Vincenzo Foppa (Bagnolo Mella, Brescia, Tra Il 1427 E Il 1430; Pavia
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41. Vincenzo Foppa tecnica/materiali scheda storico-artistica (Bagnolo Mella, Brescia, tra il 1427 e il 1430; tempera e olio su tela Laura Paola Gnaccolini Pavia, documentato dal 15 maggio 1458 - dimensioni relazione di restauro Brescia, morto tra il 31 maggio 1515 44,1 × 29,3 cm; 46,9 × 31,6 cm Barbara Ferriani (con cornice) e il 16 ottobre 1516) restauro iscrizioni Barbara Ferriani San Girolamo in preghiera firmato in basso a sinistra su un con la direzione di Laura Paola secondo lustro del nono decennio del XV secolo cartiglio: «OPVS VINCENTII Gnaccolini (Soprintendenza FOPPA» Archeologia, Belle Arti e Paesaggio provenienza per la Città Metropolitana collezione ingegner Consonni; di Milano); Giovanni Valagussa Guglielmo Lochis, 1847; (Accademia Carrara) in Accademia Carrara per legato indagini Guglielmo Lochis, 1866, n. 66 Duilio Bertani (riflettografie); collocazione Barbara Ferriani s.r.l. (indagini UV); Bergamo, Accademia Carrara Thierrry Radelet, Barbara Ferriani (inv. 623) s.r.l. (indagini in falso colore) Scheda storico-artistica cende il cielo all’orizzonte. Tocchi d’oro a punta di pennello illumi- San Girolamo è raffigurato in un nano anche il braccio orizzontale dialogo di grande intensità inte- della croce, un asse di legno fissato riore con il Cristo crocifisso, il viso su un albero vivo. Molto franto è il appena levato dal libro che regge panneggio della semplice veste gri- nella sinistra, la mano destra che si gio perlaceo, aperta sul petto sca- indica il petto, come a significare la bro, dove si esercita abitualmente singolarità della chiamata, davanti la penitenza del santo, ritratto nel a una grotta spoglia e scabra, sua deserto di Chalcis (San Girola- abitazione in questo periodo di me- mo, Lettera XXII ad Eustochium, ditazione e di deserto. Davanti a lui cfr. Russo 1987, p. 202): qui però su un parapetto della stessa roccia è il sasso risulta assente e resta forse un libro chiuso (che un maldestro solo un’ombra della zona percos- restauro – probabilmente quello sa, mentre l’artista si concentra su di Pelliccioli nel 1932 – aveva tra- un gesto della mano che segnala il sformato in un minuscolo cappello grande coinvolgimento emotivo cardinalizio), a indicare l’intensità del santo nel dialogo in corso. del suo studio e della sua medita- La sensazione che viene trasmessa è zione; sua sola compagnia un leone di grande intimità e intensità, quasi mansueto che occupa lo spazio in un rapimento mistico, che doveva primo piano e allude all’episodio coinvolgere fortemente il fedele in della guarigione miracolosa della preghiera davanti a questa picco- zampa ricordato dalla leggenda lissima tavoletta. Girolamo nella agiografica, testimonianza della letteratura devozionale di secondo purezza interiore a cui l’asceta è Quattrocento – in particolare in pervenuto (Russo 1987, p. 141). Hieronymus, Vita et transitus (cfr. Tutto il paesaggio vive di una stra- pseudo-Eusebio Cremonensis, Epi- ordinaria vibrazione luministica, stola de morte Hieronymi, cfr. Migne che si propaga da sinistra, anzitut- 1877, col. 242; Bibliotheca Hagio- to con delicatissimi tocchi d’oro a graphica Latina 1898-1899, p. 577 punta di pennello a illuminare la n. 3866), un testo latino diffuso dap- morfologia delle rocce, squadro prima in forma manoscritta, tradot- per squadro, con qualche piccolo to in volgare e stampato a Venezia in- tocco che accende anche l’interno torno al 1471 (Gesamtkatalog 1978, della grotta, i ciuffi di cespugli e i nn. 9455-9458, 9465-9474) – viene rami secchi; poi il ‘parapetto’ e il celebrato come la replica vivente di Prima del restauro terreno in primo piano, percorso Cristo, colui che tra tutti i santi ri- come dal fremito di piccole onde, sulta il suo più fedele imitatore. La mentre un chiarore perlaceo ac- sua iconografia si sviluppa in paralle- Dopo il restauro Dopo il restauro, particolare con il crocifisso Dopo il restauro, particolare il volto di san Girolamo lo arrivando a esaltare la sua unione Jacobsen (1896), che lo considerò, svelate dovevano essere le zone in lano 2014, pp. 207-208, cat. V.8) mistica con Dio (Russo 1987, pp. per la sua struttura luministica, uno tempera bruna, che addirittura «re- (così Venturi 1915); suggeriscono 174-175, 211, 214, 216, 238-242). dei quadri più belli della collezio- pels the eye». In un successivo in- quindi in una nota un confronto In questa accezione egli diviene un ne. Data 1867 la segnalazione del tervento Morelli (1886), seguito da con il San Girolamo di Castelvec- santo particolarmente caro ai mo- restauratore Giuseppe Fumagalli a Gustavo Frizzoni (1897a), giudica chio di Jacopo Bellini, termine di vimenti di rinnovamento della vita proposito di «una sensibile manca- l’opera della fase giovanile di Foppa, paragone che la critica successiva religiosa tramite l’eremitismo e la tura nella mano destra», a cui certo mentre Constance Jocelyn Ffoulkes non sempre ha considerato come vita contemplativa, che si affermano dovette