ale 2006 Piano Nazion Luglio uti al ibuto del Ministero dell’Università e della Ricerca ibuto del Ministero per la Biodiversità nell’Ecoregione Con il contr Contrib Mediterraneo Centrale Mediterraneo Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, delle Regioni e delle Province Conferenza in Italia della Commissione Europea, Rappresentanza Presidenza del Consiglio dei Ministri, Programma Ambiente Nazioni Unite/Piano d’Azione Mediterraneo del Consiglio dei Ministri, Programma Presidenza La Conservazione della Biodiversità La Conservazione Con il patrocinio di: Con il patrocinio IUCN Comitato Italiano, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Ministero e del Mare, del Territorio dell’Ambiente e della Tutela IUCN Comitato Italiano, Ministero Biodiversity Vision Biodiversity

LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ NELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE p’artners I Partner della Conservazione Ecoregionale I Partner della Centrale Mediterraneo Ecoregione I Partner della Conservazione Ecoregionale Ecoregione Mediterraneo Centrale

• Associazione Italiana per il WWF - ONLUS • Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici • Centro Italiano Studi Ornitologici • Coordinamento Agenda 21 locali italiane Il WWF Italia è l’unico responsabile di eventuali imprecisioni e/o errori contenuti in questa pubblicazione. • Corpo Forestale dello Stato I partner e i singoli esperti hanno contribuito al progetto apportando dati e informazioni, • EUROPARC - Sezione Italiana partecipando ai gruppi di lavoro, rivedendo le mappe e collaborando alla stesura dei testi, • Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali nonché sostenendo con entusiasmo tutto il percorso che ha portato alla realizzazione di questa pubblicazione. • Fondazione • Gruppo Ornitologico Sardo • Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica • Lega Italiana Protezione Uccelli - BirdLife Italia • di Roma • Museo di Storia Naturale della Maremma • Nature Trust Malta • Parc Naturel Regional de Corse - Parcu di Corsica • Parco Regionale del Corno alle Scale • Regione Sardegna • Società Italiana di Ecologia • Società Italiana di Ecologia del Paesaggio • Stazione Ornitologica Abruzzese • Stazione Romana Osservazione e Protezione Uccelli • TRAFFIC the wildlife trade monitoring network • Unione delle Province Italiane • Università degli Studi de L’Aquila - Dipartimento di Scienze Ambientali • Università degli Studi della Tuscia - Dipartimento di Tecnologie, Ingegneria e Scienze dell’Ambiente e delle Foreste - D.A.F. • Università degli Studi di Cagliari - Dipartimento Scienze botaniche / Centro Conservazione Biodiversità • Università degli Studi di Sassari - Dipartimento Botanica ed Ecologia Vegetale • Università degli Studi di Sassari - Dipartimento Zoologia e Genetica evoluzionistica • Università degli Studi di Urbino - Istituto di Ecologia e Biologia Ambientale • Università degli Studi del Molise - Dipartimento S.T.A.T. (Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio)

Associazione Italiana per il WWF for Nature ONG-ONLUS Via Po 25/c - 00198 Roma Tel 06844971 - fax 0684497352

www.wwf.it/mediterraneo

Foto in copertina: © Homo Ambiens / A. Cambone - R. Isotti, © Archivio WWF / F. Cianchi, © B. Petriccione Biodiversity Vision

La Conservazione della Biodiversità nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale

Contributi al Piano Nazionale per la Biodiversità

Luglio 2006 2 BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 3

Sommario

A cura di: Nota dei curatori 4 Fabrizio Bulgarini, Corrado Teofili, Stefano Petrella Programma Conservazione Ecoregione Mediterraneo Centrale Presentazione 5 WWF Italia - ONG ONLUS 1. Introduzione 6 Lo sviluppo della Conservazione ecoregionale e la redazione di questo volume sono state possibili grazie ai contributi di: Andrea Agapito Ludovici, Luigi Agresti, Franco Andaloro, Rosanna Asproni , Vincent Attard, Gianluigi Bacchetta, Corrado Battisti, 2. La Conservazione Ecoregionale 8 David Belfiori, Maristella Biliotti, Gianfranco Bologna, Pierandrea Brichetti, Gianfranco Botte, Fabio Calosi, Michele Candotti, Fabrizio Canonico, Antonio Canu, Massimo Capula, Paolo Casale, Mauro Casti, Claudio Celada, Fulvio Cerfolli, Fabio Cianchi, 3. Biodiversity Vision 16 Paolo Tito Colombari, Longino Contoli, Girolamo Culmone, Augusto De Sanctis, Antonio Dei Rossi, Antonio Di Natale, Jean Marie Dominici, Alberto Fanfani, Patrizia Fantilli, Franco Ferroni, Sara Fioravanti, Carlo Franzosini, Fulvio Fraticelli, 4. La definizione degli obiettivi 24 Roberto Furlani, Gioia Gibelli, Anna Giordano, Silvestro Greco, Marcello Grussu, Paolo Guglielmi, Paolo Lombardi, Raffaella Longo, Roberto Mamone, Francesco Marcone, Daniele Meregalli, Alessandro Montemaggiori, Carlo Murgia, Andrea R. Natale, 5. Ecoregione Mediterraneo Centrale 46 Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Massimo Pandolfi, Pino Paolillo, Paolo Pelusi, Guido Pesante, Bruno Petriccione, Luca Pinna, Gianluca Piovesan, Chiara Pirovano, Antonio Pizzuti Piccoli, Mauro Polito, Antonello Pollutri, Alessandra Pomè, Carlo Alberto Pratesi, 6. Contesto socio-economico dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale 68 Isabella Pratesi, Giuseppe Pugliese, Maria Antonietta Quadrelli, Massimiliano Rocco, Bernardino Romano, Giampiero Sammuri, Riccardo Santolini, Bartolomeo Schirone, Silvia Scozzafava, Antonello Secci, Graziella Senis, Andrea Sforzi, Fernando Spina, 7. Analisi del contesto politico e amministrativo 76 Maurizio Spoto, Paul Antoine Susini, Giuliano Tallone, Eustachio Tarasco, Nicoletta Toniutti, Silvano Toso, Guido Trivellini, Elena Tomat, Sergio Zerunian, Alberto Zilli, Franco Zuppa. 8. La policy per la Conservazione Ecoregionale 86

Si ringraziano inoltre per la collaborazione e gli utili suggerimenti: 9. Comunicare la biodiversità 94 Adele Abballe, Alessandro Alessandrini, Monica Amadio, Franco Andreone, Gianni Amori, Francesco Maria Angelici, Jacopo Angelini, Francesca Antonelli, Piero Antonelli, Serena Arduino, Alessandro Bardi, Paola Belluomo, Gaetano Benedetto, Mauro Bernoni, 10. Educazione e conservazione della biodiversità 98 Maurizio Biondi, Carlo Blasi, Giuseppe Bogliani, Marco Alberto Bologna, Luigi Boitani, Mauro Bon, Dante Bonazzi, Giorgio Boscagli, Massimo Brunelli, Serena Ciabò, Forte Clò, Andrea Colucci, Costantino Daga, Davide De Laurentis, Mauro Fabrizio, Mauro Fasola, 11. Analisi delle minacce 102 Gerad Féraci, Paola Fortini, Maurizio Fraissinet, Barbara Franco, Francesco Frattarelli, Matteo Fusilli, Umberto Fusini, Paolo Gasparri, Marino Gatto, Piero Genovesi, Simona Giordano, Myrta Mafai Giorgi, Simona Giuri, Luisa Gottardi, Carlo Alberto Graziani, 12. Analisi e individuazione delle priorità terrestri 108 Gianluca Guidotti, Heide Kleuser, Massimiliano Lipperi, Sandro Lovari, Luca Luiselli, Sergio Malcevschi, Luigi Maiorano, Claudio Manicastri, Carla Marangoni, Franco Mason, Bruno Massa, Ugo Mereu, Mariagrazia Midulla, Toni Mingozzi, Cinzia Morsiani, 13. Analisi e individuazione delle priorità marine 120 Eriuccio Nora, Luciano Onori, Cesare Patrone, Gioacchino Pedrazzoli, Guido Pedroni, Paolo Perlasca, Alessandro Piazzi, Sandro Pignatti, Emanuela Pietrobelli, Paolo Politi, Mario Posillico, Francesco Riga, Catherine Roberts, Vittoria Rossetti, 14. Le aree prioritarie 122 Giuseppe Rossi, Massimo Rossi, Paola Ruggeri, Sara Sanetti, Aldo Sarnataro, Carlo Scoccianti, Guido Scoccianti, Massimiliano Scotti, Toni Scotti, Giuseppe Tito, Renato Soru, Walter Zago. 15. Central Mediterranean Ecoregion (Summary in English) 160

Revisione testi: 16. Ecoregion Méditerranée Centrale (Summaire en Français) 164 Ufficio Editoria multimediale e advertising WWF Italia, Francesca Conti 17. Glossario 166 Foto di: Archivio Canon, Archivio WWF, Roberto Gildi, Bruno Petriccione, Agenzia Homo Ambiens 18. Bibliografia 170

Analisi GIS: Stefano Petrella

La citazione consigliata per il presente volume è: Bulgarini F., Petrella S., Teofili C. (a cura di), 2006. Biodiversity Vision dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. WWF Italia-MIUR, Roma.

Progetto grafico e impaginazione: P’artners Stampa: Edicomprint ottobre 2006 4 BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 5

Nota dei curatori Presentazione

Nei giorni in cui ci accingevamo a concludere la revisione delle bozze di questo volume, le agenzie di stampa La Biodiversità è la varietà della vita sul pianeta: Abbiamo cercato con pazienza di disegnare la mappa rilanciavano notizie allarmanti sul clima. Lo scioglimento dei ghiacciai, e il conseguente aumento delle masse degli preservare le condizioni che favoriscono i processi della biodiversità, insieme ai meccanismi che ne oceani, riduce inesorabilmente la capacità di riflettere la luce verso l’atmosfera e aumenta la capacità di accumulare evolutivi è una questione di responsabilità, di conoscenza minacciano la qualità e la composizione. calore solare da parte del nostro Pianeta, innescando una dinamica progressiva. Jim Hansen, eminente climatologo e di partecipazione. È nata così la Visione per la biodiversità del Mediterraneo nonché “storico” Direttore del Goddard Institute for Space Studies (GISS), ribadiva la necessità di prospettare “scenari Responsabilità, poiché l’Uomo ha accelerato da 100 a Centrale, una mappa ragionata, che ci ha permesso alternativi” per impedire che la Terra diventi un pianeta completamente diverso da quello che oggi conosciamo. 1000 volte il naturale tasso di estinzione delle specie ed è di individuare il gradiente di ricchezza naturale, la sua È esattamente la necessità di immaginare scenari alternativi a quelli attuali che ha ispirato fin dall’inizio il nostro lavoro. stato capace di distruggere, solo negli ultimi trenta anni, distribuzione sul territorio e quindi un elenco di obiettivi Ci piace pensare che questo spirito fondamentale, questa convinzione morale, possa ispirare l’opera degli scienziati tanta foresta tropicale quanto l’intero continente europeo. prioritari di conservazione. e di quanti si occupano di tutela della biodiversità. Auspichiamo di vedere un domani, politici, economisti, statisti, Se non si porrà freno a tutto ciò, dovremo immaginare un Un percorso analitico e logico che ha visto il WWF rappresentanti delle comunità locali di tutto il mondo collaborare in uno sforzo coordinato per affrontare i grandi futuro prossimo caratterizzato da scenari del tutto diversi affiancato ad altri enti e organizzazioni. Un grande problemi che affliggono il Pianeta nel Terzo millennio. da quelli ai quali siamo abituati. Responsabilità verso noi investimento di tempo, di menti, di risorse, ma che ha stessi e verso chi verrà dopo di noi vuol dire, dunque, rappresentato soprattutto un’importante svolta culturale. Con questo lavoro abbiamo cercato di proporre un metodo nuovo, fatto soprattutto di processi di elaborazione e di difendere la diversità e la complessità da cui dipende decisione, condivisi con un gran numero di altri protagonisti, a volte con storie e competenze diverse dalle nostre. La Conservazione Ecoregionale segna oggi un la vita sul nostro pianeta. Responsabilità anche perché Molte delle idee contenute in questo volume sono solo proposte ad uno stadio embrionale e necessiteranno di uno percorso nuovo della protezione della natura, dove, viviamo e operiamo in un’area critica, tra le più ricche di sforzo ulteriore da parte di una vasta platea di partner, alleati, soggetti sociali e portatori di interesse, per concretizzarsi in partendo da una visione il più condivisa possibile per la biodiversità in Europa e nell’intero Paleartico, ma anche processi di trasformazione e di conservazione della biodiversità. conservazione della biodiversità, ognuno acquista un tra le più densamente popolate, un ponte ecologico tra ruolo e un compito diretto nel conservare il bene di tutti: Il faticoso percorso che ha prodotto questo contributo, ci ha visto per quasi quattro anni coinvolti in incontri, discussioni due continenti che include due delle 238 ecoregioni più il nostro pianeta. e decisioni difficili, ma abbiamo avuto anche la fortuna di incontrare molte menti brillanti che ci hanno stimolato, importanti del mondo. aiutato e soprattutto arricchito di idee e proposte. Vogliamo ringraziare davvero tutti quelli che ci hanno dedicato la loro Attraverso la Conservazione Ecoregionale possiamo Conoscenza, perché se non si conosce non si trasforma. attenzione e il loro tempo, anche quelli che ci hanno espresso le loro criticità. Tutti ci hanno comunque permesso di fare imparare che è importante condividere, aprire le Se è infatti vero che la biodiversità rappresenta le radici e un’esperienza unica. porte delle riunioni e dei confronti a uno scenario di il fusto della vita sul pianeta, come pensare di conservare competenze, di interessi, di attori sempre più ampio specie, habitat, ecosistemi e popolazioni, senza sapere Siamo anche consapevoli di condividere la sorte con tutti coloro che tentano di aprire nuove piste in territori impervi: e sempre più complesso. Gli esperti e i partner che ci con la migliore approssimazione possibile come è possiamo non aver chiarito a sufficienza il nostro punto di vista e di conseguenza contribuito a generare intorno a noi hanno accompagnato in questo viaggio, il loro sapere, distribuito il loro valore, quali sono le caratteristiche che più dubbi che certezze. Ci sarebbe piaciuto includere nelle nostre analisi molti organismi viventi che rappresentano la loro esperienza, il loro desiderio di partecipare, è stato li rendono unici nel nostro territorio? Come è possibile la componente più rilevante della biodiversità e che sono troppo spesso trascurati come i funghi, i licheni o molti il più grande arricchimento dell’associazione che si è intervenire se non sono chiari i fattori che minacciano invertebrati. La carenza e l’eterogeneità delle informazioni non ce l’hanno permesso. Non importa. Ci sarà modo di trovata a promuovere questa sfida. Onestamente senza i valori della biodiversità e se non sono stati definiti e integrare le analisi e rendere più solido il metodo e il risultato. questi contributi non avremmo completato la prima fase condivisi precisi obiettivi di conservazione? del nostro sogno. Per questo oggi più che mai riteniamo Ciò che più importa è pensare di aver messo un punto di discontinuità col passato e di aver posto le basi, o forse solo il Il sogno di poter conoscere la mappa di quella ricchezza che conservazione significhi partecipazione. prodromo, di un cambiamento culturale per adottare un atteggiamento “proattivo” che auspicabilmente ispiri il lavoro di di organismi che, interagendo negli ecosistemi, creano la coloro che si cimenteranno nell’ardua impresa di rallentare la perdita di biodiversità. Se di questo si inizierà a discutere, il La nostra promessa è che in questa nuova visione per rete della vita sul pianeta e allo stesso tempo di tracciare nostro sforzo potrà essere un contributo utile. la conservazione della biodiversità non ci mancherà e intervenire sui meccanismi che ne minacciano il valore mai l’entusiasmo che ha accompagnato per tanti anni Fabrizio Bulgarini, e l’integrità, è il motore che alimenta la Conservazione le nostre azioni per conservare le tartarughe marine, le Stefano Petrella, Ecoregionale. albanelle, i grandi carnivori, il cervo sardo: la sfida adesso Corrado Teofili Seguendo questo sogno per l’Ecoregione del è fare in modo che gli obiettivi possano essere perseguiti Mediterraneo centrale abbiamo raccolto, analizzato, con azioni efficaci per assicurare l’esistenza delle infinite interpretato e condiviso dati e informazioni, confrontato forme di vita nel cuore del Mediterraneo. risultati di ricerche, di progetti e conoscenze, cercando di ricomporre le tessere di un mosaico affascinante e Isabella Pratesi Direttore Programma di Conservazione complesso. WWF Italia 6 centrale per effettuare i passi concreti necessari a Biodiversit sul nostro pianeta entro il 2010. La Convenzione sulla significativamente il tasso di distruzione della biodiversit sociali, esplicitando chiaramente la necessit obiettivi di sostenibilit approvato un Piano di Azione in cui si legano gli di Johannesburg i Governi di tutto il mondo hanno Nel 2002 nel Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile nostra specie sulla Terra. le risorse naturali, nonch modello di sviluppo umano sta entrando in conflitto con e i sistemi socio-economici, appare chiaro che l’intero Da un’analisi pi habitat e degli areali delle popolazioni animali e vegetali. evolutivi, soprattutto attraverso la frammentazione degli degli ecosistemi, minacciando i processi ecologici ed l’impoverimento delle capacit diretta di biodiversit Questi fattori oltre a determinare una perdita nell’atmosfera. dall’incremento della concentrazione di gas serra tossiche e nocive e ai cambiamenti climatici causati specie alloctone, al rilascio nell’ambiente di sostanze sono inoltre sottoposti agli effetti delle immissioni di sfruttamento delle risorse non rinnovabili. Gli ecosistemi industriali e agricole intensive e, pi di infrastrutture di comunicazione, l’espansione di attivit essere attribuito alle attivit estinzioni di taxa avvenute in epoca moderna debba Alcuni ricercatori sostengono che oltre il 99% delle con effetti su scala globale e locale. all’azione dell’uomo che appaiono fortemente accelerati, sono oggi sottoposte a processi di erosione dovuti diversit dinamici che permettono i processi evolutivi e l’incredibile La vita sulla Terra La sfidadellaconservazione 1. Introduzione à biologica del pianeta. Le comunit à , approvata nel 1993, ù profonda dei conflitti tra i sistemi naturali è à il risultato di complessi equilibri innescano il deterioramento e à ambientale a quelli economici e é à con la stessa persistenza della antropiche, tra cui lo sviluppo à di resistenza e resilienza è ù divenuta lo strumento in generale, lo à à biologiche di ridurre à à secolo. I biologi della conservazione cercano quindi risposte concrete ai problemi ambientali del nostro interdisciplinare che si La Biologia della Conservazione è di Azione Ambientale dell’Unione Europea con quello che del 2010 rendere operativo il target di Johannesburg. L’obiettivo Ecoregionale. di conservazione: la Strategia di Conservazione su Base progetto volto a rendere pi WWF Internazionale ha lanciato un grande e ambizioso della conservazione della biodiversit risorse economiche e le capacit Partendo da queste considerazioni e dal fatto che le carattere sovra-nazionale e l’intervento a carattere locale. rinnovata sinergia tra la pianificazione di attivit maggiori rispetto al passato. Tutto ci piani di conservazione su scale spaziali e temporali intensit fenomeni di estinzione e degrado della biodiversit Per fronteggiare la crisi che oggi minaccia di portare a strumenti atti a migliorare l’efficacia degli interventi. il mondo deve essere rappresentata dalla ricerca di delle priorit Alla luce di una situazione di crisi della biodiversit 2. la necessit 1. l’analisi dei flussi di materia ed energia che particolare, su due ambiti di problemi: naturali e i sistemi sociali umani concentrandosi, in di ristabilire una relazione di coevoluzione tra i sistemi stato definito il aumentata rispetto alla scala dei tempi geologici. e degli ambienti naturali sul pianeta, incredibilmente di modificazione e trasformazione degli ecosistemi a partire dai sistemi naturali; attraversano il nostro sistema economico e produttivo à crescente, è anche fortemente richiamato dal Sesto Piano à dei biologi della conservazione in tutto à di prendere atto della velocit count-down è necessario progettare e realizzare è sviluppata per cercare di dare ù efficaci e efficienti gli sforzi per il 2010. à è di intervento in favore una scienza à ò sono limitate, il richiede una à dei processi à a à à , una di

© homo ambiens / a. cambone - r. isotti presenti negli “ tutela della biodiversit Conservation International strategie con le stesse caratteristiche: della biodiversit organizzazioni non governative internazionali per la tutela la conservazione della biodiversit durante gli anni ’90 si sono sviluppate nuove idee per Questo approccio non 4. la conservazione di blocchi di habitat naturali 3. il mantenimento delle popolazioni vitali di specie 2. il mantenimento dei processi ecologici ed evolutivi che 1. la rappresentazione delle comunit biodiversit pone obiettivi mirati al mantenimento della vitalit fondamentali della Biologia della Conservazione che si L’approccio ecoregionale si basa sui principi strategia di conservazione della biodiversit un elemento cruciale e irrinunciabile per una efficace al mondo scientifico, culturale e sociale rappresenta ecoregione. La partecipazione di soggetti appartenenti nel contesto territoriale omogeneo individuato come sulla necessit un nuovo modo di pensare e di agire, che si basa La Conservazione Ecoregionale (ERC) rappresenta ambientali. specifiche comunit peculiare di comunit marini e/o d’acqua dolce, caratterizzati da un insieme relativamente grande rappresentata da habitat terrestri, Un’ecoregione grande scala e ai cambiamenti a lungo termine. abbastanza ampi da essere resilienti ai disturbi a caratterizzanti l’ecoregione; sostengono la biodiversit scala di paesaggio; à a scala globale attraverso: à h è di coinvolgere gli à otspots definita come un’unit hanno individuato e stanno applicando à à di specie, dinamiche e condizioni à naturali le quali condividono è alla conservazione dei valori ”. un tentativo isolato, infatti ispira la sua azione per la à ; stakeholder à . In particolare, le à naturali presenti a à di territorio à . presenti à della riguardano direttamente l’Italia. l’Ecoregione Alpi e l’Ecoregione Mediterraneo Centrale, delle 238 ecoregioni prioritarie del pianeta. Due di queste: della biodiversit Il diversit opportunit conservazione, creando degli stretti legami tra le al fine di ottenere risultati significativi nel campo della affermandosi rapidamente come strumenti indispensabili Strategie di conservazione di questo tipo stanno • • • • l’approccio ecoregionale quali: terminologie, ma condividono elementi comuni con Tutti questi approcci si presentano sotto varie nelle ecoregioni prioritarie del pianeta. loro programmi di conservazione focalizzando l’intervento The Nature Conservancy Important Bird Areas metodologia che si basa sull’individuazione delle Birdlife International

network conservazione. e la ricerca di un ampio consenso sugli obiettivi di partner il coinvolgimento del maggior numero possibile di lavorare su di una coraggiosa visione per il futuro; alla difesa delle ultime aree naturali, ma capace di un approccio pro-attivo, anzich uno sforzo di conservazione pi la formulazione di obiettivi pi scala ecoregionale; dai progetti tradizionali, di piccole dimensioni, a quelli a della conservazione si ed evolutivi che sostengono la biodiversit ecosistemi e il mantenimento dei processi ecologici per assicurare la vitalit l’adoz à i one di un’ampia scala di intervento, necessaria nello sviluppo del lavoro di conservazione biologica dall’altra. del WWF ha attivato processi di conservazione à di sviluppo per l’uomo da una parte e la à in accordo con questi principi in oltre 50 ha proposto e adottato la e delle à è

(TNC) e WWF a lungo termine degli quindi sempre pi Endemic Bird Areas ù ambiziosi che richiedono ù é ampio; solo reattivo, legato costruiscono i ù à . Lo scopo spostato . 7 8 conservazione. conservazione. pi analisi unit le rappresentano nazionali, confini i varcano che ecoregioni le locale, livello a genere in luogo hanno conservazione di azioni le se anche Pertanto, politici. confini ai conformano si non mammiferi grandi dei o marine tartarughe delle uccelli, degli migrazioni le esempio ad come ecologici processi grandi dei biodiversit di valori dei distribuzione La biodiversit della salvaguardia la per essenziale matrice una costruire di permetterebbe pianeta del prioritarie ecoregioni le tutte in obiettivi di serie questa di raggiungimento il invasive alloctone 5. specie di l’introduzione prevenire grandi naturali 4. habitat di porzioni conservare specie delle 3. popolazioni le vitali mantenere evolutiva ed ecologica 2. natura di processi i tutelare di capaci 1. conservazione di progetti sviluppare biodiversit della conservazione alla legati prioritari obiettivi Gli ecologico. vista di punto dal omogenei biodiversit della conservazione la perseguire e definire di scopo lo mondo, il tutto in WWF dal promossa ecoregionale, base su conservazione di strategia La 2. LaConservazioneEcoregionale alloctone gi alloctone specie di popolazioni controllare o eradicare ed termine; lungo a cambiamenti a come cos deterministico, che stocastico tipo di sia scala, vasta su disturbi a resilienti essere da abbastanza l’ecoregione; caratterizzanti biodiversit della base alla sono che nell’ecoregione; comunit distinte le tutte tutelare ù ù à à appropriate per la definizione delle priorit delle definizione la per appropriate sono: all’interno di contesti territoriali ampi e e ampi territoriali contesti di all’interno à à à à introdotte e acclimatate. e introdotte a scala planetaria. scala a Carta delleEcoregioni prioritarienelmondo per laconservazione dellabiodiversità. à à naturali presenti presenti naturali à à è è à à ecoregionale; sviluppata con con sviluppata e la presenza presenza la e à à di di à à di di ì ì

iniziato neglianni‘90ebasatosullamappatura Le “Global200” è acqua dolcedelmondo.L’insieme diquesteecoregioni rappresentative deidiversihabitatterrestri, marini e di pi vari espertidelmondoscientificoperidentificare le sul nostro pianeta,haportatoilWWFacoinvolgere biodiversit Lo sforzoditutelare leespressioni rappresentative della Le ecoregioni prioritarie ù chiamato importanti ecoregioni datutelare, ovvero quellepi à le“Global200”. legate aidiversiecosisteminaturalipresenti The Global 200 sono il frutto diunprocesso scientifico ù

© wwf-canon / m. terrettaz • tre principaliinnovazioni: ecoregioni prioritarie.La“ Il processo haportatoall’identificazionedi238 Habitat Types distribuzione deiMaggioriTipidiHabitat( della biodiversit WWF USerappresenta laprimaanalisicomparativa da ungruppodiricercapromosso internazionale dal dolce dimaggiore rilevo.Ilprocesso sull’ordinamento deglihabitatterrestri, marinied’acqua pianeta distribuitinegliecosistemimarini,terrestri è comprensiva dituttiiprincipali tipidihabitatdel ). à dell’intero pianetasullabasedella Global 200Initiative” è stato sviluppato MHT, Major presenta conservazione degliecosistemiterrestri, d’acquadolce 200” hacomeobiettivoprimarioquellodipromuovere la L’approccio utilizzato perladefinizionedelle“Global • • diversi territori. per leanalisieiconfronti traivaloridibiodiversit usa ilconcettodiecoregione comeunit continente einognioceano esempi pi è includendo specieappartenentiaogniMHT; barriere corallinetropicali, daimangrovieti aideserti, e d’acquadolce.Spaziadallatundraarticaalle rappresentativa nellasuaselezionefinale,degli ù rilevanti perciascunMHTpresenti inogni ; à funzionale à dei 9 10 LA CONSERVAZIONE ECOREGIONALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 11

e marini che ospitano biodiversità e processi ecologici Global 200 Initiative spaziale, la classificazione dei Major Habitat Types è La delimitazione delle circa 500 ecoregioni di acqua importanti dal punto di vista globale. all’incirca, equivalente a quella dei biomi; dolce e marine si basa invece su diverse analisi a scala L’identificazione delle Global 200 si basa sulla 2. la suddivisione di ciascun MHT in domini regionale e su consultazioni con esperti regionali. Oltre la metà di tutte le specie animali e vegetali note mappatura, su base fitogeografica, di tutte le ecoregioni biogeografici distinti (neartico, l’afrotropicale, fino a oggi si trova nelle foreste pluviali tropicali; il terrestri, marine e di acqua dolce, con una scala di Le ecoregioni costituiscono delle unità idonee ecc.) con lo scopo di assicurare che le comunità restante 50% si trova in altri ambienti quali: barriere dettaglio e delle finalità innovative rispetto ai modelli alla pianificazione e all’attuazione di processi ecologiche esclusive di continenti o di bacini oceanici coralline, tundre, laghi, foreste di mangrovie, estuari e precedentemente proposti. di conservazione, in quanto sono dotate delle differenti siano rappresentate; foreste temperate di latifoglie. Queste aree sono state caratteristiche opportune: 3. l’identificazione, nell’ambito di ciascun dominio messe in evidenza dall’individuazione degli “hotspot” Tale processo ha portato all’identificazione di ecoregioni • i loro confini corrispondono generalmente alle aree biogeografico, delle ecoregioni che rappresentano per la biodiversità. Con lo scopo di conservare un caratterizzate da comunità biologiche peculiari. dove più significativamente interagiscono i maggiori e conservano i più caratteristici e meglio tutelati processi ecologici ed evolutivi responsabili di creare e campione rappresentativo anche dell’altra metà della Un’ecoregione viene quindi definita come un’unità di patrimoni di biodiversità, per ogni determinato MHT. mantenere la biodiversità; biodiversità presente sul nostro pianeta, nasce invece la territorio relativamente grande rappresentata da habitat • permettono il mantenimento di specie globalmente conservazione su base ecoregionale. terrestri, marini e/o d’acqua dolce, caratterizzati da un Nell’ambito di ciascun MHT e di ciascun dominio diffuse su grandi aree (un elemento della tutela Questi ecosistemi non contengono la ricchezza di insieme peculiare di comunità naturali che condividono biogeografico, le ecoregioni sono state classificate della biodiversità che non può essere preso comunità che esiste nelle foreste pluviali tropicali o nelle specifiche comunità di specie, dinamiche e condizioni in base alla loro valenza biologica in almeno uno dei in considerazione da un approccio locale alla barriere coralline, ma ospitano associazioni di specie ambientali. seguenti quattro livelli: conservazione); che si sono adattate a condizioni ambientali distinte 1. rilevanza a livello globale; Le fasi che hanno portato a ottenere una distribuzione • comprendono un insieme di comunità relazionate e riflettono differenti storie evolutive. Il venir meno di 2. rilevanza a livello regionale (ad es. a livello di regione rappresentativa della biodiversità a scala globale sono: biogeograficamente in un quadro per molti versi unico; esempi di tali associazioni e dei processi ecologici Neartica); 1. la classificazione delle ecoregioni in base ai Major • permettono di mettere in evidenza negli sforzi di ed evolutivi che rappresentano, sarebbe una perdita 3. rilevanza bioregionale (ad es. i Caraibi); Habitat Types (MHT), ovvero i principali tipi di habitat. I conservazione anche le relazioni ecologiche tra le enorme in termini di biodiversità. 4. rilevanza a livello locale. tipi di habitat individuano quelle diverse aree del mondo specie (per es. rapporti di coevoluzione). Anche le Inoltre, l’approccio ecoregionale completa l’obiettivo del che condividono le condizioni ambientali, le strutture I confini delle ecoregioni terrestri prioritarie sono comunità delle specie animali presenti nell’ecoregione mantenimento della diversità delle specie con un altro degli habitat, i modelli di complessità ecologica simili individuati da analisi approfondite degli schemi hanno un’espressione caratteristica in tutta la regione; livello di azione conservativa: la difesa degli ecosistemi e contengono comunità con strutture associative e di diversità nei cinque continenti individuati dal • danno la possibilità di determinare in modo ottimale e dei processi ecologici dinamici. adattamenti delle specie simili. Da un punto di vista Conservation Science Program del WWF US. dove e come portare avanti gli sforzi di conservazione,

Principali tipi di habitat / Major Habitat Types (MHT)

TERRE EMERSE ACQUE DOLCI MARI E OCEANI Foreste pluviali di latifoglie tropicali e sub-tropicali Grandi fiumi Ecoregioni marine polari Foreste tropicali, aride subtropicali, Alto corso Piattaforme e monsoniche di latifoglie dei grandi bacini fluviali continentali e mari temperati Foreste di conifere tropicali e sub-tropicali Delta dei grandi fiumi Upwelling dei mari temperati Foreste temperate di latifoglie e miste Fiumi minori Upwelling dei mari tropicali Foreste temperate di conifere Grandi laghi Barriere coralline Foreste boreali (Taiga) Laghi minori Praterie savane e boscaglie tropicali e sub-tropicali Bacini xerici Boscaglie, praterie e savane temperate Paludi, praterie e savane allagate Boscaglie e praterie tropicali Montane r. isotti isotti r. - Tundra

a. cambone cambone a. Macchie e boschi mediterranei / / Deserti e steppe xeriche

homo ambiens homo Mangrovie © © 12 LA CONSERVAZIONE ECOREGIONALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 13

e al tempo stesso permettono di comprendere Il secondo, definito Conservation Status Index (CSI) foreste costiere del Congo sono le più ricche foreste due decenni a venire. La loro vulnerabilità è legata alla in misura maggiore il ruolo di progetti specifici, prende in considerazione: umide dell’Africa con un tasso di endemismi molto fragilità degli ecosistemi delle isole, alla sensibilità e determinanti ai fini delle azioni di conservazione della • la perdita di habitat; pronunciato. all’endemicità delle specie insulari e alle gravi minacce biodiversità a lungo termine. • ampie superficie di habitat ancora presenti; che incombono sui biomi insulari indigeni di tutto il Per quanto riguarda le ecoregioni marine e d’acqua • il livello di frammentazione degli habitat; mondo: l’introduzione di specie aliene e la perdita degli Nel processo di definizione delle ecoregioni è stato dolce si evidenzia un numero inferiore di priorità già • il livello di protezione esistente; habitat. confrontato soltanto il valore di biodiversità di quelle riconosciute, come gli straordinari biomi temperati • le minacce future previste. aree che condividono lo stesso MHT. Nel caso di d’acqua dolce dei corsi d’acqua del Nord America Non è ancora stata completata una valutazione dello ecoregioni di uguale particolarità biologica, nell’ambito Come tutti gli studi e gli approcci operativi alla sud-orientale, le sorgenti del fiume Yangtze in Cina stato delle ecoregioni marine e terrestri, ma le analisi dello stesso MHT e nella stessa regione biogeografica, conservazione della biodiversità mirati a stabilire e i livelli insolitamente alti di endemismi degli preliminari indicano che gli ecosistemi d’acqua dolce, sono state selezionate le ecoregioni che hanno habitat e classificazioni e priorità, le “Global 200” non hanno invertebrati marini nell’ecoregione costiera del sud in particolare le foreste alluvionali stagionali e le biomi più intatti, valutando il loro stato conservativo. la presunzione di essere riuscite a considerare tutti dell’Australia. comunità d’acqua dolce nelle aree xeriche sono in gli aspetti della conservazione della biodiversità, pericolo in tutto il mondo. Inoltre, la maggior parte Per svolgere il lavoro che ha condotto alla selezione ma possono essere considerate un determinante dei biomi temperati d’acqua dolce sono minacciati delle ecoregioni prioritarie delle “Global 200” sono stati passo in avanti nell’individuazione delle priorità della Stato di conservazione dall’invasione di elementi esotici, dall’inquinamento, applicati due set di indicatori. conservazione. delle “Global 200” dalle dighe e dal degrado degli habitat. Il primo, definito Biological Distinctiveness Index (BDI), Il processo di identificazione delle “Global 200” ha Le ecoregioni si differenziano l’un l’altra non solo per prende in considerazione: Negli MHT marini di tutto il mondo, le aree “source” portato alla mappatura e alla caratterizzazione di la loro particolarità biologica, ma anche per il loro • la ricchezza di specie; sono fortemente impoverite dalla pesca eccessiva. 238 ecoregioni che presentano valori di biodiversità stato di conservazione. Lo stato di conservazione • la presenza di endemismi; I mari chiusi sono largamente degradati, come anche rappresentativi su scala globale, comprendono i rappresenta una stima della capacità attuale e futura • i fenomeni ecologici ed evolutivi particolari (ad es. le barriere coralline e le foreste di mangrovie che domini terrestri, marini e d’acqua dolce e i 19 Major di un’ecoregione di mantenere popolazioni di specie migrazioni, irradiazioni adattative straordinarie, ecc.); sono seriamente danneggiate da fattori che Habitat Types inclusi nell’ambito degli stessi domini. autosufficienti, capaci di sostenere processi ecologici • la rarità a livello globale degli habitat considerati determinano la distruzione, il degrado e e di reagire ai cambiamenti ambientali nel breve e nel (MHT). Nel dettaglio, 142 (60%) ecoregioni sono terrestri, 53 l’impoverimento degli habitat. lungo periodo. (22%) sono d’acqua dolce e 43 (18%) sono marine. Le ecoregioni terrestri superano per numero quelle Ogni ecoregione terrestre è stata classificata in una degli altri domini principalmente perché la presenza delle categorie di stato di conservazione: “in pericolo di endemismi è più localizzata. Inoltre, le lacune critico”, “in pericolo”, “vulnerabile” e “relativamente conoscitive per ciò che riguarda la biodiversità marina stabile/relativamente intatta”. e di acqua dolce possono essere in parte responsabili di questa suddivisione. Delle ecoregioni terrestri incluse nelle “Global 200”: • il 47% sono considerate in pericolo critico o in Tra le ecoregioni più ricche in biodiversità ci sono: pericolo, le foreste umide tropicali del Bacino amazzonico, • il 29% vulnerabili, l’ecoregione delle foreste atlantiche del Brasile, • il 24% relativamente stabili o intatte. l’ecoregione del Chocó-Darién nell’America Latina nord-occidentale, la Malesia peninsulare e le È interessante notare come i confini delle ecoregioni ecoregioni delle foreste del Borneo settentrionale. terrestri siano approssimativamente quelli dell’estensione originale, ma mostrino una significativa Analogamente, le foreste del Madagascar e della perdita e degrado degli habitat con evidenti processi Nuova Caledonia sono riconosciute come altamente di frammentazione. Nelle ecoregioni che sono state distintive su scala globale, in parte a causa del numero significativamente alterate, le specie e le comunità elevato di taxa endemici (intere famiglie e generi). caratteristiche sopravvivono solo nei pochi gruppi di I risultati delle Global 200 hanno anche evidenziato habitat rimanenti. l’importanza di aree meno note: il Messico ospita sia le Le più minacciate tra le ecoregioni terrestri sono: le foreste di conifere sub-tropicali più complesse e foreste tropicali aride, le praterie temperate, le macchie bulgarini cianchi . . .

f più ricche del mondo che le più diversificate foreste f

/ / mediterranee, le foreste di latifoglie temperate. / aride del mondo; le foreste umide del Sulawesi presentano alcuni dei livelli di endemismi dei Le ecoregioni insulari sono gravemente in pericolo e archivio wwf archivio wwf archivio

© © mammiferi più alti della regione Indo-pacifica e le rischiano di subire repentini processi di estinzione nei © 14 LA CONSERVAZIONE ECOREGIONALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 15

Limiti e opportunità delle ecoregioni L’ampia portata delle “Global 200” rende quasi ogni La Conservazione Ecoregionale la dichiarazione di Yaoundè per la gestione sostenibile regione della Terra un punto di riferimento in una nel mondo delle foreste tropicali. L’approccio ecoregionale per il Al di là di qualsiasi impegno volto a stabilire delle strategia di conservazione globale. Dalla scala globale bacino del Congo è lo strumento per rendere operativa priorità con le migliori conoscenze scientifiche, le alle strategie di conservazione regionale e nazionale, Il processo di Conservazione Ecoregionale è stato la dichiarazione di Yaoundè. L’avvio del Tri-national “Global 200” non possono considerare tutti gli aspetti le “Global 200” danno peso alle priorità condivise e avviato in molte ecoregioni del pianeta. Processi Park del Sangha River tra Repubblica Centro Africana, della conservazione della biodiversità. Non individuano forniscono una prospettiva globale per impegnarsi nella ecoregionali importanti sono in atto nel Bacino del Repubblica del Congo e Camerun sta rafforzando gli ad esempio esplicitamente fenomeni ecologici su scala pressione politica per quei gruppi che localmente si Congo, nel Terai Arc nepalese, nei Carpazi, nel impegni concreti in questo senso. di interi emisferi, come le migrazioni di mammiferi occupano di conservazione. deserto di Chihuahua negli Stati Uniti e Messico, marini, di tartarughe marine, di uccelli o di pesci; le nell’Amazzonia sud occidentale, nella foresta atlantica In Italia si sta lavorando sull’Ecoregione Alpi e migrazioni intratropicali di pipistrelli, uccelli e insetti; gli Le “Global 200” possono, inoltre, aiutare le maggiori di Brasile, Paraguay e Argentina, nel mare di Bering, sull’Ecoregione Mediterraneo. Nel nostro Paese, ecosistemi pelagici dinamici e diffusi; le comunità delle agenzie per lo sviluppo a individuare meglio e a mitigare nel mare delle Filippine (Sulawesi), nella regione del l’approccio ecoregionale può e deve costituire sorgenti idrotermali; gli ecosistemi degli abissi, delle gli effetti di progetti che prevedono cambiamenti Capo in Sud Africa, sulle Alpi e nel Mediterraneo. un complemento all’importante esperienza della caverne e delle acque sotterranee o le dinamiche di nell’utilizzo del territorio o a precedere le attività pianificazione dei sistemi di area vasta quali: Nella foresta atlantica di Brasile, Paraguay e Argentina ecosistemi globali quali i depositi fossili di formazione di sviluppo in ecoregioni particolarmente delicate. APE, Alpi, ITACA e CIP. il WWF, FVSA e altri partner stanno lavorando sulla degli idrocarburi. Sono quindi essenziali delle analisi Per queste ragioni, le “Global 200” possono essere Tri-national Corridor Initiative che connette il parco Per concludere, occorre ricordare che il grande sforzo su scala ridotta e maggiormente dettagliate per considerate una mappa-guida agli investimenti nella argentino di Iguazù con le altre riserve naturali internazionale, patrocinato dalle Nazioni Unite, per identificare obiettivi importanti nell’ambito delle singole conservazione; permettono a coloro che si occupano brasiliane e argentine già esistenti. Prima dell’arrivo giungere a un assessment globale dello stato, degli ecoregioni. di questo aspetto e alle nazioni di realizzare un piano complessivo di conservazione globale. degli europei la foresta atlantica copriva un milione scenari e delle risposte operative da fornire per il Un problema del progetto “Global 200” è il fatto che è di km2; oggi resta solo il 7% dell’originale copertura mantenimento della vitalità degli ecosistemi del mondo, La distruzione diffusa della biodiversità terrestre che molto ambizioso; concentrandosi cioè su 238 ecoregioni forestale. il Millennium Ecosystem Assessment, pubblicato nel piuttosto che su un numero ridotto di unità conservative oggi viene messa in pratica deve essere affrontata con 2006, costituisce una base fondamentale per l’ulteriore si corre il rischio di porre meno enfasi sulle regioni in una risposta che abbia un ordine di grandezza maggiore Nel Terai Arc nepalese il WWF e altri partner stanno rafforzamento delle metodologie di approccio di assoluto più peculiari e particolari. di quello che esiste attualmente. Le “Global 200” lavorando per un piano ecoregionale che prevede le Conservazione Ecoregionale. forniscono un modello necessariamente ambizioso per connessioni di tutte le importanti aree protette della una strategia di conservazione globale. zona con una fauna di grande valore, con specie chiave quali: l’elefante indiano (Elephas maximus), Per riassumere, la selezione delle “Global 200” si il rinoceronte indiano (Rhinocerus unicornis) e la basa su una seria e accurata analisi comparativa della tigre (Panthera tigris). L’intero processo avviene biodiversità presente negli habitat naturali del nostro con il coinvolgimento delle popolazioni locali per il pianeta. Il concetto centrale in questo tipo di strategia è miglioramento delle loro condizioni di vita e la tutela semplice: conservando un insieme il più rappresentativo dei servizi degli ecosistemi. Tra il Royal Chitwan possibile degli habitat della Terra è possibile al tempo National Park ed il Royal Bardia National Park è stato stesso conservare il maggior numero di specie viventi, avviato un piano di lavoro relativo alla traslocazione così come i processi evolutivi ed ecologici sui quali è di esemplari di rinoceronti indiani. Grazie a questa tessuta la tela della vita, in modo tale da generare una operazione sono oggi presenti un centinaio di strategia di conservazione globale della biodiversità. rinoceronti indiani al Royal Bardia National Park e un Per assimilare completamente le implicazioni presenti certo numero di abitanti locali è stato coinvolto in in questa strategia di conservazione, è necessario modo permanente in questo progetto. capire l’importanza di tutelare non solo ecosistemi Nel mare di Bering è stato svolto un importante lavoro chiaramente ricchi di biodiversità, ma anche di individuazione delle aree prioritarie con un piano ecosistemi effettivamente meno fondamentali dal di interventi concreti per contrastare l’inquinamento punto di vista della diversità biologica che contengono delle acque dovuto a sostanze chimiche tossiche. una serie di elementi importanti e cruciali per una L’alimentazione delle comunità locali si basa per il 95%

strategia dotata di una impronta globale. La perdita isotti r. su risorse provenienti dalle coste e dal mare. -

di anche uno solo di questi ecosistemi, e dei processi gildi . . a. cambone cambone a. r ecologici e dei fenomeni evolutivi a esso legati, Il bacino del Congo presenta ancora oggi 770.000 / / / / rappresenterebbe un danno irreparabile per l’umanità km2 relativamente intatti e scarsamente popolati con e per la Terra, con delle conseguenze negative una biodiversità di grande valore. Nel 1999 i capi di archivio wwf archivio ambiens homo © © incalcolabili per le generazione future. Stato di sei nazioni centro africane hanno sottoscritto © 16 società umane, inquinamento profondo di suolo, acqua e portano il nome di sviluppo sfrenato e scriteriato delle di natura profonde che determinano questo spaventoso e banalizzazione della diversità biologica. Le cause apparentemente inarrestabile, alla riduzione, erosione Una spinta innovativa per invertire la tendenza, questo lavoro hanno Un’ mappe e dati di distribuzione della biodiversità. Questo è il prodotto di articolate analisi e confronti tra della conservazione di strategia costruzion la Attraverso fondamentali. biologici processi l permettere possa che diffusa naturalità di livello un con tessuto un in immerse e connesse siano aree queste che Auspichiamo l sud, a più e, Sardegna della massicci remoti i dell calcarei massicci i per passando maltesi, isole alle fino Genova di Golfo dal ecoregionale, territorio sul distribuite aree di mosaico articolato un in rappresentazione e espressione massima sua la trovi che Auspichiamo positive. e virtuose equilibrio un in umana specie la con coesistere per ecologiche condizioni le e spazio lo futuro nel trovi vegetali, e animali specie habitat, ecosistemi, di livello a Centrale, Mediterraneo l caratterizza che biodiversità la che Auspichiamo 3 .

’ “ Appennino centrale, la Corsica, Corsica, la centrale, Appennino idea visionaria Biodiversity Vision ” sono pressoché uguali a ogni latitudine e ’ Etna. dinamico di relazioni relazioni di dinamico ’ Ecoregione Ecoregione ” dell che coloro che hanno partecipato a “ osato ’ evolversi di di evolversi e di una una di e ’ ” Ecoregione Mediterraneo Centrale immaginare. comune porti a sperimentare sperimentare a porti comune sforzo tale che auspichiamo e naturali risorse delle tutela la e locali comunità delle sviluppo di possibilità sulle settore di studi promuovere quale il attraverso esteso, ed virtuoso circuito un ad stimolo dare di Immaginiamo risorse. sue delle e natura della conservazione della scelta la verso culturale cambiamento il favorisca che e imprescindibile valore e comune patrimonio come biodiversità della valore il riconosca che agire e pensare di modo un diversa, società una di propositive e attive componenti alle insieme costruire di Immaginiamo locali. popolazioni e categorie di rappresentanti bisogni di i tutti di coinvolgimento il per sociali condizioni le creare a riuscire di immaginiamo temi, grandi otto di sistema un in articolata biodiversità “ portatori di interessi di portatori “

abuso Manifesto ” : amministratori, amministratori, : con la natura. destino con umiltà, e in una visione di pace e di equilibrio l immaginiamo infine che l’uomo sappia compiere I il futuro geomorfologici, geopolitici, ben difficile era contesto mediterraneo per motivi naturali, storici, sociali, Di fronte a un siffatto scenario, particolarmente acuto nel spoliazione delle risorse ittiche. aria, sfruttamento radicale di boschi e foreste, abnorme ’ n questo territorio che ha visto la nascita della civiltà, ” impresa più ambiziosa: prendere in mano il proprio e e “ portatori portatori

” . Ma abbiamo provato a farlo. il Mar Mediterraneo Mar il affliggono che mali gravi i affrontare per condivise, e concordate comuni, strategie adottate vengano affinché rivieraschi l giungere possa Centrale, nell intraprese biodiversità della conservazione di politiche alle grazie che, Immaginiamo possano mantenersivitali. animali evegetaliinessiospitati affinché glihabitateipopolamenti ecologica dellerelazioni essenziali scientifico, tali da ricostruire la trama le popolazionilocalieilmondo amministratori, glioperatorie del territorio,diconcertocongli formulare eadottare politiche Immaginiamo chesiriescanoa disponibili. naturali risorse le con compatibili essere quindi e consumi i razionalizzare e contenere di grado in sociale organizzazione e aggregazione di forme originali ’ esortazione a tutti i paesi paesi i tutti a esortazione ’ Ecoregione Mediterraneo Mediterraneo Ecoregione . “ immaginare

© archivio wwf / r. molinari conoscenze disponibili,definire ilivelliditutelagi biodiversit Questo significavalutare scientificamente lostatusdella anche finoacinquant’anni. territorio einunaproiezione temporaleampia,chearriva prospettive, unoscenario dellabiodiversit approccio pro-attivo, ovvero capacedifornirenuove Lavorare sulleecoregioni significaconsiderare conun che accompagnal’intero processo ecoregionale. novit conservazione epresenta alcunecaratteristichedi condotte inquestidecennisullabasedeiprogetti di Questo approccio “processo diConservazioneEcoregionale”. definito: “approccio diConservazioneEcoregionale” o la praticadellaconservazione.Questostrumento planetario, ma si è dotato di uno strumento concreto per all’identificazione delleecoregioni prioritariealivello L’approccio ecoregionale nonsièfermato

© archivio wwf / r. molinari à , legatesoprattuttoalladimensionedi“visione” à dell’ecoregione sullabase dellemigliori è il fruttodelletanteesperienze à di unampio à è stato 1. una fasedi ecoregionale prevede losviluppodialcunefasi: Per unsuocorretto svolgimento ilprocesso degli anni. misurare ilsuccessodelleazioniintraprese nelcorso parametro diriferimentoevalutazionerispettoalquale scenario delineatodeveessere utilizzatoanchecome l’ecoregione dovr La “visione”dellabiodiversit futuro territorio una“visione”dellabiodiversit a condividere congli“attori”socialicheoperanosul esistenti, leminaccecheincombono,ecominciare • sulle azioniurgenti daattivare immediatamenteper la biodiversit cercare dicontenere leminaccepi prima fasesicominciaaoperare: sull’ecoregione incuisiopera. Contestualmentealla verifica eraccoltadelleinformazioniadisposizione . Reconnaissance à ; à apparire nellungotermine.Lo à rappresenta quindicome relativa allaprima ù à significative per proiettata nel 17 18 B I O D I V E R S I T Y V I S I O N BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 19

La Visione Ecoregionale nel Wildlands Project con l’obiettivo di cercare di Raccolta delle informazioni ed il Global Change coniugare la conoscenza scientifica delle dinamiche Reconaissance degli ecosistemi e dell’evoluzione della biodiversità Le attività di conservazione della natura hanno sempre con la visione dei futuri, possibili e desiderabili, di avuto nel loro ambito una componente di “Visione”, questi ecosistemi e del territorio e del paesaggio che spesso non basata su solide basi scientifiche, ma che Stato della Biodiversità + Stato Socio-economico costituiscono. comunque ha prodotto risultati interessanti dal punto di vista delle sfide lanciate e dei risultati ottenuti. L’Ecological Society of America (ESA) ha stabilito un apposito Comitato dedicato all’Ecological Visions I notevoli avanzamenti scientifici che negli ultimi decenni che nel 2004 ha prodotto un documento intitolato sono stati ottenuti in molti campi disciplinari che derivano “Ecological Science and Sustainability for a Crowded OBIETTIVI dalle scienze ecologiche e dall’insieme dell’ Earth Planet” (http://esa.org) in cui le scienze ecologiche System Science ci consentono oggi di basare il lavoro di sono al servizio della concretizzazione di percorsi per il “visioning” su fondamenti scientifici più consolidati. conseguimento della sostenibilità nelle società umane. È comunque evidente che le attività di conservazione Il documento ricorda che le problematiche ambientali basate sulla dimensione di “visione” necessitano, per caratterizzeranno il XXI secolo come il periodo in essere implementate, di una consapevolezza e di una STRATEGIA cui nel mondo sarà presente la maggiore quantità volontà politico-economica-sociale che, purtroppo è di popolazione umana e gli ecosistemi subiranno il Piani di Conservazione ancora molto debole. maggiore intervento umano. Un’intera disciplina, la biologia della conservazione è L’ecologia può e deve giocare un significativo ruolo nata proprio con l’obiettivo di comprendere al meglio Applicazione e Monitoraggio nell’assicurare un futuro in cui i sistemi naturali e quelli i sistemi naturali ecologici per mantenerne la loro umani possono coesistere in un pianeta più sostenibile. Schema logico della metodologia di conservazione ecoregionale. diversità e le loro capacità evolutive nei confronti dei modelli di consumo della specie umana. Questi modelli L’ESA ritiene che questo si possa ottenere attraverso • all’elaborazione di un’analisi dello stato della L’articolazione della Biodiversity Vision deve includere la socio-economici hanno determinato la frammentazione, tre strade innovative: fare in modo che le decisioni biodiversità, allo stato socio-economico; definizione di tre livelli di obiettivi: semplificazione e spesso la distruzione di molti vengano prese sulla base della conoscenza ecosistemi riducendo la ricchezza delle specie presenti ecologica, avviare ricerche ecologiche innovative • all’avvio del coinvolgimento dei vari stakeholder; • gli elementi chiave dell’ecoregione su cui fondare la sulla Terra a livelli paragonabili a quelli delle grandi che possano concretizzare la sostenibilità in un 2. l’elaborazione della Biodiversity Vision che rappresenta costruzione della strategia di conservazione a lungo estinzioni di massa verificatesi dopo il Cambriano. pianeta sovrappopolato ed infine stimolare i necessari lo stato della biodiversità dell’ecoregione, le sue termine; cambiamenti culturali che possano valorizzare la prospettive in una scala temporale a lungo termine e la • gli obiettivi da raggiungere per mantenere i livelli di La biologia della conservazione è stata formalizzata in diversità, favorire processi collaborativi, nuove conseguente descrizione di uno scenario desiderabile biodiversità o migliorare alcune situazioni riducendo i un’apposita società scientifica nel 1985 (The Society partnership e l’interdisciplinarietà. dal punto di vista degli obiettivi della conservazione; fattori critici e alcuni obiettivi complementari; for Conservation Biology) e nel 1987 è stato stampato 3. la definizione di un Piano di Azione dell’ecoregione • una serie di traguardi attraverso cui misurare il il primo numero della rivista scientifica della Società, I tre obiettivi vengono sintetizzati in tre slogan molto con la sua applicazione, sottoposta a valutazione raggiungimento degli obiettivi in corso d’opera. intitolato “Conservation Biology”. chiari: decisioni informate, ricerche innovative ed e monitoraggio con tutti gli strumenti dell’Adaptive anticipatrici e cambiamento culturale. I traguardi rappresentano la quantificazione Gli avvii della biologia della conservazione derivano, tra Learning and Management. necessaria ad assicurare la tutela degli elementi l’altro, proprio dall’azione di “Visione” che un gruppo di L’analisi integrata dei sistemi naturali e dei sistemi Questo volume espone i risultati ottenuti chiave individuati e funzionali al raggiungimento degli noti e qualificati esperti hanno promosso relativamente sociali diventa perciò un elemento imprescindibile nell’applicazione dei principi della Conservazione obiettivi. al continente nordamericano con il progetto definito di studio e ricerca per condurre poi alle proposte di soluzione concrete. Ecoregionale nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale per La struttura della Biodiversity Vision dovrebbe essere Wildlands Project. lo sviluppo delle prime due fasi. sempre articolata includendo due componenti: Michael Soulè e Reed Noss hanno redatto insieme L’ESA sottolinea quanto sia critico e fondamentale • la definizione delle aree prioritarie in cui sono ad altri il piano di questo progetto che si pone l’obiettivo di contribuire alla formazione del pubblico. Le caratteristiche concentrati i valori di biodiversità caratterizzanti l’obiettivo di proteggere e ripristinare la ricchezza L’analisi integrata del funzionamento dei sistemi della Biodiversity Vision l’ecoregione; ecologica e la biodiversità indigena del Nord America naturali e dei sistemi sociali è oggetto di oltre 20 • la definizione di obiettivi a lungo termine. attraverso l’istituzione di un sistema di riserve naturali Scopo della Biodiversity Vision è quello di focalizzare gli anni di ricerche dei grandi programmi internazionali reciprocamente interconnesse. sforzi di conservazione sugli elementi ecologici chiave Questi due elementi devono essere fortemente integrati di ricerca, patrocinati dall’International Council for dell’ecoregione (habitat, specie, processi ecologici, aree in modo da costituire insieme lo schema di riferimento Il lavoro che ha condotto all’approccio ecoregionale Science (ICSU), che dal 2001 sono riuniti nell’Earth prioritarie). su cui edificare l’intera strategia. discende dalle analisi e dalle intuizioni condotte System Science Partnership (http://www.essp.org). 20 BIODIVERSITY VISION BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 21

Queste ricerche e queste analisi costituiscono la base • Il Sistema Terra funziona come un unico sistema lo meno rispetto all’ultimo mezzo milione di anni. gli attori istituzionali. per comprendere quanto il nostro intervento sui autoregolato comprendente componenti fisiche, La natura di questi cambiamenti che hanno luogo Obiettivo comune deve essere quello di sviluppare sistemi naturali abbia prodotto cambiamenti e chimiche, biologiche e umane. I processi di simultaneamente nel Sistema Terra, la loro intensità le conoscenze necessarie per rispondere in modo modificazioni globali al di fuori dei range di variabilità interazione fra queste componenti sono complessi e e la velocità con cui si manifestano non hanno efficace e tempestivo ai grandi interrogativi posti dai dei sistemi naturali. sono inoltre caratterizzati da una variabilità temporale precedenti nella storia del nostro pianeta. cambiamenti globali. e spaziale a diverse scale. La comprensione della Su queste basi i programmi internazionali sui Risulta quindi difficile oggi pensare di elaborare una dinamica del Sistema Terra è molto avanzata negli cambiamenti globali intendono sensibilizzare con Nel 2005 è stato inoltre reso noto il più completo Biodiversity Vision senza tener conto dei potenziali ultimi tempi ed è ora in grado di fornire le basi urgenza i governi, le istituzioni pubbliche e private e ed autorevole rapporto mondiale sullo stato degli effetti derivanti dal Global Change. con cui valutare gli effetti e le conseguenze dei tutti gli abitanti del pianeta su alcuni punti. ecosistemi del nostro pianeta: il Millennium Ecosystem In occasione della Global Change Open Science cambiamenti indotti dalle attività umane. - È necessario al più presto prevedere un sistema Assessment. Conference dal titolo “Challenges of a Changing Earth” • Le attività umane stanno influenzando l’ambiente condiviso di regole per la protezione e la tenutasi ad Amsterdam nel luglio 2001 i Presidenti dei Si tratta dell’iniziativa lanciata nel 2001 dal Segretario a scala globale. I cambiamenti indotti dalle attività salvaguardia del Sistema Terra. Il ritmo sempre più quattro più prestigiosi programmi di ricerca internazionale Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, con il antropiche nel suolo, negli oceani, nell’atmosfera, nel accelerato dei cambiamenti imposti dalle attività sui cambiamenti globali – l’International Geosphere coinvolgimento dei migliori scienziati che studiano i ciclo idrologico e nei cicli biogeochimici dei principali antropiche all’ambiente planetario non è oggi Biosphere Programme (IGBP), lo Human Dimensions sistemi naturali e quelli sociali e le loro interrelazioni. elementi, oltre ai cambiamenti della biodiversità, più sostenibile. Il modo corrente di gestione del of Global Environmental Change (IHDP), il World L’obiettivo è stato quello di realizzare una valutazione sono oggi chiaramente identificabili rispetto alla Sistema Terra non è più un’opzione percorribile e Climate Research Programme (WCRP) e l’International integrata, aggiornabile, delle conseguenze che derivano variabilità naturale. Le attività antropiche sono perciò deve essere al più presto sostituito con strategie Programme on Biodiversity Science (Diversitas) – hanno dai mutamenti che l’intervento della specie umana a tutti gli effetti comparabili, per intensità e scala di sviluppo sostenibile che possono preservare manifestato la loro preoccupazione rispetto al pericolo produce negli ecosistemi e di analizzare le opzioni spaziale di azione, alle grandi forze della natura. Molti l’ambiente e, allo stesso tempo, perseguire obiettivi che i cambiamenti climatici e i cambiamenti, sempre più disponibili allo scopo di rafforzare la conservazione e di questi processi stanno aumentando di importanza di sviluppo sociale ed economico. evidenti, causati dalle attività umane, mettano a rischio promuovere un utilizzo sostenibile degli ecosistemi, e i cambiamenti globali sono già una realtà oggi. - È necessario un nuovo sistema di scienze beni primari essenziali quali le risorse alimentari, l’acqua, anche ai fini del loro contributo al benessere umano. dell’ambiente globale. È attualmente in via di l’aria e un ambiente non dannoso per la salute umana. • I cambiamenti globali non possono essere compresi evoluzione un nuovo sistema di ricerca ambientale Più di 1.300 esperti da 95 nazioni hanno partecipato nei termini della semplice relazione causa-effetto. La ricerca scientifica condotta negli ultimi dieci anni a livello globale dovuto all’iniziativa congiunta all’elaborazione, sotto la guida di un team specifico I cambiamenti indotti dalle attività antropiche sono sotto gli auspici dei quattro programmi per valutare dei programmi internazionali sui cambiamenti costituito da alcuni tra i migliori specialisti, di problemi causa di molteplici effetti che si manifestano nel l’entità e gli effetti dei cambiamenti globali ha prodotto globali. Questo nuovo sistema di ricerca ambientali e sociali. Sistema Terra in modo molto complesso. Questi alcuni punti fermi: deve necessariamente essere consolidato e effetti interagiscono fra di loro e con altri cambiamenti Il Millennium assume l’esistenza di un’interazione ulteriormente sviluppato. Il nuovo sistema di ricerca a scala locale e regionale con andamenti multi- deve necessariamente essere fondato sulle basi dimensionali difficili da interpretare e ancor più da disciplinari delle singole scienze che si occupano predire. Per questo gli eventi inattesi abbondano. dei cambiamenti globali, ma deve anche integrare • La dinamica del Sistema Terra è caratterizzata da discipline diverse, le tematiche dell’ambiente con soglie critiche e cambiamenti inattesi attivati dalle quelle dello sviluppo e le scienze naturali con le attività antropiche con conseguenze imprevedibili. scienze sociali. Il sistema deve anche sviluppare Il Sistema Terra ha operato in stati diversi nel collaborazioni a livello internazionale basate su corso dell’ultimo mezzo milione di anni, a volte con infrastrutture comuni, avendo cura di favorire al transizioni improvvise (con tempi nell’ordine di un massimo il coinvolgimento di scienziati dei Paesi decennio o anche meno) all’interno di uno stesso in via di sviluppo e di valorizzare le potenzialità stato. Le attività antropiche hanno la capacità scientifiche e la complementarietà di tutti i Paesi potenziale di fare transitare il Sistema Terra verso e le aree del pianeta per costruire un efficiente stati che possono dimostrarsi irreversibili e non adatti sistema internazionale per le scienze ambientali a a supportare la vita umana e quella delle altre specie livello globale. viventi. La probabilità di un cambiamento inatteso nel I programmi internazionali sui cambiamenti globali si r. isotti isotti r. - funzionamento dell’ambiente terrestre non è ancora impegnano a operare in stretto contatto con gli altri stata quantificata ma è tutt’altro che trascurabile. gildi . . a. cambone cambone a. settori della società di tutti i paesi e di ogni cultura r / / / / • Per quanto riguarda alcuni importanti parametri per accettare la sfida posta da un pianeta in via di ambientali, il Sistema Terra si trova oggi ben al di cambiamento. Il dialogo si deve sviluppare non solo homo ambiens homo wwf archivio

© © là delle soglie prevedibili di variabilità naturale, per all’interno della comunità scientifica, ma tra questa e © 22 BIODIVERSITY VISION BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 23

dinamica tra gli esseri umani e gli ecosistemi e pone il hanno ottenuto. globali che tentano di esplorare i futuri possibili nello diverse regioni geografiche che saranno fortemente benessere umano come centro focale dell’esame della stato degli ecosistemi, dei loro servizi e del benessere influenzate dai mutamenti che avranno luogo nei servizi Rallentare o invertire il degrado dei servizi degli situazione, anche se riconosce che la biodiversità e gli umano. Gli scenari cercano di esplorare due tipologie degli ecosistemi nei prossimi 50 anni, come l’Africa ecosistemi potrà contribuire al raggiungimento degli ecosistemi hanno un loro valore in sé, indipendentemente di strade per lo sviluppo, una di globalizzazione ed sub-sahariana, il medio Oriente, l’Africa settentrionale obiettivi di base dello sviluppo delle comunità umane, dall’utilizzo che la specie umana ne può fare. un’altra di regionalizzazione di società ed economie, e il Sud dell’Asia. alleviando la povertà, eradicando la fame, consentendo e due differenti approcci di gestione degli ecosistemi Per esprimere come questa interazione dinamica si la disponibilità dell’acqua e la sostenibilità ambientale. Molte ricerche sono state realizzate e si stanno – “gestione reattiva” quando i problemi diventano palesi riflette sul benessere umano, il rapporto si basa in realizzando per approfondire meglio quali potrebbero Le richieste per molti servizi degli ecosistemi sono e “gestione pro-attiva” per consentire un mantenimento particolare sulla valutazione dello stato dei cosiddetti essere gli scenari della biodiversità in relazione ai cresciuti sostanzialmente negli ultimi decenni e dei servizi degli ecosistemi in un lungo periodo. “Ecosystem Services”. cambiamenti globali di cui siamo parte in causa, continueranno ad aumentare in modo significativo nei I quattro scenari sono stati così caratterizzati e definiti: sia perché contribuiamo significativamente alla loro I “servizi degli ecosistemi” riguardano tutto quello che prossimi cinquant’anni. 1. Global Orchestration – globalizzazione con enfasi creazione sia perché ne subiamo le conseguenze. la struttura e le funzioni degli ecosistemi mettono a Per alcuni servizi sono state “rafforzate” le capacità sull’equità, la crescita economica ed i beni pubblici, disposizione per la nostra stessa esistenza: i servizi di Il raggiungimento degli obiettivi descritti nella produttive, come è avvenuto per la produzione di cibo quali infrastrutture ed educazione, con approccio approvvigionamento (che consentono di disporre del Biodiversity Vision dell’Ecoregione del Mediterraneo da aree coltivate, dall’acquacoltura e dalla zootecnia, reattivo alla gestione degli ecosistemi; ciclo idrico, dell’alimentazione con la varietà di piante Centrale deve tenere in considerazione quanto sin oppure, negli ultimi decenni, per la capacità di coltivate o selvatiche, di specie animali, di pescato di 2. Order from Strength – regionalizzazione con qui acquisito dalla conoscenza scientifica, anche sequestrare carbonio atmosferico attraverso operazioni provenienza dagli ambienti marini e di acqua dolce, enfasi sulla sicurezza e la crescita economica, con relativamente agli sforzi fatti di indicazioni di scenari. di riforestazione. Molti dei rafforzamenti di questi sistemi di fibre e di legno da boschi e foreste); i servizi di approccio reattivo alla gestione degli ecosistemi; comportano però costi e perdite per altri servizi. Solo Nello sviluppo del piano di azione ecoregionale e dei regolazione (del clima, della qualità dell’acqua, delle 3. Adapting Mosaic – regionalizzazione con gestione per fare un esempio, l’espansione dell’acquacoltura con piani di azioni delle aree prioritarie, tali indicazioni inondazioni, delle malattie, della capacità ricettiva dei proattiva degli ecosistemi ed adattamento locale; produzione di gamberetti nel sud dell’Asia ha contribuito dovranno guidare mezzi e politiche per cercare di rifiuti); i servizi di supporto (la formazione del suolo, 4. Techno Garden – globalizzazione con gestione al deterioramento della qualità delle acque, alla perdita garantire nel futuro, in una prospettiva dei prossimi la fotosintesi, il ciclo dei nutrienti); i servizi culturali (i proattiva degli ecosistemi ed enfasi sulla tecnologia degli ambienti di mangrovie e della relativa biodiversità 50 anni, la composizione, la struttura e le funzionalità benefici ricreativi, spirituali ed estetici della natura). “verde”. con tutto ciò che ne consegue. ecologiche dei nostri territori. Il Rapporto giunge alla conclusione che la struttura degli Questi quattro scenari non sono stati pensati per 14 dei servizi degli ecosistemi presi in considerazione Gli sforzi di ricerca relativi agli scenari si sono ecosistemi nel mondo, inclusi i loro patrimoni genetici, di esplorare l’intero quadro dei futuri possibili, e hanno subito importanti degradi: dalla cattura del soprattutto concentrati sul cambiamento climatico specie e di processi, è cambiata più rapidamente negli ovviamente altri scenari potrebbero essere sviluppati pescato, alla produzione del legname, al ciclo idrico, e sul come rafforzare la resistenza e la resilienza ultimi 50 anni rispetto a tutti gli altri periodi precedenti con risultati più ottimistici o più pessimistici. al trattamento dei rifiuti e alla detossificazione, alla dei sistemi naturali nei confronti di tali previsti della storia umana. purificazione dell’acqua, alla tutela dagli eventi naturali In ogni caso questi scenari, evidenziano una cambiamenti futuri. Virtualmente tutti gli ecosistemi della Terra sono stati estremi, alla regolazione della qualità dell’aria, alla riduzione importante, in molti casi particolarmente Numerosi studi cominciano ad analizzare lo stato drammaticamente trasformati dall’azione umana. regolazione del clima locale e regionale, alla regolazione preoccupante, delle capacità da parte degli ecosistemi e l’evoluzione dei servizi degli ecosistemi e la loro Migliorare la gestione degli ecosistemi può favorire dell’erosione, e a molti servizi culturali (spirituali, estetici, di continuare ad offrire i propri servizi al benessere vulnerabilità al cambiamento globale nella scala significativamente sia i Paesi ricchi che quelli più poveri ricreativi ecc.). umano nei prossimi 50 anni. geografica europea. del pianeta. Il degrado dei servizi degli ecosistemi invece Il Millennium Assessment ha sviluppato quattro scenari Gli scenari del Millennium hanno inoltre identificato rallenterà – o addirittura, in alcune aree del pianeta, Alcuni progetti specifici sui cambiamenti climatici nel precluderà – ogni miglioramento nel benessere umano. Mediterraneo mirano ad elaborare un assessment degli impatti che potrebbero aver luogo in quest’area come, Gli ecosistemi e i loro servizi costituiscono per ogni ad esempio, previsto dal progetto CIRCE (Climate nazione un capitale di “assets”, cioè di beni prioritari, che Change and the Impact Research: The Mediterranean purtroppo sono ancora scarsamente rappresentati negli Environment). CIRCE vede coinvolti 59 centri di indicatori economici convenzionali: un Paese, infatti, può ricerca mediterranei coordinati dall’Istituto Nazionale tagliare le proprie foreste e far declinare le proprie aree di di Geofisica e Vulcanologia e si propone in 4 anni di pesca e vedere contemporaneamente un accrescimento ricerche l’elaborazione del primo assessment regionale del proprio prodotto interno lordo, a dispetto della perdita sul cambiamento climatico nell’area mediterranea con di capitale naturale. la valutazione degli impatti diretti sulle migrazioni, sul cianchi . .

