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PARLANDO Domani la famiglia musicale Marsalis al completo (il padre Ellis, i figli Wynton e Bran- DI... 41 P ford) suona alla Casa Bianca davanti a 150 studenti. Questo di jazz non è un concerto I Marsalis isolato. È un’iniziativa di Michelle Obama che cerca di promuovere le arti e che sta organiz- DOMENICA 14 GIUGNO da Obama zando appuntamenti anche di classica e country music. 2009

Terry Callier The Vaselines Le canzoni più tristi della storia TOP 10 & LACRIME www.toptenz.net/10-sad-songs.php Soulman con guizzo Fugace Big John Shaft 02 Everyone Says Hi David Bowie Terry Callier The Vaselines Hidden conversation Enter the vaselines Belle & Sebastian 03 She Wanted to Leave Gene Ween Mr Bongo *** ** 04 Already Dead Beck 05 Card Cehat Clash

06 Autumn in New York Bille Holiday Terry Callier per gli amanti del soul è li adorava (ne fece due co- una leggenda. Crebbe con Curtis Mayfield ver: Molly’s lip e Son of a gun) e di conse- 07 Redemption Song Bob Marley a Chicago ma non ebbe la stessa fortuna. guenzaqualcunoli citò come band semina- Eppurequesto èil 14esimo album. Ed èun' le per l’indie rock. Ora esce un best del duo 08 Angel of Harlem U2 evoluzione:non piùsolo quella vocevellu- di (attivi da metà anni 80) con de- tata tra folk, jazz e soul ma anche un pizzi- momai sentiti emix rimasterizzati. Percapi- 09 Mother John Lennon co di elettronica grazie a due brani scritti re se Kurt aveva ragione o (più probabile) assieme ai Massive Attack. SI. BO. era un fugace innamoramento. SI. BO. 10 Way to Blue Nick Drake

