NO!ART of the 1960'S
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NO!ART of the 1960’s BORIS LURIE 8 giugno – 31 luglio 2012 ROBERT F. KENNEDY CENTER FOR JUSTICE AND HUMAN RIGHTS Spazio SUC, 1° Piano, Piazza delle Murate - 50122 Firenze ROBERT F. KENNEDY CENTER FOR JUSTICE AND HUMAN RIGHTS BORIS LURIE ART FOUNDATION Gertrude Stein, Chairman PRESENTANO: of the 1960’s BORIS LURIE 1924- 2008 8 giugno – 31 luglio 2012 Spazio SUC, 1° Piano, Piazza delle Murate - 50122 Firenze ROBERT F. KENNEDY CENTER FOR JUSTICE AND HUMAN RIGHTS SOMMARIO Boris Lurie, la guerra e la NO!art - Claude Horvath 4 Introduzione - Gertrude Stein 6 Introduzione - Kerry Kennedy 8 Volti del coraggio: i vincitori del Premio RFK per i diritti umani 10 Speak Truth to Power 20 INTERVENTO DI BORIS LURIE (1961) - Boris Lurie 22 Che tempi sono questi di Adrienne Rich 24 Immagini 26 Indice 54 Ringraziamenti 58 The Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights 60 2 BORIS LURIE ART FOUNDATION CONTENTS Boris Lurie, the War, and NO!art - Claude Horvath 5 Introduction - Gertrude Stein 7 Introduction - Kerry Kennedy 9 3URÀOHLQ5HVLVWDQFH5).+XPDQ5LJKWV$ZDUG/DXUHDWHV Speak Truth to Power 21 BORIS LURIE STATEMENT (1961) - Boris Lurie 23 What Kind of Times Are These by Adrienne Rich 25 Images 26 Table of Contents 56 Acknowledgements 58 About The Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights 61 3 ROBERT F. KENNEDY CENTER FOR JUSTICE AND HUMAN RIGHTS Boris Lurie, la guerra e la NO!art Boris Lurie nacque nel 1924 in una città che era appena stata rinominata Leningrado, precedentemente Pietrogrado, e prima ancora San Pietroburgo (che è il suo attuale nome). Il padre, Elja Lurja, divenuto abbiente negli anni della Nuova Politica Economica, trasferì la famiglia D5LJDLQ/HWWRQLDTXDQGR%RULVHUDSLFFRORHSULPDFKH6WDOLQPHWWHVVHÀQHDTXHOSHULRGRGL rilassamento dell’austerità comunista. Pur non essendo un luogo ideale per degli ebrei, la Lettonia non era un paese caratterizzato da un anti-semitismo di stato realmente oppressivo. Il 22 giugno 1941, l’Unione Sovietica fu invasa dalla Germania, già sua alleata e, solo tre settimane dopo, la Lettonia fu occupata dalla Wehrmacht. Quattro mesi dopo ebbe luogo l’eccidio della foresta di Rumbula, nel quale furono uccisi decine di migliaia di ebrei di Riga, fra i quali la madre, la sorella e la nonna di Boris. Solo Boris e il padre sarebbero sopravvissuti alla guerra. /HVDGLFKHSULYD]LRQLLQÁLWWHDLSULJLRQLHULGHL.= FDPSLGLFRQFHQWUDPHQWR VRQRWULVWHPHQWHQRWHH non furono risparmiate agli ebrei di Lettonia, fra cui Boris e il padre. I detenuti venivano spostati da un campo all’altro a piacere del regime tedesco o in funzione delle esigenze militari. Verso la metà del ‘44, le truppe sovietiche si avvicinarono talmente al campo che le guardie fuggirono. Finalmente libero, Boris vagò un po’ per la campagna, ma al cadere della notte ritornò al campo (cosa che potrà sorprendere chi non ha vissuto un’esperienza del genere). Era l’unico luogo che conosceva e dove poteva trovare riparo. Così come i sovietici molti anni prima avevano liberato Boris, ora fu Boris a prendere in mano la sua YLWDVLOLEHUzGDVRORIDFHQGRVLVWUDGDÀQRDOOHOLQHHDPHULFDQHGRYHOHVXHFRPSHWHQ]HOLQJXLVWLFKHOR resero