Alcune nazioni che hanno registrato crescite apparenti f turismo, sui mercati dell’energia, sull’agricoltura, sulle / / negli anni ‘70 ed ‘80, stanno attualmente facendo i conti foreste e gli altri ecosistemi, sulla salute umana e la con una perdita significativa del capitale naturale, che qualità dell’aria. archivio wwf archivio

ha minato alla base la sostenibilità dei guadagni che harvey m. / wwf-canon © © 24 3. ecosistemi, habitat, specie o fenomeni chiave; fenomeni o 3. specie habitat, ecosistemi, integri; biotopi e 2. habitat di estensioni ampie 1. comunit conservazione dellabiodiversit La ConservazioneEcoregionale individuagliobiettividi umane. popolazioni delle termine bisogno dal dettato compromesso un accettare necessario comunit intere alle popolazioni singole dalle indigene, costituenti di l’ausilio attraverso raggiunto essere dovrebbe antropica, dall’azione compromesse ancora non situazioni preservare di nonch degradati altamente naturali elementi di vitalit la ricostituire di L’obiettivo negativi. termini vitalit sulla influiscono che meccanismi dei dell’analisi sostenibile, sviluppo uno di direzione biodiversit della conservazione alla finalizzato approccio efficiente Un 4

© archivio wwf / r. molinari unit costituire . à à La definizionedegliobiettivi di un ecosistema, sia in termini positivi sia in in sia positivi termini in sia ecosistema, un di

di soddisfare soddisfare di à , habitat e associazioni di specie tali da da tali specie di associazioni e habitat , à à à à che favorisca applicazioni nella nella applicazioni favorisca che distinte di biodiversit di distinte i bisogni i à à

immediati e a lungo lungo a e immediati . Tuttavia, . in cinquediversiambiti: è è à quello quello ; è è spesso spesso é é à à Azione per le aree prioritarie. aree le per Azione Ecoregionale Conservazione di Piano Ecoregionale Conservazione della della obiettivi degli definizione alla porta interferenza di fattori biodiversit di elementi degli analisi L’attenta biodiversit la per prospettive le determinano che elementi quali socio-economici fattori raggiungibilit reale la “misurare” di tentativo nel proprio sta peculiarit La interesse). di portatori diversi locali, (enti territorio sul gli con scelte le condividerne raggiungibili realmente obiettivi degli comunit della biodiversit di chiave priorit delle l’individuazione Per 5. interesse. particolare di specie scala; 4. larga su ecologici fenomeni à à à à à à Biodiversity Vision Biodiversity della Conservazione Ecoregionale Ecoregionale Conservazione della degli obiettivi attraverso un’analisi dei dei un’analisi attraverso obiettivi degli scientifica ma, per la definizione definizione la per ma, scientifica à è è à fondamentale il coinvolgimento coinvolgimento il fondamentale stakeholder stakeholder à à à . . Il successivo passo passo successivo Il . e degli elementi elementi degli e è è la definizione del del definizione la e dei dei e è è necessario necessario che agiscono agiscono che Piani di di Piani à à e dei dei e

© archivio wwf / f. cianchi rappresentanti ed esperti esterni in diverse discipline discipline diverse in esterni esperti ed rappresentanti da composto lavoro di gruppo un a sottoposto stato obiettivi degli definizione e prioritarie aree delle identificazione valori, dei analisi di Tuttopercorso il nell’ecoregione. biodiversit della ripristino il e mantenimento il per umane, e economiche risorse di termini in priorit le indicano consultazione, di processo al grazie e presenti minacce delle e valori dei analisi delle base sulla Centrale, Mediterraneo l’Ecoregione per individuati strategici obiettivi otto Gli • • • gerarchici: livelli tre su definiti sono Centrale Mediterraneo della obiettivi Gli • • • essere: deve L’obiettivo monitoraggio. di programma idoneo un per basi le fornire devono e applicate saranno gestione di azioni le cui in ambiti gli determinare devono raggiungere, ci di nette e chiare intenzioni esprimere devono obiettivi Gli dell’efficacia. vista di punto dal valutabili non o insoddisfacenti risultati producono applicabilit sua la influenzano e azione altra ogni condizionano quanto in conservazione di processo qualsiasi di centrale l’elemento rappresentano obiettivi Gli conservazione. di strategia della fondanti elementi come obiettivi degli individuare per identificati valori altri eventuali dagli e conservazione di fondamentali unit quali prioritarie aree dalle partire fondamentale conservazione di strategia un’efficace tracciare Per e alle modalit connessi ai fattori di interferenza (minacce/opportunit a quantitativa e temporale. e quantitativa a biodiversit la preservare a mira si quali i attraverso e tutelare da a risultati). ai (rispetto misurabile desiderate); condizioni alle (rispetto specifico disposizione); a risorse le con (raggiungibile realistico l secondo livello, i valori di biodiversit l terzo livello, si fornisce la misura della mitigazione mitigazione della misura la fornisce si livello, terzo l biodiversit di valori i dichiarano si livello primo l à . Obiettivi vaghi o troppo ambiziosi, ambiziosi, troppo o vaghi Obiettivi . à à dell’intera ecoregione; dell’intera à di mitigazione delle minacce; Biodiversity Vision Biodiversity à à dell’Ecoregione dell’Ecoregione su cui investire, investire, cui su à ò ò vengono che si vuole vuole si che à à è è à à à à è è à ) habitat e i processi ecologici presenti nelle aree aree nelle presenti ecologici processi i e habitat gli specie, le per favorevoli ecologiche condizioni risulter ecoregione, biodiversit della tutela la ottenere Per preservata. essere biodiversit l’intera che auspica si obiettivi gli raggiungere a volte azioni sviluppando e funzionalit la e caratteristiche le termine lungo a e efficace modo in Tutelando Centrale. Mediterraneo dell’Ecoregione conservazione di strategia la per riferimento di schema lo costituisce identificati strategici obiettivi otto degli complesso Il • • • • • • chiave: elementi sei questi di base sulla definiti stati sono obiettivi Gli temporale. nonch ecc.) minaccia, di fattore un di percentuale riduzione habitat, degli estensione chiave, popolazioni delle (dimensione indicatori degli usando raggiungimento loro il misurare di permette pi livello al obiettivi degli descrizione La preciso. e misurabile fosse che obiettivi degli definizione di grado un raggiungere partner,per i con tecnici seminari e incontri di serie una organizzando lavoro Il climatici. cambiamenti i contenere a volte azioni le sensibilizzazione, e l’educazione comunicazione, la Tra questi: conservazione. di obiettivi degli raggiungimento al essenziali ed propedeutici fattori considerati trasversali obiettivi di serie una emersi sono analisi questa Da specifiche. monitorare i risultati. i monitorare tempi: scelto; parametro quantit mantenere); (incrementare, azione: (densit attributo: localit monitorato; indicatore: o specie à ambito temporale fissato per raggiungere o o raggiungere per fissato temporale ambito à è è à

: , copertura, peso, ecc.); peso, copertura, , è è area geografica di intervento; di geografica area proseguito con le analisi delle informazioni, informazioni, delle analisi le con proseguito /Stato: parametro che che parametro il verbo che esprime l’obiettivo l’obiettivo esprime che verbo il la grandezza, misurabile, del del misurabile, grandezza, la à à fondamentale garantire garantire fondamentale rappresenta ci rappresenta è è oggetto della misura misura della oggetto à à à à delle 36 aree prioritarie prioritarie aree 36 delle é é ecoregionale possa possa ecoregionale la loro quantificazione quantificazione loro la à à ò ò dell’intera dell’intera ù ù che sar che definito definito à à 25 26 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 27

prioritarie, soprattutto mitigando i più significativi fondamentale lavorare per ridurre la frammentazione solo garantendo la persistenza delle aree prioritarie. Un contesto territoriale-ecologico che assume un fattori di minaccia e ripristinando migliori condizioni e ripristinare condizioni di naturalità diffusa in quei Occorre allora garantire condizioni ecologiche ottimali valore importante per la biodiversità dell’ecoregione per le specie animali e vegetali e gli habitat che contesti territoriali, al di fuori delle aree prioritarie, nei bacini idrografici che ospitano habitat e specie di è rappresentato dal sistema delle piccole isole caratterizzano le singole aree prioritarie (OBIETTIVO 1). ma funzionali alla loro permanenza, in particolare interesse a scala ecoregionale (OBIETTIVO 3). mediterranee. Gli ecosistemi insulari ospitano specie proponendo la costruzione di una rete ecologica che endemiche di flora, erpetofauna e micro-mammiferi, Tuttavia, ciò non è sufficiente perché gli intensi La migrazione della fauna (uccelli, chirotteri, grandi integri le diverse componenti territoriali (OBIETTIVO 2). e sono caratterizzati dalla presenza di habitat molto fenomeni di frammentazione degli habitat, soprattutto pelagici, lepidotteri e pesci d’acqua dolce) rappresenta vulnerabili. In queste realtà andrebbero attuati modelli determinati dal consumo irreversibile del suolo, Le specie e gli habitat legati agli ecosistemi fluviali e un fenomeno che si svolge nell’intera ecoregione ed è socio-economici che possano rappresentare vie possono determinare processi di erosione della lacuali dell’ecoregione sono diffusi in un’area molto minacciato da fattori specifici. È fondamentale quindi alternative di gestione delle risorse e tutela della biodiversità nelle aree prioritarie, nonostante estesa oppure in modo puntiforme, in entrambi i assicurare la funzionalità dell’ecoregione per tutte le biodiversità (OBIETTIVO 5). queste siano efficacemente gestite. Diviene quindi casi non possono essere efficacemente tutelati specie migratrici (OBIETTIVO 4).

La gestione adattativa malgrado questo rappresenti un indicatore in modo da essere realistici, specifici e Devono essere sottoposte a monitoraggio tale da poter intervenire nei programmi di gestione in quanto costituiscono l’elemento tangibile degli sforzi sostenuti. misurabili. tre componenti di un processo di conservazione con aggiustamenti mirati. guida dell’intero processo; gli obiettivi e il monitoraggio Si assiste quindi ad una certa discrasia fra Mancando tale prerequisito, diviene conservazione: obiettivi, minacce, processi. La gestione adattiva è definita come “un sono stabiliti con attenzione e cognizione come strumenti la norma e la sua attuazione, il legislatore, quanto mai difficile riuscire a condurre il Il monitoraggio costituisce quindi uno processo di acquisizione sistematica e di causa e il loro cambiamento implica la di conservazione da un lato, riesce nella lungimirante monitoraggio: l’aspetto più critico ma al strumento efficace al fine di: successiva applicazione di informazioni rinuncia del programma di gestione in atto azione di protezione ma, spesso, non è contempo irrinunciabile di tutte le azioni di – rilevare tendenze nel lungo periodo; affidabili al fine di migliorare l’efficacia della e la successiva implementazione di un in grado di assicurare alla norma la sua gestione. – individuare crisi potenziali in tempo utile; gestione nel tempo”. programma tarato in funzione di obiettivi Il problema della valutazione efficace esecuzione, almeno se la si vuole – valutare l’esito di interventi di gestione; nuovi. dell’efficacia di programmi di gestione. È quindi un processo iterativo nel quale misurare utilizzando i parametri della Il monitoraggio – accrescere le conoscenze in campo La gestione adattativa infine, affronta In Italia la sensibilità normativa in favore le azioni di gestione sono accuratamente biologia di conservazione. Inoltre, anche Il monitoraggio viene definito come “la ecologico. tutte le azioni di gestione col rigore dell’ambiente, sia pure già codificata pianificate, applicate e verificate a se vengono stabiliti degli indicatori generici raccolta e l’analisi di misure e osservazioni metodologico del protocollo scientifico nella carta costituzionale, ha vissuto la intervalli prestabiliti; se, e solo se, i di funzionalità (ad es. l’istituzione degli ripetute nel tempo al fine di valutare Monitoraggio di base (inventario) sperimentale e nella sua accezione più sua stagione più feconda nel corso degli risultati di verifica che emergono dalle organi di gestione), di fatto ad essi non eventuali cambiamenti e/o sviluppi in Il termine “monitoraggio” ha nella sua “pura” dovrebbe prevedere delle unità anni ‘80 e ‘90 dello scorso secolo; questo azioni di monitoraggio, sono congruenti e viene assegnata la necessaria capacità direzione di obiettivi gestionali”. accezione più comune, il significato di di controllo dove non si applica nessun processo è stato favorito anche dalla compatibili con i risultati attesi, la gestione discriminante rispetto al raggiungimento Attraverso il monitoraggio, è possibile così studio preliminare rivolto alla conoscenza intervento e che vengono utilizzate al fine spinta di analoghe esperienze a livello procede nel suo corso. degli obiettivi su cui si fonda la norma misurare, in modo oggettivo, se un certo di parametri o elementi poco conosciuti. di confrontare, statisticamente, risultati e europeo, sostanziate principalmente In caso contrario si potranno percorrere tre stessa. progetto di conservazione si sta svolgendo andamenti in assenza di gestione. attraverso l’emanazione di alcune Direttive Più correttamente, l’applicazione di diverse opzioni in funzione degli obiettivi Lo stesso discorso può valere, in (o si è concluso) con successo, e quindi Comunitarie e, a livello internazionale, un programma di studio di questo prefissi: Come tale, un protocollo di gestione senso generale, anche per i progetti di se può essere ulteriormente implementato, dalla ratifica di alcune importanti tipo dovrebbe essere indicato come – interruzione (se l’obiettivo è stato adattativa consta di una serie di passaggi conservazione, pubblici o privati, i quali, promosso oppure se può essere replicato convenzioni internazionali, ad esempio “inventario” o monitoraggio di base; tali raggiunto); specifici: benché ambiziosi, spesso non sono in situazioni analoghe e a quali condizioni. quella sulla Biodiversità (Rio de Janeiro, termini dovrebbero essere sempre utilizzati – cambiamento (se i risultati non sono 1. definizione di un chiaro obiettivo accompagnati da appropriati strumenti 1992). In senso lato, il monitoraggio della nel caso in cui l’indagine non sia inserita in soddisfacenti); di gestione al fine di descrivere di valutazione. Negli anni recenti, infatti, biodiversità sempre più spesso diviene un quadro gestionale chiaro e definito. – prosecuzione del programma (se il la condizione desiderata di una è costantemente cresciuto l’interesse nei Le leggi promulgate e gli impegni il tema centrale di programmi di programma si sta svolgendo come specie, ecosistema, area protetta o confronti sia dei risultati dei progetti di L’inventario identifica lo stato di una risorsa formali derivanti dalla ratifica dei trattati conservazione condotti o promossi anche previsto). qualsiasi altra variabile di interesse conservazione, sia sulla definizione stessa di e, in generale, viene utilizzato a una scala internazionali hanno avuto come su scala planetaria. conservazionistico; successo di conservazione. Le associazioni definita per fornire informazioni sulle specie Formulata in questi termini la gestione conseguenze pratiche la definizione di Il monitoraggio rappresenta quindi un non governative che gestiscono progetti e, animali e vegetali presenti, in questo caso adattativa assume un significato che 2. sviluppo di un piano di gestione che norme di salvaguardia, la creazione di elemento quanto mai critico anche in soprattutto, i finanziatori (privati e pubblici) può anche assumere nomi diversi: check- trova la sua applicazione in molti campi identifichi chiaramente i fattori di aree protette (con le conseguenti misure considerazione della generale esiguità dei dei progetti di conservazione pretendono, list, atlante, lista, elenco, ecc. diversi, non solo relativi ai temi della minaccia in atto e le azioni necessarie di gestione) e l’applicazione operativa fondi dedicati alle azioni di conservazione giustamente, di conoscere, oltre che le conservazione. per ridurli e raggiungere così i risultati di disposizioni e strumenti finalizzati alla che impone, necessariamente, un’attenta azioni materialmente condotte sul campo L’inventario, se condotto in maniera attesi; gestione delle risorse naturali, nonché e consapevole capacità di controllo dei rigorosa, costituisce l’elemento di partenza È importante chiarire che la gestione anche la reale ricaduta che tali azioni hanno 3. sviluppo di un piano di monitoraggio l’attivazione di specifici finanziamenti in risultati. dei successivi programmi di conservazione adattativa non va confusa con una gestione modo da dare sostanza, non solo giuridica, avuto sulle specie e/o gli ambienti oggetto mirato su obiettivi, minacce e attività; L’esigenza di prevedere attività di controllo e gestione e può essere utilizzato cosiddetta flessibile (flexible), né con una ai principi ispiratori delle norme. Gran dei finanziamenti. 4. applicazione dei piani di gestione e è inoltre considerata in molte delle norme come misura di riferimento rispetto alla gestione basata su un’alternanza di prove parte delle realtà così definite godono, monitoraggio; In fase programmatica, al processo e alle relative alla conservazione in Italia e in definizione degli obiettivi e al monitoraggio ed errori (trial and error approach). infatti, di finanziamenti dedicati tali da tecniche di valutazione non viene però Europa anche se spesso manca una dei processi. In entrambi i casi, non è richiesta un’attenta 5. analisi dei dati e diffusione dei risultati; poter realmente sostenere le azioni di assegnato il giusto rilievo e assai raramente univoca chiave di riferimento. e solida pianificazione condotta, a priori, 6. uso iterativo dei risultati in modo salvaguardia e gestione delle risorse alle è quindi possibile condurre analisi a rispetto allo svolgimento delle azioni e, da adattarli e imparare dalle nuove quali sono diretti. Essendo, infatti, il termine “monitoraggio” La gestione adattativa posteriori. suscettibile di interpretazioni diverse, (Adaptive management) parimenti, gli obiettivi eventualmente esperienze. raggiunti non sono direttamente In definitiva, una notevole mole di energie Infatti, può accadere che le azioni sia pure non contraddittorie, viene da Nel paradigma della gestione adattativa, La gestione è quindi “adattata” (modificata) riconducibili ad un protocollo sperimentale e risorse economiche sono oggi dedicate programmate e condotte non possano chiedersi se, e in che modo, le attività di il monitoraggio costituisce il momento di se gli obiettivi non sono raggiunti o replicabile. alla conservazione della natura anche se, essere concretamente valutabili in termini monitoraggio, eventualmente previste, verifica affinché il raggiungimento degli se le nuove esperienze, desunte dal raramente, ci si interroga circa l’effettivo di risultati raggiunti, in quanto gli obiettivi possano garantire il raggiungimento degli obiettivi (definiti all’inizio del processo) Inoltre, nella gestione adattativa, assumono monitoraggio, suggeriscono un migliore raggiungimento degli obiettivi di gestione su cui si fondano, non sono stati costruiti obiettivi prefissi. sia misurato periodicamente, in modo un rilievo fondamentale gli obiettivi di protocollo di azione. 28 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 29

Molti valori di biodiversità di interesse ecoregionale Esistono, inoltre, alcune condizioni essenziali al sono distribuiti per motivi storico-biologici in modo raggiungimento di questi otto obiettivi, condizioni Condizioni essenziali • g arantire un mercato equo • f ormazione di persone in grado frammentato, come ad esempio stazioni di endemismi trasversali che, qualora non vengano garantite Garantire il contesto e solidale per le produzioni di subordinare le scelte al senso floristici, animali scarsamente vagili, le zone umide, le possono pregiudicare il raggiungimento dei singoli culturale, sociale, artigianali, locali e tradizionali. del limite; dune costiere, le aree marine protette e gli ambienti obiettivi di tutela della biodiversità: politico ed economico • c oinvolgimento di valori e Partecipazione ipogei. Questi valori devono essere tutelati attraverso • occorre un serio e continuo investimento tale che sia possibile conoscenze; • Sviluppare forme di gestione la creazione e soprattutto la gestione di un sistema per affermare il valore della biodiversità, raggiungere gli basate sulla partecipazione delle • s pinta ad agire in coerenza con funzionale di aree protette e dei Siti natura 2000 lavorando in modo strutturato sull’educazione obiettivi di tutela della componenti sociali coinvolte le proprie idee e ad assumersi (OBIETTIVO 6). e la sensibilizzazione, in particolare rivolto biodiversità nella gestione delle risorse; delle responsabilità. all’affermazione del valore della biodiversità; Esistono nel Mediterraneo Centrale estese aree marine • a ffrontare la gestione della • occorre sviluppare un piano di monitoraggio coerente La Biodiversity Vision Cambiamenti climatici di estremo valore per la biodiversità, sono i cosiddetti biodiversità nella considerazione con gli obiettivi e le azioni individuate, in modo dell’Ecoregione Mediterraneo • Attuare una politica di Santuari, quello del nord-Tirreno e del Canale di anche delle esigenze umane da garantire il controllo dell’efficacia dei Piani di Centrale intende rappresentare mitigazione delle cause dei Sicilia. La loro istituzione ed effettiva gestione in modo (gestione dei conflitti, Conservazione; un riferimento per assicurare cambiamenti climatici sulla base funzionale è strategica per la biodiversità (OBIETTIVO 7). sfruttamento delle risorse...). • occorre tenere presente fattori che agiscono su scala la biodiversità a lungo termine di accordi internazionali; ancora più ampia di quella ecoregionale, in primo dell’intera ecoregione focalizzando La tutela di molte specie marine di pesci, mammiferi e Policy • a ttuare politiche di adattamento luogo i cambiamenti climatici e gli altri cambiamenti gli interventi su otto obiettivi rettili è a rischio a causa di uno sfruttamento intensivo • Garantire la pianificazione a rispetto agli effetti dei golbali. I futuri Piani di Conservazione devono tenere strategici. e irrazionale della pesca. La ricerca di forme di lungo termine; cambiamenti climatici. in considerazione obiettivi e azioni tali da concorrere Tuttavia la conservazione della sfruttamento ittico compatibile con il mantenimento • g arantire la tutela della alla mitigazione e alla definizione di strategie di biodiversità non può che agire Ricerca scientifica e degli ecosistemi è un obiettivo prioritario (OBIETTIVO 8). biodiversità attraverso politiche adattamento rispetto agli effetti; in un contesto culturale, sociale, Monitoraggio inter-settoriali. L’insieme di questi obiettivi strategici di conservazione, • occorre investire per la creazione di una nuova politico ed economico favorevole. • Assicurare lo sviluppo della declinati in un numero minimo, ma sufficiente, di cultura della conservazione, fondata sulla tutela Per questo si è ritenuto opportuno Educazione e Comunicazione ricerca scientifica funzionale alla obiettivi operativi e poi di azioni, costituisce la strategia degli “Spazi prioritari” con un approccio di Human evidenziare degli ambiti trasversali, • Affermare il valore della conservazione della biodiversità; di Conservazione Ecoregionale. dimension e attraverso processi partecipati. delle condizioni essenziali, biodiversità come patrimonio • s viluppare un sistema di che devono essere perseguite comune e valore imprescindibile; monitoraggio permanente della parallelamente ai singoli obiettivi • f avorire il cambiamento biodiversità; specifici. culturale verso la scelta della • a ttuare sistemi di monitoraggio Questi ambiti rappresentano conservazione della natura, delle degli interventi di conservazione anche delle prescrizioni, delle sue risorse e dei suoi equilibri; convenzionali e coordinati; modalità di operare che devono trovare la loro applicazione nello • c reare una mentalità capace di • g arantire al monitoraggio una sviluppo delle singole azioni. pensare per relazioni e affrontare i funzione di orientamento delle problemi in una visione sistemica; politiche gestionali. Stabilità politica, democrazia e pace • Aspirare ad una società basata su un sistema democratico, in un contesto di pace e di stabilità politica in cui i valori di biodiversità siano fondanti.

Diversità culturale • Recuperare e conservare la

cultura tradizionale in armonia molinari . . r con l’ambiente; / • g arantire la diversità agronomica archivio wwf archivio

e zootecnica di cultivar e razze; © wwf-canon/michële depraz wwf-canon/michële © © 30 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 31

OBIETTIVO 1 Per assicurare la tutela delle principali caratteristiche A lungo termine, in 15-25 anni (entro 2020-2030) occorre: precedenza agli ecosistemi caratterizzati dai più alti valori Assicurare la composizione, ecologiche delle aree prioritarie, è necessario perseguire • aumentare in modo significativo la superficie delle di naturalità e da grande estensione territoriale, tra i quali la struttura e la funzionalità ecologica obiettivi a breve e medio termine in ciascuna area prioritaria. aree prioritarie caratterizzata da una gestione di tipo quelli forestali e di alta montagna. delle aree prioritarie ecoregionali conservativo o sostenibile; A breve termine, in 5-10 anni (entro 2010-2015) occorre: Tra gli ecosistemi di estensione comparabile, quelli • ridurre in modo significativo la superficie delle aree La conservazione di una rete complessa di animali e • ottenere la trasformazione dei piani e degli interventi in atto, forestali sono i meno disturbati, nonostante l’antichissima prioritarie caratterizzata da fattori di disturbo ricorrenti piante che interagiscono tra loro e con il loro habitat è secondo principi naturalistici tesi alla conservazione della influenza dell’azione umana. Un totale di 58, sui 198 (eccesso di incendi e di attività turistiche, attività agro- fondamentale per il mantenimento della vita sul Pianeta. biodiversità a tutti i livelli (da quello genetico a quello di habitat prioritari elencati nell’All. I della Direttiva Habitat, silvo-pastorali svolte in modo non compatibile con gli La protezione delle specie (a livello di popolazione) e paesaggio); sono habitat forestali mentre il 20% delle specie vegetali obiettivi di conservazione); degli habitat (a livello di comunità) deve essere perseguita • ridurre in modo significativo l’intensità dei principali minacciate o in pericolo di estinzione vive nelle nostre • promuovere l’attuazione di modelli di gestione integrata attraverso la tutela delle aree ove queste sono presenti in fattori di pressione sulla biodiversità legati a pratiche foreste. Allo stesso modo, gli ecosistemi di alta montagna del territorio per gli ecosistemi più sensibili presenti modo più peculiare. legali o illegali (espansione urbanistica ed infrastrutturale, comprendono habitat unici e relitti, nonché un’alta nelle aree prioritarie. L’Ecoregione Mediterraneo Centrale presenta un livello bracconaggio); concentrazione di specie endemiche e relitte. Anche gli assai elevato di biodiversità, in termini di ricchezza e • avviare progetti di conservazione ex-situ e in-situ La Conservazione Ecoregionale propone di realizzare per ecosistemi costieri ospitano habitat e specie focali, pur diversità, e molte specie sono seriamente minacciate di relativamente a tutte le specie caratteristiche delle aree ciascuna area prioritaria un piano di azione finalizzato essendo oggi estremamente frammentati a causa di estinzione. prioritarie. alla tutela dei valori di biodiversità caratteristici, dando la valori tra i più alti di impatto umano.

Scopo di questo obiettivo è di 1.2.2 Entro il 2030, attraverso la 1.4.2 Entro il 2020 il 50% dei comuni 1.7 Ridurre la presenza di specie aliene e Carta delle Aree prioritarie terrestri e marine dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. garantire la persistenza e/o il mitigazione dei fattori che a vocazione turistica all’interno non autoctone nelle aree prioritarie vi favoriscono gli incendi, la delle aree prioritarie aderirà al 1.7.1 Entro il 2015 almeno il 50% miglioramento a lungo termine superficie vulnerabile agli incendi sistema di gestione ambientale delle Regioni avranno definito dello stato dei valori di biodiversità sarà ridotta del 20%. EMAS o equivalente. e adottato programmi per (specie, habitat e processi ecologici) 1.2.3 Entro il 2010 il numero annuo 1.4.3 Entro il 2020 i posti letto offerti prevenire le immissioni di specie specifici di ciascuna area, attraverso delle violazioni accertate per da strutture per l’ospitalità non indigene invasive nelle aree la realizzazione e adozione di piani bracconaggio rispetto alle specie diffusa (es. agriturismo, B&B.) prioritarie. caratterizzanti le aree prioritarie, saranno incrementati del 20%, 1.7.2 Entro il 2015 saranno stati di azione. Tali piani dovranno essere sarà ridotto del 50%. mentre quelli offerti dall’ospitalità attivati, all’interno delle aree focalizzati alla gestione delle minacce 1.2.4 Entro il 2010 tutti i piani tradizionale resteranno costanti. prioritarie, almeno tre progetti di e alla tutela dei valori di biodiversità territoriali e settoriali saranno controllo di specie aliene. 1.5 Sostenere le attività agro-silvo- in particolare secondo gli obiettivi soggetti alla Valutazione pastorali tradizionali funzionali alla 1.8 Promuovere e attuare modelli Ambientale Strategica tenendo operativi identificati. conservazione dei tipi di habitat e di gestione in grado di favorire conto degli impatti sui valori di delle specie caratterizzanti le aree la funzionalità ecologica degli biodiversità caratterizzanti le prioritarie ecosistemi nelle aree prioritarie aree prioritarie. 1.1. Promuovere modalità di gestione 1.5.1 Entro il 2025 la superficie che necessitano una pianificazione in grado di favorire la funzionalità 1.3 Ridurre in modo significativo il agricola estensiva sarà aumenta integrata con altre politiche ecologica degli ecosistemi forestali consumo irreversibile del suolo del 20%. territoriali (turismo, gestione acque, nelle aree prioritarie annuo 1.5.2 Entro il 2025 saranno attuati agricoltura, uso del suolo) 1.1.1 Entro il 2020 la superficie di 1.3.1 Entro il 2015 l’attuale tasso modelli di pascolo sostenibili. 1.8.1 Entro il 2020 sarà attuato un foreste selezionate con criteri annuo di consumo di 1.5.3 Entro il 2013 il 5% delle risorse modello di gestione integrato per HCVF (High Conservation Value suolo irreversibile causato finanziarie disponibili dai fondi gli ecosistemi costieri. Forests), gestita in maniera dall’espansione urbanistica e per lo sviluppo rurale saranno 1.8.2 Entro il 2020 sarà attuato un passiva (senza alcun intervento delle infrastrutture sarà ridotto utilizzati per sostenere buone modello di gestione integrato per umano) sarà incrementata del 50%. prassi di coltivazione e progetti gli ambienti alto-montani. del 20%. 1.3.2 Entro il 2010 sarà modificato il agro-ambientali che forniscano 1.8.3 Entro il 2020 sarà attuato un 1.1.2 Entro il 2025 la superficie dei sistema di tassazione favorendo una protezione a lungo termine modello di gestione integrato per tipi di habitat forestali gestiti gli interventi di restauro della biodiversità. gli ecosistemi steppici. secondo criteri FSC sarà conservativo e ristrutturazioni 1.8.4 Entro il 2020 sarà attuato un 1.6 Conservazione ex-situ del incrementata dell’80%. di immobili ad uso abitativo modello di gestione integrato per germoplasma delle specie vegetali 1.1.3 Entro il 2010 la totalità dei e produttivo e sfavorendo la gli ambienti ipogei. caratterizzanti le aree prioritarie rimboschimenti all’interno delle realizzazione di nuovi immobili. aree prioritarie sarà effettuata 1.6.1 Entro il 2015 la totalità delle specie vegetali caratterizzanti le con genotipi certificati. 1.4 Promuovere e attuare modelli di aree prioritarie, sarà interessata turismo sostenibile, compatibili con 1.2. Ridurre l’incidenza dei fattori di da progetti di conservazione la conservazione a lungo termine disturbo sulle specie e sui tipi di ex situ. dei tipi di habitat e delle specie che habitat specifici delle aree prioritarie caratterizzano le aree prioritarie 1.2.1 Entro il 2030 la superficie 1.4.1 Entro il 2020 il 50% delle aree percorsa dal fuoco all’interno protette all’interno delle aree delle aree prioritarie sarà ridotta prioritarie adotterà la Carta del del 50%. turismo sostenibile. 32 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 33

OBIETTIVO 2 notevolmente e si dovrà tendere piuttosto a un qualora non interferisca in maniera evidente e con umana) che in esso sono sempre presenti, ma che la Garantire la naturalità diffusa disegno che gradua un sistema di valori che, seppur uno o più processi ecologici esistenti all’interno delle cultura tecnico-scientifica che nel passato ha elaborato i e la funzionalità ecologica dei territori internamente diversificato, copre interamente il aree prioritarie. L’impatto della frammentazione viene progetti di territorio non è stata in grado (anche a causa esterni e in relazione con le aree territorio inteso come substrato fisico. comunque ritenuto elevato quando avviene in estrema di carenze scientifiche), di apprezzare e di esplorare. prioritarie assicurandone la gestione prossimità dell’area prioritaria o interferisce con la Le differenze di cui si dice riguarderanno alcuni ruoli Nella “matrice”, che è comunque anch’essa un sistema sostenibile presenza dei valori individuati nelle aree prioritarie. eco-biologici di spicco (aree prioritarie), nonché il di “valori” diffusi, vanno misurate e condizionate La visione ecoregionale del governo delle sistema dei contrasti, delle interferenze e dei disturbi Per poter progettare le forme e le dimensioni al contenimento dell’effetto frammentante verso il trasformazioni comporta come conseguenza diretta rappresentato dall’organismo insediativo nelle sue dell’insediamento (strade, parti residenziali e produttive, contesto ambientale interessato le dimensioni degli l’esigenza di una classificazione dei valori ambientali varie forme. servizi) in modo da inserirle convenientemente nella spazi previsti dal nuovo insediamento, la loro tipologia, comprensiva anche di quelli di rango medio e basso, In una logica così conformata le funzioni delle aree “matrice” preesistente, minimizzando gli impatti e la loro forma geometrica, la dislocazione delle nuove sulla totale estensione del territorio, apprezzandoli sia prioritarie condizionano le azioni sulla matrice e, ottimizzandone le qualità prestazionali, è indispensabile reti infrastrutturali e i loro rapporti spaziali, le modalità sotto il profilo posizionale-gerarchico, ma, soprattutto, quindi, i processi di frammentazione nelle aree esterne conoscere le caratteristiche multiple dell’assetto di uso attuale del suolo dei territori suscettibili di per la loro funzione relazionale. alle aree prioritarie devono essere analizzati alla ecosistemico, considerato nella sua fisionomia allargata, “consumo” ai fini dell’urbanizzazione e la “reversibilità” Evidentemente, con tali presupposti, la differenza scala dei valori ecoregionali individuati. Il processo comprensivo di tutte le manifestazioni di permanenza e totale o parziale di alcune funzioni . tradizionale tra “aree di valore” e “matrice” si stempera di frammentazione viene quindi ritenuto ammissibile di relazione (naturale-naturale, umana-umana, naturale-

I processi di frammentazione e i 2.1.5 Entro il 2020 la pianificazione 2.3 Promuovere la riabilitazione 2.4.3 Entro il 2015 saranno avviate Carta dei gradienti di priorità di conservazione nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. disturbi che agiscono all’esterno paesaggistica e territoriale delle funzioni ecosistemiche per forme di gestione integrata assicurerà il mantenimento e incrementare i livelli quantitativi e in cinque aree volte a ridurre delle aree prioritarie comportano l’accrescimento della funzionalità qualitativi di naturalità nelle aree di l’incidenza in particolare della una minore capacità di persistere ecologica delle unità di relazione con le aree prioritarie perdita di suolo irreversibile. dei valori di biodiversità nonostante paesaggio in modo coerente al 2.3.1 Entro il 2020 la superficie delle 2.5 Mitigazione e compensazione degli gli obiettivi specifici di ciascuna area modello. zone umide sarà incrementata effetti dei disturbi antropici specifici siano perseguiti in modo efficace. almeno del 10%. delle aree di relazione con le aree 2.2 Migliorare la gestione degli ambiti 2.3.2 Entro il 2015 la superficie di tipi prioritarie Per questo occorre agire in modo rurali e dei corridoi ecologici per di habitat lineari (siepi, filari, etc.) 2.5.1 Entro il 2050 saranno attuate strategico in quelle aree che sono favorire la naturalità diffusa e la di pertinenza della superficie misure di mitigazione o in relazione ecologica con le aree connettività nelle aree di relazione agricola utilizzata (SAU) sarà compensazione dell’effetto prioritarie con le aree prioritarie incrementata del 10%. barriera delle infrastrutture. 2.2.1 Entro il 2050 nelle aree di 2.3.3 Entro il 2015 saranno avviati e 2.5.2 Entro il 2050 saranno attuate relazione la pressione di pascolo approvati (completati entro il misure di mitigazione o sarà ridotta entro un carico 2.1 Definire e attuare un modello di rete 2025) progetti per il ripristino, compensazione dell’effetto sostenibile. ecologica a scala ecoregionale (aree riconversione e riqualificazione di disturbo dell’agricoltura 2.2.2 Entro il 2050 nelle aree di prioritarie e matrice) nell’ambito del della totalità delle cave intensiva. relazione sarà incrementata Piano Nazionale per la Biodiversità improduttive e/o dimesse. 2.5.3 Entro il 2050 saranno attuate di almeno il 25% la copertura 2.1.1 Entro il 2008 sarà definita un 2.3.4 Entro il 2025 l’attuale tasso annuo misure di mitigazione o dei tipi di habitat residuali elenco di specie (animali e di consumo di suolo irreversibile compensazione dell’effetto o degradati sensibili alla vegetali) e di tipi di habitat di causato dall’espansione di impatto e disturbo frammentazione. interesse ecoregionale (specie urbanistica e delle infrastrutture dell’urbanizzato. 2.2.3 Entro il 2020 nelle aree di focali, tipi di habitat relitti, etc.). sarà ridotto del 30%. 2.5.4 Entro il 2030 saranno attuate relazione sarà ridotta del 50% la 2.1.2 Entro il 2010 sarà definito 2.3.5 Entro il 2050 la presenza di misure di mitigazione o superficie (o lunghezza lineare) un modello di rete ecologica discariche abusive sarà pari compensazione dell’effetto di attualmente artificializzata delle multiscalare per l’intera a zero grazie a un sistema di disturbo del turismo. aste fluviali. ecoregione. prevenzione/repressione e 2.2.4 Entro il 2025 sarà attuata la 2.6 Incremento della superficie e della 2.1.3 Entro il 2012 almeno tre progetti controllo più efficace e un’azione conversione ad alto fusto del qualità e contemporanea riduzione pilota derivati dal modello, anche di bonifica dei siti. 50% dei boschi attualmente del grado di isolamento di frammenti a scala diversa, saranno stati governati a ceduo. 2.4 Individuazione e gestione di tipi di habitat residuali avviati nell’ecoregione. 2.2.5 Entro il 2007 nelle aree di conservativa di “aree rifugio” per le 2.6.1 Entro il 2020 tutti i frammenti di 2.1.4 Entro il 2013 il 5% delle risorse relazione saranno concretamente specie, tipi di habitat e comunità in tipi di habitat residuali saranno finanziarie disponibili dai fondi messe in atto adeguate misure relazione ai cambiamenti climatici identificati e tutelati con idonei strutturali e dallo sviluppo del regime di condizionalità 2.4.1 Entro il 2008 saranno individuati strumenti di gestione. rurale saranno utilizzati per nell’ambito del pilastro i tipi di habitat e le specie più a 2.6.2 Entro il 2050 il 50% dei progetti funzionali e coerenti economico della PAC in grado rischio per i mutamenti climatici. frammenti di tipi di habitat all’attuazione di reti ecologiche a di determinare benefici per la 2.4.2 Entro il 2012 saranno individuate residuali identificati saranno diverse scale. biodiversità. le “aree rifugio” per i tipi di incrementati nella loro superficie. habitat e le specie sensibili ai cambiamenti climatici e analizzati i fattori di minaccia specifici. 34 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 35

OBIETTIVO 3 (Rutilus rubilio), il triotto (Rutilus erythrophthalmus), il di quelli che risultano più o meno alterati dalle varie capacità di interconnessione fra vari tipi di habitat e aree Assicurare la tutela e la gestione barbo (Barbus plebejus), ecc. Ciò determina difficoltà attività antropiche che gravitano sui fiumi e sui laghi. prioritarie con indiscutibili vantaggi anche per le flore e sostenibile degli ecosistemi fluviali oggettive nell’individuazione di aree prioritarie; queste Il raggiungimento di un buono stato ecologico di tutti le faune terrestri. e lacustri di interesse ecoregionale ultime, comunque individuate, possono inoltre risultare i corpi d’acqua superficiali è anche uno degli obiettivi insufficienti a garantire la conservazione di una frazione fondamentali della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE, Gli ecosistemi fluviali e lacustri sono ricchi di biodiversità importante della biodiversità. finalmente recepita anche nel nostro paese. (solo i pesci d’acqua dolce annoverano ben 22 endemismi nel territorio della penisola italiana), che risulta Nel caso degli ecosistemi delle acque interne è quindi I cinque punti in cui si articola l’Obiettivo 3 pongono distribuita secondo modelli peculiari. Considerando necessario adottare una strategia che non concentri risultati che vanno perseguiti in via prioritaria nei bacini ad esempio gli endemismi, ci troviamo di fronte a gli sforzi di conservazione in particolari aree prioritarie, di interesse ecoregionale indicati nella mappa, tranne situazioni totalmente diverse: a un estremo troviamo ma che si ponga obiettivi di gestione razionale e alcuni specificati che sono validi per l’intero reticolo due specie a distribuzione puntiforme come il carpione quindi sostenibile su un’ampia scala geografica. È idrografico nazionale, rientrando nel più ampio obiettivo cianchi . . f

del garda (Salmo carpio) e il carpione del fibreno (Salmo necessario puntare alla conservazione di tutti gli habitat di un buon governo del territorio. Infine, un buono / fibreni), all’altro un buon numero di specie ampiamente che sono oggi in grado di ospitare comunità biotiche stato ecologico dei corsi d’acqua non è funzionale

distribuite nei fiumi e laghi di diverse regioni d’Italia: comprendenti specie sensibili, o più correttamente solo alla conservazione della biodiversità acquatica, wwf archivio © © il ghiozzo padano (Padogobius martensii), la rovella specie stenoecie, e a migliorare lo stato ecologico ma rappresenta un importante risultato generale per le

Gli ecosistemi fluviali rappresentano 3.2 Garantire/promuovere il 3.4.1 Entro il 2010 tutte le 3.5 Definire e promuovere le buone Carta dei sistemi d’acqua dolce e bacini idrografici di maggior interesse conservazionistico mantenimento o il ripristino specie ittiche endemiche pratiche di gestione delle acque nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. sistemi ecologici funzionali alla strutturale e funzionale degli dell’Ecoregione saranno inserite interne presenza e alla dispersione sul ecosistemi fluviali e lacustri di nelle liste di riferimento delle 3.5.1 Entro il 2007 sarà redatto e territorio della biodiversità. L’analisi interesse ecoregionale Direttive Europee (Dir. Habitat o promosso un manuale relativo della biodiversità a scala ecoregionale 3.2.1 Entro il 2015 saranno nel equivalenti). alle buone pratiche di gestione ha individuato un’estesa area complesso incrementati 3.4.2 Entro il 2010 saranno promulgate delle acque interne. che comprende alcuni bacini di del 5% (per lunghezza e/o alcune leggi nazionali (Italia, 3.5.2 Entro il 2007 saranno avviate superficie), mediante interventi di Francia) sulla gestione e collaborazioni con l’ANBI interesse ecoregionale; per il suo rinaturalizzazione, i tipi di habitat salvaguardia delle specie ittiche (Associazione Nazionale completamento sarà fondamentale tipici e naturali. autoctone, con particolare Bonifiche e Irrigazioni) e il CISBA individuare tutti quei tratti di corsi 3.2.2 Entro il 2015 saranno, nel attenzione per quelle endemiche. (Centro Italiano Studi Biologia d’acqua che ospitano valori di complesso, ridotte del 5% 3.4.3 Entro il 2010 il ripopolamento Ambientale). biodiversità a scala ecoregionale (per lunghezza), le opere di e la reintroduzione di specie 3.5.3 Entro il 2010 saranno promossi regimazione. avverrà solo con fenotipi e ed avviati almeno tre progetti 3.2.3 Entro il 2015 sarà incrementata genotipi certificati e sarà vietata pilota ispirati al manuale. 3.1 Assicurare il raggiungimento del la ricchezza di specie autoctone l’immissione di specie aliene 3.5.4 Fino al 2016 saranno organizzati “buono stato” ecologico e chimico in relazione ai valori storici. nell’intero reticolo idrografico almeno tre eventi all’anno per dei corpi idrici superficiali anche 3.2.4 Entro il 2015 in 10 corsi d’acqua nazionale. la promozione del manuale e secondo la Direttiva Quadro Acque di importanza ecoregionale sarà almeno due corsi di formazione 2000/60/CE aumentata la continuità lineare l’anno per addetti ai lavori. 3.1.1 Entro il 2008 saranno individuati attraverso la riduzione dell’effetto e definiti, in una lista ufficiale, i barriera per il 60% infrastrutture tratti dei corsi d’acqua o bacini presenti. lacustri d’interesse ecoregionale. 3.1.2 Entro il 2010 saranno individuati 3.3 Garantire/promuovere il e sperimentati idonei indici mantenimento o la ricostituzione di biotici per il monitoraggio delle cenosi ripariali nei bacini di interesse quattro categorie tassonomiche- ecoregionale ecologiche previste dalla 3.3.1 Entro il 2015 saranno nel Direttiva Acque. complesso incrementati almeno 3.1.3 Entro il 2015 almeno il 30% del 20% (per lunghezza e/o dei corsi d’acqua identificati superficie), i tipi di habitat dovrà essere dotato di sistema forestali naturali. adeguato di monitoraggio. 3.4 Tutelare le specie autoctone, in particolare quelle endemiche, attraverso la conservazione degli habitat e la mitigazione dell’impatto cianchi . . f

antropico e delle specie aliene / archivio wwf archivio © © 36 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 37

OBIETTIVO 4 la persistenza dei siti utilizzati per riproduzione, Nonostante ciò, a tutt’oggi è spesso trascurato il ruolo • diffusione di elettrodotti e impianti eolici (soprattutto Assicurare il ruolo funzionale svernamento e stop-over delle specie migratrici. del territorio (terrestre o marino) per i migratori. per i grandi veleggiatori come cicogne e rapaci); • avvelenamento da sostanze chimiche tossiche; dell’intera ecoregione per le specie Le specie migratrici non sembrano subire minacce Il Mediterraneo riveste un ruolo determinante per • bracconaggio (anche attraverso la pesca illegale su migratrici attraverso la tutela delle diverse o in numero maggiore rispetto alle specie molte specie e molte popolazioni di uccelli migratori specie ittiche); rotte di migrazione stanziali, anzi, nel caso degli uccelli molte specie hanno europei. • inquinamento luminoso (soprattutto per gli insetti). una prole più ridotta (dimensione della covata, numero La migrazione è un fenomeno biologico di fondamentale I fattori che possono determinare il declino delle specie di covate), ma hanno un tasso di mortalità annua più importanza che interessa l’intero territorio dell’ecoregione migratrici possono essere: basso. Tuttavia, ciò vale in condizioni di intervento e come tale non può essere tutelata in modo efficace • perdita di habitat riproduttivi (bonifiche zone umide, umano. Infatti l’azione dell’uomo può rappresentare con azioni di conservazione sviluppate esclusivamente trasformazione uso del suolo); un fattore determinante di sopravvivenza di intere nell’ambito delle aree protette o delle aree prioritarie. • diminuzione della disponibilità trofica nelle aree chiave popolazioni. I migratori sono soggetti a fattori di (uso di veleni in agricoltura, incendi, inquinamento cianchi . . Le migrazioni sono soggette a fattori di minaccia minaccia di natura antropica che possono manifestarsi costiero); f / / specifici tali da richiedere l’adozione di strategie mirate: in uno o più dei territori frequentati durante l’anno (area • desertificazione a causa di cambiamenti climatici in il mantenimento a lungo termine di questo processo di svernamento, di migrazione e di riproduzione); da ciò particolare nelle aree di svernamento in Africa (siccità, archivio wwf archivio biologico è possibile attraverso azioni volte a garantire deriva un maggiore rischio. shift dell’areale di svernamento); ©

La migrazione è un processo biologico 4.2.3 Entro il 2025 la superficie dei tipi 4.5 Progettare le infrastrutture 4.5.2 Entro il 2010 la Valutazione Carta delle aree di maggiore importanza per le migrazioni degli uccelli di habitat necessari e minacciati (elettrodotti, impianti eolici, d’incidenza e la Valutazione di nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. che interessa l’intera ecoregione per i migratori sarà incrementata sbarramenti, dighe) in modo da Impatto Ambientale saranno e che non viene tutelato in modo del 10%. ridurre gli effetti negativi sulle specie effettuate in accordo con le efficace con la sola gestione delle aree 4.3 Ridurre l’inquinamento luminoso migratrici indicazioni del manule. prioritarie a causa della sua peculiare lungo le rotte migratorie di uccelli, 4.5.1 Entro il 2008 sarà realizzato un 4.5.3 Entro il 2016 saranno diminuiti diffusione sul territorio e poiché insetti, chirotteri e tartaruga marina manuale per la progettazione dell’80% i casi segnalati di minacciato da fattori specifici comune (siti riproduttivi) e gestione di infrastrutture ad impatto o interferenza all’anno. 4.3.1 Entro il 2010 sarà realizzato impatto ridotto sulla base dei un manuale per la scelta, dati reali di presenza e impatto. 4.1 Contrastare il bracconaggio su progettazione e applicazione uccelli, pesci anadromi e catadromi di impianti di illuminazione ad e grandi pelagici nelle aree chiave impatto luminoso zero. utilizzate per il transito, la sosta e lo 4.3.2 Entro il 2010 saranno diminuite svernamento del 10% le fonti di illuminazione 4.1.1 Entro il 2010 sarà individuata a grande potenza (illuminazioni stradali, portuali etc.) interferenti e definita, in forma ufficiale, la Monitoraggio ornitologico lista delle aree particolarmente con i flussi migratori. sensibili ai flussi di migrazione 4.3.3 Entro il 2025 almeno 10 aree Per poter svolgere un efficace monitoraggio è fondamentale individuare degli nell’ecoregione. sensibili per i flussi migratori indicatori idonei. Nessun taxon è perfetto, ma alcuni sono meglio di altri. (o per la nidificazione di specie 4.1.2 Entro il 2015 il numero annuo Gli uccelli per numero di specie, per la capacità di colonizzare ambienti diversi, delle violazioni accertate per marine) saranno completamente bracconaggio nell’ecoregione nei dotate di impianti di illuminazione per come rispondono ai cambiamenti, sia localmente che globalmente, e per la confronti delle specie migratrici, pubblica ad impatto zero. loro relativa facilità di individuazione, presentano molti vantaggi. Non va trascurato 4.3.4 Entro il 2025 sarà ridotta del sarà ridotto dell’80%. anche il fatto che la rete di birdwatcher e ornitologi professionisti distribuiti su tutto 50% la potenza (intesa come 4.2 Assicurare la tutela, il ripristino e consumo e capacità luminosa) il territorio nazionale non ha uguale per altri taxa. Tutto ciò consente di sviluppare un la funzionalità ecologica di habitat degli impianti di illuminazione programma pluriennale di monitoraggio usando gli uccelli come indicatori ambientali chiave nei siti di sosta di uccelli e pubblica di tutte le aree sensibili con il coinvolgimento di singoli rilevatori e delle molte associazioni ornitologiche insetti per le migrazioni. 4.2.1 Entro il 2010 saranno individuate regionali, alcune delle quali hanno già aderito alla Conservazione ecoregionale. 4.4 Ridurre l’impatto dell’attività e definite, in forma ufficiale, le venatoria sull’avifauna migratoria Due attività in questi anni hanno permesso di comprendere meglio il fenomeno delle linee guida con le condizioni attraverso la modifica e migrazioni, nonché l’uso dell’habitat e delle risorse da parte degli uccelli. necessarie (disponibilità di tipi di l’adeguamento delle normative habitat, condizioni ecologiche, La prima sono i campi di osservazione sullo Stretto di Messina che hanno permesso nazionali alla Direttiva 79/409/CE ecc.) per le specie migratrici di di comprendere tempi e modalità della migrazione dei grandi rapaci. 4.4.1 Entro il 2012 le norme venatorie interesse ecoregionale. vigenti saranno adeguate in La seconda è un grande e ambizioso progetto, denominato “Piccole Isole”, 4.2.2 Entro il 2012 sarà definito un modo da ridurre a zero l’impatto piano di azione per la gestione iniziato nel 1988 sotto il coordinamento dell’Istituto Nazionale per la Fauna sui migratori. dei flussi migratori dei principali Selvatica (INFS), che sta chiarendo moltissimi aspetti legati alla migrazione dei 4.4.2 Entro il 2010 sarà avviato un taxa: uccelli, insetti, pesci. programma permanente di passeriformi transahariani attraverso il Mediterraneo grazie ad una rete di stazioni di monitoraggio dell’avifauna inanellamento, soprattutto posizionate nelle piccole isole tirreniche. migratoria in tutta l’ecoregione. 38 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 39

OBIETTIVO 5 disponibili espongono gli habitat e le specie a rischi più Tali valori, per esser efficacemente tutelati, richiedono l’approvvigionamento dal continente, a forme di Assicurare la tutela degli ecosistemi gravi che sulla terraferma. A rendere più preoccupante l’adozione di attività specifiche capaci di integrare le turismo sostenibile in alternativa al turismo di massa; insulari, terrestri e marini, la situazione, va aggiunta la tendenza di sostituire la ragioni della pianificazione urbanistica e territoriale • la riduzione dell’edificazione selvaggia e l’inserimento attraverso la promozione di modelli gran parte delle attività economiche tradizionali con con la tutela della biodiversità. Infatti, pur essendo la nei piani di sviluppo territoriale dei principi di tutela dei socio-economici compatibili modelli di sfruttamento intensivo del turismo di massa. totalità delle isole minori dell’ecoregione totalmente o valori di biodiversità identificati; parzialmente designate come SIC, la tutela dei valori di nelle piccole isole mediterranee Le piccole isole mediterranee mantengono tuttavia un • il recupero delle attività economiche tradizionali a biodiversità deve inquadrarsi in un processo coerente Tranne Sicilia, Sardegna, Corsica, Malta, Elba e ruolo decisivo per la conservazione di alcuni importanti basso impatto e la riduzione di attività impattanti sui di azioni di conservazione e di progettazione di attività Sant’Antioco, le oltre 300 piccole isole presenti valori di biodiversità, tra cui: delicati equilibri ecologici insulari; umane, economiche e sociali sostenibili. nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale hanno • colonie di uccelli marini; • il controllo di specie vegetali e animali introdotte. 2 generalmente un’estensione inferiore a 100 Km . • aree di sosta per gli uccelli migratori trans- I piani gestionali andranno formulati in modo da poter Complessivamente il sistema delle piccole isole mediterranei; conseguire alcuni obiettivi generali, tra cui: dell’ecoregione presenta una superficie media di circa • importanti endemismi (flora, invertebrati, rettili, anfibi, • l’adozione di modelli di gestione sostenibile del 19 Km2. micro-mammiferi) proprio in virtù delle condizioni di territorio, con particolare riferimento alla produzione Le piccole isole difficilmente possono ospitare grandi isolamento; energetica da fonti rinnovabili, alla gestione e riciclo opere infrastrutturali; d’altra parte le modeste superfici • ecosistemi costieri e marini talvolta unici. dei rifiuti, alla gestione della risorsa acqua per ridurre

Le piccole isole mediterranee 5.1.4 Entro il 2012 in due isole 5.3.1 Entro il 2020 in due isole 5.5.1 Entro il 2010 in tre isole Carta delle piccole isole dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. costituiscono un sistema territoriale campione, saranno sperimentati campione, la quantità di rifiuti campione, sarà ridotta a zero la e adottati modelli di fruizione prodotta, soprattutto attraverso superficie percorsa da incendio che ospita valori importanti di volti a ridurre la pressione la riduzione degli imballaggi in attraverso l’adozione di piani di biodiversità (migrazione, endemismi turistica in alta stagione. ingresso, sarà ridotta del 25%. prevenzione e monitoraggio. vegetali, micro-mammiferi, ecosistemi 5.1.5 Entro il 2012 due isole campione 5.3.2 Entro il 2020 in due isole 5.5.2 Entro il 2010 in due isole costieri e marini) che possono essere avranno aderito al sistema di campione, la quota dei rifiuti non campione, sarà ridotta a zero tutelati efficacemente solo con azioni gestione ambientale EMAS trattati (compostaggio, raccolta l’incidenza del bracconaggio, o equivalente e il 40% degli differenziata, etc) sarà ridotta al come violazioni accertate per specifiche. I piani territoriali e le attività operatori turistici avrà adottato 20%. uccisione, prelievo di uova e pulli gestionali devono rappresentare l’Ecolabel europea per il turismo. di specie coloniali come Berta un contributo all’applicazione della 5.4 Ridurre l’impatto dell’abusivismo maggiore, Berta minore e Falco Conservazione Ecoregionale 5.2 Attuare forme di gestione dell’acqua edilizio della regina. e di produzione/gestione energetica 5.4.1 Dal 2010 in cinque isole 5.5.3 Entro il 2010 verrà realizzato da fonti rinnovabili, in particolare il campione il nuovo edificato un piano strategico di fotovoltaico e termico solare diffuso, 5.1 Gestione dell’impatto del turismo abusivo sarà azzerato. controllo che individuerà isole fino a raggiungere progressivamente estivo attraverso la promozione di 5.4.2 Entro il 2015 in due isole sensibili e specie sensibili alla l’autosufficienza forme di turismo sostenibile e la campione il 50% dell’edificato presenza di specie alloctone e 5.2.1 Entro il 2016 in due isole riduzione dell’impatto del turismo di abusivo più impattante sarà invasive (specie domestiche, campione, verrà ridotto del massa demolito. sinantropiche, selvatiche). 50% il rapporto di acqua dolce 5.1.1 Entro il 2015 in due isole 5.5.4 Entro il 2020 in due isole importata esternamente e fornita 5.5 Riduzione fattori specifici di disturbo campione, le attività di strategiche saranno eradicate le localmente (dissalatori, cisterne nei confronti di specie e habitat di pescaturismo, pesca-ristorazione specie animali e vegetali aliene e di raccolta, ecc.). interesse ecoregionale, in particolare: e ittiturismo saranno raddoppiate invasive. 5.2.2 Entro il 2016 in due isole incendi, bracconaggio e specie aliene (come numero di presenze o campione, la totalità dell’acqua fatturato) su base annua. potabile utilizzata sarà 5.1.2 Entro il 2015 i posti letto di sottoposta a piani e programmi due isole campione saranno di gestione. aumentati unicamente attraverso 5.2.3 Entro il 2010 un’isola campione forme di ospitalità diffusa in raggiungerà l’obiettivo di prima relazione ad un modello per isola ad “emissioni zero”. la valutazione della pressione 5.2.4 Entro il 2016 in due isole turistica. campione, la produzione di 5.1.3 Entro il 2012 in due isole energia proveniente da fonti campione, il turismo sarà rinnovabili sarà pari al 30% del destagionalizzato su base consumo totale annuo. annuale, incrementando del 50% il rapporto fra presenze turistiche 5.3 Promuovere forme di gestione dei bulgarini

medie mensili e presenze . rifiuti volte a contenere la produzione f / / turistiche in agosto. e favorire la realizzazione di stazioni di compostaggio e la raccolta

differenziata wwf archivio © © 40 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 41

OBIETTIVO 6 complessa matrice territoriale esterna alle 36 aree e le diverse attività gestionali e condividendo specifici nell’ambito della cooperazione allo sviluppo regionale Assicurare la conservazione dei valori prioritarie individuate, spesso costituita da tipi di habitat obiettivi operativi. Gli Amministratori pubblici locali, dell’Unione Europea e degli Stati membri, come previsto ecoregionali di biodiversità attraverso relitti, puntiformi o dispersi in contesti antropizzati, come le Associazioni di categoria, il mondo scientifico e dalla programmazione dei Fondi Strutturali 2007-2013. il ruolo efficace della rete delle aree le zone umide, gli ecosistemi costieri, le dune sabbiose, quello ambientalista, possono favorire i processi di protette e dei Siti Natura 2000 le steppe e gli ambienti ipogei. Tali aree, certamente partecipazione e concertazione indispensabili per problematiche perché frammentate e sottoposte a definire i piani di azione previsti dalla Conservazione Il sistema delle aree naturali protette (Legge n.394/91) disturbi di natura antropica, possono tuttavia svolgere Ecoregionale. Gli accordi di programma promossi dal e i Siti Natura 2000, assumono un ruolo strategico nel un ruolo importante nei programmi di conservazione Ministero dell’Ambiente per i sistemi territoriali dei contesto ecoregionale. Nell’Ecoregione Mediterraneo della biodiversità sia per la presenza di taxa endemici parchi dell’Appennino, delle isole, delle coste e delle Centrale sono presenti 494 aree naturali protette, sia come maglie di reti ecologiche complesse. aree marine protette possono inoltre favorire l’avvio 1.566 SIC e 328 ZPS. Mettere a sistema questo di processi partecipati di area vasta per la definizione vasto e articolato panorama di aree protette vuol dire In una visione sistemica, le aree protette presenti e attuazione del piano d’azione ecoregionale e delle

condividere obiettivi strategici di conservazione della nelle 36 aree prioritarie individuate potranno singole aree prioritarie. Per lo stesso scopo possono oasi biodiversità nell’ambito di aree vaste omogenee dal partecipare in modo sinergico alla conservazione essere favoriti accordi di collaborazione e partenariato punto di vista ecologico. Ciò può consentire anche dei valori ecoregionali di biodiversità, coordinando tra aree protette italiane e Parco Naturale Regionale wwf archivio © © di esercitare un’efficace tutela della biodiversità nella opportunamente i propri programmi di conservazione della Corsica e Ministero dell’Ambiente di Malta,

I Piani di Gestione e le attività di 6.2 Raggiungere la massima 6.4 Utilizzare il sistema delle aree 6.4.2 Entro il 2015 in 5 aree protette Carta delle aree protette e delle aree Natura 2000 dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. gestione delle aree protette e dei Siti connessione ecologica e gestionale protette come laboratori di buone saranno avviati programmi per tra le aree protette e la rete Natura pratiche gestionali e di diffusione del la promozione di buone pratiche Natura 2000 devono contribuire in 2000 valore della biodiversità di conservazione e gestione forma coordinata e partecipata, al 6.2.1 Entro il 2020 saranno attivati 6.4.1 Entro il 2010 verrà prodotto e della biodiversità a livello raggiungimento di obiettivi generali network gestionali in almeno 5 validato un manuale di buone ecoregionale. definiti a scala ecoregionale con aree prioritarie attraverso ampi pratiche gestionali. 6.4.3 Entro il 2013 saranno realizzati particolare riferimento alla tutela di processi partecipativi. 5 progetti coerenti con la 6.2.2 Entro il 2020 per tutte le aree Conservazione Ecoregionale quei valori dispersi o localizzati che naturali protette saranno nell’ambito della Convenzione non sono efficacemente tutelati nelle individuate aree contigue, degli Appennini con un aree prioritarie e dagli altri obiettivi. funzionali alla connettività partenariato tra Enti gestori. ecologica, attraverso opportuna concertazione e su area vasta. 6.1 Garantire la gestione del sistema di aree Natura 2000 in relazione ai valori 6.3 Ottimizzare la gestione del sistema di a scala ecoregionale aree protette (anche trans-nazionali) 6.1.1 Entro il 2015 almeno 5 delle per renderla coerente con la tutela specie animali o vegetali di dei valori di biodiversità ecoregionali importanza ecoregionale saranno 6.3.1 Entro il 2010, 5 aree protette e interessate dall’applicazione di un 30 siti Natura 2000 si doteranno piano di azione a livello europeo. di misure volte a tutelare 6.1.2 Entro il 2010 tutti i siti della efficacemente valori ecoregionali rete Natura 2000 avranno dispersi (in particolare: piani di gestione con misure endemismi, le zone umide, di conservazione definite e gli ecosistemi costieri, dunali, condivise con le parti sociali ed ipogei, steppici e marini). economiche interessate. 6.3.2 Entro il 2015 i piani di gestione 6.1.3 Entro il 2013 il 5% delle risorse di 5 aree protette saranno stati finanziarie disponibili dai fondi modificati o integrati per renderli strutturali e dallo sviluppo rurale più efficaci per la conservazione sarà utilizzato per perseguire dei valori di biodiversità a scala gli obiettivi di gestione dei siti ecoregionale. Natura 2000. 6.3.3 Entro il 2020 nel 50% delle 6.1.4 Entro il 2010 l’Art.6 della aree protette saranno sviluppati Dir. Habitat sarà recepito specifici programmi per la integralmente e coerentemente conservazione della biodiversità nella legislazione nazionale a scala locale coerenti con gli e regionale e nelle politiche obiettivi ecoregionali. bulgarini . . f

di pianificazione territoriale e 6.3.4 Entro il 2010 in almeno 5 aree / settoriale. protette marine saranno applicati ed adottati standard gestionali

internazionali. wwf archivio © © 42 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 43

OBIETTIVO 7 Sardegna occidentale, Capo Ferro nella Sardegna • garantire uno stato di conservazione favorevole dei • adottare regole riguardanti l'uso di nuovi sistemi di orientale e Fosso Chiarone in Toscana. mammiferi marini proteggendoli, insieme al loro pesca e vietare quelle che potrebbero comportare la Garantire la gestione delle vaste La sua gestione vede quindi coinvolti tre Paesi: habitat, dagli impatti ambientali negativi diretti o cattura dei mammiferi marini o mettere in pericolo le aree marine ad elevata biodiversità Italia, Francia e Principato di Monaco che nel 2003 indiretti delle attività umane; loro risorse alimentari, tenuto anche conto del rischio di ecoregionali nella Prima Conferenza delle Parti Contraenti, hanno • esercitare la sorveglianza e intensificare la lotta perdita o abbandono degli strumenti di pesca in mare. La ricchezza del Mediterraneo richiede un approccio discusso e approvato le linee guida per la redazione contro ogni forma di inquinamento con un impatto sui Esso rappresenta un buon esempio (ancora poco multi-scalare e accanto alla tutela dei siti chiave e alla del Piano di gestione del Santuario. mammiferi marini; applicato) di come dovrebbe essere impostata anche la conservazione delle specie focali occorre anche una Si tratta della prima grande area marina protetta • adottare strategie nazionali miranti alla soppressione gestione di un’altra area chiave rappresentata dall’area strategia per la gestione delle grandi aree. Accanto internazionale del Mediterraneo e del primo santuario progressiva degli scarichi di sostanze tossiche nel del Canale di Sicilia, Malta e isole Pelagie. quindi all’identificazione delle aree prioritarie terrestri è dei cetacei dell’emisfero boreale. L’area è iscritta tra le Santuario; opportuno individuare grandi estensioni marine in cui aree specialmente protette d’importanza mediterranea • vietare ogni cattura o turbativa intenzionale dei sperimentare forme di gestione internazionale. “Specialy Protected Areas of Mideterranean Importance mammiferi; Il Santuario dei mammiferi marini del Mediterraneo, (ASPIM)”, ai sensi della Convenzione di Barcellona. • confermare la normativa internazionale e dell’Unione denominato “Santuario Pelagos” comprende le acque Con l’istituzione del Santuario Pelagos, le parti Europea in particolar modo per quanto riguarda tra Tolone sulla costa francese, Capo Falcone nella contraenti si sono impegnate a: l'utilizzo e la detenzione delle cosiddette "reti derivanti";

Nelle aree marine a maggiore 7.2.2 Entro il 2012 sarà istituito il 7.3.2 Entro il 2008 saranno avviate 7.4.2 Entro il 2020 saranno istituite Carta delle aree vaste ad alta biodiversità marina dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. santuario secondo un percorso almeno l’80% delle azioni di almeno altre 2 grandi aree Santuario “Pelagos” (istituito) fra Sardegna e Mar Ligure; biodiversità nel Mediterraneo Centrale normativo internazionale gestione previste dall’accordo. marine “high seas” o “deep Santuario delle Isole Pelagie (proposto) nel Canale di Sicilia. devono essere individuate e applicate precedentemente (2010) definito. seas” nell’ecoregione. 7.4 Individuazione e istituzione di altre norme di salvaguardia sottoscritte 7.2.3 Entro il 2012 sarà definito il piano grandi aree marine per la biodiveristà e condivise dagli Stati coinvolti di gestione per il santuario. 7.4.1 Entro il 2010 sarà definito un per la tutela di cetacei, tartarughe 7.3 Garantire l’efficacia delle attività accordo di collaborazione fra marine, elasmobranchi, grandi e medi previste dall’accordo Accobams tutti i soggetti interessati per pelagici. In queste aree devono essere 7.3.1 Entro il 2007 saranno definiti la realizzazione di uno studio promossi e mantenuti programmi di i termini della collaborazione volto a individuare e verificare la monitoraggio continuo e i principali fra tutti i soggetti interessati fattibilità di altri santuari o aree similari (sito Unesco nello Stretto fattori di minaccia ed interferenza all’accordo per verificare la funzionalità delle finalità finora di Messina; Santuario nel Nord devono essere ridotti o controllati in attivate. Adriatico; Isole Eolie). modo efficace.

