PTCP 2006 – Rapporto Ambientale
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PTCP 2006 – Rapporto Ambientale 1 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale Sub-Ambiti compresi nell’AIL AIL AIR n° Sub-ambito trame APR Ha (*) E COLLINE DI 1 22 Colline di Napoli RT 11-10-13 3431 80,9% NAPOLI 23 Napoli Vomero CP 11-10-13 808 19,1% 4239 100,0% (*) Percentuale di superficie totale dell’AIL relativa al singolo sub-ambito Comuni ricadenti, in tutto o in parte, nel Sub-ambito n° Sub-ambito N° Comuni (**) Ha 22 Colline di Napoli 3 Marano 19,15%, Napoli 79,66%, Quarto 1,19% 3431 23 Napoli Vomero 1 Napoli 100% 808 (**) Percentuale di superficie totale del sub-ambito relativa al singolo comune 2 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale Parte I Descrizione Ambiente Insediativo 1. Caratteristiche del territorio L’area comprende il complesso sistema collinare, localizzato nella parte nord-occidentale dell’area urbana napoletana, fortemente caratterizzato dalla presenza di estese aree boscate e di aree agricole prevalentemente arborate. L’Ail, che corrisponde per gran parte della sua estensione al Parco Regionale Metropolitano delle Colline di Napoli recentemente istituito con legge regionale (L.R. 17/2003), confina ad occidente con il Parco regionale dei Campi Flegrei, con i comuni di Pozzuoli, Quarto e Marano e interessa le circoscrizioni di Napoli di Pianura, Soccavo, Arenella, Chiaiano, Piscinola- Marianella, Miano, S.Carlo all’Arena e Vomero. L’Ail si configura come un’area complessa dal punto di vista geomorfologico caratterizzata dalla presenza di rilievi collinari, valloni, ampie conche ed estese aree coltivate prevalentemente terrazzate. Nell’area è possibile riconoscere ambiti diversamente caratterizzati dal punto di vista naturalistico, insediativo e funzionale: la conca dei Pisani, le colline dei Camaldoli, la Selva di Chiaiano, le aree delle masserie di Chiaiano, il Vallone San Rocco, lo Scudillo. A scala metropolitana l’area nel suo sviluppo complessivo e per le sue valenze ecologiche e paesaggistiche si configura come elemento di riconnessione e riequilibrio tra aree fortemente urbanizzate, in particolare tra la città di Napoli (aree centrali e periferia settentrionale) e i territori comunali che formano la conurbazione nord-occidentale, rappresentando una forte discontinuità nel tessuto urbanizzato ed impermeabilizzato degli ambiti circostanti. Dal punto di vista geomorfologico l’Ail è costituito prevalentemente da prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi rimaneggiati ed a matrice prevalente compresi in un intervallo altimetrico di 100-600 m (s.l.m.) caratterizzati da una permeabilità che varia in funzione della granulometria prevalente. I versanti delle colline che si affacciano sulle piane di Soccavo e Pianura sono costituiti dal tufo giallo napoletano e da colate laviche ed hanno una permeabilità medio-alta nelle lave, di norma ridotta nei tufi. Tali versanti sono legati a collasso vulcano-tettonico e costituiscono degli elementi morfologici strutturanti il paesaggio visivo. La vulnerabilità di tale macrozona è determinata da fenomeni di erosione e di trasporto solido e da fenomeni di scorrimento-colata nei terreni piroclastici sciolti e da crolli di blocchi tufacei. Nell’area sono presenti numerose cave di tufo a cielo aperto, molte delle quali oramai dismesse. Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL E - Colline di Napoli Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 877 20,7% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 383 9,0% Aree e componenti d'interesse rurale 1587 37,4% Aree e componenti d'interesse urbano 1289 30,4% Aree di criticità e degrado 104 2,5% Aree complessive*** 4239 100,0% (***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli degli AIL vicini 2. Aree di interesse naturalistico e rurale Dal punto di vista pedologico l’area è caratterizzata dalla forte presenza di suoli ad alta sensibilità ambientale (34.4%), a basso sviluppo pedogenetico, fortemente influenzati dall’elevato contenuto in scheletro calcareo. Si tratta di suoli a permeabilità molto elevata, bassa capacità di ritenere sostanze xenobiotiche e bassa capacità di ritenere acqua, si tratta quindi di suoli molto delicati rispetto all’ambiente in cui essi sono inseriti. Per quanto riguarda le caratteristiche delle superfici agricole e naturali, l’Ail rappresenta l’area caratterizzata dalla maggiore incidenza di aree naturali (oltre il 52%) frammentate da superfici urbanizzate che coprono il 29% dell'area. Ben rappresentati sono i sistemi colturali arborei ad alta biodiversità (soprattutto vigneti) che coprono quasi il 15% della superficie. AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI 583 ha di Bosco pari al 30% della superficie 3 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale