Mille Anni Di Storia Camaldolese Negli Archivi Dell'emilia-Romagna
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9. Le pergamene nell’era digitale, Atti 17 CENTRO STUDI NAZIONALE SUGLI ARCHIVI EccLESIASTICI ATTI DEI CONVEGNI dei convegni di Spezzano (3 settem- DEL CENTRO STUDI bre 2004) e di Ravenna (24 settembre DI FIORANO E RAVENNA 2004), a cura di E. ANGIOLINI, Mode- NazIONALE SUGLI na 2005. ARCHIVI ECCLesIasTICI 10. Cum tamquam veri. Gli archivi conventuali degli ordini maschili, Atti dei convegni di Spezzano (16 settem- bre 2005) e di Ravenna (30 settembre MILLE ANNI DI STORIA CAMALDOLESE 1. Gli archivi parrocchiali: organizza- zione, gestione, fruizione e ricerca sto- 2005), a cura di E. ANGIOLINI, Mode- na 2006. rica, Atti dei convegni di Fiorano Mo- NEGLI ARCHIVI DELL’EMILIA-ROMAGNA denese (4 settembre 1996) e di Raven- na (5 ottobre 1996), a cura di E. AN- 11. Vite consacrate. Gli archivi delle GIOLINI, Modena 1997. organizzazioni religiose femminili, Atti dei convegni di Spezzano (18 2. L’amministrazione archivistica e gli settembre 2006) e di Ravenna (28 set- archivi parrocchiali, Atti del conve- tembre 2006), a cura di E. ANGIOLINI, ATTI del convegno di ravenna gno di Spezzano (18 settembre 1997), Modena 2007. a cura di E. ANGIOLINI, Modena 1998. (11 ottobre 2012) 12. Gli archivi diocesani dell’Emilia 3. Libri canonici e stato civile: segre- Romagna. Patrimonio, gestione e fru- tazione o consultabilità? Orientamen- izione, Atti dei convegni di Spezzano ti legislativi e storiografici, Atti del (13 settembre 2007) e di Ravenna (27 a cura di Gilberto Zacchè convegno di Spezzano (4 settembre settembre 2007), a cura di G. ZACCHÈ, 1998), a cura di E. ANGIOLINI, Mode- Modena 2008. na 1999. 13. La casa di Dio. La fabbrica degli 4. Le vie della devozione: gli archivi uomini. Gli archivi delle fabbricerie, dei santuari in Emilia Romagna, Atti Atti del convegno di Ravenna (26 set- dei convegni di Spezzano (3 settem- tembre 2008), a cura di G. ZACCHÈ, bre 1999) e di Ravenna (1° ottobre Modena 2009. 1999), a cura di E. ANGIOLINI, Mode- na 2000. 14. Condividere la fede. Archivi di confraternite dell’Emilia-Romagna, 5. Gli archivi capitolari dell’Emilia Atti del convegno di Spezzano (10 Romagna, Atti dei convegni di Spez- settembre 2009), a cura di G. ZACCHÈ, zano (6 settembre 2000) e di Ravenna Modena 2010. (11 ottobre 2000), a cura di E. ANGIO- LINI, Modena 2001. 15. Realtà archivistiche a confronto: le associazioni dei parroci urbani, Atti 6. Gli archivi delle chiese collegiate. del convegno di Ravenna (24 settem- Problemi e prospettive, Atti dei conve- bre 2010), a cura di G. ZACCHÈ, Mo- gni di Spezzano (4 settembre 2001) e dena 2011. di Ravenna (5 ottobre 2001), a cura di E. ANGIOLINI, Modena 2002. 16. Le conseguenze sugli archivi ec- clesiastici del processo di unificazione 7. Problemi di conoscenza e di integra- nazionale: soppressioni, concentrazio- zione: gli archivi delle diocesi aggre- ni, dispersioni, Atti del convegno di CAMALDOLESE STORIA MILLE ANNI DI DELL’EMILIA-ROMAGNA NEGLI ARCHIVI gate, decentrate e soppresse, Atti dei Modena (19 ottobre 2011), a cura di convegni di Spezzano (4 settembre G. ZACCHÈ, Modena 2012. 2002) e di Ravenna (5 ottobre 2002), a cura di E. ANGIOLINI, Modena 2003. 