prezioso per le forze di occupazione nella Germania vinta. In quel momento, l’untermensch fu davvero über! 1HODSSHQDGXHDQQLGRSRODÀQHGHOODSULJLRQLD%RULVHPLJUzLQ$PHULFDXQSDHVHFKHDYHYD avuto un’esperienza della guerra molto diversa da quella dell’Europa, e riprese la sua arte che aveva dovuto forzosamente abbandonare durante la “detenzione” sotto i tedeschi. Si potrebbe dire che quando l’Europa va in guerra, la gente muore di fame, mentre quando è l’America DGDQGDUHLQJXHUUDLOGHQDURVFRUUHDÀXPL%RULVWURYzDVVROXWDPHQWHGLVJXVWRVDODORJLFDGHO SURÀWWRG·ROWUHRFHDQRFKHGLYHQQHHGqWXWWRUDO·RELHWWLYRVSHFLÀFRGHOVXR12&LzFKHRJJL FKLDPLDPRPHUFLÀFD]LRQHQRQqQLHQWHGLQXRYR Negli anni Sessanta il paese aveva in parte recuperato il suo ritardo rispetto a Boris. Non abbiamo sentito tutti parlare di Rachel Carson, BettY Friedan e Ralph Nader? Dall’espressionismo astratto alla 3RS$UWODFXOWXUDXIÀFLDOHGLVWRJOLHVHPSUHSLORVJXDUGR HWHQWDGLGLVWRJOLHUHLOQRVWUR GDJOLRUURUL che ci circondano. Questo Boris non lo avrebbe mai potuto fare. Nato in una nazione nascente che aveva detto NO!, SHUVHYHUzQHOODVXDRSSRVL]LRQHDOOHLGHRORJLHFKHQHYROHYDQRO·DQQLHQWDPHQWRÀVLFR Claude Horvath 4 BORIS LURIE ART FOUNDATION Boris Lurie, the War, and NO!art Boris Lurie was born in a newly renamed Leningrad, which had been Petrograd, which itself was the renamed St. Petersburg (the name which, once again, it has) in 1924. His father (Elja Lurja), who had prospered during the New Economic Policy, took his family to Riga, Latvia while Boris was a babY, ahead of Stalin’s coming reversal of that relaxation of austere &RPPXQLVWSURFHGXUH/DWYLDZKLOHQRWDQLGHDOORFDWLRQIRU-HZVZDVQRWW\SLÀHGE\DWUXO\ oppressive, state-sanctioned anti-Semitism. On June 22, 1941, the Soviet Union was invaded by its erstwhile ally, Germany, and, a mere three weeks later, Latvia was occupied by the Wehrmacht. Four months later, the massacre at Rumbula Forest occurred in which tens of thousands of Riga’s Jews were killed, including Boris’ mother, sister, and grandmother. Only Boris himself and his father would survive the war. 7KHVDGLVWLFSULYDWLRQVLQÁLFWHGXSRQWKRVHKHOGLQWKH.D=HWV FRQFHQWUDWLRQFDPSV DUHZHOO known, and were not spared the Latvian Jews (including Boris and his father). The inmates were moved from camp to camp as the German régime pleased, or as the military situation made necessarY. In mid-1944, the Soviet troops came so close that the camp guards vanished. Now freed, Boris wandered the countryside a bit, but, when night came, returned (surprisingly to people who haven’t been through anything like this) to the camp he’d known for some time. It was the only obvious shelter available to him. Much as the Soviets had liberated Boris several years before, now Boris took matters into his own hands, liberating himself by making his way to the American lines, where his language skills made of him a valuable asset to the occupation forces in conquered Germany. Now, the ‘untermensch’ was ‘über’ indeed! In 1946, Boris emigrated to America (a scant two years after he’d been a prisoner of the Nazis) entering a country that had experienced a very different war than Europe had known, picking up his art that had necessarily been put aside during his ‘detention’ by the