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GRANDI OPERE

Salvatore Amara UN SALTO NEL La colonna sonora della mia Anima … ain’t nothin’ but the Blues

CUEC Salvatore Amara Un salto nel Blues La colonna sonora della mia Anima … ain’t nothin’ but the Blues

ISBN: 978-88-8467-960-4

© CUEC Editrice 2015 prima edizione dicembre 2015

Realizzazione editoriale CUEC Editrice by Sardegna Novamedia Soc. Coop. via Basilicata 57/59 09127 Cagliari www.cuec.eu [email protected] [email protected]

Questo libro è realizzato in coproduzione CUEC Editrice/Salvatore Amara

Senza il permesso scritto dell’Editore è vietata la riproduzione anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico

Realizzazione grafica Antonello De Cicco

Stampa e legatura Arti Grafiche CDC Srl Città di Castello (PG) “Tutto il pensare che fate prima di iniziare un lavoro abbrevia il tempo che dovete spendere per eseguirlo” R.C. SMITH

Dedico questo libro a Barbara Derosas, moglie, amica e amante, il Sole che illumina il mio mondo e riscalda il mio Cuore. Che occhi avrà Railgac Blues

Che occhi avrà, il futuro, ora? “Le mie viscere sono marce. Che occhi avrà, ora, la storia? Viaggio in un treno verso il fiume. Avrà quegli occhi che aveva il vento, Nessuno sa gli accordi della mia chitarra. quel vento caldo che dall’Africa saliva Anch’io li ho dimenticati nel viaggio. nel canto degli schiavi, nel gospel, nel blues Sparsi nelle rotaie della città di Railgac. che dalle navi volava alle stelle Percorsi Quel Che Restava Delle Strade. coprendo l’urlo feroce della frusta, Avevo Un Vecchio Furgone Con Il Motore Stanco. che dalla bocca dei negrieri schioccava Nel Suo Cassone Un Cane Sdentato, mentre solcava il mare oscuro dell’esilio Pochi Stracci La Mia Vita.” all’abbagliare di sole che sorgeva tra vele squarciate ancora da raffiche di morte Alberto Lecca mentre suonava il mantra della diaspora. Estratto da “L’immaginario del Blues” Che occhi avrà, ora, il soffio del destino, mentre riecheggia il ritmo dei tamburi che da savane approdano a altri lidi? Avrà quegli occhi ardenti di quell’uragano che dal profondo sguardo di anime violate, da volti riaccesi dal vorticare delle ore che segneranno il tempo al finir di tirannie, arriverà a quel giorno che placherà la sete, la fame di giustizia, di campi a seminare di suoni di rivolta di folle tumultuose, che in batter d’occhi al tempo da venire soffocherà i singhiozzi di quelle mille labbra che adesso vanno ancora concordia a ricercare con quelle vecchie barche cariche di dolore, con quelle vecchie barche dolore ad annegare.

Gianni Mascia “Io nacqui di proprietà di Benjamin Turner, ma di costui ri- cordo ben poco. Dopo la sua morte improvvisa, quando io avevo otto o nove anni, passai per eredità a suo fratello, Sa- muel Turner, nella cui proprietà rimasi dieci o undici anni. … In seguito, le fortune di Samuel Turner declinarono, e sorse- ro altri problemi; comunque, non fu più in grado di continua- re a gestire la segheria che aveva ereditata da suo fratello, e, per la prima volta, fui venduto al signor Thomas Moore e questa vendita, ironia della sorte, ebbe luogo proprio nel momento in cui raggiungevo la maggiore età, nel mio ven- tunesimo anno di vita. …Dopo la morte del signor Moore di- venni proprietà di suo figlio Putnam, che aveva allora quin- dici anni. …anche se legalmente appartenevo a Putnam, ap- partenevo anche a Travis, che esercitava ogni diritto di pro- prietà su di me finché Putnam non avesse raggiunto la mag- giore età. Pertanto, quando miss Sarah sposò Joseph Travis e andò a vivere sotto il suo tetto, io divenni oggetto di una duplice proprietà, cosa non particolarmente insolita, ma ul- teriormente spiacevole per uno già abbastanza infelice d’es- sere proprietà di uno solo.”

William Styron The confessions of Nat Turner, 1967, traduz. italiana Le confessioni di Nat Turner, Mondadori 1996

Da quel giorno la mia vita cambiò: avevo avuto consapevo- lezza di me stesso!! 1. Ero entrato in contatto profondo e diretto con la mia ani- ma ed avevo tracciato una linea di demarcazione, che an- Piacere, cora oggi è rimasta inalterata, tra cosa fosse per me il be- ne ed il male. Capiamoci, come ho già detto non è che abbia avuto un’in- sono il Blues! fanzia difficile né, tantomeno, un’adolescenza più complica- ta rispetto a quella di tanti altri, ma per la prima volta riuscii ad avere un dialogo sincero con me stesso ed a sfogare tut- ta la rabbia che avevo represso dentro di me per tutto ciò che consideravo ingiusto. La rabbia folle di chi si sente impotente davanti ai soprusi e davanti a qualunque forma di limitazione della libertà, pro- pria ed altrui. Ricordo come fosse ora che sentivo il fortissimo desiderio di tornare indietro nel tempo, in veste di invincibile supere- roe, per soccorrere il povero Kunta Kinte, braccato, cattu- rato, legato, frustato e buttato dentro un barcone, ivi acca- tastato come un sacco, in compagnia di tanti altri come lui, tutti strappati alle loro famiglie ed alla loro terra, privati del- la loro dignità di esseri umani e trasportati in un posto sco- rmai stavano finendo le vacanze estive del 1978, an- nosciuto e lontano, dove avrebbero patito indicibili pene e cora qualche mese ed avrei compiuto dodici anni. sofferenze. ORicordo bene che fu proprio allora, durante quel set- Insomma, il peggiore degli incubi che si concretizza. tembre, che per la prima volta provai quella strana quanto sgradevole sensazione. KUNTA KINTE – ROOTS (“RADICI”) Un dolore sordo che mi rimbombava dentro il petto e pian Kunta Kinte è il protagonista del romanzo Roots (“Radici”) di Alex piano dava corpo ad una rabbia senza fine, apparentemen- Haley, dal quale è stata tratta l’omonima miniserie televisiva rea- te ingiustificata, che mi faceva quasi esplodere la testa, co- lizzata negli U.S.A. nel 1977 e trasmessa per la prima volta in Ita- lorando di rosso il mio volto. lia su Rai 2 in otto puntate, ogni venerdì dalle ore 20:40, a par- Dall’intensità sembrava proprio che quella sensazione di di- tire dal giorno 8 settembre sagio non potesse appartenere soltanto a me. 1978. Secondo il racconto di Era una sofferenza che, come detto, in un primo momen- Haley, Kunta Kinte nacque in to giudicai incomprensibile, del resto ero un ragazzino feli- Gambia nel 1750 nel villaggio ce, mi trovavo comodamente sdraiato sul divano ed ero pu- mandinka di Juffure. Divenuto re in vacanza dalla scuola ... e che diamine … non aveva pro- guerriero, dopo una rigida di- prio alcun senso!! sciplina formativa culminata Pertanto, non riuscivo a capire il perché di un tormento così con l’iniziazione e la circonci- profondo e così antico, tale da sfociare in un pianto solitario sione, a 17 anni venne aggre- e strozzato, silenzioso e per tale motivo ancora più doloro- dito, catturato e fatto prigio- so, perché inevitabilmente soffocarne il rumore comporta- niero dai mercanti di schiavi. va la contrazione di tutti i muscoli facciali, pettorali e addo- Dopo esser stato marchiato minali, tanto che il dolore, alla fine del suo percorso, rincu- a fuoco, venne stipato in una lava dentro la mia testa, squassandola. nave, incatenato con più di Questo perché in realtà mi vergognavo di me stesso, per cento altri africani e traspor- quella scena che ritenevo assolutamente infantile, certo tato in America. Sbarcato ad non degna di quell’uomo che all’epoca volevo diventare, Annapolis, in Maryland, dopo tre mesi di viaggio, durante il qua- “l’uomo che non deve chiedere mai”. le morì un terzo dei prigionieri, fu venduto ad un proprietario ter- Insomma, alla fine non trattenni più le lacrime e piansi a di- riero della contea di Spotsylvania, in Virginia, che gli cambiò il no- rotto, e più piangevo più la rabbia si trasformava in felicità, me in Toby. Orgoglioso e audace, pagò a caro prezzo, con severe come se finalmente avessi avuto la forza di rompere gli ar- punizioni e con la mutilazione di una parte del piede, i suoi ripetuti gini dell’adolescenza, di lasciarmi andare per la prima volta tentativi di fuga, ma la volontà di ritornare libero non l’abbandonò alle mie emozioni, finalmente sentivo di essere onesto con mai. I personaggi e le loro vicissitudini sono presentati come real- me stesso e di prendere contatto con la mia vera persona- mente esistiti, ed in effetti la ricostruzione dell’autore è supporta- lità, di sfogare tutte le frustrazioni, più o meno grandi e più ta dalle sue ricerche e dall’esame dei documenti rinvenuti in varie o meno comuni a tutti gli adolescenti, che fino ad allora mi biblioteche ed archivi storici, anche se si ritiene che molte circo- avevano tormentato e che avevo in ogni modo cercato di stanze siano state romanzate per esigenze letterarie, prima, e ci- controllare, negandole. nematografiche, poi.

9 Quando iniziai a guardarlo in TV, pensavo che Radici fosse e quella speranza che, nonostante l’indicibile tragedia che la storia di un giovane ragazzo nero con il lieto fine, come l’aveva colpito, non lo abbandonava mai. quelle che fino ad allora avevo visto, ma la sceneggiatura di Mi addormentavo e mi svegliavo con in testa la musica tri- quel teleromanzo a puntate non somigliava affatto a quello ste della colonna sonora, che rappresentava il filo d’unione trasmesso qualche anno prima, che raccontava le gesta fan- tra Kunta e me, ed ancora oggi la ricordo, nonostante siano tastiche della Tigre della Malesia. passati quasi quarant’anni dall’ultima volta in cui l’ho sen- A soccorso di Kunta, infatti, non arrivava mai nessuno, tan- tita. tomeno Sandokan, Yanez o i Tigrotti della Malesia, nessu- L’aspetto più deleterio, che contribuì a rendere il tutto an- no lo aiutava a combattere quel maledetto crudelissimo in- cora più traumatico, era stato l’apprendere che la storia di vasore. Kunta fosse vera! Il miserabile Kunta era stato abbandonato da tutti al suo Ad una mia precisa domanda, infatti, i miei genitori mi dis- terribile destino … non ci potevo credere, ma era proprio sero che quella tragedia si era veramente consumata ai dan- così, e non potevo farci niente! ni di tantissimi africani e non riuscivo a farmi una ragione Nonostante tutto quel dolore e nonostante l’inevitabi- del fatto che all’epoca nessuno, in tutto il mondo, avesse le conseguente sensazione di enorme frustrazione e soffe- mosso un dito per evitarla o, almeno, per tentare di arginar- renza che mi provocava, non riuscivo a staccare gli occhi da la in qualche modo. quel teleschermo in bianco e nero e da quella storia terrifi- Quando chiedevo spiegazioni ai miei familiari ed agli al- cante. tri “grandi”, nessuno riusciva a spiegarmi il perché di tan- Seguii per tutte le puntate e con molta apprensione le vi- ta atrocità, e poiché non mi reputavo un ragazzo partico- cissitudini di quello schiavo negro e la lenta evoluzione del- larmente sensibile, mi domandavo come mai persone ben la sua condizione e di quella dei suoi discendenti che, attra- più attente di me ai problemi sociali non avessero agito per verso disumani ed insopportabili tormenti, riuscirono, alla arrestare immediatamente quell’ingiustificata crudeltà nei fine, a conquistare la libertà, che, seppur decisamente som- confronti di altri esseri umani. maria, rappresentava comunque un’incredibile conquista. Doveva pur esserci una ragione ed io dovevo assolutamen- Alla fine, in qualche modo o misura, avevo avuto il mio tan- te scoprirlo. to agognato lieto fine, ed anche se in realtà non lo vivevo Dato che nessuno aveva la risposta alla mia domanda, do- come tale, mi sentivo felice ed orgoglioso di me stesso per vevo essere io stesso – come la vita mi ha sempre insegna- avere avuto la forza d’animo di stare vicino a quel disgrazia- to – a trovare una spiegazione plausibile, che potesse placa- to, anche se soltanto attraverso un teleschermo. re la mia rabbia. Se l’avessi abbandonato, non guardando più le sue disav- Del resto avevo sempre avuto, già durante la visione del- venture, così partecipando ai suoi tormenti, non me lo sa- le varie puntate, la sensazione che tutto quel male dovesse rei mai potuto perdonare, mi sarei sentito il più vigliacco de- necessariamente avere un senso, e poiché sin da allora ero gli uomini!! profondamente credente, ero sicuro che il Signore avesse Tuttavia non riuscivo ancora a spiegarmi il perché la storia un piano ben preciso, senza il quale non avrebbe mai per- di quel ragazzo nero mi avesse sconvolto così tanto profon- messo lo scatenarsi di tanta atrocità. damente. Quindi, quando terminò la miniserie, decisi che avrei sem- Rimasi quasi ipnotizzato ed incantato durante tutto ilpe- pre tenuto la mente e gli occhi ben aperti per individuare riodo di programmazione dello sceneggiato, non riuscivo a ogni segnale che potesse farmi comprendere la finalità di pensare ad altro se non a Kunta, mi immedesimavo in lui e quel piano tanto oscuro, terribile e complesso. mi auguravo di poter avere da grande quella forza d’animo Il tempo passava, ma di spiegazioni valide neppure l’ombra.

10 vissuto quella strana crisi esistenziale notai subito che il mio modo di approcciarmi allo strumento mutò: il rapporto con 2. la mia chitarra era divenuto più convinto, più profondo e, se possibile, ancora più intimo. La mia amica Adesso non pensate male! Non ho detto che ci andavo a letto, come spesso è capita- to ad altri musicisti, un nome a caso, che mi viene subito in chitarra mente, è giusto . Ebbene si, qualche volta è successo di addormentarmi con la mia chitarra in mano … ma a quale chitarrista non è capi- tato almeno una volta? Intendevo semplicemente dire che ora riuscivo ad assapo- rare ogni singola nota, godendomi il suono che usciva dalla mia fedele amica, come fosse proprio la sua voce, e la cosa più interessante (anche se per certi versi più preoccupante) è che mi piaceva parlare con lei … ovviamente non ne face- vo menzione con nessuno, anche perché l’idea di indossare una camicia al contrario non mi allettava tanto, quindi cu- stodivo per me quel rapporto segreto, ed ogni giorno mi al- zavo entusiasmato dall’idea che da lì a breve avrei ripreso il discorso con la mia chitarra. Suonavo con più trasporto, con più emozione, cercando di ell’attesa mi consolavo suonando la mia chitarra. In- comprendere anche i testi ed il messaggio che gli autori del- fatti, già da qualche anno prima avevo iniziato a gio- le mie canzoni preferite cercavano di trasmettere attraver- Ncarci. so i loro brani. Come tutti gli autodidatti dell’epoca, cercavo di fare tesoro È proprio durante questa pratica ossessiva che imparai una di ogni insegnamento possibile. lezione che ritengo fondamentale per qualunque musicista, In un’era – perché così la si può ormai definire – in cui non ossia che in realtà occorre allenare innanzitutto la propria esistevano neppure i DVD ed i manuali di chitarra erano anima ed il proprio cuore, ancor prima dell’orecchio e del- merce rarissima … e costosissima, figuriamoci internet e le le dita. sue meraviglie, neppure nelle fantasie più sfrenate sarebbe Fu così che mi avvicinai alla musica di alcuni cantautori na- stato possibile immaginare che da lì a qualche decennio con poletani, in particolare Edoardo Bennato e Pino Daniele. un solo click si sarebbe potuto visualizzare un insegnante di chitarra, pronto ad impartirti lezioni gratuite! EDOARDO BENNATO Potevi già considerarti fortunato quando ti capitava di im- Edoardo Bennato (Napoli, Italia 23 luglio 1949). Cantautore, chi- batterti in qualche rubrica o rivista periodica dove venivano tarrista, armonicista e one-man-band, capace di suonare contem- indicati gli accordi base del mitico “giro di DO”. poraneamente chitarra, armonica, tamburelli, kazoo e altre per- Io, nel mio piccolo, ero un privilegiato, dato che due miei zii, cussioni. Sin da piccolo si appassionò alla musica ed in particolare Mario e Luciano, suonavano la chitarra ed ogni tanto pote- al rock’n’roll, che agli vo ascoltarli mentre eseguivano qualche ballata italiana o esordi influenzò il suo americana, e guardare dove e come muovevano le dita sul- stile e le sue scelte la tastiera. musicali. La sua mu- Insomma, a quei tempi si imparava a suonare la chitarra sica, specie quella dei “sul campo”, prima imparando gli accordi base e le ritmi- primi albums, testi- che elementari nell’unico modo possibile, ossia suonando monia la sua eviden- per ore e senza sosta, dopodiché, quando l’orecchio e le di- te ispirazione ai gran- ta erano sufficientemente allenati e ti ritenevi pronto per di cantautori america- il “grande salto”, si passava all’ascolto su musicassetta dei ni, tra tutti Bob Dylan, brani dei musicisti preferiti, cercando di riprodurli, sempre ed al blues, che culmi- se avevi la fortuna di trovare i nastri e se chi li possedeva era nerà nel 1992 con la così gentile da prestarteli, visto che spesso e volentieri man- pubblicazione dell’al- cavano i soldi per comprarli. bum È asciuto pazzo L’obiettivo era sempre il solito: imparare a suonare la can- ‘o padrone, dove rie- zone desiderata prima che l’uso continuo e disperato dei ta- laborò, sotto lo pseu- sti play e rewind smagnetizzasse definitivamente il nastro o donimo di Joe Sarna- provocasse addirittura la rottura della musicassetta e, in più taro e l’ausilio del- d’una occasione, pure del mangiacassette di turno. la blues band parte- Per farla breve, sin dall’età di nove anni la chitarra è stata nopea Blue Stuff, bra- la mia fedele amica e compagna di avventure, e dopo aver M. LOTTA by ni classici del blues sti-

11 le , con te- tutta partenopea (Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, sti cantati in dialetto Tony Esposito e James Senese), che segnò non solo un punto, for- napoletano, ironiz- se inarrivabile, di spessore tecnico raggiunto da una band italiana, zando sui difetti, ma M. LOTTA by ma testimoniò pure la sua continua innovazione artistica, ben ra- pure su alcuni pre- dicata nella tradizione campana, ma con forti richiami a rock, ja- gi della sua città. La zz, funk e, ovviamente, blues. La sera del 4 gennaio 2015, Pino Da- sua ricerca musica- niele, da tempo afflitto da gravi problemi cardiaci, ha avuto un in- le, tuttavia, non si è farto presso la sua casa di Orbetello, in Toscana. Giunto in condi- mai fossilizzata, tan- zioni critiche all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, è morto dopo va- to da presentare, a ni tentativi di rianimazione. A testimonianza del grande affetto nei fasi e fortune alter- suoi confronti, a Napoli una folla di circa 100.000 persone si è riu- ne, accenni di musica nita in Piazza del Plebiscito per commemorarne la memoria, can- folk, rock, ska e reg- tando le sue canzoni. gae, il tutto sapien- temente arricchito Je So’ Pazzo da intermezzi di mu- Je so’ pazzo, je so’ pazzo sica lirica, da came- e vogl’essere chi vogl’io ra e persino di musi- ascite fore d’a casa mia. ca elettronica, sem- Je so’ pazzo je so’ pazzo pre ben miscelati al c’ho il popolo che mi aspetta sapore della tradizio- e scusate vado di fretta, ne popolare ed al gusto tipicamente mediterraneo e, in particola- non mi date sempre ragione re, partenopeo. Sin dal suo primo album Non farti cadere le brac- io lo so che sono un errore, cia (1973) tutti i suoi lavori, specie quelli pubblicati nella seconda nella vita voglio vivere almeno un giorno da leone metà degli anni 70, come I buoni e i cattivi (1974), Io che non sono e lo Stato questa volta non mi deve condannare l’Imperatore (1975), La torre di Babele (1976) e Uffà! Uffà!( 1980), pecché so’ pazzo, sono stati caratterizzati da testi socialmente impegnati, giocosa- je so’ pazzo mente dissacranti e mai banali, anche utilizzando come riferimen- ed oggi voglio parlare. to e base di partenza le favole di Pinocchio, Burattino senza fili Je so’ pazzo, je so’ pazzo (1977), e di Peter Pan, Sono solo canzonette (1980). Da un lato ha si se ‘ntosta ‘a nervatura apertamente criticato le classi dirigenti e la loro screanzata am- metto tutti ‘nfaccia ‘o muro. ministrazione del potere e della cosa pubblica, senza fare alcuna Je so’ pazzo, je so’ pazzo eccezione, neppure per il Papa (Affacciati Affacciati), schierando- ma chi dice che Masaniello si contro la guerra, contro l’ipocrisia delle persone “serie e rispet- poi negro non sia più bello? tate”, contro l’arrivismo e l’arroganza dei “grandi e dei potenti”, E non sono menomato, contro la presunzione delle persone “colte ed istruite” ed il divi- sono pure diplomato smo dei privilegiati, e dall’altro lato non ha mai smesso di celebra- e la faccia nera l’ho dipinta per essere notato. re la fantasia e la purezza dei “piccoli”, la sincerità e la semplicità Masaniello è crisciuto, dei deboli, senza secondi fini o interessi personali, il tutto con un Masaniello è turnato. tono ironico ed autoironico, sempre goliardico e mai gratuitamen- Je so’ pazzo, je so’ pazzo te offensivo, né volgare. nun nce scassate ‘o cazzo! (Pino Daniele) PINO DANIELE Giuseppe Daniele, noto Pino (Napoli, Italia 19 marzo 1955 – Roma, Italia 4 gennaio 2015). Cantautore, chitarrista e autore di colonne sonore. La sua musica e i testi delle sue canzoni evidenziano non solo il profondo legame con la tradizione mediterranea e napo- letana, presente in particolare nel primo album intitolato proprio Terra mia (1977), ma anche la sua passione per il blues, culminata con la sua partecipazione nel 2010 al Crossroads Festival organiz- zato a Chicago da Eric Clapton. La sua originale produzione artisti- ca, inizialmente ispirata dalla fattiva collaborazione diJames Sene- se in occasione dei successivi tre albums, Pino Daniele (1979), Ne- ro a metà (1980) e Vai mò (1981), l’ha reso uno dei musicisti ita- liani più conosciuti al mondo, consentendogli pure di collaborare con i più grandi musicisti del panorama internazionale. Dopo aver aperto nel 1980 il concerto di Bob Marley a Milano, è indimentica- bile il suo concerto del 1981 in piazza del Plebiscito a Napoli, da- vanti a circa 200.000 persone, accompagnato da una formazione

12 Lo spirito di aperta protesta e di fiera ribellione, nei con- decisamente anticonvenzionali influenzarono le coscienze di milio- fronti di un sistema politico e sociale sterile, viziato ed ipo- ni di giovani, diventando veri e propri inni dei movimenti pacifisti e crita, che animava le loro canzoni, i cui testi, seppure ironici, per i diritti civili (fra tutteBlowin’ in the Wind e Master of War), fa- erano decisamente rivolti contro il potere fine a sé stesso e cendolo emergere come figura chiave dell’intero movimento di contro coloro che lo detenevano, rappresentava per me un protesta americano. Bob Dylan è il cantautore per eccellenza, ma irresistibile polo di attrazione. la sua evoluzione artistica non si è mai arrestata, sebbene talvolta Mi riconoscevo profondamente e mi specchiavo in quel sin- ciò gli sia anche costato l’affetto del suo pubblico, interessandosi a cero anticonformismo e, per la prima volta, non mi senti- quasi tutti i generi musicali, come country, blues, rock’n’roll, go- vo solo! spel, jazz, western, rockabilly, swing e musica tradizionale popola- Da lì a qualche tempo iniziai ad ascoltare e riprodurre anche re. Le notazioni relative alla sua vita, anzi alle sue vite, ed alla sua alcuni brani di artisti americani, in particolareBob Dylan, gli arte richiederebbero un libro, o meglio, un’enciclopedia intera- Eagles e Cat Stevens, cantando in una lingua che tutto era mente dedicata a lui! Cercherò, quindi, di riassumerle nella manie- tranne inglese ed immaginando il significato di quelle paro- ra più breve, ma esaustiva possibile. I suoi nonni materni erano le sconosciute basandomi sul mood musicale, dato che all’e- ebrei lituani, emigrati in America nel 1902, mentre quelli paterni, poca non si trovavano facilmente le traduzioni dei brani e la di origine turca, erano ucraini di Odessa, emigrati negli U.S.A. do- mia conoscenza dell’inglese era alquanto “spartana”. po i pogrom antisemiti del 1905, quando in seguito al fallimento della prima rivoluzione russa diverse centinaia di villaggi e città fu- BOB DYLAN rono saccheggiate e devastate e la popolazione ebraica ivi residen- Robert Allen Zimmerman (nome in ebraico Zushe ben Avraham), te massacrata (sebbene si ritenga che tali spedizioni punitive fos- in arte Bob Dylan (Duluth, Minnesota 24 maggio 1941). Ha spesso sero sommosse popolari spontanee contro gli usi e costumi, anche adottato diversi pseudonimi: Elston Gunnn, Blind Boy Grunt, Boo religiosi, ebraici, alcuni storici ritengono che furono appoggiate e “Lucky” Wilbury, Elmer Johnson, Sergei Petrov, Jack Frost, Jack Fa- sostenute dalle autorità governative, che ne sfruttarono comun- te, Willow Scarlet, Robert Milkwood Thomas, Tedham Porterhou- que la portata, indirizzando verso l’intolleranza religiosa e l’odio se. Cantautore, chitarrista, armonicista, pianista, compositore, po- etnico la protesta dei contadini e dei lavoratori ad infimo reddito, eta, scrittore, attore, pittore, scultore e conduttore radiofonico. esasperati dalle dure condizioni della loro vita). Cresciuto nella cit- Uno degli artisti più importanti del secolo scorso, non solo in cam- tà mineraria di Hibbing, in Minnesota, dove i genitori apparteneva- po musicale ed artistico, ma per l’intera cultura popolare del no- no alla piccola comunità ebraica, Bob Dylan visse a Duluth fino a 7 stro pianeta. Benché le sue esibizioni, su disco e dal vivo, rappre- anni, e quando suo padre si ammalò di poliomielite ritornò alla vi- sentino l’aspetto più coinvolgente ed emotivo della sua carriera ar- cina Hibbing. Passava gran parte della sua giornata ascoltando al- tistica, sono i testi delle sue canzoni ad essere considerati il suo più la radio musica blues, country e, in seguito, rock’n’roll e alle scuole grande contributo, grazie al forte impegno politico e sociale che ha superiori formò alcune band con cui suonò covers di canzoni popo- sempre caratterizzato i suoi lavori, pregni, altresì, di suggestivi rife- lari e rock’n’roll ed imparò a suonare il pianoforte. Intorno al 1958, rimenti letterari, poetici e filosofici. Negli anni 60 le sue canzoni dopo aver ascoltato un disco di Odetta, il suo interesse per il rock’n’roll, in particolare per Little Richard, lasciò il posto a quel- lo per la musica folk tradizionale suonata con strumenti acustici, e così vendette chitarra elettrica ed amplificatore per acquistare una chitarra acustica. In seguito precisò che il ritmo trascinante e l’energia travolgente del rock’n’roll non gli bastavano più, in quan- to non riflettevano la vita reale, mentre la musicafolk era “una co- sa molto più seria”, i testi erano“colmi di disperazione, di tristezza, di trionfo, di fede nel sovrannaturale, tutti sentimenti molto più profondi. C’è più vita reale in una sola frase di queste canzoni di quanta ce ne fosse in tutti i temi del rock’n’roll. Io avevo bisogno di quella musica”. E così entrò a far parte del circuito folk di Din- kytown e fece amicizia con altri appassionati del genere, da cui prese in prestito molti dei loro albums, dimenticandosi però di- re stituirli! Proprio a partire da quel momento iniziò a farsi chiamare Bob Dylan, lo stesso cognome del suo poeta preferito dell’epoca, Dylan Thomas, e scegliendo come nome Bob poiché la musica po- polare di allora era piena di Bobbies. Bob Dylan abbandonò presto il college, ma rimase a Minneapolis, dove suonò nel circuito folk, e viaggiò molto. Il 1960 fu per Dylan un anno decisivo, anche perché, come dichiarato da lui stesso, e confermato da alcuni suoi amici, concluse un patto con il diavolo in cambio del successo nel mondo della musica, come prima di lui avevano già fatto Tommy John- son e Robert Johnson, quest’ultimo un suo idolo. In un’intervista realizzata nel 2000 per il documentario No Direction Home: Bob Dylan, di Martin Scorsese, Bob Dylan disse di essersi recato una notte presso un crocicchio e di aver incontrato il diavolo. Sempre