porre rimedio il restauro da e Rodolfo Maiocchi (1909), lodan- opportuno. Agli anni Novanta pen- nella seconda metà del XV secolo, a lui condotto negli anni 1868-1869. done l’alta qualità nell’invenzione e sa Wilhelm Suida (1909). Venezia come altrove, ad esempio Ai danni del tempo alludono anche nei dettagli e la geologia delle rocce Dopo la lettura longhiana (1929) nei Gerolamini e nei Francescani Joseph Archer Crowe e Giovanni particolarmente convincente, ne del dipinto come opera giovanile dell’Osservanza, e a un committente Battista Cavalcaselle (1871; Ga- tentano una collocazione cronolo- dell’artista, «il primo quadro [...] legato a questa rinnovata spiritualità brielli 2002), che ne lodano l’ac- gica più tarda, in parallelo con il po- caravaggesco dell’arte italiana», per certo il quadretto doveva essere de- curatezza di esecuzione, apprezzabi- littico per Santa Maria delle Grazie la forte presa realistica e la fonte di stinato. le nonostante ridipinture moderne a Bergamo (Milano, Pinacoteca di luce laterale, forse anche a causa Il dipinto giunse in Accademia e vernici, nel tratteggio tagliente Brera; oggi con una datazione che dello stato di conservazione non Carrara nel 1866 dalla collezione reso con oro in conchiglia, la forza oscilla tra la seconda metà degli anni perfetto, il piccolo e prezioso dipin- del conte Giacomo Lochis, dove dello squadro della testa, le rozze Ottanta e il 1500 circa, cfr. Agosti to non ha goduto di grandissima lo vide ancora Giovanni Morelli mani da contadino, un po’ meno 2003, p. 58 e Facchinetti, in Vin- fortuna critica ed è stato per lo più (1865) che lo giudicò, nonostan- il panneggio spigoloso eccessiva- cenzo Foppa 2003, pp. 260-61 cat. considerato di datazione giovanile, te i restauri, «vero e bello», e Emil mente spezzato, mentre già molto 81; Quattrini, in Bramante a Mi- in contemporanea con I tre croci- Dopo il restauro, particolare con la mano destra di san Girolamo Dopo il restauro, particolare con il leone fissi (Bergamo, Accademia Carrara, con un procedimento empirico che luministiche», con un risultato che della pittura lombarda». Tuttavia la cfr. la scheda 24 in questo catalogo) si approfondisce nel corso degli an- «sembra quasi porsi quale rimedi- critica (con l’eccezione di Ballarini o poco dopo (Lechi, Panazza, in ni in parallelo con le sperimenta- tazione e riproposizione sul piano 2010, p. 1050) risulta sempre più La pittura bresciana 1939; Kunst- zioni leonardesche, raggiungendo pittorico degli effetti luministici propensa a riconoscere nell’opera gli schätze 1948; Wittgens 1948; nella tavola qui in discussione un realizzati dalla contemporanea esiti di un contatto con Leonardo Arte lombarda 1958; Ottino riscontro sorprendente con la Ver- scultura lignea lombarda nei rilievi all’altezza della prima versione della della Chiesa 1955, 1961, 1967; gine delle rocce (Bora 1999, p. 21). delle grandi ancone a cui probabil- Vergine delle rocce, con una datazio- Russoli 1962; Castelfranchi Lo studioso propone un confronto mente Foppa si ispira qui anche per ne che oscilla tra gli anni Novanta Vegas 1983; Natale 1987). Sol- con il Martirio di san Sebastiano l’invenzione della figura sbalzata (Klumpp 2002) e una più plausibile tanto in tempi abbastanza recenti (Milano, Musei Civici del Castello sul cupo sfondo roccioso». La data- collocazione nel secondo lustro de- Marco Rosci (1990) torna a pro- Sforzesco), opera che «nasce dalla zione viene anticipata al 1485 circa gli anni Ottanta (Facchinetti, in porre per l’opera una cronologia stessa esperienza luministica, oltre da Maria Grazia Balzarini (1997, Vincenzo Foppa 2002; Romano, in leggermente più avanzata, ai primi che tecnica e compositiva» (p. 22), pp. 32-33), in diretto parallelo con Vincenzo Foppa 2003; Albertario, anni Sessanta. In un più articolato e di conseguenza una datazione la soluzione leonardesca della pala in Accademia Carrara c.d.s.). intervento Giulio Bora (comuni- agli anni Novanta. La figura emer- per San Francesco Grande. Foppa affronta il soggetto con cazione orale 1992, in Balzarini ge «dal fondo cupo della roccia L’ipotesi di un contatto con Leonar- grande originalità, rinnovando l’i- 1996, p. 58; Bora 1999, pp. 21- rilevata da una fonte di luce for- do non convince Pietro C. Marani conografia tradizionale più antica 22) legge il dipinto nel percorso temente angolata», ma «le forme (1993) e neppure Giovanni Agosti del san Girolamo penitente che si che porta l’artista al superamento tendono a perdere consistenza per (1996), che ritiene il dipinto un pre- batte il petto, con quella del santo dello spazio prospettico-lineare e gli scarti chiaroscurali oltre che per cedente alla Vergine delle rocce, spie- che medita nel deserto, che avrà poi a un uso atmosferico delle ombre, il complesso gioco delle vibrazioni gabile semmai con la «linea ferrarese grandissima fortuna in area veneta. Per fare questo attinge ai model- nato dal canonico Martin Mlado- li della sua formazione e recupera sich per la chiesa di Santa Anastasia la grandissima intensità emotiva a Zara (Russo 1987, pp.