PIANO DI CLASSIFICA PER IL RIPARTO DELLA CONTRIBUENZA CONSORTILE

COMPRENSORIO N° 16 (D.G.R. TOSCANA N° 315 DEL 15/10/1996)

Giugno 2007 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

PREMESSA

Con deliberazione del Consiglio dei delegati n. 2 in data 3.5.2004 è stato approvato il Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile, aggiornato ai sensi delle LL.RR. n. 34/1994, 38/2003 e 3/2004, redatto dal Dott. Agr. Riccardo Pisanti di Roma con la supervisione del Dott. Agr. Massimo Cordero di Montezemolo. Con deliberazione del Consiglio dei delegati n. 15 in data 28.10.2005 il Piano di classifica è stato successivamente modificato per adeguarne i contenuti alle “Linee guida per la determinazione del beneficio di scolo” dettate dalla Regione Toscana con la deliberazione n. 715 del 20.7.2004. Tale aggiornamento si era reso necessario in applicazione ai contenuti della Convenzione stipulata tra il Consorzio di Bonifica Area Fiorentina ed la A.A.T.O. 3 “Medio Valdarno” ai sensi dell’art.16 comma 12 della L.R.34/1994 come modificato dalla L.R. n° 38 del 29.07.2003 e dalla L.R. n° 3 del 27.01.2004 ed approvata con Deliberazione n° 1 del Consiglio dei Delegati in data 26 gennaio 2005. La citata Convenzione, sottoscritta tra le parti in data 14.02.2005, ha definito e quantificato il contributo dovuto al Consorzio dal Gestore del Servizio Idrico Integrato (attualmente Publiacqua S.p.A.) per lo scarico delle fognature in rete di bonifica il tutto sulla base delle disposizioni normative regionali intervenute a chiarimento dei contenuti delle citate L.R. n° 38/2003 e L.R. n° 3/2004 ed in particolare della D.G.R.T. n° 715 del 20/07/2004. Tali modifiche non hanno alterato comunque i criteri generali del Piano di Classifica in data aprile 2004 ed in particolare gli “indici” assunti come base per la determinazione del beneficio. Infatti larga parte dei contenuti del Piano di Classifica nella stesura in data aprile 2004 sono stati recepiti immutati nel successivo aggiornamento in data settembre 2005.

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Il presente aggiornamento in data giugno 2007 si rende necessario per aggiornare i contenuti del Piano di classifica alle modifiche apportate dal Consiglio dei delegati con deliberazione n. 19 in data 30.11.2006 al “Regolamento per la conservazione del catasto consorziale” con conseguente abrogazione del Titolo III, articoli 17 – 21 che prevedeva l’effettuazione a titolo oneroso delle volture catastali. Tale modifica del “Regolamento per la conservazione del catasto consorziale” comporta che, dall’esercizio 2007, il Consorzio non richiederà più il pagamento dei contributi per diritti di voltura, considerando anche la volturazione catastale degli atti uno dei servizi resi indistintamente a tutti i consorziati e ripartiti tra di essi secondo i criteri generali del capitolo 9 del presente Piano.

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INTRODUZIONE

Il Comprensorio Consortile, nella sua attuale configurazione, è stato recentemente definito dalla D.C.R.T. n° 315 in data 15.10.1996, come modificata dalla D.C.R.T. n° 92 del 21.04.1998. Le disposizioni regionali sopra citate hanno fatto sì che il Comprensorio Consortile si componga di 9.940 ettari di territorio che erano già stati oggetto di precedente classifica in bonifica (sui quali il Consorzio era già operante da tempo), e di ulteriori 22.830 ettari circa di territori di nuova classifica1. In relazione a ciò circa il 70% del territorio consortile attuale è costituito da territori di nuova classifica. Tale situazione è diffusa a livello regionale per cui, al fine di promuovere l’operatività dei Consorzi di bonifica nei territori di nuova classifica e/o delimitazione di comprensorio, la Regione Toscana ha emanato la L.R. n° 99 del 23.12.1998 in base alla quale è prevista, ai Consorzi stessi, la concessione di contributi straordinari per l’attuazione degli adempimenti previsti all’art. 47, comma 6, della L.R. 34/94 ed in particolare finalizzati “alla determinazione del perimetro di contribuenza, all’aggiornamento del catasto consortile, alla predisposizione del piano di riparto della contribuenza; il tutto riferito alle nuove aree di competenza dei Consorzi”. Per il raggiungimento delle finalità sopra esposte, quindi, sono state espletate indagini, ricerche, e studi consoni ad analizzare i territori di nuova classifica onde accertare, all’interno del “Comprensorio classificato”, i perimetri di contribuenza gravati dagli oneri connessi agli obblighi di bonifica (R.D. 215/1933). A tali modifiche territoriali hanno fatto seguito i contenuti innovativi della L.R.T. n° 38/2003 di integrazione e modifica della L.R.T. n° 34/94,