13 in occasione di un’intervista contenuta nel documentario di Scor- camicie da lavoro lasciarono il posto ad un guardaroba ricercato, e sese, Tony Glover, cantautore amico di Dylan, raccontò il suo stu- nel suo nuovo stile musicale, dato che chitarra acustica e armoni- pore quando ad una festa vide Bob Dylan cantare e suonare la chi- ca furono sostituite da chitarra e band elettriche. Il 25 luglio 1965 tarra in maniera incredibile, mentre soltanto due mesi prima il ri- Bob Dylan si presentò al Newport Folk Festival con chitarra elettri- sultato era appena mediocre, e suonare l’armonica con disinvoltu- ca a tracolla ed una band elettrica di supporto, formata in preva- ra, nonostante fosse la prima volta che suonava quello strumento lenza da musicisti provenienti dalla Paul Butterfield BluesBand , tra in pubblico. Nel 2004, in occasione di un’altra intervista concessa a i quali Mike Bloomfield alla chitarra, Sam Lay alla batteria e Al Ko- Ed Bradley, conduttore del programmaCBS 60 Minutes, Bob Dylan oper all’organo, e fece il suo storico primo concerto elettrico dai ritornò sull’argomento, affermando di voler ritardare la fine di quel patto. Agli inizi del 1961 si trasferì a New York per suonare e per far visita al suo idolo Woody Guthrie, ricoverato al New Jersey Hospital. L’influenza di Woody Guthrie, in occasione delle sue pri- me composizioni, fu tale che Bob Dylan a proposito dell’opera di Guthrie disse che “potevi sentire le sue canzoni e allo stesso tempo imparare a vivere”. Durante una delle visite a Guthrie, Bob Dylan conobbe un vecchio amico del musicista folk, Ramblin’ Jack Elliott. I due divennero amici e suonarono pure insieme nei clubs del Gre- enwich Village, periodo in cui Bob Dylan si appassionò pure al gio- co del poker. Fu una positiva recensione di Robert Shelton per il New York Times, dopo un’esibizione al Gerde’s Folk City nel set- tembre del 1961, ad attirarel’interesse del pubblico su Bob Dylan, e proprio nello stesso mese John Hammond, talent scout della Co- lumbia Records, notò il talento di Dylan in occasione della sua par- tecipazione come armonicista in un album della cantante folk Ca- rolyn Hester, di cui Hammond era produttore, e lo scritturòper re- gistrare il suo primo album, Bob Dylan (1962), nel quale vennero inclusi brani della tradizione folk, blues e gospel. Nonostante la Co- lumbia Records non fosse soddisfatta delle vendite, Hammond di- fese Bob Dylan, anche grazie al sostegno di Johnny Cash. Nel 1962 Bob Dylan andò alla Corte Suprema di New York e cambiò il suo nome in Robert Dylan ed assunse Albert Grossman come ma- nager. Nel successivo album The Freewheelin’ Bob Dylan (1963) comparvero le prime canzoni di protesta, ispirate da Guthrie e in- fluenzate dalla sua passione per il racconto e l’analisi dei fatti d’at- tualità, oltre a romantiche canzoni d’amore, introspettive, ma an- che giocose ed ironiche. La combinazione voce, chitarra acustica e armonica ne fecero la figura dominante del movimento folk con M. LOTTA by base nel Greenwich Village. La sua voce, non proprio canonica, era incisiva e graffiante, perfetta per interpretare le sue canzoni. La giorni della scuola. Il pubblico, che nei due anni precedenti l’aveva sua reputazione crebbe anche presso i musicisti già famosi, come osannato come alfiere del folk, non solo disapprovò la sua scelta i Beatles e Joan Baez, e quest’ultima lo invitò a duettare sul palco artistica, ma reagì malissimo, fischiandolo, tanto cheDylan lasciò il ed a registrare con lei alcune delle sue prime canzoni, contribuen- palco dopo sole tre canzoni, per poi farvi ritorno e suonare due do al successo nazionale ed internazionale di Dylan. Nel 1963 Bob canzoni in acustico, che stavolta furono ben accolte. Dylan, ad Dylan e Joan Baez, nel frattempo diventati amanti, divenneroper- ogni modo, si risentì molto dell’accoglienza riservatagli dagli ap- sonaggi di rilievo all’interno del movimento per i diritti civili e can- partenenti al movimentofolk , rivendicando la sua libertà di espres- tarono insieme a comizi e raduni, anche in occasione della marcia sione artistica, e gli strumenti elettrici divennero parte fondamen- su Washington, in cui Martin Luther King pronunciò il suo famoso tale della sua musica, ingaggiando Robbie Robertson e la band The discorso “I have a dream”. Le partecipazioni di Bob Dylan a spetta- Hawks. La sua musica, come testimoniato dalla trilogia Bringing It coli televisivi furono sempre discusse e controverse, come quando All Back Home (1965), Highway 61 Revisited (1965) e Blonde on nel 1963 se ne andò dall’Ed Sullivan Show perché gli autori del pro- Blonde (1966), era ormai divenuta una miscela originale ed elettri- gramma gli impedirono di suonare Talkin’ John Birch Paranoid ca di folk, blues, country, R’N’R, R’N’B, gospel, beat, poesia, surre- Blues, in quanto poteva essere potenzialmente diffamatoria per alismo e cronaca sociale, ma non abbandonò mai chitarra acustica l’associazione anticomunista John Birch Society. Negli albums pub- ed armonica. Al culmine dei suoi innumerevoli impegni, il 29 luglio blicati nel 1964, The Times They Are a-Changin’ e Another Side of 1966 Bob Dylan ebbe un incidente mentre guidava la sua moto, a Bob Dylan, i testi delle sue canzoni divennero sempre più politica- pochi chilometri di distanza da Bearsville, vicino a Woodstock, nel- mente e socialmente impegnati e scomodi. Intorno al 1965 la sua lo Stato di New York. I contorni dell’incidente sono ancora oggi av- insofferenza nei confronti delle convenzioni sociali, dell’ipocrisia volti nel mistero, e sebbene Bob Dylan dichiarò di aver semplice- dei moralisti e dei media, con cui i rapporti erano sempre più tesi, mente perso il controllo della sua moto, furono ipotizzate diverse si evidenziò anche nel suo nuovo look, dato che i vecchi jeans e le cause: guasto meccanico, guida in stato di ebbrezza, per aver as-

14 sunto alcool o droga, colpo di sonno e persino tentato suicidio, e di non fu ben accolta da molti fans ed amici musicisti, ma il grande conseguenza nacquero altrettante leggende, anche perché nessu- pubblico e la critica reagirono positivamente ai suoi nuovi lavori. no poté verificare l’entità delle ferite occorse. A tal proposito Negli albums successivi, Shot of Love (1981) e Infidels (1983), Dylan dichiarò di essersi rotto alcune vertebre del collo, ma non quest’ultimo con la rinnovata collaborazione anche in qualità di era stata chiamata nessuna ambulanza sulla scena dell’incidente e produttore di Mark Knopfler, ricomparvero alcuni testi laici, me- Bob Dylan non era stato ricoverato in alcun ospedale. Secondo al- scolati a canzoni chiaramente cristiane. Nel 1985, dopo aver colla- tri, invece, Dylan era addirittura morto ed era stato rimpiazzato da borato al singolo We Are the World, i cui proventi andarono in be- un sosia. L’unica certezza è che l’incidente fornì a Bob Dylan l’oc- neficenza per la carestia in Etiopia, prese parte alLive Aid tenutosi casione di sfuggire alle pressioni e di trascorrere un periodo di iso- al JFK Stadium, accompagnato da Keith Richards e Ron Wood, se- lamento e di pace, che proseguì anche nel 1967, quando decise di guito in mondovisione da oltre un miliardo di persone. Nel registrare con gli Hawks a casa sua e nello scantinato della vicina 1986 partì in tournée con Tom Petty and The Heartbreakers e nel casa degli Hawks, chiamata Big Pink, in un’atmosfera calda e rilas- 1987 partì in tour con i Grateful Dead. Nel 1988 iniziò il Never En- sante. Alla fine del 1967 gli Hawks cambiarono il nome in The ding Tour, suonando per decenni senza interruzione in tutto il Band. Nei successivi albums, John Wesley Harding (1967) e Nash- mondo con una piccola band in continuo cambiamento. Ciò nono- ville Skyline (1969), Bob Dylan presentò canzoni decisamente di- stante non smise mai di collaborare e di suonare insieme ai più verse dalle precedenti, i cui testi, introspettivi e contemplativi, grandi musicisti del pianeta, come Carlos Santana, con il quale nel ispirati alle Sacre Scritture, e la cui musica, con pochi essenziali 1992 partecipò ad un breve tour. Nel 1994 Bob Dylan partecipò strumenti, si scontravano decisamente con lo stile psichedelico al- all’evento commemorativo di Woodstock 94, ma nel 1997 dovet- lora in voga. Il 3 ottobre 1967 morì Woody Guthrie e il 20 genna- te interrompere il tour europeo e subire un urgente ricovero in io 1968 Bob Dylan, dopo quasi due anni di assenza dalle scene, ospedale a causa di una grave infezione al cuore (pericardite cau- suonò dal vivo alla Carnegie Hall di New York in memoria del suo sata da istoplasma). Per fortuna uscì presto dall’ospedale dopo idolo ed amico. Dopo aver declinato l’invito a suonare al festival di aver temuto il peggio, tanto da affermare “ho veramente pensato Woodstock, perché si trovava troppo vicino a casa sua, nel 1969 che presto avrei visto Elvis”. Nell’estate del 1997 ritornò in tour in partecipò al festivaldell’isola di Wight e, dopo aver pubblicato nel Europa e a Bologna si esibì davanti a Papa Giovanni Paolo II, il qua- 1970 Self Portrait e New Morning, nel 1971 prese parte al concer- le tenne un’omelia basata sul testo di Blowin’ in the Wind. Nel to per il Bangladesh, organizzato dall’amico George Harrison. Du- 1999 partì in tournée con Paul Simon e nel 2004 pubblicò il primo rante lo stesso anno registrò alcune canzoni, mai pubblicate, volume della trilogia della sua autobiografia Chronicles. Non si col poeta Allen Ginsberg, alla Record Plant di New York, in cui Gin- contano le onorificenze ed i riconoscimenti a lui tributati, né i pre- sberg figurava come cantante principale, mentre Dylan lo accom- mi vinti da questo gigante, tra cui, nel 2008, il Premio Pulitzer alla pagnava con chitarra, armonica e voce. Nel 1972 Dylan scrisse l’o- carriera. Così come non si conta il numero di artisti internazionali monima colonna sonora e recitò una parte nel film Pat Garrett & coi quali ha collaborato durante la sua incredibilmente prolifica Billy the Kid e dopo la pubblicazione dell’album Dylan (1973), agli carriera, la maggior parte dei quali sono stati da lui stesso ispirati, inizi del 1974 partì con The Band per il Bob Dylan and The Band né i libri, i documentari, i films ed i siti internet a lui dedicati. La sua Tour of North America, organizzato da Bill Graham, dopodiché si ri- versatilità di artista non ha mai cessato di innovarsi, tanto da esor- tirò dalle scene. Continuò però a registrare e pubblicare dischi, co- dire nel 2013 come scultore, esibendo una mostra di opere ottenu- me Planet Waves (1974), Blood on the Tracks (1975) e The Base- te saldando utensili in ferro, come pinze, chiavi inglesi, ferri di ca- ment Tapes (1975). Nel 1975, dopo aver incontrato in carcere il pu- vallo, vecchi ingranaggi e vari materiali di recupero. Insomma, in gile Rubin “Hurricane” Carter, imprigionato per omicidio a Pater- una sola parola, IMMENSO! son, in New Jersey, Bob Dylan, sostenendo la sua innocenza, scris- se Hurricane, la prima canzone di protesta ad avere successo com- Blowin’ in the Wind merciale, inserita nell’album Desire (1976). Per il suo successivo How many roads must a man walk down tour, Rolling Thunder Revue, Dylan coinvolse numerosi artisti pro- before you call him a man? venienti dal circuito folk del Greenwich Village, tra cui il poeta Al- How many seas must a white dove sail len Ginsberg, Ramblin’ Jack Elliott, Joan Baez, con la quale si ritro- before she sleeps in the sand? vò a suonare dopo più di dieci anni, e Joni Mitchell. Nel 1976 Dylan How many times must the cannon balls fly partecipò al concerto d’addio di The Band accanto ad altre stelle before they’re forever banned? della musica, come Joni Mitchell, , Eric Clapton, Van The answer, my friend, is blowin’ in the wind, Morrison e Neil Young, ripreso nel mitico film The Last Waltz the answer is blowin’ in the wind. (1978). Sempre nel 1978 Bob Dylan prese parte all’album No Rea- (Bob Dylan) son To Cry di Eric Clapton, con il quale duettò nella canzone Sign Language, scritta dallo stesso Dylan. Nello stesso anno uscirono Soffia nel Vento anche il suo film Renaldo and Clara, mai amato dalla critica, ed il Quante strade deve percorrere un uomo suo nuovo album Street Legal (1978). Alla fine del 1978 Dylan eb- prima che lo si possa definire tale? be una “visione e sensazione”, durante la quale si mosse la stanza, Quanti mari deve sorvolare una colomba bianca “c’era una presenza nella stanza e non poteva essere nessun altro prima che possa dormire sulla sabbia? che Gesù Cristo”, e così si convertì divenendo un “cristiano rinato”, Quante palle di cannone devono ancora volare seguì lezioni di biblistica in California e pubblicò gli albums di mu- prima che siano bandite per sempre? sica gospel cristiana, Slow Train Coming (1979), con la collabora- La risposta, amico mio, soffia nel vento, zione di Mark Knopfler, e Saved (1980). La sua “rinascita cristiana” la risposta soffia nel vento.

15 EAGLES Little Richard, ossia Tutti Frutti, Long Tall Sallye, ovviamen- The Eagles sono un te, Lucille, che cantavo a squarciagola, sotto lo sguardo di- gruppo musicale rock vertito ed amorevole di mia nonna Antonietta, saltando sul californiano formatosi tavolo con la mia chitarra giocattolo. a Los Angeles nel 1971. Grazie al loro origina- LITTLE RICHARD le stile musicale, melo- Richard Wayne Penniman, in arte Little Richard (Macon, Georgia dico ed avvolgente, in- 5 dicembre 1932). Cantante, autore, pianista e sassofonista. Auto- fluenzato da vari gene- celebratosi “il vero Re del rock’n’roll”, influenzò fortemente la mu- ri, specialmente coun- sica e la cultura popolare del secolo scorso. Little Richard nacque try e rock, diventarono in una famiglia profondamente religiosa dove la musica svolgeva il punto di riferimento un ruolo fondamentale, tanto che si esibivano come gruppo cano- della musica della West ro nelle chiese locali con il nome The Penniman Singers. Visse in un Coast, vendendo milio- quartiere nero dove subì la violenza della segregazione razziale ed ni di dischi, tra cui il celeberrimo album Hotel California (1976), e imparò a suonare il sassofono e il pianoforte. Negli anni 50 iniziò sono ancora oggi considerati uno dei gruppi rock più influenti di la sua carriera discografica e con i suoi brani più celebrati, tra tutti sempre. Lucille, Long Tall Sally e Slippin’ and Slidin’, propose uno stile mu- sicale rivoluzionario, che contribuirà alla diffusione della sua fama CAT STEVENS di pioniere del rock’n’roll, caratterizzato da un ritmo veloce e inar- Yusuf Islam, già Steven Demetre Georgiou, in arte Cat Stevens restabile, dalla presenza incalzante e trascinante delle percussioni, (Londra, Inghilterra 21 luglio 1948). Cantautore, chitarrista e pitto- da una miscela di blues, rhythm’n’blues, funk e boogie-woogie e da re. Dopo aver iniziato la pro- uno stile di canto con evidenti influenze gospel, arricchito da gri- pria carriera come cantante da acute e laceranti e da gemiti provocanti, tanto che la sua voce pop commerciale, in seguito potente e squillante gli procurò il soprannome di War Hawk. Men- ad una grave malattia (tuber- tre in America vigevano severe leggi razziali, che prescrivevano che colosi) riesaminò la sua inte- nei luoghi pubblici, inclusi i locali in cui si tenevano concerti, dove- ra vita, anche artistica, e virò vano esserci zone separate riservate ai bianchi ed ai neri, accadeva decisamente rotta, cambian- frequentemente che durante le sue esibizioni il pubblico, che all’i- do non solo casa discografi- nizio del concerto si trovava diviso in zone separate, nel corso della ca, ma anche il proprio stile di serata piano piano si mescolasse e le persone di colore si mischias- vita. Con barba e capelli lun- sero ai bianchi. Ciò scandalizzò le associazioni razziste del sud degli ghi diventò un’icona del mo- Stati Uniti, che protestarono vivacemente mettendo in guardia la vimento hippy e, dopo aver popolazione dal rock’n’roll, che, secondo il loro dire, era uno stru- trascorso un periodo lonta- mento immorale, pieno di riferimenti sessuali, facente parte di un no dalle scene, coi suoi albu- complotto comunista per danneggiare i valori morali della gioven- ms successivi pubblicati tra tù americana. Ciò nonostante, il successo di Little Richard fu ta- il 1970 e il 1971, Mona Bone le che persino negli Stati del sud, dove si sentiva maggiormente il Jakon, Tea for the Tillerman e peso della segregazione razziale, i pregiudizi verso gli artisti di co- Teaser and the Firecat, carat- lore che si esibivano nei locali per bianchi diminuirono progres- terizzati da uno stile musicale originale, morbido ed elegante, con sivamente. Oltre alla sua musica ed al colore della sua pelle, an- chitarra acustica, pianoforte e sonorità calde ed avvolgenti, spo- che il suo look spregiudicato e trasgressivo, con abiti sgargianti, polò in tutto il mondo. Nel 1976 il fratello, di ritorno da un viag- colorati ed esagerati, la gio a Gerusalemme, gli regalò il Corano e l’anno successivo, dopo sua celebre pettinatu- aver rischiato di morire annegato, Cat Stevens si convertì all’Islam, ra ricca di brillantina e il adottando il suo attuale nome Yusuf Islam. Da lì a breve diventò trucco, assolutamente membro della comunità musulmana di Londra e scomparve dalle inedito per i musicisti scene, facendovi ritorno solo nei primi anni del 2000. dell’epoca, scandaliz- zò i benpensanti dell’e- In particolare, fui letteralmente stordito dall’immensità del- poca, ma rivoluzionò gli la produzione di Bob Dylan, che ritengo essere stato il mio anni 50, contribuendo a primo grande inconsapevole Maestro, e seguirla mi con- far decollare la popola- dusse attraverso un lungo viaggio nella musica, all’interno rità del rock’n’roll. Nel del quale la ballata acustica rappresentava soltanto il pri- 1957, all’apice del suc- mo gradino. cesso, dopo aver rin- Ascoltavo Dylan in continuazione, anche mentre studiavo, novato per sempre il ma del resto non era una novità, dato che la musica ha sem- rhythm’n’blues, il soul e pre svolto un ruolo predominante nella mia vita. il funk, improvvisamen- I miei primi ricordi musicali risalgono all’età di 4 anni, quan- te Little Richard lasciò do un altro mio zio, Gino, mi fece ascoltare alcuni brani di le scene, entrò in una

16 Università cristiana nell’Alabama e diventò predicatore. Nei primi ma io ti amo ancora. anni 60 incise alcuni brani gospel e nel 1962 tornò sulla scena con Lucille, per favore, ritorna al tuo posto un tour in Inghilterra, con il supporto dei suoi primi ammiratori, i Lucille, per favore, ritorna al tuo posto Rolling Stones e i Beatles. Nel 1964, come nuovo chitarrista della mi sono comportato bene con te, bambina, sua band, reclutò il giovane Jimi Hendrix, che ne riprese il look. A per favore, non lasciarmi solo. metà anni 60 registrò musica soul per la Okeh Records, con la col- Mi sono svegliato stamattina laborazione di Larry Williams come produttore e di Johnny di Lucille non c’era traccia. Watson alla chitarra. Purtroppo, con il ritrovato successo Little Ri- Ho chiesto di lei ai miei amici, chard riprese anche lo stile di vita precedente alla sua conversio- ma le loro labbra erano cucite. ne, a base di sesso, alcool e droghe. Alla fine degli anni 60, in pieno Lucille, per favore, ritorna al posto cui appartieni movimento Black Power, rifiutò di esibirsi per un pubblico di soli mi sono comportato bene con te, bambina, afroamericani, non volendo vietare a nessuno la possibilità di assi- per favore, non lasciarmi solo. stere a un suo spettacolo. Nel 1977, dopo la morte di due suoi cari amici, del fratello e di un caro nipote, e dopo che lui stesso rischiò Se fossi un educatore somministrerei abbondanti dosi di di essere ucciso dal suo vecchio amico Larry William, che mentre rock’n’roll a tutti i bambini per alimentare il loro entusia- era in crisi d’astinenza gli puntò contro una pistola minacciando di smo nei confronti della vita e favorirne, così, una crescita ucciderlo se non gli avesse dato del denaro per la droga, capì che sana e genuina. era giunto il momento di cambiare definitivamente stile di vita e Nonostante ami la musica, ho sempre avuto gusti molto se- tornò all’evangelismo cristiano, lasciando anche le scene e dichia- lettivi e non ho mai capito coloro che alla domanda “che rando che non era possibile conciliare la carriera della rockstar con musica ti piace” rispondono “un po’ tutta”. la volontà di servire il Signore. Iniziò a predicare l’uguaglianza tra Diciamo pure che la maggior parte della musica che ascolta- le razze e la redenzione dell’anima dai peccati grazie all’amore del vo alla radio non incontrava il mio favore, anzi, a dirla tutta, Signore, prendendo sé stesso come esempio, che nonostante un mi irritava proprio, tanto che i miei impianti HI-FI non hanno passato da alcolizzato, drogato e omosessuale era alla fine riusci- mai registrato la presenza di un sintonizzatore. to a ritrovare il Signore. Infine, riprese pure ad esibirsi dal vivo, di- Questo solo per spiegare per quale motivo riesca a ricorda- chiarando che era comunque possibile servire Dio anche attraver- re con esattezza i musicisti nei quali, di volta in volta, mi so- so la musica. Secondo James Brown, il suo idolo Little Richardnegli no imbattuto e che hanno arricchito le mie giornate. anni 50 fu il primo a mischiare funk e rock’n’roll e per Otis Redding Il passo successivo mi ha condotto al primo grande chitarri- contribuì in maniera decisiva allo sviluppo della musica soul. Ray sta che ho ascoltato ed apprezzato: Mark Knopfler, ancora Charles e Bo Diddley lo ritenevano uno degli artisti più influenti per oggi ogni volta che lo ascolto resto incantato dalla sua clas- le future generazioni di musicisti. Anche perPaul McCartney e Mi- se e dalla sua smisurata eleganza. ck Jagger era un idolo e un esempio da seguire. Pure Bob Dylan e Jimi Hendrix spesero parole di ammirazione nei confronti della sua MARK KNOPFLER – DIRE STRAITS musica e della sua abilità vocale, che ispirò cantanti comeJohn Fo- Mark Freuder Knopfler (Glasgow, Scozia 12 agosto 1949). Chitar- gerty, David Bowie, Bon Scott, Freddie Mercury e Rod Stewart. An- rista, cantante autore, compositore di colonne sonore e produtto- cora oggi la sua musica ci rende felici. Alleluia! re artistico. Il padre si era rifugiato in Scozia, all’inizio della secon- da guerra mondiale, dopo essere stato espulso dall’Ungheria, suo Lucille paese natale, a causa della sua attività di oppositore al regime filo- Lucille, you won’t do your sister’s will? nazista. Nel 1957 Mark Knopfler si trasferì con la famiglia da Gla- Oh, Lucille, you won’t do your sister’s will? sgow a Blyth, dove cominciò ad interessarsi alla musica, studian- You ran off and married, do il violino grazie allo zio materno, valente pianista boogie-woo- but I love you still. gie. A 14 anni Mark chiese in regalo al padre una chitarra elettri- Lucille, please, come back where you belong ca Fender Stratocaster rossa, come quella del suo idolo Hank Mar- Lucille, please, come back where you belong vin, degli Shadows, ma si dovette accontentare di una chitarra più I been good to you, baby, economica, di cui fu comunque entusiasta. Imparò rapidamente please, don’t leave me alone. a suonarla da autodidatta, cercando di riprodurre i brani dei suoi I woke up this morning chitarristi preferiti, tra cui Django Reinhardt, B.B. King, Scotty Mo- Lucille was not in sight. ore, Chet Atkins, Jimi Hendrix, James Burton e Bob Dylan. Nel 1967, I asked my friends about her, terminata la scuola, frequentò un corso di giornalismo e trovò la- but all their lips were tight. voro a Leeds come cronista di un Lucille, please, come back where you belong quotidiano locale, ma dopo 2 anni I been good to you, baby, decise di riprendere gli studi. Così please, don’t leave me alone. abbandonò l’impiego e si iscris- (Richard Penniman/Albert Collins) se al corso di lingua e letteratura inglese della Università di Leeds, Lucille lavorando in un’azienda agricola Lucille, non farai ciò che vuole tua sorella? per pagarsi la retta. In quegli anni Oh, Lucille, non farai ciò che vuole tua sorella? sposò Kathy White e formò un duo Sei scappata e ti sei sposata, blues chiamato The Duolian String

