Della Regale Accademia Ercolanese Dalla Sua Foniazione Sinora : Con Un
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326 (Ercolano) CASTALDI Giuseppe. Della Regale Accademia Ercolanese dalla sua fondazione sinora con un Cenno Biografico de' suoi soci ordinari. Napoli, 1840. In 8, 270 pp. numer., 1/2 pelle. Manca al Dura, manca all'Ariigliere. DELLA REGALE ACCADEMIA ERCOLANESE DALLA vSUA FONDAZIONE SINORA CON UN CENNO BIOGRAFICO 9E' SUOI SOCI ORBIITARZ GIUSEPPE CASTALDI IN NAPOLI 1840 DALLA TIPOGRAFIA DI PORCELLI Strada Mannesi num, /^6. ^ì iRe D. Carlo è anche tenuta là repubblica delle lettere pel suo desiderio , che maggiormente Jloriscano le arti , e le scienze , e per la mirabile scoperta della città dì Ercolano , tutta ne' vecchi tempi profondamente sepellita sotterra dai tremuoti , e dalle bituminosefumane del Vc' savio. Muratori - Ann. d'Ital. an. 1749* La casa di Borbone, che regnava a NapoliJin dal 1784 , «'m= dustriava ad illustrare il risorgimento di quelV antica monarchia , mediante i progressi delle scienze, e delle let- tere. Carlo III. ne avea dato V impulso , e la nazione lo conservò. Ds'SisMoHoi • Della letteratura Italiana cap. X. M,-OLTi per avventura si nazionali , che stranieri in epoche diverse si sono avvisati di far parola nelle opere loro dell'accade- mia Ercolanese , ma quasi tutti ne hanno scritto assai hrevemente , e con poca , o ninna precisione. Quindi non v'è scrittore,, per quanto mi è nolo, che siasi di propo- sito occupato a raccoglierne le memorie. Io ne' giorni di ozio concessimi dalla ca- rica ho divisato di eseguirlo nel miglior modo possihile, e per quanto le mie forze han comportato. Sarà diviso questo lavoro in due parti ; nella prima si parlerà della fondazione dell' Accademia , e di quanto la riguarda dal suo nascere sino a quest'epo- ca : la seconda conterrà un cenno biogra- fico di lutt' i suoi soci ordinari. Non mancherà chi si maraviglierà della stampa di questo libro , e forse vorrà an- che riprendermene, come di opera inutile in un secolo affatto filosofico , in cui non si vuol sentir favellare di simili materie. Con quanta ragione il farà, altri ne giudi- chi. A me basterà a tal proposito rammen- tare il detto del nostro brindisino M. Pa- cuvio presso Geliio ( lib. i3. e. 8): Ego odi homines ignava opera , philosopha sen- tentia. Ma, checché ne sia, indubitala cosa è, che ciascuno ha il suo parlicolar modo di vedere ;, né 'i gusto è lo stesso in tutti, ond'ebbe a scrivere Orazio [epistolar. lib. II ep. 2. V. 6i ): Tres mihi convivae prope dissentire videntur , Poscentes vario nitdtuni diversa palato. Quid dem? quid non deni? renuis quod tu ^ jubet alter: Quod petis , id sane est invisuni , acidumque duobus. Quest'Accademia dalla sua origine si oc- cupò sempre, ed esclusivamente di filologia come fu prescritto dal di lei augusto fon- datore. So che r idea della filologia suol molto restringersi da chi poco intende, ma so benanche, che si presso gli antichi sag- gi , che presso i moderni ha una estensione pili ampia. Philologia ^ al dir dell'immor- tale Tullio nelle questioni accademiche, hu- manioribus studiis aptius accommodata elo- quentiae plurimum intenditi omnium scien- tiarum multijuga erudilio , deqiie sapien- tiae vestibulo quasi tessera. Secondo poi l'avviso del sommo uomo Gio: Battista Vico (de constantìa jurisprudentis part. poster, pag. 2.^ rebus publicis gen- ) Philologi de , tium, et populorum moribus , legibus ^ in- stitutis ^ disciplinis, opijiciis prò suo Jure scribunt rem lapidariam commentanos ; ^ nwnmariamque ^ et chronologiam sedulo tra- ctant , linde edunt testimonia antiquitatis : omnia graviora atque haec , quo omnes doctarum linguarum scriptores sive orato- res , sive philosophos , sive adeo histori- cos , et maxime poetas enarrent : a qui- bus respublica eam sibi maximam capii iitilitatem , ut interpretetur antiquam Un- guam religionis , et legum. Consono agli esposti sentimenti del Vico è il prestan- tissimo Sahadore Spiriti ( memor. degli scrittori cosentini pag. 78 ^ , ove ragio- nando di quest^ applicazione letteraria so- stiene , che la medesima da taluni scioc- camente per uno studio sterile , e di niu- na pubblica utilità , di privato giova- mento vien creduta^ quando senza di es- sa molte belle notizie , così intorno alla storia , che intorno alla ragion de' tempi rimarrebbero ascose , come di giorno in giorno la continua esperienza fa conoscere apertamente. Non altrimenti opinò il gran Bacone da Verulamio ( de augm. scient. lib. 2 cap. VI Antiquitates ei dice ). , , seu historiarum relìquiae sunt tanquam ta- òulae naufraga , cum deficiente , et fere submersa rerum memoria^ nihilominus ho- mines industrii et sagaces pertinaci , , quadam , et scrupulosa diligentia , ex gè* 6 nealogiis ^ fastis^ titulis^ monumentisi nii- mismatibus^ nominibus propriis, et stylis^ verborum etymologiis