, trasformata con n. 8661. per l’occasione in sala delle conferenze, nella suggestiva oasi Stampa Tipolito Epomeo - Forio naturalistica del vulcano spento del Cretaio. L’incontro è organizzato da Riccardo d’Ambra, fiduciario Sommario della condotta Slow Food di Ischia e e dall’Asso- 3 Motivi ciazione Green Ground Il Terreno Verde, con il sostegno e la collaborazione dell’azienda vinicola Arcipelago Fratelli 4 Il Pio Monte della Misericordia Muratori e del quotidiano Il Golfo. I lavori, introdotti e coordinati da Ciro Cenatiempo, 5 Storia prevedono la partecipazione, tra gli altri, dei rappresentanti Emma Hamilton alla corte borbonica del Noe (Nucleo operativo ecologico) e del Nas (Nucleo antisofisticazioni) dell’Arma dei carabinieri; delle agronome 7 Cartografia Paola Muraro e Silvia d’Ambra; nonché di ospiti di prestigio Testo per la mappa di Ortelius tra studiosi, esperti e specialisti della comunicazione. «Il coniglio da fossa, i fagioli zampognari, gli ortaggi, gli 12 La storia e i (grandi) sentimenti agrumi e il vino costituiscono alcune delle eccellenze terri- Pompei e il Vesuvio toriali di un’isola famosa come località di villeggiatura che, caratterizzata da un meraviglioso patrimonio naturalistico, 17 Le di Plinio il Giovane negli ultimi cinquanta anni sembra aver smarrito – spiega sull'eruzione del Vesuvio del 79 d. C. Riccardo d’Ambra - la consapevolezza della propria straor- dinaria peculiarità agricola, che ne ha consolidato la storia 20 Cinema: Tsotsi millenaria nel contesto della proteiforme civiltà mediterranea. È una identità forte che va tutelata e rilanciata in un ambito

internazionale. L’appello, sottoscritto da Barberis, Burdese, 21 Taccuino di viaggio Vissani, Bigazzi e molti altri è rivolto soprattutto agli abitanti, Ponza l'altra Ischia ed è allargato in modo simbolico alle piccole isole d’Italia, affinché sappiano riscoprire e rendere produttiva, in termini 37 Una lapide (abbandonata) ecosostenibili, la ricchezza dei valori del passato in una pro- dei tre Liparoti, fratelli Sanfilippo spettiva futura. Una prospettiva che non può essere segnata da uno sviluppo turistico unidirezionale». 39 Fonti archivistiche www.slowfoodischiaeprocida.org Capitolazioni delle Confraternite di Forio (II)

44 Saluti dall'incredibile Tokyo Le opinioni espresse dagli autori non impegnano la rivista - La col- Dove ancora convivono uomini e dei laborazione ospitata s’intende offerta gratuitamente - Manoscritti, fotografie e disegni (anche se non pubblicati), libri e giornali non si restituiscono - La Direzione ha facoltà di condensare, secondo le 48 Farmaci, droga e paradisi artificiali esigenze di impaginazione e di spazio e senza alterarne la sostanza, dalla civiltà mediterranea ad oggi gli scritti a disposizione.

51 Il Giardino di Vittoria Colonna (II) conto corrente postale n. 29034808 intestato a Raffaele Castagna - Via IV novembre 25 52 Rassegna Libri 80076 Lacco Ameno (NA) www.larassegnadischia.it 55 Ai Giardini Ravino Monologando [email protected] M O T I V I Raffaele Castagna L’albero e il cartello dei rifiuti della (in) civiltà - Il problema dei rifiuti solidi urbani fa sentire sempre il suo peso negativo in un’isola turistica da tutelare maggiormente, ma anche in una realtà quotidiana che appartiene a tutti, senza alcuna preferenza di parte, di settore, di ubicazione. Ci si chiede innanzitutto se la raccolta differenziata la fanno (o la devono attuare) tutti i cittadini, tutti i quartieri, ciascuna strada; ci si chiede se le amministra- zioni ci tengono o meno a che siano rispettate le proprie ordinanze; ci si chiede se alcuni cittadini si ritengano (o siano considerati) più “civili” degli altri, rifiutando di depositare i “propri” rifiuti, come prevedono le disposizioni, «nello spazio antistante le rispettive pro- prietà» e facendone dono (con disprezzo) ad altre zone e dimore; ci si chiede se si eseguono i dovuti controlli, come avviene per multare i veicoli mal parcheggiati o, comunque, in maniera arbitraria: ci sembra viceversa che gli stessi vigili, molto attenti per queste ultime situazioni, si disinteressino completamente delle altre, nonostante che tutti i giorni passino dinanzi ai cumuli di rifiuti fuori luogo, fuori orario, scarsamente diffe- renziati, come dimostra la realtà qui prospettata nelle foto (Lacco Ameno, via IV novembre), ma visibile un po’ dovunque, a detta degli stessi operatori ecologici, specialmente nelle strade meno “nobili”, non degne di essere frequentate e attraversate dai responsabili della cosa pubblica (sindaci, assessori, consiglieri), magari vergognandosene allo stesso modo di come ci si elogia in pubblico nel presentare questa o quella manifestazione di piazza. Forse qualcuno osserva che molti non sappiano leg- gere il cartello, ma forse è da pensare che gli stessi si ritengano più “intelligenti” e più “diligenti” degli altri, convinti che tanto nessuna autorità interviene per far rispettare determinati provvedimenti e oltre tutto poco rispettosi dei diritti altrui. E se ognuno portasse i propri rifiuti «nello spazio antistante le altrui proprietà»? *** L'estate turistica che ormai vive il suo ultimo perio- do di ottobre non è stata propizia per l'isola d'Ischia, sotto l'aspetto dei vari problemi e tematiche portati in primo piano, a cominciare dal mare e la sua balneabi- lità al black out elettrico, con gravi difficoltà in tutte le attività e di immagine in senso generale. Settembre poi (prima le questioni concernenti il settore non faceva- no notizia) ha proposto all'attenzione il problema delle strutture scolastiche carenti. Non c'è che dire, volendo, ci sarebbe da lavorare e impegnarsi per tutti i responsa- bili delle Istituzioni pubbliche! *

La Rassegna d’Ischia 5/2009 3 Il Vanto e la Vergogna del Pio Monte della Misericordia tra Napoli e Casamicciola

di Giuseppe Mazzella «Eat, pray, love» cioè «Mangia, prega, ama” è il titolo del nuovo film di Ryan Murphy con Julia Roberts tratto dal libro autobiografico di Elizabeth Gilbert di cui sono state girate alcune scene a Napoli nel popolare quartiere di Forcella. La bella Julia ha mangiato la pizza nella più famosa pizzeria di Na- poli, “Da Michele”, ed ha visitato a Via dei Tribunali la sede dell’Ente Morale Pio Monte della Misericordia dove è stata ripresa mentre – nella cappella – osserva estasiata l'opera “Le sette opere della Misericordia”, dipinta ai primi del ‘600 da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. Un capolavoro impagabile che già allora i Governatori dell’Ente li” fra le quali c’è quella di “curare gli ampi giardini, depositi di acqua, due decretarono che “per nessun prezzo si infermi”. enormi sale e corridoi rivestiti di marmo doveva vendere”. Per curare gli infermi poveri i Go- di Carrara – è stato la struttura fonda- Per girare queste scene, alla metà vernatori – così si chiamano gli am- mentale per la “prima rinascita” di Ca- di settembre, la produzione americana ministratori secondo l’antico Statuto samicciola ed è stato il centro della vita non ha badato a spese ed ha arruolato - costruirono nel 1604 a Casamicciola civile non solo di Casamicciola ma di ben 250 comparse. Per alcuni giorni il nell’isola d’Ischia un “ospedale” per tutta l’isola d’Ischia. Lo è stato per circa quartiere si è fermato ed è stato tutto curare attraverso l’acqua termale “mi- un secolo e cioè fino al 1973 in cui fu impegnato nelle riprese. racolosa” che il medico di corte, Julio chiuso per la crisi finanziaria dell’Ente Avrà naturalmente un enorme effetto Jasolino, aveva decantato nel suo libro Morale. positivo sull’immagine della città di “De rimedi naturali che sono nell’isola Dal 1973, cioè da 34 anni, questo Napoli questo film che porterà in tutto il di Pitecusa hoggi detta Ischia” che complesso è al centro della polemica mondo quanto di meglio Napoli è capace per due secoli è stato il più importante civile, economica e sociale di Casa- di offrire: il colore locale con la sua pizza trattato di idrologia medica sulle acque micciola, con tutta una serie incredibile nella più antica pizzeria dove la pizza termali dell’isola d’Ischia. Due secoli di tentativi speculativi. Oggi versa in viene sfornata dalle 8 del mattino e fino dopo – cioè agli inizi del 1800 – questo vergognosa rovina nell’indifferenza alla sera. Ai due forni si alternano 4 o “ospedale” era diventato una imponente generale. Il di Casamicciola 5 pizzaioli. Se si va nell’ora di punta costruzione nella Piazza dei Bagni del – che deve dare circa 2 miliardi di lire – dall’una alle due – bisogna aspettare Gurgitello e costituì la struttura fon- all’Ente Morale per una causa perduta – fuori e prendere il numero. Il servizio damentale per l’affermazione di Casa- ha ottenuto “sine titulo” il possesso dei è essenziale: forchetta, coltello ed un micciola fra le più importanti stazioni giardini che sono diventati rudimentali e tovagliolo di carta. Si mangia sui tavoli di cura d’Europa poiché nacquero altri sporchi parcheggi distruggendo perfino con il marmo, e la mancia è a piacere. stabilimenti termali, alberghi e ville le statue e le lapidi che vi erano state È la migliore pizza del mondo. La residenziali. poste. In un’ampia pineta il Comune ha pizza per Julia è stata preparata dal Il terremoto del 28 luglio 1883 distrus- autorizzato un mercato, mentre dai muri pizzaiolo Luciano Autiero che lavora se tutta Casamicciola ed anche il grande cadono calcinacci e va in rovina perfino da Michele da 20 anni. Dopo il colore complesso ma i Governatori dell’Ente il portale seicentesco dell’antico primo locale Napoli ha offerto la sua storia: il decisero di costruirne un altro “in più stabilimento. quadro di Michelangelo Merisi nell’an- ferma sede” e così appena dodici anni È una vergogna civile incommen- tico palazzo dell’Ente Pio Monte della dopo il terribile sisma fu inaugurato il surabile paragonabile nella bruttezza, Misericordia. nuovo maestoso complesso giù verso la per emozione e valore, alla bellezza Fu fondato a Napoli nel 1602 il Pio Marina collegato alle fonti del Gurgitello dell’opera di Michelangelo che Julia Monte della Misericordia da 7 nobili, da un acquedotto imponente per circa Roberts ha ammirato a Napoli. in piena controriforma, per esercitare le 500 metri. Se questo Ente Morale presenta come “sette opere della Misericordia corpora- Questo complesso maestoso – con continua a pagina 50

4 La Rassegna d’Ischia 152009 Vicende e personaggi storici Emma Hamilton presso la corte borbonica di passaggio per Ischia di Domenico Di Spigna la vergogna del carcere, per finire i suoi giorni nella più squallida miseria. Napoli, fine secolo XVIII. Avvengo- Questa ragazza venne alla luce a Pre- no in questo antico reame mutamenti ston, da genitori di poche risorse eco- politici che sconvolgono la vita della nomiche, ma onesti. Una volta morto il capitale, abituata a vivere con alterne padre, fabbro, fu condotta da sua madre vicende, sotto il suo bel sole, in placida ad Havarden, spintavi dalla necessità di armonia, forte di un progresso civile e sopravvivenza e posta a servizio di un culturale derivante dall’Illuminismo e tal signor Thomas, un uomo rude che dalla politica di rinnovamento di Carlo tiranneggiava anche in famiglia. Andata III di Borbone. via di là, si recò a Londra per miglio- Questo monarca, dopo venticinque rare la propria condizione economica anni di permanenza a Napoli, il 6 ottobre e quindi fu assunta in casa del dottor del 1759, ripartirà per la Spagna da cui Budd, ma anche qui il rapporto di lavoro era pervenuto, per insediarsi su quel durò un breve lasso di tempo. Fu poi in trono, lasciando il proprio figlio nell’età casa di una nobildonna, dove ricevette minorile di anni otto che, raggiunta l’età le attenzioni del capitano John Villet maggiore, sarà re di Napoli per 64 anni. Paine, per passare poi presso il baronetto Due volte perderà la sua corona, due Emma Harte, poi Hamilton Featherstonaugh, uomo appassionato di volte la riconquisterà ai Francesi, vale caccia, dal quale imparò a cavalcare. Ma a dire ai “giacobini” (1) del 1799 e ai poli dal 1734 al 1825, 1905), che dirà: fatalmente si trovò di nuovo sola e po- “murattiani” del 1815. «… nella reggia, nei teatri, al pubblico vera, sia per la sua indole gaudente, sia Un’avventuriera inglese, se così può passeggio, Emma sedeva al fianco della per la mancanza di solidi propositi, note essere definita, nata Emy Lyon, avrà regina; e spesso, ne’ penetrali della casa, negative che l’accompagneranno per un ruolo determinante nei “fatti” del la mensa, il bagno, il letto, si godevano tutta la vita. Fuggita per la persecuzione ’99. Questa giovane e bella donna fu comuni. Emma era bellezza per tutte le dei suoi creditori, trovò asilo presso una intrigante consigliera della regina lascivie». un direttore di teatro, dove recitava un Carolina di Napoli, moglie di Ferdinan- «La sua chiara bellezza attrasse nu- medico che la teneva a fianco durante do (IV) (2), il cosiddetto re lazzarone, merosi artisti che ritrassero, a scuola le sue esibizioni. E, dando seguito al attiva nello spionaggio inglese sulla o per lascivia, le divine forme; ed il suo peregrinare, incontrò un giovane corte napoletana. pittore inglese George Rommey (3) la di nome Greville, del quale si innamorò Per entrambe la storia avrà un giudi- riprodusse numerose volte, nelle figure ed ottenne il consenso che sua madre zio negativo! Carolina, ascesa al trono di Venere, di Cleopatra, di Frine, come potesse vivere con loro. all’età di sedici anni, non fu degna della altri di Baccante, di Sibilla, di Leda, di Dalla sua genitrice non si staccherà madre Maria Teresa d’Austria; per la sua Talia e della pentita Maddalena». mai più! L’avrà a suo fianco in garbato e crudeltà l’hanno fatta passare ai posteri A Napoli fu la volta di Angelika composto atteggiamento anche quando invasa di vergogna e ignominia. L’in- Kauffmann e Vigée Le Brun, svizzera sarà a Napoli e poi in Sicilia durante i glese, che poi si farà chiamare Emma la prima, francese la seconda, che la turbinosi avvenimenti politici di quel Harte, fragile di carattere, mutevole e raffigurarono su tela. Sarà poi moglie periodo. Sarà questo slancio d’affetto dai facili amori, sarà crudele suggeri- dell’ambasciatore inglese a Napoli Sir per sua mamma, questa inaspettata trice al fianco dell’ammiraglio Horatio George Hamilton, uomo di cultura, umanità, forse l’unica componente Nelson, nel farlo infierire sui giacobini appassionato di archeologia e autore che suona a lode della sua misteriosa napoletani, sua amante e poi moglie. delle “vedute di Napoli” pubblicate in personalità. L’avvenente Emma arrivò Duro sarà nei loro confronti lo storico Campi Phlegraei ou Observations sur a Napoli il 26 aprile del 1786 giorno del Pietro Colletta (Storia del Reame di Na- les Volcans des Deux Siciles (Paris, suo ventunesimo compleanno, assieme 1799). Morto questo, dissipò le ricchez- al fidanzato George Greville che si 1. Così erano chiamati al tempo della rivolu- ze, contrasse numerosi debiti, provando recava dallo zio Sir George Hamilton, zione francese del 1789, perché si riunivano allora ambasciatore di sua maestà nella chiesa di San Giacomo. inglese presso quella napoletana, per 2. Sarà Ferdinando I, re delle Due Sicilie dopo 3. George Rommey (Dalton 15.12.1734 – chiedergli di sanare i suoi debiti, cosa la restaurazione. Kendall 15.11.1802).

La Rassegna d’Ischia 5/2009 5 Trafalgar del 1805. monte San Nicola (8): venti persone, Di lì in avanti, Emma sarà sola e triste, tutte cavalcando asini e muli. I sentieri indebitata per le sue megalomanie, erano burroni profondi con grandi pietre perseguitata dai creditori, provando la annerite dal fuoco; a questa terra deso- vergogna del carcere, per finire i suoi lata facevano strano contrasto alture giorni a Calais, in Francia assieme ben coltivate e fertili. Percorremmo all’oblio e alla miseria. La contessa una strada a picco ed arrivammo in un di Boigne (5) nelle sue “Memoires” luogo di delizie, con un pergolato di viti, lascerà di lei un severo giudizio, mentre e in una bellissima foresta di castagni. l’altra contessa Mahony (6), che aveva Vi scorsi una piccola abitazione che ci incontrato Emma ad Ischia, la definisce dissero essere di un eremita, in quel mo- “meravigliosa”. mento assente. Mi sedetti e attraverso Da parte sua la pittrice Vigée Le Brun, uno spiraglio tra gli alberi ammirai il che la ritrarrà a Napoli, sarà poco lusin- mare e le isole che la nebbia del matti- ghiera nel giudicarla. Dirà infatti che, no contornava di un tono bluastro. Mi pur essendo loquace ed allegra nella dovettero strappare alla piacevole con- critica, Emma non era dotata di nessuno templazione; c’era ancora da salire. Elisabeh Vigée Lebrun spirito di argomenti vari da porre nella Lungo il tragitto, il mio asino si osti- conversazione ed era tra l’altro molto nava a camminare sempre sul bordo che quegli fece, ma con la “clausola” furba. Aggiunge che, quando l’incontrò dei burroni. Non volendo guardare in che la giovane donna restasse a Napoli. a Londra dopo la morte di Sir Hamilton, basso, guardavo in alto e la montagna mi Dice Elisabeth Vigée Lebrun (4) nei era vestita con lutto severo e piangeva appariva del tutto coperta di nere nubi. Il suoi “Ricordi dall’Italia” che l’anziano dicendo che aveva perso un marito e un cuore mi batte ancora quando ci penso. ambasciatore fu talmente ammaliato padre (stava recitando una farsa), ma Impiegammo un’ora e mezzo a salire, dalla sua bellezza, che ne divenne prima dopo si mise a cantare! ad un certo momento non si vedeva a l’amante fino alla primavera del 1791 e Scrive ancora la bella ritrattista nei poca distanza, tanto che mi smarrii e poi il marito con matrimonio celebrato suoi “Ricordi”: «Quando ero a Napoli perdetti la compagnia. Si può capire la a Londra. venni invitata dal cavaliere Hamilton ad paura provata. Sentii poi il suono di una Tornati a Napoli, oramai Lady Emma una gita di cinque giorni a Procida e ad campanella, lanciai un grido di gioia, Hamilton divenne la dama più in vista Ischia. Partimmo da Napoli alle cinque pensando che fosse quella dell’eremita della capitale e si legò con grande ami- del mattino. Io ero su una “feluca” (7), presso il quale dovevamo pranzare. cizia con Carolina d’Asburgo; ebbe per con Mrs Harte, sua madre, il cavaliere e Ritrovai tutti i miei compagni riuniti maestro di danza Giuseppe Aprile, lo qualche musico. Il tempo era splendido, nell’eremo, posto sulla cima delle rocce stesso della regina, e studierà canto col il mare calmo, al punto da sembrare di monte San Nicola. La nebbia era così maestro Gallucci. In questa città cono- un immenso lago, il sole illuminava in fitta però che era impossibile vedere scerà l’ammiraglio Orazio Nelson, che modo delizioso. Tutto ciò mi avrebbe alcunché; quando le nuvole si dividono sarà il vincitore della battaglia di Abukir indotto a delle fantasticherie se i nostri e la nebbia si dirada, mi ritrovo sotto del 1798. rematori non avessero continuato a un cielo puro. Domino i nuvoloni che Quando i Borboni poterono ritornare gridare a squarciagola, impedendomi mi avevano tanto spaventato, li vedo nella loro capitale, dopo aver annienta- di seguire il filo di una sola idea. scendere nel mare contrassegnato da to l’effimera Repubblica Napoletana, Arrivammo a Procida alle nove e tanti colori. Non si distinguevano le sarà l’amante dell’ammmiraglio (tra mezzo per recarci dopo a pranzo dal go- barche che dalle loro vele bianche che l’altro orbo di un occhio e mutilo di un vernatore (De Curtis ?) nel suo castello, brillavano al sole. La vista cadeva sui braccio), facendo vita familiare in tre. con ottima vista sui Campi Flegrei». villaggi d’Ischia. Le case somigliavano Allorché faranno ritorno in Inghilterra Poi ad Ischia. a piccoli punti bianchi. e dopo la morte del vecchio ambascia- «La mattina, alle sei, partimmo per il Stavamo ammirando questo magnifico tore, Emma sposerà il grande uomo di spettacolo, quando fummo avvertiti che mare (invincibile ma anche spietato) il pranzo era pronto. Horatio, divenendo la signora Nelson. 5. Luisa Eleonora Carlotta Adelaide Dopo la siesta all’aria aperta, risaliti Il matrimonio, che darà loro una figlia d’Osmond contessa di Boigne (Versailles sui nostri asini, percorremmo l’altro 19.02.1781 – Parigi 10.05.1866), scrisse una di nome Horatia, durerà solo un paio “Storia di Francia); suo padre fu ambasciatore fianco dell’isola. Vedemmo numerosii d’anni, con pochi giorni vissuti assieme. a Torino. orti, luoghi molto pittoreschi, e per que- È noto infatti che Nelson (1758-1805), 6. Cecilia Anna Mahony (Napoli 27.12.1740- sta strada facemmo ritorno alla nostra pur risultando ancora una volta vin- 18.12.1790), era figlia del conte irlandese abitazione». citore, perirà nella battaglia navale di Joseph James trasferitosi a Napoli. Andò in sposa al principe Benedetto Giustiniani. 8. Ancora oggi il portarsi al monte Epomeo 4. Vigée Lebrun (Parigi 16.04.1755 – Lou- 7. Piccolo bastimento, simile alle galere, con (789 m) costituisce una grande attrazione venciennes 30.03.1842). vele latine. turistica.

6 La Rassegna d’Ischia 152009 Cartographica Neerlandica Testo per Mappa di Ortelius n. 142 *

Ischia quae olim Aenaria ab Aeneae classe hic appulsa sic nominata

Ne mireris lector si Septentrionalem plagam non superiorem (ut Non ti meravigliare, lettore, se vedi la plaga settentrionale moris est) sed contra inferiorem regionem spectare videas. Id rivolta in basso piuttosto che in alto (come si dovrebbe). namque data opera fecimus. Quo utilior magis necessaria, atque Ciò facemmo sull'esempio di altra opera. Più utilmente la amoenior Insulae pars verusque eius situs in conspectu Caietae, parte più amena dell'isola sarà di fronte a Gaeta, Cuma, Cumarum, Prochytae, Baiarum, Puteolorum et Neapolis obviam erit. Procida, Baia, e Napoli.

Omnia autem hec constant ratione Circini semper indubitata, ex- Ciò ha una indubbia ragione per tracciare una circonferen- ceptis Mediterraneis locis, circumvicinis Insulis et Montium ali- za, eccettuati i luoghi mediterranei, le isole vicine e alcuni quot, atque Crematorum lapidum quantitatibus. Quae tum situs, monti, e una quantità di pietre arse. Così posti in virtù del tum ornatus, et perspectivae gratia ponuntur. sito, dell'ordine e dell'osservazione. Julius Iasolinus describ. Giulio Iasolino descrive

1. The Isle of Ischia 1. L’isola di Ischia 2. That this Island was formerly called Aenaria, Arima, Inarima and Pithecusa has been sufficiently witnessed by 2. Che questa Isola sia stata chiamata precedentemente Homerus, Aristoteles, Strabo, Plinius, Virgilius, Ovidius and Aenaria, Arima, Inarima e Pithecusa è stato sufficiente- other good writers. Now it is called Ischia after the name of mente testimoniato da Omero, Aristotele, Strabone, Plinio, the city here, built upon the top of a hill in a shape somewhat Virgilio, Ovidio e altri scrittori. Ora è chiamata Ischia resembling a Hucklebone, as Hermolius Barbarus testifies, or conformemente al nome della città costruita sulla cima di alternatively after the strength and defensibility of the place, un masso roccioso in una forma che assomiglia piuttosto as Volaterranus thinks all’osso dell’anca, come testimonia Ermolao Barbaro, o alternativamente per la forza e la difendibilità del luogo, 3. Although it seems certain that these are just synonyms for come pensa Volaterrano. one and the same island, yet Mela, Livius and Strabo seem to 3. Anche se sembra certo che questi siano solo sinonimi * www.orteliusmaps.com/book/ort142.html-7k di una sola e della stessa isola, nondimeno Mela, Livio e

La Rassegna d’Ischia 5/2009 7 Strabone sembrano considerare Aena- rito da Strabone) che tutto questo tratto l’espressione greca di Omero “ein ari- ria e Pithecusa come due isole distinte. faceva parte del continente ed era parte mois“ unì la ein ed arimois, alterando Come sembra fare anche Ovidio in di capo Miseno. Ciò è confermato da la declinazione e il numero creando la questi versi: Inarimen Prochitamq. Pontano che nel libro sesto del volume nuova parola Inarime. legit, steriliq. locatas / Colle Pithecu- citato si esprime con queste parole: che sas, habitantum nomine dictas, e cioè: Aenaria, dice, sia stata staccata dal 8. E, come riporta lo stesso Plinio, (Enea) naviga verso Inarime, l’isola di continente è provato da molte cose, e fu chiamata Aenaria perché le navi di Procida, la sterile Pitecusa, una città cioè le rocce tagliate, la terra piena di Enea ripararono in questo luogo, & in cima ad una alta rupe, dove errno caverne, la natura del suolo identica a Pithecusa, non per il grande numero di le fraudolenti scimmie). Dove per quella del continente, vale a dire pove- scimmie, ma da pitos = vaso di creta. Pithecuse vuol dire, come penso, la ra, arida e ricca di sorgenti calde. Ma questa è una congettura alla quale città antica dello stesso nome e l’isola fece riferimento lo stesso Eritreo, prima intera. 6. Essa sviluppa fuochi ardenti nel di ritenerla non rispondente a verità, centro della terra per la quale ragione non avendo letto in nessun autore che 4. Anche se ora l’antica città è con- è manifesto che contiene molto allume. qui erano fatti i vasi di terracotta.. giunta all’Isola, nei primi tempi fu Andrea Baccio nel suo famoso libro chiamata anche Gerunda, e fu separata sui Bagni del mondo intero scrive che 9. Ancora, Servio, a mio giudizio, e non congiunta all’isola, come Ponta- questa isola non solo assomiglia alla sembra, seguendo il 6° libro dell’Enei- no, un uomo degno di fiducia, dice nel (di che era una volta una de di Virgilio già citato, parteggiare con secondo libro che scrisse sulle guerre parte) riguardo alla fertilità del suo Plinio quando dice che vicino a Cuma di Napoli. Lui dice che nel suo tempo suolo, ma anche per la somiglianza e c’era un certo luogo chiamato Doliola fu unita all’isola da una strada fatta tra similitudine dei suoi bagni. (che vuol dire, se così interpretiamo, loro. Prochita, distante non lontano vaso). Ed è più probabile che questa (Plinio scrive che si era staccata da 7. Eritreo, basandosi sul 9° libro dell’Eneide di Virgilio pensa che Isola dovrebbe prendere il suo nome da Pithecusa) è detta ora unita a Ischia e quel luogo col quale fu unito una volta, ora separata. fu chiamata Arima per un genere di persone o bestie con quel nome, e Vir- secondo l’opinione di questi bravi auto- 5. Lo stesso autore dice (come asse- gilio fu il primo che, quando tradusse ri, piuttosto che dalle scimmie (io non take Aenaria and Pithecusa to be two distinct islands. As also which reason it is manifest that it contains much Alum. An- Ovidius seems to do in these verses: Inarimen Prochitamq. dreas Baccius in his famous book on the Baths of the whole legit, steriliq. locatas Colle Pithecusas, habitantum nomine world writes that this island resembles Campania (of which dictas, (that is: By Inarime he sails, by Prochyte island, by it was once a part) not only with respect to the fertility of its barren Pithecuse, a town on top of a lofty crag, where wily soil, but also for the likeness and similitude of its baths. Apes roam). Where by Pithecusas he means, as I think, the city anciently (as also now) of the same name as the whole 7. Erythrceus, basing himself on the 9th book of Virgilius’ island. /Aeneiads thinks that it was called Arima after a kind of people or beasts with that name, and that Virgilius was the first, when 4. Although it can now be seen to be joined to the Island, he translated the expression of Homerus “in Greek script” ein yet in former times it was called Gerunda, and it was separated arimois after the Ionian preposition “in Greek script” ein and from and not joined to the isle, as Pontanus, a trustworthy arimois, altering the declension and number, who made up man, says in the second book which he wrote on the wars the new word Inarime. of . There he says that in his time it was joined to the 8. And as the same Plinius reports, it was called Aenaria island by a road made between them. Prochita, not far distant after the ships of Aeneas which were put into the harbour here, from there, (about which Plinius writes that it was separasted & Pithecusa, not after the great number of Apes here, but after from Pithecusa) shows that it was sometimes joined to and Tun=barrel-makers shops or warehouses. But this is a view sometimes not joined to this Island. which the same Erythrceus in the place mentioned before exerts himself to deny as being not altogether according to 5. The same author says (as approved by Strabo) that all the truth because he has not read in any author about barrels of this was cut off from the mainland and was part of cape being made there. Miseno. This is confirmed by Pontanus whom we mentioned before i n his sixth bopok in these words: That Aenaria, he 9. Yet, Servius in my judgment seems, following the 6th book says, was cut off from the mainland is proved by many things, of Virgilius Aeneads cited, to side with Plinius where he says namely: the torn rocks, the hollow ground full of caves, the that near Cumoea there was a certain place named Doliola nature of the soil which is like that on the mainland, namely (which means, if we interpret it, Tuns). And it is more likely lean, dry and issuing hot springs and fountains. that this Island should take its name from that place with which it was once united, according to the opinion of these 6. It breeds flaming fires in the middle of the earth, for good authors, rather than from apes (for I do not believe the

8 La Rassegna d’Ischia 152009 credo alla favola di Ovidio) delle quali di questa mappa. Lui elenca fino a 18 che, venendo in giù col loro peso e con bestie non c’è né c’è mai stata traccia bagni naturali e 35 altri bagni da lui violenza, cosparsero qua e là la terra, qui. scoperti. trasformando un’isola fertile e piace- vole in una completa devastazione. 10. Questa isola è stata sempre 12. Oltre questi bagni, lo stesso 14. Questo fuoco continuò a bruciare soggetta a terremoti, eruzioni ed alla autore menziona 19 stufe o fumarole per due mesi, così che molti, uomini e presenza di acque calde, per quanto e 5 arene calde con sabbie medicinali, bestie, morirono, ed il fuoco costrinse ne sappiamo per sicuro da Strabone eccellenti per la salute. Su questo fuoco molti a trovare riparo nelle isole vicine e Plinio. La montagna che Strabone all’interno della terra, Aristotele nel suo o in continente. Inoltre questa isola è chiama Epomeo e Plinio Epopon, ora libro sui Miracoli della Natura dice che per molte cose molto fruttifera, per cui loro la chiamano monte di S. Nicola, si ci sono certe stufe che bruciano con un ha eccellenti vini di vari generi, come suppone che abbia arso internamente genere ardente di forza e calore molto quelli chiamati vino greco, vino romano per la stessa ragione, e sia stato scossa fervente, ma non scoppiano mai in ed il sorbigno e il codacavallo. da terremoti ed eruzioni. fiamme. 15. L'isola produce buon mais sul 11. Di conseguenza, è qui che sor- 13. Ma Elisio, Pandolfo e Pontano monte San Nicola (monte Epomeo). se la favola sul gigante Tifeo (se ne riportano al contrario. C’è un luogo su Su questa isola crescono dappertutto può leggere in Omero, Virgilio, Silio questa Isola di Ischia, ad un miglio dal- in gran numero il cedro, il limone e Italico (che lo chiama Giapeto), Lu- la città con lo stesso nome che, a causa l’albero di mela cotogna. Si trovano cano ed altri), e come dice lo stesso del fuoco furioso che ha bruciato al allume e zolfo all’interno della terra. Ha Strabone, che Tifeo giace sotto questa tempo di Carlo II nell’anno 1301, che per un tempo molto lungo avuto delle montagna, ed emana fuoco ed acqua. ora è chiamato Cremate. Qui le viscere vene di oro, come Strabone ed Elisio Si è detto poi dai recenti scrittori che della terra si aprirono e venne fuori hanno scritto, ed ancora come dice questa isola è molto fertile, come G. fuoco fiammeggiante, che si estese per Iasolino. Intorno alla collina chiamata Elisio, Francesco Lombardo, Giovanni lungo tratto nel piccolo villaggio. E comunemente Monte Ligoro c’è una Pontano, Solenandro, Andrea Baccio furono lanciate pietre enormi nell’aria, grande abbondanza di fagiani, lepri, e particolarmente Iasolino, l’autore insieme con fumo, fuoco e polvere conigli e altre bestie selvatiche. fable of Ovidius) of which beasts there are none here, nor 13. But Elysius, Pandulphus and Pontanus report to the ever there were. contrary. There is a place on this Island of Ischia, about a mile from the city with the same name, which, because of 10. That this island from the beginning has been subjected the raging fire that burnt here in the time in the Charles II in to earthquakes, flames of fire and hot waters often breaking the year 1301 is now called Cremate. For here the bowels forth, we know for sure from Strabo and Plinius. The mountain of the earth opened up and by the flashing fire that flamed which Strabo calls Epomeus and Plinius Epopos, now they out, a great part of it was consumed to such an extent that a call it St. Nicolas mount, is supposed to have burned internally small village that was first burned down, was at last utterly at the bottom for the same reason, and being shaken by ear- swallowed. And casting huge stones up into the air, mixed thquakes, to have cast great flakes of fire now and then. with smoke, fire and dust, which coming down by their own weight and violence scattered here and there on the ground, 11. As a result, it is here that the fable arose about Typhon and turned a most fertile and pleasant island into a waste and the giant (about whom you may have read in Homerus, desolate one. Virgilius, Silius Italicus (who calls him Iapetes), Lucanus and others), as the same Strabo says, who they guess to lie 14. This fire continued to burn for two months, so that underneath this hill, and to breathe out fire and water. It has many, both men and beasts, were destroyed by it, and the fire been shown conclusively that it (this island) is wonderfully forced many to take themselves and their belonging either to fertile by recent writers, such as Io. Elysius, Franciscus Lom- the adjacent islands or to the mainland. Yet this island is for bardus, Joannes Pontanus, Solenander, Andreas Baccius and many things very fruitful, for it has excellent good wines of particularly by Iasolinus, the author of this map. He lists in it, various kinds, like that which they call Greek wine, Roman next to the 18 natural baths about which others have written, and Sorbinian wine and Cauda caballi “horse tail”. there are 35 other baths, first discovered by himself. 15. It produces good corn around mount St. Nicholas 12. Besides these baths, the same author mentions 19 stoves (mount Epomeus). On this island the Cedar, Pome-lemon and or hothouses (fumarolas they call them) and 5 “areas with” the Quince tree grow everywhere in great numbers. Alume and medicinal sands, excellent for health through its drying of raw Brimstone are found deep within the earth. It has for a very hunours. About this fire in the bowels of the earth, Aristoteles long time had some veins of gold, as Strabo and Elysius have in his book on the Miracles of Nature says that there are certain written, and it still has gold, as Iasolinus says. Around its hill stoves which burn with a fiery kind of force and exceedingly (commonly called Monte Ligoro) there is a great abundance fervent heat, and yet they never burst in to flames. of pheasants, hares, rabbits and other wild beasts.

