DI – PRELIMINARE DI PIANO – INDICAZIONI STRUTTURALI RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE

Premessa ...... 3 1 VALUTAZIONE DEGLI AMBITI DI RIFERIMENTO DEL PUC DI MERCOGLIANO ...... 6 1.1 Quadro conoscitivo introduttivo ...... 7 1.2 Inquadramento urbanistico ...... 8 1.3 Stato dell’ambiente ...... 11 1.3.1 Aria e clima ...... 13 1.3.2 Acqua ...... 17 1.3.3 Suolo e sottosuolo ...... 19 1.3.4 Biodiversità ...... 22 1.3.5 Energia ...... 28 1.3.6 Paesaggio e patrimonio culturale ...... 29 1.3.7 Ambiente urbano ...... 36 1.3.8 Rifiuti ...... 50 1.4 Problemi ambientali ...... 53 1.4.1 Rischio idrogeologico: il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico ...... 54 1.4.2 Rischio sismico ...... 57 1.4.3. Problemi ambientali connessi a vincoli paesaggistici e culturali vincoli gravanti sul territorio comunale ...... 64 1.5 Questioni ambientali rilevanti ...... 66 2 OBIETTIVI DI SVILUPPO E VALUTAZIONE DI COERENZA ...... 68 2.1 Obiettivi del Piano Urbanistico Comunale ...... 69 2.2 Strategie ed interventi del Preliminare di Piano. Prima verifica di coerenza interna ...... 73 2.3 Obiettivi a scala sovra comunale e verifica di coerenza esterna ...... 84 2.3.1 Obiettivi a scala: Il Piano Territoriale Regionale ...... 84 2.3.2 Obiettivi a scala provinciale e verifica di coerenza esterna: il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di ...... 88 3 CRITERI DI IMPOSTAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE ...... 93 3.1 Modalità di valutazione ambientale ...... 94 3.2 Criteri di sostenibilità per Mercogliano e prima verifica di coerenza criteri - obiettivi ...... 96 3.3 Prime valutazione sugli effetti ambientali del PUC ...... 101 3.4 Metodologia e strumenti per il monitoraggio ...... 104 3.5 Proposta di indice del Rapporto Ambientale ...... 105 3.6 Attori da coinvolgere. Individuazione dei Soggetti di Competenza Ambientale da coinvolgere e Modalità di partecipazione dei cittadini ...... 107 1

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4 PRELIMINARE DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA ...... 110 4.1 Il preliminare di Valutazione di incidenza ...... 111 4.2 Metodologica con cui si intende effettuare la Valutazione di incidenza ...... 111 4.3 Scheda SIC - IT8040006 “Dorsali del monte Partenio”...... 115

AREE INTERESSATE DAL PIANO

1. AMBIENTE URBANO. LA STRUTTURA DELLO SPAZIO PUBBLICO

2. SCHEMA DELLA MOBILITÀ’

3. MERCOGLIANO NEI PIANI STRALCIO

4. SCHEMA DEGLI OBIETTIVI DEL PUC

5. STRATEGIE DEL PRELIMINARE

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Premessa La Direttiva Europea 2001/42/CE, che riguarda la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, si pone come obiettivo quello di garantire un elevato livello di protezione ambientale attraverso l’integrazione delle considerazioni ambientali all’interno del processo di pianificazione. I principi dello sviluppo sostenibile diventano in tal modo parte integrante del piano, in quanto gli effetti ambientali generati dall’attuazione delle azioni previste sono valutati alla pari degli effetti di ordine economico e sociale, fin dalle prime fasi del processo decisionale, e sistematicamente confrontati con gli obiettivi di sostenibilità ambientale stabiliti a livello comunitario. La Valutazione Ambientale Strategica rappresenta uno strumento di supporto sia nella fase di formazione degli indirizzi e delle scelte pianificatorie e programmatiche, fornendo alternative sostenibili per il raggiungimento degli obiettivi, sia nella fase di attuazione, assicurando, attraverso il monitoraggio, la possibilità di controllare e contrastare gli effetti negativi imprevisti generati dal piano o programma e di adottare misure correttive. La valutazione ambientale strategica “viene effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio della relativa procedura legislativa” (art. 4) e prevede la redazione di un “rapporto ambientale in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma” (art. 5). La Direttiva 2001/42/CE è stata recepita in Italia con il D.lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale” che, nella Parte Seconda, introduce il quadro di riferimento per le procedure di VAS e VIA. La VAS è stata introdotta in con la stessa Legge Regionale n. 16/2044 “Norme sul governo del territorio”, che all’Art 47, prevede l’obbligo di assoggettare a VAS i piani urbanistici, specificando che la procedura di valutazione deve essere integrata all’interno del procedimento di formazione del piano urbanistico comunale.

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L’Allegato alla Delibera di Giunta Regionale 205/2010, che esplicita le modalità di svolgimento della VAS in Campania, prevede che, per i piani non soggetti a verifica di assoggettabilità, la predisposizione di un Rapporto Ambientale preliminare – fase di scoping. Tale fase risulta propedeutica alla predisposizione del Rapporto ambientale definitivo. Il termine scoping può essere tradotto come “definizione dell’ambito di influenza del Piano” (EnPlan 2012). Tale fase ha quindi l’obiettivo di porre in evidenza il contesto in cui opera il PUC, gli ambiti di analisi, le interrelazioni, gli attori, le sensibilità, gli elementi critici, i rischi e le opportunità.

Il Regolamento 5/11 attuativo della L.R. 16/2004 e ss.mm.ii. ha previsto la redazione, in concomitanza con il Rapporto ambientale preliminare, del Preliminare di piano, indicazioni strutturali. Il livello di informazioni e l’articolazione degli obiettivi specifici contenuti nel Documento strategico costituiscono la base per poter stendere un primo quadro dello stato dell’ambiente e consentono di valutare preliminarmente la coerenza degli obiettivi rispetto alle griglie di valutazione specifiche della Valutazione strategica. Il medesimo Regolamento prevede che “l’ufficio preposto alla valutazione ambientale strategica è individuato all’interno dell’ente territoriale. Tale ufficio è obbligatoriamente diverso da quello avente funzioni in materia urbanistica ed edilizia”.

Il D.Lgs 152/2006 dispone che, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale, siano consultate l’autorità competente e i Soggetti di Competenza Ambientale (SCA). Il rapporto preliminare di scoping risulta quindi la base per la consultazione con i predetti soggetti che potranno esprimersi in merito nei 90 giorni successivi alla comunicazione di pubblicazione web del Rapporto preliminare. Dei pareri e dei contributi forniti in questa fase si dovrà tener conto sia ai fini dell’elaborazione del Rapporto ambientale che della sua valutazione. Anche i successivi pareri espressi in sede di valutazione dovranno, infatti, essere coerenti con quanto chiarito nella fase preliminare dello scoping, fatti salvi gli ulteriori approfondimenti acquisiti e la conseguente riconsiderazione degli interessi pubblici coinvolti. 4

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Il livello di informazioni ambientali da un lato e la struttura del Preliminare di Piano dall’altro consentono di aprire un primo confronto con i cittadini attraverso le forme dell’urbanistica partecipata, così come previsto dagli art. 23 e art. 47 della L.R. 16/2004 e ss.mm.ii.

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VALUTAZIONE DEGLI AMBITI DI RIFERIMENTO DEL PUC DI MERCOGLIANO

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1.1 Quadro conoscitivo introduttivo

Mercogliano, comune della provincia di Avellino, ha un’estensione territoriale di circa 19,9 km². Il numero di abitanti al 2014 è pari a 12391, con una densità di 622,7 ab/Km². Il Comune presenta spiccati caratteri di individualità territoriale e urbana, relativi a diversi fattori, tra i quali sono da citare la posizione strategica sia rispetto alla conurbazione avellinese sia rispetto ai paesaggi collinari e montani. Il Comune di Mercogliano confina a sud con il Comune di , a ovest con i Comuni di e , a nord con e Ospedaletto d’Alpinolo, a est con il Comune di Avellino.

Mercogliano è costituito da una parte più propriamente montana e una parte bassa, tagliate dall’autostrada. L’autostrada A16 Napoli - Canosa assume un ruolo fondamentale per il Comune, in quanto l’uscita autostradale Avellino Ovest rende il territorio facilmente accessibile sia dal punto di vista commerciale e produttivo, sia dal punto di vista turistico per i flussi provenienti da Napoli, da Benevento e dalla Puglia. Nella lettura del paesaggio l’autostrada assume la connotazione di elemento di frattura e detrattore del paesaggio in quanto non si integra con esso, compromettendo la leggibilità dei sistemi paesistici presenti.

Oltre all’autostrada, le altre due strade che percorrono il Comune sono da est ad ovest la Via Appia – attuale Via Nazionale Torrette – che collega tutta la provincia irpina ad ovest di Mercogliano e la provincia di Napoli alla città di Avellino, e da nord a sud la strada provinciale - ex strada statale 374 di Summonte e di Montevergine – una strada storica che conduce al Santuario di Montevergine. Il Comune riveste dunque un’importanza territoriale strategica: rappresenta la cerniera tra la conurbazione di Avellino – – Monteforte e il sistema di centri urbani disposti alle pendici del Partenio quali Ospedaletto d’Alpinolo, Summonte, fino a . Mercogliano svolge un ruolo centrale anche dal 7

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punto di vista paesaggistico, trovandosi a metà tra le aree urbanizzate e le aree montane e naturalistiche del parco del Partenio e la piana del fiume Sabato.

1.2 Inquadramento urbanistico

La pianificazione sovraordinata di Mercogliano è definita, tra gli altri, dal Piano Territoriale Regionale (PTR) e dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).

Il PTR ha carattere processuale e strategico e si propone come piano di inquadramento, di indirizzo e di messa a sistema di azioni integrate. Attraverso un’articolazione che fa capo a cinque Quadri territoriali di riferimento (QTR), il PTR legge il territorio campano ed individua le azioni di pianificazione. Nell’ambito del QTR III, il PTR individua nove Ambienti Insediativi che fanno riferimento a «microregioni» in trasformazione, individuate con lo scopo di mettere in evidenza l’emergere di città, distretti, insiemi territoriali con diverse esigenze e potenzialità; il Comune di Mercogliano è compreso nell’Ambiente insediativo n. 6 – Avellinese. La realtà territoriale dell’ambiente ha subito massicce trasformazioni nell’ultimo ventennio, soprattutto in conseguenza del terremoto del 23 novembre 1980, anche per effetto della ricostruzione post-sisma e dell’insediamento di numerose aree industriali ed annesse grandi opere infrastrutturali (alcune realizzate in parte). Inoltre sono attualmente in itinere vari strumenti di concertazione per lo sviluppo ed altri sono in via di progettazione, che – in assenza di una pianificazione di area vasta – rischiano disorganicità di intervento. Il riassetto idrogeologico, e più in generale, la difesa e la salvaguardia dell’ambiente costituiscono una delle priorità dell’intera area. Sotto il profilo economico un primo ordine di problemi è relativo alla valorizzazione e al potenziamento delle colture “tipiche” presenti nell’ambito, che ben

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potrebbero integrarsi con forme turistiche innovative e compatibili con le qualità naturalistiche, ambientali e storiche presenti nell’ambiente.

Il PTCP di Avellino detta indirizzi e regole per l’assetto del territorio e contiene prescrizioni vincolanti per il Piani Urbanistici Comunali. Dalla tavola “Schema di assetto strategico strutturale” emergono indicazioni sia sotto il profilo strategico, sia sotto il profilo strutturale per il Comune di Mercogliano. Sotto il profilo strategico assumono particolare interesse, per orientare le politiche di sviluppo, le indicazioni riguardanti il Corridoio Appenninico Principale e le aree Nucleo della REP. Riguardo i corridoi di connessione a scala vasta, la Rete Ecologica Provinciale prevede un adeguato collegamento con il mare e una forte attenzione alla direttrice ecologica appenninica. Per le Aree Nucleo REP assumono valore strutturale-prescrittivo le norme di salvaguardia delle aree protette e le indicazioni dei Piani dei Parchi o dei Piani di Gestione di SIC e ZPS regolarmente approvati. Tra le indicazioni di tipo strutturale, invece, rientrano Geositi ed Ecosistemi ed elementi di interesse ecologico e faunistico. Il disegno della Rete Ecologica Provinciale dà origine a una serie di politiche di qualificazione ecologico ambientale del territorio. Inoltre il Comune di Mercogliano costituisce, secondo il PTCP, un forte polo commerciale; sono presenti, infatti, aree della grande distribuzione, classificate in rapporto alla dimensione: - Aree tra i 1500 mq e i 2500 mq di superficie di vendita; - Aree oltre i 2500 mq di superficie di vendita. A tal proposito i Comuni sono tenuti ai sensi della legge 1/2014 a dotarsi dello Strumento d’Intervento per l’Apparato Distributivo (SIAD). I PUC ed gli SIAD dovranno individuare le aree destinate ad attività commerciali al dettaglio in sede fissa o itinerante, su aree sia private sia pubbliche. Tale individuazione va fatta in rapporto alla rete infrastrutturale e nell’interesse delle popolazioni insediate. In questo quadro si propone il coordinamento tra PUC e SIAD anche alla scala sovra 9

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comunale, nell’ambito delle Conferenze tecniche di copianificazione dei Sistemi di Città.

Il PTCP, per quanto riguarda la tavola del Quadro della trasformabilità dei territori, classifica le aree in quattro gradi di trasformabilità, partendo dalle aree non trasformabili, passando per quelle a trasformazione condizionata all’ottenimento di autorizzazioni o nulla osta, a quelle a trasformazione orientata allo sviluppo agro ambientale o specifici obiettivi paesaggistici, fino a quelle di attenzione e approfondimento. In questo caso, si osserva la diffusione, nel territorio comunale di Mercogliano, di tutti i gradi di trasformabilità; il centro storico, in particolare, rientra nella classificazione della non trasformabilità.

Il sistema insediativo della Provincia di Avellino è basato prevalentemente su centri la cui dimensione demografica è particolarmente debole. Esistono, poi, aree dove la vicinanza, o addirittura la contiguità degli insediamenti, determina una maggiore dimensione urbana. Il PTCP ha interpretato l’obiettivo del rafforzamento dell’armatura urbana, puntando sull’aggregazione dei Comuni in funzione della gestione di strategie coordinate, di pianificazione e distribuzione di servizi urbani sostenuti da una maggiore dimensione demografica, derivante dal considerare più comuni come parti di un unico sistema insediativo e ai fini della pianificazione urbanistica coordinata. Si sono così proposte 19 aggregazioni, cui si sono dati nomi evocativi dei territori di riferimento; il comune di Mercogliano rientra nella Città di Abellinum, il cui centro storico ne rappresenta una grande tipicità.

Infine il PTCP parla specificamente del riequilibrio delle aree interne per la definizione delle strategie di sviluppo di Mercogliano. Tali linee strategiche si applicano, secondo il PTCP attraverso azioni specifiche che sono state considerate come punto di partenza per la predisposizione del quadro strutturale del PUC di Mercogliano.

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1.3 Stato dell’ambiente

La Valutazione degli effetti ambientali del PUC è effettuata a partire da uno scenario ambientale di riferimento. La costruzione di tale scenario è necessaria non solo per la comprensione degli effetti ma anche per la valutazione delle alternative, che viene condotta a partire dal confronto tra stato di fatto, proiettato nell’ambito temporale di riferimento del PUC, e scenario di attuazione del PUC.

Per la Valutazione Ambientale la Direttiva Europea parla di effetti ambientali in riferimento ad aspetti quali la biodiversità, il suolo, l’acqua, l’aria e i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio. In molti Paesi europei l’ambito di attenzione è stato ulteriormente esteso includendo fattori economico-sociali. Attraverso questo primo sguardo sullo stato dell’ambiente si è inteso costruire un primo scenario di riferimento, evidenziando lo stato attuale di conoscenza del territorio ed individuando le ulteriori informazioni che devono essere acquisite per una adeguata conoscenza del contesto ambientale nel quale si colloca il PUC di Mercogliano.

La descrizione dello stato dell’ambiente è suddivisa in Aree tematiche di natura ambientale. Tale ricostruzione, come preciserà in seguito, non deve essere vista come una semplice addizione dei tematismi, i cui aspetti caratterizzanti spesso risultano interdipendenti ed intrecciati tra loro. Ogni area tematica può essere descritta a partire da alcuni tematistimi a cui si collegano gli “indicatori” che determinano la situazione delle componenti chiave della situazione ambientale del territorio di Mercogliano. Di seguito si riporta l’articolazione delle Aree tematiche di natura ambientale secondo i vari tematismi ambientali.

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Aree tematiche di natura ambientale tematismi ambientali Aria e clima Clima Inquinamento atmosferico Emissioni atmosferiche da traffico veicolare Inquinamento acustico Campi elettromagnetici Inquinamento luminoso Acqua Corpi idrici superficiali Copri idrici ipogei Acque per usi civici Acque reflue Suolo e sottosuolo Geologia Pedologia Biodiversità Connessioni ecologiche Uso del suolo Fauna Energia Consumi energetici Approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili Paesaggio e patrimonio culturale Caratteri del paesaggio Patrimonio storico e culturale Ambiente urbano Struttura insediativa Mobilità urbana Dotazione di attrezzature Dinamiche demografiche Dinamiche socio – economiche Rifiuti Produzione di rifiuti e raccolta differenziata

Gli indicatori, che saranno precisati nel Rapporto Ambientale, sono qui introdotti in forma preliminare, evidenziando quali ulteriori dati dovranno essere reperiti. Gli indicatori possono essere letti secondo il modello DPSIR, uno schema di riferimento che rappresenta l’insieme degli elementi e delle relazioni che caratterizzano un 12

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fenomeno ambientale relazionandolo con le politiche intraprese verso di esso. Attraverso le catene DPSIR, viene fornito il quadro delle criticità ambientali di un territorio e ne vengono indicati possibili cause ed effetti. Il modello DPSIR divide gli indicatori in: - determinanti, che descrivono i fattori di fondo che influenzano una gamma di variabili pertinenti. Sono gli elementi a monte della catena DPSIR e quindi causa primaria degli effetti dell’attività umana sull’ambiente; - pressioni, che descrivono le variabili che direttamente causano i problemi ambientali. Quantificano ciò che viene preso dall’ambiente (consumi di risorse naturali, occupazione di suolo) ed immesso nell’ambiente (emissioni e produzione di rifiuti); - stato, che descrivono la condizione attuale dell’ambiente e lo stato di salute delle sue diverse componenti. Sono in genere espressi da parametri fisici, biologici o chimici, che rendono possibile un giudizio qualitativo oltre che quantitativo; - impatti, che descrivono gli effetti ultimi dei cambiamenti di stato, ovvero le conseguenze del degrado ambientale sulla salute umana e sugli ecosistemi, oltre che sui sistemi economici e sociali. Sono indicatori sia di natura fisica che socio-economica; - risposte, che descrivono e quantificano gli sforzi della società per risolvere i problemi. Sono indicatori di prestazione direttamente legati all’implementazione di politiche o strategie che hanno come obiettivo ultimo la riduzione degli impatti ambientali.

1.3.1 Aria e clima

La classificazione climatica dei comuni italiani è stata introdotta per regolamentare il funzionamento ed il periodo di esercizio degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia.

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In basso è riportata la zona climatica per il territorio di Mercogliano, assegnata con Decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 26 agosto 1993.

Zona climatica D Periodo di accensione degli impianti termici: dal 1 novembre al 15 aprile (12 ore giornaliere), salvo ampliamenti disposti dal Sindaco.

Gradi-giorno Il grado-giorno (GG) di una località è l’unità di misura che stima il fabbisogno energetico necessario per mantenere un clima confortevole nelle abitazioni. 2.005 Rappresenta la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, degli incrementi medi giornalieri di temperatura necessari per raggiungere la soglia di 20 °C. Più alto è il valore del GG e maggiore è la necessità di tenere acceso l’impianto termico.

Il territorio italiano è suddiviso nelle seguenti sei zone climatiche che variano in funzione dei gradi-giorno indipendentemente dall’ubicazione geografica.

Zona Gradi-giorno Periodo Numero di ore climatica

A comuni con GG ≤ 600 1° dicembre - 15 marzo 6 ore giornaliere

B 600 < comuni con GG ≤ 900 1° dicembre - 31 marzo 8 ore giornaliere

C 900 < comuni con GG ≤ 1.400 15 novembre - 31 marzo 10 ore giornaliere

D 1.400 < comuni con GG ≤ 2.100 1° novembre - 15 aprile 12 ore giornaliere

E 2.100 < comuni con GG ≤ 3.000 15 ottobre - 15 aprile 14 ore giornaliere

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F comuni con GG > 3.000 tutto l’anno nessuna limitazione

Il clima nel suo complesso può definirsi temperato-umido di tipo mediterraneo. Le stagioni più piovose sono l’autunno e la primavera, nella stagione invernale prevalgono le nevicate, mentre la stagione più arida è l’estate la cui siccità può durare anche 60-90 giorni. La piovosità è molto variabile e mal distribuita, in special modo negli ultimi decenni in cui i forti cambiamenti e variazioni stagionali stanno portando alla riduzione o scomparsa delle stagioni intermedie (autunno, primavera). La catena del Monte Partenio esposta ai venti umidi, è una delle zona più piovose a causa dell’influenza della morfologia del territorio. Il massimo delle precipitazioni si concentra sulla linea dei rilievi (da mm1700 a mm 2000 nelle aree culminanti). Nelle aree depresse interne la piovosità scende sotto i 1500 mm. Il massimo delle precipitazioni è concentrato nel periodo novembre-dicembre, il minimo nel bimestre luglio-agosto con aridità alquanto accentuata. La temperatura media si aggira intorno ai 10°C, la temperatura del mese più freddo intorno ai 3°C e quella del mese più caldo a 18°C. La temperatura minima assoluta scende fino a -10°C e l’escursione termica annua 19,3°C. L’intero comprensorio risulta abbastanza ventilato. I venti predominanti sono quelli provenienti da Sud-Ovest (Scirocco) e quelli provenienti da Nord-Est (Tramontana).

Sulla base delle caratteristiche climatiche suddette e attraverso l’esame delle condizioni ecologiche del territorio e della distribuzione della copertura vegetale, il territorio del Comune di Mercogliano è ascrivibile alle seguenti zone fitoclimatiche secondo la classificazione del Prof. Pavari: 1. Castanetum (sottozona calda – 2° tipo). Comprende le zone più basse del territorio comprese tra le quote 600 – 800 m, con prevalenza del castagno. Il castagno ha buone capacità produttive, il nocciolo trova condizioni ideali e segna il limite della zona della vite, la parte a valle rientra nel disciplinare DOC dei vigneti “Fiano”. 15

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2. Castanetum (sottozona fredda). Comprende le pendici fra gli 800 ed i 1000 m dove abbondante è la dominanza del Castagno sulle altre specie secondarie. 3. Fagetum (sottozona calda). L’area interessa le pendici ubicate tra i 1000/1100 fino a quota 1400 dove prevale la presenza del Faggio. Il faggio è la coltura prevalente. 4. Fagetum (sottozona fredda). Abbraccia una piccola fascia compresa tra m 1400 e 1600.

Prendendo invece a modello la suddivisione in “fasce vegetazionali” elaborata dal Prof. Schimd, il territorio in esame può essere inquadrato nelle seguenti fasce: 1. Fascia “Q. pub” Quercus pubescus –comprende le zone più basse del territorio in esame comprese tra i 400 ai 700 m; 2. Fascia “Q.T.A.” Quercus Tilia Acer – comprende le pendici tra i m 700, 1000, 1100; 3. Fascia “F.A.” Fagus Abies – comprende le zone tra i m 1000 ai 1500 dove predomina la coltura di Faggio.