1 La descrizione cronologica e storica dei diversi decreti di classifica in bonifica del Comprensorio è descritta al capitolo 1 del presente Piano di Classifica.

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che hanno sostanzialmente modificato l’art. 16 “contributo consortile” della citata L.R.T. n° 34/94. In relazione a ciò si è reso necessario procedere all’aggiornamento del Piano di Classifica, adottato dal Consorzio con Provvedimento commissariale n°69 del 4 luglio 1974 ed approvato dalla Regione Toscana con deliberazione della Giunta Regionale n°5515 del 25 giugno 1975, tenendo conto: 1. delle modifiche territoriali e delle conseguenti modifiche della operatività del Consorzio; 2. dei contenuti della L.R.T. n° 38/2003 di modifica della L.R.T. n° 34/94; 3. dei contenuti della Guida A.N.B.I.2 circa le linee guida alle quali attenersi per la redazione dei Piani di Classifica alla quale l’U.R.B.A.T.3 ha deciso di attenersi a livello regionale.

PUNTO 1 (modifiche territoriali e conseguenti modifiche della operatività del Consorzio)

Dall’analisi del Comprensorio emerge che il territorio è idraulicamente suddiviso in due zone distinte ed aventi caratteristiche idrauliche e morfologiche fortemente diverse:

- quella tributaria del F. Bisenzio4, interessante la zona ad occidente della città di Firenze;

- quella tributaria del F. , interessante la zona ad oriente della città di Firenze, essendo il bacino del T. Terzolle - T. Mugnone il

2 Associazione Nazionale delle Bonifica Italiane. 3 Unione Regionale delle Bonifiche Toscane. 4 Il F. Bisenzio confluisce nel F. Arno in destra idraulica a valle della città di Firenze, in prossimità del ponte che unisce l’abitato di Signa (in destra d’Arno) a quello di (in sinistra d’Arno).

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limite occidentale del bacino del F. Arno all’interno del Comprensorio.

Questa suddivisione, oltre che essere di tipo puramente idraulico, pone anche un importante limite tra le aree interessate da un reticolo idraulico complesso, dove intensa è, ed è stata, l’attività antropica e di bonifica idraulica e le aree dove il reticolo stesso, pur presentando inequivocabili tracce dell’intervento antropico (i corsi d’acqua del comprensorio sono densi di opere idrauliche sia trasversali che longitudinali), risente e necessita in maniera molto minore della attività di bonifica.

Le aree tributarie del F. Bisenzio interessano, infatti, la quasi totalità delle aree pianeggianti del Comprensorio dove la difesa idraulica dalle acque esterne è assicurata da estese ed imponenti opere arginali e dove il drenaggio è garantito e reso possibile da continue e diffuse opere di bonifica idraulica.

Le aree tributarie del F. Arno, ad eccezione della piana occupata interamente dalla città di Firenze, sono invece prevalentemente collinari e/o montane attraversate da corsi d’acqua incassati e quasi del tutto privi di arginature, ad eccezione di modesti tratti di alcuni corsi d’acqua (T. Mensola e T. Mugnone).

I principali bacini idrografici del comprensorio risultano essere, da ovest verso est:

BACINI TRIBUTARI DEL F. BISENZIO

• Torrente Marinella di Travalle (con il principale affluente Gora delle Pagnelle); • Torrente Marina (con i principali affluenti T. Marinella di Legri e T. Chiosina); • Fosso Reale o collettore principale delle acque alte e canali di Cinta Occidentale ed Orientale (con i principali affluenti T. Gavine, T. Rimaggio di Sesto, T. Zambra, T. Termine);

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A questi si aggiungono i sistemi di acque basse di bonifica:

• Sistema di Crucignano; • Sistema del Fosso di Piano di Signa; • Sistema della Viaccia;