La Rassegna d’Ischia 5/2009 9 16. Presso il Capo di St. Angelo si 18. Sulla stessa isola, opposta a di Procida, un’isola così chiamata prendono molti pesci, e si pesca anche Cuma, c’è un lago che è pieno di fola- non dalla nutrice di Enea, ma perché il corallo. Non lontano da là è il porto che o anatre che trovano cibo nelle cir- si era staccata da Aenaria (profusa ab Ficus o Fichera dove l’acqua bolle così costanti paludi. Le parole di Plinio sono Aenaria), o, come scrive Strabone, da calda che la carne o il pesce vi vengono molto significative. Su questa isola, lui Pithecusae. cotti molto rapidamente, presentando dice, una città intera fu affondata. Ed anche un gusto piacevole e molto sapo- in un’altra occasione, per l'effetto di un 21. I poeti pensano che il gigante rito. C’è una fonte chiamata Nitroli che terremoto, la terra si aprì in una voragi- Minas giaccia sotto questa Isola, come è ammirabile a causa delle sue grandi ne, che chiamò “stagnum” (anche se le Typhon sotto Ischia. Silio Italico: Ap- virtù per guarire certe malattie, ma antiche copie stampate hanno statinas paret Prochita sortita saevum. Orazio anche perché il lino lavato nella sua invece di stagnum e il dotto Scaligero ne scrive a Calliope nel suo 3° libro acqua diventa massimamente bianco preferiva stativas, volendo dire acque delle sue odi. Andrea Baccio scrive come neve. ferme). di questa isola: È una piccola isola, ma molto piacevole, ricca di metalli 17. L’autore di questa Mappa dice 19. Lo stesso Plinio ha registrato che, e acque calde, ed ancora che, a causa che questa isola per la sua posizione, se uno qui taglia un albero di Cedro, delle sue emanazioni di fuoco, come il buon clima, la fertilità del suo suolo, germoglierà di nuovo. Livio dice che scrive Strabone, non fu mai occupata. per le miniere di metallo e per forti i Calcidesi di Euboea furono i primi Ancora conserva il suo nome antico, vini supera le altre 25 isole che ci sono ad occupare questa isola, ma Strabone ed è chiamata Procida. Di questa isola nella baia di Napoli. Tra il promontorio dice che i primi abitanti furono gli Ere- si può leggere di più in Scipione Maz- dell’Aguglia e l’altro chiamato Cepha- triesi. Anche questi vennero dall’isola zella nelle sue annotazioni al volume lino c’è una grande insenatura che è un di Euboea. Io penso che Ateneo nel suo di Elisio sui Bagni di Pozzuoli. porto sicuro per le navi. È probabile che 9° libro vuole indicare questa isola, anche se non la menziona, quando dice Enea sbarcò qui come dice Ovidio, e vi 22. Ischia si fermò anche Pompeo, quando navigò che la vide (navigando da Dicoearchia dalla Sicilia verso Pozzuolii. Appiano a Napoli) abitata da pochi uomini, ma da moltissimi conigli. 23. Ischia si trova nel Mediterraneo scrive di questo nel 5° libro delle sue e si usò chiamarla Aenaria, ma ora è Guerre Civili. 20. Vicino a questa isola c’è l’isola

16. Near cape St. Angeli they catch much fish, and also 19. The same Plinius has recorded that if one here cuts find much Coral. Not far from there is the harbour Ficus or down a Cedar tree, it will shoot forth and bud again. Livius Fichera where the water boils so hot that meat or fish is boiled says that the Chalcidenses of Euboea were the first to inhabit in it very quickly, and yet it has a pleasant taste and is very this island, but Strabo says the first inhabitants were the Ere- savoury. There is a fountain which they call Nitroli which is trienses. But these also came from the isle of Euboea. I think admirable because of its great virtues to cure certain diseases, that Athenoeus in his 9th book means this island, although but also, if you put flax into it, it will turn it white as snow he does not mention it, which he says he saw (as the sailed within three days at the most. from Dicoearchia to Naples) being inhabited by a few men, but full of rabbits. 17. The author of this Map says that this isle for its size, 20. There is also near this island the isle of Prochyta, an good climate, fertility of its soil, metal mines and strong wines island so named not after Aeneas’ nurse, but because it was surpasses the other 25 islands which there are in the bay of profusa ab Aenaria, severed from Aenaria or, as Strabo writes Naples. Between the foreland Acus, and the other one named in his 5th book, from Pithecusae. Cephalino there is a large cave that is a safe harbour for ships, especially for pinnacles and other such small ships. It is likely 21. The poets pretend that Minas the giant lies under this that Aeneas landed here, about which Ovidius speaks, as also Island, as Typhon lies under Ischia. Silius Italicus: Apparet Pompeius when he sailed from Sicilia to Puteoli. Appianus Prochita saevum sortita. About which Horatius writes to Cal- writes about this in the 5th book of his Civil wars. liope in his 3rd book of Poems. Andreas Baccius writes about this isle like this: It is a small isle, he says, but very pleasant, 18. On same island, opposite Cumoe, there is a lake that is rich with metals and hot baths, yet, because of its continuous always full of Sea gulls or Fen ducks which are very profitable fires which the continuous tides of the sea kindle in it, as for the inhabitants. The words of Plinius, speaking about this Strabo writes, it was never much inhabited. It still retains its island, are worth noting. On this island, he says, a whole town ancient name, for they now call it Procida. About this island sunk. And at another occasion, as the result of an earthquake, you may read more in Scipio Mazella in his additions to the the firm land became a standing pool, stagnum he calls it volume of Elysius on the Baths of Puteoli. (although anciently printed copies have statinas instead of stagnum, in which place the learned Scaliger would have 22. Ischia preferred to find stativas, meaning standing waters). 23.Ischia lies in the Mediterranean and used to be called

10 La Rassegna d’Ischia 152009 chiamata Ischia come una omonima Carlo II, l’anno 1301, un fuoco enorme l’acqua calda sgorga dalla terra con un città prima considerata un’isola sepa- eruttò dalla terra, con fragore terribile calore capace di cuocere carne e pesci, rata (come testimonia anche Pontano) lanciando pietre e fuoco e fumo presso che hanno un gusto eccellente. ma poi congiunta alla terra principale. un luogo chiamato Cremate, e durò Veramente la maggior parte di queste per due interi mesi. La parte più fertile 26. C’è anche una fonte chiamata isole erano unite alla terraferma, ma ne dell’isola fu danneggiata moltissimo da Nitroli che guarisce molte malattie e sono state separate di nuovo da tempe- questa violenza. imbianca notevolmente il lino che vi ste e movimenti. Sull’isola di Ischia le è bagnato per tre giorni. L’autore di rocce erose, le caverne della terra simili 25. Inoltre, questa isola è molto fertile. questa mappa afferma che questa isola, a quelle del continente, sono ricche di Produce vari generi di vino, come testi- e le venticinque altre che si distin- sorgenti calde. Ci sono dei corsi d’ac- moniano molti scrittori antichi e mo- guono nella baia di Napoli, hanno un qua sotterranei, e molto allume. Andrea derni, e buon mais vicino alla montagna clima molto temperato grande fertilità Baccio ne scrive brevemente nel suo dell’Epomeo. Trovansi dappertutto qui della terra, eccellendo soprattutto in famoso libro su bagni caldi. l’albero di limone e l’albero di mela vini nobili. L’isola di Procida si trova cotogna. Allume e solfo sono scavati vicino ad Ischia. È una piccola e bella 24. Questa isola ha la fertilità della dalla terra. Possiede anche oro, secondo isola, ricca di metalli e sorgenti calde. Campania, alla quale era connessa, ma antichi e moderni scrittori. Al Monte Ha pochi abitanti a causa delle sue ha anche lo stesso genere di bagni caldi. Ligoro si cacciando molti fagiani, lepri, numerose eruzioni vulcaniche alle Da Strabone e Plinio noi sappiamo che conigli e altri animali selvatici. Vicino quali è soggetta. Ancora conserva il è molto soggetta ai terremoti, e che al promontorio di St. Angelo si pescano suo vecchio nome di Procida. qualche volta sono eruttate anche acque molti pesci così come i coralli. Non e sorgenti calde. Durante il regno di lontano di là è il porto di Fichera, dove

Aenaria, but now it is called Ischia after a city of that name kinds of wine, as many ancient and modern writers testify, on it which may have been a separate island by itself, (as and good corn near the mountain Epomeus. You will find the also Pontanus testifies), but became joined to the main land, lemon tree and quince tree here everywhere. Alum and sulpher truly, most of these islands were joined to the main land, but are dug from the earth here. It also has gold, according to have been torn off again by tempests and thunder. On the isle ancient and modern writers. Near Mount Ligon there is much of Ischia the eroded rocks, the caves in the ground similar hunting of pheasants, hares, rabbits and other wild animals. to those on the main land, dry and full of hot springs. It has Near the promontory of St. Angelus many fishes as well as some underground rivers, and hence a lot of alum. Andreas corals are caught. Not far from there is the harbour of Fichera, Baccius writes about it in his famous book on hot baths all where hot water issues from the earth which will cook meat over the word. and fish in a short while, having an excellent taste. 24. This island has the fertility of Campania, to which it used to be connected, but it also has the same kind of hot 26. There is also a fountain called Nitroli which heals many baths. From Strabo and Plinius we understand that it is very illnesses and which bleaches hemp within three days when prone to earthquakes, and also that sometimes rivers and hot soaked in it. The author of this map states that this island, springs erupt there. In the reign of Carolus II in the year 1301 and twenty five others which he distinguishes in the bay of a huge fire erupted from the earth, with terrible noise, hurling Naples, have a very temperate climate, and great fertility of stones and fire and smoke near a place called Cremate, and it the earth, excelling in noble wines above all others. The island lasted for two full months. The most fertile part of the island of Prochyta lies close to Ischia. It is a small and lovely island, was very much damaged by this violence. rich in metals and hot springs. It has few inhabitants because of its numerous vulcanic eruptions to which it is subject. It 25. Further, this island is very fertile. It produces many still retains its old name of Procida.

Abramo Ortelius (Anversa 1528 - 1598) cartografo olandese; la sua collezione di carte fu pubbliucata sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum

La Rassegna d’Ischia 5/2009 11 Quando la storia ci coinvolge con i (grandi) sentimenti Panico. A Pompei

di Fabrizio D’Almeida Marianne (Paris) n. 638 du 11 au 17 juillet 2009

Le 10 del mattino, il cratere del Vesu- Traduzione di Giovanni Castagna vio esplode e semina il terrore... Per molto tempo i popoli vi hanno visto un forte che gli uomini sbigottiti fuggono anche crollate. Hanno potuto riparare gli castigo divino. Oggi, la scienza permet- davanti a lui, perdendo la testa e ben edifici pubblici, i templi ed il foro, ma i te di analizzare meglio la catastrofe. presto la vita: il panico. segni sono ancora sensibili in parecchi­ Ora, nell’anno 79, nei pressi del Vesu- settori della città. Ecco chi ricorda il Pan, indubbiamente, non era morto. vio, non è il tamburo di guerra di Pan che sisma del 62, mentre appaiono già nuove Alla fine del I secolo della nostra era, i si anima. Ma il rumore sordo del suolo, il crepe, preludio ad uno shock inedito. suoi templi e le montagne a lui consa- rumore del magma che si agita, della terra Plinio il Giovane, il solo testimone crate continuavano ad essere luoghi di che scricchiola. Il suo passo fa tremare diretto che abbia lasciato un resoconto pellegrinaggio. La sua figura e le sue le costruzioni, svegliando l’inquietudine dell’eruzione, si trova dal­l’ altro lato della statue ornavano le città romane ed il suo degli abitanti delle città di Pompei, di baia di Napoli, a Miseno. Il 24 agosto 79, mito era conosciuto da ognuno e sempre Herculanum, di Stabia e di . alle 10 del mattino, scrive, una gigantesca raccontato ai bambini. A Pompei, una Tutto è cominciato impercettibilmente, colonna di fumo comincia ad alzarsi nel notevole statua di marmo lo rappresenta, ma, da alcune settimane, le scosse si cielo della baia di Napoli. Il cratere del l’aria birichina, mentre insegna i segreti moltiplicano. Danneggiano gli strumenti Vesuvio esplode, proiettando verso il della sua seduzione al pastore Daphnis. da lavoro degli artigiani; il panettiere di cielo il suo domo e liberando il magma Pan, il dio dai piedi di caprone, sa com- Herculanum deve riparare le sue macine sotto pressione. Presto, la nuvola prende piacere e soddisfare i suoi protetti, perché e la sua madia; in attesa che il mortaio si la forma di un pino, immenso tronco, è il padrone della natura. Ma, quando i asciughi, lavora al rallentatore. Sembra sormontato da un ombrellone di fumo in- suoi zoccoli colpiscono con violenza il che la distribuzione­ dell’acqua sia difetto- clinato verso sud. I vulca­nologi pensano suolo e risuona il terribile fischio del sa in parecchie città, perché l’acquedotto che questo ammasso di polvere, di gas, di suo flauto, sa anche, talvolta, seminare imperiale sarebbe fessurato. I tetti e i frammenti di lava sotto forma di pomici il disordine, la paura, uno spavento così muri hanno sofferto; alcune case sono doveva raggiungere un’altezza tra i 24 e

Quand l’histoire nous prend par les (grands) sentiments guerre de Pan qui s’anime. Mais le bruit sourd du sol, la rumeur du magma qui s’agite, de la terre qui craque. Son pas fait trembler Panique. A Pompéi les constructions, réveillant l’inquiétude des habitants des cités de Pompéi, d’Herculanum, de Stabia et de Boscoreale. Tout a commencé imperceptiblement, mais, depuis quelques semaines, par Fabrice D’Almeida les secousses se multiplient. Elles endommagent les instruments de travail des artisans ; le boulanger d’Herculanum doit réparer 10 heures du matin, le cratère du Vésuve explose et sème la ses meules et son pétrin ; en attendant que le mortier sèche, terreur... Longtemps, les peuples y ont vu un châtiment divin. il travaille au ralenti. Il semble que la dis­tribution d’eau soit Aujourd’hui, la science permet de mieux analyser la catastro- défectueuse dans plusieurs villes, car l’aqueduc impé­rial serait phe. fissuré. Les toitures et les murs ont souffert ; des maisons se sont même effondrées. Les bâtiments officiels, les temples et le forum Pan, décidément, n’était pas mort. A la fin du Ier siècle de ont pu être réparés, mais les traces sont encore sensibles dans notre ère, ses temples et ses montagnes sacrées continuaient plusieurs secteurs de la ville. Voilà qui rappelle le séisme de 62 d’être des lieux de pèlerinage. Sa figure et ses statues ornaient alors que, déjà, de nouvelles lézardes apparaissent, prélude à un les cités romaines et son mythe était connu de chacun, toujours choc inédit. raconté aux enfants. A Pompéi, une remarquable statue de marbre Pline le Jeune, le seul témoin direct qui ait laissé un témoi­ le représente, l’air coquin en train d’apprendre les secrets de sa gnage de l’éruption, se trouve de l’autre côté de la baie de séduction au berger Daphnis. Pan, le dieu aux pieds de bouc, Naples, à Misène. Le 24 août 79, à 10 heures du matin, écrit-il, sait faire plaisir et combler ses protégés, car il est le maître de une gigantesque colonne de fumée commence à s’élever dans le la nature. Mais il sait aussi, parfois, quand ses sabots frappent ciel de la baie de Naples. Le cratère du Vésuve explose, projetant violemment le sol et que résonne le terrible sifflement de sa flûte, vers le ciel son dôme et libérant le magma sous pression. Bientôt, semer le désordre, la peur, une frayeur si forte que les hommes la nuée prend la forme d’un pin, immense tronc, surmonté d’un éperdus fuient devant lui, perdant la tête et bientôt la vie : la parasol de fumées incliné vers le sud. Les volcanologues pensent panique. que cet amas de poussières, de gaz, de débris de lave sous la Or, en l’an 79, près du Vésuve, ce n’est pas le tambour de forme de ponces devait atteindre une hauteur située entre 24 et

12 La Rassegna d’Ischia 152009 35 km, nel punto più alto della sua spin- tanti, perché l’ultima catastrofe risaliva a gli archeologi italiani hanno avuto l’idea ta. Tutti gli abitanti della baia di Napoli quasi millesettecento anni prima. Le sue di riempire di gesso, dopo aver compreso notano questo ammasso che nasconde la tracce sono state trovate dagli archeologi; il processo. Sì, i visi delle vittime sono luce del sole. Comprendono allora che hanno potuto ricostituire l’impatto della espressivi: lineamenti esasperati e bocca accade un fenomeno fuori del comune. colata piroclastica, un’effusione di fanghi socchiusa, come a cercare aria. Posizione Plinio decide di svegliare lo zio, uno e di polvere ad alta temperatura, soprav- fetale per alcuni, altri allungati, pietrifica- scienziato famoso e ch’era anche un mi- venuta su un insediamento paleolitico, ti. Nel cimitero turistico­ che è diventato litare avveduto, affinché possa osservare vicino alla città di , nei dintorni del la città, la sofferenza e sicuramente la l’incredibile fenomeno. Plinio il Vecchio Vesuvio. Ma, durante l’Impero romano, disperazione sembrano essere state il giudica che biso­gnerebbe vedere tutto non resta alcun ricordo dell’accaduto. comune­ destino. quello più da vicino, ordinando alle sue Tutt’al più, gli abitanti hanno conoscenza Questo il sentimento che si manifesta navi di salpare per amore della scienza e di fenomeni vulcanici sopraggiunti in nei primi visitatori del sito, alla fine del per portare soccorso agli infelici abitanti altre regioni d’Europa, particolarmente XVIII secolo. Perché Pompei funzionava dell’altra riva. Perderà la vita, lasciando nelle isole greche. Subire la caduta di come uno specchio delle inquietudini di a suo nipote, Plinio il Giovane, la cura di pietre ed essere accecato da particelle in ogni generazione sul proprio destino e registrare la scena per la posterità in due sospensione che rendono la respirazione sulla propria morte. lettere allo storico Tacito, più di vent’anni difficile, non è proprio quello che temono Fin dal l834, lo scrittore Edward dopo. i Galli, vedere, cioè, «il cielo caderci sulla Bulwer-Lytton incontra il successo con Alle 13, la pioggia di pomici e di ce- testa?» A dire il vero, fu uno strato di gli Ultimi Giorni di Pompei. Descrive la nere comincia ad abbattersi su Pompei. polvere e di pietre di quasi 15 metri che storia d’amore tra due giovani, Glauco Se l’eruzione propriamente detta dura sommerse la città in qualche ora. e Ione, vittime delle persecuzioni del quasi dieci ore, occorreranno quattro Sorpresa, stupefazione e terrore sono cattivo egi­ziano Arbacès. I giorni che giorni affinché l’atmosfera sia liberata altrettante emozioni che hanno dovuto precedono sono quelli di un’incoscienza dalle particelle sospese. Durante tutto provare gli abitanti di Pompei. A prova, del pericolo che minaccia: lauto pasto, questo tempo, la caduta di frammenti è come pensavano i filosofi, il volto cre- lusso e voluttà. Infine, il vulcano esplode continua, dagli elementi più pesanti ai più spato dei cadaveri modellati, messi in ed il suo furore distrugge in un istante volatili. evidenza fin dal XIX secolo. La polvere la vita quoti­diana. Gli eroi devono la Nessuno di recente ha vissuto un’eru- ha avvolto il corpo dei defunti e si è in- loro salvezza al sacrificio di una schiava zione nella regione. Il vulcano poteva durita. Ha assorbito poi l’umidità dei loro cieca che li guida attraverso la piog­gia sembrare anche addormentato­ agli abi- resti, lasciando sotto terra un vuoto che di cenere. Finiranno la loro esistenza

35 km, au plus haut de sa poussée. Tous les habitants de la baie rendent la respiration difficile, n’est-ce pas, comme le craignent de Naples remarquent cet amas qui cache la lumière du soleil. Ils les Gaulois, voir le « ciel nous tomber sur la tête »? A vrai dire, comprennent à ce moment qu’un phénomène hors du commun se ce fut une couche de poussière et de pierres de près de 15 m qui déroule. Pline décide de réveiller son oncle, un savant renommé submergea la ville en quelques heures. doublé d’un militaire avisé, afin qu’il puisse observer l’incroya- Surprise, stupéfaction et terreur sont autant d’émotions qu’ont ble phénomène. Il faudrait voir cela de plus près, juge l’Ancien, dû éprouver les habitants de Pompéi. A preuve, comme le pen- ordonnant à ses navires d’appareiller par amour de la science et saient les philosophes, les visage crispés des cadavres moulés pour porter secours aux malheureux habitants de l’autre rive. Il mis en évidence dès le XIXe siècle. La poussière a enveloppé le y perdra la vie, laissant à son neveu, Pline le Jeune, le soin de corps des défunts et s’est durcie. Elle a ensuite absorbé l’humidité consigner la scène pour la postérité, plus de vingt ans plus tard, de leurs restes, laissant sous terre un vide que les archéologues dans deux lettres à l’historien Tacite. italiens ont eu l’idée de remplir de plâtre, après avoir compris le A 13 heures, la pluie de ponces et de cendres commence à processus. Oui, les visages des victimes sont expressifs : traits s’abattre sur Pompéi. Si l’éruption proprement dite dure près de crispés et bouche entrouverte, comme cherchant leur souffle. dix heures, il faudra quatre jours pour que l’atmosphère soit dé- Position fœtale de certains ; d’autres allongés, pétrifiés. Dans gagée de toutes particules en suspension. Pendant tout ce temps, le cimetière touristique qu’est devenue la ville, la souffrance et la chute de débris est continue, des éléments les plus lourds aux sans doute le désespoir paraissent avoir été le lot commun. plus volatils. Du moins est-ce le sentiment qui prime chez les premiers vi- Nul n’a récemment vécu une éruption dans la région. Le siteurs du site, à la fin du XVIIIe siècle. Car Pompéi fonctionnait volcan pouvait même paraître endormi aux habitants, car la comme un miroir des inquiétudes de chaque génération sur son dernière catastrophe remontait à près de mille sept cents ans. Ses destin et sur ses fins dernières. traces ont été trouvées par les archéologues ; ils ont pu reconsti­ Dès l834, l’écrivain Edward Bulwer-Lytton rencontre le tuer l’impact de la coulée pyroclastique (un épanchement de succès avec les Derniers Jours de Pompéi. Il y décrit l’histoire boues et de poussières à haute température) qui s’était ensuivie d’amour entre deux jeunes gens, Glaucus et Ione, en butte aux sur un campement paléolithique, près de la ville de Nola, aux persécutions du méchant Egyptien Arbacès. Les jours qui pré- abords du Vésuve. Mais, dans l’Empire romain, il ne subsiste cèdent sont ceux d’une inconscience du danger qui menace : aucune mémoire de l’événement. Au mieux, les habitants ont-ils bon repas, luxe et volupté. Enfin, le volcan explose et sa fureur connaissance de phénomènes volcaniques survenus dans d’autres détruit en un instant la vie quotidienne. Les héros ne doivent régions d’Europe, notamment les îles grecques. Subir la chute leur salut qu’au sacrifice d’une esclave aveugle qui les guide à des pierres et être aveuglé par des particules en suspen­sion qui travers la pluie de cendres. Ils finiront leur existence en sécurité,

La Rassegna d’Ischia 5/2009 13 in sicurezza, in Grecia, convertiti al Pan, insomma, era l’ausiliare del cristia- come quello sopraggiunto diciassette cristianesimo. Il pubblico è affascinato nesimo conquistatore. anni prima. L’inquietudine cresce via via dall’idea di una vita bruscamente inter- L’archeologia recente ha corretto que- che le repliche si susseguono. Le case rotta e dalla dimensione di una catastrofe sta visione moralistica in cui la fede è la scoperte, prive di mobilio, intatte sotto che si suppone egualitaria e che tocca chiave di decriptazione delle emozioni. uno strato di cenere, sono l’indizio che tutte le classi sociali. Il ricco come il Nonostante la mancanza d’informazioni, traslocando si è anticipato il pericolo. In povero vengono colpiti. Solo un mi­racolo tenta di dare un’interpretazione che si tal modo la città sarebbe stata alleggerita permetterebbe di sfuggire alla morte. basa sulle ultime scoperte, a Pompei o d’una frazione della sua popolazione Per Bulwer-Lytton e gli storici della a Herculanum. Mette in dubbio la data prima ancora dell’inizio della fase finale. sua epoca, l’altezza morale dei cristiani rievocata da Plinio il Giovane e pro- L’eruzione, a sua volta, causa un’efferve- mai potrebbe essere confusa con la vita pone di situare il cataclisma all’inizio scenza. di dissolutezza dei pagani. Non è stata, del mese di ottobre, perché parecchi Ed è in questo momento che scoppia d’altronde, trovata una casa battezzata indizi provano che l’estate era finita al il panico. Divide gli abitanti. Alcuni «grandi postriboli» fin dal XIX secolo, momento dell’eruzione. Ma le nuove preferiscono partire, per la strada, verso i cui dipinti rievoca­vano una sessualità analisi beneficiano, soprattutto, dei nord, contro il vento che porta la cenere traboccante. Altrove, un mosaico che numerosi apporti della medicina legale, o verso il litorale per sfuggire al vulca- rappresenta Priapo con un grande fallo e della datazione e della perizia sul DNA. no da dove proviene l’agitazione. La statue suggestive che stimolavano fanta- Oramai, gli scienziati possono ideare subitaneità delle reazioni è percettibile smi. Tracce archeologiche e dipinti erano sceneggiature sulle ultime ore di parec- sul sito archeologico. Nel forno di una ritenuti prova di una vita decadente. In chie delle vittime scoperte. Correggono panetteria di Pompei sono stati scoperti una delle celle di alloggio dei gladiatori le letture moralistiche di un tempo. Così 80 pani bruciati. Il panettiere era forse non è stato trovato il corpo di una donna ricordano che la ricca Pompeana ed il fuggito dimenticando la sua infornata alla ricca, coperta di gioielli, accanto a quello gladiatore non erano soli nel locale, ma cottura? Nella casa detta «del fabbro», di un combattente? Non era questo un in compagnia di diciassette altre persone alcuni strumenti, lasciati in abbandono, indizio supplementare della perversione e di due cani, i quali speravano tutti aver fanno pensare che il padrone dei luoghi dell’élite le cui donne si dilettavano dei trovato un rifugio protettivo, mentre il e i suoi aiutanti hanno preso l’essenziale corpi muscolosi dei reziari o dei mirmil- diluvio minerale proseguiva. Il panico, e lasciato il superfluo. Più affascinante loni? Ai piedi del Vesuvio viveva una infatti, ha conosciuto diverse tappe. ancora: in una delle ville portate alla Sodoma romana! Donde la deduzione: Nei giorni che precedono l’eruzione, si luce, la «villa dei pittori», le opere sono la natura vendicatrice pu­niva gli empi... è detto, i cittadini temono un terremoto, state abbandonate come erano. Schizzi di en Grèce, convertis au christianisme. Le public est fasciné par sur l’ADN. Désormais, les scientifiques peuvent échafauder l’idée d’une vie brusquement interrompue et par la dimension des scénarios sur les dernières heures de plusieurs des victimes supposée égalitaire d’une catastrophe qui touche toutes les découvertes. Ils corrigent les lectures moralistes d’antan. Ainsi classes sociales. Le riche comme le pauvre sont frappés. Seul rappellent-ils que la riche Pompéienne et le gladiateur n’étaient un miracle permettrait d’échapper à la mort. Pour Bulwer-Lytton pas seuls dans la pièce, mais en compagnie de 17 autres per­ et les historiens de son époque, la hauteur morale des chrétiens sonnes et de deux chiens, qui espéraient tous avoir trouvé un ne saurait être confondue avec la vie de débauche des païens. refuge protecteur alors que le déluge minéral se poursuivait. Car N’a-t-on pas trouvé une maison baptisée « grands lupanars » dès la panique a connu plusieurs étapes. le XIXe siècle, dont le décor évoquait une sexualité débordante. Dans les jours qui précèdent l’éruption, on l’a dit, les citadins Ailleurs, une mosaïque représentant Priape avec un grand phallus redoutent un tremblement de terre, comme celui survenu dix-sept et des statues suggestives stimulaient les fantasmes. Traces ar- ans plus tôt. L’inquiétude croît à mesure que les répliques se chéologiques et décors étaient censés prouver une vie décadente. rapprochent. Les maisons découvertes vides de mobilier, sous Dans une des cellules de logement des gladiateurs n’avait-on pas une couche de cendres intacte, sont l’indice qu’en déménageant­ trouvé le corps d’une femme riche, couverte de bijoux, à côté on a anticipé le péril. La ville aurait ainsi été soulagée d’une de celui d’un combattant­ ? N’était-ce pas un indice supplémen- fraction de sa population avant même le déclenchement de la taire de la perversion des élites, dont les femmes se délectaient phase finale. L’éruption, à son tour, entraîne une effervescence. des corps musclés des rétiaires ou des mirmillons ? Au pied du La panique se situe à ce moment. Elle divise les habi­tants. Vésuve vivait une Sodome romaine ! De là à en déduire que la Certains préfèrent­ partir, par la route, vers le nord, contre le vent nature vengeresse punissait les impies... Pan, en somme, était qui porte les cendres ou vers le littoral pour échapper au volcan l’auxiliaire du christianisme conquérant. d’où provient l’agitation. La soudaineté des réactions est percep­ L’archéologie récente a corrigé cette vision moraliste où la foi tible sur le site archéologique. Dans le four d’une boulangerie de est la clé de décryptage des émotions. Malgré le manque d’in­ Pompéi, 80 pains brûlés ont été découverts. Le boulanger avait-il formations, elle tente de donner une interprétation qui prenne en fui en oubliant sa fournée à la cuisson ? Dans la maison dite « du charge les dernières découvertes, à Pompéi ou à Herculanum. forgeron », quelques instruments laissés à l’abandon font penser Elle met en doute la date évoquée par Pline le Jeune et propose que le maître des lieux et ses aides ont pris l’es­sentiel et laissé de situer le cata­clysme au début du mois d’octobre, car plusieurs le superflu. Plus fascinant encore, dans une des villas mises au indices prouvent que l’été était achevé au moment de l’éruption. jour, la « villa des peintres », les œuvres ont été abandonnées en Mais, surtout, les nouvelles analyses bénéficient des apports l’état. Des éclaboussures de pigments sur les murs et les dessins nombreux de la médecine légale, de la datation et de l’expertise interrompus montrent que les artisans sont partis d’un coup, en

14 La Rassegna d’Ischia 152009 pigmenti sulle pareti e i disegni interrotti Dovevano essere già morti quando que- ed uomini che portano rari oggetti prezio- dimostrano che gli artigiani sono partiti sto avvenne. La fine polvere di pomice, si leggeri, per circolare più rapidamente. improvvisamente, lasciando sul posto infatti, s’insinua dappertutto. E ognuno la Ognuno prova l’angoscia di dover lascia- i loro strumenti. A causa di una forte respira. Nei polmoni, questa farina molto re una casa, le proprie abitudini e riunire scossa, sentendo il rumore dell’eruzione porosa capta l’umidità e finisce per rico- nel panico alcune cose utili o, come una o perché avevano notato la prima caduta prire gli alveoli, rendendo impossibile la donna, una piccola figurina della Bona di pomici? Hanno lasciato la città via respirazione e l’ossigenazione. Il soffo- Dea, quella dea della Fortuna che i Ro- terra o via mare? Sono rientrati nella loro camento dura circa una mezz’ora. Hanno mani credevano che proteggesse dalle casa sperando di trovare un rifugio sicuro tentato di proteggersi con panni bagnati brutte sorprese. Improvvisamente, tutti o perché credevano che tutto quello sa- per resistere più a lungo? Speravano di sono spazzati via dalla nuvola ardente. rebbe durato qualche ora soltanto e che approfittare di una tregua e lasciare il loro Alcuni atteggiamenti rivelano che gli ben presto ne avrebbero riso? riparo, perché le donne avevano preso abitanti pensavano che la catastrofe non Alcune famiglie, infatti, scelgono di i loro gioielli. Ma alla caduta di pietre sarebbe durata così a lungo e non avrebbe restare sul posto. In due locali appartati e di polvere seguì una rapida colata di il carattere estremo che adesso conoscia- di una villa piuttosto grande, sono stati polvere e di fango ad una temperatura mo. La presenza di un cane da guardia, il trovati, nel 1975, i resti di dodici perso- molto alta (1500°C). cui cadavere è stato trovato ancora legato ne. Una malformazione della colonna Nelle prime ore del 25 agosto 79, alcuni alla sua catena, lascia supporre che i vertebrale indica che vi si erano riuniti gruppi effettuano dei tentativi: un padre, padroni volevano vederlo sorvegliare la parecchi membri di una stessa famiglia, una madre ed il loro bambino non riesco- casa durante la loro assenza. A Hercu- tre generazioni, in effetti, con i servi. Tra no ad uscire dalla città e periscono non lanum, il panettiere ha ricondotto i suoi di loro c’è una giovane donna incinta. Gli lontano dalla loro casa e ne custodiscono asini nella stalla, per proteggerli. Ed è in archeologi pensano che la gravidanza la chiave per l’eternità; alcuni marciatori questo riparo che sono stati sorpresi da avanzata rendeva difficile la sua fuga si avvicinano alla strada, prima che la quella nuvola ardente che in un istante e spinse gli occupanti a restare, con la nuvola ardente non li sorprenda. Altre seppellisce anche gli abitanti che sulla speranza di una partenza ulteriore. Si spoglie sono state trovate nel cimitero spiaggia si sono riparati nei depositi delle sono resi conto dello strato di polvere, stesso di Pompei, mescolate con resti di barche dei pescatori. Queste strutture in sempre più spesso, che all’esterno saliva alberi e di vegetali. Presero forse questo pietra, ad arco, resisterebbero al peso di lungo i muri al punto di coprire le porte sentiero, perché la strada era coperta di eventuale polvere o pietre o alle scosse, e le finestre, pesando così fortemente rifiuti che ostacolavano la progressione. e quelli di Herculanum avevano dovuto sul tetto fino al momento del crollo? Sono pressappoco una quindicina, donne notarlo, all’epoca del sisma del 62. La laissant leurs instruments de travail sur place. Est-ce à la suite effectuent des tentatives : un père, une mère et leur enfant ne d’une secousse forte, en entendant la rumeur de l’éruption, ou en parviennent pas à sortir de la ville et périssent non loin de leur remarquant la première chute de ponces ? Ont-ils quitté la ville maison dont ils gardent la clé pour l’éternité ; des marcheurs par terre ou par mer ? Sont-ils rentrés dans leur maison espérant s’approchent de la route, avant que la nuée ardente ne les sur­ y trouver un refuge sûr, croyant que tout cela ne durerait que prenne. D’autres dépouilles ont été trouvées dans le cimetière quelques heures et qu’ils en riraient bientôt ? même de Pompéi, mélangés à des débris d’arbres et de végétaux. Car quelques familles font le choix de demeurer sur place. Ces gens ont dû emprunter ce chemin, car la route était couverte Dans deux pièces retirées d’une assez grande villa, les restes de de déchets, gênant la progression. Ils sont ainsi une quinzaine, 12 personnes ont été trouvés en 1975. Une malformation de la femmes et hommes, qui portent de rares objets précieux légers, colonne vertébrale indique que plusieurs membres d’une même pour circuler plus rapidement. Chacun ressent le déchirement famille étaient rassemblés, trois générations en fait, avec des de devoir quitter une demeure, des habitudes et réunir dans la serviteurs. Une jeune femme enceinte figure parmi eux. Les panique quelques effets utiles ou, comme l’une des femmes, une archéologues pensent que sa grossesse avancée rendait difficile petite figurine de la Bona Dea, cette déesse de la Fortune dont les sa fuite et décida les occupants à rester, avec l’espoir d’un dé- Romains croyaient qu’elle protégeait des mauvaises surprises. part ultérieur. Ont-ils eu conscience de la couche de poussière, Soudain, tous sont balayés par la nuée ardente. toujours plus épaisse, montant à l’extérieur le long des murs au Quelques attitudes témoignent que les habitants pensaient point de masquer les portes et les fenêtres, pesant si fort sur le que la catastrophe ne durerait pas si longtemps et n’aurait pas le toit qu’à un moment il s’effondre ? Ils devaient déjà être morts caractère extrême que nous lui connaissons. La présence d’un quand tout cela se produisit. La fine poussière de ponce, en chien de garde, dont le cadavre encore lié à sa chaîne a été re- effet, s’insinue partout. Et chacun la respire. Dans les poumons, trouvé, laisse à penser que ses maîtres voulaient le voir surveiller cette farine très poreuse capte l’humidité et finit par recouvrir la maison en leur absence. A Herculanum, le boulan­ger a remisé les alvéoles, rendant impossibles la respiration et l’oxygénation. ses ânes dans leur étable, pour les protéger. C’est dans cet abri L’étouffement dure environ une demi-heure. Ont-ils essayé de se qu’ils ont été saisis par cette nuée ardente qui ensevelit aussi en protéger avec des linges mouillés pour résister plus longtemps ? un instant les habitants ayant trouvé refuge dans les abris des ba- Ils espéraient profiter d’une accalmie et quitter leur abri, car les teaux de pêcheurs sur la plage. Ces struc­tures en pierre, voûtées, femmes avaient pris leurs bijoux. Mais la chute de pierres et de résisteraient au poids d’éventuelles poussières ou pierres ou à poussières était suivie d’une rapide coulée de poussiè­res et de des secousses, et ceux d’Herculanum avaient dû le remarquer, boue à très haute température (1500°C). lors du séisme de 62. La découverte de ces 300 corps, en 2002, a Aux premières heures du 25 août 79, quelques groupes changé le regard des chercheurs. Longtemps, les savants avaient

