ANTONIO BAZZINI Quartetti Per Archi N
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ANTONIO BAZZINI Quartetti per archi n. 1 e n. 3 QUARTETTO BAZZINI 810202_Booklet.indd 1 22/05/2018 12:56 Tactus Termine latino con il quale, in epoca rinascimentale, si indicava quella che oggi è detta «battuta». The Renaissance Latin term for what is now called a measure. 2018 Tactus s. a. s. di℗ Gian Enzo Rossi & C. www.tactus.it In copertina / Cover: Francesco Hayez (1791-1882) Ritratto di Carolina Zucchi (La malata), 1825. 24 bit digital recording Recording, Editing, Mastering: Alberto Venturini English Translation: Marta Innocenti L’editore è a disposizione degli aventi diritto. 810202_Booklet.indd 2 22/05/2018 12:56 Opere Correlate / Related Opus TC 790402 - GAETANO DONIZETTI TB 731202 - MADDALENA LOMBARDINI Quartetti per archi Sei Quartetti per archi String Quartets Six String Quartets TC 740001 - CAMBINI - CHERUBINI TC 950390 - DIEGO CONTI Trii per archi Quartetti per archi String Trios String Quartets 1 810202_Booklet.indd 1 22/05/2018 12:56 Antonio Bazzini, violinista e compositore, nacque a Brescia l’11 marzo 1818 e morì a Milano il 10 febbraio del 1897. Iniziò lo studio del violino a otto anni con Fausto Camesani (o Camisani), a 13 anni pubblicò la sua prima composizione a 17 anni fece eseguire al teatro di Brescia sei Sinfonie a grande orchestra. Nel 1836 a 18 anni fece un’audizione da Paganini il quale lo incoraggiò ad intraprendere la carriera di concertista. Da allora i successi furono innumerevoli. Diede concerti in Germania, Italia, Francia, Spagna, Danimarca, Inghilterra e Belgio. Conobbe molti compositori coevi come Robert Schumann il quale lo elogiò dicendo: «Da anni nessun virtuoso mi ha dato una gioia così intima e momenti così piacevoli e felici, come Antonio Bazzini. Mi pare ch’egli sia conosciuto troppo poco, e anche qui non sia stato degnamente apprezzato nel grado ch’egli merita». Sempre Schumann continua «se gli si prendesse la mano sinistra (per sostenere il violino) potrebbe ancor scrivere con l’altra e farebbe bella figura fra le conosciute celebrità dei compositori italiani, è italiano in tutto, nel senso migliore; egli sembra venire non da un paese di questa terra, ma da un paese del canto, da un paese sconosciuto, eternamente sereno». Bazzini fu protagonista di importanti prime esecuzioni quali il concerto di Felix Mendelssohn-Bartholdy per violino e orchestra con lo stesso Mendelssohn al pianoforte. Durante il soggiorno a Parigi nel 1852, il musicologo e compositore belga François-Joseph Fétis ebbe modo di ascoltarlo e racconta: «Ero giovane artista allora, e facendo parte dell’orchestra di questo teatro (Ginnasio drammatico), mi rammento l’impressione che il talento del Bazzini produsse sulla mia mente, l’ammirazione che provai per il suo stile nobile e fiero, per le sue arcate sì solide e sì variate, producenti suoni tanto patetici ed appassionati». Dal 1873 è professore di contrappunto e composizione al Conservatorio di Milano dove avrà come allievi, tra gli altri, Alfredo Catalani, Pietro Mascagni, Marco Enrico Bossi e Giacomo Puccini. Nel 1882 venne nominato direttore del Conservatorio stesso. Nel 1868 Bazzini suonò insieme al celbre violinista Camillo Sivori (v. Tactus TC 811901) per una delle commemorazioni funebri in onore di Rossini a Firenze e nell’anno seguente fu scelto per comporre il Dies irae, una parte del Requiem celebrativo per il compositore pesarese. I violini con quali Antonio Bazzini si esibiva erano un Antonio Stradivari del 1715 (stesso anno di costruzione degli altri due Stradivari appartenuti a Joseph Joachim violinista e compositore amico di Brahms) e un Guarneri del Gesù. I lavori per quartetto d’archi di questa registrazione sono il n. 1 senza numero d’opera 2 810202_Booklet.indd 2 22/05/2018 12:56 e il n. 3 op. 76. Alcuni ipotizzano che Il quartetto n. 1 corrisponda all’opera 7, in altri casi (come nel The Universal handbook of musical literature, Practical and complete guide to all musical publications by Pazdírek Franz del 1904) si cataloga l’opera 7 come: L’esule: Dove sono, non specificando altrimenti e si colloca il quartetto n. 1 tra le opere senza numero. La cosa certa è che questo quartetto ha vinto il primo premio al concorso della Società del Quartetto di Milano nel 1864, dicitura riportata sul frontespizio della copia a stampa pubblicata da Ricordi a Milano. Il primo tempo si apre con un breve Adagio introduttivo dove viene esposto il tema poi usato per l’Allegro risoluto che si lega senza soluzione di continuità al movimento precedente. In questo primo tempo viene utilizzata una forma sonata senza il ritornello dell’esposizione. Il secondo movimento è un Andante Sostenuto molto lirico dove si possono ravvisare reminescenze operistiche. Il quartetto prosegue con un Allegro vivo in forma di scherzo per concludersi trionfalmente con un Allegro deciso in tempo ternario. Anche il quartetto n. 