Germans. It could be said that when Europe goes to war, the people starve — when North America JRHVWRZDUULFKHVÁRZ%RULVIRXQGWKHFRPPHUFLDOLVPRQWKHZHVWVLGHRIWKH$WODQWLF WKRURXJKO\GLVWDVWHIXO7KDWVSHFLÀFDOO\ZDVDQGLVWKHWDUJHWRI %RULV·12:KDWLVQRZFDOOHG FRPPRGLÀFDWLRQLVQRQHZWKLQJ In the Sixties, the country had caught up a bit with Boris. Have we not all heard of Rachel Carson, %HWW\)ULHGDQDQG5DOSK1DGHU")URP$EVWUDFW([SUHVVLRQLVPWR3RS$UWWKHRIÀFLDOFXOWXUH more and more diverts its eye (and tries to divert ours) from horrors all about. That Boris could never do. Born in a nascent nation that had said NO!, he persevered in opposition to ideologies that strove to destroy him physically Claude Horvath 5 ROBERT F. KENNEDY CENTER FOR JUSTICE AND HUMAN RIGHTS Oltre 50 anni fa, Boris Lurie tenne la sua prima mostra a Milano presso la Galleria Arturo Schwarz. Fu una mostra condannata, osannata, recensita, discussa e fondamentale per il movimento di avanguardia anti-establishment. Al suo rientro negli Stati Uniti, fu allestita la Doom Show alla March GallerY, sulla Decima strada est, nel quartiere dei giovani artisti. Questa mostra preannunciava il movimento NO!art e io la portai a uptown Manhattan nella zona degli artisti già noti. La galleria era in un seminterrato buio e ci tenemmo la famosa mostra NO!SHOW, con la missione dichiarata GLORWWDUHSHUPHWWHUHÀQHDOJHQRFLGLRDLSUHJLXGL]LDOOHFULFFKHGLVWDPSRDUWLVWLFRDOFRQVXPLVPR alla repressione degli artisti e ad altri punti di scontro con l’establishment. Boris era una vittima dell’olocausto, era stato imprigionato con il padre per 4 anni, mentre la madre, la sorella e la nonna erano state uccise nel 1941 durante l’eccidio di Rumbula, in una zona costiera vicino a Riga, in Lettonia. In risoluta opposizione alle ingiustizie, grandi e piccole, come queste, nasce e opera la Boris Lurie Art Foundation. Fino al giorno della sua morte, nel gennaio del 2008, sognò una fondazione che si occupasse di TXHVWLSUREOHPL$EELDPRRSHUDWRSHUTXHVWRÀQHSHUDQQLHTXDQGRPRUuLRKRODYRUDWRH FRPEDWWXWRSHUXQPHVVDJJLRDUWLVWLFRVLJQLÀFDWLYRFKHFRPSUHQGHVVHFLzFKH%RULVDYHYDFHUFDWRGL portare a compimento per tutta la vita. Questo fa parte della missione dichiarata nel 1961; abbiamo organizzato molte mostre, e quella di Mosca, in Russia, è senza alcun dubbio quella che avrebbe DSSUH]]DWRGLSL 5LFRUGDWHSHUIDYRUHFKHDQFKHVHDOFXQHGLTXHVWHRSHUHULVDOJRQRDSLGLPH]]RVHFRORID continuano ad essere estremamente attuali anche per le nuove generazioni. Gertrude Stein Presidente del Board della Boris Lurie Art Foundation 6 BORIS LURIE ART FOUNDATION More then 50 years ago, Boris Lurie had his inaugural show in Milan at the Arturo Schwarz gallerY. That show was condemned, praised, reviewed, discussed and made an imprint for the avant-garde anti-establishment movement. Upon his return to the United States, the Doom show was presented at the March GallerY, on East 10th Street, in the young artists neighborhood, predating the NO!art movement, which I took to uptown Manhattan to the established artist section. It was a black basement gallery and we had the now famous NO SHOW, with our mission statement which fought for an end to genocide, prejudice, art related cabals, consumerism, artist repression and