La Rassegna d’Ischia 5/2009 15 scoperta di questi 300 corpi, nel 2002, ha dopo l’invenzione dell’arma atomica. ne provocata dai visitatori, tutto questo cambiato l’opinione dei ricercatori. Per All’impronta dei corpi proiettati sui muri da essa è stato preso in prestito dopo la molto tempo gli scienziati avevano pen- di Hiroshima corrispondevano i calchi Seconda Guerra mondiale. Ben presto, sato che, là, il numero delle vittime era degli scomparsi di Pompei. Da allora, il il management culturale ha affermato le molto basso, grazie ad una partenza pre- successo dell’avvenimento nei film e nei sue leggi. I gestori del «sito» di Pompei coce. Improvvisamente comprendevano romanzi di appendice si spiegano larga- sognano un’estensione del campo otte- che anche ad Herculanum la coscienza mente per questa equivalenza. Dopo la nendo nuovi terreni da scavare, compresi del pericolo era minima. Le conoscenze fine della guerra fredda, tuttavia, prevale quelli privati, per offrire al pubblico ville vulcaniche degli abitanti del villaggio un’altra configurazione più postmoder- e opere inedite. Aumentare l’attrazione non permettevano loro di indovinare na. turistica grazie alle scoperte. Ma come che, diminuendo la pressione, il vulcano L’esperienza umana non è risolta dalla sloggiare i residenti i cui giardini e case riverserebbe sulle sue pendici la nuvola di morte e l’ossessione di conformarsi ad sono stati costruiti su questa fabbrica di fango e di polvere ardenti. Ingenuamente, un ideale morale. Le tracce di vita che si sapere? In modo più profondo, Pompei non avendo subito la caduta di pietre, riscontrano a Pompei dopo il 79 invitano presenta un modello universale di supe- speravano di sfuggire al cataclisma so- ad interessarsi alla ripresa ed alle trasfor- ramento delle catastrofi naturali, eruzioni, prattutto perché, su questo versante del mazioni dell’attività dopo una catastrofe: terremoti, tempeste o tsunami. Dopo il Vesuvio, non ci fu pioggia di cenere né cosa significano, per esempio, la statuetta panico, la paura e la tristezza di quelli che caduta di pomici. La sorpresa fu, quindi, della dea indiana Lakshmi, trovata nel hanno vissuto l’avvenimento, la compas- completa quando sopraggiunsero sul sito 1938 sul sito di Pompei, o le anfore di sione dei testimoni e dei contemporanei, due colate piroclastiche stabilendovi un garum, una salsa di pesce agrodolce di viene il tempo della ricostruzione, del coperchio roccioso di 30 m. cui la città era una grande produttrice, superamento e, parzialmente, dell’oblio. Ben si comprende perché un avve- spedite dai commercianti pompeiani in I sentimenti collettivi presi nell’attualità nimento così inaudito sia servito di Gallia un secolo dopo l’eruzione? occultano le prime emozioni. Tale è riferimento nel tentativo di approccio di Pompei è diventata un laboratorio per l’impero dei viventi: trascurando ciò avvenimenti che, dal 1945, superano ogni imparare a conservare le rovine all’aper- che i loro antenati hanno veramente intendimento. to. La città ispira anche coloro i quali provato davanti alla storia e conservando Alla lettura religiosa, contrassegnata vogliono mantenere com’erano i siti del nel ricordo un’immagine illusoria degli dal riferimento ad una giustizia divina, massacro, come Oradour-sur-Gane. La scomparsi, godono pienamente delle loro è seguita la paura di un’esistenza dai calcina di protezione dei muri, il legante sensazioni aspettando il futuro. (F. A.) nostri simili vetrificata in un lampo, delle facciate, la sorveglianza dell’erosio- pensé que, là, le nombre de victimes était très faible, grâce à un expédiées par des marchands pompéiens en Gaule un siècle après départ précoce. Brusque­ment, ils comprenaient qu’à Herculanum l’éruption ? aussi la conscience du danger était faible. Les connaissances Pompéi est devenue un laboratoire pour apprendre à conser­ver volcaniques des villageois ne leur permettaient pas de deviner des ruines à ciel ouvert. La ville inspire même ceux qui veulent que, la pression baissant, le volcan déverserait sur ses pentes le maintenir en l’état les sites de massacre, comme Oradour-sur- nuage de boues et de poussières brûlantes. Naïvement, n’ayant Glane. Le mortier de protection des murs, le liant des façades, la pas subi la chute de pierres, ils espéraient d’autant plus échapper surveillance de l’érosion provoquée par les visiteurs lui ont été au cataclysme que, sur ce versant du Vésuve, il n’y eut pas de empruntés au lendemain de la Seconde Guerre mondiale. Bien­tôt, pluie de cendres ni de chute de ponces. La surprise fut donc le management culturel a affirmé ses lois. Les gestionnaires du « complète quand survinrent sur le site deux coulées pyroclastiques site » de Pompéi rêvent d’une extension du domaine en obtenant qui établirent un couvercle rocheux de 30 m. de nouveaux terrains à fouiller, y compris privés, afin d’offrir au On comprend pourquoi un événement aussi inouï a servi de public des villas et des œuvres inédites. Leur objec­tif ? Accroître référence dans la tentative d’approche d’événements qui, depuis l’attraction touristique grâce à des découvertes. Comment déloger 1945, dépassent l’entendement. les riverains dont les jardins et les maisons ont été construites A la lecture religieuse, marquée par la référence à une justice sur cette usine de savoir ? Plus profondé­ment, Pompéi présente divine, a succédé la peur d’une existence vitrifiée en un éclair par un modèle universel de dépassement des catastrophes naturelles, nos semblables, après l’invention de l’arme atomique. A l’em- éruptions, tremblements de terre, tempêtes ou tsunami. Après la preinte des corps projetés sur les murs d’Hiroshima répondaient panique, la peur et la tristesse de ceux qui ont vécu l’événement, les moulages des disparus de Pompéi. Depuis lors, le succès de la compassion des témoins et des contemporains, vient le temps l’événement dans les films et les feuilletons s’explique largement de la reconstruction, du dépassement et, partiellement, de l’oubli. par cette équivalence. Toutefois, après la fin de la guerre froide, Les sentiments collectifs­ pris dans l’actualité occultent les émo- une autre configuration plus postmoderne­ se fait jour. tions premières. Tel est l’empire des vivants : négligeant ce que L’expérience humaine n’est pas résolue par la mort et l’obses­ leurs ancêtres ont vraiment ressenti devant l’histoire, et conser- sion de faire son salut. Les traces de vie repérables à Pompéi après vant en mémoire une image illusoire des disparus, ils jouissent 79 invitent à s’intéresser aux reprises et aux transformations de pleinement de leurs sensations en attendant l’avenir. l’activité après une catastrophe : que signifient par exemple la F.A. statuette de la déesse indienne Lakshmi, trouvée en 1938 sur le site de Pompéi, ou les amphores de garum, une sauce de poisson aigre-douce dont la ville était l’une des gran­des productrices, www.marianne2.fr

16 La Rassegna d’Ischia 152009 Caio Plinio al suo Tacito, Lettere

I - (...) Era a Miseno e teneva personalmente il comando di quel cataclisma, come riusciva a coglierle successivamente della flotta. Il 24 agosto, verso l’una del pomeriggio, mia madre con lo sguardo. Oramai, quanto più si avvicinavano, la cenere lo informa che spuntava una nube fuori dell’ordinario sia per la cadeva sulle navi sempre più calda e più densa, vi cadevano grandezza sia per l’aspetto. Egli dopo aver preso un bagno di ormai anche pomici e pietre nere, corrose e spezzate dal fuoco, sole e poi un altro nell’acqua fredda, aveva fatto uno spuntino ormai si era creato un bassofondo improvviso e una frana della stando nella sua brandina da lavoro ed attendeva allo studio; si montagna impediva di accostarsi al litorale. Dopo una breve fa portare i sandali e sale in una località che offriva le migliori esitazione, se dovesse ripiegare all’indietro, al pilota che gli condizioni per contemplare il prodigio. Si elevava una nube, ma suggeriva quell’alternativa, tosto replicò: «La fortuna aiuta i chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale mon- prodi; dirigiti sulla dimora di Pomponiano». Questi si trovava a tagna [si seppe poi che era il Vesuvio]: nessun’altra pianta meglio Stabia; dalla parte opposta del golfo (giacchè il mare si inoltra del pino ne potrebbe riprodurre la forma. Infatti slanciatosi in su nella dolce insenatura formata dalle coste arcuate a semicerchio); in modo da suggerire l’idea di un altissimo tronco, si allargava colà, quantunque il pericolo non fosse ancora vicino, siccome poi in quelli che si potrebbero chiamare dei rami, credo che il però lo si poteva scorgere bene e ci si rendeva conto che, nel suo motivo risiedesse nel fatto che, innalzata dal turbine subito dopo espandersi era ormai imminente, Pomponiano aveva trasportato l’esplosione e poi privata del suo appoggio quando quello andò sulle navi le sue masserizie, determinato a fuggire non appena si esaurendosi, o anche vinta dal suo stesso peso, si dissolveva al- fosse calmato il vento contrario. Per mio zio invece questo era largandosi; o era bianchissima, o sporca e macchiata, a seconda allora pienamente favorevole, cosi che vi giunge, lo abbraccia che aveva trascinato con sè terra o cenere. tutto spaventato com’era, lo conforta, gli fa animo, per smorzare Nella sua profonda passione per la scienza, stimò che si trat- la sua paura con la propria serenità, si fa calare nel bagno: ter- tasse di un fenomeno molto importante e meritevole di essere minata la pulizia, prende posto a tavola e consuma la sua cena studiato più da vicino. Ordina che gli si prepari una liburnica e mi con un fare gioviale o, cosa che presuppone una grandezza non offre la possibilità di andare con lui se lo desiderassi. Gli risposi inferiore, recitando la parte dell’uomo gioviale. che preferivo attendere ai miei studi e, per caso, proprio lui mi Nel frattempo dal Vesuvio risplendevano in parecchi luoghi aveva assegnato un lavoro da svolgere per iscritto. Mentre usciva delle larghissime strisce di fuoco e degli incendi che emettevano di casa, gli venne consegnata una lettera da parte di Retina, moglie alte vampate, i cui bagliori e la cui luce erano messi in risalto dal di Casco, la quale, terrorizzata dal pericolo incombente (infatti buio della notte. Egli, per sedare lo sgomento, insisteva nel dire la sua villa era posta lungo la spiaggia della zona minacciata e che si trattava di fuochi lasciati accesi dai contadini nell’affanno l’unica via di scampo era rappresentata dalle navi), lo pregava di mettersi in salvo e di ville abbandonate che bruciavano nella che la strappasse da quel frangente così spaventoso. Egli allora campagna. Poi si abbandonò al riposo e riposò di un sonno certa- cambia progetto e ciò, che aveva incominciato per interesse mente genuino. Infatti il suo respiro, a causa della sua corpulenza, scientifico, affronta per l’impulso della sua eroica coscienza. Fa era piuttosto profondo e rumoroso, veniva percepito da coloro uscire in mare delle quadriremi e vi sale egli stesso, per venire che andavano avanti e indietro sulla soglia. Senonché il cortile in soccorso non solo a Retina ma a molta gente, poiché quel da cui si accedeva alla sua stanza, riempiendosi di ceneri miste litorale in grazia della sua bellezza, era fittamente abitato. Si a pomice, aveva ormai innalzato tanto il livello che, se mio zio affretta colà donde gli altri fuggono e punta la rotta e il timone avesse ulteriormente indugiato nella sua camera, non avrebbe proprio nel cuore del pericolo, cosi immune dalla paura da det- più avuto la possibilità di uscirne. Svegliato, viene fuori e si tare e da annotare tutte le evoluzioni e tutte le configurazioni ricongiunge al gruppo di Pomponiano e di tutti gli altri, i quali

.I - (...) Erat Miseni classemque imperio praesens regebat. nonum enotaretque. Iam navibus cinis incidebat, quo propius accederent, Kal. Septembres hora fere septima mater mea indicat ei apparere calidior et densior, iam pumices etiam nigrique et ambusti et fracti nubem inusitata et magnitudine et specie. usus ille sole, mox frigida, igne lapides, iam vadum subitum ruinaque montis litora obstantia. gustaverat iacens studebatque; poscit soleas, ascendit locum, ex quo Cunctatus paulum, an retro flecteret, mox gubernatori, ut ita faceret, maxime miraculum illud conspici poterat. Nubes, incertum procul monenti ’fortes’, inquit, ’fortuna iuvat, Ponponianum pete!’ Stabiis intuentibus, ex quo monte (Vesuvium fuisse postea cognitum est), erat, diremptus sinu medio (nam sensim circumactis curvatisque oriebatur, cuius similitudinem et formam non alia magis arbor quam litoribus mare infunditur); ibi, quamquam nondum periculo appro- pinus expresserit. nam longissimo velut trunco elata in altum qui- pinquante, conspicuo tamen et, cum cresceret, proximo, sarcinas busdam ramis diffundebatur, credo, quia recenti spiritu evecta, dein contulerat in naves certus fugae, si contrarius ventus resedisset. quo senescente eo destituta aut etiam pondere suo victa in latitudinem tune avunculus meus secundissimo invectus; complectitur trepidan- vanescebat, candida interdum, interdum sordida et maculosa, prout tem, consolatur, hortatur, utque timorem eius sua securitate leniret, terram cineremve sustulerat. deferri in balineum iubet: lotus accubat, cenat aut hilaris aut, quod Magnum propiusque noscendum, ut eruditissimo viro, visum. iubet aeque magnum, similis hilari. liburnicam aptari: mihi, si venire una vellem, facit copiam; respondi Interim e Vesuvio monte pluribus locis latissimae flammae altaque studere me malle, et forte ipse, quod scriberem, dederat. egrediebatur incendia relucebant, quorum fulgor et claritas tenebris noctis excita- domo: accipit codicillos Rectinae Casci imminenti periculo exterritae batur. ille agrestium trepidatione ignes relictos desertasque villas per (nam villa eius subiacebat, nec ulla nisi navibus fuga); ut se tanto solitudinem ardere in remedium formidinis dictitabat. tum se quieti discrimini eriperet, orabat. vertit ille consiIium et, quod studioso dedit et quievit verissimo quidem somno. nam meatus animae, qui animo incohaverat, obit maximo. deducit quadriremes, ascendit illi propter amplitudinem corporis gravior et sonantior erat, ab iis, ipse non Rectinae modo, sed multis (erat enim frequens amoenitas qui limini obversabantur, audiebatur. sed area, ex qua diaeta adi- orae) laturus auxilium. properat illuc, unde alii fugiunt, rectumque batur, ita iam cinere mixtisque pumicibus oppleta surrexerat, ut, si cursum, recta gubernacula in periculum tenet adeo solutus metu, ut longior in cubiculo mora, exitus negaretur. Excitatus procedit seque omnis illius mali motus, omnis figuras, ut deprenderat oculis, dictaret Pomponiano ceterisque, qui pervigilaverant, reddit. in commune

La Rassegna d’Ischia 5/2009 17 erano rimasti desti fino a quel momento. Insieme esaminano motivo per cui mi ero fermato; poi il bagno, la cena ed un sonno se sia preferibile starsene al coperto o andare alla ventura allo agitato e breve. Si erano già avuti per molti giorni dei leggeri scoperto. Infatti, sotto l’azione di frequenti ed enormi scosse, i terremoti, ma non avevano prodotto molto spavento, essendo un caseggiati traballavano e, come se fossero stati sbarbicati dalle fenomeno ordinario in Campania, quella notte invece le scosse loro fondamenta, lasciavano l’impressione di sbandare ora da assunsero una tale veemenza che tutto sembrava non muoversi, una parte ora dall’altra e poi di ritornare in sesto. ma capovolgersi. Mia madre si precipita nella mia stanza: io D’altronde all’aperto cielo c’era da temere la caduta di pomici, stavo alzandomi con il proposito di svegliarla alla mia volta anche se erano leggere e corrose; tuttavia il confronto tra questi nell’eventualità che dormisse. Ci mettemmo a sedere nel cortile due pericoli indusse a scegliere quest’ultimo. In mio zio una ra- della nostra abitazione: esso con la sua modesta estensione sepa- gione predominò sull’altra, nei suoi compagni una paura s’impose rava il caseggiato dal mare. A questo punto non saprei dire se si sull’altra. Si pongono sul capo dei cuscini e li fissano con dei trattasse di forza d’animo o di incoscienza (non avevo ancora capi di biancheria; questa era la loro difesa contro tutto ciò che compiuto diciotto anni!): domando un libro di Tito Livio e, come cadeva dall’alto. Altrove era già giorno, là invece era una notte se non mi premesse altro che di occupare il tempo, mi dò a leg- più nera e più fitta di qualsiasi notte, quantunque fosse mitigata gerlo ed a continuare gli estratti che avevo incominciati. Ed ecco da numerose fiaccole e da luci di varia provenienza. Si trovò sopraggiungere un amico di mio zio, che era da poco arrivato conveniente di recarsi sulla spiaggia ed osservare da vicino se dalla Spagna per incontrarsi con lui; quando vede che io e mia fosse già possibile tentare il viaggio per mare; ma esso perdurava madre ce ne stiamo seduti e che io attendo niente meno che a ancora sconvolto ed intransitabile. Colà, sdraiato su di un panno leggere, fa un’energica paternale a mia madre per la mia inet- steso a terra, chiese a due riprese dell’acqua fresca e ne bevve. Poi titudine e a me per la mia noncuranza. Con tutto ciò io continuo delle fiamme ed un odore di zolfo che preannunciava le fiamme a concentrarmi nel mio libro come prima. spingono gli altri in fuga e lo ridestano. Il sole era già sorto da un’ora e la luce era ancora incerta e come Sorreggendosi su due semplici schiavi riuscì a rimettersi in pie- smorta. Siccome le costruzioni che ci stavano all’intorno erano di, ma subito stramazzò; da quanto io posso arguire, l’atmosfera ormai malconce, anche se eravamo in un luogo scoperto - che troppo pregna di cenere gli soffocò la respirazione e gli otturò la era però angusto - c’era da temere che, qualora crollassero, ci gola, che era per costituzione malaticcia, gonfia e spesso infiam- portassero delle conseguenze gravi e ineluttabili. Soltanto al- mata. Quando riapparve la luce del sole (era il terzo giorno da lora ci parve opportuno di uscire dalla cittadina; ci viene dietro quello che aveva visto per ultimo) il suo cadavere fu ritrovato una folla sbalordita, la quale seguendo quella contraffazione intatto, illeso e rivestito degli stessi abiti che aveva indossati: la dell’avvedutezza che è tipica dello spavento, preferisce l’opinione maniera con cui si presentava il corpo faceva più pensare ad uno altrui alla propria e con la sua enorme ressa ci incalza e ci spinge che dormisse che non ad un morto. Frattanto a Miseno io e mia mentre ci allontaniamo. madre... ma questo non interessa la storia e tu non hai espresso il Una volta fuori dell’abitato ci fermiamo; là diventiamo spet- desiderio di essere informato di altro che della sua morte. Dunque tatori di molti fatti sbalorditivi, ci colpiscono molti particolari che terminerò. - Stammi bene incutono terrore. Così i carri che avevamo fatto venire innanzi, sebbene la superficie fosse assolutamente livellata, sbandavano II - (...) Dopo la partenza di mio zio, spesi tutto il tempo che nelle più diverse direzioni e non rimanevano fermi al loro posto mi rimaneva nello studio, dato che era stato proprio questo il neppure se venivano bloccati con pietre. Inoltre vedevamo il mare che si riassorbiva in se stesso e che sembrava quasi fatto arretrare dalle vibrazioni telluriche. Senza dubbio il litorale si era avan- consultant, intra tecta subsistant an in aperto vagentur. nam crebis zato e teneva prigionieri nelle sue sabbie asciutte una quantità vastisque tremoribus tecta nutabant et quasi emota sedibus suis nunc huc, nunc illuc abire aut referri videbantur Subdio rursus quamquam levium exesorumque pumicum casus quia Campaniae solitus; illa vero nocte ita invaluit, ut non moveri metuebatur; quod tamen periculorum collatio elegit. et apud illum omnia, sed verti crederentur. inrumpit cubiculum meum mater: sur- quidem ratio rationem, apud alios timorem timor vicit. cervicalia gebam invicem, si quiesceret, excitaturus. resedimus in area domus, capitibus imposita linteis constringunt; id monimentum adversus quae mare a tectis modico spatio dividebat. dubito, constantiam incidentia fuit. Iam dies alibi, illic nox omnibus noctibus nigrior vocare an imprudentiam debeam (agebam enim duodevicensimum densiorque, quam tamen faces multae variaque lumina solabantur. annum): posco librum Titi Livi et quasi per otium lego atque etiam, placuit egredi in litus et ex proximo adspicere, ecquid iam mare ut coeperam, excerpo. ecce amicus avunculi, qui nuper ad eum ex admitteret, quod adhuc vastum et adversum permanebat. Ibi super Hispania venerat; ut me et matrem sedentes, me vero etiam legentem abiectum linteum recubans semel atque iterum frigidam poposcit videt, illus patientiam, securitatem meam corripit. nihilo segnius ego hausitque. deinde flammae flammarumque praenuntius odor sulpuris intentus in librum. alios in fugam vertunt, excitant Illum. Iam hora diei prima, et adhuc dubius et quasi languidus dies. iam Innitens servolis duobus adsurrexit et statim concidit, ut ego quassatis circumiacentibus tectis, quamquam in aperto loco, angusto colligo, crassiore caligine spiritu obstructo clausoque stomacho, tamen, magnus et certus ruinae metus, tum demum excedere oppido qui illi natura invalidus et angustus et frequenter interaestuans erat. visum; sequitur vulgus attonitum, quodque in pavore simile pruden- ubi dies redditus (is ab eo, quem novissime viderat, tertius), corpus tiae, alienum consilium suo praefert ingentique agmine abeuntis inventum integrum, inlaesum opertumque, ut fuerat indutus: habitus premit et impellit. corporis quiescenti quam defuncto similior. Interim Miseni ego et Egressi tecta consistimus. multa ibi miranda, multas formidines mater - sed nihil ad historiam, nec tu aliud quam de exitu eius scire patimur. nam vehicula, quae produci iusseramus, quamquam in voluisti. finem ergo faciam. - vale. planissimo campo, in contrarias partes agebantur ac ne lapidibus quidem fulta in eodem vestigio quiescebant. praeterea mare in se II - (...) Profecto avunculo ipse reliquum tempus studiis (ideo enim resorberi et tremore terrae quasi repelli videbamus. Certe processerat remanseram) impendi; mox balineum, cena, somnus inquietus et bre- litus multaque animalia maris siccis harenis detinebat. ab altero latere vis. Praecesserat per multos dies tremor terrae minus formidolosus, nubes atra et horrenda ignei spiritus tortis vibratisque discursibus

18 La Rassegna d’Ischia 152009 di animali marini. Dall’altra parte una nube nera e terrificante, morte, si auguravano la morte, molti innalzavano le mani agli lacerata da lampeggianti soffi di fuoco che si esplicavano in linee dei, nella maggioranza si formava però la convinzione che ormai sinuose e spezzate, si squarciava emettendo delle fiamme dalla gli dei non esistessero più e che quella notte sarebbe stata eterna forma allungata: avevano l’aspetto dei fulmini ma ne erano più e l’ultima del mondo. Ci furono di quelli che resero più gravosi grandi. i pericoli effettivi con notizie spaventose che erano inventate e A questo punto si rifà avanti l’amico spagnolo e ci incalza false. Arrivavano di quelli i quali riferivano che a Miseno la tale con un tono più inquieto e più stringente: “Se tuo fratello, se costruzione era crollata, che la tal altra era divorata dall’incendio: tuo zio vive, vi vuole incolumi, se è morto, ha voluto che voi gli non era vero ma la gente ci credeva. sopravviveste. Perciò perché indugiate a mettervi in salvo?”. Gli Ci fu una tenue schiarita, ma ci sembrava che non fosse la rispondiamo che noi non avremmo mai accettato di provvedere luce del giorno ma un preannuncio dell’avvicinarsi del fuoco. alla nostra salvezza finché non avevamo nessuna notizia della Il fuoco c’era davvero, ma si fermò piuttosto lontano; poi di sua. Egli non perde tempo, ma si getta in avanti correndo a più nuovo il buio e di nuovo cenere densa e pesante. Ad un tratto non posso si porta fuori dal pericolo. ci alzavamo in piedi e ce la scuotevamo di dosso; altrimenti ne Poco dopo quella nube calò sulla terra e ricoperse il mare: saremmo stati coperti e saremmo anche rimasti schiacciati sotto aveva già avvolto e nascosto Capri ed aveva già portato via ai il suo peso. Potrei vantarmi che, circondato da così gravi pericoli, nostri sguardi il promontorio di Miseno. Allora mia madre a non mi sono lasciato sfuggire né un gemito nè una parola meno scongiurarmi, ad invitarmi, ad ordinarmi di fuggire in qualsiasi che coraggiosa, se non fossi stato convinto che io soccombevo maniera; diceva che io, ancora giovane, ci potevo riuscire, che con l’universo e l’universo con me: conforto disperato, è vero, essa invece, pesante per l’età e per la corporatura avrebbe fatto ma pure grande nella mia qualità di essere soggetto alla morte. una bella morte se non fosse stata causa della mia. Io però risposi Finalmente quella oscurità si attenuò e parve dissiparsi in fumo che non mi sarei salvato senza di lei; poi presala per mano, la o in vapori, ben presto sottentrò il giorno genuino e risplendette costringo ad accelerare il passo. Mi ubbidisce a malavoglia e si anche il sole, ma livido, come suole apparire durante le eclissi. accusa di rallentare la mia marcia. Incomincia a cadere cenere, ma Agli occhi ancora smarriti tutte le cose si presentavano con forme è ancora rara. Mi volgo indietro: una fitta oscurità ci incombeva nuove, coperte di una spessa coltre di cenere come se fosse stata alle spalle e, riversandosi sulla terra, ci veniva dietro come un neve. torrente. Ritornati a Miseno, e preso quel po’ di ristoro che ci fu pos- “Deviamo, le dico, finchè ci vediamo ancora, per evitare di sibile, passammo tra alternative di speranza e di timore una essere fatti cadere sulla strada dalla calca che ci accompagna notte ansiosa ed incerta. Era però il timore a prevalere; infatti le e calpestati nel buio”. Avevamo fatto appena a tempo a sederci scosse telluriche continuavano ed un buon numero di individui, quando si fece notte, non però come quando non c’è luna o il alienati, dileggiavano con spaventevoli profezie le disgrazie loro cielo è ricoperto da nubi, ma come a luce spenta in ambienti ed altrui. chiusi. Avresti potuto sentire i cupi pianti disperati delle donne, le Noi però, quantunque avessimo provato personalmente il pericolo invocazioni dei bambini, le urla degli uomini: alcuni con le grida e ce ne aspettassimo ancora, non venimmo nemmeno allora alla cercavano di richiamare ed alle grida cercavano di rintracciare i determinazione di andarcene prima di ricevere notizie dello zio. genitori altri i figli, altri i coniugi rispettivi; gli uni lamentavano Stammo bene. le loro sventure, gli altri quelle dei loro cari taluni per paura della rupta in longas flammarum figuras dehiscebat: fulguribus illae et Paulum reluxit, quod non dies nobis, sed adventatis ignis indicium similes et maiores erant. videbatur. et ignis quidem longius substitit, tenebrae rursus, cinis Tum vero idem ille ex Hispania amicus acrius et instantius ’si frater’, rursus multus et gravis. hunc identidem adsurgentes excutiebamus; inquit, ’tuus, tuus avunculus vivit, vult esse vos salvos; si periit, operti alioqui atque etiam oblisi pondere essemus. possem gloriari superstites voluit. Proinde quid cessatis evadere?’ respondimus non non gemitum mihi, non vocem parum fortem in tantis periculis ex- commissuros nos, ut de salute illius incerti nostrae consuleremus, non cidisse, nisi me cum omnibus, omnia mecum perire misero, magno moratus ultra proripit se effusoque cursu periculo aufertur. tamen mortalitatis solacio credidissem. Nec multo post illa nubes descendere in terras, operire maria: cinxerat Tandem illa caligo tenuata quasi in fumum nebulamve discessit; Capreas et absconderat, Miseni quod procurrit, abstulerat. tum mater mox dies verus, sol etiam effulsit, luridus tamen, qualis esse, cum orare, hortari, iubere, quoquo modo fugerem; posse enim iuvenem, deficit, solet. occursabant trepidantibus adhuc oculis mutata omnia se et annis et corpore gravem bene morituram, si mihi causa mortis altoque cinere tamquam nive obducta. non fuisset. ego contra: salvum me nisi una non futurum; dein Pegressi Misenum curatis utcumque corporibus suspensam du- manum eius amplexus addere gradum cogo. paret aegre incusatque biamque noctem spe ac metu exegimus, metus praevalebat; nam et se, quod me moretur. Iam cinis, adhuc tamen rarus. respicio: densa tremor terrae perseverabat, et plerique lymphati terrificis vaticina- caligo tergis imminebat, quae nos torrentis modo infusa terrae tionibus et sua aliena mala ludificabantur. sequebatur. ’deflectamus’, inquam, ’dum videmus, ne in via strati Nobis tamen ne tunc quidem, quamquam et expertis periculum et ex- comitantium turba in tenebris obteramur’. vix consideramus, et spectantibus, abeundi consilium, donec de avunculo nuntius. Vale. nox, non qualis inlunis aut nubila, sed qualis in locis clausis lumine exstincto, audires ululatus feminarum, infantum quiritatus, clamores virorum: alii parentes, alii liberos, alii coniuges vocibus requirebant, vocibus noscitabant; hi suum casum, illi suorum miserabantur; erant, Testo latino e traduzione delle qui metu mortis mortem precarentur; multi ad deos manus tollere, Lettere di Plinio tratti dal sito plures nusquam iam deos ullos aeternamque illam et novissimam www.vesuvioweb.com noctem mundo interpretabantur. nec defuerunt, qui fictis mentitisque terroribus vera pericula augerent. aderant, qui Miseni illud ruisse, illud ardere falso, sed credentibus nuntiabant.