17. Mille anni di storia camaldolese negli archivi dell’Emilia-Romagna, isbn 978-88-7000-609-4 8. Gli archivi dei Seminari, Atti dei Atti del convegno di Ravenna (11 convegni di Spezzano (3 settembre ottobre 2012), a cura di G. ZACCHÈ, 2003) e di Ravenna (11 ottobre 2003), Modena 2013. 9 788870 006094 € 15,00 I.C. Mucchi Editore a cura di E. ANGIOLINI, Modena 2004. Soprintendenza Archivistica Sezione ANAI per l’Emilia Romagna Emilia Romagna Comune di Fiorano Modenese società di studi Assessorato alle Politiche Culturali ravennati CENTRO STUDI NAZIONALE SUGLI ARCHIVI EccLESIASTICI DI FIORANO E RAVENNA MILLE ANNI DI STORIA CAMALDOLESE NEGLI ARCHIVI DELL’EMILIA-ROMAGNA ATTI del convegno di ravenna (11 ottobre 2012) a cura di Gilberto Zacchè Mucchi Editore Centro studi nazionale sugli archivi ecclesiastici di Fiorano e Ravenna Comitato scientifico: Enrico Angiolini, Gianna Dotti Messori, Euride Fregni, Nina Maria Liverani, Manuela Mantani, Marco Mazzotti, Barbara Menghi Sartorio, Lorenzo Pongiluppi, Giuseppe Rabotti, Carmelo Elio Tavilla, Stefano Vitali, Gilberto Zacchè Organizzazione del Convegno: Nina Maria Liverani, Manuela Mantani, Marco Mazzotti, Giuseppe Rabotti Segreteria: Alessandra Alberici Per informazioni: Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Fiorano Modenese tel: 0536.83.34.18 e-mail: [email protected] Pubblicazione realizzata con la collaborazione di: ARCIDIOCESI DI RAVENNA-CERVIA ISBN 978-88-7000-609-4 Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nel limite del 15% di ciascun volume o fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOM- MERCIO, CONFESER CENTI il 18 dicembre 2000. 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Memoria e amnesie di una storia secolare Per uno di quei paradossi da cui non va certo esente la storia di quel- li che la terminologia ecclesiastica della Chiesa romana definisce “Istituti di perfezione” 1, ossia il vasto mondo degli ordini religiosi, anche il movimento camaldolese, scaturito dalla ricerca d’assoluto di Romualdo da Ravenna e dei suoi discepoli, nella solitudine remota delle foreste e dei monti 2, si è rivelato, nel tempo e nello spazio, di un’eccezionale fecondità sul piano della scrittu- ra o più precisamente, giacché queste righe aprono una riflessione in tema di archivi, delle scritture. Se, infatti, il padre degli “eremiti razionali” – come lo definisce san Bru- no Bonifacio 3 – non ha lasciato la minima testimonianza scritta della sua sin- golare opera di fondatore e di riformatore, le molte generazioni di eremiti e di monaci che ne hanno perpetuato il carisma, avrebbero prodotto una mole dav- vero impressionante di documenti. Basti pensare che, nell’Archivio di Stato di Firenze, i fondi Camaldoli, S. Salvatore e Camaldoli. Appendice, con le loro 1400 unità, tra buste e registri, e le loro quasi 5000 pergamene, sono di gran lunga i più ricchi tra quelli delle “corporazioni religiose soppresse” 4. Se poi vi aggiungiamo, limitandoci sempre all’archivio della città del Giglio, le carte provenienti da altri eremi o cenobi della Toscana, e solo del ramo ma- schile dell’Ordine, le unità archivistiche di origine camaldolese diventano 1 Ai quali è dedicato il ben noto Dizionario, pubblicato in dieci volumi tra il 1974 ed il 2003, dalle Edizioni Paoline, sotto la direzione prima di Guerrino Pelliccia e poi di Giancarlo Roc- ca. 2 Inutile qui dar conto dell’abbondante bibliografia relativa a Romualdo. Mi limito qui a ri- mandare al recente saggio di U. LONGO, Romualdo di Ravenna e le sue fondazioni, in L’ab- bazia di San Salvatore di Monte Acuto–Monte Corona nei secoli XI-XVIII. Storia e arte, a cu- ra di N. D’ACUNTO e M. SANTANICCHIA, Perugia 2011, pp. 29-42, con aggiornati riferimenti bibliografici. 