Lo Storytelling E Il Successo Delle Serie TV. Il Mondo Letto Da Uno Schermo
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Università degli Studi di Padova Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari Corso di Laurea Specialistica in Comunicazione delle Organizzazioni Complesse Classe 67/S Tesi di Laurea Lo Storytelling e il successo delle Serie TV. Il Mondo letto da uno schermo. Relatore Laureando Prof. Roberto Reale Elisa Di Giovanni n° matr. 586903 / LSCOC Anno Accademico 2015 / 2016 INDICE Pag. Introduzione 1 Prima Parte Cap.1: Dalla televisione del monopolio statale alla nascita delle reti private: dalla Paleotelevisione alla Neotelevisione 9 Cap.2: “La TV smette di trasmettere la verità e diventa un mezzo per creare la realtà”: dalla TV educativa alla TV emotiva 17 Seconda Parte Cap.3: La crisi della televisione generalista e l'avvento del digitale 33 Cap.4: Broadcast Television, Basic Cable, Premium Cable, TV Generalista, Pay TV, Tecnologie IPTV: la Televisione che cambia (uno sguardo d' insieme al panorama Americano ed Europeo) 38 Cap.5: La Transmedialità e il superamento della logica a flusso 47 Terza Parte Cap.6: La svolta narrativa e la diffusione dello Storytelling 53 Cap.7: Transmedia Storytelling e le serie TV come strumento narrativo 58 Cap.8: La Televisione come stimolo dell'intelligenza 65 Quarta Parte Cap.9: Da Dickens alle nuove forme della grande serialità televisiva 75 Cap.10: Le Età dell'oro 86 Cap.11: Terza Età dell'oro delle Serie TV e situazione attuale 100 Quinta Parte Cap.12: Analisi dell'attuale panorama Televisivo: entra in gioco Netflix 107 Cap.13: Scende in campo Amazon 112 Cap.14: Chi vincerà la guerra dello streaming? Prospettive future 121 Cap.15: La situazione italiana 132 Sesta Parte Cap.16: Analisi attraverso il Transmedia Storytelling di tre Serie TV di successo 137 Cap.17: Analisi de “Il Trono di Spade” 143 Cap.18: Analisi di “House of Cards” 153 Cap.19: Analisi di “1992” 162 Conclusioni 171 Bibiliografia 178 Sitografia 182 INTRODUZIONE Questo elaborato si pone l' obiettivo di approfondire alcuni dei cambiamenti che stanno mutando il modo stesso di trasmettere contenuti all' interno dell' universo mediale dei così detti mezzi di comunicazione di massa. Nell'epoca della modernità "fluida" di Baumann1, risulta sempre più difficile riuscire a parlare di massa, intesa come aggregato anonimo di persone facilmente manipolabili e condizionabili. Le possibilità di scelta legate anche agli sviluppi tecnologici nel mondo delle comunicazioni; l'emancipazione di una determinata fascia di popolazione, con la conseguente insofferenza per i prodotti main stream; la necessità da parte delle aziende produttrici di catturare e fidelizzare un pubblico sempre più distratto e sovrastimolato, hanno fatto sì che il mezzo televisivo si sviluppasse e cambiasse di pari passo con il suo pubblico. Rifacendosi alle teorie di Umberto Eco, sarebbe anacronistico parlare oggi di paleotelevisione e neotelevisione, ma anche la televisione commerciale sembra aver perso il suo appeal, in un periodo storico in cui risulta arduo perfino definire cosa sia il mezzo televisivo. Lo smart phone, il tablet, il PC, perdono la loro connotazione originaria divenendo mezzo televisivo ad uso e consumo dell' utente, così come la stessa televisione si può trasformare, grazie alla connessione internet, in social network o dispositivo di ricerca sul web. 1 Z. Baumann, Modernità liquida, Laterza, 2003. Modernità liquida, del sociologo polacco Zygmunt Bauman, è un testo interessante che propone un’analisi chiara e puntuale dei cambiamenti che stanno attraversando le nostre società all’inizio del nuovo secolo. 1 Vengono meno le vecchie categorie concettuali che intrappolavano i mezzi nel loro ruolo specifico. La trasmedialità2 è diventata la parola d'ordine per riuscire ad intercettare le esigenze sempre più mobili e mutevoli della nuova tipologia di audience: nomade, alla continua ricerca di stimoli in grado di catturare la propria attenzione e desiderosa di storie che rendano più comprensibile e fruibile il reale senza per questo negarlo. La necessità da parte dell'essere umano di comprendere il mondo che lo circonda attraverso la creazione di storie efficaci e coinvolgenti non è certo un'invenzione dell' epoca odierna, ma la riscoperta della narratività sta oggigiorno investendo ogni ambito. Particolamente significativi a questo proposito sono quei prodotti televisivi che si sono evoluti con il mezzo, fin dai suoi albori: le serie televisive. Queste, passando da una forma primitiva che avvicinava i serial ai radiodrammi e ai romanzi a puntate, possono ora essere considerate una, se non la, principale fucina innovativa del panorama filmico. E' attorno alle case produttrici, resesi indipendenti dalle grandi majors, che si raggruppano sceneggiatori, registi, attori, dai grandi nomi