17 Pickers col chitarrista Steve Phillips. Nel 1973, dopo essersi laurea- ve Phillips e Brendan Croker, formò il gruppo The Notting Hillbil- to e separato dalla moglie, Knopflersi trasferì a Londra col fratello lies, cui si unì anche Guy Fletcher, alimentato da una forte passio- minore David, dove, oltre a suonare nei locali con varie bands, pre- ne per la musica folk americana ed il country e, in particolare, pro- valentemente musica blues, rock e rockabilly, impartì lezioni di in- prio per la musica hillbilly, come certificato dall’album Missing... glese e di chitarra, ed iniziò a scrivere canzoni. Nel 1977 il fratello Presumed Having a Good Time (1990). Knopfler riprese a compor- David gli presentò John Illsley, un amico che studiava sociologia e re colonne sonore, Last Exit to Brooklyn (1989), e a collaborare al- lavorava in un negozio di dischi, per sostituire il bassista dellaband le produzioni di grandi musicisti, come Willy DeVille, Ben E. King, con cui suonavano, che si era ammalato. Dopo quell’incontro, John Randy Newman, Joan Armatrading, Buddy Guy, Tina Turner e Bob e i fratelli Knopfler decisero di formare una nuova band, presero Dylan. Con sua grande gioia fu pure chiamato a collaborare con lui un appartamento a Deptford e ingaggiarono il batterista Pick Wi- dal chitarrista country Chet Atkins, suo punto di riferimento giova- thers, che aveva già suonato con Knopfler. La band era al completo nile, con il quale nel 1990 incise Neck and Neck, e fece parte della e venne chiamata Dire Straits (“Terribili Ristrettezze”), richiaman- band che accompagnò Eric Clapton in una tournée mondiale. Seb- do ironicamente le condizioni economiche precarie in cui si trova- bene l’attività dei Dire Straits non sia mai del tutto cessata, come vano i quattro musicisti. Knopfler, che oltre ad essere chitarrista e testimoniato anche dall’album On Every Street (1991), Knopfler cantante era pure autore ed arrangiatore di tutti i brani, propone- continuò a coltivare la sua carriera solista, dedicandosi prevalen- va uno stile musicale originale, una sorta di rock ispirato al blues, temente alle sue passioni e alla sua famiglia piuttosto che alla car- al country e al rock’n’roll dei primi anni 50, in completa contro-ten- riera di rockstar con i Dire Straits, divenuta a suo dire “una strut- denza rispetto al genere musicale in auge all’epoca, ossianew wa- tura gigantesca” ed altrettanto opprimente. Dopo essersi separa- ve, soft rock, disco music e punk, e in effetti le loro prime esibizioni to dalla seconda moglie, oggi vive a Londra, collabora con innume- non catturarono l’interesse del pubblico. Nel 1977 il quartetto en- revoli musicisti ad altrettanti progetti musicali e ha pubblicato vari trò in studio di registrazione e il risultato venne inviato al musico- albums da solista, tra i quali Golden Heart (1996), Sailing to Phila- logo e disc jockey londinese Charlie Gillett, che conduceva una tra- delphia (2000), The Ragpicker’s Dream (2002), Shangri-La (2004) e smissione radiofonica sulle frequenze locali della BBC, il quale ri- Get Lucky (2009), sempre permeati dal suo originale ed inconfon- mase così colpito da quell’innovativo stile musicale che inserì uno dibile stile chitarristico, caratterizzato da una particolare tecnica dei loro brani, Sultans of Swing, nella scaletta del suo programma. fingerpicking (ossia l’uso delle sole dita, senza il plettro, con il mi- Il virtuosismo chitarristico di Knopfler ed il ritmo trascinante del gnolo e l’anulare poggiati alla chitarra), e dalla sua grande dime- brano fecero il resto: gli ascoltatori radiofonici reagirono entusia- stichezza e passione per un’infinità di generi musicali, dalle ballate sti e i Dire Straits ebbero il loro primo contratto discografico. L’al- anglosassoni e celtiche alfolk , dal blues al jazz, dal bluegrass al ra- bum d’esordio omonimo uscì nel 1978, ma nonostante la critica gtime, dal rockabilly al rock’n’roll, dal boogie-woogie al rock, hard positiva della stampa specializzata, non vendette molto nel Regno & progressive, dal country all’hillbilly, facendone un punto di riferi- Unito, ma ottenne un grande successo nel resto d’Europa, negli mento per schiere di chitarristi. U.S.A. e in Australia. Il successivo album Communiqué permise alla band di confermare il successo raggiunto, tanto che Bob Dylan in- Sebbene ascoltassi musica quotidianamente, non ero anco- vitò Knopflera partecipare alla registrazione del suo nuovo album ra entrato nel tunnel, nel senso che talvolta potevo anche a Slow Train Coming. Nel 1980 Knopfler si trasferì a New York, ma farne a meno … finché arrivò Lui! durante la registrazione del nuovo lavoro, Making Movies, il fratel- Il mio primo vero e proprio amore musicale arrivò all’im- lo David, in disaccordo artistico con il resto del gruppo, abbandonò provviso ed irruppe nella mia vita in maniera furiosa e deva- la band per intraprendere la carriera solista, e fu sostituito da Hal stante, come tutti i veri amori. Lindes e dal tastieristaAlan Clark. La continua ricerca di innovazio- Non solo la sua musica era, è e sarà per sempre unica e me- ne sonora caratterizzò anche il lavoro successivo, Love over Gold ravigliosa, capace di provocare un uragano di emozioni, ma (1982), con passaggi strumentali insolitamente lunghi ed eviden- la lettura dei suoi testi, che finalmente potevo apprezzare ti influenze jazz e rock progressive. Negli anni successivi Knopfler grazie ai primi libri di traduzioni disponibili sul mercato, mi compose alcune colonne sonore, come Local Hero (1983), Music fece capire immediatamente che ero al cospetto di una per- from “Cal”(1984) e Comfort and Joy (1984), e collaborò fattiva- sona illuminata e benedetta, un Profeta, il Profeta del reg- mente, come autore e chitarrista, alla produzione dell’album Pri- gae, Bob Marley. vate Dancer (1984) di Tina Turner. Nel frattempoTerry Williams di- ventò il nuovo batterista della band e sempre nel 1984 uscì il dop- BOB MARLEY pio album Alchemy, un capolavoro che immortalava la band dal vi- Robert Nesta Marley, noto Bob Marley (Nine Mile, St. Ann’s Bay, vo, pubblicato senza alcuna sovraincisione né ritocchi in studio, Giamaica 6 febbraio 1945 – Miami, Florida 11 maggio 1981). Can- salvaguardando così la genuinità e l’altissima qualità dei musici- tante, autore e chitarrista. Non è pensabile descrivere in poche ri- sti.Mark Knopflersi dedicò, quindi, a comporre colonne sonore di ghe la reale portata di questo incredibile personaggio, le cui poe- films e lungometraggi e collaborò, come produttore artistico, con sie in musica hanno reso il reggae noto in tutto il mondo, messag- numerosi musicisti, ed anche Bob Dylan chiese il suo ausilio come gero di pace e di fratellanza universale che solo un Premio Nobel produttore e chitarrista per l’album Infidels. Dopo essersi sposato avrebbe potuto degnamente onorare, quindi mi limiterò a trac- con Lourdes Salomone, Knopfler rientrò in studio di registrazione ciare un breve percorso della vita artistica del Profeta del reggae. con i Dire Straits e Brothers in Arms (1985) sancì la definitiva con- Bob Marley nacque il 6 febbraio 1945, anche se la data è incerta, sacrazione della band, divenendo uno dei dischi più venduti di tut- nel villaggio di Rhoden Hall, ai piedi della collina di Nine Miles, ti i tempi. Dopo 2 anni di tour, Knopfler decise di abbandonare la nella regione di St. Ann’s Bay, nella Giamaica settentrionale. La re- band e alla fine degli anni 80, insieme agli amici di gioventù Ste- lazione tra suo padre, giamaicano bianco di famiglia inglese, capi-

18 tano di marina e sovrintendente di piantagioni, e sua madre, gia- in Delaware, dove lavorò come operaio presso la fabbrica Chry- maicana nera, provocò uno scandalo e la famiglia Marley disere- sler. Nel 1967 Marley rientrò in Giamaica e si convertì dal cristia- dò il padre di Bob. Mentre all’inizio il padre, nonostante fosse nesimo al rastafarianesimo, religione che sebbene si ponesse in sempre in viaggio, si preoccupò del sostentamento della madre, antitesi con il sistema prestabilito non aveva connotazioni violen- nel 1944, proprio mentre attendevaBob , lasciò la Giamaica e l’ab- te, come celebrato da Marley nei testi di alcune sue canzoni. Do- bandonò, ritornando solo in occasione della nascita del figlio. Per po aver firmato per la Island Records del produttore Chris tale motivo Bob per tutta la vita nutrì un senso di rifiuto verso il Blackwell, nel 1973, con la pubblicazione di Catch a Fire e di Bur- padre. A causa delle sue origini razziali miste, Marley da giovane nin’, Marley raggiunse l’immediato successo con The Wailers. La fu vittima di atti di bullismo e di pregiudizi razziali e fu costretto ad sua popolarità iniziò ad espandersi in tutto il mondo, aiutata an- imparare presto a difendersi, e grazie alla sua forza fisica si guada- che da musicisti del calibro di Eric Clapton, che registrò una cover gnò la reputazione e il soprannome di Tuff Gong. Nel 1957 Bob si di I Shot the Sheriff, contribuendo ad elevarne il profilo interna- trasferì con sua madre a Trenchtown, un sobborgo di Kingston, zionale. Nel 1974 anche Peter Tosh e Bunny “Wailer” Livingston con la speranza di una vita migliore, ma in quel ghetto trovarono lasciarono la band, per motivi ancora ignoti, presumibilmente do- solo degrado e disperazione, che alimentavano il dissenso contro vuti ad un dissenso conMarley , ma più probabilmente solo per in- il sistema e l’ordine prestabilito da parte dei giovani afrocaraibici traprendere carriere da solisti. Causa dello scioglimento del nu- che vivevano ai margini della società, i c.d. rude boys, che in segno cleo primigenio degli Wailers fu anche il fatto che sia Peter che di rivolta si rifiutavano di lavorare, vivendo di espedienti, bravate Bunny non sopportavano i tours interminabili, faticosi e mal paga- e crimini. Marley, ancora adolescente, lasciò la scuola e iniziò a la- ti, viaggiando su furgoni freddi e dormendo in alberghi scalcinati, vorare come elettricista e saldatore, stringendo una grande amici- che il presidente della Island riteneva indispensabili per far acqui- zia con il suo vicino di casa Neville O’Riley Livingston, dettoBunny , sire alla band il più ampio consenso di pubblico. Al contrario, Mar- il quale gli fece conoscere la musica, facendogli ascoltare le can- ley, seguendo l’esempio di uno dei suoi idoli giovanili, James zoni in voga all’epoca attraverso un vecchio apparecchio radiofo- Brown, divenne il più grande lavoratore del reggae, pretendendo, nico che riceveva un’emittente americana che trasmetteva musi- al contempo, dai suoi musicisti la massima dedizione ed altrettan- ca rhythm’n’blues e rock’n’roll da New Orleans. Bob si appassionò to duro lavoro. Marley, quindi, non era solo un gran consumatore così al canto, partecipando a canti religiosi, e Bunny gli insegnò i di marijuana ed un donnaiolo, come lo dipinse parte dei media, rudimenti della chitarra, ricavando la cassa di risonanza da una ma anche un infaticabile e metodico musicista, e fu proprio la sua scatola di sardine vuota, la tastiera da un manico di bambù e uti- disciplina professionale a consentirgli di diventare la prima rock- lizzando come corde dei fili elettrici. Quando potevano, Marley e star proveniente da un ghetto del terzo mondo, ed un vero e pro- Bunny suonavano con Joe Higgs, un cantante locale rasta, e du- prio sciamano per il popolo degli spiriti liberi, formatosi sulla scia rante una jam session Marley incontrò Peter McIntosh, ossia Pe- del movimento hippy. E fu così che Marley, reclutati Carlton “Car- ter Tosh, con il quale nel 1964, insieme a Bunny Livingstone, Ju- ly” Barrett alla batteria, Aston “Family Man” Barrett al basso, Al nior Braithwaite, Beverley Kelso e Cherry Smith, fondò un grup- Anderson e Junior Marvin alle chitarre, Tyrone Downie e Earl po ska e rocksteady chiamato inizialmente The Teenagers, in se- “Wya” Lindo alle tastiere, Alvin “Seeco” Patterson alle percussioni guito The Wailing Rudeboys, quindi The Wailing Wailers, ed infi- e le coriste I Threes, ossia Judy Mowatt, Marcia Griffiths e la mo- ne, dopo che nel 1966 Braithwaite, Kelso e Smith lasciarono la glie Rita, continuò il suo percorso artistico sotto il nome diBob band, The Wailers, diventando il miglior gruppo musicale giamai- Marley and The Wailers, di cui divenne leader, cantante, chitarri- cano. Nel 1966 Marley sposò Alpharita Costancia Anderson, che sta ed autore della maggior parte dei testi. I successivi lavori di- diventò Rita Marley, e con lei raggiunse la madre a Wilmington, scografici, Natty Dread (1974), che conteneva il monito profetico Them Belly Full e la hit No Woman No Cry, e Rastaman Vibration (1976), confermarono il meritato successo di Marley. Nel dicem- bre 1976, tre giorni prima di Smile Jamaica, concerto organizzato dal Primo Ministro giamaicano Micheal Manley, per alleggerire le tensioni tra i due gruppi politici in lite,Marley , sua moglie Rita e il suo manager Don Taylor furono aggrediti da un gruppo armato a casa di Marley. Furono tutti feriti,Marley e fu colpito al petto e al braccio. Si ritenne che l’attacco avvenne per motivi politici, aven- do considerato l’adesione di Marley al concerto un modo di sup- portare il Primo Ministro, ma ciò nonostante il concerto si tenne ugualmente, e Marley tenne a precisare “le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un gior- no libero, perché dovrei farlo io?”. Dopo quell’episodio, però, Marley si trasferì a Londra, dove fu arrestato per possesso di can- nabis, e nel 1976 registrò gli album Exodus e Kaya. Nel 1977 notò una ferita nell’alluce destro che peggiorò progressivamente fino a quando gli fu diagnosticato un melanoma maligno. Marley si ri- fiutò di amputarsi l’alluce, anche perché amava giocare a calcio. Nel 1978 Marley organizzò un nuovo concerto in Giamaica, One Love Peace Concert, con la finalità di placare le ostilità tra i due partiti politici, e su espressa richiesta Marleydi i due leaders riva-

19 li, Michael Manley ed Edward Seaga, si strinsero la mano sul pal- I shot the sheriff, co. Nel 1979 uscì Survival, album ricco di significati politici che ri- but I didn’t shoot no deputy, oh no! velavano l’attenzione di Marley per le sofferenze dei popoli afri- I shot the sheriff cani, e nel 1980 uscì Uprising, disco pregno di significato religioso. Lord, I didn’t shot the deputy. La sua musica e i suoi messaggi di lotta contro l’oppressione poli- (Bob Marley) tica e razziale, di unificazione dei popoli di colore, quale unico mo- do per raggiungere libertà ed uguaglianza, e di attenzione verso la Ho sparato allo Sceriffo sofferenza dei popoli africani si diffusero in tutto il mondo, facen- Lo sceriffo John Brown mi ha sempre odiato do di Marley un leader politico, spirituale e religioso, tanto che il motivo non lo conosco. nel 1978 gli fu conferita la Medaglia della Pace dalle Nazioni Uni- Ogni volta che piantavo un seme, te e nel 1980 fu invitato alla celebrazione per l’indipendenza del- lui diceva distruggilo prima che cresca. lo Zimbabwe. In quel periodo Marley si convertì al cristianesimo Lui diceva distruggili prima che crescano. ortodosso. Nel frattempo, però, il tumore progrediva, diffonden- Ho sparato allo sceriffo, Oh, Signore! dosi in tutto il corpo, e dopo una trionfale tournée in Europa, Ma giuro che era per legittima difesa. mentre si trovava a New York, durante il tour negli U.S.A., Marley Io dico: ho sparato allo sceriffo ebbe un collasso mentre faceva jogging al Central Park. Il 23 set- e loro dicono che è un reato capitale. tembre 1980 tenne il suo ultimo concerto a Pittsburgh, dopodiché La libertà un giorno mi è venuta incontro si recò a Monaco di Baviera per un consulto presso il dottor Josef e così sono uscito dalla città, ebbene si! Issels, specializzato nel trattamento di malattie in fase terminale, All’improvviso ho visto lo sceriffo John Brown ma il tumore ormai era in stadio avanzato e non si poteva più cu- che prendeva la mira per spararmi, rare. Anche i suoi miticidreadlocks , segno della sua appartenenza così ho sparato – gli ho sparato e dico: alla religione rasta, divennero sempre più deboli ed ormai troppo Se sono colpevole pagherò. pesanti, tanto che decise di tagliarseli mentre leggeva alcuni pas- Ho sparato allo sceriffo, si della Bibbia. La situazione peggiorò durante il volo di ritor- ma non ho sparato al vice-sceriffo, oh no! no verso la Giamaica, tanto che fu dirottato a Miami, in Florida, Ho sparato allo sceriffo dove Marley venne ricoverato e morì la mattina del giorno 11 Signore, non ho sparato al vice-sceriffo. maggio 1981. Prima di morire decise di parlare con tutti i suoi figli e le sue ultime parole, rivolte al figlio Ziggy, furono “money can’t Them Belly Full buy life” (“i soldi non possono comprare la vita”). Nel 1983 venne Them belly full but we hungry pubblicato l’album postumo Confrontation. Marley fu onorato in A hungry mob is a angry mob Giamaica con i funerali di stato e fu sepolto in una cappella eretta A rain a fall but the dirt it tough accanto alla sua casa natale a Nine Mile, insieme alla sua Gibson A pot a cook but the food no ‘nough Les Paul, al suo pallone da calcio, ad una pianta di marijuana con i You’re gonna dance to Jah music, dance suoi semi, ad un anello che indossava ogni giorno, donatogli dal We’re gonna dance to Jah music, dance Principe etiope, e da una Bibbia. A Marley furono conferite innu- Forget your troubles and dance merevoli onorificenze e nel2006 la città di New York nominò una Forget your sorrows and dance parte di Church Avenue, a Brooklyn, Bob Marley Boulevard. Mar- Forget your sickness and dance ley è ancora oggi considerato dal suo Popolo una guida spirituale Forget your weakness and dance ed ogni anno, il 6 febbraio, in Giamaica si celebra una festa nazio- Cost of livin’ gets so high nale in suo onore. Rich and poor they start to cry “Il denaro non è la mia ricchezza. La mia ricchezza è camminare a Now the weak must get strong piedi nudi sulla terra” (Bob Marley). They say oh, what a tribulation (Bob Marley) I shot the Sheriff Sheriff John Brown always hated me Loro con la Pancia Piena for what, I don’t know. Loro sono sazi, ma noi affamati Every time I plant a seed, Una massa affamata è una massa arrabbiata he said kill it before it grow. Scende la pioggia, ma non cancella lo sporco He said kill them before they grow. La pentola sul fuoco, ma il cibo è scarso I shot the sheriff, Oh, Lord! Danzerete alla musica di Jah, danzerete But I swear it was in self-defence. Danzeremo alla musica di Jah, danzeremo I say: I shot the sheriff Dimenticate i vostri problemi e danzate and they say it is a capital offence. Dimenticate i vostri dolori e danzate Freedom came my way one day Dimenticate i vostri malanni e danzate and I started out of town, yeah! Dimenticate le vostre miserie e danzate All of a sudden I saw sheriff John Brown Il costo della vita diventa sempre più alto aiming to shoot me down, Ricchi e poveri cominciano a piangere so I shot – I shot him down and I say: Ora il debole deve essere forte If I am guilty I will pay. Dicono oh, quanta tribolazione

20 In più, Marley era NERO … come Kunta. ro in lui, quale diretto discendente della tribù di Giuda, Gesù Cristo Primo indizio. nella sua “seconda venuta in maestà, gloria e potenza”, come pro- Parlava di schiavitù e di emarginazione, di protesta e di fe- fetizzato dalle Sacre Scritture. Il rastafarianesimo si è ispirato alla de, di armonia e di pace, enunciati che trovavano nei suoi predicazione del leader del movimento politico nazionalista Mar- testi una collocazione sistematica, logica e chiara. cus Mosiah Garvey. A partire dagli anni 80, grazie aBob Marley ed Il Gandhi del reggae si era manifestato per diffondere in alla musica reggae, la cultura rasta ha esponenzialmente aumen- tutto il mondo un messaggio cristallino: il Popolo nero ave- tato la propria diffusione nel mondo. va sopportato troppo dolore e per troppo tempo, era arri- vato il momento di unirsi, consapevoli delle proprie RADI- I dreadlocks o dreads sono i capelli intrecciati tra loro e si posso- CI, per pretendere il giusto sollievo ed il meritato conforto. no ottenere in diversi modi, per esempio non pettinandosi i ca- pelli per lungo tempo, tanto da consentire la formazione di nodi GANDHI (locks) che, giorno dopo giorno, sarà sempre più difficile sciogliere. Mohandas Karamchand Gandhi Nel rastafarianesimo, che grazie al reggae ha portato a conoscen- (Porbandar, India 2 ottobre 1869 za di tutto il mondo questo tipo di capigliatura, i dreadlocks ricor- – Nuova Delhi, India 30 gennaio dano la criniera del leone, simbolo della tribù di Giuda da cui di- 1948). Politico e filosofo, guida spi- scende Ras Tafari. La parola inglese dread significa “paura” e “ti- rituale non solo per il suo Paese, more”, mentre lock significa “bloccare” e “intrecciare”, poiché i ma anche per il mondo intero. Co- dredlocks sono delle vere e proprie trecce di capelli, il termine po- nosciuto anche come il Mahatma trebbe essere tradotto come “intrecciare con timore” (sottinteso “Grande Anima” e come Bapu “Pa- “di Dio”, in quanto pratica religiosa). Oltre che nel rastafarianesi- dre”, professò la resistenza all’op- mo, dove rappresentano un’adesione alla naturalità dell’uomo do- pressione tramite la disobbedienza nata da Dio, un mantenimento della forza divina che si esprime at- civile e la non violenza, principi che traverso la lunghezza dei capelli (si pensi al Sansone biblico), uno portarono l’India all’indipendenza degli elementi che costituiscono il voto di nazireato, nonché un ri- ed ispirarono i movimenti di difesa fiuto dell’ordine mondano e delle convenzioni appartenenti alla dei diritti civili promossi da Martin società corrotta (Babilonia), i dreadlocks sono presenti anche in Luther King e da Nelson Mandela. altre religioni, quali l’induismo, i cui asceti erranti, definiti sadhu, portano dreadlocks estremamente lunghi come segno della rinun- Finalmente avevo trovato qualcuno che riprendeva il di- cia al mondo e alla mondanità, in quanto la loro esistenza è rivol- scorso lasciato aperto da Alex Haley, che nel frattempo ta esclusivamente a moksha, la fine del ciclo di nascite-morti-rina- avevo scoperto essere l’autore dell’omonimo libro dal qua- scite (samsara). le aveva preso spunto la sceneggiatura del teleromanzo RA- DICI, e grazie a Marley ho potuto conoscere ed apprezzare, MARCUS GARVEY oltre al reggae, anche la sua religione, il Rastafarianesimo. Marcus Mosiah Garvey (Saint Ann’s Bay, Giamaica 17 ago- ALEX HALEY sto 1887 – Londra, Inghilter- Alex Haley (Ithaca, New York 11 agosto 1921 ra 10 giugno 1940). Sindacali- – Seattle, Washington 10 febbraio 1992). sta, attivista e scrittore. Si im- Giornalista e scrittore. Fu così impressionato pegnò duramente negli U.S.A. dalla storia della sua famiglia, narratagli dal- per migliorare le condizioni la nonna, Cynthia Murray, che pubblicò il suo inumane in cui venivano fat- romanzo più famoso, Roots “Radici” (1977), ti lavorare gli afroamerica- dopo aver realizzato l’autobiografia di Mal- ni. Garvey fu il leader del ra- colm X (1965). stafarianesimo, che predica- va il ritorno in Africa da par- RASTAFARIANESIMO – DREADLOCKS te di tutti i neri del mondo, Il rastafarianesimo è una fede che non dovevano né sentir- religiosa, nata agli inizi degli an- si, né ritenersi cittadini dei Pa- ni 30, il cui nome deriva da Ras esi stranieri in cui risiedevano, ma sempre e soltanto africani, e ce- Tafari, espressione etiopica che lebrava una profezia contenuta nella Bibbia aramaica (ossia la tra- descrive Tafari Makonnen, l’Im- duzione aramaica dei testi ebraici della Bibbia) che narrava che in peratore che salì al trono d’Etio- Africa sarebbe stato incoronato un Re nero che avrebbe cacciato pia nel 1930 con il nome di Hailé il colonialismo, estirpato il male e preparato il continente africano Selassié I (1892 – 1975) e con i ti- al ritorno della sua gente. Istituì ad Harlem una sorta di governo toli di negus neghesti, Re dei Re, in esilio della grande nazione africana e creò una compagnia di na- Eletto di Dio, Luce del mondo, Le- vigazione, la Black Star Steamship, col compito di trasportare pas- one conquistatore della tribù di seggeri di colore all’interno dell’arcipelago delle Antille, in aperta Giuda. Dopo la sua incoronazio- opposizione con le altre compagnie segregazioniste. Fu il fondato- ne, milioni di persone riconobbe- re dell’associazione Universal Negro Improvement Association and

21 African Communities League e della rivista Negro World. La sua scene, secondo alcune voci per recarsi presso stregoni africani, per ideologia costituì il fondamento della dottrina nazionalista africa- ricomparire nel 1987, anno di pubblicazione di No Nuclear War, un na che culminò negli anni 70 con la fondazione del Black Power di album di protesta contro la violenza, contro l’apartheid e contro la Stokely Carmichael. società moderna. Il suo reggae era potente ed aggressivo come la sua vita e come, purtroppo, la sua morte, che lo sorprese nella sua Marley era un uomo pacifico che non si limitò a celebra- casa di Kingston, dove alcuni rapinatori locali lo uccisero a colpi di re la fratellanza universale con le sue canzoni, ma si ado- arma da fuoco perché, come prevedibile per un uomo di tal fatta, però anche concretamente, facendo tutto quello che era in si rifiutò di consegnare loro il denaro richiesto. suo potere per conciliare le due fazioni politiche che allora si fronteggiavano in Giamaica, rappresentate dal Primo Mi- Get Up, Stand Up nistro Michael Manley (Peoples National Party) e dal leader Preacherman, don’t tell me dell’opposizione Edward Seaga (Labour Party). Heaven is under the earth, Ma non tutti la pensavano esattamente comeMarley , certa- I know you don’t know mente non il suo amico Peter Tosh. what life is really worth, it’s not all that glitters is gold PETER TOSH ‘alf the story has never been told, Winston Hubert McIn- so now you see the light tosh, in arte Peter To- stand up for your rights. Come on! sh (Grange Hill, Giamai- Get up, stand up: stand up for your rights! ca 19 ottobre 1944 – Kin- Get up, stand up: don’t give up the fight! gston, Giamaica 11 set- Get up, stand up: stand up for your rights! tembre 1987). Cantan- Get up, stand up: don’t give up the fight! te, autore e chitarri- (Bob Marley, Peter Tosh) sta. A 15 anni si trasferì a Trenchtown, il ghetto Alzatevi in piedi, ribellatevi di Kingston, dove incon- Predicatore, non dirmi trò il produttore Joe Hig- che il Paradiso è sottoterra, gs, che gli impartì lezioni io so che tu non sai di canto. Dopo aver co- quanto veramente vale la vita, nosciuto Robert Nesta non è tutto oro quello che luccica Marley, noto Bob Marley, e Neville O’Riley Livingston, noto Bunny l’altra metà della storia non è mai stata raccontata, Wailer, decisero di fondare il gruppo che prenderà il nome di The quindi, quando adesso vedete la luce Wailers. Nel 1966 lui e Bob Marley divennero rasta. Dopo le pri- alzatevi in piedi e combattete per i vostri diritti. Forza! me incisioni, le frizioni all’interno della band divennero insanabi- Alzatevi in piedi, ribellatevi: combattete per i vostri diritti! li, tanto che sia Bunny Livingston che Peter Tosh lasciarono il grup- Alzatevi in piedi, ribellatevi: non arrendetevi mai! po, che da quel momento si chiamò Bob Marley and the Wailers, Alzatevi in piedi, ribellatevi: combattete per i vostri diritti! per dedicarsi alla carriera solista. Peter Tosh si presentò imme- Alzatevi in piedi, ribellatevi: non arrendetevi mai! diatamente per quello che era, un uomo tosto che non conosce- va le mezze misure, scrivendo canzoni i cui temi erano decisamen- Insomma, Bob Marley stava a Martin Luther King come Pe- te scomodi, dalla legalizzazione della marijuana, Legalize It (1976), ter Tosh stava a Malcolm X. alla critica serrata contro il Governo giamaicano e contro la dise- guaglianza sociale, Equal Rights (1977). Nel 1978, in occasione del MARTIN LUTHER KING One Love Peace Concert, inveì duramente contro la classe politica Michael King, noto Mar- dell’isola, causa di tutti i mali che affliggevano la popolazione ne- tin Luther King (Atlanta, ra, ma invece di trovare il consenso della sua gente, sotto il palco Georgia 15 gennaio 1929 – trovò ad attenderlo la polizia locale, che con la scusa di arrestar- Memphis, Tennesse 4 aprile lo per possesso di marijuana lo trascinò in caserma dove, per qua- 1968). Pastore protestante, si due ore, fu picchiato selvaggiamente, come in seguito testimo- politico e attivista. Leader niarono le sue cicatrici. L’esibizione, però, fu vista anche da Mick del movimento pacifista, ri- Jagger che entusiasmato dal carisma e dalla potenza espressiva di propose lo spirito della resi- Peter Tosh gli offrì un contratto con l’etichetta Rolling Stones Re- stenza non violenta profes- cords, con cui pubblicò Bush Doctor (1978), e collaborò con lui, fa- sata da Gandhi, battendosi vorendo la crescita della sua popolarità. Anche nei successivi lavo- per il riconoscimento dei di- ri, Mystic Man (1979) e Wanted Dread and Alive (1981), Peter To- ritti civili in favore degli afro- sh presentò testi duri e ribelli, pieni di rabbia contro il sistema po- americani e delle classi più litico instaurato in Giamaica dai bianchi, che continuavano ad op- disagiate, contro ogni pre- primere la sua gente, specie le classi più disagiate, e contro la se- giudizio e discriminazione gregazione razziale. Dopo l’uscita di Mama Africa (1983) e del re- razziale e sociale. Morì as- lativotour, immortalato nell’album Captured Live, Tosh sparì dalle sassinato.