BACINI TRIBUTARI DEL F. ARNO

• Torrente Mugnone (con il principale affluente T. Terzolle) • Torrente Affrico • Torrente Mensola • Fosso Sambre • Fosso delle Falle • Borro delle Sieci L’operatività del Consorzio risente in modo sensibile delle diverse caratteristiche del reticolo idraulico dei bacini tributari del F. Bisenzio e di quelli tributari del F. Arno. I bacini del tributari del F. Bisenzio, sia prevalentemente naturali ( T. Marinella di Legri e T. Marina) che prevalentemente artificiali (Fosso Reale o collettore principale delle acque alte e sistemi di acque basse) sono densi di opere idrauliche (arginature classificate in IIIa categoria ed attribuite al Consorzio ai sensi degli artt. 59, 59 bis e 59 ter della L.R.T. n° 34/94, casse di espansione delimitate da arginature con complessi manufatti di presa e di restituzione) e di opere di bonifica (arginature del fosso Reale, paratoie, impianti idrovori e sistemi di paratoie, aree di laminazione) che richiedono un costante impegno sia di vigilanza e gestione, che di attività di manutenzione.

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L’estensione delle opere classificate in IIIa categoria nei bacini del T. Marinella di Travalle e nel T. Marina, oltre alla necessità di gestire le casse di espansione già realizzate impongono, del resto, di estendere l’attività consortile a tutto il bacino di detti corsi d’acqua operando così in modo organico secondo i dettami della L. 183/89. I bacini del tributari del F. Arno sono, viceversa, tutti prevalentemente naturali, quasi sempre privi di opere arginali di difesa, oggetto di recente classifica in IIIa categoria (D.C.R.T. n° 1151/99) in modo frammentario e discontinuo e privi di casse di espansione od altre opere che richiedano un costante monitoraggio e impegno gestionale. In relazione a ciò l’impegno operativo della struttura consortile è fortemente ridotto e limitato all’esecuzione di modesti interventi di ripresa di dissesti localizzati, ovvero all’esecuzione di interventi di taglio selettivo di alberature eseguiti in appalto e finalizzati al monitoraggio dello stato di conservazione delle opere, il tutto con ricorso a finanziamenti pubblici ed in accordo con l’Amministrazione Provinciale e le Amministrazioni comunali. Tenuto conto di quanto sopra gli studi, le indagini e le ricerche effettuate sia in adempimento alla citata L.R.T. n° 99 del 23.12.1998, sia per la redazione dei Piani Generali di Bonifica, che per la redazione del presente Piano di Classifica e finalizzati ad analizzare i territori di nuova classifica onde accertare, all’interno del “Comprensorio classificato”, i perimetri di contribuenza gravati dagli oneri connessi agli obblighi di bonifica (r.d. 215/1933) hanno evidenziato che, allo stato attuale della rete idraulica e di bonifica in gestione, il “Perimetro di Contribuenza” è esteso a tutti i bacini tributari del F. Bisenzio che risentono in maniera diretta ed inequivocabile del “beneficio” loro derivante dall’espletamento della attività di bonifica.

Il presente piano di classifica è quindi redatto per quella parte del comprensorio consortile relativa ai sistemi idraulici tributari del F. Bisenzio, escludendo quelli tributari del F. Arno.

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Il “Perimetro di Contribuenza”, quindi, riguarda una superficie catastale complessiva di 15.485 ettari (a fronte dei 9.940 del precedente Piano di Classifica) suddivisi nei seguenti sistemi idraulici :

1) Torrente Marinella di Travalle e Gora delle Pagnelle (superficie catastale complessiva di 943 ettari);

2) Torrente Marina e Torrente Chiosina (superficie catastale complessiva di 6’079 ettari);

3) Bacino acque basse di Crucignano e Gora del Ciliegio (superficie catastale complessiva di 993 ettari);

4) Bacino acque basse del Fosso Piano (superficie catastale complessiva di 826 ettari);

5) Sistema acque alte del Fosso Reale (superficie catastale complessiva di 2’689 ettari);

6) Bacino acque basse della Viaccia (superficie catastale complessiva di 3’955 ettari).

PUNTO 2 (contenuti della L.R.T. n° 38/2003 di modifica della L.R.T. n° 34/94)

Le disposizioni in materia di risorse idriche – Legge 5 gennaio 1994 n. 36 – stabiliscono e regolano, con una chiara norma (art. 27 comma 3), il “beneficio idraulico” che i Consorzi di Bonifica, tramite la infrastrutture idrauliche assegnate in gestione, forniscono ai sistemi di fognatura pubblici non autonomi e quindi ai relativi soggetti gestori (Comuni, Consorzi di Comuni, Aziende).