La Rassegna d’Ischia 5/2009 19 Cinema Tsotsi decide ugualmente di prendersi newyorkese. Nessun accenno all’apar- cura del piccolo. Ben presto il ragazzo theid (anzi, qui gli unici ricchi a vedersi Tsotsi si renderà conto che nelle sue condizio- sono di colore), quel che si denuncia di Carmine Negro ni sarà difficile anche soltanto nutrire il sono le condizioni in cui si trovano bambino. E per questo bambino mette a dover crescere i bambini senza (o Tsotsi vive in un posto senza spe- in gioco tutto se stesso. L’evento catar- con pessimi) genitori. Se è la violenza ranza, dove la vita non vale nulla e tico per il giovane sarà l’incontro con l’unica risposta all’abbandono, non si sopravvivere è l’unica cosa che conta. un neonato che troverà per sbaglio in un può che farne l’unico strumento di vita, All’improvviso la sua vita cambierà per auto che ha rubato e che cambierà per anche se da bambino la si è riconosciuta sempre e nel passato che aveva cancel- sempre la sua esistenza. La presenza come negativa e se ne è fuggiti via. lato troverà una speranza di futuro che di questa piccola creatura costringerà Rimane apprezzabile l’intento di re- non avrebbe mai immaginato. Il suo Tsotsi a confrontarsi con il suo pas- alizzare un film su questo argomento, nome è Tsotsi. sato, ripercorrendo a ritroso gli eventi che pone l’accento su una realtà su cui *** fondamentali che lo hanno condotto raramente si cerca di far luce nell’at- Tsotsi è un ragazzo di 19 anni che ad essere una persona cattiva e senza tuale cinematografia, ma il risultato conduce una vita all’insegna della compassione, che non conosce il senso non riesce ad imprimere quella forza violenza e della rabbia alla periferia di della parola dignità (come spesso gli necessaria per far emergere in maniera Johannesburg. Orfano di madre, morta ripete un suo amico), che va avanti evidente l’importanza degli argomenti di HIV, e cresciuto con un padre vio- giorno dopo giorno accumulando rab- proposti; la mancanza di un registro lento che abusava di lui, il protagonista bia e frustrazione per una realtà che sa stilistico ben preciso, che rimane un non è conosciuto come David ma come benissimo non potrà cambiare. elemento fondamentale per contraddi- Tsotsi. È il diciannovenne e spietato *** stinguere in maniera positiva opere di capobanda di un gruppo di giovani cri- Tsotsi è il film vincitore del premio questo spessore, limita le potenzialità minali, che vivono in una baraccopoli oscar 2005 come miglior film in lingua della pellicola. Interessante la frase del di Johannesburg. In fuga da un passato straniera. Diretto da Gavin Hood ed protagonista: “Se lo restituissi, potrei doloroso, Tsotsi ha rimosso qualunque ambientato a Soweto vicino a Johan- sempre tornare qui?”. ricordo della sua infanzia, compreso nesburg in Sudafrica, il film è basato Soweto è una città spaccata a metà, il suo vero nome: infatti nel gergo del sul romanzo di Athol Fugard. La storia che si divide fra le luci dei grattacieli e ghetto “Tsotsi” vuol semplicemente è stata trasposta nell’attualità perché i le baracche di lamiera. Lentamente lo dire “bandito”. Una notte, accade che temi affrontati sono universali e senza sguardo si sposta verso il quartiere nero Tsotsi spara ad una donna per rubarle tempo: la consapevolezza di sé e la re- e vi si sofferma, mentre i paesaggi si l’auto, senza rendersi conto che sul denzione. Lo stile è quello di un thriller tingono delle molteplici sfumature dei sedile posteriore dell’auto c’è un neo- psicologico in cui il protagonista sarà colori della terra. Fra le stradine non nato addormentato, figlio della donna. costretto a confrontarsi con la propria asfaltate di una periferia degradata si Nonostante la sua corazza di rabbia, natura aggressiva e ad affrontare le muovono gangsters spietati che ancora conseguenze delle proprie azioni. Gli riescono a turbarsi increduli di fronte attori parlano il linguaggio-slangs delle alla propria barbarie; gli occhi sono strade di Soweto; il mondo di Tsotsi è quelli brillanti di chi non si arrende un mondo di contrasti: baracche/gratta- eppure diventano sperduti e spauriti cieli, ricchezza/povertà, rabbia/dolore. quando il sangue comincia a scorrere. I personaggi, o meglio, i ragazzi, hanno Una spessa corazza, temprata dagli un’anima duplice: dietro alla corazza di eventi di esistenze difficili, li ha però rabbia e violenza si cela la loro umani- protetti dai propri impulsi emotivi. Per tà, il loro grido di aiuto, di attenzione e Tsotsi qualcosa è destinato a cambiare: di rispetto. il Destino ha le fattezze di un bambi- Allo sviluppo della colonna sonora no nero fragile e inerme, un piccolo del film ha collaborato anche il poeta spiraglio di luce per un ragazzo già e cantante sudafricano Vusi Mahlasela terribilmente vecchio, che ha visto (la colonna sonora “kwaito” sembra la scivolare via la propria innocenza in versione esotica dell’hip-hop dei ghetti una famiglia distrutta; ha rinforzato le statunitensi). Il montaggio a volte si sue ossa bambine vivendo ai margini di presenta veloce e “energetico”. una township in un ammasso di tubi di Tsotsi è film globalizzato, siamo in Africa, ma potremmo essere nel Bronx continua a pagina 38

20 La Rassegna d’Ischia 152009 Taccuino di viaggio di Giuseppe Mazzella e Gianni Vuoso Ponza l'altra Ischia Abbiamo deciso con Gianni Vuoso, coetaneo, amico, compagno e collega da oltre mezzo secolo, di fare un “viaggio della memoria”, cioè di andare a vedere, di cercare di capire e di immaginare la “colonizzazione” ischitana di Ponza. Abbiamo quest’estate già fatto due escursioni insieme con la sua “canoa rossa”. Siamo partiti – una volta in luglio ed un’altra in agosto – dalla sua spiaggia della Mandra, il villaggio storico dei pescatori ischitani, dove Gianni ha le sue radici e dove vive con la moglie Susy in una casa antica, ed abbiamo costeggiato il tratto di mare che unisce la Mandra al Castello Aragonese e at- traverso gli Scogli di Sant’Anna siamo Veduta di Ponza giunti fino alla spiaggia di Cartaromana dove ci siamo bagnati in un’acqua limpida che la natura chiamava la “storia vivente fatta di luci ed ombre” - con mantiene intatta, nonostante le offese degli uomini. il Castello di Gerone di Siracusa, i palazzi, le chiese: così Ischia Ponte ha su di me un fascino unico. Qui vedo dalla canoa di Gianni vedo i secoli passare davanti ai miei la bellezza del Creato, – poiché mi è più “razionale”, occhi, il trecento, il cinquecento, quasi mi appare Don nell’impossibilità di spiegare la ragione dell’esistenza e Orazio Tuttavilla, governatore e castellano nella sua torre dell’esistente, credere in un Dio fabbricatore dell’Universo che la famiglia Malcovati nel secolo XX ha chiamato lo anziché in una materia che genera se stessa per poi morire “Scuopolo”. Vedere la “storia” di questa nostra isola antica - vedo questa bellezza nel mare che mi accoglie e nell’ dal mare in un’assolata giornata d’estate è una straordi- “insula minor” cioè il Castello, negli Scogli di Sant’Anna, naria suggestione. In nessun altro posto, se non nel Borgo a Vivara, a Procida. Sento, ad Ischia Ponte, la presenza di Celsa, come correttamente si dovrebbe chiamare Ischia della “storia stratificata”, ciò che il prof. Edoardo Malagoli Ponte, si avverte l’ “antichità umana” di Ischia. Ed esprimo a Gianni il desiderio di vedere Ponza. «Pensa – dico a Gianni – che le isole pontine, Ventotene e Ponza, sono state “colonizzate” dagli ischitani nel XVIII secolo, dopo essere rimaste quasi disabitate per circa due secoli a causa delle incursioni saraceniche. I Ventotenesi ed i Ponzesi hanno nella grande maggioranza cognomi ischitani e ci sono moltissimi Mazzella a Ponza. Ho trovato su Internet un Giuseppe Mazzella assessore comunale e altri due Mazzella, Andrea e Luigi, consiglieri comunali. Com’è oggi questa comunità ischitana trapiantata su un’al- tra isola a 40 miglia da Ischia da oltre due secoli? Che ne è della memoria collettiva? Sono anni che voglio andare a Ponza per vedere e conoscere ed ogni anno rimando. Sono stato a Parigi e a Londra, ma non sono stato a Ponza. È una vergogna. Vogliamo andarci insieme attrezzati di macchina fotografica e videocamera e carta e penna per gli appunti?». Giuseppe Mazzella (a sinistra) e Gianni Vuoso in canoa Gianni, uomo di scuola di straordinario impegno,

La Rassegna d’Ischia 5/2009 21 professore di italiano e storia alle e, se faceva cose strane o malvage, era forti. Mi è rimasta una segreta paura Medie ed alle Superiori, inguaribile perché non poteva evitarle. La luna lo dell’umore del mare. Di questa stupen- innamorato del giornalismo militante fa reagire come una donna, pensò», da donna, della quale non posso fare a da oltre quaranta anni, è d’accordo scrive Hemingway nel suo capolavoro. meno e che molte volte a causa della immediatamente. Anche lui non è mai Anche per me il mare è stato una donna sua forza mi ha impedito da Napoli di stato a Ponza. Siamo fortunati – un che ho amato e temuto avendo fatto per tornare a casa dall’altra mia donna, segno del destino – poiché incontria- ventisei anni il pendolare tra Napoli costringendomi a trovare un rifugio sul mo in rada agli Scogli di Sant’Anna ed Ischia ogni giorno. Come i ricordi continente nella grande città di Napoli. sulla sua barca l’avv. Nello Mazzella, degli amori finiti, i ricordi delle terribili Anche per il nostro viaggio a Ponza ho presidente dell’Associazione per il mareggiate d’inverno o d’autunno e questo timore. (Giuseppe Mazzella) Comune Unico dell’isola d’Ischia, un perfino le buriane d’estate sono più “ponzese di ritorno”, poiché sia il padre che la madre erano ponzesi, trasferitosi Da Ischia a Ponza ad Ischia per lavoro negli anni ‘50 del ‘900. A Nello – che salutiamo con rito La prima isola che incontri venendo da Ischia, anche se non sulla stessa rotta, indiano su proposta di Gianni - dicia- è Procida. mo che vogliamo andare a Ponza per Con l’avvento dei Borbone nel Regno di Napoli, nel 1734, si ha un notevole scoprire l’ “altra Ischia”; gradiremmo la miglioramento delle condizioni socio-economiche dell’isola, dovuto anche sua compagnia nell’occasione, ma non all’estinzione della feudalità nel 1744 per opera di Carlo III che inserisce Procida glielo permette il giorno fissato per il tra i beni allodiali della corona, facendone una sua riserva di caccia. viaggio. In questo periodo la marineria procidana si avvia verso il suo periodo di mas-

simo splendore, accostando a questa anche una fiorente attività cantieristica fino La partenza a tutto il secolo successivo, vengono varati nell’isola bastimenti e brigantini che Si parte mercoledì 26 agosto alle affrontano la navigazione oceanica; verso la metà del XIX secolo circa un terzo ore 9 dal porto di Casamicciola con il di tutti i “legni” di grande cabotaggio del meridione d’Italia proviene da cantieri potente aliscafo della SNAV costruito procidani. nei cantieri Rodriquez di Messina “Paranzelli” e trabiccoli di quella località, già nel Settecento, ma soprattutto che conservano il brevetto del nome nel secolo successivo hanno incessantemente alimentato il commercio con la “aliscafo” nonché delle tecniche di nostra città e il retroterra, trasportando dalla Puglia essenzialmente vino ed olio costruzione. L’aliscafo – al comando ed esportandovi botti, cotone, pelli, canapi, legumi secchi, grano, ecc. del capitano Luigi Muro di Procida con Lasciata Procida, incontri Ventotene, a 18 miglia da Ponza. Appena attracchi, il direttore di macchina Luigi Ottato di t’accorgi d’essere sbarcato su un’isola che è una tavola, non galleggiante certo, Forio d’Ischia, quasi come un segno ma di solo qualche metro sopra il livello del mare. E venendo da Ischia, già ti che le isole flegree volessero guidarci meravigli di non ammirare un’altura come l’Epomeo o colline come quelle che verso le pontine – raggiungerà Vento- lo circondano. Grazie alla sua felice collocazione, il porto costituisce il cardine tene in circa 50 minuti percorrendo 20 del sistema insediativo di Ventotene. miglia marine. Dopo altre 18 miglia in Alla fine del ‘700, sotto la dominazione borbonica, vengono apportate le prime pieno Mar Tirreno si raggiunge Ponza. alterazioni alla struttura del porto romano, conseguentemente allo sviluppo edifi- È una splendida giornata di sole. Il catorio del nucleo edilizio sovrastante. La connessione tra le due quote - e dunque mare è calmo come “la Mar” di Ernest tra il porto e l’interno dell’isola -, che sin dall’età romana era assicurata da una Hemingway ne “Il vecchio e il mare”. galleria scavata nella roccia, sull’estremità meridionale della banchina portuale, «Pensava sempre a la mar, come viene ridefinita mediante la realizzazione di due nuove strutture di comunicazione: lo chiamano in spagnolo, quando lo una strada carrabile ad arco di cerchio lungo l’insenatura del Pozzillo, ai piedi amano. A volte coloro che l’amano della nuova quinta edilizia, e la rampa pedonale a zig-zag, interclusa nel sistema ne parlano male, ma sempre come se di case che si affacciano sull’invaso portuale. parlassero di una donna. Alcuni fra Qui, circa duecentosettanta anni fa, il primo gruppo di coloni è formato da circa i pescatori più giovani, di quelli che cinquanta famiglie ischitane cui sono assegnati in enfiteusi perpetua, pezzi di terra usavano gavitelli come galleggianti per da coltivare e case a scopo abitativo nella zona meridionale dell’isola. le lenze e avevano le barche a motore, Lasciano l’isola perché ad Ischia le condizioni di vita sono difficili. comprate quando il fegato di pescecane Intorno al 1734 il prezzo dei viveri sull’isola era quasi raddoppiato, la stessa rendeva molto, ne parlavano come el vendemmia, per quanto fosse stata abbastanza ricca, non dava i suoi frutti dal mar al maschile. Ne parlavano come punto di vista economico e il vino restava smerciato nelle botti. Si era quindi al di un rivale o di un luogo o perfino di più grande sfacelo che investiva non solo la povera gente ma anche la Chiesa. un nemico. Ma il vecchio lo pensava Si pensi al Monastero della Consolazione: qui le suore rinchiuse nel Convento, sempre al femminile e come qualcosa avevano speso duemila ducati, ma ne avevano ben cinquemila di debiti ed erano che concedeva o rifiutava grandi favori quindi ridotte a sbarcare il lunario con poche grane al giorno.

22 La Rassegna d’Ischia 152009 Nel contempo, c’erano famiglie di l’occasione d’oro per passare dalla not- servivano come mezzo propulsivo nelle ricchi che potevano disporre di molti te al giorno, per cambiare vita. Come calme di vento e poi per la manovra ducati d’oro, contribuivano alla costru- raggiungere Ponza? Forse in cambio di accostamento nei porti. Mediante zione di chiese e di palazzi e vivevano di prodotti della terra qualcuno riesce scalmotti il bordo libero veniva rialzato in un vero e proprio sfarzo. a farsi accompagnare dai più ricchi così da avere delle falchette fisse late- Tanto per rendersi conto delle condi- pescatori che usano le feluche. Qualche rali fino a trequarti della barca; a poppa zioni reali, quotidiane, di vita, usiamo altro forse, usufruisce di un servizio di invece erano levabili (precisi incastri apposite tabelle di conversione. Con- trasporto marittimo assicurato dalla erano ricavati nella tavola intagliata siderato che un ducato corrispondeva famiglia dei Colonna, di Forio. Ma non che fungeva da specchio di poppa), per a 4 lire e 25 centesimi piemontesi, dimentichiamo che il golfo di Napoli agevolare il carico e lo scarico delle possiamo stabilire che il valore del era comunque attraversato da una ricca merci dalla spiaggia. ducato, rapportato ai giorni nostri, era flotta borbonica che, ovviamente, non Lo scafo della feluca sorrentina rag- di circa 16 € per cui un grano (che ne poteva non facilitare il trasporto di que- giungeva mediamente una lunghezza era il centesimo) valeva 0.16 €. Il costo sti ischitani a Ponza, visto l’interesse complessiva di 65 palmi napoletani, della vita era basso rispetto agli altri espresso dallo stesso re. pari a circa 17 metri, con una larghezza stati preunitari e lo si può dimostrare La feluca sorrentina è una delle massima di 3,70 metri. paragonando i salari, che pure non era- imbarcazioni più caratteristiche della La poppa veniva riccamente in- no certo elevati, con il costo dei generi penisola sorrentina, orgoglio dei co- tagliata in bassorilievo: nella parte di prima necessità; la giornata di lavoro struttori locali, che ha navigato per oltre esterna facevano riferimento al nome di un contadino era pagata 15-20 grana, un secolo. Le origini risalgono alle più dell’imbarcazione, mentre all’interno quella degli operai generici dai 20 ai antiche e classiche feluche latine, con raffiguravano il santo protettore. 40 grana, 55 per quelli specializzati; la poppa sporgente ossia “a seggiola”. La penisola sorrentina dista da Na- 80 grana spettavano ai maestri d’ope- Fra i reperti iconografici, le ritrovia- poli circa 50 chilometri e per secoli i ra; a tali retribuzioni veniva aggiunto mo in un quadro di G. A. Hachert del collegamenti via terra sono stati scarsi, un soprassoldo giornaliero di 10-15 1794 raffigurante la marina di Alimuri mentre via mare la distanza fra le due grana per il vitto; un impiegato statale presso . Il termine “feluca” era è di appena 12 chilometri, e per questo percepiva 15 ducati al mese, un tenente inteso come sinonimo di imbarcazione tutto il traffico si è sempre svolto per di fanteria 23 ducati, un colonnello di sottile e veloce. mare ed ancora oggi un ottimo colle- fanteria 105 ducati; di contro, un rotolo La feluca sorrentina era caratterizzata gamento è dato dagli aliscafi. di pane (890 grammi) costava 6 grana, da uno scafo dalle linee filanti, dalla La feluca sorrentina è nata principal- un equivalente di maccheroni 8 grana, prua sottile con l’asta dritta, alta e mu- mente per svolgere il traffico di merci di carne bovina 16 grana; un litro di nita di pernaccia e poppa a cuneo. e persone nel golfo di Napoli: queste vino 3 grana, tre pizze 2 grana. Era attrezzata con due alberi uguali, barche partivano la mattina e tornavano Per fronteggiare la grave condizione uno sistemato circa a mezza barca e la sera. Dovevano quindi essere dei di povertà ad Ischia era molto diffuso l’altro quasi a metà tra l’albero stesso e mezzi veloci, maneggevoli ed in grado il baratto, il cosiddetto “cala-cala”. Dai la prua (un po’ più spostato verso prua). di trasportare carichi dei prodotti tipici pendii di San Pancrazio, della Scarru- Gli alberi erano armati con vele latine della zona, in particolare olio, latticini, puta, i contadini scendevano, “si cala- uguali, a forma quasi trapezoidale. ortaggio, pescato e soprattutto arance vano” a mare per consegnare i prodotti A bordo vi erano quattro o più remi e limoni. Questi ultimi venivano accu- della terra e in cambio ricevevano dai di circa sei metri di lunghezza che, ratamente confezionati in casse sulle pescatori, che potevano avvicinarsi alla sistemati due a prua e due a poppa, spiagge della penisola e trasportati al costa, un po’ di pesce. Un’operazione che poteva avvenire solo quando l’agri- coltore poteva disporre dei prodotti, il che capitava abbastanza di rado. Infatti, chi lavorava la terra veniva chiamato saltuariamente dai ricchi, col solito si- stema del caporalato. Praticamente non erano alle dipendenze, ma vivevano in uno stato di povertà inimmagina- bile, quello stesso precariato che oggi caratterizza classi sociali ben diverse, comprendenti intellettuali e giovani. Dinanzi al miraggio di diventare pro- prietari di un pezzo di terra, decine di ischitani non ci pensano su due volte. È Ischia - Il Castello

La Rassegna d’Ischia 5/2009 23 porto di Napoli per essere ricaricati sui velieri e bastimenti con cui andavano in America o in Nord Europa. Spesso nel- le acque portuali questo compito veniva svolto mediante pontoni detti sandali, di costruzione sempre sorrentina, con i quali si andava fin sotto ai velieri. Sulle spiagge locali, tra Meta e Sorrento, dalla seconda metà del XIX secolo alla prima guerra mondiale, ne furono varate a decine e gran parte di queste feluche furono motorizzate prima della prima guerra mondiale. (Gianni Vuoso)

La traversata e l’arrivo

Costeggiamo Casamicciola, Lacco Ameno e Forio per poi entrare nel mare aperto. Arriviamo a Ventotene verso le 9.50. Ventotene è la più piccola isola delle pontine e delle partenopee. La sua superficie è di soli 1,54 kmq ed ha soli 708 abitanti. È il comune più piccolo dell’Italia centrale e fino al 1931 faceva parte della Provincia di Napoli. È un pezzo di roccia nel mare e l’altezza più alta è Punta Eolo di soli 118 metri, poca cosa rispetto a 788 metri del Monte Epomeo di Ischia. Anche Ventotene è stata colonizzata dagli ischitani ma è un approfondimento che io e Gianni ci riserviamo per un altro viaggio. Ponza - Il porto Attracchiamo nel porto borbonico di Ponza in perfetto orario e la prima tappa è la sede della Pro Loco sul Molo Musco, per prendere un po’ di docu- mentazione e parlare con la presidente che si chiama Bonaria Mazzella, alla quale ho telefonato un giorno prima, ma non la troviamo, e la cortese ragazza dell’Ufficio ci dice che dobbiamo re- carci alla libreria di Silverio Mazzella sul corso Carlo Pisacane per avere le notizie che cerchiamo. Pensiamo di essere gli unici turisti- pendolari che scelgono di stare a terra, di visitare l’abitato di Ponza, anziché quello che fanno tutti e che lo stesso direttore di macchina dell'aliscafo, il nostro compaesano Ottato, ci ha con- sigliato: «Ponza è soprattutto mare, le coste sono bellissime con stupende grotte ed il mare è cristallino da far concorrenza a quello della Sardegna». Giuseppe Mazzella e Gianni Vuoso sul molo di Ponza

24 La Rassegna d’Ischia 152009 Si possono acquistare una copia della cartografia delle tre isole di Silverio ed anche una copia della carta geologica di C. Doelter redatta alla fine del 1800, nonché la carta nautica di Cassini del 1793 ed ancora la carta del porto bor- bonico di Ponza del 1792. La cosa che più colpisce me e Gianni è che Silverio parla “napoletano”, ha un accento “napoletano” come tutti i ponzesi. È straordinario come, pur non essendoci più collegamenti con Ischia e Napoli e pur essendo diventati dei “laziali” o “ latini” da circa 80 anni, i ponzesi parlino e si sentano “napoleta- ni”. «È provato che un dialetto, nella sua forma antica, si conserva meglio lontano dal luogo di provenienza. Noi Nella libreria di Silverio Mazzella ponzesi parliamo l’ischitano che si parlava ad Ischia nel XVIII secolo e ci Ma noi siamo venuti per conoscere i libreria si trova su questo corso ed è sono parole nel nostro lessico che non nostri compaesani che sono arrivati qui condotta da Silverio Mazzella, 58 anni, ho trovato per esempio nel napoletano. nel 1734. e dal figlio Gennaro, 25 anni, anche stu- Il nostro dialetto viene conservato an- Il viaggio di andata è finito ed adesso dente universitario a Roma. Si chiama che dalle numerose comunità ponzesi comincia la scoperta. “Il Brigantino”, come il veliero a due in Italia ed all’estero. C’è una comunità Ponza è la più grande delle isole pon- alberi che è il logo della libreria. di 500 ponzesi all’isola d’Elba e perfino tine. Ha una superficie di 7,22 kmq., Qui sono poste in vendita le bellis- in Sardegna. All’estero, soprattutto a cioè è molto più piccola di Capri che ha sime foto scattate da Silverio con la New York, c’è ancora una comunità una superficie di 12 kmq. È attorniata collaborazione di suo figlio. Anche le ponzese nel Bronx», ci spiega Silverio dalle altre isolette di Palmarola (1,36 cartoline sono sue fotografie così come al quale ribatto che noi ad Ischia ab- kmq), Zannone (1 kmq), Gavi (14,06 tutte le stupende immagini della guida. biamo diverse sfumature del dialetto ettari), tutte disabitate e sottoposte Silverio è anche l’autore di una guida napoletano, a seconda della comunità, a vincolo ambientale. Gli abitanti al illustrata sulla flora di Ponza e dei suoi tanto da esser stato materia di studio censimento del 1991 erano 3315, ma corollari Palmarola e Zannone, scritta per i glottologi. Il dialetto del comune di fatto, durante la lunga stagione insieme al fratello, avvocato a Roma e di Forio è così diverso dal napoletano invernale che “socialmente” dura da pubblicista, che si chiama Giuseppe e che ha avuto poeti e scrittori come ottobre a maggio, gli abitanti diventa- con il quale Silverio gestisce anche un Giovanni Maltese e Giovanni Verde e no circa 2700. Il centro dell’isola per piccolo albergo di sole sette camere perfino una grammatica scritta da Gio- consistenza edilizia e per attività eco- in località Le Forna e che si chiama vanni Castagna (Giuseppe Mazzella) nomiche e sociali è rappresentato dal proprio “Piccolo Hotel Ponza”. porto borbonico e dalla cittadella fatti costruire da Re Ferdinando IV di Bor- Una chiacchierata a Ponza, fra eredi bone nel XVIII secolo. La costruzione del porto iniziò nel maggio del 1768 dei vecchi colonizzatori e terminò appena undici anni dopo, Peppino è forse parente dei Giuseppe, Silverio e tanti altri Mazzella, nonché, alla fine del 1779, proprio l’anno della come forse potrebbe dimostrare la ricostruzione dell’albero genealogico, dello fallita rivoluzione napoletana alla quale stesso Mattia, uno dei primi agricoltori ischitani, partiti da Campagnano. A Ponza, Ponza partecipò con il martire della proprio sul corso, sulla passeggiata che sovrasta il bellissimo porto borbonico, libertà Luigi Verneau ed il cui sacrificio videoregistro una chiacchierata fra… eredi. è ricordato con una lapide posta sulla Il mio amico, collega e compagno di viaggio Peppino incontra un Pacifico, parete d’ingresso del Municipio. cugino del prof. Pacifico, affermato docente di latino e greco al Liceo Classico La vita civile di Ponza è tutta concen- “V. Scotti” di Ischia. trata nella passeggiata pensile – circa - Mio cugino, il professore, era ponzese come me… - 500 metri - sul porto che oggi porta - Ma tu sei più legato ad Ischia o a Ponza? gli chiede Peppino - il nome di Carlo Pisacane. L’unica - Come si fa a non essere innamorati di Ischia, però Ponza mi attrae perché è

La Rassegna d’Ischia 5/2009 25 più piccola; ad Ischia mi attrae molto S. del corso, con i tipici prodotti adatti - Oltre a Mazzella si parla di France- Angelo, mi ricorda appunto la piccola per tutti i turisti (sandali, magliette sco Albano, Francesco Sasso, Andrea Ponza. - del luogo, cappelli, costumi, souvenirs, Alfano, Migliaccio, Carmine Conte, - Sento che il tuo accento è chiara- molta merce esposta senza prezzi) nella Pietro Coppa, Pietro Mazzella, Gen- mente napoletano, non romano - libreria “Il Brigantino”: naro Migliaccio, Andrea D’Arco, - Ma noi siamo innanzitutto figli dei - Ti dò il benvenuto dopo 260 Sebastiano Amalfitano… borboni, certo divisi fra ricchi e poveri, anni- esordisce Silverio, ed un sorriso Nomi che ci ricordano tanti amici per esempio noi siamo qui a chiacchie- smuove la folta barba che gli circonda che vivono ancora ad Ischia con lo rare su questo corso dove sorgevano un bel viso pasciuto e tranquillo, un stesso nome e lo stesso cognome. le case dei grandi nobili di allora, per Hemingway nostrano. Sarebbe davvero un gran bel lavoro esempio i Tagliamonte. - - Ho piacere di salutarti anch’io che quello di rovistare fra le carte per in- - E che cosa pensi dell’arrivo di oltre finalmente, a sessant’anni, sono riusci- dividuare i diretti discendenti di questi un centinaio di ischitani qui a Ponza, to a mettere piede qui a Ponza, risponde colonizzatori e scoprire che un nostro dei Mazzella e di tutti gli altri? - austero Peppino. Gino Coppa, grande artista foriano di - Un detto popolare - risponde sorri- Comunque, la scena è quasi commo- fama internazionale, discende appunto dendo il Pacifico - ci offre la spiegazio- vente. Manca solo la Carrà che grida da quel Coppa che sbarcò a Ponza ne del tuo cognome Mazzella: mazza, felice di essere riuscita a riunire due oltre due secoli fa o che l’ex sindaco corna e zella per la disponibilità a fare a familiari che non si vedono più da una e assessore regionale Enzo Mazzella botte, perché i Mazzella erano vogliosi vita, “E qui!”. (tra l’altro originario di Campagnano) dal punto di vista sessuale e perché Ci tuffiamo subito tra le carte, do- proveniva proprio da Mattia o magari avevano pochi capelli. Ma scherzi a cumenti pazientemente raccolti da da Pietro Mazzella, o che l’ex sindaco parte, io so che molti di loro venivano a Silverio nei suoi attenti e scrupolosi di Casamicciola Peppino Conte ha le Ponza come coatti condannati ai lavori anni di ricerca e ci informa subito: sue origini nel colonizzatore Carmine forzati. - Il primo colonizzatore di Ponza è Conte. - Però, secondo me - si introduce Fran- stato Mattia Mazzella. Partì nel 1734 Silverio trascorre il suo tempo nella cesco De Luca, dirigente scolastico da Ischia, da Campagnano, per venire sua libreria: in pensione - per loro dovette essere qui ad impossessarsi del pezzo di ter- - L’ultima- precisa -; eravamo in una grande fregatura quello che fu il reno promesso dal re Carlo III. Mattia tre fino a qualche anno fa ma la gente miraggio di usufruire, gratuitamente, sposò Giulia Ariamone, dalla quale legge sempre meno e la libreria sta di- di appezzamenti di terreno da parte ebbe numerosi figli: Sabato, Michele, ventando un luogo elitario frequentato dei borboni… Teresa, Lucia, Brigida, Fabrizio, Bar- da troppo poche persone. - - E perché? - chiede Peppino - tolomeo. Mattia ricevette un bel pezzo E quindi d’inverno si chiude? – gli - Perché molti non erano terreni col- di terra come potete notare da questa chiediamo tivabili, c’erano perfino i faraglioni, planimetria…- - No, resto aperto, ma la popolazio- molti scogli, terreni scoscesi sui quali Silverio infatti è riuscito a trovare ne è tutta qui, che vuoi che si faccia. non puoi neanche camminare. - la planimetria dei vari appezzamenti Un’occasione per occuparmi di più di - Quindi secondo te - incalza il mio consegnati alle 52 famiglie provenienti queste ricerche storiche, per realizzare amico Mazzella ischitano - erano agri- da Ischia. Fra le altre, è sempre Silverio i miei lavori artistici... - (Gianni Vuo- coltori gli ischitani che vennero qui?- a ricordare: so) - Innanzitutto erano povera gente, erano poverissimi - precisa De Luca - vennero qui solo con la loro povertà e L’ incontro al Municipio subirono anche le scelte imposte dalla chiesa, per esempio San Silverio, mica con gli assessori Mazzella e Pagano se lo portarono da Ischia. La Chiesa Mezzogiorno è passato da poco quando entriamo nel Municipio, localizzato pensò di sceglierlo come santo martire sempre nella lunga costruzione della Cittadella borbonica. Un tempo era l’ufficio adatto a fare da patrono a questa povera del Governatore. Siamo ricevuti nella stanza del sindaco – che è probabilmente gente. - l’unica stanza di rappresentanza del Municipio – dall’assessore al commercio, - D’estate passiamo ai 15 mila abitanti Giuseppe Mazzella e dall’assessora al turismo Maria Civita Pagano, una bella dai 3 mila invernali - riprende Pacifico signora che di professione fa l’agente immobiliare. Abbiamo notato con Gianni che - abbiamo una squadra che partecipa al a Ponza ci sono molte agenzie immobiliari che vendono case ma che soprattutto campionato di terza categoria di calcio. gestiscono i fitti estivi. L’isolano deve aggregarsi per forza. Ci La Guida su Ponza e le sue isole, pubblicata dalla Pro Loco, segna 13 agenzie sono molti anziani. I giovani d’inverno immobiliari; 17 alberghi di cui solo uno con quattro stelle; 10 fittacamere autoriz- vanno via, a Formia, a Napoli. - zati; una azienda agricola; 19 Bed & Breakfast; 30 case ed appartamenti privati; Subito dopo, fatte le riprese ai negozi 2 residence per vacanza.

26 La Rassegna d’Ischia 152009 Al Comune di Ponza con gli assessori G. Mazzella e M. Pagano

«Complessivamente disponiamo anche se non abbiamo più collegamenti a Ponza per intraprendere una attività di circa 1000 posti-letto nelle attività marittimi sia con Napoli che con Ischia come vedremo. Si “combinavano” alberghiere e circa 14mila posti-letto e Procida – sottolinea Pagano che anche matrimoni fra ponzesi ed ischi- nelle attività di fittacamere, di Bed & anche dall’accento non tradisce la sua tani e viceversa. Insomma le isole Breakfast e case private e nei periodi provenienza napoletana – ed ancor oggi “napoletane” erano collegate fra loro. di alta stagione cioè il mese di agosto molte famiglie si recano, passando da Un collegamento marittimo “regolare” arriviamo ad ospitare circa 15 mila tu- Formia, a Napoli per gli acquisiti come ebbe inizio nel 1904 con la motonave risti di cui ormai il 98% è costituito da era nella nostra tradizione». “Lampo” ma prima ancora nel 1857 italiani» ci dice l’assessora Pagano. L’assessora propone un gemellaggio fu istituito un collegamento “quindici- Il sistema commerciale è costituito da con Ischia per ripristinare i collegamen- nale” tra Ponza e Napoli, naturalmente 43 ristoranti; 13 pizzerie; 4 ritrovi not- ti umani tra le due popolazioni ed è cosa toccando Ischia, con una nave a vapore turni; 18 bar; 3 gelaterie; 2 pasticcerie; che registriamo con piacere. chiamata “Messaggeria”. 7 profumerie; 9 negozi di artigianato. Fino al 1976, cioè fino a quando i Il collegamento marittimo fra le genti Poiché l’isola viene goduta soprattutto collegamenti nelle isole partenopee e di Ponza, Ischia, Procida e Napoli è dal mare, notevole è il numero del ponziane furono gestiti dalla SPAN – stato interrotto dopo 119 anni! noleggio di barche. La guida ne segna Società Partenopea Anonima di Navi- Oggi c’è una sola linea di navigazio- 23, mentre il noleggio con custodia di gazione - c’erano due corse settimanali ne quella a mezzo aliscafo della SNAV barche ne segna 7. L’armamento per di piroscafi – il martedì ed il giovedì che abbiamo preso noi che parte da gite in barca segna 10 piccole aziende. – sulla linea Ponza-Ventotene-Forio- Napoli, ferma a Casamicciola per poi Ci sono anche due scuole per sub. Casamicciola-Ischia-Procida-Napoli. fare scalo a Ventotene ed arrivare a «La nostra stagione turistica ha una La traversata durava circa 5 ore da Ponza. La linea è però limitata al solo durata di 60 – 70 giorni e quest’anno Ponza a Napoli. Gli ischitani chia- periodo di alta stagione – luglio ed c’è stato un drastico calo delle presenze mavano quella linea della SPAN, che agosto. (Giuseppe Mazzella) che stimiamo intorno al 40% dovuto al riceveva comunque un finanziamento sequestro di dieci pontili disposto dai statale anche per i servizi postali, “ ‘U Il sequestro giudici di Latina» spiega l’ass. Pagano vapore e’ Ponza” perché i ponzesi veni- dei dieci pontili ma sull’argomento del sequestro dei vano a Napoli per gli acquisti e per gli La Pagano, assessora al turismo, a pontili si preferisce non soffermarsi. Lo approviggionamenti. Il collegamento proposito dell’ultimo fatto di cronaca faremo noi cercando di ascoltare altre marittimo tra le isole ponziane e quelle che ha visto Ponza al centro dell’atten- voci poiché abbiamo anche un po’ di flegree favoriva anche i rapporti umani zione della stampa nazionale non può documentazione giornalistica. e commerciali. Molti ponzesi commer- fare a meno di precisare che il seque- «Abbiamo mantenuto, anche se ciavano con le attività alberghiere di stro dei dieci pontili ha procurato una sporadicamente, i nostri collegamenti Ischia o si fermavano ad Ischia mentre mazzata di almeno un 40% di presenze culturali e commerciali con Napoli, alcuni ischitani decidevano di trasferisi turistiche in meno quest’anno.