7.1 Garantire la gestione efficace ed efficiente del Santuario Pelagos 7.1.1 Entro il 2007 sarà verificata la funzionalità del programma di lavoro del Comitato di Pilotaggio ed elaborate raccomandazioni per migliorarne l’efficacia operativa. 7.1.2 Entro il 2007 sarà attivato il Comitato Internazionale del Santuario. 7.1.3 Entro il 2010 saranno definite e applicate norme e regolamenti specifici per il traffico marittimo all’interno dell’area del santuario. 7.2 Istituire il Santuario per la biodiversità delle isole Pelagie 7.2.1 Entro il 2008 sarà definito un accordo di collaborazione fra tutti i soggetti coinvolti per definire i limiti, la zonizzazione e un piano di ricerca e controllo su cetacei, selaci, tartarughe ed altri pelagici. wwf-canon / chris martin bahr martin chris / wwf-canon © © 44 LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 45

OBIETTIVO 8 ammissibili di catture) dall’Unione Europea è il tonno scelte e nelle decisioni: questi devono partecipare Assicurare forme sostenibili delle rosso che viene sfruttato dalle altre numerose marinerie maggiormente e in maniera consapevole al processo attività di pesca e di acquacoltura circum-mediterranee ed extra-mediterranee. di gestione della pesca; • è necessario incentivare le pratiche di acquacoltura in mare Sarebbe auspicabile che tutte le specie di interesse rispettose dell’ambiente, della qualità dei prodotti e Lo sfruttamento delle risorse ittiche rappresenta uno dei commerciale fossero adeguatamente monitorate. del benessere dei consumatori; fattori di massima criticità del bacino del Mediterraneo Una riforma efficace deve proporsi una serie di priorità: è uno dei temi dominanti anche della politica • deve essere incentivato l'utilizzo di tecniche e attrezzi • è necessario migliorare le flotte, in modo da creare Comunitaria Europea; infatti l’Unione Europea ha da da pesca più selettivi o che abbiano un impatto minore una corrispondenza tra la capacità di pesca e la poco varato una nuova politica della pesca per cercare sulle specie pescate accidentalmente (by-catch); possibilità di pesca, riducendo al minimo gli sprechi, le un connubio indispensabile tra tutela delle risorse • il reddito derivante dalle attività di pesca deve essere forme di pesca illegale e lo sforzo in mare; ittiche, salvaguardia dell’ambiente marino, assicurare la diversificato (pesca-turismo, itti-turismo). • è indispensabile una migliore applicazione delle redditività economica delle flotte europee e fornire cibo regole: la diversità esistente in termini di regimi La pesca è una di quelle attività per cui il futuro deve paolillo p. di buona qualità ai consumatori. di controllo nazionali e sanzioni per i trasgressori passare inevitabilmente attraverso una gestione / wwf La situazione del Mediterraneo si presenta critica, basti compromette l'efficacia dell'applicazione delle norme; sostenibile e quindi uno sfruttamento entro i limiti delle pensare che l’unica specie sottoposta a TAC (totali • è fondamentale il coinvolgimento dei pescatori nelle capacità di rigenerazione della risorsa. archivio ©

Gli stock ittici nel Mediterraneo 8.1.4 Dal 2008 la pesca sarà svolta nel 8.3.2 Entro il 2013 sarà sviluppato 8.4 Raggiungimento di un modello Carta delle aree prioritarie per la riproduzione e la presenza di specie ittiche rispetto delle leggi comunitarie ed adottato un sistema di generale di acquacoltura sostenibile legate agli ambienti costieri (demersali). Centrale devono essere sottoposti a quindi senza più alcuna certificazione ambientale per le ed ecocompatibile programmi di monitoraggio continuo e procedura di infrazione della UE imbarcazioni da pesca di nuova 8.4.1 Entro il 2009 un sistema di le attività di pesca professionale devono ai paesi dell’Ecoregione. costruzione. incentivi/disincentivi/divieti essere subordinate al mantenimento di 8.1.5. Entro il 2010 il prelievo 8.3.3 Entro il 2020 sarà ridotto favorirà l’acquacoltura determinati valori soglia. I valori minimi effettuato attraverso la pesca del 25% (azzerato nel 2040) sostenibile e le produzioni vitali devono essere stabiliti attraverso sportiva è regolamentato da una l’impatto della pesca sugli biologiche per garantire il 25% specifica normativa nazionale. ecosistemi marini e salmastri. entro 2013 (l’80% entro il 2050) processi partecipati che coinvolgano 8.3.4 Entro il 2020 l’impatto della dei prodotti ittici da sistemi le associazioni professionali di 8.2 Ridurre il by-catch sulle specie pesca sarà ridotto del 50% in ecocompatibili. categoria; queste sono chiamate a protette e/o sensibili del tutte le più importanti aree di 8.4.2 Entro il 2008 verrà sviluppato collaborare anche alle successive Mediterraneo nursery e riproduzione delle un sistema di certificazione fasi di monitoraggio. L’acquacoltura 8.2.1 Entro il 2008 saranno emanate specie demersali. ambientale di impianti di leggi riguardanti le misure 8.3.5 Entro il 2030 tutte le attività acquacoltura e saranno normate sostenibile ed ecocompatibile deve tecniche/operative per limitare al alieutiche saranno condotte in le produzioni di acquacoltura svolgere un ruolo predominante nelle minimo il by-catch di tartarughe modo sostenibile. biologica secondo un protocollo produzioni ittiche commerciali e devono marine e pesci cartilaginei e sulle 8.3.6 Entro il 2010 un sistema standard. essere promosse ed incentivate le altre specie sensibili. organico di incentivi/disincentivi/ 8.4.3 Entro il 2007 saranno inviate tecniche di pesca tradizionale a basso 8.2.2 Entro il 2007 sarà avviata una divieti favorirà le attività di allo Stato Italiano e alla GFCM campagna nazionale, rivolta ai pesca tradizionali funzionali alla (General Fisheries Commission impatto. pescatori professionali, sulla conservazione di specie sensibili. for the Mediterranean) proposte conservazione e sulle tecniche 8.3.7 Entro il 2008 verranno elaborate normative per regolamentare il 8.1 Ridurre la pesca illegale, utilizzabili per ridurre la mortalità strategie su scala mediterranea tuna ranching. regolamentare la pesca non normata delle specie by-catch. al fine di incentivare la 8.5 Garantire la gestione e e fare emergere la pesca e il pescato 8.2.3 Entro il 2007 sarà avviato uno diversificazione di attività conservazione delle risorse e degli non dichiarati studio sull’impatto sui cetacei di pesca convenzionale in ecosistemi marini sulla base degli delle reti da posta per specie pescaturismo ecocompatibile. 8.1.1 Entro il 2007 sarà incrementato il enunciati internazionali pelagiche consentite dalla legge. 8.3.8 Entro il 2008 sarà varata una numero dei controlli a mare ed a 8.5.1 Entro il 2010 sarà sottoscritto 8.2.4 Entro il 2008 sarà sviluppato normativa comunitaria che terra anche attraverso l’impiego un protocollo per l’adozione un sistema di certificazione renda possibile l’attività di di dispositivi satellitari e radar, e la ratifica degli enunciati ambientale per attrezzi da pesca pescaturismo. e con particolare attenzione al internazionali per la gestione professionale. 8.3.9 Entro il 2010 il numero di comparto commerciale. e conservazione delle risorse operatori attivi del pescaturismo e degli ecosistemi marini dai 8.1.2 Entro il 2008 le sanzioni per i 8.3 Ridurre e/o eliminare l’impatto della sarà incrementato di almeno il governi dei Paesi coinvolti reati legati alla pesca illegale pesca su specie sensibili e sugli 25%. nell’ecoregione. saranno più severe, commisurate ambienti marini e salmastri anche 8.3.10 Entro il 2010 sarà svolto al reale danno ambientale ed attraverso lo sviluppo di forme di uno studio sugli effetti economico arrecato. pesca tradizionale e di pescaturismo socio-economici di un piano 8.1.3 A seguito di monitoraggi condotti 8.3.1 Entro il 2013 sarà condotto per la riconversione delle su scala ecoregionale, entro uno studio sulla consistenza attività alieutiche in attività di il 2010 la quantità annua del degli stock ittici più sfruttati e pescaturismo e ittiturismo, che pescato illegale commercializzato sull’impatto della pesca su di preveda adeguate azioni di sarà ridotta del 75%. essi. accompagnamento. isotti . . r / / 5. Ecoregione Mediterraneo Centrale homo ambiens homo © ©

46 47

Oltre alle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, La difficoltà di applicare la strategia ecoregionale in L’ecoregione in cui il WWF Italia sta promovendo Generalità sull’ecoregione vegetazionali, faunistiche e floristiche, si è cercato un’area così vasta e complessa da un punto di vista l’applicazione del processo di Conservazione di mettere in rilievo soprattutto le caratteristiche ecologico, con grandi diversificazioni sul piano sociale Ecoregionale è formata da due sub-ecoregioni: La biodiversità che riscontriamo nel Bacino del ecologiche ed evolutive che hanno permesso ed economico, ha condotto il MedPO a creare una • la n. 10 - Sardegna e Corsica Mediterraneo è una conseguenza dei molti processi di e permettono il differenziarsi della biodiversità cartografia dell’Ecoregione Mediterraneo suddivisa immigrazione, estinzione, differenziazione regionale che • la n. 17 - Italia Peninsulare, Sicilia, Malta e Tirreno nel contesto mediterraneo. Sono proprio queste in 20 sub-ecoregioni omogenee. Queste sono nel corso dei millenni si sono succeduti nella regione e meridionale caratteristiche che rappresentano le componenti su cui identificate come unità funzionali in cui sviluppare la che hanno visto direttamente coinvolta la nostra specie. focalizzare l’attenzione nella pianificazione di efficaci conservazione. Questo territorio che include buona parte dell’Italia La conoscenza relativa alla distribuzione delle specie azioni di conservazione a lungo termine. peninsulare, con esclusione della Pianura Padana, fino L’individuazione delle ecoregioni è basata su: del Bacino del Mediterraneo è relativamente buona alla Calabria, la Sicilia, la Sardegna, la Corsica, le Isole Per l’Ecoregione Mediterraneo, il WWF Internazionale divisioni fitogeografiche, divisioni bioclimatiche e soprattutto per i diversi gruppi di piante vascolari e Maltesi e le isole minori è stato denominato Ecoregione ha attivato già da diversi anni, l’ufficio Mediterranean principali tipi di habitat forestali. I risultati sono stati di vertebrati. Nonostante ciò, la ricerca scientifica sul Mediterraneo Centrale. Programme Office (MedPO) con il ruolo di sviluppare sottoposti a verifica in un incontro con gli esperti campo non smette di aggiungere nuove specie alle azioni di conservazione ispirate all’approccio dell’European Topic Centre on Nature Conservation Il processo di Conservazione Ecoregionale inizia check list nazionali. Questo vale soprattutto per gli ecoregionale, in quei Paesi del Bacino Mediterraneo (ETCNC), dell’Agenzia Europea per l’Ambiente con una fase di Reconnaissance necessaria per invertebrati e la flora, ma talvolta anche per specie ben in cui non esiste un ufficio nazionale del WWF (Paesi (EEA) e del WWF-US organizzato a Parigi nel febbraio individuare le caratteristiche ecologiche proprie più evidenti come i vertebrati superiori. Recentemente Nord-africani, Turchia, Balcani, ecc.). del 1999. dell’ecoregione. anche in Italia, grazie all’uso delle nuove tecniche

Carta delle Ecoregioni del bacino del Mediterraneo; le aree 10 e 17 corrispondono all’Ecoregione Mediterraneo Centrale (elaborazione WWF MedPO). Carta politica del bacino del Mare Mediterraneo, in grigio, l’Ecoregione Mediterraneo Centrale. 48 ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 49

di indagine del DNA, è stato possibile accertare azoto). Tali effetti si manifestano in modo più evidente la catena appenninica. L’Appennino tuttavia si collocò Paesaggio la presenza di nuove specie di vertebrati come ad in quei climi più estremi che caratterizzano i biomi nell’attuale posizione solo nel Miocene superiore con L’Ecoregione Mediterraneo Centrale possiede una esempio: la lepre appenninica (Lepus corsicanus), artico, alpino, desertico e di foresta boreale. Alcuni l’apertura del Mar Tirreno. varietà di paesaggi incredibilmente elevata se si l’orecchione sardo (Plecotus sardus) e la testuggine di studi condotti analizzando serie climatiche a partire dal Questo accadde circa 8 milioni di anni fa quando il Mar considera la sua estensione. La struttura e la posizione Sicilia (Emys trinacris). 1870, delineano scenari preoccupanti con cambiamenti Tirreno raggiunse la profondità di 3.600 metri e si forma della penisola italiana ne favoriscono il ruolo di ponte significativi delle temperature medie e dei regimi Un carattere peculiare della fauna e della flora nel il più giovane dei bacini del Mediterraneo, mediante tra il continente africano e l’Europa per le faune e pluviometrici. Bacino del Mediterraneo è l’alto livello di endemicità, l’apertura di profonde faglie sia sul margine sardo-corso le flore. Inoltre, la presenza di rilievi montuosi che superiore a qualsiasi altra parte d’Europa. Questo Dalla rivoluzione industriale a oggi l’entità delle che della futura costa tirrenica italiana. raggiungono i 3.000 m (il Gran Sasso con i suoi 2.914 fattore è dovuto a una differenziazione locale che immissioni dei “gas serra” è andata aumentando in metri s.l.m.), le pianure, i piani collinari e gli oltre 8.000 All’incirca 6,4-6,5 milioni di anni fa, durante il ha dato origine a taxa endemici, favoriti dalla storia modo esponenziale. Per l’anidride carbonica siamo km di coste rocciose e sabbiose consentono una Messiniano si ebbe la famosa crisi di salinità del evolutiva della regione e dalla sua suddivisione in vari passati in 150 anni, ma soprattutto negli ultimi 70, da diversità a livello di habitat che sostiene l’incredibile Mediterraneo dovuta alla “chiusura” dello Stretto di distretti in relazione alla presenza di innumerevoli isole, 280 a 364 parti per milione. Nell’ultimo mezzo milione varietà di forme viventi. Gibilterra, a causa probabilmente di motivi tettonici. Ne penisole e catene montuose. di anni la concentrazione di questo gas è aumentata di conseguì l’essiccamento parziale del Mediterraneo e, a Nel contesto ecoregionale in esame si possono 3 volte. Il tasso medio annuale di riscaldamento della causa della forte evaporazione, la formazione di depositi distinguere i seguenti sistemi paesistici: superficie terrestre è oggi di 0,15 °C. In alcune aree di sali. Circa 4,8 milioni di anni fa si riaprì lo Stretto di Aspetti climatici si sono registrate temperature medie di circa 3-5 °C Paesaggio lagunare Gibilterra e l’Oceano Atlantico irruppe nel deserto e superiori alle medie stagionali. Il paesaggio lagunare è rappresentato dalla Laguna di Anche il clima dell’ecoregione si presenta estremamente salato Bacino Mediterraneo. I depositi evaporitici oggi Venezia e dal sistema di zone umide costiere dell’Alto diversificato in termini di precipitazioni, temperature e si ritrovano in Calabria fino in Romagna in virtù dei Adriatico che va dalle Lagune di Grado e Marano alle pressioni. Si passa dal clima sub-tropicale della Sicilia movimenti di sollevamento avvenuti durante il Miocene. Aspetti geologici Valli di Comacchio. Questo paesaggio è caratterizzato a quello nivale dei rilievi più elevati dell’Appennino Nel Pliocene medio, l’Italia era ancora parzialmente dal clima centro-europeo con temperature medie centrale. Durante il Triassico (220-210 milioni di anni fa) l’area sommersa e i depositi marini pliocenici intorno ai 12 °C e precipitazioni scarse intorno ai della futura Penisola italiana si trovava al margine Tale diversità è determinata dall’elevato range caratterizzavano il periodo tra 4,7 e 4,8 milioni di anni 700-800 mm annui, ma senza la siccità estiva così occidentale della Tetide e dominavano le condizioni latitudinale della penisola, dalla presenza della catena fa. L’Appennino continuò i suoi movimenti orogenetici, caratteristica del clima mediterraneo. La conservazione di un mare di modesta profondità. Le uniche zone appenninica, orientata approssimativamente nord-sud, mentre il Tirreno aumentava la sua profondità. di questo tipo di paesaggio è ottenuta grazie all’attività sub-aeree erano probabilmente la Toscana tirrenica, e dalla vicinanza delle masse continentali africana ed Risalgono a questo periodo anche l’imponente attività umana, senza la quale il destino naturale sarebbe quello l’Argentario e la Sardegna dove si riscontrava un europea. eruttiva dei vulcani sottomarini, del vulcanismo laziale dell’interrimento e scomparsa. paesaggio di pianure costiere invase da maree che e dei Campi Flegrei. I blocchi cristallini dell’Arco Una proposta consolidata di classificazione della hanno favorito i depositi carbonatici che oggi ritroviamo Calabro, un tempo appartenenti alla catena alpina variabilità climatica utile a definire i fitoclimi è quella nelle Apuane, Simbruini, Aurunci, Picentini, Lattari, e situati a ridosso della Sardegna, continuarono il che propone per l’Italia 9 bioclimi, suddivisibili in 28 Calabria settentrionale, Iblei e monti di Palermo. movimento di drift verso sud-est. Lungo l’Appennino classi e 83 varianti. Dalla distribuzione geografica delle Durante il Giurassico-Cretaceo (180-70 milioni di anni si verificò inoltre un collasso tettonico che generò 28 classi si ricava la carta del fitoclima d’Italia. La fa) il territorio della futura penisola era completamente una serie di graben poi colmati nel tempo d’acqua e regione climatica Mediterranea si estende dalla Riviera sommerso e giaceva a una profondità variabile tra i prosciugati, lasciando il Lago Trasimeno come unico di Levante in Liguria, continua nelle grandi e piccole 2.500-3.000 m, con alcuni altopiani sottomarini tra testimone di queste vicende geologiche. In Calabria isole, nella parte ionica e nel versante adriatico fino 500-1.500 m e infine, una serie di banchi tropicali che e Sicilia troviamo invece i “trubi”, calcari marnosi che all’altezza di Pescara. La regione climatica temperata è dovevano apparire come le attuali Maldive. I banchi testimoniano il ritorno delle condizioni marine dopo localizzata oltre che sull’arco alpino, sull’Appennino e maggiori erano a est nell’attuale piana friulana e a sud l’essiccamento messiniano. anti-Appennino e nelle isole maggiori alle quote medie nella Piattaforma apula. Risalgono a questo periodo e alte. Le regioni di transizioni “bordano” i climi descritti Da un punto di vista strutturale è opportuno ricordare, i depositi fossiliferi di Pietraroja (Benevento) con con presenza di stazioni mediterranee e temperate e a oriente dell’Appennino la presenza dell’avanfossa interessanti testimonianze di grandi rettili giurassici. dove prevalgono le une sulle altre. che dalla Pianura Padana arriva fino al Golfo di Taranto Durante l’Oligocene (28-30 milioni di anni fa) è avvenuta e ricompare nella Sicilia meridionale; ancora più a est In questa sintetica analisi del clima dell’ecoregione la rotazione in senso antiorario del blocco sardo-corso abbiamo invece l’avampaese, cioè un area non più non si può non accennare ai cambiamenti climatici che che si è staccato dalla Provenza per muoversi verso interessata dai movimenti di orogenesi. L’avampaese stanno interessando la biosfera negli ultimi decenni. cianchi . .

sud-est. Alla fine del Miocene (16-18 milioni di anni fa) affiora in Puglia (Gargano, Murge e Salento) e nella f Intendendo per cambiamenti climatici prevalentemente

la Sardegna e la Corsica raggiunsero l’attuale posizione. Sicilia sud-orientale; anche il cosiddetto “blocco / wwf gli effetti di origine antropica dovuti essenzialmente Questo movimento innescò i grandi movimenti pelagico” che include le Isole Pelagie e le Isole maltesi è all’immissione dei cosiddetti “gas serra” nell’atmosfera orogenetici che tra 30 e 16 milioni di anni fa produssero parte dell’avampaese ibleo. archivio © (vapore acqueo, anidride carbonica, metano, ossidi di 50 ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 51

Paesaggio ligure a calanchi. Il clima è di tipo sub-mediterraneo, con malaria, è stato completamente modificato dall’opera determina un forte gradiente barico che origina Il paesaggio ligure è il frutto di relazioni climatiche di tipo mancanza di un vero e proprio periodo arido. La flora di bonifica da parte dell’uomo. L’area è oggi nota intensi venti. La piovosità è elevata, tra 1.000 e 2.000 mediterraneo e centro-europee, essendo ridotto a una umbra è piuttosto povera in quanto si tratta di una come “Agro Pontino” e si presenta completamente mm. Il substrato è perlopiù di formato da calcari del sottile striscia tra litorale e montagna. Grazie a questa lacuna geologica affiorata di recente e il substrato pianeggiante con una fascia dunale costiera che Giurassico, tranne che sui Monti della Laga dove elevata eterogeneità ambientale la Liguria, pur essendo umido argilloso non fornisce condizioni favorevoli alla raggiunge i 20-30 m s.l.m.; l’area è anche ricca predominano le arenarie. La vegetazione climatogena è al terzultimo posto delle regioni italiane come superficie speciazione. Un’eccezione a quanto appena detto è di risorgive provenienti dalle montagne calcaree rappresentata da almeno cinque comunità, distribuite è al primo come ricchezza di flora. Il paesaggio rappresentata dal comprensorio dei Monti Sibillini. retrostanti. Il clima è uguale a quello di Roma. Il su quattro fasce di vegetazione. Si passa da formazioni costiero, più di tipo mediterraneo, è caratterizzato per La vegetazione climatogena nella fascia basale è del bosco planiziale del P.N. del Circeo è del tipo Lathyro- propriamente mediterranee limitate alle vallate, al la vegetazione a leccio Quercus ilex del tipo Quercetum Quercetum pubescentis, mentre in quota compare la Quercetum cerris e rappresenta uno dei lembi rimasti bosco caducifoglie costituito da consorzi a Ostrya- ilicis galloprovinciale e anche per la presenza dei tipici faggeta per arrivare poi alla vegetazione alto-montana a delle antiche selve costiere caratterizzate tra l’altro carpinifolia, alle faggete tra i 1.300-1.500 m s.l.m. terrazzamenti agricoli. Il paesaggio della Liguria interna Sesleria tenuifolia sui Sibillini. dalla presenza di pozze d’acqua temporanee (piscine). Oltre il limite del bosco, che sull’Appennino è posto sui invece è caratterizzato dalla presenza di pino marittimo Il promontorio del Circeo, per le sue caratteristiche 2.000 m s.l.m. troviamo i pascoli a Sasleria tenuifolia. Paesaggio della Tuscia Pinus pinaster e dalle associazioni a Lavandula. insulari, non rientra in questo paesaggio. In alcune località, che tra l’altro appartengono Si indica con il termine di Tuscia romana l’area a nord- formalmente all’Ecoregione Alpi troviamo formazioni Paesaggio dell’Appennino settentrionale ovest di Roma, tra il Fiume Tevere e il Mar Tirreno e Paesaggio centro-appenninico a Pinus mugo e Juniperus (Maiella, Camosciara). Questo settore della catena montuosa appenninica è fino alla Toscana, dalla quale però si distingue per La dorsale della Penisola è costituita dall’Appennino L’origine del bosco a Pinus nigra di Villetta Barrea è delimitato a nord dal Monte Lesima (1.724 m s.l.m.) la prevalenza di lave e tufi provenienti dal Vulcano centrale con i massicci principali dei Sibillini, Monti ancora controversa, la maggior parte degli autori la fino al Falterona con il Monte Cimone (2.165 m s.l.m.). Sabatino, da cui deriva l’attuale Lago di Vico. Il clima della Laga, Gran Sasso, Majella, Sirente e Velino; la ritengono un relitto glaciale, altri frutto di un antico Questo spartiacque separa il limite biogeografico è caratterizzato da temperature medie annue di 13- cima più elevata del Corno Grande sul Gran Sasso rimboschimento. Rilevante è la presenza di nuclei mediterraneo con quello continentale. Il clima è 14 °C e precipitazioni intorno ai 700-900 mm, che però raggiunge i 2.912 m s.l.m. Altri sistemi montuosi ancora abbastanza estesi anche se isolati di abete caratterizzato da precipitazioni abbondanti, soprattutto arrivano fino ai 1.200 mm sui rilievi. Sono caratteristici minori (Monte Catria, Monti Martani, Sabini, Prenestini, bianco Abies alba var. apennina (Capracotta, Rosello, sul versante meridionale. Lo spiccato carattere di i crateri vulcanici di Bolsena, Vico e Bracciano. Aurunci, Ausoni, Mainarde, Matese, Picentini) Agnone). transizione permette di riunire in pochi chilometri la La vegetazione climatogena è di bosco misto con contribuiscono a costituire forse il più ampio e vegetazione mediterranea della lecceta con quella dominanza di querce caducifoglie con abbondanza articolato complesso montagnoso della Penisola al Paesaggio litorale tirrenico dei boschi misti e della faggeta. Sono presenti anche di cerro Quercus cerris. Notevole è la presenza di di fuori delle Alpi. Il clima è prevalentemente centro- La fascia litorale del versante occidentale della penisola alcuni elementi alpini come l’abete rosso Picea faggete extrazonali a quote inferiori a quella nominale, europeo, con precipitazioni nevose abbondanti, che in costituisce la Maremma tra le foci dell’Arno e del excelsa. Le Alpi Apuane presentano caratteristiche interpretabili come relitti glaciali: quella di Allumiere e alcune località superano quelle delle Alpi. Tevere e più a sud la fascia costiera che comprende particolari per il substrato calcareo, la frequenza di di Monte Fogliano a 600 m s.l.m. e quella del Cimino a La posizione interposta tra Tirreno e Adriatico quattro regioni: Lazio, Campania, Basilicata e Calabria. endemismi e la comparsa di elementi oceanici quali 1.000 m s.l.m. alcune felci. Paesaggio della Campagna Romana Paesaggio toscano La pianura ondulata attraversata dal Tevere e Il paesaggio toscano, forse più di altri, è costituito dall’Aniene, in gran parte disboscata e convertita a dall’armonia di elementi naturali e di origine antropica. pascolo ovino, ha lasciato il posto all’espansione edilizia Questo paesaggio è tipicamente di transizione, di Roma e degli insediamenti peri-urbani. Il clima di con clima mediterraneo lungo la costa che diviene Roma presenta una temperatura media annua di 14 °C più centro-europeo spostandosi verso l’interno. La e precipitazioni di 700-800 mm con aridità estiva ridotta vegetazione dominante climatogena è costituita dalla a soli due mesi. La vegetazione originaria dell’area lecceta nelle aree più calde e dal bosco misto di querce romana è ricostruibile dagli studi condotti in alcuni lembi caducifoglie nelle aree più umide e fresche. Sono rimasti miracolosamente intatti come Castelporziano, presenti anche le associazioni dei prati steppici dei Capocotta e Padiglione. Qui si trovano la lecceta del Brometalia e cespuglieti. Infine, alcuni elementi alloctoni tipo Viburno-Quercetum ilicis e i boschi di caducifoglie sono così diffusi da divenire caratteristici del paesaggio con cerro Quercus cerris e farnetto Quercus frainetto. toscano: la presenza di pini Pinus pinea e Pinus pinaster Ovviamente la presenza di Roma e della civiltà romana e cipressi Cupressus sempervirens spesso in posizione da oltre 2700 anni ha profondamente modificato il panoramica. paesaggio con l’introduzione di molte specie estranee, tra cui spicca il pino marittimo Pinus pinea. Paesaggio umbro Il paesaggio umbro è impostato su argille o argille Paesaggio pontino petriccione . .

marnose e consiste in un’ampia fascia collinare che nei L’antico paesaggio pontino costituito dalle Paludi b © © punti dove l’erosione è più accentuata ospita formazioni Pontine, in cui si allevavano bufali e dove incombeva la 52 ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 53

Nonostante le differenze latitudinali, questa estensione termofila Viburno-Quercetum ilicis sostituta lungo la humilis che allo Zingaro raggiunge i 2 metri di altezza. annui a causa delle correnti umide provenienti dal mare. mantiene una sostanziale uniformità di paesaggio. costa da macchia alta dell’Oleo-Lentiscetum. All’interno Lungo tutta la costa e sulle isole risultano abbondanti La vegetazione alle quote inferiori è costituita da Il clima è di tipo mediterraneo con piovosità comprese si trova l’area del fragno Quercus trojana diffusa in due specie naturalizzate: il fico d’India Opuntia ficus- leccete, mentre sulle Madonie si rinviene la formazione tra 500 e 700 mm; da nord a sud si registra un aumento Grecia e Anatolia. indica e l’agave Agave americana. a bosco caducifoglie Ilici-Quercetum petraeae. delle temperature medie e del periodo di aridità estivo. Le Madonie si presentano particolarmente ricche Paesaggio sannitico-lucano Paesaggio etneo Caratteristica è la presenza di sistemi dunali (foce di endemismi, tra cui l’abete dei Nebrodi Abies Il paesaggio appenninico si differenza spostandosi L’Etna è il più grande vulcano attivo d’Europa con i dell’Arno, Campiglia, Orbetello, Burano, Sabaudia) e nebrodensis. verso sud per arrivare alla Basilicata, dove il paesaggio suoi 3.323 metri s.l.m. e occupa un diametro circa stagni costieri (Burano, Laghi del Circeo) che si alterna è formato da montagne basse che non superano in di 30-40 km. La maggior parte di questa superficie Paesaggio della Sicilia interna a coste alte e rocciose (Monti dell’Uccellina), promontori genere i 1.000 m s.l.m. con modellamento dolce. è occupata da lave recenti o recentissime. Il clima è In termini di superficie il paesaggio dominante da (Argentario, Circeo, Penisola Sorrentina) e baie. La Il clima è più arido di quello appenninico con umido con precipitazioni da 600-700 mm fino a 1.200 Trapani agli Iblei è costituito da colline e montagne vegetazione naturale è il bosco di leccio, con formazioni piovosità normalmente inferiori ai 1.000 mm annui. La mm in vetta. Le precipitazioni invernali sono nevose, basse che non raggiungono i 1.000 m. Il clima è caldo a palma nana Chaemerops humilis e a gariga. vegetazione è costituita da bosco di caducifoglie con ma l’acqua permea abbondantemente attraverso il e arido con temperature medie che superano i 15 °C Paesaggio costiero adriatico predominanza di roverella Quercus pubescens, anche substrato per cui il suolo risulta arido. La vegetazione e piovosità inferiore ai 500 mm annui. Il paesaggio è Il versante orientale della costa italiana presenta se alcuni autori la identificano come Quercus virgiliana. sulle pendici è caratterizzata dalla fascia a ginestra ampiamente rimodellato dall’uomo, ma la vegetazione caratteri uniformi con un paesaggio collinare recente Le faggete sono del tipo meridionale (Aquifolio- dell’Etna Genista aetnensis, a quote superiori troviamo climatogena dovrebbe essere la lecceta in cui penetrano con assenza di coste alte e insenature, fatta eccezione Fagetum) con presenza rilevante dell’abete bianco gli arbusti spinosi con predominanza di Astragalus specie decidue. del Conero. Il clima è moderatamente mediterraneo, Abies alba var. apennina. Grande importanza hanno i siculus. Scendendo di quota invece le pendici diventano Paesaggio sardo litorale poiché la costa è esposta ai venti di est-nord-est (bora) prati steppici a Bromus erectus. più fertili e si rinvengono formazioni boschive di faggio Le coste della Sardegna si presentano per lo più a e si registrano precipitazioni di 600-800 mm. Fagus sylvatica, pino silano Pinus nigra laricio e betulla falesia, ma non mancano esempi di dune costiere Il substrato è prevalentemente formato da argille e Paesaggio calabro montano dell’Etna Betulus aetnensis. imponenti (Dune di Piscinas). Il clima è decisamente marne del Pliocene o inizio del Pleistocene. Il limite La parte montagnosa della Calabria è costituita dai Paesaggio dei Nebrodi mediterraneo con temperature medie di 15-17 °C, dell’area mediterranea sul versante adriatico è meno massicci calcarei del Pollino (2.248 m s.l.m.), della Sila Il versante settentrionale della Sicilia è costituito dalle precipitazioni intorno ai 500-600 mm e periodo di siccità netto rispetto a quello tirrenico. La vegetazione (1.928 m s.l.m.), di Serra San Bruno (1.423 m s.l.m) e catene montuose delle Madonie, Nebrodi e Peloritani. estivo che si prolunga per 3-4 mesi. Il popolamento climatogena è costituita dall’Orno-Quercetum ilicis dell’Aspromonte (1.955 m s.l.m.). I substrati sono calcarei e arenacei e il clima è vegetale è simile a quello siciliano, soprattutto per con presenza di frassino Fraxinus ornus e carpino nero La Catena Costiera è prevalentemente silicea e la decisamente diverso da quello dell’isola: quanto riguarda la vegetazione climatogena riferibile Ostrya carpinifolia come indice di transizione verso il vegetazione risulta essere quindi differenziata. le precipitazioni vanno da 600-900 fino a 1.200 mm all’Oleo-Ceratonion. Si rileva una presenza estesa di bosco di caducifoglie. Sul Pollino e sulla Catena costiera troviamo il pino loricato Pinus leucodermis, sulla Sila invece si Paesaggio garganico rinvengono estesi boschi di pino silano Pinus nigra Il Gargano è un esteso tavolato calcareo che si laricio, su Serra San Bruno e Aspromonte vivono nuclei sviluppa a quote tra i 600 e 800 m s.l.m. e su tutti i lati relitti di abete bianco Abies alba. Sono molto diffuse degrada con ripide scarpate. La soglia di San Severo le faggete. Il clima è umido con precipitazioni annue a soli 60-80 m s.l.m. lo separa dall’Appennino. Il clima intorno ai 1.000-1.700 mm. è mediterraneo con piovosità che aumenta a 800- 1.000 mm nella parte montagnosa. La vegetazione Paesaggio delle coste siciliane e piccole isole dell’altopiano è costituita da faggeta termofila L’ambiente costiero della Sicilia e delle piccole isole extrazonale del tipo Aremonio-Fagetum. Nella parte più mediterranee è assai diverso da quello della costa basse troviamo il bosco caducifoglie Orno-Quercetum della Penisola, caratterizzandosi per la presenza di ilicis e la vegetazione cespugliosa e a pascolo di specie che sopportano temperature elevate e periodi straordinaria ricchezza floristica e di endemismi. di aridità. Rispetto alla costa sarda le associazioni endemiche rupicole e costiere sono diversificate. Il clima Paesaggio delle Murge e Salento è particolarmente mite con temperature medie annue di Il tavolato calcareo che costituisce la Puglia forma nella 15-17 °C e piovosità inferiori ai 500 mm annui. Durante parte più alta le Murge, mentre in quello più basso il i 3-4 mesi estivi le piogge mancano spesso del tutto. Salento. Il clima è mediterraneo arido con piovosità Il sistema di piccole isole comprende le Eolie, Ustica e inferiore ai 500 mm annui, che salgono a 600-700 mm in Pantelleria di origine vulcanica e più a sud le Egadi, le collina. Il substrato calcareo è coltivato sin dall’antichità Pelagie e Malta. La vegetazione è costituita da macchia e la vegetazione climatogena è praticamente ormai bassa o chaparral riferibile all’Oleo-Lentiscetum. wwf-canon / michële depraz michële / wwf-canon scomparsa. Si suppone fosse costituita da lecceta Importante è la presenza di palma nana Chaemerops © 54 ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 55

pino d’Aleppo Pinus halepensis. Rilevanti i sistemi di a ovest di Bastia; Cap Corse è una penisola di circa Biodiversità degli ecosistemi terrestri Questi fattori possono accelerare o rallentare le zone umide costieri del Cagliaritano, dell’Oristanese e 40 chilometri e larga appena 10 km ben distinta dalle successioni. In alcuni casi questi effetti possono Aspetti evolutivi della vegetazione altri stagni minori, tutti comunque assai importanti per la altre sub-regioni; la Castaniccia è un massiccio isolato rallentare o addirittura bloccare la successione, sia La vegetazione del Mediterraneo raggiunge il suo presenza di endemismi. con clima particolarmente umido; la pianura orientale temporaneamente sia a lungo termine. La presenza climax normalmente come formazione di tipo è una area di depositi sedimentari marini e fluviali con dell’uomo in ambienti mediterranei è tale che diviene Paesaggio sardo interno forestale. Il percorso di successioni vegetazionali importanti zone umide; la parte meridionale distinta addirittura poco realistico parlare di climax delle cenosi Le montagne della Sardegna sono il risultato di tendente al climax di foresta è in azione praticamente dalla depressione tettonica Figari-Sotta-Porto Vecchio vegetali, ovvero di evoluzione in assenza di fattori di processi orogenetici molto antichi e risultano essere ovunque le condizioni ambientali lo permettano, con che termina con il plateau calcareo di Bonifacio. Vanno origine antropica. modellate dagli agenti esogeni. La cima principale è esclusione quindi delle aree caratterizzate da suoli infine considerate le isole Cerbicale e di Lavezzi e Punta La Marmora sul Gennargentu (1.834 m s.l.m.). eccessivamente poveri o da climi troppo aridi, dove L’evoluzione di questi ecosistemi è molto importante Cavallo nelle Bocche di Bonifacio. La vegetazione Il clima è mediterraneo, di tipo temperato verso le tendono invece a dominare le tipiche praterie steppiche nel considerare gli obiettivi di conservazione a scala della costa è quella tipica delle isole del Mediterraneo quote maggiori, con piovosità che si aggirano tra i mediterranee. ecoregionale. A volte pratiche di ricostituzione forestale con importanti endemismi corsi, sardo-corsi e tirrenici. 1.000 e 1.200 mm annui e temperature medie annue di o il semplice abbandono delle aree montane portano Ove la presenza dell’uomo e gli incendi lo permettono La composizione originaria delle foreste di un ambiente 11-14 °C. La vegetazione climatogena è ascrivibile alla perdita di habitat importanti come nel caso delle si sviluppano boschi di leccio Quercus ilex, macchia ormai così strettamente legato alle attività antropiche all’Oleo-Ceratonion nella fascia mediterranea-arida praterie appenniniche ricche di orchidee. mediterranea con presenza di pino (Pinus halepensis, come il Bacino del Mediterraneo è purtroppo e soprattutto sui versanti esposti a meridione, al P. pinaster e P. pinea). All’interno troviamo estese sconosciuta (eccetto che per i settori di montagna), Aspetti evolutivi della flora Viburno-Quercetum in quella mediterranea vera e foreste di pino nero Pinus nigra laricio. ma esistono prove convincenti della grande importanza La flora del Mediterraneo è una delle più ricche Quercetum congestae nella fascia occupata dal in questo ambito delle specie latifoglie nei millenni d’Europa. Include più di 25.000 specie di piante da Quercetum pubescentis nella Penisola. Abbastanza Per quanto riguarda i paesaggi italiani, recentemente precedenti il Neolitico. fiore e circa 30.000 tra specie e sottospecie, così come diffusa è la lecceta fino ai 1.000 m s.l.m. (fino ai sulla base di approcci innovativi, sono state aggiunte più di 160 specie di felci. 1.500 m sul Gennargentu). A quote inferiori si trova nuove informazioni che risultano particolarmente Gli stadi successionali, dalle praterie tipiche di il consorzio composto dall’agriofoglio Ilex aquifolium interessanti, se applicate in chiave ecoregionale per ambienti rocciosi e asciutti, le cui specie si comportano Questo insieme rappresenta il 10% circa di e tasso Taxus baccata. I pascoli e le steppe a la costruzione di futuri scenari. Queste mettono in da piante pioniere, alla vegetazione a carattere tutte le piante conosciute sulla Terra, stimate Brachypodium phoenicoidis sono ampiamente evidenza le relazioni strutturali e funzionali tra i sistemi cespuglioso e arbustivo quali la gariga e la macchia complessivamente tra le 238.000 e le 260.000. diffusi. Infine, non si può tralasciare di accennare a di paesaggio e l’eterogeneità ambientale determinata mediterranea, fino alle formazioni boscose, sono L’importanza di questo dato viene colta confrontando quell’elemento caratteristico del paesaggio sardo da clima, litologia e morfologia. L’approccio tiene influenzati da fattori sia di origine naturale (es. la la ricchezza regionale con le circa 6.000 specie di che sono i nuraghes, posti quasi sempre in posizioni in considerazione anche la presenza dell’uomo e le dispersione zoocora dei semi, incendi), sia antropica piante superiori che vivono nel resto dell’Europa, dominanti. modificazioni ambientali introdotte nei secoli. (es. il rimboschimento, pascolo, taglio forestale). un’area da tre e quattro volte maggiore come superficie Da questo inscindibile rapporto tra sistemi sociali ed Paesaggio corso economici da una parte e sistemi naturali dall’altra La Corsica è la quinta isola del Mediterraneo con i nasce una classificazione gerarchica del territorio più 2 suoi 8.722 km e i oltre 1.000 km di coste. L’interno è complessa e articolata. costituito da montagne che raggiungono i Questa base metodologica è fondamentale per 2.710 m s.l.m. con il Monte Cinto. Il substrato è cartografare gli ambiti potenzialmente omogenei (unità prevalentemente granitico a ovest, con enclave di ambientali) e gli ambiti eterogenei, ma funzionalmente ignimbriti e rioliti. Il nord-est è formato da scisti e e morfologicamente omogenei (unità di paesaggio). substrati quaternari. Il clima è mediterraneo lungo la Questo approccio permetterebbe la visione integrata e costa con precipitazioni medie intorno agli 860 mm ecosistemica del paesaggio per una concezione attiva e annui e temperature medie di 14-18 °C. All’interno il dinamica della conservazione della biodiversità. clima è decisamente alpino e si raggiungono anche i 1.500 mm di precipitazioni annue, incluse quelle Secondo questo approccio si ottengono, per l’Italia, nevose, mentre le temperature medie scendono 67 sistemi di paesaggio a sottolineare ancora una volta a 10 °C. Si possono distinguere otto sub-regioni: l’elevata eterogeneità paesaggistica del territorio. la costa occidentale da Bonifacio a Calvi con il A parte pochi casi (Pianura Padana, Penisola Salentina, caratteristico litorale roccioso a falesie; la Balange, ecc.) si ha una grande integrazione spaziale tra sistemi a nord del Massiccio del Cinto, è caratterizzata per il di paesaggio con un’evidente complessità. clima mediterraneo vero con estati aride; i massicci Tale complessità dovrà essere tenuta in considerazione dell’interno del Cinto, Rotondo, Monte d’Oro, Renoso quando nello sviluppo dell’approccio ecoregionale petriccione

e Incudine con quote oltre i 2.000 m s.l.m. e il clima si scenderà a scala di paesaggio nelle singole aree . b freddo-umido; le Nebbio, piccolo massiccio isolato prioritarie. rich sebastian / wwf-canon © © 56 ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 57

rispetto al Bacino del Mediterraneo. Sono presenti Il valore della flora del Mediterraneo non risiede solo Una caratteristica generale ricorrente in tutti i gruppi specchi d’acqua nel Bacino del Mediterraneo, un’area inoltre più di 100 comuni specie arboree tipiche della nella grande varietà di specie presenti, quanto nel tassonomici di animali del Mediterraneo, ad esclusione caratterizzata da una marcata aridità estiva e dalla composizione della flora mediterranea, molte delle significativo numero di endemismi. Molti di questi dei mammiferi, è il loro predominante e chiaro carattere presenza di diverse catene montuose che la dividono quali endemiche. sono ristretti a una singola o poche località come aree boreale. Di conseguenza, anche la fauna di invertebrati in vari distretti, hanno favorito una grande ricchezza di sabbiose, isole, “isole” geologiche costituite da una del Bacino del Mediterraneo mostra una più stretta specie tra i pesci di acqua dolce. L’Ecoregione Mediterraneo Centrale si trova particolare litologia o geologia e catene montuose affinità con le corrispondenti faune Paleartica e geograficamente al centro del Mar Mediterraneo Come per molti altri gruppi tassonomici, anche in isolate. In questo senso è altamente significativo notare Oloartica, piuttosto che con quelle di altre regioni e svolge per questo un ruolo di crocevia di flore di questo i livelli di endemismo sono molto elevati, che l’80% di tutte le piante endemiche europee sono biogeografiche. carattere mitteleuropeo e nord-africano. Allo stesso presumibilmente poiché quest’area si è comportata da mediterranee. Dei 37 rilevanti centri di biodiversità ed tempo si trova a ospitare anche specie di provenienza Molte specie boreali hanno colonizzato la regione rifugio per un gran numero di specie di pesci durante i endemismi vegetali, globalmente identificati in Europa, balcanica e in genere orientale. mediterranea durante i periodi glaciali, rimpiazzando periodi glaciali. la maggiore concentrazione si ritrova proprio nel parzialmente l’esistente fauna paleotropicale. Esempi Bacino del Mediterraneo. Alcune specie endemiche dell’Ecoregione Questi aspetti, che si riscontrano anche in molti taxa relativi a questo fenomeno sono rappresentati dalle del regno animale, sono alla base del fenomeno di Mediterraneo Centrale sono limitate a siti molto All’origine di tale ricchezza di endemismi ci sono farfalle appartenenti al genere Parnassus, Colias ricchezza specifico e anche del processo di origine di localizzati. É il caso del carpione del Fibreno anche le remote migrazioni di alcune specie in e Pieris. Molte specie di invertebrati forestali, e endemismi floristici e faunistici. Salmo fibreni nel Lazio o del ghiozzetto di ruscello relazione all’alternanza di periodi glaciali e interglaciali solitamente fitofagi, sono anch’esse specie boreali Podogobius nigricans. Sebbene molte specie della quaternari, con il loro frequente isolamento in siti dove che hanno seguito gli spostamenti della pianta ospite, Le specie floristiche mediterranee sono altamente fauna ittica del Bacino del Mediterraneo siano a nessun ulteriore spostamento è stato possibile a causa la cui distribuzione nel corso dei millenni ha subito adattate a vari tipi di stress legati alle condizioni distribuzione tipicamente paleartica, alcune di del ritiro dei ghiacci. variazioni verso nord o sud in relazione ai cicli glaciali. climatiche di questa regione, come la presenza di esse sono di origine afro-tropicale (Ciclidi, Claridi) 2-6 mesi di siccità estiva che determina un periodo di Aspetti evolutivi della fauna invertebrata L’Ecoregione Mediterraneo Centrale a causa della o sono addirittura degli esempi (diverse specie di crescita e fruttificazione di molte piante mediterranee Anche nel caso degli invertebrati, così come nelle sua posizione, svolge un ruolo di “ponte” tra il Ciprinodontidi) di fauna relitta risalente al Mar collocato durante l’autunno o addirittura nei primi mesi piante, l’area del Mediterraneo è la più ricca d’Europa continente europeo e il Nord-Africa. Molte specie della Tetide. invernali. e interi gruppi di invertebrati si incontrano proprio in termini di diversità di specie. Il 75% della fauna Aspetti evolutivi dell’erpetofauna lungo la penisola italiana, in Sicilia e nelle Isole del Le specie vegetali del Mediterraneo sono inoltre entomologica totale europea si trova nel Bacino del I rettili sono un gruppo tassonomico molto ben complesso sardo-corso. altamente diversificate per quanto riguarda forme di Mediterraneo con una stima complessiva di 150.000 adattato alla calda e asciutta regione mediterranea, crescita, morfologia, fisiologia e fenologia delle specie specie di insetti, di cui forse solo il 70% è stato Aspetti evolutivi dell’ittiofauna d’acqua dolce di conseguenza risultano essere molto più abbondanti dominanti in ciascuna regione. descritto e classificato. Il numero, la diversità e l’isolamento geografico degli e ricchi in diversità rispetto alla classe degli anfibi. cianchi . . f wwf / / wwf petriccione . . b © © archivio © 58 ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 59

Nel Bacino del Mediterraneo sono presenti 165 specie Il complesso sardo-corso rappresenta un’area di e da 94 specie tipiche delle steppe, presumibilmente ubiquitaria e il picchio muratore corso Sitta whiteheadi, di rettili, distribuite in 15 famiglie, e 63 specie di anfibi, estrema ricchezza di endemismi di rettili e anfibi, originate nella regione arabo-sahariana. L’importanza distribuito nelle foreste a pino nero Pinus nigra laricio distribuite in 9 famiglie. con le quattro specie di Speleomantes, il genere di quest’ultimo elemento faunistico nel Bacino del della Corsica. Malgrado ciò, nella regione si registra Euproctus presente con due specie gemelle in Corsica Mediterraneo è stato secondariamente favorito, sia un valore molto più elevato di variazione sub-specifica In accordo con la differente ecologia e fisiologia dei e Sardegna, il discoglosso sardo Discoglossus nella distribuzione geografica che nelle dimensioni delle rispetto a tutto il resto del Paleartico Occidentale. due gruppi, la diversità delle specie di rettili cresce sardus e la raganella sarda Hyla sarda, mentre tra i popolazioni, dalla generale diminuzione dell’estensione Questo alto livello di variazione intraspecifica è il scendendo da nord verso sud, e da ovest verso est, rettili troviamo la natrice del Cetti Natrix (natrix) cetti, delle foreste a causa dell’azione dell’uomo che iniziò a risultato della diversità geografica del Bacino del parallelamente al gradiente di aridità. Al contrario la la lucertola di Bedriaga Archeolacerta bedriagae e manifestarsi a partire dal Neolitico. Mediterraneo che con tutte le sue isole, penisole e le ricchezza di specie di anfibi incrementa da sud verso l’algiroide nano Algyroides fitzingeri. altre barriere geografiche ed ecologiche contrasta la nord, e da est verso ovest. L’ornitofauna del Mediterraneo differisce nelle sue dispersione. Infatti, si riscontrano moltissime forme Aspetti evolutivi dell’avifauna caratteristiche da quelle degli altri taxa animali e dalla Per quanto riguarda gli anfibi, nella Penisola italiana sottospecifiche con popolazioni isolate in Sardegna, nel Nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale sono presenti flora in due punti principali: si riscontra il maggior numero di specie endemiche complesso sardo-corso, nell’Appennino centrale e in circa 370 specie di uccelli nidificanti, rispetto alle circa del Bacino Mediterraneo: 35%. Molte di queste • nonostante le loro differenziate origini biogeografiche, Sicilia. 500 presenti in Europa. appartengono a linee evolutive piuttosto arcaiche, molte specie risultano essere distribuite Un processo biologico di estrema importanza che rimaste relativamente simili morfologicamente sin L’attuale ornitofauna europea si stabilizzò durante il piuttosto omogeneamente attraverso il Bacino interessa l’Ecoregione Mediterraneo Centrale è la dalla loro origine durante l’Eocene. É il caso dei Pliocene e il Pleistocene, attraverso l‘arrivo di elementi del Mediterraneo. La variazione regionale nella migrazione degli uccelli. Ogni primavera si stima che generi Pelobates, Discoglossus ed Euproctus. che colonizzarono il Bacino del Mediterraneo da almeno composizione specifica delle popolazioni non è molto cinque miliardi di uccelli attraversino il Mar Mediterraneo nove aree biogeografiche diverse e come conseguenza marcata, ciò principalmente per quanto riguarda le Tra i rettili, molte specie neo-endemiche del compiendo voli di migliaia di chilometri, spesso dopo della progressiva scomparsa di taxa tropicali dal specie forestali; Bacino del Mediterraneo appartenenti al genere aver attraversato il Sahara diretti verso l’Europa per Paleartico occidentale, durante il freddo e arido periodo • presenta un livello di endemicità sorprendente basso: Podarcis, Lacerta, Chalcides e Vipera si sono nidificare. compreso tra Oligocene e Miocene. solo 64 specie (17% del totale) sembrano essersi evolute in tale ambiente come risultato di un intenso originate all’interno dei limiti geografici del Bacino del I grandi veleggiatori, si concentrano lungo gli stretti processo di radiazione adattativa in siti localizzati. I gruppi che hanno dato un contributo maggiore, Mediterraneo. e i valichi montani, altri come i piccoli passeriformi In particolare nei Lacertidi, il genere Algyroides e sono rappresentati rispettivamente da 144 specie di migrano con un fronte anche molto esteso. Per queste Psammodromus sono tipici endemismi mediterranei origine settentrionale, caratteristiche di ambienti di Le specie endemiche dell’Ecoregione Mediterraneo ultime specie anche piccole aree naturali poste in siti di tipo relittuale. foresta, fiumi e paludi di tutta l’Eurasia occidentale, Centrale sono: la passera d’Italia Passer italiae, specie strategici lungo le rotte migratorie possono rivestire un ruolo fondamentale se presentano le giuste condizioni ecologiche.

