1944: Il Fronte in Valdambra
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Edizioni dell’Assemblea 57 Sergio Cerri Vestri 1944: il fronte in Valdambra Firenze, dicembre 2011 1944 : il fronte in Valdambra / Sergio Cerri Vestri. – Firenze : Consiglio regionale della Toscana, 2011. 1. Cerri Vestri, Sergio 2. Toscana. Consiglio regionale CDD 940.5336094559 Resistenza – Valdambra – 1944 - Testimonianze C.I.P. (Cataloguing in publishing) a cura della Biblioteca del Consiglio regionale Consiglio regionale della Toscana Settore Comunicazione istituzionale, editoria e promozione dell’immagine Progetto grafico e impaginazione: Patrizio Suppa Stampato presso il Centro stampa del Consiglio regionale della Toscana Dicembre 2011 Ai miei nipoti Matteo, Maria Livia e a tutti i ragazzi di oggi e di domani. Sommario Presentazione - Alberto Monaci 9 Presentazione - Sauro Testi 11 Prefazione 13 Premessa 19 Introduzione 21 Goffredo Cinelli 29 Enzo Panzieri 41 Franca Nannini 51 Aldo Pinzuti 59 Silvana Casciotti in Gineprini 77 Arnaldo Valenti 89 Gabriella Panzieri 95 Martiri 29 giugno 1944 107 Milena del Cucina 109 Natale Gagliaghi 115 Luigi Baldi 131 Siro Aldinucci 145 Annina Baldi 159 Firenze Poggi 169 Quinto Testi 199 Mimosa Poggi, Avilmo Poggi, Roberto Gori 219 Armido e Marietta Fantini 231 Franco Tarchi 243 Santina Martinelli 249 Roberto Fusinucci 261 Rosina Forzoni 271 Enzo Canestri 291 Enzo Tinacci 305 Fortunato Cioli, Pierina Scala, Lido e Livio Toniaccini 327 Piero Falerni 345 Sergio Sacconi 359 Angiola Stanghini, ved. Barbagli 379 Nazzareno Migliorini (Neno) 391 Graziano Gambini 403 Giovanni Bartolucci 407 Giuseppe Migliorini 421 Aldo Zampi 435 Settimio Mecatti 449 Fosco Batonti 463 Giuliano Mugnai (Birolo) 473 Iva Neri 483 Alighiero Pratesi 493 Romana Dainelli 511 Valentino Valenti 517 Don Sergio Livi (Umberto) 521 Tragico incidente 525 Mine – Sei morti a Montebenichi 529 Greti – Un cippo nel bosco. Intervista con Ruggero Sbardellati 535 Nemici 547 Ringraziamenti 549 Presentazione Alberto Monaci Presidente del Consiglio regionale della Toscana Compito delle Istituzioni democratiche e repubblicane è quello di garantire i cittadini nei loro diritti, in quell’incastro di regole e di- sposizioni che costruiscono l’architrave della civile convivenza. Ma le istituzioni, soprattutto quelle dell’Italia repubblicana “sorta dalla Resistenza” (come perentoriamente afferma lo Statuto della Regione Toscana), hanno un’anima, data dai principi e dai valori su cui – e da cui – sono sorte e si sono affermate. Principi e valori soprattutto figli di quella stagione di drammatica lotta al dominio nazifascista, che tanti lutti e dolori costò a questo nostro Paese, a queste nostre terre, a queste nostre comunità. Compito delle Istituzioni, nell’affermare costantemente tali principi e valori, è quello di non disperdere la memoria della loro genesi, affinché nel tempo rimangano essi stessi saldi e condivisi anche nelle generazioni a venire. È per questo che il Consiglio regionale nella sua attività editoriale ha inteso dare ampio spazio a quelle opere narrative, o di ricerca sto- rica vera e propria, che indagano sul periodo del secondo conflitto mondiale e sulla Resistenza in Toscana. Per rafforzare, appunto, col percorso del ricordo, meglio se ai margini della grande storia (ma che tale non sarebbe mai stata senza il contributo dei tanti eventi ‘minimi’ della periferia), la salvaguardia della memoria dei fatti e dei personaggi, noti e meno noti, da cui è scaturito quel patrimonio ideale su cui si fonda il nostro essere comunità libera, democratica e solidale. Quest’opera di Sergio Cerri Vestri ci offre un ricco insieme di testi- monianze di quel che accadde in Valdambra col passaggio del fronte bellico nel 1944. Un importante lavoro di memoria che orgogliosa- mente il Consiglio regionale intende offrire alla lettura e alla rifles- 9 sione soprattutto dei giovani, di chi ha solo letto, magari svogliata- mente, di quella stagione solo nelle pagine della storia scolastica. E che invece, in queste altre, può trovare traccia viva e pulsante del dolore, della paura, delle enormi difficoltà della gente di quelle terre della Valdambra al passaggio della efferata ritirata nazista. E rendersi pienamente conto di cosa ha rappresentato quel tragico e straordi- nario periodo. Nelle pagine di Cerri Vestri c’è, dunque, un importante tessera di quel puzzle della memoria che fortunatamente non pochi toscani hanno voluto andare a comporre, per offrire una solida stampel- la alla storia ufficiale attraverso le gesta, i volti, la dignità, la fame ed il dolore di tanti straordinari nostri conterranei, al cui sacrificio dobbiamo la libertà e i diritti di cui oggi, spesso inconsapevolmen- te, beneficiamo. Per ricordarci da dove provengono, e da chi, quei principi e quei valori che permeano la nostra Carta costituzionale e le nostre Istituzioni. Un puzzle che il Consiglio regionale ha cercato e cerca di sostenere, come con la pubblicazione di questo importante contributo. Di cui siamo sinceramente grati al suo autore. 