22 MALCOLM X T-Bone Walker e B.B. King, che ascoltava dalle stazioni radio sta- Malcolm Little, noto Malcolm tunitensi, e a guadagnarsi da vivere intrattenendo per strada e nei X (North Omaha, Nebraska 19 bars i turisti americani. Nel1961 emigrò, sempre con la famiglia, a maggio 1925 – New York, New San Francisco, in California, dove acquisì la cittadinanza america- York 21 febbraio 1965). Pasto- na. Mentre aiutava la famiglia lavorando come lavapiatti, appena re, politico e attivista a favore possibile si recava di nascosto al Fillmore Auditorium del promoter dei diritti umani, e in partico- Bill Graham per ascoltare i suoi musicisti preferiti, come Muddy lare dei diritti degli afroameri- Waters, The Paul Butterfield Blues Band, The Grateful Deade molti cani. Considerato uno dei più artisti rock, blues e jazz che lì si esibivano. Alla fine del 1966 entrò influenti e controversi leader a far parte di una rock band, fondata dal chitarrista Tom Frazier, afroamericani del XX secolo, chiamata Santana, ma sebbene la band portasse il suo cognome, era convinto che soltanto la re- Carlos non era il leader del gruppo. Proprio Bill Graham gli permi- ligione islamica, accompagna- se di esibirsi al Fillmore, mentre in sala di registrazione Carlos San- ta da una forte e decisa reazio- tana esordì nell’album The Live Adventures di Mike Bloomfielde Al ne, poteva abbattere la discri- Kooper. La band presentò subito una strana miscellanea di suoni minazione, specie quella raz- rock e jazz, con all’interno sprazzi di musica latina e un sound reso ziale. Morì assassinato per mano di membri della Nation of Islam, ancora più intenso dall’uso delle percussioni. L’esibizione trionfa- l’organizzazione di cui per lungo tempo era stato portavoce e so- le al festival di Woodstock, fortemente voluta da Bill Graham, au- stenitore. mentò di colpo la popolarità del gruppo ed il primo album omoni- mo della band fu un successo. Negli anni 70 la band era ormai all’a- I nomi di Martin Luther King e di Malcolm X erano ricorren- pice della popolarità, ma ciò comportò anche i primi contrasti tra ti in tutti i testi, nei quali mi capitava di imbattermi, che trat- i musicisti, dovuti ad insanabili divergenze artistiche. In particola- tavano della riduzione in schiavitù degli africani in territorio re, Carlos voleva abbandonare il suono hard rock degli esordi ed americano e della lotta intrapresa dagli afroamericani o ne- avventurarsi verso sonorità blues e jazz, dando corpo ad una mu- ri americani per i propri diritti civili. sica più intima e meditativa. In quel clima di tensione artistica non Più avanti negli anni ho, pertanto, ritenuto opportuno co- giovò di certo l’abuso di stupefacenti da parte degli stessi musici- noscere la storia di questi due Signori e ricordo ancora la vi- sti. Ad ogni modo, i Santana continuarono ad incidere albums, co- va emozione che provai quando lessi che il coautore dell’au- me Abraxas (1970), Santana 3 (1971) e Caravanserai (1972), e ad tobiografia di Malcom X era stato proprio l’autore di Radi- esibirsi dal vivo, incrementando la loro fama internazionale, spe- ci, ossia Alex Haley. cie tra gli amanti deljazz e la neonata musica fusion. Carlos Santa- C’era un evidente legame, o meglio una vera e propria tela na, nel frattempo, continuò anche il suo percorso introspettivo e dentro la quale si muovevano tutti quei personaggi … avver- tivo chiaramente che stavo risalendo il filo di Arianna. Oggi, a posteriori, posso assicurare che pure tutti loro, seb- bene non fossero musicisti, mi hanno insegnato tanto a pro- posito del Blues e del suo significato più intrinseco, che va ben al di là dell’aspetto prettamente musicale. La loro vita ed il loro impegno in favore degli afroamerica- ni e dei diritti fondamentali di ogni essere umano mi hanno fatto comprendere quali fossero le problematiche esisten- ziali di un intero Popolo, e che la musica blues non era altro se non uno dei tanti veicoli attraverso i quali i discendenti di intere generazioni di schiavi cercarono di diffondere il pro- prio pensiero e la propria cultura. È così che ricordo i primi anni 80, ricchi di emozioni e di con- tinue scoperte, non solo in campo musicale. Nel contempo la mia passione per la chitarra cresceva in maniera esponenziale, tanto che decisi di mettermi a cac- cia di tutti i chitarristi di cui sentivo parlare, e fu proprio così che feci la conoscenza di Carlos Santana.

CARLOS SANTANA Carlos Augusto Alves Santana (Autlán de Navarro, Jalisco, Messi- co 20 luglio 1947). Chitarrista e compositore. Carlos Santana nac- nel 1973 il chitarrista John McLaughlin, del cui gruppo, The Maha- que da una famiglia di musicisti, il padre era un violinista maria- vishnu Orchestra, Carlos era un grande ammiratore, messo al cor- chi e il nonno suonava il corno francese, e si appassionò presto al- rente dell’interesse di Carlos Santana per la meditazione, lo pre- la musica, iniziando a suonare il violino a 5 anni. A 11 anni si tra- sentò al guru Sri Chinmoy, che accettò Carlos come suo discepo- sferì con la famiglia a Tijuana, dove iniziò a suonare la chitarra da lo e lo chiamò Devadip (“Lanterna e Occhio di Dio”). La passione di autodidatta, ispirandosi a famosi chitarristi comeJohn Lee Hooker, Carlos Santana per il jazz e per la musica indiana venne consacrata

23 zio – e che ancora oggi custodisco gelosamente sotto teca – fosse graffiato. La realtà era un’altra ed aveva pure un nome: Jimi Hendrix.

JIMI HENDRIX Johnny Allen Hendrix, noto Jimi (Se- attle, Washington 27 novembre 1942 – Londra, Inghilterra 18 settembre 1970). Chitarrista, cantante, autore e compositore. Nacque da genitori afro- americani, entrambi ballerini, con la nonna paterna di origini cherokee, la quale da giovane era pure stata balle- rina in una compagnia itinerante di vaudeville. Durante i suoi primi 3 anni di vita si trasferì continua- mente, andando a vivere con diversi parenti e conoscenti, poiché la giovane madre, peraltro forte bevitrice di alcolici, lo abbandona- va a casa per uscire a divertirsi, finché la nonna materna lo affidò ad una famiglia borghese afroamericana californiana, i Champ, in- tenzionata ad adottarlo. Alla fine del 1945 però il padre fu conge- dato, riprese con sé il figlio e il giorno 11 settembre 1946 gli cam- biò il nome in James Marshall Hendrix. La famiglia si trasferì in un sia dalla collaborazione con McLaughlin, nell’album Love Devotion povero quartiere periferico di Seattle e nel 1951 i genitori di Hen- Surrender (1973), sia da quella con Alice Coltrane, vedova di John drix divorziarono. Mentre Hendrix fu affidato con il fratello Leon Coltrane, nell’album Illuminations (1974), ma il pubblicò non gradì alla custodia del padre, l’altro fratello Joseph fu dato in adozione. tali scelte artistiche, come del resto denunciò il forte calo di ven- Hendrix negli anni successivi continuò a vedere la madre, seppure dite dei nuovi dischi, Welcome (1973) e Borboletta (1974). Carlos in maniera discontinua, a causa della vita di lei, sempre più srego- Santana decise quindi di cambiare stile e da metà annni 70 ritorna- lata, mentre la musica divenne una presenza costante nella sua vi- rono le sonorità funk, rock, salsa e latin, e con loro i primi posti in ta. La sua formazione artistica, musicale e culturale si basò sia classifica degli albums Amigos (1976) e Moonflower (1977), fanta- sull’ascolto dei dischi del padre, sia sugli inni sacri imparati nella stico doppio album contrassegnato dalla nutrita presenza di tracce chiesa pentecostale cui apparteneva la sua famiglia. Date le diffi- incise dal vivo. Gli impegni dal vivo, le rinnovate pressioni dei me- coltà economiche familiari, non potendo comprarsi una vera chi- dia e lo stile di vita frenetico si scontravano però con le regole di vi- tarra, si dovette arrangiare in vari modi, inizialmente suonando ta spirituale imposte da Sri Chinmoy, e nel 1982 il rapporto tra Car- una scopa a mò di chitarra, poi, secondo la migliore tradizione dei los e il guru venne meno. Dopo gli anni 80 e 90, contrassegnati dal primi musicisti blues, sfilò il filo di metallo che teneva insieme i successo altalenante di Marathon (1979), Zebop! (1981), Shangó pezzi di paglia della scopa e lo fissò ben disteso sul muro, tenendo- (1982), Beyond Appearances (1985), Freedom (1987), Blues for Sal- lo sollevato alle due estremità con un oggetto rigido che ne aiutas- vador (1987) e Milagro (1992), la carriera di Carlos Santana ha vis- se la tensione, ottenendo così una rudimentale steel guitar, dopo- suto una nuova giovinezza agli inizi del 2000, culminata con la pub- diché, mentre con una mano faceva scorrere sul filo teso un pezzo blicazione di Supernatural (1999) e Shaman (2002), nei quali Car- di metallo o una bottiglia, con l’altra mano pizzicava la corda pro- los collaborò anche con le nuove generazioni di musicisti interna- ducendo, finalmente, un suono. In seguito, sempre riprendendo zionali di rock, funk, jazz, fusion e blues. Il ritrovato successo disco- l’esempio dei primi poveri chitarristi blues, si costruì una specie di grafico, oltre a portargli numerosi altri premi, ne ha rilanciato an- chitarra usando come cassa acustica una scatola di sigari e come che l’attività live in tutto il mondo. corde alcuni elastici tesi su di essa. Agli inizi del1958 , poco dopo la morte della madre, il padre gli regalò un vecchio ukulele con una Ero affascinato, ed ancora lo sono, da quel suono tanto lun- sola corda superstite, trovato in un garage che aveva sgomberato, go e melodioso che quel riccioluto messicano riusciva a far e con quello strumento Hendrix iniziò ad imparare i suoi primi bra- uscire dalla sua chitarra, dalla morbidezza del suo tocco e ni, tra quelli in voga all’epoca, fino a quando un amico del padre gli dalle atmosfere paesaggistiche e poetiche che richiamava vendette la sua chitarra acustica per 5 dollari, somma che il padre alla mia mente. gli prestò. Poiché la chitarra era per destrorsi, mentre lui era man- Ma ancora non avevo sentito nulla! cino, Hendrix imparò a suonarla rovesciandola, e così fece anche Quel suono arrivò alle mie orecchie come una bomba ato- in altre occasioni durante la sua carriera. I suoi progressi furono mica. decisamente prodigiosi, anche grazie al fatto che, appena poteva, Un meteorite che si schianta sulla terra avrebbe prodotto osservava attentamente suonare sia un vecchiobluesman vicino di meno conseguenze di quanto accadde all’interno della mia casa, il chitarrista locale Guitar Shorty, sia le numerose esibizioni testa e del mio animo quando sentii per la prima volta Foxy dei vari chitarristi che animavano l’iperattiva scena musicale di Se- Lady. attle, ricca di locali eclubs , almeno per la black music. Hendrix era Inizialmente pensavo si fosse rovinata la puntina del mio completamente coinvolto dalla musica e dalla sua chitarra. Ad ispi- giradischi o semplicemente che il disco regalatomi da mio rarlo furono i chitarristi della scenablues di Chicago, da Elmore Ja-

24 mes a Muddy Waters, da Buddy Guy ad Albert King, le leggende gazza, Lithofayne “Fayne” Pridgeon, che gli fu di grande aiuto per del Delta blues, come Robert Johnson e Lead Belly, e del rock’n’roll, inserirsi nella scena locale, grazie alle sue conoscenze all’interno come Chuck Berry e Bo Diddley, ed altri musicisti allora in voga, co- dell’ambiente musicale. Dopo aver vinto un concorso per artisti me B.B. King e , Bobby “Blue” Bland ed il pianista emergenti, tenutosi presso l’Apollo Theater, Hendrix attraversò un boogie Roscoe Gordon, i sassofonisti rhythm’n’blues, come Big Jay periodo di estrema precarietà professionale ed economica, tanto McNeely, ed ancora Jimmy Reed ed Elvis Presley, che nel 1957 vide che per sopravvivere fu costretto a portare più volte la chitarra al esibirsi a Seattle. In particolare, Hendrix era molto intimorito da banco dei pegni, fino a quando venne ingaggiato come chitarrista Muddy Waters, il primo chitarrista che aveva ascoltato quando era della Isley Brothers Band, con cui entrò in sala d’incisione tra il ragazzino, e che – come ricordava lo stesso Hendrix – lo “spaven- 1964 e il 1965, per poi ripartirein tour attraverso tutti gli Stati Uni- tava a morte”. Hendrix era estremamente cordiale e disponibile, ticon svariate bands, fino anche in Canada, dove conobbe il batte- sempre pronto a suonare con chiunque, ad insegnare agli altri rista . Al suo rientro a Memphis, in Tennessee, incon- quello che aveva appreso e ad imparare da tutti, anche da quelli trò Steve Cropper, celebre chitarrista, compositore e arrangiatore meno abili di lui. Nel 1959 il padre gli regalò la prima chitarra elet- per la Stax, ed anche Albert King e B.B. King, prima di essere ingag- trica e non appena riuscì a procurarsi un amplificatore iniziò imme- giato da Little Richard, il quale, però, non tollerava la teatralità sce- diatamente a far parte di varie bands con le quali finalmente poté nica di Hendrix, che rischiava di oscurare la sua leadership. Dopo esibirsi dal vivo, anche suonando le parti di basso con la sua chitar- una breve sosta a Los Angeles, Hendrix seguì in tour Ike & Tina Tur- ra. Suonò tutto ciò che gli veniva data occasione di suonare, in par- ner, ma dopo poche serate l’incontenibile virtuosismo chitarristico ticolare rhythm’n’blues e rock’n’roll, e si appropriò progressiva- di Hendrix convinse Ike ad allontanarlo. Rientrato a New York, sul- mente di tutta una serie di tecniche e di trucchi utili per tenere la scorta delle recenti esperienze, Hendrix decise di puntare su sempre viva l’attenzione del pubblico. Nel1960 perse la sua prima una carriera da solista e stanco di Harlem, ambiente troppo chiuso chitarra elettrica, dimenticata sul palco alla fine di un concerto e ed ostile per una persona così anticonformista come lui, dopo es- mai più ritrovata, ma il padre gliene regalò subito un’altra. Lascia- sersi separato da Fayne, si trasferì al Village, seguendo le orme di ta anzitempo la scuola, Hendrix decise di lavorare con il padre co- uno dei suoi punti di riferimento, Bob Dylan. Si unì, così, alla band me giardiniere, ma non durò a lungo. Dopo un arresto avvenuto di Curtis Knight and the Squires, fino agli inizi del 1966, periodo in nel 1961, perché trovato dalla polizia di Seattle alla guida di un’au- cui suonò anche con altri gruppi, come i Kingpins, gruppo d’accom- to rubata, ed alcuni giorni di detenzione, finì in tribunale e dovette pagnamento del sassofonista R’n’B King Curtis. Con queste bands scegliere tra un periodo di reclusione e l’arruolamento. La scelta fu partecipò anche ad alcune sedute di incisione. In quel periodo co- semplice, Hendrix si arruolò e venne destinato alla 101° Divisione nobbe pure Frank Zappa, che, secondo la leggenda, gli fece cono- Aviotrasportata del corpo dei paracadutisti di stanza a Fort Camp- scere un innovativo effetto per chitarra, il wah wah. Sempre nel bell, nel Kentucky, fregiandosi della Screaming Eagle (“Aquila Ur- 1966, grazie ad un regalo in danaro ricevuto dalla fidanzata dell’e- lante”), simbolo della divisione. Lì conobbe il bassista , col quale agli inizi del 1962 formò una band e si esibì in varie basi mili- tari della Carolina. Ma anche la sua avventura militare durò poco e frustrato dalla rigidità dell’ambiente e intenzionato a dedicarsi so- lo alla musica, Hendrix decise di abbandonare la divisa, facendosi visitare svariate volte dallo psicologo dell’esercito e dichiarando di essere omosessuale pur di andarsene. Nel 1962 ottenne il deside- rato congedo, che Hendrix dichiarò essere stato conseguente ai problemi alla schiena accusati in seguito ad un lancio col paracadu- te in cui aveva riportato anche la frattura di una caviglia, ed essen- do rimasto senza un soldo si trasferì a Clarksville, in Tennessee, in attesa cheCox lo raggiungesse al termine della sua ferma. Una vol- ta riunitisi, i due amici si spostarono a Nashville, dove suonarono rhythm’n’blues nei locali della zona. Durante un concerto conob- bero il chitarrista col quale collaborarono accompagnan- do svariati musicisti, tra i qualiCurtis Mayfield.Durante quel perio- do Hendrix entrò per la prima volta in uno studio di registrazione, come turnista. Nel 1963 partì in tour attraverso gli U.S.A., nel giro del c.d. chitlin’ circuit, con diverse bands di soul e rhythm’n’blues, accompagnando, tra gli altri, Sam Cooke, Little Richard, Slim Har- po, Solomon Burke, le Supremes e Jackie Wilson. In tal modo arric- chì notevolmente non solo la sua esperienza di performer, ma so- prattutto il suo spessore tecnico e stilistico, consolidando, in parti- colare, la sua conoscenza della musica delle radici, il blues. Rite- nendosi pronto, alla fine di quell’estenuante apprendistato, ed an- che per allontanarsi definitivamente dal razzismo e dal degrado che aveva trovato nel sud degli U.S.A., Hendrix decise di trasferirsi a New York e agli inizi del 1964 si trasferì ad Harlem, dove fece amicizia con i gemelli Arthur ed Albert Allen e con la sua futura ra-

25 poca, una ragazza bianca di nome Carol “Kim” Shiroki, Hendrix ac- rio, tecnico e pirotecnico, mimando rapporti sessuali con la sua quistò la sua prima Fender Stratocaster e finalmente formò il suo chitarra, suonandola con i denti, dietro la schiena, strofinandola primo gruppo come leader, Jimmy James and The Blue Flames, tra sull’asta del microfono e sbattendola contro l’amplificazione, fino i quali militava Randy Wolfe, un ragazzo californiano andato via di all’estremo sacrificio, quando al termine del set la incendiò, dopo casa e ribattezzato daHendrix con il nome di , per averla cosparsa di gas liquido per accendini, ed in fiamme la scagliò distinguerlo da un altro Randy presente nel gruppo, che chiamò sul palco e contro gli amplificatori fino a distruggerla, in un folle Randy Texas. In breve tempo Hendrix attirò l’attenzione del pub- quanto lancinante rumore di feedbacks . Hendrix da quel momen- blico di New York e durante una serata al Cheetah Club fece amici- to divenne leggenda, come testimoniato dalle vendite record del zia con Linda Keith, all’epoca fidanzata di Keith Richards. Linda gli successivo album e dalle richieste di esibizioni dal vivo. La folle cor- presentò il manager ed il produttore dei Rolling Stones, ma nessu- sa di Hendrix però portò con sé i suoi primi effetti collaterali, e la no dei due fu interessato a Hendrix, a dispetto di , notte del 4 gennaio 1968 fu arrestato a Stoccolma per aver deva- ancora bassista degli Animals. Il 5 luglio 1966 Chas assistette ad un stato, completamente ubriaco, una stanza d’albergo. Successiva- concerto di Hendrix al Cafe Wha?, in MacDougal Street nel Gre- mente Chandler abbandonò Hendrix, sempre meno gestibile arti- enwich Village, e capì immediatamente di aver trovato un’assolu- sticamente. Jimi, infatti, non riusciva a concepire una durata ta rarità. Chas in quel periodo stava per terminare il suo sodalizio pre-programmata dei brani, ritenendo insensato limitare la sua ve- con gli Animals ed era intenzionato a ripartire come produttore e na creativa entro uno spazio predefinito, dettato dalla finalità di manager, e Hendrix era perfetto allo scopo. E così Chas presentò poterli pubblicare su disco, che, al contrario, per Chandler era l’o- Hendrix al supporto del manager uscente degli Animals, Michael biettivo primario. Lo stesso valeva per le sedute di registrazione, Jeffery, il quale lo mise sotto contratto. Subito dopo partirono tut- che mentre per Chandler dovevano essere già preordinate, in mo- ti alla volta di Londra, dove Hendrix atterrò con un bagaglio deci- do da durare il meno possibile, sia per limitarne i costi sia per i suc- samente limitato: una Stratocaster, un abito di ricambio e un va- cessivi passaggi in radio, per Hendrix non erano altro che vere e proprie jam sessions creative, con lunghi momenti strumentali, in cui elaborare e modificare le sue idee di base, anche seguendo le suggestioni del momento, che scaturivano anche dagli altri musici- sti presenti, tra i quali, oltre a Redding e Mitchell, il tastierista Al Kooper, il batterista Buddy Miles, il bassista dei Jefferson Airplane, Jack Casady, e Steve Winwood dei Traffic, all’interno delle quali in- dividuare successivamente il materiale da pubblicare nell’album doppio (1968). Il tutto reso ancor più esasperan- te dalla mania di perfezionismo di Hendrix, capace di operare in- numerevoli sovraincisioni in ogni brano, oltre a pretendere da mu- sicisti e tecnici la registrazione di altrettantitakes di ogni pezzo, fi- no a raggiungere la perfezione. Tale atteggiamento esasperò Red- ding, che spesso lasciava lo studio di registrazione per trovare, al suo ritorno, la linea di basso incisa durante la sua assenza dallo stesso Hendrix. Nel 1969, dopo l’ennesima esibizione caratterizza- ta da scontri e violenze tra il pubblico e le forze dell’ordine, che do- vettero addirittura ricorrere ai gas lacrimogeni per calmare l’isteria setto di crema. Superato il primo problema alla dogana, dove a dei fans, e dall’allontanamento della band dentro un camion Hendrix fu rilasciato un permesso di soggiorno valido una settima- del service, Redding, chitarrista mai comunque appagato dal ruolo na perché fu presentato come un famoso compositore americano di bassista, lasciò la band. Quello stesso anno Hendrix dovette af- venuto in Inghilterra per incassare i suoi diritti d’autore, Chandler frontare un processo penale in seguito al suo arresto presso l’aero- si attivò subito per trovare i musicisti adatti per accompagnare porto di Toronto per possesso di hashish ed eroina, dal quale uscì Hendrix nella sua avventura, sullo schema del power trio che ave- assolto dopo aver convinto i giudici di non essere a conoscenza del va già riscosso successo con i Cream di Eric Clapton. Furono scelti modo in cui gli stupefacenti fossero finiti nel suo bagaglio. La sua due inglesi, il chitarrista , al basso, e il batterista Mi- esibizione in chiusura dei tre giorni di pace, amore e musica del fe- tch Mitchell. Nel 1967 il sound innovativo e devastante della Jimi stival di Woodstock, la sera del 18 agosto 1969, consacrò definiti- Hendrix Experience, inciso negli albums e vamente Hendrix quale icona simbolo sia della musica dell’epoca, Axis: Bold as Love, non era più un segreto per nessuno, scatenan- sia del movimento flower power e del pensiero pacifista, nono- do un passa parola senza precedenti tra gli artisti londinesi che ac- stante alcuni problemi tecnici e logistici, tra cui la pioggia violenta corsero in massa per vedere con i loro occhi quel chitarrista genia- che cadde a metà del secondo giorno, salì sul palco solo all’alba del le e selvaggio. I già affermati chitarristi Eric Clapton, Pete Town- giorno successivo, davanti ad una folla ridotta a meno della metà shend e Jeff Beck rimasero letteralmente sgomenti. Sin dalle prime rispetto a quella dei giorni precedenti, pari ad oltre 500.000 spet- incisioni quell’originale miscela di blues, funk, R’n’B e rock psiche- tatori. Jimi si presentò con una nuova formazione, introdotta co- delico folgorò pubblico e critica. Sbancata l’Europa, nel giugno me Jimi Hendrix Experience, ma ripresentata dallo stesso Hendrix 1967 la band arrivò in U.S.A., partecipando, grazie a Paul McCart- come Gipsy Sun and Rainbows e suonò per circa due ore, e in ney, al Monterey International Pop Festival, il primo evento di quell’occasione rielaborò l’inno nazionale degli U.S.A., riproducen- quella “lunga estate dell’amore”. Fu un trionfo, come immortalato do con la sua Stratocaster bianca i bombardamenti ed i mitraglia- nell’album Jimi Plays Monterey. Hendrix esibì tutto il suo reperto- menti sui villaggi del Vietnam, le sirene della contraerea e gli altri

26 rumori sinistri della guerra. Da lì a breve Hendrix ricostituì lo sche- Non è stato mai chiarito se Hendrix morì durante la notte, come ma del power trio, ossia la , con Billy Cox al basso e asserito dalla polizia, o se fosse ancora vivo all’arrivo dell’ambu- Buddy Miles alla batteria. Con questa formazione la musica diHen- lanza e sia morto durante il trasporto in ospedale a causa del so- drix divenne ancora più black, accattivandosi le simpatie della po- praggiungere del vomito, in assenza di un supporto sotto la sua te- polazione afroamericana, come testimoniato dalle registrazioni sta. Nel 1993 un’amica di Hendrix, Kathy Etckingham, mai rasse- dal vivo durante le esibizioni della band presso il Fillmore gnatasi al referto del coroner (pubblico ufficiale incaricato di inda- East di New York di Bill Graham, pubblicate nell’album omonimo gare nei casi di morti avvenute in circostanze poco chiare), che Band of Gypsys (1970). Ma anche le sorti di questa nuova forma- sebbene l’autopsia attribuisse la causa del decesso ad un’overdo- zione erano segnate ed il 28 gennaio 1970, a causa di una serie di se di sonniferi ed alcool si pronunciò per un “verdetto aperto”, inconvenienti, alla band venne consentito di salire sul palco del commissionò ad un’agenzia investigativa privata un’inchiesta che Winter Festival of Peace, tenutosi al Madison Square Garden di accertò, tra l’altro, che l’ambulanza venne chiamata con molto ri- New York, solo alle tre di notte circa, quandoHendrix era ormai in tardo, e sulla scorta del dossier fornitole, che annoverava anche la preda agli stupefacenti. Dopo aver litigato con alcuni fans, che gli dichiarazione di un nuovo testimone oculare ignoto, esercitò pres- chiedevano di suonare alcuni dei suoi pezzi più celebri, si rifiutò di sioni sul Ministero dell’Interno e sulla magistratura inglese, tanto proseguire l’esibizione e dopo il primo brano proseguì con gli insul- che il caso Hendrix fu riaperto da Scotland Yard. Del resto lo stile ti finché gli stessi roadies non lo portarono giù dal palco. Miles ac- di vita di Hendrix non era così sfrenato e ricco di eccessi come era cusò il manager, Michael Jeffery, di aver somministrato LSD ad stato dipinto, ad uso e consumo dei suo fans, ed infatti, come tutti Hendrix per provocare tali effetti e mandare così in fumo il nuovo i suoi più cari amici dichiararono, non era un consumatore abitua- progetto e poter ricomporre la Experience, e Jeffery in tutta rispo- le di droghe pesanti (eroina), né aveva mai dato alcun segno di an- sta sciolse la nuova band e convinse Noel Redding e Mitch Mi- sie suicide. Appena fu data la notizia della sua morte, l’apparta- tchell a ricostituire la prima formazione. Le tensioni tra Hendrix e mento di Hendrix fu saccheggiato da sciacalli a caccia di cimeli ed oggetti vari. Le spoglie di Jimi vennero riportate negli U.S.A. e se- polte a Seattle, nel Greenwood Memorial Park di Renton, Washin- gton. Sulla lapide vennero incisi il suo nome e la sagoma della sua Fender Stratocaster. I continui atti di sciacallaggio da parte di am- miratori e curiosi indussero il padre di Hendrix a collocare il fere- tro in un contesto separato. Un’altra statua di Hendrix è stata col- locata a Seattle e la sua città natale ha voluto rendergli omaggio anche intitolandogli un parco. Autore visionario, rappresenta an- cora oggi la figura del chitarrista per antonomasia. Rielaborò, inno- vò e stravolse completamente lo strumento ed il concetto stesso della chitarra elettrica, creando una musica originale, una miscela esplosiva di rock, blues, rhythm’n’blues, soul, funk, psichedelia e hard rock, frutto di una continua sperimentazione anche sonora, impreziosita dall’utilizzo dei primi pedali di distorsione, come il fuzz, e del wah wah, e dall’uso quasi melodico del feedback, fino a quel momento ritenuto soltanto un fastidioso rumore dovuto all’innesco dei pickups della chitarra, sempre alla ricerca di un Redding erano però insanabili e solo dopo alcuni concerti Hendrix sound più caldo, ricco ed intenso, seppure sempre fortemente an- lo sostituì conBilly Cox. Il 1970 trascorse tra concerti a ritmo serra- corato alle sue fortissime radiciblues . Nonostante il tentativo, non to, anche per pagare l’alto costo di realizzazione del nuovo studio è possibile concentrare in poche righe il suo lascito che è andato di registrazione voluto da Hendrix, l’. Dopo la ben oltre l’aspetto musicale. Anche lo stile e l’aspetto di Hendrix partecipazione al festival dell’Isola di Wight, Jimi partì in tour in hanno fatto scalpore e tendenza sin dalle sue prime apparizioni Europa, ma le sue condizioni fisiche e psicologiche peggioravano sulle scene, rendendolo un’icona immortale. Il suo aspetto selvag- progressivamente, tanto che il più delle volte si presentava sul pal- gio ed il suo rapporto furioso e carnale con la sua amata chitarra co notevolmente alterato e pure ostile nei confronti del pubblico, sono ancora oggi proverbiali, tanto che la sua influenza è presente rifiutandosi di fare il juke-box delle sue hits o il funambolo con la in tutti i chitarristi elettrici moderni. Il suo power trio, insieme a chitarra. Il culmine fu raggiunto il 6 settembre 1970 al festival di gruppi come Who e Cream, inaugurò il genere hard rock degli anni Fehmarn, in Germania, quando fu accolto da fischi e contestazioni 60 e fu proprio Jimi a partorire dalle corde della sua chitarra l’hea- del pubblico. Hendrix, profondamente deluso e confuso, fece ri- vy metal, che si svilupperà dopo la sua morte. Il Re è morto, lunga torno a Londra, dove i suoi amici, tra cui Chandler ed Eric Burdon, vita al Re! gli suggerirono di abbandonare il manager Michael Jeffery. Ma la mattina del 18 settembre 1970, Jimi venne trovato morto nel suo Hear My Train A Commin’ appartamento al Samarkand Hotel. Ancora oggi non sono state del I Hear My Train A Commin’ tutto chiarite le modalità della sua morte. La sua ragazza dell’epo- I Hear My Train A Commin’ ca, la tedesca Monika Dannemann, presente quella notte nella I Wait Around Train Station stanza, raccontò che Hendrix soffocò a causa di un improvviso co- Waitin’ For That Train nato di vomito causato da un mix di vino e tranquillanti, ma la sua To Take Me Away versione cambiò in occasione delle numerose interviste da lei rese. Take Me The Hell Out A Here

27 Take Me From This Lonesome Town to, dato che proprio dal blues, artisticamente parlando, pa- Too Bad You Don’t Love Me No More Baby re che Hendrix avesse mosso i suoi primi passi. Too Bad Your People Put Me Down Tuttavia, non mi interessai più di tanto al Blues, dato che (Jimi Hendrix) ero troppo indaffarato ad ascoltare ripetutamente i dischi e le musicassette che trovavo di Jimi Hendrix ed a cercare di Sento che il mio treno sta arrivando capire cosa facesse a quella chitarra per far uscire un suo- Sento che il mio treno sta arrivando no così inspiegabile ed assurdo, ancora oggi difficile da eti- Sento che il mio treno sta arrivando chettare. Aspetto qui vicino alla stazione Il tempo passava e sebbene da una prima analisi tutti i mu- Sto aspettando quel treno sicisti che ascoltavo avessero ben poco in comune, sentivo Che mi porterà via che c’era qualcosa che li univa, una sonorità di fondo, ser- Per l’inferno, mi porterà via da qui peggiante e ben celata alle mie orecchie profane, ma igno- Mi porterà via da questa città desolata ravo cosa fosse. È troppo doloroso il fatto che tu non mi ami più bambina Insomma, erano già passati diversi anni dalla visione di Ra- È troppo doloroso che la tua gente mi tratti così male dici ed avevo ancora tre enigmi da risolvere: 1) Perché avessi provato una sensazione così forte e dolo- Credo siano molteplici gli effetti che provoca l’ascolto di rosa nel seguire le vicissitudini di Kunta e perché la storia di Hendrix e sicuramente a tutti i chitarristi che l’hanno ascol- questo africano sconosciuto mi avesse turbato così violen- tato è balenata in mente almeno una volta l’idea di cambia- temente. re strumento. 2) Perché il Signore avesse tollerato una simile tragedia Ho letto di tutto e di più a proposito di quel genio, ma la co- umana. sa che più mi colpii fu quando un critico disse che, seppu- 3) Quale fosse l’elemento musicale che univa Edoardo Ben- re a modo suo, Jimi Hendrix avesse suonato, rielaborando- nato, Pino Daniele, Bob Dylan, gli Eagles, Cat Stevens, Litt- lo, il blues. le Richard, Mark Knopfler e i Dire Straits, Bob Marley, Peter Prima di ascoltare Hendrix avevo già sentito parlare della Tosh, Carlos Santana e, infine, Jimi Hendrix. musica blues, ma mai prima di allora mi aveva così incuriosi-

28 3. Ho visto la luce!