Aspetti evolutivi della teriofauna terrestre Nell’area dell’intero Bacino Mediterraneo sono presenti circa 200 specie di mammiferi, delle quali il 25% è endemico. Tre fattori principali influenzano la composizione della fauna di mammiferi terrestri non volanti: • le origini biogeografiche multiple, dovute alla prossimità e quindi al contributo di tre masse continentali diverse; • i ripetuti eventi di turnover faunistico, provocato da variazioni climatiche durante il periodo Pliocene-Pleistocene, inclusi numerosi fenomeni di interscambio tra continenti; • la ricchezza di specie e la distribuzione dei mammiferi è stata influenzata profondamente dalla presenza locale della specie umana che, soprattutto attraverso la caccia, ha esercitato pressioni sin dal Paleolitico. cianchi . . f

wwf / / wwf Lo Stretto di Gibilterra, sebbene largo soli 14 km, ha

zerunian svolto per i mammiferi non volanti un ruolo di barriera . . s

© © archivio © isolando l’Europa dall’Africa. 60 ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 61

Di conseguenza, la teriofauna della parte settentrionale • gli eventi geologici, con particolare riferimento alla Foreste del Mediterraneo. Queste foreste possono essere del Mar Mediterraneo è fondamentalmente di origine crisi di salinità messiniana, avvenuta circa 5,5 milioni Durante le glaciazioni quaternarie, la penisola italiana fu caratterizzate da una disposizione meno densa degli euro-siberiana. Il cinghiale Sus scrofa, il cervo Cervus di anni fa con conseguente prosciugamento quasi un’importante area rifugio per le specie arboree tanto alberi, tale da dare origine ad un abbondante strato elaphus, il capriolo Capreolus capreolus e l’orso bruno completo del Mediterraneo e successiva estinzione di che oggi la penisola italiana può vantare un numero di cespuglioso comprendente Cistus, Genista ed Erica. Ursus arctos come elementi tipici e tutti presenti massa della fauna marina originaria; specie indigene senza dubbio superiore a quello del In ambienti più freddi e montuosi possono essere nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. A parte poche • il successivo ripristinarsi di una connessione con resto dell’Europa. Una traccia di queste vicende è la comuni specie decidue appartenenti di norma ai generi eccezioni, come l’istrice Hystrix cristata in Italia centro- l’Oceano Atlantico che determinò il ripopolamento del presenza dei 27 abeti dei Nebrodi Abies nebrodensis Quercus, Ulmus, Acer e Fraxinus. meridionale e alcuni roditori e toporagni, le specie Mediterraneo attraverso elementi faunistici di origine delle Madonie, i popolamenti di agrifoglio Ilex aquifolium Ripopolamenti di conifere e altre specie alloctone di origine tropicale si estinsero dalle regioni euro- atlantica. dei Nebrodi, la Foresta Umbra del Gargano dove il effettuati dall’uomo in tempi più o meno recenti hanno mediterranee all’inizio del Pleistocene. faggio Fagus sylvatica è extrazonale, le formazioni in alcuni casi modificato profondamente i popolamenti pure e miste di abete bianco Abies alba var. apennina L’Ecoregione Mediterraneo Centrale è il quadrante vegetazionali. Non mancano però esempi di Tipi di habitat dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale dell’Appennino centro-meridionale e i nuclei di pino del Bacino del Mediterraneo con un numero minore di rimboschimenti, creati e gestiti in maniera oculata, che nero Pinus nigra di Villetta Barrea nel Parco Nazionale specie (72) e presenta rari esempi di specie endemiche: La presenza combinata di numerosi e differenziati possono avvicinarsi alle foreste naturali. d’Abruzzo, Lazio e Molise. tra queste il mustiolo etrusco Suncus etruscus (il più habitat, distribuiti in diverse combinazioni e stadi, dona Le specie animali che caratterizzano questo tipo di piccolo mammifero del mondo), e altre specie di roditori al paesaggio dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale Le foreste mediterranee presentano inoltre un numero habitat sono numerossisime e costituiscono comunità e toporagni diffusi sulle isole del Mediterraneo come per quelle particolari caratteristiche a mosaico che lo sorprendentemente alto di conifere: pini (Pinus peculiari delle diverse cenosi forestali. Tra i Mammiferi esempio la Sicilia. distinguono e lo rendono così tipico rispetto a molte spp.), ginepri (Juniperus spp.), abeti (Abies) e fuori di grande e media taglia che popolano i boschi zone temperate del nord o rispetto alle aride o umide dall’ecoregione anche cipressi (Cupressus) e cedri dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale ci sono: l’orso zone tropicali. (Cedrus). bruno Ursus arctos, il lupo Canis lupus, la martora Biodiversità degli ecosistemi marini Uno dei principali fattori che governa la distribuzione Le foreste sempreverdi dominate dal genere Quercus, Martes martes, il gatto selvatico Felis sylvestris, il Il Mar Mediterraneo rappresenta appena lo 0,82% della degli habitat nel Mediterraneo è rappresentato dal principalmente dal leccio Quercus ilex o specie capriolo Capreolus capreolus e diverse specie di superficie marina della Terra, ma è uno dei mari più gradiente bioclimatico nord-sud, il quale per esempio si equivalenti, sono probabilmente la vegetazione chirotteri; tra gli uccelli fino a sette specie di Picidae, le ricchi del mondo dal punto di vista della biodiversità. riflette chiaramente nella distribuzione delle aree forestali. climax a cui tendono molti degli ambienti del Bacino due specie di nibbi (Milvus spp.), il pecchiaiolo Pernis Ospita il 7,5% dei taxa di animali marini di tutto il apivorus e il Biancone Circaetus gallicus; tra gli anfibi pianeta e il 18% dei taxa relativi alla flora marina più strettamente forestali troviamo la salamandrina mondiale in un’area. La stima attuale per il totale delle dagli occhiali Salamandrina terdigitata (endemismo specie macroscopiche è di circa 8.500, ma metà delle italico) e la salamandra pezzata Salamandra salamandra quali è endemica. e alcune specie di anuri. Si calcola che circa 40.000 invertebrati vivano negli ambienti forestali, tra cui alcuni Come nel caso dei biomi terrestri, gli ecosistemi strettamente xilofagi come i coleotteri cerambicidi, i marini mediterranei sono composti da specie con buprestidi e gli scolitidi. molte origini biogeografiche diversificate: atlantico- mediterranee, pan-oceaniche, paleo-endemiche Macchia mediterranea risalenti al Mar della Tetide, neo-endemiche e Esistono decine di formazioni arbustive, molte delle subtropicali. Alcuni taxa marini hanno popolato la parte quali sono di tipo secondario come diretta conseguenza orientale del Mediterraneo dal momento dell’apertura dell’impatto delle attività antropiche. artificiale del canale di Suez. La macchia mediterranea è dominata da specie Di conseguenza, possiamo a ragione pensare al sclerofille sempreverdi, tra cui spiccano il carrubo Mediterraneo come un crocevia per le forme di vita Ceratonia siliqua, il lentisco Pistacia lentiscus e le marine, così come le terre che lo circondano lo sono specie appartenenti ai generi Arbutus, Daphne, Laurus, per quelle terrestri. Phillyrea, Myrtus, Rhamnus e Viburnum. Il piano Diversi fattori hanno contribuito all’alto livello di mediano e quello inferiore della macchia mediterranea biodiversità marina: includono un buon numero di comuni e diffusi • la diversità delle condizioni climatiche tipiche rappresentanti della famiglia delle Lamiacee quali il timo isotti . .

dei diversi quadranti del Mediterraneo, con la r Thymus vulgaris, la lavanda Lavandula stoechas e il / / predominanza di condizioni di tipo temperato nella rosmarino Rosmarinus officinalis. Tuttavia in termini di parte occidentale del Mediterraneo e di condizioni di rapporto tra specie, almeno la metà sono decidue, tra homo ambiens homo

tipo subtropicale nel Mediterraneo orientale; © queste: Acer, Pistacia, Cotinus e Rhus e Quercus. 62 ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 63

La maggior parte delle specie ha una parte sotterranea taglio della legna e, soprattutto, pascolo. Talvolta sono biodiversità, soprattutto dove viene mantenuto un Grazie a condizioni del terreno particolarmente (geofite bulbose e tuberose) con una fase vegetativa completamente artificiali come nel caso di zone costituite mosaico ambientale capace di favorire un’eterogeneità favorevoli, queste foreste sono dominate da specie intensa dall’autunno alla primavera e un periodo di da coltivazioni di graminacee con frammisti alberi di olivo. di habitat. decidue quali querce, pioppi (es. Popolus alba) olmi e inattività in estate: una perfetta strategia per sfuggire salici, su cui si sviluppano piante rampicanti come la Alcune specie ornitiche sono particolarmente legate a Coltivi e pascoli abbandonati i mesi più caldi e secchi dell’anno. Tra queste: la vite selvatica Vitis silvestris, il luppolo Humulus lupulus, questi ambienti: l’occhione Burhinus oedicnemus, la Più di 1.500 specie annuali, biennali e bulbose Scilla Urginea maritima, la mandragora Mandragora e le Clematis. gallina prataiola Tetrax tetrax e le specie delle famiglie della flora mediterranea sono fortemente diffuse autunnalis, Asphodelus spp. e le molte Orchideaceae. Alaudidae e Lanidae e del genere Oenanthe. Numerose principalmente durante le prime successioni vegetali Nell’ecoregione sono pochi i residui delle antiche Quest’ultima famiglia è presente nel Bacino le specie di rettili, in particolare Ofidae e ovviamente che si instaurano in seguito all’abbandono dei coltivi foreste ripariali mediterranee, uno di questi è il Mediterraneo con oltre 100 specie. In una singola area invertebrati terrestri. da parte dell’uomo. Ciò permette di includere i coltivi Bosco di Policoro in Basilicata, oggi in pericolo per la di macchia mediterranea di 100 ettari è stata osservata abbandonati nel novero degli habitat importanti per la regimentazione dei corsi d’acqua che ne permettevano la coesistenza di oltre 50 specie diverse. Agro-ecosistemi l’esistenza. La presenza umana nel paesaggio mediterraneo ha biodiversità all’interno del Bacino del Mediterraneo. Si Tra i mammiferi tipici della macchia mediterranea tratta in genere di specie tipicamente pioniere resistenti prodotto profondi cambiamenti, talvolta allevatori e Pareti rocciose e grotte nell’ecoregione troviamo: il cervo sardo Cervus elaphus alla siccità e alla eccessiva insolazione. pastori sono riusciti ad attuare una formula sostenibile Molte aree dell’ecoregione sono caratterizzate dalla corsicanus, l’istrice Hystrix cristata, il mustiolo etrusco per le loro terre raggiungendo uno stato di equilibrio. presenza di declivi e scarpate capaci di interrompere Suncus etruscus, la crocidura siciliana, Crocidura sicula. Foreste ripariali Uno dei migliori esempi della lunga interazione tra la continuità del territorio, e fornire habitat specializzati Tra gli uccelli, un buon numero di specie appartenenti ai Le foreste ripariali del Mediterraneo rappresentavano in l’uomo e il suo ambiente nei paesi del Mediterraneo è la per un gran numero di piante e animali. Inoltre, esistono generi: Sylvia e Hippolais, la ghiandaia marina Coracias passato ecosistemi altamente complessi e diversificati dehesa in Spagna e Portogallo. Nell’Ecoregione oggetto decine di migliaia di caverne, inghiottitoi, doline e altri garrulus, il gruccione Merops apiaster, il succiacapre dal punto di vista biologico, si estendevano per più di d’indagine, mancano esempi su estese superfici risultati dei fenomeni carsici. Caprimulgus europaeus, l’assiolo Otus scops. Molto 2.000 km2 e caratterizzavano intere regioni. di formazioni di questo tipo, tuttavia soprattutto in numerose le specie di anfibi, tra cui il tritone sardo Gran parte di queste ricchissime formazioni forestali Tra le piante più comuni in questi ambienti mediterranei Sardegna e Sicilia si ritrovano importanti estensioni Euproctus platycephalus, le raganelle Hyla spp., i è stata distrutta dall’uomo nel corso della storia per vi sono le cosiddette casmofite, specie che entrano coltivate a sughero. tritoni Triturus spp., i geotritoni Hydromantes spp., i ottenere terreni ad uso agricolo. Solamente alcuni nella costituzione di cenosi rupicole (es. Athamanta discoglossi Discoglossus spp. e altri ancora. Tra i rettili: In linea generale molti ambienti di origine antropica residui delle antiche foreste primigenie sono rimasti sicula) le alofite, che vegetano sulle scogliere prossime le testuggini palustri Emys orbicularis e Emys trinacris, possono rivestire un’importanza rilevante per la tuttora integri. al mare (es. Crithmum maritimum) e le neofite che la testuggine di Hermann Testuto hermanni, i gechi includono ciclamini (Cyclamen spp.), felci (Pteridophyta), (Hemidactylus, Tarentola, Cytopodion e Euleptes), le muschi, briofite (Bryophyta) e piante succulente (Sedum, luscengole e il gongilo (Chalcides spp.), gli algiroidi Cotyledon, e Caralluma spp.). (Algyroides spp.) e molte specie di lucertole (Podarcis Nel sud della penisola un esempio importante di gole e Lacerta spp.). Infine tra gli ofidi molte specie mediterranee è rappresentato dalle “gravine” della appartenenti ai generi Elaphe, Coluber, Coronella spp. Puglia e della Basilicata. Di origine tettonica seguita da Molto numerosi sono gli invertebrati che hanno erosione si collocano nell’altopiano delle Murge tra la sviluppato fenomeni di coevoluzione con le specie costa adriatica e quella ionica. floristiche della macchia mediterrana: Lepidoptera, Qui si osserva un‘inversione nella stratificazione della Hymenoptera, Diptera, Odonata, coleotteri crisomelidi, vegetazione con la presenza di specie generalmente curculionidi e adefagi. più settentrionali. Le gravine costituiscono corridoi naturali tra questi ecosistemi relitti, rimasti inalterati Steppe e praterie nel tempo in aree ad alto livello di antropizzazione. Le specie floristiche diffuse negli ambienti steppici del Nelle gole naturali le specie si sono conservate con Bacino del Mediterraneo sono originarie delle steppe un alto grado di isolamento genetico per questo aride e semi-aride dell’Asia centrale. Tali formazioni sono frequenti gli endemismi e specie rare, anche di vegetali sono caratterizzate dalla presenza di essenze origine balcanica o transadriatica, come Campanula erbacee sia annuali che perenni, con una scarsa versicolor. presenza di forme arbustive ed arboree, e risultano Questi habitat altamente specializzati offrono inoltre siti essere tipicamente dominate dalla Stipa, spesso adatti per la nidificazione di molte specie di rapaci, tra accompagnata da arbusti appartenenti ai generi cui: il grifone Gyps fulvus, il gufo reale Bubo bubo, il Artemisia e Rhanterium. capovaccaio Neophron percnopterus, il falco pellegrino Spesso questi ambienti devono la loro struttura, ma Falco peregrinus, il lanario Falco biarmicus e il falco non la loro composizione, ad attività umane: incendi, jungius hartmut / wwf-canon © grillaio Falco naumanni. 64 ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 65

Scogliere e dune costiere modo da poter beneficiare della migrazione autunnale Nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale alcuni dei più calde. Molte si attestano in aree prossime a Gibilterra, Alcuni tratti di costa dell’Ecoregione Mediterraneo dei passeriformi di cui si nutre. importanti sistemi di lagune e laghi costieri sono: i laghi nel Mare di Alboran, le coste dell’Africa maghrebina e Centrale sono caratterizzati da pinete di pino di aleppo dell’Oristanese e del Cagliaritano in Sardegna, lo stagno della Spagna meridionale, ma alcuni di questi odierni Le piccole isole del mediterraneo e le scogliere Pinus halepensis, pino domestico P. pinea e pino di Biguglia in Corsica, la Laguna di Orbetello e il Lago di immigrati atlantici si spingono fino alle coste italiane, rappresentano anche siti importanti per gli uccelli marini marittimo P. pinaster. Burano in Toscana, le Saline di Margherita di Savoia e il soprattutto della Sicilia, come il bivalve Perna picta. mediterranei: berta maggiore Calonectris diomedea, Lago di Lesina in Puglia, i Laghi del Circeo nel Lazio e Sulle dune costiere, oltre a specie ampiamente diffuse berta minore Puffinus yelkouan, uccello delle tempeste Ben poche sono invece le specie atlantiche di acque molte altre aree in Sicilia. come eringio marino Eryngium maritimum, cannizzola Hydrobates pelagicus, gabbiano corso Larus audouinii e fredde che stanno penetrando nel Mediterraneo: un Ammophila arenaria e rughetta marina Cakile maritima, marangone dal ciuffo Phalacrocorax aristotelis. Le paludi endoreiche mediterranee, note anche come possibile esempio è rappresentato da Labrus bergylta, si rinvengono specie meridionali come ad esempio il “piscine astatiche”, sono una caratteristica tipologia di un pesce appartenente alla famiglia dei Labridi, Zone umide pancrazio Pancratium maritimum, la pastinaca marina zone umide che dipende quasi completamente dalle comune nelle acque atlantiche e segnalato anche nel L’Ecoregione Mediterraneo Centrale ospita una vasta Pastinaca marina, la malcomia littorea, M. parviflora. Nelle piogge, e quindi si asciugano per molti mesi l’anno. Mediterraneo. tipologia di aree umide, che possono variare dagli zone retrodunali troviamo il ginepro coccolone Juniperus Sono zone paludose temporanee ampiamente variabili estesi laghi interni fino a piccoli stagni temporanei. Una caratteristica del Mar Mediterraneo è l’influenza oxycedrus ssp. macrocarpa le cui bacche rappresentano in ampiezza, durata di allagamento e livelli di salinità, e Fatta eccezione per le aree umide che sono connesse dell’uomo che, con i suoi traffici marittimi, ha introdotto una risorsa importante per gli uccelli migratori. ospitano spesso specie molto caratteristiche dal punto con grandi corsi d’acqua a carattere permanente o molte specie provenienti da altri mari del globo. Sia di vista biologico capaci di sopravvivere in condizioni Le pareti costiere sono caratterizzate da associazioni con i grandi laghi interni, la principale caratteristica di l’azione dell’uomo che le penetrazioni di specie termofile estreme di siccità. comprendenti erba da calli Sedum acre, finocchio molte zone umide è rappresentata dalla fluttuazione dall’Oceano Atlantico e, in misura minore, dall’Oceano marino Crithmum maritmum, Limonium cancellatum, nei livelli di acqua e salinità. Escludendo i numerosi Questi ambienti sono importanti in quanto spesso Indiano attraverso il Canale di Suez, favoriscono Plantago subulata, e Reichardia picroides. In alcune bacini artificiali, e i laghi di origine glaciale, localizzati ospitano specie vegetali ed animali rare e minacciate, dunque la presenza nel Mediterraneo di specie di acque regioni del Mediterraneo meridionale e orientale, le soprattutto nelle vicinanze delle catene montuose i laghi per esempio anfibi quali il tritone punteggiato Triturus calde. A questo, secondo molti autori, va aggiunto il scogliere che si affacciano a picco sul mare ospitano interni presenti nell’ecoregione sono di origine vulcanica vulgaris, il pelodite punteggiato Pelodytes punctatus, le riscaldamento del clima. L’insieme di tutti questi fattori un falco dalla biologia particolare: il falco della regina e occupano i siti di antiche caldere (Vico, Bolsena, diverse specie di raganelle Hyla spp. o invertebrati come costituisce la causa prima del cosiddetto fenomeno di Falco eleonorae. Questo rapace si riproduce durante Bracciano e laghi del Lazio meridionale). il Triops sp. tropicalizzazione del Mediterraneo. la stagione estiva, in ritardo rispetto agli altri falchi, in Le lagune costiere sono tipicamente isolate dal mare Le lagune costiere salate si sviluppano in pianure situate Anche nel Mar Mediterraneo, come del resto in tutti aperto dalla presenza di dune sabbiose che comunque in località dove avviene un abbondante deposito di i mari e gli oceani del nostro pianeta, è possibile non formano una barriera continua e consentono la sedimento e dove l’azione delle maree è poco incisiva. individuare due grandi ambienti capaci di ospitare la connessione tra i due bacini. La vegetazione delle dune Queste condizioni favoriscono l’insediarsi di piante vita: l’ambiente pelagico e l’ambiente bentonico. costiere varia nella sua struttura, da piccole formazioni pioniere capaci di tollerare la salinità. La loro presenza L’ambiente pelagico di Ammophila arriva a estesi boschi di ginepro rosso facilita una successiva sedimentazione che riduce L’ambiente pelagico è contraddistinto dalla presenza Juniperus phoenicea e pino domestico Pinus pinea. l’azione delle onde. Il fattore essenziale nel determinare di una serie di organismi viventi, il cosiddetto pelagos, La produttività delle lagune costiere e degli ambienti a la composizione e la distribuzione della vegetazione la cui caratteristica unificante è data dal fatto che essi delta è molto elevata tanto da superare di circa 8-10 tipica di questi ambienti è il grado di tolleranza di sono capaci di vivere sospesi nella colonna di acqua. volte quella del mare aperto. Il valore economico delle ciascuna specie alla temporanea immersione in Tuttavia a seconda del tipo di interazione possibile con attività di sfruttamento delle risorse ittiche dei sistemi acqua di mare e alla presenza di sedimento salino. Di il proprio ambiente, il pelagos a sua volta comprende di lagune mediterranee è molto alto e le lagune costiere conseguenza, la vegetazione è fortemente distribuita due categorie che spesso sfumano l’una nell’altra: il provvedono dal 10 al 30 % della produzione totale di in fasce distinte tra loro. La zona più prossima al mare plancton e il necton. pesce nel Mar Mediterraneo. ospita specie pioniere che rappresentano le prime L’uomo non è il solo a sfruttare l’eccezionale colonizzatrici del sito e appartengono a generi quali Il plancton, ovvero l’insieme degli organismi animali biodiversità e produttività di questi habitat. Molte specie Spartina, Salicornia e Puccinellia, che generalmente e vegetali che vivono sospesi nell’acqua e che non di uccelli si riuniscono a migliaia nelle lagune formando danno luogo a comunità monospecifiche. La zona possono opporsi al moto delle correnti e delle onde. colonie miste di fenicotteri, gabbiani, varie specie di intermedia è tipicamente dominata da cespugli di Il plancton nei nostri mari possiede un comportamento anatre, oche selvatiche e decine di limicoli. Gli ordini Halimione portulacoides e dall’erbacea Festuca rubra. legato alla disponibilità stagionale di nutrienti. In generalmente più rappresentati sono: Caradriformi, Infine, la zona in cui la comunità vegetale appare più inverno non è molto abbondante, mentre in primavera Anseriformi, Ciconiformi. ricca e variabile come composizione specifica. i nutrienti messi in circolazione dai rimescolamenti a. cambone - r. isotti r. - cambone a.

/ / I più importanti sistemi di lagune della regione Gli ambienti marini invernali delle acque e l’aumento delle ore di mediterranea si estendono per oltre 200 km, il Il Mediterraneo si trova attualmente in una fase inter- insolazione provoca l’esplosione del fitoplancton. secondo in ordine di importanza del Mediterraneo si glaciale: attraverso lo Stretto di Gibilterra penetrano Questo evento riproduttivo sostiene il sistema marino homo ambiens homo © © estende dalla Laguna di Venezia alla zona di Trieste. dall’Oceano Atlantico specie che prediligono acque per tutto il resto dell’anno. 66 ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 67

Nel Mar Mediterraneo tra le principali componenti dello Altro mammifero simbolo del Mediterraneo, ormai flesus. Abitudini simili si osservano nei Condroitti Tra i molluschi caratteristici di questo tipo di fondali vi zooplancton ci sono diverse specie di crostacei: come virtualmente scomparso nel mare intorno all’Ecoregione Reiformi anch’essi dal tipico corpo largo e depresso. sono numerosi bivalvi, appartenenti ad esempio alla i copepodi, di piccole dimensioni (di solito attorno Mediterraneo Centrale, è la foca monaca Monachus famiglia Pettinidi come la capasanta Pecten jacobaeus, Molti pesci Osteitti vivono legati a questi substrati al millimetro) presenti principalmente con i generi monachus. Alcuni individui fanno la loro sporadica echinodermi e crostacei, tra cui la granceola Maja come ad esempio molte specie demersali: la tracina Centropages, Euterpina, Clausocalanos, Oithona e e irregolare apparizione lungo le coste del Tirreno squinado. Trachinus spp., la triglia di fango Mullus barbatus, la Acartia, gli eufasiacei rappresentati nei nostri mari da meridionale. rana pescatrice Lophius piscatorius e diverse specie di Altri gruppi ben rappresentati nella fauna dei fondi Meganichtyphanes norvegica tra i principali componenti L’ambiente bentonico gallinelle (fam. Triglidi). Le coste del Mediterraneo sono rocciosi sono i poriferi e gli cnidari, in particolare gli del cosiddetto krill, i decapodi, gli ostracodi e gli anfipodi. L’ambiente bentonico è caratterizzato dalla presenza di anche ricche di molte specie di ghiozzi (gen. Gobius). antozoi, come: Anemonia viridis, Alicia mirabilis e le Altri componenti del plancton includono meduse, organismi che vivono sui fondali o in loro strettissima Il fondo sabbioso è normalmente un ambiente a gorgonie, tra cui il corallo rosso Corallium rubrum. cnidari, rotiferi e il meroplancton (letteralmente: plancton prossimità. basso contenuto energetico privo di rifugi, e quindi I fondi infra-litorali, poco al di sotto della superficie del temporaneo) composto da organismi che passano solo La varietà di gruppi zoologici presenti nel benthos è non molto ricco dal punto di vista del popolamento mare, sono caratterizzati dalla dominanza di alghe che una parte della vita (normalmente lo stadio larvale) nel maggiore rispetto all’ambiente pelagico; ciò è dovuto faunistico. Tuttavia è sui fondi sabbiosi più ricchi di spesso formano popolamenti esuberanti fino a 40 m di plancton come gli Echinoderma. a una maggiore eterogeneità ambientale e alla grande nutrienti, ben ossigenati e illuminati che troviamo le profondità, e ospitano una ricca fauna sia epifitica che Il necton è composto invece da pesci, rettili e cetacei, varietà di habitat che ne consegue. praterie di posidonia Posidonia oceanica. Questa pianta vagile. Gli animali vagili che frequentano i popolamenti capaci di opporsi alle correnti con il nuoto. A parte poche superiore endemica del Mediterraneo rappresenta un algali comprendono anche specie di grossa taglia, tra I fondi mobili eccezioni (i molluschi cefalopodi) il necton è costituito da vero e proprio serbatoio di biodiversità, infatti ospita cui abbondano i crostacei, molluschi gasteropodi e i I principali organismi che abitano i fondi mobili sono vertebrati, tra cui i più abbondanti sono i pesci. una comunità molto diversificata che comprende cefalopodi, come il polpo Octopus vulgaris. molluschi, anellidi, cefalopodi, e ben più numerosi sono specie appartenenti ai Signatidi come i cavallucci i molluschi gasteropodi, soprattutto bivalvi. Sui fondi I pesci sono i vertebrati più diversificati e anche tra i marini Hippocampus spp. e il pesce ago Sygnathus Il coralligeno rappresenta la tipica biocenosi di fondo fangosi dominano invece i policheti e gli echinodermi, più antichi. Il Mar Mediterraneo è ricco sia di specie taenionotus, oltre alla salpa Boops salpa. Altre piante duro e può essere preceduto, batimetricamente e/o presenti soprattutto con quattro classi: Oloturoidi, cartilaginee (squali, razze, ecc.) che di pesci ossei; tra marine, come Cymodocea nodosa, possono formare topograficamente, dal pre-coralligeno. Quest’ultimo Asteroidi, Ofiuroidi e Echinoidi. questi ultimi alcuni dei rappresentanti più caratteristici vaste praterie nel Mediterraneo, ma non raggiungono si distingue per la mancanza di una significativa dei mari intorno all’ecoregione sono: il tonno Thunnus I crostacei compaiono nei fondi mobili con numerose l’importanza della Posidonia oceanica. bioconcrezione e di alcune importanti specie chiave, e thynnus, la ricciola Seriola dumerilii, la palamita Sarda specie, tra cui i più noti anche perché ampiamente ospita specie sciafile, molte delle quali in comune con il I fondi duri sarda, lo sgombro Scomber scomber, il pesce spada sfruttati come risorsa dall’uomo, sono i decapodi. coralligeno. Tra la numerosa fauna vagile che predilige Xiphias gladius, il merluzzo o nasello Merluccius I fondali rocciosi costituiscono solo una sottile cornice i popolamenti pre-coralligeni, pur senza esserne merluccius, il barracuda Sphyraena barracuda. Infine tra i pesci dei fondi mobili, i più tipici sono attorno alle isole e lungo le coste alte, mentre la esclusiva, si possono menzionare l’aragosta Palinurus i Pleuronettiformi, tra cui nei mari che circondano maggior parte della piattaforma costiera è occupata da elephas e la murena Murena melena. Nel mare che circonda l’Ecoregione Mediterraneo l’ecoregione troviamo il rombo Psetta maxima, la fondi mobili. Questi substrati duri sono quindi ponti che Centrale vivono quattro specie di tartarughe marine, di sogliola Solea vulgaris e la passera di mare Platichtys permettono la dispersione della fauna. Una specie che frequenta il coralligeno è la cernia cui la più abbondante risulta essere la tartaruga marina bruna Epinephelus marginatus, diventata piuttosto comune Caretta caretta. rara e localizzata in tutto il Mediterraneo a causa dell’eccessivo prelievo. Assai rilevante nei mari che circondano l’ecoregione è la presenza di cetacei, tanto che quasi tutto il Mar Ligure Infine un aspetto ancora poco noto è rappresentato è stato istituito a “santuario dei cetacei”. Oltre al delfino dalle formazioni coralligene presenti oltre gli comune Delphinus delphis, tursiope Tursiops truncatus 800-1.000 m di profondità. Queste zone sembrano e stenella Stenella coeruleoalba, questi mari ospitano la svolgere un ruolo rilevante per la biodiversità e balenottera comune Balaenoptera physalus, il grampo produttività del Mediterraneo. Questi ambienti profondi, Grampus griseus, il globicefalo Globicephala melaena, una volta considerati privi di vita, sono oggi riconosciuti lo zifio Zyphius cavirostris e il capodoglio Physeter come ecosistemi ricchi di biodiversità e in grado di catodon. sostenere catene trofiche uniche. Ricerche pionieristiche svolte nell’Oceano Pacifico e Atlantico agli inizi degli Un’altra area che recentemente è stata individuata per anni ‘70 rivelarono la presenza di ecosistemi abissali la presenza di grandi cetacei è la zona delle Pelagie- basati sulla produzione primaria chemio-sintetica legata Canale di Sicilia. Qui le balene sono state osservate alle sorgenti idrotermali di profondità. Questi ambienti

mentre si nutrivano in superficie di una specie di krill isotti r. / / sono divenuti oggi l’ultima frontiera per lo sfruttamento tipica delle acque poco profonde. Nel marzo 2006 è dell’industria ittica mondiale. stato osservato un esemplare di balenottera comune homo ambiens homo

lungo 24 m con un piccolo di pochi mesi al fianco. © 6. Contesto socio-economico dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale © wwf-canon / m. gunther m. / wwf-canon ©

68 69

Il processo di Conservazione Ecoregionale della Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Molise, Puglia, Biodiversità e dinamiche Quasi il 70% del territorio italiano ricade nell’Ecoregione biodiversità prevede di considerare la realtà nel suo Calabria, Sicilia, Sardegna e le isole minori, più Corsica e socio-economiche: Mediterraneo Centrale, per un’estensione di quasi 21 insieme, permettendo di coglierne così la complessità le isole Maltesi. Veneto e Friuli Venezia Giulia sono state la rilevanza del territorio milioni di ettari, sommando anche la Corsica e le Isole che contraddistingue l’età contemporanea, nelle sue considerate per le valutazioni relative alla pesca. Maltesi si raggiungono i 21.794.798 ha. L’ecoregione molteplici reti e relazioni costitutive. La conservazione Le cause di diminuzione della biodiversità sono include poco più della metà del totale dei comuni Le fonti di dati sono costituite dai documenti di della biodiversità, infatti, non può essere perseguita molteplici e spesso dipendono da una complessa italiani (4.136 su 8.101) che ricadono per la maggior riferimento elaborati dal WWF Internazionale, le senza considerare i processi culturali, sociali ed sinergia di fattori antropici e naturali agenti a varie parte in ambito collinare (poco più di 2000) e montano valutazioni intermedie dei POR (2003), i dati Istat economici che, da un lato, si basano sui di essa e scale. D’altra parte, vi sono innumerevoli interazioni (1195 comuni) mentre una percentuale ridotta interessa relativi ai censimenti più recenti (in particolare 2001 che, dall’altro, la “costruiscono” e ne permettono il biunivoche e, peraltro, di segno spesso controverso tra substrati pianeggianti. per la popolazione e l’industria; 2000 per l’agricoltura), mantenimento per le generazioni future. le risorse naturali (es. suolo, acqua, aria), la biodiversità i vari documenti relativi all’inquadramento di settori Tali caratteristiche mettono in evidenza la rilevante a livello genetico, specifico ed ecosistemico (es. specifici della realtà socio-economica elaborati da attenzione che nelle politiche territoriali e di protezione La metodologia standard prevede l’elaborazione del funzionalità) e la gestione/convivenza antropica di tali enti e istituzioni competenti (Bankitalia, Inea, Ministero della biodiversità devono assumere gli aspetti legati cosiddetto Rapid socio-economic Assessment risorse. Nella letteratura internazionale sono presenti delle Politiche Agricole e Forestali, Apat, Legambiente- alla particolarità degli ambiti montani e collinari: finalizzato a individuare le dinamiche socio-economiche numerosi studi volti all’individuazione di specifici fattori Ambiente Italia, ecc). le caratteristiche peculiari della dinamica socio- più rilevanti che interessano il territorio dell’ecoregione, socio-economici suscettibili di impatto sull’ambiente, demografica (spopolamento, invecchiamento della per prevederne in seguito gli effetti (positivi e negativi) Sono stati analizzati gli indicatori economici tradizionali tramite l’elaborazione di sistemi di indicatori variamente popolazione, abbandono), economica (settore primario che queste possono comportare rispetto alla (Pil e Valore aggiunto) e quelli più complessi ma composti. Le ricerche elaborate con particolare e turismo) e ambientale (dissesto idrogeologico, conservazione della biodiversità. maggiormente indicativi (indicatore di benessere e attenzione al tema della biodiversità, invece, risultano cambiamenti climatici, utilizzo sostenibile delle risorse). di povertà). È stata inoltre condotta l’analisi dei dati meno diffuse, costituendo così un’interessante In questo capitolo si presenta un quadro della realtà (alla scala regionale e provinciale) relativi ai settori del frontiera di ricerca. Tra queste lo studio del 2003 di socio-economica attuale dell’Ecoregione Mediterraneo Primario (agricoltura e attività agro-silvo-pastorali, Bunning e Lane porta a sintetizzare quali pressioni sulla Centrale che purtroppo non costituisce un’unità L’uso del suolo: primo fattore caccia), del Secondario (industria in particolare biodiversità più importanti: il cambiamento dell’uso amministrativa o geografica tradizionale e pertanto non condizionante per la biodiversità riguardo a stabilimenti industriali a rischio di incidente del suolo, l’inquinamento in generale, il cambiamento sono disponibili in letteratura studi a carattere socio- rilevante e ai siti contaminati, le attività estrattive, la climatico e l’invasione delle specie alloctone. Le economico su tale scala. I fattori socio-economici che costituiscono potenziali produzione di energia), del Terziario (in particolare ricerche sono comunque state realizzate soprattutto drivers di impatto (positivo e negativo) sulla biodiversità Sono stati quindi elaborati dati del complesso dei territori il turismo), i trasporti e le infrastrutture viarie e la a livello metodologico e applicate alla scala globale, sono molteplici. Da numerosi studi emerge che il delle regioni: Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, produzione e la gestione dei rifiuti. mentre sono rare quelle realizzate alla scala locale. fattore principale condizionante la biodiversità, dati i suoi caratteri distributivi, è rappresentato dall’uso del suolo, in considerazione delle potenzialità di impermeabilizzazione, di artificializzazione, di frammentazione e di inquinamento.

Secondo una recente indagine Eurostat, il 7% del territorio italiano, pari a circa 2,1 milioni di ettari, è interessato da artificializzazione, in termini di cementificazione. Ciò significa in particolare per la biodiversità la trasformazione di una risorsa rinnovabile quale quella del suolo in una risorsa non rinnovabile. Infatti, tale percentuale di territorio è interessato da insediamenti, abitazioni, impianti, costruzioni, strade e daga . . c ferrovie. In generale, il totale della superficie agricola

wwf / / wwf risulta in forte diminuzione: i dati relativi ai censimenti Istat e disponibili presso il Corpo Forestale dello Stato © wwf-canon / c. doole c. / wwf-canon © © archivio archivio © registrano una riduzione del 22% in un decennio 70 CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DE LL’ECO REGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 71

(1990-2000), maggiore di 3 punti percentuali di quella radici storiche e quindi di particolare “sapienza”, habitat semi-naturali. La discussione qui esposta L’agricoltura riscontrata considerando l’intero territorio nazionale potrebbero rappresentare dei riferimenti importanti dunque non deve essere interpretata come semplice (-19%). Lazio, Puglia, Emilia Romagna, Sicilia, Toscana per la rifunzionalizzazione sostenibile di alcuni ambiti analisi dei fattori di minaccia per la biodiversità, ma Le attività agricole e silvo-pastorali rappresentano le e Sardegna risultano le regioni ove la superficie agricola territoriali. Tali superfici potrebbero essere stimate, bensì come chiavi di lettura dell’evoluzione di un prime, e nel passato anche le più rilevanti, pratiche e forestale supera il milione di ettari. Analizzando i dati mediamente, in circa 500 ha di terra boschiva e contesto più generale. umane che hanno prodotto profonde trasformazioni disponibili alla scala regionale per quanto riguarda pastorale per comune, per un totale del territorio dell’ambiente. Esse sono state anche interpretate, Analizzando i dati demografici, la popolazione nel l’uso del suolo, emerge come Molise e Basilicata nazionale maggiore di 5 milioni di ettari. spesso, quali principali fattori di degrado e di estinzione contesto ecoregionale fa registrare una crescita inferiore rappresentino le regioni percentualmente meno della biodiversità, soprattutto con l’avvento della Altro fattore rilevante che ha comportato rispetto a quella nazionale (1,7%), passando da interessate dalla presenza di aree artificiali. La Liguria meccanizzazione e dell’agricoltura intensiva. Più l’artificializzazione e l’estinzione degli habitat, 36.820.274 nel 1982 a 37.445.644 nel 2004 (65% della presenta invece nel panorama ecoregionale la maggior recentemente il rapporto tra agricoltura e ambiente contribuendo in particolar modo alla loro popolazione nazionale). Il saldo positivo è soprattutto percentuale di aree boschive e semi-naturali mentre fa si è orientato in Europa verso un parziale riequilibrio. frammentazione, è rappresentato dall’aumento delle dovuto al contributo comportato dall’immigrazione. registrare i più bassi valori di territorio dedicato a uso Il settore agricolo, infatti, sta vivendo una fase di infrastrutture viarie, in particolare delle autostrade. Uno agricolo. La Puglia, specularmente alla Liguria, presenta Considerando la densità della popolazione si nota che trasformazione strutturale a livello europeo e mondiale. degli indicatori più utili per valutare l’impatto almeno a la percentuale di territorio regionale interessata da aree la media risulta inferiore alla media nazionale (179,21 In Italia secondo il più recente censimento Istat (2000) livello indicativo delle infrastrutture di comunicazione agricole più elevata e la più ridotta di aree boschive e ab/kmq e 192,11 ab/kmq). Per quanto riguarda la sono state registrate più di 2.000.000 di aziende è rappresentato dalla cosiddetta densità delle stesse semi-naturali, segnalando la particolare predisposizione localizzazione della popolazione e la sua dislocazione agricole (2.594.825), delle quali quasi i 2/3 ricadono (lunghezza in metri delle infrastrutture rapportata agli all’erosione e alla desertificazione di tale regione. negli ultimi anni emergono in Italia evoluzioni che nell’ambito ecoregionale. La superficie agricola rilevata ettari di superficie, nell’ecoregione l’indicatore risulta di riflettono trend di lungo periodo, ossia quelli della alla scala ecoregionale contribuisce per più del 70% Per quanto riguarda la tipologia prevalente di aree poco inferiore alla media nazionale (6,3 m/ha contro 6,6 sempre maggiore urbanizzazione delle società e della ai valori di SAT (Superficie Agricola Totale) e di SAU agricole, la Basilicata e l’Emilia Romagna si distinguono m/ha) mentre per quanto riguarda la densità relativa alle concentrazione sulle coste. Entrambi tali movimenti (Superficie Agricola Utilizzata) nazionali. Il rapporto in particolare per presentare la più consistente superfici protette, il dato medio risulta superiore rispetto comportano evidenti problemi per la biodiversità, anche SAU/SAT ammonta al 69,2%, maggiore di circa due percentuale di superficie coltivata a seminativi e la al dato nazionale (3,6 m/ha contro 3,1 m/ha). se di natura e in misura diverse. punti percentuali rispetto al dato nazionale. Portando più ridotta di colture permanenti, per la maggior parte l’analisi alla scala regionale, in Sicilia, Puglia, Campania rappresentate da colture legnose. La Liguria, invece, e Lazio si registra più della metà delle aziende agricole presenta le più alte percentuali di suolo interessate La popolazione dell’ambito ecoregionale (55%), mentre Liguria e da colture permanenti e da zone agricole eterogenee. L’aspetto demografico rappresenta una delle Molise (soprattutto in ragione delle relative ridotte Queste ultime, invece, risultano particolarmente ridotte caratteristiche più importanti nella definizione di un dimensioni) interessano circa il 3% delle aziende. In in Calabria, dato che denota una bassa biodiversità quadro socio-economico. Secondo una visione forse Italia, la superficie agricola disponibile per abitante è di dell’ambiente rurale. troppo semplicistica, l’entità stessa della popolazione 0,23 ha mentre quella riferita al territorio ecoregionale Assumendo una prospettiva diacronica, emerge come costituisce una delle minacce più rilevanti per risulta superiore (0,26). Tali valori si mantengono l’artificializzazione sia andata sempre aumentando dal l’ambiente, tuttavia ragionando su scala internazionale e comunque significativamente al di sotto della media di dopoguerra a oggi. In particolare, l’entità del costruito in termini di disponibilità di risorse pro capite, lo stile di tale indicatore registrato nell’Unione Europea. Occorre può essere in parte desunto dai dati relativi agli edifici, vita delle comunità è molto più significativo in qualità di però considerare che la complessità geografica per la prima volta censiti dall’Istat nel 2001, che fattore di minaccia per la conservazione della natura e il dell’Italia insieme alla densità della popolazione sono nell’ecoregione ammontano a 7.544.402 edifici, di cui il prelievo di risorse. da considerarsi fattori che parzialmente spiegano tale 6,15% non è utilizzato. realtà agricola nel panorama europeo. In ambienti anticamente e profondamente antropizzati In generale si è assistito a una forte urbanizzazione della come quelli oggetto d’indagine, l’evoluzione della L’analisi diacronica dell’evoluzione della SAU (1992- popolazione e conseguentemente all’espasione della biodiversità risulta strettamente connessa con 2002) rende manifesta una diminuzione del 10,8% cementificazione non solo delle cinture periurbane delle le pratiche umane con le quali essa ha intessuto in Italia, valore più elevato della media UE a (15%), grandi e medie metropoli ma anche della campagna un rapporto biunivoco, anche positivo. Occorre comportando una perdita netta di diversità degli agro- 1 diffusa. Tale fenomeno si è verificato in tutte le inoltre sottolineare che in territori caratterizzati dallo ecosistemi . regioni, con intensità diversa laddove gli strumenti di spopolamento come la maggior parte degli ambiti pianificazione si sono dimostrati più o meno capaci di montani europei la diminuzione della popolazione, mantenersi coerenti ai propri fini. Tutto ciò è avvenuto sebbene abbia contribuito a una maggiore estensione 1 Prima della Seconda Guerra Mondiale in Italia venivano coltivate 400 ovviamente a scapito delle superfici agro-forestali, della componente boschiva, rappresenta nel varietà di grano; oggi ne restano solo 205. Di 40 varietà di crucifere,

porzioni delle quali erano proprietà collettive che ne quadro attuale un fattore di degrado culturale, depraz solo 5 sono oggetto di coltivazione, mentre l’80% delle mele prodotte appartiene a 3 cultivar. Per quanto riguarda gli animali domestici gestivano i cosiddetti usi civici. Tale peculiarità nella sociale ed economico ma può anche portare a una la situazione è ancora peggiore. Di 30 varietà di bovini, 8 sono sostanziale riduzione della biodiversità, in termini di rappresentate da popolazioni in via di estinzione che contano meno di gestione del territorio non ha mai ricevuto la corretta 350 capi ciascuna, mentre il grosso dello stock nazionale di bovini è © wwf-canon / m. m. / wwf-canon © attenzione dallo Stato e dalle Regioni quando, avendo omogeneizzazione del paesaggio e diminuzione di costituito solo da 3 razze cosmopolite: la frisona, la bruna e l’italiana. 72 CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DE LL’ECO REGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 73

In anni recenti è stata rilevata una crescita significativa Uno degli impatti più rilevanti dell’agricoltura agli habitat. Il primo tipo di minaccia, in particolare, ambientali e di conservazione delle risorse biologiche della dimensione media aziendale, alla quale ha attualmente è da ascriversi al diffuso utilizzo di sostanze è riconducibile all’utilizzazione di attrezzi da pesca nonché nelle politiche alimentari di tutti i paesi corrisposto il decremento del numero di aziende di sintesi per aumentare la produttività del settore. non selettivi, nonché al sovrasfruttamento delle mediterranei. con meno di 20 ha di SAU, in quanto probabilmente Tale utilizzo si è evoluto parallelamente al progresso specie commerciali. Va comunque precisato che uno Le capacità produttive e la biodiversità degli ecosistemi l’aumento delle superfici medie aziendali derivano tecnologico ed è stato particolarmente sviluppato a sfruttamento sostenibile degli stock ittici commerciali devono essere mantenute a un livello elevato e non soprattutto dall’accorpamento di piccole aziende. partire dal Secondo Dopoguerra. non significa necessariamente la salvaguardia della sacrificate in favore di interessi a breve termine; solo È importante notare che la riduzione più significativa biodiversità in senso lato e, pertanto, misure di Data l’importanza di tale settore, l’Istat rileva tramite un il giusto equilibrio tra la flotta operante e le risorse ha interessato le aziende con meno di 2 ha di SAU, conservazione ambientale saranno sempre necessarie. censimento annuale la distribuzione a uso agricolo dei disponibili può garantire la stabilità economica del mentre l’incremento maggiore si è registrato per le fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari. L’analisi diacronica I dati Istat disponibili riguardanti l’attività di pesca, riferiti settore e mantenere l’occupazione delle zone costiere. aziende con 50 ha e oltre. Se risulta evidente che di tale dato nel periodo 1999-2002 fa emergere una al 2004, indicano che attualmente in Italia le attività di le aziende di piccole dimensioni hanno un ruolo distribuzione di fertilizzanti sostanzialmente stabile Pesca, piscicoltura e servizi connessi rappresentano lo limitato nella composizione del valore economico per i concimi e i correttivi, mentre un lieve aumento 0,1% del valore aggiunto nazionale e il 3,2% del settore Il turismo dell’agricoltura, la relativa riduzione rappresenta degli ammendanti. Per quanto riguarda i prodotti primario produttore di biomasse (agricoltura, silvicoltura inevitabilmente un fattore negativo perché diminuisce Allo stato attuale emerge una sostanziale carenza di fitosanitari (erbicidi, fungicidi, insetticidi, acaricidi e e pesca). La produzione ittica dell’Italia riferita al 2004 il presidio del territorio, il valore culturale, turistico valori di riferimento capaci di informare sulle capacità vari altri) i dati sono relativi ai quantitativi immessi sul è di 384 mila tonnellate derivante per la maggior parte e quindi anche economico e di norma contribuisce di carico dei singoli ecosistemi e di indicatori specifici mercato e quindi derivanti dalla vendita e non dall’uso dalla pesca nel Mediterraneo (63%) e dall’acquacoltura all’intensificazione dell’agricoltura. La stessa dinamica relativi all’impatto del turismo, risulta quindi arduo effettivo. Nel periodo 1997-2003 si evidenzia che nel (31%). Seguono la pesca in acque oceaniche (5%) e la si può rilevare per quanto riguarda il comparto quantificare gli impatti economici, sociali e ambientali complesso sono diminuiti del 5,4%, calo rilevato in pesca nei laghi e bacini artificiali (1%). zootecnico che in Italia è stato interessato nel corso tutte le categorie tranne in quella degli erbicidi che di tale importante settore. L’Italia si situa al primo posto degli anni ’90 da un processo di trasformazione Il sistema di pesca più diffuso è rappresentato dalla risulta in crescita (+5,8%). Emergono alcuni dati positivi, nella Comunità Europea per il numero degli esercizi incentrato sulla concentrazione dei capi allevati in un piccola pesca (60% delle unità); questo tipo di pesca, risultato dell’applicazione delle misure agro-ambientali ricettivi, con il 30,8% del totale e al secondo posto minor numero di aziende e sulla specializzazione. di tipo artigianale esercita la propria attività con comunitarie e nazionali: sono aumentati i prodotti di come numero di posti letto. imbarcazioni di piccole dimensioni e viene effettuata Nel 2003 le colture prevalenti risultano i seminativi, origine biologica, che rimangono comunque marginali e Osservando il dato diacronico (1990-2003) in Italia si per lo più in zone costiere. Per questa ragione risente interessando più della metà della SAT e della SAU in si è ridotta la tossicità dei prodotti sia in valore assoluto registra una flessione per quanto riguarda il numero in maniera particolare della eccessiva antropizzazione entrambi i casi. “I seminativi, coltivati su circa 7,3 milioni che in percentuale (sebbene siano cresciuti sia i principi di strutture mentre un aumento del 15,6% dei posti della fascia costiera entrando in competizione con di ettari di superficie, sono complessivamente diminuiti attivi contenuti nei prodotti sia la concentrazione dei letto. In tale confronto di lungo periodo, inoltre, si tutte le varie attività che in essa si svolgono (es. pesca del 9,7% rispetto al 1990, registrando un forte calo nel prodotti fitosanitari, 4,12%). osserva una diminuzione significativa degli esercizi sportiva). Nel 2004 si è registrata una riduzione della Sud (-16%)”. alberghieri (-7,8%) rispetto a un notevole aumento Anche il settore dell’economia forestale ha subito una flotta rispetto all’anno precedente: il numero di battelli delle strutture complementari (230%). Tale dato La tipologia più numerosa di aziende è costituita da forte contrazione, marginalizzando la sua importanza ha subito una variazione di -4,7%, il tonnellaggio di è generato dalle nuove normative regionali che quelle con attività per autoconsumo e mercato, che nel quadro italiano. Negli ultimi trent’anni la produzione -3,2% e la potenza motore di -3,3%. hanno permesso il riconoscimento di strutture che raggiungono circa 750.000 unità (40,7%) e sono diffuse di legno è calata dai 13 milioni di mc l’anno a meno di Confrontando i dati relativi al 2004 con quelli dell’anno precedentemente non venivano inserite nelle indagini soprattutto in collina. 8 milioni. Negli anni ‘50 l’Italia era autosufficiente per precedente si nota una riduzione non solo della flotta il 60% del legno impiegato dall’industria mentre oggi, sia per la diffusione di forme alternative di ricettività ma anche della produzione ittica ad indicare un generale L’agricoltura, nel quadro dell’economia italiana anche in seguito a un forte sviluppo dell’industria del rispetto a quella alberghiera. Per quanto riguarda gli ridimensionamento dello sforzo di pesca nonostante contribuisce in modo ridotto all’ammontare del PIL mobile e per gli effetti indotti dalla globalizzazione dei esercizi complementari interessa per la nostra analisi un notevole aumento della domanda con conseguente e del valore aggiunto, anche se è stato sottolineato mercati, il legno nazionale contribuisce solo per il 17%. la crescita nel periodo 2000-2003 degli alloggi agro- come in particolare per quest’ultimo nel 2004 il aumento delle importazioni di prodotti dall’estero. turistici del 39% in termini di esercizi e del 43,9% di settore agricolo ha fatto registare una crescita, in Le ragioni di tali riduzioni sono prevalentemente posti letto. particolare nelle regioni del Centro e del Sud, rispetto rappresentate dal generale impoverimento delle risorse La Pesca La distribuzione degli esercizi ricettivi, sia alberghieri a quanto avvenuto per altri settori. Gli scambi agro- naturali e dalle conseguenti politiche comunitarie volte a sia complementari, per area geografica mostra un alimentari risultano dominati dai prodotti dell’industria La pesca è un’attività di prelievo che attualmente contenere tale fenomeno. aumento nel 2003 rispetto all’anno precedente nell’area di trasformazione, evidenziando il ruolo di paese esercita un rilevante impatto sugli ecosistemi marini. La situazione generale italiana indica, quindi, una sud e nelle isole. Dato interessante per comprendere trasformatore dell’Italia. Tale pressione si ripercuote non solo sugli stock chiara contrazione in atto della produzione ittica, il carico turistico sul territorio e quindi anche sulla commerciali, ma anche su uccelli, mammiferi, rettili e su Portando l’analisi alla scala ecoregionale e regionale, della flotta navale e dell’occupazione da inquadrare biodiversità è quello relativo alla “densità turistica” moltissimi altri organismi marini. inoltre, dieci regioni amministrative presentano un nel contesto delle nuove politiche comunitarie volte a (calcolata rapportando il numero di posti letto nelle contributo al valore aggiunto totale derivante da I principali impatti ambientali derivanti dall’attività di limitare lo sforzo di pesca. L’importanza della pesca strutture alberghiere alle rispettive popolazioni residenti). “agricoltura, silvicoltura e pesca” più elevato rispetto pesca professionale possono essere classificati in nel Mediterraneo va ben oltre, infatti, il suo peso Nel panorama UE, l’Italia si situa al quinto posto con il alla media italiana. due gruppi: danni alla biodiversità specifica e danni economico: questa attività si integra nelle politiche valore dell’indicatore di 3,4%. 74 CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DE LL’ECO REGIONE MEDITERRANEO CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 75

In Italia il dato complessivo registrato per gli arrivi solo lo 0,8% di tali strutture rientra in quelle rilevate Corsica Le Isole Maltesi del 2004 è stato di 85,9 milioni per 344,9 milioni di dall’Istat e quindi rispondenti a normative regionali o pernottamenti, con una permanenza media di 4,2 giorni. nazionali. Si stima infatti che il movimento turistico La Corsica ricade all’interno dell’Ecoregione L’arcipelago Maltese è costituito da tre isole maggiori Il dato relativo alle presenze in rapporto al numero degli generato dalla case private risulta oltre due volte quella Mediterraneo Centrale in ragione delle caratteristiche Malta (245,7 kmq), Gozo (Ghawdex, 67,1 km2) e abitanti (indicatore particolarmente adeguato per fornire ufficiale con 729,2 milioni di presenze (stima per il 2003) fitogeografiche ed ecosistemiche del territorio. Comino (Kemmuna, 2,8 km22), e altre minori. un quadro del carico turistico soprattutto in rapporto rispetto a 344,4 ufficiali per un totale di 1.073,6 milioni. Essa, però, è stata considerata a parte rispetto La superficie totale è di 316 km2. Queste sono situate alla componente sociale della sostenibilità) è più elevata alla trattazione dei territori italiani in quanto i dati nel Mediterraneo centromeridionale, a 95 km dalla la Toscana, seguita dalla Liguria, dall’Emilia Romagna, In termini di introiti, il turismo sulle coste italiane disponibili risultano difficilmente omogenei con costa della Sicilia e a 290 km dal punto più vicino della dalle Marche, dall’Umbria e dalla Sardegna. contribuisce per il 60%, seguito a distanza dal quelli rilevati in Italia. Nel territorio corso (8.680 kmq) costa Nordafricana (Tunisia). L’arcipelago Maltese, turismo d’arte e di città (17%), dal turismo montano emergono le problematiche legate agli ambienti colonia britannica, è stata proclamata Repubblica nel Analizzando i flussi mensili, emerge come anche nel estivo (9,8%) e dal turismo montano invernale (3,8%) costieri, variamente caratterizzati in ragione delle 1974 mentre nel 2004 è entrato a far parte dell’Unione 2004 la connotazione principale del turismo italiano sia mentre in termini di presenze sulle coste italiane si diverse origini geomorfologiche (1.047 km) e a quelli Europea. quella stagionale, in particolare nei mesi estivi, ove si concentrano poco meno del 50% di quelle rilevate su montani. concentra la maggiore affluenza turistica (sia italiana Il territorio è suddiviso amministrativamente in 6 regioni scala nazionale. Tale comparto, però, presenta una che straniera, sebbene in quest’ultimo caso la finestra Nel 1999, la popolazione censita era di 260.196 (Gozo e Comino, Occidentale, Porto esterno, Porto serie di criticità, da un lato, relative ai peculiari impatti sia più ampia, ossia non solo agosto-luglio ma l’intero abitanti, più concentrata nel Dipartimento della interno, Settentrionale, Sudorientale; la capitale è concentrati in aree di ecotono, pertanto connotate da quadrimestre giugno-settembre). Haute Corse. Secondo i dati dell’ultimo censimento Valletta). particolare fragilità e, dall’altro, legate essenzialmente dell’agricoltura (1999-2000), in Corsica si registrano Tali dati relativi al turismo non sono però sufficienti al proprio sviluppo. Analizzando i dati relativi 3.576 aziende per una superficie totale di 156.000 La popolazione stimata nel 2004 è di 402.668 abitanti, per descrivere la complessità del turismo in quanto le all’urbanizzazione costiera, si nota come essa abbia ha. Negli ultimi vent’anni il numero delle aziende è per lo più concentrati nelle regioni di Porto esterno e statistiche ufficiali non tengono conto del comparto solo recentemente allentato la forte pressione in alcune diminuito sensibilmente mentre il decremento relativo di Porto interno. Essa non risulta significativamente rappresentato dagli appartamenti per vacanze, settore zone. I problemi più generali riguardano oggi anche la alla SAU è risultato più ridotto, denotando il fenomeno aumentata rispetto al 1995. La densità media della particolarmente sviluppato in Italia. Infatti risulta che balneabilità e l’erosione delle coste. di accorpamento delle aziende. La tipologia di attività popolazione è di 1.274 ab/km2, dato che rappresenta agricola prevalente in Corsica è quella zootecnica uno dei valori più alti al mondo e di gran lunga che interessa all’incirca il 60% delle aziende. Metà di maggiore della media europea (118 ab/km2). queste sono specializzate nell’allevamento estensivo Il territorio per lo più è montano con coste alte e di erbivori nei pascoli di cui è ricca la parte centrale articolate e il substrato è povero di materie prime. dell’isola. Un’altra attività caratteristica della Corsica è Per questi motivi l’economia è essenzialmente basata rappresentata dalla viticoltura. sul turismo che fa registrare più di 1 milione di ingressi Date le caratteristiche territoriali della Corsica un all’anno (2004). La cooperazione transfrontaliera tra settore particolarmente sviluppato dell’economia Italia e Malta è stata recentemente incentivata tramite si sostanzia nel turismo. In un ventennio, il numero bandi specifici, grazie anche al recente ingresso di turisti si è quadruplicato mentre le potenzialità nell’Unione Europea. di accoglienza dell’isola sono state contabilizzate Secondo il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente di Malta dall’ente statistico nazionale in 380.000 persone. i maggiori drivers socio-economici che influenzano La maggioranza delle presenze si concentra nelle lo stato dell’ambiente e della biodiversità sono residenze secondarie che nel 1999 erano 58.977. sostanziati nei cambiamenti degli stili di vita degli La pesca in Corsica non risulta particolarmente abitanti, nell’aumento eccessivo del parco auto e della sviluppata, al contrario dell’acquacoltura, avviata a crescente domanda in termini energetici. partire dagli anni ’60. Questa è divenuta la seconda attività esportatrice di prodotti agricoli della regione, dopo la viticoltura, tanto che la Corsica risulta la terza regione produttrice di pesci adulti nel panorama nazionale francese prodotti da colture marine. © wwf-canon / m. gunther m. / wwf-canon © 76 nella BiodiversityVision nelle politichesettorialidi di integrare gliobiettividi conservazione individuati specifica strategiapoliticoistituzionalecheconsenta finanziarie investite,madefinire ancheun alle competenzecoinvolte,risorseumanee di azione,inrelazione alle informazionidisponibili, definizione dellaBiodiversityVision edeidiversipiani appropriata dalpuntodivista tecnicoscientificoperla nonsignificasolodefinireesterno unametodologia Conservazione Ecoregionale allospecificocontesto Adattare lametodologiaper l Mediterraneo centrale. in Nepalè Ecoregionale nelbacinodelCongo,Mare diBering o e politicitraloro diversi.Attuare laConservazione i contestiambientali,ecologici,sociali,economici applicando lametodologiatenendoinconsiderazione della ConservazioneEcoregionale deveavvenire legati allabiologiadellaconservazione,l Pur restando fermiiriferimenticulturalieconcettuali 7

© wwf-canon / m. rautkari . politico eamministrativo Analisi delcontesto oggettivamentediversorispettoalleAlpioal ’ attuazione della ’ attuazio ’ opportuna e ne successive alla Biodiversity Vision. piani di azione previsti dalle fasi di sviluppo del processo di cui sarà opportuno tenere conto nella definizione dei Conservazione Ecoregionale per il Mediterraneo Centrale, condizioneranno inevitabilmente l per l L interessano la conservazione della biodiversità. diverse normative che direttamente o indirettamente competenze tra Ministeri e Regioni nella gestione delle dello Stato italiano e la conseguente ripartizione delle essenzialmente dall Ecoregionale nel Mediterraneo Centrale è determinata Malta), da ciò deriva che l termini di superficie, altri Stati (la Francia con la Corsica e essenzialmente l L istituzionali edamministrative. ogni singoloStatoenellesuediversearticolazioni

’ ’ analisi del contesto politico e amministrativo, svolto Ecoregione Mediterraneo Centrale, interessa ’ Italia, ha messo in evidenza alcuni aspetti che ’ Italia e solo marginalmente, almeno in ’ assetto istituzionale e amministrativo ’ attuazione della Conservazione ’ attuazione della

© wwf-canon / m. gunther 3. 2. 1.

facilmente inunaperdita dicompetitivitàsuimercati. e undiscreditopuòtradursi alivellointernazionale perdita d anche perconseguente trattati enormeinternazionali, negativi determinatidallamancataattuazionedi pubblici edèinaumentol essere deltuttoignorato da partedeidiversiEnti nonpuòcomunque assunto insedeinternazionale natura economicaofinanziaria.L nell non comportadellesanzionidirette edefficaci seilloroin sedeinternazionale mancatorispetto o decisoripoliticipergliimpegniformaliassunti considerazione dapartediAmministratoripubblici 2000, VAS, VIA,Direttiva AcquedellaUE).Scarsa o connesseallatuteladellabiodiversità(CBD,Natura eDirettiveinternazionali dell Mancataoinadeguataattua vengono condizionatidadiverseformedigestione. dei valorireali degliecosistemi ecomequestivalori sistema incuipesaanchelascarsaconoscenza naturali oicostidellaperdita dibiodiversità.Un benefici economicidellaconservazionedeisistemi distrugge, unsistemasucuipesal della biodiversitàescarsepenalizzazioniperchila si riscontrascarsaremunerazione perlatutela o dellaconservazionedegliecosistemi.Ingenerale, infatti fallimentarinellavalutazionedellabiodiversità territoriale. Imercati elepoliticheeconomichesono valorizzazione economicaeopportunitàdimarketing percepito essenzialmenteinfunzionediuna da politici,partisociali,societàcivile.Essoviene Ilvalore della dei diversi enti locali (come già accade per le le per accade già (come locali enti diversi dei parte da inapplicata generalmente resta sanzioni prevede non nazionale quadro normativa la Se amministrative. o penali sanzioni possibili le evitare per solo norme le applicano si nazionali, normative dalle o Direttive da imposti se essenzialmente programmi e piani definiscono Si biologica. diversità della gestione nella competenti pubblici Enti degli parte da burocratico eccessivamente Approccio ’ immediato, inparticolare con penalizzazionidi ’ immagine all ‘’ biodiversità ’ estero. Laperdita dicredibilità ’ attenzione versoglieffetti ’’ vienesottostimato ’ zione diConvenzioni Unione Europea relative ’ impegno formale ’ ignoranza dei 5. 4. una normativa viene percepita daAmministratori seimpostada priorità nelleagende deigoverni, La tuteladellabiodiversitànon è finalizzati allavalorizzazionedel patrimonionaturale. fuori bilancioordinario. Iprogetti sonoinprevalenza maggiore possibilitàdiattivare risorsefinanziarie conservazione vengonoindividuatiinrelazione alla bilancio ordinario degliEntipubblici.Gliobiettividi se disponibilirisorseeconomicheaggiuntiveal della biodiversitàèpossibile,prevalentemente, Larealizzazione diprogetti perlaconservazione valorizzazione economicadelpatrimonionaturale. generalmente ancoralagestionefinalizzataalla concertazione traStatoeRegionisullatutelaprevale materia dicompetenzaesclusivadelloStato.Nella del TitoloVdellaCostituzionesiarimastauna della diversitàbiologica,nonostantedopolariforma per tuttigliaspettiapplicatividellaconservazione parte delloStatoconleRegionieglialtriEntiLocali nell nel decentramentoamministrativo,comporta strumentale delprincipiodi che sideterminaconlasistematicainterpretazione non vienemaiesercitato. Ilconflittodicompetenze Enti localiinadempienti,seprevisto dallanorma, Ilpotere sostitutivodello Stato sulleRegionioaltri infrazioni e sanzioni europee. sanzioni e infrazioni delle minaccia la sotto casi, dei generalità nella operare, sembrano ma pro-attivo atteggiamento un hanno non regionali e nazionali politici decisori i caso questo in Anche ecologici. corridoi dei definizione nella che oltre gestione, di piani previsti nell che speciale protezione di zone delle e comunitario interesse di siti dei ultima definizione dell Direttive dalle previsto come 2000 Natura Rete la attuata viene cui con ritardo dal anche emerge biodiversità della valore al attenzione scarsa La internazionale). livello a discredito possibile un l anche meno l l con internazionali, Convenzioni ’ applicazione delle norme nazionali e regionali viene viene regionali e nazionali norme delle applicazione ’ ’ operatività unasistematicaconcertazioneda Unione Europea, Habitat ed Uccelli, sia nella nella sia Uccelli, ed Habitat Europea, Unione ’ incentivo dell incentivo ‘’ ’ impegno per evitare evitare per impegno sussidiarietà comunqueuna ’ aggravante che per per che aggravante ’’ ’

avvio dei dei avvio 77 78 ANALISI DEL CONTESTO POLITICO E AMMINISTRATIV O BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 79

e stakeholder essenzialmente come un vincolo, centralità della biodiversità nel valutare piani Se pertanto la materia della tutela dell’ambiente rimane dalla mancanza di una legge quadro di tutela della un limite alle attività antropiche ed economiche, programmi e progetti sono disattesi dalle pubbliche nelle competenze dello Stato, è vero anche che a biodiversità in tal senso non ha certo semplificato da compensare comunque sempre attraverso amministrazioni, peraltro non favorite da un seguito delle due leggi note come “Leggi Bassanini” le cose. Si considerano di seguito i dati rilevati sulle una possibile valorizzazione. I progetti non sono quadro legislativo che, dapprima, con la normativa e del successivo Decreto legislativo, una lunga lista di normative specifiche di tutela della biodiversità, in comunque funzionali ad una strategia nazionale, speciale sulle infrastrutture strategiche e, poi, funzioni e di compiti amministrativi anche nel campo particolare quelle relative alla tutela della flora e della regionale o di area vasta. con la Legge Delega Ambientale mirano più alla della tutela ambientale sono diventati comunque fauna e quelle relative alle aree protette, alla rete natura compatibilizzazione degli interventi che alla loro di competenza delle Regioni e degli enti locali. In 2000 e alla caccia. 6. L’attenzione del Governo centrale e delle Regioni reale valutazione nel quadro di una valutazione particolare il principio di fondo è che allo Stato, e appare concentrata sulla definizione e attuazione di comparativa delle soluzioni a minore impatto quindi al Ministero dell’Ambiente, rimangono i poteri piani e programmi di infrastrutturazione del Paese ambientale. riguardanti la fissazione dei principi generali e dei criteri e c’è il rischio concreto che la stessa pianificazione di base, mentre alle Regioni, e da queste agli enti locali, Tutela della fauna, flora e degli habitat territoriale, derivata dal nuovo Codice dei beni La biodiversità e il paesaggio deve essere un tema spetta il compito di programmare e gestire direttamente Ad oggi solo la Regione Toscana ha emanato una culturali e del paesaggio (Codice Urbani), più che trasversale nelle politiche di gestione del territorio. gli interventi sul territorio. normativa generale di tutela della biodiversità. Le altre concentrarsi sugli aspetti paesistici, naturalistici ed Purtroppo l’attuale struttura amministrativa degli enti Regioni hanno invece una serie di normative specifiche ambientali definisca le varie valenze e destinazioni è organizzata per settori spesso non comunicanti tra Risultano pertanto decisive le competenze delle Regioni per la tutela della flora, della fauna o degli habitat. In territoriali ancora una volta essenzialmente sulla loro. Questa inadeguatezza genera conflitti e rende nel campo della tutela della biodiversità, basti pensare particolare 5 Regioni (Abruzzo, Lazio, Liguria, Molise, centralità degli insediamenti e sulle servitù imposte difficile creare quelle sinergie di obiettivi e di risorse, alle Leggi ed ai provvedimenti regionali sulle aree Veneto) hanno leggi sulla tutela della fauna minore, dalle grandi reti infrastrutturali. indispensabili per una gestione sostenibile di un sistema protette, sulla caccia, sulla tutela della fauna e della 8 sulla tutela della fauna ittica (Abruzzo, Basilicata, ambientale complesso. flora, sulla gestione forestale, sulla difesa del suolo, ai 7. In questo quadro anche il rispetto delle regole provvedimenti di attuazione del D.P.R. 357/97, per non Calabria, Emilia, Liguria, Marche, Molise, Veneto), e delle procedure comunitarie sulla VAS e sulla dire degli atti di pianificazione territoriale ed urbanistica, 2 sulla tutela di specie faunistiche rare (Abruzzo e VIA e l’aggiornamento tecnico-disciplinare sulla anche alla luce del nuovo Codice dei beni culturali Molise). La normativa regionale e del paesaggio, che determineranno in maniera sulla tutela della biodiversità fondamentale il destino di buona parte delle risorse Nella redazione della Biodiversity Vision è sicuramente naturali del territorio dell’ecoregione. di grande importanza la ricognizione del quadro In questo quadro normativo è quindi di fondamentale normativo esistente nelle Regioni italiane in materia di importanza per l’attuazione della Conservazione tutela della biodiversità o comunque delle normative Ecoregionale, l’analisi del quadro normativo regionale di la cui applicazione ha conseguenza più o meno dirette contesto entro cui individuare e pianificare le strategie di sulla conservazione degli habitat e delle specie animali conservazione. e vegetali. L’analisi della normativa regionale svolta nell’ambito È necessario premettere che in Italia la ripartizione del processo di definizione della Biodiversity Vision di competenze legislative tra Stato e Regione è ha avuto come oggetto le leggi ed i decreti emanati stata recentemente rivista dalla legge costituzionale dalle Regioni italiane interessate dall’Ecoregione 3/2001, che ridisegna il Titolo V della Costituzione. Mediterraneo Centrale, nelle seguenti materie: Il nuovo Articolo 117 della Costituzione - così come acqua, aree protette, biodiversità, boschi e foreste, modificato dalla L. 3/2001 - ha mantenuto in capo caccia e pesca, cave e miniere, energia eolica, flora allo Stato la “legislazione esclusiva” in alcune materie e fauna, grotte, habitat naturali, opere pubbliche, ritenute di rilevanza nazionale o internazionale, tra le pianificazione paesaggistica, urbanistica, rete natura quali la “Tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei 2000, valutazione di impatto ambientale e valutazione beni culturali” (art. 117 Costituzione, comma II, lettera di incidenza. Sono state considerate quindi le 13 s). Inoltre, a seguito di questa importante riforma, la Regioni italiane dell’Ecoregione Mediterranea: Sicilia, Corte Costituzionale è tornata ad esprimersi sulla Sardegna, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, nozione giuridica di “tutela dell’ambiente”, stabilendo Molise, Marche, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, che questa non può ritenersi una singola “materia”, Liguria e Veneto. In totale sono state individuati 392 lipperi ma è da considerarsi un valore “trasversale”, chiaradia provvedimenti tra leggi e decreti. costituzionalmente protetto, in funzione del quale lo Stato può dettare standard di tutela uniformi sull’intero Il quadro che emerge dall’indagine è piuttosto

© archivio wwf / m. m. / wwf archivio © territorio nazionale. articolato e disomogeneo, determinato soprattutto o. / wwf archivio © 80 ANALISI DEL CONTESTO POLITICO E AMMINISTRATIV O BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 81