La Rassegna d’Ischia 5/2009 27 - E perché il sequestro? - delle regole, la inadeguatezza a fare E non c’è gemellaggio più azzeccato - Ma che volete che vi dica? - sistema, la poca attitudine a considerare quando si parla poi di rifiuti, di trasporti L’opposizione capitanata dal gruppo il turismo, oltre che una fonte di guada- marittimi: nel manifesto si parla di “Ponza c’è” appare invece più caustica gno, anche una realtà da salvaguardare, incapacità «di portare a regime quelle e scrive in un suo ultimo manifesto di tutelare, rispettare e comprendere». peculiarità ambientali sostenibili che agosto che «Il non aver voluto, potuto Sembra quasi di stare ad Ischia quan- caratterizzano un’isola che di turismo o saputo organizzare un piano portuale do leggiamo ancora: «in questi anni si nutre; di comportamenti incom- e spiagge, degno di questo nome, ha abbiamo fatto di tutto per distruggere prensibili dei vari armatori di navi portato a queste vicissitudini giudizia- quelle che erano le nostre peculiarità di e mezzi di trasporti marittimi, senza rie quotidiane cui assistiamo impotenti isola a vocazione turistica». comprendere che la certezza della mo- e anche un pochino increduli». E ancora: «Il non aver voluto o saputo bilità marittima per un’isola, è vitale; - E i turisti che sono qui da dove concretamente affrontare e risolvere il di non aver voluto, saputo o compreso arrivano? Chiede Peppino. - problema delle discese a mare è una che la valorizzazione del territorio - Sono italiani, provengono da Roma, causa, forse la principale, di questa si- e delle proprie bellezze artistiche e dalla Toscana, dal Nord e poi ci sono tuazione drammatica che stiamo viven- archeologiche poteva creare un plus, anche dei francesi. Ponza offre soprat- do». Fa venire in mente la situazione un indotto nuovo che in momenti di tutto mare… - drammatica delle nostre spiagge, delle crisi poteva sopperire alla carenza del - Ma anche il territorio attrae, ha scogliere, dell’arbitraria e colpevole turismo tradizionale; di aver permesso scorci meravigliosi - “razzia di scogli” avvenuta ad Ischia nell’edilizia, agli amici e agli amici - Sì – e qui l’assessora diventa più negli anni 70 (come ebbe a denunciare degli amici di fare e strafare senza il agguerrita - ma il Ministero dell’Am- “Il Giornale d’Ischia” d’allora) che ha supporto di una legge o un regolamento biente non ci aiuta, non ci sono fondi causato tanti guasti alle coste dell’isola. che consentisse quanto realizzato». per la sentieristica. Quindi questo Anche perché a Ponza come ad Ischia E anche qui, non è ancora Ischia? movimento turistico non è sufficiente si registra l’incapacità di «organizzare (Gianni Vuoso) a garantirci una vita economicamente un piano portuale e spiagge». tranquilla. È vero che facciamo turismo da una decina d’anni… - La Chiesa di San Silverio - E prima che facevate? - Entro nella Chiesa di San Silverio con controllata emozione. Gianni non se ne - Tutti dediti alla pesca. Pescatori accorge e continua a girare con la sua videocamera. Abbiamo ambedue 60 anni. emigranti perché lasciavano le proprie Abbiamo ambedue partecipato con intensità alla vita civile dell’isola d’Ischia, famiglie per trasferirsi in zone lontane, l’isola nostra. Siamo ambedue figli di artigiani. in Sardegna per esempio, e qui non puoi Suo padre era un calzolaio che aveva il suo negozietto alla Mandra ad Ischia andare e tornare in giornata no? - Ponte o Borgo di Celsa. Lo ricordo – quando avevo vent’anni - che ci accoglieva - Noto che anche lei ha un accento con simpatia quando progettavamo la nostra “ Tribuna Sportiva dell’isola d’Ischia” tutto napoletano - o la nostra “ Giovane Sinistra”. - Sì, ma noi siamo, diciamo pure, Mio padre è stato addobbatore di chiese, una attività che - nella commemo- ischitani, napoletani…Mussolini vo- razione funebre il suo amico e sacerdote celebrante Don Luigi Calise Piro di leva creare la nuova provincia latina Lacco Ameno, il 1° novembre 1977 nella Parrocchia di Santa Maria Maddalena a Littoria. Ma non se ne fece niente. Noi Casamicciola, definì nella sua omelia “fine e delicata arte”. Mio padre è stato qui continuiamo a recarci a Napoli a fare per addobbare questa chiesa portandosi le sue “sferze” di damasco e di velluto spese, al Rettifilo, al Mercato. Certo, da Ischia o meglio ancora dalla sua casa baraccata al Rione Sentinella di Casa- anche a Formia ma siamo più attratti micciola che gli abitanti ricevettero “provvisoriamente” dal nuovo Stato unitario dal napoletano. - dopo il terremoto del 1883 e che non lasciarono mai più. La casa definitiva non Su una vetrinetta fanno bella mostra venne mai. È stato qui con mio nonno Giuseppe, nato nel 1873 e morto nel 1956, alcune targhe consegnate al sindaco: anch’egli addobbatore, per mettere pezzi di velluto e damasco in questa chiesa del “Big flash Tournement”, del “Pre- probabilmente prima della seconda guerra mondiale e per la festa patronale di San mio Caletta”, e immancabile, quella di Silverio. Me lo diceva spesso, ma non ho avuto mai il tempo di soffermarmi. “Sereno Variabile”. Papà ed il nonno certamente raggiunsero Ponza con “ u’ vapore e’ Ponza” della La critica dell’opposizione SPAN e restarono alcuni giorni qui per poi ritornare ad Ischia. Il collegamento era estremamente importante. Avrei voluto vedere se nei registri della chiesa Ce ne rendiamo conto leggendo un fosse conservata una notula di spesa per accertare questa presenza di artigiani- manifesto affisso sui muri di Ponza e addobbatori di Ischia ma il sacerdote non c’è perché è un venezuelano, Don firmato da “Ponza c’è”. Dalle prime Ramon, che sta in vacanza ed il sostituto Don Rodrigo, altro venezuelano, pur righe ritroviamo le problematiche di avendo telefonato un giorno prima, ha trovato difficoltà dicendomi di telefonare Ponza oggi: alla Diocesi di Gaeta dalla quale dipende Ponza per chiedere l’autorizzazione. «Incapacità gestionali, il non rispetto Comunque, pur avendomi dato appuntamento, non si è fatto trovare.

28 La Rassegna d’Ischia 152009 non ci sia un Silverio. È come Giovan sterna. A Ponza non ci sono sorgenti Giuseppe ad Ischia Ponte (anche Gian- di acqua e la popolazione ha dovuto ni si chiama Giovan Giuseppe), come costruire le “piscine” cioè le cisterne, Restituta a Lacco Ameno, come Vito probabilmente poiché erano ischitani, a Forio, Maddalena a Casamicciola, con la stessa tecnica con la quale co- Mercede a Fontana, Leonardo a , struivano le cisterne di acqua potabile i Sebastiano e Giorgio a Barano. nostri progenitori. Ma almeno ad Ischia A Ponza ci sono altre due chiese: avevamo qualche sorgente di acqua la Chiesa di San Giuseppe in località potabile: Buceto, da Barano al Borgo Santa Maria, dove si fermarono i co- di Celsa con l’acquedotto addirittura; loni ischitani, e la Parrocchia di Santa Casamicciola con Cava Fontana e Maria Assunta in cielo in località Le Lacco Ameno col Pisciariello. Qui non Forna dove si insediarono le 27 fami- c’è una goccia di acqua da bere che non glie di coloni provenienti da Torre del provenga dalle piogge. Ogni casa di Greco nel 1772. Ci sono soltanto due Ponza ha quindi una cisterna di acqua preti ed ambedue non sono ponzesi, potabile. L’acqua è il bene più prezioso. mandati dalla Diocesi di Gaeta dalla Silverio Mazzella, alla libreria ci ha Ponza - Chiesa di San Silverio quale dipendono. Fino al 1770 le isole detto che negli anni ’60 si pensò ad di Ventotene e Ponza fecero parte della un acquedotto sottomarino dal Circeo Ponza ha tre chiese. Quella, in cui Diocesi di Ischia. a Ponza – 18 miglia marine, la stessa ci troviamo, dedicata alla Santissima Ci soffermiamo sul sagrato: vediamo distanza tra Napoli ed Ischia – ma non Trinità, a San Silverio ed a S. Domitilla, la lapide che ricorda l’affondamento se fece niente. due martiri cristiani che hanno avuto della nave di linea con Ischia, il S. L’acquedotto sottomarino di Ischia fu comunque un legame con l’isola. Lucia, nel 1943, e la lapide dell’asilo realizzato dalla Cassa per il Mezzogior- La Chiesa fu progettata dall’architet- del 1930. Vediamo il panorama e la no nel 1958 e rappresentò l’infrastrut- to Francesco Carpi – lo stesso che ha nave cisterna che porta l’acqua e che tura della svolta economica dell’isola disegnato il porto, uno dei più belli del arriva da Napoli. Osserviamo che è d’Ischia. La più importante, dalla quale Mediterraneo - nel 1756 in stile clas- un panorama della nostra infanzia. nacque il turismo di massa. Ponza non sico. È a pianta circolare dal diametro Eravamo bambini e l’acqua ad Ischia ha l’acqua dolce o potabile come noi. interno di 13 metri. Fu consacrata il arrivava anche da noi con la nave ci- (Giuseppe Mazzella) 26 maggio 1738, sabato di Pentecoste – lo ricaviamo dalla guida di Silverio Tre curiosità Mazzella – e dedicata a San Silverio e a Santa Domitilla. Fu ampliata nel La prima curiosità è questa: appena finisce il molo ed entri nel centro del paese, 1940 – probabilmente nell’ambito sulla sinistra della chiesa di S. Silverio, c'è un asilo nido del 1930. Una lapide degli interventi del regime fascista per dice che è intestato a Ciro Piro. Accanto c’è un’altra lapide più grande che ricorda la bonifica delle pontine - adoperando l’affondamento del S. Lucia, avvenuto il 24 luglio 1943 a Ventotene. Fra le vit- “cinquantamila blocchi di tufo e dodi- time ci colpisce il nome di Ettore Albanelli, padre del preside Nunzio Albanelli cimila mattoni” come ricorda Silverio di Ischia. Mazzella nella sua guida. La statua di San Silverio è posta in una teca a destra entrando mentre nell’altra a sinistra è posta una statua della Madonna dei Dolori. Ambedue le statue risalgono alla fine del XVIII secolo e sono certamente di scuola na- poletana. Sull’altare maggiore emerge la raffigurazione della Trinità. La festa patronale di San Silverio è il 20 giugno. La processione che prosegue anche via mare manifesta la fede che gli isolani riservano a San Silverio, papa e martire, destituito da Vitige, relegato a Ponza all’inizio del 500 dove trovò la morte. Silverio è il nome più diffuso a Ponza. Non c’è una sola famiglia ponzese dove Cisterna per il rifornimento idrico

La Rassegna d’Ischia 5/2009 29 Al Ristorante Consumiamo una veloce pizza al forno elettrico. Forse sarebbe stato opportuno Attaccata al “Brigantino” la pizzeria provare la zuppa di cicerchie… di Giuseppe Mazzella, l’assessore alle Il caffè lo prendiamo al Bar Bluema- finanze di Ponza. È gestita dalla moglie rine sul Corso Pisacane. Marisa, alla quale non possiamo fare a È una buona occasione per dare uno meno di chiedere una ricetta locale. È sguardo ai cognomi ischitani presenti quasi colta di sorpresa: a Ponza. Prendiamo nota di quelli che - Ce ne sono tante… - conosciamo. Poi, da una rapida ricerca - Per esempio? - apprendiamo dati molto più precisi: a - ‘O casatiello - Ponza i Mazzella sono oltre 271, i Ro- - Ma l’abbiamo anche noi a Napoli e mano 109, i Conte 107, gli Scotti 75, gli ad Ischia - Aprea 65, i Di Meglio 52, i Coppa 39. - Sì ma quello ponzese non contiene È una scoperta estremamente simpatica “ciguli” (grasso di maiale), prosciut- e interessante. Ma anche qui sarebbe to… e poi pasta e lenticchie, zuppa di ancor più curioso scoprire le parentele cicerchie - più dirette con gli stessi che vivono Ponza - Via Roma Noi ci sediamo ad un tavolo siste- attualmente ad Ischia. mato proprio sul corso che è pedonale. La seconda: lasciandoci alle nostre (Gianni Vuoso) spalle la chiesa, a mare spicca una nave cisterna ferma nel porto. Sta scaricando Ponza l’acqua che andrà a rifornire un ser- batoio. E’ un’immagine che sospinge Dopo la pizza decidiamo con Gianni di vedere almeno da terra Ponza. Ci sono noi ischitani agli anni cinquanta, prima pochissime auto. L’unica strada carrabile ha una lunghezza di circa 10 chilometri. dell’inaugurazione dell’acquedotto sot- Parte dal porto e sale lungo le colline toccando l’altro centro abitato Le Forna tomarino. Anche Ischia, infatti, prima che dista 7 chilometri dal porto e raggiunge il Monte Incenso a 132 metri dal d’allora (1958), era servita dalle navi livello del mare. cisterna; molte nostre case erano dotate, L’avventura o meglio la disavventura con la nostra sgangherata macchinetta come quelle di Ponza, di cisterne situate fittata all’autonoleggio Pilato la lascio raccontare a Gianni. sotto le fondamenta. Oggi abbondano i Ponza non mi pare molto verde, senza la fortuna di aver avuto il botanico del serbatoi sui tetti. Per noi è ormai impen- Re, Gussone, che nel secolo XIX impiantò le pinete nelle nostra isola d’Ischia. sabile fare a meno dell’acqua corrente. I coloni ischitani dovettero lottare per addomesticare la terra alla coltivazione. I ponzesi devono, invece, ancora fare i Costruirono le “parracine” per formare i terrazzamenti da coltivare ed i ponzesi conti con un quantitativo limitato e con le chiamano come da noi. Anche il vitigno importarono da Ischia, cioè il Bianco- la disponibilità delle navi che, almeno lella ed il poco vino che ancora si produce è un Biancolella. Portarono gli alberi due volte la settimana, raggiungono da frutta e soprattutto la fava e la lenticchia e proprio i legumi rappresentano il l’isola. Un acquedotto sottomarino prodotto agricolo tipico di Ponza ed anche di Ventotene. dovrebbe essere lungo almeno sessanta chilometri, il doppio di quello che serve l’isola d’Ischia. La terza: ci avviamo verso il risto- rante. Mi colpisce l’immagine della nave Caremar proveniente da Formia, che attracca al molo di Ponza. Mi piace riprendere la gente che mette piede sull’isola. Siamo intorno alle 13,15. Riprendo la scena: sbarca un viaggiatore. Aspetto perché immagino che si tratti del passeggero più solerte e intollerante. Aspetto gli altri, magari devono sbarcare prima le auto. Resto lì con la telecamera accesa: lo sbarco è finito. Un solo passeggero. Riprendo anche l’imbarco che avviene un attimo dopo. In tutto, salgono quindici perso- ne.

30 La Rassegna d’Ischia 152009 Abbiamo avuto però l’opportunità di come la famiglia di “Gennaro a’ posta” Noi ci imbattiamo nel Noleggio vedere dall’alto la stupenda spiaggia di perché il loro genitore, che fra l’altro è Pilato. Piero, il gestore, ci consiglia un Chiaia di Luna, la più bella di Ponza, il stato uno studioso di Ponza lasciando qwad. Non l’ho mai guidato. A Peppino più bel monumento naturale dell’isola, anche un libro sui soprannomi di Pon- sembra più sicuro e comodo perché alla quale si poteva accedere da terra za, era direttore dell’ufficio postale. biposto e puoi anche sistemare meglio attraverso un tunnel costruito dai ro- A sua volta Gennaro era chiamato le borse. Piero mi spiega velocemente mani ma soprattutto dal mare. È una “Gennaro o’ buonappane” perché – ci i comandi. Non è necessario avere una rada incantevole ed è un vero peccato ha detto Silverio – “ era buono come il laurea o fare un corso specifico. Basta che per i movimenti franosi quest’anno pane”. I ponzesi non hanno fatto come premere il gas, una leva, sempre sul sia stata chiusa ai bagnanti. Per Ponza i procidani che hanno aggiunto al loro manubrio, funziona anche da freno. Le è stata una calamità enorme. È come se cognome un “di Carlo o di Uccio” domande che Peppino pone al gestore ad Ischia fosse chiusa la spiaggia dei per rimarcare l’appartenenza ad una sono apocalittiche: ma funziona? Non Maronti o quella di Citara. famiglia. È rimasto solo il cognome è che ci si capovolge? Riesce a fare Gli effetti sull’economia turistica si all’anagrafe come gli ischitani. Per le salite? E a me: Gianni sei capace? faranno sentire come il sequestro dei l’individuazione bastava il soprannome Guidi tu, vai piano. Piero tira subito pontili. La chiusura di Chiaia di Luna non scritto. le sue conclusioni: «Mi sembra che ed il sequestro dei pontili da parte Anche Ponza ha subito nel corso state per uscire da un film di Stanlio della Magistratura di Latina sono al del XIX e del XX secolo un forte ed Onlio, non lo so ma questa è l’im- centro della polemica politica locale movimento emigratorio. Nel 1931 la pressione…». Si parte. Il mezzo non si e dimostrano che anche qui a Ponza popolazione locale registrava 6.827 muove. Devo immettermi sulla strada, non si è avviata dal basso una politica abitanti secondo i dati ISTAT. È stato non è un problema perché il traffico è seria di Pianificazione Territoriale e di il punto massimo di espansione della molto limitato. Intorno, un gruppetto di Programmazione Economica. L’eco- popolazione. Cinquanta anni dopo nel giovani osserva la scena: io alle prese nomia turistica è nata spontaneamente. 1981 la popolazione era scesa a 3.210 con il manubrio, con le leve, con l’ac- Il Piano Paesistico in vigore approvato abitanti per arrivare a 3.110 del 2001. celeratore, mentre quel benedetto qwad dalla Regione Lazio impedisce qual- Oggi Ponza ha più o meno la stessa non si muove. Bisogna accelerare an- siasi nuova costruzione ma qualche popolazione del 1861 – data in cui cora di più. Bene. Ecco, via. Si muove. intervento eccezionale è stato autoriz- entra nel Regno d’Italia - che era di Devo svoltare a sinistra per imboccare zato dalla Regione Lazio nell’ambito 3197 abitanti. la strada panoramica. L’altra, di dieci del programma di incremento dei posti «I giovani qui non hanno futuro – ci chilometri, costeggia il mare, ti condu- letto per il Giubileo del 2000. ha detto il direttore didattico Francesco ce all’estremità dell’isola, poi bisogna A Ponza ci sono due filiali di banche De Luca – e l’emigrazione sul Conti- tornare indietro perché di strade non ce – il San Paolo ed il Monte dei Paschi nente e per Continente intendo l’Euro- se sono altre. Il qwad decide di dirigersi di Siena – e due uffici postali – il primo pa è inevitabile».(Giuseppe Mazzella) da solo, verso il marciapiede dinanzi a sul porto e l’altro a Le Forna. me, poi lentamente ma con gran fatica, Ho avvertito che tra i “ponzesi del Giro dell’isola riesco a farlo andare verso sinistra. centro” ed i “ponzesi di Le Forna” c’è Mentre Peppino continua a martella- La voglia di conoscere meglio l’isola una certa rivalità come tra foriani e re: «Ma ce la fai? Ma ‘sto pataterno è nasce anche dal fatto che possiamo panzesi e che, se una lista vuole vincere sicuro?». Non accelero perché lo vedo disporre di un paio di ore, prima di le elezioni – si vota col maggioritario a lento nella risposta ai miei comandi. riprendere l’aliscafo della Snav delle turno secco per eleggere il sindaco e 15 Ruoto a destra il manubrio per proce- 18, per far ritorno a Casamicciola. Fac- consiglieri - quelli del Porto debbono dere lungo la carreggiata, cercando di ciamo due passi. Percorriamo la strada fare un accordo con quelli di Le Forna. costeggiare il marciapiede di destra, ma che costeggia il porto. È un susseguirsi Mi pare che la polemica politica sia autonomamente comincia a svoltare a di negozi, di uffici per il noleggio molto accesa. sinistra. Taglio la carreggiata e fortuna delle barche. Scopriamo che sono Ho notato anche che, nonostante Pon- che non incrocio nessuno proveniente oltre quaranta i noleggiatori di barche, za sia così piccola e così scarsamente dalla parte opposta. Peppino commenta motoscafi, gommoni, i riferimenti per abitata, ogni angolo è rigorosamente il brevissimo percorso: «Ma stu fierro gite in barca, per prendere lezioni da denominato. Tutti i luoghi hanno un viecchio che ffà? Scennimmo, addo sub e per dedicasi alla pesca sub. Per nome e sono tutti nomi napoletani. jamme? Gianni non andiamo lontano, girare sull’isola possiamo usufruire di Poiché i cognomi sono molto comuni, questo non serve, cerca di tornare almeno otto noleggiatori di motorini si vede sia la colonizzazione ischitana indietro». Sto per dire che non biso- e auto. Se poi vuoi affidarti alla guida sia quella torrese e così anche qui per gna demordere, ma immediatamente di qualcuno, puoi scegliere tra tredici distinzione è usato il soprannome come m’accorgo che è sempre più faticoso taxi, alcuni dei quali reperibili anche da noi ad Ischia. La famiglia di Silve- procedere, approfitto di uno slargo e attraverso cellulare o numero telefoni- rio e Giuseppe Mazzella è conosciuta riesco a tornare indietro. Sono trascorsi co fisso.

La Rassegna d’Ischia 5/2009 31 Vedute e aspetti dell'isola di Ponza

32 La Rassegna d’Ischia 152009 solo tre minuti. Il gestore ci accoglie bella altura, scatto alcune foto, faccio Fa il tassista e gestisce questo noleggio con un sorriso del ca…volo: «Già di qualche ripresa. che, per come si presenta e per quello ritorno?». Appunto, senti, con questo «In alto com’è?» chiede Peppino. che offre, non dà certo, una buona non si va da nessuna parte. Allora ci E i ragazzi sono entusiasti: «C’è tutto immagine delle strutture turistiche di consiglia un’auto: «Prendete questa». il panorama da sotto». Ponza. E Peppino è subito più contento: «Ah, E Peppe: «Ma noi come ci andiamo? Nostos padreterno, almeno siamo più tranquil- No no, non possiamo rischiare». li». Non l’avesse mai detto. Il gestore Faccio un po’ di manovre per tor- il ritorno degli eroi precisa: «Non ci sono marce, c’è folle, nare indietro. Non so se mi regge la Una delusione. Un po’ d’amarez- avanti e dietro. In salita solo un partico- marcia indietro, non so se mantiene za. Se avessimo preso un motorino, lare, il freno potrebbe non mantenere, l’unica marcia che mi permette di l’avremmo girata tutta l’isola e avrem- quindi per sicurezza c’è il pezzotto qua andare avanti. Vado avanti e indietro mo conosciuto anche un altro Giuseppe dietro». È un pezzo di legno messo di più volte, lentamente per guadagnare Mazzella, il fratello di Silverio, che fianco che dovremmo mettere sotto le appena qualche centimetro. Davanti a gestisce un piccolo albergo. Sarà per ruote quando siamo fermi in salita, per me e dietro di me ci sono due burroni la prossima volta. evitare che la macchina scivoli indietro. di almeno cento metri, fino a mare. Forse avremmo dovuto decidere di Che premessa. Ma non ci facciamo Faticosamente riprendo la strada del dormire almeno una notte a Ponza, per molto caso. ritorno. completare il lavoro. «Va bbè, non ci saranno problemi, mi «Ma tu quale pezzotto vuoi mettere? A volte non siamo in grado di fare sembra più sicuro di quel trabiccolo di Quello è un incosciente» sentenzia ciò che desideriamo. Con gli anni si prima». Peppino «Ma come è possibile noleg- diventa meno istintivi. Male. E invece Si parte. E la macchina va, anche giare robaccia del genere?». Dopo poco “’a capa nunn’adda suffrì”, sintesi se con un rumore assordante che mi siamo sulla strada. filosofica per dire che bisogna cogliere ricorda la spazzatrice del mercoledì ad Raggiungiamo il noleggio. C’è il l’attimo, senza tante riflessioni e senza Ischia. suocero di Piero, il titolare, Agostino tanti sensi di colpa o responsabilità. Peppe appare più tranquillo: «Questa Pilato. Ci fa uno sconto di cinque euro L’aliscafo è pronto. Ci facciamo è la strada panoramica, si sale fino ad e poi veniamo a sapere che è di Ischia. scattare una foto proprio sul molo. È almeno 130 sul livello del mare». I suoi parenti sono ai Pilastri. Ad Ischia un giovane che viene dalla Svizzera. Il rumore dell’auto è proprio assor- ha altri sei fratelli. Lui, che ha almeno Parliamo in francese. Peppino sfoggia il dante, sembra un trattore con la mar- ottant’anni, si trasferì a Ponza cin- suo e si merita i complimenti del nostro mitta bucata, ma si va. Cominciamo quant’anni anni fa, perché sua moglie fotografo. Prima di partire decidiamo a salire. Il pendio si fa più forte, sulla è ponzese. È emigrato non per coloniz- di bere qualcosa di fresco al bar. destra il primo panorama, stupendo, zare ma forse perché è stato colonizzato Entriamo inebriati dal nostro francese ma subentrano i primi dubbi a Peppino: dalla moglie, colonizzato dall’amore. e salutiamo come avrebbero salutato «Ma qua siamo in salita, se questa si ferma che facciamo?». Ed io sicuro: mettiamo il pezzotto, no? Al tempo stesso penso: sì, ma se la macchina non si ferma, come faccio a scendere per sistemarlo sotto la ruota? Ma questo è proprio scemo a mettere in strada un aggeggio del genere. Però forse, riconosciamolo, siamo pure noi fessi o incoscienti. Per un bel tratto non incrociamo nessuno. Poi dall’alto della strada scorgiamo una vecchia Citroen simile alla nostra con quattro ragazzi a bordo, che accostano su una piazzuola. Peppino consiglia immediatamente di fermarci: «Chiediamo a questi ra- gazzi». Rallento, taglio la strada e mi fermo a sinistra. E’ in piano, per fortuna e la macchina non si muove. Siamo su una Ponza - La baia di Chiaia di luna

La Rassegna d’Ischia 5/2009 33 due baldi compagni del maggio rosso. suona di riscatto per i suoi dipendenti, procidano e il capitano di macchina I barmen ci guardano stupiti. ci dice: «Datemi pure la cinque euro, Ottato, nipote del preside Ottato di Uno riesce a capire che abbiamo io sono di Bolzano, vi capisco a tutti e Forio, salpano e accendono i motori. bisogno di due bicchieri d’acqua e due». È tempo di nostos, dicono i greci, di traduce per il ragazzo. Sorridendo esclamo: «Ah, Bolzano- ritorno alla nostra Itaca. Poi Peppino chiede quanto costa la Calabro, come me, complimenti, au Avremmo voluto fare un tuffo nelle consumazione, ma il ragazzo ci guarda revoir. Peppi’ è meglio andare. Cca’ ce acque di Ponza. esterrefatto e borbotta al collega: «Ma paleano». Ci siamo tuffati fino ad una pro- che vvo’ dicere? Io n’aggio capito Il comandante Luigi Muro, omonimo fondità di soli duecentosettanta anni. niente”». e cugino del neo assessore provinciale Bellissimo. (Gianni Vuoso) Il cassiere capisce la gestualità della mia mano che mima il denaro e su- bito traduce «Vo’ sape’ quanto adda Il viaggio di Mattia e compagni pavà». Mattia Mazzella aveva 40 anni nel 1734, mese più, giorno meno, ed era padre In italiano scandisce: «Un euro e di 7 figli. Si era sposato con una donna di Barano, Giulia Arcamone, almeno 15 sessanta». anni prima. I quattro figli maschi hanno un nome (Sabato, Michele, Fabrizio, A questo punto Peppino dimentica Bartolomeo) trascritto dallo storico locale Tricoli nel suo libro del 1855, ma per i suoi trascorsi parigini e ritorna bor- il nome delle tre figlie Silverio ha dovuto fare le ricerche ed ha scoperto che si bonico. Sottovoce mi chiede se ho chiamavano Teresa, Lucia e Brigida.. spiccioli. Apriti cielo, il cassiere s’è La cronaca del secolo XXI abbiamo potuto documentarla con la fotografia e accorto della nostra doppia nazionalità la videocamera oltre che dalle nostre impressioni. Ma quella del XVIII secolo e ad alta voce, con un’espressione che possiamo solo immaginarla affondando però le radici nella storia scritta che ab-

Colonia ischitana * Vi giungevano nel contempo ed in seguito, e si riunivano in Ponza dalle seguenti contrade le altre famiglie cioè da Ischia; In occasione che la città d’Ischia nel primo anno di regno di Giuseppe Tagliamonte con moglie Chiara Migliaccio, e cin­ Carlo III fu sola nel Reame a festeggiare con pompa il com- que figli: Pascale, Aniello, ed il resto femine - Alessandro pleanno che ricorreva­ per la genitrice Elisabetta Farnese, Conte - Antonio GarofaIo, foriano - Francesco PiccerilIo, richiamò alla memoria il di Lei feudo Ponza, onde piazzarvi moglie Catarina­ Migliaccio e due figli - Paolo Colonna con a duraturo ricordo una colonia di quei abitanti. Per cui con due figli - Ignazio Onorato con moglie Anna Mazzella e sei l’atto de’ 30 ottobre 1734 accordava ai coloni il terreno a figli - Pascale Conte -­ Filippo della Camera moglie Giulia migliorare, avendo due terzi del valore migliorato e tre anni Montagna, e figlio Giov. Battista - Cristofaro Castaldo e di franchigia, per poi continuarsi la coltura in colonìa. Essi si figlia - Onofrio Patalano - Giuseppe Conte, moglie Isabella trattennero per la estensione di suolo che circonda il porto, a Amodio e figlia - Vincenzo Martino moglie Maddalena partire dalla collina la Rotonda, alla intera ed estesa vallata Bennardo e tre figli -Francesco Bernascone e moglie Giulia di S. Maria, colla catena di colline da Frontone al ciglio di Gargiulo - Tommaso Pappalardo - Angiolo Candia - Pietro Luciarosa. Ciascuno individuo all’arrivo si ricoverava fra d’Atri - Andrea e Filippo d’Arco - Giovanni Russo - Cri- quelle tante antiche grotte, o pagliaja, che si costruiva, ed stofaro Guarino - Francesco de Bennardo - Dom. Petro­so indi­cava al Caslellano amministratore, la porzione di terreno - Francesco Picino - Vitantonio Mattera - Gennaro de Sio boscoso che intendeva occupare; era così confinata e notata - Leonardo de Luca­ - Andrea Colonna - Francesco Sasso sul registro. - Cristo­faro de Paola - Antonio Sabatino - Ant. Pe­trollese Fra primi abitatori arrivati nell’Isola, ci fu l’eremita Giu- - Nunzio Galano - Giov. CaIifano - Giuseppe Cimino - ed seppe Scotti di S. Angiolo, che vi morì decrepito, variando Ant. Amalfìtano - Da Campagnano: Gennaro Albano, con di dimora in diversi punti di Ponza, e sono memorate le di due fi­gli - Francesco Albano con moglie Caterina Tortora lui celle in luoghi balzosi e di pericoloso accesso. Indi lo e quattro figli - Giuseppe e Giovanni Guarnieri - Giuseppe raggiunse Pietro Migliaccio di Campagnano, onde trovarvi Conte, moglie Rosa Cuo­mo e figlia - Domenico Coppa, sicuro asilo, perché ricercato dalla giustizia per reato di moglie Barbe­ra Grimaldi, e tre figli - Aniello Tagliamon­te, ferita; conducendosi la moglie Antonia Sirabella coi figli, moglie Apollonia del Vecchio, e tre figli­ - Crescenzo Cuo- cioè due femine ed i maschi Gennaro, Pascale, Giu­seppe, mo, moglie Rosa Cavone e due figli - Vitonicola Mattera e Sabato, occupando la contrada S. An­tuono, ed il Fieno, - Gennaro Curcio, col garzone Agoslino Candia. Da Barano:­ e tuttora lascia numerosa di­scendenza. Lo seguì il suo Giovan Battista de Meglio - Pietro Tagliamonte, con moglie compare Mattia Mazzella con la moglie Giulia Arcamone, Viola Migliaccio e due fi­gli - Gennaro de Meglio, moglie e dei figli tre donne, coi maschi Sabato, Michele, Fabrizio, Lucia Espo­sito e figlio - Antonio Conte, moglie Orsola e Bartolomeo, situandosi nel diruto monistero, col ritenere de Meglio e due figli - ed Angiolo Buono - E da Serrano: l’intera vallata di S. Ma­ria, ove tuttavia compone un casale Cristofaro Scotti, moglie Angiola Jacono,­ e tre figli Paolo, abitato esclu­sivamente da 400 Mazzelli suoi discendenti. Pompeo e altra femina.

34 La Rassegna d’Ischia 152009 biamo cercato e trovato. (Vedi in riquadro naturali – del 22 ottobre 1717 scritta l’isola d’Ischia aveva 16.415 anime e pagina del Tricoli) da Napoli, Berkeley sottolinea che ben 420 preti ai quali vanno aggiunto i Mattia doveva essere il “capopolo”. «gli abitanti di quest’isola deliziosa molti religiosi, ci dice Don C. D’Ambra Era un contadino. Era analfabeta. La sono senza ricchezze e onori così nella sua storia dei vescovi isolani. scuola allora era cosa per ricchi. Ad come sono senza i vizi e le follie che Fu certamente il desiderio di posse- Ischia non aveva possedimenti e viveva ne derivano e se, come sono del tutto dere una terra tutta sua che lo fece deci- solo del suo lavoro a giornate presso un estranei all’avarizia e all’ambizione, dere di andare a costituire una colonia a padrone locale. Forse avrà anche avuto non conoscessero la vendetta, po- Ponza. Con la sua paga giornaliera non qualche problema con la giustizia. Il trebbero realmente corrispondere alla avrebbe mai potuto acquistare ad Ischia filosofo inglese, George Berkeley, che poetica nozione degli uomini dell’età un terreno. Viveva con la famiglia in visitò Ischia nel 1717 restandovi 3 o dell’oro. Però essi hanno preso, come una grotta scavata nel tufo in località 4 mesi, nella lettera a Lord Percival per attenuare la loro felicità, la cattiva San Pancrazio. del 1° settembre 1717 dice che «gli abitudine di uccidersi l’un l’altro per Ma sapeva anche pescare ed aveva ischioti hanno preso la brutta abitudi- offese di nessun conto». amici fra i pescatori del Borgo di Celsa ne di uccidersi reciprocamente per un Mattia portava al fianco (tutti i con- che erano circa mille ed avevano già nonnulla» e che «l’anno scorso (1716) tadini, secondo Berkeley, l'avevano per costruito la loro bella Chiesa dello furono composte dal Governatore ferirsi e uccidersi a vicenda) un largo Spirito Santo e solcavano tutti i mari trentasei cause per assassinio: la vita coltello da potatore, curvo all’estre- del Mediterraneo con le loro feluche. umana fu valutata dieci ducati». Anche mità: quello che i contadini di Ischia Mattia dovette chiedere ad un suo nella lettera ad Alexander Pope – che portano ancora oggi e che chiamano “u’ amico di portarlo a Ponza con tutta la fece innamorare di Ischia i tedeschi per marrazzo”. sua famiglia e le poche cose che posse- la magnifica descrizione delle bellezze Il censimento del 1747 rilevò che deva, i semi, la zappa, “u’ marrazzo”.