MAXWELL STREET Maxwell Street è la strada di Chicago, in , del celebre Ma- xwell Street Market, dove si dice esser nato il .

metà degli anni 80 sentii per la prima volta parlare di un film che aveva la parola blues proprio nel titolo. AEcco che di nuovo mi si parava davanti il Blues. Era da un po’ di tempo che non ne sentivo parlare e quella era un’ottima occasione per capirne qualcosa di più. Non avrei mai pensato che da lì a poco tutto sarebbe cam- biato. Fu proprio nel cuore del quartiere soul, il quartiere nero di Chicago rappresentato nel filmThe Blues Brothers, che tro- JOHN LEE HOOKER vai improvvisamente la risposta alle mie domande. John Lee Hooker (Clarksdale, Coahoma County, Mississippi 22 agosto 1917 – Los Altos, California 21 giugno 2001). Cantante, au- THE BLUES BROTHERS tore e chitarrista blues. Nacque in una famiglia di musicisti del Mis- The Blues Brothers è una sissippi, tra i quali suo cugino Earl Hooker. Il padre era un mezza- commedia musicale del dro e un predicatore battista e gli permetteva di ascoltare solo i 1980 diretta da John Lan- canti religiosi (spirituals) in chiesa. Nel 1922, un anno dopo il divor- dis e interpretata da John zio dei genitori, la madre si risposò con William Moore, cantante Belushi e Dan Aykroyd, blues cresciuto in Louisiana, che suonava con Charley Patton, Blind che nel film interpreta- Lemon Jefferson e Blind Blake quando capitavano nei dintorni di no rispettivamente i fra- Clarksdale, il quale gli insegnò i rudimenti della chitarrablues . Pro- telli Jake “Joliet” Blues ed prio dal patrigno Ho- Elwood Blues. La storia si oker apprese e perfe- svolge a Chicago, in Illi- zionò il suo stile uni- nois, e racconta della re- co ed inimitabile, ca- denzione dei due fratel- ratterizzato dall’uso li Blues che nella loro inconfondibile tenuta, in abito nero ed oc- di un solo accordo, ri- chiali da sole neri, partono “in missione per conto di Dio” per riu- petuto ipnoticamen- nire la loro blues band e raccogliere i soldi necessari per evitare la te, e seguendone le chiusura dell’orfanotrofio cattolico dove entrambi erano cresciu- orme iniziò a suonare ti. Anche grazie all’incredibile ed insuperabilecast di musicisti pre- in occasione delle fe- senti, il film ottenne un grande successo diventando un vero e pro- ste di paese. Intorno prio cult movie. al 1923, dopo la mor- te del suo padre na- Era seduto in mezzo a Maxwell Street, indossava un cappel- turale, a 14 anni Ho- lo e calzava dei mocassini disonesti che batteva a terra te- oker andò via di casa nendo il tempo, era nero ed aveva uno sguardo deciso, si- e non rivide mai più né curo e fiero, il suo nome … una Leggenda:John Lee Hooker. la madre, né il suo pa- trigno. Dopo aver can- M. LOTTA by

29 nel Chicago’s Maxwell Street Market, a dispetto dell’usuale tecni- ca del playback. Alla fine degli anni 80 Hooker fece il suo grande rientro nella scena discografica mondiale con l’album The Healer (1989), cui collaborarono tanti grandi musicisti, come Carlos San- tana e Bonnie Raitt. Dopo un’importante collaborazione con Van Morrison e Pete Townshend, nel dicembre dello stesso anno Ho- oker suonò anche con i Rolling Stones ed Eric Clapton ad Atlan- tic City, in occasione del tour Steel Wheels dei Rolling Stones. Do- po aver registrato oltre 100 dischi, Hooker si stabilì a Long Beach, in California, e nel 1997 aprì un night club a San Francisco, chia- mato John Lee Hooker’s Boom Boom Room. Nel 2001 durante un tour in Europa si ammalò e poco dopo, durante il sonno, non si ri- svegliò più, lasciando su questa terra 8 figli, numerosissimi premi e tanti musicisti cresciuti grazie alla sua musica, come Buddy Guy, tato in vari cori gospel a Cincinnati, negli anni 30 si trasferì a Mem- Bob Dylan, Cream, AC/DC, ZZ Top, Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Eric phis, in Tennessee, dove lavorò al New Daisy Theatre, a Beale Stre- Clapton, The Yardbirds, The Animals, The Doors, George Thorogo- et, e saltuariamente si esibì in house parties. Durante la seconda od, R. L. Burnside. guerra mondiale lavorò in diverse fabbriche e nel 1943 si trasferì a Detroit, in Michigan, dove trovò lavoro in una fabbrica di auto- Il brano che suonava col suo tipico incedere boogie, Boom mobili, la Ford Motor Company, mentre la sera si esibiva nei locali Boom, fece esplodere definitivamente la mia passione. e nei raduni di Hastings Street, epicentro della musica blues di De- troit. La sua popolarità crebbe immediatamente, anche perché, al- Boom Boom la ricerca di uno strumento che gli consentisse di suonare ad un vo- Boom boom, Boom boom lume più alto, abbandonò la chitarra acustica e comprò la sua pri- I’m gonna shoot you right down ma chitarra elettrica, con relativo amplificatore, rivoluzionando il Right offa your feet tipico sound country-blues. Nel 1948 incise il suo primo brano Bo- Take you home with me ogie Chillen, caratterizzato dal suo canto rurale e grezzo, nello sti- Put you in my house le Delta blues che Hooker adattò e rielaborò alla chitarra elettrica, Boom boom boom boom e dal suo originale ed inconfondibile modo di cantare, quasi par- A-haw haw haw haw lando, cadenzato dal suo tipico ritmoboogie, martellante ed incal- (John Lee Hooker) zante, che aveva sviluppato prendendo spunto dallo stile dei pia- nisti boogie-woogie, reso ancora più suggestivo dal battere osti- Boom Boom nato della mano sulla cassa della chitarra e del piede su un’asse Boom boom, Boom boom di legno. Il suo repertorio includeva sia brani tipici del down-ho- Sto proprio per spararti addosso e buttarti giù me blues che spirituals. I dischi registrati in seguito furono ugual- Sto proprio per farti saltare in aria mente dei successi race record, e così Crawling King Snake (1949), Ti porto a casa con me Dimples (1956), Boom Boom (1962) e One Bourbon, One Scotch, Ti sistemo a casa mia One Beer (1966). Nonostante fosse analfabeta, Hooker compone- Boom boom boom boom va da sé i suoi brani e poiché negli anni 50 gli studi di registrazio- A-haw haw haw haw ne pagavano i musicisti afroamericani una miseria, lui girava di stu- dio in studio proponendo sempre le stesse canzoni, che modifica- Fu una folgorazione!!! Anche io finalmente avevo visto la va leggermente ogni volta che si recava presso una nuova casa di- LUCE!!! scografica, usando anche diversi pseudonimi, come John Lee Bo- Da quel momento in poi nel mio cuore di musicista non ci oker alla Chess Records e alla Chance Records (1951-1952), John- sarebbe più stato posto per niente, tranne che per il Blues ny Lee alla De Luxe Records (1953-1954), ed ancora John Lee, John … ain’t nothing but the Blues! Lee Cooker, Texas Slim, Delta John, Birmingham Sam and his Ma- La musica di John Lee Hooker racchiudeva in sé tutti gli ele- gic Guitar, Johnny Williams o The Boogie Man. Il suo stile musica- menti che avevano catalizzato la mia attenzione fino a quel le, nel rispetto della tradizione dei primi blues acustici dei musici- momento: il ritmo contagioso delle canzoni di Edoardo Ben- sti del Delta del Mississippi, era strutturalmente e ritmicamente li- nato e di Little Richard, il climax e la profondità umana delle bero ed improvvisato, dove i cambi di tempo erano la norma e di- ballate di Pino Daniele e di Bob Dylan, le sonorità tranquil- pendevano sia dai suoi cambiamenti di umore, sia dalla narrazione le e consolanti diCat Stevens e degli Eagles, l’atmosfera ele- dei testi, rendendo molto difficile il lavoro dei musicisti d’accom- gante del sound di Mark Knopfler e dei Dire Straits, la capa- pagnamento. Divenuto un’icona del movimento folk blues, dopo cità di cullarti in un viaggio senza tempo diCarlos Santana, il il suo trionfale tour inglese del 1963, la sua fama esplose presso il potere ipnotico del reggae di Bob Marley e di Peter Tosh, la pubblico di tutto il mondo, anche grazie alle numerose covers dei potenza sonora ed emozionale di Jimi Hendrix, tutto in una suoi brani registrate dai principali musicisti rock e blues inglesi, fi- sola parola: BLUES!!! no alla consacrazione definitiva avvenuta con la sua partecipazio- Alleluia!! La ricetta magica mi era stata servita su un vasso- ne al filmThe Blues Brothers (1980), nel quale registrò dal vivo e in io d’oro. presa diretta, improvvisando, secondo il suo stile, con la sua band

30 Era quello l’ingrediente che univa tutti gli artisti che riusci- paesane nei dintorni di Clarksdale, seguendo l’esempio di Son vano a far vibrare le corde della mia Anima. House e Robert Johnson. Nel 1932, a 17 anni (il che depone per il L’ultimo dei miei tre quesiti aveva ora una risposta. 1915 quale anno di nascita), Muddy Waters sposò Mabel Berry ed Da quel momento in poi è stata una ricerca spasmodica e il chitarrista Robert Nighthawk suonò al loro matrimonio. Mabel lo senza tregua di ogni disco, musicassetta e videocassetta di lasciò dopo 3 anni, quando Muddy Waters ebbe il suo primo figlio musica BLUES, un viaggio contrassegnato da continue sco- da un’altra donna, Leola Spain. Nell’agosto del 1941 lo studioso di perte e da gioie immense. folklore afroamericano, Alan Lomax, si recò nella piantagione di Ma l’emozione più grande che io ricordi la provai quando fe- Stovall, in Mississippi, su incarico della Library of Congress per re- ci girare sul piatto un LP che avevo acquistato per due moti- gistrare vari musicisti di country blues, e registrò Muddy Waters vi: innanzitutto perché quel nome l’avevo già sentito nomi- proprio nella sua baracca, che ora si trova nel museo del blues di nare più volte e mi aveva incuriosito soprattutto l’aver sapu- Clarksdale, in Mississippi. Nel luglio 1942 Lomax ritornò per regi- to che a Chicago gli avessero dedicato addirittura una stra- strare nuovamente Muddy Waters e le sessioni furono pubblicate da, quindi era una garanzia assoluta che stavo spendendo la prima volta nell’album Down On Stovall’s Plantation dall’eti- bene i miei pochi soldi, ma soprattutto perché la mia atten- chetta Testament. A quelle incisioni partecipò anche il violinista e zione fu catturata dal suo viso di uomo nero di mezza età, e chitarrista Son Slims, forse pure qualcosina in più, ritratto con due suggestive foto uno dei primi maestri in bianco e nero, in particolare sulla copertina appariva solo di Muddy Waters. Ri- la sua testa a grandezza naturale, mentre cantava in piena sentire la propria voce estasi con gli occhi chiusi, e sul retro la sua immagine a mez- e la propria chitarra fu za figura, mentre suonava la chitarra con il volto sorridente per Muddy Waters e giocoso, era assolutamente coinvolgente. un’illuminazione e do- Il nome dell’album Muddy “Mississippi” Waters live. po aver gestito un juke joint, dove si giocava MUDDY WATERS d’azzardo e si poteva ascoltare sia la musica di un juke-box che la sua, quando suonava dal vivo, Muddy Wa- ters nel 1943 emigrò a Chicago per diventare un musicista profes- sionista. Trovò lavoro di giorno come autista e come operaio in una fabbrica e di sera si esibiva nei bars e nei piccoli clubs di blues, dove incontrò Sonny Boy Williamson e Tampa Red, finché Big Bill Broonzy, uno dei principali artisti blues della scena di Chicago, lo aiutò ad entrare nel mondo della musica che contava, permetten- dogli di aprire i suoi concerti nei principaliclubs . Nel 1945 lo zio Joe Grant comprò a Muddy Waters la sua prima chitarra elettrica per permettergli di far sentire la sua musica anche nei locali più rumo- rosi. Nel 1946 Muddy registrò alcuni brani per la Columbia, ma non furono pubblicati, e alla fine dello stesso anno fu contattato dai fratelli Leonard e Phil Chess che lo misero sotto contratto con la loro etichettaAristocrat Records. Nel 1947 registrò alcuni brani al- la chitarra, con Sunnyland Slim al piano, e nel 1948 incise I Can’t Be

McKinley Morganfield (Rolling Fork, contea di Issaquena, Missis- sippi 4 aprile 1913 o 1915 – Westmont, Illinois 30 aprile 1983), in arte Muddy Waters (“Acque Fangose”), come l’aveva soprannomi- nato la nonna, perché da bambino gli piaceva giocare nelle rive fangose del Mississippi, e precisamente del vicino Deer Creek. Can- tante, autore e chitarrista blues. Nato esattamente a Jug’s Corner, nelle vicinanze della contea di Issaquena, anche se ancora si discu- te se nel 1913 o nel 1915, il cui padre, Ollie Morganfield, era un contadino e un musicista. Dopo la morte della madre, avvenuta quando Muddy Waters aveva 3 anni, andò a vivere con la nonna a

Clarksdale, dove a 9 anni iniziò a suonare l’armonica e a 16 anni la AMARA chitarra. Lavorava come raccoglitore nei campi di cotone della Sto- by M. by vall Plantation e arrotondava suonando in occasione delle feste

31 Satisfied e I Feel Like Going Home mettere sotto contrattoMuddy Waters e fu l’inizio di una fruttuo- che divennero delle hits, favoren- sa collaborazione. Muddy Waters ci regalò, infatti, le sue ultime do la crescita della sua popolarità. perle, riproponendo il suo tipico Chicago sound delle origini pub- Subito dopo la Aristocrat cambiò blicando albums come Hard Again (1977), I’m Ready (1978), Mud- nome in Chess Records e nel 1950 dy “Mississippi” Waters – Live (1979) e King Bee (1981), grazie alla Muddy Waters incise il suo gran- sapiente produzione di Johnny Winter, che vi partecipò anche co- de successo Rollin’ Stone, che me chitarrista, ed alla presenza di artisti del calibro di James Cot- darà il nome sia all’omonimo ton, Big Walter Horton e Jerry Portnoy all’armonica, “Pine Top” gruppo inglese che alla celebre ri- Perkins al piano, Sammy Lawhorn, Luther “Snake Boy” Johnson, vista musicale. Dopo aver vinto le e Jimmy Rogers alla chi- resistenze della Chess, che non intendeva fargli utilizzare nelle ses- tarra, Calvin “Fuzz” Jones e Charles sioni di registrazione la band con cui si esibiva solitamente, nel set- Calmese al basso, Willie “Big tembre del 1953 Muddy Waters registrò per la prima volta con Eyes” Smith alla batteria, tut- l’accompagnamento di quella che sarà ricordata come la sua prima ti musicisti formatisi alla band, ossia Little Walter Jacobs (armonica), Jimmy Rogers (chitar- corte dell’Imperatore del ra), Elga Edmonds in arte Elgin Evans (batteria) e (pia- blues. Nel 1981 Muddy no). Negli anni 50 la band più celebrata della storia del blues regi- Waters fu invitato ad esi- strò quasi la totalità dei classici del genere poi passati alla storia, birsi al Chicago Festival e composti prevalentemente dal cantautore e contrabbassistaWillie sul palco salì anche l’amico Dixon, anch’egli come Chuck Berry sotto contratto con laChess , tra Johnny Winter, e proprio la cui Hoochie Coochie Man, I Just Want to Make Love to You, I’m Re- città di Chicago, due anni dopo ady, Mannish Boy, Sugar Sweet, Trouble No More, Forty Days & la sua morte, ne onorò il ricordo Forty Nights. Muddy Waters, Little Walter Jacobs e Howlin’ Wolf chiamando Honorary Muddy Waters dominarono la scena del Chicago blues degli anni 50 e suonare nel- Drive una parte della 43rd Street, dove aveva abitato, e ribattez- la band di Muddy Waters divenne un punto d’arrivo per tutti i mi- zando la parte di Cass Avenue di Westmont, sobborgo di Chicago, gliori musicistiblues , tanto da favorirne anche le successive carrie- vicino alla sua ultima abitazione, Honorary Muddy Waters Way. re come solisti, così valse perLittle Walter, il cui singolo Juke diven- Nel 1983 Muddy Waters si addormentò senza più svegliarsi, a cau- ne un successo, e per Rogers che dal 1955 si dedicò alla sua carrie- sa di un problema cardiaco, nella sua casa a Westmont. Al suo fu- ra solista con una sua band. Nel 1958 Muddy Waters sbarcò in In- nerale partecipò una moltitudine di bluesmen e di appassionati, ghilterra ed il suo blues elettrico, potente e trascinante, conquistò che resero il meritato tributo al Maestro che influenzò profonda- maree di ragazzi bianchi che avendo fino ad allora ascoltato il Del- mente diversi generi musicali, dal blues al rhythm’n’blues, dal folk ta blues di Robert Johnson e di Big Bill Broonzy ed il country-blues al rock’n’roll, dal country al jazz, fino all’hard rock. Jimi Hendrix dis- di Sonny Terry & Brownie McGhee restarono letteralmente folgo- se che Muddy Waters fu il primo chitarrista di cui venne a cono- rati dal blues “urbano” amplificato della band di Muddy Waters, scenza, e schiere di musicisti, dai Cream agli Yardbirds, da Eric che sancì ufficialmente il passaggio dalblues acustico alrock’n’roll. Clapton a Jimmy Page, dai Canned Heat a Bob Dylan, dagli Allman Muddy Waters ottenne la sua definitiva consacrazione in occasio- Brothers a Jeff Beck, dai Rolling Stones agli Steppenwolf, da Paul ne del Jazz Festival di Newport del 1960, anche se proprio in Rodgers a Gary Moore, dai Led Zeppelin ad Angus Young furono quell’occasione constatò con disappunto che mentre la sua gente, ispirati da colui che viene considerato, a ragion veduta, il “Padre gli afroamericani, giravano le spalle disinteressati al blues, il pub- del Chicago blues”, uno dei più grandi bluesmen di tutti i tempi ed blico di pelle bianca mostrava interesse e rispetto verso quel gene- uno degli artisti più influenti del secolo scorso, punto di partenza re di musica. Nel 1967, con Bo Diddley, Little Walter e Howlin’ del rock’n’roll e punto di riferimento per la rivoluzione musicale Wolf, incise The Super Blues e The Super Super Blues Band per la beat e per la british explosion degli anni 70. Chess. Nel 1972 ritornò in Inghilterra per registrare The London Muddy Waters Sessions con Rory Gallagher, Steve Winwood, Rick Rollin’ Stone Grech e , anche se in un’intervista rilasciata a Gural- Well, I wish I was a catfish nick, pur riconoscendo la professionalità di quei musicisti, si la- Swimmin in a oh, deep, blue sea mentò del fatto che non erano in grado di suonare la sua musica, I would have all you good lookin women evidenziando che loro “si mettevano davanti il libro (lo spartito) e Fishin, fishin after me suonavano”, ma ciò non era quello che lui avrebbe voluto per ri- Sure ‘nough, a-after me creare il suo sound, e concluse dicendo che “se cambi il mio sound Sure ‘nough, a-after me stai cambiando la mia stessa persona”. Nel 1973 morì di cancro Oh ‘nough, oh ‘nough, sure ‘nough sua moglie Geneva e lui smise di fumare e si trasferì a Westmont, Well, my mother told my father in Illinois, con i suoi numerosi figli. Da lì a breve andò a suonare in Just before hmmm, I was born Florida e dopo un concerto conobbe la diciannovenne Marva Jean “I got a boy child’s comin” Brooks, che dopo qualche mese dello stesso anno sposò, con Clap- “He’s gonna be, he’s gonna be a rollin stone” ton che gli fece da testimone. Il 25 novembre 1976 prese parte, “Sure ‘nough, he’s a rollin stone,” con Paul Butterfield all’armonica, al concerto di commiato di The “Sure ‘nough, he’s a rollin stone” Band, al Winterland di San Francisco, pubblicato nel film The Last Oh well he’s a, oh well he’s a, oh well he’s a Waltz. Nel 1977 Johnny Winter convinse la sua etichettaBlue Sky a (Muddy Waters)

32 Spirito Libero e Ribelle ta Bena. Nel 1930 suo padre lasciò la famiglia, sua madre sposò un Ebbene, vorrei essere un pesce-gatto altro uomo e lui fu allevato dalla nonna materna a Kilmichael, in Che nuota nel profondo mare blu Mississippi. Da giovane lavorò come bracciante in una piantagio- Vorrei che tutte voi belle donne ne di cotone e la sua paga era di 35 centesimi per ogni 50 kg di co- Vi diate da fare per pescarmi tone che raccoglieva. Ascoltava il blues di T-Bone Walker e Lonnie Ovviamente, per pescarmi Johnson e il jazz di Charlie Christian e Django Reinhardt, e canta- Ovviamente, per pescarmi va musica gospel nella chiesa Elkhorn Baptist Church a Kilmichael, Certamente, certamente finché nel 1943 si trasferì a Indianola, in Mississippi, dove lavorò Ebbene, mia madre disse a mio padre come trattorista ed iniziò a suonare nella vicina zona di Greenwo- Poco prima che nascessi od. Nel 1946 si trasferì a Memphis, in Tennessee, dove perfezionò “Sto per dare alla luce un bambino” la sua tecnica chitarristica, grazie all’aiuto del cugino di sua madre, “Sarà, sarà uno spirito libero e ribelle” il chitarrista country-blues Bukka White, ed allo studio di chitarri- “Sicuramente, è uno spirito libero e ribelle” sti comeBlind Lemon Jefferson e T-Bone Walker. Dopo un po’ fece “Sicuramente, è uno spirito libero e ribelle” rientro in Mississippi, per poi dirigersi nel 1948 a West Memphis, Oh si lo è, oh si lo è, oh si lui lo è in Arkansas, dove partecipò al programma radio di Sonny Boy Wil- liamson, sulla KWEM. Da lì a poco lavorò come disc jokey in una Fu così che feci la conoscenza del “Padre del Chicago blues” delle prime stazioni radio dell’epoca, che programmava esclusiva- e della sua tagliente chitarra slide, scoprendo l’ennesima mente musica nera, la radio di Memphis WDIA, dove suonò anche Terra Promessa su cui adagiare le mie orecchie e far incet- dal vivo. Suonava, inoltre, negli angoli di Beale Street, procuran- ta di sonorità ed atmosfere uniche che mi riportavano in- dosi il soprannome di The Blues Boy from Beale Street o The Bea- dietro nel tempo, verso un futuro di continue quanto scon- le Street Blues Boy (“Il Ragazzo del Blues di Beale Street”), più sem- finate emozioni. plicemente Blues Boy, ed infine B.B. Nel 1949 cominciò a registra- È sempre molto difficile riuscire a rendere in parole sensa- re per la RPM Records di Los Angeles, prodotto da quel Sam Phil- zioni così forti ed altrettanto difficile per me era starne lon- lips che in seguito fondò la Sun Records. Dopo aver formato la sua tano. prima band, iniziò a girare per tutti gli Stati Uniti suonando nelle Avevo ormai compreso che ad ogni nuovo album di blues principali città, come Washington, D.C., Chicago, Los Angeles, De- corrispondeva una felicità incomparabile, analoga a quella troit e St. Louis, e nei numerosi piccoli locali e juke joints del sud, che la vigilia di Natale fa saltare e gridare di gioia ogni bam- che costituivano ilchitlin’ circuit. Durante una serata a Twist, in Ar- bino, pertanto ogniqualvolta riuscivo a trovare un nuovo LP kansas, nell’inverno del 1949, il locale prese fuoco a causa di un di blues mi esaltavo e non vedevo l’ora di ritornare a casa bidone di kerosene, all’epoca utilizzato per riscaldare l’ambiente, per piazzarlo sul giradischi con il volume a palla per poi ri- produrne il suono con la mia chitarra, che nel frattempo da acustica era diventata elettrica. Più ascoltavo quella musica e più mi sembrava familiare, era quasi come se avessi perso la memoria ed improvvisamen- te l’avessi ritrovata. Era come se alla fine di un lungo viaggio fossi riuscito a ritro- vare la strada di casa, ora, finalmente, ero ritornato al punto d’inizio, mi sentivo a casa, avvertivo l’aria di casa. Pensate, quindi, al felice stupore che avvertii quando venni a sapere che il Blues altro non era se non che lo sviluppo del- la musica africana in terra nordamericana, ad opera proprio degli schiavi neri deportati e delle generazioni successive. In poche parole, era proprio la musica di Kunta Kinte, che scoprii essere legato a doppio filo con John Lee Hooker e Muddy Waters, che altri non erano se non che discendenti di Kunta o di un altro africano che si era trovato a vivere la sua stessa identica disperata esperienza di vita. Ma il Blues aveva in serbo per me un’altra sorpresa ed un’al- tra rivelazione, che coincise con l’avvento nella mia vita di un’altra figura eccezionale, che contribuì in maniera decisi- va a farmi capire, una volta per tutte, ciò che sarei voluto di- ventare da grande: un chitarrista di blues. Questo è l’effetto che B.B. King ebbe su di me.