In materia di tutela della flora l’Abruzzo, la Campania, corrisponde spesso un’efficace e significativa tutela dei Rete Natura 2000 che hanno emanato appositi provvedimenti sono: la l’Emilia e la Liguria si sono dotate di specifiche valori di biodiversità. Basilicata, la Campania, l’Emilia Romagna, la Liguria, le normative, mentre Molise e Veneto hanno legiferato Il progetto Rete Natura 2000 nasce per essere un Marche, la Sardegna e il Veneto. L’attività delle Regioni, infatti, non appare ancora sulla tutela degli alberi monumentali. Dei 392 sistema coordinato e coerente di aree destinate alla convincente sotto il profilo della qualità delle gestioni né Quanto alla valutazione di incidenza, le regioni hanno provvedimenti esaminati solo 4 riportano nel titolo conservazione della diversità biologica presente sono sufficienti gli investimenti sino a ora effettuati per cominciato a recepirla nelle propria normativa sin il termine “biodiversità”: Questo dato è sicuramente nei territori dell’Unione e in particolare alla tutela creare un efficace ed efficiente sistema di aree protette, dal 1998. La prima Regione a citare la valutazione di indicativo di come la tutela della biodiversità stenti ad di una serie di habitat e specie animali e vegetali in grado di assicurare in via prioritaria la conservazione incidenza nella propria normativa è stata la Toscana. essere considerata come un obiettivo primario da parte appositamente individuati. della natura e delle sue risorse. Manca soprattutto una Le Regioni che applicano direttamente l’articolo 5 del dei legislatori regionali. La rete Natura 2000 nasce dall’applicazione della politica di sistema che coinvolga con un ruolo attivo gli Direttiva Uccelli (n. 79/409/CE) e della Direttiva DPR 357/97 sono l’Umbria, il Lazio, il Molise e la Sicilia. enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali in una Comunitaria Habitat (n. 92/43/CEE). Quest’ultima ha Vi è poi un altro gruppo di regioni formato da Marche, comune strategia con obiettivi condivisi per la tutela avuto la sua attuazione in Italia con un decreto che Sardegna e Campania che hanno inserito la valutazione Aree naturali protette della biodiversità. In particolare si rileva come molte affida alle Regioni e alle Province autonome il compito di incidenza negli atti che riguardano la VIA. L’Abruzzo, aree protette non abbiano ancora negli enti di gestione, Tutte le Regioni hanno recepito la Legge quadro di adottare le misure necessarie a salvaguardare e la Basilicata, la Calabria, la Liguria, la Puglia ed il direttori, personale, tabelle di perimetrazione, piano del sulle aree protette. Secondo l’elenco ufficiale delle tutelare i proposti siti di importanza comunitaria. In Veneto hanno normato con apposite delibere di giunta parco e piano economico sociale. A ciò si aggiungano aree naturali protette, in Italia sono istituiti 105 parchi particolare l’art. 4 affida alle Regioni il compito di regionale. L’Emilia Romagna infine ha disciplinato la fattori di crisi più strumentali come le perimetrazioni Regionali per un’estensione di 1.175.110 ha, 335 riserve assicurare per i siti opportune misure per evitare il materia con una recente legge regionale. ridotte per motivi speculativi, numerosi compromessi regionali per un’estensione di 214.221 ha e 141 altre degrado degli ambienti naturali, degli habitat di specie, con gli interessi privati. L’altro blocco di provvedimenti emanati dalle regioni aree protette regionali per un’estensione di 57.249 nonché la perturbazione delle specie per cui le zone in merito all’attuazione del DPR 357/97 riguardano ha. Ci troviamo di fronte sicuramente ad un buon Nel complesso, l’Emilia Romagna, la Sicilia, la Toscana, sono state designate, nonché di adottate le misure di le linee guida per la redazione di piani di gestione e risultato quantitativo, che certamente corrisponde alle le Marche e l’Abruzzo sono le Regioni che hanno conservazione necessarie che implicano all’occorrenza la regolamentazione sostenibile dei SIC e ZPS. In tal aspettative di tutela e valorizzazione di molte delle aree assegnato più fondi alle aree protette e con una discreta appropriati piani di gestione specifici o integrati ad altri senso hanno provveduto ad emanare provvedimenti prioritarie individuate per l’ecoregione, cui però non qualità della loro gestione. piani di sviluppo. amministrativi il Lazio, la Liguria, le Marche, la L’art.5, inoltre, impone per progetti o programmi Sardegna, la Sicilia, l’Umbria ed il Veneto. Tra questi che insistono nei siti, la valutazione di incidenza provvedimenti degno di particolare attenzione è la per individuare gli effetti che i piani o i progetti delibera del Lazio per l’approvazione delle linee guida possono avere sui siti tenuto conto degli obiettivi di per la redazione di piani di gestione dei SIC e ZPS, conservazione dei medesimi. Nel recepire il decreto per il modo puntuale e tempestivo con cui recepisce 357/97, le Regioni hanno preso sino a oggi iniziative in le Linee Guida per la gestione dei Siti Natura 2000 del modo settoriale procedendo quasi esclusivamente sulla Ministero dell’Ambiente. Particolarmente interessanti base di esigenze contingenti, prima fra tutte la necessità sono inoltre la già citata legge della Toscana e la di adottare la valutazione di incidenza, eccezione fatta recente legge dell’Emilia Romagna sulla disciplina della per la Toscana che si è dotata di un organico strumento formazione e della gestione del sistema regionale delle legislativo per la gestione complessiva del territorio ai aree naturali protette e dei siti della Rete Natura 2000, fini della conservazione della natura. che provvedono a disciplinare in modo organico i siti della Rete natura 2000 all’interno del sistema delle aree Ad oggi comunque tutte le Regioni hanno emanato protette regionali. proprie deliberazioni in applicazione della Direttiva Habitat e del D.P.R. 357/97. I provvedimenti intrapresi dalla amministrazioni riguardano per la maggior parte Attività venatoria la valutazione di incidenza, l’elenco ufficiale dei SIC e delle ZPS e, di recente, per alcune regioni, le prime Tutte le Regioni hanno emanato leggi in attuazione indicazioni riguardanti la pianificazione e la gestione della legge sul prelievo venatorio. Questa legge, dei siti. In particolare le Regioni che hanno definito il che ha segnato un importante punto di svolta nella

proprio elenco di SIC con legge sono il Lazio, l’Umbria regolamentazione dell’attività venatoria in Italia, bulgarini

. . e la Toscana, mentre la Basilicata, l’Emilia Romagna,

f attribuisce alle Regioni compiti e funzioni per la / / la Liguria, le Marche, la Sicilia ed il Veneto, hanno disciplina del prelievo venatorio, lasciando invece allo emanato apposite delibere di Giunta Regionale. Per Stato la definizione di standard di tutela nazionali per la archivio wwf archivio

© © quanto riguarda l’individuazione delle ZPS, le Regioni fauna selvatica. La legge, in generale, definisce i criteri 82 ANALISI DEL CONTESTO POLITICO E AMMINISTRATIV O BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 83

a cui si devono attenere le Regioni nell’approvazione apertura anticipata, in realtà, è stata spesso oggetto ungulati tutto l’anno, prolungamenti della stagione a fine territorio, la rete ecologica e tutti gli altri indirizzi di del calendario venatorio e fissa tassativamente i di ricorsi amministrativi da parte delle Associazioni febbraio, all’approvazione di provvedimenti in violazione governo. Dovrebbe essere questa la via maestra per un tempi, le specie, i mezzi e i modi per l’attuazione ambientaliste e i TAR hanno di sovente sospeso i delle regole sui richiami vivi, l’autorizzazione di caccia percorso atto a ridurre le conflittualità e a interiorizzare della caccia programmata. Non vi sono praticamente provvedimenti regionali in favore del rispetto della sulla neve ed altre pratiche illecite che hanno mostrato le istanze legate alla biodiversità. eccezioni a tali criteri tranne quelle, comunque previste normativa nazionale. una volontà ferma delle Regioni di voler tradurre in pura Un altro obiettivo da perseguire dovrà essere una dalla legge, che si riferiscono alla possibilità di “pre- “gestione” regionale quella attività che invece la legge maggiore integrazione, soprattutto nella fase di apertura” ai primi di settembre per alcune specie Si aggiunga a tale abitudine anche quella di voler nazionale chiama e riconosce come esercizio ricreativo pianificazione, tra le normative di conservazione della solo con un preventivo parere INFS, o nel caso della attuare annualmente le deroghe previste dalla direttiva che può essere fatto solo se sono garantite le misure natura, di difesa del suolo e di urbanistica; se risulta deroga prevista per il prelievo di alcune specie. Al di Uccelli con la previsione di poter prelevare specie di tutela della fauna selvatica nell’interesse nazionale e carente infatti la normativa di tutela della biodiversità, fuori di tali casi, si considera tassativo da parte delle di uccelli protetti con motivazioni non conformi internazionale. altrettanto carente è la sinergia e coerenza tra i diversi Regioni il rispetto completo della legge nazionale. a quanto prescritto dalla direttiva stessa, che, Negli ultimi 5 anni, poi, la situazione regionale si è strumenti di pianificazione generale e di settore Purtroppo però, negli anni questa chiara e definita comunque, impedisce di attuare le deroghe per soli tradotta in comportamenti ancora più “regionalistici” (Piani di inquadramento territoriale, Piani territoriali di disciplina è stata spesso disattesa dalle Regioni che si fini venatori. Anche in questo caso sono stati molti sulla base di un’interpretazione scorretta della riforma Coordinamento, Piani di bacino, Piani attività estrattive, sono comportate con una certa “autonomia”, in alcuni i ricorsi amministrativi. Tale comportamento che federalista dello Stato attuata con l’approvazione di un Piani di sviluppo rurale, Piani faunistico-venatori, Piani di casi anche violando i dettami nazionali e più spesso contrastava radicalmente con l’eccezionalità insita in nuovo Titolo V della Costituzione. Così molte regioni sviluppo regionali). tentando di raggirare i vincoli imposti per una corretta, un provvedimento di deroga, è diventato, soprattutto hanno sostenuto di poter “gestire” l’attività venatoria in È fondamentale invece che tale coordinamento sia e armonizzata, applicazione della normativa vigente sul in alcune regioni, un sistema per raggirare la lista delle piena autonomia dalla normativa nazionale ed hanno garantito e la tutela della biodiversità sia considerata territorio. Così ogni anno, dal 1992 in poi, la caccia si specie cacciabili ampliandola, il che ha provocato anche approvato leggi e calendari venatori in totale violazione come un obiettivo trasversale nei vari piani di settore. è aperta in molte regioni all’inizio di settembre, anche la condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia della legge nazionale. A porre un freno a tali misure è Anche in questo caso si citano due esperienze senza il parere dell’INFS, e ha di fatto costituito un europea per violazione della Direttiva Uccelli. A tali intervenuta la Corte Costituzionale che ha fissato nuovi significative come quelle della Regione Umbria e della prolungamento della stagione venatoria che invece, violazioni, aggiungiamo poi le “peculiarità” regionali principi riconoscendo che la tutela della fauna selvatica Regione Basilicata. La Regine Umbria, già nel suo Piano dal dettame normativo nazionale, dovrebbe andare tradottesi in apertura alla pratica dell’uccellagione spetta esclusivamente allo Stato. Urbanistico Territoriale fa riferimento ai siti SIC e ZPS e dalla terza settimana di settembre a fine gennaio. Tale (rientrante, tra l’altro tra i reati venatori), caccia agli riconosce alla biodiversità valore prioritario.

La Regione Basilicata con la disciplina della Biodiversità e governo del territorio pianificazione territoriale ed urbanistica, individua la In Italia manca una politica di sistema che possa compatibilità delle azioni dei piani con l’integrità fisica garantire una reale ed efficace conservazione e gestione e culturale dei luoghi e la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali. delle risorse e dei beni territoriali per garantirne la fruizione alla presenti e future generazioni. In tal senso è urgente una Legge quadro nazionale sulla Individua poi quale oggetto dei piani il sistema biodiversità che possa poi essere recepita dalla singole naturalistico-ambientale della regione costituito dal regioni in modo che queste possano organizzare in un territorio non interessato agli insediamenti ma con testo unico le varie normative sul tema e individuare questo interagente nei processi di trasformazione, quindi come obiettivo strategico la costruzione delle reti conservazione e riqualificazione territoriale. Nel ecologiche regionali. suddetto sistema naturalistico ambientale la legge Significative in tal senso le esperienze della Toscana prevede che debbano essere individuate le unità e dell’Emilia Romagna che provvedono a disciplinare geomorfologiche e paesaggistico ambientali, i corridoi in modo organico i siti della Rete natura 2000 e il di continuità ambientale, gli areali di valore, gli areali sistema delle aree protette regionali, che nell’insieme di frattura della continuità morfologico ambientale: in contribuiscono alla composizione delle reti ecologiche pratica gli elementi necessari per la realizzazione delle regionali. Anche le Marche e la Calabria hanno voluto reti ecologiche. impostare le linee guida per la realizzazione delle reti Tutte le Regioni, nel loro ruolo di soggetti preposti alla ecologiche con l’obiettivo di tutelare in maniera organica pianificazione del territorio, dovranno in prospettiva le risorse naturali regionali. individuare obiettivi ed interventi prioritari per la tutela bulgarini . . f La Regione Liguria attiverà in autunno un progetto / / della biodiversità, da perseguire ed attuare attraverso di rete ecologica come parte integrante del Piano politiche di sistema coerenti ed efficaci. In tal senso Territoriale Regionale, con l’evidente obiettivo di tentare

archivio wwf archivio il processo di Conservazione Ecoregionale potrà © © di integrare nello strumento regionale di governo del sicuramente offrire un valido e concreto contributo. 84 ANALISI DEL CONTESTO POLITICO E AMMINISTRATIV O BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 85

Da un punto di vista comunitario e mediterraneo Malta mammiferi terrestri, il coniglio selvatico autoctono è e culturale e l’identificazione dei mezzi per realizzarlo. Non vi sono quindi parchi nazionali sebbene vi sia da riveste un ruolo del tutto particolare in considerazione interessato da una legge che ne regolamenta il prelievo Attualmente tale quadro di riferimento è in corso di tempo un interesse dell’autorità centrale francese per della sua collocazione geografica e del suo essere da venatorio. revisione. A questo è strettamente legato il cosiddetto l’istituzione di un parco di tale categoria (da Piana a poco entrata nell’Unione Europea. Schéma d’aménagement, ossia il documento Calvi). Per quello che riguarda la flora, il patrimonio arboreo pianificatorio operativo che definisce i grandi assi di Come risultato dell’ingresso dell’Arcipelago Maltese è in gran parte protetto sia per quanto concerne A differenza dell’Italia, dove l’ambito “marino” è stato comunicazione dell’isola, le destinazioni d’uso, ecc. nell’Unione Europea, sono state recepite anche le specie sia rispetto agli esemplari vetusti. La separato da quello “costiero” o più generalmente tutte le Direttive di carattere ambientale così come stessa legge stabilisce anche una lista di specie Per quanto riguarda la gestione della biodiversità in terrestre, fatto che spesso è individuato come imposto dall’acquis communautaire; di conseguenza la aliene invasive che non possono essere propagate, Corsica, e quindi in Francia occorre fare riferimento a uno un punto di debolezza della politica nazionale, in legislazione ambientale è stata adeguata o è in corso di piantate o vendute nel territorio di Malta, ma che svariato numero di dettati legislativi diversi, sistematizzati Francia la protezione delle aree marine è conferita adeguamento per renderla omogenea rispetto a quella vengono attivamente estirpate a cura del Ministero nel recente Code de l’Environnement (2000) che cita tra prevalentemente a eventuali parchi, riserve e biotopi, degli altri Stati membri. dell’Ambiente. La flora è inoltre protetta da una i suoi Principi generali la “protection, la mise en valeur, non individuando così un regime giuridico distinto. Per la restauration, la remise en état et la gestion” delle La legislazione maltese sulla protezione della natura ha specifica legge che proibisce le attività potenzialmente la salvaguardia degli ambiti costieri (lacuali e marini) componenti naturali. piena applicazione in tutto il territorio sul quale vige la dannose per le numerose specie indicate negli allegati. dal 1975 è stato istituito un ente pubblico a livello nazionale organizzato in delegazioni, il Conservatoire de giurisdizione nazionale e rappresenta lo strumento legale Malta ha anche recepito sia la normativa internazionale La nuova codificazione, infatti, conferisce un significativo l’Espace du Littoral et des Rivages Lacustres (CELRL). più diretto e appropriato per la conservazione della locale che regola il commercio internazionale di flora e fauna ruolo all’azione di protezione e ai suoi corollari nel La missione di protezione e fruizione di tale istituzione biodiversità. (CITES) e sia la Convenzione sulla Biodiversità di “contribuire all’obiettivo dello sviluppo durevole che miri a soddisfare i bisogni dello sviluppo e della salute delle pubblica è definita nel Codice Rurale, prevedendo come Le più importanti leggi relative alla conservazione Rio de Janeiro. generazioni presenti senza compromettere la capacità strumento principale quello dell’acquisto/prelazione/ della natura sono la Legge per la Protezione La Corsica è la più importante isola francese. È delle generazioni future di rispondere ai loro”, ispirata espropriazione di terreni costieri per sottrarli soprattutto dell’Ambiente (Environment Protection Act) e la legge governata da una Regione autonoma. Tale situazione al principio di “precauzione”, di “azione preventiva e di ad interventi di urbanizzazione e per riqualificarli in vista per la Programmazione dello Sviluppo (Development politico-amministrativa non può essere equiparata alle correzione”, di “chi inquina paga” e di “partecipazione”. della fruizione del pubblico, grazie a fondi statali e a Planning Act). regioni autonome italiane in quanto la decentralizzazione contributi sia privati che pubblici. I siti interessano vari La regolamentazione dell’uso delle acque e la tutela della L’Environment Protection Act assegna al Ministero presenta caratteri diversi per quanto riguarda deleghe tipi di ambienti dotati sia di valenza naturalistica sia di relativa qualità è in Corsica di competenza dell’Agenzia dell’Ambiente la responsabilità e la possibilità di di poteri e risorse, configurandosi piuttosto come una quella storico-culturale. di Bacino Rodano-Mediterraneo-Corsica, uno dei sei promuovere leggi di tipo subordinato e sussidiario, ma deconcentrazione amministrativa. A livello locale, vi organismi creati a tale scopo nel 1964 e dipendenti dal Si segnala inoltre la cosiddetta legge Voynet che ha non rappresenta l’unico strumento di protezione della sono 2 dipartimenti, Département de Corse du Sud e Comitato nazionale dell’acqua. introdotto nuove configurazioni di associazioni territoriali natura nell’Arcipelago Maltese. Département Haute Corse (simili alle province italiane) (pays) per dare vita a collettività più ampie e quindi con che interessano nel complesso 360 comuni. A parte le riserve nazionali, la principale area protetta Filfla rappresenta l’isola dell’arcipelago sottoposta al maggiori disponibilità economiche se vincolate a progetti presente nell’isola appartiene alla categoria dei Parcs più rigoroso regime di conservazione, una legge del La Corsica è attualmente inserita nel quadro del processo di valorizzazione del patrimonio naturale in un’ottica di Naturels Régionaux de France, che si differenziano 1988 (Filfla Nature Riserve Act) ne dispone la protezione di decentramento intrapreso dallo Stato francese sviluppo sostenibile. rispetto alle aree protette regionali italiane. La peculiarità rigorosa e ne limita l’accesso, tutte le specie di flora (contratti Stato-Regioni, logica di progetto applicati ai più significativa è da ascriversi al legame specifico tra e fauna sono protette. Anche per l’Isola di Saint Paul territori, ecc) che deve confrontarsi anche con l’uscita Numerose province italiane hanno prodotto e stanno l’ente parco e un progetto di territorio, la cosiddetta (Selmunett) vigono restrizioni di accesso ed è vietata della regione dall’Obiettivo 1. producendo, all’interno dei PTCP, progetti di reti Charte, che viene valutato ogni dieci anni secondo gli qualsiasi forma di prelievo di flora e/o fauna, norme ecologiche, spesso indipendentemente da quanto L’economia della Corsica ha subito un reale obiettivi esplicitati che rispondono a volontà comuni analoghe vigono anche per la piccola isola di Fungus di prescrivono le leggi regionali, che tendono a inserire le tracollo, notato anche dall’evoluzione del parametro espresse dalle collettività locali coinvolte. Tale documento pertinenza dell’Isola di Gozo. norme di tutela derivanti da Natura 2000, entro la rete demografico, alla fine dell’Ottocento, in particolare in assume il valore di una sorta di impegno (contratto) con ecologica, in un percorso di integrazione. Malta ha recepito la Direttiva Uccelli e la Direttiva ragione di un forte esodo che ha colpito le aree interne lo Stato. La pratica contrattualistica della protezione Habitat, abrogando tra l’altro la precedente legislazione caratterizzate da un’agricoltura povera (produzione di della natura premia i comportamenti virtuosi nei confronti È importante infire ricordare l’importanza della in relazione alla protezione degli uccelli e avviando castagne) e dall’allevamento. La situazione è mutata della protezione dell’ambiente, scegliendo di non imporre collaborazione tra le Regioni italiane e la Corsica che il processo di individuazione di una lista di siti di in seguito al 1960 grazie al Piano governativo di nessun reale vincolo. Il Parc Naturel Régional de la Corse risulta molto consolidata: sono, infatti, molteplici i progetti importanza comunitaria. Anche la Direttiva comunitaria valorizzazione economica della Corsica promosso è stato istituito nel 1972 e rinnovato nel 1999, comprende Interreg inerenti all’ambiente che hanno interessato in quadro Acque è stata recepita. da due società miste (SOMIVAC e SETCO), tramite la 145 comuni (26.000 abitanti) per un’estensione particolare la Toscana e la Sardegna, con la quale è stato bonifica della piana orientale e la dotazione di capacità territoriale di 375.000 ha, a cavallo tra i due dipartimenti, avviato il progetto del Parco Marino internazionale delle I mammiferi marini sono tutelati in virtù della LN ricettive turistiche. interessando il 40% dell’intera isola. Bocche di Bonifacio. 203/2003, in particolar modo per quello che riguarda i cetacei e la foca monaca. Anche tutte le specie di Il Piano di Sviluppo della Corsica è stato adottato nel rettili terrestri e marini sono protetti, in particolare sono 1993 con la definizione di obiettivi a medio termine protetti i sauri endemici e le tartarughe marine. Fra i (prossimi 25 anni) sullo sviluppo economico, sociale 8. La policy per la isotti r. - cambone a. Conservazione Ecoregionale homo ambiens / / ambiens homo © ©

86 87

La Conservazione Ecoregionale è funzionale alla promuovere e privilegiare la realizzazione di azioni locali Strategia di policy per l’attuazione Garantire l’efficacia della gestione del sistema delle definizione di una strategia di medio e lungo periodo che contribuiscono attivamente al raggiungimento della Biodiversity Vision aree protette per il raggiungimento degli obiettivi per la conservazione della biodiversità, permettendo degli obiettivi strategici di conservazione della di conservazione della biodiversità dovrà essere di focalizzare gli interventi, di ottimizzare i risultati biodiversità, in modo anche da prevenire i rischi di Livello nazionale il riferimento obbligato e imprescindibile anche in relazione alle limitate risorse umane e finanziarie una possibile compromissione della funzionalità degli Per evitare che i risultati dell’applicazione della per la possibile e probabile futura revisione della disponibili. ecosistemi. L’approccio pro-attivo privilegia azioni ed Conservazione Ecoregionale siano limitati alla legge quadro sulle aree naturali protette. In questo interventi innovativi per la divulgazione e diffusione momento risulta però evidente l’esigenza di una Legge Presupposto indispensabile per l’attuazione della pubblicazione e presentazione della Biodiversity di buone pratiche, evitando le scelte che possono quadro sulla diversità biologica come indispensabile Conservazione Ecoregionale è il relativo interesse Vision, è indispensabile individuare un percorso determinare minacce insostenibili per la biodiversità con riferimento normativo per il finanziamento e degli interlocutori politico e amministrativi essenziale politico istituzionale che accrediti tali risultati come trasformazioni e utilizzo delle risorse non compatibili l’attuazione del piano nazionale, il coordinamento per il raggiungimento degli obiettivi strategici di contributi per la definizione del Piano Nazionale per la con la conservazione della biodiversità. dell’azione legislativa delle Regioni in materia di conservazione. Interesse che deve manifestarsi Diversità Biologica, in attuazione della Convenzione tutela e gestione della biodiversità, per assicurare attraverso la disponibilità a collaborare fattivamente a Presupposto indispensabile per ottenere una Internazionale sulla diversità biologica. L’assenza un indirizzo normativo comune per la definizione e piani definiti su area vasta. manifestazione d’interesse da parte di un di una strategia, piano o programma nazionale per la conservazione e l’uso durevole della diversità implementazione delle reti ecologiche e la corretta Dall’analisi del contesto politico risulta evidente amministratore pubblico o decisore politico per la biologica è una lacuna evidente, tangibile e attuazione delle direttive dell’Unione Europea. una sostanziale sottovalutazione del valore della Conservazione Ecoregionale è la volontà politica facilmente comunicabile e comprensibile anche ad un biodiversità e la mancanza di consapevolezza di definire e attuare una strategia, condivisa con pubblico generico. In tal senso i contenuti di questa dell’urgenza di predisporre strategie ed azioni altri soggetti istituzionali, sociali ed economici, per pubblicazione devono essere interpretati e accolti per “rallentarne in modo significativo la perdita la conservazione della biodiversità su aree vaste come “contributi per la redazione del Piano nazionale entro il 2010’’, un obiettivo che lo Stato italiano omogenee dal punto di vista ecologico. per la diversità biologica’’. - e di conseguenza le Regioni e gli enti locali - si è Un punto di debolezza sostanziale della Conservazione formalmente impegnato a perseguire con l’adesione al Ecoregionale rispetto alla possibilità di catturare La Biodiversity Vision fornisce, infatti, tutti gli elementi Countdown 2010 promosso dall’IUCN. l’attenzione di un amministratore pubblico è utili per una proposta di strategia nazionale, concreta È inoltre tangibile quotidianamente la difficoltà di rappresentato proprio dalla prospettiva temporale e operativa, individua aree prioritarie dove focalizzare collaborazione tra enti diversi che a vario titolo di medio e lungo periodo. È difficile ottenere il interventi ed elenca obiettivi di conservazione che condividono aspetti complementari del governo del coinvolgimento su un obiettivo della durata di 50 anni possono essere con facilità recepiti e istituzionalizati territorio. Nel definire una strategia politico istituzionale da parte di un amministratore pubblico che resta in in un primo piano d’azione per la biodiversità redatto funzionale all’attuazione della Conservazione carica in media 5 anni. Sarà pertanto necessario, dal Ministero dell’Ambiente, da attuare con adeguate Ecoregionale si dovranno pertanto individuare le accanto alla suggestione dello scenario di lungo risorse finanziarie, verificando le possibili fonti finanziarie opportune leve in grado di attivare un comune termine, declinare la strategia in obiettivi intermedi disponibili e rilanciando l’impegno a destinare almeno interesse alla collaborazione tra stakeholder per la compatibili con l’esercizio di un mandato. I piani il 10% delle risorse dei Fondi Strutturali dell’Unione definizione ed attuazione di strategie indispensabili per d’azione dovranno proporre quindi obiettivi operativi Europea per il periodo 2007-2013 a misure dirette di rendere praticabile e realistica la Biodiversity Vision. organizzati come passi successivi secondo un conservazione della biodiversità. programma pluriennale ben definito. La strategia Attuare la Conservazione Ecoregionale, secondo un La Conservazione Ecoregionale lascia anche spazio ecoregionale deve essere vista come il progetto approccio pro-attivo, significa individuare lo status della per la necessaria concertazione tra Stato, Regioni ed dell’edificio e i progetti come i mattoni. biodiversità dell’ecoregione, i livelli di tutela esistenti, enti locali nella definizione dei piani di azione operativi. le minacce e condividere con gli “attori” politici, sociali Un limite da considerare è che la Conservazione I piani di gestione e le attività di gestione, anche ed economici che operano sul territorio, una “visione” Ecoregionale è una metodologia ancora ordinaria, delle aree protette e dei siti Natura 2000 della biodiversità nel futuro. L’approccio pro-attivo sostanzialmente sconosciuta ad amministratori dovrebbero contribuire al mantenimento e recupero f. bulgarini f. richiede capacità di intervento ed interlocuzione nelle pubblici e decisori politici in quanto non esistono delle condizioni ecologiche ottimali per le aree / varie fasi di pianificazione e programmazione di area ancora esperienze che possono facilitare prioritarie, le zone umide d’interesse ecoregionale, i

vasta e di medio e lungo termine con l’intento di l’accreditamento della metodologia. sistemi dunali e le aree marine protette. wwf archivio © © 88 LA POLICY PER LA CONSERVAZIONE ECOREGIONALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 89

Livello regionale e provinciale che siano efficacemente gestite, complete e – sviluppo di una rete di monitoraggio della biodiversità a impatti sulla biodiversità e l’assunzione della centralità La Convenzione Internazionale sulla diversità biologica rappresentative da un punto di vista ecologico; livello interregionale e regionale, funzionale alla verifica del valore della biodiversità nella valutazione di prevede l’integrazione della conservazione e l’uso – promuovere la possibile funzione della Conservazione dell’efficacia dell’attuazione dei diversi piani di azione impatto ambientale dei progetti; durevole della diversità biologica nei piani settoriali o Ecoregionale per garantire un governo del territorio ecoregionali, con particolare riferimento alla valutazione – inclusione degli obiettivi di conservazione della intersettoriali pertinenti. Attraverso l’integrazione delle sostenibile, attraverso una adeguata condizione dell’efficacia di gestione della rete Natura 2000; biodiversità individuati dalla Biodiversity Vision nei reti ecologiche nelle normative regionali sul governo di protezione e gestione di aree importanti per la – realizzazione di una carta ecosistemica in grado di piani di azione per l’attuazione della “Convenzione del territorio, alcune regioni (ad esempio Umbria e conservazione della biodiversità non incluse nella rete mettere in relazione valori di biodiversità e attività degli Appennini” e altri Programmi nazionali e politiche Basilicata) hanno già attuato questo fondamentale Natura 2000; antropiche a livello interregionale e regionale, come di sistema. principio richiamato dalla Convenzione Internazionale. strumento in grado di facilitare scelte di governo del – individuare, sulla base dell’analisi dei valori e delle Gli strumenti utilizzabili per la promozione ed attuazione territorio che tengano conto in modo adeguato della Fondamentale risulterà l’integrazione degli obiettivi minacce, i possibili conflitti la cui gestione potrebbe della Conservazione Ecoregionale a livello nazionale e conservazione della biodiversità; di conservazione individuati nella Biodiversity Vision essere facilitata dall’attuazione della Conservazione regionale potranno essere: Ecoregionale; – sviluppo di modelli di reti ecologiche a livello nei diversi strumenti di governo del territorio previsti – la definizione di accordi di programma istituzionali interregionale, regionale e provinciali, funzionali agli dalle normative nazionali e regionali e nei nuovi piani – promuovere la definizione dei piani di azione tra Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio obiettivi di conservazione della biodiversità individuati paesaggistici previsti dal Codice dei beni culturali e del ecoregionali (per le singole aree prioritarie o per singoli con le regioni che condividono aree prioritarie dalla Biodiversity Vision. Fare assumere la scala paesaggio (noto anche come Codice Urbani) che per obiettivi di conservazione) come strumento funzionale individuate dalla Biodiversity Vision o sono interessate ecoregionale come riferimento per la definizione dei l’Italia rappresenta anche la norma di riferimento per alla individuazione di misure di compensazione efficaci a condividere la definizione di piani di azione modelli di reti ecologiche; l’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio. da attuare in caso di impatti inevitabili determinati da interregionali su singoli obiettivi di conservazione attività antropiche (in particolare per interventi nei siti – inclusione degli obiettivi di conservazione della individuati dalla Biodiversity Vision; Le aree prioritarie per la biodiversità dovrebbero essere della rete Natura 2000); biodiversità individuati dalla Biodiversity Vision nei individuate nell’ambito dei nuovi Piani Paesaggistici – la definizione di partenariati tra enti pubblici e – promuovere la definizione di proposte di progetti, diversi piani e programmi di settore a livello regionale Regionali, oppure nei Piani Territoriali Regionali quando privati per la predisposizione di progetti funzionali attraverso una progettazione partecipata con e provinciale; questi abbiano anche valenza paesistica, come ambiti al raggiungimento degli obiettivi di conservazione stakeholder locali, in grado di attivare risorse – realizzazione della Valutazione Ambientale Strategica omogenei per il governo del territorio, includendo individuati dalla Biodiversity Vision, in grado di attivare finanziarie “straordinarie” previste da programmi di (VAS) per tutti i piani territoriali e di settore previsti tra gli obiettivi di qualità paesaggistica gli obiettivi risorse finanziarie straordinarie a livello nazionale, finanziamento nazionali, europei o internazionali, dalla Direttiva UE, considerando in modo adeguato gli di conservazione della biodiversità. La definizione europeo o internazionale. funzionali al raggiungimento degli obiettivi di di modelli di reti ecologiche a scala regionale o a conservazione della biodiversità individuati nella scala provinciale, con implementazione nell’ambito Biodiversity Vision; dei Piani Territoriali di Coordinamento delle Province offre l’opportunità di recepimento degli obiettivi della – promuovere e sviluppare la concertazione multi- Biodiversity Vision e coinvolgimento di enti locali nella stakeholder e metodi partecipativi per la gestione Conservazione Ecoregionale. dei conflitti. Identificare strumenti politici efficienti e convincenti, per mettere in pratica l’uso sostenibile, Un approccio possibile per l’attuazione della la conservazione e il recupero di specie e habitat, conservazione ecoregionale a livello regionale, può migliorare i metodi di applicazione dell’approccio essere quindi il seguente: ecosistemico, del monitoraggio e valutazione delle – promuovere la possibile funzione della conservazione politiche di settore. ecoregionale per la progettazione delle reti ecologiche a livello interregionale, regionale e provinciale. La maggior parte di questi punti rispettano anche gli La Biodiversity Vision consente la progettazione di un obiettivi definiti dal Manifesto di Malahide. sistema omogeneo di reti ecologiche su area vasta; Nell’azione di policy congiunta da parte dei partner – promuovere la possibile funzione della Conservazione della Conservazione Ecoregionale, alla realizzazione Ecoregionale per integrare le aree protette in paesaggi nelle regioni ed altri enti locali competenti delle seguenti terrestri e marini più ampi applicando un approccio azioni, dovrà essere data massima priorità a: ecosistemico e, dove opportuno, sviluppare strumenti – realizzazione di un inventario georeferenziato e per potenziare la connettività ecologica; accessibile a livello interregionale e regionale sulla gildi . . – promuovere la possibile funzione della Conservazione distribuzione di specie e habitat, condizioni attuali e r / / Ecoregionale per fare in modo che Natura 2000 tendenze, promuovendo per questo anche specifiche contribuisca all’istituzione di reti di aree protette ricerche con il coinvolgimento delle Università e altri archivio wwf archivio terrestri e marine integrate in una rete globale, Istituti di ricerca presenti sul territorio. © 90 LA POLICY PER LA CONSERVAZIONE ECOREGIONALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 91

Ambiti territoriali per i diversi settori, dall’urbanistica, alla gestione delle per la tutela della biodiversità foreste, dall’attività venatoria alla gestione delle acque, dall’agricoltura al dissesto idrogeologico. Tutti questi Politiche di sistema settori hanno relazioni dirette con il governo del territorio per la conservazione della biodiversità ed influenze sulla tutela e gestione della biodiversità, In relazione alle diverse Convenzioni internazionali ma di norma sono competenza di Enti pubblici diversi, (Convenzione di Ramsar, DPR n.184 del 11 febbraio con l’ingresso in alcuni casi anche di soggetti privati 1987), alle Direttive dell’Unione Europea (Direttiva (ad esempio nella gestione delle risorse idriche), anche Uccelli, 79/409/CEE e Direttiva Habitat, 92/43/CEE), quando interessano ambiti territoriali protetti o soggetti alla normativa nazionale (Legge quadro sulle aree ad un governo “straordinario” finalizzato alla tutela del protette, n.394 del 6 dicembre 1991) e suo recepimento patrimonio naturale e del paesaggio. Il sovrapporsi nelle normative regionali sulle aree naturali protette, delle competenze tra i diversi Enti determina sistematici è possibile individuare sul territorio nazionale diversi “conflitti d’interessi, di ruoli e compiti”, rendendo ambiti territoriali importanti per la conservazione della complesse e difficoltose le auspicabili quanto necessarie biodiversità, con differenti finalità e modalità di gestione. collaborazioni e sinergie, non solo tra i diversi soggetti In base al 5° aggiornamento dell’elenco ufficiale (2003) pubblici e privati ma anche all’interno di una stessa le aree naturali protette conformi alla Legge quadro Amministrazione pubblica. Altro aspetto problematico risultano essere 772 per una superficie complessiva a rilevante è la sostanziale incompatibilità tra i confini terra di 2.911.851 ha. Di queste 22 sono Parchi nazionali amministrativi dei diversi Enti ed i confini biogeografici o (diventati 23 dopo l’istituzione del Parco Nazionale della definiti in base a parametri ecologici (ecoregioni, biomi, Val d’Agri nel 2006) per una superficie di oltre 1.350.000 areali di distribuzione delle diverse specie, home range di ha, 146 sono Riserve naturali dello Stato per una una singola specie). In questo contesto la Conservazione superficie di oltre 122.000 ha, 105 Parchi regionali per Ecoregionale diventa un valore aggiunto significativo per una superficie di oltre 1.175.000 ha, 335 Riserve naturali la definizione di politiche di sistema per la conservazione regionali per una superficie di oltre 214.000 ha e 141 della biodiversità, individuando attraverso la “Biodiversity altre aree protette per una superficie di 57.000 ha. Vision” aree prioritarie ed obiettivi strategici su area vasta, In Italia con l’attuazione delle due Direttive dell’Unione ad una scala sovra-nazionale, che interessa nel nostro Europea per la tutela della biodiversità sono stati caso l’intero bacino del Mediterraneo. La conservazione individuati inoltre 2480 siti (dato al mese di ottobre 2004) della biodiversità richiede necessariamente, per essere di cui 2330 SIC e 434 ZPS (284 sono i siti coincidenti efficace nel medio e lungo termine, la definizione di per territorio, i cosiddetti siti di tipo C), per effetto di questo tipo di strategia, trasversale anche ai diversi una sentenza della Corte di Giustizia il numero delle settori d’intervento antropico, con obiettivi sovraordinati e ZPS è però destinato ad aumentare. Gli Enti preposti trasversali alle diverse strategie e programmazioni a scala alla gestione di queste parti significative del territorio locale (interregionale, regionale, provinciale o del singolo nazionale sono molteplici, in base alle normative di Parco nazionale o regionale). Attuare politiche di sistema riferimento (generalmente pubblici ma anche privati significa essenzialmente far condividere questi obiettivi come le Associazioni di protezione ambientale che strategici di area vasta ai diversi soggetti pubblici e privati gestiscono Oasi e Riserve naturali). Uno studio condotto che in definiti ambiti territoriali hanno proprie specifiche dal WWF nel 2001 sulle aree naturali protette regionali competenze e risorse da gestire. Tale condivisione di individuava ad esempio sette principali diverse tipologie obiettivi deve essere favorita attraverso un approccio “top di Enti gestori, dall’Ente regionale di diritto pubblico down”, con normative e direttive a livello internazionale, ai Consorzi di enti locali, dalle Province alle Comunità europeo o nazionale ma anche con incentivi economici Montane, dai Comuni alle Università e le Associazioni (possibili attraverso una adeguata programmazione di protezione ambientale. Per i siti Natura 2000 la delle risorse ordinarie e dei diversi Fondi comunitari) ed situazione è ancora più complessa, non essendo per agevolazioni fiscali (necessariamente definite a livello gran parte di queste aree individuato ancora un soggetto nazionale), ed un approccio “bottom up” che partendo dai bisogni e dalle aspettative delle comunità locali gestore. La babele del governo del territorio applicato Carta degli ambiti territoriali per la tutela della biodiversità. alla conservazione della biodiversità risulta essere favorisca una programmazione territoriale, sociale ed ulteriormente complicata dal sovrapporsi di competenze economica compatibile con gli obiettivi di conservazione 92 LA POLICY PER LA CONSERVAZIONE ECOREGIONALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 93

della biodiversità. In questo caso diventa essenziale ed orrizontale, basata su una reale concertazione Il bacino del Po e il suo ruolo pianificazione incontra la conservazione” e lo studio promuovere su un’area adeguatamente vasta una multistakeholder. Gli altri obiettivi della “Biodiversity per la connessione tra l’ecoregione Alpi preliminare svolto dalla Provincia di Modena sulle programmazione partecipata con il coinvolgimento Vision” consentono invece di promuovere sinergie e e l’ecoregione Mediterraneo centrale relazioni metodologiche tra la definizione del proprio degli attori sociali ed economici che nei diversi ambiti collaborazioni tra i diversi soggetti competenti nella La rete idrografica del bacino del Po e dei fiumi dell’Alto PTC e la conservazione ecoregionale (cfr. Atti del amministrativi coinvolti (Parco o altra Area protetta, pianificazione territoriale di area vasta o di settore Adriatico rappresenta un’importante opportunità di Convegno nazionale “Conservazione Ecoregionale, Reti Province, Comunità Montane, ecc.) condizionano e (Regioni e Province), orientando scelte coerenti. Gli connessione tra gli ecosistemi dell’ecoregione Alpi Ecologiche e governo del Territorio”)1. determinano l’utilizzo delle risorse del territorio e che stessi obiettivi possono inoltre favorire politiche di e dell’adiacente ecoregione Mediterrano centrale, La Provincia di Bologna e la Provincia di Modena, con possono, in relazione agli obiettivi strategici di area vasta sistema tra soggetti responsabili della gestione di siti contribuendo in modo significativo alla creazione l’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della definiti dalla “Biodiversity Vision”, generare minacce isolati dalle aree prioritarie ma funzionali alla tutela di della rete ecologica nella pianura padano – veneta. Regione Emilia Romagna, hanno inoltre partecipato al o favorire positive sinergie ed opportunità di sviluppo specifici processi o valori di biodiversità per l’Ecoregione Questa vasta pianura compresa tra le due ecoregioni Progetto LIFE ECOnet (1999-2003) che rappresenta un connesse alla tutela. (esempio le migrazioni, le zone umide o le dune è, infatti, un’ampia area estremamente problematica esempio concreto di sviluppo delle reti ecologiche nella La sovrapposizione dei diversi ambiti territoriali costiere). Gli interventi necessari per raggiungere tutti - si pensi alla bassa biopermeabilità dovuta pianura padano-veneta, attraverso il coinvolgimento di individuati attraverso diversi parametri e norme gli obiettivi strategici di area vasta e di medio e lungo all’estrema antropizzazione del territorio - sia per gli diversi soggetti pubblici e privati, con una metodologia di riferimento, che comunque impongono ed periodo, definiti dalla “Biodiversity Vision”, richiedono il aspetti di conservazione della natura sia per quelli di sostanzialmente simile alla conservazione ecoregionale orientano analoghe scelte di governo coerenti con coinvolgimento di una molteplicità di soggetti pubblici pianificazione territoriale e difesa del suolo. (cfr. http://www.lifeconet.com). la conservazione della biodiversità e del paesaggio e privati, ed implicano decisioni istituzionali e risorse Vi è certamente la necessità di promuovere un’attiva Altro valido esempio è il Piano stralcio per l’assetto su territori con diverse Amministrazioni, consente finanziarie a carico di Amministrazioni statali, regionali integrazione delle politiche territoriali per consentire idrogeologico dell’Autorità di Bacino del Po, che di individuare ambiti prioritari dove sperimentare e degli Enti locali, nonché una coordinata e coerente il perseguimento di più obiettivi di interesse pubblico “costituisce riferimento per la progettazione e la tali politiche di sistema (nella mappa è riportata la programmazione dei Fondi dell’Unione Europea in quali il “buono stato delle acque” (Direttiva 2000/60/CE), gestione delle reti ecologiche”, prevedendo il ripristino sovrapposizione tra ecoregione Mediterraneo centrale, grado di assicurare l’utilizzo delle risorse della politica la riqualificazione e tutela dell’ambiente, la riduzione degli equilibri idrogeologici ed ambientali, il recupero aree prioritarie, aree protette inclusi siti Ramsar e siti aggiuntiva (già dal periodo 2007-2013) ad integrazione del rischio idraulico, il ripristino delle capacità auto- degli ambiti fluviali anche con interventi di rinaturazione Natura 2000 incluse Important Bird Areas - IBA). delle iniziative e risorse assicurate dalla politica ordinaria. depurative dei sistemi e, in genere, il recupero della e riqualificazione ambientale. A tal proposito l’Autorità Le aree prioritarie per la conservazione ecoregionale Questi interventi possono essere definiti e regolati funzionalità ecologica del territorio. Tali esigenze sono di Bacino ha redatto una direttiva tecnica con le “linee (Obiettivo 1 della Biodiversity Vision per il Mediterraeno attraverso la “Programmazione negoziata” o una già presenti su diversi strumenti normativo-pianificatori guida tecnico-procedurali per la progettazione e centrale) possono così individuare sistemi territoriali “Intesa istituzionale di programma” da attuare come i Piani territoriali di coordinamento (PTC) delle valutazione degli interventi di rinaturazione”. sufficientemente vasti per essere funzionali alla attraverso un “Accordo di programma quadro” o un Province. Validi esempi in tal senso sono, in particolare, conservazione della biodiversità a scala ecoregionale ed “Patto territoriale” come già previsto dalla Legge n.662 il progetto della rete ecologica della Provincia di allo stesso tempo adeguatamente ampi per una efficace del 23 dicembre 1996, Art.2, comma 203 (Gazzetta Bologna e la sua integrazione nel PTC (cfr. Atti del 1 Gli atti dei convegni citati sono scaricabili in formato pdf dal sito programmazione territoriale ed economica, verticale Ufficiale n.303 del 28 dicembre 1996). Convegno nazionale “Ecoregioni e Reti Ecologiche, la http://www.wwf.it gildi . . r / /

Rete idrografica archivio wwf archivio dell’ecoregione “Bacino © © del Po”. 9. Comunicare la biodiversità © wwf-canon / wwf-spain / wwf-canon ©

94 95

Qualsiasi organizzazione pubblica o privata può probabilmente tra i sistemi più complessi che migliaia di specie, o all’imminente pericolo per altre, chi è dall’altra. Il più delle volte pensano (o si illudono) di raggiungere risultati soddisfacenti nella misura in cui essa conosciamo. Ciò però non è così per un individuo si richiedono stili di vita e di consumo più morigerati, conoscere gli “amici”, e sono convinti che tutti gli altri la è capace di ottenere il consenso e la collaborazione di di cultura media, che può avere difficoltà a cogliere si cerca di limitare alcune attività antropiche. Gli stati pensino diversamente. In realtà si sforzano molto poco altri soggetti. Questa regola generale vale ancora di più immediatamente un concetto come quello di biodiversità. d’animo che più facilmente si stimolano sono la paura e nel riconoscere i propri pregiudizi e nel cercare di trovare per chi opera nel campo della conservazione della natura: Per biodiversità si intende infatti un sistema complesso la depressione. gli elementi di condivisione tra i due schieramenti. nessuna ONG o istituzione pubblica può difendere la che si manifesta a livello di geni, di specie, di popolazioni Alla luce di queste premesse è facile comprendere Non tener conto della comunicazione implicita. biodiversità agendo da sola. Il buon esito della sua azione e di ecosistemi. Tutto ciò può essere difficile da quanto sia critico il ruolo che la comunicazione deve Un altro motivo che può comportare risultati meno dipenderà fondamentalmente dalla collaborazione che comunicare e divulgare. svolgere per diffondere tra stakeholder e pubblico positivi del previsto è il fatto che accanto ai messaggi essa riuscirà a ottenere da parte dei portatori di interesse. L’estensione temporale. Il rapporto tra azione per generale la Biodiversity Vision e quanto sia facile che esplicitamente vengono inviati verso il target chi si Ecco perché, in questo ambito, la capacità di comunicare la conservazione della biodiversità e risultato che commettere errori. occupa di conservazione veicola, in modo implicito e in è di vitale importanza. tale azione genera si svolge su un arco temporale parte involontario, una serie di segnali contraddittori. Allo Inutile nascondere che la comunicazione in campo estremamente ampio, che può anche travalicare le stesso modo in cui ci si veste o si arredano gli uffici può ambientale è piuttosto complessa da mettere in atto. Le generazioni umane. Tale prospettiva richiede una visione I principali errori nei quali si incorre essere del tutto difforme rispetto a ciò che si vorrebbe cose si complicano ulteriormente quando il messaggio di lungo periodo difficile da adottare dal pubblico. quando si comunica la biodiversità comunicare. Un soggetto può sforzarsi di trasferire riguarda specificamente la biodiversità, un concetto le cui “A lungo termine saremo tutti morti” diceva l’economista all’esterno un’immagine legata al tema della difesa degli La comunicazione è una componente irrinunciabile per implicazioni in termini di comportamenti e di risoluzioni John M. Keynes interpretando l’atteggiamento comune habitat e dei sistemi naturali nel loro complesso (e non qualsiasi attività di conservazione. Purtroppo non sempre da adottare portano con sé un modo nuovo di pensare e dell’opinione pubblica. delle singole specie) per poi promuovere calendari, i risultati sono stati soddisfacenti. L’esperienza di molte di agire, non facilmente comprensibile da parte dei diversi mailing e manifesti con foto di elefanti o lupi. Far comprendere il valore della biodiversità. A campagne ha portato a evidenziare i principali errori che pubblici. Alla luce di quanto appena enunciato appare evidente differenza di altre tematiche ambientali (inquinamento, generalmente si commettono. Le difficoltà dipendono fondamentalmente dai seguenti come una campagna di comunicazione per promuovere riscaldamento globale, OGM) è meno facile per i non fattori: Autoreferenzialità. L’errore più frequente che il valore della biodiversità debba essere impostata in addetti ai lavori comprendere le motivazioni di fondo si commette nel comunicare è quello di pensare modo estremamente attento, avendo ben chiari obiettivi, Il linguaggio. I professionisti della conservazione hanno che rendono importante la conservazione di tutte le unicamente ai propri obiettivi e alla propria visione della destinatari, messaggi e strumenti da utilizzare, al fine di sviluppato nel tempo un loro gergo specifico non sempre specie animali e vegetali, comprese quelle meno “nobili” realtà, senza tentare di valutare il problema secondo massimizzare l’efficacia del budget investito. immediatamente comprensibile ai non addetti ai lavori. o addirittura percepite come dannose per l’uomo. altre prospettive. Quando il messaggio viene formulato Il processo sequenziale da mettere in atto dovrebbe Nel caso specifico della biodiversità esiste un ulteriore Non a caso i progetti di conservazione sono spesso in assenza di ascolto e rispetto delle opinioni altrui, essere il seguente: problema dovuto al significato del termine stesso. Infatti, focalizzati su specie “bandiera”, ovvero quelle specie più si rischia facilmente che l’interlocutore si domandi se la traduzione italiana della parola inglese biodiversity affascinanti e di grosse dimensioni, e molto di rado su sia veramente il caso di prendere in considerazione 1. Definizione degli obiettivi; ne modifica leggermente, ma in modo determinante, il specie rare e minacciate, ma poco evidenti e a volte non ciò che gli viene richiesto. La comunicazione funziona 2. Individuazione dei destinatari; significato. In inglese “diverse” significa vario, molteplice, gradevoli per l’uomo, come insetti, anfibi, rettili e piccoli ovviamente molto meglio se impostata sulla base dei 3. Costruzione del messaggio; mentre in italiano “diverso” assume una connotazione mammiferi. bisogni e degli atteggiamenti del target audience. 4. Scelta degli strumenti. negativa poiché indica qualcosa o qualcuno che devia Influenza degli stereotipi. Alcuni individui e categorie Scelta errata degli strumenti. Molto spesso nella dalla norma, da uno standard di riferimento. hanno una tale cattiva considerazione di chi si adopera selezione degli strumenti di comunicazione si tende a Obiettivi della comunicazione Biodiversity potrebbe quindi essere correttamente per la conservazione della natura da essere inclini a non privilegiare quelli “one way” come brochure, poster, lettere, sulla biodiversità tradotto in “biovarietà” o meglio ancora “varietà della ascoltare i loro messaggi, malgrado tutti gli sforzi profusi cd rom, comunicati radio. Molto più raramente si usano vita”. D’altra parte, il termine biodiversità si è ormai nella comunicazione. Non mancano stereotipi di natura attività di tipo simmetrico come: meeting, telefonate, La comunicazione della biodiversità è generalmente consolidato e viene comunemente utilizzato nei diversi opposta: pochi conservazionisti saranno disposti ad workshop, tavole rotonde, forum su internet. Questo orientata verso alcuni obiettivi, quelli principali sono i ambiti, sia scientifici che di comunicazione. ascoltare gli esperti di comunicazione. succede perché gli strumenti del primo tipo sono in genere seguenti: più facili da gestire e meno rischiosi in termini relazionali. La complessità del concetto. I biologi della Prevalenza di cattive notizie. È indubbio che quando Facilitare la comprensione dei processi e l’adozione conservazione grazie al loro background non hanno si parla di conservazione della biodiversità il più delle Atteggiamento “noi” e “loro”. Un atteggiamento di comportamenti coerenti da parte del pubblico chiave, in genere particolari difficoltà a trattare argomenti volte i messaggi da veicolare non sono positivi. A fronte comune, non solo dei conservazionisti, è la tendenza a come enti e istituzioni locali e regionali, associazioni di complessi, proprio perché i sistemi biologici sono di una comunicazione relativa alla scomparsa di qualche dividere il mondo in due blocchi: chi è da una parte e categoria. 96 COMUNICARE LA BIODIVERSITÀ BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 97

Motivare le figure chiave a livello mediatico sulla validità attitudini e sensibilità, generalmente poco o per nulla piuttosto tradizionale che prevede un processo del utilizzati per raggiungere il target in tutti i possibili luoghi, e l’importanza del percorso avviato, evidenziando informato sulla biodiversità. Nell’immediato l’opinione tipo unidirezionale e di massa. In questo caso sia la minore percezione di credibilità della pubblicità e l’importanza del ruolo che essi stessi possono svolgere. pubblica non è emotivamente coinvolta nell’azione di che si tratti di strumenti classici - come la pubblicità, delle attività di comunicazione classiche, e la ridotta tutela ma - soprattutto a livello locale - può influenzare le sponsorizzazioni, i testimonial, gli eventi o l’ufficio disponibilità delle persone a intessere una vera e Avviare un rapporto interattivo per sviluppare gli orientamenti nel medio-lungo periodo. stampa - o di attività meno convenzionali - come il propria relazione con l’organizzazione sta comportando partnership a creare consenso tra gli interlocutori product placement (ossia l’inserimento di un messaggio una radicale evoluzione nella comunicazione. Oggi scientifici del progetto e le funzioni tecniche (es. all’interno della trama di un film), la comunicazione assumono crescente importanza tutte quelle attività di responsabili di funzione, incaricati speciali, gruppi di Il messaggio ovvero come parlare esperienziale (cioè quella che presuppone un comunicazione che non presuppongono un collegamento lavoro ad hoc) delle istituzioni e degli enti di riferimento, della biodiversità coinvolgimento polisensoriale). Di fatto il processo diretto tra organizzazione e destinatario del messaggio, quali per esempio assessorati, comunità montane, enti di comunicazione presuppone sempre che ci sia ma utilizzano altri interlocutori molto più vicini al target parco. Per trattare il tema della biodiverisità si può anche fare un’organizzazione che comunica e un pubblico che che fanno da sponda. Il presupposto, infatti, è che il riferimento a contesti non naturalistici, per esempio al Trasferire a un pubblico più vasto il senso e il valore recepisce. Il principale risultato di questa attività è il pubblico tende ad avere meno fiducia che in passato in mondo delle imprese o a quello dei prodotti alimentari. della conservazione della biodiversità, diffondendo miglioramento dell’awareness (ossia la consapevolezza ciò che gli viene comunicato dalle organizzazioni o dai l’approccio ecoregionale. A fronte di un generale atteggiamento delle aziende di circa il concetto di base della biodiversità). media, e si affida sempre di più ai vicini, agli amici, ai vera e propria intolleranza nei confronti della diversità colleghi di lavoro. In pratica, ciò che spinge le persone (nelle organizzazioni il “diverso” è colui che esce dagli Una seconda categoria è quella degli strumenti interattivi a modificare certi comportamenti non è tanto ciò che le schemi, chi è troppo creativo, che conduce una vita o di tipo “one to one”, che si fondano su un altro Destinatari delle attività singole organizzazioni dichiarano o fanno dichiarare ai differente) esiste un gruppo sempre più numeroso di principio, quello della comunicazione bidirezionale. loro testimonial ma, soprattutto, ciò che viene riferito e Una comunicazione efficace deve riuscire a raggiungere imprese che si stanno accorgendo che la “diversità” In questo caso non è solo l’organizzazione che parla vissuto nel contesto nel quale essi vivono. più interlocutori senza disperdere il senso dei messaggi porta valore, e non problemi, perché aumenta la all’individuo, ma è anche l’individuo che risponde (per È evidente che le tre macro-categorie appena enunciate che si intendono trasferire e - al tempo stesso - creatività, il confronto interno, pone in discussione esempio utilizzando il web, il telefono o la posta). Anche non si escludono a vicenda, né è ipotizzabile immaginare differenziando le modalità e le leve di comunicazione in gli assunti più profondi del business. Con il “diversity in tale ambito ci sono strumenti tradizionali come il direct il piano di comunicazione per la biodiversità non relazione ai diversi profili degli interlocutori. I principali tre management” queste aziende cercano di valorizzare marketing e più moderni come l’e-mailing o gli sms. Ciò preveda in diversa misura tutte le componenti. Anche target verso i quali ci si rivolge sono: e utilizzare pienamente le differenze (di genere, di che dà valore al processo “one to one” è la possibilità perché, è giusto sottolinearlo, ciò che rende efficace etnia, di abilità e culturali) di cui ciascun individuo è che esso sia simmetrico, presupponendo un iter anche 1. Influenti ed esperti. Il primo target di riferimento la comunicazione non è tanto l’uso di una specifica portatore all’interno dell’organizzazione. Il presupposto inverso, dall’individuo all’organizzazione. è sicuramente quello della comunità scientifica. Si strumentazione, quanto lo spostamento dell’attenzione è che un’azienda “multiculturale” possiede molta più tratta del target che per funzione ha competenza in La terza categoria è quella più moderna e comprende dai singoli strumenti verso la cosiddetta “comunicazione ricchezza, in termini di potenziale umano, di un’azienda merito alla biodiversità rappresenta un’interlocuzione tutti gli strumenti fondati sulla comunicazione non tra olistica”, che comprende qualunque attività o situazione “monoculturale”. essenziale nella definizione di progetti o iniziative organizzazione e target, ma tra individui che fanno in cui un messaggio si manifesta nei confronti di un specifiche relative alla conservazione della stessa. Anche nell’alimentazione esistono esperienze di parte del target e i loro simili. L’affollamento dei media qualsiasi interlocutore. Comprende anche le istituzioni e gli enti, nazionali e valorizzazione della diversità. In Italia sono nate iniziative territoriali, che per funzione e competenza decidono (per esempio presìdi slow food) a sostegno delle piccole o possono influenzare, ad esempio attraverso la produzioni eccellenti che rischiano di scomparire, e predisposizione di “pareri” giuridici, le decisioni in la cui sopravvivenza può servire a valorizzare territori, merito alle azioni e alle risorse da destinare alla tutela recuperare mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali, della biodiversità. Generalmente si tratta di interlocutori salvare dall’estinzione razze autoctone e antiche varietà che hanno familiarità con i concetti relativi alla tutela di ortaggi e frutta. In Italia sono circa 200 e tutelano i dell’ambiente ma che possono non avere conoscenze prodotti più disparati. specifiche.

2. Connettori e moltiplicatori. In questo secondo target possono essere inclusi tutti coloro che per professione Gli strumenti da utilizzare possono svolgere il ruolo di diffusori del messaggio. Se si dovessero classificare in modo non troppo In particolare i media, soprattutto quelli specializzati e convenzionale gli innumerevoli strumenti di locali, gli insegnanti, le associazioni di categoria, fino comunicazione a disposizione delle organizzazioni per ad arrivare ai settori del mondo produttivo e dei servizi. promuovere se stesse e le loro cause, si potrebbero m. lipperi m. 3. Il pubblico generale. Il terzo target, infine, è quello individuare tre macro categorie. dell’opinione pubblica, innanzitutto la cittadinanza e gli Una prima categoria è rappresentata dalle attività

interlocutori sociali. È un target variegato, con diverse che vengono sviluppate secondo un approccio / wwf archivio © 98 società umane. risolvere iproblemi cheminaccianol culturalmente adeguatoelocalmentesignificativoper comunità diprendere decisioniecomportarsiinmodo dell tra problemi economici,ambientali, sociali.L sue dinamiche,dellacomplessitàeinterconnessione comprensione dell motivazione, dellecompetenzeecapacitàperla dell L può garantire. dei valori,dell’eticachesolounapproccio educativo degli stilidivita,approcci dipensiero allarealtà, diffuso cambiamentodeimodelliculturalidiriferimento, avere successosolosesonosostenutedaunampioe culturale: leiniziativeindifesadell da aspettitecnico-scientifici,haunfortecarattere conservazione dellanatura,puressendocaratterizzata costante ediffusa nell I progetti diconservazionerichiedonoun 10 ’ educazione ambientalemiraalladiffusione © wwf-canon / e. coppola ’ ’ educazione ambientaleèrendere capaciindividuie informazione, delleconoscenzemaanchedella . del Educazione econservazione ’ la biodiversità ambiente, deisuoiproblemi edelle ’ ambito educativopoichéla ’ ambiente possono ’ ambiente ele ’ azione ’ obiettivo quanto tuttociòstamodificandoiterritori,lesingole indispensabile, difronte ai nuoviscenari,chiedersi condizionamenti ecambiamentirepentini. Diventa connessa conlealtre inungiocodicontinuirimandi, sempre piùuntutto,incuiogniparteèstrettamente recente. Conlaglobalizzazioneilmondodiviene fortemente cambiatorispettoaunpassatoanche Oggi ciritroviamo afariconticonuncontesto natura, dellesuerisorseedelsuoequilibrio. il cambiamentoelasceltadellaconservazione l In questosensol chiave diletturadelreale, attenzionealcontestocome acquisizione dellateoria complessitàcome ispirano lepiùrecenti riflessionisull della conservazioneeiprincipi pedagogicicuisi Emerge una fortesomiglianzatraiprincipiecoregionali che dovranno essere ispirati a stili di vita più sostenibili. prospetta è un conseguenze, relazioni e connessioni. Lo scenario che si cura di intervenire tenendo in massima considerazione tra loro, favorisce sempre di più la partecipazione e si attori che portano interessi diversi e a volte in conflitto non lineari su più piani e con strategie condivise da più dalla teoria della complessità, che implicano processi nella conservazione applica categorie nuove, mediate diverso rispetto al passato. Il processo di innovazione risposta che possa essere adeguata ad un contesto così La Conservazione Ecoregionale cerca di dare una culturale diriferimentoalnostro agire quotidiano? di azioni?Finoachepuntovaridefinitoilprogetto Cosa significainterminidiapprocci, distililavoro, scontri traculture. repentini, disovraccarico diinformazioni,confronti e parla diincertezza,imprevedibilità, dicambiamenti diverso daciòchesipotevaanalizzare nelpassato:si Ciò checaratterizzailnostro presente èradicalmente di approcci, distililavoro, diazioni. persone elecomunità,cosasignificaquestointermini ’ elemento decisivoingradodimuovere lasocietàverso ’ azione profonda sui comportamenti futuri, ’ educazione ambientalerappresenta

’ educazione:

© wwf-canon / e. coppola strutture operantisulterritorio). (discipline, insegnanti,agenzie educative,entilocali, metodologie, maancherelazioni travarisoggetti non soloobiettiviformativiodisciplinari, contenuti, rete cheracchiudainsévarinodi,rappresentanti ma devonoimmaginare uncontesto“sistemico”,una dovrebbero fermare soloall volendo avere unavalenzafortementeformativa,nonsi In lineaconquestiprincipi,leproposte educative, la sintesi. delle particonlaconoscenzadellatotalità,l favorisce ilpensiero checollegaeintegralaconoscenza i processi asemplicesommaditrattilineari,mache Si trattadiformare alpensiero evolutivo,chenonriduce sociale enunciato. raggiungere l e cheforsenonèpiùefficace,funzionalea che hafinoadorasostenutol riflessione sulparadigmaculturaleemetodologico In questocontestol la basepercrescita elo sviluppo. l per creare nuovecompetenzeingradodigestire comportamentale. Occorre agire suquestopiano per ottenere cambiamenti chesianoefficacialivello sostenibili. L strumento potenteperrealizzare coscienzeesensibilità chiave perlafuturaconservazione,l complessità, anzidellagestionela educative eprogettualità. Inunprocesso chefadella del territorionellasuainterezza, traintenzionalità e collettiverispettoallatutelasalvaguardia valori etici,trainformazionieresponsabilità individuali educativo vièunrapportostretto traconoscenzae Sia nell chi portabisognierichieste. interessi diversi,capacitàdigestire iconflitti,ascolto di di interventocondivisedapiùsoggetti,portatori contenitore direlazioni ediconnessioni,strategie ’ incertezza, percostruire un sapere chehaneldubbio ’ approccio ecoregionale sianell ’ azione educativadiventafondamentale ’ obiettivo dicambiamentoindividualee ’ azione educativapresuppone una ’ acquisizione diconoscenze, ’ educazione ambientale ’ educazione èuno ’ approccio ’ analisi con forse piùdeimessaggiespliciti. “ (attenzione, motivazione,impegno,relazioni, ecc.)del Così l continuo giocodirimandieritorni. egualmente importanti,primaunopoil i diversipuntidivista,chepossonoessere tutti che leganoicontenutieconcetti,facendorisaltare contesto eproporre dilavorare suinessi,sullerelazioni Le proposte educativedevono essere attenteal • • • • essere: I possibiliobiettividiogniazioneeducativadovrebbero fatto educativo

assumersi delleresponsabilità. laspintaadagire incoerenza conleproprie ideeead il coinvolgimentodivalorieconoscenze; scelte alsensodellimite; laformazionedipersoneingradosubordinare le sistemica; per relazioni eaffrontare iproblemi inunavisione lacreazione diunamentalitàcapacepensare © wwf-canon / e. coppola ’ attenzione atuttigliaspettimetacognitivi ” diventanecessariatantoquantoe ’ altro, inun 99 100 EDUCAZIONE E CONSERVAZIONE DEL LA BIODIVERSITÀ BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 101

Lo “stile” educativo si deve caratterizzare per Ciò significa che la scuola può e deve operare come un l’attenzione alle relazioni (es. l’attenzione al “clima” soggetto attivo, capace di esprimere bisogni e punti di relazionale dei gruppi e la gestione dei conflitti), per vista, di produrre progetti e contributi, perché questo, il rifiuto di uno stile didascalico, per la scelta di un nella nuova dimensione dell’autonomia, è oggi parte approccio che superi la logica “catastrofistica” troppo integrante del suo ruolo istituzionale. spesso tipica dell’ambientalismo, per l’attenzione a L’obiettivo di una scuola moderna, capace cioè di dare messaggi non contradditori, attenti a far emergere educare alla complessità crescente e di anticipare i la dicotomia tra il “detto” e il “vissuto”, tra “l’implicito” bisogni del futuro, dovrebbe essere quello di costruire e il “dichiarato”, per la cura nel predisporre uno spazio uno scenario culturale in cui il rapporto tra se stessa e il adatto ad una comunicazione e a un’azione partecipata territorio diviene elemento di innovazione scolastica ed e condivisa, per l’attenzione nei confronti della stessa educativa. struttura in cui avviene l’azione educativa, per la volontà di rendere la complessità degli argomenti proposti, In tale direzione, dunque, l’educazione ambientale tramite un approccio narrativo e una visione di sintesi, utilizza tutte le risorse presenti sul territorio, con una per lo sforzo di comunicare la non prevedibilità del reale, forte carica innovativa per trasformare una scuola confermandone la complessità, suggerita accostando autoreferenziale, che si pone al centro del sistema contenuti eterogenei o alludendo ad altri lasciati aperti, educativo, in una scuola che diventa parte di un per il partire dai vissuti, dalle esperienze concrete e da sistema formativo integrato, con capacità di partecipare tutto quello che può testimoniare il viaggio comune alla progettazione dell’evoluzione ambientalmente e dell’uomo e del suo ambiente. socialmente sostenibile del territorio e della comunità.