Applicazione. Gli individui che componevano la stessa del medesimo, col dispaccio del 13 luglio­ 1743 venne no- colonia, si applicarono nei mestieri più sentiti e lucrosi minato a governatore politico, ed amministratore allodiale in quella incipiente so­cietà; la maggior parte si appigliò dell’Isola, con gli onori di uffiziale de’ reali eserciti; avendo alla coltu­ra di quei fertili e boscosi terreni. Coloro che si per attuario un tale Ant. Garofalo ischitano. addissero alla pesca, che trovarono abbondante­ fra quelle Sul militare. Per la sicurezza dell’Isola nel 1741 vi fu de- scogliere e di ogni squisita qualità, nelle stagioni invernali stinato l’uffiziale Dom. Lespellie­re, con cinquanta invalidi, avevano a com­pagnia da venti barche pescarecce della che avevano milita­ti col Re, nella celebrata battaglia di stessa Ischia; quale agevolavano il loro pescato, in por­tarlo a Velletri. Napoli con le apposite felluche. Nell’està poi vi arrivavano Sul culto. I coloni dal loro, arrivo nell’Isola recavansi nella dalla Torre-del-greco altre cinquanta barche all’incirca per vicina Terracina pel battesimo, e matrimoni; e quel Vescovo la pesca dei coralli, che rinvenivano a dovizio e bello fra faceva da provvisionale spirituale. Nel dì 26 maggio 1738, quei ciglioni sottomarini. sabato delle Pentecoste fu consacrata pel pub­blico culto Mezzi Governativi erigendosi a Parrocchia con batti­stero, la nuova Chiesa Pel dispaccio del 31 dicembre 1734 le Iso­le furono poste costruita a piede della Torre, con la tomba presso quella alla immediata ispezione del­l’Intendenza dei regi allodiali, Sacrastia. Lo istallato registro offre questa epigrafe: e con quello del 30 luglio 1737, il re diceva: I feudi Farne- I. M. I. Ad usum venerabilis regalis Eccle­siae curatae siani pervenutomi dalla mia casa Materna, comunemente ss. Trinitas, sanctorumque. Silverii et Domitillae insulae conosciuti, fra gli Allodiali, dipenderanno dalla segreteria Pontiae, status haere­ditariae serenissimi Caroli nostri regis di Casa reale. Con l’atto dell’1 dicemhre 1752 formò ancora utriusque Siciliae, anno 1738. Il suggello che rappresenta i le istruzioni governative e per le Isole disponevano: due protettori porta la leggenda all’intorno: Regia parroc- Sul politico. La predetta colonia era preseduta­ ed ammini- chia di Ponza. strata sopra luogo dal Castella­no D. Lorenzo Mattia, che Lo stemma reale venne impresso su i vasi sacri, ed in grosso vi stava nell’Isola fin dal 1712, avendo 12 individui per la marmo­ piazzato sull’arco della porta. A Parraco fu dal Re guardia, e veniva assistito dall’attuario Michele Bosiello. nominato D. Alessandro Iacono, e per coa­djutore D. Nicola Rendeva giustizia in linea economica; s’in­caricava degli Verde di Forio, i quali come stipendiati dovevano prestarsi esiti di amministrazione, e realizzava gl’introiti pel regnante gratuitamente. proprietario, con­sistenti nei dritti del porto, vale a dire dalla Alle none di luglio, poi dello stesso anno 1738, il succennato na­ve duc. 4,50; per metà dalla polacca, piuco, e tartana ; vescovo di Terracina Gioac. Maria Oldo accedè in Ponza a martingana duc. 2; leuto. duc. l,60; gozzo duc. 1,20; feluca santavisita, e dopo di aver esatto ubbidienza giurisdizionale, gr. 50; osteria; Nu gogna; nonché di fida pel taglio delle le- confirmò 30 maschi e tre femine. gna, per la pesca de’ coralli la decima parte, e la quinterìa sul pesce. Essendosi il Mattia ritirato, D. Evangelista Bianchi * Giuseppe Tricoli - Monografia per le isole del gruppo di Terella, che era nell’Isola fin da1 1729, qual coadjutore­ ponziano, Napoli 1855.

La Rassegna d’Ischia 5/2009 35 I marinai del Borgo di Celsa già conoscevano Ponza. Fre- ed in lontananza la costa casertana, e la quentavano Ponza e Ventotene per «svolgervi l’attività di punta di Perrone. Sotto di noi vediamo centinaia di moto- pesca fin dal XVI secolo, soprattutto nel mese di aprile, e scafi di ogni dimensione attraccati ai moli. Vediamo entrare poi vendevano il pescato sia ad Ischia e sia soprattutto a ed uscire traghetti ed aliscafi e natanti di ogni genere. Napoli ». Patrona particolare dei marinai di Celsa, che si Abbiamo visto passare anche una nave crociera capace di recavano a Ponza per la pesca, doveva essere la Madonna portare duemila persone o forse oltre. Pensiamo a tutte le della Salvazione, in onore della quale tra la fine del sec. comodità ed ai piaceri dei “crocieristi” ed anche al nuovo XVI e l’inizio del seguente fecero dipingere un quadro business delle crociere che fa concorrenza al tradizionale con l’immagine della Madonna e ai piedi una veduta pa- turismo delle località come Ischia o come Ponza. noramica di Ponza con alcune barche che lottano contro i Siamo sicuri che Mattia è partito dal Borgo di Celsa, la marosi. Questa tavola ancora oggi si conserva nella Chiesa rada più sicura dell’isola d’Ischia, dove abbiamo fatto i dello Spirito Santo a Ischia Ponte (Agostino Di Lustro – I nostri due viaggi in canoa. È partito con la feluca. Gianni marinai di Celsa e la loro chiesa dello Spirito Santo) ne è convinto. Il viaggio – quello stesso che noi abbiamo A Ponza avevano ricavato delle grotte per ripararsi dalle fatto in 50 minuti – sarà durato almeno 8 ore. Mentre noi intemperie e si fermavano con le loro feluche soprattutto stavamo comodi su una bella poltrona, Mattia, sua moglie, nella rada antistante quella che sarà chiamata vallata di i sette figli erano stipati su una barca di pochi metri portata Santa Maria dove c’erano anche i ruderi di un monastero dal vento verso un’altra isola. Lo vediamo passare davanti abbandonato. ai nostri occhi Mattia e la sua famiglia e poi vediamo Mattia fu consigliato di insediarsi proprio in quella vallata passare tutti gli altri. 52 famiglie per complessive 130 e “conquistare” i terreni per poi coltivarli. persone. Quando partirono Mattia ed i suoi compagni? Da dove Dovettero partire d’estate o in primavera cioè nel 1735 - partirono? se l’ atto del Re Carlo III è del 30 ottobre 1734 - quando il Siamo seduti, io e Gianni, sul terrazzo di casa mia, la mare è “la mar” di Hemingway. Non possono aver rischiato Villa Pithaecusa, descritta fin dal 1894 da una turista belga di partire in inverno anche perché dovevano seminare di lingua francese nel suo “diario di un ignorante”,. per raccogliere i frutti del lavoro del terreno. Mattia avrà Da questo terrazzo si vede tutto il porto di Casamicciola rassicurato la moglie che l’avventura ne valeva la pena. «Il nuovo Re – avrà detto a Giulia per superare le sue reticenze – ha promesso che costruirà un grande porto a Ponza che sarà il più bello del Mediterraneo. Per costruirlo arriveranno muratori, carpentieri, capo masti, oltre ad in- gegneri ed uomini d’affari. Costruirà anche una Cittadella. Non saremo soli. Poi saremo sempre collegati ad Ischia dai pescatori che arrivano ogni primavera». I primi anni saranno stati durissimi. Ma Mattia ha un terreno tutto suo dove coltiva ogni cosa, dalle patate al vino, ma quello che riesce meglio sono la favetta e la len- ticchia. Ampliò la sua “grotta” e proprio davanti cominciò la costruzione della casa. Una tecnica di costruzione che Conrad Haller sottolinea nel suo libro del 1822 e che è comune a tutte le antiche case di Ponza. Qualcosa di simile possiamo vedere ad Ischia in località Ciglio con quelle case scavate nella pietra ed alle quali si sono aggiunte stanze. Ma qualcosa non andò bene nella famiglia di Mattia: dovette partire per andare a cercare fortuna altrove o si imbarcò come marinaio su un battello da pesca d’altura. Non fece più ritorno a Ponza. Silverio che ha fatto ricerche nell’archi vio della Chiesa di San Silverio non ha trovato l’annotazione della sua morte. Probabilmente sarà morto in una giornata di tempesta, affondato con il battello nel Mar di Sardegna o nel canale di Sicilia. Molto lontano da Ponza dove però la sua pro- genie è rimasta, ha fatto progressi e soprattutto non l’ha mai dimenticato. (Giuseppe Mazzella) Ischia - Chiesa dello Spirito Santo, La Madonna della Salvazione

36 La Rassegna d’Ischia 152009 Nel Comune di Ischia Una lapide (abbandonata) per i tre Liparoti Ad Ischia, nel punto in cui via Nuova dei Conti con- soché nullo il raccolto. L'economia dell'intera isola, che fluisce su via Quercia, inserita in un muro di recinzione si basava soprattutto sull'agricoltura e sulla viticoltura v'è una edicola datata 1857. Per fortuna, o è il caso di in particolare, ne risentì drammaticamente e non si in- dire per miracolo, si è conservata fino ad oggi. In una travedeva alcuna soluzione, fin quando non vennero nel piccola nicchia, protetta da un vetro, v'è la Madonna del 1855 i fratelli Sanfilippo: Antonio, Gaetano e Giuseppe, Terzito. detti i tre liparoti, perché provenienti appunto dall'isola Su un marmo sottostante è scritto: «Maria SS. del di Lipari. È pensabile anche per l'ubicazione dell'edicola Terzito che si venera in Salina di Lipari - A divozione che si siano stabiliti a Ischia nella zona tra Via Nuova di Gaetano Sanfilippo, solfatore d'uva». dei Conti e Via Quercia; essi proposero lo zolfo per Ebbene questa edicola ha una valenza non solo religo- combattere la crittogama e, nonostante le difficoltà e sa, ma anche storica, riferendosi a personaggi ed eventi le diffidenze iniziali di molti contadini, riuscirono nel di un particolare momento della storia dell'isola d'Ischia, loro intento, salvando molti vigneti ed avviando la cura quando intorno al 1850 i vigneti furono colpiti da una sistemica per combattere la terribile malattia. grave malattia, la crittogama (oidio), che rendeva pres- Lo storico Giuseppe d'Ascia (vedi riquadro) nel suo

I tre Liparoti * Era verso gli ultimi mesi del 1855 quando apparivano tre popolani dell’isola di Lipari in Sicilia fra le ammiserite e squallide­ popolazioni dell’isola d’ Ischia. Essi si avvicinavano ad un bettoliere del Comune di Fo­rio e timidamente annunziavano che conoscevano lo specifico per salvare le uve dalla crittogama; specifico che avrebbero posto a profitto degl’Ischioti, se avessero prestato fede alle loro promesse; mentre eglino avrebbero impiegato i capitali per lo specifico e per la mano d’opera, e i possidenti posto la vigna, divenuta improduttiva. Il prodotto salvato si sarebbe diviso a parte uguali, e per metà. Ma che cosa sarà questo specifico, per cui si dovranno impiegar capitali? Quel solfo che tutti gli scienziati e gli agronomi non hanno saputo scovrire né credere quando da qualcuno fu propo­sto per specifico, in proporzione millesimale! Se i dotti non credettero a questo specifico stimandolo im­possibile a potersi adoprare nei vigneti aperti, potevano crederlo gl’Ischioti? Certo che no, per cui molti furono incre­duli, altri accettarono l’offerta, ma senza averci fede. Cosa impiegavano? cosa da parte loro davano per la proposta società?­ Uno scheletro di putrido cadavere, un fondo divenuto sterile ed improduttivo! Lo diedero con usura e con malizia, non intero, ma un lembo, onde averlo per modello; e sull’esempio de’ Liparoti, ripeter lo specifico al resto del fondo rimasto libero dal convenuto. Così agirono coloro che accettarono l’offerta, e contrattarono. Fu adoperalo lo specifico. La solforazione principiò ad apprestarsi alle viti nella primavera del1856: gl’increduli osti­nati tennero fermi, perseverando a mantener chiusi al nuovo rimedio gl’isteriliti ed avvizziti loro vigneti. La solforazione fu ripetuta al fiorir dell’uva, e per la terza volta applicata al tempo della purga. Si praticò parimenti da quei vignaiuoli, che si avevano rimasto parte de’ loro predi, a proprio conto. Venne il tempo dell’ansia, e della speme, poiché i ra­cemi solforati rimanevano intatti; si aspettò la maturità, e questa pur venne: l’uva solforata fu salva, contro l’impossi­bilità giudicata dai dotti e l’incredulità manifestala dal volgo. Gaetano, Giuseppe ed Antonio Sanfilippo faccendieri di Lipari­ furono i tre Salvatori che ravvivavano un fetido ed appassito­ Lazzaro quatriduano : sollevavano l’isola d’Ischia dalla più squallida delle miserie e 1’arricchivano del Serto pampi­noso de’ suoi biondi grappoli da cui stillavano un’altra volta ... d’Ischia il nobil greco del Redi, il rinomato latino del Jasolino, il ricercato vino d’Ischia delle piazze d’ Italia - I Sanfilippo furono i benemeriti del paese. E pure gl’ischioti furono ingrati con costoro! Alcuni negarono loro anche la pattuita somma; ed eglino dovettero litigare per ottenerla. Si spesero centinaia per feste religiose, spari, processioni, luminarie, e ai tre fratelli Sanfilippo che o istrumenti acces­sori, o prin- cipali, come si avessero voluti ritenere dal volgo de’ vignaiuoli. e da proprietari, avevano adoperato il miraco­lo? - Nulla! Essi partirono dall’isola d’Ischia più poveri di quello ehe erano venuti, e per soprappiù carichi di debiti contratti per lo ac- quisto del solfo. Ciò che fu più tremendo! N’eranoo ve­nuti tre, e ne partirono due! Il fratello Giuseppe moriva di crepacuore nel Comune d’Ischia, poiché tutto si supporta su questa terra fuorché l’ingratitudine. L’isola d’Ischia si macchiò di questa colpa, e la storia nascondere non l’ha potuto, ma alleggerirla bensì, col non dettagliare i fatti e sopprimere più vergognose scene.

* G. d’Ascia, Storia dell’isola d’Ischia, Napoli 1867

La Rassegna d’Ischia 5/2009 37 famoso libro racconta la vicenda dei fratelli Sanfilippo e lamenta che l'intera isola fu ingrata perché non dimostrò mai nei loro riguardi il giusto riconoscimento. Lo zolfo è ancora la medicina più sicura contro lo oidio. E adesso, agli inizi di settembre, in prossimità della vendemmia, se è bello vedere i grappoli d'uva che biondi pendono dai pergolati o lungo i filari, ciò è dovuto soprattutto allo zolfo. Il d’Ascia, che visse ai tempi dei fratelli Sanfilippo, e l’edicola si possono dunque considerare due importanti fonti per dare una giusta collocazione nella tradizione storica e culturale dell’isola d’Ischia ai tre fratelli sol- fatori di Lipari. Infine ci auguriamo che la Madonna del Terzito, semplice, delicata e bella come poteva essere una con- tadinella ischitana o liparota di quel tempo, continui tra l'altro ad operare questo miracolo, impedendo che mani profane ed incivili portino via il mosaico come è avvenuto per tante edicole ed ex voto che erano distri- buiti nelle strade e nelle viuzze di campagna dell'isola d'Ischia. È da tener presente che anche il Gussone, botanico e scienziato del re Ferdinando II di Borbone che ebbe un legame forte con l'isola d'Ischia, condusse studi sulla crittogama in quegli stessi anni in cui operarono i tre liparoti. Nulla vieta di pensare che il Gussone stesso avrebbe potuto avere un punto di riferimento proprio nell'esperienza dei Sanfilippo che avevano scoperto a Lipari l'efficacia diretta dello zolfo per combattere la crittogama. Giuseppe Silvestri

prepotentemente largo la consapevo- ciononostante indissolubilmente legati lezza dell’inadeguatezza nel ricoprire dallo scorrere degli eventi, dalle impen- Tsotsi quel ruolo così assoluto ed intimo che nate dei sentimenti. Passato e presente segue da pagina 20 solo una madre può assolvere. I movi- si rincorrono nei frequenti flashback. menti sicuri e protettivi di una madre Sguardi si incrociano ed esprimono scelta a caso nella folla per aiutarlo nel più di ogni discorso pronunciabile, i cemento fra i campi, trovando forza in sostentamento del bambino, diventano rapporti spesso casuali che si vengono sé e nella sua capacità di farsi valere. lo specchio della necessità di una cre- a creare, si fanno sempre più forti ed Un furto che si trasforma in involon- scita. Le storie dei vari personaggi si indissolubili. Una busta di carta da tario rapimento e Tsotsi si ritrova con intrecciano, ognuno si inserisce in un supermercato, culla improvvisata, è il uno scomodo ostaggio che necessita quadro quanto mai vivo perché animato confine fra la paura di mostrarsi e l’ab- di attenzioni: ma più che l’angoscia da istinti sinceri di sopravvivenza. C’è bandono delle emozioni. E’ possibile dell’imparare a gestire un neonato, per una madre reale disperata per la scom- che gli occhi di un giovane delinquente il giovane sarà spigoloso soprattutto parsa del figlio, un’altra “momentanea” si riempiano di emozione mentre osser- il faccia a faccia con se stesso, con il sospettosa ma pronta ad accogliere “un va una donna allattare, è possibile che fantasma del bambino che non è stato e estraneo” e a farlo crescere insieme al le sue guance siano rigate da lacrime avrebbe voluto essere. Assieme dunque proprio bambino, un intero universo di sincera disperazione nel separarsi ad nuovo germe di redenzione e giusti- composto da bande di gangster impol- dal suo Destino. Basta osservare oltre zia, affiorano quei sentimenti ancestrali verati, da macchine rubate destinate le lamiere, fino a sconfinare in un cielo che fanno di un adulto il naturale tutore a diventare pezzi di ricambio. Poi un che si tinge dei toni rosa della speran- di un bimbo in difficoltà mentre si fa uomo e un bambino, diversi, distanti, za.

38 La Rassegna d’Ischia 152009 Colligite fragmenta, ne pereant Fonti archivistiche per la storia dell’isola d’Ischia (XVIII) A cura di Agostino Di Lustro Le Capitolazioni delle Confratenite di Forio conservate nell’Archivio di Stato di Napoli 6) Arciconfraternita Santa Maria associazioni laiche dipendenti dall’autorità diocesana che di Loreto ( II ) fu pubblicato in un volumetto dal titolo: Statuto per le Confraternite, Amministrazioni laicali ed organizzazio- In seguito al Concordato del 1742 tra la S. Sede e il ni similari dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica nella regno di Napoli che disponeva la compilazione delle diocesi d’Ischia, Ischia 1973. A questo nel 1983 venne Capitolazioni da parte di ogni confraternita e associazione aggiunto: Articoli in modifica ed aggiunte allo Statuto del similare, anche quella di S. Maria di Loreto di Forio, che si 1972, Ischia 1983. Questo statuto generale fu affiancato da era dotata di un regolamento già nel 1710, dovette aggior- un regolamento interno che fu predisposto dalle singole nare tali Capitolazioni e sottoporle all’approvazione della confraternite secondo lo specifico carisma di ognuna di Regia Camera di S. Chiara. Con queste lo stato accordava esse. Tale Regolamento venne discusso dalle singole anche il riconoscimento giuridico di tali associazioni che confraternite e approvato dall’Ufficio Amministrativo venivano sottoposte al controllo dell’autorità dello stato. Diocesano che costituisce l’organo di controllo della La confraternita di S. Maria di Loreto provvide a questo diocesi. adempimento presentando le proprie Capitolazioni alla Con decreto del 18 novembre 1994, il vescovo An- Regia Camera di S. Chiara, dopo averle approvate in tonio Pagano istituì una commissione di esperti per una pubblica congregazione, il 30 marzo 1755. revisione generale dello Statuto delle Confraternite. La Di queste, oltre la copia esistente nell’Archivio di Stato commissione, della quale fece parte anche il sottoscritto, di Napoli, nell’Archivio del Cappellano Maggiore, Statuti si riunì diverse volte e discusse i vari articoli della bozza e Congregazioni fascio 1187 n. 56, ne esiste un’altra, preparata dal Dott. Carmine Stoppiello. Le riunioni della anch’essa in pergamena, nell’Archivio della confraternita commissione si svolsero sempre in presenza del vescovo segnata I-III-7. Il testo è quello che viene pubblicato in Pagano. Il decreto di approvazione e promulgazione fu questo numero. pubblicato il 4 giugno 1995 e lo statuto fu pubblicato in Queste capitolazioni, in pratica, costituirono lo Statuto un volumetto dal titolo: Statuto per le Arciconfraternite, della Confraternita fino al 1862 quando, per effetto della Confraternite, Pii Sodalizi, Amministrazioni Laicali ed Legge 3 agosto 1862 e relativo regolamento del 27 novem- Organizzazioni similari dipendenti dall’Autorità Eccle- bre 1862, venne riconosciuto un nuovo assetto giuridico siastica nella Diocesi d’Ischia, Ischia Tip. Granito 1995. alle associazioni laicali per cui fu necessario compilare Anche questo statuto fu affiancato da un Regolamento un nuovo Statuto. Nel nostro caso fu subito preparata una interno da parte delle singole associazioni. bozza di statuto di 51 articoli che fu approvata dall’assem- Il riconoscimento ufficiale da parte dello stato italiano blea dei confratelli il 13 giugno 1869. Questa però non fu della nostra Arciconfraternita, alla quale è stato sempre ratificata dagli organi di controllo dello stato, per cui fu unito l’ospedale con il titolo: Arciconfraternita ed Ospe- necessario predisporre una seconda bozza. Questa venne dale di Santa Maria di Loreto sotto il titolo dell’Assunta, discussa e approvata dall’assemblea dei confratelli il 27 viene concesso dal Decreto Luogotenenziale n. 503 del marzo 1875 e ratificata dagli organi di controllo il 25 luglio 5 ottobre 1944: Dichiarazione formale dei fini dell’Ar- successivo. Tale statuto fu dato alle stampe e pubblicato ciconfraternita di S. Maria di Loreto con sede in Forio in un opuscolo dal titolo: Statuto organico dell’Opera Pia d’Ischia (Napoli). N. 503 Decreto Luogotenenziale 5 Laicale denominata Arciconfraternita ed Ospedale di S. ottobre 1944, col quale sulla proposta del Ministro per Maria di Loreto sotto il titolo dell’Assunta, Napoli 1875. l’Interno, viene provveduto alla dichiarazione formale Una copia si conserva anche presso l’Archivio di Stato di dei fini dell’Arciconfraternita di Santa Maria di Loreto, Napoli. Tale statuto, con le varie modifiche apportate nel con sede in Forio d’Ischia (Napoli). Visto, il Guardasigilli corso degli anni, è rimasto in vigore fino ai giorni nostri. Tupini. Registrato alla Corte dei Conti, addì 9 marzo Con il Concordato tra la Santa Sede e lo Stato Italiano 1945. del 1929, cioè i Patti Lateranensi, le confraternite passa- Questo decreto fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale rono sotto il controllo degli Ordinari Diocesani. Nel 1973 del Regno d’Italia n. 32 del 15 marzo 1945 a pagina 300. l’amministratore apostolico della diocesi d’Ischia. Mons. Con esso scompare dal nome dell’ente sia la menzione Diego Parodi, emanò uno Statuto Generale per tutte le dell’ospedale che quella dell’Assunta.

La Rassegna d’Ischia 5/2009 39 Archivio di Stato di Napoli gliaccio Fratello supplica ut supra = Paulo Pezzullo Fratello Archivio del Cappellano Maggiore supplica ut supra = Matteo Sorrentino Fratello supplica ut Statuti e Congregazioni - Fascio 1187 n. 56 supra = Nicola Pezzullo Fratello supplica ut supra = Giusto Capuano Fratello supplica ut supra = Marc’Antonio Sorren- Carolus Dei Gratia Rex, Utriusque Sicilie Hyerusalem tino supplica ut supra = Marc’Antonio Capuano di Lonardo Hyspaniarum Infans dux Parme, Placentie, Castri, ac Magnus supplica ut supra = Cristofaro Coppa Fratello supplica come Princeps Heredes Hetrurie sopra = Domenico di Majo supplica ut supra = Loreto Antonio Reverendis in Christo Patribus, quibuscumque Archiepi- Milone Fratello ut supra = Giuseppe scopis, Episcopis, eorumque Vicarijs, Cleris, Capitulis, et alijs f. 2 r. Ecclesiasticis, et Religiosis personis totius hujus Regni, et Maria Caruso Fratello supplica ut supra = Vito di Lustro signanter Diecesis Ischie quibuscumque Baronibus titulatis, Fratello supplica ut supra = Giuseppe Maria…… Fratello et non titulatis, Gubernatoribus, Auditoribus, capitaneis, As- supplica ut supra = Domenico Verde Fratello supplica ut su- sessoribus, Syndicis, Electis, Universitatibus, et alijs quibusvis pra = Nicola Regine Fratello supplica ut supra = Vit’Antonio personis, et Officialibus, quacumque aucthoritate et potestate Capuano Fratello supplica ut supra = Carlo Maltese Fratello fungentibus, seu eorum locumtenentibus et substitutibus ad supplica ut supra = Sebastiano Sportello Fratello supplica quos seu quem presentes pervenerint, vel fuerint quomodo- ut supra = Pietr’Antonio Verde supplico ut supra = Aniello libet presentate fidelibus nobis dilectis gratiam nostram, et Antonio Verde di Giovanni supplica come sopra = Davide bonam voluntatem nuper pro parte infrascriptorum supplican- Capuano supplica come sopra = Domenico del Deo Fratello tium fuit nobis presentatum infrascriptum memoriale cum supplica come sopra = Domenico Pezzullo Fratello supplica relatione facta per Reverendum nostrum Regium Capellanum come sopra = Notar Marc’Antonio Calise confratello supplica Majorem tenoris sequentis videlicet Sua Regia Maestà Per ut supra = Io Notare Antonio Iacono Confratello supplico ut parte degl’infrascritti supplicanti mi è stato presentato l’infra- supra = Pietro Aniello di Meglio Fratello supplica ut supra scritto memoriale con Regia decretazione del tenor seguente = Vito Mattera Fratello supplica ut supra = Emanuele Maria videlicet Sua Regia Maestà Signore= Li sottoscritti Fratelli Verde supplica come sopra = Nicola Coppa Fratello supplica della Confraternita di S. Maria Assunta della Regal Chiesa di come sopra = Tomaso Andrea Milone Fratello supplica come S. Maria di Loreto della Terra di Forio d’Ischia supplicando sopra = Io Pascale di Leva Fratello supplico come sopra = Io espongono a Vostra Maestà, come avendo i supplicanti per lo Notare Giuseppe Maria Sorrentino Fratello supplico come buon governo di detta Confraternita formate alcune regole, su sopra = Vito Nicola Pisani Fratello supplica come sopra = delle quali intendono, che Vostra Maestà dia il suo benepla- Io Andrea Castaldo Fratello supplico come sopra = France- cito. Supplicano perciò Vostra Maestà compiacersi dare sulle sco Calise Fratello supplica ut supra = Io Michele Patalano medesime il regio exequatur, e lo riceveranno della somma Fratello supplico come sopra = Io Vito Maria Caruso Fratello giustizia della Maestà Vostra ut Deus Gaetano Regine Priore, supplico come sopra = Giovanni Antonio Castellaccio Fratello supplica supplica come sopra = Guglielmo Calise Fratello supplica f. 1 v. ut supra = Vito di Lustra Fratello supplica come di sopra = come sopra = Nicola Capuano Primo Assistente supplica Giuseppe Castellaccio Fratello supplica come di sopra = Do- come sopra = Gaetano Verde supplica ut supra Fratello = menico Maria Sacchetti Fratello supplica come sopra = Che Bartolomeo Maltese supplica ut supra = Dottor Fisico Tomaso li sottoscritti siano la maggior parte de Fratelli della nostra Antonio Manieri fratello supplica ut supra = Notare Emanuele Congregazione ne fo fede Io qui sottoscritto Segretario. Forio Maria Milone Fratello supplica ut supra = Giovan Battista Congregazione li 2 Gennaro 1755. = Filippo Maria Caruso Regina Fratello supplica ut supra = Vito Morcone Fratello Segretario = supplica ut supra = Giuseppe Bianco Fratello supplica ut f. 2 v. supra =Ignazio Maria Caruso Fratello supplica come sopra Reverendus Regius Capellanus major videat, et in scriptis = Aniello Antonio Verde Fratello supplica come sopra = Sil- referat = Castagnola = Fragianni = Porcinari = Provisum per vestro Caruso Fratello supplica ut supra = Giuseppe Regina Regalem Cameram Sancte Clare Neapoli 29 Januarij 1755 Fratello supplica ut supra = Giulio Coppa Fratello supplica ut = Citus Illustris Marchio Dom ? Preses Sacri Regii Consilii supra = Francesco Caruso Fratello supplica ut supra = Michele tempore subscriptionis impeditus = Illustris Acele ? Pre- Caruso Fratello supplica ut supra = Nicola Furno Fratello fectus Gaeta non interfuit = E con detto memoriale mi sono supplica ut supra = Francesco Antonio Patalano supplica ut state esibite le preinserte Regole del tenor seguente videlicet supra = Giovan Giacomo Castaldo Fratello supplica ut supra Capitoli, seu Regole della Venerabile Regal Congregazione = Pietro Verde Fratello supplica ut supra = Nicola Castaldo di Santa Maria di Loreto sotto il titolo di nostra Signora As- Fratello supplica ut supra = Giuseppe Caruso Fratello sup- sunta in Cielo della Terra di Forio d’Ischia = Modo di fare plica ut supra = Nicola de Majo Fratello supplica ut supra la recezione de Fratelli volendosi ascrivere qualcheduno per = Luiggi Jacono Fratello supplica ut supra = Michel’Angelo Fratello, debba formar memoriale al Fratello Priore, e mastro Caruso supplica ut supra = Giuseppe Maria Jacono Supplica de novizij, il quale si leggerà in publica Congregazione, col ut supra = Agostino de Meglio Fratello supplica ut supra = beneplacito almeno della maggior parte de Fratelli ( dopo che Francesco Amalfitano Fratello supplica ut supra = Natale dal Priore si sarà ricevuto, e con informo de vita, et moribus Caruso Fratello supplica ut supra = Lorenzo Verde Fratello ) sia ammesso al noviziato, che dovrà durare per mesi tre, e supplica ut supra = Pietro Caruso Fratello supplica ut supra più è prudenza del Priore, e Maestro de Novizij, e dell’istessa = Bartolomeo Certa Fratello supplica ut supra = Marino Mi- maniera dovrà costumarsi da un Fratello di un’altra Congrega-

40 La Rassegna d’Ischia 152009 zione vogli passare ad iscriversi alla nostra, anzi debba portar tende essere detto Fratello sano e venga con suoi proprij piedi fede giurata di quell’altra Congregazione di esser stato Fratello nella Congregazione a mettere il denaro, ed essendo ammalato osservante delle di loro Regole, come anche per lo ascrivere grave, o leggiero, non si possa ricevere, ed ammettere in detta allo Monte della cinquina, che infra si spiegerà, con che nel Congregazione = Che ogni Fratello, o novizio che si voglia giorno della sua ammissione debba detto Fratello esser pro- ascrivere a detto Monte non debba avere l’età più di trenta , visato di veste talare insegna di detta Congregazione, la quale ma infra per pagare grana dodici, e mezzo d’entratura, ma se se li debba dare da detta Congregazione in quell’occasione avesse più d’anni trenta, debba pagare quanto viene tassato occorrerà, e dopoche si sarà confessato, e communicato, con dalla prudenza del Superiore, e la maggior parte de’ Fratelli atti Spirituali sarà ricevuto, ed ascritto nel libro de Fratelli= della nostra Congregazione = Modo d’eliggere il Superiore, Monte delle Cinquine = Che ogni Fratello, o novizio debba e suoi Assistenti = Che ogn’anno nel di 15 Agosto giorno di pagare per entratura in detto Monte grana dodici, e mezzo, e Maria Assunta in Cielo titolo della nostra Congregazione, si poi seguitare a pagare una cinquina mese per mese, e per li debbano congregare tutti li Fratelli al suono della Campana primi tre mesi, che saranno ascritti a detto nel nostro Oratorio a riserba però di quelli che saranno legit- f. 3 r. timamente impediti Monte non possano godere de sottoscritti emolumenti, se f. 4 r. morisse infra di quelli, e nel mese di novembre, oltre della e cantatasi la litania col veni Creator Spiritus si debba proce- solita cinquina debba pagare carlini dece= E morendo qualche dere all’elezione del Superiore, e primo, e secondo assistente, Fratello, o novizio che si ritrovasse aver posto tanto le cinqui- per la quale elezione non potranno essere nominati, ne dar ne, quanto li carlini dece nel mese di novembre in tempo della la loro voce, se non solamente quelli Fratelli che godono al loro morte, la nostra Congregazione abbia d’accompagnare Monte delle cinquine al mese, con che debba prima il segre- il loro cadavere dalla lor casa alla nostra Confratale Chiesa tario far sentire a tutti i nomi di tutti quelli Fratelli, che non e con veste, seu insegne, e tenere accese nelle mani di più possono concorrere a detto ufficio di Superiore per non aver pagarli mezzo il Clero secolare, e Paroco ed attorno al ca- finito li tre mesi da che sono stati altra volta Priori, come an- davere nella chiesa se li debbano ponere quattordici tenere, che di quelli, che non hanno compito il triennio da che sono e nella sua casa, mentre ivi dimorara morto una torcia, e stati ammessi a detta nostra Congregazione e poi chiamare questo s’intende se detto Fratello, o novizio si ritrova aver con voce intelligibile il nome di ciascheduno Fratello, e dar pagato tanto le cinquine quanto li carlini due nel mese di il loro voto segreto nelle mani del Segretario in presenza di novembre, che in unum fanno la somma di carlini cinque due Fratelli li più probi, quali si debbano precedentemente l’anno= Ma se detto Fratello, o novizio si trova d’aver posto nominare dalla maggior parte de‘ Fratelli, che serviranno per solo le cinquine con infra tre mesi di dilazione e non già li Assistenti in quell’atto, e colui, che averà maggioranza de’ carlini due, e morisse, dalla nostra Congregazione se li debba voti, resterà eletto Priore, colui che n’avrà meno resti eletto pagare tantum mezzo Clero, e l’associazione de Fratelli, e primo assistente, e quello che n’avrà meno di tutti due, resterà non già con le torcie alla mano, ed attorno al detto cadavere, secondo Assistente, e ciò fatto si debba da detto Segretario in oltre godendo detto Fratello di tutto di sopra, la nostra pubblicare una tal’elezione, e susseguentemente cantare il Te Congregazione presente corpore, e tra lo spazio di giorni Deum in atto di ringraziamento al Signore, il quale si debba otto farli celebrare per l’anima sua messe dieci di requie pro intonare dal Priore nuovamente eletto = E susseguentemente una vice tantum e nel tempo della sua agonia debba mandarli nel primo dì festivo dopo detto quindici Agosto in pubblica un sacerdote ad assisterlo a ben morire, con pagarli carlini Congregazione il detto Priore eletto debba nominare il se- cinque= Stando qualche Fratello ammalato mortalmente e gretario Mastro de’ Novizij, depositario dell’elemosine, che statim saputosi dal Superiore, vi debba andare a visitarlo con si fanno da Fratelli in detta Congregazione ed altri Ufficiali altri Fratelli con portarli per regalo pro una vice carlini due Subalterni per servizio di detta Congregazione, con dovere di cose confacenti alla sua infermità, e questo purche goda in però scegliere in ciascheduna di dette incombenze quel detto Monte dell’uno, e dell’altro Fratello, che sarà più abile, e timorato di Dio, ed osservante f. 3 v. delle regole della congregazione = In oltre in detto giorno in E caso, che qualche nostro Fratello si ritrovasse godere, tanto publica Congregazione il Priore eletto debba nominare quattro delle cinquine quanto delli carlini due come sopra e morisse Fratelli i più provetti , timorati di Dio, e dabene fuori della nostra Patria, che il suo cadavere non si potesse f. 4 v. per sotterrarlo in detta confratale Chiesa, sia tenuta detta per l’incombenza di Cassiere, o sia depositario delle cinquine, nostra Congregazione fra lo spazio di giorni otto, da che ne ed altro che si pagare ogn’anno da Fratelli, e si debba da cia- avrà avuto la notizia farli celebrare per l’anima sua messe scun Fratello dare il suo voto segreto in mano del segretario, lette di requie numero quaranta, ed una cantata ma se si ri- e resterà incluso per cassiere, o sia depositario di detti quattro trovasse fuori delle cinquine, o delli carlini due, ce ne debbia Fratelli nominati dal Priore colui, che avrà maggioranza di far celebrare messe lette numero venti, ed una cantata= Se voti, quali ufficiali così eletti debbano per un solo anno inte- alcuno Fratello, o novizio entrasse in detto Monte, ed avesse ro reggere, e governare la detta Confraternita, come li beni incominciato a pagare la cinquina il mese, e poi si facesse suoi tutti. E detto Cassiere, o sia depositario debba fare due contumace per mesi tre continui, o più, volendo di nuovo quinterni, uno d’introjto, ed uno d’esito ed infine dell’anno entrare in detto Monte, debba pagare tutto l’attrasso; e poi fra lo spazio di giorni otto dopo terminato l’ufficio debba entrare godere gli emolumenti sudetti in tempo di sua morte, rendere chiaro, e lucido conto dell’amministrazione da lui e volendo pagare parte, non si debbia ricevere, ma questo s’in- tenuta servata la forma del § 2 del cap. V del Concordato a