ALTRE AREE DI INTERESSE Aree a pascolo, a ricolonizzazione naturale pari a 70 ha (4% della superficie) AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI Vigneti (9 ha pari all’1% della superficie) Frutteti (217 ha pari all' 11% della superficie), Frutteti promiscui (95 ha pari al 5% della sup.), Terrazzamenti (28 ha pari al 2% della superficie) ALTRE AREE DI INTERESSE Sono stati considerati strutturanti del paesaggio delle Colline di Napoli i boschi ed i frutteti, spesso promiscui, che sono da tutelare in pieno accordo con gli obiettivi di conservazione dei sistemi naturali e dei paesaggi agrari riportati nel Documento d’indirizzi e delle Norme di salvaguardia (art. 1) del Parco Regionale Metropolitano delle Colline di Napoli (LR n.17 del 17.10.03). Il pesco è stato da sempre caratterizzato dalla forma di allevamento a vaso ed è rappresentato quasi esclusivamente dalla varietà percoca recentemente oggetto della istruttoria regionale per il riconoscimento del marchio IGP. L’albicocco è stato introdotto in Italia per la prima volta nell’area vesuviana e le prime tracce risalgono al IV secolo. Le prime trattazioni sistematiche risalgono al 1500 e sono dovute a Gian Battista della Porta al quale si deve anche la loro definizione come cisomele da cui deriva il termine dialettale cisommele.La coltivazione copre attualmente circa 2000 ha e fornisce oltre 400.000 t di prodotto. La recente istituzione del marchio IGP, non ancora pienamente decollato, si propone di valorizzare le albicocche vesuviane che al momento sono vendute sul mercato senza riconoscimento della propria origine. Il ciliegio è da secoli diffuso in Campania e nella nostra provincia è presente soprattutto nell’area flegrea e nelle colline napoletane. Alle falde del Vesuvio- monte Somma sono ancora presenti una moltitudine di cultivar che al momento non risultano ancora del tutto censite e che rappresentano un preziosissimo serbatoio di biodiversità. La coltivar simbolo è “Della Recca” che deriva il suo nome dalla contrada Recca in comune di Marano. La mela annurca è presente da secoli nella nostra provincia ed attualmente è diffusa soprattutto nel Giuglianese, nell’area Flegrea e nell’agro Nolano. Deriva il suo nome da annorcola ed è citata sia da Plinio il vecchio (Mala Orcula) che da Gian Battista della Porta (Orcola) proprio in riferimento alla sua origine nella zona di Pozzuoli vicino all’ingresso negli inferi (Orco). Il nome annurca è stato utilizzato per la prima volta nel 1876 nel manuale di Arboricoltura da G.A. Pasquale.E’ tipica non solo per la forma di allevamento (vaso), ma anche per la tecnica di arrossamento post-raccolta che viene realizzato in 50-60 giorni stendendo all’aperto i frutti sulla paglia (generalmente nell’interfila del frutteto stesso) e proteggendoli con reti o pagliarelle ombreggianti. Il kaki fu introdotto in Italia negli anni 20 e la regione Campania è stata per decenni il principale bacino di produzione europea. La provincia di Napoli in particolare detiene ancora il primato nazionale. E’ particolarmente diffuso nelle aree flegrea, vesuviana, acerrana e nolana, spesso allevato in sistemi colturali complessi (orti e frutteti consociati) caratterizzati da elevata biodiversità. I sistemi naturali (boschi) e l’agricoltura dell’area collinare napoletana rappresentano una fascia di elevato valore ambientale compresa tra ambiti fortemente urbanizzati (I - Napoli e G- Nord di Napoli). I sistemi agricoli conservano ancora le tracce della frutticoltura (ciliegio, melo, noce, albicocco, vite,….) che da secoli strutturano il paesaggio di questo AIL. In questo AIL va strettamente vincolato tutto il territorio rurale ed aperto in quanto rappresenta una forte discontinuità nel tessuto urbanizzato ed imprermeabilizzato degli AIL circostanti. 3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale I sistemi naturali (boschi) e l’agricoltura dell’area collinare napoletana rappresentano una fascia di elevato valore ambientale compresa tra ambiti fortemente urbanizzati (Ail Napoli e Ail Nord di Napoli). I sistemi agricoli conservano ancora le tracce della frutticoltura (ciliegio, melo, noce, albicocco, vite,….) che da secoli struttura il paesaggio di questo AIL. 4 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale Nonostante le trasformazioni più recenti, è ancora possibile riconoscere numerose masserie risalenti all’Ottocento e diffuse su tutto il territorio collinare. Alcune di esse sono state inglobate nelle aree di recente edificazione, altre sorgono ancora isolate nelle aree agricole: sono caratterizzate dagli elementi tipici dell’architettura rurale con impianto a corte, la scala esterna per l’accesso ai piani superiori, il pozzo, la cantina, la stalla e in alcune di esse vasche per la raccolta dell’acqua piovana.