Avere a disposizione conoscenze e dati è solo la base Il supporto alla scuola si deve concretizzare attraverso di un processo su cui si deve innestare poi un lavoro pubblicazioni, iniziative per la formazione dei docenti e di azione, riflessione, sperimentazione, confronto, le opportunità offerte per tradurre contenuti generali in che, all’interno di un contesto di relazione, porta alla esperienze calate nello specifico locale. mafai costruzione di competenze, in una parola occorre Altro strumento di supporto alla strategia ecoregionale un’azione educativa, che partendo da informazioni che non può essere tralasciato è quello dell’educazione arrivi a un apprendimento profondo che coinvolge agli adulti e della sensibilizzazione diffusa all’interno © archivio wwf / m. m. / wwf archivio © tutta la persona, inserita all’interno del gruppo sociale delle comunità locali. di appartenenza sia essa la scuola o la società civile, affinché i contenuti vengano interiorizzati. Rivolgendosi a giovani, insegnanti, categorie Conservazione ex-situ professionali specifiche e al grande pubblico, le iniziative educative si devono caratterizzare per lo sforzo Gli di tutto il mondo si stanno spesso le uniche strutture problematiche ambientali. di aprirsi al territorio coinvolgendo scuole, comunità evolvendo in maniera radicale, all’interno di grandi città in grado La Fondazione Bioparco di Roma locali, istituzioni, associazioni sforzandosi di attivare assumendo sempre più un ruolo di avvicinare l’uomo alla natura, pone al centro della sua missione processi compartecipati, che tengano conto dei vari determinante nel campo della così come diffuso dalla “World Zoo l’educazione e la sensibilizzazione soggetti presenti, dei loro differenti punti di vista e di conservazione della natura. Conservation Strategy”. delle famiglie e dei bambini non gestire i conflitti che possono insorgere tra i diversi Ciò si realizza in modo diretto, Il presupposto che non si possa solo attraverso la divulgazione interlocutori. attraverso la riproduzione di proteggere ciò che non si conosce di tematiche direttamente collegate specie minacciate e la raccolta rende le attività educative dei alle estinzioni delle specie animali Con il mondo scolastico, si dovrebbe puntare fondi per sostenere progetti di giardini zoologici, strumenti che ospita, ma anche attraverso sull’azione formativa dei docenti e su esperienze che

rcoaldi conservazione “in situ”, ma anche fondamentali della conservazione: le più grandi tematiche di attualità ma rendano le scuole soggetti importanti per lo sviluppo in modo indiretto tramite la ricerca, il pubblico, di qualunque età ambientale come la perdita di sostenibile del proprio territorio: occorre rilanciare e l’educazione e la sensibilizzazione ed estrazione sociale, viene biodiversità, l’uso sostenibile delle consolidare il rapporto tra scuola e comunità locale, del pubblico. coinvolto emotivamente mediante risorse o i cambiamenti climatici nell’ambito di un vero percorso che ricostruisca i legami I giardini zoologici, infatti, attività appositamente realizzate da cui dipende la sopravvivenza di © archivio bioparco / g. g. / bioparco archivio © interni alla comunità, perché ci si riconosca in essa e si dispongono di un grande e viene stimolato a riflettere e tutte le specie. divenga consapevoli delle proprie radici, riscoprendo il potenziale educativo e sono a comprendere meglio alcune senso di appartenenza. 102 di minaccediverse produce effetti combinati talida specifici anche perché lacontemporanea presenza discriminare emisurare conprecisione tuttigli stress Purtroppo risultasempre assaicomplessoriuscire a ecosistemi). specifici rispettoallivellodianalisi (specie,comunità, misura deiparametrisensibiliesonoquindisempre Gli stress possonoessere valutatiattraversola minaccia diretta vengonoidentificaticomestress. processi ecologici,deisisteminaturaliaifattoridi Le rispostedellesingolespecie,comunità,dei persistenza diunaminacciadiretta. che sostengonoocontribuisconoallapresenza o condizioni sociali,economicheopolitichedicontesto e leminacceindirette chesonorappresentate da producono ildannoodisturbo (es.disboscamento) dirette, intesecomeifenomeni cheinmanieracausale In generale,èpossibiledistinguere framinacce di talipratichepuòcostituire unfattore diminaccia. fattore diregolazione, l umane, comeilpascolo,costituisconounimportante Negli ecosistemiovelapresenza dialcuneattività delle minaccesucuiagire. antropica; soloquestiultimi possonoessere considerati ma chepossonopiùfrequentemente essere diorigine spontaneamente inambientinaturalmentepredisposti, rappresentato dagliincendi chepossonoavvenire naturali equelliindottidall A volteesisteunadifferenza moltosottilefrafenomeni biodiversità odiprocessi naturali futuro distruzione,degrado odisturbodielementi umano chehacausato,stacausandoocauseràin essere definitacome: Nella suaaccezionepiùampiaunaminacciapuò esercitano un analisi deivalorineiconfronti deiqualitalifattori definizione deifattoridiminacciasenzaunapreliminare di biodiversità.Ovviamente,nonpuòesistere una degli elementidiminacciacheinsistonosuivalori gestione dellanaturaèrappresentato dallaanalisi Un aspettofo 1 1 . Analisi delleminacce ’ n influenza negativa. da mental qualsiasi attivitàoprocesso ’ abbandono olatrasformazione e perunaefficaceedefficiente ’ uomo: unesempioè . emissioni eleinterazioni alivellodell’atmosfera; il sia possibilecomprendere lefontiresponsabili delle essere analizzatosinoallivello(scalaampia)quale esempio, ilproblema dellepioggeacidenecessitadi quale questeminaccedevono essere monitorate. le potenzialiminaccee,parallelamente, lascalaalla comprensione dellascalaallaqualevannoconsiderate Nei varicasi,assumequindiun subito. minaccia, unaproporzionale variazionedellostress corrispondere, aunadiminuzionedell di minacciaestress subitiinmododapoterfar sperimentale, unarelazione diretta elineare frafattori dalla capacitàdipoterstabilire, subasescientifica L conservazione efficaci. identificati, è possibile predisporre azioni e programmi di in seguitoall quindi, unodeipassaggicrucialiinquantosolo L l esbosco, opuòfavorire la diffusione dispecieinvasiveo per raggiungere piùrapidamente zonedicacciao (la stessastrada,adesempio,puòessere utilizzata negativamente ancheconaltrifenomeninaturaliinatto una strada),inoltre possono sovrapporsieinteragire immediato disottrazioneeframmentazionecausatoda in unacertaarea (sipensi, adesempio,all diretta elineare conlespecieoitipidihabitatpresenti Tuttavia idiversi fattoripossonointerferire inmaniera elevata complessitàecologicaegeografica. sviluppo lineare anzichéappartenere areti funzionalia generalmente disemplicemisuraeinseritiinsistemia fra minacceestress. Ifattoridiminacciarisultano considerando implicitalarelazione chesussiste è preferibile agire allivellodeifattoridiminaccia all le azionidiconservazione,benchéfinalizzate Per taliragioni,alfinedisottoporre amonitoraggio una singolacausa. rendere quasiimpossibilelamisuradivariazionilegate a ’ ’ ’ intensità delpascolo). elemento dimaggiore criticitàèquindirappresentato analisi delleminacceedeidisturbirappresenta, ’ eliminazione omitigazionedeglistress indotti, ’ individuazione difattoridiretti certie ’ importanza peculiare la ’ incidenza della ’ effetto Ad

© wwf-canon / m. gunther al contempopossonofavorire l effetto immediatosullecomunità naturalipresenti ma, nella stessaarea; oppure, gliincendiproducono un popolazione deglierbivoriedelleprede presenti influenza, indirettamente, ancheledinamichedi riduce direttamente lepopolazioni dipredatori ma alcune specie(adesempioittiche)perfinicommerciali Ad esempio,ilbracconaggioosovrasfruttamentodi ecologici onaturali,perviadiretta eindiretta. di habitat,perlespecie,comunitàeiprocessi geografiche. Alcunifattoripossonoessere taliperitipi su numerosi siti,diversipercaratteristicheecologichee esercitare illoro impattonegativocontemporaneamente è quellachefattoridiminacciageneralipossono realizzare l Una dellevalutazionipreliminari dacondurre per all’inquinamento (scalalocale). geografiche, oppure alle formazioni vegetali, più sensibili mitigazione può,però,ancheessere limitatoallearee monitoraggio deglieffetti edell’efficaciadelleazionidi

© wwf-canon / m. gunther ’ analisi delleminaccesuscalaecoregionale ’ aumento dispecie condurre leazionidimonitoraggio. si manifestano,rappresenta illivelloadeguatoalquale minaccia el di partenzaperognidefinizioneestudiodeifattori degli effetti. Purtuttavia,la scalalocalerimaneilpunto sicuramente piùefficacediunacondottaallascala di programmi condottialla scaladeifenomenirisulta ecoregionale piuttostoche deisiti,inquanto,l L all minaccia, deirobusti progetti dimonitoraggiofinalizzati gestione emitigazionedeglieffetti deifattoridi fondamentale accompagnare alleazionidianalisi, di ConservazioneEcoregionale; perquestoè limiti dell dei sistemimultiscalaemultilivelloèunomaggiori tradizionali nelcomprendere ledinamichecomplesse L idrogeologica disubstratiparticolarmentesensibili. aliene einvasivepossonoincrementare lafragilità ’ ’ approccio insufficienza propria deglistrumentidiconoscenza ’ applicazione diprogrammi digestioneadattativa. ’ applicazione diunefficaceprogramma ’ prevede l insieme deisitidoveifattoridiminaccia ’ analisi eleazionialivello ’ efficacia 103 104 ANALISI DELLE MINACCE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 105

Infatti se è plausibile condurre le azioni di conservazione drammatiche profonde (la necessità di sussistenza), che gli Stati membri sono tenuti, ai sensi della Direttiva vulnerabilità (sotto-scheda 4.3) e minaccia per la concentrando i propri sforzi esclusivamente sulla agisce e interferisce a scala locale in maniera grave Habitat (43/92/CE), ad aggiornare periodicamente i dati biodiversità. mitigazione delle minacce, non è detto che i risultati (danneggiando specie rare) o trascurabile (nei confronti relativi allo stato di conservazione delle specie e dei Ad esempio: nel caso in cui tra le attività riportate raggiunti siano comunque focalizzati nelle aree dove di specie non minacciate). tipi di habitat presenti nei siti. Utilizzando i parametri per un dato sito (Scheda 6) siano state indicate: “160 le minacce sono più gravi o pesanti, considerato che i stabiliti, compresi gli impatti e le attività codificate e Le minacce alla biodiversità, in un ambito ecoregionale, - Gestione Forestale”, “300 - Estrazione di sabbia e valori naturali sono distribuiti in maniera discontinua. che possono interferire con i valori segnalati nel sito. devono quindi essere affrontate da un punto di vista ghiaia” e “608 - Camping”, e come fattori di vulnerabilità Questo consentirà di poter monitorare, sia pure su base Va comunque sottolineato come un’analisi dei fattori sia naturalistico, sia socio-economico. I due piani sono (Scheda 4.3) siano stati indicati “ceduazione del faggio” campionaria, lo sviluppo e gli andamenti dei fattori di minaccia a scala ecoregionale non corrisponda a i due aspetti di uno stesso problema: l’erosione della e “presenza di cave di sabbia fluviale”, i fattori di di minaccia nel corso del tempo e rispetto ai valori di un’analisi delle cause profonde di tali minacce biodiversità. minaccia conseguentemente presi in considerazione biodiversità più tipici dell’ecoregione. (ad esempio l’illegal logging è un problema a larga sono stati quelli identificati con i codici “160” e “300”. scala che ha delle motivazioni profonde diverse nei Per poter realizzare tale analisi, si è proceduto col Il terzo tipo di attività, non costituendo, evidentemente, paesi sottosviluppati rispetto ai paesi a maggior livello I dati per la definizione selezionare, con l’ausilio del GIS (Sistema Informativo fattore di minaccia, è stato inserito nella tabella “Altre di industrializzazione); l’approccio a scala ecoregionale dei fattori di minaccia Geografico), tutti i siti Natura 2000 (SIC e ZPS) attività presenti nell’area ma che, attualmente, non consente di predisporre piani di azione a scala vasta ricadenti, in tutto o in parte, all’interno delle singole costituiscono fattori di vulnerabilità della biodiversità”. I Relativamente all’analisi dei fattori di minaccia su scala di contrasto alle minacce dirette con ricadute che, aree prioritarie: in totale 35 per l’intero territorio codici indicati nella tabella a pag. 89 sono quelli utilizzati ecoregionale una delle fonti di dati più utili è la banca ovviamente, possono interagire positivamente anche italiano. Questa procedura ha consentito di esaminare, dai Formulari Standard Natura 2000 (97/266/CE). dati sui siti Natura 2000 contenuti nelle aree prioritarie. con le cause profonde di natura sociale ed economica. complessivamente, oltre 760 siti Natura 2000. I fattori di minaccia sono “ordinati” dal livello più Infatti, l’esigenza principale deve essere quella di La mitigazione delle minacce dirette non si realizza Per ciascuno di questi siti sono state consultate le generale a quello più specifico. I corrispondenti codici, definire un campione rappresentativo attraverso il ovviamente solo attraverso interventi normativi o attività sotto-schede descrittive “4.3 - Vulnerabilità” e tenendo conto di ciò, vanno dal livello più generale (ad quale valutare i fattori di minaccia che interagiscono di repressione, in un contesto concettuale di comando “6 - Fenomeni e attività nel sito e nell’area circostante” una cifra) al livello più articolato (a tre cifre). Ad esempio negativamente alla scala delle aree prioritarie. Da e controllo; assumono grande importanza anche i contenute nella Scheda generale ufficiale del sito dei la voce “Agricoltura, Foreste” ha codice “1”, la voce questo punto di vista, l’insieme dei siti Natura 2000, processi partecipati di coinvolgimento delle comunità rispettivi Formulari Standard Natura 2000. “Coltivazione” ha codice “1.0.0.”, le voci “coltivazione rappresenta e custodisce le tipologie ambientali, i tipi di locali che possono essere favorevoli a cambiamenti modificata dalle pratiche colturali” e “mietitura/sfalcio” habitat e le specie di maggior valore conservazionistico anche radicali dei propri modelli di sfruttamento delle L’analisi comparata di queste due schede ha hanno, rispettivamente, codici “1.0.1.” e 1.0.2.”. presenti nelle diverse aree prioritarie. risorse purché tali cambiamenti siano inseriti in quadri consentito di individuare quali attività presenti nel Complessivamente i fattori di minaccia sono 167, di gestione di più ampio respiro, agganciate a scelte Di conseguenza i siti Natura 2000 (SIC e ZPS) possono sito (sotto-scheda 6) costituiscano reali fattori di suddivisi in 9 categorie generali. politiche e tecniche innovative ed efficaci. essere considerati un campione assai rappresentativo, sia per territorio che per valori, rispetto all’insieme Per far questo è necessario attivare dei tavoli di lavoro complessivo delle aree prioritarie e, più in generale, in cui non siano rappresentate solo le istanze della della biodiversità nell’ecoregione. conservazione. È necessario attivare dei processi di gestione multidisciplinari, in grado di cogliere e risolvere Inoltre per ognuno dei siti Natura 2000 esistono la complessità delle situazioni e al contempo autorevoli informazioni codificate relative ai fattori di minaccia nel proporre soluzioni strategiche di alto livello. in quanto, all’atto della definizione dei siti, da parte dell’Unione Europea, è stato chiesto agli stati membri Ad esempio, così come un economista, o un sociologo, di descrivere nel dettaglio, oltre che le peculiarità possono non cogliere le interferenze che possono naturalistiche, anche le attività a impatto potenziale o derivare dalla frammentazione del territorio, oppure che possono essere causa di vulnerabilità reale. dalla sostituzione di specie autoctone con specie aliene, allo stesso modo un biologo può sottovalutare All’atto della compilazione delle schede, tali attività le relazioni sociali ed economiche che intercorrono fra hanno dovuto essere ricondotte ad una precisa tabella la trasformazione del territorio e le scelte politiche di di codifica stabilita dall’Unione Europea, valida per programma (si pensi, ad esempio all’impatto che la l’intero territorio europeo; questo elemento consente Politica Agricola Comunitaria può avere a livello europeo). di avere dei dati autorevoli, confrontabili a vari livelli in tutti di tutti gli Stati membri. La tabella contiene 167 Chi si occupa di biologia di conservazione non può, categorie diverse di fattori di minaccia raggruppate in 9 però, correlare direttamente tali cause con gli effetti categorie generali. misurabili sul territorio quello che è possibile fare è però comprendere come un fattore su larga scala (ad Infine, un ulteriore importantissimo valore aggiunto,

esempio il bracconaggio), sia pure motivato da cause della metodologia proposta è rappresentato dal fatto gunther m. / wwf-canon © 106 ANALISI DELLE MINACCE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 107

Tabelle riassuntive di sintesi

Analisi dei fenomeni e delle attività influenzanti lo stato di protezione dei siti Natura 2000 complessivamente segnalati nelle Analisi dei fenomeni e delle attività influenzanti lo stato aree prioritarie. Dati aggregati sul totale dei siti natura esaminati (n=766). Il numero delle ricorrenze corrisponde al numero di protezione dei siti Natura 2000 complessivamente di aree prioritarie in cui questa la singola voce compare, ad esempio il fattore “incendi” è stato indicato in 29 delle 35 aree segnalati nelle aree; suddivisione per Categorie Generali prioritarie italiane.

DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ CHE INFLUENZANO N° % sul TOT DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ CHE INFLUENZANO N° % sul TOT DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ CHE INFLUENZANO N° % sul TOT N° % sul TOT Codice LO STATO DELLA BIODIVERSITÀ ricorrenze ricorrenze Codice LO STATO DELLA BIODIVERSITÀ ricorrenze ricorrenze Codice LO STATO DELLA BIODIVERSITÀ ricorrenze ricorrenze Codice CATEGORIA GENERALE ricorrenze ricorrenze

caccia, pesca e altre attività di raccolta non 180 incendi 29 6,8 290 4 0,9 422 discariche di rifiuti industriali 1 0,2 1 Agricoltura Foreste 124 29,0 elencate

160 gestione forestale 23 5,4 410 aree commerciali o industriali 4 0,9 490 altre attività urbanistiche, industriali e simili 1 0,2 2 Pesca Caccia Raccolta 43 10,0

502 strade, autostrade 21 4,9 624 alpinismo, scalate, speleologia 4 0,9 500 reti di comunicazione 1 0,2 3 Attività mineraria estrattiva 23 5,4

140 pascolo 20 4,7 810 drenaggio 4 0,9 501 sentieri, piste ciclabili 1 0,2 4 Ubanizzazione Industrializzazione 51 11,9

altre modifiche nelle condizioni idrauliche indotte 620 attività sportive e divertimenti all’aperto 20 4,7 890 4 0,9 509 altre reti di comunicazione 1 0,2 5 Trasporti e Comunicazioni 29 6,8 dall’uomo

100 coltivazione 15 3,5 101 modificata dalle pratiche colturali 3 0,7 511 elettrodotti 1 0,2 6 Divertimento e Turismo 45 10,5

402 urbanizzazione discontinua 15 3,5 210 pesca professionale 3 0,7 590 altre forme 1 0,2 7 Inquinamento e Altre Attività Umane 37 8,6

Modifiche umane delle condizioni idrauliche 701 inquinamento dell’acqua 15 3,5 740 vandalismo 3 0,7 600 strutture per lo sport ed il divertimento 1 0,2 8 44 10,3 (zone umide ed ambiente marino)

301 cave 13 3,0 954 invasione di una specie 3 0,7 602 complessi sciistici 1 0,2 9 Processi Naturali (biotici e abiotici) 32 7,5

400 aree urbane, insediamenti umani 13 3,0 972 parassitismo 3 0,7 609 altri complessi sport/divertimento 1 0,2

modifiche del funzionamento idrografico in 850 13 3,0 212 pesca a strascico 2 0,5 625 volo a vela, deltaplani, parapendii, mongolfiere 1 0,2 generale

900 erosione 11 2,6 423 discariche di materiali inerti 2 0,5 626 sci, sci alpinismo 1 0,2

720 calpestio eccessivo 10 2,3 504 aree portuali 2 0,5 700 inquinamento 1 0,2

230 caccia 9 2,1 608 camping 2 0,5 702 inquinamento dell’aria 1 0,2

intrappolamento, avvelenamento, caccia/pesca 243 9 2,1 623 veicoli motorizzati 2 0,5 703 inquinamento del suolo 1 0,2 di frodo

300 estrazione di sabbia e ghiaia 9 2,1 690 altri divertimenti e attività turistiche non elencate 2 0,5 800 discariche, bonifiche e prosciugamenti in genere 1 0,2

420 discariche 8 1,9 710 disturbi sonori 2 0,5 802 bonifica di territori marini di estuari e paludi 1 0,2

riempimento di fossi, canali, stagni, specchi 830 canalizzazione 8 1,9 730 manovre militari 2 0,5 803 1 0,2 d’acqua, paludi o torbiere

141 abbandono sistemi pastorali 6 1,4 790 altre attività umane inquinanti 2 0,5 860 scarico, deposito di materiali dragati 1 0,2

403 abitazioni disperse 6 1,4 820 rimozione di sedimenti (fanghi) 2 0,5 943 smottamenti 1 0,2

852 modifica delle strutture dei corsi d’acqua interni 6 1,4 853 gestione del livello idrometrico 2 0,5 945 attività vulcaniche 1 0,2

110 uso di pesticidi 5 1,2 102 mietitura/sfalcio 1 0,2 952 eutrofizzazione 1 0,2

162 piantagione artificiale 5 1,2 161 piantagione 1 0,2 961 competizione (ad es. gabbiano/sterna) 1 0,2

167 disboscamento senza reimpianto 5 1,2 163 reimpianto 1 0,2 964 inquinamento genetico 1 0,2

200 acquacoltura e molluschicoltura 5 1,2 164 taglio raso 1 0,2 965 predazione 1 0,2

altre forme di competizione interspecifica della 621 sport nautici 5 1,2 165 pulizia sottobosco 1 0,2 969 1 0,2 fauna

622 passeggiate, equitazione e veicoli non motorizzati 5 1,2 240 prelievo/raccolta di fauna in generale 1 0,2 971 competizione 1 0,2

910 interramento 5 1,2 250 prelivo/raccolta di flora in generale 1 0,2 976 danni da specie da caccia 1 0,2

altre forme di competizione interspecifica della 120 fertilizzazione 4 0,9 251 saccheggio di stazioni floristiche 1 0,2 979 1 0,2 flora

170 allevamento animali 4 0,9 302 prelievo di materiali litoranei 1 0,2

220 pesca sportiva 4 0,9 409 altri tipi di insediamenti urbani 1 0,2

250 prelievo/raccolta di flora in generale 4 0,9 419 altri tipi di insediamenti industriali 1 0,2 compost a. / wwf-canon © 12. Analisi e individuazione isotti r. - cambone a. delle priorità terrestri homo ambiens / / ambiens homo © ©

108 109

Un passaggio fondamentale dello sviluppo della Le informazioni utilizzate sono quelle relative alla Conservazione Ecoregionale, quale strumento distribuzione dei vertebrati terrestri contenute nella funzionale per definire le priorità di conservazione, è banca-dati della Rete Ecologica Nazionale - REN, agli l’individuazione delle Aree prioritarie, ovvero quelle endemismi vegetali (EDEN), alle specie rare e in via unità di conservazione in cui investire in modo prioritario di estinzione della flora italiana e delle aree marine di poiché possiedono un’alta valenza naturalistica e, allo maggiore rilevanza. Dopo la pubblicazione di tutte le stesso tempo risultano più vulnerabili. banche dati a disposizione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio - DPN, contenute nel DVD Nel 2003 per sviluppare la metodologia ecoregionale “GIS Natura” allegato alla pubblicazione “Stato della è stato coinvolto un gruppo di esperti esterni al biodiversità in Italia” è stato possibile completare le WWF Italia, che hanno dato, a titolo gratuito, la loro analisi. disponibilità a fornire il supporto scientifico e culturale. Il gruppo di lavoro WWF è stato affiancato, nello sviluppo Le principali fonti delle banche-dati cartografiche sono e applicazione della metodologia, da un gruppo state quindi: ristretto di esperti esterni, individuati tra quanti hanno • La Rete Ecologica Nazionale-REN che include due manifestato una maggiore disponibilità innanzi tutto a diversi tipi di dati relativi alla fauna italiana vertebrata: conoscere e approfondire i principi della Conservazione l’areale geografico di ciascuna specie (Geographic Ecoregionale e a dedicare il loro tempo allo sviluppo range) in formato ESRI® shapefile e il modello di della metodologia. Il lavoro svolto ha permesso di: idoneità ambientale di ciascuna specie (Habitat • identificare i temi chiave per mappare la biodiversità; suitability model) in formato ESRI® grid. • acquisire le informazioni per elaborare una serie di • La raccolta su DVD “GIS Natura” che contiene 23 carte tematiche che, opportunamente analizzate, banche-dati relative a quattro grandi aree tematiche: hanno consentito di formulare la proposta di aree Flora, Fauna, Aree Protette, Ambiente e Territorio, sia prioritarie che costituisce il risultato di questo lavoro; in formato raster che vettoriale. • identificare un’ampia lista di ulteriori esperti da consultare per la verifica e validazione delle scelte e Nei casi in cui non è stato possibile reperire informazioni delle informazioni; utili alla scala di indagine, si è proceduto attraverso il • coinvolgere gli enti e istituti di appartenenza degli coinvolgimento diretto degli esperti che ha consentito di esperti per cominciare a costruire la partnership a integrare le conoscenze e produrre mappe inedite. sostegno della Conservazione Ecoregionale. Per tutte le elaborazioni cartografiche effettuate La disponibilità di informazioni georeferenziate e nel presente lavoro è stato utilizzato il software GIS omogenee a scala ecoregionale è stato il primo “ArcView 3.2” di ESRI®. problema da affrontare. A tale scopo è stata avviata una collaborazione con la Direzione per la Protezione della Natura (DPN) del Ministero dell’Ambiente e della Tutela I confini dell’Ecoregione del Territorio per poter disporre delle banche dati sulla Mediterraneo Centrale biodiversità. Purtroppo, all’inizio del lavoro, la maggior parte non erano ancora complete, tuttavia il contatto Per la definizione dei confini dell’Ecoregione con la DPN ha permesso di organizzare un seminario Mediterraneo Centrale si è fatto riferimento alla carta tecnico per i funzionari direttamente presso il Ministero delle Mediterranean Terrestrial Ecoregions elaborata dell’Ambiente per verificare le possibili sinergie tra WWF MedPO. L’Ecoregione Mediterraneo Centrale l’approccio ecoregionale e le strategie attuate dal include le sub-ecoregioni n.10 - Complesso sardo-corso

Ministero (luglio 2004). e la n. 17 - Penisola italiana e isole maltesi. Carta delle Aree prioritarie dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. 110 ANALISI E INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ TERRESTRI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 111

Il confine settentrionale dell’ecoregione terrestre è stato non omogeneità dei dati di distribuzione e per il loro collocato in corrispondenza della fascia pedemontana enorme numero; dell’Appennino settentrionale e delle Alpi Marittime, • pesci delle acque interne, per mettere in evidenza utilizzando come base cartografica le unità di paesaggio i corsi d’acqua e i corpi idrici con la più alta (UDP), includendo tutti i Comuni comprendenti le aree concentrazione di pesci endemici e autoctoni; pedemontane appenniniche. • anfibi e rettili, per mettere in evidenza le aree più Dal processo di consultazione con gli esperti è emersa importanti per la presenza di endemismi appartenenti l’opportunità di includere anche le lagune costiere a queste due classi di vertebrati; dell’alto Adriatico. Infatti questa area è stata segnalata • uccelli, per mappare la biodiversità dell’ornitofauna come importante per l’elevato valore di biodiversità nidificante, includendo anche le Important Bird Areas (uccelli nidificanti, migrazioni degli uccelli, flora, pesci elaborate da LIPU-BirdLife; delle acque interne, invertebrati e biotopi rari). • mammiferi, mettendo in evidenza le aree di presenza I confini di quest’area sono stati tracciati prendendo in di un set rappresentativo di questa classe. considerazione tutte le unità di paesaggio classificate La metodologia ha permesso di realizzare 10 mappe come “lagune” o “pianure costiere” (Valli di Comacchio, che mettono in evidenza le aree più importanti per Delta del Po, Laguna di Venezia, Laguna di Caorle, ciascun ambito esaminato. È importante sottolineare Laguna di Grado e Marano). che ciascun gruppo di lavoro ha scelto la metodologia Riportando sulla carta l’Ecoregione Mediterraneo più opportuna per arrivare alla rappresentazione migliore Centrale e l’Ecoregione Alpi (quest’ultima definita in delle priorità. base al confine della Convenzione delle Alpi - CIPRA), si Le singole mappe prodotte, rappresentanti il livello di osserva una parziale sovrapposizione in corrispondenza Carta delle aree importanti per la presenza di ambienti ipogei. Carta delle aree importanti per la presenza di aree remote. biodiversità per ciascun tema, sono state confrontate della Liguria di ponente. I valori di biodiversità emersi con le unità di paesaggio (UDP) al fine di individuare le in questa zona sono inclusi nell’area prioritaria “A - UDP ospitanti i livelli più alti di biodiversità. Alpi Marittime” identificata in modo indipendente dal al loro interno non solo i valori di biodiversità secondo La mappa degli ambienti ipogei evidenzia, procedendo processo ecoregionale alpino. Usando il software GIS è stato attribuito un valore a la metodologia proposta, ma evidenziano quei territori da nord a sud: le Alpi Apuane, tre aree nelle province ciascuna unità di paesaggio (UDP) in funzione di quanto omogenei nei quali è maggiormente plausibile supporre di Pisa, Grosseto e Siena e il Monte Argentario tutte in ognuna di esse si sovrappone alle aree riportate sulle l’espansione dei valori di biodiversità. Toscana, il Conero, l’Appennino centro-meridionale, dalla dorsale marchigiana/umbro-marchigiana fino al I tematismi terrestri mappe di ciascuno dei dieci layer tematici. I valori Ambienti ipogei Matese, i Monti Picentini, la Penisola Sorrentina, Monti attribuiti a ciascuna UDP dai singoli layer tematici, sono Le grotte naturali rappresentano una tipologia di La mappa delle aree prioritarie terrestri è stata realizzata Lattari fino al Pollino; i Monti Aurunci, Ausoni e Lepini e stati poi sommati e sono stati utilizzati per produrre habitat molto sensibili e allo stesso tempo di enorme individuando e analizzando dieci temi selezionati in il promontorio del Circeo nel Lazio; il Gargano, le Murge una carta finale riportante tutte le unità di paesaggio valore. Le severe condizioni ecologiche determinano modo opportuno: e il Salento; la Sicilia sud-orinetale, i Monti Sicani, le ciascuna con il suo valore totale. condizioni di vita molto peculiari che danno origine • ambienti ipogei, per l’importanza che questi ambienti Madonie, la costa nord-occidentale; infine in Sardegna Successivamente le unità di paesaggio sono state a processi evolutivi che permettono alla fauna rivestono per la fauna troglobia e gli endemismi, in Capo Teulada, area di Carbonia, Capo Caccia, la Nurra, selezionate secondo un determinato “valore soglia” di troglobia straordinari adattamenti con modificazione particolare per i chirotteri e l’invertebratofauna; il Gennargentu, l’area del Supramonte del Golfo di biodiversità individuato per ciascuno dei nove settori della fisiologia e dell’anatomia. Circa il 90% delle Orosei e il Monte Albo. • aree remote o aree a basso impatto antropico, di omogenei definiti sulla base della carta litologica più significative cavità sotterranee si impostano su superficie superiore a 100 Km2; 1:500.000. Le Aree Prioritarie per la tutela della substrati carbonatici. Aree remote • aree importanti per la migrazione degli uccelli, in biodiversità a scala ecoregionale sono state individuate La mappa indica le aree con il livello più basso di È stata ottenuta una mappa indotta della biodiversità particolare passeriformi e rapaci; come somma di diverse UDP selezionate in relazione al frammentazione prodotta utilizzando le coperture degli ambienti ipogei, nel senso che non è stata valore soglia. dell’uso del suolo di Corine Land Cover III livello, relative • vegetazione e biotopi di interesse rilevante, per utilizzata la distribuzione delle specie troglobie, ma la mettere in evidenza le formazioni vegetazionali e i alle seguenti tipologie: boschi, pascoli e incolti. La scelta di utilizzare le UDP è stata adottata anche per presenza degli ambienti idonei a queste ultime. D’altra biotopi più rari e minacciati dell’ecoregione; una omogeneizzazione dei dati a maggiore dettaglio parte utilizzare, come base conoscitiva, la distribuzione Sono state invece escluse: • flora vascolare, per rappresentare le aree che (es. flora, vegetazione) con quelli con dettaglio minore delle grotte esplorate dall’uomo sarebbe stato molto • tutte le aree dei Comuni con una densità abitativa ospitano maggiore ricchezza e diversità flogistica; (es. invertebrati, vertebrati). In questo modo è stato riduttivo, infatti è molto più probabile che le specie superiore alla media nazionale (187 ab./Km2); • invertebrati terrestri, rappresentano il valore possibile ricondurre i dati ad ambiti morfologicamente troglobie utilizzino piccole cavità, inghiottitoi e condotti • tutte le strade interpoderali e vicinali e una fascia, di quantitativo della biodiversità, ma sono uno degli coerenti e omogenei rappresentati proprio dalle diverse non esplorabili e sicuramente meno disturbati dalle ampiezza variabile tra 0,5 e 1 km, intorno a tutte le strati più difficili da elaborare per la carenza e la unità di paesaggio. Pertanto le aree individuate hanno attività speleologiche. strade nazionali, provinciali e comunali; 112 ANALISI E INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ TERRESTRI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 113 petriccione archivio wwf / f. cianchi f. / wwf archivio b. © © ©

Carta delle aree importanti per le migrazioni di uccelli rapaci e passeriformi. Carta delle aree importanti per la vegetazione.

• tutte le aree occupate dai centri abitati superiori a 200 livello di antropizzazione in Sardegna, soprattutto in durante la migrazione primaverile: Liguria centrale, • arbusteti a Vaccinium myrtillus degli Appennini centrali abitanti; tutto il settore orientale e nel Sulcis. Conero, Circeo, Marettimo, Ustica, Salento. (Vaccinio-Hypericetum richeri); • un’area di raggio 10 km per tutti i centri abitati con più • praterie di altitudine mediterraneo-montane a Sesleria Aree importanti per la migrazione La migrazione degli uccelli è un fenomeno biologico di 1.000.000 di abitanti, un’area di raggio 5 km per i tenuifolia (Pediculari elegantis-Seslerietum tenuifoliae); di rapaci e passeriformi che attraversa l’intera ecoregione e la tutela efficace centri con più di 100.000 abitanti e un’area di raggio • tundra alpina a Silene acaulis e Kobresia myosuroides Il fenomeno della migrazione degli uccelli rappresenta di questo “valore” può essere raggiunta, tutelando le 2 km per quelli con più di 50.000 abitanti. degli Appennini centrali (Saxifrago speciosae- uno dei valori più importanti per la sua dimensione e per aree chiave “bottleneck”, ma anche perseguendo una Silenetum cenisiae, Leontopodio-Elynetum). Dal risultato finale sono state sottratte tutte le aree con il suo ruolo di fenomeno biologico tra diversi continenti. strategia globale che miri ad assicurare la funzionalità di una superficie più piccola di 10 km2 e selezionate tutte alcuni habitat durante le migrazioni (siti di stop-over) e Dal punto di vista operativo, utilizzando il software Questa carta è stata realizzata acquisendo i dati o quelle più grandi di 100 km2. agendo per ridurre i fattori di interferenza diretta come GIS, sono state utilizzate le coperture georeferenziate digitalizzando le seguenti informazioni: il bracconaggio, la distruzione degli habitat chiave e relative ai confini comunali, alla distribuzione dei Nel contesto ecoregionale è probabilmente inopportuno • le principali aree di migrazione dei passeriformi, l’alterazione di siti chiave. valori presenti nei siti di Interesse Comunitario (SIC) correlare direttamente le “aree remote” con i valori di secondo quanto emerso dalle ricerche condotte della Rete Natura 2000 e all’uso del suolo di Corine biodiversità, come invece risulta coerente in grandi nell’ambito del “Progetto Piccole Isole” coordinato Aree importanti per la vegetazione Land Cover. Sono stati selezionati quindi i confini contesti continentali in cui sono stati sviluppati i dall’Istituto Fauna selvatica; La mappa delle aree più importanti per la vegetazione comunali che ospitano le tipologie indicate e, tra tutti Wildlands Project. Tuttavia si tratta di contesti in cui la • le principali aree di migrazione dei rapaci in base ai e i biotopi minacciati è stata realizzata sulla base di 8 i siti individuati, sono stati evidenziati solo quelli con pressione umana è comunque ridotta e restano aree ad riferimenti bibliografici, con riferimento ai siti in cui delle 14 tipologie vegetazionali sensibili ai cambiamenti superficie maggiore di 10 ha. alta naturalità in cui si riscontrano dimensioni ancora sono stati osservati almeno 1.000 rapaci in migrazione climatici riportate in bibliografia, ovvero: significative degli habitat. Purtroppo in molti casi fattori primaverile o autunnale, ovvero: Malta, Marettimo, A questo layer sono stati poi aggiunti tutti i SIC con • f oreste planiziali a Quercus robur e Carpinus betulus specifici hanno contribuito alla perdita di elementi Ustica, Stretto di Messina, Monte Covello, Capo almeno il 50% della superficie occupato da uno o più (Ornithogalo pyrenaici-Carpinetum betuli); importanti di biodiversità (grandi ungulati, predatori, d’Otranto, Circeo, Conero, Monte S. Bartolo, Arenano, habitat individuati negli allegati della Direttiva 92/43/CEE. • f oreste ripariali e golenali a Alnus glutinosa e Fraxinus uccelli rapaci, ecc.). Valle Stura, Monte Ciarm e Colli Asolani. oxycarpa (Populetalia albae); Questa mappa mette in evidenza un elevato numero La carta evidenzia un’area sulle Alpi Marittime, l’Alpe di Questa carta mette in evidenza il sistema delle piccole • v egetazione palustre (Phragmitetea); di siti, poco apprezzabili su una rappresentazione San Benedetto, alcune aree nell’Appennino centrale, il isole del Tirreno, lo Stretto di Messina, le Isole maltesi • v egetazione di torbiera (Oxycocco-Sphagnetea); cartografica di piccola scala, ma che posti in relazione Cilento e Pollino, l’Etna e i Monti Peloritani settentrionali. oltre a una serie di aree molto localizzate in cui sono • a rbusteti a Pinus mugo degli Appennini (Vaccinio- alle unità di paesaggio hanno contribuito ad attribuite in Sono ancora abbastanza diffuse aree con un basso stati osservati un numero di rapaci maggiore di 1.000 Piceetalia); modo significativo il valore complessivo di ciascuna UDP. 114 ANALISI E INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ TERRESTRI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 115

9. querceti della Basilicata: Vulture, Dolomiti lucane, Val d’Agri; 10. Monti Lepini, Monti Aurunci e Monti Lepini; 11. pinete montane mediterranee e le praterie xero- montane del Lagonegro, Pollino, Monte Sirino e Monte Orsomarso; 12. area delle Murge e delle Gravine fino al Fiume Bradano; 13. fiumare calabresi; 14. Monti Iblei (l’area del Fiume Noto e altri corsi d’acqua vicini); 15. Etna, versante settentrionale con Pino laricio Pinus nigra laricio e Betulla dell’Etna Betula aentensis; 16. Le Madonie, i Nebrodi e Piana di Roccabusambra; 17. aree di gariga con Palma nana Chaemorops humilis in tutta l’ecoregione; 18. isole di Pantelleria e Lampedusa; 19. Gennargentu, il Supramonte, M.Albo, Barbagia, area interna del Golfo di Orosei, Limbara;

petriccione 20. steppe xeriche di Ozieri, Campeda, Nurra. b. b. © © 21. grotte naturali.

Carta delle aree importanti per la flora. Carta delle aree importanti per la presenza di invertebrati terrestri. Attraverso l’utilizzo combinato in ambiente GIS delle coperture amministrative, dell’uso del suolo (Corine Land Cover), delle unità di paesaggio e degli altri layer Aree importanti per la flora Dalla sovrapposizione di queste due mappe è stata 1. Alpi liguri fino al mare, da Ventimiglia alla zona di (rete idrografica, Natura 2000, litomorfologia, aree Per realizzare la mappa delle aree più rilevanti per la ottenuta una terza mappa con le aree prioritarie per Albenga-San Remo; protette, banca dati CK-Map) è stato possibile produrre flora è stata utilizzata la banca dati della flora vascolare la flora vascolare che riporta le aree evidenziate in 2. aree di brughiera a Calluna vulgaris dalla Liguria la mappa delle aree di maggiore biodiversità per gli in cui è riportata la distribuzione di 1.070 specie e entrambe le cartografie elaborate. È possibile osservare all’Umbria; invertebrati terrestri. sottospecie della flora vascolare italiana inserite nella una distribuzione abbastanza diffusa di queste aree 3. fascia costiera tra Piombino e l’Argentario e anche oltre le zone già note per ospitare una particolare Lista Rossa Nazionale e nelle Liste Rosse Regionali. l’Arcipelago Toscano; Aree importanti per i Pesci delle acque dolci ricchezza di endemismi come: la Liguria, le Alpi Apuane, Sono state considerate 970 specie in quanto sono 4. foreste planiziali tirreniche con Fraxinus spp. (es. Sono stati selezionati due set di specie rappresentative: il Gargano e la Sardegna centro-orientale. state escluse dall’analisi le specie estinte e quelle Circeo, Foglino, Castelporziano, la foce dell’Arrone), un primo set di 8 taxa endemici o sub-endemici e un distribuite solo nell’Italia continentale. dalla Toscana fino alla foce del Fiume Sele; secondo set di 10 specie indigene. Gli areali sono stati Aree importanti per gli invertebrati terrestri • L’intero territorio dell’Ecoregione Mediterraneo 5. Appennino centrale: aree alto-montane oltre i 2.000 acquisiti facendo riferimento alla banca dati della Rete Sono state raccolte una serie di informazioni di carattere Centrale è stato suddiviso in un reticolo di maglia m s.l.m, con faggete mature, abetine pure e miste Ecologica nazionale - REN. geografico ed ecologico che hanno permesso di 10x10 km e all’interno di ciascuna maglia è stato dell’Appennino centro-meridionale, formazioni cartografare in ambiente GIS un buon numero di aree Dopo una prima elaborazione, gli areali di 16 taxa su 18 calcolato un Indice di Valore Conservazionistico per autoctone a Pino nero, praterie xero-montane importanti per l’invertebratofauna. sono stati modificati e ridigitalizzati ex-novo secondo la Flora (Indice VCF), tenendo in considerazione sia (pseudo-steppe), Marsica e i monti circum-fucensi; quanto riportato nell’Iconografia dei Pesci delle Acque il numero di taxa che il numero di stazioni presenti Sono state evidenziate 21 “tipologie territoriali” 6. aree palustri e lagunari litoranee con specie di flora Dolci. Sono rimasti invariati gli areali di due specie in ciascuna maglia. Tale Indice è stato ottenuto considerate quelle più importanti per la presenza alofila. Dall’area di Fucecchio al Fiume Sele, Saline molto localizzate: la trota macrostigma (Salmo (trutta) utilizzando l’equazione di Shannon-Weaver. di endemismi o per particolari livelli di ricchezza Margherita di Savoia, Lesina, Le Cesine, Circeo, macrostigma) e il carpione del Fibreno (Salmo fibreni). • È stata poi realizzata una seconda mappa con la dell’entomofauna terrestre. Queste tipologie sono Taranto, zone umide dell’Oristanese e Cagliaritano, distribuzione delle specie minacciate attribuendo ascrivibili a tre classi: aree che presentano particolari Delta del Po, lagune costiere di Venezia e Marano; Le specie selezionate sono: un valore differenziato per singoli taxa in base alle condizioni ecologiche e vegetazionali tali che le rendono 7. sistemi di dune sabbiose litoranee della Penisola e • taxa endemici o sub-endemici: ghiozzo di ruscello categorie IUCN di minaccia, escludendo le specie a funzionali a sostenere una elevata biodiversità; aree delle isole maggiori (es. Circeo, Piscinas, Siculiana, (Gobius nigricans), trota macrostigma [Salmo (trutta) più basso rischio (LR) e carenti di informazioni (DD) identificabili in modo discreto da un punto di vista ecc.); macrostigma], carpione del fibreno (Salmo fibreni), e assegnando i seguenti valori: valore 10 alle specie geografico e/o geomorfologico; aree identificate per 8. aree montane della Campania: Monti Picentini, Monti arborella meridionale (Alburnus albidus), rovella (Rutilus “In pericolo critico” (CR), valore 8 alle specie “In entrambe le caratteristiche. Le tipologie territoriali Alburni, Monte Taburno, Monte Cervialto, Monti rubilio), vairone (Leuciscus souffia muticellus), barbo pericolo” (EN) e valore 5 alle specie “Vulnerabili” (VU). individuate sono riportate di seguito: Lattari; (Barbus plebejus) e cobite (Cobitis tenia bilineata); 116 ANALISI E INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ TERRESTRI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 117

(Calandrella brachydactyla), cappellaccia (Galerida cristata), tottavilla (Lullula arborea) e allodola (Alauda arvensis). A queste cinque specie sono state aggiunte altre due rappresentative degli stessi ambienti mediterranei: la monachella (Oenanthe hispanica) e il calandro (Anthus campestris).

Le specie appartenenti al genere Sylvia sono specie tipicamente di ambienti arbustivi e boschivi mediterranei. Sono stati utilizzati gli areali disponibili nella Rete Ecologica Nazionale - REN di un set di 6 specie opportunatamente selezionate: magnanina sarda (Sylvia sarda), magnanina (Sylvia undata), sterpazzola di Sardegna (Sylvia conspicillata), sterpazzolina (Sylvia cantillans), bigia grossa (Sylvia hortensis), sterpazzola (Sylvia communis). Tra i silvidi non sono state prese in considerazione le specie accidentali e le specie troppo localizzate oppure molto comuni e quindi non funzionali a selezionare aree a scala ecoregionale.

La famiglia picidi è presente nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale con sette specie nidificanti. Queste specie mostrano esigenze ecologiche tali da Carta delle aree importanti per i pesci d’acqua dolce. Carta delle aree importanti per la presenza di anfibi e rettili. Carta delle aree importanti per la presenza di uccelli. far assumere loro il ruolo di indicatori degli ambienti forestali maturi. Sono state selezionate le specie più • t axa indigeni: lampreda di ruscello (Lampetra planeri), Anche in questo caso, come per i pesci, tutti gli areali La mappa che riporta le aree importanti per rare o localizzate: picchio nero (Dryocopus martius), cavedano (Leuciscus cephalus), tinca (Tinca tinca), sono stati successivamente modificati e digitalizzati ex- l’erpetofauna e la batracofauna pone in evidenza: picchio rosso mezzano (Picoides medius), picchio scardola (Scardinius erythrophthalmus), luccio (Esox novo in base alle mappe dell’Atlante dei rettili e anfibi un’area piuttosto estesa che include la Liguria dorsobianco (Picoides leucotos), picchio rosso minore lucius), latterino (Atherina boyeri), nono (Aphanius d’Italia. meridionale, la Toscana settentrionale e raggiungendo (Picoides minor). La mappa dei picidi è stata ottenuta fasciatus), spinarello (Gasterosteus aculeatus), anche parzialmente l’Emilia Romagna, una seconda selezionando le aree in cui il picchio rosso minore (la scazzone (Cottus gobio), cagnetta (Salaria fluviatilis). Le specie prese in esame sono: area molto estesa che dall’Appennino centrale, passa specie più largamente distribuita delle quattro) è presente • anfibi: salamandra pezzata appenninica Salamandra per la Campania settentrionale fino alla propaggine più in simpatria con almeno una delle altre tre specie. La mappa definitiva delle aree più importanti per i Salamandra gigliolii), salamandrina dagli occhiali meridionale della Calabria, infine un insieme di quattro pesci d’acqua dolce (sub)endemici e indigeni evidenzia Infine è stata realizzata una mappa che mette in (Salamandrina terdigitata), tritone alpestre aree in Sardegna che corrispondono all’incirca con la un’ampia area che dalla costa tirrenica si espande evidenza le aree di presenza in simpatria delle tre specie della Calabria (Triturus alpestris inexpectatus), Gallura, il comprensorio Gennargentu-Supramonte, il verso est per tutta l’Umbria e metà delle Marche e verso del Genere Lanius nidificanti in Italia: averla piccola tritone alpestre appenninico (Triturus alpestris Sarrabus e il Sulcis. sud include buona parte della Campania e del Molise. (Lanius collurio), averla cenerina (Lanius minor), averla apuanus), tritone italiano (Triturus italicus), tritone Trattandosi di un’area estremamente estesa, all’interno Aree importanti per gli uccelli capirossa (Lanius senator) in quanto specie legate agli sardo (Euproctus platycephalus), discoglosso di quest’area prioritaria per i pesci (sub)endemici e Per realizzare la carta delle aree più importanti per ambienti ecotonali costituiti da pascoli cespugliati e dipinto (Discoglossus pictus), discoglosso sardo indigeni sono stati individuati i corpi idrici principali e l’ornitofauna è stata utilizzata la cartografia delle ambienti aperti con siepi. (Discoglossus sardus), ululone dal ventre giallo riportata una “fascia di rispetto”(buffer) di 300 m per Important Bird Areas (IBA) realizzate per l’Italia da LIPU- appenninico (Bombina variegata pachypus), raganella Le quattro carte sopra descritte sono state sommate ciascuna sponda di corso d’acqua o riva dei laghi. BirdLife, integrata con l’individuazione di aree attraverso tirrenica (Hyla sarda), rana di Lataste (Rana latastei), per ottenere una singola carta complessiva indicante la selezione di set di specie rappresentative di alcune Aree importanti per gli anfibi e rettili rana appenninica (Rana italica). le aree di maggior interesse conservazionistico, tipologie ambientali caratteristiche dell’Ecoregione relativamente agli ambienti boschivi, prativi-steppici, agli La mappa che presenta le aree di interesse per • rettili: lucertola dei Faraglioni di Capri (Podarcis sicula Mediterraneo Centrale. arbusteti-cespuglieti ed ecotonali. l’erpetofauna, è ricavata dall’esame di 21 areali di coerulea), lucertola di Bedriaga (Lacerta bedriagae), specie e sottospecie endemiche di anfibi e rettili lucertola siciliana (Podarcis wagleriana), lucertola delle La famiglia degli alaudidi è stata utilizzata per È stata poi realizzata un’ulteriore mappa sulla base presenti nell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. Sono Eolie (Podarcis raffonei), lucertola di Malta (Podarcis evidenziare gli ambienti steppici, di pascolo e agricoli. della presenza dei rapaci diurni (Fam. Accipitridae); stati esaminati 12 taxa per gli anfibi e 9 per i rettili; con filfolensis), tarantolino (Phyllodatcylus europaeus), Sono stati utilizzati gli areali disponibili nella Rete questo gruppo è stato prescelto in virtù della sua l’esclusione dei geotritoni, la cui distribuzione non è algiroide nano (Algiroides fitzngeri), vipera dell’Orsini Ecologica Nazionale - REN di 5 specie di alaudidi: specializzazione in termini ecologici e della distribuzione cartografata in REN e comunque molto localizzata. (Vipera ursinii), natrice del cetti [Natrix (natrix) cetti]. calandra (Melanocorypha calandra), calandrella in un’ampia gamma di tipologie di habitat. 118 ANALISI E INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ TERRESTRI BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 119 nardi gildi archivio wwf / r. r. / wwf archivio r. / wwf archivio © © ©

Carta delle aree importanti per la presenza di mammiferi.

Le 15 specie prese in esame appartengono ai due ordini Le 9 specie individuate appartengono agli ordini: Altre aree prioritarie • il picchio muratore corso (Sitta whiteheadi), degli accipitriformes e dei falconiformes. Le specie insettivori (1), lagomorfi (1), roditori (4), artiodattili (1) e • le formazioni forestali a pino laricio (Pinus nigra laricio). selezionate sono: falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), carnivori (2) e a taxa endemici oppure caratterizzanti Una volta ottenuta la mappa delle aree prioritarie Tutte questi elementi hanno un areale incluso entro i nibbio bruno (Milvus migrans), nibbio reale (Milvus alcune tipologie ambientali. utilizzando i dieci temi e le unità di paesaggio, sono confini del PNR Corso. Si è quindi scelto di individuare milvus), capovaccaio (Neophron percnopterus), grifone state aggiunte due aree ritenute di alto valore per la I taxa sono: toporagno appenninico (Sorex samniticus), come area prioritaria per la Corsica i confini del Parco (Gyps fulvus), biancone (Circaetus gallicus), falco di biodiversità. crocidura siciliana (Crocidura sicula), talpa romana palude (Circus aeruginosus), albanella minore (Circus (Talpa romana), arvicola di Savi (Microtus savii), istrice Aree prioritarie della Corsica Aree prioritarie dell’Alto Adriatico pygargus), astore (Accipiter gentilis), aquila reale (Aquila (Hystrix cristata), orso bruno marsicano (Ursus arctos Per le aree della Corsica, non disponendo della stessa Per quanto riguarda le aree lagunari costiere dell’Alto chrysaetos), aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus), marsicanus), lontra (Lutra lutra), capriolo italiano base di informazioni utilizzate per le aree in Italia, è stato Adriatico sono state incluse nell’ecoregione per la loro grillaio (Falco naumanni), lodolaio (Falco subbuteo), (Capreolus capreulus italicus), lepre appenninica (Lepus utilizzato un criterio ad hoc diverso da quello utilizzato importanza in termini di biodiversità, con particolare lanario (Falco biarmicus), pellegrino (Falco peregrinus). corsicanus). per il resto dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale. riferimento agli uccelli nidificanti, le migrazioni Attraverso un’elaborazione GIS, è stata quindi degli uccelli, la flora, i pesci delle acque interne, gli La mappa delle aree prioritarie per i mammiferi È stata attivata una collaborazione con gli esperti del realizzata una mappa “filtrando” la mappa di sintesi invertebrati e i biotopi rari. Parc Naturel Régional de Corse (PNRC) che hanno di alaudidi-silvidi-picidi-lanidi con la carta dei rapaci mostra un insieme di ambiti territoriali di cui il più fornito informazioni circa i valori di biodiversità per La rappresentazione cartografica di quest’area è stata diurni. In questo modo si è ottenuta una mappa in significativo è quello che include il Cilento-Vallo di cui questa isola è importante a livello del Bacino effettuata identificando tutte le unità di paesaggio cui sono riportate le aree importanti per i rapaci e Diano e gran parte della Basilicata, una seconda Mediterraneo; le informazioni sulla distribuzione classificate come tipologia “lagune” o “pianure contemporaneamente per almeno uno degli altri 4 area è quella dell’Appennino centrale e una terza è sono state reperite in bibliografia e dal processo di costiere” e considerando direttamente come prioritarie tematismi. quella delle Marche; quest’ultima mostra un’anomala conformazione sostanzialmente attribuibile allo scarso consultazione con gli esperti del PNRC. le seguenti UDP: Aree importanti per i mammiferi grado di definizione degli areali di alcune specie • Valli di Comacchio; Gli elementi di biodiversità per cui la Corsica svolge un Per la realizzazione della carta delle aree importanti (es. talpa romana) nella banca-dati REN. Lo stesso ruolo rilevante per l’intera ecoregione, sono riconducibili • Delta del Po; per i mammiferi è stato selezionato un set di specie vale per alcune zone del Lazio, Gargano e Calabria alla presenza delle seguenti specie: • Laguna di Venezia; rappresentative della teriofauna italiana, escludendo che risentono della distribuzione estremamente gruppi a distribuzione eccessivamente ampia o frammentata del capriolo italico e della lepre • il gipeto (Gypaetus barbatus), • Laguna di Caorle; puntiforme. appenninica. • il falco pescatore (Pandion heliaetus), • Laguna di Grado e Marano. 120 • biodiversità: prodotte cartografietematiche periseguentivaloridi della BiodiversityVision, sono statielaboratiidatie processo diconsultazione preliminare perladefinizione numerosi biologimariniche hannopartecipatoal Mediterraneo Centrale.Attraversoilcontributodi e/o critichenelleacquecircostanti l mappe chemettonoinevidenzalearee importanti ecoregionale. Sonostate tuttavia prodotte diverse informazioni scarsamenteomogeneedisponibiliascala è unprocesso quantomai complessoacausadelle La realizzazione dellamappa dellabiodiversitàmarina I tematismimarini Jugoslavia stipulatinel1970. rispettivamente fraItaliaeGrecia, Spagna,Tunisia e sono staticonsideratigliaccordi bilaterali secondo lenormedelDirittomarittimointernazionale, Per ladefinizionedellapiattaformacontinentale, sono statidefinitiseguendolapiattaformacontinentale. I limitimarinidell’Ecoregione MediterraneoCentrale 1 pelagicus Mediterraneo: uccellodelletempeste uccelli marinidiinteresse conservazionisticonel a

© homo ambiens / a. piccioni ree importantiperlapresenza dicolonie 3 . delle priorità Analisi eindividuazione , gabbianocorso Larus audouinii ’ Ecoregione Hydrobates , berta marine di lavoro formatodaibiologi coinvolti: dalgruppo state considerateulterioriindicazionifornite Ad integrazionedelleinformazionisopraesposte,sono • • alle informazioni fornite dall alle informazionifornite quanto riguarda leIsolePelagie, sièfattoriferimento Falcone (SS)ePuntaEscampobariou(Provenza). Per foce delFossoChiarone (GR), CapoFerro (SS),Capo individuano unpoligonoconverticiinprossimità della sono stateutilizzatelecoordinate ufficialiche Sicilia). PerlamappaturadelSantuario biodiversità marinadelleIsolePelagie-Canaledi del MarLigure) equelloproposto (Santuariodella santuario deicetaceiesistente(Santuario aree importantiperlapresenza dicetacei,ovvero il mediterranea maggiore Centrale. biodiversità marinadell è stataderivataunamappadellearee dimaggiore esistenti nell fattori bioticieabioticileinterferenze antropiche esaminati, conadeguatetecnicheGIS,inumerosi MedPO. Attraversoquestametodologiasonostati i risultatidella stata ancoradefinitalaperimetrazioneufficiale; presenza dicetaceinelCanale diSicilia,nonessendo Calonectris diomedea ’

intero bacinodelMediterraneo. Daciò Puffinus yelkouan Gap Analysis ’ Ecoregione Mediterraneo marinaeffettuata dalWWF ’ indagine ICRAMsulla ; e bertaminore “ Pelagos “ Pelagos ”

© wwf-canon / m. gunther ( m antennatus ( ( rosa poutassou ( ( nasello di aree di presenza 1994-1996 triennio - da acquisite state sono informazioni Ulteriori • • • • Octopus vulgaris Octopus foliacea Aristaeomorpha barbatus Mullus Adriatico. marina comune le aree dimassimaconcentrazione dellatartaruga produttività delMediterraneo; bianco eperilloro ruolonellaregolazione della di profondità, perlapresenza diformazioniaCorallo le aree grandi pelagici; per lapresenza dicetaceieperlamigrazionedei l dei -100m; Penisola Sorrentina, compresa all una fasciacostiera,estesadalleIsoleTremiti alla oscardino bianco ( bianco oscardino ’

© archivio wwf / p. paolillo area delloStretto diMessinaedelleIsolecampane “ Atlante delle Risorse ittiche demersali italiane italiane demersali ittiche Risorse delle Atlante Parapenaeus longirostris Parapenaeus Merluccius merluccius Merluccius “ deep seas ) , , ) , , m s campo ( campo usdea ( usdea ) , , ) Caretta caretta . p nursery otassolo ( otassolo ” Eledone cirrhosa Eledone ” chesiestendonooltre i1.000m relativo alla distribuzione e e distribuzione alla relativo Phycis blennoides Phycis Nephrops norvegicus Nephrops ) , , g di 10 specie demersali: demersali: specie 10 di ambero viola ( viola ambero Micromesistius Micromesistius ) ) , , , , g t in faseneriticanell riglia di fango fango di riglia ambero rosso rosso ambero ’ interno all interno )

e polpo comune comune polpo e ) , , g Aristeus Aristeus

ambero ambero ) , , ’ isobata ’ Alto singola unitàdiconservazione,marinaeterrestre. della futuragestione,essesianoconsideratecomeuna biodiversità marina.Èpertantoauspicabileche,aifini spesso granpartedeidisturbiedelleminacceperla è giustificatoanchedalfattochedaterrasioriginano L aree prioritarieanchelacomponente marina. È derivante dellapesca. colonie diuccellimariniesullariduzionedell sui santuarideicetaceiedellabiodiversitàmarina,sulle e definire degliobiettiviascalaecoregionale centrati consultati sièritenutopiùfunzionaleoperare unasintesi conservazionistici, inaccordo conibiologimarini numerose aree diuncertointeresse afini Nonostante questemappeabbianoevidenziato • • Le carteprodotte riportano,perciascunaspecie: ’ statoinoltre ritenutoopportuno includere per20delle inclusione dellapartemarinainquestearee prioritarie le aree di pescato perKm la resa dellerisorsedemersaliinterminidikg © homo ambiens / r. isotti nursery 2 , autunnaleeprimaverile; primaverileeautunnale. ’ impatto 121 a. cambone - r. isotti r. - cambone a. 14. Le aree prioritarie © homo ambiens / / ambiens homo ©

122 123

Area n. 1 “Monte Beigua” (319 Km2) Area n. 2 “Monte di Portofino e cinque terre” (642 Km2)

Descrizione generale odorosa Daphne cneorum. La zona Descrizione generale L’area ha anche una certa L’area si presenta come un del Monte Beigua riveste un ruolo L’area si presenta come una sottile importanza per la chirotterifauna: mosaico di ambienti naturali grazie determinante per la migrazione porzione di territorio estesa per è segnalata la presenza di una al quale il gruppo montuoso del dei rapaci diurni sia in primavera circa 75 Km nel Levante ligure. decina di specie di pipistrelli, tra cui Genova Beigua viene considerato una delle che in autunno (si stimano dai 500 Nell’entroterra, l’area presenta alcune minacciate come il rinolofo zone più ricche di biodiversità della ai 3000 rapaci, particolarmente Genova un crinale orientato NE-SW. I minore, il vespertilio di Capaccini

Liguria. È caratterizzato da colline biancone, falco di palude e falco Savona rilievi principali, tutti al di sotto dei e il vespertilio di Natterer. Nei corsi La Spezia e medie montagne appenniniche, pecchiaiolo). 1000 m s.l.m., sono il Monte di d’acqua è da segnalare la presenza metamorfiche e cristalline. Lungo Portofino e Monte Le Rocchette, dello spinarello. la fascia costiera l’area si estende Principali minacce per la Monte Gottero, Monte Groppi, e

da Voltri ad Albissola Marina. biodiversità 25 0 25 50 km le aree collinari delle Cinque Terre, Principali minacce per la 25 0 25 50 km I principali fattori di minaccia La Spezia e Monte Croce. I corsi biodiversità Principali elementi generali per la biodiversità nell’area d’acqua sono modesti e a carattere I principali fattori di minaccia per di biodiversità prioritaria risultano essere: l’attività prevalentemente torrentizio. la biodiversità sono rappresentati L’area ospita, negli ambienti estrattiva, gli incendi, la presenza da incendi ed espansione degli di prateria e nelle faggete, di infrastrutture di comunicazione Principali elementi di biodiversità insediamenti umani e delle alcune specie vegetali tipiche viaria e l’urbanizzazione a scopo L’area è di rilevante importanza infrastrutture. Nelle aree costiere e del Serpentino, come la felce insediativo e turistico. floristica ed erpetologica. Nelle marine si riscontrano inquinamento, Asplenium cuneifolium e la Dafne acque antistanti, la regolare disturbo da sport nautici e presenza di numerose specie di acquacoltura; negli ambienti cetacei ha motivato l’istituzione del montani interni sono presenti Aree protette Santuario dei cetacei “Pelagos”. attività estrattive e venatorie.