B.B. KING Riley B. King, in arte B.B. King (Berclair, Leflore County, Mississip- pi 16 settembre 1925 – Las Vegas, Nevada 14 maggio 2015). Can- tante, autore e chitarrista blues. Nacque a circa 5 km ad ovest di It- M. LOTTA by

33 buttato giù durante una lite tra due persone. Durante l’evacuazio- don (1971). Nel 2012 B.B. King si è esibito alla Casa Bianca, ospite ne B.B. King si dimenticò di prendere la sua chitarra e quando se del Presidente Barack Obama, e nello stesso anno è stato pubbli- ne accorse rientrò nell’edificio in fiamme per recuperarla. Quando cato un documentario sulla sua vita artistica diretto Jonda Brewer, venne a sapere che la ragione della lite era stata una donna chia- con la narrazione di Morgan Freeman. Nel 2013 è apparso al New mata Lucille, chiamò così la sua chitarra, per ricordare a sé stes- Orleans Jazz Festival. Nel 2014, dopo che gli venne diagnosticato so quanto era stato avventato il suo gesto. I brani di seguito incisi un esaurimento, date le sue precarie condizioni di salute, dovette negli anni 50 furono tutti grandi successi, così3 O’Clock Blues, You interrompere le esibizioni dal vivo già programmate. Dopo due ri- Know I Love You, Woke Up This Morning, Please Love Me, You Up- coveri ospedalieri, a causa di complicazioni dovute alla pressione set Me Baby, Every Day I Have the Blues, Ten Long Years, Bad Luck, alta e al diabete, B.B. King si è spento all’età di 89 anni, nel sonno, Sweet Little Angel e Please Accept My Love. La sua attivitàlive au- nella sua casa di Las Vegas, dopo alcuni infarti causati dal diabete, mentò vertiginosamente, fino a totalizzare il numero impressio- di cui soffriva da anni, ed anche a causa di complicazioni del mor- nante di 342 concerti e tre sessioni di registrazione nel 1956, an- bo di Alzheimer. La salma è stata trasportata a Memphis e condot- no in cui fondò la sua etichetta,Blues Boys Kingdom, con quartiere ta in processione da Beale Street, guidata da una brass band mar- generale a Beale Street, a Memphis. Nel novembre del 1964 regi- ciante che suonava When the Saints Go Marching In, per essere strò al Regal Theater di Chicago un album pietra miliare del blues, poi condotta, seguita da migliaia di persone accorse per onorare il Live at the Regal. Nella sua lunghissima e benedetta carriera si può “Re del blues”, lungo la Route 61 fino alla sua città natale, Indiano- dire che abbia suonato con tutti i più rinomati musicisti del piane- la, in Mississippi, dove si sono svolti i funerali, presso la Bell Grove ta, partecipato a numerosi films, tra cuiThe Blues Brothers 2000, e Missionary Baptist Church. In quasi 70 anni di attività concertisti- programmi televisivi, ispirato un numero infinito di musicisti e ri- ca si stima che B.B. King abbia tenuto una media di circa 250/300 cevuto numerosi premi ed onorificenze, tra cui la Medaglia Presi- concerti l’anno, totalizzato quasi 20.000 esibizioni. denziale delle Arti, conferitagli da George H.W. Bush nel 1990, e la Medaglia della Libertà, conferitagli da George W. Bush nel 2008.

Riconosciuto come il “Re del blues” è stato uno dei più importan- AMARA ti esponenti del blues, e la sua musica, una perfetta ed unica mi- by M. by scela di blues, jazz, swing e boogie, era caratterizzata dai suoni cal- di, rotondi e suadenti di Lucille, la sua chitarra nera semi acustica Gibson Custom Shop ES-335, sempre accompagnati da un’impec- cabile orchestra, come testimoniato dai dischi registrati alla fine degli anni 60, come Lucille (1968), Live & Well (1969) Completely Well (1969), Indianola Mississippi Seeds (1970) e B.B. King in Lon-

Sweet Little Angel AMARA I’ve got a sweet little angel

by M. by I love the way she spread her wings. Yes, I got a sweet little angel I love the way she spread her wings. Yes, when she spread her wings around me I get joy in everything. You know I asked my baby for a nickel and she gave me a twenty dollar bill. Oh, yes, I asked my baby for a nickel and she gave me a twenty dollar bill. You know I asked her for a little drink of liquor and she gave me a whiskey still’. Lord, if my baby should quit me I do believe I would die. Yeah, if my baby should quit me I do believe I would die. Yes, if you don’t love me little angel please, tell me the reason why. (B.B. King)

Dolce Piccolo Angelo Ho un dolce piccolo angelo amo il modo in cui lei spiega le sue ali. Ebbene si, ho un dolce piccolo angelo amo il modo in cui lei spiega le sue ali. Si, quando mi avvolge con le sue ali

34 Sprizzo gioia da tutti i pori. mane tragedia umana: gettare le fondamenta affinché po- Devi sapere che ho chiesto alla mia bambina un nichelino tesse prendere corpo una musica che racchiudesse in sé il e lei mi ha dato una banconota da 20 dollari. significato più profondo dell’essere umano, la sua tragedia Ebbene si, ho chiesto alla mia bambina un nichelino e la sua rinascita. e lei mi ha dato una banconota da 20 dollari. Capii che il Blues era un dono del Signore, per elargire il qua- Devi sapere che le ho chiesto giusto un sorso di liquore le aveva tollerato che il genere umano cui lo donava pagas- e lei mi ha dato una bottiglia di whiskey. se il dovuto pegno di dolore e sofferenza. Signore, se la mia bambina mi dovesse lasciare Un genere musicale rivoluzionario, intimo, sincero ed eter- credo che morirei. no, che ci avrebbe sostenuto nei momenti più tragici, caval- Ebbene si, se la mia piccolina mi dovesse lasciare cando il nostro dolore ed aiutandoci a tirare avanti con gio- credo che morirei. ia, ridipingendo il sorriso sul nostro volto. Si, se tu non mi ami piccolo angelo Era la preghiera in musica, e grazie al Blues ebbi la sensa- per favore, dimmi per quale motivo. zione di comprendere appieno il messaggio di S. Agostino, ossia che “chi canta prega due volte”, cercando addirittura La sua voce potente, ma sempre pulita e melodiosa, il rit- di calcolare quante volte pregasse colui che oltre a cantare mo sincopato dei suoi blues, inframezzato dall’utilizzo della suonasse pure … magari un Blues! sezione fiati stile R’n’B, e l’incontenibile gioia che scaturiva Avevo finalmente trovato la risposta alla seconda domanda. dalla sua musica mi fecero letteralmente saltare dalla sedia. Ancora oggi mi chiedo quale sia la linea di congiunzione tra Grazie a quel gigante nero avevo appena fatto la conoscen- me e Kunta, tra la sua storia e la mia vita, tra il suo dolore e za del boogie, il volto frizzante del blues, ed era una sensa- la mia pancia, tra la sua musica e la mia anima, insomma … zione fantastica dalla quale non mi volevo più staccare. tra me e il Blues. Per la prima volta ascoltare blues mi faceva sentire non solo Secondo alcuni l’energia vitale infusa dentro di noi non felice, ma anche incredibilmente allegro e ottimista. muore mai e quindi alla nostra anima è concesso vivere non La mia vita grazie al Blues era sempre più bella! una sola vita, ma diverse esistenze. Per la prima volta, in fondo al mio cuore, non provavo quel- Ebbene, quando ascolto Blues e guardo le mie braccia con la lo strano senso di colpa che di tanto in tanto mi affliggeva pelle d’oca mi convinco che è proprio così. al solo pensiero che stavo provando gioia nell’ascoltare una Del resto, se così non fosse, non mi sarei sentito così ma- musica che, almeno agli inizi della sua esistenza, era stata il le nel vedere soffrire Kunta, soffrendo con lui, non mi sarei frutto di tanto dolore. sentito così soddisfatto ascoltando la prima volta Jonh Lee Fu proprio la buon’anima di B.B. King a liberarmi da que- Hooker e non continuerei a sentirmi tanto bene ogni volta sto peso e non gli sarò mai grato abbastanza per avermi fat- che sento suonare blues. to comprendere, grazie alla sua musica, che non solo si po- teva sorridere e ballare ascoltando il Blues, ma che era pro- prio la cosa giusta da fare, rappresentava il vero senso di quella musica, ossia creare un’oasi di pura gioia in un deser- to di dolore, dove gli afflitti potessero trovare un rifugio si- curo per poter quietamente riparare i danni che la durezza della vita infliggeva alle loro anime ed ai loro corpi stanchi. E pensare che qualcuno ha avuto anche il coraggio di criti- care questo immenso artista, lamentando che la sua musica si presentava sempre allo stesso modo, alternando un bra- AMARA

no lento ad uno allegro, e cercando di fondere vari stili mu- M. by sicali, come il jazz ed il country, al solo fine di conquistarsi i favori del grande pubblico. Ma questo qualcuno non ha tenuto conto che questi brani il buon B.B. King li suonava sin da quando si guadagnava la pagnotta agli angoli di Beale Street e che per oltre 70 anni, fino alla sua morte, non ha fatto altro che suonarli sui pal- chi di tutto il mondo, diventando il più grande Ambasciato- re della musica blues della storia.

BEALE STREET Beale Street è la strada di Memphis, in Tennessee, dove fiorì e si sviluppò il Memphis blues.

Proprio mentre pensavo che non vi è limite al malanimo

e alla stupidità dell’essere umano, ad un tratto mi fu tut- AMARA to finalmente chiaro, ecco quale era stato il piano che ave- va da sempre avuto il Signore, ecco il perché di quella im- M. by

35 Evidentemente prima di rinascere come Salvatore Amara di noi facciamo vedere, ma soprattutto con la nostra parte ho vissuto la vita di Kunta Kinte o di qualche altro africano più intima e segreta. strappato alle sue radici, oppure la vita di John Lee Hooker o Quando ascolti blues senti di far parte di un grande comu- di qualche altro afroamericano trapiantato come lui. nità, senti che sei in compagnia di tanti altri che prima di te Il Blues è ed è sempre stato parte di me e continuerà ad es- hanno provato quel sentimento, di tanti altri che prima di serlo, per sempre. te l’hanno cantato e di tanti altri ancora che certamente lo Da quando l’ho incontrato in questa vita la mia esistenza e proveranno e lo canteranno. la mia musica non sono più state le stesse di prima, ed è per Il cerchio emozionale e musicale che aveva caratterizzato la questo motivo che mi sono deciso a scrivere questo libro, mia adolescenza e tracciato la mia vita fino a quel momen- proprio per rendere omaggio a questa musica, unica e in- to si era definitivamente chiuso. cantata, ed al Popolo del blues, che vi ha dato origine. Finalmente conoscevo il nome che era stato dato per iden- Non ho alcuna intenzione di redigere un saggio di carattere tificare sia quel poderoso sentimento, sia la musica che l’a- storico-sociale sul blues, anche perché non ho alcuna com- veva celebrato, tutto era ormai chiaro ed aveva un solo no- petenza in merito, non essendo né uno storiografo né un me: BLUES. musicologo, quindi mi limiterò a ripercorrere i passaggi che Iniziai sin da subito a realizzare un’altra verità, ossia che non sono stati fondamentali nella mia esperienza e per la mia ero stato io a scegliere il BLUES, ma era il BLUES ad aver formazione di musicista e di uomo. scelto me. Questo libro, pertanto, vuole essere un racconto sempli- La deduzione era molto semplice, un piccolo essere umano ce, che possa prendere per mano ciascun lettore e portar- non poteva avvertire una sensazione così potente e grade- lo all’interno del mio microcosmo blues, alla scoperta, per vole senza l’intervento autorevole di un Potere Superiore. alcuni, ed alla conferma, per altri, di quelle che sono le ca- Come detto, in qualità di credente, sono convinto che il ratteristiche fondamentali di questo fenomeno, il cui aspet- Blues sia un dono del Signore, e, come tale, soltanto Lui può to musicale – continuo a ripetere – è solo secondario rispet- decidere a chi riservarlo … semplice, no?! to al sentimento su cui poggia, la cui comprensione è indi- Mi sento un eletto, facente parte di una grande famiglia di spensabile e propedeutica per potersi poi approcciare mu- anime, tutti coloro ai quali il Signore ha elargito questo pre- sicalmente al blues. zioso dono: la possibilità di godere e trarre beneficio dalla Il Blues rappresenta un passaggio inevitabile, consapevole musica blues. o inconsapevole, nella vita di ogni essere umano, l’accetta- In quanto tale, sono debitore nei confronti del Blues e per zione dei nostri vizi e delle nostre virtù, la consapevolezza di pagare il mio tributo ho deciso di ripercorrere il mio intenso appartenere ad una comunione di anime e la certezza di do- viaggio alla scoperta del Blues, testimoniando la mia espe- ver sempre fare i conti con noi stessi, non solo con ciò che rienza.

36 talità, dovuta a malattie importate dai conquistatori europei, tra tutte il vaiolo, si rese indispensabile reperire altre fonti di approv- 4. vigionamento di risorse umane. Fu così che gli europei assimilaro- no la pratica africana, ma già ben nota anche alla cultura europea, Schiavitù, di rendere schiavi i prigionieri di guerra, ed iniziarono a commer- ciare con i Re delle regioni dell’attuale Senegal e Benin, i quali ba- rattavano i loro schiavi con gli europei in cambio di stoffe, liquo- segregazione ri, tabacco, perline, manufatti di metallo ed armi da fuoco. Consi- derato che gli schiavi africani erano decisamente più adatti fisica- ed emarginazione mente a sopportare il duro lavoro forzato, portoghesi e spagno- li pensarono bene di catturarli da sé per mandarli a lavorare nel- le loro colonie americane, dando inizio al più grande commercio di schiavi della storia. La tratta degli schiavi attraverso l’oceano At- lantico assunse rapidamente proporzioni senza precedenti e in tut- te le Americhe, Caraibi compresi, si svilupparono veri e propri si- stemi economici basati sullo schiavismo. Anche altri Paesi europei, come Francia, Danimarca e Svezia, presero parte a questo com- mercio e pure il Papa Niccolò, nel 1452, nel riconoscere al Re del Portogallo le nuove conquiste territoriali, lo autorizzò espressa- mente ad attaccare e conquistare i saraceni, i pagani e gli altri ne- mici della fede, a depredare i loro beni e le loro terre ed a ridurne in schiavitù le popolazioni. Solo nel 1537, Papa Paolo III condannò rmai il Blues era penetrato nel mio spirito e nelle mie apertamente la riduzione in schiavitù degli indios e la spoliazione ossa, ed il mio interesse non si limitava al solo aspet- dei loro beni, scomunicando i trasgressori e riconoscendo ai nati- Oto musicale. vi, cristiani o no, la dignità di esseri umani. La schiavitù in territo- Iniziai così a cercare e ad acquistare non solo tutti i dischi e rio americano fu prevista e disciplinata da leggi introdotte più di le musicassette di blues che trovavo, ma anche tutte le rivi- un secolo prima della nascita degli Stati Uniti, risalente al 1776, e ste ed i libri sui quali ci fosse scritta la parola magica:BLUES. consisteva nel costringere altri esseri umani al lavoro forzato co- Il Blues era una calamita che mi attraeva in maniera irresi- me servitori e raccoglitori nelle piantagioni delle colonie inglesi. La stibile, coinvolgendomi anima e corpo, come un’amante fo- pratica di deportare schiavi africani verso le Americhe fu un ele- cosa quanto esigente, e la cosa più incredibile è che anco- mento fondamentale per la nascita e lo sviluppo delle colonie eu- ra oggi, a distanza di quasi quarant’anni, riesce ad esercita- ropee, prima del Sud e del Centro America e poi del Nord America. re su di me lo stesso fascino. La stragrande maggioranza degli schiavi erano africani di proprietà Ero consumato dall’ansia di conoscere le vicissitudini dei dei bianchi, ma anche alcuni privilegiati nativi americani e neri li- neri afroamericani e, di conseguenza, il fenomeno musicale beri possedevano schiavi, ed alcuni di questi lavoratori forzati era- al quale avevano dato origine, anche perché ero sempre più no, udite udite, bianchi! convinto che senza capire la loro storia non avrei mai com- preso appieno la loro musica. E così, leggendo leggendo, venni a sapere che l’inizio ufficia- le della deportazione dei neri africani nel continente norda- mericano risaliva al mese di agosto del 1619, quando l’Ame- rica del Nord era un territorio coloniale soggetto al dominio della corona inglese. Era stato un mercante d’armi, un certo capitano John Smi- th, ormai quasi 400 anni fa, a trasportare sulla propria nave battente bandiera olandese i primi 20 negri, che costituiva- no parte del bottino conquistato in seguito alla cattura di un cargo spagnolo carico di schiavi e diretto verso le isole dei Caraibi, in quanto le colonie spagnole in America del Sud utilizzavano già quella “pratica”. E così i primi 20 schiavi africani misero piede in America del DEPORTAZIONE DEGLI SCHIAVI Nord, precisamente a Jamestown, capitale della prima co- Nel XVI secolo le grandi potenze europee, come Spagna, Portogal- lonia inglese dell’America del Nord, la Virginia, fondata nel lo, Inghilterra e Olanda, iniziarono a creare insediamenti in terri- 1607 e chiamata così da Sir William Raleigh in onore del- torio americano, i cui vantaggi economici erano rappresentati so- la Regina d’Inghilterra Elisabetta I, anche nota come la “Re- prattutto dalle piantagioni, specie di cotone e di canna da zucche- gina vergine”, e lì il capitano Smith scambiò il suo bottino ro, la cui gestione richiedeva l’uso di enormi quantità di manodo- umano per generi alimentari e vettovaglie. pera per il lavoro pesante. Inizialmente gli europei tentarono di far Da quel momento in poi la tratta degli schiavi africani avreb- lavorare come schiavi i nativi americani, ma a causa dell’alta mor- be assunto le caratteristiche tipiche di una vera e propria at-

37 tività commerciale, estremamente produttiva, regolamen- ti ed esausti per il freddo, la fatica e la fame, e terrorizzati in tata come tale e realizzata in maniera sistematica e spregiu- balia delle violenze dei negrieri. dicata, e le rotte di mare che collegavano il continente nero Ricevevano, una o due volte al giorno, una scarsa razione al Nuovo Mondo sarebbero state teatro di un costante, in- quotidiana di alimenti, come fagioli, mais, patate, riso e olio cessante e terrificante traffico di esseri umani. di palma, e mezzo litro d’acqua, e ciò portava facilmente al- Le stime più attendibili circa la tragica dimensione del fe- la disidratazione, dato che alla mancanza d’aria si somma- nomeno dicono che tra il XV ed il XIX secolo furono circa 50 vano frequenti mal di mare, vomiti e dissenteria. milioni gli africani, uomini e donne, ad essere stati cattura- Il numero dei decessi aumentava proporzionalmente alla ti, imprigionati e deportati come schiavi dalla propria terra durata della navigazione, che poteva prolungarsi anche per d’origine, e di questi circa 20 milioni furono trasportati nel- alcuni mesi, a seconda delle condizioni atmosferiche, com- le due Americhe. portando sia la diminuzione di cibo ed acqua, che l’aumento I numeri sono decisamente impressionanti e considerati i delle infezioni e delle malattie, fisiche e mentali. 5 milioni circa di ebrei vittime dell’olocausto ed i 100 milio- La depressione, conseguente alla perdita della libertà, del- ni circa di nativi americani sterminati dai bianchi [quest’ul- la famiglia e della loro dignità di esseri umani, colpiva gli tima stima operata da D. Stannard in American Holocaust schiavi tanto da impedire loro pure di nutrirsi, nonostante i (Oxford press 1992)], giusto per citare solo alcuni casi in- metodi brutali che gli schiavisti usassero per costringergli a fami, è evidente che ci troviamo dinanzi non solo alla più mangiare, ed il suicidio era molto frequente, attuato sia ri- grande deportazione della storia, ma ad uno dei crimini più fiutando il cibo o le medicine, sia gettandosi in mare, o in al- efferati commessi dall’essere umano nei confronti di suoi tri modi. simili. “Gambo era stato l’unico della sua famiglia a essere cattu- Il viaggio degli schiavi iniziava dall’interno del continente rato vivo, per fortuna mia e per disgrazia sua. Resistè per la africano, dove i mercanti di schiavi catturavano o acquista- prima parte del viaggio a piedi, che durò due cicli completi vano gli indigeni da semplici rapitori o da alcuni Re africani, della luna, legato agli altri con funi e con un giogo di legno che li avevano ridotti in schiavitù come punizione per reati al collo, incitato a bastonate, praticamente senza cibo né commessi o in seguito a guerre di conquista locali. acqua. Quando ormai non poteva più fare un passo, appar- Il loro trasferimento verso la costa, che poteva durare pa- ve davanti ai suoi occhi il mare, che nessuno nella lunga fila recchi giorni o settimane, iniziava, quindi, a piedi oppure in di prigionieri aveva mai visto, e un imponente castello sulla canoa. sabbia. Non fecero in tempo a meravigliarsi di fronte all’e- Durante la marcia forzata venivano legati tra di loro ed uti- stensione e al colore dell’acqua, che si confondeva con il cie- lizzati come bestie da soma, costretti a trasportare sacchi lo dell’orizzonte, perché vennero rinchiusi. Allora Gambo vi- contenenti prodotti di vario genere, pelli, fasci di zanne di de per la prima volta i bianchi e pensò che fossero demoni; elefante e contenitori d’acqua. in seguito capì che erano persone, ma non si convinse mai Una volta raggiunta la costa occidentale, venivano imprigio- che fossero umani come noi. Erano vestiti con stracci suda- nati per giorni o settimane in fortini o in capanne, in atte- ti, pettorine di metallo e stivali di pelle, gridavano e colpiva- sa delle navi per la traversata dell’oceano Atlantico fino al no senza motivo. Niente canini né artigli, ma peli sul volto, Nuovo Mondo. armi e fruste, e il loro odore era così ripugnante da nausea- Le navi negriere trasportavano diverse centinaia di schiavi re gli uccelli in cielo. Così mi raccontò. Lo separarono dalle con un equipaggio di circa trenta persone, ossia il doppio ri- donne e dai bambini, lo misero in un recinto, caldo di giorno spetto alle normali navi, ciò al fine di poter sedare eventua- e freddo di notte, con centinaia di uomini che non parlava- li ribellioni. no la sua lingua. Non seppe quanto tempo rimase lì, perché Durante la traversata i prigionieri restavano in catene du- si dimenticò di seguire le fasi della luna, né quanti morirono, rante quasi tutto il tempo, i maschi venivano addirittura in- perché nessuno aveva nome e nessuno teneva il conto. All’i- catenati per coppia per risparmiare spazio, ossia la gamba nizio stavano così stretti che non potevano sdraiarsi a ter- destra di un uomo legata alla gamba sinistra del successivo. ra, ma a mano a mano che vennero tolti i cadaveri ci fu più I prigionieri si trovavano così a bordo senza vestiti, treman- spazio. Poi venne il peggio, ciò che lui non voleva ricorda-

38 re, ma riviveva nei nei territori che si trovavano nella parte meridionale dell’A- sogni: la nave. Sta- merica del Nord. vano stesi uno ac- Il fatto che l’importazione fu più numerosa nei territori del canto all’altro, co- sud rispetto a quelli del nord non dipese certo daragio- me tronchi, su di- ni umanitarie, ma dal semplice fatto che il clima rigido del versi piani di assi, nord non era adatto agli africani, che mal lo sopportavano, con ferri al collo e come testimoniato dai numerosi quanto repentini decessi, catene, senza sape- e soprattutto dal fatto che le colonie del nord si occupava- re dove li stessero no prevalentemente di commercio e di traffici, per cui ave- portando, né per- vano minore necessità di schiavi rispetto a quelle del sud, ché quell’enorme dove si trovavano i terreni più fertili, e che dovevano, inve- zucca si dondolava, ce, gestire, arando, coltivando e raccogliendo manualmen- mentre tutti geme- te, immense piantagioni di tabacco, di cotone, di zucchero vano, vomitavano, e di caffè. cagavano, moriva- Pertanto, la richiesta di manodopera in quei territori era no. Il fetore era ta- sempre più crescente e la tratta degli schiavi era la rispo- le che arrivava fino sta più rapida, semplice e certamente meno costosa a ta- al mondo dei morti e suo padre lo sentiva. Neanche lì Gam- le esigenza. bo poté calcolare il tempo, anche se rimase sotto il sole e Prima della larga diffusione dello schiavismo, la maggior le stelle varie volte, quando li portavano a gruppi in coper- parte del lavoro nelle colonie veniva svolto da gruppi di la- ta per lavarli con secchi di acqua di mare e li obbligavano a voratori reclutati con il meccanismo della c.d. “servitù debi- ballare perché non dimenticassero l’uso delle gambe e delle toria”, istituto previsto dalla legislazione dell’epoca e disci- braccia. I marinai lanciavano fuori bordo i morti e gli amma- plinato da un apposito contratto di lavoro sia per i bianchi lati, poi sceglievano qualche prigioniero e lo frustavano per che per i neri, in quanto coloro che decidevano di raggiun- divertimento. I più audaci li legavano per i polsi e li calavano gere le colonie del Nord America, per scappare da una con- lentamente in acqua, che ribolliva di squali, e quando li tira- dizione di miseria e di povertà nel loro Paese di origine, pa- vano su rimanevano solo le braccia. Gambo vide anche quel- gavano il viaggio con il loro lavoro fino ad estinguere il de- lo che facevano con le donne. Cercò l’occasione per lanciar- bito contratto. si fuori bordo, pensando che, dopo il banchetto degli squa- Ciò fino alla fine del XVII secolo, quando gli schiavi iniziaro- li che seguivano la nave dall’Africa alle Antille, la sua anima no a sostituire tali lavoratori nelle colonie americane. sarebbe andata a nuoto all’isola sotto il mare a riunirsi con La Stato sovrano inglese affrontò immediatamente la que- suo padre e il resto della sua famiglia. “Se mio padre sapes- stione e nel 1689 introdusse il principio del libero commer- se che volevo morire senza lottare, mi sputerebbe di nuovo cio degli schiavi per tutti i suoi cittadini, compresi quelli del- sui piedi”. Così mi raccontò” (Isabella Allende, La isla bajo el le colonie dei territori americani. mar, 2009, ediz. italiana L’isola sotto il mare, Feltrinelli edi- Vista l’importanza assunta dalla schiavitù, al fine di control- tore, Milano 2009). lare con maggiore facilità il sempre maggior numero di afri- Solo la metà di quei disgraziati riusciva a sopravvivere al- cani deportati, le le durezze inenarrabili ed alla crudeltà di un viaggio in ma- assemblee colo- re aperto, ammassati come sacchi, l’uno sull’altro, all’inter- niali approvarono no delle navi negriere, nelle quali le condizioni di sovraffol- in breve tempo i lamento e di sporcizia erano inimmaginabili. c.d. “codici schia- Il destino di quei poveri africani era già scritto: trattati al- visti”, che riuni- la stregua di bestiame, dovevano resistere a quelle atroci- vano le leggi pre- tà con tutte le forze di cui disponevano e cercare di arrivare esistenti ai nuovi vivi sulla terraferma, dove sarebbero stati venduti presso i principi, secondo mercati per essere impiegati nelle piantagioni o in altri cam- cui la razza bianca pi di lavoro, dove la loro esistenza si sarebbe svolta in con- era dominante e dizioni altrettanto disumane. superiore nei con- L’altra metà, come detto, ci lasciò le penne, sia durante le fronti della razza fasi di cattura e trasporto fino alle navi, sia durante la tra- nera, e caratteriz- versata in mare, dove i più deboli morivano di fame o di se- zati da una nor- te, oppure a causa di infezioni e malattie di vario tipo. mativa rigidissi- I cadaveri venivano scaraventati dalle navi in acqua, senza ma, che riduceva tante cerimonie, e tale pratica era così diffusa e frequente al minimo la liber- che, dopo qualche tempo, le rotte oceaniche tracciate dalle tà di movimen- navi negriere corrispondevano a quelle seguite dagli squa- to degli schiavi ed li … aggiungo altro? annullava del tut- La maggior parte dei 10 milioni di africani che misero piede to la loro capacità sulla terraferma fu destinata ad essere ridotta in schiavitù decisionale, tanto

