Artribune Magazine 38

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Artribune Magazine 38 CONTIENE IL NUOVO NUMERO DI ISSN 2280-8817 GRANDI MOSTRE anno vii numero 38 luglio - agosto 2017 GIORGIO ARMANI FA COME SI COLLEZIONA QUANDO GLI ARTISTI SCOUTING A LONDRA NEI PAESI DEL GOLFO? SONO CARNIVORI 18.06.2015 BIENNALE DI VENEZIA L’ITALIA SI STA REPORTAGE DAL MONDO centro/00826/06.2015 PAROLA AI PROTAGONISTI SPOPOLANDO? TROMSØ E ANVERSA e parliamo di mostre e di musei (ma soprattutto Quello che non abbiamo sottolineato, però, ce lo siamo tenu- di mostre) forse è il settore più in crescita, in sommovimento, to buono per sottolinearlo in questo editoriale estivo, di pas- in sviluppo. Almeno nel nostro Paese. Non per caso è uno saggio fra due stagioni, e quindi utile per buttar giù i propositi degli ambiti che negli ultimi mesi abbiamo cercato con mag- per l’annata lavorativa a venire. Siamo convinti, infatti, che gior attenzione di analizzare e decrittare, andando a caccia questo settore sia non solo interessante, non solo cultural- delle prospettive e delle chiavi di lettura di addetti ai lavori, mente e artisticamente rilevante, non solo di grande poten- TONELLI critici, curatori, organizzatori e imprenditori. zialità per aumentare il pubblico dei musei, andando a tocca- Parliamo delle mostre multimediali. E già qui è necessario il re persone che proprio grazie a certe scorciatoie tecnologiche MASSIMILIANO primo distinguo, perché la confusione, come accade quando potranno smettere di considerare l’esperienza culturale qual- si ha a che fare con qualcosa di “nuovo” (per quanto si possa cosa di avulso da sé. Siamo convinti che questo considerare nuova la multimedialità...), è elevatissima. Una settore sia qualcosa di più: che sia strategi- prima distinzione sommaria può essere tra mostre che han- co per il sistema Paese. Che sia insomma un no la multimedialità e la tecnologia come contenuto (artisti ambito dove si possa e si debba scommet- che usano la tecnologia, realtà virtuale utilizzata come opera tere a livello produttivo, in termini di nuo- d’arte e via dicendo) e mostre che invece hanno ve opportunità di lavoro, di sviluppo eco- la multimedialità e la tecnologia come mez- nomico, di crescita delle aziende. Le istituzioni zo e strumento per capire e interpretare (ma anche le fondazioni private, ad esempio quelle bancarie) meglio, per divertirsi di più, per incremen- dovrebbero prestare maggiore attenzione a questo specifico tare l’attenzione e per coinvolgere. settore di ricerca e produzione, perché qui l’Italia ha ancora In questa fase ci interessa il secondo ambito. Ed è proprio tutte le carte per dire la propria a livello globale: ci sono le incentrato sul coinvolgimento il punto di partenza. Esperien- competenze, c’è la capacità ideativa, c’è il know-how, c’è la zialità, interazione, immersività. Tutti concetti relativamente creatività necessaria alle aziende. L’Italia può essere, insom- nuovi, se applicati a una mostra, ma tutti concetti che han- ma, il posto dove deve venire chi vuole sviluppare questi no un unico, semplice, banale, ancestrale target: il coinvol- applicativi che, giocoforza, saranno sempre più richiesti dai gimento. Come coinvolgere di più le persone? Come carpire musei e dagli organizzatori di mostre di tutto il mondo. l’attenzione di un pubblico sempre più distratto e abituato Di più. L’Italia può e deve essere il luogo dove questi stru- alle straordinarie possibilità di engagement che anche un menti trovano la più ampia e compiuta applicazione. Non mero telefono riesce a esprimere? Come convincere i più tanto per ciò che riguarda le grandi mostre multimediali che giovani, nativi digitali al mille per mille, a frequentare una abbiamo avuto modo di analizzare nell’ultima stagione (van mostra d’arte o a entrare in un museo? La sfida in definitiva Gogh, Caravaggio o Klimt) quanto per l’archeologia che, effet- è questa ed è straordinariamente interessante analizzare chi tivamente, in Italia non difetta in termini di qualità e quanti- sta cercando di intraprenderla. tà. Un esempio di eccellenza si è visto all’Ara Pacis di Roma Fra l’altro la fase pionieristica è passata. Ci sono state for- (anche qui tecnologia italiana, appunto!) con il progetto L’Ara zature, c’è stato cattivo gusto nel presentare ricostruzioni e com’era; un altro caso interessante è nell’area archeologica percorsi virtuali, c’è stata una terrificante autoreferenzialità di Brescia. Ma immaginiamoci cosa potrebbe diventare per tecnologica. Oggi, grazie alle riflessioni scientifiche sul tema i turisti l’archeo-patrimonio italiano quando riusciremo a e grazie ai miglioramenti tecnologici, tutto questo è ancora renderlo fruibile con una realtà aumentata degna di questo presente, ma in netta diminuzione. Anche perché molti stu- nome. Cosa c’è di più strategico di qualcosa che rende i tuoi diosi, storici dell’arte, museologi hanno superato le tare e gli beni culturali più fruibili, più comprensibili, più accessibili, imbarazzi e si sono