Tipologia Numero Superficie (Km2) Parchi Nazionali 0 0,00 Aree protette a. cambone - r. isotti r. - cambone a. Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 coppola 2 Parchi Naturali Regionali 1 82,28 Tipologia Numero Superficie (Km ) Parchi Nazionali 1 34,38 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 e. / wwf-canon © homo ambiens / / ambiens homo © © Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 3 29,12 SIC 4 166,25 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 ZPS 1 83,24 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Siti Ramsar 0 0,00 Aree Marine Protette 4 33,39 IBA 1 92,73 SIC 27 120,46 Totale* 7 424,50 ZPS 0 0,00 Siti Ramsar 0 0,00 *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie IBA 0 0,00 whitehead dell’intera area prioritaria. Totale* 35 217,35

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette wwf-canon / m. gunther m. / wwf-canon di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie h. / wwf-canon © © © dell’intera area prioritaria. 124 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 125

Area n. 3 “Alpi Apuane - Garfagnana” (1.747 Km2) Area n. 4 “Lagune costiere dell’Alto Adriatico” (1.767 Km2)

Descrizione generale Athamanta cortiana ferrarini, Descrizione generale che si riproducono, svernano e Pordenone L’area si estende dalle Alpi Salix craegifolia, Globularia L’area prioritaria n. 4 è composta migrano in queste aree: volpoca, Treviso Apuane al settore occidentale incanescens, Cerastium apuanum, da tre distinti settori: il più canapiglia, fistione turco, moretta dell’Appennino tosco-emiliano. Buphthalmum salicifolium subsp. meridionale si estende da Ravenna tabaccata, alzavola, mestolone, È caratterizzata dalla presenza di flexile, Santolina leucantha). a Iesolo e comprende le valli marzaiola, moriglione, ecc. Venezia estese faggete e boschi di cerro e Rilevante anche la presenza La Spezia di Comacchio, il bosco della Nell’area della bonifica del castagno. Le vette principali sono di anfibi e rettili e della fauna Massa Carrara Mesola, il Polesine, la sacca di Mezzano è ancora presente la più il monte Cimone, il Monte Cusna, entomologica. Pistoia Goro, il delta del Po e relativa importante popolazione selvatica Lucca il Monte Pisanino e l’Abetone. Tra piana alluvionale, la foce del di starna. i fiumi che interessano l’area, il Principali minacce per la Brenta e dell’Adige e l’intera Per quanto concerne l’ittiofauna

Magra, il Serchio. biodiversità 25 0 25 50 km Laguna di Venezia. Più a nord, il si ricorda la presenza di: arborella, 25 0 25 50 km I principali fattori di interferenza secondo settore è costituito dalla barbo, lampreda di ruscello, Principali elementi di biodiversità con la biodiversità consistono laguna di Caorle e dalle zone latterino, ghiozzo, cavedano, nono, L’area risulta essere importante nelle attività turistiche non umide circostanti. Infine il terzo scardola, scazzone e spinarello. per la ricchezza floristica e per la controllate, nello sviluppo delle settore è in Friuli Venezia-Giulia presenza di endemismi vegetali reti viarie e nell’attività estrattiva e interessa le lagune di Marano e Principali minacce per la (Centaurea montis-borlaeche, prevalentemente marmifera. Grado, in prossimità della foce del biodiversità Tagliamento. L’analisi dei fattori di interferenza con la biodiversità ha rivelato Aree protette Principali elementi di biodiversità la presenza di inquinamento, di Il complesso di lagune costiere e erosione delle coste con perdita Tipologia Numero Superficie (Km2) zone umide d’Alto Adriatico è uno di habitat rari, la trasformazione Parchi Nazionali 1 86,30 degli ecosistemi più importanti del suolo per agricoltura intensiva, Riserve Naturali dello Stato 7 21,17 d’Europa per la presenza di attività turistiche, prelievo di inerti Parchi Naturali Regionali 4 317,51 moltissime specie di uccelli e attività venatoria. Riserve Naturali Regionali 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 Aree protette SIC 26 471,78 Tipologia Numero Superficie (Km2) ZPS 13 418,15

Parchi Nazionali 0 0,00 ianchi c

Siti Ramsar 0 0,00 isotti r. - cambone a. Riserve Naturali dello Stato 10 15,74 f. / IBA 2 358,62 Parchi Naturali Regionali 2 213,02 Totale* 53 1673,33 archivio wwf archivio

© homo ambiens / / ambiens homo © Riserve Naturali Regionali 4 19,67 © *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 dell’intera area prioritaria. Aree Marine Protette 0 0,00 SIC 21 1021,36 ZPS 16 878,07 Siti Ramsar 6 196,52 IBA 9 1262,80 Totale* 68 3607,18

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette ianchi ianchi c di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie c / f. f. / dell’intera area prioritaria. f. / archivio wwf archivio wwf archivio © © © 126 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 127

Area n. 5 “Casentino” (663 Km2) Area n. 6 “Appennino Umbro-marchigiano” (2.061 Km2)

Descrizione generale presenza del lupo, di una buona Descrizione generale ruffoi e il fillopode anostraco L’area occupa l’estrema popolazione di ungulati, di uno dei L’area si sviluppa lungo il confine Chirocephalus marchesonii Ancona propaggine nord-orientale della pochi siti appenninici del merlo dal tra Marche, Umbria e Lazio. A nel lago di Pilato. Sono inoltre Toscana, a cavallo del confine collare e del rampichino alpestre. sud è presente il complesso dei presenti interessanti ambienti con l’Emilia-Romagna. A est è Sono presenti circa 25 specie di monti Sibillini, da cui dipartono due ipogei. Macerata delimitata dall’alta valle del Tevere, anfibi e rettili. distinti “rami”, con orientamento Perugia mentre a sud si spinge fino a SE-NW, separati dalle aree collinari Principali minacce per la toccare il confine con l’Umbria. Di Principali minacce per la di Camerino, Fabriano, Pergola biodiversità Arezzo notevole importanza è la presenza biodiversità e Matelica. La valle del Metauro I fattori di minaccia prevalenti per del Parco Nazionale delle Foreste Sono presenti fenomeni di rapida segna l’estremità settentrionale la biodiversità sono riconducibili

Casentinesi, Monte Falterona e trasformazione dell’uso del 25 0 25 50 km dell’area. al disturbo da attività del tempo 25 0 25 50 km Campigna. suolo dovuti all’abbandono delle libero, incremento di infrastrutture pratiche agricole e dei sistemi Principali elementi di biodiversità viarie, attività estrattive e aspetti di Principali elementi di biodiversità pastorali tradizionali. Si registrano Nei monti Sibillini sono presenti gestione forestale inadeguata non Di particolare interesse attività di rimboschimento due invertebrati endemici: il compatibile con la conservazione è la presenza di foreste che possono compromette coleottero carabide Duvalius della biodiversità. monospecifiche di abete bianco la biodiversità forestale. Da di antica origine. In particolare segnalare inoltre fattori di la foresta di Sasso Fratino interferenza legati alle attività Aree protette rappresenta uno dei più preziosi estrattive nel Valdarno Aretino. boschi italiani. L’area presenta Infine in molte aree si registra Tipologia Numero Superficie (Km2) una flora assai ricca e differenziata un incremento della rete viaria Parchi Nazionali 1 550,06 frutto dell’incontro di specie di che accelera il preoccupante Riserve Naturali dello Stato 1 3,34 origine eurasiatica e mediterranea. processo di erosione dei suoli e Parchi Naturali Regionali 3 178,11 Tra i vertebrati occorre citare la frammentazione degli habitat. Riserve Naturali Regionali 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 Aree protette SIC 54 694,68 ZPS 13 882,90 Tipologia Numero Superficie (Km2) Siti Ramsar 0 0,00 ianchi gildi Parchi Nazionali 1 141,37 c

/ r. r. / IBA 3 756,18 f. / Riserve Naturali dello Stato 9 51,36 Totale* 75 3065,27 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 archivio wwf archivio wwf archivio

Riserve Naturali Regionali 2 6,42 © *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette © di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie Aree Naturali di interesse locale 1 0,53 dell’intera area prioritaria. Aree Marine Protette 0 0,00 SIC 12 250,70 ZPS 3 62,52 Siti Ramsar 0 0,00 IBA 2 67,13 Totale* 30 580,03

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette ianchi ianchi c c di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie / f. f. / f. / dell’intera area prioritaria. archivio wwf archivio wwf archivio © © © 128 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 129

Area n. 7 “Maremma Tosco-laziale” (4.938 Km2) Area n. 8 “Appennino Centrale” (7.650 Km2)

Descrizione generale pesci e insetti. L’area riveste inoltre Siena Descrizione generale passeriformi. Importantissime le Teramo Ampia area geografica situata a una certa importanza floristica. Si tratta di una vasta presenzi di anfibi: tritoni, ululone Pescara ridosso della costa medio-tirrenica area montuosa nel cuore a ventre giallo e salamandre. Rieti L’Aquila che si sviluppa, dalla linea costa, a Principali minacce per la dell’Appennino centrale, tra Notevolissime le presenze di

settentrione fino alla Val d’Orcia e biodiversità Grosseto Abruzzo, Lazio e Molise. È invertebrati e specie floristiche verso sud sino ai Monti della Tolfa. Sono stati rilevati fattori di delimitata a nord dalla valle del minacciate. Da segnalare anche Viterbo minaccia molto diversificati, tra cui: Velino e a sud dal fiume Voltuno. formazioni forestali importanti Principali elementi di biodiversità inquinamento del terreno legato Sono presenti il più alto massiccio quali le abetine ad abete bianco, Frosinone L’area si caratterizza come un alle attività agricole, inquinamento montuoso degli Appennini, il Corno stazioni di betulle, tasso e Latina interessante mosaico ambientale. dei fiumi e dei tratti di mare in Grande del Gran Sasso e il più agrifoglio, oltre a faggete tra le più

I principali valori di biodiversità corrispondenza delle foci, erosione 25 0 25 50 km meridionale ghiacciaio europeo, il antiche della Penisola. 25 0 25 50 km sono rappresentati dall’avifauna. dei tratti costieri e delle formazioni Ghiacciaio del Calderone. È anche interessante la presenza dunali, sviluppo delle reti viarie e Principali minacce per la di numerose specie di mammiferi, frammentazione degli habitat. Principali elementi di biodiversità biodiversità Grazie alle particolarità ecologiche Le attività di maggior disturbo e alla varietà di ambienti, l’area antropico risultano essere il Aree protette ospita un numero elevato di sovrappascolo, lo sviluppo della endemismi e di presenze relitte. rete viaria e delle infrastrutture Tipologia Numero Superficie (Km2) Tra i grandi mammiferi, il lupo, industriali legate alla produzione Parchi Nazionali 0 0,00 l’orso bruno e il camoscio di energia, l’inadeguata gestione Riserve Naturali dello Stato 9 35,72 appenninico hanno un posto di forestale produttiva e numerose Parchi Naturali Regionali 2 97,62 rilievo. Moltissime le specie di attività del tempo libero non Riserve Naturali Regionali 12 77,21 uccelli, tra cui picchi, gracchi, molti regolamentate. Aree Naturali di interesse locale 2 12,76 Aree Marine Protette 0 0,00 SIC 43 627,07 Aree protette ZPS 18 429,94 Tipologia Numero Superficie (Km2) Siti Ramsar 3 23,87 Parchi Nazionali 3 1640,25 IBA 8 1115,36 Riserve Naturali dello Stato 12 165,40 ianchi

Totale* 97 2419,55 gildi c Parchi Naturali Regionali 3 1051,71 / f. f. / r. / *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette Riserve Naturali Regionali 11 136,40 di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. Aree Naturali di interesse locale 2 0,37 archivio wwf archivio wwf archivio © © Aree Marine Protette 0 0,00 © SIC 67 2329,18 ZPS 13 3334,35 Siti Ramsar 1 1,59 IBA 7 3798,72 Totale* 119 12457,97

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. ianchi c a. cambone - r. isotti r. - cambone a. / f. f. / archivio wwf archivio © © / ambiens homo © 130 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 131

Area n. 9 “Monti del Matese” (632 Km2) Area n. 10 “Monti Lepini - Ausoni - Aurunci” (1.346 Km2)

Descrizione generale fioriture di orchidee selvatiche Descrizione generale pareti rocciose tipiche dei substrati Il Matese è un massiccio montuoso dei generi Orchis, Serapias, L’area si colloca nell’anti- carbonatici. Nelle numerose grotte al confine tra Campania e Molise. Dactylorhiza e Platanthera. Tra i Isernia Campobasso appennino laziale meridionale, è presente una interessante fauna Frosinone È delimitato, a ovest e sud-ovest mammiferi il lupo, il gatto selvatico, chiamato anche “Catena troglobia.

dall’alto corso del Volturno, a sud l’orso bruno e il quercino. Grazie dei Volsci”. È delimitata a Latina dal suo affluente Calore, a est dal alla buona copertura forestale nord dai Colli Albani, a sud Principali minacce per la Tammaro e a nord dai ripiani che abbondano le specie rapaci, quali approssimativamente dal confine biodiversità costituiscono i bacini di testata del il falco pecchiaiolo, il nibbio reale, il con la regione Campania. Il settore I principali fattori che determinano Trigno e del Biferno. nibbio bruno. orientale confina con la dorsale interazioni negative con la tutela appenninica e la pianura Pontina dei valori di biodiversità sono:

Principali elementi di biodiversità Principali minacce per la 25 0 25 50 km ne borda il limite occidentale. urbanizzazione ed espansione 25 0 25 50 km L’area presenta una ottima biodiversità della rete viaria, disturbo da attività copertura forestale, soprattutto I fattori che in quest’area Principali elementi di biodiversità incontrollate del tempo libero e faggete con la tipica flora e fauna interferiscono con la tutela dei L’area è ricca di endemismi gestione forestale non compatibile appenninica. Nelle faggete si valori di biodiversità possono floristici e entomologici. Presenta con la conservazione. riscontra la presenza del tasso, essere identificati principalmente dell’acero riccio, dell’acero tra i seguenti: gestione montano, dell’agrifoglio e del silvicolturale non compatibile, Aree protette sorbo. A quote minori è invece sviluppo di complessi sciiscici Tipologia Numero Superficie (Km2) presente la macchia mediterranea, e progettazione di impianti di formata in prevalenza da leccio, produzione di energia eolica in Parchi Nazionali 0 0,00 che si alterna a boschi di carpino, aree ad alto valore naturalistico (siti Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 roverella e cerro. Importanti Natura 2000, aree protette). Parchi Naturali Regionali 1 193,19 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 4 10,65 Aree protette Aree Marine Protette 2 0,68 SIC 15 100,24 Tipologia Numero Superficie (Km2) ZPS 2 268,13 Parchi Nazionali 0 0,00 Siti Ramsar 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 IBA 2 1289,62 Parchi Naturali Regionali 1 246,21 a. cambone - r. isotti r. - cambone a. Totale* 26 1862,51 vorauer Riserve Naturali Regionali 1 0,50 Aree Naturali di interesse locale 1 8,38 *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie wwf-canon / a. a. / wwf-canon

Aree Marine Protette 0 0,00 / ambiens homo © dell’intera area prioritaria. © SIC 5 481,53 ZPS 2 435,87 Siti Ramsar 0 0,00 IBA 1 576,86 Totale* 11 1749,35

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. iviano v a. cambone - r. isotti r. - cambone a. wwf / g. g. / wwf © homo ambiens / / ambiens homo © archivio © 132 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 133

Area n. 11 “Gargano” (2.106 Km2) Area n. 12 “Monti Picentini” (770 Km2)

Descrizione generale botaniche, che rappresentano circa Descrizione generale selvatico. Tra gli uccelli, il picchio L’area ricopre l’intero promontorio il 35% dell’intera flora nazionale. L’area è collocata in Campania, tra nero, il nibbio bruno e il nibbio del Gargano, da Lesina alle saline È l’area più ricca d’Europa per la le province di Salerno e Avellino. A reale. Avellino di Margherita di Savoia. A nord è presenza di orchidee selvatiche, sud-ovest la valle dell’Irno separa delimitata dalla valle del Fortore, con ben 85 specie. i Monti Picentini dai Monti Lattari; Principali minacce per la a sud dalla valle dell’Ofanto. ad est e a nord il confine dell’area biodiversità Salerno A occidente, il vasto Tavoliere Principali minacce per la Foggia è segnato dalla valle del Sele. I principali fattori di minaccia delle Puglie delimita anche biodiversità per la biodiversità riguardano morfologicamente l’area. I fattori principali di minaccia sono Principali elementi di biodiversità l’inquinamento delle acque costituiti dall’inquinamento delle L’area riveste una notevole interne, l’ampliamento della rete

Principali elementi di biodiversità acque interne, dalla salinizzazione 25 0 25 50 km importanza dal punto di vista viaria, il dissesto idrogeologico 25 0 25 50 km L’area è di particolare importanza delle falde acquifere nel settore entomologico, per la fauna ipogea, del territorio e lo sfruttamento per l’avifauna, la flora e nord-occidentale dell’area, la flora e gli uccelli. Importante la incontrollato del patrimonio l’entomofauna. In quest’area dall’erosione costiera nel Gargano presenza di lupo, lontra e gatto forestale. si contano più di 2.200 specie e dagli incendi boschivi.

Aree protette Aree protette Tipologia Numero Superficie (Km2) Tipologia Numero Superficie (Km2) Parchi Nazionali 0 0,00 Parchi Nazionali 1 1173,74 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 11 56,24 Parchi Naturali Regionali 1 615,46 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 1 0,09 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 1 5,86 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 SIC 8 527,18 SIC 16 1115,87 ZPS 1 616,02 ZPS 8 401,12 Siti Ramsar 0 0,00 Siti Ramsar 1 32,07 IBA 1 473,26 IBA 2 1931,28 Totale* 13 2237,87 gildi gildi

Totale* 39 4710,32 r. / r. / *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette dell’intera area prioritaria. di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie archivio wwf archivio wwf archivio

dell’intera area prioritaria. © © bulgarini a. cambone - r. isotti r. - cambone a. / f. f. / archivio wwf archivio © © / ambiens homo © 134 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 135

Area n. 13 “Monti Lattari e penisola Sorrentina” (256 Km2) Area n. 14 “Monte Vulture” (212 Km2)

Descrizione generale Principali minacce per la Descrizione generale Principali minacce per la L’area occupa la penisola biodiversità L’area è costituita dall’edificio biodiversità Sorrentina che, prolungandosi in I maggiori fattori di minaccia vulcanico del Monte Vulture, dalle I principali fattori di interferenza

direzione ovest dalla catena dei per la biodiversità sono Napoli colline e ripiani vulcanici di Melfi con la biodiversità possono monti Picentini verso il mar Tirreno, rappresentati dall’inquinamento e, a ovest e sud, dall’ampia valle essere ricondotti allo sfruttamento divide il Golfo di Napoli da quello delle acque del Golfo di Napoli Salerno dell’Ofanto. forestale non compatibile, di Salerno. Il territorio comprende e dell’area costiera salernitana, all’inquinamento e alle quindi la parte più orientale dei soprattutto durante l’estate a Principali elementi di biodiversità modificazione strutturale dei corsi Potenza tormentati rilievi calcarei che causa del sovrapopolamento, L’area riveste un’importanza a d’acqua. precipitano con improvvise balze dall’insufficienza degli impianti scala ecoregionale per la presenza

25 0 25 50 km a nord verso la piana nocerino- di depurazione e dallo scarso di: uccelli, mammiferi, invertebrati 25 0 25 50 km sarnese e a sud verso il mare. controllo sugli scarichi a mare, terrestri, specie floristiche e pesci dall’espansione edilizia e delle acque interne. Principali elementi di biodiversità dall’abusivismo, dal bracconaggio, L’area è importante per la fauna dal diportismo e dalla pesca di ambienti ipogei (invertebrati, illegale. Aree protette chirotteri), per specie rare, È inoltre prevista la realizzazione di endemiche e minacciate di piante opere portuali di grande impatto. Tipologia Numero Superficie (Kmq) vascolari, per gli invertebrati Parchi Nazionali 0 0,00 terrestri e per l’ittiofauna delle Riserve Naturali dello Stato 1 2,14 acque interne. Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 1 1,89 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Aree protette Aree Marine Protette 0 0,00 SIC 4 29,90 Tipologia Numero Superficie (Km2) ZPS 1 18,96 Parchi Nazionali 0 0,00 Siti Ramsar 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 1 4,57 IBA 1 23,10 Parchi Naturali Regionali 1 95,76 Totale* 8 75,99 Riserve Naturali Regionali 0 0,00

ianchi *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette ianchi Aree Naturali di interesse locale 1 0,30 c c

/ f. f. / di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie f. / Aree Marine Protette 1 15,04 dell’intera area prioritaria. SIC 8 252,71 archivio wwf archivio wwf archivio

ZPS 4 8,77 © © Siti Ramsar 0 0,00 IBA 0 0,00 Totale* 12 377,15

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. hiaradia c depraz / o. o. / wwf-canon / m. m. / wwf-canon wwf archivio © © © 136 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 137

Area n. 15 “Cilento - Val d’Agri - gruppo del Pollino” (4.705 Km2) Area n. 16 “Murge e valli fluviali Lucane” (4.532 Km2)

Descrizione generale interesse conservazionistico sono Descrizione generale agli ambienti aridi, nonchè Potenza L’area si estende attraverso presenti la lontra, il lupo, rapaci La parte pugliese dell’area occupa moltissime specie ornitiche Bari la Campania meridionale, la ed endemismi floristici, tra cui la i tavolati carbonatici e le aree di interesse europeo, tra cui Basilicata e la Calabria nord primula di Palinuro. collinari di Minervino Murge, il grillaio, il capovaccaio, il

occidentale. Ha caratteristiche Gioia del Colle, Martina Franca e nibbio reale, l’occhione e molti Matera principalmente montane, pur Principali minacce per la Mottola. In territorio lucano l’area passeriformi. Potenza Taranto coinvolgendo l’intera costa biodiversità ricade interamente nella provincia tirrenica della Basilicata e un breve Tra i principali fattori di minaccia di Matera. Verso est essa occupa Principali minacce per la tratto di costa meridionale della della biodiversità rilevati si citano: un lungo tratto costiero che si biodiversità Campania. attività di estrazione petrolifera estende dall’estremo lembo della I fattori di interferenza con la

25 0 25 50 km e conseguente inquinamento e Calabria settentrionale, attraverso biodiversità sono l’inquinamento 25 0 25 50 km Principali elementi di biodiversità frammentazione del territorio, l’intera costa ionica della dei principali corsi d’acqua, L’area prioritaria riveste incendi boschivi, espansione della Basilicata, per arrivare fin quasi a fenomeni di erosione costiera un’importanza a scala rete viaria, gestione forestale non lambire il porto di Taranto. lungo l’arco ionico, processi di ecoregionale soprattutto per la sostenibile, pascolo eccessivo, desertificazione a causa della presenza di uccelli, mammiferi, disturbo dalle attività del tempo Principali elementi di biodiversità deforestazione, dello sfruttamento anfibi e rettili, entomofauna libero non regolamentate, dissesto L’area delle Murge ospita una intensivo del terreno e delle risorse terrestre, fauna ipogea, flora idrogeologico. ricca fauna entomologica legata idriche, gli incendi boschivi. vascolare. Tra le molte specie di

Aree protette Aree protette Tipologia Numero Superficie (Kmq)

Tipologia Numero Superficie (Km2) Parchi Nazionali 1 648,74 Parchi Nazionali 3 2393,76 Riserve Naturali dello Stato 6 24,29 Riserve Naturali dello Stato 4 103,19 Parchi Naturali Regionali 2 88,03 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 3 26,14 Riserve Naturali Regionali 3 46,10 Aree Naturali di interesse locale 1 6,05 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 SIC 16 1968,33

SIC 68 1447,38 ZPS 7 1411,59 isotti r. - cambone a. ZPS 13 956,21 Siti Ramsar 1 13,40

Siti Ramsar 0 0,00 petriccione IBA 6 1909,99 b. b. IBA 6 2186,72 © Totale* 43 6096,56 / ambiens homo ©

Totale* 96 7133,36 *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette dell’intera area prioritaria. di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. chiaradia a. cambone - r. isotti r. - cambone a. / o. o. / archivio wwf archivio © © / ambiens homo © 138 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 139

Area n. 17 “Sila” (2.156 Km2) Area n. 18 “Catena costiera da Paola al Golfo di S.Eufemia” (677 Km2)

Descrizione generale Principali minacce per la Descrizione Generale Principali elementi di L’area è composta nella sua parte biodiversità L’area consiste in una sottile biodiversità

centrale dai gruppi montuosi della Incendi: tutta l’area è sottoposta Cosenza fascia territoriale della Calabria L’area prioritaria riveste Sila Grande e della Sila Piccola. ad un regime di insufficiente occidentale ad orientamento N-S, un’importanza a scala Cosenza Ad est include le colline terrigene gestione forestale che favorisce compresa tra il mar Tirreno (da ecoregionale soprattutto per la di Verzino, mentre a ovest si l’insorgenza di gravi incendi. Paola fino al limite settentrionale presenza di anfibi e rettili e flora

estende al massiccio di monte Inquinamento genetico: i della Piana di S. Eufemia) ed è vascolare. Catanzaro Catanzaro Botte Donato e a nord all’altopiano ripopolamenti compiuti con estesa verso l’interno fin quasi intramontano della Sila Greca. trote (soprattutto fario ed iridee) alla valle del fiume Crati. L’area Principali minacce per la provenienti da allevamenti coincide interamente con i rilievi biodiversità

25 0 25 50 km Principali elementi di biodiversità dell’Appennino settentrionale montuosi della Catena Costiera. Erosione costiera dovuta alla 25 0 25 50 km L’area prioritaria è importante e delle Alpi, mettono in serio intensa attività di prelievo di inerti; soprattutto per mammiferi, anfibi, pericolo la purezza dei ceppi zona a rischio estremo per gli rettili e flora vascolare. genetici di trota macrostigma, qui incendi boschivi. Tra le molte specie di interesse autoctoni. conservazionistico va menzionata la trota macrostigma, fortemente Aree protette

minacciata, specie identificata Tipologia Numero Superficie (Kmq) da studi recenti come originaria Parchi Nazionali 0 0,00 dell’Appennino centro-meridionale Riserve Naturali dello Stato 1 1,45 e delle isole. Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Aree protette Aree Marine Protette 0 0,00 SIC 5 6,93 2 Tipologia Numero Superficie (Km ) ZPS 0 0,00 Parchi Nazionali 1 714,53 Siti Ramsar 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 9 36,06 IBA 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Totale* 6 8,38

Riserve Naturali Regionali 0 0,00 gildi a. cambone - r. isotti r. - cambone a. *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette / r. r. / Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. Aree Marine Protette 0 0,00 archivio wwf archivio

SIC 31 95,73 / ambiens homo © © ZPS 0 0,00 Siti Ramsar 0 0,00 IBA 2 620,23 Totale* 43 1466,55

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. a. cambone - r. isotti r. - cambone a. jungius wwf-canon / h. h. / wwf-canon © © / ambiens homo © 140 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 141

Area n. 19 “Marchesato di Crotone” (389 Km2) Area n. 20 “Le Serre - Aspromonte” (1.594 Km2)

Descrizione generale Principali minacce per la Descrizione generale piccolo roditore, distribuito L’area del Marchesato di Crotone biodiversità Area montuosa dell’appennino nell’Europa centrale, orientale

occupa il lembo più orientale della Sull’area insistono processi di Cosenza calabro estesa per circa 100 Km e meridionale e in Asia centro- Calabria. Lungo la costa si estende erosione costiera e di salinizzazione in direzione N-S, dalla Serralta occidentale con numerose dalla vasta piana del fiume Neto delle falde acquifere. Il Crotonese di S. Vito fino all’Aspromonte. sottospecie, in Italia è presente fino al limite meridionale dell’Area è inoltre da tempo monitorato per Il versante orientale dell’area si sulle Alpi orientali e, in Calabria, Naturale Marina di Capo Rizzuto. il fenomeno della desertificazione e Catanzaro presenta profondamente inciso sul Pollino e sull’Aspromonte. Messina della perdita di fertilità dei suoli. Tra dalle valli dei fiumi che dai monti Reggio Principali elementi di biodiversità gli altri fattori di pressione antropica dell’Aspromonte raggiungono il Principali minacce per la Calabria L’area prioritaria riveste una vanno riportati: abusivismo mar Ionio. biodiversità

25 0 25 50 km notevole importanza per la varietà edilizio, elevata pressione turistica, Le principali minacce alla 25 0 25 50 km della flora vascolare. Nelle acque eccessivo prelievo ittico, attività Principali elementi di biodiversità biodiversità nell’area sono antistanti sono inoltre presenti per l’estrazione di gas e i sondaggi L’area prioritaria riveste riconducibili al bracconaggio, interessanti biocenosi marine. petroliferi. un’importanza a scala ecoregionale sia nei confronti delle numerose soprattutto per la presenza di specie di uccelli migratori, sia nei anfibi e rettili, mammiferi, insetti confronti del lupo, agli incendi Aree protette e flora vascolare. Notevolissima è boschivi, spesso favoriti dalla la presenza del driomio (Dryomys insufficiente gestione forestale e Tipologia Numero Superficie (Km2) nitedula aspromontis), sottospecie ai processi di desertificazione e di Parchi Nazionali 0 0,00 endemica della Calabria. Questo perdita di fertilità dei suoli. Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 Aree protette Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Tipologia Numero Superficie (Kmq) Aree Marine Protette 1 155,33 Parchi Nazionali 1 565,60 SIC 5 13,96 Riserve Naturali dello Stato 2 15,80 ZPS 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Siti Ramsar 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 IBA 1 23,72 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Totale* 7 193,01 a. cambone - r. isotti r. - cambone a. gunther Aree Marine Protette 0 0,00 *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie SIC 27 144,24 dell’intera area prioritaria. ZPS 1 161,86 wwf-canon / m. m. / wwf-canon © © Siti Ramsar 0 0,00 / ambiens homo © IBA 1 33,39 Totale* 32 920,89

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. a. cambone - r. isotti r. - cambone a. isotti r. - cambone a. © homo ambiens / / ambiens homo © / ambiens homo © 142 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 143

Area n. 21 “Monti Peloritani – Stretto di Messina” (248 Km2) Area n. 22 “Monti Nebrodi - Etna” (2.176 Km2)

Descrizione generale Principali minacce per la Descrizione generale sud-occidentale del vulcano, infine L’area è composta da due distinti biodiversità L’area è formata da due settori Petagnia saniculifolia è endemica settori affacciati sullo Stretto Sul versante siciliano è presente contigui: a est il massiccio dei Monti Nebrodi ed elencata Messina di Messina, uno in Calabria una emergenza ambientale dell’Etna, a ovest i Monti Nebrodi. nella direttiva Habitat. Messina Reggio comprendente la piana di Villa S. legata all’inquinamento nel La valle del fiume Simeto segna Reggio Calabria Calabria Giovanni e le retrostanti colline di comprensorio industriale del il margine meridionale dell’area, Principali minacce per la Pettogallico, l’altra in Sicilia, nel Mela, dichiarato area ad elevato mentre i fiumi Milè e Alcantara la biodiversità territorio del comune di Messina, rischio di crisi ambientale a causa delimitano a nord. Le principali minacce per la comprendente Capo Peloro e i dell’elevata concentrazione di biodiversità nell’area sono Enna Catania monti Peloritani nord orientali. insediamenti industriali (raffineria, Principali elementi di biodiversità costituite dalla crescente

25 0 25 50 km centrale termoelettrica, centrale L’area riveste notevole importanza urbanizzazione del territorio 25 0 25 50 km Principali elementi di biodiversità a cogenerazione termica ecc.), per la flora vascolare. Fra le specie e dal conseguente dissesto L’area prioritaria riveste dell’elevato carico antropico e vegetali più interessanti vanno idrogeologico e dalla un’importanza a scala della vicinanza degli insediamenti menzionati i densi popolamenti frammentazione degli habitat ecoregionale soprattutto per la urbani all’area industriale. di pino laricio (Pinus laricio), i conseguente allo sviluppo presenza di aree di migrazione, raggruppamenti di betulla dell’Etna delle reti infrastrutturali. Si insetti, flora vascolare e uccelli. (Betula aetnensis); anche Celtis osserva inoltre il degrado e la aetnensis è un interessante frammentazione delle sugherete endemismo siculo, presente a causa dell’agricoltura e di altre Aree protette sull’Etna soltanto sul versante attività produttive.

Tipologia Numero Superficie (Km2) Parchi Nazionali 0 0,00 Aree protette Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Tipologia Numero Superficie (Kmq) Riserve Naturali Regionali 2 5,78 Parchi Nazionali 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 3 1317,06 SIC 5 96,03 Riserve Naturali Regionali 2 4,54 ZPS 1 128,67 Aree Naturali di interesse locale 1 0,04

Siti Ramsar 0 0,00 isotti r. - cambone a. Aree Marine Protette 0 0,00 isotti r. - cambone a. IBA 4 143,14 SIC 37 747,29 Totale* 12 373,62 ZPS 5 723,03 © homo ambiens / / ambiens homo © Siti Ramsar 0 0,00 / ambiens homo © *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie IBA 1 719,02 dell’intera area prioritaria. Totale* 49 3510,98

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. a. cambone - r. isotti r. - cambone a. harvey wwf-canon / m. m. / wwf-canon © © / ambiens homo © 144 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 145

Area n. 23 “Monti Iblei - Tavolati di Ragusa” (2.028 Km2) Area n. 24 “Madonie” (823 Km2)

Descrizione generale presenza di fauna legata agli Enna Descrizione generale dell’Abete dei Nebrodi (Abies Catania L’area, ubicata nella parte sud ambienti ipogei, entomofauna e Caltanissetta L’area, composta da un corpo nebrodensis), conifera che in orientale della Sicilia, confina a flora vascolare. principale e tre piccole aree satelliti epoca remota ricopriva buona Palermo nord con i Monti Iblei, a est e più occidentali, comprende per parte dei monti siciliani. Oggi è a sud giunge fino alla piana di Principali minacce per la Siracusa intero il gruppo montuoso delle presente con gli ultimi 30 individui, Avola. Il tavolato carbonatico biodiversità Madonie, con l’omonimo Parco all’interno della zona di riserva di Vittoria chiude infine l’area Tra le minacce più rilevanti per Ragusa Regionale, e le aree montuose a integrale del Parco delle Madonie. Enna ad occidente. Una piccola la biodiversità va segnalato sud e ad ovest di questo. I versanti porzione di appena 100 Kmq l’elevato rischio di desertificazione settentrionali dell’area giungono a Principali minacce per la si trova più a nord e occupa il imputabile al degrado dei suoli circa 1,5 Km dalla costa. biodiversità

25 0 25 50 km tavolato carbonatico tra i comuni e alla salinizzazione delle falde Gli incendi boschivi hanno assunto 25 0 25 50 km di Militello in Val di Catania e idriche, l’erosione costiera e Principali elementi di biodiversità nell’area dimensioni preoccupanti, Francofonte. il degrado dei litorali lungo i L’area prioritaria riveste notevole particolarmente negli ultimi versanti sud orientali dell’isola, importanza per la presenza di decenni. L’inquinamento di Principali elementi di biodiversità l’inquinamento dei suoli, dei corsi fauna legata agli ambienti ipogei, tipo organico dei corsi d’acqua L’area prioritaria riveste d’acqua e di tratti di mare dovuto entomofauna, flora vascolare. determina una scarsa qualità un’importanza a scala agli scarichi industriali del polo Notevolissima la presenza ecologica dei fiumi presenti. ecoregionale soprattutto per la petrolchimico.

Aree protette Aree protette Tipologia Numero Superficie (Kmq) 2 Tipologia Numero Superficie (Km ) Parchi Nazionali 0 0,00 Parchi Nazionali 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 1 238,97 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 3 99,13 Riserve Naturali Regionali 6 62,65 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 SIC 10 268,83 SIC 20 225,39 ZPS 1 239,60

ZPS 0 0,00 isotti r. - cambone a. Siti Ramsar 0 0,00 isotti r. - cambone a. Siti Ramsar 0 0,00 IBA 1 238,84 IBA 0 0,00 Totale* 16 1085,37 Totale* 26 288,04 / ambiens homo © / ambiens homo © *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. dell’intera area prioritaria. a. cambone - r. isotti r. - cambone a. isotti r. - cambone a. © homo ambiens / / ambiens homo © / ambiens homo © 146 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 147

Area n. 25 “Monti Sicani - Rocca Busambra - Colline di Carini” (1.470 Km2) Area n. 26 “Capo S. Vito - Lo Zingaro - Monte Inici” (145 Km2)

Descrizione generale soprattutto per la presenza di Descrizione generale mantenendosi a pelo d’acqua,

L’area si estende a sud di Palermo ambienti ipogei, insetti, flora Palermo L’area ricopre una piccola formano appunto una sorta di fino ai Monti Sicani e alle colline vascolare e uccelli. Qui è ospitata superficie di circa 1.450 ha, con marciapiede (trottoir) vivente: il Palermo Trapani di Casteltermini. Una piccola la più grande popolazione di una fascia litoranea frastagliata, trottoir a Vermetus è presente Trapani porzione satellite, di circa 45 Kmq, capovaccaio nidificante in Sicilia formata da una costa rocciosa, esclusivamente nel Mediterraneo, separata dal corpo principale e l’unica popolazione stanziale intercalata da numerose calette particolarmente negli ambienti in dalla valle del fiume Platani, è italiana di nibbio reale. e ospita le due riserve naturali cui la qualità del mare è elevata. collocata a sud-est e occupa l’area orientate dello Zingaro e di Monte collinare del comune di Sutera. Nel Principali minacce per la Cofano. Principali minacce per la complesso l’area ha un aspetto biodiversità biodiversità

25 0 25 50 km aspro e roccioso, con le sue cime Gli incendi boschivi rappresentano Principali elementi di biodiversità Nell’area, come in altri siti 25 0 25 50 km oltre i 1.500 m e le gole dell’alto uno dei maggiori motivi di Nell’area nidifica l’aquila del siciliani, è elevato il rischio di corso del fiume Sosio. impatto sugli ecosistemi e sulla Bonelli. La costa rocciosa è desertificazione dovuto a scarsa biodiversità dell’area. A ciò si orlata dal trottoir, o marciapiede disponibilità idrica e al degrado Principali elementi di biodiversità aggiunge l’inquinamento da a Vermetus, una notevolissima dei suoli. Sono inoltre presenti L’area prioritaria riveste sostanze organiche dei corsi formazione rocciosa biogena fenomeni di inquinamento e di importanza ecoregionale d’acqua. costruito da un mollusco eutrofizzazione dei corsi d’acqua gasteropode che vive all’interno e della fascia costiera dovuti a di tubi calcarei che salda a quelli scarichi di origine industriale e Aree protette degli organismi vicini e che, domestica.

Tipologia Numero Superficie (Km2) Parchi Nazionali 0 0,00 Aree protette Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Tipologia Numero Superficie (Kmq) Parchi Nazionali 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 9 162,54 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Aree Marine Protette 1 21,75 Riserve Naturali Regionali 2 20,90 SIC 24 648,12 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 ZPS 4 520,99 mafai

Aree Marine Protette 0 0,00 isotti r. - cambone a.

Siti Ramsar 0 0,00 m. / SIC 4 91,80 IBA 2 674,19 ZPS 1 91,34

Totale* 40 2027,59 wwf archivio © © Siti Ramsar 0 0,00 / ambiens homo © *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie IBA 1 110,32 dell’intera area prioritaria. Totale* 8 314,36

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. ianchi c a. cambone - r. isotti r. - cambone a. / f. f. / archivio wwf archivio © © / ambiens homo © 148 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 149

Area n. 27 “Sulcis - Iglesiente” (2.342 Km2) Area n. 28 “Sarrabus - Gerrei” (951 Km2)

Descrizione generale uccelli marini. L’avifauna e la Oristano Descrizione generale la fauna, occupano un posto di L’Area Prioritaria del Sulcis- mammalofauna hanno qui alcuni L’area prioritaria comprende le rilievo il cervo sardo e il gatto Iglesiente comprende i settori dei rappresentanti di maggior zone montuose della Sardegna selvatico sardo. Importante è montuosi e collinari del Sulcis, la pregio conservazionistico. sud-orientale. Le creste più anche l’avifauna e l’erpetofauna. fascia costiera compresa tra S. elevate sono allineate secondo la Cagliari Margherita di Pula e Portixeddu Principali minacce per la direzione SE-NO e situate nella Principali minacce per la Cagliari (Buggerru), le isole sulcitane di biodiversità parte più interna dell’area. La parte biodiversità S. Pietro e S. Antioco e le aree Nell’area risultano particolarmente orientale dell’area presenta quote Le principali minacce per la calcaree dell’Iglesiente-Fluminese, gravi per l’impatto che hanno inferiori ed è percorsa dalle valli biodiversità sono costituite situate a Nord di Iglesias, dalla sulla biodiversità diverse attività dei due principali corsi d’acqua dall’inquinamento dei corsi

25 0 25 50 km costa fino al territorio della Foresta umane, tra cui: speculazione della regione: il Rio Ollastu e il d’acqua dovuto a reflui urbani, 25 0 25 50 km Marganai. edilizia, bracconaggio, incendi Rio Cannas, che confluiscono a eccessiva pressione turistica della macchia mediterranea, formare il Rio Picocca in prossimità particolarmente lungo la fascia Principali elementi di biodiversità inquinamento atmosferico e dei del confine orientale. costiera, cementificazione delle Nell’area sono presenti numerosi suoli legato alla presenza di aree coste e abusivismo edilizio, incendi endemismi vegetali di particolare industriali, centrali termoelettriche Principali elementi di biodiversità boschivi nelle aree montane, pregio. In particolare le scogliere, e siti minerari dismessi. Tra le specie di notevole interesse bracconaggio e introduzione di ospitano importanti colonie di botanico sono da annoverare gli specie ittiche alloctone nei corsi endemismi legati alle rupi e ai d’acqua. corsi d’acqua. Per quanto riguarda Aree protette

Tipologia Numero Superficie (Km2) Aree protette Parchi Nazionali 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Tipologia Numero Superficie (Kmq) Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Parchi Nazionali 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 2 31,66 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 SIC 23 864,37 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Aree Marine Protette 1 86,28 ZPS 1 31,23 paulis Siti Ramsar 0 0,00 SIC 10 136,69 wwf / g. g. / wwf IBA 8 88,22 ZPS 0 0,00

Totale* 34 1015,48 archivio © Siti Ramsar 0 0,00 cambone a. - isotti r. / ambiens homo / wwf-canon © IBA 4 373,54 *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie Totale* 15 596,51 dell’intera area prioritaria. *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. loddo loddo wwf / a. a. / wwf a. / wwf © archivio archivio © archivio © 150 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 151

Area n. 29 “Monti del Gennargentu - Supramonte - Golfo di Orosei” (2.660 Km2) Area n. 30 “Piana e stagni di Oristano - Valle del Tirso” (573 Km2)

Descrizione generale sardo, la martora, la donnola Descrizione generale sono quelle ornitiche delle zone L’area è caratterizzata dalla e altri mammiferi come il ghiro L’area è situata nella Sardegna umide: fenicottero rosa, pollo presenza di rilievi montuosi e il quercino. Particolarmente centro-occidentale e comprende sultano, airone rosso, tarabuso, Nuoro che culminano con la Punta importante è la colonia nidificante il Campidano di Oristano e la falco di palude, cormorano, Lamarmora, nei monti del di falco della regina sulle falesie penisola del Sinis. Il tratto litorale marangone dal ciuffo, ecc.

Gennargentu, ed è delimitata del Golfo di Orosei. Nell’ambito corrisponde al Golfo di Oristano Oristano a Nord dall’avvallamento che dell’erpetofauna si possono e alle coste del Sinis fino a Principali minacce per la separa questi rilievi da quelli del citare il tritone sardo, il geotritone s’Archittu. L’area comprende biodiversità Montacuto, mentre a est giunge del Supramonte, il discoglosso anche il basso corso del Tirso. Nell’area si registrano insediamenti fino alle coste del Golfo di Orosei. sardo, e la lucertola di Bedriaga. turistici il località Is Arenas,

25 0 25 50 km I limiti occidentale e meridionale Nei torrenti è ancora possibile Principali elementi di biodiversità alterazione dei valori di salinità 25 0 25 50 km sono meno evidenti e segnati dal osservare la trota macrostigma. Le specie vegetali di maggiore negli stagni costieri, inquinamento passaggio dagli ambienti montani interesse sono legate da pesticidi di provenienza a quelli di collina. Principali minacce per la principalmente agli habitat della agricola delle aree umide, disturbo biodiversità costa rocciosa, con presenza di ambientale legato ai tentativi di Principali elementi di biodiversità Minacce per la biodiversità numerosi endemismi. Le specie eradicazione dei cormorani dagli L’area considerata è la più ricca di derivano da un’eccessiva faunistiche di maggiore interesse stagni di Cabras. flora endemica della Sardegna, e pressione turistica sugli habitat una delle più interessanti dell’intero costieri, dal sovrapascolo che bacino del Mediterraneo. spesso minaccia le aree di maggior Aree protette Presenze di grande importanza pregio naturalistico, dagli incendi Tipologia Numero Superficie (Kmq) sono il muflone, il gatto selvatico boschivi e dal bracconaggio. Parchi Nazionali 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Aree protette Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 2 Tipologia Numero Superficie (Km ) Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Parchi Nazionali 1 723,58 Aree Marine Protette 1 331,19 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 SIC 12 109,81 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 ZPS 6 50,65

Riserve Naturali Regionali 0 0,00 ianchi c

a. cambone - r. isotti r. - cambone a. Siti Ramsar 6 49,13 Aree Naturali di interesse locale 7 0,99 f. / IBA 3 209,21 Aree Marine Protette 0 0,00 Totale* 28 749,99 archivio wwf archivio

SIC 7 919,89 / ambiens homo © © *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette ZPS 0 0,00 di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie Siti Ramsar 0 0,00 dell’intera area prioritaria. IBA 1 927,97 Totale* 16 2572,43

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. ianchi bulgarini c / f. f. / f. / archivio wwf archivio wwf archivio © © © 152 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 153

Area n. 31 “Montiferru - Marghine - Goceano - Monti di Alà” (1.744 Km2) Area n. 32 “Monte Albo” (79 Km2)

Descrizione generale i mammiferi ricordiamo il ghiro, il Descrizione generale specie come il muflone, l’aquila gatto selvatico sardo e la martora. reale, lo sparviero, l’astore e, come Tempio L’area comprende le catene Olbia Il Monte Albo è un rilievo situato Pausania del Marghine e del Goceano, il Per l’erpetofauna si possono citare Tempio nella Sardegna nord-orientale, specie esclusiva, il geotritone del Sassari Pausania rilievo del Montiferru e i Monti di l’euprotto sardo, il discoglosso nella regione delle Baronie. Ha una Monte Albo. Alà, l’altopiano di Campeda e le sardo e la lucertola di Bedriaga. forma allungata in direzione SO- pianure di Ozieri. Le due catene NE e si presenta come un rilievo Principali minacce per la Nuoro montuose sono le uniche dell’isola Principali minacce per la isolato che risalta nettamente biodiversità Nuoro e si trovano allineate secondo una biodiversità sui territori circostanti, sia per la Il rischio incendi, i substrati direzione SO-NE nella Sardegna La trasformazione d’uso del sua mole sia per le estese pareti calcarei, con suoli spesso poco centro-settentrionale. territorio, in particolare la rocciose che ne caratterizzano evoluti e ricchi in scheletro, gli

25 0 25 50 km diminuzione del pascolo estensivo, l’aspetto. incendi comportano l’avvio di 25 0 25 50 km Principali elementi di biodiversità rappresenta una seria minaccia per processi erosivi che portano Tra la flora di maggiore interesse la popolazione di gallina prataiola. Principali elementi di biodiversità ben presto all’affioramento della meritano di essere ricordate Rubus La minaccia degli incendi può Sono numerosi gli endemismi roccia madre senza possibilità di arrigonii e Ribes sandalioticum. essere particolarmente grave per vegetali in comune con il ricostituzione dell’originario manto Le presenze faunistiche più le tipologie forestali che ospitano Supramonte e il Golfo di Orosei vegetale. I versanti del Monte interessanti sono la gallina le formazioni relittuali a tasso e e/o con quelli calcarei situati Albo, soprattutto nella parte nord- prataiola e numerosi rapaci. Fra agrifoglio e ad alloro. più a Nord (Capo Figari e Isola orientale, appaiono in alcuni settori di Tavolara). La fauna annovera deturpati dall’attività delle cave.

Aree protette Aree protette Tipologia Numero Superficie (Km2) Parchi Nazionali 0 0,00 Tipologia Numero Superficie (Kmq) Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Parchi Nazionali 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 1 0,78 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 Aree Marine Protette 0 0,00 Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 maria e SIC 4 279,86 d Aree Marine Protette 0 0,00 / a. a. /

ZPS 0 0,00 SIC 1 72,64 guen le Siti Ramsar 0 0,00 ZPS 0 0,00

IBA 4 281,64 wwf oasi archivio Siti Ramsar 0 0,00 r. / wwf-canon © © © Totale* 7 561,51 IBA 0 0,00 Totale* 1 72,64 *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette dell’intera area prioritaria. di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. tedeschi a. cambone - r. isotti r. - cambone a. wwf / c. c. / wwf © archivio archivio © / ambiens homo © 154 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 155

Area n. 33 “Costa della Sardegna nord-occidentale, dall’isola dell’Asinara a Bosa” (379 Km2) Area n. 34 “Monte Limbara” (239 Km2)

Descrizione generale falco pellegrino, gabbiano corso, Descrizione generale insieme al daino dall’Azienda L’area include la costa di Alghero berta maggiore, marangone dal Il massiccio del Limbara Foreste Demaniali della Regione e tutte le aree costiere che vanno ciuffo. L’avifauna dello Stagno di rappresenta uno dei più importanti Sardegna. Di particolare interesse dall’isola dell’Asinara fino alla foce Calich annovera numerose specie rilievi della Sardegna. È situato è l’erpetofauna, che comprende Tempio Tempio del Temo. L’isola dell’Asinara è di trampolieri e limicoli: garzette, Pausania al centro della regione della rettili come la lucertola di Pausania Olbia Sassari completamente inclusa nell’area. cavalieri d’Italia, corrieri, ecc. Gallura e rappresenta una sorta Bedriaga e la tartaruga d’acqua e di ponte ecologico tra i monti anfibi come l’euprotto sardo e il Principali elementi di biodiversità Principali minacce per la del Gennargentu e i rilievi della discoglosso sardo. Le pareti rocciose ospitano biodiversità Corsica, con i quali condivide endemismi rupestri come Galium Quali principali fattori di minaccia caratteristiche ambientali e Principali minacce per la

25 0 25 50 km schmidii e, in prossimità del mare, per la biodiversità vengono numerose specie floristiche. biodiversità 25 0 25 50 km Erodium corsicum. Gli aspetti individuati l’eccessiva pressione Il Monte Limbara appare un’area faunistici più importanti riguardano turistica, il rischio incendi, Principali elementi di biodiversità estremamente vulnerabile agli gli uccelli nidificanti sulle scogliere l’inadeguata gestione del Parco Fra le specie vegetali sono incendi boschivi. Come elementi di Capo Caccia: falco della regina, Nazionale dell’Asinara. presenti numerosi endemismi. Per potenzialmente negativi per quanto riguarda la fauna vanno la biodiversità vanno citati citate diverse specie di rapaci: l’istallazione di una centrale Aree protette aquila reale, astore, sparviero. eolica sulle creste occidentali del Tra i mammiferi sono presenti massiccio e il rischio di apertura Tipologia Numero Superficie (Km2) la martora, il gatto selvatico di cave per l’estrazione del granito Parchi Nazionali 1 45,19 sardo e il muflone, reintrodotto gallurese. Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 Parchi Naturali Regionali 1 45,91 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 Aree protette Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 Tipologia Numero Superficie (Kmq) Aree Marine Protette 3 135,17 Parchi Nazionali 0 0,00 SIC 7 243,76 Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 ZPS 1 49,62 Parchi Naturali Regionali 0 0,00 Siti Ramsar 0 0,00 Riserve Naturali Regionali 0 0,00 IBA 7 250,25

gildi Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 rich

Totale* 20 769,9 r. / Aree Marine Protette 0 0,00 *Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie SIC 2 153,22 archivio wwf archivio s. / wwf-canon dell’intera area prioritaria. © ZPS 0 0,00 © Siti Ramsar 0 0,00 IBA 0 0,00 Totale* 2 153,22

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. mafai gunther / m. m. / archivio wwf archivio m. / wwf-canon © © © 156 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 157

Area n. 35 “Costa da S. Teodoro a Portobello di Gallura - Bocche di Bonifacio” (2.447 Km2) Area n. 36 “Parco Naturale della Corsica” (3.385 Km2)

Descrizione generale specie di Limonium endemiche Descrizione generale sarda. L’erpetofauna comprende L’area comprende le coste della sarde e sardo-corse. Le presenze L’area coincide con il “Parque tre specie esclusive di anfibi: Bastia Sardegna da Porto Pitrosu, a sud faunistiche di maggiore interesse Naturel Régional de Corse”, euprotto corso, discoglosso corso di Capo Testa, fino alla Punta de sono rappresentate dall’avifauna circa un terzo della superficie e salamandra corsa. Fra i rettili li Francesi; le coste della Corsica (pernice sarda, berta maggiore, dell’isola. L’area corrisponde si possono citare la tartaruga tra Cala di Furnellu e la Punta di cicogna bianca, falco pescatore, grosso modo all’allineamento d’acqua, le testuggini terrestri Chiappa (che chiude a sud il golfo grillaio, falco pellegrino, falco della dei più alti rilievi della Corsica, e una sottospecie endemica di Ajaccio di Porto Vecchio); l’arcipelago della regina, gabbiano corso, gabbiano Olbia da quelli più meridionali a ovest biscia dal collare: Natrix natrix Tempio Maddalena e le Isole di Lavezzi roseo, ecc.). Pausania di Porto Vecchio fino al Monte corsa. Nelle acque dolci vive la e Cavallo, il golfo di Olbia e, più Grosso a nord-ovest, passando trota macrostigma. Bonifacio 25 0 25 50 km a sud, lo stagno di S. Teodoro, le Principali minacce per la per i principali massicci dell’Isola: 25 0 25 50 km isole di Tavolara, Molara. biodiversità M. Incudine (2128 m), M. Renoso Principali minacce per la Tra le principali minacce per la (2352 m), M. d’Oro (2389 m), M. biodiversità Principali elementi di biodiversità biodiversità va ricordato il transito Rotondo (2622 m) e M. Cinto, la Incendi: nelle aree interne della La flora è caratterizzata in delle petroliere nelle Bocche di cima più elevata dell’Isola con Corsica, la scarsa pressione questo territorio da numerosi Bonifacio, la cementificazione delle 2706 m. antropica, unita alla valorizzazione endemismi. Le coste rocciose coste, la pressione antropica sulle dei beni naturali come fonte ospitano un gran numero di spiagge e gli incendi boschivi. Principali elementi di biodiversità di reddito, hanno garantito La flora della Corsica è negli ultimi anni una adeguata caratterizzata da circa 300 piante protezione degli habitat e delle Aree protette endemiche e sub-endemiche specie vegetali e animali. Il più sardo-corse. Per quanto riguarda grave pericolo rimane quello degli Tipologia Numero Superficie (Km2) le presenze faunistiche più incendi, ultimamente piuttosto Parchi Nazionali 1 205,05 importanti, fra i mammiferi si frequenti nelle aree boschive, che Riserve Naturali dello Stato 0 0,00 possono citare: il muflone, il cervo minacciano l’immenso patrimonio Parchi Naturali Regionali 0 0,00 sardo (recentemente reintrodotto), forestale che rappresenta la Riserve Naturali Regionali 0 0,00 il gatto selvatico e il ghiro; fra gli più importante caratteristica Aree Naturali di interesse locale 0 0,00 uccelli: il gipeto, l’aquila reale, il paesaggistica e una inestimabile Aree Marine Protette 2 307,16 nibbio reale, l’astore, lo sparviero, risorsa economica per quest’ “isola SIC 6 271,52 la sterpazzolina e la magnanina montana”. bulgarini bulgarini

ZPS 2 247,18 f. / f. / Siti Ramsar 0 0,00

IBA 6 759,59 wwf archivio wwf archivio © © © Totale* 17 1790,5

*Alcune aree protette possono essere parzialmente o totalmente sovrapposte ad altre aree protette di diversa tipologia, pertanto la superficie totale protetta può risultare maggiore della superficie dell’intera area prioritaria. bulgarini bulgarini / f. f. / f. / archivio wwf archivio wwf archivio © © © 158 L E AREE PRIORITARIE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 159

Le specie nella Una proposta sviluppata nelle analisi delle aree conservazione prioritarie (cfr. documento “Aree Prioritarie: analisi ecoregionale delle componenti di biodiversità e delle minacce” scaricabile in formato pdf dal sito www.wwf.it) consiste In tutti i progetti di conservazione nel selezionare per ciascuna area, un set di tre le specie hanno sempre avuto specie minacciate che hanno la più elevata idoneità un posto di rilievo, in particolare ambientale secondo la Rete Ecologica Nazionale quelle specie molto carismatiche (REN). In questo modo sono state individuate le specie e che possono facilmente minacciate per le quali ogni singola area prioritaria coinvolgere un vasto pubblico. risulta maggiormente vocata. Questo non significa che le specie indicate siano le più minacciate a livello locale, La conservazione viceversa le specie indicate sono quelle le cui esigenze

ecoregionale pone le sue basi gildi gildi

/ r. r. / ecologiche sono maggiormente favorite dall’attuale (e r. / sull’individuazione di valori di potenziale) contesto ecologico ed ambientale. In altre biodiversità su un contesto di

archivio wwf archivio parole quelle segnalate potrebbero essere le specie wwf archivio

area vasta e tiene ovviamente © © “indicatrici” rispetto alle quali definire un programma di in considerazione il ruolo che le conservazione a scala locale. specie possono svolgere nello sviluppo di un programma così Nello sviluppo dei singoli piani di conservazione a altrettanto ampie, cosicché proteggendo il loro appariscente della biodiversità, dovrebbe identificare ambizioso. scala di area prioritaria sarà fondamentale avviare ambiente si riesce a proteggere indirettamente anche le prima di tutto il ruolo specifico di ciascun taxa oggetto un processo di ricognizione e analisi più completo Generalmente in ecologia alle specie viene attribuito specie che occupano lo stesso habitat; infine le specie di intervento e sviluppare programmi di conservazione e ampio per individuare quali specie possono uno o più di questi significati: le specie chiave, ovvero bandiera, secondo un concetto più di comunicazione sul territorio, mirando a garantire le condizioni efficacemente essere utilizzate per sviluppare le azioni quelle specie che occupano una posizione cruciale e marketing che ecologico. Sono infatti quelle specie ecologiche per la loro presenza e recupero. I futuri di conservazione. nell’ecosistema o nelle comunità a cui appartengono; molto popolari e carismatiche utilizzate come simboli programmi di conservazione dovranno essere così le specie ombrello sono invece quelle caratterizzate e punti di attenzione per promuovere azioni di A tale scopo, durante il lavoro che ha portato alla efficaci di garantire la tutela delle specie senza agire da home range molto ampi e da esigenze di habitat conservazione e di sensibilizzazione del pubblico. redazione di questo volume, molti stimoli e disponibilità direttamente su esse. Il Panda gigante è uno dei tanti esempi. a collaborare sono venuti da alcuni partner quali: il Corpo Forestale dello Stato, l’Istituto Nazionale per Le specie possono assumere anche una funzione di la Fauna Selvatica, le organizzazioni ornitologiche, specie indicatrici con riferimento alla loro sensibilità l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi rispetto la qualità ed i cambiamenti delle condizioni Tecnici e le Università. Uno dei prossimi passi sarà di ambientali, così come alcuni aspetti della composizione avviare un tavolo di lavoro tecnico per mettere a punto della comunità in cui vive: una metodologia per selezionare efficacemente le anfibi, molluschi, uccelli, funghi, licheni, coralli e altri specie su cui lavorare e un protocollo di monitoraggio invertebrati marini sono solo alcuni esempi. della biodiversità. La strategia di conservazione ecoregionale mira ad Uno dei dilemmi della conservazione che dovrà essere individuare delle specie focali, ovvero quelle specie affrontato, è se puntare principalmente sulle specie più che sono particolarmente sensibili rispetto le minacce “popolari”, quali ad esempio l’orso bruno, il lupo, il cervo individuate dalle analisi. Grazie all’individuazione di e l’aquila reale, gli squali oppure tenere giustamente in questi “indicatori” è possibile selezionare le azioni considerazione quelle specie troppo spesso trascurate di tutela su vasti ambiti territoriali. Le specie focali che rappresentano il 98% della biodiversità come gli dovrebbero permettere di monitorare l’effettiva riduzione invertebrati e le piante. Purtroppo questi organismi non dei fattori di interferenza sulla biodiversità e quindi sono favoriti poiché non sono così attraenti e noti quanto l’efficacia delle azioni messe in atto. Le specie focali uccelli e mammiferi e in più sono completamente ignorati non necessariamente sono quelle più minacciate, da normative nazionali o da piani di azione. dovrebbero essere piuttosto un gruppo di specie, e non una singola specie, che sono particolarmente sensibili Per concludere, un’efficace strategia per la tutela della alle minacce individuate a scala ecoregionale o di biodiversità, che tenga nella giusta considerazione © wwf-canon / sanchez & lope & sanchez / wwf-canon © singola area prioritaria. il ruolo delle specie, certamente la componente più bahr m. c. / wwf-canon © ferroni . . f 15. Central Mediterranean Ecoregion

Summary in English / wwf archivio ©

160 161

Towards a Programme for Ecoregional Conservation The Boundaries of the Central • Terrestrial Invertebrates, principally insects; Mediterranean Ecoregion • Fish of Inland Waters in order to highlight the water courses with the highest concentration of endemic The Mediterranean Terrestrial Ecoregions map creation of a first “biodiversity map” for the Central and autochthonous fish; Organization of work developed by WWF Mediterranean Programme Mediterranean Ecoregion; In 2003 following the establishment of an international (MedPO), was used as a reference for the definition • Amphibians and Reptiles, in order to highlight those • acquiring the necessary information for the thematic consulting group for the development of Ecoregional of the boundaries of the Central Mediterranean areas important for the endemic examples of these maps that will allow the subsequent definition of Conservation in the Alps, WWF decided to Ecoregion. The Central Mediterranean Ecoregion two classes of vertebrates; Priority Areas; reorganise its own structure through the institution includes the sub-ecoregions no.10 (Sardinia-Corsica) • Birds , biodiversity of breeding ornithological fauna, • identifying public figures in the scientific world who of the Office for the Conservation of the Central and no.17 (Italian Peninsula and Maltese islands). which also includes the Important Bird Areas would examine the ongoing results of the work and Mediterranean Ecoregion. Its aim was to develop developed by LIPU-BirdLife; share discussions, suggestions and evaluations; an effective methodology for the identification of The boundaries of the marine ecoregion • facilitating the involvement of organizations and • Mammals , highlighting the areas in which a conservation priorities within this regional domain. Bilateral agreements between neighbouring countries institutions as partners in the process of ecoregion representative set of this class are present. The working group from WWF Italy, responsible for were used as a reference in defining the boundaries conservation. Currently, among the official partners defining the conservation strategy for the Central of the marine ecoregion, since the simple limits of The working group has produced 10 maps showing the are Universities, Scientific Association and Institution, Mediterranean Ecoregion, consists of one scientific territorial waters would have left out important marine most important areas for each of these themes. Public Administrations, NGOs etc. manager and two scientific consultants. Other areas. The Central Mediterranean Ecoregion marine colleagues of WWF Italy’s staff have provided their boundaries have therefore been defined according specific contributions. The data to the continental shelf, in line with the international Marine Themes Thanks to collaboration with the Ministry of the definition of Maritime Law. The first important step, accomplished by way of direct Some difficulties were encountered in realizing the map Environment and Land Protection - Department for the meetings and correspondence, was to involve an The boundaries of the terrestrial ecoregion for marine biodiversity, largely because of the scarcity Protection of Nature, it has been possible to access of available information on an ecoregional scale. extended group of public figures external to WWF Italy, The northern boundary of the terrestrial ecoregion databases containing geo-referenced information on specialists in both environmental and socio-economic corresponds to the Piedmont zone of the the environment, land, and biodiversity. In particular: Maps for the marine sector of the Central fields. With this constructive phase of brainstorming, northern Apennines and Maritime Alps, as per the • The National Ecological Network, including two Mediterranean Ecoregion were also produced, and we began to define the essential outlines of a new Mediterranean Ecoregion map developed by MedPO. different types of data related to Italian vertebrate they highlight important and/or critical areas in the way of looking at biodiversity conservation in the fauna: The Geographic Range of each species in sector of the Mediterranean Sea which surrounds the whole ecoregion: a vision that will inspire the work of ESRI® shapefile format and the Habitat Suitability ecoregion. WWF Italy and its prospective partners for the coming Terrestrial Themes Model of each species in ESRI® Grid format; decades. The map of Terrestrial Priority Areas was produced • The DVD collection “GIS Nature”, with 23 data Data were analysed and thematic maps produced for: as a result of the examination of ten selected themes, Analyses carried our so far have been evaluated by banks on four broad thematic areas: Flora, Fauna, • areas important for the presence of colonies following consultation with the Starter Group: and shared with a team of about 100 experts from Protected Areas, Environment and Land. of marine birds of conservation interest in the • Hypogean Environments, due to the importance of diverse backgrounds (botanists, zoologists, ecologists, Mediterranean; When the available databases were not sufficient, these environments for the fauna and for endemic city planners, sociologists, etc.). A core working group, • areas important for the presence of cetaceans; specialists were involved in collecting new data. species (in particular bats and invertebrates); the Starter Group, has been established to deal with • the results of the Marine Gap Analysis, carried out • Remote Areas, extensive areas with low human those activities that are more directly analytical and Ongoing consultation with experts during the various by MedPO, which highlights the areas of greatest impact; proposal-oriented. stages of work has been fundamental for the correct biodiversity according to biological parameters and • Important Areas for the Migration of Birds, interpretation and validation of results. human interference. especially for passerines and birds of prey; The Starter Group • Vegetation and biotopes of significant interest, in The following related information is also worthy of The Starter Group, working alongside the WWF Italy order to highlight vegetation groups and the rarest consideration: working group, is an interdisciplinary structure of about and most threatened biotopes in the ecoregion; • a coastal area extending within the -100 metres 20 external experts. It has contributed to: • Vascular Flora, in order to represent the areas with isobath, from the Tremiti Islands to the Sorrentina • defining essential themes necessary for the the greatest wealth and diversity; Peninsula; 162 CENTRAL MEDITERR ANEAN ECOREGION BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 163

