Gabrieli E Rosenmüller

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Gabrieli E Rosenmüller Venezia in Europa: Gabrieli e Rosenmüller Le stamperie musicali veneziane produssero, tra Cinquento 1 e Seicento, una enorme quantità di edizioni di musiche sacre e profane (non soltanto di compositori attivi a Venezia) che, insieme all’ampia circolazione di manoscritti, si diffusero rapidamente per tutta Europa, esportando lo stile italiano che si fece modello per più di una generazione di compositori e musicisti di Oltralpe. Questi, che spesso erano discepoli dei massimi maestri italiani, fecero proprî tali modelli elaborando a loro volta quello stile che conosciamo attraverso le opere dei musicisti inglesi che non di rado italianizzavano i loro nome 2, o di quelli tedeschi che componevano auff italiänische Inventinon 3. Si ricordano, tra i molti, Johann Jacob Froberger che fu allievo di Girolamo Frescobaldi, Marc-Antoine Charpentier che lo fu di Giacomo Carissimi o, prima di loro, Giovanni Gabrieli presso il quale compì gli studi musicali Heinrich Schütz (alias Henricus Sagittarius ). Soprattutto coi Paesi di area germanica Venezia aveva relazioni culturali molto intense, per i viaggi frequenti dei musici che nella capitale della Repubblica si recavano per studiare ritornando poi in patria, e per le musiche che circolavano attraverso la stampa. Proprio Giovanni Gabrieli fu figura di primissimo piano nella vita musicale veneziana ed europea: primo organista della Repubblica Serenissima di Venezia in san Marco , Gabrieli era conosciuto nei Paesi di lingua tedesca, oltre che per la sua fama, per le sue Sacræ Symphoniæ che nel 1598 l’editore Kauffmann pubblicò a Norimberga un anno dopo la prima edizione veneziana. La sua frenetica attività professionale, che lo impegnava in numerose chiese e istituzioni veneziane, comprendeva anche l’editoria: fu lui a curare le numerose pubblicazioni di musiche dello zio Andrea nonché le proprie. Si può dire che la sua personalità superasse in fama quella dei Maestri di Cappella della Basilica di san Marco in carica nel periodo in cui egli ricoprì quella di primo organista, dal 1585 all’anno della morte, il 1612: Maestri del calibro di Baldassare Donato (dal 1590 al 1603), di Giovanni Croce (dal 1605 al 1609) e di Giulio Cesare Martinengo (dal 1609 al 1613). Presso di lui vennero a studiare numerosi musicisti nordeuropei, inviati dai loro protettori e datori di lavoro per imparare lo stile compositivo veneziano ed importarlo presso le loro cappelle. Tratte dalla raccolta Canzoni et sonate […] a 3, 5, 6, 7, 8, 10, 12, 14, 15, & 22 voci, per 1 Del 1501 è l’edizione, ad opera di Ottaviano Petrucci, in Venezia, dell’ Harmonice Musices Odhecaton , la prima opera musicale a stampa. 2 Es.: John Cooper alias Giovanni Coperario (1575 – 1626); Peter Philips alias Pietro Philippi (1560 – 1628) 3 Johann Hermann Schein: OPELLA NOVA , geistlischer Concerten [...] auff italiänische Invention componirt (Lipsia, 1615) sonar con ogni sorte de instrumenti, con il basso per l'organo (pubblicata postuma a Venezia nel 1615, quando Claudio Monteverdi era già Maestro di Cappella in san Marco) sono le tre significative opere presentate nel concerto di oggi. La Canzon à cinque e la Canzon à sei sono composizioni che potrei definire “musica narrativa” a motivo della presenza in esse di un autentico “discorso musicale”, che per la sua perfetta struttura retorica scorre come un poema in cui i concetti e i diversi affetti guidano l’ascoltatore nella narrazione di qualcosa di non definito ma, nel contempo, di assolutamente logico e parlante: un lungo racconto che si apre, si svolge e si conclude nell’arco di pochi minuti. In queste due mirabili composizioni le modulazioni del contrappunto raggiungono una modernità di linguaggio sorprendente che divenne il pilastro della formazione artistica e musicale di un gran numero di artisti delle generazioni successive. La Sonata con tre violini è una composizione anomala nella raccolta a stampa: è l’unica per una formazione ridotta a tre soli strumenti. Scritta nel momento in cui il violino era già diventato un protagonista nella produzione musicale strumentale e di concerto (ovvero di insieme di voci e strumenti), vede la sua particolarità nella costruzione stessa del brano. I tre violini dialogano tra loro in un concerto inter pares , senza cioè una gerarchia che definisca una prima, una seconda o una terza parte, come se fossero un organico A tre Chori