39 da negare loro anche il più elementare diritto civile, com- se commesse dagli schiavi, venivano considerate alla stre- presi quelli connaturati ed essenziali alla vita stessa dell’es- gua di veri e propri reati. sere umano. L’efficienza del lavoro era supervisionata da sorveglianti che Basti pensare che chi acquisiva il “bene-schiavo” possede- si assicuravano, anche con mezzi violenti, che gli schiavi ren- va non solo lui, ma anche la sua discendenza, e al contem- dessero il massimo. po non veniva giuridicamente riconosciuto neppure il ma- Lo strumento preferito dai sorveglianti e dai loro padroni trimonio tra schiavi e, di conseguenza, nessun valore giuri- era la frusta, che veniva usata regolarmente e senza alcun dico rivestivano i rapporti ed i vincoli parentali e di famiglia. limite, talvolta fino alla morte; neppure le donne in stato in- In ottemperanza ai codici schiavisti era, inoltre, vietato inse- teressante potevano scampare la pena, dato che venivano gnare agli schiavi a leggere ed a scrivere, con l’intento evi- frustate dopo averle fatte distendere per terra sopra una dente di tenerli nell’ignoranza più assoluta, impedendo loro buca appositamente scavata per alloggiare la pancia. di appropriarsi anche degli strumenti di comunicazione ba- “La schiava era incinta e, come si faceva in quei casi, l’ave- silare, così agevolando la loro assoluta sottomissione al pa- vano stesa per terra con la pancia in un buco” (Isabella Al- drone bianco. lende, La isla bajo el mar, 2009, ediz. italiana L’isola sotto il Ma la carta più abbietta doveva ancora essere giocata. mare, Feltrinelli editore, Milano 2009). Difatti, per evitare ogni contraddizione con i principi costi- Più la mancanza era ritenuta grave, più la punizione diveni- tuzionali presenti nelle Carte Fondamentali di ogni Paese ci- va severa, tanto che il reo poteva essere frustato a sangue, vile, o presunto tale, i neri africani furono spogliati persi- scorticato, coperto di sale ed infine strofinato con la paglia. no della loro appartenenza al genere umano, dato che non Nei casi di ribellione non era insolito ricorrere addirittura erano affatto considerati esseri umani, ma soltanto bestie, e all’amputazione di piedi, mani e, in alcuni casi, anche degli come tali potevano e dovevano essere trattati. organi genitali. Del resto, gli schiavi venivano considerati alla stregua di ani- Anche ai bambini figli di schiavi non veniva riservato un trat- mali anche in occasione della loro vendita, come Isabella Al- tamento migliore, basti pensare che non ancora nati pote- lende è riuscita a rendere con poche crude parole “Su un ta- vano essere regalati o puntati come posta ai tavoli da gioco volato erano esposti in vendita quattro schiavi adulti e un o nei combattimenti dei galli. bambino nudo, di circa due o tre anni. Gli interessati esa- Mi rendo conto che le immagini richiamate non siano cer- minavano loro i denti per calcolare l’età, il bianco degli oc- to gradevoli, ma era necessario per far comprendere che i chi per verificare la loro salute, e l’ano per assicurarsi che proprietari bianchi governavano le loro piantagioni proprio non fosse tappato con stoppa, il trucco più frequente per na- come sovrani scellerati di piccoli regni, dei quali erano dit- scondere la diarrea. Una signora anziana, con un ombrello tatori assoluti e dove potevano fare tutto quello che vole- di pizzo, stava soppesando con la mano guantata i genita- vano, persino esercitarvi il diritto di vita e di morte, dato li di uno degli uomini” (Isabella Allende, La isla bajo el mar, che potevano benissimo ammazzare un loro schiavo e farla 2009, ediz. italiana L’isola sotto il mare, Feltrinelli editore, franca con la legge, dato che ciò non costituiva alcun reato, Milano 2009). in considerazione del fatto che, trattandosi di “merce” pro- Venivano separate famiglie intere, vendendo i membri a di- pria, potevano esercitare su di essa il dominio più assoluto. versi padroni. “Per la legge, chi prende un negro scappato e lo ammazza la Le schiave, anche minorenni, venivano prese come concubi- passa liscia. La legge dei bianchi stabilisce anche che i negri ne o sottoposte ad ogni tipo di violenza, fisica e morale, sen- non possono portare armi. La legge dice che ti becchi venti za che nessuno potesse impedirlo, dato che sotto il profilo frustate se ti trovano senza lasciapassare, dieci se guardi un giuridico non vi era alcun riconoscimento o tutela a favo- bianco negli occhi, trenta se alzi una mano su un bianco. La re degli schiavi, che restavano abbandonati al loro infernale legge dice che nessun negro può predicare se non c’è alme- destino, privi di qualunque protezione legale. no un bianco che lo ascolta; la legge dice niente funerale per Le condizioni in cui gli schiavi vivevano quotidianamente un negro se qualcuno non vuole assembramenti. La legge di- erano differenti, a seconda della destinazione finale che la ce che ti tagliano un orecchio se un qualche bianco giura che sorte aveva loro assegnato. hai mentito, due orecchie se dice che hai mentito due volte. Soltanto in rari casi gli schiavi venivano nutriti a sufficienza, Se ammazzi un bianco finisci impiccato, se ammazzi un altro non percossi e addirittura vestiti, mentre nella maggior par- negro, solo frustato. È proibito insegnare a leggere e scrive- te dei casi vivevano drammaticamente la propria esisten- re a un negro o dargli un libro. È contro la legge anche suo- za, ridotti in catene, brutalizzati ed oppressi, mal nutriti e nare il tamburo o alti strumenti africani” (William Styron, non curati, alloggiati come bestie, specie nelle grandi pian- The confessions of Nat Turner, 1967, traduz. italiana Le con- tagioni, sotto il controllo, che il più delle volte si tramuta- fessioni di Nat Turner, Mondadori 1996). va in potere assoluto, dei sorveglianti, che spesso approfit- Lo schiavismo fu oggetto di continui dibattiti e controversie tavano della lontananza del padrone per perpetrare ogni ti- politiche e morali sin dal1770 , e l’aspetto più paradossale è po di nefandezza. costituito dal fatto che dal 1775 al 1783, mentre le colonie Uno dei divertimenti preferiti dai bianchi consisteva nell’or- americane combattevano la loro lotta per affrancarsi e ren- ganizzare combattimenti corpo a corpo all’ultimo sangue dersi indipendenti dal dominio inglese, sostenendo principi tra gli schiavi più robusti. quali autonomia, potestà, uguaglianza e diritti costituziona- Al fine di esercitare un maggiore controllo, furono previste li, le leggi nei confronti degli schiavi divenivano sempre più ed inflitte pene severissime anche per lievi mancanze, che,

40 severe ed aberranti e le loro condizioni di vita ancora più in- sopportabili. Quanto può essere ipocrita l’essere umano! I primi, e gli unici, ad occuparsi della terribile situazione in cui versavano gli schiavi furono i membri delle comunità re- ligiose americane, che dopo un primo momento di stasi, in cui assistettero inermi allo spietato sfruttamento ed avvili- mento di quei poveri esseri umani, decisero di agire, inizial- mente attivandosi con opere di conversione e di educazione degli schiavi, e successivamente ponendosi in aperto con- trasto nei confronti del sistema schiavista, coltivando così i primi semi di speranza di libertà per il popolo nero. “Gli abolizionisti venivano arrestati e impiccati, come meri- tavano. Erano pazzi fanatici che che osavano sfidare la so- cietà, la storia, persino la parola divina, perché di schiavitù si parlava nella Bibbia” (Isabella Allende, La isla bajo el mar, 2009, ediz. italiana L’isola sotto il mare, Feltrinelli editore, Milano 2009). Già dalla fine del 1600, nei territori del nord, specialmen- gelico e dalla marcata sensibilità verso le questioni politiche e mo- te i quaccheri della Pennsylvania e di seguito le congrega- rali, è nata in Inghilterra nel XVIII secolo dal protestantesimo con zioni di battisti e di metodisti, iniziarono a condannare pub- l’intento di organizzare “metodicamente” la giornata, da cui il no- blicamente la schiavitù, giudicata moralmente ingiusta e ri- me di metodisti, fra lo studio della Bibbia, la preghiera ed il servi- provevole, dando luogo, contemporaneamente, ad una va- zio ai carcerati e alle persone povere e abbandonate. L’intento era sta opera di educazione degli schiavi alla dottrina religiosa, quello di fare in modo che la chiesa anglicana si preoccupasse del- in contrasto con le resistenze dei proprietari terrieri, i qua- le problematiche etiche e sociali, e tra i frutti di tale iniziativa ven- li ritenevano che la schiavitù non potesse essere giustifica- ne creato l’Esercito della Salvezza, che ancora oggi si dedica princi- ta se le sue vittime non fossero tenute allo stato selvaggio. palmente all’aiuto agli emarginati e ai senza tetto, ai tossicodipen- denti ed agli alcolizzati, ai reietti e alle prostitute. QUACCHERI, BATTISTI e METODISTI I quaccheri (i Figli In particolare, i cristiani contrastavano quella convinzione della Luna o la So- in base alla quale si riteneva che la prima condizione del be- cietà degli Amici) nessere e della rispettabilità sociale fosse costituita dal pos- sono i fedeli di un sedere “merce umana”. movimento cristia- Dinanzi a quella decisa presa di posizione, i proprietari ter- no, nato in Inghil- rieri e di schiavi fecero un passo indietro, tollerando l’inge- terra a metà del renza delle congregazioni religiose, anche perché riusciro- XVII secolo dal cal- no a fare di necessità virtù, in quanto si resero conto del fat- vinismo puritano, to che effettivamente la prospettiva della salvezza eterna che intendeva ripri- in un’altra vita, dopo quella terrena, avrebbe potuto tene- stinare le pratiche re tranquilli gli schiavi in questa, e che la religione avrebbe della chiesa primiti- potuto essere un efficace strumento di controllo sociale, da- va, tramite il sacer- to che i predicatori avrebbero potuto fornire agli schiavi de- dozio dei credenti, gli eccellenti motivi perché obbedissero ai loro padroni, così rifiutando le gerar- comportandosi nel modo che a questi faceva più comodo. chie ecclesiastiche “I frati itineranti e Owen Murphy inculcavano la virtù della e i sacramenti, rifiutando di partecipare a guerre e di formulare rassegnazione, la cui ricompensa stava in cielo, dove tutte le giuramenti, imponendo di vestire abiti identici, di abolire la schia- anime godevano di uguale felicità. A Tetè ciò sembrava più vitù e di proibire il consumo di alcolici. Fondarono banche e istitu- conveniente per i bianchi che per i neri; sarebbe stato meglio zioni finanziarie (come Barclays e Lloyds), compagnie manifattu- che la felicità fosse equamente distribuita in questo mondo, riere (come Clarks) e realizzarono opere filantropiche (tra cui le ri- ma non osò dirlo a Leanne per la stessa ragione per cui an- forme del sistema penitenziario) e progetti d’uguaglianza sociale. dava a messa di buon grado, per non offenderla. Non si fida- va della religione dei padroni. Anche il vudù che praticava lei Il battismo è una delle principali comunioni di chiese protestan- era a suo modo fatalista, ma almeno poteva sperimentare il ti del mondo, le cui radici storiche partono dal puritanesimo in- potere divino venendo posseduta dai loa” (Isabella Allende, glese del XVII secolo. Prende il nome dalla pratica del battesimo La isla bajo el mar, 2009, ediz. italiana L’isola sotto il mare, dei credenti. Feltrinelli editore, Milano 2009). Tuttavia i quaccheri portarono avanti la loro lotta contro La chiesa evangelica metodista, ormai diffusa in tutto il mondo e la schiavitù per tutto il XVIII secolo, guadagnando sempre caratterizzata da una profonda spiritualità, dal dinamismo evan- maggiori consensi, e dopo che le colonie spagnole aboliro-

41 no la schiavitù dei nativi nel 1769, nel 1775 si formò la pri- NAT TURNER ma associazione antischiavista in territorio americano, fino Nathan Turner, noto Nat, nacque nella contea di Southampton, ad ottenere nel 1780 l’abolizione della schiavitù in Pennsyl- in Virginia, il 2 ottobre 1800, dove trascorse la sua intera esisten- vania. za. Sin da subito apparve diverso dagli altri schiavi afroamericani, Nel medesimo periodo molti altri stati dell’America del più vivace ed intelligente, tanto che il suo padrone decise di inse- Nord, che nel frattempo aveva raggiunto l’indipenden- gnargli a leggere e a scrivere, destinandolo ad una vita ben diver- za dalla corona inglese, e in particolare Connecticut, Mas- sa rispetto a quella tipica dello schiavo. Per Turner non erano pre- sachusetts, New Hampshire, New Jersey, New York, Rhode visti lavori pesanti, ma veniva occupato come un operaio o un ar- Island e Vermont, dichiararono l’abolizione della schiavitù tigiano, lavorando il legno e costruendo macchinari. Ricevette una all’interno dei loro confini. forte educazione religiosa basata sulla lettura e lo studio della Bib- bia e sulle preghiere. A furia di essere trattati dai bianchi come es- DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA AMERICANA seri inferiori, a metà strada fra gli animali e gli uomini, stupidi, in- La dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America fu sot- capaci e vigliacchi, gli stessi neri, alla fine, si convinsero della lo- toscritta al Congresso di Philadelphia il 4 luglio 1776, giornata di ro inferiorità, e solo la religione diede loro uno stimolo a ribellar- festività nazionale celebrata negli U.S.A. come giorno dell’Indipen- si. Nat abbracciò totalmente la fede, sottoponendosi anche a pe- denza. Nel relativo documento, tredici colonie britanniche della nitenze e digiuni, fino a quando, in tali occasioni, iniziò a sentire la costa atlantica del Nord America dichiararono, in virtù di precise voce di Dio e ad avere visioni mistiche, secondo le quali la volontà motivazioni, la propria indipendenza dalla madrepatria Inghilterra. divina l’aveva destinato a compiere una grande impresa. Iniziò così a predicare i Testi Sacri agli altri schiavi, per i quali divenne un ve- ro e proprio profeta, parlando continuamente di libertà, finché si persuase che il Signore l’aveva destinato a divenire uno strumen- to divino per liberare tutti gli schiavi e punire i malvagi bianchi. Nell’agosto del 1831 decise di dare impulso alla rivolta, con l’idea di marciare con un gruppo di accoliti fino a Jerusalem, capitale del- la contea, ed appropriarsi delle armi presenti nell’armeria, quindi rifugiarsi nelle Paludi della Morte, che si trovavano a circa 50 chi- lometri dalla cittadina, dove grazie alle armi, al terreno insidioso e all’abbondanza di selvaggina e di pesce, avrebbero resistito agli at- tacchi dei bianchi. Durante l’azione avrebbero dovuto massacra- re tutti i bianchi che incontravano, per impedire che l’insurrezione venisse segnalata, rifornirsi di armi e di cavalli e indurre le miglia- ia di schiavi della contea ad unirsi alla rivolta. Ma l’allarme fu da- to ed i ribelli furono fermati prima di giungere a Jerusalem. Gli in- sorti, molti dei quali si erano ubriacati, nonostante il divieto impo- sto da Turner, si diedero alla fuga e Turner e gli altri furono cattu- rati. Durante il processoTurner si dichiarò non colpevole e confes- sò di non aver alcun rimorso, perché massacrare i bianchi per libe- rare i neri era per lui una missione santa. Fu impiccato il giorno 11

Nel 1783 la Corte Suprema del Massachusetts condannò la detenzione di schiavi come reato, in violazione alla costi- tuzione che sanciva l’uguaglianza degli uomini, e nel 1787 venne stabilito dalla Northwest Ordinance che sui territori dell’Illinois, dell’Indiana, del Michigan e del Wisconsin non era ammessa la schiavitù e nemmeno la servitù forzata. Anche in altri Stati, nei quali la schiavitù non era ancora sta- ta abolita, iniziarono a registrarsi sempre più numerose le ribellioni di schiavi, gli omicidi di sorveglianti, gli incendi delle case dei padroni e le fughe dei neri verso il raggiungi- mento della “terra promessa”, rappresentata da quegli Sta- ti in cui la schiavitù era già stata abolita e dal Canada, dove avrebbero finalmente trovato la libertà. Nat Turner non fu il solo a ribellarsi!

42 novembre 1831 a Courtland, in Virginia, e il suo cadavere venne la possibilità di appellare le sentenze loro sfavorevoli, ed anche la scuoiato: con la sua carne fecero grasso e con la sua pelle un por- Corte Suprema, nel 1842, si pronunciò sancendo che gli Stati non tamonete. Dopo il processo vennero emanate delle leggi che vie- avrebbero potuto collaborare alla caccia o alla cattura degli schia- tarono ai padroni bianchi di liberare i propri schiavi e di insegnare vi fuggitivi. loro a leggere e a scrivere. La Fugitive Slave Law (o Fugitive Slave Act) fu approvata dal Con- Ogni singola piantagione partecipava al cambiamento in at- gresso degli Stati Uniti il 18 settembre 1850. Tale legge prevedeva to, sotto la guida del suo evocatore di spiriti tribali e il suo una gratifica per gli ufficiali federali che procedevano alla cattura stregone voodoo, che i bianchi confusero con un mero resi- di un presunto schiavo fuggitivo ed una multa in danaro per coloro duo di superstizioni africane e non vi riconobbero l’elabora- che non procedevano all’arresto. Affinché un nero potesse esse- zione di complesse religioni dell’Africa. re sospettato come fuggitivo era sufficiente la sola denuncia e di- “Honorè mi parlava sempre della Guinea, dei loa, del vudù, e chiarazione giurata da parte del proprietario, il che permise la cat- mi avvertì di non ricorrere mai alle divinità dei bianchi, per- tura e la riduzione in schiavitù anche di afroamericani liberi e non ché sono nostri nemici. Mi spiegò che nella lingua dei suoi fuggitivi. Il sospetto schiavo fuggito non aveva il diritto ad un pro- genitori vudù vuol dire spirito divino” (Isabella Allende, La cesso con giuria, né a dimostrare la propria libertà, e chiunque lo isla bajo el mar, 2009, ediz. italiana L’isola sotto il mare, Fel- avesse aiutato, anche solo fornendogli cibo e alloggio, sarebbe sta- trinelli editore, Milano 2009). to punito con una multa in danaro e con la prigione fino a sei mesi. Per arginare tali insurrezioni, il Congresso Federale nel 1793 e nel 1850 emanò le c.d. Fugitive Slave Laws (o Act) (“Leg- Nel frattempo, nel continente europeo, sia in Francia nel gi sullo Schiavo Fuggitivo”), che formalmente regolavano la 1789, a seguito della Rivoluzione di fine secolo, sia in Inghil- restituzione degli schiavi fuggitivi ai loro rispettivi proprie- terra nel 1807 veniva abolita la schiavitù. tari, ma in realtà legalizzarono una vera e propria caccia all’uomo, consentendo il proliferare di delinquenti e caccia- RIVOLUZIONE FRANCESE tori di taglie senza scrupoli, che non si limitarono a catturare La Rivoluzione francese esplose nel 1789 e determinò un radica- gli schiavi fuggitivi, ma anche a catturare illegalmente anche le e violento cambiamento politico, sociale e culturale che investì afroamericani liberi per venderli come schiavi. l’Europa e il mondo intero. In Francia determinò l’abolizione del- Tali norme invitavano tutti i cittadini a vigilare e a collabora- la monarchia assoluta, la proclamazione della repubblica, la can- re, e furono previste sanzioni anche per coloro che agevola- cellazione dei privilegi socio-economici del c.d. ancien regime e la vano le fughe degli schiavi. promulgazione della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cit- tadino, che sarà fonte di ispirazione per tutte le carte costituzionali FUGITIVE SLAVE LAWS moderne, segnando il declino dei regimi assoluti e alimentando le Il Fugitive Slave Actfu approvato nel 1793 dal Congresso degli Sta- rivoluzioni liberali che porteranno ai nuovi sistemi politici dei mo- ti Uniti e firmato dal Presidente George Washington il 12 febbra- derni Stati democratici. io. Tale legge federale negò agli schiavi, anche se fuggiti e libera- ti, il diritto di difendere i propri diritti costituzionali e di dimostrare il proprio status di uomini liberi. Inoltre, chiunque avesse aiutato uno schiavo a fuggire sarebbe stato colpevole di un reato federale e punito con una multa in danaro. Gli schiavi fuggiti potevano es- sere catturati, anche negli Stati abolizio- nisti, processati e ri- consegnati ai padro- ni. In base a tale leg- ge ogni schiavo fug- gito sarebbe, quin- di, rimasto a vita un fuggitivo, potendo essere catturato in qualsiasi momento e in qualunque Stato, Nonostante gli accenni libertari, il nero che si trovava nell’A- insieme agli even- merica del Nord continuava a non avere alcun diritto, dove- tuali figli genera- va solo lavorare e produrre per il suo padrone, il quale ri- ti da donne schiave. spettava le sue tradizioni solo se poteva sfruttarle, limitan- Contro tale normati- dosi a dare una parvenza di bontà e di democrazia al tratta- va insorsero gli Sta- mento disumano cui sottoponeva il proprio schiavo. ti del nord, che ap- Testimonianza di tali ipocrite concessioni era Congo Squa- provarono le Perso- re, nome con cui gli abitanti di New Orleans chiamarono la nal Libery Laws, ac- grande piazza di fronte a Rampant Street, dove oggi si trova cordando ai fuggitivi il Louis Armstrong Memorial Park.

43 UNCLE TOM’S CABIN Uncle Tom’s Cabin or Life Among the Lowly (“La ca- panna dello zio Tom”) è un romanzo antischiavista scrit- to dalla statunitense Harriet Beecher Stowe e pubblica- to nel 1852, proprio a pochi anni dall’emanazione della Fugitive Slave Law del 1850, che prescriveva il dovere di ogni cittadino di denunciare gli schiavi fuggiti e la loro re-

AMARA stituzione ai proprietari. Il ro- manzo fu un best-seller e, se- by M. by condo numerosi critici, non solo influenzò profondamen- te il pensiero e l’atteggia- mento dei bianchi americani nei confronti degli afroame- ricani e del fenomeno schiavile negli U.S.A., ma alimentò la cau- sa abolizionista ed il conflitto tra Stati del nord e del sud, che di seguito condurrà alla guerra civile. L’autri- ce era un’attiva abolizionista ed intorno alla figura del protagonista del suo ro- In questa piazza, nel 1817, il Governo americano consentì manzo, zio Tom, raccontò a proposi- a tutti i neri di potersi riunire ogni sabato pomeriggio e do- to della sofferenza degli schiavi ne- menica, e così gli schiavi africani, col permesso delle autori- ri, rappresentando la crudele realtà tà, poterono finalmente incontrarsi pubblicamente ed all’a- della schiavitù e affermando che so- perto per socializzare, organizzare un mercato e, soprattut- lo l’amore cristiano poteva superare to, cantare e suonare insieme, rispolverando i canti, le mu- la riduzione in schiavitù di altri esse- siche e le danze tribali delle proprie tradizioni, ciò fino al ri umani. 1840, quando tale fenomeno iniziò a scemare per termina- re del tutto con l’inizio della guerra civile. Sebbene la disputa morale sullo schiavismo rappresentò “Il mio primo ricordo della felicità, quando ero una moccio- uno dei principali motivi di scontro tra Stati del nord e Sta- sa tutta ossa e dai capelli arruffati, è muovermi al ritmo dei ti del sud, è ormai chiaro a tutti che la guerra secessionista tamburi, e questa è anche la mia più recente felicità, perché e fratricida che si scatenò nell’America del Nord non ebbe ieri sera sono stata a Congo square a ballare e ballare, sen- certamente luogo solo e soltanto per motivi umanitari, ed za pensieri nella testa, e oggi il mio corpo è caldo e stanco. è altrettanto evidente che non è possibile, specie a poste- La musica è un vento che si trascina via gli anni, i ricordi e la riori, distinguere i buoni (i nordisti abolizionisti) dai cattivi (i paura, quell’animale acquattato che mi porto dentro. Con i sudisti schiavisti). tamburi scompare la Zaritè di tutti i giorni e torno a essere la bambina che danzava quando a malapena sapeva cam- GUERRA CIVILE minare. Pesto per terra la pianta dei piedi e la vita mi sale La guerra civile di secessione americana lungo le gambe, percorre lo scheletro, si impossessa di me, fu combattuta fra gli Stati Uniti d’Ameri- mi libera dall’inquietudine e mi addolcisce la memoria ” (Isa- ca e gli Stati Confederati d’America. Nel bella Allende, La isla bajo el mar, 2009, ediz. italiana L’isola 1860, infatti, 11 Stati del sud si oppose- sotto il mare, Feltrinelli editore, Milano 2009). ro all’elezione di Abraham Lincoln come Nel corso del XIX secolo anche alcuni romanzieri americani Presidente degli Stati Uniti d’America e iniziarono a preoccuparsi di tale fenomeno, narrando la ter- dichiararono la propria secessione dall’U- ribile epopea schiavile. nione, formando la Confederazione de- Il più famoso testo letterario dell’epoca fu sicuramente La gli Stati d’America. La guerra ebbe inizio Capanna dello Zio Tom, pubblicato a Boston nel 1852 da nel 1861 e terminò dopo quattro anni, nel Harriet Beecher Stowe, che ebbe un effetto deflagrante 1865, con la resa degli Stati Confederati. sull’opinione pubblica ed un ruolo determinante nel cam- Immediata conseguenza fu l’abolizione biamento, seppur lento, degli stati d’animo e delle prospet- dello schiavismo in tutta la nazione. tive socio-politiche rispetto al fenomeno schiavista, fino a portare alla sua definitiva condanna, culminata con la guer- Le ragioni della guerra, come al solito, vanno ricercate in ra civile. ben altre sfere, che riguardano il potere economico ed il

44 controllo politico dei territori, ma è pur vero che nel 1858 Questi ex schiavi, nonostante le differenze di ceto sociale l’importazione di schiavi dall’Africa divenne definitivamen- ed economico, la mancanza di qualsiasi forma di scolarizza- te illegale – anche se tale aberrante pratica commerciale zione e le forme spesso aberranti di razzismo e di discrimi- proseguì anche dopo la guerra civile – e che il primo genna- nazione che li colpirono dopo la guerra civile, si trovarono io del 1863 Abramo Lincoln proclamò l’Emancipazione di a possedere più di 15 milioni di acri di terra, divisi in piccoli tutti gli schiavi, istituzionalizzandola con 13°il emendamen- appezzamenti grandi in media tra i 10 e i 20 acri. to della Costituzione degli Stati Uniti. Ma in realtà era un possesso solo apparente, dato che nel- la stragrande maggioranza dei casi i neri erano semplici fit- ABRAMO LINCOLN – LEGGE EMANCIPAZIONE (XIII EMENDA- tavoli ed il sistema della mezzadria poggiava esclusivamen- MENTO) te sull’idea di sfruttamento del loro lavoro, il che li dissuase Abraham Lincoln (Hodgenville, dallo sviluppare tecniche di coltivazione e di raccolta più si- Kentucky 12 febbraio 1809 – stematiche e produttive. Washington, D.C. 15 aprile Sebbene la schiavitù fosse ormai stata abolita, molti afroa- 1865). Politico e avvocato. mericani appena liberati non si allontanarono dalle fattorie Nel 1860 fu eletto 16° Pre- e dai campi di lavoro dove, fino ad allora, si era svolta, nel sidente degli Stati Uni- bene e soprattutto nel male, la loro vita, e decisero di con- ti d’America. Nel 1863, tinuare a lavorare per il loro vecchio padrone in cambio di con la proclamazione una parte del raccolto, piuttosto che in cambio di una nor- dell’Emancipazione, li- male paga per il lavoro svolto. berò gli schiavi negli A primo impatto tutto ciò è incredibile, ma in realtà è meno Stati dell’Unione e nel assurdo di quanto possa sembrare. 1865, con la ratifica del Basti pensare che stiamo parlando di persone che finoa XIII emendamento del- quel momento, nella stragrande maggioranza dei casi, ave- la Costituzione degli Sta- vano vissuto succubi di un padrone che si era atteggiato a ti Uniti d’America, abolì uf- monarca assoluto, con diritto di vita e di morte su di loro. ficialmente e definitivamen- I neri, nonostante fossero divenuti formalmente persone li- te la schiavitù in tutti gli U.S.A., bere, erano, in verità, ancora prigionieri dell’ignoranza più dopo aver sconfitto gli Stati Con- assoluta, nella quale erano stati ad arte costretti, e non pos- federati d’America, favorevoli al man- sedevano alcuna cognizione scolastica di base. tenimento della schiavitù, nella guerra di secessione, preservan- Pertanto, i nuovi liberi erano comprensibilmente incapaci do così l’unità federale della nazione. Morì assassinato a Washin- di programmare un futuro altrove e non avevano la mini- gton, D.C. il 15 aprile 1865, ma idea di come poter organizzare la propria vita al di fuori proprio poco dopo la vitto- dei confini della piantagione, che fino a quel momento ave- ria nella guerra civile. Pri- va rappresentato per la maggior parte di essi, che vi era na- ma della ratifica del XIII ta e cresciuta, il mondo intero. emendamento della Co- La loro visione in prospettiva futura poteva tutt’al più arri- stituzione degli Stati Uniti vare fino al giorno dopo, dato che l’attenzione era concen- d’America, la schiavitù era trata per lo più sulla quotidianità, così difettando la concre- rimasta legale solo in al- ta aspettativa di un domani migliore cui far riferimento ed in cuni Stati, ossia Delaware, base al quale strutturare le proprie scelte di vita. Kentucky, Maryland, Mis- Gli ex schiavi erano ora delle persone libere, ma non sape- souri e New Jersey, men- vano che farsene di quella libertà, dato che si ritrovarono tre nei restanti Stati Uniti improvvisamente senza lavoro e senza un posto dove an- d’America gli schiavi era- dare. no già stati liberati in vir- L’unica soluzione era quella di provare a sopravvivere colti- tù delle norme emanate vando minuscoli pezzi di terreno in cambio di una parte del dai governi dei singoli Sta- raccolto, oppure di una parte del ricavato ottenuto dal pro- ti. Di seguito vennero ap- prietario terriero una volta venduti i prodotti raccolti. provati altri due emendamenti, il XIV per proteggere i diritti civi- Infatti, posto che erano gli stessi proprietari delle piantagio- li degli ex schiavi ed il XV per garantire il diritto di voto anche ai ni a vendere a credito semi fertilizzanti, cibo ed attrezzi ai nuovi cittadini. loro sottoposti (mezzadri o fittavoli), potevano imporre ri- carichi o sovrapprezzi ingiustificati ad interessi astronomici Nel 1865, con la dichiarazione della fine della guerra civile, sui pagamenti rateali. ebbe inizio un periodo di ricostruzione, ma di fatto per i ne- Inoltre, le piantagioni più estese stampavano addirittura ri afroamericani era cambiato ben poco. una propria valuta e coniavano monete che i mezzadri po- Agli inizi del XX secolo le condizioni di vita degli afroameri- tevano spendere solo nel negozio della piantagione, che ov- cani addirittura peggiorarono sensibilmente, dato che ven- viamente apparteneva al proprietario terriero, o tutt’al più nero continuamente fatti oggetto di aggressioni, peraltro nella città più vicina, dove il medesimo proprietario aveva impunite, in quanto ancora privi di alcuna tutela legale. aperto altri punti vendita, nei quali si trovavano beni di pri-