10 Presentazione Sauro Testi Sindaco del Comune di Bucine Il comune di Bucine è decorato con decreto del Presidente della Re- pubblica del 5 febbraio 1975 con la medaglia d’oro al valor civile per i drammatici episodi che segnarono per sempre questo nostro territorio tra il 1943 e il 1944. Se domandiamo a un cittadino del nostro comune il motivo di que- sta importante e triste decorazione vi risponderà facendo riferimento alla strage di San Pancrazio del 29 giugno 1944, giorno in cui insie- me alla Cornia e Civitella in Val di Chiana, furono massacrati 207 persone dalla furia nazi-fascista. Di quelle stragi tanto si è parlato e, dopo oltre 60 anni di vergognosa attesa, si è giunti anche, cinque anni fa, ad una storica sentenza del Tribunale Militare di La Spezia. Quando i bambini delle nostre scuole vengono a visitare il Munici- pio, dopo avermi chiesto il significato delle diverse bandiere esposte in Sala Consiliare, fanno cadere la loro curiosa attenzione su quella medaglia in bella evidenza sul Gonfalone del nostro comune. In realtà pochi sanno che quel riconoscimento del Capo dello Stato è in ricordo di un numero ben più alto dei circa settanta morti nell’ec- cidio di San Pancrazio. 113 furono le vittime tra la popolazione civile che persero la vita a seguito di rappresaglie e ritorsioni che i nazi-fascisti misero in atto in quel breve lasso di tempo in cui il fronte si avvicinava al nostro territorio in attesa della tanto sospirata Liberazione dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista. 113 i morti, come le rose che li ricordano nel nostro Giardino della Memoria presso il Centro Interculturale Don Giuseppe Torelli di San Pancrazio. Il maestro Cerri Vestri ci ha già raccontato nel libro “1944… mi ricordo…” diario scritto con gli occhi di un bambino che visse i 11 giorni di quella strage, come la Valdambra fu attraversata dalla paura e dall’orrore in quel giugno 1944; oggi fa qualcosa di ancora più importante: la serie di interviste e testimonianze da lui raccolte ri- percorre tante storie che spesso sono rimaste nel cuore e nella mente dei pochi testimoni che le hanno vissute direttamente. A quelle delle 113 vittime di quella follia si aggiungono storie di do- lore, di sofferenza, di resistenza, di lotta per la propria sopravvivenza vissute con straordinario coraggio e determinazione, spesso nel silen- zio della paura e del dolore. Se si vuol ricordare e comprendere a fondo quello che è successo nel comune di Bucine come nella nostra Provincia, in Toscana come nel resto della Nazione, non basta guardare agli episodi più gravi e co- nosciuti. Ogni singolo morto del nostro territorio racconta la stessa tragedia e lo stesso enorme dolore, ogni singola violenza, privazione e sofferenza testimonia quello che in quegli anni furono costretti a subire decine e decine di persone, anzi centinaia, migliaia. Non si capisce la follia della guerra se la si riconduce solamente ad un atto estremo e ingiustificabile. L’estate del 1944 fu travolta dall’odio e dalla violenza perché una lunga catena di eventi si erano riprodotti negli anni precedenti con continuità, lasciando che l’odio razziale e la violenza sociale diventassero lentamente i padroni delle comunità. Credo che, come sempre, i libri che in questi anni abbiamo raccolto nel nostro centro di documentazione, così come questo lavoro, non vogliano dare giudizi e verità assolute da tramandare alle coscienze degli uomini e delle donne di domani ma possano aiutare a capire e riconoscere il senso di quegli accadimenti. Grazie Maestro Sergio 12 Prefazione «La vera terra consacrata del cimitero» “Spesso si ha l’impressione che i morti diventino più maturi e più miti; crescono dentro di noi con radici postume. Siamo noi il vero camposanto, la vera terra consacrata del cimitero, essi vogliono essere seppelliti nel nostro cuore. Ce ne sono grati, e questo vincolo dà alle famiglie e ai popoli la forza di trasformarsi nel tempo”. La profondità efficace e illuminante di Ernst Junger smarrisce chi legge. Smarrisce nella verità, nella saggezza, nella corrispondenza d’amorosi sensi fra chi scompare e chi invece resta sulla terra. E que- sta verità così incalzante non muta nel tempo, non cambia per le generazioni, resta lì, viva come quando il grande filosofo e poeta te- desco la scrisse, nel secondo dopoguerra. Una verità che mi è balzata subito alla memoria mentre leggevo queste pagine di Sergio Cerri Vestri, che torna a scrivere memorie feconde di anni bui e intrisi di sangue che chi ha vissuto, ha marchiato a fuoco nella propria essen- za. Ma i popoli si trasformano nel tempo e danno comunque alla luce ere costruttive. Ciò che accadde in seguito al secondo conflitto mondiale è sotto gli occhi di tutti. Lo sviluppo, il boom economico, il progresso scientifico, la crescita del welfare state negli stati occi- dentali, la forza evocativa e rivoluzionaria delle democrazie. Tutto nacque dalle ceneri della guerra, tutto fiorì dalla terra bagnata di sangue di quegli anni drammatici. La trasformazione nei decenni delle comunità grazie alla coltivazione della memoria dei nostri mor- ti e delle loro storie giunge nella quotidianità come un messaggio preciso.