proverbiis , , tradì-' tìonibus ^ archivis, et instrumentis tam pu- blicis quam privatis , historìarum fragmen- tis ^ librormn neutiquam historicorum locis dispersis , ex his , inquam , omnibus , vel ciliquibus , nonnulla a temporis diluvio eri-- piunt , et conservant. Res sane operosa , sed mortalibus grata , et cum reverentia quadam conjuncta ac digna certe , , quae^ deletis Jabulosis nationum originibus , in iocum hujusmodi commentitiorum substi- tuatur. Di qual giovamento poi sieno state le opere date alla luce dall' accademia Erco- lanese alla repubblica delle lettere anche per ragion de' tempi , in cui i primi vo- lumi furon pubblicati , ciascun mediocre- mente versato in questi studi potrà da se ravvisar di leggieri. Ricorderò solamente qui quello , che dir solcano i dottissimi En- nio Quirino Visconti, e Gaetano Marini giu- dici competenti di siffatti lavori, i quali me- co pili volte parlando de^ volumi di Erco- lano dati alle stampe mi assicuravano , che, a loro avviso gli stessi conteneano una , enciclopedia archeologica , e eh' essi gran profitto avean ritratto dalla lettura de' me- desimi. , P A Jl T E I FONDAZIONE DELLA REGALE ACCADEMIA ERCOLANESE, SUE VICENDE , E LAVORI LETTERARI. A-y.vendo cessato di regnare tra noi la dinastia Aragonese ne' primi anni del secolo XVI. , sotta la quale erano qui rinate , e fiorite in preferenza di tutte le altre nazioni le scienze , le lettere, e nella umi- le belle arti (1) , cadde questo reame liante condizione di lontana provincia sotto un go- verno vice-regnale quasi sempre debole , e rapa^- ce , che per due secoli , e piìi infelicitò queste contrade. Dopo sì lunga sofferenza nel 1734 fi- nalmente la Provvidenza , compassionando le scia- gure di tante popolazioni, permise, che l'immor- tale Carlo Borbon e giovane di anni dlciotto , buo- no per temperamento, d'ingegno superiore all'età, amantissimo della giustizia , benefico e generoso amabile di volto , e ne' discorsi , inclinatissimo alla milizia , nato per le grandi cose , e dotato , virtìi felici- di tutte le qualità e necessarie , per tare una nazione, venisse tra noi. Ei da re savio, e magnanimo fece colla provvida sua mente , e coir augusta sua presenza risorgere , e di nuovo fiorire con lustro maggiore una Monarchia già da molli anni avvilita , ed umiliata , riducendola per tutt'i lati ad un luminoso, ed imponente caratte- re. Conquistate le due Sicilie, dopo di averle con sommo valore difese dagli attacchi nemici , rese 8 glorioso il suo nome proccurando dì sgravarle dalle pubbliche , e private calamità , riordinando con gran sapienza , leggi e magistrati , proteggendo le lettere , ed i letterati , incoraggiando il commer- cio, e l'agricoltura, formando un esercito ben di- sciplinato , ed abbellendo la metropoli , e le pro- vincie di nuove strade, e di molti grandiosi, ed eleganti edifici, per ricomporre, e far risorgere un popolo abbandonato da gran tempo , onde figurare luminosamente nelle arti di pace, e di guerra tra i più culti di Europa. Con molta ragionevolezza quindi il nostro dottissimo Matteo Egizio in una inscrizione da lui dettata nel 1735 pel ritorno dello stesso re Carlo da Sicilia segnando 1' anno di tal epoca ebbe a dire A Renata Neapoli An- no II ^ Dcscriz. delle feste celebrate dalla Città di Napoli per lo intorno dalla Sicilia di Carlo di Borbone re di Napoli pag. 26 J. Or tra le innumerevoli cose insigni operate da questo ottimo Monarca , che hanno eternato il suo nome , vi fu senza dubbio la istituzione della re- gale Accademia Ercolanese , la quale per le anti- chità illustrate , e quindi con isplendidezza vera- mente sovrana date alla luce , recherà in tutt' i tempi somma gloria all' augusto suo fondatore. Ercolano che ha dato il nome a qiiest' accademia fu la prima città a discoprirsi , e quindi Pompei. Noi faremo breve cenno tanto di Ercolano , che di Pompei dall' epoca , che furono sepolte dal Ve- suvio sino al di loro disotterramento. Un terribile Iremuoto avvenuto sotto l' impero di Nerone nell' anno LXIII dell' era corrente ca- gionò gravi danni a molti paesi della Campania , e specialmente alle due illustri città Ercolano , e Pompei , di che fan distinta menzione Seneca , e 9 naturai, lib. 5 cap. 1 annal. Tacito e quaest. , lib. 15 sub anno 8i5 ). Ma mentre gli abitatori di entrambe erano intenti a riparare i già sofferti danni , altra sventura maggiore loro sopravvenne dopo anni sedici per una grande e straordinaria .eruzione Vesuviana accaduta nel 1 anno dell'im- pero di Tito, che fu il LXXIX dell'era cristiana. In quale giorno accaduto ciò fosse è tuttora ia dubbio tra gli eruditi. Da Dione ( lib. 66 ) si ha, che siffatta eruzione accadde autumno jam ad exi- quindi nostri accademici Erco- tum vergente , dai lanesi ( dissertalio isagogica cap. XI pag. 67 ) mettendosi in esame tutte le varianti lezioni di Pli- nio su tal punto storico