Il Giornalismo Vitalista Di Alejandro Sawa
Il giornalismo vitalista di Alejandro Sawa Luigi Motta “Y como Alejandro Sawa, ciego, no inspira temor como antes, los que eran sus amigos le olvidan, y sus enemigos, ya que no pueden negarle, pretenden cobardemente borrar su nombre de la historia de la literatura española contemporánea.” Prudencio Iglesias Hermida Ormai dimenticato da molti anni, Alejandro Sawa ritornò in auge nella Spagna letteraria del primo quarto del secolo scorso grazie a Ramón del Valle-Inclán che dalle sue gesta e virtù trasse spunto per il protagonista di Luces de Bohemia con cui lo scrittore galiziano inaugurava i famosi esperpentos. Se nel periodo nel quale l’opera di Valle fu data alle stampe non fu immediato collegare il bohemio Max Estrella col sivigliano dall’eloquenza forbita, la formidabile memoria e un disdegno per tutto quanto avesse a che fare col filisteismo borghese, oggi grazie soprattutto agli studi di Zamora Vicente [1968-9] e Phillips [1976] e alle riedizioni di alcuni testi non rimangono più dubbi nel collegare il personaggio principale della pièce valleinclaniana con lo scrittore che trascorse parte della propria esistenza a Parigi e si distinse negli anni a cavallo tra XIX e XX secolo per un ruolo da primo attore nelle tertulias madrilene. Non sono sufficienti i numerosi attestati di stima che Don Ramón non lesinò durante il tratto di vita trascorso congiuntamente, né i ripetuti tentativi di sollecitare aiuti economici per l’amico ormai cieco e povero da molti anni e nemmeno i concreti interventi per pubblicare postumo l’ultimo scritto dell’andaluso
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