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Figura - Confronto temperature medie (°C) trentennio 1951-1980 con decennio 1981-1999 (Fonte: Ducci e Tranfaglia, 2005)

Figura - Confronto precipitazioni medie trentennio 1951-1980 con decennio 1981-1999 (Fonte: Ducci e Tranfaglia, 2005)

1.3.2 Acqua

Dal punto di vista idrogeologico l’area in studio è parte integrante dell’unità idrogeologica dei Monti di - Monte Vergine - Pizzo d’Alvano. Essa è delimitata a nord dalle discontinuità strutturali (sistemi di faglie ad andamento appenninico ed antiappenninico) di Arpaia Cancello, a nord-ovest dai depositi terrigeni del Bacino Irpino, a sud dalla Valle del Solofrana e ad Ovest dai depositi quaternari della conca campana. Nell’ambito della struttura idrogeologica l’unico limite a tenuta stagna è quello nord-orientale. A nord esiste continuità idraulica con la struttura adiacente, ma gli interscambi idrici sotterranei sono piuttosto complessi. A sud, invece, alla continuità idraulica si associa un consistente travaso di acque dai monti di , soprattutto attraverso la coltre quaternaria della Valle Solofrana. Ad ovest, infine, 17

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esiste alimentazione verso le falde quaternarie; in prima approssimazione, i travasi possono essere considerati trascurabili rispetto alla potenzialità globale della struttura. All’interno dell’unità idrogeologica, la faglia inversa Monteforte Irpino-Baiano e la sua naturale prosecuzione nella dorsale di Avella (fino ad Arpaia) sembrano delimitare un’area di alimentazione comune alle sorgenti Mofito e Calabricito, oltre che al gruppo di Sarno. Ne consegue che la parte occidentale della dorsale di Avella, che alimenta le sorgenti di Cancello, trae una certa aliquota di acqua anche da Monte Vergine.

Nell’area non si rilevano emergenze sorgentizie significative a meno della sorgente Acqua del Pero, in località Capocastello, utilizzata a scopo idropotabile. Le scaturigini presenti (sorgenti per soglia di permeabilità in giustapposizione agli acquiferi carbonatici) si rilevano lungo il margine sud orientale ed a nord del territorio comunale. Significativo risulta essere il campo pozzi realizzato in località Sant’Anna e gestito dall’Alto Calore Servizi S.p.a.

Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza di una serie di incisioni che disegnano varie testate torrentizie nell’ambito del versante meridionale del Monte Partenio. Il sistema idraulico rappresentato dalle aste principali dei torrenti San Pietro, Arena, Santo Stefano, Carmine e Muraglione risulta di semplice struttura, le aste conservano quasi sempre un parallelismo e confluiscono in canali tombati che attraversano l’abitato di Mercogliano. La confluenza dei torrenti San Pietro, Carmine e Santo Stefano, nell’asta Acqua Leggia, determina un ampliamento delle aree di impegno a testimonianza di una ridotta pendenza e di una più bassa energia, area di accumulo. La funzionalità attuale del sistema torrentizio è sufficiente allo smaltimento delle acque di ruscellamento in condizioni di ordinario smaltimento delle acque superficiali; rappresenta, altresì, una condizione di rischio in occasione di eventi piovosi di portata straordinaria, in cui diventa difficile smaltire la portata liquida e quella solida attraverso i collettori posizionati ad attraversamento del centro abitato. Si comprende quindi la necessità di 18

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predisporre strutture idonee a migliorare la capacità di evacuazione dei canali, riducendo, al tempo stesso, le capacità erosive e di trasporto solido delle correnti idriche.

1.3.3 Suolo e sottosuolo

Strutturalmente l’area di studio si colloca nella catena del Partenio, lunga 30 chilometri, ubicata al centro della Campania, ad ovest della città di Avellino, tra il Monte Taburno, a Nord-Ovest, ed il complesso dei Monti Picentini a Sud- Est. La parte alta del territorio comunale di Mercogliano comprende una fascia dei versanti nord orientali della dorsale dei M.ti di Avella-Partenio delimitata dai rilievi di M.te Vergine (1493 m s.l.m.) e Toppa Cesina (1429 m s.l.m.). La restante porzione del territorio ricade nella fascia pedemontana di raccordo di questi rilievi con l’area collinare che digrada dolcemente verso la vicina città di Avellino. I rilievi montuosi presenti a nord del territorio comunale sono costituiti dai membri più recenti della successione carbonatica cretacica dell’Unità Stratigrafico- Strutturale dei Monti di Avella-Partenio. Essi comprendono calcari detritici e biostromali ricchi di rudiste ed altri macrofossili, calcareniti e calciruditi stratificate e interessate, talora, da fenomeni carsici in parte obliterati e nascosti dalle coltri piroclastiche di copertura. I calcari si rinvengono in contatto tettonico con le successioni arenaceoconglomeratiche e pelitiche riferibili a depositi in facies di flysch prossimali delle Unità Irpine, appartenenti alla Formazione di Castelvetere e costituenti il substrato dell’area collinare del territorio comunale. I contatti tra le due formazioni si rilevano a nord-est del comprensorio comunale, lungo la fascia pedemontana e, localmente, nella parte collinare del territorio, ad ovest dell’abitato del comune limitrofo di Ospedaletto d’Alpinolo. Questi contatti, frequentemente, sono nascosti dai depositi tardo quaternari di conoide detritico-alluvionali che bordano i rilievi e dalle coltri piroclastiche riferibili alle eruzioni del complesso vulcanico del Somma-Vesuvio che hanno avuto un 19

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asse di dispersione prevalentemente in direzione ENE, note in letteratura come formazioni di: Sarno (17.000 y b.p.), Ottaviano (8.000 y b.p.), Avellino (3.800 y b.p.) e Pollena (472 d.C.). Queste ultime, oltre a costituire la matrice e intercalazioni nei depositi delle conoidi detriticoalluvionali, si ritrovano a copertura dei versanti, dove formano alternanze di livelli di depositi da caduta e vulcanoclastici colluvionali con spessori di circa 2 m. L’aspetto morfologico dominante è rappresentato dal netto contrasto tra il settore montuoso carbonatico e quello collinare terrigeno. La porzione settentrionale del territorio, ricadente lungo la dorsale carbonatica dei Monti di Avella-Partenio presenta un paesaggio montuoso con versanti particolarmente acclivi. Questi si caratterizzano per un reticolo idrografico scarsamente gerarchizzato con aste fluvio-torrentizie ad andamento lineare e a elevata pendenza, talora fortemente incise fino a formare profonde gole. La rete drenante secondaria è formata da canali superficiali rettilinei e susseguenti, incisi nella coltre piroclastica che copre i versanti con spessori variabili tra 1,80 e 2,0 metri. Le attuali condizioni geomorfologiche di questi ultimi sono il risultato morfoevolutivo degli originari versanti di faglia della dorsale carbonatica secondo un processo di recessione rettilineo parallelo, e del successivo arrivo e messa in posto dei depositi piroclastici. Questi hanno ricoperto e alterato la morfologia preesistente dei versanti obliterando fratture, forme carsiche, incisioni vallive e concavità morfologiche. A ciò sono seguiti processi di mobilizzazione dei depositi da caduta mediante processi di dilavamento areali, di erosione concentrata e fenomeni franosi che hanno causato l’asportazione di parte delle piroclastiti dai versanti e una loro ridistribuzione a quote più basse. Il risultato dei processi denudazionali e accumulo sono visibili nella zona di raccordo dei versanti montuosi con l’area collinare. In quest’area si rinvengono apparati di conoide detritico-alluvionali di varie età, anastomizzati e sovrapposti, che si spingono fino a ridosso dell’abitato. Di questi, i più superficiali presentano una tessitura più fine ed una matrice piroclastica prevalente sulla componente 20

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calcarea e mostrano forme meno acclivi e più estese accresciutesi nel tempo per fenomeni di alluvionamento e colate detritico fangose. Essi ricoprono i depositi più antichi caratterizzati da forme più acclivi legate ad una composizione prevalentemente calcarea pseudo cementata precedente all’arrivo delle piroclastiti. L’estremo settore orientale del territorio comunale presenta un paesaggio collinare tipico della natura terrigena del substrato e caratterizzato da crinali spianati e versanti a profilo concavo-convesso e a bassa acclività, con reticolo idrografico più articolato e sviluppato.

Dall’analisi del territorio mercoglianese si possono individuare due grosse distinzioni: 1. Parte non montana: è quasi tutta pianeggiante, ove il nocciolo è la coltura dominante. Si coltiva in misura limitata anche la vite e in misura minore i seminativi vari. 2. Parte montana - Località “Valle Fondi” per metà pianeggiante, il resto presenta pendenze variabili fino al 40% ben esposta e coltivata a castagneto da frutto e nocciolo; - Località “Sant’Anna”, area per la quasi totalità pianeggiante, coltivata a castagno, nocciolo e seminativi vari; - Località “Acqua Fidia”, ben esposta e ricoperta da boschi e pascoli, presenta pendenze variabili dal 5% al 45% di spiccata vocazione turistica. Il Comune di Mercogliano ha una superficie territoriale di circa Ha 1.976 di cui circa Ha 1.245 (>60%) compresi nel territorio montano. L’Ente Comune di Mercogliano è proprietario di Ha 494.50.203 Ha di cui alla tabella seguente.

A Boschi produttivi Ettari 290.93.02

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B Boschi protettivi Ettari 42.48.70

C Boschi con funzione paesaggistico - ricreativa Ettari 16.03.02

D Rimboschimenti Ettari 7.16.27

TOTALE A+B+C+D Ettari 392.21.37

E Pascoli Ettari 93.96.71

F Rocciosi Ettari 4.53.10

TOTALE A+B+C+D+E+F Ettari 494.50.203

In passato, per la notevole percentuale di superficie territoriale coperta da boschi, poche sono state le iniziative intraprese nel settore dei rimboschimenti ex novo. Infatti a cura dello S.T.A.P.F. di Avellino sono stati rimboscati solo 7.16.27 ettari di nudi pascoli, con l’impiego di conifere a rapida crescita. Attualmente le piante presentano un buono sviluppo ma necessitano di adeguate cure colturali e manutentorie (diradamenti a carattere selettivo) onde assicurare una crescita più armoniosa del soprassuolo e per una corretta prevenzione antincendio.

1.3.4 Biodiversità

Parlare di rete ecologica a Mercogliano significa valutare la presenza di aree ad elevata naturalità e il grado di connessione che queste hanno con altre aree di pari o superiore livello di naturalità. Aree tampone e corridoi ecologici

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rappresentano gli elementi che garantiscono la contiguità e la connessione tra diversi paesaggi ad elevata naturalità. Infatti l’idea di rete ecologica è fortemente legata all’idea di continuità tra le aree caratterizzate da un alto livello di naturalità, ovvero alla possibilità di scambio tra le componenti biotiche presenti nei vari territori. Trattandosi di un sistema in cui la presenza di connessioni è il dato distintivo e caratterizzante, la struttura della rete ecologica comunale deve essere valutata in riferimento alla rete ecologica regionale (RER) e provinciale (REP). Elemento strutturante della RER della Regione Campania è il corridoio appenninico principale.

In base al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato con delibera CS 42 del 25/02/2014, il disegno della Rete Ecologica Provinciale dà origine a una serie di politiche di qualificazione ecologico ambientale del territorio. Con riferimento al Sistema della Mobilità, delle Infrastrutture e dei Servizi alla Produzione, in corrispondenza delle intersezioni con le previsioni di Rete Ecologica sono individuate le seguenti azioni: - Miglioramento dell’inserimento ambientale e della permeabilità - ecologica delle infrastrutture della mobilità anche attraverso specifici - accorgimenti per diminuire gli impatti sugli ecosistemi e sulla fauna e - consentire e salvaguardarne il passaggio; - Interventi di qualificazione ecologico-ambientale delle aree - produttive esistenti; - Interventi di ripianificazione o delocalizzazione delle aree produttive - programmate e non ancora attuate. La definizione della REP della provincia di Avellino pone in connessione il territorio provinciale non solo con le altre province campane, ma anche con la macroregione appenninica e centro meridionale, rispetto alle cui direttrici l’Irpinia assume un importante ruolo di cerniera. La rete ecologica provinciale infatti si connette alle due direttrici fondamentali di area vasta che costituiscono gli elementi di collegamento delle realtà extra-regionali: l’asse longitudinale della 23

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penisola italiana, per quanto riguarda il Corridoio Appenninico Principale e l’asse Tirrenico Adriatico (Corridoio Regionale Trasversale). Tra le aree ad elevata naturalità vanno considerate le Riserve, i Parchi Regionali e le aree comprese nella Rete Natura 2000 e quindi i SIC e le ZPS. Le aree SIC e ZPS che interessano i dintorni del Comune di Mercogliano, nell’ambito provinciale sono: - SIC-IT8040017 - Pietra Maula; - SIC-IT8040013 - Monti di ; - SIC-IT8050027 - Monte Mai e Monte Nonna, (parzialmente compreso nella ZPS- IT8040021); - SIC-IT8040020 - Bosco di Irpino. Per quanto riguarda direttamente il territorio comunale di Mercogliano, questo è in gran parte interessato dal Sito di Interesse Comunitario IT8040006, denominato “Dorsale dei Monti del Partenio”, con un ‘area complessiva di 15641,00 ha, facente parte della Regione bio - geografica mediterranea. Il sito è descritto nell’atto istitutivo come “dorsale appenninica vicina alla pianura nolana caratterizzata da cime calcaree con ampie coperture di materiali vulcanici ed altopiani glaciali fortemente carsificati, con elevati livelli di precipitazioni.” Oltre a Mercogliano, il sito interessa i territori comunali di Avella; ; Mugnano del Cardinale; Pietrastornina; Quadrelle; ; Baiano; Monteforte Irpino; Ospedaletto d’Alpinolo; ; Roccarainola; San Martino Valle Caudina; Sant’Angelo a Scala; ; ; Summonte; Arpaia; Forchia; . Oltre all’area SIC, assume particolare importanza la presenza delle aree tutelate nell’ambito del Parco Regionale del Partenio (istituito con Delibera della Giunta Regionale della Campania n.405 del 12 aprile 2002, pubblicata nel BURC n. 28 del 10 giugno 2002, ai sensidell’art.5 della L.R. n.33/93 modificata dall’art. 34 della LR n.18/2000) in parte coincidenti con la medesima area SIC; in particolare, è interessato dalla zona B (Area di riserva generale_ogni attività deve essere rivolta al mantenimento dell’integrità dei luoghi. Sono consentite ed incentivate le attività agricole e silvo-pastorali tradizionali e la manutenzione del patrimonio 24

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edilizio, laddove non contrastino con le finalità del Parco) per la sommità di Montevergine e gli insediamenti a carattere speciale (NATO e antenne), Monte Calvarine, e in parte i pendii montuosi e dalla zona C (Zona di riserva controllata_vanno incentivate le attività agricole, zootecniche e silvo - colturali tradizionali e il mantenimento dell’integrità terriera nelle aziende contadine) per la parte del Monte Pietrantuono, i pendii e Mercogliano centro storico e una parte di Mercogliano alta. Per quanto riguarda le emergenze geologiche si segnalano nel territorio comunale di Mercogliano diversi geositi, ovvero dei luoghi dove sono conservate importanti testimonianze della storia dell’evoluzione geologica del territorio campano. Questi rappresentano elementi a valenza paesaggistica, scientifica e culturale e vanno interpretati come punti o nodi della rete ecologica, in quanto aspetti rappresentativi della geodiversità regionale. Come geositi significativi presenti nei dintorni del territorio del Comune di Mercogliano si segnalano le “Vecchie cave di tufo giallo napoletano”, “Tufo di Avellino”, “Monte Faliesi”; ricadono invece nel territorio comunale i geositi di “Acqua Fidia Capocastello” e “ Montevergine”. Altre fasce territoriali da conservare come importanti connessioni trasversali sono quelle relative al reticolo idrografico. Le fasce lungo fiumi e torrenti con vegetazione ripariale possono infatti essere considerate corridoi di biodiversità: ciò consente di individuare flussi lineari significativi dal punto di vista ecologico. Le intersezioni del reticolo idrografico sono da considerarsi nodi rilevanti nella rete per la valenza naturalistica. Come si evince dagli studi del PTCP il reticolo ecologico provinciale è fondato su alcune aste fluviali: il Calore, l’Ofanto, il Sabato, l’Ufita - Sarda e il Fiumarella - Calaggio. Nell’ambito più ristretto del territorio comunale si collocano diversi torrenti e fonti : Acqua Fidia, Acqua della Tufarola, Valle delle Toppole e il torrente Segreto. Inoltre il Fiume Finestrelle che lambisce il territorio comunale viene annoverato tra le aree ad alta biodiversità interessato altresì dalla istituzione di un grande parco con valenza territoriale, che va dal Comune di Monteforte Irpino al Comune di Atripalda. 25

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Infine nei dintorni del Comune di Mercogliano all’interno del territorio provinciale sono comprese alcuni elementi di interesse faunistico, ovvero delle aree di ripopolamento e cattura, in particolare nel triangolo compreso tra , e Monteforte Irpino e nella zona di e di . Vengono inoltre ritenuti importanti per la rete ecologica alcuni complessi idrogeologici. La zona di Montevergine, il crinale e la località Sant’Anna – Esca dei Monti sono composti per la maggior parte da piroclastici da caduta, mentre la zona a valle di Mercogliano e Torrette è un complesso calcareo dell’unità Picentino Taburno, formazione che si ritrova anche in alcune aree del territorio alto (Monte Sole, Esca dei Monti, Campo Maggiore). Le due formazioni sono intervallate per una fascia da un complesso dei depositi piroclastici continentali. Dalla sovrapposizione di tali elementi possono quindi essere avanzate alcune considerazioni circa la rete ecologica Comunale: - le aree ad alta naturalità costituiscono una importante risorsa per il territorio di Mercogliano, essendo queste sia di estensione rilevante che di livello di naturalità elevato; - la connessione di tali aree rispetto alla rete provinciale risulta essere discreta; si rilevano punti critici in corrispondenza di alcune importanti interruzioni infrastrutturali, come ad esempio l’autostrada Napoli – Canosa; - la penetrazione della rete nell’ambito dei tessuti urbanizzati non è sufficientemente continua e diffusa per cui la presenza di grandi serbatoi di naturalità non ha un forte riverbero al livello urbano. - Tali considerazioni rappresentano una prima linea di obiettivi da perseguire nella Pianificazione comunale al fine di costruire, nell’ambito del PUC, una continua e diffusa rete ecologica comunale.

Il territorio di Mercogliano e buona parte del territorio del Partenio, proprio per la sua conformazione territoriale, presenta specie vegetali legate sia ad un ambiente di tipo mediterraneo che appenninico. Un’indagine accurata della vegetazione lungo le pendici del monte Partenio rivela che questa non si discosta molto dalla solita successione delle fasce di 26

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vegetazione appenniniche: lecceti, castagneti, faggete. Ma diversi fattori, in particolare il clima mediterraneo, l’abbondante quantità di pioggia, l’altitudine, l’esposizione, mostrano interessanti variazioni alla solita successione. Inoltre, l’abbondanza di ceneri vulcaniche, in particolare di tufo, hanno selezionato parte della vegetazione trasformandola da calcicola in silicola, altrove hanno isolato la vegetazione calcicola sulle rupi di vetta o di spartiacque, dove l’azione del vento e dell’acqua ha asportato la coltre di materiali incoerenti (di origine vulcanica). Altro fattore di selezione è la presenza di greggi ovine e bovine, onde la predominanza di erbe selvatiche e non commestibili, che gli animali al pascolo hanno sempre scartato. Tra le essenze più legate al clima mediterraneo troviamo il Leccio (Quercus Ilex). Pur non esistendo veri e propri boschi di questa quercia, la sua presenza è alquanto diffusa nella zona a valle. Ha un comportamento particolare, infatti si spinge fino ai 1000 m di altitudine.

Tra i mammiferi selvatici va segnalata la presenza del riccio (erinaceus europaeus s.p.), di varie specie di pipistrelli e di roditori, come il ghiro (glis glis), il quercino (eliomys quercinus), il moscardino (muscardinus avellanarius), il topo selvatico (apodemus sylvaticus). I carnivori sono rappresentati, in particolare, dalla volpe (vulpes vulpes) per la sua adattabilità, anche alimentare: normalmente frequenta superfici boscose dove può trovare rifugio, ma non disdegna zone vicino ai campi coltivati o alle abitazioni. Comuni sono anche la donnola (mustela nivalis) e la faina (martes foina s.p.). L’ornitofauna è piuttosto varia e caratterizzata dalla predominanza di specie insettivore. Gli uccelli più comuni sono: la cinciallegra (parus major), la capinera (sylvia atricapilla), la passera domestica (passer italie), la cianciarella (parus caeruleus), il merlo (turdus merula), il campichino (certhia brachydactyla), il cardellino (caeduelis caeduelis), il fringuello (fringilla coelebs s.p.), il verzellino (serinus serinus); questi ultimi tre si nutrono di semi che ricercano tra gli alberi e gli arbusti.

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Le specie più interessanti sono i picchi, rappresentati dal picchio rosso maggiore (dentrocopos major) e dal picchio verde (picus virdis), insettivori. Sulle quote più alte è presente il corvo imperiale (corvus corax s.p.). Per quanto riguarda i rapaci diurni vanno citati la poiana (buteo buteo s.p.) e il gheppio (falco tinnunculus s.p.); presente anche lo sparviere (accipites nisus). La civetta (arthene noctua s.p.) e l’allocco (stix aluco s.p.) sono i rapaci notturni più comuni. Tra i rettili ricordiamo il biacco (coluber viridiflavus), il cervone (elaphe quatirlineata) e l’aspide (vipera aspis). Gli anfibi anuri sono rappresentati dalla rana greca (rana graeca), che si incontra in prossimità dei ruscelli, sorgenti o grotte, e dal rospo comune (bufo bufo). Tra le specie protette va segnalata la salamandra; nel Parco Regionale del Partenio vive una specie di salamandra pezzata endemica dell’Appennino, caratterizzata da una forte predominanza del colore giallo. Predilige gli ambienti boscosi, durante il periodo riproduttivo, in primavera la femmina si reca nei torrenti con acque limpide e correnti, nei fontanili, negli abbeveratoi e nelle piccole pozze per deporre fino ad una settantina di larve. Infatti non è difficile incontrare questi piccoli anfibi nei torrenti , Caudino oppure nei fontanili presenti nel Parco, come quello di Acqua Fidia. A differenza degli adulti che trascorrono tra radici e fogliame, le larve vivono in acqua e respirano mediante le branchie, solo a metà estate ha luogo la metamorfosi ed inizia un’esistenza terrestre. La salamandra è oggetto di osservazione e di studio, nel contempo viene fotografata da visitatori appassionati della montagna, lasciandola indisturbata tra i rigogliosi boschi.

1.3.5 Energia

La trattazione dell’aspetto energetico riguarda consumi elettrici e di gas metano al fine di valutarne l’impatto sul territorio circostante, verificando quali siano le migliori pratiche adottabili dal punto di vista ambientale dato che gli impatti 28

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generati sull’ambiente non sempre sono direttamente provocati nei luoghi in cui avviene l’utilizzo.