riassunti in un solo strumento per coro. La struttura della composizione infatti richiama quella delle Canzoni o delle Sonate a uno, due fino a cinque cori strumentali che nella Cappella di San Marco hanno contraddistinto uno stile di grande impatto sonoro che si può già definire sinfonico. Il dialogo di questi tre violini si sviluppa in richiami e intrecci continui che appaiono come una trasposizione sonora di soggetti che da sempre siamo abituati a riconoscere nell’arte figurativa e nella mitologia. (Pieter Paul Rubens, le tre Grazie) Cinque anni dopo la morte di Giovanni Gabrieli, e tre anni dopo l’assunzione in carica di Claudio Monteverdi a Maestro di Cappella in San Marco, nasceva a Ölsnitz Johann Rosenmüller, il 24 agosto 1617. Dopo gli studi alla facoltà di teologia dell’università di Lipsia egli ricoprì la carica di Collaborator e poi di Baccalaureus funerum presso la Thomasschule. Il Baccalaureus funerum era un grado della scala gerarchica del corpo insegnante della Thomasschule di Lipsia: al vertice stava il Rector , poi il Cantor , il Tertius , il Quartus , il Baccalaureus funerum e il Baccalaureus nosocomii , seguiti da due Collaboratores . Di ritorno da un primo viaggio in Italia, avvenuto tra il 1645 e il 1646, divenne organista della chiesa di san Nicola e in seguito della chiesa di san Tommaso, la chiesa in cui dal 1723 fino alla morte sarà Thomaskantor Johann Sebatian Bach. Qui ottenne la promessa, da parte del consiglio municipale, della sua successiva promozione alla carica di Cantor , ma nel 1655 Rosenmüller venne improvvisamente sospeso da tutti gli incarichi per l’accusa di aver commesso Sodomitische Knabenschänden , ovvero di aver avuto rapporti omosessuali con scolari della Thomasschule. L’accusa infamante del Sünde Sodoms (il “peccato di Sodomia”, come veniva considerata a quel tempo l’omosessualità) valse a Rosenmüller la prigione e una pesante condanna che egli riuscì fortunosamente ad evitare evadendo dal carcere e fuggendo ad Amburgo per riparare poi a Venezia, dove poté cominciare una nuova vita. Dapprima fu trombonista nella Cappella di san Marco e successivamente, dal 1658 fino al 1682, fu Maestro di Cappella del Pio Ospedale della Pietà , la stessa carica di cui sarà titolare 21 anni dopo Antonio Vivaldi. Nei 24 anni di permanenza a Venezia Rosenmüller, che iniziò a farsi chiamare Giovanni Rosenmiller italianizzando il suo nome, ricevette anch’egli allievi che venivano a studiare con lui (fra i musicisti tedeschi trasferitisi presso di lui a studiare spicca Johann Philipp Krieger), segno di una fama di musicista che superava sia le frontiere veneziane sia la memoria della sua fuga da Lipsia e dei motivi che la causarono. Nel 1682 fece ritorno in Germania accogliendo l’invito del duca Anton Ulrich von Braunschweig a diventare Maestro di Cappella di corte a Wolfenbüttel. Lì morì due anni dopo, il 12 settembre 1684. Nella musica di Johann Rosenmüller, che risente dell’influenza del gusto italiano che lui aveva già elaborato quando ancora era in Germania, ma che negli anni di attività nella capitale della Repubblica poté assimilare e fare propria, si esprime la sintesi tra la musica veneziana della generazione di Giovanni Legrenzi e il gusto tedesco dell’impasto sonoro e del particolare trattamento della melodia che egli sembra non voler abbandonare mai, o che mai non l’abbandona. Uno stile personale in cui è ancora presente l’esperienza della scuola di Monteverdi e di Cavalli. Le Sonate da camera , pubblicate a Venezia nel 1670, sono composizioni strutturate come suite , e anticipano la forma che si ritroverà, tra l’altro, nelle Sonate da camera dell’Opera Seconda di Arcangelo Corelli (Roma, 1685). I movimenti di danza sono preceduti da una Sinfonia introduttiva dall’architettura ampia e teatrale, articolata in differenti parti in cui lo stile personale di Rosenmüller risalta con evidenza. In ideale continuità sono le Sonate a 2,3,4 e 5 Stromenti da Arco pubblicate al suo ritorno in Germania, nel 1682 a Norimberga. Esse testimoniano e riassumono l’esperienza di un musicista che può essere definito europeo. Non più i movimenti di danza della pubblicazione precedente ma composizioni unitarie piene del suono di un’Italia di cui egli esporta il gusto, unito alla sensibilità tutta germanica che risuona nelle maestose e bellissime fughe che sono il cuore delle due composizioni eseguite in questo programma. Roberto Gini .
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