3 Cfr. G. FORNASARI, “Pater rationabilium eremitarum”: tradizione agiografica e attualiz- zazione eremitica nella “Vita Beati Romualdi”, in ID., Medioevo riformato del secolo X. Pier Damiani e Gregorio VII, Napoli, Liguori, 1996, p. 210. 4 Cfr. A. GABRIELLI - D. PARASASSI, Fonti per lo studio dei fondi camaldolesi negli Archivi di Stato italiani, in Il Codice forestale camaldolese. Legislazione e gestione del bosco nella do- cumentazione d’archivio romualdina, a cura di F. CARDARELLI, Bologna, Bononia Universi- ty Press, 2009, pp. 102-104. 5 2155 e le pergamene 7535. Il che, in termini documentari, e prescindendo ov- viamente dall’abbondante materiale manoscritto ed a stampa conservato in altre sedi 5, costituisce un più che onorevole risultato per un ordine che, alme- no alle sue origini, concepiva la propria vocazione in una prospettiva essen- zialmente anacoretica e contemplativa. Si direbbe, insomma, se è permessa una lettura un tantino iconoclasta della leggendaria visione del conte Maldo- lo, che la mistica scala, lungo la quale i monaci biancovestiti ascendevano al cielo, aveva solidamente affondato nel suolo le proprie basi, e che i discepoli del Santo ravennate, sicuri del loro premio celeste, non sdegnassero di traffi- care talenti, non solo spirituali, nella loro terrena dimora. Alle origini degli archivi camaldolesi, come degli altri, profani ed eccle- siastici, vi sono chiaramente ragioni di pratica utilità, il bisogno cioè di con- servare, contro sempre possibili contestazioni, i documenti relativi alla fon- dazione di eremi e monasteri, nonché i privilegi e le donazioni posteriori, ol- tre alle prove scritte e tangibili dei vari atti interni della vita delle comunità, secondo la tradizione benedettina la quale prescrive di custodire le petitiones composte dai monaci all’atto della loro professione. Accanto ad esse, sem- pre in ossequio ad una disposizione della Regula Benedicti, dovevano essere redatti e conservati gli elenchi dei beni e delle suppellettili amministrati, per mandato dell’abate, dai singoli monaci 6. La formazione del patrimonio archivistico camaldolese, del quale si ve- drà più avanti qualcuna delle vicende essenziali, appare legata pertanto – sia sotto l’aspetto organizzativo e gestionale, sia sotto quello del suo utilizzo cul- turale – allo sviluppo dell’ordine, nonché alle crescenti e sempre più com- plesse relazioni con le realtà civili e religiose del territorio. Territorio che coinciderà inizialmente con quello aretino e toscano, poi con quello di altre regioni dell’Italia centrale e settentrionale e, finalmente, anche con vari spazi europei dall’Atlantico fino al Baltico, grazie all’imprevedibile ed ecceziona- le vitalità della Congregazione detta di Monte Corona, sorta nel Cinquecen- to 7.