I consumi di energia determinano flussi e scambi con l’ambiente influendo più o meno negativamente su di esso (soprattutto in caso di trasporto, riscaldamento degli edifici e presenza in città di centrali di produzione che utilizzino combustibili fossili) contribuendo ad aumentare l’incremento di CO2 atmosferica in misura variabile a seconda del tipo di combustibile utilizzato e dell’efficienza energetica degli impianti. I sistemi energetici producono anche effetti più pesanti sugli equilibri ambientali in quanto le risorse energetiche fossili non sono presenti in quantità illimitata ed i costi riconducibili all’esposizione a campi elettrici e magnetici generati dalla trasmissione di energia su linee ad alta tensione risultano sempre meno sostenibili. Un minor uso delle risorse, in particolare di quelle non rinnovabili (quali il petrolio, il gas naturale o il carbone), implicherebbe non solo una maggiore conservazione delle fonti energetiche ma anche una salvaguardia dell’ambiente sul quale gravano gli inquinanti generati dal processi di combustione oltre ad avere anche indubbi vantaggi economici.

I dati in nostro possesso non consentono ancora di risalire, data la loro incompletezza ai fabbisogni energetici, ai consumi delle utenze distinte per settori (domestico, produttivo, al servizio dell’agricoltura).

1.3.6 Paesaggio e patrimonio culturale

Il comune di Mercogliano presenta una storia molto interessante, legata sia alle vicende politiche dell’area avellinese ritenuta fortemente strategica per tutto il periodo medioevale, sia allo sviluppo del culto religioso della Madonna Nera o Mamma Schiavona venerata presso il Santuario di Montevergine.

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Il nome Mercogliano sembra derivare da Mercurianum legato alla presenza di possedimenti dei magistri mercuriales, i magistrati che amministravano il culto di Mercurio. Dopo la guerra sannitica sorse una colonia romana che conservò il nome del luogo dove si venerava il culto di Mercurio diventando Castrum Mercuriani, da cui deriva il nome attuale. Importanti testimonianze, iscrizioni e reperti archeologici, testimoniano la presenza nel territorio di Mercogliano di insediamenti romani risalenti al IV secolo. Inoltre si ricorda la presenza di una colonna militare romana ritrovata in località Alvanella relativa ad un’importante arteria viaria che conduceva, e ancora oggi conduce, a Napoli . In ogni caso la presenza del Castrum Mercuriani è legata alla colonia romana di Abellinum. Importanti vicende dell’era tardo antica sono quelle legate alla cristianizzazione dell’Irpinia, da parte dei Santi Modestino, Fiorentino e Flaviano.

La fondazione di nucleo del Mercogliano è riconducibile agli ultimi decenni del VI secolo, in concomitanza della calata dei Longobardi nel sud Italia. Una colonia di profughi della vicina Abellinum, proprio per sfuggire ai Longobardi, occupa la collina di Mercogliano. Ancora casale di Avellino, il nome di Mercogliano viene citato per la prima volta in un documento nel 982. Inoltre tra il 1077 e il 1089, a testimonianza di un continuo sviluppo, l’antico casale viene elevato al rango di castello. Il paese, così, acquisisce finalmente autonomia amministrativa. Signore del borgo fortificato nel 1136 era Enrico di Sarno, feudatario del conte di Avellino Rainulfo. A questo periodo risale altresì l’edificazione della chiesa dedicata alla Vergine Maria sull’altura di Montevergine (consacrata nel 1126) ad opera di San Guglielmo da Vercelli che ivi fondò la comunità monastica dei Verginiani. La presenza di tale centro religioso, che negli anni diventerà sempre più importante e prestigioso, determinerà notevolmente lo sviluppo del centro di Mercogliano. Dal 1195, inoltre, Enrico IV di Svevia concede Mercogliano, “con tutti i suoi tenimenti, uomini e pertinenze”, in feudo all’abbazia di Montevergine. Gli abati di Montevergine diventano così i feudatari di Mercogliano. 30

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Il passaggio tra Svevi ed Angioini viene vissuto a Mercogliano con l’assedio del 1265 da parte dalle truppe di Manfredi, che furono respinte dall’esercito pontificio guidato dal cardinale Ottaviano.

Nel 1515 Mercogliano è affidata alla S. Casa dell’Annunziata di Napoli. Nel 1567 l’Abbazia di Montevergine riprende il potere giurisdizionale spirituale, mentre i governatori della Casa dell’Annunziata svolgono le funzioni amministrative. Nello stesso anno un violento incendio distrugge quasi completamente il castello. Nel soffitto della chiesa di S. Modestino un dipinto conserva il ricordo dell’incendio, con la raffigurazione del Santo che implora la Madonna di far cessare la sciagura. Un altro anno funesto per il castello è il 1759 anno nel quale fu vandalicamente demolito con lo scopo di ricavare materiale per la costruzione di nuovi edifici.

Contribuisce, nel tempo a consolidare il rapporto tra Abbazia e centro urbano la fondazione dell’Abbazia di Loreto, centro amministrativo e residenza invernale per i monaci di Montevergine. Secondo la tradizione il nome Loreto deriverebbe dal luogo in cui fu anticamente edificata l’abbazia, dove nell’età pagana fioriva una selva di alloro pianta sacra ad Apollo. Tuttavia, padre Giovanni Mongelli ritiene che il termine derivi da un orto, detto l’Orrita, sito nella contrada Vesta. Alla fine del XII secolo fu infatti edificata un’infermeria in località Urrita, nella parte bassa di Mercogliano in prossimità della quale successivamente i monaci installarono un’abbazia territoriale che, dal XVI secolo, diventa la dimora dell’abate generale che vi si trasferisce dall’originaria sede di Montevergine. A seguito del terremoto del 1732, fu realizzato un nuovo palazzo abbaziale di Domenico Antonio Vaccaro che non riuscirà a vedere l’opera completata.

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Dopo le leggi eversive delle corporazioni religiose del 1861-1866 l’Abbazia di Montevergine perde tutti i poteri passati e viene abbassata al rango di monumento nazionale. La consistenza storica dell’abitato di Mercogliano può essere letta a partire dall’analisi di alcune fonti iconografiche. Importante è, ad esempio, la veduta redatta per illustrare le Croniche di Montevergine, compiute dall’abate Giacomo Giordano nel 1649. L’iscrizione in calce recita: “Breve descrizione di Monte Vergine e luoghi convicini stampata per opera del reverendiss.o Padre Gio. Iacomo Giordano do Monte Vergine di Napoli”. La fantasiosa rappresentazione, colloca alle spalle della montagna di Montevergine il golfo di Napoli con le isole, riportando in maniera sintetica l’impressione della vista del Vesuvio che dalle cime del Partenio è possibile, in particolari condizioni atmosferiche, ammirare. La visuale prescelta è fortemente condizionata dalla volontà di rappresentare l’Abbazia di Montevergine lungo il prospetto principale, che non è quello attuale. La realizzazione della nuova chiesa e del piazzale ha infatti stravolto l’originale orientamento, che era verso il dirupo scosceso ad est della fabbrica. Il borgo di Capocastello è rappresentato evidenziando la forte discontinuità tra la parte più bassa dell’aggregato e quella più stretta del castello, ancora oggi ben rilevabile. Ben chiari sono i due valloni torrentizi che cingevano il borgo medioevale e la cui presenza oggi è sicuramente meno evidente. Tra le fabbriche storiche che si distinguono vi è il castello, posto sulla cima dell’altura, caratterizzato da uno sviluppo compatto a torre. L’unica fabbrica religiosa rappresentata distintamente è probabilmente quella della Concezione, il cui campanile appare nella rappresentazione molto deformato. La stampa riporta il palazzo abbaziale antecedente a quello di Loreto caratterizzato da uno sviluppo maggiormente regolare. Per quanto riguarda lo sviluppo delle vie di accesso, l’immagine riporta molto chiaramente la forcina da cui si dipartono l’attuale viale san Modestino e via Partenio, completamente priva di edificazione. Ben evidente è anche l’aggregato di Torelli, con il suo marcato carattere lineare.

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Le normative di livello comunitario e nazionale tendono sempre più a delineare una visione unitaria ed integrata del concetto di “paesaggio” come “una determinata parte del territorio il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” (Convezione Europea del Paesaggio del 2000). Questa definizione implica il superamento di una visione di paesaggio relegata alla sola valenza storico-ambientale, a vantaggio di una visione estesa a tutto il territorio, caratterizzato dalle interazioni di aspetti fisici/biologici da un lato, ed antropici/insediativi dall’altro.

Mercogliano non si configura come una unica unità paesaggistica, ma non costituisce neppure una sommatoria di distinte unità di paesaggio poiché tale molteplicità si origina da caratteri comuni interdipendenti gli uni dagli altri. In linea generale l’intreccio tra elementi della geomorfologia, dell’idrologia con gli elementi della copertura vegetale e del paesaggio rurale con gli elementi antropici, determina specifiche situazioni che, proprio per l’intreccio di tali elementi assumono carattere di unicità. Particolare importanza, nella valutazione della struttura del paesaggio assumono le permanenze storiche ed il ripetersi di specifiche modalità insediative. Un altro aspetto determinante la struttura complessiva del paesaggio di Mercogliano è la morfologia degli elementi rilevanti e la modalità con cui questi vengono percepiti. E’ così possibile distinguere elementi di carattere puntuale, lineare e areale. Tra gli elementi puntuali rilevanti del sistema naturalistico ed ambientale si ricordano le cime dei tre monti, Montevergine, Monte Pietrantuono e Monte Sole; quali elementi lineari i valloni principali, derivanti dalle sorgenti e dai corsi di Acqua Fidia, Acqua della Tufarola e Toppole, nonchè i sentieri pedemontani e i tratturi che in maggior parte conducono al Santuario di Montevergine, a Campo Maggiore e a Campo S. Giovanni. Il Santuario, la Badia di Loreto e il Convento delle Suore Benedettine costituiscono emergenze religiose con una forte impronta culturale il cui posizionamento e reciproco orientamento consente di leggere in filigrana linee di assetto territoriale oggi meno visibili. 33

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È possibile distinguere nel territorio le seguenti nove unità di paesaggio: - Montevergine - Campomaggiore; - Il Crinale di Montevergine; - Monte Pietrantuono e Monte Sole; - Esca dei Monti e Sant’Anna; - Area periurbana; - Capocastello; - Centro, Insediamento lineare su Viale San Modestino - viale Matteotti; - Torelli; - Torrette.

Il Santuario di Montevergine, con la sua mole rivolta verso la valle, rappresenta senza dubbio un elemento di grande rilevanza territoriale, anche in riferimento al significato religioso e simbolico che si è andando stratificando nel tempo. Sull’altura si estendono inoltre le praterie, tra le quali particolarmente interessante è Campo Maggiore, una grande area verde, dove è anche possibile campeggiare. Inoltre nei punti maggiormente alti è possibile godere di molteplici visuali panoramiche verso ambo i versanti dell’Irpinia. Bisogna altresì ricordare la rocca medioevale con i ruderi del castello longobardo di Mercogliano, che insieme a tutto il borgo assumono una forte valenza paesaggistica. Il Santuario e il Castello medioevale sono inoltre da considerarsi due punti panoramici di grandissimo pregio e strade panoramiche che conducono ad essi li rendono elementi “da guardare” e “da cui guardare”. Il piano roccioso che costituisce il Crinale di Montevergine è un’area ad alta naturalità, in cui sono presenti rupi scoscese, spuntoni in pietra e folti boschi di macchia mediterranea. L’area dei pendii è attraversata da numerosi valloni in senso nord sud che raccolgono le acque dalle quote più alte verso l’altopiano di Esca – Sant’Anna prima e verso il vallone Spiritello sul crinale del monte Sole. Diversi sono i tratturi e sentieri montani, che dai punti bassi di Mercogliano conducono sulla montagna: i sentieri 210 (da Montevergine) e 213 (da

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Mercogliano) sono quelli più battuti in quanto conducenti alla sorgente di Acqua Fidia.

Le unità di Capocastello e del Centro - viale San Modestino sono unità urbanizzate poste sul versante montuoso di Montevergine, mentre le Unità di Torelli, Torrette e dell’area periurbana occupano la parte più a valle.

Il borgo medioevale di Capocastello, caratterizzato da vicoli e stradine che si aprono su piccoli spazi o piazzette affacciate a strapiombo sulla , rappresenta il nucleo più antico dell’abitato di Mercogliano. L’immagine complessiva è fortemente condizionata dall’orografia impervia e dalla presenza del castello, che il borgo circondava fino al 1656, anno in cui l’incendio lo distrusse. Determinante nella configurazione del borgo è stata anche la scomparsa dell’antico sistema murario lungo cui insistevano cinque porte e di cui oggi ne restano alcuni frammenti, una torre, la Porta dei Santi, all’entrata di Capocastello, con affresco raffigurante i Patroni, e la Porta dell’Acqua, ubicata nei pressi della sorgente "Acqua del Pero".

Posta a valle del Partenio, caratterizzata all’orizzonte dal profilo del massiccio di Montevergine, l’area periurbana ha carattere prevalentemente rurale ma registra anche la presenza di numerosi piccoli nuclei edilizi che ne stanno, progressivamente, facendo mutare il carattere agricolo.

Proseguendo dal borgo di Capocastello verso la cortina lineare di Viale San Modestino, un viale alberato che va dalla villa Comunale di Mercogliano fino alla Chiesa di San Modestino, si configura un insediamento lineare più moderno. A valle di tale sistema si collocano gli importanti riferimenti territoriali dell’abbazia di Loreto e dell’istituto Benedettino, elementi di connessione con l’Unità di Torelli con le aree periurbane.

Torelli costituisce la connessione tra il due sistemi lineari paralleli di Mercogliano alta e Torrette. L’organizzazione storica, lungo l’asse viale Europa – via San Nicola

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è stata interrotta dall’asse autostradale per cui, l’attuale asse di percorrenza, via Santangelo, caratterizzato dal netto e rigido andamento rettilineo, non risulta adeguatamente connesso con l’articolazione degli insediamenti. L’area, di raccordo tra le quote basse della valle e quelle pedemontane di Mercogliano alta, presenta insediamenti discontinui, con un nucleo compatto nella parte più a valle e nuclei edilizi più radi verso l’alto.

Infine l’area di Torrette è caratterizzata dall’insediamento lineare lungo la statale Appia, composta da corpi edilizi commerciali e produttivi di dimensione rilevante. A sud l’insediamento di Torrette trova il suo limite naturale lungo il torrente Segreto. L’unità di Torrette è quella che presenta maggiori caratteri di pianura, facendo già parte del sistema alluvionale della valle del Sabato e del Fenestrelle.

1.3.7 Ambiente urbano

La lettura e l’interpretazione della struttura insediativa di Mercogliano consente di individuare gli ambiti e le parti urbane che presentano caratteri di riconoscibilità e di omogeneità per morfologia urbana, ovvero ricorrenza di particolari tipologie edilizie e di eguale rapporto tra gli spazi aperti e gli spazi costruiti. Nell’impostazione della lettura morfologica di Mercogliano si è partito dall’individuazione di tre sistemi urbani fortemente riconoscibili: quello di Mercogliano alta, che comprende il nucleo arroccato di Capocastello dalle cui pendici si snoda il sistema urbano lineare organizzato lungo l’asse storico che collegava Mercogliano ad Avellino; quello di Torrette, che comprende il sistema urbano organizzato lungo la Statale Appia e infine quello di Torelli, che comprende il sistema urbano organizzato lungo lo storico asse di collegamento tra Mercogliano e Torrette, il cui sviluppo è stato fortemente segnato dalla presenza dell’autostrada.

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LA STRUTTURA DELLO SPAZIO PUBBLICO

A questi tre sistemi urbani si aggiunge l’area compresa tra la Badia di Loreto e l’istituto delle suore Benedettine, oggetto di numerosi interventi finalizzati alla realizzazione di attrezzature pubbliche. Infine si sono individuati gli addensamenti periurbani sorti nella parte di campagna compresa tra gli insediamenti di Mercogliano e Torrette, l’insediamento disperso di Sant’Anna ed infine il sistema di architetture puntuali di Montevergine. A partire da questa prima individuazione di differenze, fortemente connessa alla dimensione territoriale e paesaggistica dell’insediamento, si è operata una divisione in unità di morfologia urbana. Ogni unità presenta caratteri di specificità posizionale, di riconoscibilità nell’impianto ed è strutturata a partire da uno o più elementi edilizi e spazi pubblici aperti che, almeno in potenza, possono essere considerati di riferimento. Nell’ambito di ogni 37

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unità di morfologia è possibile identificare una o più componente, che costituiscono una ulteriore specificazione delle peculiarità insediative riscontrate.

Mercogliano alta costituisce un sistema urbano lineare, con nucleo di testa il centro medioevale di Capocastello. Stretto intorno al castello medioevale di cui oggi si conservano solo alcuni ruderi e delimitato a nord e a sud da due valloni. Nell’ambito dell’unità di Capocastello è possibile distinguere un primo nucleo maggiormente connesso al castello e un secondo nucleo urbano strutturato a partire dal percorso di via Roma ad una quota inferiore. Importanti riferimenti urbani del nucleo medioevale sono le cinque chiese ed i relativi sagrati, quasi perfettamente allineate lungo la direttrice nord-sud. Ai piedi del borgo, in corrispondenza di una delle due porte superstiti tra quelle che scandivano l’antica cinta muraria porte, la porta dei Santi, si apre la piazza del municipio, ampio spazio pubblico caratterizzato dall’imponente prospetto della casa comunale che costituisce lo sfondo dell’intero sistema lineare. Da questo punto si articola, infatti, una seconda unità di morfologia, caratterizzata dalla cortina di impianto storica di corso Garibaldi. Continuando è possibile distinguere i vari tratti della cortina discontinua che si sviluppa lungo viale San Modestino e viale Matteotti. Il tratto lungo viale San Modestino è fortemente caratterizzato dal disegno del viale stesso con un’alta e suggestiva alberatura. Chiude tale unità la chiesa di San Modestino, il cui campanile, anticamente interamente a scavalco sul percorso, si trova oggi a cavallo delle due corsie del viale. L’edificato su viale Matteotti risulta meno polarizzato rispetto al percorso ed è caratterizzato dalla presenza di insediamenti edilizi riferibili a progetti unitari (piani di lottizzazione). A monte ed a valle di tale sistema è possibile distinguere diverse unità di morfologia, che rappresentano l’“inspessimento” di diversa dimensione della cortina lungo i viali. Si distingue quindi l’unità di via Moro – via Amatucci, organizzata a partire dal varco realizzato dopo il terremoto del 1980 nella cortina storica, nei pressi della chiesa dell’Annunziata. Tale unità è caratterizzata da una serie di edifici pubblici e privati di dimensione rilevante.

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Sempre a valle, parallelamente al viale San Modestino vi è l’unità di morfologia caratterizzata dagli impianti regolari dei parchi residenziali San Modestino. A monte si distingue l’Unità di morfologia di via Crisci e via Partenio, fortemente caratterizzata nella disposizione dei corpi edilizi dall’andamento delle quote. Maggiormente stretta tra quote differenti, con uno sviluppo quasi a fasce è l’unità di via Ammiraglio Bianco, caratterizzata altresì dalla imponente massa edilizia del CROM. Il sistema urbano di Mercogliano Alta si chiude ad ovest con il nucleo urbano dei Pennini, caratterizzato dalla giustapposizione di ampi interventi edilizi tutti riconducibili a specifici progetti unitari. L’eterogeneità del carattere degli impianti edilizi contribuisce a dare discontinuità a questa parte di città. Le aree pubbliche relative a tali nuclei non presentano un disegno unitario, nè punti di riferimento urbano.

Come si è già avuto modo di descrivere nel paragrafo relativo al paesaggio, il sistema urbano di Torrette è caratterizzato da un’edificazione fortemente polarizzata lungo l’asse della statale Appia. Oltre ad un ruolo territoriale molto rilevante, anche in riferimento alla presenza dello svincolo autostradale di Avellino ovest, la statale Appia rappresenta un asse di concentrazione delle attività commerciali. Tale ruolo ne ha determinato i caratteri dell’edificazione specializzata caratterizzata da densità piuttosto alte. Lungo la stessa è altresì possibile identificare due nuclei urbani differenti: il primo nei pressi dello svincolo, il secondo nei pressi della rotatoria verso Avellino. Entrambe queste unità di morfologia si caratterizzano per la presenza di un tessuto regolare a carattere maggiormente residenziale composto da elementi edilizi di minore dimensione. Le aree di retro cortina, accessibili prevalentemente mediante viabilità a fondo cieco, sono occupate da insediamenti produttivi, orientati ortogonalmente all’asse della Statale Appia, e dal parco pubblico di Torrette, di recente realizzazione.

Il sistema urbano di Torelli rappresenta il collegamento tra i due sistemi precedenti.

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Presenta un andamento prevalentemente ortogonale ai sistemi di Mercogliano e Torrette e una forte discontinuità in corrispondenza dell’autostrada, che costituisce una barriera che, nel tempo, ha anche modificato il primo andamento dell’edificato, concentrato nel nucleo storico. Anche la presenza del cimitero comunale, con la sua fascia di rispetto, ha rappresentato un elemento di interruzione dell’edificato. Il nucleo storico di Torelli si snoda a partire dall’incrocio tra via San Nicola e via Traversa. Tale incrocio doveva ricoprire un ruolo territoriale rilevante, oggi cancellato dall’interruzione di via Traversa in corrispondenza del rilevato autostradale. Nei pressi dell’incrocio vi è il campanile della chiesa di San Nicola, antico riferimento urbano del centro storico. Verso Torrette si sviluppa, alle spalle del nucleo storico, un aggregato urbano caratterizzato da un impianto piuttosto regolare che salda l’antica Torelli con la statale Appia. Ai bordi di tale sistema vi è la villa comunale, mentre allo snodo con la cortina storica vi è la nuova chiesa di San Nicola. Centralmente un isolato pubblico, occupato da giardinetti e dalla scuola, funge da riferimento per l’unità urbana. La parte alta di Torelli si sviluppa in maniera quasi radiale, come a ricongiungersi con viale San Modestino. Interventi edilizi riferibili a progetti unitari (piani di lottizzazione e P.E.E.P) conferiscono a questa parte di città un aspetto piuttosto compatto. Un isolato urbano pubblico, con verde attrezzato e sportivo, si trova in posizione baricentrica rispetto all’unità urbana. Al di là del torrente dell’Acqua delle Noci, che borda il limite di Torelli verso Capocastello vi è un piccolo nucleo di origine rurale, non molto ben collegato. Infine, allo snodo del sistema di Mercogliano alta con Torelli, si trova un piccolo “quartiere” a scacchiera, realizzato in attuazione del Piano di Fabbricazione, snodo tra Torelli e Mercogliano alta. Il sistema urbano si chiude ad est con il nuovo asse di collegamento tra Torrette e Mercogliano. Tale asse non presenta urbanizzazioni rilevanti a meno del recinto commerciale ad est dell’asse. Connessi a tale area, funzionalmente molto importante, vi sono diversi spazi aperti piuttosto determinanti.

A valle del sistema di Mercogliano Alta circondata da boschi di rilevanza storica e 40

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paesaggistica, vi è l’Abbazia di Loreto, che costituisce un importante riferimento territoriale, idealmente collegata a quella di Montevergine, di cui era infermeria e centro amministrativo, non solo delle antiche funzioni, ma anche dalla giacitura reciprocamente allineata. Quasi speculare rispetto all’asse Mercogliano-Torrette è l’altro importante edificio religioso, l’orfanotrofio delle suore Benedettine. Questi due complessi monastici definiscono idealmente un’insula posizionata in maniera fortemente strategica rispetto all’abitato, che si è andato disponendo, nel tempo, quasi a corona intorno ad essi. Alcune delle aree comprese in questo ideale macrolotto monumentale sono state oggetto di interventi di realizzazione di attrezzature pubbliche sportive che purtroppo, nel momento in cui si scrive, risultano momentaneamente chiuse al pubblico.