45 ma necessità a prezzi ingiustificatamente alti, in quanto ta- Alcuni esempi di leggi Jim Crow furono la separazione nelle le valuta non aveva alcuna validità da nessun’altra parte. scuole pubbliche, nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto Di conseguenza molti neri si ritrovarono intrappolati nelle e la differenziazione dei bagni e dei ristoranti tra quelli per medesime piantagioni di sempre. bianchi e quelli per neri, tanto che pure all’interno dell’eser- La maggior parte dei proprietari terrieri sfruttò in questo cito venne applicata la segregazione razziale. modo il vento del cambiamento, posto che, dopo la vendi- Le leggi Jim Crow, seppur distinte dai c.d. “codici neri” del ta dei raccolti, al mezzadro non solo non rimaneva nulla, ma periodo 1800 – 1866, che avevano ridotto i diritti e le libertà si trovava addirittura in debito col suo datore di lavoro, così civili degli afroamericani, seguivano lo stesso disegno razzi- instaurandosi un vero e proprio moderno sistema feudale. sta e segregazionista. Insomma la situazione sostanzialmente non aveva subito La schiavitù lasciò così il posto alla segregazione, all’emar- grandi cambiamenti, solo i nomi erano stati modificati: da ginazione ed al disadattamento sociale, specie a seguito dei padrone a datore di lavoro, da schiavo a mezzadro o fitta- flussi migratori che dalle campagne riversarono moltitudi- volo, ma l’articolato sistema di sfruttamento non era affat- ni di neri nelle metropoli industriali emergenti di Chicago e to mutato. Detroit, portandosi dietro esplosioni di violenze, linciaggi ed Infatti, nonostante l’abolizione della schiavitù avesse reso odi razziali resi tristemente celebri da organizzazioni come formalmente liberi gli afroamericani, questi, in realtà, con- quella più famosa del Ku Klux Klan. tinuarono a restare sottoposti alle rigidissime regole della piantagione in cui continuarono a vivere, per rispettare le KU KLUX KLAN quali i proprietari terrieri assumevano delle personcine a Ku Klux Klan, originariamente fondato il 24 dicembre 1865 in Ten- modo dalla pelle bianca con la mansione di sorveglianti, i nessee, dopo la guerra di secessione, da alcuni reduci dell’eserci- quali, per mezzo di minacce e punizioni corporali, persuade- to della Confederazione, è il nome che ancora oggi identifica nu- vano i mezzadri a lavorare più duramente possibile. merose organizzazioni statunitensi che propugnano la superiorità Inoltre, il malcontento suscitato nella maggior parte dei e la supremazia della razza bianca, animate da ideali discriminato- bianchi dei territori del sud dalla sconfitta nella guerra civi- ri, spesso di estrema destra, quali il razzismo, il nazismo, l’antise- le e dall’abolizione della schiavitù si riversò, come sempre mitismo, l’anticattolicesimo e l’anticomunismo. Dopo l’emancipa- accade storicamente, sul più debole, in questo caso sui ne- zione, i membri di questa simpatica organizzazione, nascondendo ri appena resi liberi. il proprio volto dietro le famigerate tuniche bianche, si preoccupa- “E il colore? Da nessuna parte vi accetteranno. Dicono che rono di preservare la struttura segregazionista della società bianca negli stati liberi l’odio sia più acuto, perché bianchi e neri americana, contrastando in tutti i modi l’accesso degli afroameri- non convivono né si mescolano” (Isabella Allende, La isla bajo el mar, 2009, ediz. italiana L’isola sotto il mare, Feltri- nelli editore, Milano 2009). Il rinnovato sentimento di odio scatenò un aumento dei lin- ciaggi e delle violenze nei confronti dei neri, anche perché alla proclamata emancipazione non fece mai seguito alcu- na normativa in grado di tutelare giuridicamente gli afroa- mericani. Questi ultimi, infatti, non solo non erano titolari dei mede- simi diritti dei bianchi, ma erano sottoposti alle famigerate leggi Jim Crow, che oltre a privare i maschi di colore del di- ritto di voto, restaurarono, o meglio consentirono la perma- nenza di un vero e proprio regime di segregazione assoluta, continuando a relegare gli afroamericani del sud in uno sta- to di inferiorità politica e legale.

LEGGI JIM CROW Le leggi Jim Crow furo- no emanate tra il 1876 e il 1965 dai singoli Sta- ti dell’Unione e consen- cani ai diritti costituzionali, con particolare avversione nei confron- tirono la permanenza di ti del riconoscimento del diritto di voto, ed attuando nei loro con- fatto della segregazio- fronti una forma violenta di segregazione razziale, che spesso sfo- ne razziale in tutti i ser- ciò in danneggiamenti ed incendi, specie ai danni delle chiese (per vizi pubblici, fino alla lo- impedire le riunioni delle comunità locali) e delle scuole (per impe- ro definitiva abrogazio- dire che agli afroamericani fosse insegnato a leggere e a scrivere), ne, in virtù del Civil Ri- in sparatorie e ferimenti, in stupri, linciaggi, impiccagioni ed ucci- ghts Act del 1964 e del sioni ai danni degli afroamericani ed anche di coloro che prestava- Voting Rights Act del no loro aiuto o che si ergevano a loro difesa. Chissà come hanno 1965. reagito alla nomina a Presidente degli U.S.A. di Barack Obama!?

46 Anche nei centri urbani, infatti, i neri conobbero una feroce i quali però, diversamente da noi neri, non erano costretti segregazione, le cui tracce sono ben visibili anche oggi, a di- a stare in uno scompartimento separato, ma sedevano as- stanza di oltre un secolo. sieme agli altri bianchi americani, anche se erano nostri ne- Ai figli degli schiavi spettavano i lavori più umili e faticosi, mici giurati – gente che, solo poche settimane prima, -ave senza che si prospettasse loro alcuna apparente possibilità va come obiettivo principale piantarci una pallottola in fron- di crescita sociale. te. Un’altra cosa che mi fece infuriare fu vedere come i pri- I neri non avevano alcun credito presso autorità locali e for- gionieri tedeschi venivano fatti lavorare nei campi di cotone ze dell’ordine, ed ogni questione che li riguardasse si risol- del Delta. Noi neri lavoravamo fino al tramonto, il che signi- veva spesso con la loro condanna ai vari penitenziari del- ficava fino alle sette o le otto di sera, mentre a loro era con- le contee. cesso di smettere alle tre del pomeriggio, perché i proprieta- Anche per i musicisti di colore che negli anni 30 e 40 viag- ri delle piantagioni avevano paura che si affaticassero trop- giavano in tournée attraverso gli Stati del sud la vita non era po. Era una cosa che ci faceva sentire come se fossimo qual- semplice, considerato l’atteggiamento a dir poco ostile po- cosa di meno che esseri umani, delle bestie da soma, ottusi sto in essere nei loro confronti dai bianchi, che non tollera- animali che nella scala dell’evoluzione occupavano un gra- vano affatto che dei neri potessero attraversare impuniti la dino più in basso di quello occupato dai Tedeschi; insomma, zona dei linciaggi, addirittura ben vestiti e magari viaggian- veder i nemici della tua nazione ricevere un trattamento mi- do su bei torpedoni. gliore del tuo è una cosa ben dura da sopportare, no?” (B.B. B.B. King ricordava bene come la situazione dei neri non fos- King e David Ritz, Blues all around Me, The autobiography of se cambiata di molto “assieme a noi (ossia ai neri che pre- B.B. King, Avon Books 1996, traduz. italiana Il Blues intorno sero parte alla seconda guerra mondiale in forza all’esercito a me, Tarab Edizioni 1997). statunitense) c’erano diversi prigionieri di guerra tedeschi,

47 mera musica popolare, è stato bensì il frutto dello spirito creativo spontaneo di un intero Popolo, la narrazione di una 5. storia drammatica scritta col sangue e col sudore, una sto- ria di oppressione e di spietato sfruttamento, nata nel cuo- Il Blues: re dell’Africa nera fino al Nuovo Mondo, passata attraver- so la schiavitù e la persecuzione, il lavoro faticoso e la po- vertà, il tradimento e la disperazione, il peccato e la santi- dolore e lamento, tà, il tormento dell’amore e la tristezza infinita, la tragedia e la morte. William E.B. Du Bois descrisse il blues come “la musica di lacrime un popolo infelice, dei figli del disinganno. Ci parla di mor- te e di sofferenza, e il desiderio inespresso di un mondo mi- ed emblema gliore vi traspare qua e là durante incerti vagabondaggi per sentieri misteriosi”. di un popolo WILLIAM E.B. DU BOIS William Edward Burghardt Du Bois (Great Barrington, Massachu- setts il 23 febbraio 1868 – Accra, Ghana 27 agosto 1963). Intellet- tuale, attivista, storico, filosofo, insegnante universitario, crimino- logo, saggista, editore e poeta. Molti dei suoi antenati, da parte materna, ebbero un ruolo storicamente rilevante, e sempre la fa- miglia da parte della madre era proprietaria di un appezzamen- o ritenuto necessario ripercorrere, seppur breve- to di terreno ed apparteneva alla piccola comunità di neri liberi mente, i passaggi storici fondamentali del fenomeno del luogo. Riconoscendo la sua intelligenza, gli insegnanti lo spin- Hschiavile per ricordare che la storia del nostro Kunta sero a continuare gli studi e lui si convinse che le sue conoscenze Kinte non era frutto di fantasia e quanto visto in televisio- sarebbero state d’aiuto alla causa della sua gente. Nel 1895 diven- ne era realmente accaduto, anzi la realtà – come purtroppo tò il primo afroamericano a conseguire la laurea in filosofia pres- spesso accade – aveva un volto addirittura peggiore di quel- so l’Università di Harvard e nel 1897 iniziò a scrivere trattati di so- lo rappresentato dalla pellicola. ciologia criminale, pubblicando A Program of Social Reform (1897), Il fenomeno della deportazione forzata di africani nei ter- The Study of the Negro Problems (1898) e The Philadelphia Negro ritori delle due Americhe e la loro conseguente riduzione (1899). In quest’ultimo elaborò le sue teorie criminologiche, che si in schiavitù ha rappresentato uno dei momenti più tragici ricollegavano a fenomeni storici e a cambiamenti sociali, analizzan- e sconvolgenti della nostra storia, e le conseguenze di ta- do il comportamento criminogeno della popolazione nera della cit- li crimini e del dolore provocato sono ancora oggi presen- tà di Philadelphia ed individuando, tra i fattori scatenanti tale cri- ti e ben visibili. minalità, sia il loro adattamento sociale in seguito all’emancipazio- La storia contemporanea degli afroamericani è, infatti, una ne e alla ritrovata libertà, che determinò l’esodo di massa dei ne- diretta ed inevitabile conseguenza della condizione di schia- ri dalle fattorie e dalle piantagioni verso le grandi città e la conse- vitù in cui versarono i loro progenitori, la cui vita orribile ed guente competizione per trovare un posto di lavoro nelle industrie, i tormenti sopportati dai loro corpi e dalle loro anime hanno segnato profondamente e per sempre le coscienze e le vite dei loro discendenti. Un numero inimmaginabile di africani, quasi pari a quello che attualmente vive sull’intero territorio nazionale italia- no, venne catturato come selvaggina. Mi sono, quindi, immaginato l’intera nazione italiana depre- data e violata da un crudele invasore e tutti i suoi abitanti deportati come schiavi, destinati ad una vita di atroci soffe- renze e privazioni, lontani dalla propria terra, dalle proprie radici e dagli affetti più cari. Riuscite ad immaginare tanta sofferenza? Toglie il fiato, vero? Una sensazione opprimente ed insopportabile, non solo per chi ne era coinvolto in prima persona, ma anche per colo- ro che ne hanno sopportato il peso generazionale, che non potevano certo sfuggire ad una perenne ed insopprimibile malinconia. Tutto questo si è potuto tradurre con una sola parola: BLUES! Il blues ha, quindi, rappresentato qualcosa di più che non

48 sia al basso livello di occupazione e di istruzione, sia alla necessità Il Blues ha reso in musica l’urlo dell’anima afroamericana, di esempi positivi che solo i più talentuosi afroamericani avrebbe- con precisi riferimenti ritmici e strutturali, e ne ha rappre- ro potuto offrire. Fu docente universitario e scrisse numerosi libri, sentato l’immanente esperienza ed il testamento, la sua tra cui The Souls of Black Folk (1903). Nel 1905 contribuì a fondare eredità tangibile che ha trasceso la coscienza individuale fi- il movimento Niagara che si batteva per la libertà di parola e di cri- no ad abbracciare speranze, preghiere ed aspirazioni uni- tica, per la parità tra caste o razze, per il diritto di voto universale versali. e per la dignità del lavoro. Nel 1909 contribuì a fondare la National “Blues come voce, manifesto e testamento di un intero po- Association for the Advancement of Colored People (NAACP), pub- polo. Blues come status, come modo di essere e di vivere, blicò John Brown e fu il primo afroamericano a tenere un discorso di esprimere la pena e la speranza, di gridare e lenire il do- presso l’American Historical Associationin occasione del convegno lore. Blues come compagno di strada. Blues come musica annuale. Nel 1910 fondò il giornale The Crisis, si batté apertamen- del Diavolo” (Antonio Lodetti, Guida alla musica del diavo- te contro i linciaggi e l’oppressione e si oppose con decisione alla lo. Il Blues: storia e protagonisti, Gammalibri, Kaos Edizio- teoria, allora tanto decantata, del razzismo scientifico, che profes- ni 1988). sava la superiorità e la supremazia bianca sostenendo che gli afroa- La musica blues è stata la colonna sonora che ha sempre mericani fossero biologicamente inferiori ai bianchi. Nel 1915 pub- seguito l’evolversi della comunità afroamericana, accompa- blicò The Negro e in quegli anni si scontrò duramente con Marcus gnandone le vicissitudini storico-sociali, la drammatica epo- Garvey, poiché Du Bois, a dispetto dell’altro, riteneva che gli afroa- pea segnata dalla schiavitù … prima, dalla segregazione e mericani potessero essere assimilati nella società americana come dall’emarginazione … poi, dal dolore e dalla sofferenza … uguali ai bianchi. Nel 1935 scrisse Black Reconstruction nel quale sempre. dimostrò che gli afroamericani avevano avuto un ruolo fondamen- Il Blues è la storia stessa del popolo afroamericano, il suo tale durante la guerra civile di secessione e che l’emancipazione modo d’essere, la sua principale forma di espressione ar- dei neri aveva rappresentato una forte spinta per avviare la rico- tistico-musicale, che rappresenta il processo di evoluzio- struzione della società americana, così contraddicendo gli studio- ne del Popolo nero dalle sue originarie radici africane, so- si bianchi che negavano la rilevanza politica e sociale della cultura pravvissute allo sradicamento territoriale e culturale, fino afroamericana nella storia degli Stati Uniti. Nel 1936 visitò la Ger- alla formazione di una nuova identità storica, sociale e cul- mania nazista riportando opinioni contrastanti, mentre da un lato turale, quella dell’afroamericano, che ha segnato il passag- osservò che gli accademici tedeschi lo avevano trattato con mag- gio dalla schiavitù alla lenta ed ancora in corso integrazione gior rispetto di quanto non facessero i suoi colleghi americani bian- nella società bianca americana. chi e constatò il progresso economico operato dai nazisti, dall’altro Il Blues è l’espressione e l’emblema del Popolo nero, rap- lato fu disgustato dal trattamento riservato agli ebrei, definendo- presenta la sua unità e la sua lunga lotta, che ha dato luogo lo “un attacco alla civiltà, paragonabile solo ad orrori come l’Inqui- alla nascita ed alla crescita nel territorio del Nuovo Mondo sizione spagnola o il commercio di schiavi africani.” Nel 1939 pub- di una cultura nuova, autonoma, quella afroamericana, con- blicò Black Folk, Then and Now, nel 1940 fondò la rivista Phylon e sapevole del proprio spazio e del proprio tempo, nella quale nel 1946 scrisse The World and Africa: An Inquiry Into the Part that si è riconosciuta un intero Popolo, che dopo il periodo schia- Africa has Played in World History, oltre a scrivere migliaia di arti- vile si è ritrovato ad essere ospite indesiderato di una ter- coli pubblicati su riviste e quotidiani. Du Bois era convinto che gli ra ostile, che dopo averlo sfruttato indiscriminatamente ha afroamericani dovessero pretendere ed aspirare al più alto livel- ben pensato di emarginarlo e segregarlo. lo di istruzione e che dovessero competere ad armi pari e in tutti i In epoca contemporanea, il Popolo nero ha rappresentato campi con i bianchi. Du Bois fu uno dei leader afroamericani inda- una vera e propria nazione dentro i confini di un’altra nazio- gati dal FBI, anche come presunto socialista e comunista. Fu Presi- ne, quella degli Stati Uniti d’America, contro la quale ha do- dente del Centro di Informazione sulla Pace e strenuo oppositore vuto e deve continuamente lottare per il riconoscimento e all’uso di armi nucleari. Nel 1950 fu candidato al Senato nello Sta- la difesa dei propri diritti fondamentali. to di New York e nel 1959 ricevette il Premio Lenin per la Pace. Nel Il Popolo afroamericano ha dovuto presto imparare a riedi- 1963, dopo che gli U.S.A. rifiutarono di rinnovargli il passaporto, ficarsi e ad adattarsi, fronteggiando sempre più apertamen- lui e la moglie, Shirley Graham Du Bois, furono naturalizzati cittadi- te l’oppressore bianco che per decenni gli aveva negato i ni ghanesi e proprio il 27 agosto dello stesso anno, il giorno prima basilari diritti di ogni essere umano. che Martin Luther Kingpronunciasse il suo discorso I have a dream, In questo processo evolutivo la musica blues ha rappresen- morì ad Accra, capitale del Ghana, a 95 anni. tato il filo conduttore, costituito dalla tradizione orale, che ha permesso di tessere la trama del Popolo afroamericano, Con il Blues il Popolo afroamericano ha affermato la propria tramandando di generazione in generazione la vita e le ope- unità e ha dimostrato l’esistenza di una nascente cultura na- re di persone che, altrimenti, sarebbero state perdute per zionale, e per dirlo con le parole di Gildo De Stefano (gior- sempre e dimenticate non solo dalla storia, ma anche dalla nalista, sociologo, scrittore, critico musicale ed esperto di memoria dei loro familiari. jazz napoletano) “poteva difendere e sostenere il suo dirit- Grazie a questa nuova consapevolezza ascoltavo il blues e to ad amare, ridere e crescere, affermare la propria umanità riuscivo a “sentirlo” meglio, specie quello più datato, la let- in tutti i suoi aspetti di fronte ad una classe che lo opprime- tura dei testi mi trasportava in una realtà che mi era sempre va e tentava di farne una bestia da soma negandogli i diritti più familiare e contemporaneamente ne apprezzavo mag- comuni a tutti gli esseri umani” (Gildo De Stefano, Trecento giormente la musicalità, cogliendone nuove sfumature. anni di JAZZ, 1619-1919, SugarCo Edizioni 1986).

49 na, nata sul suolo statunitense e prodotta da uomini ormai americani, seppure di discendenza africana, capaci di arti- 6. colare pensieri e riflessioni in una nuova lingua, che conflu- irono poi in canzoni. Recupero Il Blues è l’incrocio tra il patrimonio che l’afroamericano aveva ereditato dai suoi padri con quanto trovato nel Nuo- vo Mondo, e sebbene sia permeato dal sistema simbolico e rielaborazione africano, che rappresenta un ingrediente decisivo, palesa elementi di recente acquisizione, con i quali è stata elabora- ta una nuova identità, sia storico-sociale che artistica. delle tradizioni: Si può definire ilBlues come l’espressione musicale nata sul suolo americano per effetto del contatto, dell’interazione e le radici africane dell’integrazione degli africani deportati come schiavi con altri uomini, altre culture, altre forme espressive e artistiche trovate sui territori del Nuovo Mondo. Il processo che ha portato alla nascita del Blues è stato un lungo susseguirsi di pratiche ed espressioni musicali che gli schiavi africani hanno da subito iniziato a sperimentare nel- la loro nuova terra, mescolando musiche profane e religio- se, che costituirono l’humus sul quale il Blues prese lenta- mente corpo, animato da una visione del mondo decisa- mente unica: tragica, tenuto conto del presente, ma, per re- iù di una volta ho provato a misurare la profondità del azione, estremamente ricca di speranza, guardando al futu- dolore che doveva aver provocato quel distacco forza- ro, tracciando così un solco tanto profondo da essere giun- Pto, quello sradicamento culturale e spirituale che si ab- to fino a noi, destinato all’eternità. batté sugli africani deportati in territorio americano, e nel Il Blues appartiene all’afroamericano come l’afroamericano contempo immaginavo lo scenario storico e culturale che appartiene al Blues: sono nati contemporaneamente e rap- aveva dato origine al blues, ripensando alle prime genera- presentano le due facce di una stessa medaglia, ed è pro- zioni di schiavi che ebbero la capacità sia di rielaborare le prio grazie al Blues che l’afroamericano riuscì, seppur lenta- forme espressive ed artistiche della loro terra d’origine, che mente, ad affermarsi come essere umano. di tramandarle oralmente ai loro posteri. Del resto nella vita sociale africana la musica ricopriva un Infatti, nonostante le terribili condizioni di vita che la schia- ruolo fondamentale ed i neri possedevano un senso della vitù comportava, i neri ebbero la forza d’animo di prendere musica altamente sviluppato e sofisticato, tanto che i can- coscienza della propria individualità, del proprio senso arti- ti tribali africani avevano una funzione precisa nelle attività stico ed estetico, della propria identità come Popolo. quotidiane nell’ambito di ciascun gruppo etnico. Ciò fu reso ancor più arduo dal fatto che non ci si trovava di- Infatti, per un africano la privazione della propria musica si- nanzi ad un’unica antica cultura africana, bensì alla presen- gnificava la perdita di ogni identità umana. za di numerosissimi gruppi etnici, con altrettanti idiomi dia- La musica, il canto ed il ballo rappresentavano per il ne- lettali ed altrettante tradizioni culturali tribali. ro l’unico legame ancora visibile e palpabile tra sé e la sua Uomini che inizialmente erano incapaci persino di dialoga- umanità, ed ecco perché per gli schiavi deportati ogni occa- re tra loro, riuscirono ad adattarsi alla loro nuova terra ed a sione era buona per suonare e danzare, inebriandosi di tali fondersi in un unico grande Popolo, quello afroamericano, manifestazioni artistiche che accomunavano tutti loro, indi- ed a forgiare un’unica cultura popolare, di cui il Blues costi- pendentemente dal gruppo etnico di appartenenza. tuì la spina dorsale. Sulle isole caraibiche e nelle enormi e popolatissime pian- Oltre ai dialetti, ai valori tradizionali, ai riti ed alle pratiche tagioni brasiliane, dove gli schiavisti permettevano ai pri- sociali e religiose, gli africani portarono con sé la loro mu- gionieri di cantare e suonare come antidoto alla depressio- sica ed i loro canti, che costituivano un patrimonio indele- ne, musiche e balli raramente furono vietati, tanto che sono bile ed inestimabile che non poteva e non doveva assoluta- giunte fino a noi numerose testimonianze, ed è facile imma- mente essere perduto o dimenticato, in quanto rappresen- ginare come pure in qualunque piantagione o campo di la- tava la loro intera cultura e testimoniava l’appartenenza al- voro in territorio americano tra gli schiavi, lasciati per qual- le loro radici. che istante liberi dagli occhi attenti e severi dei sorveglian- Gli schiavi esportarono nel Nuovo Mondo questo loro patri- ti, bastasse che qualcuno iniziasse a cantare ed a ballare per monio culturale e lì diedero vita a nuove forme di espressio- far sì che immediatamente qualche altro si unisse a lui, fin- ne artistica, ibride, che richiamavano le danze ed i ritmi tri- ché tutti i presenti lasciavano perdere quel che stavano fa- bali trasmessi per tradizione orale, di generazione in gene- cendo per celebrare insieme quei rari momenti di gioia e di- razione, ed ancora vivi e presenti negli africani deportati nel gnità umana. Nuovo Continente. “Kunta aveva l’impressione che il ritmo del tamburo gli vi- Quindi, sebbene il Blues abbia indiscutibili e profonde radi- brasse non solo nelle orecchie ma in tutto sé stesso. Qua- ci africane, di fatto è una musica interamente afroamerica- si senza accorgersene, come in sogno, sentì che il corpo co-

50 minciava ad agitarsi e le braccia prendevano a muoversi a Sulla scia di tali riflessioni, la mia attenzione venne nuova- ritmo; ben presto si trovò a saltare e a urlare insieme agli al- mente catalizzata dal continente africano, che mi aveva già tri che era come se avessero cessato di esistere. Infine bar- affascinato in quanto la religione di Marley, il rastafariane- collò e cadde a terra esausto” (Alex Haley, Roots, Reader’s simo, predicava il ritorno di tutti i neri nella Madre Patria, Digest Association 1976, traduz. italiana Radici, Rizzoli Edi- l’Africa. tore 1980). Mi premurai, quindi, di verificare quali fossero state le zone “Il ritmo le salì dalle nude piante dei piedi fino al nodo del dell’Africa maggiormente aggredite dai trafficanti di schia- tignon, il corpo intero posseduto dai tamburi con la stessa vi e, di conseguenza, quali fossero state le culture origina- esultanza che provava quando faceva l’amore con Gambo. rie che contribuirono principalmente a dare i natali al Blues. Mollò i bambini e si unì alla baldoria: schiavo che balla è li- In base alle cronache storiche, pare che la zona geografica africana che pagò il maggiore tributo di vite umane all’inesauribile sete di pote- re dell’uomo sull’uomo sia stata la fa- scia sudanica centro occidentale, un’a- rea che si estende dal Mali attraverso il nord del Ghana e della Nigeria fino al Camerun centrale e settentrionale. Le altre zone interessate sono state la Guinea, la zona del Sahel, che va dal Mali alla Mauritania, Senegal e Gam- bia, da dove provengono le etnie afri- cane che popolarono, loro malgrado, il Nuovo Mondo, ossia Wolof, Mandinka e Fulbe. Da questi territori l’afflusso di neri sul suolo statunitense fu costante e nu- meroso, contribuendo in maniera nu- mericamente rilevante alla tratta degli schiavi, specie durante il XVIII secolo. Le destinazioni più frequenti di questi contingenti umani furono la Louisiana ed il Mississippi, e fu proprio nel pro- fondo sud che sopravvissero i tratti mu- bero finché balla, come le aveva insegnato Honorè” (Isabel- sicali africani tipici dell’area di provenienza originaria degli la Allende, La isla bajo el mar, 2009, ediz. italiana L’isola sot- schiavi, che inevitabilmente caratterizzarono il blues rura- to il mare, Feltrinelli editore, Milano 2009). le primigenio.

51 Indice generale

1. Piacere, sono il Blues! ...... pag. 9 2. La mia amica chitarra ...... 11 3. Ho visto la luce! ...... 29 4. Schiavitù, segregazione ed emarginazione ...... 37 5. Il Blues: dolore e lamento, lacrime ed emblema di un popolo ...... 48 6. Recupero e rielaborazione delle tradizioni: le radici africane ...... 50 7. La nascita del Blues: sacro e profano ...... 52 8. Il linguaggio nascosto del Blues ...... 87 9. Griot, songster e bluesman ...... 89 10. Poetica, struttura e strumenti musicali del Blues ...... 96 11. Il Blues canta l’esperienza quotidiana: la sofferenza del presente e la speranza nel futuro . . 105 12. L’autenticità del bluesman ...... 107 13. Le Donne e il Blues ...... 118 14. Il treno: catarsi e desiderio di fuga ...... 133 15. The Blue Devils: Blues e magia ...... 140 16. La scoperta del Blues ...... 176 17. Il delta del Mississippi: la culla del Blues ...... 184 18. Poker d’Assi ...... 191 19. I Re dei Re ...... 214 20. Dalla campagna alla città: il Blues urbano ...... 232 21. Il Blues texano: sferzante come il vento e tagliente come un rasoio ...... 248 22. Il Jazz, il Blues e il Funk: il buono, il brutto e il cattivo ...... 259 23. Il Blues e i suoi fratelli ...... 344 24. Il colore del Blues ...... 355 25. La rivincita dell’Africa: il Blues matrice assoluta e patrimonio universale ...... 434 26. Noi, i neri e il Blues: gioie e dolori ...... 502 27. Il mio Blues ...... 505 Epilogo ...... 509 Bibliografia ...... 510 L’Autore ...... 512 Indici ...... 513