La citata norma legislativa infatti prevede:

- art. 27, comma 3: “chiunque non associato ai Consorzi di Bonifica ed irrigazione, utilizza canali consortili o acque irrigue come recapito di scarichi, anche se depurati e compatibili con l’uso irriguo, provenienti da insediamenti di qualsiasi natura, deve contribuire alle spese consortili in proporzione al beneficio ottenuto”.

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I sopra citati contenuti della L. 36/94 hanno indotto la Regione Toscana a modificare la legge quadro regionale in materia di bonifica (L. R.T. n° 34 in data 15.04.1994 ) con le recenti disposizioni contenute nella L.R.T. n° 38 del 29.07.2003 che hanno modificato gli artt. 8, 10, 14, 16, 17, 20 e 24 della citata L.R.T. n° 34/94. In particolare la legge attiene alla determinazione della partecipazione alle spese per il beneficio tratto, dai soggetti Gestori del Servizio Idrico Integrato, nell’ambito dei servizi loro affidati, dall’utilizzo delle opere di bonifica, del reticolo e delle opere idrauliche in gestione ai Consorzi di Bonifica e conseguentemente alla esenzione dal contributo consortile per gli immobili in relazione ai quali è corrisposta la tariffa del servizio idrico integrato per i servizi di, raccolta, collettamento e scolo ed allontanamento delle acque reflue, fermo restando gli altri obblighi contributivi se dovuti per le attività effettuate ai sensi della presente legge. Tale beneficio è ricondotto dalla L.R.T. n° 34/94 ai criteri previsti dal Piano di Classifica che deve essere redatto a termini del punto 7 dello stesso art. 16 che si riporta, per esteso, di seguito:

Art. 16 della L.R.T. n° 34/94 (come modificato dall’art. 4 della L.R.T. n° 38/2003)

(Contributo consortile)

1. Il contributo consortile costituisce la quota dovuta da ciascun consorziato per le spese di cui all’articolo 3, comma 2 e all’articolo 4, comma 1, lettera b), nonché per le spese di funzionamento del consorzio. 2. L’ammontare del contributo consortile è determinato, con la deliberazione annuale di riparto della contribuenza, in proporzione ai benefici derivanti a ciascun immobile. 3. A tal fine il consorzio elabora un piano di classifica degli immobili che individua i benefici derivanti dalle opere di bonifica, stabilisce i parametri per la quantificazione dei medesimi e determina per ciascun immobile l’indice di contribuenza derivante dal calcolo parametrale. 4. Il contributo consortile costituisce onere reale sugli immobili ed è esigibile ai sensi dell’articolo 21 del regio decreto 13 febbraio 1933, n. 215.

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5. I soggetti pubblici e privati, anche non consorziati, che utilizzano le opere di bonifica, il reticolo e le opere idrauliche in gestione ai consorzi di bonifica o agli altri soggetti competenti come recapito di scarichi, contribuiscono alle spese in proporzione al beneficio ottenuto. A tal fine i consorzi di bonifica e gli altri enti competenti provvedono, entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge, al censimento degli scarichi. 6. Gli immobili in relazione ai quali è corrisposta la tariffa del servizio idrico integrato di cui alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 (Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36 Disposizioni in materia di risorse idriche) sono esentati dal pagamento del contributo consortile connesso ai servizi di raccolta, collettamento, scolo ed allontanamento delle acque reflue, fermi restando gli altri obblighi contributivi se dovuti per le attività effettuate ai sensi della presente legge. 7. I gestori del servizio idrico integrato di cui alla L.R. 81/1995 e i comuni per l’eventuale quota riferibile alle acque meteoriche non ricomprese nella definizione di “acque reflue urbane” di cui all’articolo 2, comma 1, lettera i) del d.lgs. 11-5-1999 n. 152 (Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole), sono tenuti a contribuire alle spese dei consorzi di bonifica, o degli altri soggetti competenti, in relazione al beneficio tratto, nell’ambito dei servizi loro affidati, dalla gestione delle opere di bonifica, del reticolo e delle opere idrauliche. A tal fine entro tre mesi dalla entrata in vigore della presente legge, i consorzi di bonifica, le comunità montane e le province interessate provvedono all’adeguamento dei vigenti piani di classifica. 8. I consorzi di bonifica o gli altri soggetti competenti stipulano, entro il 31 dicembre 2003, una convenzione con la competente Autorità di ambito ottimale di cui alla l.r. 81/1995 o, qualora esistenti, con le gestioni dei soggetti di cui all’articolo 10, comma 3 della legge 5 gennaio 1994, n. 36 (Disposizioni in materia di risorse idriche). 9. La convenzione individua le opere di bonifica, il reticolo e le opere idrauliche da cui il servizio idrico integrato e i comuni traggono beneficio per l’esercizio delle proprie competenze. 10. La convenzione, sulla base dei nuovi piani di classifica, stabilisce i criteri per determinare annualmente il costo del servizio da corrispondersi, a titolo di contributo alle spese consortili, al consorzio di bonifica o all’ente competente da parte del gestore del servizio idrico integrato o dei soggetti gestori di cui all’articolo 10, comma 3 della l. 36/1994 e dei comuni. 11. La convenzione entra in vigore dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello di stipula.