Nell’area agricola periurbana compresa tra l’abitato di Mercogliano ed Avellino si collocano alcuni addensamenti urbani sorti in contesti prevalentemente rurali. Tali addensamenti si raggruppano prevalentemente lungo via Serroni, nei pressi della sede degli uffici regionali. Altri piccoli nuclei sparsi si trovano a ridosso dei Pennini. Si tratta prevalentemente di edilizia isolata aggregata lungo le strade di maggiore percorrenza. Tuttavia a Serroni, è in corso la realizzazione di interventi di edilizia economica e popolare di dimensione maggiormente rilevante.

L’altopiano di Sant’Anna, ad ovest del borgo di Capocastello, è caratterizzato da edilizia fortemente dispersa di carattere rurale. L’area maggiormente interessata dall’edificazione sparsa è la parte compresa tra via Sant’Anna e via Esca dei Monti. E’ presente anche una piccola chiesa da cui deriva il toponimo dell’area.

L’unità di Montevergine raggruppa gli elementi puntuali che caratterizzano la cima del monte, a partire dal primitivo insediamento abbaziale, fino al rifugio CAI e alla base NATO. Si tratta di puntuali interventi in ambito naturalistico oggetto di numerose presenze umane soprattutto legate al turismo religioso, ma anche all’escursionismo.

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Per valutare il sistema della mobilità di Mercogliano è necessario considerare prima di tutto l’accessibilità territoriale. Il territorio di Mercogliano è attraversato dell’autostrada A16 Napoli - Canosa che ha segnato lo sviluppo dell’agglomerato urbano. La presenza del casello autostradale “Avellino Ovest” immette il flusso degli autoveicoli su via Nazionale (S.S. 7 bis – statale Appia) che, nonostante la sede stradale ampia, risulta congestionata. Via Nazionale Torrette è una strada di collegamento molto importante, con Avellino e Monteforte. Lungo quest’asse, soprattutto nel corso degli ultimi trent’anni, si sono sviluppate numerose attività commerciali e industriali, diventando uno dei centri economici più grandi dell’intera provincia. La sezione stradale si presenta abbastanza articolata, se si considerano le ampie fasce di parcheggio pubblico poste al di là dei marciapiedi. Dal centro di Torrette è possibile raggiungere l’agglomerato più antico di Mercogliano attraverso via Santangelo, una strada principale comunale a doppio senso di marcia in cui il traffico veicolare risulta intenso. Alternativo a via Santangelo è lo storico percorso passante per Torelli, che presenta però alcuni restringimenti in corrispondenza del centro storico. Ulteriore collegamento è quello lungo via Serroni che connette Avellino a Mercogliano attraversando le zone agricole intermedie tra i due comuni. Per quanto riguarda la parte alta assume particolare importanza la ex Strada statale 374 di Summonte e di Montevergine. L'arteria ha inizio in località Torelli, frazione di Mercogliano, distaccandosi dalla strada statale 7 bis di Terra di Lavoro. Il tracciato prosegue in direzione nord costeggiando il massiccio del Partenio, raggiungendo, Ospedaletto d'Alpinolo (da dove parte la diramazione per il santuario di Montevergine), Summonte, Sant'Angelo a Scala, Pietrastornina e Roccabascerana. L’arteria è particolarmente acclive e tortuosa, ma è caratterizzata da una notevole panoramicità.

Tra le strade urbane va senza dubbio rilevata la particolare conformazione di viale San Modestino con la sua caratteristica alberatura e i percorsi pedonali laterali. 42

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Tale viale però, dopo il campanile della chiesa perde completamente i caratteri di unitarietà a partire dal campanile ad arco passante della chiesa di San Modestino.

. SCHEMA DELLA MOBILITA’ URBANA

A partire da questi assi principali si diramano una serie di strade spesso ortogonali di servizio ai vari insediamenti. Per tali tronchi stradali vanno rilevate le seguenti criticità: - presenza di maglie viarie incomplete, con numerose strade cieche che si interrompono; - inadeguatezza in alcuni punti delle sezioni stradali; - discontinuità dei percorsi pedonali (mancanza di marciapiedi e di percorsi pedonali dedicati).

Gli antichi resti del castello Medioevale sono raggiungibili attraverso Via Roma, caratterizzata da una sede stradale particolarmente acclive. Via Roma risulta una delle strade comunali più interessanti poiché numerosi sono i punti di belvedere lungo il suo percorso. 43

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Per quanto riguarda il centro storico si rileva la presenza di una pavimentazione in pietra solo lungo corso Garibaldi. Numerose rampe e scale caratterizzano il borgo di Capocastello. L’art. 3 del DM 1444/68 prevede definisce a dotazione minima e inderogabile, di aree per attrezzature pubbliche da standard, ovvero scuole, verde attrezzato e sportivo di quartiere, parcheggi, attrezzature di interesse comune. Tale quantità è definita dal parametro di 18 mq/ab. La Legge Regionale n. 14/1982 In questa parte ancora vigente innalza tale parametro a 20 mq/ab.

Rispetto a tali limiti il quadro delle attrezzature esistenti risulta quindi carente, poiché rispetto agli abitanti censiti a fine 2014, pari a 12.391, le attrezzature pubbliche sono pari a 10,6 mq/ab, per un totale di 131.867 mq. Si tratta quindi di circa la metà del minimo previsto. In particolare per quanto riguarda le attrezzature scolastiche, le quantità esistenti sono pari a 1,99 mq/ab, contro i 4,5 mq/ab previsti. Si riscontra una certa carenza, di asili nido e scuole materne. I plessi esistenti necessitano di ampliamenti ed integrazioni, anche al fine di aumentare la dotazione di servizi connessi alla didattica.

Il parametro relativo alle attrezzature di interesse comune è basso, 0.71 mq/ab, rispetto ai 2 mq richiesto dal Decreto ministeriale. Sono inoltre presenti centri a supporto delle attività sociali e culturali per i quali andrebbero definiti con maggiore chiarezza il ruolo e le funzioni. Si avverte la necessità servizi più specifici alle varie fasce di popolazione.

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Il parametro relativo al verde attrezzato e sportivo risulta pari a 5,28 mq/ab rispetto ai 9 mq/ab. Rilevante risulta l’ impianto sportivo in località San Modestino per il quale sono in corso operazioni di ampliamento ed integrazione. Numerose sono le piccole aree verdi realizzate nell’ambito dei Piani di lottizzazione, che risultano tuttavia indeterminate nel loro carattere e spesso prive di adeguata manutenzione, anche perché eccessivamente polverizzate. Tra le aree verdi di maggior rilievo si ricordano i tre parchi di Mercogliano, di Torrette e di Torelli, per il quale andrebbe prevista la rifunzionalizzazione della struttura coperta esistente.

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Il parametro relativo ai parcheggi è pari a 1,73 mq/ab evidenziando un livello di dotazione sicuramente migliore rispetto alle altre categorie di attrezzature. Andrebbe tuttavia migliorata la qualità delle realizzazione. Specialmente i parcheggi più piccoli sono privi di pubblica illuminazione, e presentano superfici asfaltate impermeabili.

Il parametro di 1mq/ab definito dalla L.R. 9/1990 circa gli edifici di culto è quasi soddisfatto (0,89 mq/ab). Tuttavia la presenza di complessi religiosi di ampia rilevanza territoriale, non inclusi in tale parametro, contribuisce a rendere pienamente soddisfatta la situazione relativa agli edifici di culto. Se per le attrezzature da standard si rileva una situazione di carenza, sono da rilevare numerose attrezzature di livello territoriale di notevole importanza e richiamo. Ad esempio di natura ospedaliera, come il centro oncologico CROM o di natura direzionale, come la sede Regionale STAF – Cultura, lavoro e formazione e la sede del consorzio dell’Alto Calore. Notevoli sono altresì i complessi culturali di 46

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riferimento territoriale, come la Badia di Loreto con l’importante biblioteca e il complesso dei ruderi del Castello Medioevale, attrezzati anche per spettacoli all’aperto. Importanti per definire la dotazione complessiva di attrezzature e servizi, sono altresì le strutture a servizio della mobilità, come il terminal BUS dell’Air, ma anche quelle a servizio della Pubblica Sicurezza come la caserma dei Carabinieri.

Un altro importante aspetto necessario per la costruzione di un quadro propedeutico alla disposizione della strategia pianificatoria è la valutazione delle dinamiche demografiche in atto. Tale aspetto è importante per la determinazione dei fabbisogni relativi alle aree pubbliche e all’edilizia.

Osservando l’andamento della popolazione negli ultimi decenni si riscontra una certa stabilità almeno fino agli anni ‘30, dopo i quali si riscontra una notevole aumento del numero di abitanti fino agli attuali 12.391 abitanti (2014).

Focalizzando l’attenzione all’ultimo decennio si nota una crescita piuttosto costante fino al 2009. I saldi naturali fino a tale anno risultano sempre positivi attestandosi intorno a 50 – 60 unità all’anno con un picco nel 2006, anno nel quale si registra un incremento di 100 unità. Il tasso sociale invece in questo periodo presenta valori molto diversi tra loro, alternandosi anni con tassi sociali nettamente positivi (ad esempio nel 2003) ad anni con tassi sociali in evidente flessione (ad esempio nel 2006).

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Gli anni 2010 e 2011 presentano una flessione del numero di abitanti dovuti sia a tassi naturali molto bassi che a tassi sociali costantemente negativi.

Il numero di famiglie presenta nel decennio una costante crescita: la dimensione media va, di fatto, riducendosi sempre di più bilanciando la decrescita del numero di abitanti.

ANDAMENTO DEMOGRAFICO 2001 - 2014

saldo saldo dimensione anno nati morti naturale immigrati emigrati sociale popolazione famiglie famiglia 2001 126 57 69 434 297 137 11641 4072 2,86 2002 151 66 85 450 395 55 11781 4020 2,93 2003 151 71 80 581 304 277 12138 4133 2,94 2004 128 67 61 552 458 94 12293 4237 2,90 2005 142 86 56 492 427 65 12414 4333 2,86 2006 164 64 100 373 538 -165 12349 4345 2,84 2007 134 78 56 429 412 17 12422 4410 2,82 2008 131 67 64 430 443 -13 12473 4440 2,81 2009 147 79 68 396 418 -22 12519 4479 2,80 2010 88 91 -3 442 487 -45 12471 4495 2,77 2011 19 24 -5 378 435 -57 12403 4521 2,73 2012 97 70 27 422 502 -80 12339 4519 2,7 2013 91 87 4 492 444 +48 12339 4563 2,71 2014 111 94 17 358 467 -109 12391 4858 2,52

Al fine di valutare la natura e la stabilità della crescita della popolazione è possibile prendere in considerazione i soli saldi naturali che si presuppone sostengano la crescita in maniera maggiormente continuativa e prevedibile. In particolare facendo riferimento alla media del tasso di incremento degli ultimi cinque anni e la media del tasso di incremento degli ultimi dieci anni si riscontra una situazione di crescita che tende progressivamente a diminuire.

TASSI DI INCREMENTO PERCENTUALE RELATIVI AL SOLO SALDO NATURALE 2001 - 2014 incremento anno popolazione saldo naturale percentuale 2001 11641 69 0,59% 2002 11781 85 0,72% 2003 12138 80 0,66% 2004 12293 61 0,50% 2005 12414 56 0,45% 2006 12349 100 0,81% 2007 12422 56 0,45%

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2008 12473 64 0,51% 2009 12519 68 0,54% 2010 12471 -3 -0,02% 2011 12432 4 0,03% 2012 12339 27 -0,21% 2013 12339 4 -0,03% 2014 12391 17 -0,13% Media ultimi 10 anni 0,32% Media ultimi 5 anni 0,08% Media delle medie 0,20%

Insieme ai parametri legati alla popolazione risultano essere importanti quelli riferiti al patrimoni abitativo disponibile da confrontare con il numero di famiglie. Un auspicabile equilibrio tra numero di abitazioni e numero di famiglie è riconducibile ad un indice di coabitazione pari a 1 alloggio/famiglia.

PATRIMONIO ABITATIVO E NUMERO DI FAMIGLIE 1991 - 2011

Anno censimento Numero famiglie Abitazioni totali Abitazioni vuote 2011 4521 4739 635 13,4% 2001 4072 4659 707 15,2% 1991 2880 3352 636 18,95

I dati intercensuari dimostrano che vi è una differenza significativa tra numero di famiglie e numero di alloggi e che,al di la dell’eterogeneità dei dati, vi è sempre una quota di abitazioni vuote congruente con la differenza tra numero di famiglie e numero di alloggi. Va notata la progressiva diminuzione della quota di alloggi vuoti che, tuttavia resta sempre significativamente presente. Attraverso operazioni di rilievo puntuale andrà successivamente determinata l’effettiva abitabilità degli alloggi rispetto ai parametri di vivibilità che possono essere così sintetizzati:

- adeguabilità degli alloggi più vecchi rispetto agli standard igienici (realizzabilità di bagni, caldaie etc…); - numero di vani utili con particolare riferimento agli alloggi monovano; - localizzazione ai piani bassi e mancanza di affacci ulteriori rispetto a quello su strada.

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1.3.8 Rifiuti

Le tematiche connesse con la gestione dei rifiuti hanno assunto una notevole rilevanza negli ultimi anni in quanto sono sempre più frequenti i casi in cui gli impianti esistenti sono insufficienti per far fronte all’attuale fabbisogno stante il costante aumento delle quantità prodotte. Per far fronte a questa situazione l’attuale impianto normativo tende a favorire prioritariamente la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti con iniziative che permettano tra l’altro di sviluppare prodotti che contribuiscano il meno possibile ad incrementare la quantità o la nocività dei rifiuti e i rischi di inquinamento; l’adozione di idonee tecnologie per l’eliminazione delle sostanze pericolose presenti nei rifiuti costituisce un’azione che favorisce il recupero di questi rifiuti. Per quanto concerne il contenimento nella produzione dei rifiuti (D.Lgs. 152/2006 art. 180) la legge affida alle Pubbliche Amministrazioni il compito di applicare misure che riguardano: a) la promozione di strumenti economici, ecobilanci, sistemi di certificazione ambientale, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e di sensibilizzazione dei consumatori, I’uso di sistemi di qualità, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecologico ai fini della corretta valutazione dell’impatto di uno specifico prodotto sull’ambiente durante l’intero ciclo di vita del prodotto medesimo; b) la previsione di clausole di gare d’appalto che valorizzino le capacità e le competenze tecniche in materia di prevenzione della produzione di rifiuti; c) la promozione di accordi e contratti di programma o protocolli d’intesa anche sperimentali finalizzati, con effetti migliorativi, alla prevenzione ed alla riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti; d) l’attuazione del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, e degli altri decreti di recepimento della direttiva 96/61/CE in materia di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento. 50

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Al fine di conseguire una riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti la legge (D.Lgs. 152/2006 art. 181) ha inoltre individuato una serie di misure, come ad esempio il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggio dei rifiuti; è prevista anche la possibilità di ottenere materia prima secondaria dai rifiuti. Da un punto di vista economico s’intende favorire, attraverso specifiche condizioni di appalto, il mercato di tali materiali. Infine, il rifiuto viene visto anche come risorsa per la produzione di energia. La conoscenza della consistenza delle produzioni delle diverse tipologie di rifiuti costituirà un passaggio obbligato per valutare l’adeguatezza complessiva del sistema di gestione ma anche per valutare le pressioni indotte sull’ambiente. Per una corretta analisi dei dati bisogna tener conto che la legge individua un sistema di classificazione dei rifiuti secondo l’origine, che Ii distingue in urbani e speciali e, secondo le caratteristiche di pericolosità, in pericolosi e non pericolosi. Sono rifiuti urbani: - i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; - i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell’articolo 198, comma 2, lettera g); - i rifiuti provenienti dalla pulizia delle strade; - i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua; - i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; - i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e).

Sono rifiuti speciali: - i rifiuti da attività agricole e agroindustriali;

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- i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall’articolo 186; - i rifiuti da lavorazioni industriali, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 185, comma 1, lettera i); - i rifiuti da lavorazioni artigianali; - i rifiuti da attività commerciali; - i rifiuti da attività di servizio; - i rifiuti derivanti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi; - i rifiuti derivanti da attività sanitarie; - i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti; - i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti; - il combustibile derivato da rifiuti; - i rifiuti derivati dalle attività di selezione meccanica dei rifiuti solidi urbani.

La raccolta differenziata a Mercogliano ha raggiunto risultati significativi. Infatti negli ultimi anni si è riscontrato un incremento della percentuale di rifiuti differenziati. Rifiuti prodotti nel comune di Mercogliano anni 2006 - 2010 C.E.R. DESCRIZIONE C.E.R. 2006 2007 2008 2009 2010 Raccolta non differenziata t/a t/a t/a t/a t/a 200301 RIFIUTI URBANI NON DIFFERENZIATI 4.501.420 4.217.040 9.759 4514 1.938 C.E.R. DESCRIZIONE C.E.R. 2006 2007 2008 2009 2010 Raccolta differenziata t/a t/a t/a t/a t/a 200101 CARTA E CARTONE 10.040 20 348 646 387 200102 VETRO 102.440 122.320 504 378 239 200123 APPARECCHIATURE FUORI USO CONTENENTI CLOROFLUOROCARBURI 0 9.660 22 7 200132 MEDICINALI DIVERSI DA QUELLI DI CUI ALLA VOCE 20 01 31 0 0 2 0 0 200133 BATTERIE E ACCUMULATORI DI CUI ALLE VOCI 160601, 160602, 160603 NONCHE’ BATTERIE E ACCUMULATORTI NON SUDDIVISI CONTENENTI TALI BATTERIE 0 0 0 0

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200134 BATTERIE E ACCUMULATORI DIVERSI DA QUELLI IN CUI ALLA VOCE 20 01 33 53 135 0 0 0 200135 APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE FUORI USO, DIVERSE DA QUELLE DI CUI ALLA VOCE 200121 E 200123, CONTENENTI COMPONENTI PERICOLOSI (6) 0 0 0 0 0 200136 APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE FUORI USO 0 0 0 0 200139 PLASTICA 0 0 0 0 0 200140 METALLO 3.220 4.000 24 17 0 200201 RIFIUTI BIODEGRADABILI (verde) 47.525 126.090 433 400 317 200302 RIFIUTI DEI MERCATI 0 0 0 200307 RIFIUTI INGOMBRANTI 0 0 246 206 86 RIFIUTI URBANI NON SPECIFICATI 200399 ALTRIMENTI 77.695 68.320 0 243 0 IMBALLAGGI IN CARTA E 150101 CARTONE 0 0 201 34 53 150102 IMBALLAGGI IN PLASTICA 102.995 184.330 376 449 86 150103 IMBALLAGGI IN LEGNO 0 48.845 163,6 0 0 150104 IMBALLAGGI METALLICI 0 0 0 0 0 IMBALLAGGI IN MATERIALI 150105 COMPOSITI 0 800 0 0 0 150106 IMBALLAGGI IN MATERIALI MISTI 0 0 30 0 743 150107 IMBALLAGGI IN VETRO 77.451 36.595 148 0 0 150109 IMBALLAGGI IN MATERIA TESSILE 0 0 0 0 0 200303 RESIDUI DELLA PULIZIA STRADALE 0 0 0 0 0

ALTRI RIFIUTI NON 200203 BIODEGRADABILI 0 47140 0 0 0 MEDICINALI DIVERSI DA QUELLI 200132 DI CUI ALLA VOCE 20 01 31 330 360 0 0 0 RIFIUTI BIODEGRADABILI DI 200108 CUCINE E MENSE 259 303 874 1.299 1.367 tot. rd 422.008 648.918 3.372 3.672 3.285 tot. rsu 4.501.420 4.217.040 9.759 4514 1.938 TOTALE 4.923.428 4.865.958 13.131 8.186 5.223 % rd 8,5% 13,3% 25,6% 44,8% 62,9%

1.4 Problemi ambientali

A questo punto risulta necessario evidenziare tutti i problemi ambientali presenti. In questa prima fase si prendono in considerazione le individuazioni di rischio frana delle Autorità di Bacino del Liri – Garigliano e Volturno e dell’Autorità di Bacino

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della Campania Centrale. Infine si faranno considerazioni sul rischio sismico introdotte nello studio geologico preliminare allegato.

Tali questioni sono prese in considerazione per la futura azione pianificatrice e in questa fase preliminare le aree interessate da rischio frana non sono state interessate da interventi di urbanizzazione.

1.4.1 Rischio idrogeologico: il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico

Dal punto di vista dell’assetto idrogeologico, per il territorio comunale di Mercogliano si fa riferimento alle disposizioni dettate da due diverse Autorità di Bacino: l’Autorità di Bacino della Campania Centrale e l’Autorità di Bacino dei Fiumi Liri - Garigliano e Volturno. Entrambe le autorità hanno redatto un Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico. L’inclusione del comune di Mercogliano in due Autorità di Bacino sottolinea il ruolo di snodo e cerniera del territorio anche dal punto di vista della conformazione geo – idro – morfologica disponendosi a cavallo della linea di spartiacque che divide i Bacini idrografici del Volturno e del Clanio – Regi lagni.

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MERCOGLIANO NEI PIANI STRALCIO

All’interno del Comune di Mercogliano, il PAI dell’Autorità di Bacino della Campania Centrale individua le seguenti aree di pericolosità da frana: - P1 - Pericolosità bassa o trascurabile: Aree di ambito sub-pianeggiante, collinare o montuoso in cui si rilevano scarse o nulle evidenze di dissesto in atto o potenziali e scarsa o nulla dipendenza dagli effetti di fenomeni di dissesto presenti nelle aree adiacenti e nelle quali non si rilevano significativi fattori predisponenti al dissesto; - P2 - Pericolosità media: Aree caratterizzate da scarse evidenze di dissesto potenziale e dalla scarsa presenza di fattori predisponenti al dissesto o dalla prossimità di aree interessate da dissesto;

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- P3 - Pericolosità elevata: Aree caratterizzate dalla presenza di dissesti quiescenti e/o inattivi, da limitate evidenze di fenomeni di dissesto potenziale o dalla concomitanza di fattori predisponenti al dissesto o dalla prossimità di aree interessate da dissesti attivi o potenzialmente riattivabili; - P4 - Pericolosità molto elevata: Aree caratterizzate dalla presenza di dissesti attivi, da fenomeni di dissesto attualmente quiescenti a seguito della presenza di evidenze manifeste di fenomeni di dissesto potenziali o dalla concomitanza di più fattori con caratteristiche fortemente predisponenti al dissesto. Tali aree sono localizzate nella parte più a nord del territorio comunale, lungo i versanti di Campo Maggiore e nella parte montana verso Monteforte.

Anche nel PAI Autorità di Bacino dei Fiumi Liri - Garigliano e Volturno sono individuate aree a rischio molto elevato. Si tratta del versante urbanizzato a nord di viale san Modestino e di viale Matteotti nonchè delle aree interessate insediamenti montani di Sant’Anna, dal Santuario e dalla base Nato.

Il PAI individua altresì: - aree di alta attenzione (A4): potenzialmente interessate da fenomeni di innesco, transito ed invasione di frana a massima intensità attesa alta, per le quali si applicano i divieti e le prescrizioni delle aree a rischio molto elevato. Si tratta prevalentemente delle aree relative ai valloni che incidono il versante del Montevergine; - aree di moderata attenzione (A1): aree che ricadono all’interno di una frana a massima intensità attesa bassa nelle quali si applicano i divieti e le prescrizioni delle aree a rischio moderato . Si tratta di un’area di limitate estensioni a confine con il comune di Ospedaletto di Alpinolo; - aree a rischio potenzialmente alto – Rpa: aree nella quale il livello di rischio, potenzialmente alto, può essere definito solo a seguito di indagini e studi a scala di maggior dettaglio;

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- aree di attenzione potenzialmente alta Apa: aree non urbanizzata, nella quale il livello di attenzione, potenzialmente alto, può essere definito solo a seguito di indagini e studi a scala di maggiore dettaglio. - In queste aree, Rpa e Apa si applicano i divieti e le prescrizioni relative alle aree a rischio molto elevato (R4) e con le medesime eccezioni, fermo restando la possibilità di annullare o modificare le relative perimetrazioni e le misure di salvaguardia relative all’assetto idrogeologico di tali aree a seguito di studi ed indagini a scala di maggior dettaglio che consentano una definizione, a scala adeguata, delle condizioni di stabilità del territorio. Oltre ad alcune aree montane, sono interessate da tali perimetrazioni le aree della cava in località Pennini.