• the Strait of Messina and the Campania Islands for Objectives of the Biodiversity Vision Objective 5. The terrestrial-ecological context of Cross-Cutting Contextual Elements the presence of cetaceans and for their strategic the system of small Mediterranean islands is of These strategic conservation objectives, with their importance in the migration of the large pelagic fish; The Central Mediterranean Ecoregion conservation great biodiversity value for the ecoregion. Insular associated operational plans and actions, represent • marine areas deeper than 1,000 metres for the strategy is based on the management of the 36 ecosystems host endemic species of flora, reptiles and the ecoregional conservation strategy. There are, presence of coralliferous (white corals) sea beds and Priority Areas, identified as described above. Within amphibians and small mammals and are characterized however, certain fundamental conditions necessary their role in Mediterranean productivity; each of these areas a careful analysis of the main by vulnerable habitats. This situation calls for socio- to the achievement of these eight objectives, cross- • areas with the highest concentration of the threats to ecological processes, habitats, plants and economic models which provide alternatives for cutting issues which, if they are not adequately Loggerhead Sea Turtle (Caretta caretta); animals was carried out in accordance with the Threats the management of resources and the protection addressed could jeopardize the success of each single Reduction Assessment (TRA) method established of biodiversity, so is important to promote socio- Further information was obtained from the Italian objective, and biodiversity protection as a whole. It is by The Nature Conservancy (TNC). The effective economic models in small Mediterranean island which Demersal Fish Resources Atlas - three-year period therefore necessary to: protection in the long-term of the characteristics and are compatible with the protection of insular, terrestrial 1994-1996. Invest in education and consciousness-raising, functions of these areas will hopefully result in the and marine ecosystems. to reinforce the value of biodiversity, in a serious, preservation of the biodiversity of the entire ecoregion. Objective 6. Many biodiversity values of ecoregional structured and consistent manner; Map of the Priority Areas Eight strategic objectives were identified in order to significance are, for particular historical-biological Develop a plan for monitoring and evaluation which Using data relative to the above themes, the Central achieve this goal. They are the backbone of the Central reasons, distributed in a fragmentary manner, such as is consistent with targets and objectives and which Mediterranean Ecoregion Map of Biodiversity Mediterranean Ecoregion conservation strategy. sites of floral endemism, non-vagile animals, wetlands, guarantees the effectiveness of conservation planning. coastal dunes, marine protected areas, and hypogeal Values, showing the various biodiversity values within Objective 1. The protection of the biodiversity of the Each strategic conservation objective must have (underground) areas. Adequate protection of these each territorial area, was produced. entire ecoregion can only be achieved by guaranteeing precise indicators of effectiveness; areas requires the creation and management of a Take into consideration factors acting on a scale Areas with biodiversity values exceeding a defined favourable ecological conditions for species, habitats, functioning system of Protected Areas and Natura2000 beyond that of the ecoregion, in the first place threshold were selected, thus enabling the definition and ecological processes in Priority Areas. This sites. To ensure biodiversity conservation in the Central climate change. Ecoregional conservation plans must of 34 Priority Areas for the Central Mediterranean involves reducing major threats and ensuring the best Mediterranean ecoregion. incorporate actions and objectives which contribute to Ecoregion: this is the most important result of our conditions for plants, animals, and focal habitats, Objective 7. In the Central Mediterranean there are the definition of adaptive strategies for the reduction of work. ensuring the characteristics and the ecological function of protected areas in the ecoregion. vast areas of extreme biodiversity value, known as the effects of climate change; Sanctuaries. They are found in the north Thyrrhenian Objective 2. This is not enough, however, as the Contribute towards the creation of a new and in the Sicilian Channel. Their foundation and Other Priority Areas phenomena which result in fragmentation of habitats, conservation culture, founded on the protection of effective management is strategic for biodiversity. This Once the map of Priority Areas based upon the ten for instance the irreversible exploitation of soil, “priority spaces” with an approach incorporating the goal aim to guarantee the protection of marine areas of themes and the Landscape Units was created, two determine the erosion of biodiversity in Priority Areas, human dimension and participatory processes. major importance for the conservation of biodiversity further areas of high biodiversity value were added, no matter how effectively protected. It is fundamental, In synthesis, these are considered cross-cutting goals: on the Central Mediterranean, paying particular thus increasing the total number of Priority Areas to 36. therefore, to reduce fragmentation and restore • Develop education and consciousness-raising attention to the conservation of cetaceans, marine These are: natural conditions beyond Priority Areas ensuring activities to facilitate the achievement of turtles and sharks and rays (Pelagos Sanctuary and management of territories external to protected areas, conservation objectives; Priority Areas of Corsica (n. 36) Southern Thyrrhenean - Pelagie Islands). for reduce fragmentation and restore natural conditions In collaboration with experts of the Parc Naturel • Develop a monitoring plan which is coherent with the Objective 8. The protection of many marine species Régional de Corse (PNRC), it was possible to identify Objective 3. The species and habitats of the objectives and actions identified; of fish, mammals and reptiles is at risk from intensive the biodiversity values that make this island important ecoregion’s fluvial and lacustrine ecosystems are • Climate change is one of the principle causes of and irrational over-fishing. The search for sustainable within the Mediterranean basin. As a result, the distributed in a very large area. Optimal ecological biodiversity loss. This issue must inform the definition forms of exploitation of marine resources which are boundaries of the Corsican Regional Natural Park were conditions should therefore be guaranteed for the of conservation plans within the entire ecoregional ecosystem-friendly is a priority objective. This goal chosen to delineate the priority area for Corsica. hydrographic basins that host riparian forest habitats strategy; aim to achieve sustainable fishing activity which both and endemic and autochthonous fish species ensuring • Create a new conservation culture sensitive to the guarantees the continued functioning of Mediterranean Priority Areas of the Upper Adriatic (n. 4) the protection and the sustainable management of preservation of extensive “priority spaces”; ecosystems and their productivity and allows The coastal lagoon areas of the Upper Adriatic were these fluvial and lacustrine ecosystems; • In developing the conservation strategy, “human included in the ecoregion for the importance of their maintenance of their structure. Objective 4. Migration of fauna (birds, bats, butterflies, dimensions” must be taken into account, i.e. the biodiversity, in particular nesting and migratory birds, large pelagic and freshwater fish) is a phenomenon relationships between natural resources and the flora, inland water fish, invertebrates and rare biotopes. which concerns the entire ecoregion, and is one that people who use them, understanding and using is under threat from a variety of specific factors. It is these relationships to effectively engage communities fundamental to ensure the smooth functioning of the in conservation; ecoregion for migratory species and protect the routes • Develop biodiversity conservation strategies using a of migratory species. participative approach. ferroni . . f 16. Ecoregion Méditerranée Centrale

Summaire en Français / wwf archivio ©

164 165

Vers un Programme de Conservation Ecoregionale Les limites de l’Ecorégion • Les poissons d’eaux internes, pour mettre Méditerranée Centrale en évidence les cours d’eau dotés de la plus grande concentration de poissons endémiques et Pour définir les limites de l’écorégion Méditerranée première “carte de la biodiversité” dans l’écorégion autochtones; Organisation du travail centrale, nous nous sommes référés à la carte des Méditerranée centrale ; • Les amphibies et les reptiles, pour mettre en En 2003 le WWF Italie, après avoir mis en place écorégions terrestres de Méditerranée élaborée par • acquérir les informations nécessaires pour réaliser évidence les zones importantes pour les endémismes un groupe de consultation international pour le le WWF MedPO. L’écorégion Méditerranée centrale les cartes thématiques sur la base desquelles ont été de ces deux classes de vertébrés; développement de la conservation écorégionale dans inclut les sous-régions n°10 (Sardaigne-Corse) et n°17 définies par la suite les zones prioritaires ; • Les oiseaux, biodiversité de l’ornithofaune nidifiant, l’écorégion des Alpes, a décidé de réorganiser sa (péninsule italienne et îles maltaises). • indiquer les personnalités du monde scientifique en incluant les Important Bird Areas élaborées par la structure en créant une unité appelée “Bureau pour la auxquelles soumettre les résultats partiels des travaux Les limites de l’écorégion marine LIPU-BirdLife; conservation de l’écorégion Méditerranée centrale”, pour obtenir des commentaires, des suggestions et Pour définir les limites de l’écorégion marine, nous nous • Les mammifères, en mettant en évidence les zones dans le but de développer une méthodologie efficace des validations ; sommes référés aux accords bilatéraux signés entre de présence d’un set représentatif de cette classe. visant à déterminer les priorités de conservation sur ce • favoriser la participation d’organismes et institutions pays limitrophes, car les confins des eaux territoriales La méthodologie adoptée a permis de réaliser dix cartes territoire. Le groupe de travail du WWF Italie, qui depuis tels que l’université, les associations et institutions auraient exclu des zones marines importantes. Les indiquant les zones les plus importantes pour chaque s’occupe de mettre au point la stratégie de conservation scientifiques, l’administration, les ONG etc., en limites marines de l’écorégion Méditerranée centrale ont milieu examiné. pour l’écorégion Méditerranée centrale, est composée tant que partenaires du procédé de conservation donc été définies en suivant la plate-forme continentale, d’un responsable scientifique et de deux consultants écorégionale. selon la définition internationale du droit maritime. Les themes marins scientifiques. D’autres collègues actifs dans différentes sections de l’association ont fourni des contributions Les limites de l’écorégion terrestre Au cours de la réalisation de la carte de la biodiversité Donnees spécifiques. La limite septentrionale de l’écorégion terrestre a marine, nous avons rencontré quelques difficultés, dues Les rencontres ou les échanges épistolaires avec un Grâce à une collaboration spéciale avec le Ministère été tracée, sur la base de la carte de l’écorégion surtout au manque d’informations disponibles au niveau grand nombre de personnalités externes aux WWF de l’environnement et de la protection du territoire Méditerranée élaborée par le MedPO, le long de la base écorégional. Italie, compétentes dans le milieu naturaliste ou socio- – Direction pour la Protection de la Nature (DPN), il a été nord des Apennins et des Alpes Maritimes. Une carte pour la partie marine de l’écorégion économique représente un premier pas important. Cette possible d’accéder aux banques de données contenant Méditerranée centrale a également été réalisée, qui phase enrichissante de confrontation des idées nous des informations référencées géographiquement sur Les themes terrestres met en évidence les zones importantes et/ou critiques a permis de commencer à définir les grandes lignes l’environnement, le territoire et la biodiversité. En La carte des zones prioritaires terrestres a été réalisée dans le secteur de la mer Méditerranée qui entoure d’une nouvelle manière de considérer la conservation particulier : suite à l’examen de dix thèmes sélectionnés en accord l’écorégion. de la biodiversité dans l’ensemble de l’écorégion : une • le réseau écologique national REN (Rete Ecologica avec le “Starter Group”: Des cartes thématiques et des données sur les thèmes vision qui devra inspirer l’action du WWF Italie et de ses Nazionale) qui comprend deux types de données • Les milieux hypogés, pour l’importance que suivants ont été élaborées et réalisées: partenaires dans les prochaines décennies. relatives à la faune italienne vertébrée : la zone représentent ces milieux pour la faune troglobie et • zones importantes pour la présence de colonies Jusqu’à aujourd’hui, le travail d’analyse réalisé a été géographique de chaque espèce (Geographic range) pour les endémismes (en particulier les chiroptères et d’oiseaux marins d’intérêt conservatoire en ® soumis à une équipe d’environ 100 experts compétents dans le format ESRI shapefile et le modèle d’aptitude les invertébrés); Méditerranée; dans divers domaines (botanistes, zoologues, environnementale de chaque espèce (Habitat • Les zones reculées ou zones à bas impact • zones importantes pour la présence de cétacés; ® écologues, urbanistes, sociologues, etc.). Mais les suitability model) dans le format ESRI Grid. anthropique très étendues; • les résultats de la Gap Analysis marine effectuée activités plus directement analytiques et l’élaboration de • la collecte sur DVD “GIS Nature” de 23 banques de • Les zones importantes pour la migration des par le WWF MedPO qui met en évidence les zones propositions ont été confiées à un petit groupe de travail données relatives à quatre grands thèmes : Flore, oiseaux, surtout les passereaux et les rapaces; de biodiversité majeure en fonction de paramètres du nom de “Starter Group”. Faune, Zones protégées, Environnement et territoire. • La végétation et les biotopes de grand intérêt, biologiques et d’interférences anthropiques. Quand les banques de données disponibles n’étaient de manière à mettre en évidence les groupes de Les informations ci-dessus ayant été examinées, les pas suffisantes, nous avons acquis des données végétation et les biotopes les plus rares et les plus indications ultérieures suivantes ont été prises en Le “Starter Group” inédites en impliquant directement des spécialistes de menacés de l’écorégion; compte: Le “Starter Group”, qui a épaulé le groupe de travail divers taxons. • La flore vasculaire, pour représenter les zones les • une zone côtière allant des îles Tremiti à la péninsule du WWF Italie, est une structure interdisciplinaire Au cours des différentes phases du travail, la plus riches et ayant la plus grande diversité floristique; Sorrentine comprise dans l’isobathe des -100 m; constituée de quinze experts externes. Il a contribué à : consultation constante des experts a été fondamentale • Les invertébrés terrestres, principalement les • la zone du détroit de Messine et des îles • définir les thèmes essentiels pour tracer une pour interpréter correctement les résultats et les valider. insectes; campaniennes pour la présence de cétacés et pour 166 E C O R E G I O N MÉDITERR A N É E CENTRALE BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 167

l’importance stratégique représentée par la migration Objectifs de la Biodiversity Vision Objectif 5. Le système des îles méditerranéennes de à atteindre et les actions à engager, afin de garantir des grands pélagiques; petites dimensions représente un contexte territorial et le contrôle de l’efficacité des plans de conservation. La stratégie de conservation de l’écorégion • les zones marines au-delà de 1000 m de profondeur écologique de grande importance pour la biodiversité Chaque objectif doit être décliné en déterminant des Méditerranée centrale se fonde sur la gestion des 36 pour la présence des fonds coralligènes, pour leur de l’écorégion. Les écosystèmes insulaires, qui indicateurs d’efficacité et de monitorage précis. zones prioritaires identifiées par le biais du processus fonctionnalité dans la productivité de la Méditerranée; accueillent des espèces endémiques de flore, de Il faut par ailleurs tenir compte de facteurs qui ont un mentionné précédemment. Dans chacune de ces zones • les zones de concentration maximale de la Tortue reptiles et de micro-mammifères, se caractérisent par effet sur une échelle plus vaste encore que l’écorégion, a commencé une analyse approfondie des menaces marine commune; des habitats très vulnérables. Ces réalités exigeraient la en premier lieu les changements climatiques. Les principales concernant l’habitat, les espèces végétales D’autres informations ont été obtenues par le biais mise en place de modèles socio-économiques pouvant plans de conservation écorégionaux doivent prendre et animales ainsi que les processus écologiques de la consultation de l’“Atlante delle Risorse ittiche représenter des modes de gestion des ressources et en compte des objectifs et des actions permettant de principaux, selon la méthode d’évaluation pour la demersali italiane - triennio 1994-1996”. une protection de la biodiversité alternatifs. modérer et de définir des stratégies d’adaptation par réduction des menaces (Threats Reduction Assessment) rapport aux effets. élaborée par Conservation de la nature (The Nature Objectif 6. Beaucoup des valeurs de biodiversité Carte des Zones Prioritaires Il faut enfin investir pour la création d’une nouvelle Conservancy). En protégeant efficacement et d’intérêt écorégional sont, pour des raisons historico- culture de la conservation, fondée sur la protection Les données relatives aux thèmes mentionnés plus durablement les caractéristiques et la fonctionnalité de biologiques, distribuées de manière fragmentaire, des “espaces prioritaires”, avec une approche qui haut ont permis de réaliser la Carte des valeurs de ces zones, on espère que l’ensemble de la biodiversité comme par exemple les zones où se développe une considère dans une juste mesure la dimension humaine biodiversité de l’écorégion Méditerranée centrale, écorégionale puisse être préservée. flore endémique, où vivent des animaux peu vagiles, les et les processus de participation. qui montre les zones dotées de valeurs de biodiversité Pour atteindre ce but, on a considéré opportun zones humides, les dunes côtières, les zones marines In brief les éléments transversaux contextuels sont: différentes. d’indiquer huit objectifs stratégiques constituant le protégées et les milieux hypogés. Ces valeurs doivent • Développer les activités de sensibilisation et En sélectionnant les zones qui dépassent un certain squelette de la stratégie de conservation écorégionale. être protégées par le biais de la création et surtout par seuil de biodiversité, il a été possible d’identifier 34 la gestion d’un système fonctionnel de zones protégées d’éducation pour promouvoir et favoriser la réalisation Objectif 1. Pour protéger la biodiversité de l’ensemble zones prioritaires de l’écorégion Méditerranée centrale: et par l’entrée dans le réseau des sites Natura 2000. des objectifs de conservation. de l’écorégion, il est fondamental de garantir des cela constitue le résultat le plus important de notre • Développer un plan de monitorage cohérent avec les conditions écologiques favorables aux espèces, aux Objectif 7. En Méditerranée centrale existent des zones travail. objectifs et actions déterminés. habitats et aux processus écologiques des zones marines étendues de grande valeur pour la biodiversité, • Les changements climatiques représentent une des prioritaires, surtout en atténuant les facteurs de menace appelées sanctuaires: le bassin nord-tyrrhénien et le Autres zones prioritaires causes principales de la perte de biodiversité. Ce les plus significatifs et en rétablissant de meilleures canal de Sicile. Leur institution et leur gestion effective Une fois établie la carte des zones prioritaires en thème devra inspirer toute la stratégie écorégionale conditions pour les espèces animales et végétales ainsi fonctionnelle est stratégique pour la biodiversité. utilisant les dix thèmes et les unités de paysages, deux pour définir les plans de conservation. que pour les habitats concernés. Objectif 8. La protection de nombreuses espèces zones considérées comme étant de grande valeur pour • Créer une nouvelle culture de la conservation visant à Objectif 2. Toutefois, cela n’est pas suffisant car les marines de poissons, de mammifères et de reptiles la biodiversité ont été ajoutées, ce qui a donc porté à 36 préserver les “espaces prioritaires” étendus. phénomènes de fragmentation intense des habitats, est à risque, en raison d’une exploitation intensive le nombre total de zones prioritaires. • Lors du développement de la stratégie de et irrationnelle de la pêche. La recherche de formes causés surtout par la consommation irréversible du conservation, prendre en compte la dimension Zones prioritaires corses (n. 36) d’exploitation du poisson compatible avec la sol, peuvent entraîner des processus d’érosion de la humaine, à savoir le niveau de partage et la perception Ces zones ont été définies en collaboration avec les conservation des écosystèmes est un objectif prioritaire. biodiversité dans les zones prioritaires, même si elles des valeurs que l’on souhaite protéger. experts du Parc Naturel Régional de Corse (PNRC) sont protégées efficacement. Il s’avère donc fondamental • Développer des stratégies de conservation de la qui ont indiqué les valeurs de biodiversité pour Conditions essentielles de réduire la fragmentation et de rétablir des conditions biodiversité à travers des formes de participation. lesquelles cette île est importante au niveau du bassin de naturalité diffuse, hors des zones prioritaires. L’ensemble de ces objectifs stratégiques de méditerranéen. Nous avons donc décidé d’indiquer Objectif 3. Les espèces et les habitats liés aux conservation, déclinés en un nombre minimum mais comme zone prioritaire pour la Corse les limites du Parc écosystèmes fluviaux et lacustres de l’écorégion sont suffisant d’objectifs opérationnels puis d’actions, Naturel Régional. diffusés de manière discontinue ou ponctuelle. Il faut représente la stratégie de conservation écorégionale. Zones prioritaires de l’Adriatique nord (n. 4) donc garantir des conditions écologiques maximales Il existe néanmoins des conditions essentielles pour Les zones lagunaires côtières de l’Adriatique nord dans les bassins hydrographiques accueillant des atteindre ces huit objectifs, des conditions transversales ont été incluses dans l’écorégion en raison de leur habitats forestiers ripariaux et des espèces de poissons qui, dans le cas où elles ne seraient pas garanties, importance en termes de biodiversité, en particulier endémiques et autochtones. pourraient compromettre la réalisation de chacun des objectifs de protection de la biodiversité. pour les oiseaux nidificateurs et migrateurs, la flore, Objectif 4. La migration de la faune (oiseaux, Un investissement sérieux et continu est nécessaire les poissons des eaux internes, les invertébrés et les chiroptères, grands pélagiques, lépidoptères et pour affirmer la valeur de la biodiversité, à travers biotopes rares. poissons d’eau douce) représente un phénomène qui un travail structuré en termes d’éducation et de a lieu sur l’ensemble de l’écorégion et qui subit une sensibilisation. menace spécifique. Il est donc fondamental d’assurer Il est également nécessaire de développer un plan la fonctionnalité de l’écorégion pour les espèces de monitorage cohérent identifiant bien les objectifs migratrices. 168 obiettivi elepriorità,diconservazione dell a lungotermine.Conquesto documento sifissanogli scenario dellostatodellabiodiversità nell di ConservazioneEcoregionale. La Biodiversity Vision approfondire alcuneproblematiche). allo sviluppodelProcesso (permettendoades.di urgenti di carattere strategicooeconomico.Le della biodiversitàopercogliere delleopportunità delle attivitàperarginare incombentifattoridiminaccia frattempo puòessere necessariointraprendere subito Ecoregionale richiedeimpegno,risorseetempo.Nel Lo sviluppodelProcesso diConservazione Azione urgente nell intende garantire labiodiversità eiprocessi ecologici di tutela.Attraversolatutelaquestearee chiavesi biodiversità echerichiedonoprioritariamentel che mettonoinevidenzalearee conilivellipiùelevatidi conservazione attraversola Ecoregionale vengonoindividuate leprioritàdi Nello sviluppodelProcesso diConservazione Aree prioritarie realizzazione delPianodi Conservazione. ecc.) sianellafasediBiodiversityVision cheinquelladi biodiversità (demografia,usodelsuolo,infrastrutture, fattori cheentranoingioconellaconservazionedella L termine, maanchemisuratalepossibilitàdiraggiungerli. Ecoregionale nonvengonosolofissatiobiettivialungo conservazione dellabiodiversità.ConlaConservazione ai fattorisocio-economicicheinfluenzanolostatodi conservazione sonovalutatiemisuratiinrelazione nell migliore prospettiva dellostatodellabiodiversità costruzione diun La ConservazioneEcoregionale sibasasulla Analisi socio-economica 17. ’ analisi socio-economicapermettedidescrivere i

Biodiversity Vision ’ ’ intera ecoregione. ecoregione. Gliobiettivieleprioritàdi ” dovrebbero comunquefornireuncontributo Glossario a Biodiversity Vision è ilprimoprodotto delProcesso mappa dellearee prioritarie

Rappresenta ilmigliore , o vvero diuna “ azioni ’ ecoregione ’ ecoregione. ’ impegno raggiungimento degli obiettivi ecoregionali. direttamente progetti e attività che contribuiscono al parte del Piano di Conservazione Ecoregionale, attuando dati. Potranno anche partecipare all fornire un supporto mettendo a disposizione esperti o l coloro che sostengono e accettano di sostenere all Nel Processo di Conservazione Ecoregionale applicato Partner Ecoregioni Terrestri. Iniative fitogeografica. Tale lavoro, notocome dell che haavutocomecompitolaclassificazioneecologica e benrappresentativo gruppo dilavoro internazionale A partire dal1993,ilWWF hacoordinato unautorevole Global 200 come un e dicondizioniambientali,chepossonoessere gestiti un numero significativodi specie,diprocessi ecologici omogeneo eunicodiecosistemi,chehannoincomune marina relativamente estesa checontieneuninsieme Un Ecoregione Malta, lepiccoleisoleeilmare circostante. Penisola italiana,laSicilia,Sardegna, laCorsica, L questa ecoregione in20sub-ecoregioni omogenee. (WWFMedPO),sièarrivatiasuddividereInternazionale dall Global 200.Attraversounlavoro dianalisisvolto un Il BacinoMediterraneoèstatoindividuatocome Ecoregione MediterraneoCentrale intensivo, ivicompresi gliusiagricoliindustriali. interessati daurbanizzazionioformed Sono definiti Biopermeabilità ’ impegno di condurre una parte del Processo. Possono ’ Ecoregione Mediterraneo Centrale ’ ’ Ecoregione Mediterraneo Centrale, i partner sono ’ unica grandeecoregione prioritaria,unadelle e ’ ’ Ufficio diProgramma MediterraneodelWWF intera superficiedelgloboterrestre subase coregione èunaunitàterritoriale, terrestre e/o haportatoallaproduzione dell ’ unica unitàdiconservazione. “ biopermeabili ” gliambititerritorialinon ’ applicazione di una

include partedella ’ Global 200 Atlante delle ’ uso antropico

© wwf-canon / m. terrettaz tradizionale. alle minacce)caratteristicodellaconservazione attivo Ecoregionale èrappresentato dall e stakeholders.Ilgrandevalore dellaConservazione processo partecipatochemiraacoinvolgere partners su unascalaspazialeampia,fissatiattraversoun Ecoregionale sibasasuobiettivialungotermine, le azioninecessarieperconseguirli.LaConservazione conservazione esviluppare unPianocheprevede tutte viene intrapreso perfissare prioritàeobiettividi Il termine Processo diConservazione Ecoregionale (ERC) degli obiettivi. quale simisuranoisuccessirispettoalraggiungimento applicazione e punto dipartenza;èinfattiilmomentoincuiinizialasua Conservazione Ecoregionale rappresenta peròancheun obiettivi alungoterminescalaecoregionale. IlPianodi stakeholder leazioninecessarieperraggiungere gli momento incuivengonoconcordate conpartnere certi versiilpuntodiarrivodelProcesso ERC;èil La definizionediquestodocumentorappresenta per Piano diConservazioneEcoregionale socio-economici estakeholderaquestascala. individuando neldettagliovaloridibiodiversità,fattori Vision per raggiungere gliobiettividescrittinella strumenti chedescrivonolesingoleazioninecessarie singole aree prioritarie Conservazione Ecoregionale ecoregionale, sipassaallosviluppodel Definiti obiettivieprioritàdiconservazioneascala Piano diAzionedellearee prioritarie ” allascaladellesingolearee prioritarie, (propositivo), rispettoaquello “ Processo il processo dimonitoraggio ” indicaunpercorso che . Questipiani,rappresentano gli edei ’ atteggiamento Piani diAzionedelle “ reattivo Piano di Biodiversity

attraverso il ” (reazione “ pro- venatorio, leistituzioni,ecc.). o un un ruolodeterminantenellagestionediunarisorsa stessi interessi istituzionalidelWWF, maesercitano conservazione. Glistakeholderpossonononavere gli considerati nellapianificazionedelleazionidi interessi orivendicanodirittichedevonoessere gli obiettividiconservazione.Glistakeholderhanno senza iqualièimprobabile oimpossibileraggiungere di ConservazioneEcoregionale, sonoqueisoggetti Letteralmente i Stakeholder per azionidicomunicazioneemarketing. bandiera tutelare intere comunitàanimalievegetalile ombrello rivestono unruoloecologicostrategico,le riguardano lespecie: concetti basedellaBiologiaConservazioneche Il concettodispeciefocaleincludespessoaltritre l dei processi didegradoe perdita dibiodiversità,nonché Permettono inquestomododimonitorare l “ esistenti nell che risentonomaggiormentedeifattoridiminaccia Nel Processo ERC,lespecie focalisonoquellespecie Specie focali situa geograficamente. geomorfologico efitoclimaticodellaecoregione incuisi tempo einognicasocoerenti conlostandard biologico, lasciato inevoluzioneliberaperunarco indefinitodi suolo interessato assumerebbe spontaneamentese porzione disuolonellecondizioninaturalitàcheil e finanziaria,necessariaariportare unadeterminata Esprime l Reversibilità ambientale ’ reattive efficacia delPianodiConservazioneEcoregionale. ’ area (es.leassociazionidicategoria,ilmondo ” , quellespeciechepossonoessere utilizzate , cheoccupandogranditerritoripermettonodi alleazionidiconservazionemesseincampo. ’ esigenza di ’ ecoregione ed “ portatori diinteresse “ energia specie chiave ’ altra partesonolepiù ” politica,tecnologica ” , quelleche . NelProcesso specie ’ evoluzione specie 169 a. cambone - r. isotti r. - cambone a. 18. Bibliografia © homo ambiens / / ambiens homo ©

170 171

AA.VV., 1991. Guida d’Italia. Natura, Ambiente e Paesaggio. ATTENBOROUGH D., 1987. The First Eden. The Mediterranean BOITANI L., F. CORSI, A. FALCUCCI, L. MAIORANO, I. MARZETTI, M. MASI, for Assessing Biodiversity and Land Condition conducted as TCI, Milano. World and Man. Fontana/Collins, London. A. MONTEMAGGIORI, D. OTTAVIANI, G. REGGIANI, C. RONDININI, 2002. part of a Stocktaking of Biodiversity Issues in the Context of Rete Ecologica Nazionale. Un approccio alla conservazione dei the Land Degradation Assessment of Drylands (LADA), FAO, AA.VV., 1993. Corine Land Cover. Guide tecnique. CECA-CEE- BAILEY R.G., 1996. Ecosystem geography. Springer-Verlag. New vertebrati italiani. Università di Roma “La Sapienza”, Dip.to di . CEEA. Bruxelles. York. Biologia Animale e dell’Uomo; Min. dell’Ambiente, Dir. per la BURGESS N., J. D’AMICO HALES, E. UNDERWOOD, E. DINERSTEIN, AA.VV., 1996. Rapporto Ecosistema Italia. WWF Italia e IEA. BAILEY R.G. 1998. Ecoregions: The Ecosystem Geography of Conserv. della Natura; Istituto di Ecologia Applicata. Roma. D. OLSON ET AL., 2004, Terrestrial Ecoregions of Africa and Roma. Oceans and Continents. Springer-Verlag. New York. BOITANI L., S. LOVARI, A. VIGNA TAGLIANTI, 2003. Carnivora- Madagascar. A Conservation Assessment. Island Press, AA.VV. (CISDAM), 2001a. Action Plan, Progetto LIFE “Tutela BALLETTO E., A. CASALE, 1991. Mediterranean insect Artiodactyla. Mammalia III. Fauna d’Italia, Calderini, Bologna. Washington. di habitat con Abete bianco nei SIC dell’Appennino centro- conservation. In: The Conservation of insects and their habitats. BOSELLINI A., 2005. Storia geologica d’Italia. Zanichelli, Bologna, BYATT A., A. FOTHERGILL, M. HOLMES, 2001. Il Pianeta blu. Storia meridionale II fase”, LIFE 99/NAT/IT/6260. WWF Italia, UE, Ed. Collins & Thomas Ed., Academic Press, London. pp. 121-142. pp. 181. naturale degli oceani. Rizzoli. pp. 384. Milano. Cogecstre, Penne (PE), pp. 128. BATTISTI C., 2004. Frammentazione ambientale, connettività, BOURNÉRIAS M., C. POMEROL, Y. TURQUIER, 1990. La Corse. CARLETTI F., 2005. Gli usi civici nell’Italia centrale oggi, AA.VV., 2001b. Grotte e fenomeno carsico. Quaderni habitat reti ecologiche. Un contributo teorico e metodologico con Delachaux et Niestlé, Paris. http://www.nuovomunicipio.org/forum/carletti.html n. 1. Min. dell’Ambiente e Museo Friulano di Storia Naturale. particolare riferimento alla fauna selvatica. Provincia di Roma. Roma. Ass.to alle Politiche ambientali e Protezione civile. Roma. BRICHETTI P., A. GARIBOLDI, 1997. Manuale di Ornitologia. Vol. 1. CARPANETO G.M., 2002. Fauna terrestre delle pianure e dei monti: Edagricole, Bologna. Anfibi, Rettili e Mammiferi. In: Minelli A., C. Chemini, R. Argano, AA.VV., 2002. Dune e spiagge sabbiose. Quaderni habitat n. 4. BÄTZING, 2000. Rapid socio-economic assessement, ERC Alpi S. Ruffo (a cura di). La fauna d’Italia. Ministero dell’Ambiente e Min. dell’Ambiente e Museo Friulano di Storia Naturale. Roma. BRICHETTI P., A. GARIBOLDI, 2002. Manuale di Ornitologia. Vol.3. BERTOLD P., 2003. La migrazione degli uccelli. Una panoramica Edagricole, Bologna. della tutela del Territorio e TCI Ed., Milano. AA.VV., 2003. Ecoregion Action Programmes. A Guide for attuale. Bollati Boringhieri, Torino. CASALE F., 1999. La Rete delle IBA in Italia. Aree di importanza practitioners. WWF US. BRICHETTI P., B. MASSA, 1998. Check list degli uccelli italiani BIANCHI, C.N., 1996. The state of marine biodiversity. aggiornata a tutto il 1997. Riv. ital. Orn. 68: 129-152. internazionale per l’avifauna. In: Brichetti P., Gariboldi A. Manuale AA.VV., 2004a. Coste marine rocciose. Quaderni habitat n. 7. International Conference on Mediterrean Biodiversity, pratico di ornitologia. Vol. 2. Edagricole, Bologna, pp 353. Min. dell’Ambiente e Museo Friulano di Storia Naturale. Roma. pp. 51-61. ENEA, Roma. BRITTON, R.H., CRIVELLI, A.J., 1993. Wetlans of southern Europe and North Africa: Mediterranean wetlands. In: Whigam D.F. CASALE P, L. LAURENT, G. DE METRIO, 2004. Incidental capture of AA.VV., 2004b. Laghi costieri e stagni salmastri. Quaderni BIANCHI C.N., F. BOERO, S. FRASCHETTI, C. MORRI, 2002. La fauna (Ed.). Wetlands of the World, I, pp. 129-194. Kluwer Academic marine turtles by the Italian trawl fishery in the North Adriatic habitat n. 8. Min. dell’Ambiente e Museo Friulano di Storia del Mediterraneo. In: Minelli A., C. Chemini, R. Argano, S. Ruffo Publishers, Dordrecht. Sea. Biological Conservation, 119 (2004): 287-295 Naturale. Roma. (a cura di). La fauna d’Italia. Ministero dell’Ambiente e della CATAUDELLA S., G. MAGNIFICO, 2005. La biodiversità ittica del BROWN L.R., 2002. Eco-economy: una nuova economia per la AA.VV., 2005. Millennium Ecosystem Assessment. Ecosystems tutela del Territorio e TCI Ed., Milano. Terra, Ed. Riuniti, Roma. Mediterraneo: un grande valore da usare e da conservare. and Human Well-Being. Vol. 1. Island Press. BIRDLIFE INTERNATIONAL, 2004. Birds in Europe: population In: AA.VV. Mediterraneo, ambienti, paesaggi e diversità. Min. BRUN B., L. BRUN, M. CONRAD, J. GAMISANS, 1975. La nature en Ambiente e tutela del Territorio. pp. 78-93. Roma. AGOSTINI N., D. LOGOZZO, 1997. Autumn migration of estimates, trends and conservation status (Birdlife Conservation Serie no. 12). Cambridge. France: Corse. Horizons de France, Paris. Accipitriformes through Italy en route to Africa. Avocetta, 21: CHEYLAN M., 1991. Patterns of Pleistocene turnover, current 174-179. BLASI C., 1994. Fitoclimatologia del Lazio. Fitosociologia, 27: BRUNETTI M., M. MAUGERI, T. NANNI, 2000. Variations of distribution and speciation among Mediterranean mammals. In: temperature and precipitations in Italy from 1866 and 1995. Groves R.H., Di Castri F. (Eds.). Biogeography of Mediterranean AGOSTINI N., D. LOGOZZO, M. PANUCCIO, 2000. The island of 151-175. Theor. Appl. Climatol. 65: 165.174. Marettimo, important bird area for the autumn migration of invasions. pp. 227-62. Cambridge University Press. Cambridge. BLASI C., 1996. Il fitoclima d’Italia. Giorn. Bot. Ital. 130(1): raptors. Avocetta 24: 95-99. 166-176. BUFFONI L., M. BRUNETTI, F. MANGIANTI, M. MAUGERI, F. MONTI, T. CHEYLAN M., POITEVIN F., 1998. Conservazione di rettili ed anfibi. NANNI, 2003. Ricostruzione del Clima Italiano negli ultimi 130 AGNELLI P., A. MARTINOLI, E. PATRIARCA, D. RUSSO, D. SCARAVELLI, In: Monbailliu X., A. Torre (Eds.). La gestione degli ambienti BLASI C., L. BOITANI, A. LA POSTA, F. MANES, M. MARCHETTI, 2005. anni e scenari per il XXI secolo. Atti del workshop “Climagri: costieri ed insulari del Mediterraneo, pp. 275-336. Edizione del P. GENOVESI (a cura di), 2004. Linee guida per il monitoraggio Stato della biodiversità in Italia. Contributo alla strategia cambiamenti climatici e Agricoltura”, Cagliari. Sole, Alghero. dei Chirotteri: indicazioni metodologiche per lo studio e la nazionale per la biodiversità. Palombi Editori, Roma. conservazione dei pipistrelli in Italia. Quad. Cons. Natura, 19. BULGARINI F., 2006. Metodologia per la selezione di priorità di CHINERY M., 1987. Guida degli insetti d’Europa. F. Muzzio Ed., BLASI C., M.L. CARRANZA, R. FRONDONI, L. ROSATI, 2000. Ecosystem Min. Ambiente e Ist. Naz. Fauna Selvatica. Roma. conservazione applicata all’Ecoregione Mediterraneo Centrale. Padova. classification and mapping: a proposal for Italian landscapes. Tesi di Laurea in Scienze Naturali. Univ. degli Studi “La Ambiente Italia, 2005. 100 indicatori sullo stato del paese - Appl. Veg. Sci. 2: 233-242. Sapienza” di Roma. CIUCCI P., 2004. Il monitoraggio della biodiversità. Dispense del Innovazione, qualità, territorio: idee contro il declino, Rapporto Master di II livello in “Conservazione della biodiversità animale: BLASI C., S. ERCOLE, D. SMIRAGLIA, 2003. Biodiversità nei paesaggi annuale di Legambiente, Edizioni Ambiente, Milano. BULGARINI F., E. CALVARIO, F. FRATICELLI, F. PETRETTI, S. SARROCCO, aree protette e reti ecologiche”; Univ. degli Studi di Roma rurali e rapporto tra sistemi agrari e territorio. In: Biodiversità nei 1998. Libro Rosso degli Animali d’Italia - Vertebrati. WWF Italia, AMORI G., F.M. ANGELICI, S. FRUGIS, G. GANDOLFI, R. GROPPALI, “La Sapienza” - Facoltà di Scienze M.F.N. - Dip.to di Biologia paesaggi agrari forestali, Pantelleria, Palermo. Roma, pp. 210. G. RELINI, G. VICINI, 1993. Vertebrata. Checklist delle specie della Animale e dell’Uomo. fauna italiana 110. Calderini, Bologna. BLONDEL S., J. ARONSON, 1995. Biodiversity and ecosystem BULGARINI F., F. FRATICELLI, 1995. Forme sottospecifiche e COMMISSION SUPÉRIEURE DE CODIFICATION, 2000. function in the Mediterranean basin: human and non-human popolazioni isolate dell’ornitofauna italiana: importanza della ANPA, 2001. La biodiversità nella regione biogeografica Code de l’Environnement - Partie législative, Législation et determinants, pp. 43-119. In: G. W. Davis, D. M. Richardson loro conservazione. In: Lambertini M. e Casale F. (Eds.). La mediterranea. Roma. Réglementation, Les éditions des Journaux officiels, Paris (Eds.). Mediterranean-type ecosystem: the function of Conservazione degli Uccelli in Italia. LIPU, Parma. Boll. Mus. APAT 2005. Annuario dei dati ambientali, Sistan, ARPA, APPA, biodiversity. (Ecological Studies, Vol. 109). Springer-Verlag. St. Nat. Lunigiana 9: 75-78, Aulla. CONTI F., A. MANZI, F. PEDROTTI, 1992. Libro Rosso delle Piante Edizione 2004, Roma Berlin and London. d’Italia. WWF Italia, Roma, pp. 637. BULGARINI F., M. CASTI, S. PETRELLA, M. POLITO, C. TEOFILI, 2006. ARDIZZONE G.D., F. CORSI, S. AGNESI, 1999. Atlante delle risorse BLONDEL S., J. ARONSON, 1999. Biology and Wildlife of the Aree prioritarie: analisi delle componenti di biodiversità e delle CONTI F., A. MANZI, F. PEDROTTI, 1997. Liste Rosse Regionali delle ittiche demersali italiane. Triennio 1994-1996. Biol. Mar. Medit., Mediterranean Region. Oxford Univ. Press, Oxford. minacce. Rapporto interno. WWF Italia, Roma. pp. 120. Piante d’Italia. WWF Italia, SBI, Univ. Camerino, Roma, pp. 139. 5 (3): 53-63. BOERO F., 2005. Le origini: dalla Tetide al Mar Mediterraneo. In: BUNNING S., LANE A., 2003. Proposed framework for indicators CORTESI G., 1996. La Francia, Studi regionali e monografici ARNOLD E.N., J.A. BURTON, 1995. Guida dei Rettili e Anfibi AA.VV., 2005. Mediterraneo, ambienti, paesaggi e diversità. of biodiversity, land and socio-economic condition”, Extract n. 16, Geografia e organizzazione dello sviluppo territoriale, d’Europa. F.Muzzio, Padova. Min. Ambiente e tutela del Territorio, pp. 13-29. of a paper on Selection and Use of Indicators and Methods Patron Editore, Bologna. 172 BIBLIOGRAFIA BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 173

CORTI C., P. LO CASCIO, 1999. I Lacertidi italiani. L’Epos, Palermo. FRANZOSINI C., R. ODORICO, M. SPOTO, M. TEMPESTA, P. GUGLIELMI, IMHOFF M.L., L. BOUNOUA, T. RICKETTS, C. LOUCKS, R. HARRIS, MAGURRAN, A.E., 1988. Ecological diversity and its measurement. M.A. TLILI, S. CIRIACO, 2001. A GIS approach for marine 2004. Global patterns in human consumption of net primary Princeton University Press, Princeton, N.J. COVAS R., J. BLONDEL, 1998. Biogeography and history of the conservation areas in the Mediterranean Ecoregion. ICES CM production. Nature, 429, 870-873. Mediterranean Bird Fauna. Ibis, 140, 395-407. ALATESTA 2001/Y:06. (228-229). M A., 1985. Geologia e paleobiologia dell’era glaciale. INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria), 2005, NIS, Roma. CRAMP S., C.M. PERRINS (EDS.), 1993. The Birds of the Western GALEA C., B. MASSA, 1985. Notes on the raptor migration across L’agricoltura italiana Conta, pp. 1-105. Palearctic. Vol. VII. Oxford Univ. Press, Oxford. Central Mediterranean. ICPB, Technical Publication no. 5: MARGOLUIS R., N. SALAFSKY., 1998. Measures of success: IPCC, 1995. Second Assessment Report: Climate Change. designing, managing and monitoring conservation and CRIVELLI, A.J., P.S. MAITLAND, 1995. Endemic freshwater fishes 257-261. development projects. Island Press, Washington, D.C., USA. of the northern Mediterranean region. Biological Conservation, IPCC, 2001. Climate Change 2001: The Scientific Basis. GALINDO-LEAL C., I. GUSMAO CAMARA (EDS.), 2003. The Atlantic 72, 337. Forest of South America. Biodiversity Status, Threats, and Contribution of Working Group I to the Third Assessment MARGULES C., M.B. USHER, 1981. Criteria used in assessing Report on Intergovernmental Panel on Climate Change wildlife conservation potential: a review. Biol. Conserv., 21: DASMANN R.F., 1973. A System for Defining and Classifying Outlook. Conservation International. Island Press. [Houghton et al, 2001 (Eds)]. 79-109. Natural Regions for Purposes of Conservation. IUCN GAMBASSI R., “Il turismo che non appare: il comparto degli Occasional Paper No. 7, Morges Switzerland: International appartamenti per vacanza” in Enit (Ente Nazionale Italiano per ISTAT, 2003, Principali fattori agricoli di pressione sull’ambiente- MASSA R., V. INGEGNOLI, 1999. Biodiversità, Estinzione e Union for Conservation of Nature and Natural Resources. il Turismo), Istat, Rapporto sul turismo italiano - 2005/2006, Anno 1998, Argomenti n. 27. Roma. Conservazione. Utet. Bologna. settembre 2005, pp. 61-87 DASMANN R.F., 1974. Biotic Provinces of the World: Further ISTAT, 2004, Rapporto Istat: Principali risultati sull’attività di MÉDAIL F., V. VERLAQUE, 1997. Ecological characteristics and rarity Development of System for Defining and Classifying Natural pesca. Roma. GAMBI L., 1972. ”I valori storici dei quadri ambientali”, in Storia of endemic plants from S. E. France and Corsica. Implications for Regions for Purposes of Conservation. IUCN Occasional d’Italia, I. I caratteri originari, Einaudi, Torino. biodiversity conservation. Biological Conservation, 80, 269-81. Paper No. 9, Morges Switzerland: International Union for IUCN, 1994. IUCN Red List Categories. Gland, CH, IUCN, SSC. Conservation of Nature and Natural Resources. GANDOLFI G., S. ZERUNIAN, P. TORRICELLI, A. MARCONATO, 1991. I MEFFE G.K., C.R. CARROL, 1994. Principles of Conservation Pesci delle acque interne italiane. Ist. Poligr. e Zecca dello IUCN, 2000. Guidelines for the prevention of biodiversity loss Biology. Sinauer, Sunderland. DELAGUERRE M., M. CHEYLAN, 1992. Atlas de répartition des Stato, Roma. Batraciens et reptiles de Corse. Parc Naturel Régional de la caused by alien invasive species. SSC, IUCN Council, Gland. MELIADOU A., A. TROUMBIS, 1997. Aspects of heterogeneity in the distribution of diversity of the European herpetofauna. Acta Corse, E. P.H. E., Ajaccio. GARIBOLDI A., V. RIZZI, F. CASALE, 2000. Aree importanti per JAHNS H.M., 1992. Felci, muschi, licheni d’Europa. F. Muzzio Ed. l’avifauna in Italia. LIPU, Parma. Oecologica, 18. DI BITTETI M.S., G. PLACCI, L.A. DIETZ, 2003. A Biodiversity Vision JOHNSON N., 1995. Biodiversity in the balance: approaches to for the Upper Parana Atlantic Forest Ecoregion. Designing a GASTON K. 1996. Biodiversity congruence. Progress in Physical setting geographic conservation priorities. Biodiversity Support MIKUSINSKI G., M. GROMADZKI, P. CHYLARECHI, 2001. Woodpeckers Biodiversity Conservation Landscape and Setting Priorities for Geography, 20, 105-12. Program. Washington, DC. as indicators of forest bird diversity. Conservation Biology, 15: Conservation Action. World Wildlife Fund. 208-217. GAUTHIER A., 1983. Parc Naturel de la Corse. Roches et LA GRECA M., 1977. L’evoluzione Plio-Pleistocenica degli Insetti DINERSTEIN E., D.M. OLSON, D.H. GRAHAM, A.L. WEBSTER, S.A. paysages. BRGM étit. di alta montagna. Boll. Zool., 44: 261-285. MINELLI A., C. CHEMINI, R. ARGANO, S. RUFFO (a cura di), 2002. PRIMM, M.P. BOOKBINDER, G. LEDEC., 1995. A Conservation La fauna d’Italia. Ministero dell’Ambiente e della tutela del GEORGOUDIS A., 1995. Animal genetic diversity plays important Assessment of the Terrestrial Ecoregions of Latin America LA GRECA M., 1984. L’origine della fauna italiana. Le Scienze. Territorio e TCI Ed., Milano. role in Mediterranean agricolture. Diversity, 11, 16-19. and the Caribbean. World Wildlife Fund and the World Bank. n.187(17): 66-79. MORSCHEL F., 2004. Le Alpi: un patrimonio naturale unico. Washington, DC. GOMEZ-CAMPO C., 1985. Plant conservation in the Mediterranean LA GRECA M., 1995. Il concetto di fauna e le caratteristiche della Uno scenario per la conservazione della biodiversità. WWF, area. Junk W., Boston e Lancaster. Dordrecht. DINERSTEIN E., G. POWEL, D.M. OLSON, E. WIKRAMANAYAKE, R. ABELL, fauna italiana. In: “XII Giornata dell’Ambiente” Atti Conv. Lincei Francoforte. C. LOUCKS, E. UNDERWOOD, T. ALLNUTT, W. WETTENGEL, T. RICKETTS, GROPPALI R., G. CAMERINI, 2006. Uccelli e Campagna. Conservare 118: 13-28. MORRISON M.L., 2002. Wildlife restoration: techniques for habitat H. STRAND, S. O’CONNOR, N. BURGESS, 2000. A Workbook for la biodiversità di ecosistemi in mutamento. A. Perdisa Ed., LA GRECA M., 2002. Vicende paleogeografiche e componenti analysis and animal monitoring. Island Press Washington. USA conducting biological assessment and developing biodiversity Bologna. della fauna italiana. In: Minelli A., C. Chemini, R. Argano, p. 209. visions for ecoregion-based conservation. Part I: Terrestrial GROVE A.T., O. RACKHAM, 2001. The Nature of Mediterranean S. Ruffo (a cura di). La fauna d’Italia. Ministero dell’Ambiente e Ecoregions. Conservation Science Program, WWF US. MUCEDDA M., A. KIEFER, E. PIDINCHEDDA, M. VEITH, 2002. A new Europe. An ecological history. Tale University Press, London. della tutela del Territorio e TCI Ed., Milano. species of long-eared bat (Chiroptera, Vespertilionidae) from Direttiva 92/43/CEE del Consiglio d’Europa del 21.5.92 relativa ROVES LAMBECK R.J., 1997. Focal species: a multi-species umbrella for Sardinia (Italy). Acta Chiropterologica 4(2): 121-135. alla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della G C.R., 2003. Drafting a conservation blueprint: a practioner’s guide to planning for biodiversity. The Nature nature conservation. Conservation Biology 11, 859. flora e della fauna selvatica”. Gazzetta Ufficiale n. L.206 del MYERS N., 1987. The extinction spasm impending. Synergisms Conservancy. 22.7.1992. LAWTON J.H, R.M. MAY (EDS), 1995. Extinction Rates. Oxford at work. Conservation Biology 1: 14-21. HAILA Y., I.K. HANSKI, 1984. Methodology for studying the effect Univ. Press, Oxford. DORST J., 1976. Le migrazioni degli uccelli. Ed. Olimpia, Firenze. MYERS N., 1988. Threatened biotas: ‘hot spots’ in tropical of habitat fragmentation on land bird. Ann. Zool. Fennici, 21: LE HOUÉROU H.N., 1980. Forêt mediterranéenne. Tome 2. no. 1 forests. The Environmentalist, 8, 187-208. ELZINGA C.L., D.W. SALZER, J.W. WILLOUGHBY, J.P. GIBBS., 2001. 393-397. et 2 edition. Aix-en-Provence, France. Monitoring plant and animal populations. Blackwell Science, MYERS N., 1990. The biodiversity challenge: expanded hot-spots HEEMSTRA, P.C., J.E. RANDALL, 1993. Groupers of the World Inc. pp. 360. LE HOUÉROU H.N., 1981. Impact of man and his animals on analysis. The Environmentalist, 10, 243-56. (Family Serranidae, Subfamily Epinephelinae). An annotated Mediterranean vegetation. In: Di Castri F., D.W. Goodall, R.L. ENIT (ENTE NAZIONALE ITALIANO PER IL TURISMO), ISTAT, Rapporto and illustrated catalogue of the grouper, rockcod, hind, coral Specht (Eds). Mediterranean-type shrublands. MYERS N., R. MITTERMEIER, C.G. MITTERMEIER., G.A.B. DA FONSECA, sul turismo italiano - 2005/2006 - quattordicesima edizione, grouper and lyretail species known to date. FAO Species pp. 479-517. Collection Ecosystems of the World, Vol. 11. J. KENT, 2000. Biodiversity hotspots for conservation priorities. Patrocinio del Ministero delle Attività Produttive - Direzione Catalogue. FAO Fish. Synop. 125(16). pp. 382. Elsevier, Amsterdam. Nature, 403: 853-858. Generale per il turismo, con la collaborazione di ACI, ANCI, HERMELINE M., G. REY, 1994. L’Europe et la forêt. Tome I et II BIT Milano, Doxa, Unioncamere, Sviluppo Italia, Assessorati LEONE U., 2000, Una politica per l’ambiente, Carocci editore, NOBLET J-F (ED.), 1987. Les Mammiferes en Corse. Especes edition. EUROFOR/ONF/Parlement Européen. Bruxelles. Regionali al Turismo, Mercury srl, Firenze. Roma. eteintes et actuelles. PNRC, pp. 164. HEYWOOD V.H., 1995. Global Biodiversity Assessment. ENTWISTLE A., N. DUNSTONE, 2000. Priorities for the Conservation LO VALVO M., A. BARERA, S. SEMINARA, 1997. Biometria e status NOSS, R.F., 1992. Wildlands Project: Land Conservation Cambridge University Press, Cambridge. of Mammalian Diversity. Conservation Biology no. 3, della Lepre appenninica (Lepus corsicanus, De Winton 1898) in Strategy, “Wild Earth” (Special Issue), pp. 10-25. Cambridge Univ. Press, Cambridge, pp. 455. HOLZ, S.C., L.G. PLACCI, 2003. Aspectos socio-económicos de Sicilia. Il Naturalista Siciliano. S. IV 21: 67-74. NOSS R.F., 1996. Ecosystems as conservation targets. Trends in la Selva Paranaense: Las raíces socioeconómicas de la pérdida ESA, 2004. Ecological Science and Sustainability for a Crowed LONGO R., 2005, Introduzione all’analisi socio-economica per la Ecology and Evolution 11: 297-298. de biodiversidad. In: Guzmao Camara and Galindo-Leal (Eds.). Planet. sola realtà italiana, tesi di stage presso WWF. El estado de los Hotspots: el Bosque Atlantico. Washington, OLSON D.M., E. DINERSTEIN, 1998. The Global 200: a FARALLI U., 1995. Effetti della riforestazione sulle comunità DC: Center for Applied Biodiversity Science, Conservation MACCHIO S., A. MESSINEO, D. LICHERI, F. SPINA, 1999. Atlante della representation approach to conserving the Earth’s most ornitiche di una brughiera dell’Appennino settentrionale, International. Washington, DC. distribuzione geografica e stagionale degli uccelli inanellati in biogically valuable ecoregions. Conservation Biology, 12: Toscana. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, 22, 299-306. Italia negli anni 1980-1994. Biol. Cons. Fauna, 103: 1-276. 502-515. IFEN (Institut Français de l’Environnement), 2000. Les FOWLER J., L. COHEN. 1993. Statistica per ornitologi e naturalisti. indicateurs Tourisme Environnement Territoires, Les dossiers, MAGNAGHI A., 2000, Il progetto Locale, Bollati Boringhieri, Torino, OSSERVATORIO SULL’EROSIONE COSTIERA, 2005, “L’erosione costiera in F.Muzzio Ed., Padova, pp. 240. Orléans. (ristampa 2001) Italia”, in La Nuova Ecologia on-line. 174 BIBLIOGRAFIA BIODIVERSITY VISION DELL’ECOREGIONE MEDITERRANEO CENTRALE 175

PALACIOS F., J.F. ORUETA, G.G. TAPIA, 1989. Taxonomic review ROSSI W., 2002. Orchidee d’Italia. Quad.Cons. Natura, 15. Min. THIBAULT J-C., 1983. Les Oiseaux de la Corse. P.N.R.C. WILCOVE D.S., C.H. MCLELLAN, A.P. DOBSON, 1986. Habitat of the Lepus corsicanus group in Italy and Corsica. Fifth Ambiente e Ist. Naz. Fauna Selvatica. Roma. fragmentation in the temperate zones. In: Soulé M.E. (Ed.). THIOLLAY J.M., 1977. Importances des populations de rapaces International Theriological Congress (Roma, 1989). I: 189-190. Conservation Biology. Sinauer Associates Inc. Sunderland, SANDERSON E.W., M. JAITEH, M.A. LEVY, K.H. REDFORD, A.V. migrateurs en Mediterranee Occidentale. Alauda, 45: 115-121. Massachussets: 237-256. PANTALACCI R., 1998. Le politiche della montagna in Corsica, WANNEBO, G. WOOLMER., 2002. The Human Footprint and the TODARO G., 2006. Bracconaggio e trappolaggio. A. Perdisa Ed. in Il Mare in basso, Atti del III seminario internazionale sulla Last of the Wild. Bioscience 52(10): 891-904. WILLIAMS P.H., GASTON K.J., 1994. Measuring more of montagna mediterranea in Corsica e in Liguria, p. 174-178. pp. 373. biodiversity: can higher taxon richness predict wholesale SAUNDERS D.A., R.J. HOBBS, C.R. MARGULES, 1991. Biological Genova. TOMASELLI R., 1981. Main physiognomic types and geographic species richness? Biological Conservation, 67, 211-17. Consequences of Ecosystem Fragmentation: A Rewiew. distribution of shrub systems related to mediterranean PEARSON L.D., 1995. Selecting indicator taxa for the quantitative Conservation Biology, 5: 18-32. WILLIAMS P.H., 1998. Key sites for conservation: area- assessment of biodiversity. In: Harper J.L., D.L. Hawksworth climates. In: Di Castri F., D.W. Goodall, R.L. Specht (Eds.). selection methods for biodiversity. In: Mace G.M., Balmford (Eds.). Biodiversity - Measurements and estimations. Chapman SCALERA R., 2003. Anfibi e Rettili italiani. Elementi di tutela e Mediterranean-type shrublands. pp. 523-37. Collection A., Ginsberg J.R. (Eds.). Conservation in a changing World. & Hall, London: 75-80. conservazione. Collana Verde, 104. CFS. Min. Pol. Agricole e Ecosystems of the World, Vol. 11. Elsevier, Amsterdam. Conservation Biology Series 1. Cambridge Univ. Press, Forestali. Roma. Cambridge: 211-249. PETRICCIONE B., L. CAROTENUTO, L. CRISANTI, 1996. Ecosistemi TORTONESE E., 1985. Distribution and ecology of endemic terrestri particolarmente vulnerabili al cambiamento climatico: SCHENK H., A. TORRE, 1986. Distribuzione, consistenza elements in the Mediterranean faunas (fishes and WILSON E.O., 1999. La diversità della vita. pp. 471. Rizzoli, possibili impatti. S.iT.E., Atti 17, pp. 71-74. numerica e conservazione degli uccelli marini nidificanti in echinoderms). In: Moraitou-Apostolopoulo M., V. Kiortsis Milano. Sardegna, 1978-1985. In: Atti del 1° Simposio sugli Uccelli (Eds.). Mediterranean marine ecosystems, pp. 57-83. Plenum WILSON E.O., 2004. Il futuro della vita. pp. 230. Codice PIGNATTI S., 1994. Ecologia del paesaggio. UTET, Torino marini del Mediterraneo, Medmaravis. Alghero. Press, New York. Edizioni, Torino. PIGNATTI S., 1998. I boschi d’Italia. UTET, Torino SCHONFELDER I., P. SCHONFELDER, 1986. La flora mediterranea. De TRABAUD L., 1981. Man and fire: impacts on mediterranean WORLD CONSERVATION MONITORING CENTRE (WCMC), 1992. Global Agostini, Novara. vegetation. In: Di Castri F., D.W. Goodall, R.L. Specht. PILASTRO A., F. SPINA, S. MACCHIO, A. MASSI, A. MONTEMAGGIORI, Biodiversity: Status of Earth’s Living Resources. WCMC, 1998. Spring migration routes of trans-Saharan passerines Mediterranean-type shrublands, pp. 523-37. Collection SGUAZZIN F., R. GLEREAN, 1982. Orchidee d’Italia. C.Lorenzini Chapman & Hall, London. Ecosystems of the World, Vol. 11. Elsevier, Amsterdam. through the Central and Western Mediterranean: results from a Ed., Udine. network of insular and coastal ringing sites. Ibis, 140: 591-598. WWF, 1994. Status of the Old growth and Semi-natural TRABAUD L., PRODON R., 1992. Fire in Mediterranean SIMBERLOFF D., 1994. Habitat fragmentation and population Forests in Western Europe. Gland, Switzerland: World Wide ecosystems. Brussels: Commission of the European PINNA M., 1977. Climatologia. UTET, Torino. extinction of birds. Ibis, 137: S105-S111. Fund for Nature. Communities (Ecosystems Research Report 5). PIROVANO C., 2006. Quadro socio-economico dell’Ecoregione SINDACO R, G. DORIA, E. RAZZETTI, F. BERNINI (EDS.), 2006. Atlante WWF ITALIA, 2005. Ecoregioni e Reti Ecologiche: la Mediterraneo Centrale. Rapporto interno. WWF Italia, Roma. TROCCHI V., F. RIGA, 2001. Piano d’azione nazionale per la degli Anfibi e dei Rettili d’Italia. SHI, Ed. Polistampa, Firenze. pianificazione incontra la conservazione. Atti del Conv. Naz., pp. 104. Lepre italica Lepus corsicanus. Quad. Cons. Natura, 9. Min. WWF Ricerche e Progetti. Roma SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA, 2000. Specie rare e in via di Ambiente e Ist. Naz. Fauna Selvatica. Roma. POLUNIN O., A. HUXLEY, 1981. Guida alla flora mediterranea. estinzione della Flora italiana. EDEN 2000, CDRom Paglia S., ZERUNIAN S., 2002a. Iconografia dei pesci delle acque interne Rizzoli, Milano. TUCKER G.M., M.I. EVANS, 1997. Habitats for birds in Europe: a S. Pietrosanti (a cura di), Roma. d’Italia. Min. dell’Ambiente e della Tutela del territorio, DCN. conservation strategy for the wider environment. Cambridge, Roma. POLUNIN O., WALTER M., 1987. Guida alle vegetazioni d’Europa. SOULÈ M., 1985. What is Conservation Biology? BioScience UK: BirdLife International (BirdLife Conservation Series no. 6). Zanichelli, Bologna. 35; 727-734. ZERUNIAN S., 2002b. Condannati all’estinzione? Edagricole, TUCKER G.M., M.F. HEATH, 1994. Birds in Europe: their Bologna, pp. 220. PONS A., P. QUÉZEL, 1985. The History of the flora and vegetation SPAGNESI M., A.M. DE MARINIS (a cura di), 2002. Mammiferi conservation status. BirdLife International (BirdLife and past and present human disturbance in the Mediterranean d’Italia. Quad. Cons. Natura, 14, Min. Ambiente e Ist. Naz. Conservation Series no. 3). Cambridge. Region. In: C. Gomez-Campo (Ed.), Plant conservation in the Fauna Selvatica. Roma. Mediterranean area. pp. 25-43. Junk Publishers. The Hague, TUDELA S., F. SIMARD., 2004. The Mediterranean deep- Netherlands. SPAGNESI M., L. SERRA (a cura di), 2003. Uccelli d’Italia. Quad. sea ecosystems: an overview of their diversity, structure, Cons. Natura, 16, Min. Ambiente e Ist. Naz. Fauna Selvatica. functioning and fishing impacts. WWF-IUCN, CIESM PRATESI F., 2001. Storia della natura d’Italia. Ed. Riuniti, Roma. Roma. pp. 240. Workshop Monograph n. 23. SPELLERBERG I.F., 1996. Conservation Biology. Longman Group TURSI A., F. MASTROTOTARO, P. MAIORANO, 2005. Ambiente PRIMACK R.B., CAROTENUTO L., 2003. Conservazione della Natura. Zanichelli, Bologna. Limited, pp. 242. profondo del Mediterraneo. In: AA.VV.. Mediterraneo, ambienti, paesaggi e diversità. Min. Ambiente e tutela del SPINA F., M. CARDINALE, S. MACCHIO, 2001. Biodiversità QUAMMEN D., 1996. The Song of the Dodo. Island Biogeografy in Territorio, pp. 63-75. an Age of Extinction. Touchstone, Simon & Schuster, NY. dell’avifauna italiana: variabilità morfologica nei Passeriformi pp. 702. - Parte I. Biol. Cons. Fauna, 107: 1-80. UE, 2001. Ambiente 2010: Il nostro futuro, la nostra scelta. Il 6° Programma di Azione per l’Ambiente della Comunità SPINA F., A. MASSI, A. MONTEMAGGIORI, N. BACCETTI, 1993. Spring QUÉZEL P., 1985. Definition of the Mediterranean region and Europea. Com. Europea, Bruxelles. origin of its flora. In: Gomez-Campo C. (Ed.). Plant conservation migration across Central Mediterranean: General rusults from in the Mediterranean area. pp. 9-24. Junk W., Dordrecht. “Progetto Piccole Isole”. Vogelwarte, 37: 1-94. VERNET, J.L., 1990. Man and vegetation in the Mediterranean area during the last 20,000 years. In: Di Castri F., A. Hansen, SPINA F., A. MASSI, A. MONTEMAGGIORI, A. PILASTRO, 1995. The RAMOGE (Accordo), 2000. Etude comparative de M. Debussche, (Eds.). Biological invasions in Europe and Mediterranean islands: key bottleneck areas for migrants. l’organisation et de la règlementation en vigueur dans les the Mediterranean Basin, pp. 161-168. Kluwer Publishers. Proc. 6th Rencontres de l’ARPE: 236-246. pays de l’Accord RAMOGE, http://www.ramoge.org/ramogefr/ Dordrecht. etude.php3 STATTERSFIELD A.J., M.J. CROSBY, A.J. LONG, D.C. WEGE, 1998. WACKERNAGEL M. 1999. National natural capital accounting with Endemic Bird Areas of the World: Priorities for Biodiversity RAPPORT D.J., 2000. Ecological footprints and ecosystem health: the ecological footprint concept. Ecological Economics 29; Conservation. Birdlife Int. l. Cambridge. complementary approaches to a sustainable future. Ecological 375-390. Economics 32; 367-370. SULTANA J., 1993. Important Seabird Sites in the WACKERNAGEL M., 2000. Carrying Capacity, overshoot and REGATO P., 2002. Defining the Mediterranean Sub-Ecoregions: Mediterranean. MOS (BirdLife Malta), pp. 64. the need to curb human consumption. In: Heap B., J. Kent, An Overview. Conservation Unit, WWF MedPO. Roma. SULTANA J., V. FALZON (EDS.), 2002. Wildlife of the Maltese Towards sustainable consumption. A European Perspective, RICKETTS T., E. DINERSTEIN, D.M. OLSON, C.J. LOUCKS ET AL., Islands. Environment Protection Department, Malta, pp 336. The Royal Society. 1999. Terrestrial Ecoregion of North America. A Conservation TEOFILI C., S. PETRELLA, M. POLITO, F. BULGARINI, 2006. WIKRAMANAYAKE E., E. DINERSTEIN, C.J. LOUCKS, D.M. OLSON, J. Assessment. Island Press, Washington. Analisi delle minacce nelle Aree Prioritarie dell’Ecoregione MORRISON, J. LAMOREUX, M. MCKNIGHT, P. HEDAO, 2002. Terrestrial ROSENZWEIG, M.L., 1995. Species Diversity in Space and Time. Mediterraneo Centrale. Rapporto interno. WWF Italia, Roma. Ecoregions od Indo-Pacific. A Conservation Assessment. Cambridge University Press, New York, NY. pp. 146. Island Press, Washington.