La Rassegna d’Ischia 5/2009 41 due Razionali eliggendi dal Superiore, e maggior parte della che saranno estratti dalle sedici cartelle, restano Governatori Congregazione, e non curando dare detti conti, abbiano l’au- = Se in detto dì otto settembre per qualsiasi causa mancasse torità detti Razionali Fratelli convenirlo avanti il Governatore qualcheduno, o la maggior parte di detti Governatori a non ve- locale, o al delegato a suoi danni, spese, ed interessj, nè detto nire alla Congregazione, quelli, o quello, che v’interveniranno depositario possa spendere denaro alcuno, senza consenso del abbiano la facoltà di fare tutte dette sedici cartelle, e nel caso, Superiore, o maggior parte de’ Fratelli della Congregazione che si mancasse di fare per la mancanza di detti Governatori, , nè questo possa essere confirmato, se prima non abbia dato o per altra causa, detta elezione, in tal caso restano privati, ed conto tra detto spazio di tempo, altrimenti resterà escluso, e esclusi detti Governatori da tal nomina, ed il primo giorno farsi il nuovo e detti quattro Fratelli devono essere montisti per festivo, che sopravverrà a detto otto settembre dalla Banca con esser proposti a detto Ufficio. Che assolutamente non possa suoi Ufficiali Maggiori della nostra Congregazione si debba essere confirmato per Priore colui, che sia stato nell’anno fare detta nomina di sedici Fratelli, come sopra descritti, e precedente, ma debbano scorrere anni tre dal dì, che avrà quelli bussolarsi nel modo sudetto = Che detti Governatori terminato l’incombenza di Priore che perciò l’elezione sudetta in nessun tempo, e per qualunque causa, pretesto, o colore, debba durare per un solo anno e non più. Che tutti li Fratelli, anche, che volesse la maggior parte della nostra Congre- così presenti come pro tempore siano tenuti, e debbano pun- gazione si possano confirmare dopo il primo anno del loro tualmente pagare mese per mese la cinquina, e nel mese di governo: ma irremissibilmente si debbano mutare in detto di novembre li carlini due come otto settembre servata la forma della Regia Prammatica = Ed f. 5 r. in caso, che qualcheduno, o più di detti quattro Governatori sopra, affinchè possa convenirsi detta Confraternita a tutti i estratti volessero rinunciare a dett’Ufficio, detta rinuncia si bisogni necessarij, ed in tutti i giorni festivi, e determinati per debba presentare alla banca la Congregazione debba ciascheduno Fratello onninamente f. 6 r. intervenire nell’Oratorio, si per cantare l’Ufficio della Beata della nostra Congregazione, ed il nostro Superiore colli suoi Vergine, quello de’ morti ne’ giorni stabiliti, ed il Rosario, Assistenti debbano nominare quattro persone del modo de- come per ascoltare il sermone, e Santa Messa per poter gua- scritto di sopra, e bussolarle, ed il primo che sarà estratto, resta dagnare l’Indulgenza, e similmente tutti i Fratelli, ancorché per Governatore in supplemento di quello ha rinunciato, né fussero novizij in ciascheduna festività del Signore, della si dispensa detto Superiore di fare tutto ciò, affinché venghi Vergine, ed Apostoli, e prima e terza Domenica del mese, sia maggiormente cautelata detta Chiesa = E fatti li Governatori obbligato confessarsi, e communicarsi, e fare l’altre opere più sudetti il primo giorno festivo, che sopravverrà a detto dì otto spirituali a detta Congregazione, e mancandosi per pura negli- settembre debbano eliggere, e nominare il Segretario, seu genza, ne debban essere dal Superiore ammonire: con qualche Razionale della detta Regale Chiesa che sia un Fratello della salutare mortificazione, ed ammonimenti più e più volte, e nostra Congregazione, e persona abile a tal’ufficio che non detti trasgressori non curassero, venire alla Congregazione, abbia interesse attrassato in detta Chiesa, e questa nominan- ed esercitare dette opere sante e pie, sia lecito al Superiore, do in pubblica Congregazione, e se da Fratelli si ritrovasse dopo usata tutta la diligenze, ed atto di carità, con pieno ostacolo veruno da detti Governatori si debbiano nominare consenzo degli Ufficiali, e della maggior parte de Fratelli di altri Fratelli, come sopra descritto, nè mai possa essere Go- detta Congregazione, licenziare, e cassare detti mancanti dal vernatore, e Razionale insieme nè questo Razionale possa numero de’ Fratelli = Modo di eleggere i Governatori di detta essere nominato da detti Governatori nelle sedici cartelle nostra Confratale Chiesa di Santa Maria di Loreto = E come faccende nell’anno avvenire, ma dopo aver finiti anni tre che oltre della nostra Congregazione vi è la sopra accennata da che fu Razionale, nè possa essere confirmato, ancorché Chiesa nel recinto della quale vi è il nostro Oratorio, quale vien volesse la maggior parte della Congregazione, ma che debba governata dal corpo della nostra Congregazione, perciò si è durare un solo anno, e per suo salario se li debbano dare da stabilito eleggere quattro Governatori Fratelli nell’infrascritta detti Governatori docati dodici contanti= Detto Razionale maniera cioè = Nel dì otto settembre giorno della Beatissima debba registrare solamente l’introjto, ed esito de Governa- Vergine titolo dell’anzidetta Chiesa, i quattro Governatori, tori, che hanno ammistrato l’anno antecedente di modocche che averanno governato per un anno continuo, deponendo la li Governatori vecchi dovranno dare i conti a Governatori, loro carica, debbono in pubblica Congregazione nominare e Razionali nuovi dovendosi ciò osservare per utile di detta nella Banca della medesima sedici Fratelli della nostra Con- Chiesa, e che detto Razionale abbia d’aver la Cura de libri e gregazione li più abili scritture di detta Chiesa, nè fidarli a persona alcuna mai, però f. 5 v. in futurum etiam che consentissero li Governatori pro tem- idonei, ricchi, e timorati di Dio e che siano del numero dei pore, né possono amovere li libri, e scritture di detta Chiesa Fratelli montisti che pagano la cinquina il mese, e che abbiano all’Archivio che da Governatori presenti stanno stabiliti, e nel almeno d’età d’anni venticinque, compiti anni tre da che sono luogo dove si ritrovano vi si devono fare due chiavi diverse, stati altre volte Governatori, e Razionali di detta Chiesa, come una delle quali debba tenere dal Razionale, e l’altra da uno anche essere stati riceuti in detto Oratorio per Fratelli, e quelli di detti quattro Governatori non debbano essere congiunti a niuno di detti quattro Gover- f. 6 v. natori nominandi in primo, e secondo grado de jure Canonico, di modocche ogni volta, che il Razionale vorrà registrare qual- ne abbia da ostare di regia Prammatica, e questi letti ad alta che cosa a detti libri debba essere presente uno, o più di detti voce dal segretario della nostra Congregazione, e conosciuti Governatori, ed esigendo detti Governatori da debitori di detta essere nella descritta maniera, debbiansi bussolare, li primi, Chiesa la ricevuta che si farà, debba esser sottoscritta, e firmata

42 La Rassegna d’Ischia 152009 dalla maggior parte di detti Governatori, ed autenticata da det- Permesso di Vostra Maestà E questo Napoli li 4 marzo 1755= to Razionale, e facendosi il contrario sia nulla detta ricevuta, e Di Vostra Maestà Umilissimo Vassallo, e cappellano Nicolò detta Chiesa possa aver l’autorità di esigger nuovamente = E Vescovo di Pozzuolo = Onofrio Scassa = Carlo Albarelli Pro statim eletti, che saranno detti Governatori, dovranno eleggere Cancelliere il Rettore seu Sagrestano Maggiore di detta Chiesa quale dovrà f. 7 v. anche essere il Padre Spirituale di detta Congregazione. Con Die 13 Mensis Martij 1755 Neapoli = Regalis Camera Sante fare quattro cartelle una per cadauno Governatore a quattro Clare providet, decernit atque mandat, quod expediatur privi- Sacerdoti Confessori, ed abili a poter fare tutto ciò necessita in legium Regij Assensus in forma Regalis Camere Sancte Clare detta Chiesa, e nostra Congregazione, e bussolate dette quattro cum inserta forma retrascripte relationis. Hoc suum Danza cartelle, resterà eletto per Rettore, seu Sagrestano quello prima preses = Castagnola = Fragianni = Gaeta = Porcinari = Citus estratto, e senza anche intermissione di tempo, e subbito, che i = Supplicatum propterea nobis exhibit pro parte supradicto- nuovi Governatori avran preso possesso nel loro ufficio, dalli rum supplicantium, quatenus preinserta Capitula confirmare, Governatori vecchi, e loro razionale si debbano consegnare approbare, et convalidare cum omnibus, et quibuscumque in le chiavi dell’Archivio, con fare detta consegna in scriptis di dictis Capitulis contentis et expressis, et quatenus opus est de tutto ciò vi sta in detto Archivio come anche il Rettore, seu novo assentire, et consentire benignus dignaremur. Nos vero Sagrestano vecchio al nuovo eletto farli la consegna, anche dictis petitionibus, tum juxtis, et pijs libenter annuentes in his, in scriptis dell’arredi della Sagristia, e chiave della Custodia et alijs quam plurimis longe majoribus que exauditionis gra- = Che detti Governatori vecchi fra lo spazio di un mese, tiam rationabiliter pro merentibus tenore igitur presentium de che averanno terminato il loro ufficio, ed amministrazione certa nostra scientia deliberate, et consulto ac ex gratia speciali debbano dare lucido, e chiaro conto dell’introjto, ed esito di dicta preinserta capitula, juxta eorum tenores confirmamus, tutta l’azienda amministrata in detta Chiesa in mano del nuovo acceptamus, approbamus, ac omnibus in eisdem contentis, Razionale, e Governatori = Che ogni anno nel primo giorno et prenarratis gratia nostra speciali ut supra assentimus, et festivo, che avverrà a detto di otto settembre giorno della consentimus ex gratia super eis nostrum Regalem assensum, sudetta elezione de Governatori, dal Superiore della nostra et consensum interponimus, et prestamus cum supradictis Congregazione, e suoi Ufficiali maggiori si debbano eleggere clausulis, conditionibus, et limitationibus contentis in dicta due persone le più sapienti dabbene, e pratiche Fratelli della preinserta relatione supra dicti Reverendi nostri Regij Cap- nostra Congregazione a rivedere i conti dei Governatori pas- pellani Majoris, ac servata forma relations predicte; Volen- sati, con ponderare con esattezza tutte tes, et decernentes espresse de eadem scientia certa nostra, f. 7 r. quod presens noster assensus, et consensus sit, et esse debeat le spese da loro fatte, e se li pareranno essere a dovere le predictis Confratribus dicte Congregationis presentibus, et debbano confermare, andando tutto a carico della di loro futuris in perpetuum semper stabilis, realis, valida, fructuosa, coscienza e terminato, che avranno dividere detti conti, se vi et firma, nullumque in judiciis, aut extra sentiat quovis modo camina significazione a dette spese se li dovranno significare, diminutionis incomodum dubietatis abiectum, aut noxe alte- se sono buone fatte, le dovranno ammettere, e farli la libera- rius detrimentum pertimescat, sed in suo semper robore, et toria sotto di detti conti, con l’autorità a medesime in caso firmitate persistat. In quorum fidem hoc presens privilegium contrario di convenirli a pagare avanti al Giudice a cui spetta il fieri fecimus magno nostro negotiato sigillo tutto del sopradetto Capitale rimettendoci al $ II del capitolo f. 8 r. V del Concordato = Ed avendo maturamente considerato le pendenti munitum. Datum Neapoli die 30 mensis martij preinserte Regole, le quali non contengono altro, se non che Anno a Nativitate Domini Millesimo septingentesimo quin- il modo di eleggere gli Ufficiali, la recezione e cassazione quagesimo quinto 1755. de’ Fratelli, e li suffragij, che godono nella loro morte, e Carolus Rex non avendo in quelle ritrovata cosa, che pregiudichi la regal Panza Giurisdizione, e il Pubblico, perciò precedente il parere del Fragianni Dominus Rex mandat mihi Castagnola Porcinari Regio Consigliere d. Onofrio Scassa noi ordinario Consultore, Vostra Maestà concede il suo Regal Assenso elle preinsette son di voto che Vostra Maestà può degnarsi accordare su dette Capitolazioni fatte dagli Ufficiali, e Fratelli della Confraternita Regole il suo Regal Assenso, e Beneplacito, con farli spedire sotto il titolo di Santa Maria Assunta posta nella Chiesa di privilegio in forma Regalis Camere Sancte Clare; Qual regio Santa Maria di Loreto della Terra di Forio d’Ischia in omni- Assenso s’intenda conceduto colle infrascritte condizioni, e bus servata la forma della sudetta preinserta relazione fatta riserve = Primieramente che nella reddizione de’ conti di detta dal Reverendo regio cappellano Maggiore in forma Regalis Congregazione, e Chiesa s’abbia da osservare il prescritto del Camere Sancte Clare Cap. V $ 1 et seguentibus del Concordato = Secondo. Che f. 8 v. a tenore del suo Real Stabilimento fatto nel 1742 quei, che Donatus Citus devono essere eletti per Amministratori e Razionali non siano Solvat tt. Duodecim pro Jure sigilli solvit ducatos septem debitori della medesima. Che avendo altre volte amministrate cum dimidio le sue rendite, e beni, abbiano dopo il rendimento de’ conti Procurator Giordanini Citus ottenute le debite liberatorie. Che non siano consanguinei nè In Privilegium 121.2.75 De Sanctis affini degli Amministratori precedenti sino al terzo grado in- A g o s t i n o D i L u s t r o clusive de jure civili. E per ultimo, che non si possa aggiungere o mancare cos’alcuna dalle preinserte Regole, senza il regal

La Rassegna d’Ischia 5/2009 43 Saluti dall'incredibile Tokyo Giappone: dove ancora convivono uomini e dei

di Carmine Negro regolato da un telecomando che si stacca Fuori è tutto così ordinato e silenzioso: dall’alloggiamento laterale della poltrona i bus aspettano vicino alle rispettive Sono le ore 17.00 di venerdì 28 ago- e consente di gestire i programmi audio, fermate dove una segnaletica luminosa e sto. Il sole è ancora forte e l’afa affatica quelli video e i videogiochi. La hostess dettagliata comunica la loro destinazione. il respiro. Le palpebre diventano sempre non solo chiede cosa si desidera per Le auto e i bus sono tutti molto puliti, più pesanti ed è difficile tenere gli occhi il pranzo se beef o chicken ma mostra sembrano appena usciti dagli autolavag- aperti. Il luogo che mi ha ospitato fino a anche due grandi foto che ritraggono i gi. L’aereoporto internazionale di Narita 48 ore prima segna la mezzanotte, l’ora due diversi alimenti. Dopo quasi 11 ore è situato a 70 km di distanza dal centro di dormire, ma io voglio assolutamente di volo e solo 4 di differenza, per il fuso cittadino e il bus impiega 90-100 minuti scaricare le foto dalle schede su cui ho orario, si arriva all’aeroporto di Tokio per arrivare al centro di Tokyo. impresso immagini fatte di luoghi e Narita che sa accogliere i propri ospiti in volti che sanno emozionare. Sono il mio modo discreto e silenzioso. Le pratiche L’impatto è forte. Tokio è ordinata, diario scritto con la luce: raccontano un doganali prevedono un nuovo sistema di efficiente, pulita, tecnologicamente im- paese sospeso tra un passato millenario, identificazione biometrica che rileva le peccabile. Ti coccola con un’accoglienza che traspare da uno sguardo, un inchino impronte digitali e scatta una fotografia tutta orientale fatta di sorrisi antichi e o un discreto sorriso e il futuro racchiuso ad ogni persona che entra in Giappone È discreti che si perdono tra mille inchini. in uno schermo, un suono, un congegno una procedura molto semplice: appena si tecnologico. arriva allo sportello dell’immigrazione Con strade senza nomi, palazzi senza viene chiesto di mettere gli indici di numeri ed una lingua senza lettere, Tokyo Le immagini riportano i tanti momenti entrambe le mani sugli appositi segni si presenta come una città incredibile, del viaggio. Partono dalla stazione di Na- e di fare una leggera pressione. Poi è il confine e cuore del mondo, un luna park poli devastata dai cantieri che la stanno momento della fotografia, è necessario sensoriale, dove convivono Kimono in ristrutturando, passano attraverso il treno stare ad un certa distanza; sul pavimento seta e minigonne di plastica, entrambi fresco e ad alta velocità per Roma, quello è disegnata la sagoma di dove mettere i simbolo di un Giappone che sa essere rumoroso e maleodorante che collega la piedi, in modo da trovarsi nella posizione laboratorio senza freni delle tendenze e capitale all’aeroporto, la lunga attesa del corretta. Malgrado le procedure siano delle mode del futuro. La città è tutto un volo, il viaggio con la compagnia JAL, più complesse, le pratiche doganali sono susseguirsi di dedali che si intersecano che già ti predispone al paese che si sta abbastanza veloci ed in breve ci si ritrova e si accavallano come fondali che si in- per visitare. L’intrattenimento a bordo è con la guida Aya all’uscita dell’aeroporto. trecciano, si sovrappongono e si assomi-

44 La Rassegna d’Ischia 152009 Tokyo - Tower gliano. I diversi quartieri con i loro centri nevralgici traboccano di esseri umani, Il distretto di Shinjuku folle che ondeggiano nelle piazze, per le strade, alle fermate della metropolitana. Sono circa tredici milioni gli abitanti del- la metropoli ma non c’è disordine in città solo caos creativo che accende i neuroni e fissa le immagini in una realtà che ha il fascino del sogno; di notte, quando si chiudono gli occhi, non si riesce a can- cellare quello che si è visto di giorno. Su tutto regna il solito silenzio giapponese che, anche all’interno di luoghi affollati, come la metropolitana, è sempre il prota- gonista principale. I cittadini a Tokyo (si chiameranno tokyoti?) sono tutti sempre molto gentili e ordinati sia che si tratti di fare la fila per l’acquisto di un biglietto, di salire le scale mobili (a sinistra per consentire a chi ha fretta di poter salire a destra) o di prendere una bevanda ai numerosi distributori che tappezzano le strade della capitale e non solo quella. E Alla stazione poi l’attenzione al risparmio energetico con i semafori a led, l’attenzione all’altro moto del Kanto del 1923; dato che l’area con il divieto di fumo per le strade (ci Dalla camera 2765 del Keio Plaza era sismicamente stabile e scampò alla sono apposite piazzole per i fumatori), Hotel, nell’esclusivo quartiere Shinjuku gran parte delle devastazioni è diventata l’attenzione all’ambiente con una cura si può ammirare il palazzo governativo una delle poche aree di Tokyo con molti meticolosa alla pulizia e al verde. Di sera di Kenzo Tange con la facciata a griglia grattacieli. È un importante centro com- poi quando le enormi insegne pubblicita- che ricorda il circuito elettronico. Poco merciale e soprattutto amministrativo rie movimentano con mille colori angoli e lontana la stazione della metro che con per la presenza del Palazzo del Governo strade la città dà spettacolo, seduce. Dalla i 2 milioni di presenze al giorno è la più Metropolitano. Disegnato da Kenzo Tan- sommità della torre di Tokyo, che con i affollata al mondo. ge è formato da due blocchi di uffici e da suoi 260 e passa metri di altezza supera una piazza semicircolare; la sua facciata a di qualche metro la sua sorella francese, Shinjuku è uno dei 23 quartieri specia- griglia ricorda sia l’architettura tradizio- si può ammirare dall’alto la città sotto- li della città, quello che al meglio rappre- nale sia il circuito elettronico. Dall’alto stante che pullula di vita e abbracciare, senta Tokyo; il quartiere che non dorme nei giorni tersi è possibile ammirare il in lontananza, con un solo sguardo tutta mai, dove in pochi chilometri quadrati si monte Fuji simbolo della nazione e la la sua vastità. trova qualunque cosa. Si sviluppò nella baia di Tokyo. sua forma corrente dopo il Grande Terre- Shinjuku è anche sede di uno dei mag-

La Rassegna d’Ischia 5/2009 45 giori nodi dei trasporti pubblici di Tokyo, punto di partenza dei indicazioni consentono di prendere facilmente la linea Toei treni e degli autobus per la periferia: si stima che attraverso le Ōedo Line che conduce al mercato del pesce di Tsukiji. In tre linee della metropolitana, le due linee urbane ferroviarie metropolitana molti viaggiatori trafficano con il cellulare, altri private, e le diverse linee ferroviarie della JR passino circa 2 si addormentano durante il viaggio. Pare che molti lavoratori milioni di persone ogni giorno. Durante l’ora di punta del sono costretti a fare lo straordinario anche se non lo preferi- mattino, dalle ore 7.30 alle ore 9.00, il personale spinge i scono e così la giornata lavorativa si dilata fino a tardi. pendolari dentro i treni assicurandosi che nessuno rimanga Il mercato ittico all’ingrosso di Tsukiji è il più grande chiuso tra le porte. Nei corridoi, che collegano tra loro tutte le mercato del pesce del mondo. Per poter assistere al mercato linee, ci sono numerosi negozi e tanti ristoranti e spesso non del tonno bisogna arrivare molto prima delle sei. Quando si è facile orientarsi tra questi passaggi identici. Il pendolarismo arriva sul tardi, come abbiamo fatto noi, il capannone che è molto diffuso perché i prezzi alti del centro costringono ospita vagoni di prodotti ittici che arrivano ovviamente da molte famiglie a cercare casa in periferia. La maggior parte tutto il Giappone ma anche dal resto del pianeta (a Tokyo il dei pendolari è costituita da uomini o da giovani donne non pesce che costa di più è il tonno pescato al largo della Sarde- sposate. Dopo il matrimonio le donne in genere restano a gna o della Sicilia, tonno fresco che arriva direttamente ogni casa per accudire i figli mentre gli uomini escono prima che giorno con l’aereo.) ha già terminato le contrattazioni, restano i bambini si svegliano e ritornano quando sono già a letto. Per le operazioni di trasporto, stoccaggio e preparazione, che gli questi pendolari si è sviluppata una vera e propria industria operatori del mercato svolgono muovendosi sia a piedi che che ha la sua massima espansione nella preparazione di pasti con i mezzi meccanici specializzati. Il mercato consta di due economici. settori: il primo, cosiddetto mercato interno (jonai shijo) è Oltre all’area verde del Shinjuku-gyoen, parco che include quello in cui si tengono le aste dei tonni e operano i grossisti; i giardini alla francese, all’inglese e naturalmente alla giappo- il secondo è il cosiddetto mercato esterno (jogai shijo), in cui nese, tutto il quartiere è immerso nel verde e spesso anche al si svolgono tutta una serie di attività commerciali quali la centro si sentono le cicale come sottofondo agli angoli della vendita di pesce minuto, il pesce porzionato, quello lavorato, strada. quello essiccato o conservato e così via. Esternamente al mercato vi è anche un’area marginale Da Shinjuku con la metro in 30 minuti (yen 260) si rag- densa di bottegucce incredibilmente conservate nell’aspetto giunge il mercato del pesce di Tsukiji fatto di grossi hangar originario, dove si vende un po' di tutto: attrezzi da cucina, e un labirinto di viuzze dove tra mille bancarelle brulica un coltelli, pentolame, ceramiche, lacche, sempre a prezzi estre- commercio che profuma di mare. mamente convenienti. Vi è anche una bottega di affilatura dei coltelli in cui artigiani specializzati procedono all’affilatura Fare il biglietto per la metropolitana è molto semplice e le secondo il metodo tradizionale in uso da secoli che prevede l’utilizzo di pietre di grana sempre più fine tenute costante- mente bagnate. Già dalle prime ore del mattino ci sono persone in fila davanti ai ristorantini dall’aspetto spesso assai dimesso e di proporzioni spesso minuscole dove si può mangiare a prezzi ridottissimi una cucina che si basa sull’eccellenza e la fre- schezza delle materie prime. Si dice che in alcuni di questi ristorantini è possibile mangiare il miglior sushi del mondo. Le file che stazionano davanti a questi locali fanno ritenere ben fondata la fama che li accompagna. È da questo mercato che parte il pesce per produrre sushi, sashimi, pesce crudo tagliato nelle forme più diverse, con i colori più disparati, con riso, senza riso, con un modo sempre tutto speciale di presentare i piatti. Passeggiando tra le strette vie di Tsukiji tra le numerose bancarelle che occupano quasi del tutto le carreggiate delle stradine è possibile sentire il profumo del mare tra le oltre 400 qualità di pesci e molluschi, dalle acciughe alle alghe fino al caviale oltre ad una grande quantità di alimenti tipici giapponesi. In Giappone c’è una fantastica cultura ittica e si può tranquillamente dire che in tutti i paesi del mondo c’è un peschereccio giapponese che pesca per il mercato di Tokyo…

Da Shinjuku in 20 minuti (160 yen) con la metro si arriva ad Akihabara il quartiere dell’elettronica. Tantissimi negozi che vendono un’infinita varietà di congegni elettronici. Molte super novità per me incomprensibili. Saluti dall’incredibile Al mercato Tokyo.

46 La Rassegna d’Ischia 152009 Akihabara è famosa per la grande concentrazione di negozi che vendono tutti i tipi di apparecchi elettronici, anime, sinonimo di “cartone animato giappone- se”, videogiochi ed articoli per adulti. Il materiale nuovo si può trovare nei negozi della strada principale, la Chou Dori, mentre l’usato di tutti i tipi (software, hardware e ciarpame vario) si può trovare nelle vie sul retro. Si tratta di attrezzi, parti elettriche, cavi, videocamere minia- turizzate ed altro che invadono con i loro banchi i minuscoli corridoi delle strade vicino alla stazione. Sono scanni interi di spine e cavi, scatole piene di cavetti e usb, mensole ricolme di cacciaviti, batterie, spinotti.. poi certo ci sono anche i compu- ter, i palmari, le macchine fotografiche, le calcolatrici. Ma bisogna conoscere molto Akihabara bene il prodotto, altrimenti è impossibile centro commerciale di Shibuya. Poco dei trassero dal mare, abbia qualcosa di capirci qualcosa perchè è tutto scritto lontano alcuni ragazzi e alcune ragazze diverso e magari superiore. Questa lettura rigorosamente in giapponese. scherzano nelle loro innocenti acconcia- delle origini è servita a rafforzare le idee Le parti di ricambio nuove per gli ture. Hanno una percezione differente nazionalistiche che tanta parte hanno amanti del fai-da-te sono facilmente della realtà. Non danno più al lavoro una avuto nella storia nipponica, fino all’ag- disponibili in molti negozi. dedizione ed un valore assoluto: hanno gressione portata dall’impero giapponese Nei negozi di Akihabara si può cam- scoperto il “qui e ora” l’ebbrezza del alle nazioni vicine nel XX secolo; ma minare fra la statua a grandezza naturale piacere da consumare in modo intenso serve anche a capire lo stretto rapporto di Evangelion o Gundam, si può restare rapidamente e senza mediazioni. dei giapponesi con le proprie isole e con affascinati dal modellino di Star Wars Per un momento cerco di ricordare l’istituzione imperiale. accanto a quello di Capitan Harlock, quanto ho letto a proposito della narra- Eppure è in quel luogo di ritrovo Annali così come è possibile ammirare tutti i zione del Nihongi ( del Giappone) delle tribù metropolitane che è possibile personaggi di Cutie Honey o Lupin in del 720 che narra delle dispute tra dei e decifrare il futuro racchiuso in quel vestiti sexy.. ma fino a che non si entra delle dispute degli uomini che si conten- mondo in continuo movimento che è la non si sai mai cosa si trova perché le dono il favore degli dei. Poi le vicende gioventù locale. Alessandro Gomarasca Raccolta di antiche scritte in verticale fuori del negozio sono narrate dal Kojiki ( ne “La bambola e il robottone” scrive: storie) ovviamente tutte in giapponese. del 712 ci rimandano l’immagine «Oggi sono le ragazze in Giappone a di una storia che si perde nel mito. In incarnare le speranze (o gli incubi) del Tokio brulica di vita e di lavoro fino questi antichi testi viene accreditata la mutamento. Le giovani sono feticizzate a tardi. Ci si riposa chiudendo gli occhi tesi che il fondatore dell’impero giap- come metafora del consumo». «Sono i nei bus e nel metro. I giovani per strada ponese e unificatore del paese sia stato protagonisti dei cartoni giapponesi - per hanno capelli e vestiti che rimandano Jimmu Tenno (660-585 C.) discendente Giancarlo Dotto in Esplorare Tokyo è un agli eroi comix manga dei manifesti e di Amaterasu, divinità principale della pò sentirsi alieni - a dettare il nuovo look dei video delle grandi vetrine. religione tradizionale shinto (“via degli dei giovani di Tokyo. Sciami sgargianti dei”). È naturale che una nazione fondata di ragazzine in stile Barbie-sexy, le tinte Sono quasi le ore 22.00. alcuni operai dal capostipite di una dinastia imperiale fluo e le acconciature ispirate alle eroine stanno ancora lavorando all’allestimento durata ininterrottamente fino ad oggi, dei fumetti manga come Sailor Moon. in una vetrina di un negozio del mega- chiamata a regnare su una terra che gli Accessori, peluche, pose infantili, fanno il verso a Hello Kitty, la micia con il fiocco rosso. … Lo street style di Shibuya è sfrontato, esibizionista, la strada come palcoscenico della sfida, i neon delle insegne sono i riflettori, le musiche lo sfondo. A uso e consumo dei passanti e di tutto il mondo fashion che le prende come riferimento. Spicciola e ferrea la filosofia: meglio risultare eccessive, biz- zarre o volgari piuttosto che confondersi nella mediocrità della vita». Harajuku girls Tokyo girls Carmine Negro

La Rassegna d’Ischia 5/2009 47 Farmaci, droga e paradisi artificiali dalla civiltà mediterranea ad oggi *

di Bruno J. R. Nicolaus Credo di sì, cercando un’interpre- comportamento, è definita psicotropa, tazione olistica del fenomeno, che il che significa che mostra una spic- Farmaci e droga non sono sinoni- manca tuttora. Questo è l’obiettivo cata affinità per il cervello. Non tutte mi. Non tutti i farmaci sono droghe, del mio studio, che parte da due le sostanze psicotrope sono droghe, non tutte le droghe sono farmaci. prospettive non sempre coincidenti, ma tutte le droghe sono psicotrope, il Perchè abbinare, allora, i due con- quella biochimica e quella umanisti- che significa che le droghe svolgono cetti? Perchè hanno in comune una ca. la loro azione a livello del Sistema radice, che non è solo etimologica. Nervoso Centrale. *** Nell’antichità, oltre che medicina, Il cervello è l’organo bersaglio Droga e paradisi artificiali si ri- farmakon significava anche veleno. della droga. trovano presso le civiltà antiche, da Una sostanza, che può salvare la vita, Le sostanze stupefacenti appar- quella Sumera e Mediterranea all’In- ma può donare la morte. tengono a svariate classi chimiche, dù, Cinese ed Andina o a tante altre, I farmaci possono salvare la vita; posseggono strutture diverse e mo- nessuna esclusa. La droga non è un le droghe portano a morte, prima o strano differenti meccanismi d’azione frutto, un’invenzione o una scoperta poi. Parliamo qui di droghe più che a livello molecolare. Possono indurre, dell’uomo moderno; l’uso di sostanze di farmaci. ciò nonostante, comportamenti clinici stupefacenti era noto fin dall’antichi- simili o talvolta paragonabili. *** tà. È l’attuale disponibilità planetaria, Vediamo quindi spesso chimiche I nostri antenati preistorici dovet- che non ha precedenti di sorta. differenti, ma analoghi effetti bio- tero fronteggiare nascita e morte, Sedare il dolore, migliorare l’umo- logici. Queste sostanze agiscono, traumi, malattie e sofferenza. Essi re, affinare la mente, influenzare interagendo con la secrezione ed il impararono a combattere i malanni e prestazioni e comportamenti, fa parte riassorbimento di neurotrasmettitori a lenire il dolore, finché non maturò, di una prassi antica quanto l’uomo, specifici. L’azione ansiolitica dell’al- in qualcuno di loro, l’idea rivoluzio- seppure spesso ristretta a pochi ini- col, per esempio, è legata all’incre- naria d’influire su corpo e mente, con ziati. mento dei livelli di GABA, quella varie pratiche e prodotti. *** stimolante della cocaina all’aumento Nacquero così la medicina ed il suo Ogni sostanza, in grado di modifi- della trasmissione dopaminergica, principale strumento, il farmaco. care l’attività mentale, l’umore ed il quelle dell’amfetamina all’azione Sedare il dolore o automedicarsi è intimamente legato alla storia dell’uomo, fino ad arrivare all’impie- go sistematico di rimedi più potenti ed efficaci, ma anche pericolosi e talora letali. Passare dal semplice impiego di un farmaco all’abuso è facile. Altrettanto facile è il salto verso droga e paradisi artificiali. *** Tutti si chiedono il perché della presente esplosione globale di farma- ci, droga e paradisi artificiali, senza ricevere una convincente risposta. Vale allora la pena di affrontare, an- cora, quest’argomento?