Infine il PAI individua aree di possibile ampliamento dei fenomeni franosi, ovvero di fenomeni di primo distacco, per la quale si rimanda al D.M. LL.PP. 11/3/88 diffuse lungo tutti i versanti del Monte Sole, del monte Pietrantuono e di Montevergine. La parte del territorio comunale posta in pianura non presenta alcun tipo di suscettibilità a fenomeni franosi o di inondazione.

1.4.2 Rischio sismico

Il territorio comunale di Mugnano del C.le (AV), a seguito della riclassificazione sismica del 2002 della Regione Campania, è classificato a Media sismicità – Zona 2 (ag=0.25g).

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Classificazione sismica del 2002 dei Comuni della Regione Campania Zona 1, valore di ag=0.35g; Zona 2, valore di ag=0.25g; Zona 3, valore di ag=0.15g.

Inoltre, la mappa del territorio nazionale per la pericolosità sismica (Fig. 7.8), disponibile on‐line sul sito dell’INGV di Milano, redatta secondo le Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/2008), indica che il territorio comunale di Mercogliano (Av) rientra nelle celle contraddistinte da valori di ag di riferimento compresi tra 0.175 e 0.225 (punti della griglia riferiti a parametro dello scuotimento ag; probabilità in 50 anni 10%; percentile 50).

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Mappa di pericolosità sismica redatta a cura dell’INGV di Milano secondo le Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/2008) ‐ Punti della griglia riferiti a: parametro dello scuotimento ag; probabilità in 50 anni 10%; percentile 50.

Per la valutazione di “comportamenti” futuri del terremoto risulta necessaria la conoscenza dei comportamenti passati, in termini di numero, frequenza e severità degli eventi. Ci si riferisce a precedenti storici riportati nei cataloghi sismici nazionali, tra cui in particolare si citano: - Catalogo parametrico di terremoti italiani 1901‐2006 (CPTI versione 2008) a cura dell’INGV; - Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 A.C. al 1990 ” Vol. I e II, INGV.

Questo studio sulle “Massime intensità macrosismiche osservate nei Comuni italiani”, riporta quelle che sono chiamate Intensità massime osservate Imax che corrispondono, però, a quelle realmente osservate per i soli casi in cui le osservazioni sono disponibili; altrimenti sono stimate sulla base delle osservazioni disponibili per i Comuni limitrofi.

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Storia sismica di Mercogliano (estratto da DBMI08aq – I.N.G.V.)

Si riporta, di seguito, una tabella riportante le massime intensità macrosismiche osservate nel Comune di Mercogliano (fonte I.N.G.V.).

Comune Re Pr Com Lat Lon Imax MERCOGLIANO 15 64 49 40.91802 14.73498 9

Massime intensità macrosismiche osservate nel Comune di Mercogliano

La valutazione dell’influenza delle locali condizioni litologiche e morfologiche sulla risposta sismica locale, definisce l’appartenenza dei terreni compresi tra il piano d’imposta delle fondazioni delle realizzande opere strutturali alla specifica categoria di suolo di fondazione, attraverso la stima dei valori della velocità media delle onde sismiche di taglio Vs. 60

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Il D.M. 14/01/2008, coerentemente con quanto indicato nell’Eurocodice 8, prevede una classificazione del sito in funzione sia della velocità delle onde S nella copertura che dello spessore della stessa. Vengono identificate 5 classi, A, B, C, D e E ad ognuna delle quali è associato uno spettro di risposta elastico. Lo schema indicativo di riferimento per la determinazione della classe del sito è il seguente:

Classe Descrizione

Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di A Vs30 superiori a 800 m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale di spessore massimo pari a 3 m. Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o B terreni a grana fina molto consistenti, con spessori superiori a 30m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche

con la profondità e da valori di Vs30, compresi fra 360 m/s e 800 m/s

(Nspt,30>50 nei terreni a grana grossa o cu30 >250 kPa nei terreni a grana fina). Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a C grana fina mediamente consistenti, con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà

meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi fra 180 e 360

m/s (15< Nspt,30<50 nei terreni a grana grossa, 70< cu30<250 kPa nei terreni a grana fina). Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati oppure di D terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà

meccaniche con la profondità e da valori di Vs30<180 m/s (Nspt,30<15

nei terreni a grana grossa, cu30<70 kPa nei terreni a grana fina). Terreni di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, giacenti su E un

substrato di riferimento (Vs30>800 m/s).

Per Vs30 s’intende la media pesata delle velocità delle onde S negli strati fino a 30 metri di profondità dal piano di posa della fondazione, calcolata secondo la relazione:

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In generale il fenomeno dell’amplificazione sismica diventa più accentuato passando dalla classe A alla classe E. Alle cinque categorie descritte se ne aggiungono altre due per le quali sono richiesti studi speciali per la definizione dell’azione sismica da considerare.

Classe Descrizione

Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs30 inferiori a 100 m/s (o 10< S1 cu30<20), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o argille altamente organiche.

Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive, o S2 qualsiasi altra categoria non rientrante nelle classi precedenti.

Ai fini della microzonazione sismica risulta, dunque, importante localizzare con precisione le zone di maggiore pericolosità. Per studiare la risposta locale dei terreni e predisporre delle mappe di scuotibilità di sito è indispensabile avere dettagliate informazioni circa le caratteristiche geologiche degli strati più superficiali e comunque per uno spessore minimo di 30 m dal piano campagna, dedotte da indagini geognostiche e prospezioni sismiche sia in superficie che in foro. Come riportato nelle Linee Guida Finalizzate alla Mitigazione Del Rischio Sismico ‐ Regione Campania 2006, cui si fa riferimento per la micro zonazione in parola: “E’ da sottolineare che, nello spirito della normativa, tale suddivisione del territorio Comunale rappresenta una sottozonazione sismica a carattere ancora generale, a livello cioè di pianificazione del territorio e non può, né vuole, rappresentare una specifica e corretta identificazione della categoria di terreno presente nell’immediato sottosuolo di uno specifico sito. I valori di “VS30” determinati nei vari punti stazione vengono infatti estrapolati nelle diverse aree sulla base anche della litologia affiorante e, come è ben comprensibile, possono

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solo essere rappresentativi di situazioni non particolari, ma generali, come è appunto negli obiettivi di una Microzonazione in prospettiva sismica di un territorio Comunale. Si dovrà raccomandare, pertanto, che in sede successiva, di piani esecutivi, venga effettuata la determinazione attenta delle caratteristiche del terreno secondo le procedure di valutazione della risposta sismica di sito e sulla base di indagini che permettano una corretta valutazione del modello geolitologico e sismico del sottosuolo dell’area specifica interessata dalle fondazioni e di quella immediatamente ad essa circostante.” In riferimento alla normativa per l’elaborazione dei P.U.C., quindi, saranno individuate le zone del territorio comunale a diverso comportamento elastico e dinamico in occasione di sollecitazioni sismiche. Per avere informazioni dettagliate sulle caratteristiche dei terreni superficiali per i primi 30 m di spessore, allo scopo di elaborare un modello geologico del sottosuolo, dovranno essere presi in considerazione: - i diversi sondaggi meccanici e sismici relativi all’elaborazione dello studio geologico finalizzato alla redazione del P.U.C.; - i diversi sondaggi meccanici e le varie prove sismiche in foro e/o superficiali effettuate nel territorio comunale; - le specifiche indagini geognostiche in sito ed in laboratorio a farsi, ad integrazione di quelle già eseguite ed indicate nei punti precedenti.

Le informazioni ed i dati raccolti consentiranno l’elaborazione di carte tematiche di supporto alla redazione del Piano Urbanistico Comunale. Esse rappresenteranno il punto di partenza: - per la pianificazione delle destinazioni d’uso; - per le scelte urbanistiche compatibili e per l’utilizzo del territorio secondo i criteri dello “sviluppo sostenibile”; - per la localizzazione delle aree da sottoporre a vincoli di carattere geologico‐ambientale, aree che saranno escluse da utilizzazioni future.

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1.4.3. Problemi ambientali connessi a vincoli paesaggistici e culturali vincoli gravanti sul territorio comunale

Il PUC prende in considerazione una realtà territoriale ricca e complessa, contraddistinta dalla presenza e dalla sovrapposizione di numerosi vincoli sovra- ordinati che prefigurano particolari scenari di intervento e condizionano le scelte urbanistiche. Un primo gruppo di aree vincolate riguarda parti estese del territorio, ed è finalizzato alla conservazione delle specificità paesaggistiche ed ambientali. Si tratta in primo luogo dell’area SIC, che comprende buona parte del territorio montano e pedemontano di Mercogliano. La presenza di tale area impone valutazioni specifiche rispetto alle trasformazioni territoriali che possono alterare direttamente o indirettamente gli equilibri ambientali dell’area. Ampie aree montane, in parte anche edificate, sono vincolate con R.D.L. 3267/23. Tale vincolo può considerarsi più generico e meno approfondito rispetto alle più recenti perimetrazioni del PAI, descritte nei paragrafi successivi. Vi sono poi due aree gravate dal vincolo paesaggistico definito dall’art.136 D.Leg. 42/2004. Una prima area, vincolata con D.M. 9/2/67 riguarda l’area limitrofa al Palazzo Abbaziale di Loreto e l’istituto “Maria S.S. di Montevergine” fino al viale san Modestino. L’altra area vincolata con D.M. 21/6/91, comprende il borgo di Capocastello e vaste aree montane retrostanti, preservando quindi sia il borgo che il suo “sfondo”. Bisogna inoltre ricordare la presenza di aree vincolate “per legge” di cui all’ art. 142 D.Leg. 42/2004 ovvero la fascia di 150 m lungo il torrente che da Torrette interseca il centro di Mercogliano ai piedi di Capocastello (Acqua delle Noci) ed in parte tombato, nonché le parti del territorio comunale al di sopra dei 1200 m s.l.m. ed una ampia zona a Montevergine gravata da usi civici.

Un secondo gruppo di vincoli è quello che riguarda i beni immobili di interesse artistico, storico ed architettonico. Di proprietà del comune, e quindi vincolati ope

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legis, risultano i due edifici municipali e il Mulino dell’Acqua del Pero, nei pressi della porta dell’Acqua presso cui è visibile l’unico tratto superstite di murazione. Numerose sono altresì le chiese vincolate tra cui ovviamente, il complesso di Montevergine. Nel borgo di Capocastello si annoverano cinque chiese, tra cui la chiesa della Concezione, landmark storico del borgo medioevale, con la sua importante cripta. Esterne al borgo di Capocastello sono la Chiesa di San Modestino, anch’essa molto importante nella storia di Mercogliano; il campanile della chiesa di san Nicola, unica parte superstite della chiesa di Torelli crollata a seguito del sisma dell’80, e la piccola chiesa dell’Immacolata a Torrette. Di più recente costruzione, ma comunque da considerarsi vincolata è la chiesa dell’Annunziata e di San Guglielmo. Numerosi sono inoltre gli edifici interessati da specifico decreto di vincolo quasi tutti localizzati nel borgo medioevale. Si tratta del castello, interessato altresì da vincolo di completamento, l’edifico quattrocentesco della Dogana, presso la porta dei Santi, Palazzo Saveriano e Casa Izzo – casa Bianco, quest’ultime notevolmente alterate da una recente ricostruzione. Nella parte storico esterna al perimetro murario lungo corso Garibaldi si trovano palazzo Russo – Sensale, dalla particolare parete convessa e palazzo Galeotafiore con la connessa cappella sconsacrata di Sant’Anna. Inoltre sono interessati da vincolo l’istituto delle suore Benedettine, l’Abbazia di Loreto e villa Sensale, anticamente in aperta campagna ed oggi riassorbita nel contesto urbano di recente impianto di via Matteotti. L’Abbazia di Loreto è altresì interessata da vincolo di completamento, oggetto di alcune vertenze giudiziarie, a seguito delle quali l’area di vincolo risulta differente.

Concludono la sintetica disamina dei vincoli gravanti sul territorio comunale di Mercogliano le varie fasce di rispetto (cimiteriale, della funicolare, stradale - S.S. 7 bis ed autostradale ) e le varie aree percorse dal fuoco, sottoposte alle limitazioni di cui alla L. 325/2000. Prossimamente le informazioni saranno aggiornate in base alle disposizioni della nuova cartografia fornita dal Catasto Incendi Boschivi della Regione Campania.

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1.5 Questioni ambientali rilevanti

Lo stato dell’ambiente e delle risorse naturali è parte integrante delle caratteristiche del territorio. Queste informazioni, insieme alle caratteristiche socioeconomiche, costituiscono la base per la definizione delle priorità di sviluppo sostenibile. Tali informazioni saranno tradotte, una volta completata l’anamnesi sullo stato dell’ambiente, in indicatori di stato. In questa fase di conoscenza, al fine di orientare le prime scelte e fornire un quadro sintetico di riferimento è possibile descrivere l’attuale situazione ambientale del Comune di Mercogliano attraverso l’esplicitazione dei punti di forza, punti di debolezza, rischi ed opportunità. Tale quadro deve essere condiviso in sede di partecipazione dei cittadini per arrivare ad una costruzione di scenario congiunta tra esperti e stakeholders.

Di seguito si riporta la tabella recante l’analisi SWOT predisposta per Mercogliano indicante i punti di forza e debolezza e recante opportunità e minacce per il comune.

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FORZA DEBOLEZZA

- Presenza di un importante patrimonio - Aree urbane dismesse o sottoutilizzate; paesaggistico, ambientale e culturale; - Interruzione di aree ad alta naturalità - Presenza di un rilevante patrimonio da parte dell’asse autostradale; storico, artistico e monumentale; - Inadeguatezze infrastrutturali rispetto - Ruolo importante ricoperto dal al flusso registrato; santuario dell’Abbazia di - Discontinuità dei percorsi pedonali; Montevergine; - Assenza di un’adeguata - Tessuto edilizio - storico ben leggibile; regolamentazione per la - Presenza di punti e strade progettazione delle strutture legate panoramici; all’attività agricola. - Presenza di attività artigianali; - Risultati positivi per la gestione rifiuti.

OPPORTUNITA’ MINACCE

- Attenzione ai temi del recupero, della - Pressioni esterne sul mercato edilizio riqualificazione e dell’innalzamento comunale; dei parametri energetici; - Difficoltà nel coordinamento della - Progressiva crescita del settore pianificazione fra Mercogliano e i turistico - ricettivo, religioso ed comuni di Monteforte e Avellino; escursionistico; - Difficoltà nel costruire una visione - Implementazione delle strategie per il d’insieme del Comune di Mercogliano miglioramento dei collegamenti data la presenza di diversi nuclei urbani; policentrici. - Politiche per la valorizzazione dell’artigianato, per la conservazione degli elementi paesaggistici e dei tessuti storici.

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2 OBIETTIVI DI SVILUPPO E VALUTAZIONE DI COERENZA

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2.1 Obiettivi del Piano Urbanistico Comunale

Dallo studio delle problematicità e dall’individuazione delle risorse inespresse presenti nel territorio di Mercogliano risulta possibile delineare in termini molto concreti gli obiettivi da perseguire attraverso il nuovo strumento urbanistico generale della città: - la tutela delle componenti costitutive del paesaggio di Mercogliano; - la valorizzazione del patrimonio paesaggistico ed ambientale; - il completamento e il miglioramento dell’attuale processo di recupero e valorizzazione del tessuto edilizio storico; - la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e monumentale; - lo sviluppo del tema del recupero e della riqualificazione dei punti irrisolti del sistema urbano, partendo dalle aree urbane dismesse o sottoutilizzate; - l’incentivazione degli interventi volti all’innalzamento delle qualità energetico – prestazionali degli edifici di più recente costruzione; - lo sviluppo operativo del tema dell’accoglienza non solo in relazione alla realizzazione di strutture turistico – ricettive, ma anche in relazione alla realizzazione di attrattori di tipo territoriale; - la valorizzazione delle attività artigianali esistenti, delle filiere enogastronomiche e delle produzioni tipiche; - il miglioramento dei collegamenti interni urbani; - l’introduzione di nuovi sistemi innovativi di trasporto pubblico e di mobilità lenta e sostenibile ; - l’incremento della dotazione di attrezzature e servizi di livello urbano e territoriale.

La conservazione degli elementi paesaggistici rilevanti rappresenta uno dei primi obiettivi da portare avanti, unitamente alla valorizzazione degli stessi, coniugando il rispetto delle caratteristiche paesaggistiche ed ambientali alla possibilità di rendere le stesse maggiormente fruibili. Analogamente la conservazione e la valorizzazione dei tessuti storici e delle grandi architetture di riferimento urbano deve consentire la possibilità di tramandare il patrimonio storico e culturale anche 69

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attraverso la sua utilizzazione compatibile, che può diventare volano per la creazione di economie locali rilevanti.

Il tema della rigenerazione urbana si intreccia con il tema dell’innalzamento dei parametri energetici ed ambientali, ragionando sulla possibilità di rendere tale aspetto maggiormente operativo non solo attraverso il recupero dei manufatti esistenti ma promuovendo anche la nascita di imprese operanti nei settori delle energie alternative in modo da creare vere e proprie “cittadelle del sapere” operanti sul territorio con risorse umane locali. Il tema della mobilità si intreccia con il tema della sostenibilità ambientale attraverso la predisposizione di reti cinematiche lente. Si impone infine una riorganizzazione del turismo in ambito urbano e territoriale, aggiornata rispetto al tradizionale sistema della ristorazione, in

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grado di mettere in campo una più ampia gamma di attività ( agriturismo, bed & breakfast, alberghi, etc.).

L’attuazione di tali obiettivi risulta anche finalizzata alla definizione per Mercogliano di un nuovo disegno urbano e territoriale, coerente con la struttura storica e con i valori paesaggistici presenti. Attraverso la predisposizione del quadro strutturale si è cercato di dimostrare che l’attuazione di un programma organico di interventi strutturati più definire un nuovo assetto urbano, sul quale innestare diverse iniziative tra loro coerenti.

Tale quadro strutturale è articolato secondo due linee strategiche: da un lato vi sono gli interventi riguardanti gli ambiti urbani consolidati, dall’altro vi sono gli interventi riguardanti quelle aree nelle quali è possibile introdurre azioni trasformative maggiormente rilevanti di valorizzazione paesaggistica, di restauro ambientale, di integrazione urbanistica e realizzazione di nuovi spazi ed attrezzature pubbliche di livello urbano e territoriale. Inoltre vengono definite le specifiche linee di intervento riguardanti il territorio rurale ed aperto.

Circa i tessuti consolidati, il quadro strutturale distingue in primo luogo la città ed il territorio storico, ovvero il borgo medioevale di Capocastello, con la sua propaggine lineare si via Garibaldi, il centro rurale di Torelli e il borgo rurale di Acqua delle Noci. Si distinguono altresì le aree urbane consolidate, per le quali si prende atto delle necessità di un sostanziale completamento delle previsioni contenute nel PRG vigente e nei Piani attuativi che ne hanno determinato l’assetto e la configurazione attuale. Ulteriori approfondimenti dovranno essere sviluppati per la città del commercio e della produzione ivi compresa l’area oggetto di P.I.P., per le quali sono stati approfonditi i temi della riconversione e del miglioramento funzionale. Si tratta quindi di parti urbane che non sempre hanno raggiunto un propria configurazione stabile, per le quali, a seconda del livello di trasformabilità e del livello di qualità attuale si prevedranno interventi normativi e progettuali specifici.

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L’articolazione di tali aree si intreccia e si connette con un sistema di aree che potranno costituire il sistema strutturante degli insediamenti, comprendendo, potenziando e valorizzando i punti emergenti ma anche i nodi critici del sistema urbano attuale. In definitiva si tratta di valorizzare la doppia struttura lineare di Mercogliano alta – Torrette ricostituendo un sistema urbano capace di connettere i due assi paralleli partendo dall’area dell’Abbazia di Loreto e dell’orfanotrofio delle suore Benedettine e completando e potenziando gli interventi pubblici già in corso. Da questa testata , seguendo l’asse di viale Santangelo è possibile strutturare una serie di spazi pubblici da destinare ad attrezzature di interesse sovracomunale. Tale sistema si innesta nello snodo viabilistico del casello di Avellino ovest, dove possono essere operativamente introdotti i temi della mobilità sostenibile. Tale sistema trova nell’intersezione con i due assi strutturanti della Statale Appia e di San Modestino – Matteotti i capisaldi. Può tuttavia svilupparsi un sistema ulteriore lungo l’asse di Serroni, seguendo così la giacitura della Badia di Loreto, suggestivamente orientata verso Montevergine.

Il ruolo dei due assi di San Modestino e della statale Appia potranno essere potenziati prevedendo allargamenti e correlazioni tra le sedi stradali, vere e proprie e nuove polarità urbane tra cui assume particolare importanza il parco di Torelli, posto a testata dell’asse di Torrette. La realizzazione di opportuni interventi viabilistici potrà alleggerire il traffico passante sia sulla statale Appia che su viale Matteotti, contribuendo in maniera significativa alla riqualificazione delle aree.

A completamento della struttura urbana si prevedono infatti interventi di riconfigurazione di aree in punti rilevanti a monte dell’abitato e un parco fluviale lungo il torrente Segreto a valle.

Assume inoltre particolare importanza il parco naturalistico posto ai piedi di Capocastello, immaginato con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità al borgo e di valorizzare l’area dell’Acqua del Pero e dell’antico mulino, che rappresentano pertinenze ambientali strettamente integrate al centro medioevale.

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Completano il quadro strutturale le previsioni circa il potenziamento della rete di punti di interesse a Montevergine, per i quali possono essere previsti anche nuove funzioni, come ad esempio per la base NATO.

La particolare conformazione e caratterizzazione di Mercogliano consente quindi di affrontare la questione della conservazione, riqualificazione e progettazione dei grandi spazi urbani così come dei piccoli spazi nelle maglie della città consolidata in maniera integrata , con l’obiettivo di un ridisegno urbano molto significativo anche se attuato con gradualità. La correlazione tra i sistemi urbani, i tessuti e gli obiettivi prefissati è stata sintetizzata nel seguente quadro sinottico, dove, per ogni specifica area di intervento, si sono specificate le strategie operative utili a perseguire gli obiettivi generali del piano.

2.2 Strategie ed interventi del Preliminare di Piano. Prima verifica di coerenza interna

Il sistema strutturante degli insediamenti che delinea il nuovo assetto urbano di Mercogliano comprende un sistema di aree, in parte già oggi caratterizzate da ruoli urbani di riferimento, che, potenziate ed integrate, potranno determinare direttrici strategiche di sviluppo, volano per il ridisegno e la riqualificazione di intere parti di città.

Tale sistema prende le mosse dagli spazi pubblici esistenti, come le strade più significative (viale san Modestino, statale Appia), piazze, parchi (villa comunale di Mercogliano, villa comunale di Torrette) e dagli edifici primari di riferimento (l’Abbazia di Loreto, la chiesa di san Modestino etc..) ed ingloba sia piccole aree interstiziali all’interno dei tessuti compatti, sia grandi aree intercluse e sottoutilizzate (come quelle lungo viale Santangelo), riconnettendole in un unico sistema continuo.

