J.Peter Schwalm “How We Fall” LP/CD/Digital – 8 giugno 2018 - RareNoise Records/Goodfellas

Per anni le composizioni e le produzioni di J. Peter Schwalm sono state una prova impressionante dell'intensità dei suoni senza parole. Più coerente che mai, nel suo nuovo album “How We Fall”, Schwalm crea sculture sonore che trascendono le categorie più comuni. Le loro strutture possono assumere forme ruvide o dolcemente curve, dispiegare effetti associativi o contemplativi e possono anche far rabbrividire l'ascoltatore. La sensibilità di Schwalm per le sfumature, gli archi di tensione e i suoni individuali si basa sul talento e su un'esperienza pluriennale.

Il suo ultimo album prima di questo nuovo “How We Fall”, intitolato “The Beauty Of Disaster”, risale alla primavera del 2016; il lavoro ruotava intorno ad una dualità che modella le arti visive e la musica, oltre che la vita stessa: una certa malinconia che è sempre insita nella speranza. Poi, nell'autunno 2016 una svolta nella sua vita, un'esperienza esistenziale che ha lasciato tracce profonde: al musicista (nato a Francoforte sul Meno nel 1970) viene diagnosticato un tumore cerebrale, che deve essere rimosso chirugicamente. Durante l'intervento la procedura si dimostra però impossibile e Schwalm viene sottoposto a chemioterapia. Nel corso dell'anno successivo il nostro si rimette al lavoro su una serie di pezzi che inevitabilmente rifettono stati d'animo quali irrequietezza, paura, disperazione e rabbia, mentre lo sforzo artistico è concentrato nella capacità di elaborare queste emozioni in suoni astratti. La ripartenza dopo la pausa per malattia non è stata facile: "Nelle prime settimane dopo l'operazione, ho ascoltato il mio archivio per distrarmi e ispirarmi. Ho iniziato a progettare miniature al pianoforte, sviluppando armonie che ho poi trasferito alle mie macchine. Mi sono però reso conto che dovevo riscoprire parti della mia attrezzatura perché non ne ricordavo tutte le funzioni". Questo si spiega in parte con il fatto che il musicista tedesco ha negli anni utilizzato tecniche avanzate e molto particolari, alcune delle quali da lui personalmente sviluppate e insegnate in occasioni di festival e seminari in tutto il mondo. Nel corso del tempo, Schwalm ha trasformato le sue idee originali, ha variato e ampliato la gamma dei timbri delle sue composizioni fno a rendere irriconoscibili gli strumenti di cui si avvale. "Durante il processo mi sono reso conto che ci sono paralleli tra le mie esperienze personali e le mie emozioni e l'attuale situazione sociale e politica nel mondo", aggiunge Schwalm. Questo pensiero lo ha portato a scegliere per alcuni pezzi del nuovo album titoli che assomigliano in modo ingannevole a dei termini inglesi. "Altri sono invece nomi di veri villaggi tedeschi, luoghi appartenenti ad un'area scelta dal comando militare americano durante la Guerra Fredda come zona di eventuale sgancio di armi nucleari, per prevenire possibili attacchi sovietici che tentassero di occupare la Germania" spiega Schwalm, che proviene proprio da questa regione, chiamata "Fulda Gap" (Varco di Fulda).

I sorprendenti cambiamenti sonori che troviamo nella iniziale “Strofort” sono un esempio per i successivi 45 minuti. Suggestivo come una colonna sonora che non ha bisogno di immagini, il brano collega, disponendole con cura, diverse superfci e frammenti di un linguaggio immaginario, che ci proiettano in un'altra dimensione. Nel corso dell'album ci sono pezzi come “Stormbruch” che spingono oltre il limite il concetto di drone in lenta crescita. Oppure “Clingon”, giocata interamente sullo sviluppo di pulsazioni. "Rispetto al disco precedente, questa volta ho lavorato di più con dettagli ritmici, inclusi metri dispari e opposti", spiega Schwalm. Per J. Peter Schwalm “How We Fall” è una sorta di istantanea scattata in un tempo relativamente breve rispetto ai lavori precedenti. "La musica rappresenta un universo chiuso che rifette il momento e le circostanze in cui è stata creata", spiega. Tutti i pezzi di questo album sono profondamente personali, espressione intensa di un artista sonoro che non deve scendere a compromessi. La musica senza dubbio suona scura, ma mai depressa, e quasi sempre si scorge un accenno di luce.

BIOGRAFIA

Per sei anni, a partire dal 1998, J. Peter Schwalm ha lavorato continuativamente con : insieme hanno pubblicato l'album “Drawn From Life”, scritto la colonna sonora del lungometraggio di Nicolas Winding Refn “Fear X” e tenuto concerti in Europa e Giappone. Oltre a questo importante sodalizio con Brian Eno - che ha incluso una performance congiunta con la leggenda di Krautrock - J. Peter Schwalm ha collezionato una serie di variegate e prestigiose esperienze: ha composto per il Balletto di Stoccarda, per il Lyceum Theatre Sheffeld, per il coreografo londinese Hofech Shechter e per la serie Das Neue Werk des NDR. Dal 2008 Schwalm suona con il chitarrista elettrico di Oslo Eivind Aarset, che è stato a lungo un punto di riferimento per lui quanto il bassista londinese Tim Harries. Nel 2013 Schwalm è stato invitato ad eseguire un progetto appositamente sviluppato con questi due partner di lunga data e altri musicisti al 44° Festival Tedesco di Jazz a Francoforte. Nello stesso anno è stato coinvolto dall'ensemble londinese Icebreaker nel progetto di rielaborazione di musiche dei Kraftwerk “Kraftwerk Uncover”. Nel 2016, dopo l'uscita di “The Beauty Of Disaster”, Schwalm ha prodotto la band Chat Noir. ha realizzato un'installazione live al Frankfurter Kunstverein e ha presentato un estratto dei suoi adattamenti personali di Bach all'Alte Oper di Francoforte. Attualmente sta lavorando a un programma radiofonico per Hessischer Rundfunk, per il quale sta scrivendo musica, testi e regia.

”HOW WE FALL”

01. Strofort 02. Battenfeld 03. Auua 04. Ibra 05. Gangesthal 06. Stormbruch 07. Clingon 08. Musles 09. Singlis

J.Peter Schwalm: guitars, pianos, electronic devices, acoustic and digital sound modules, mixing desks, drums and synths, except where indicated

Eivind Aarset : additional guitars on 1,3, 4, 5, 8, 9

Tim Harries : additional bass on 1,4, 5, 6, 7, 9 All music written, composed, produced and performed by J. Peter Schwalm in 2017 Additional Guitar by Eivind Aarset, On 1, 3, 4, 5, 8, 9 Additional Bass by Tim Harries, on 1, 4, 5, 6, 7, 9 Mastering by Mike Fossenkemper Artwork by Sophie Clements Cover image and Title from “How We Fall”, Sophie Clements 2017 Photography of J.Peter Schwalm by Anja Jahn Design by Toby Cornish, JuTojo Executive Producer for RareNoiseRecords: Giacomo Bruzzo

RARENOISE RECORDS www.rarenoiserecords.com www.facebook.com/rarenoise

Uffcio stampa: PITBELLULA [email protected] Press page: http://www.pitbellula.com/artist/j-peter-schwalm