* Comunicazione all’Accademia Pontaniana Frammento di affresco con figure femminili aventi in mano ciascuna un fiore di Loto, di Napoli (25 giugno 2009) da una tomba di Tebe 1500 a.C. circa; Aegyptisches Museum, Berlin.

48 La Rassegna d’Ischia 152009 noradrenalinosimile, quella dell’eroi- denominato i suoi splendidi fiori, Hu- inizia con la scoperta dell’ America. na all’azione endorfinosimile, quella Gil, ossia la pianta della gioia. Furono i partecipanti alle spedizioni dell’ ecstasy all’attivazione della In varie tombe preistoriche sono di Colombo a descrivere la pianta del trasmissione serotoninergica, quella state rinvenute bacche di papavero, tabacco e gli indiani che la fumavano. delle droghe psichedeliche (LSD, deposte accanto ai resti umani per All’ambasciatore Jean Nicot spetta Mescalina) all’inibizione della sero- accompagnare i defunti nell’ aldilà. invece il merito di aver inviato ai so- tonina. I Sumeri furono anche tra i primi vrani francesi le foglie e i semi della preparatori di birra, ricavata dalla fer- pianta, che porta in suo onore il nome *** mentazione di cereali. Essi adoravano bizzarro d’erba nicotina. Da allora, il Oltre che dalle caratteristiche far- le proprietà inebrianti dell’alcol, rite- fumo del tabacco svolse ovunque una macologiche, l’azione delle sostanze nuto un dono celeste, e tramandarono funzione socializzante, paragonabile stupefacenti è influenzata da fattori questo culto ad Assiri, Babilonesi ed al rito del qat in Yemen o del tè per gli complementari, come modo d’as- Egizi e, tramite questi, al resto del inglesi, senza raggiungere, peraltro, sunzione, condizioni dell’individuo Mediterraneo. gli odierni livelli d’abuso. e situazione dell’ambiente. In par- Greci e Romani divennero maestri ticolare: nella selezione di vitigni e nella pre- *** - le modalità d’uso comprendono parazione di vini robusti. Sia i Greci Oppio, coca, alcol e tabacco sono dosaggio e via d’introduzione (endo- sia i Romani, riconoscendo le virtù ed noti da tempi remoti, senza che gli vena, ipodermica, orale, respiratoria, i rischi del vino, erano soliti gustarlo aspetti negativi, connessi alla loro transdermica, ecc.); diluito con acqua, modulando l’azio- assunzione, emergessero con la stessa - il complesso dei fattori legati ne inebriante ed evitando di cascare frequenza e drammaticità d’oggi. C’è all’individuo include personalità, troppo presto nel sonno. da chiedersi perché. umore e condizioni fisiche (set); Diluire il vino e servirlo in modo L’entità dell’effetto delle sostanze - l’insieme dei fattori legati all’am- appropriato divenne quindi una vera stupefacenti è determinata da: biente, in cui la droga è consumata, arte, riservata a coppieri fidati. - via di somministrazione (orale, comprende uso solitario, uso di grup- Nel nuovo mondo, gli Amerindi endovena, respiratoria, ecc.), po, combinazione di droghe e rituali avevano a portata di mano una folta - dosaggio (quantità), di gruppo (setting). foresta pluviale, ricca di piante me- - concentrazione (purezza). Il numero di persone assuefatte alle dicinali. Tra le tante, qualcuno notò Purezza, quantità e via di sommini- droghe ammonta a livello mondiale a l’azione delle foglie di coca. Masti- strazione sono tre parametri cruciali, svariate decine di milioni, mentre le care foglie di coca o bere i suoi infusi i quali determinano l’efficacia della conseguenze dell’abuso spaziano da divenne, così, un’abitudine inveterata droga e l’entità degli effetti collate- gravi disordini psicologici, motori tuttora, presso i popoli andini. rali, a volte letali. Purezza e quantità e funzionali, ad improvvisi attacchi Si racconta che, attorno al III influenzano la potenza delle singole cardiaci spesso letali. Il problema secolo, l’imperatore cinese Shen dosi, mentre la via di somministra- della disassuefazione non è stato fi- Nung scoprisse le virtù del tè, il cui zione determina la velocità d’assor- nora risolto in maniera soddisfacente, uso dilagò presto in Europa. Il caffè bimento e penetrazione nel cervello. nonostante che siano in corso vari comparve, invece, molto più tardi, La via endovena o inalatoria è la progetti di ricerca, per il trattamento all’inizio del ‘600, seguendo le rotte più rapida e permette alla droga di dipendenza ed overdose. tra Venezia, Napoli e Oriente e si di raggiungere il cervello in pochi diffuse, attraverso la Serenissima, in secondi. *** tutta la penisola. Più droga penetra nel cervello, Nell’antica India, i Veda decanta- Tè e caffè contengono caffeina, maggiori saranno i livelli cerebrali e vano le proprietà mistiche e palliative un alcaloide con potente azione sti- l’effetto, ma anche maggiori saranno del Soma, mentre gli Indù divennero molante centrale, una droga secondo l’azione nociva ed il rischio di danni maestri nel preparare, con semi di la classificazione corrente. Tè e caffè irreversibili e morte. papavero e miele, gustosissimi dolci sono entrati nell’uso comune, senza Attività e tossicità aumentano dra- e bevande, molto richiesti, oltre che restrizioni di sorta, anche se il loro sticamente, passando da droga grezza per lo squisito sapore, per la blanda abuso può essere dannoso per alcuni a droga purificata, da somministrazio- azione sedativa. individui. ne orale a somministrazione iniettiva I sacerdoti Sumeri conoscevano, Il vizio del fumo sembra essere o inalatoria, da singole sostanze a già oltre 5000 anni or sono, le pro- più antico e sarebbe stato praticato miscele di droghe. prietà antidolorifiche dei semi di già nell’età del bronzo, mentre la papavero e per questa qualità avevano storia ufficiale di fumo e tabacco ***

La Rassegna d’Ischia 5/2009 49 Nell’antichità, le droghe erano Nel caso del tabacco, la manipo- mentale in due recenti scoperte della assunte a scopi spesso rituali ed in lazione chimica delle foglie, effet- neurochimica: l’individuazione di quantità moderate, dato che i prodotti tuata dall’industria manifatturiera, ricettori specifici, deputati ai processi disponibili erano grezzi, contenevano ha aumentato l’assorbimento della di gratificazione, e la correlazione tra scarse quantità di principio attivo e nicotina ed il rischio d’assuefazione, gratificazione e dipendenza. venivano, di norma, ingeriti con as- favorendo la diffusione del fumo e La produzione endogena d’endor- sorbimento scarso e lento. Successi- delle patologie correlate. fine è un meccanismo fisiologico, che vamente, si è passati all’assunzione di Nel caso delle bevande alcoliche, ha il fine di mitigare il dolore quando droghe sempre più concentrate, fino il passaggio, da prodotti a basso o soffriamo, seguendo ritmi biochimici ad arrivare a principi puri al 100%, medio tenore alcolico, come vino e automatizzati nelle nostre strutture come morfina, eroina, cocaina, ecc. birra, ai superalcolici ad alta grada- cerebrali. I nostri comportamenti Quasi contemporaneamente, sono zione ha contribuito alla diffusione obbediscono a queste strutture del stati introdotti due modi di sommini- planetaria dell’alcolismo e ad una cervello, il quale si rispecchia nella strazione più rapidi ed efficaci: ina- grave incidenza delle patologie cor- biochimica e biofisica dei neuroni, latorio (fumo e spray) ed iniettabile relate all’abuso. dai quali è composto. (endovena, intramuscolo). Noi c’illudiamo d’essere liberi, Nel caso d’oppio e coca, il pas- *** mentre le nostre scelte sono larga- saggio da droghe grezze a quelle Per concludere, la ricerca di realtà mente determinate dalle caratteristi- purificate o purissime e l’adozione virtuali piacevoli o paradisi artificiali che funzionali del cervello e la nostra della somministrazione iniettiva e è un bisogno radicato, fin dai primor- mente resta prigioniera di programmi inalatoria sono responsabili della di, nel profondo di mente e cervello biologici e di comportamento presta- maggior incidenza d’effetti collaterali e strettamente legato alla loro biochi- biliti. negativi e della maggior diffusione mica. Bruno J. R. Nicolaus della droga nel mondo. Questa tesi trova riscontro speri- Pio Monte della Misericordia segue da pagina 5 vanto l’opera di Caravaggio e tutta la grandiosa quadreria che possiede, dovrebbe presentare con uguale vergogna l’opera ab- bandonata di Casamicciola che è stata privata perfino della bella statua della Madonna della Misericordia che era posta nella bella cappella e che è stata portata a Napoli dove perfino l’archivio storico dell’Ente sulla vicenda dell’opera dei bagni di Casamic- ciola è “secretato” cioè non è possibile per gli studiosi poterlo consultare. Abbiamo scritto su questo argomento fiumi, mari, oceani di inchiostro per almeno trenta anni ed abbiamo proposto soluzioni per risolvere il problema che si aggrava sempre di più, diventa sempre più complesso, con la crisi finanziaria e l’inconsistenza del- la classe dirigente della politica e dell’economia di Casamicciola. Osserviamo che, mentre si cerca di tutto per valorizzare la storia di Napoli ed il suo colore locale, non si fa nulla per valorizzare quella di Casamicciola ed anzi si nega a questa Cittadina, che ha inventato il termalismo sociale, perfino ciò che poteva conserva- re la sua Memoria Storica cancellata da tre terremoti nel secolo XIX. Dell’Ente Pio Monte della Misericordia a Casamicciola resta solo una lapide posta nel Cimitero sul monumento fatto erigere per raccogliere tutti i morti sotto le macerie del terremoto del 28 luglio 1883 la quale dice: “il Pio Monte della Misericordia in eterno gli sarà ricordo e religione di non lasciar mai l’opera santa che rende possibile al poverello i benefizi delle storiche terme”. Parole bellissime che risuonano in un silenzio estremo, ascoltate dalle anime alla presenza di Dio nell’indifferenza terrena. Giuseppe Mazzella

50 La Rassegna d’Ischia 152009 Piante, fiori ed erbe del Castello Aragonese Il Giardino di Vittoria Colonna II * La Rosa degli speziali Le Parietarie, le rosse Valeriane, i Mu- (Rosa gallica) schi, i Licheni, le Felci, ma soprattutto di Giuseppe Sollino Si tratta di un piccolo cespuglio con i Capperi, identificano un ecosistema rami molto contorti, quelli eretti portano dalla grande valenza ambientale. Anche un solo fiore di colore rosa intenso o più queste piante hanno rappresentato, nei I Fiori frequentemente rosso vivo. Le incompa- secoli passati, un tesoro di salute da cui rabili qualità aromatiche dell'essenza del- I fiori hanno sempre costituito nelle attingere a piene mani per curare malanni la rosa rossa la rendono preziosissima per diverse civiltà un ponte che legava l'uo- e recuperare salute e benessere. Pozioni, la preparazione di cosmetici e profumi di mo alle divinità. I loro colori, le forme, unguenti, ma anche infusi e decotti che elevata ricercatezza come il famosissimo i profumi rappresentavano certamente la moderna medicina sta recuperando. n. 5 di Chanel. L'olio e l'acqua di rosa nel l'armonia della natura voluta dagli dei. passato avevano una grande diffusione e Ma i fiori fornivano anche estratti e oli nel Rinascimento gli speziali fiorentini li Edera (Hedera helix L.) essenziali utilizzati già nell'antico Egitto utilizzavano sia direttamente per creme Già presente nel Mesozoico, l'Edera ha per proteggere i Faraoni, rivestendoli con e profumi, sia per correggere prodotti e sempre simboleggiato fedeltà in amore e un alone divino, che allo stesso tempo preparati erboristici non sempre gradevo- immortalità. I Greci si cingevano la fronte teneva lontano mosche e zanzare e pro- li. Infusi di foglie e fiori, oltre a risolvere di corone di edera in onore di Dioniso. teggeva da infezioni batteriche e virali. le infiammazioni agli occhi, erano usati In Egitto era dedicata ad Osiride. Tipica Gli antichi popoli del Mediterraneo co- per favorire la digestione e attenuare i rampicante è la pianta citata da tutte le nobbero e coltivarono un numero molto fumi dell'alcool. cronache del matrimonio di Vittoria Co- limitato di specie e varietà di piante da Nel giardino di Vittoria Colonna era lonna e Ferrante d'Avalos avvenuta sul fiore rispetto a quelle attuali. Mancavano presente anche la Rosa di macchia (Rosa Castello Aragonese il 27 dicembre del i fiori prodotti da paesi lontani, ancora canina L.) adoperata per le sue capacità 1509. Infatti questa splendida rampicante da scoprire, anche se le preferenze era- disinfettanti e vitaminizzanti soprattutto rivestiva e riveste tuttora le mura e le aree no comunque molto ristrette e mirate. nelle sue infruttescenze, cinorroidi, ric- fortificate dell'antico maniero. Le foglie Secondo antiche testimonianze i fiori chissimi di vitamina C. venivano impiegate in infuso per curare prediletti già nell'antica Roma e fino al Nell'Ottocento naturalisti e botanici bronchiti croniche, ma si curavano anche Rinascimento erano le Rose, i Gigli e si sono occupati delle rose dell'isola. In reumatismi e gotta. Macerate in aceto le Viole. Molto apprezzati erano anche particolare il medico E. Chevalley De combattevano efficacemente la scabbia. i Giaggioli, i Narcisi, i Fiordalisi, gli Rivaz ricorda le varianti di rosa rubi- Anemoni e i Gladioli. Le Viole erano Ortica (Urtica dioica L.) ginosa Crèp diffusa nelle siepi, la Rosa molto utilizzate sia per le corone sia nella Il termine latino Urtica deriva da sempervirens tipica dei prunai oltre che ricorrenza del Dies violae in onore dei urere (bruciare) e si riferisce al liquido delle siepi e la Rosa agrestis delle selve defunti.Venivano coltivate in appositi irritante contenuto dalla pianta. Tuttavia e dei boschi. Giovanni Gussone, medico spazi nelle varietà purpurea, lutea e alba. I quest'erba così vituperata era invece am- e botanico alla corte di Re Ferdinando II Gigli, sacri a Giunone, dal cui latte sareb- piamente apprezzata - e lo è ancora - per di Borbone, autore della fondamentale bero nati,venivano largamente utilizzati le sue incredibili proprietà terapeutiche. opera botanica Enumeratio plantarum per l'olio profumato che se ne ricavava. È infatti diuretica, depurativa, stimolante vascularium.., 1854 cita la Rosa sem- Venivano coltivati nei giardini dei Mo- delle funzioni gastriche, emostatica e ri- pervirens - Rostinella bianca - la Rosa nasteri anche perché simbolo di purezza, minelarizzante per l'alto contenuto in sali canina - Rosa selvaggia - la Rosa gallica erano dedicati ai santi, come per esempio minerali, soprattutto ferro. Lodata dalla - la Rosa degli Speziali - la Rosa rossa di il Giglio di Sant'Antonio o quello di Santa Scuola Salernitana, veniva usata contro Vittoria Colonna. Restituta sull'isola díIschia. artrosi e reumatismi e per rinforzare e rendere lucidi e splendenti i capelli. Ma il fiore preferito era la Rosa. Era Le Piante ruderali Nel Medioevo e nel Rinascimento i ca- la regina dei fiori. Le diverse civiltà, da Si tratta di piante particolarmente affa- valli venivano alimentati con abbondanti quella Egizia a quella Greca e Romana scinanti che sfidano condizioni edafiche e porzioni di ortica sminuzzata e disseccata o a quella Rinascimentale, hanno consi- geomorfologiche inospitali per qualsiasi per rendere il loro mantello morbido e derato la rosa sacra, oltre che la più bella essere vivente. Le antiche mura della lucente. e affascinante espressione della Natura. fortezza mai espugnata del Rinascimento si coprivano e si coprono ancora di un Papavero - (Papaver L.) manto verde punteggiato da fiori solari Si sviluppa tra gli incolti, tra i ruderi * La prima parte è stata pubblicata nel n 4/ che come gemme preziose catturano la e i campi coltivati. Presenta un bel fiore luglio-agosto 2009. luce del sole. composto da quattro petali rosso accesi

La Rassegna d’Ischia 5/2009 51 e da una capsula o il frutto - che contiene diuretico, utile in tutte le affezioni delle gio delle pietre; è la rossa valeriana che semi piccoli reniformi. Il Rosolaccio era vie urinarie: idropisia, nefrite, calcolosi possiede un rizoma forte e resistente che ampiamente utilizzato per le sue pro- renale. Nelle affezioni polmonari nel produce ogni anno una ricca vegetazione prietà calmanti e decongestionanti. Nel Medioevo veniva consigliato il succo e una fioritura dal caratteristico greve passato si preparava la papagna, un infu- fresco di parietaria e come espettorante la aroma. La pianta possiede indubbie ca- so di fiori per i bambini irrequieti. Tale polvere di foglie essiccata con aggiunta di pacità calmanti e antinevrotiche. Anche infuso nel Medioevo era utilizzato anche miele. Fino a qualche anno fa si utilizzava se meno importante della valeriana vera come espettorante e per tutte le affezioni la stoppata, un intruglio di parietaria, (Valeriana officinalis ), era ampiamente del sistema respiratorio. Sul Castello tra uova e polveri di altre piante capace di impiegata in infusi per calmare i bam- gli incolti è presente il Papaver setigeum immobilizzare gli arti e ridurre fratture bini, ma soprattutto gli animali da lavoro DC, dai grandi fiori lilla chiaro con una o distorsioni. Nelle corti rinascimentali come il mulo e l'asino. macchia nera alla base dei petali. si impiegava anche come detersivo per piatti e posate, ridando splendore all'ar- Violacciocca (Cheiranthus cheiri L.) Parietaria genteria annerita. Cresce spontanea sulle mura dirute e (Parietaria diffusa Mert. Et Koch) sulle rupi calcaree colorandole con i suoi Caratteristica delle aree neglette o tra i Valeriana rossa fiori dorati macchiettati di bruno. L'uso dirupi, si sviluppa in maniera rigogliosa (Centranthus ruber DC.) di questa pianta come erba medicinale nelle fenditure delle antiche mura del Il nome della Valeriana rossa Centran- nei casi di ittero non ha trovato conferme Castello, oltre che negli interstizi dei muri thus deriva dal greco Kentron (sperone) e scientifiche, essendo basato sulla magia a secco, le antiche parracine, che limi- Anthos (fiore) in riferimento al fatto che simpatica, che combatte con il suo colo- tavano le aree agricole terrazzate. Per le le vivaci corolle tubulose terminano con re giallo i malati che assumono questo sue proprietà medicamentose, contenente un lungo sperone. Le mura dirute e gli colorito. Invece la presenza di alcuni diversi principi attivi e mucillagini, la antichi ruderi del Castello e le parracine glucosidi rende questa pianta utilissima parietaria viene considerata nella farma- dei tipici terrazzamenti vitati si colorano nelle malattie cardiache. copea classica pianta officinale. Nell'an- dalla primavera e per tutta l'estate di una Giuseppe Sollino tichità era considerata un efficacissimo fioritura rosso chiara che spicca sul gri-

Rassegna LIBRI bontà ed altruismo sono chiamate co- Al di là del vero munemente “fessi“ con un’accezione di di Luciano Di Meglio compatimento pietoso e nel contempo sprezzante. Per Luciano, invece, queste persone meritano stima e rispetto perché Edizione Ischia & Tradizioni, luglio 2009. In copertina scultura in legno di Raffaele permettono «a tanti di fare i fatti pro- Di Meglio pri». di Nicola Luongo In questa visione disincantata e scettica Luciano Di Meglio, autore di diversi degli uomini e della vita, a mio parere, testi che evidenziano con obiettivo re- si riscontrano alcuni tratti distintivi del alismo, permeato spesso da un sincero cosiddetto “Ciclo dei vinti” di Giovanni afflato poetico, vicende e personaggi ra- Verga, in cui si sottolinea l’ineluttabilità dicati per lo più nella nostra realtà etnico- di un destino che gli oppressi e gli sfrut- territoriale, ha recentemente pubblicato tati non possono cambiare nel contesto “Al di là del vero”, con la prefazione di del Meridione d’Italia, caratterizzato da Anna Di Meglio. La copertina riproduce un certo fatalismo, incapace di rinnovarsi una scultura in legno del compianto fra- e di lottare, ben condensato nella frase de tello Raffaele Di Meglio, che si distinse I Malavoglia: «Contèntati di quel che ti come vero e genuino artista nel panorama ha dato tuo padre, se non altro non sarai ischitano per le sue doti di inventiva e di un birbante». Sono rare ed encomiabili creatività originali e incisive. le eccezioni contro atti di sopraffazione Luciano Di Meglio, ideatore e maggio- e di prepotenza di coloro che detengono re tra i donatori di reperti del Museo del il potere compiuti ai danni di coloro il cui Mare, «costretto a lasciare la direzione modus vivendi è rigorosamente conforme per i dissidi con i capi dell‘amministra- al senso della giustizia e della morale. zione del Comune di Ischia», dedica Nonostante che una nota dell’autore ri- il libro a quelle persone che per la loro cordi che i racconti siano tutti di fantasia,

52 La Rassegna d’Ischia 152009 “al di là del vero”, risulta evidente che Ischia) e di un vero e proprio giallo dai mente ingenue e sprovvedute perché non la fantasia si intreccia indissolubilmente risvolti morbosi e immorali, si accorge sono legate al proprio esclusivo interesse con la realtà della vita di ieri e di oggi con con amarezza che tutti gli schieramenti personale. una chiara denuncia di quegli egoisti il politici «difendevano abusi e soprusi» e, Il comune denominatore dei racconti cui unico principio guida è il tornaconto soprattutto nell’ambito dell’abusivismo è una visione disillusa della realtà e personale, calpestando i diritti e la dignità edilizio realizzato senza il rispetto della della storia nell’ottica hobbesiana che degli altri. Tale assunto è chiaro già nel natura, ogni sua lotta risultava velleitaria, l’esistenza è una ”guerra di tutti contro primo racconto Masaniello e il re, in cui perché il «potere istituzionale protegge tutti”, in cui non c’è posto per la caritas viene rievocata la figura del pesciven- i ricchi che, grazie ai continui condoni, come collante culturale e sociale. Eppure, dolo e agitatore politico napoletano del possono legittimare i loro enormi manu- l’autore ci fa comprendere che nel con- Seicento che, insofferente per le esose fatti abusivi». testo umano e sociale, odierno e passato, gabelle imposte dal governo spagnolo, Ne “La favola del pescatore e della non mancano esempi di persone idealiste capeggiò una rivoluzione per tutelare i principessa”, la storia di Gaetano richia- e fiduciose che con la loro coerenza di diritti del popolo, ma fu tradito e ucciso ma in parte quella di Masaniello perché vita, il loro coraggio e la ripulsa di ogni in circostanze oscure. Nonostante la limi- anche lui rimane fedele ai suoi principi forma di ingiustizie e di prevaricazione tatezza della sua visione politica, la figura di coerenza morale, rifiutando di sposa- riescono a proiettare un raggio di fiducia di Masaniello incarna nella tradizione il re una nobildonna invaghita di lui che, e di ottimismo fra gli uomini e i loro simbolo della libertà e della ribellione prossima alla fine, lo avrebbe lasciato rapporti sociali, diradando, almeno in contro le ingiustizie dei potenti. unico erede di una cospicua fortuna. Nel parte, le tenebre dell’incomprensione e L’autore immagina che Masaniello contempo, anche lui fa parte di quella dei pregiudizi di ogni genere. incontri nell’altro mondo altri personaggi categoria di persone ritenute comune- vittime di raggiri e di ingratitudine, tra cui l’ultimo re di Napoli Francesco II che, dopo aver perso la Sicilia occupata da Garibaldi, tentò di salvare il trono con- Ischia cedendo la Costituzione, ma fu costretto a rifugiarsi a Gaeta dall’esercito piemon- L'antico Borgo di Celsa e Villa dei Bagni tese, nonostante avesse apportato riforme di Gino Barbieri e migliorato le condizioni di vita nel Napoletano, costruendo ospedali, flotte Edizione dell'Associazione culturale Cristofaro Mennella. Immagini a colori e in navali, un albergo per i poveri, e istitu- bianco e nero. Maggio 2009. ito le pensioni per i lavoratori anziani e malati, detenendo una serie di primati in Gino Barbieri presenta in questo un excursus di eventi e avvenimen- diversi campi, come nell’industria e nelle suo nuovo lavoro le tappe storiche ti che hanno caratterizzato gli anni scienze. Oggi invece Napoli è afflitta dal e turistiche del Comune d'Ischia, del boom turistico, di personaggi degrado ambientale e dallo squallore spesso distinto come Ischia Porto del mondo politico, cinematogra- morale, con omicidi, droga, criminalità (l'ex Villa dei Bagni) e Ischia Ponte fico ed élitario in genere che sono efferata e disumana. Al loro ritorno postu- (l'ex Borgo di Celsa): una storia che passati per l'isola e per Ischia in mo a Napoli, Francesco II e Masaniello si concretizza e si sviluppa mag- avrebbero desiderato vedere una Napoli quegli anni. ben diversa, dove venissero attuati i giormente in tempi diversi, prima principi della giustizia e dell’onestà, ma con il massimo splendore del Ca- si rendono conto che questo desiderio stello Aragonese, poi con la trasfor- è irrealizzabile e, quando incontrano il mazione del lago in porto, voluta Direttore de “Il Golfo” Domenico di dal re Ferdinando II. Due elementi Meglio che, come loro, si era illuso di caratteristici sotto gli aspetti pae- “cambiare una comunità”, hanno l’amara saggistici e ambientali che hanno conferma che la realtà è immutabile e le fatto di Ischia un punto di incontro angherie e le sopraffazioni piegheranno fondamentale nel turismo locale, sempre ogni forma di resistenza e anelito nazionale e internazionale. di giustizia. Anche negli altri tre racconti il filo «La suddivisione territoriale - conduttore sono l’illegalità e l’arbitrio scrive Gino Barbieri - fu suggeri- diffusi soprattutto nella nostra regione. ta dalla necessità di occupare siti Il protagonista del racconto “L’isola” è adatti alle occupazioni giornaliere, un carabiniere animato da nobili ideali ma anche da ciò che poteva offrire del dovere e del rispetto della legge, madre natura in un periodo di for- ma in presenza di problemi da risolvere mazione della società civile». sull’isola (identificabile facilmente con Il lettore troverà nel libro anche

La Rassegna d’Ischia 5/2009 53 Associazione “Ischitani nel mondo” mare: quando la traversata transoceanica diventa crociera: alle origini del turismo transatlantico, l’arte della pubblicità come arte d’Avanguardia, e sulla celebrata “rotta del sole” Pe’ terre assaje luntane la “vulcanica Isola d’Ischia”); video (passaggio ad Ischia: il Rex - tra entusiasmi e impudenze, i bambini degli anni Dal 18 al 20 settembre 2009 si è svolta a Ischia Ponte Trenta raccontano il passaggio del transatlantico al largo della (contrada Mandra) la sesta edizione della manifestazione Mandra: un “amarcord” di casa nostra). Inoltre: Pe’ terre assale luntane – l’emigrazione ischitana verso le Little Ischia - Altre isole in California e in Argentina. Americhe, organizzata dall’Associazione Ischitani nel mondo Emittenti radiofoniche e testate giornalistiche: echi d’Italia (www.ischitaninelmondo.it). nelle terre d’oltreoceano. Intrattenimento e informazione per Una mostra multimediale ha avuto tre momenti signifi- gli Italiani in America, dalle pagine autorevoli di “Voce d’Ita- cativi in tre sezioni: espositiva (l’arte della persuasione e il lia” e de “L’Italoamericano” al programma “Voce ‘e Napule” piacere della navigazione: l’epopea delle città galleggianti di Aniello Di Iorio. attraverso le immagini pubblicitarie dai ruggenti anni Venti Un’isola che non si scorda mai : Gianni Lauro, ovvero la alla “Dolce Vita” degli anni Cinquanta, fantasia e creatività voce italiana della California. per promuovere il viaggio); audiovisiva (avanguardia sul Tra parole e musica, la storia di un programma radiofonico che per cinquanta anni ha accompagnato la vita degli Italiani emigrati in California. 1709-2009 : 300 anni dalla scoperta Un Ischitano a Hollywood - Eduardo Ciannelli. L’avventura umana e professionale di un Ischitano d’altri della città romana di tempi: dall’Italia all’America, da Broadway a Hollywood, dai gangster movies ai film d’autore, un protagonista e un La Direzione del sito www.vesuvioweb.com, per cele- testimone della storia del cinema, con l’isola nel cuore. brare tutto il fascino e la ricchezza culturale dell’Arche- Nato il 30 agosto 1888 a Lacco Ameno, dove la famiglia ologia Vesuviana, organizza il secondo convegno in web di origine napoletana aveva la proprietà delle Terme Santa della cultura della terra del Vesuvio Restituta, inizialmente intraprese gli studi di medicina presso Tutti gli iscritti al mailbox di Vesuvioweb possono par- l’Università di Napoli, ma poi si trasferì in America per dare tecipare all’evento che si terrà in dicembre 2009. I lavori alla sua vita una caratterizzazione rispondente alle sue aspi- dovranno pervenire al sito al seguente indirizzo info@ razioni di cantante e di attore. Riuscì a conquistarsi grande vesuvioweb.com oppure [email protected] entro il 20 successo sia nel campo teatrale che in quello cinematografico. di novembre. Morì a Roma il 6 ottobre 1969. I lavori saranno selezionati e impaginati per una pubbli- Si è svolta inoltre una tavola rotonda sui movimenti mi- cazione in rete. gratori dal XX al XXI secolo: Immigrati ospiti dell’Italia di - Si discute ancora oggi sulla data relativa alla scoperta oggi ed Emigrati in fuga dall’Italia di ieri: quali affinità? degli scavi di Ercolano. Si dibatte con piacevole contrad- dittorio e attorno ad un ipotetico anno si confrontano * studiosi di storia, di archeologia, amanti delle lettere, semplici estimatori del grande patrimonio archeologico della Terra del Vesuvio. Andar per cantine Se da un lato l’anno 1739 segna il momento dell’uffi- cializzazione nel quale il re Carlo III comunica al mondo La Pro Loco Panza d’Ischia (www.prolocopanzai- intero la scoperta della città romana di Ercolano e di schia.it), nei giorni 18 19 e 20 settembre, ha organiz- Pompei, dall’altro ritroviamo in bibliografia non poche zato la seconda edizione della manifestazione “Andar note dalle quali si evincono dati certi che attribuiscono per cantine”, itinerario storico culturale alla ricerca la scoperta non tanto al re spagnolo, ma ad altri. - delle tradizioni nascoste attraverso degustazioni e vi- Gli argomenti da trattare: Storia della scoperta - I perso- site guidate nelle cantine più antiche del territorio. La naggi che segnarono i momenti della scoperta - I luoghi manifestazione si è svolta nell’arco di tre giorni con della scoperta - Le circostanze e i fatti che animarono lo la visita alle rinomate cantine Casa D’Ambra, Pietra- scenario politico dell’epoca - Quali le scoperte - I monu- torcia, Giardini Arimei, e ad altre di cui alcune scavate menti - Il Vesuvio e le città sepolte - L’importanza della nella pietra verde, caratteristica della zona, e risalenti presenza archeologica in questa terra - Prospettive per il futuro - Urbanistica e archeologia - Turismo, economia, al 1600, funzionanti e tenute in ottimo stato. storia e archeologia a confronto - Temi liberi di interesse Il programma ha presentato anche nelle tre serate per il convegno. spettacoli caratteristici in piazza dove sono stati I testi inviati dovranno essere redatti in word con imma- allestiti stand per la degustazione di vini e prodotti gini allegate. La redazione e la direzione del sito provve- tipici. Il 19 settembre si è tenuto un convegno sulla deranno a esaminare i testi e ad impaginarli per l’edizione vitivinicoltura isolana con la partecipazione di esperti in rete. Ci si riserva inoltre di poter respingere quei lavori del settore. non ritenuti in linea con il tema del convegno. * *

54 La Rassegna d’Ischia 152009 Teatro a Ischia Monologando ai Giardini Ravino

Sabato 12 Settembre, ai Giardini Ra- partiti abbagliati da un’illusione e ripartiti vino di Forio d’Ischia, ha avuto luogo la abbattuti dalla delusione. prima edizione di Monologando, sfida I membri della giuria, Lina D’Onofrio, teatrale a colpi di monologhi. direttrice della Biblioteca Antoniana Da tempo, i Giardini Ravino appog- di Ischia, Margherita Ivaldi, fondatrice giano la campagna per ottenere l’istitu- dell’associazione Sipario Donna, e zione di un teatro sull’isola. Il concorso Giovan Giuseppe Conte, animatore dei Monologando vorrebbe essere una delle principali eventi culturali che si tengono iniziative volte a mobilitare il pubblico sull’isola, in entrambi i casi hanno rite- e a offrire uno spazio a chi ha voglia nuto la recitazione molto convincente: di esibirsi. Il monologo, vero cimento intensa e partecipata l’interpretazione di dell’attore, costituisce una formula tea- Mario da parte di Boffelli, e minimalista trale efficace per la sua stessa essenzialità la messa in scena de Il Merlo da parte e particolarmente adatta a mettere in di Pietro Di Meglio. Del resto, i due scena due dei tratti salienti della nostra hanno alle spalle una consumata pratica epoca, l’individualismo e la solitudine, attoriale: Pietro aderisce al gruppo degli in cui interpreti e spettatori possono Strani Tipici, che porta avanti la tecnica rispecchiarsi. dell’improvvisazione teatrale; Enzo è a Il premio per la categoria dei mono- capo della compagnia I divini comme- loghi d’autore è stato vinto dal giovanis- dianti, che si esibisce da anni con un simo Massimo Colella, che ha letto, con repertorio prevalentemente dialettale. disinvoltura e incisività, un’epitome di Al gusto dello spettacolo ha contri- Novecento, condensando in venti minuti buito non poco la suggestione del luogo, il ben più lungo monologo di Alessandro i Giardini Ravino, un parco botanico Baricco, scelto anche dal regista Giu- di acclimatazione per piante esotiche, seppe Tornatore come soggetto per il suo soprattutto succulente, sapientemente film La leggenda del pianista sull’ocea- illuminate per l’occasione, a costituire un no. insolito scenario naturalistico. I Giardini Il premio per la categoria dei monolo- Ravino torneranno a ospitare la coda del- ghi originali è stato assegnato ex aequo la manifestazione, ovvero la premiazione a Pietro Di Meglio, per una riduzione dei vincitori del concorso Monologando, del suo Il merlo, un testo lieve, ma ricco mercoledì 30 settembre, in coincidenza di suggestioni esistenziali giovanili, e con la chiusura della mostra di pittura ad a Enzo Boffelli per Mario, che narra, acquerello di Ute Reindl. sotto forma di sfogo in prima persona, la miserabile epopea di tanti immigrati