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Il primo insieme di interventi strategici riguarda il sistema policentrico di valorizzazione di Montevergine, che comprende le importanti emergenze storico - architettoniche (l’Abbazia) e naturalistiche (Campo Maggiore, Acquafidia) della parte montana di Mercogliano. Tali punti vanno connessi in una rete di percorsi naturalistici attrezzati. Particolare importanza assume la riqualificazione della base Nato, perché attraverso la riconversione delle aree militari non più utilizzate è possibile realizzare importanti interventi di potenziamento delle attrezzature turistiche già presenti (come il rifugio CAI) senza impegnare nuove aree di rilevanza naturalistica. In ragione della particolare localizzazione sarebbe altresì possibile realizzare un osservatorio astronomico di particolare rilevanza territoriale.

Per quanto riguarda la parte urbana assumono particolare importanza l’Asse urbano di San Modestino e l’asse urbano della Statale Appia. Lungo il primo è possibile riconnettere una serie di aree strategiche interne ai tessuti compatti al fine di realizzare un sistema di nuove polarità urbane.

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Questo tema risulta particolarmente importante per il tratto di viale Matteotti. Importante sono anche le operazioni di ridisegno che andranno effettuate per le piazze antistanti edifici di particolare importanza, come la stazione della funicolare e la chiesa di san Modestino. Per quanto riguarda il tratto “storico” di corso Garibaldi si sottolinea l’importanza della rifunzionalizzazione della cappella sconsacrata di Sant’Anna, importante monumento storico prossimo alla sede centrale ed alla sede distaccata degli uffici comunali.

Il tema di progetto lungo l’asse della statale Appia è lo stesso. Cambia tuttavia la natura degli spazi: si tratta, infatti, di ridisegnare l’intera sezione stradale che in molti punti, comprendendo gli ampi marciapiedi e le aree di sosta retrostanti, raggiunge una dimensione considerevole. Se con opportuni interventi viabilistici sarà alleggerito il traffico lungo la statale, risulterà possibile ridefinire la natura dell’intero asse, che potrà assumere il carattere di “asse urbano attrezzato”.

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In questo intervento assumono particolare rilevanza gli elementi di testata, ed in particolare quella ad ovest, con la previsione di un nuovo grande parco a Torelli. Ulteriore aspetto importante connesso all’asse della statale Appia è il ridisegno delle aree in retro cortina, con particolare riguardo alla rifunzionalizzazione delle aree industriali, di cui si è accennato al precedente paragrafo.

Strettamente connesso alla valorizzazione del borgo storico di Capocastello ed alle sue propaggini storiche è la formazione del Parco di Capocastello. Nell’ambito di tale parco si prevede la realizzazione di nuovi accessi alla rocca, attraverso un percorso verde che può prevedere anche una passeggiata naturalistica lungo il rivo di Acqua delle Noci.

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Inoltre si prevede il completamente delle opere di valorizzazione della sorgente del mulino del Pero e del limitrofo tratto di mura. Le parti prospicienti via Amatucci potranno assumere invece il carattere di parco urbano.

Il Nuovo sistema urbano di connessione Mercogliano – Torelli –Torrette è articolato in un insieme di aree pubbliche di livello territoriale che, connesse tra loro, potranno formare un sistema lineare che riammaglia i tre centri principali di Mercogliano. Presso il casello autostradale potranno essere localizzate infrastrutture legate alla mobilità lenta e sostenibile.

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Lungo viale Santangelo, invece potranno trovare luogo una serie di strutture sanitarie, culturali, per spettacoli ed eventi. Sarà altresì necessario ridisegnare le aree attualmente destinate a parcheggio e le altre aree specializzate poco compatibili con il contesto paesaggistico. L’asse potrebbe proseguire nell’area a valle dell’abbazia di Loreto, ma anche lungo Serroni, attraverso un sistema di valorizzazione delle specificità agricole ed enogastronomiche. La testata finale di tale sistema è rappresentata dalla grande “insula” compresa tra l’Abbazia di Loreto e l’istituto delle suore Benedettine, per la quale già sono in corso di realizzazione progetti legati alle attività sportive. Chiude tale sistema un parco urbano a valle di vale San Modestino, che potrebbe presentare in testata un nuovo edificio per la caserma dei carabinieri.

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Costituiscono, infine, la chiusura del centro abitato il parco fluviale del Torrente Segreto, che delimita l’edificato di Torrette e il Margine urbano a monte, costituito da un insieme di punti nodali collegasti tra loro da via Partenio: aree per la realizzazione id orti urbani, aree per verde attrezzato. Assume in quest’ambito particolare importanza la riarticolazione di edifici privati finalizzata al miglioramento dell’inserimento paesaggistico, anche attraverso accordi pubblico – privato.

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L’attuazione di un insieme di interventi così articolato è demandata a strumenti diversificati ( comparti perequativi, progetti di iniziativa pubblica, etc…). Tuttavia al fine di superare l’estemporaneità dei singoli interventi e al fine di assicurare la complessiva unità dei sistemi urbani nell’ambito del PUC saranno redatte una serie di schede utili alla costruzione di un sistema coerente di spazi pubblici trainanti per l’intero territorio mercoglianese. Tale raccolta di schede di indirizzo, raggruppabili per Progetti Urbani ha lo scopo di governare queste trasformazioni urbane che per la loro complessità necessitano di una esecuzione coordinata e programmata degli interventi pubblici e privati. Il tema della flessibilità delle indicazioni relative all’ assetto urbano riportate negli approfondimenti progettuali, sarà affrontato con particolare attenzione in modo da rendere inderogabili non solo le quantità e i parametri edilizi, ma anche i temi urbani e le finalità degli interventi, lasciando tuttavia indicativi altri aspetti specifici delle soluzioni proposte. Tali schede rappresenteranno un’elaborazione di

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progetto molto significativa anche nel caso di interventi realizzati direttamente dall’Amministrazione Comunale, facilitando la valutazione dei costi di realizzazione in fase di programmazione, come dei veri e propri studi di fattibilità, potendo altresì diventare la base per concorsi di idee o concorsi di progettazione.

Di seguito si riporta una tabella indicante gli obiettivi del PUC di Mercogliano in ogni ambito individuato (territorio rurale ed aperto, ambiti urbani consolidati e sistemi urbani strutturanti), evidenziando la strategia degli interventi adottabili in ognuno di essi.

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Territorio rurale ed Ambiti Urbani Consolidati aperto La città ed il Le aree urbane Il sistema diffuso delle La città del territorio storico prevalentemente attrezzature pubbliche commercio e della consolidate da esistenti e da produzione rigenerare potenziare

Tutela delle Tutela delle aree Conservazione Previsione di un Rigenerazione degli componenti agricole e montane, del carattere articolato normativo impianti produttivi costitutive del mediante la complessivo dei teso a specificare gli presenti nel territorio paesaggio di valorizzazione e tessuti dei nuclei interventi ammissibili comunale Mercogliano salvaguardia del storici paesaggio La valorizzazione del Salvaguardia del Permeabilità dei suoli, patrimonio territorio rurale, in riferimento alla paesaggistico ed attraverso misure di creazione di una ambientale protezione del suolo e Rete ecologica che si dell’habitat, favorendo infiltri nell’edificato interventi di attraverso un sistema sistemazione idraulica di spazi aperti e forestale per ridurre il permeabili dissesto idrogeologico Miglioramento Definizione di dell’attuale processo interventi per di recupero e singole tipologie valorizzazione del edilizie, ai fini di tessuto edilizio salvaguardare storico l’unitarietà morfologica Valorizzazione del Definizione di patrimonio storico, una politica di artistico e valorizzazione monumentale delle principali architetture monumentali Sviluppo del tema Incentivazione del recupero e della riqualificazione di rigenerazione punti irrisolti del edilizia, sistema urbano, attraverso partendo dalle aree limitate dismesse o premialità sottoutilizzate volumetriche Incentivazione Innalzamento delle Interventi di Miglioramento delle dell’innalzamento prestazioni riqualificazione prestazioni delle qualità energetico – energetica riguardanti energetiche, energetico – ambientali e edifici pubblici, dell’organizzazione e prestazionali degli miglioramento finalizzati a migliorare del carattere degli edifici di più recente dell’inserimento l’offerta di servizi spazi aperti per costruzione paesaggistico ed depositi e produzioni ambientale Sviluppo operativo Valorizzazione del dell’accoglienza in paesaggio tipico relazione alla agrario, anche realizzazione di incentivando l’attività strutture turistico- agrituristica e il turismo ricettive e di attrattori enogastronomico in di tipo territoriale generale

Valorizzazione delle Mantenimento della attività artigianali struttura dei suoli, esistenti, delle filiere preservando la tipicità enogastronomiche e dei paesaggi montani delle produzioni e collinari e tipiche conservando l’integrità e la fertilità Miglioramento dei Miglioramento collegamenti interni dell’accessibilità al urbani retrocortina Introduzione di nuovi Nuovi percorsi di sistemi innovativi di mobilità sostenibile trasporto pubblico e di mobilità lenta e sostenibile Incremento della Evoluzione del dotazione di sistema produttivo attrezzature di livello incentrato urbano e territoriale sull’innovazione tecnologica 82

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Sistemi Urbani Strutturanti Il sistema Il nuovo Il parco di L’asse Il margine L’asse urbano Il parco fluviale del policentrico di sistema urbano Capocastello urbano di urbano a della statale torrente Segreto valorizzazione di connessione San Monte Appia. Torrette di Mercogliano- Modestino e il nuovo Montevergine Torelli-Torrette parco di Torelli Tutela delle Valorizzazione componenti borgo storico e costitutive del formazione del paesaggio di Parco di Mercogliano Capocastello La valorizzazione Valorizzazione Messa in Previsione di Rinaturalizzazione del patrimonio della sorgente sicurezza del un nuovo del corso d’acqua paesaggistico ed del mulino del versante grande parco e nuovo percorso ambientale Pero e del montano con a Torelli come naturalistico limitrofo tratto terrazzamenti testata di mura e orti urbani dell’asse Miglioramento Previsione di un Ridisegno di Integrazione dell’attuale insieme di aree piazze di aree di processo di pubbliche di antistanti la margine recupero e livello stazione urbano e valorizzazione del territoriale per della riconfigurazio tessuto edilizio riammagliare i funicolare e ne di storico tre poli urbani la chiesa particolari patronale manufatti Valorizzazione del Rifunzionaliz- patrimonio storico, zazione dell’ artistico e ex cappella monumentale di Sant’Anna Sviluppo del tema Riqualificazio Riarticolazione Rifunzionaliz- Governo delle del recupero e ne della base di edifici privati zazione delle trasformazioni riqualificazione di NATO per per incentivare aree urbane che punti irrisolti del potenziare le l’inserimento industriali necessitano di una sistema urbano, attrezzature paesaggistico esecuzione partendo dalle turistiche programmata degli aree dismesse o esistenti interventi sottoutilizzate Incentivazione Riqualificazio dell’innalzamento -ne delle qualità energetica energetico – di edifici prestazionali degli pubblici per edifici di più migliorare recente l’offerta di costruzione servizi Sviluppo operativo Possibile Previsione, dell’accoglienza realizzazione lungo viale in relazione alla di un Santangelo, di realizzazione di osservatorio una serie di strutture turistico- astronomico strutture ricettive e di di particolare sanitarie, attrattori di tipo rilevanza culturali ed territoriale territoriale eventi Valorizzazione Valorizzazione delle attività delle specificità artigianali agricole ed esistenti, delle enogastronomi- filiere che enogastronomiche e delle produzioni tipiche Miglioramento dei Ridisegno delle Riconnessione Riconnessio-ne collegamenti sezioni stradali di aree e interni urbani di via San strategiche rifunzionalizzazi Modestino, interne per one delle aree della Statale realizzare un strategiche in Appia e della sistema di retrocortina funicolare nuove polarità Introduzione di Rete di Localizzazione di Realizzazione Nuovi nuovi sistemi percorsi infrastrutture di accessi alla percorsi di innovativi di naturalistici legate alla rocca, con mobilità trasporto pubblico attrezzati per mobilità lenta e percorso sostenibile e di mobilità lenta l’escursioni- sostenibile naturalistico e sostenibile smo lungo il rivo Incremento della Nuova Nuovo parco Nuova dotazione di sistemazione urbano di piazza e attrezzature di aree per il connessione parco livello urbano e centro tra il Castello e urbano a territoriale polifunzionale la piazza Torelli 83

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2.3 Obiettivi a scala sovra comunale e verifica di coerenza esterna

Il processo di valutazione deve essere esteso agli obiettivi di carattere esogeno, derivati da politiche e decisioni di Enti od organismi esterni, non modificabili dal

PUC. Obiettivi di sostenibilità ambientale circa modalità di uso, quantità e qualità delle risorse ambientali, devono necessariamente essere inclusi tra gli obiettivi generali. Essi interagiscono con gli obiettivi di carattere economico e sociale, orientando efficacemente la natura di questi ultimi e le modalità del loro raggiungimento attraverso le azioni del PUC. La definizione di obiettivi generali di sostenibilità ambientale offre in tal modo la possibilità di raccordare le diverse tipologie di obiettivi sulla base di una concezione integrata. Inoltre la verifica di coerenza tra obiettivi del PUC e obiettivi già avanzati nei piani sovraordinati permette di coordinare le politiche ambientali alle varie scale, rafforzandone l’efficacia ed evitando sovrapposizioni e contrasti. Spesso le politiche di livello sovraordinato sono elaborate sulla base di una visione ampia del contesto ambientale. La coerenza con tali politiche rappresenta una prima strategia di tutela ambientale rispetto ad un contesto territoriale più ampio.

2.3.1 Obiettivi a scala: Il Piano Territoriale Regionale

In attuazione della L.R. n.16/04, con Legge Regionale n.13 del 13 ottobre 2008 (pubblicata sul BURC n.45 bis del 10 novembre 2008) è stato approvato il Piano Territoriale Regionale. Il Piano, integrato dalle Linee Guida per il Paesaggio, ha carattere processuale e strategico e si propone come piano di inquadramento, di indirizzo e di processualizzazione di azioni integrate. Gli obiettivi del PTR, in sintesi, sono: - promozione dell’uso razionale e dello sviluppo ordinato del territorio urbano ed extraurbano mediante il minimo consumo di suolo; - salvaguardia della sicurezza degli insediamenti umani dai fattori di rischio idrogeologico, sismico e vulcanico;

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- tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse paesistico - ambientali e storico-culturali, la conservazione degli ecosistemi, la riqualificazione dei tessuti insediativi esistenti e il recupero dei siti compromessi; - miglioramento della salubrità e della vivibilità dei centri abitati; - potenziamento dello sviluppo economico regionale e locale; - tutela e sviluppo del paesaggio agricolo e delle attività produttive connesse; - tutela e sviluppo del paesaggio mare-terra e delle attività produttive e turistiche connesse.

Attraverso una articolazione che fa capo a cinque Quadri territoriali di riferimento (QTR), il PTR legge il territorio campano ed individua le azioni di pianificazione. Nell’ambito del QTR III, il PTR individua nove Ambienti Insediativi che fanno riferimento a «microregioni» in trasformazione e colloca Mercogliano in quello n. 6 – Avellinese. L’obiettivo generale è volto alla creazione di un sistema di sviluppo locale nelle sue diverse accezioni e punta fortemente all’integrazione tra le aree, cercando di coniugare, attraverso un’attenta azione di salvaguardia e difesa del suolo, la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali dell’area con un processo di integrazione socio economica. In questo quadro, la priorità è senz’altro da attribuire ad una rigorosa politica di riequilibrio e di rafforzamento delle reti pubbliche di collegamento, soprattutto all’interno dell’area, in modo da consentire a tutti i comuni di beneficiare di un sistema di relazioni con l’esterno. Appare evidente che, per tale ambiente, la suddivisione puramente amministrativa deve essere superata per stabilire intese, anche interprovinciali, al fine di realizzare una politica di coerenze programmatiche.

Per quanto riguarda il Sistema Territoriale di Sviluppo, Mercogliano è compresa nel D2 – Sistema Urbano Avellino: Atripalda, A vellino, Mercogliano, Monteforte Irpino. I sistemi urbani, insieme ai sistemi a dominante urbano-industriale, sono quelli in cui, 85

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ovviamente, il settore agricolo mostra la maggiore debolezza. Le cause sono riconducibili al carico demografico che grava sulle zone più fertili e alle componenti che incidono sui valori della rendita dei suoli.

Ove le dinamiche insediative e socio-economiche dovessero continuare a seguire le tendenze in atto, potrebbero verificarsi fenomeni in cui il centro capoluogo sarebbe sempre più polarizzante, le aree già “deboli” (centri storici minoti) verrebbero progressivamente abbandonate a discapito del patrimonio storico- culturale, infine si amplierebbero le aree di sprawl edilizio con destinazioni residenziali nelle zone amene, utilizzate solo in determinati periodi dell’anno. Facendo riferimento ad una “visione guida per il futuro”, nell’assetto preferito il PTR sottolinea la necessità di articolare l’offerta turistica relativa alla valorizzazione dei parchi e del patrimonio storico-ambientale e riorganizzare l’accessibilità interna dell’area.

Di seguito si riporta una tabella che raffronta gli obiettivi del PTR (disposti sull’asse orizzontale) e quelli del PUC di Mercogliano (disposti sull’asse verticale) indicando con il simbolo “X” la loro coerenza e con il simbolo “O” l’indifferenza.

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paesaggio mare paesaggio del e sviluppo Tutela locale e regionale economico sviluppo dello Potenziamento abitati vivibilità dei centri della e salubrità M d valorizzazione culturale fisica dell’identità e Tutela dell’integrità e turistiche connesse e turistiche produttive attività delle connesse produttive attività delle e agricolo paesaggio del e sviluppo Tutela paesistico tes dei riqualificazione ecosistemi, c - storico e vulcanico sismico idrogeologico, difattori rischio dai umani insediamenti degli sicurezza della Salvaguardia suolo di consumo mediante extraurbano ed urbano del territorio ordinato erazionale sviluppo dell’uso Promozione onservazione degli degli onservazione iglioramento della iglioramento suti insediativi

culturali, mediante mediante

- minimo minimo ambientali e e ambientali

i

- risorse terra e

Tutela delle componenti costitutive del O X X X X O O paesaggio di Mercogliano La valorizzazione del patrimonio X X X O X X X paesaggistico ed ambientale Miglioramento dell’attuale processo di recupero e O O X X X O O valorizzazione del tessuto edilizio storico Valorizzazione del patrimonio storico, X O X O X O O artistico e monumentale Sviluppo del tema del recupero e riqualificazione di punti irrisolti del X O X X X O X sistema urbano, partendo dalle aree dismesse o sottoutilizzate Incentivazione dell’innalzamento delle qualità energetico – O O X X X O X prestazionali degli edifici di più recente costruzione Sviluppo operativo dell’accoglienza in relazione alla realizzazione di X X X O X O O strutture turistico- ricettive e di attrattori di tipo territoriale Valorizzazione delle attività artigianali esistenti, delle X X X O X O X filiere enogastronomiche e delle produzioni tipiche Miglioramento dei collegamenti X O X X X O O interni urbani Introduzione di nuovi sistemi innovativi di X X X X X O O trasporto pubblico e di mobilità lenta e sostenibile Incremento della dotazione di attrezzature di X O X X X O O livello urbano e territoriale

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2.3.2 Obiettivi a scala provinciale e verifica di coerenza esterna: il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Avellino

La Provincia di Avellino ha approvato, con delibera CS 42 del 25/02/2014, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), in coerenza con gli obiettivi della L.R. 16/2004 e con gli indirizzi strategici del Piano Territoriale Regionale, il quadro strutturale per la pianificazione nell’ambito provinciale, imperniato su quattro indirizzi programmatici: - salvaguardia attiva e valorizzazione del territorio, del paesaggio e della qualità diffusa; - sviluppo equilibrato e cultura del territorio; - sviluppo compatibile delle attività economiche e produttive; - accessibilità e mobilità nel territorio. Sulla base di questi indirizzi programmatici il PTCP articola i suoi dispositivi in relazione ai seguenti obiettivi operativi: - il contenimento del consumo di suolo; - la tutela e la promozione della qualità del Paesaggio; - la salvaguardia della vocazione e delle potenzialità agricole del territorio; - il rafforzamento della Rete ecologica e la tutela del sistema delle acque attraverso il mantenimento di un alto grado di naturalità del territorio, la minimizzazione degli impatti degli insediamenti presenti, la promozione dell’economia rurale di qualità e del turismo responsabile; - la qualificazione degli insediamenti da un punto di vista urbanistico, paesaggistico ed ambientale; - la creazione di un armatura di servizi urbani adeguata ed efficiente; - la creazione di sistemi energetici efficienti e sostenibili; - il miglioramento dell’accessibilità del territorio e delle interconnessioni con le altre provincie e con le reti e infrastrutture regionali e nazionali di trasporto; - il rafforzamento del sistema produttivo e delle filiere logistiche; - lo sviluppo dei Sistemi turistici; - il perseguimento della sicurezza ambientale.

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Con riferimento al Sistema della Mobilità, delle Infrastrutture e dei Servizi alla Produzione, in corrispondenza delle intersezioni con le previsioni di Rete Ecologica sono individuate le seguenti azioni: - miglioramento dell’inserimento ambientale e della permeabilità ecologica delle infrastrutture della mobilità anche attraverso specifici accorgimenti per diminuire gli impatti sugli ecosistemi e sulla fauna e consentire e salvaguardarne il passaggio; - Interventi di qualificazione ecologico-ambientlae delle aree produttive esistenti; - Interventi di ripianificazione o delocalizzazione delle aree produttive programmate e non ancora attuate.

Da un punto di vista infrastrutturale, Mercogliano, in virtù della presenza dello svincolo autostradale di Avellino Ovest, rappresenta un importante nodo di accessibilità, sia per i flussi verso il capoluogo, sia per i flussi verso i paesi a nord. Tale ruolo di cerniera è altresì rafforzato dalla circostanza che l’attraversamento della S.S. 7 Bis, su cui si innesta lo svincolo autostradale, è il principale collegamento dei comuni del Vallo di Lauro con il Capoluogo e rappresenta la viabilità principale per Salerno e in direzione Foggia.

Da un punto di vista programmatico, nel PTCP si intende proporre un governo delle trasformazioni articolato secondo 5 linee strategiche: “garantire elevati livelli di qualità diffusa: con l’obiettivo di assicurare al territorio provinciale quei requisiti che rappresentano la base di partenza per una qualsiasi ipotesi di sviluppo territoriale. In particolare questa linea strategica tenta di elevare o quanto meno conservare i livelli di qualità paesistico - ambientale, storico- architettonica, agricola che nella provincia costituiscono una delle risorse strategicamente più rilevanti, soprattutto in ragione della circostanza che i territori più ricchi della nostra regione sono anche i territori più degradati dal punto di vista naturale e ambientale. (…);

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sviluppare il ruolo regionale ed interregionale: la principale risorsa che rende possibile e compatibile il perseguimento di questa strategia è rappresentata dalla posizione geografica, che consente di fare di questo territorio un ponte tra i sistemi territoriali che si affacciano sul Tirreno e quelli che si affacciano sull’Adriatico, contraddistinti da più elevati livelli di sviluppo. Gli obiettivi di questa linea strategica sono mirati a rafforzare il ruolo "cerniera" che la provincia può e deve giocare, attraverso l’attivazione di connessioni possibili tra culture ed economie diverse, per acquisire un vantaggio competitivo ed per favorire lo sviluppo delle realtà mediterranee; promuovere i turismi: Il turismo rappresenta sicuramente un settore trainante sia per il rilancio economico, sia per la promozione dell’immagine esterna del territorio. Nell’ottica di sostenere e valorizzare la vocazione turistica bisogna tener presente che un aumento del carico turistico, può generare effetti negativi che vanno dai fenomeni di congestione e inquinamento dei centri al degrado delle stesse risorse che costituiscono i fattori attrattivi. L’obiettivo di fare della provincia avellinese un territorio in grado di soddisfare una domanda turistica differenziata, dunque, richiede la definizione di un sistema di azioni tali da consolidare il ruolo del turismo come opzione strategica per lo sviluppo territoriale riducendone le esternalità negative. Promuovere i turismi significa innanzitutto rivalutare e migliorare il patrimonio di risorse (naturali, ambientali, storiche, artistiche, culturali) e di ottimizzare le condizioni dell’offerta ricettiva e dei servizi; promuovere impresa e occupazione: tre sono i principali obiettivi perseguiti all’interno di questa linea: - rilanciare alcuni settori produttivi attualmente in declino, ma potenzialmente molto qualificati, come l’artigianato e l’agricoltura di qualità specialmente quando possono essere attivati abbastanza agevolmente processi innovativi; - migliorare la distribuzione dei servizi alle imprese; - favorire il radicamento di nuove imprese e agevolare lo sviluppo di quelle già esistenti.”