gettati nella partita, raccogliendo la sfida. più appetibili per un turismo di qualità, e il tutto realizzato Di tutto questo, come si diceva sopra, abbiamo parlato a lun- con una tecnologia e con una professionalità che risiedono go e l’invito è davvero a riprendersi i numeri precedenti di nel tuo Paese? Artribune, dove ritrovate (in due puntate) un condensato di dibattito non certo esaustivo ma illuminante. @direttortonelli 6 EDITORIALI il supplizio di Sisifo: uno sforzo lento e faticoso che rischia di venire annul- lato con un colpo di mano. Spiegare a un giovane studente straniero, venuto in Italia per osservare come sono gestiti i musei e le istituzioni culturali, la recente sentenza del TAR del Lazio che azzera la nomina di cinque dei venti direttori dei musei statali, è qualcosa che mette a dura prova qualsiasi pro- fessore. E descriverlo non come un atto folle e masochistico lo è ancor di più quando il corso RURALE di studi che si impartisce poggia proprio sulla considerazione che il patrimonio artistico ita- ANDREA liano è una risorsa, inestimabile e poco valorizzata ma sulla quale l’intero Paese sta puntando i riflettori e le attenzioni con forza e convinzioni sempre maggiori. È un compito arduo quello del professore che risponde agli stu- denti sbigottiti, perché a questi trenta giovani cittadini del mondo appare strano che la sentenza possa arrivare due anni dopo, nel mezzo di una serie di progetti già avviati, campagne di ricerca e tutela già intrapresi. E la difficoltà aumenta quando si cerca di giustificare il fatto che, sebbene il Governo abbia deciso di aprire la competizione a professionisti stranieri (a torto o a ragione), il bando è stato però scritto in modo tale che qualcuno degli esclusi avesse potuto eccepire problemi e annullare tutto, basandosi sulla cittadinanza dei partecipanti o sul fatto che i colloqui finali fossero a porte chiuse. In un crescendo di nonsense ai limiti della commedia dell’assurdo, il climax si raggiunge quando i ragazzi francesi, russi, americani o asiatici si chiedono da dove abbia avuto origine tutto questo caos e, con un po’ di ricerca sul web, scoprono che a presentare ricorso contro queste nomine sono due persone (Francesco Sirano e Giovanna Paolozzi Strozzi) che, proprio da questa riforma che stanno tentando di affossare, alla fine hanno pure avuto un loro inca- rico e non proprio di poco rilievo (rispettivamente Direttore degli scavi di Ercolano e Soprin- tendente di Parma). E qui anche la buona volontà del docente non ce la fa più, perché non si trovano più altre spiegazioni logiche o almeno tollerabili. La riforma voluta dal Ministro Franceschini è stata sbandierata ai quattro venti come un passo in avanti verso una gestione efficiente, efficace ed economica dei musei italiani. Una riforma che, agli occhi degli stessi giovani stranieri, appare niente di più di una normale armonizzazione (più o meno riuscita) rispetto a standard ai quali all’estero si è già da tempo abituati. E che, senza dubbio, ha molti più aspetti positivi rispetto a quelli negativi. Tra questi ultimi purtroppo c’è la frattura che queste nomine e la riforma in senso lato hanno creato all’interno del Ministero, dove la tendenza a con- servare e mantenere posizioni e diritti acquisiti in anni è ancora molto forte. In questa giungla i nuovi direttori sono stati lasciati soli e non hanno avuto il supporto che avrebbero meritato per convivere (e sopravvivere) alla burocrazia retriva e conservatrice che, di fronte a questa sentenza, probabilmente ha gioito e brindato. L’Italia è un Paese di cavilli e i giovani studenti stranieri lo hanno imparato abbastanza in fretta e forse saranno proprio i commi degli articoli, i ricorsi e le notifiche a non ridurre la riforma dei musei come il masso di Sisifo che, arrivata quasi in vetta alla montagna, rotola giù e costringe a rifare tutto daccapo. DIRETTORE MAMA MASTER IN ARTS MANAGEMENT AND ADMINISTRATION SDA BOCCONI, MILANO L'ALTRO EDITORIALE 7 WAR OF THE WORLDS ORRORE AD ARTE 10 MILIARDI DI FUTURO el passato (?) mondo della na famosa conduttrice della a Francia si è scelta un giovane NGuerra Fredda, il pericolo era UCnn è stata licenziata per aver LPresidente. Non ha nemmeno sintetizzato da un bottone rosso. mostrato una finta testa mozza quarant’anni. Lo sappiamo tutti. Schiacciato il quale, partivano i sporca di sangue che somigliava a Appena arrivato, ha già proposto missili a testata atomica che avreb- Trump. L’impatto visivo è forte. Lo un primo segno, alla Tony Blair bero distrutto parte del pianeta e schermo si trasforma in un patibolo dei tempi della Cool Britain, pro- TAIUTI permesso ai più fortunati (soprav- pubblico. Dai carnefici dell’Inquisi- ponendo la Francia come startup LORENZO vissuti) di aver vinto la guerra. zione ai conduttori televisivi d’oggi nation. Una nazione che si deve Quello che è avvenuto fra la Russia e l’Oc- FALETRA si delinea una medesima fascinazio- comportare come una startup.
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