del cinema ai giovani talenti più promettenti. L'innovazione, la libertà espressiva e la sperimentazione delle serie TV, non solo hanno catalizzato l'attenzione di critici e intellettuali, da sempre refrattari nel considerare i prodotti televisivi come produzioni di valore, ma hanno anche 2 H. Jenkins, Convergence Culture: Where Old and New Media Collide , 2006. Transmediale, come prodotto, storia, contenuto, servizio capace di viaggiare tra più piattaforme distributive e di incarnarsi su media differenti secondo le regole della convergenza, qualora usato facendo riferimento alla definizione di transmedia storytelling di Henry Jenkis, nella quale si sottolinea infatti la capacità del prodotto, storia, contenuto, servizio di aggiungere brandelli di senso e narrazione a ogni sua incarnazione sulle diverse piattaforme. 2 riscoperto una funzione educativa che la televisione sembrava aver dimenticato negli ultimi anni. Estranee alla logica indottrinatrice della televisione delle origini, ora le serie TV mettono in scena senze ingenue edulcorazioni o moralismi stantii, i problemi, i drammi, le grandi tematiche e la continua conflittualità presente nella vita di tutti i giorni. I protagonisti e la caratterizzazione degli stessi, si spogliano dallo statico manicheismo da fiction, per ricalcare i continui mutamenti e le contraddizioni dell'essere umano. Ciò che vediamo diventa per tanto più reale del reale: la storia per eccellenza nella quale riconoscersi e misurare sè stessi e il mondo. Fonte inesauribile di approfondimenti e rimandi. Per l'elaborazione di questo studio sulla nuova serialità televisiva, vista come massima espressione dello sviluppo del transmedia storytellig in ambito televisivo, sono state riproposte le considerazioni di Frank Rose, contenute in Immersi nelle Storie, il quale descrive la società attuale come fosse avvolta in un universo narrativo che condiziona e indirizza (più o meno consapevolmente) la percezione che si ha dell'esistenza. Attraverso incontri con registi (da James Cameron a David Lynch), creatori di serie TV (Damon Lindelof di Lost), ideatori e sviluppatori di videogame, Rose chiarisce un punto: se le storie sono ciò che ci nutre questo dipende dal fatto che tendiamo a leggere il mondo in relazione a un senso3. Fondamentale in questo contesto anche l' illuminante contributo sul tema di 3 F. Rose, Immersi nelle Storie. Il mestiere di raccontare nell' era di internet, Codice, 2013 3 Christian Salmon, che in Storytelling ha saputo delineare magistralmente come negli ultimi anni il sistema di comunicazione sia passato dal mezzo-brand al mezzo- storia: ciò che viene trasmesso non è più un'icona o una marca, ma la trama che sta dietro questi elementi. Dal marketing, alla politica, fino anche alla televisione, lo storytelling sembra occupare ogni ambito, agevolato in questo da una cultura di tipo transmediale, nella quale tutti i mezzi di comunicazione sono legati tra loro tramite rimandi e interconnessioni. Concetto esposto anche da Andrea Fontana e Ester Mieli in Siamo Tutti Storyteller, con delle brillanti associazioni tra le storie più comuni utilizzate nella vita reale e le più moderne serie televisive, le quali non si limitano alla rappresentazione di queste, ma si tramutano spesso in veri e propri dispositivi narrativi. La domanda giunge spontanea: sono le TV series ad ispirarsi alla realtà o viceversa? La tesi si propone quindi di dare un' interpretazione di questo complesso fenomeno in atto, in cui pratiche sociali e pratiche mediali si fondono e si influenzano a vicenda. Nel contempo vengono analizzati sia il contesto nel quale questa nuova tipologia televisiva è nata e prospera, sia i motivi per cui si è imposta come produzione ad alto livello, surclassando anche cinema e letteratura e imponendosi come mezzo educativo. In questa parte della trattazione si espongono, ampliandole e integrandole, le teorie contenute in Televisione di Carlo Freccero. L'elaborato si suddivide in cinque parti, rappresentanti ognuna una tematica, che entrando in relazione con le altre, propongono un quadro complessivo del fenomeo. 4 La prima parte costitusce una doverosa premessa volta a delineare l' evoluzione del mezzo televisivo dalle origini ad oggi. Un excursus che parte dalla paleotelevisione, fino alla neotelevisione di stampo commerciale, durante il quale si individuano i cambiamenti principali e la tipologia di programmi che maggiormente rappresentano i diversi periodi storici. L'unidirezionalità del messaggio con finalità dichiaratamente educative, veicolato da un'unica emittente, nella quale gli spazi pubblicitari erano racchiusi all'interno di programmazioni ad hoc, erano le caratteristiche della TV degli esordi. Questo modello verrà ben presto sostituito da una logica a flusso di matrice statunitense, nella quale programmi e pubblicità costituiscono un continuum