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Inoltre il PTCP indica un ulteriore punto che riguarda specificamente il riequilibrio delle aree interne meno determinante per la definizione delle strategie di sviluppo di Mercogliano. Tali linee strategiche si applicano, secondo il PTCP, attraverso azioni specifiche preliminarmente indicate. Tra quelle maggiormente rilevanti per il territorio comunale di Mercogliano sono: - predisposizione di azioni volte ad assicurare la tutela e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali presenti sul territorio; - progetto di una rete ecologica; - preventiva politica di mitigazione del rischio ed corretta destinazione d’uso del territorio; - predisposizione di accordi tra con Provincia, Regione e Comuni finalizzati gestire con efficacia nuovi PIP privilegiando nella individuazione di nuove aree industriali quelle limitrofe alle esistenti; - recupero di aree dismesse dentro e fuori degli agglomerati ASI; - ridefinizione dell’intreccio tra paesaggio agrario, produzione agricola e turismo quale elemento caratterizzante della pianificazione territoriale; - miglioramento ambientale, risparmio energetico e fonti rinnovabili; - localizzazione di strutture per le innovazioni tecnologiche inserendo precise linee guida per il risparmio energetico, da adottare anche nei PUC; - individuazione di criteri e di aree per l’insediamento di distretti energetici; - potenziamento e integrazione del sistema Metropolitano regionale. Sia le linee strategiche che le azioni specifiche sono state considerate come punto di partenza per la predisposizione del quadro strutturale del PUC di Mercogliano.

Di seguito si riporta una tabella che raffronta gli obiettivi del PTCP (disposti sull’asse orizzontale) e quelli del PUC di Mercogliano (disposti sull’asse verticale) indicando con il simbolo “X” la loro coerenza e con il simbolo “O” l’indifferenza.

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sostenibili efficiente ed adeguata urbani servizi di armatura un di Creazione ambientale ed paesaggistico urbanistico, vista di punto da un insediamenti Qualificazione degli rurale dell’economia promozione presenti, insediamenti degli degli impatt minimizzazione acque, delle sistema del tutela e ecologica Raffor del territorio agricole potenzialità e delle vocazione della Salvaguardia Paesaggio del qualità della e Tutela promozione di suolo del consumo Contenimento ambientale sicurezza della Perseguimento turistici Sistemi Sviluppo dei logistiche filiere e delle produttivo sistema del Rafforzamento trasporto di interconnessioni e delle territorio dell’accessibilità del Miglioramento energetici sistemi di Creazione zamento della Rete Rete della zamento

efficienti e efficienti

i

Tutela delle componenti costitutive del O O O O O O X X O X X paesaggio di Mercogliano La valorizzazione del patrimonio X X O X X X X X X X X paesaggistico ed ambientale Miglioramento dell’attuale processo di recupero e O O O O X O X X O X X valorizzazione del tessuto edilizio storico Valorizzazione del patrimonio storico, O X O X O O X X O X O artistico e monumentale Sviluppo del tema del recupero e riqualificazione di punti irrisolti del O O O X X X X O O X X sistema urbano, partendo dalle aree dismesse o sottoutilizzate Incentivazione dell’innalzamento delle qualità energetico – O O O O X O X O O O O prestazionali degli edifici di più recente costruzione Sviluppo operativo dell’accoglienza in relazione alla realizzazione di O X X X O X O X X X O strutture turistico- ricettive e di attrattori di tipo territoriale Valorizzazione delle attività artigianali esistenti, delle filiere O X O X O O O X X X O enogastronomiche e delle produzioni tipiche Miglioramento dei collegamenti O X X X O X O O O O O interni urbani Introduzione di nuovi sistemi innovativi di O X O O O O X X X X O trasporto pubblico e di mobilità lenta e sostenibile Incremento della dotazione di attrezzature di O O X X O X O O O O O livello urbano e territoriale 92

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3 CRITERI DI IMPOSTAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE

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3.1 Modalità di valutazione ambientale

La valutazione degli effetti ambientali del PUC avverrà nel Rapporto ambientale dopo aver completato la descrizione del contesto ambientale di riferimento, è sarà effettuata dimostrando analiticamente per ogni tematismo ambientale, che le scelte di Piano determinano ricadute positive e che rappresentano un miglioramento rispetto allo stato attuale. La descrizione analitica del contesto ambientale di riferimento sarà, infatti, accompagnata da una valutazione del trend di evoluzione riscontrabile. Questo aspetto è molto importante perché permette di operare un confronto tra uno “stato 0” che tiene conto dell’evoluzione dello stato dell’ambiente senza l’attuazione del PUC e l’ipotesi di evoluzione dello stato dell’ambiente nel caso di attuazione del PUC. Il confronto potrà essere ampliato anche ad una o più ipotesi alternative di Piano. Tale aspetto sarà valutato “in fieri”, soprattutto sulla base degli scenari che emergeranno dal confronto con i cittadini e dal confronto con l’Amministrazione comunale ma anche tra le alternative emerse in fase di redazione tecnica del Piano. Il concetto di base è quindi quello di relazionare il contenuto del PUC con i rispettivi effetti ambientali esercitati. Per tutte le “catene logiche” di obiettivi – azioni si svolgerà l’analisi strategica degli effetti ambientali definita per ogni singola area e per ogni tematismo pertinente. Non tutti gli obiettivi e non tutte le azioni agiscono intatti su ciascun tematismo. L’analisi non rispecchierà accuratamente l’impatto preciso delle singole misure o progetti sull’ambiente, ma fornirà informazioni sui potenziali effetti ambientali che possono insorgere. Il Modello DPSIR, adottato per organizzare le informazioni ambientali, è basato sulla logica del feed – back: una volta noti gli impatti e le tendenze evolutive è possibile ricostruire i rapporti che legano cause ed effetti. Ogni tematismo ambientale sarà così descritto a partire dagli indicatori su cui è possibile intervenire attraverso il Piano, specificandone, in maniera diretta o in maniera dedotta, i valori attesi. Allo scopo saranno introdotti “indicatori di prestazione” che 94

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descriveranno, in percentuale o in forma sintetica, l’andamento degli indicatori per gli effetti ambientali dovuti al perseguimento degli obiettivi. Gli indicatori potranno altresì essere utilizzati per il monitoraggio delle risorse ambientali misurando i progressi verso il conseguimento degli obiettivo ambientali del piano. L’obiettivo in definitiva, è di riuscire ad individuare, nella maniera più esauriente possibile, i potenziali effetti positivi e negativi, oltre che le eventuali incertezze. In definitiva per ogni obiettivo – azione sarà valutato l’impatto su ogni Area tematica ambientale specificando: i singoli tematismi, così come preliminarmente definiti al paragrafo; - la definizione dei singoli indicatori, eventualmente raggruppati per sub – tematismi, specificandone la classificazione DPSIR e l’unità di misura; - i valori dei singoli indicatori per lo stato attuale; - i valori dei singoli indicatori presumibilmente attesi nello/negli scenari di piano; - la prestazione attesa, attraverso una definizione percentuale e/o qualitativa a seconda del grado di precisione con cui è possibile definire il valore degli indicatori negli scenari di progetto.

La valutazione terrà altresì conto dell’ambito di influenza e dell’orizzonte temporale del PUC che è pari ad un lasso di riferimento che non può essere inferiore a 10 anni. Infatti, l’orizzonte temporale della Pianificazione comunale è pari a 10 anni. Tuttavia alcuni effetti ambientali, anche significativi, possono manifestarsi anche anni dopo l’attuazione degli interventi del Piano. Per questo è necessario, sulla base della definizione degli interventi previsti rapportati ai singoli indicatori, pervenire ad un orizzonte temporale comune entro cui valutare complessivamente gli effetti ambientali del Piano. Gli effetti ambientali andranno valutati nella loro variazione nel tempo prefissato, attraverso il cambiamento degli indicatori. Tale valutazione andrà fatta : - sulla base della probabilità che un determinata azione di piano possa incidere o meno su un determinato tematismo ambientale; - sulla base della durata o della frequenza;

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- sulla base della possibilità o meno che determinati effetti, valutabili come variazioni di indici, siano più o meno reversibili.

In definitiva, l’effetto positivo, negativo o neutro sui vari tematismi ambientali sarà valutato sulla base di indicatori e sulla base della modalità di variazione che li caratterizza. La valutazione terrà inoltre conto degli effetti cumulativi, ovvero di quegli effetti esercitati sull’ambiente delle misure del PUC congiuntamente ad altri piani o programmi passati, presenti e ragionevolmente prevedibili nel futuro. Tale valutazione avviene sulla base dei limiti spaziali e temporali, al fine di valutare gli impatti incrementali derivanti da una serie di attività in una zona o regione, laddove i singoli effetti, presi isolatamente, possono risultare insignificanti. Questo tipo di analisi fornisce importanti informazioni in grado di orientare le scelte tra misure alternative.

3.2 Criteri di sostenibilità per Mercogliano e prima verifica di coerenza criteri - obiettivi

Al fine di effettuare una prima verifica di coerenza tra gli obiettivi generali di piano e gli obiettivi di sostenibilità ambientale, si sono definiti dei criteri di sostenibilità che risultino attinenti al territorio comunale di Mercogliano. Per la definizione di tali criteri si è fatto riferimento a quelli indicati dal Environmental Resources Management per conto della Commissione europea, DG XI “Ambiente, sicurezza nucleare e protezione civile” in riferimento alle previsioni in attuazione dei PSR. Tali criteri sono stati specificati in maniera più dettagliata alla luce delle politiche ambientali nazionali e regionali. Di seguito si riporta il quadro programmatico e normativo comunitario, nazionale e regionale, utile per identificare gli obiettivi di sostenibilità ambientale del PUC ed elaborare la verifica di coerenza esterna tra gli obiettivi del PUC e gli obiettivi ambientali dei piani e programmi sovraordinati. Tra i riferimenti Comunitari ed internazionali si ricorda:

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- Convenzione di Parigi sulla tutela del patrimonio mondiale, culturale e naturale (1972);

- Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (1992);

- Protocollo di Kyoto (1997);

- Direttiva 96/62/CEE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente;

- Direttiva 99/30/CE concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per SO2, NO2, NOx, particelle e piombo;

- Direttiva 2000/69/CE concernente i valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell'aria ambiente;

- Dir. 2001/80/CE “Limitazione delle emissioni nell'atmosfera di inquinanti originati dai grandi impianti di combustione”;

- COM(2005) 718 “Strategia tematica per l’ambiente urbano”;

- Convenzione di Granada per la salvaguardia del patrimonio architettonico d’Europa (1985);

- Convenzione di La Valletta per la protezione del patrimonio archeologico (1992);

- Carta del Paesaggio Mediterraneo – St Malò (1993);

- Strategia paneuropea della diversità biologica e paesaggistica - Sofia (1995);

- Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo, Potsdam (1999) ;

- Convenzione Europea sul paesaggio, Firenze (2000);

- COM(2000) 547 “Gestione integrata delle zone costiere: una strategia per l’Europa”;

- COM(2001) 31 “Sesto programma di azione per l'ambiente della Comunità europea” – VI PAA;

- Commissione Europea – Libro Verde “Verso una strategia europea di sicurezza dell’approvvigionamento energetico”;

- Commissione Europea – Libro Bianco “Energia per il futuro: le fonti energetiche rinnovabili”; 97

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- Commissione Europea – Programma Energia Intelligente per l’Europa.

Per quanto riguarda la strategia nazionale si ricorda:

- Piano di Azione Nazionale per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra;

- Piano Energetico Nazionale (1998);

- Legge n. 65 del 15/01/94 “Ratifica della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici;

- D.Lgs. 351/99 di attuazione della Dir. 96/62/CE;

- DM 60/2002 di recepimento delle Direttive 99/30/CE e 2000/69/CE;

- D.M. 261/2002;

- D.Lgs. 171/04 di attuazione della Dir. 2001/81/CE;

- D.Lgs. 183/2004 di attuazione della Dir. 2002/3/CE;

- D.Lgs. 42/2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ai sensi dell’articolo 10 della Legge 137/2002 (Codice Urbani)” e s.m.i. (D.Lgs. 156/2006, D.Lgs. 157/2006, D.Lgs. 62/2008, D.Lgs. 63/2008) ;

- D.Lgs. 59/2005 attuazione integrale della direttiva 96/61/CE;

- D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”;

- D.Lgs. 152/2007 "Attuazione della Dir. 2004/107/CE" e s.m.i. (D.Lgs. 120/2008);

- D.Lgs. 216/2006 di attuazione delle direttive 2003/87/CE e 2004/101/CE e s.m.i (D.Lgs. 51/2008);

- L. 14/2006 “Ratifica ed esecuzione della Convenzione Europea sul Paesaggio.

I piani e i programmi di livello regionale sono invece i seguenti: - Piano Energetico Ambientale Regione Campania - Linee di Indirizzo Strategico, approvato dalla Giunta Regionale della Campania con Deliberazione n. 962 del 30 maggio 2008; e Proposta di Piano Energetico Ambientale Regionale della Campania e avvio delle attività di consultazione, di valutazione ambientale strategica e di stesura del Piano di Azione per l'Energia e l'Ambiente, Deliberazione n. 475 del 18 marzo 2009, BURC n. 27 speciale, 6 maggio 2009; 98

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- Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell'Aria, approvato, con emendamenti, dal Consiglio Regionale della Campania con Deliberazione del 27 giugno 2007, BURC speciale del 5 ottobre 2007;

- Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato con Legge Regionale n. 13 del 13 ottobre 2008, articolato nei seguenti cinque Quadri territoriali di riferimento: Quadro delle reti; 2) Quadro degli ambienti insediativi; 3) Quadro dei sistemi territoriali di sviluppo; 4) Quadro dei campi territoriali complessi; 5) Quadro delle modalità per la cooperazione istituzionale e delle raccomandazioni per lo svolgimento di "buone pratiche". Esso comprende anche le "Linee guida per il paesaggio in Campania”;

- Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE), approvato dal Commissario ad Acta con Ordinanza n. 11 del 7 giugno 2006;

- Piano Regionale di gestione Rifiuti urbani della Campania - adempimenti, approvato con D.G.R. n.8 del 23 gennaio 2012.

- Piano Regionale di Bonifica della Campania, adottato dalla Giunta Regionale della Campania con Deliberazione n. 129 del 27 maggio 2013.

Al fine di valutare la coerenza tra gli obiettivi generali della pianificazione urbanistica di Mercogliano e i criteri ambientali precedentemente esposti si è effettuata una prima verifica di coerenza da cui risulta una positiva convergenza di intenti.

Di seguito si riporta una tabella che raffronta i criteri ambientali, derivanti da leggi e politiche di livello comunitario e regionale (disposti sull’asse orizzontale), e gli obiettivi del PUC di Mercogliano (disposti sull’asse verticale) indicando con il simbolo “X” la loro coerenza e con il simbolo “O” l’indifferenza.

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preservare e dell’aria la qualità M habitat degli eselvatiche fauna della e flora della situazione la P impatto visivi gli riducendo generali estetici elementi gli e paesaggi dei P r delle M le risorse id M rinnovabili rifiuti e i sostanze le ambientale profilo il sotto valida maniera U culturale e storico patrimonio il M locali economiche sviluppo delle possibilità di ed inc servizi e attrezzature di offerta come intesa vita, della I il suolo M l’ ambiente dai rumori dai ambiente l’ qualità la nnalzare reservare e migliorare qualità la reservare tilizzare e gestire in e in gestire tilizzare antenere e migliorare e migliorare antenere l’utilizzo inimizzare antenere e migliorare e migliorare antenere e migliorare antenere antenere e migliorare e migliorare antenere

isorse

riche

non non rementare

Tutela delle componenti costitutive del O O O X X O O X O paesaggio di Mercogliano La valorizzazione del patrimonio O X X X X O O O X paesaggistico ed ambientale Miglioramento dell’attuale processo di recupero e O O O X X O O X X valorizzazione del tessuto edilizio storico Valorizzazione del patrimonio storico, O O O O X O O X O artistico e monumentale Sviluppo del tema del recupero e riqualificazione di punti irrisolti del O O O O X O O O X sistema urbano, partendo dalle aree dismesse o sottoutilizzate Incentivazione dell’innalzamento delle qualità energetico – O O O O O X O O x prestazionali degli edifici di più recente costruzione Sviluppo operativo dell’accoglienza in relazione alla realizzazione di O O O X O O O X X strutture turistico- ricettive e di attrattori di tipo territoriale Valorizzazione delle attività artigianali esistenti, delle filiere O O X O O O O X o enogastronomiche e delle produzioni tipiche Miglioramento dei collegamenti interni X O O O O O O O x urbani Introduzione di nuovi sistemi innovativi di trasporto pubblico e X O O X O X O O x di mobilità lenta e sostenibile Incremento della dotazione di O O O O O O O O x attrezzature di livello urbano e territoriale

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3.3 Prime valutazione sugli effetti ambientali del PUC

A questo punto, delineato un primo contesto ambientale di riferimento, chiariti gli obiettivi che si intendono perseguire nel Piano Urbanistico Comunale, verificata la coerenza tra tali obiettivi e i primi criteri ambientali (derivanti da leggi e politiche di livello comunitario, nazionale e regionale) nonché con gli obiettivi indicati nei piani sovraordinati ed indicate le prime linee strutturali del Piano e verificate nella loro coerenza interna, è possibile delineare in maniera qualitativa un primo quadro di effetti ambientali del PUC. Tale quadro tiene conto della modalità con le quali si andrà ad effettuare la valutazione definitiva, rappresentandone una sorta di prima anticipazione. In ogni caso, con riferimento al modello DPSIR nella strategia complessiva del PUC si intenderà agire secondo i seguenti principi: - a livello dei determinanti, attraverso l’opportuna e sostenibile organizzazione su territorio delle azioni antropiche di più rilevante impatto ambientale; - a livello delle pressioni, attraverso normative tecniche prescrittive volte alla riduzione delle azioni sui fattori ambientali che ne compromettono la qualità; - a livello dello stato, prevedendo azioni puntuali di bonifica, miglioramento e recupero ambientale; - a livello degli Impatti, con azioni di mitigazione, di compensazione e, quando possibile, di eliminazione; - a livello di risposte, indicando nuove proposte di intervento o ricalibrando gli interventi la cui applicazione non è stata efficace.

Per ottenere ricadute positive in termini di politiche urbanistiche sull’aria, è necessario intraprendere adeguate azioni di riduzione degli spostamenti e incremento della mobilità lenta. Già nel quadro strutturale si sono inseriti miglioramenti delle connessioni stradali finalizzati alla riduzione del traffico veicolare, come previsto per la statale Appia e per viale San Modestino. Per quanto riguarda gli effetti sull’acqua sono da sottolinearsi tre aspetti:

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- le normative di dettaglio che si prevedono nell’ambito urbano saranno finalizzate a mantenere ed aumentare i livelli di permeabilità dei suoli; - tra le analisi da effettuare nell’ambito delle fasi successive del PUC vi è il quadro delle reti tecnologiche. Attraverso la ricostruzione della situazione complessiva sarà possibile prevedere specifici interventi per il miglioramento e l’integrazione delle reti idriche e fognarie; - la valorizzazione e la salvaguardia dei corsi d’acqua, come per il rivo di Acqua delle Noci e la sorgente del Pero. Per quanto riguarda la distribuzione idrica non si trascurerà l’aspetto inerente gli sprechi di risorsa. Interventi in tal senso hanno la finalità di ottenere reti maggiormente efficienti, in grado di ridurre gli sprechi, con impatti diretti sulla quantità delle risorse idriche ed indiretti sulla qualità delle stesse. Le politiche di consumo del suolo e sottosuolo sono strettamente connaturate allo sviluppo disperso degli ambienti urbanizzati. Il PUC prevede esclusivamente azioni di potenziamento ed integrazione nelle maglie del sistema urbanizzato garantendo un utilizzo opportuno della risorsa suolo e limitando i fenomeni di dispersione dell’abitato. Il posizionamento delle principali direttrici di sviluppo lungo gli assi territoriali esistenti, risponde esattamente al principio di potenziamento delle urbanizzazioni esistenti con il minimo impiego di suolo non urbanizzato. In ogni caso gli incrementi edilizi a Mercogliano saranno comunque equilibrati. Nell’ambito delle aree urbanizzate particolari accorgimenti normativi saranno introdotti per innalzare i livelli di permeabilità dei suoli. Infine, il rispetto puntuale delle previsioni del Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico dell’Autorità di Bacino del Liri – Garigliano – Volturno e dell’Autorità di Bacino Campania Centrale assicura la funzionalità idraulica ed idrogeologica nel territorio, dando il giusto spazio alle attività di prevenzione e risanamento. Tali politiche contribuiscono altresì al mantenimento di alti livelli di biodiversità. Già in questa fase è stata valutata la situazione territoriale. In particolare nel PUC saranno introdotti studi e normative specificamente finalizzata al’incremento della permeabilità dei suoli relativamente agli spazi aperti urbani, con l’obiettivo di 102

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“innervare” la rete ecologica nell’ambito delle parti più compatte ed urbanizzate del centro di Mercogliano.

Il livello strutturale del Preliminare non consente già in questa fase di specificare dettagliatamente quali saranno le azioni di piano volte al miglioramento delle prestazioni energetiche. In ogni caso, negli obiettivi perseguiti è presente l’incentivazione degli interventi volti all’innalzamento delle qualità energetico – prestazionali degli edifici di più recente costruzione. Anche per la gestione dei rifiuti saranno introdotte specifiche normative. Si tratta di: - attivare campagne informative volte ad accrescere la conoscenza delle problematiche connesse con la produzione e gestione dei rifiuti; - attivare nuovi servizi di raccolta di rifiuti urbani pericolosi, di rifiuti elettrici ed elettronici contenenti sostanze pericolose; - migliorare la conoscenza dei cittadini relativa ai servizi comunali di raccolta differenziata; - definire, a livello d’ambito, una strategia di gestione integrata degli R.S.U. al fine di conseguire il miglioramento dei tassi di raccolta differenziata attualmente inadeguati; - procedere ad un rapido rinnovo ed ammodernamento dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani; - migliorare il controllo sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali.

Sull’ambiente urbano, sinteticamente, si prevedono i seguenti effetti positivi: - conservazione del carattere complessivo dei tessuti dei nuclei storici; - riqualificazione e rifunzionalizzazione delle aree dismesse o sottoutilizzate; - miglioramento dell’accessibilità territoriale e locale e della mobilità lenta e sostenibile;

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- implementazione delle politiche economiche, con particole riguardo all’artigianato ed al turismo; - integrazione delle aree di margine urbano.