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12. La convenzione stipulata a norma del presente articolo entra a far parte integrante della convenzione disciplinata dall’articolo 4 della legge regionale 4 aprile 1997, n. 26 (Norme di indirizzo per l’organizzazione del servizio idrico integrato in attuazione degli articoli 11 e 12 della legge 5 gennaio 1994, n. 36) ed i relativi oneri sono coperti dalla tariffa del servizio idrico integrato. In prima attuazione, tale convenzione è redatta sulla base di uno schema tipo predisposto dalla Giunta regionale, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge. 13. Il contributo consortile inferiore al valore minimo iscrivibile a ruolo, ai sensi della normativa vigente, è riscosso tramite avviso bonario di pagamento o tramite ruolo pluriennale, quest’ultimo emesso al raggiungimento del minimo di legge."

Successivamente alla entrata in vigore della citata L.R. n° 38/2003 è nato un accesso dibattito sulla interpretazione da dare al sopra richiamato punto 7 dell’art. 16 ed in particolare alle modalità di quantificazione del “beneficio di scolo” ed alla tipologia di acque reflue urbane al quale questo beneficio sia da applicarsi.

La Regione Toscana ha quindi conferito apposito incarico al Prof. Ing. E. Paris affinché stabilisse dei criteri generali, a livello regionale, per la determinazione e quantificazione del “beneficio di scolo”.

Tale studio è stato poi recepito integralmente nell’Allegato A della D.G.R.T. n.715 del 20.07.2004 “Valutazione del beneficio di scolo” in cui viene definita la metodologia per la determinazione del contributo dovuto dalle Autorità di Ambito Territoriale Ottimale o dai soggetti gestori di cui alla L.R. 36/94.

Oltre a ciò la Regione Toscana ha richiesto allo stesso Prof. Ing. E. Paris di redigere un apposito elaborato di applicazione dei criteri di cui all’Allegato A della D.G.R.T. n.715 per il Comprensorio di bonifica n° 16 “Area Fiorentina” e ciò tenuto conto della specificità delle problematiche di detto comprensorio.

14 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Tale elaborato è alla base della convenzione, richiamata nelle premesse, stipulata tra Consorzio di Bonifica Area Fiorentina ed A.A.T.O. 3 “Medio Valdarno” ai sensi dell’art.16 comma 12 della L.R.34/1994 come modificato dalla L.R. n° 38 del 29.07.2003 e dalla L.R. n° 3 del 27.01.2004 ed approvata con Deliberazione n° 1 del Consiglio dei Delegati in data 26 gennaio 2005.

PUNTO 3 (contenuti della Guida A.N.B.I. circa le linee guida alle quali attenersi per la redazione dei Piani di Classifica)

La nuova normativa regionale ha imposto una revisione complessiva del Piano di Classifica precedente, in quanto modifica in modo sostanziale i contenuti dello stesso.

A questo riguardo l’Amministrazione del Consorzio ha colto l’occasione di introdurre alcuni correttivi, contenuti nella Guida A.N.B.I., al fine di garantire una più equa distribuzione della spesa sulla contribuenza.

In particolare è stata adottata la metodologia dei “centri di costo”, suddividendo il perimetro di contribuenza in sei sistemi idraulici tra loro omogenei, in modo da correlare meglio gli indici idraulici di ciascun sistema alla effettiva necessità operativa e gestionale dello stesso, e garantendo così una più diretta corrispondenza tra la contribuzione ed il “beneficio” reso in termini di effettiva operatività del Consorzio.