3 op. 76 è stato pubblicato da Ricordi qualche anno più tardi, nel 1879. Come il precedente si apre con una breve introduzione lenta Molto sostenuto esponendo il tema per confluire poi nell’Allegro vivo; anche questo primo tempo è in forma sonata senza il ritornello dell’esposizione. Il movimento successivo è un Minuetto classico scritto però senza i ritornelli canonici. Il terzo tempo è un Andante quasi allegretto, una sorta di tema e variazioni. L’ultimo movimento Finale Vivacissimo è una cavalcata trionfale molto impegnativa tecnicamente. Ascoltando queste due opere si può comprendere e apprezzare la sapienza compositiva di Bazzini, le parti solistiche per tutti gli archi sono distribuite in modo abile, si avvertono influenze della musica strumentale francese e tedesca poi filtrate dal suo genio creativo mai scontato e riconoscibile. Come compositore Arrigo Boito gli riconosceva «una intelligenza educata da anni e anni alla audizione non solo, ma anche all’esecuzione dei grandi quartetti tedeschi […] la quale, per circostanze eccezionali e per esclusive tendenze alla musica strumentale, s’è trovata al di fuori dell’attuale movimento melodrammatico ed ha potuto conservarsi tutta, per singolare ventura, al culto dell’arte indipendente». FAUSTO SOLCI 3 810202_Booklet.indd 3 22/05/2018 12:56 Antonio Bazzini, violinist and composer, was born in Brescia on 11 March 1818 and died in Milan on 10 February. At the age of eight, he began to study the violin under the guidance of Fausto Camesani (or Camisani); at thirteen, he published his first composition; and at seventeen, he had six symphonies for great orchestra performed at the theatre of Brescia. In 1836, when he was eighteen, he was auditioned by Paganini, who encouraged him to embark on a career as a concert performer. From that time onwards, he was constantly successful. He held concerts in Germany, Italy, France, Spain, Denmark, England and Belgium. He met many contemporary composers, one of whom was Robert Schumann, who praised him saying: “Since many years no virtuoso has given me such an intimate joy and such pleasant, happy moments as Antonio Bazzini has done. It seems to me that he is too little known, and that, even here, he has not been appreciated as much as he deserves.” Schumann added: “If one were to take his left hand (to support the violin) he might still write with the other one, and he might make a good impression among the Italian composers who are well-known celebrities; he is thoroughly Italian, in the best sense of the word; he seems to come not from a country on this earth, but from a country of song, an unknown, eternally serene country”. Bazzini was the protagonist of important premieres, such as that of Felix Mendelssohn-Bartholdy’s concerto for violin and orchestra, with Mendelssohn himself playing the piano. During his stay in Paris in 1852, the Belgian musicologist and composer François-Joseph Fétis heard him perform and reported: “I was a young artist then, and, as a member of the orchestra of this theatre (Dramatic Gymnasium), I remember how much Bazzini’s talent impressed me, the admiration I felt for his noble, ardent style, for his solid, diversified bowing that produces such pathetic, passionate sounds.” From 1873 onwards, Bazzini was a professor of counterpoint and composition at the Conservatory of Milan, where, among others, Alfredo Catalani, Pietro Mascagni, Marco Enrico Bossi and Giacomo Puccini were pupils of his. In 1882, he became director of that Conservatory. In 1868, Bazzini performed with the famous violinist Camillo Sivori (v. Tactus TC 811901) in one of the commemorations of Rossini in Florence, and on the following year he was chosen for composing the Dies irae in the memorial Requiem for Rossini. The violins on which Antonio Bazzini performed were an Antonio Stradivari from 1715 (the same year in which other two Stradivari violins belonging to the violinist and composer Joseph Joachim, a friend of Brahms’s, had been made) and a Guarneri del Gesù. 4 810202_Booklet.indd 4 22/05/2018 12:56 The works for string quartet performed in this recording are no. 1 without an opus number and no. 3 op. 76. Some scholars have surmised that the former corresponds to op. 7; in other cases (for instance in The Universal handbook of musical literature, Practical and complete guide to all musical publications by Pazdírek Franz, 1904), opus number 7 is assigned to L’esule: Dove sono, without any other specification, and quartet no. 1 is included among the works without an opus number. What is certain is that this quartet was awarded the first prize at the competition of the Società del Quartetto of Milan in 1864: this is reported on the front page of the printed copy published by Ricordi in Milan. The first movement begins with a short introductory Adagio that states the theme that will be used in the Allegro risoluto, which is seamlessly connected to the previous movement.