Sugli aspetti paesaggistici e del patrimonio culturale si precisano i seguenti punti: - con la valorizzazione delle aree naturalistiche e del centro storico, si intende rafforzare le specificità paesaggistiche e culturali mettendo a sistema gli elementi notevoli in una rete di riferimento per l’attuazione di politiche di sviluppo sostenibile; - la precisa definizione dei limiti del centro storico consente di articolare una normativa di dettaglio volta a definire per ogni singola casistica gli interventi più adatti, in modo da conservare le specificità e consentire dove è possibile trasformazioni compatibili.

3.4 Metodologia e strumenti per il monitoraggio

Il D.lgs 152/2006 dispone che per i piani o programmi sottoposti a procedimento di valutazione ambientale sia assicurato il controllo degli effetti ambientali significativi, da effettuarsi attraverso un monitoraggio che ne accompagni il percorso di attuazione. Tale controllo è finalizzato alla verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, alla tempestiva individuazione di eventuali effetti negativi imprevisti ed alla conseguente adozione di opportune misure correttive. In relazione al monitoraggio, saranno fornite nel Rapporto Ambientale indicazioni operative, in considerazione della rilevanza che tale tema ha assunto progressivamente nel dibattito tecnico-scientifico in materia di valutazione delle politiche e degli interventi. La descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio ambientale, sarà precisata in relazione alla tipologia degli interventi e alla natura degli effetti ambientali significativi previsti, e sarà contenuta nel rapporto ambientale. Gli 104

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indicatori di stato e gli indicatori di prestazione utilizzati per costruire le matrici di valutazione saranno introdotti come strumenti di monitoraggio al fine di assicurare una coerenza tra valutazione ex ante e valutazione in itinere. Nel programma di monitoraggio ambientale saranno individuate le risorse, le responsabilità ed i ruoli e saranno definiti tempi e modalità per l’attuazione di quanto previsto nonché le modalità di pubblicazione dei risultati.

3.5 Proposta di indice del Rapporto Ambientale

Alla luce di queste considerazioni è possibile delineare l’indice del Rapporto Ambientale. Si ricorda che al Rapporto Ambientale si allegherà la “Sintesi non tecnica”. Di seguito si riportano la proposta di indice del Rapporto Ambientale e il raffronto con i contenuti richiesti dalla e dal D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.

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Direttiva Europea 2001/42/CE Indice Rapporto Ambientale - Caratteristiche ambientali, culturali e VALUTAZIONE DEGLI AMBITI DI paesaggistiche delle aree che potrebbero essere RIFERIMENTO DEL PUC DI significativamente interessate; MERCOGLIANO - Qualsiasi problema ambientale esistente, - Quadro conoscitivo introduttivo pertinente al piano o programma, ivi compresi in - Quadro urbanistico particolare quelli relativi ad aree di particolare - Stato dell’ambiente rilevanza ambientale, quali le zone designate - Problemi ambientali come zone di protezione speciale per la - Questioni ambientali e PUC conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e dalla flora e della fauna selvatica. - Illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali OBIETTIVI DI SVILUPPO E VALUTAZIONE DI del piano o programma e del rapporto con altri COERENZA AMBIENTALE pertinenti piani o programmi; - Obiettivi del PUC - Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello - Definizione degli criteri ambientali e internazionale, comunitario o degli Stati membri, verifica di coerenza criteri – pertinenti al piano o al programma, e il modo in obiettivi cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto - Strategie ed interventi del PUC. di detti obiettivi e di ogni considerazione Verifica di coerenza interna ambientale. - Obiettivi a scala regionale, provinciale, e comprensoriale. Verifica di coerenza esterna

- Aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente VALUTAZIONI DEGLI EFFETTI AMBIENTALI e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del - Valutazione degli effetti ambientali piano o del programma; del PUC ed evoluzione dello stato - Possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi dell’ambiente senza l’attuazione aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la del PUC salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, - Valutazione delle alternative l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio - Azioni di prevenzione e gestione culturale, anche architettonico e archeologico, il dei rischi nel PUC paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori. - Il Piano di Protezione Civile come Devono essere considerati tutti gli effetti strumento di coordinamento delle significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, azioni di prevenzione e di gestione sinergici, a breve, medio e lungo termine, dei rischi permanenti e temporanei, positivi e negativi. - Sintesi delle valutazioni

- Misure previste per impedire, ridurre e compensare MONITORAGGIO E CONTROLLO nel modo più completo possibile gli eventuali - Definizione ed organizzazione del effetti negativi significativi sull’ambiente programma dell’attuazione del piano o del programma. - Definizione degli Indicatori di base necessari per il monitoraggio - Competenze di monitoriaggio - Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative SINTESI NON TECNICA individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste.

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3.6 Attori da coinvolgere. Individuazione dei Soggetti di Competenza Ambientale da coinvolgere e Modalità di partecipazione dei cittadini

Il rapporto di scoping in relazione alle questioni ambientali individuate come rilevanti ed ai potenziali effetti ambientali, identifica in prima istanza il quadro e il livello di dettaglio delle informazioni ambientali da includere nel rapporto ambientale. Il D.lgs 152/2006 stabilisce che l’autorità competente, in collaborazione con l’autorità procedente, individua i Soggetti di Competenza Ambientale da consultare per la fase di scoping. Tale consultazione è finalizzata a condividere il livello di dettaglio della valutazione ed acquisire ulteriori dati per la determinazione del quadro ambientale di riferimento. In questa sede si propone il seguente elenco di SCA: - Regione Campania – AREA 05. Ecologia, tutela dell’ambiente, disinquinamento e protezione civile; - Regione Campania – AREA 16. Governo del territorio e Beni culturali, ambientali e paesistici; - ARPAC – Direzione Regionale; - Provincia di Avellino - Assessorato Ambiente; - Provincia di Avellino - Assessorato Urbanistica; - Autorità di Bacino della Campania centrale; - Autorità di Bacino del Liri - Garigliano e Volturno; - Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per le Province di Salerno e Avellino; - Soprintendenza per i beni archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta; - Corpo forestale della provincia di Avellino; - ASL di competenza; - Comune di Avellino (AV); - Comune di Monteforte Irpino (AV); - Comune di Mugnano del Cardinale (AV); - Comune di Ospedaletto d’Alpinolo (AV); 107

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- Comune di Quadrelle (AV); - Comune di Summonte (AV).

Una volta individuati i soggetti competenti in materia ambientale, l’autorità proponente dovrà entrare in consultazione con predetti soggetti pubblicando sul proprio sito web il rapporto di scoping, dando contestualmente comunicazione, con modalità attestanti la data di ricezione (raccomandata A/R, fax, posta certificata, ecc.), ai soggetti competenti in materia ambientale ed all’autorità competente dell’avvenuta pubblicazione e della scadenza dei termini per l’inoltro dei pareri. I SCA dovranno far pervenire le proprie osservazioni all’autorità competente e all’autorità procedente, entro 90 giorni dalla data di ricezione della comunicazione inerente la pubblicazione del rapporto di scoping. Al termine dei 90 giorni, l’autorità procedente provvederà ad inoltrare all’autorità competente l’elenco dei soggetti che hanno formulato osservazioni, le osservazioni nonché i documenti attestanti la data di ricezione della comunicazione dell’inizio delle consultazioni di scoping. In alternativa, qualora decorso il suddetto termine non fossero pervenuti pareri, l’autorità procedente inoltrerà all’autorità competente una dichiarazione in merito all’assenza di pareri. Dei pareri e dei contributi forniti in questa fase si dovrà tener conto sia ai fini dell’elaborazione del rapporto ambientale che della sua valutazione; anche i successivi pareri espressi in sede di valutazione dovranno, infatti, essere coerenti con quanto chiarito nella fase preliminare dello scoping, fatti salvi gli ulteriori approfondimenti acquisiti e la conseguente riconsiderazione degli interessi pubblici coinvolti.

Per quanto riguarda la consultazione dei cittadini, attraverso le forme dell’urbanistica partecipata, così come previsto dagli art. 23 e art. 47 della L.R. 16/2004 e ss.mm.ii. verranno predisposte riunioni pubbliche finalizzate alla condivisione degli obiettivi a all’acquisizione di uno scenario condiviso. La partecipazione nell’ambito della redazione del PUC di Mercogliano è un processo 108

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che deve trasferire a livello locale politiche di sviluppo che possono agevolare il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità attraverso un processo di coinvolgimento del territorio. La partecipazione avverrà, quindi, a monte dell’iter di pianificazione, in modo da consentire la raccolta di tutte le proposte che provengono dagli attori sociali locali. Si tratta di costruire insieme una visione del territorio e del suo sviluppo futuro tenendo conto delle criticità ambientali, economiche e sociali dello stesso.

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4 PRELIMINARE DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA

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4.1 Il preliminare di Valutazione di incidenza

Con questo capitolo si intende integrare la redazione del RAP con alcune prime indicazioni metodologiche relative al procedimento di Valutazione di Incidenza del PUC, mirata a valutare l'influenza che il Piano Urbanistico Comunale potrebbe avere sul sistema ambientale e in particolare su determinati habitat e specie floristiche e faunistiche significativi.

Il territorio di Mercogliano presenta rilevanti peculiarità paesaggistiche e territoriali e al suo interno include differenti sistemi ambientali di pregio. Tra questi è il Sito SIC- IT8040006 “Dorsali del monte Partenio”.

La Valutazione d’Incidenza Ambientale costituisce quindi lo strumento utile al raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione degli habitat e delle specie e l'uso sostenibile del territorio. Questa valutazione si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle Aree Natura 2000, sia a quelli che, pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.

4.2 Metodologica con cui si intende effettuare la Valutazione di incidenza

Il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea, con l'obiettivo di promuovere la tutela e la conservazione della diversità biologica presente nel territorio degli Stati membri, ha istituito con la Direttiva Habitat 92/43/CEE e la Direttiva Uccelli (79/409/CEE) un sistema coerente di aree denominato Rete Natura 2000.

Con D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 e successivo D.P.R. 12 marzo 2003, n. 120, l'Italia ha recepito la direttiva 92/43/CEE regolamentandone l'attuazione e stabilendo, in particolare, che ai fini della valutazione di incidenza, i proponenti di piani e interventi non finalizzati unicamente alla conservazione di specie e habitat 111

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di un sito Natura 2000, presentano uno "studio" volto ad individuare e valutare i principali effetti che il piano o l'intervento può avere sul sito interessato.

La valutazione d'incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito (S.I.C.) o proposto sito (pS.I.C.) e le (Z.P.S.) della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.

Lo studio per la valutazione di incidenza sarà redatto secondo gli indirizzi dell'Allegato G al DPR 357/97. Tale allegato, che non è stato modificato dal nuovo decreto, prevede che lo studio per la valutazione di incidenza debba contenere:

- una descrizione dettagliata del piano o del progetto che faccia riferimento, in particolare, alla tipologia delle azioni e/o delle opere, alla dimensione, alla complementarietà con altri piani e/o progetti, all'uso delle risorse naturali, alla produzione di rifiuti, all'inquinamento e al disturbo ambientale, al rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate; - un’analisi delle interferenze del piano o progetto col sistema ambientale di riferimento, che tenga in considerazione le componenti biotiche, abiotiche e le connessioni ecologiche.

Nell'analisi delle interferenze, occorre prendere in considerazione la qualità, la capacità di rigenerazione delle risorse naturali e la capacità di carico dell'ambiente. Il dettaglio minimo di riferimento è quello del progetto CORINE Land Cover, che presenta una copertura del suolo in scala 1:100.000, fermo restando che la scala da adottare dovrà essere connessa con la dimensione del Sito, la tipologia di habitat e la eventuale popolazione da conservare.

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Il percorso logico della valutazione d'incidenza è delineato nella guida metodologica "Assessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites. Methodological guidance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats Directive 92/43/EEC" redatto dalla Oxford Brookes University per conto della Commissione Europea DG Ambiente.

La metodologia procedurale proposta nella guida della Commissione, a cui si farà riferimento nel presente “studio”, è un percorso di analisi e valutazione progressiva che si compone di 4 fasi principali:

FASE 1: verifica (screening) FASE 2: valutazione "appropriata" FASE 3: analisi di soluzioni alternative FASE 4: definizione di misure di compensazione

Fase 1 Screening/Verifica – identificazione di una possibile incidenza significativa del piano/progetto su un sito della rete Natura 2000 e verifica degli eventuali effetti significativi sugli obiettivi di conservazione del sito stesso.

Fase 2 Valutazione – analisi dell'incidenza del piano o del progetto sull'integrità del sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel rispetto della struttura e della funzionalità del sito e dei suoi obiettivi di conservazione, e individuazione delle misure di mitigazione eventualmente necessarie.

Fase 3 Analisi di soluzioni alternative – indicazione di soluzioni alternative attuabili nel caso in cui permangano gli effetti negativi sull'integrità del sito, nonostante le misure di mitigazione. Ogni nuova proposta deve essere sottoposta alla procedura di valutazione dell'incidenza sull'integrità del sito. 113

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Fase 4 Definizione di misure di compensazione – adozione di adeguate misure compensative che garantiscano la coerenza globale della rete Natura 2000 nel caso in cui non vi siano opportune soluzioni alternative e sia però necessario autorizzare la realizzazione del piano/progetto.

Nello specifico, nel preliminare di PUC non sono contenute previsione di alcuna modifica dell’assetto dei suoli e botanico – vegetazionale di tali zone, mantenendo la destinazione d'uso di tipo agrario e ponendo ancora di più attenzione alla salvaguardia del territorio con una serie di azioni mirate che avranno la funzione di rendere fruibili le zone senza tuttavia apportare modificazioni impattanti sugli habitat da salvaguardare.

Non si avrà riduzione dell'area dell'habitat, né perturbazione e/o frammentazione delle specie tutelate, non si produrranno cambiamenti negli indicatori del valore di conservazione (es. qualità dell'acqua, qualità dell'aria). La situazione che andrà a formarsi a seguito dell'adozione del nuovo strumento di pianificazione è tale da migliorare il preesistente, in quanto il piano stesso ha come obiettivo principale quello di un rapporto equilibrato tra una conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l’uso sostenibile del territorio.

Naturalmente alla luce dello strumento di pianificazione, il Comune di Mercogliano avrà come obiettivo principale un uso corretto del patrimonio ambientale e paesaggistico, evitando il rilascio di singole concessioni e/o progetti ricadenti all'interno del SIC o aventi comunque influenza su questo ambito. Questo avrà come scopo la tutela, la conservazione e la valorizzazione.

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4.3 Scheda SIC - IT8040006 “Dorsali del monte Partenio”.

In allegato si riportano le schede relative alla valutazione d’incidenza ambientale relativamente alle azioni di piano previste indicando i fattori di impatto con l’eventuale analisi quali-quantitativa riferita agli habitat e alle specie di interesse comunitario presenti. Sono inoltre indicate le misure di mitigazione progettuali e/o gestionali previste negli ambiti interessati da aree SIC e ZPS.

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Codice sito Regione Area Latitudine Longitudine Altezza Altezza bio-geografica [ha] minima massima [m.s.l.m.m] [m.s.l.m.m]

IT8040006 Mediterranea 15641 40 57 47 E 14 40 44 500 1598

Comuni attraversati Coincidenza o Appartenenza all’Ambito Zona di competenza Territoriale Ottimale intersecazione con altre aree Area Area protette esterna compresa ai in area Parchi Parco Avella (AV) x PR Partenio Parziale (85%) Cervinara (AV) x PR Partenio / Mercogliano x PR Partenio (AV) x PR Partenio Mugnano del Cardinale x PR Partenio (AV) Pietrastornina (AV) x PR Partenio Quadrelle (AV) x PR Partenio Rotondi (AV) Baiano PR Partenio (AV) Monteforte x PR Partenio Irpino (AV) x Ospedaletto d'Alpinolo PR Partenio (AV) Roccabascerana x (AV) S.Martino V.C. (AV) x PR Partenio S. Angelo a Scala x PR Partenio (AV) Sirignano (AV) x PR Partenio Sperone (AV) x PR Partenio Summonte PR Partenio (AV) Arpaia x PR Partenio (BN) PR Partenio Forchia (BN) PR Partenio Pannarano (BN) PR Partenio Paolisi (BN) PR Partenio Roccarainola PR Partenio

Caratteristiche Descrizione generali Estese faggete, imponenti castagneti sino a 700-800 m e boschi misti Qualità ed importanza che rivestono pendii e cime; presenza di praterie di alta e bassa quota. Importanti comunità di chirotteri e di anfibi e rettili. Avifauna nidificante: Rischi potenziali dovuti a d un ecce ssivo sfruttamento del territorio Vulnerabilità per l'allevamento. Aumento della rete stradale a scopi turistici Dorsale appenninica vicina alla pianura nolana caratterizzata da cime Altre caratteristiche calcaree con ampie coperture di materiali vulcanici ed altopiani glaciali del sito fortemente carsificati, con elevati livelli di precipitazioni

Tipi di habitat presenti Superficie coperta Prati magri, steppe 30% Boschi di latifoglie decidue 40% Boschi sempreverdi 10% Boschi misti 15% Habitat rocciosi, detriti di falda, aree sabbiose, nevi e ghiacci 5% Copertu ra totale habitat 100%

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Habitat di interesse comunitario (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE) Superficie Superficie Grado di Valutazione Codice Tipo coperta Rappresentatività relativa conservazione globale Percorsi 6220* substeppici di 10% B C B B graminacee e piante annue dei Thero- Brachypodietea Foreste di 9260 Castanea sativa 20% B C B B Formazioni 6210 erbose 20% B C B B secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco- Brometali) (stupenda fioritura di orchidee) Foreste di 9340 Quercus ilex 10% C C C C e Quercus rotundifolia Pareti 8210 rocciose 5% B C B B calcaree con Faggeti d egli 9210* Appennini 20% B B B B con Grotte non 8310 ancora 1% A C A B sfruttate a livello

Uccelli migratori abituali (non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE) Valutazione Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento globale A261 Motacilla cinerea C B C B A317 Regulus regulus C B C B A288 Cettia cetti C B C B A315 Phylloscopus collybita C B C B A314 Phylloscopus sibilatrix C B C B A311 Sylvia atricapilla C B C B A310 Sylvia borin C B C B A305 Sylvia melanocephala C B C B A274 Phoenicurus phoenicurus C B C B A276 Saxicola torquata C B C B A359 Fringilla coelebs C B C B A360 Fringilla montifringilla C B C B 118

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Uccelli migratori abituali (non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE) A365 Carduelis spinus C B C B A366 Carduelis cannabina C B C B Coccothraustes A373 coccothraustes C B C B A383 Miliaria calandra C B C B A073 Milvus migrans C C C B A072 Pernis apivorus C B C B A224 Caprimulgus europaeus C C C B A238 Dendrocopos medius C B C B A084 Circus pygargus C B C B A103 Falco peregrinus C C C B A338 Lanius collurio C B C B A242 Melanocorypha calandra C B C B A247 Alauda arvensis C B C B A208 Columba palumbus C B C B A113 Coturnix coturnix C B C B A286 Turdus iliacus C B C B A210 Streptopelia turtur C B C B A283 Turdus merula C B C B A285 Turdus philomelos C B C B A155 Scolopax rusticola C B C B A160 Numenius arquata C B C B A162 Tringa totanus C B C B A164 Tringa nebularia C B C B A168 Actitis hypoleucos C B C B A184 Larus argentatus C B C B A179 Larus ridibundus C B C B A212 Cuculus canorus C B C B A214 Otus scops C B C B A226 Apus apus C B C B A228 Apus melba C B C B A230 Merops apiaster C B C B A232 Upupa epops C B C B A233 Jynx torquilla C B C B A251 Hirundo rustica C B C B A253 Delichon urbica C B C B A256 Anthus trivialis C B C B A260 Motacilla flava C B C B

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Uccelli migratori abituali (non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE) A266 Prunella modularis C B C B A269 Erithacus rubecula C B C B A271 Luscinia megarhynchos C B C B A273 Phoenicurus ochruros C B C B A275 Saxicola rubetra C B C B A277 Oenanthe oenanthe C B C B A284 Turdus pilaris C B C B A304 Sylvia cantillans C B C B A309 Sylvia communis C B C B A319 Muscicapa striata C B C B A337 Oriolus oriolus C B C B A341 Lanius senator C B C B A351 Sturnus vulgaris C B C B

Mammiferi (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE) Valutazione Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento globale 1303 Rhinolophus hipposideros C A C A Rhinolophus 1304 ferrumequinum C A C A 1324 Myotis myotis C A C A 1352 Canis lupus C A B B 1305 Rhinolophus euryale C A C A 1307 Myotis blythii C A C A 1308 Barbastella barbastellus C A C A 1310 Miniopterus schreibersii C A C A 1316 Myotis capaccinii C A C A

Anfibi e rettili (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE) Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale 1193 Bombina variegata C B C B 1175 Salamandrina C B B B terdigitata 1167 Triturus carnifex C B C B 1279 Elaphe quatuorlineata C B C B 1220 Emys orbicularis C B A B

Invertebrati (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE) Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale 1062 Melanargia arge C A C A 120

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Invertebrati (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE) 1044 Coenagrion mercuriale C C C C 1047 Cordulegaster C C C C t i i Altre specie importanti di flora e fauna Gruppo Specie Popolazione

Triturus italicus Comune Anfibi Hyla italica Rara Rana italica Rara Salamandra salamandra gigliolii Rara Rana dalmatina Rara Coluber viridiflavus Comune Rettili Elaphe longissima Rara Lacerta bilineata Comune Podarcis sicula Presenza Podarcis muralis Rara Anguis fragilis Rara Chalcides chalcides Rara Coronella austriaca Rara

Invertebrati Bathisciola partenii Presenza Ceriagrion tenellum Presenza Cordulegaster boltoni Presenza Disparrhopalites patrizii Presenza Haplophtalmus mengei Presenza Lucanus tetraodon Presenza Alnus cordata Presenza Pesci Armeria macropoda Presenza Rhinanthus wettsteinii Presenza

Di seguito si riportano le fonti bibliografiche che trattano de al SIC - IT8040006 “Dorsali del monte Partenio”:

LA VALVA V., MORALDO B., RICCIARDI M. & CAPUTO G., 1987-88. Appunti di floristica meridionale. Delpinoa, N.S. 29-30:107-115.

LA VALVA V., RICCIARDI M. & CAPUTO G., 1985 - La tutela dell'ambiente in Campania: situazione attuale e proposte. Inf. Bot. Ital., 17 (1-2-3):144-154.

MORALDO B., LA VALVA V., 1989 - La flora dei Monti del Partenio (Campania, Comunità Montana del Vallo di Lauro e Baianese). Atti del Circolo Culturale B.G. 121

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Duns Scoto di Roccarainola, Volume del Ventennale dedicato al Parco del Partenio, 14-15: 75-217.

PICARIELLO O., RUSSO D., MOSCHETTI G., SCEBBA S., 1996 - Gli Animali Selvatici. In: La verde Irpinia. Paesaggio, natura, ambiente. Storia naturale della provincia di Avellino. in Picariello O. & Laudadio C. (eds), Sellino & Barra, Avellino Maio N.- 1996 - Riserve naturali dellIrpinia. In: La verde Irpinia. Paesaggio, natura, ambiente. Storia naturale della provincia di Avellino. in Picariello O. & Laudadio C. (eds), Sellino & Barra, Avellino: 329-352 pp.

CAPUTO V., 1989. I Vertebrati del Massiccio del Partenio (Appennino Campano). Atti Circ. Cult. B.G. Duns Scoto, 14/15: 217-283.

CARPINO F. & CAPASSO S. (a cura di), 2008. I Vertebrati terrestri del Parco Regionale del Partenio. Monitoraggio e indirizzi per la gestione e conservazione.

Ente Parco Regionale del Partenio, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli. 143 pp. AAVV 2011. I Rapaci diurni della Campania. Monografia n. 10 ASOIM, Napoli.

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