IL LUTTO GIORDANO MONTECCHI sin Mary, Spiral, Syeeda’s Song Flu- te, Mr. P. C. e Countdown, risaltano La registrazione il travolgente Giant Steps e l’estati- Quei giorni a New York un mix esplosivo di jazz, rock e spe- co Naima, considerati capolavori. rimentazione. Per giornalisti e stu- In Giant Steps il sassofonista presen- I brani e chi li suonava diosi quelli furono gli anni del Pro- ta una progressione armonica basa- gressive rock e, per essere più preci- ta su intervalli di terza maggiore di si, della cosiddetta Canterbury sce- tale difficoltà per il solista (anche 4 maggio 1959 ne: icone fatte apposta per riassu- perché il tempo è staccato velocissi- John Coltrane (sax tenore), Tommy mere in slogan troppo facili realtà mo) che sarebbe diventato in futu- Flanagan (piano), Paul Chambers che era impossibile riassumere tan- ro una sorta di sfida definitiva per (contrabbasso), Art Taylor (batteria) to erano instabili e multiple. ogni improvvisatore. iniziano a registrare «Giant Steps» (il Lui sembra essere caduto in tran- produttore sarà sempre Nesuhi Er- L’ETICHETTA DI CANTERBURY ce sviluppando una serie di arpeggi tegün) eseguendo «Spiral» e «Cousin Lo stesso Hugh Hopper non ha per- rapidissimi disposti magistralmen- Mary». so occasione di ricordare come par- te ed eseguiti con una spinta melo- lare di una scuola di Canterbury si- dica continua e ubriacante, come 5 maggio 1959 gnifichi ben poco. Lo ha fatto l’ulti- ad estendere il bop che fu di Char- La stessa formazione incide «Coun- ma volta in Italia nel 2005, a Cre- lie Parker sino al limite delle possi- tdown», «Syeeda’s Song Flute», «Mr. mona, a un convegno della Facoltà bilità tecniche e tonali: non per P.C.» e «Giant Steps». Hugh Hopper: di Musicologia: «Sono nato a Can- niente proprio a partire dalla pub- terbury, nel Kent, e sono uno dei blicazione di Giant Steps Coltrane 2 dicembre 1959 la rivoluzione pochissimi che potrebbe veramen- sarebbe diventato il sassofonista È l’ultima sessione. Però in studio con te essere considerato appartenen- più studiato e imitato. Naima è una Coltrane e Chambers ci sono al piano permanente te alla “scuola di Canterbury”. Ma ballad dedicata alla sua prima mo- Wynton Kelly e alla batteria Jimmy anche Chris Cutler è considerato ta- glie di una dolcezza e una tensione Cobb. Registrano «Naima». dei Soft Machine le, anche se a Canterbury non c’è incomparabili: è lenta, senza im- mai stato. Semplificazioni: perché provvisazione (il contrario esatto è più facile dire “questa è musica di di Giant Steps), bastando la bellez- Da McCoy Tyner a Marsalis ugh Hopper se l’è Canterbury”; un’etichetta che in ef- za della melodia e del suono del sax tutti alla corte di «Trane» portato via la leuce- fetti ha aiutato anche noi, perché a raggiungere una toccante intensi- mia. Aveva 64 anni e chi cercava i nostri dischi sapeva tà espressiva come a ridare valore Interpretazioni di «Giant Steps» per chi ha familiari- dove trovarli. Noi comunque non alla pura semplicità (l’horror pleni si trovano nei seguenti album. H tà con la storia della lo chiamavamo progressive, lo di Davis). Anthony Braxton, «23 Standards» musica degli ultimi chiamavamo underground e poi (Leo, 2004), Eddie Daniels, «This Is quarant’anni è una notizia che riem- non avevamo molto a che fare con UNA RICERCA CONTINUA New» (Columbia, 1968); Rosario Giu- pie di tristezza. Hopper era nato a l’ambiente. Tutti avevano un chi- Con questa opera, diventata senza liani, «Duets For Trane» (Philology, Canterbury e nel 1968 era entrato a tarrista. Noi invece no: ci piaceva volerlo un manifesto programmati- 1998); Woody Herman, «Giant Steps» far parte di un piccolo, agguerritissi- fare quello che gli altri non faceva- co, Coltrane fa voltare pagina al (Fantasy, 1973); Roland Kirk, «Dog Ye- mo gruppo di musicisti radicali che no». Così Hopper, uno che chiama- jazz: negli anni a venire, quei pochi ars In The Fourth Ring» (32Jazz, si facevano chiamare The Soft Ma- va le cose col loro nome e che fino ancora che gli sarebbero rimasti da 1963); Lee Konitz, «Lee Konitz Nonet» chine. Erano in tre: Robert Wyatt al- al suo ultimo fascinoso album (Du- vivere (morì nel 1967 a nemmeno (Chiaroscuro, 1977); Brandford Marsa- la batteria e Mike Ratledge alle ta- ne, 2008) ha lavorato senza curarsi 41 anni), con la sua indefessa conti- lis «Steep» (Sony, 1988); Pat Metheny, stiere e lui al basso. Poi arrivò il quar- del successo troppo facile. Mentre nua ricerca e un sincero afflato spi- ««Trio 99’00» (Warner Bros., 2000); to, Elton Dean coi suoi sax, e la musi- scrivo ho ben presente nelle orec- rituale avrebbe fatto ancora me- Archie Shepp «I Know About The Li- ca non fu più la stessa. Da allora non chie della memoria le linee del bas- glio, offrendo opere somme e aper- fe» (Sackville, 1981); McCoy Tyner, si è ancora finito di discutere su che so di Hugh Hopper in Sotf Machine te al futuro come My Favorite Thin- «Remembering John» (Enja, 1991); cosa realmente accadde in quegli an- Three: eccitanti come la certezza gs, A Love Supreme, Ascension ed Ex- World Saxophone Quartet, «Moving ni fra Londra e Canterbury, la cittadi- che almeno in musica le rivoluzio- pression.● Right Along (Black Saint 1993).● na medioevale divenuta sinonimo di ni non finiscono mai. ●