E’ stata inoltre aggiornata la banca dati catastale consortile, assumendo come base imponibile per gli immobili urbani la rendita catastale opportunamente abbattuta di un valore percentuale costante e per gli immobili agricoli il reddito domenicale al netto del soprassuolo.

Con tali modalità è stato possibile rendere omogenea la base imponibile per gli immobili urbani e quelli agricoli, semplificando la emissione dei ruoli e rendendo più equo il criterio di ripartizione della spesa.

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PRIMA PARTE

1. IL CONSORZIO 1.1 La costituzione del Consorzio Il "Consorzio di Bonifica dell’Area Fiorentina”, Ente di diritto pubblico ai sensi dell'art. 59 del R.D. 13.2.1933 n° 215, è stato costituito5 con R.D. n° 4.537 del 30 giugno 1927, su istanza dei Consorzi Idraulici che gestivano nel comprensorio di pianura opere idrauliche di scolo e di difesa, giustificate alla luce di quanto esposto dal R.D. 30 dicembre 1923 n° 3.256. La storia del Consorzio nella Piana ha avuto infatti inizio fin dal 1926, costituito ai sensi dell’art. 68 del T.U. 30 dicembre 1926 n.3.256, su iniziativa dei quattro dei sei Consorzi idraulici esistenti allora e precisamente quelli di: Fosso Reale, Prunaia, Dogaia ed affluenti, Osmannoro ed argine sinistro Dogaia, Gavina e Fossetto. Riconosciuta la necessità imprescindibile di operare in modo organico e coordinato per la soluzione efficace dei problemi idraulici che inibivano consone utilizzazioni agronomiche ed insediative del territorio, con il citato R.D. n.4537 del 30 giugno 1927, veniva sancito il principio della unitarietà, in termini di bonifica idraulica, del “bacino idrografico” comprendente quindi, oltre alle zone pianeggianti, le zone montane e collinari. Successivamente, in data 26 gennaio 1929, il Consorzio (che era subentrato all’Istituto delle Bonificazioni Toscane nella domanda di concessione delle opere di bonifica della pianura di , acquistando anche il progetto datato 2 luglio 1926 che detto Istituto aveva predisposto) redigeva il “Progetto di massima della Bonifica” che rappresenta ancora oggi un vero e proprio progetto di difesa preventiva, basato sulle regole, diventate poi classiche, che prevedono il collegamento della bonifica montana con quella idraulica valliva e la separazione tra acque alte ed acque basse.

5 Con la denominazione "Consorzio speciale di bonifica della Piana di Sesto Fiorentino".

16 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Tale progetto infatti dimostrò la necessità di ampliare il Comprensorio, per abbracciare così tutto il bacino sovrastante la Piana di Sesto Fiorentino, che veniva riconosciuto con D.M. n.7196 del 12 luglio 1930, per cui il Consorzio estese la propria competenza a 7.900 ettari. In forza al R.D. del 17 novembre 1932, col quale venivano soppressi i sei consorzi idraulici il Consorzio otteneva la sua completa autonomia operativa. Con quest’ultimo atto, pertanto si realizzava per il Consorzio la possibilità di operare organicamente e coordinatamente sull’intero bacino idrografico attraverso la costituzione dell’Organo idoneo, al quale la successiva Legge 13 febbraio 1933 n.215 fornì una configurazione giuridica adeguata ai compiti. Le motivazioni che indussero a costituire il Consorzio di bonifica erano riconducibili alle oggettive difficoltà di coordinamento funzionale, sia delle opere, tenuto conto della loro interdipendenza, sia dei compiti istituzionali assegnati a ciascun Consorzio idraulico. A ciò si sommavano le oggettive esigenze di legare la soluzione dei problemi delle zone di pianura con quelli delle aree collinari e quindi dei relativi interventi idraulico- forestali. Il comprensorio consortile, in relazione al perimetro definito dal Ministero per l’Agricoltura e per le Foreste – D.M. 12 luglio 1930 n.7196, interessava una superficie complessiva di 7.900 ettari ripartita nei seguenti Comuni: ha 1.315 “ 1.060 Firenze “ 1.690 Sesto Fiorentino “ 3.480 Signa “ 355 ==== TOTALE HA 7.900

17 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Le competenze territoriali dell’allora “Consorzio Speciale di bonifica della Piana di Sesto Fiorentino e dei Territori Adiacenti” erano ulteriormente ampliate dalla Regione Toscana che, con deliberazione del Consiglio, adottata in data 5 febbraio 1985 n° 54, classificò come territorio di “bonifica integrale” la Piana di Prato nelle Province di Firenze e Prato, ampliando la superficie consortile di ulteriori 9.500 ettari (territorio di ampliamento o piana di Prato) interessanti i Comuni di Calenzano (435 ettari) , Campi Bisenzio (1.802 ettari), Signa (1.526 ettari) e Prato (5.737 ettari). In virtù di detta estensione il Comprensorio classificato veniva ad avere una superficie complessiva di 17.400 ettari con la seguente ripartizione territoriale:

Calenzano ha 1.750 Campi Bisenzio “ 2.862 Firenze “ 1.690 Sesto Fiorentino “ 3.480 Signa “ 1.881 Prato “ 5.737 ==== TOTALE HA 17.400

La Regione Toscana, con la Legge Quadro n° 34 del 5 maggio 1994, ha inteso dare un nuovo assetto alla materia stabilendo le “nuove norme in materia di bonifica” e prevedendo la modifica dei comprensori (art. 6 L.R.34/94) sulla base di “unità omogenee” sotto il profilo idrografico (art. 5 L.R. 34/94).

La stessa Regione Toscana ha quindi provveduto, con successiva deliberazione di Consiglio in data 15.10.1996 n°315, alla suddivisione del territorio regionale in 41 comprensori di bonifica, dando così applicazione agli innovativi indirizzi di cui alla citata L.R. n° 34/94.

18 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Il comprensorio, già in gestione al Consorzio Speciale di Bonifica della Piana di Sesto Fiorentino e dei Territori Adiacenti (oggetto di classifica partitamente con r.d. 4537 del 30 giugno 1927 e con deliberazione di Consiglio della Regione Toscana n°54 del 5 febbraio 1985), è stato interessato da sostanziali modificazioni territoriali, come previsto dalla citata D.C.R.T. n° 315 in data 15.10.1996 come modificata dalla D.C.R.T. n° 92 del 21.04.1998.

Il Comprensorio è stato infatti ampliato verso est (fino al limite del bacino del F. Sieve) mentre parte del territorio di pianura ad ovest della “S.P. Barberinese” è passato nel Comprensorio di Bonifica n° 15 “Ombrone Pistoiese Bisenzio”. In virtù di tali modifiche territoriali il Comprensorio è passato dai precedenti 17.400 ettari agli attuali 32.772 ettari.

COMPRENSORIO DI BONIFICA N° 16 “Area fiorentina” Territori già in gestione Nuovi Territori Totale (R.D. n° 4537/1927 (D.C.R.T. n° 92/1998) Comprensorio D.C.R.T. n° 54/85) n° 16 COMUNI Ha % Ha % Ha %

Calenzano 1.751 17.6 5357 23.5 7.108 21.7 Campi Bisenzio 1928 19.4 - - 1.928 5.9 - - 4217 18.5 4.217 12.9 Firenze 1.691 17.0 4273 18.7 5.964 18.2 - - 6386 28.0 6.386 19.5 Prato 247 2.5 416 1.8 663 2.0 Sesto Fiorentino 3.481 35.0 1037 4.5 4.518 13.8 Signa 843 8.5 - - 843 2.6 - - 1.145 5.0 1.145 3.5 TOTALI 9.941 100 22.831 100 32.772 100 Percentuale su 30.33% 69.67% 100% 32.772 Ha

19

Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Per effetto di tali Deliberazioni del Consiglio Regionale della Toscana (D.C.R.T. n° 315 del 15/10/96 come modificata dalla D.C.R.T. n° 92 del 21/4/986) : a) sono stati individuati i nuovi confini tra i comprensori di bonifica n° 15 “Ombrone Pistoiese” (ora denominato comprensorio “Ombrone Pistoiese Bisenzio”) e n° 16 “Piana di Firenze”; b) le funzioni di cui all’articolo 12 della L.R.T. 34/94 del comprensorio n° 16 sono state attribuite al “Consorzio Speciale di Bonifica della Piana di Sesto Fiorentino e dei territori adiacenti”, con sede in Firenze; c) quest’ultimo ha assunto la nuova denominazione di “Consorzio di Bonifica Area Fiorentina” comprensorio n° 16. d) il 31 dicembre 2001, a conclusione di un periodo transitorio di operatività, i territori già in gestione al “Consorzio di Bonifica Area Fiorentina” e ricompresi nel comprensorio n° 15 “Ombrone Pistoiese Bisenzio” sono entrati definitivamente nelle competenze del Consorzio di bonifica Ombrone Pistoiese - Bisenzio Le recenti disposizioni regionali fanno sì che il Comprensorio Consortile si componga di circa 9’940 ettari di territorio che erano già stati oggetto di precedente classifica in bonifica e sui quali era già operante, e di ulteriori 22’830 ettari circa di territori di nuova classifica. In relazione a ciò circa il 70% del territorio consortile attuale è costituito da territori di nuova classifica.

6 pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana del 1.7.1998 n. 26

20 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

1.2 Il comprensorio consortile Il comprensorio consortile originario era stato delimitato con D.M. 12.7.1930 n° 7.196, con un’estensione di 7.900 ettari, ripartita nei Comuni di Calenzano, Campi Bisenzio, Firenze, Sesto Fiorentino, Signa. La Regione Toscana, con deliberazione del Consiglio, adottata in data 5 febbraio 1985 n° 54, classificò come territorio di “bonifica integrale” la Piana di Prato nelle Province di Firenze e Prato, ampliando la superficie consortile di ulteriori 9.500 ettari (territorio di ampliamento o piana di Prato) per complessivi 17'400 ettari. La Legge Regionale 34/94 stabilisce, con l’art. 5, che la delimitazione dei comprensori sia deliberata dal Consiglio Regionale, e, assolvendo tale disposizione, con Delibera Regionale n. 315 del 15 ottobre 1996 e successive modifiche (Delibera n.92 del 21.04.1998), è stato ridefinito il perimetro del comprensorio del "Consorzio di Bonifica dell’Area Fiorentina". L’area di pertinenza del Consorzio interessa, oltre al di Sesto, parti significative dei Comuni di Campi, Signa e Calenzano (prevalentemente sulla sinistra del fiume Bisenzio) ed inoltre il Comune di Firenze in destra d’Arno, nonché gran parte dei Comuni di Fiesole e Pontassieve fino a raggiungere il Comune di Vaglia.

Il territorio consortile confina a Nord con il crinale da Monte Maggiore (le Croci di Calenzano) a Monte Giovi (Santa Brigida), ad Est con il Monte Bonello e l’abitato di Pontassieve, a Sud con il tratto fiorentino del Fiume Arno, ad Ovest con i Colli Alti di Signa e la catena della Calvana a Prato.

I bacini idrografici del comprensorio risultano essere, da ovest verso est, quelli tributari del F. Bisenzio e quelli tributari del F. Arno descritti a pag. 8 e seguenti.

21 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

A questi si aggiungono i sistemi di acque basse di bonifica tributari del F. Bisenzio:

• Sistema di Crucignano; • Sistema del Fosso di Piano di Signa; • Sistema della Viaccia. Tab n° 1 - Il comprensorio consortile: ripartizione amministrativa ° Fonte Istat Sup. totale Sup. inclusa nel % del comune % del comune comunale comprensorio sul totale sulla sup. totale n° Comune (in ettari) (in ettari) comunale consortile (a)° (b) (c = b: a) (d = b/32.772) 1 Calenzano 7.687 7.108 92,47 21,69 2 Campi di Bisenzio 2.862 1.928 67,37 5,88 3 Fiesole 4.217 4.217 100,00 12,87 4 Firenze 10.241 5.964 58,24 18,20 5 Pontassieve 11.444 6.386 55,80 19,49 6 Prato 9.759 663 6,79 2,02 7 Sesto fiorentino 4.904 4.518 92,13 13,79 8 Signa 1.881 843 44,82 2,57 9 Vaglia 5.694 1.145 20,11 3,49 10 Totale 58.689 32.772 55,84 100,00

Graf. n° 1 - % di superficie comunale ricadente nel nuovo comprensorio

3% Calenzano 14% 3% 22% Campi di Bisenzio 2% 6% Fiesole Firenze Pontassieve 19% 13% Prato 18% Sesto fiorentino Signa Vaglia

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1.3 Cenni storici Al periodo della Roma antica risalgono i primi tentativi volti a trasformare queste zone da terreni paludosi e soggetti ad inondazioni in terreni idraulicamente difesi e quindi coltivabili; l’impronta tipicamente romana si rileva dalla scansione del territorio caratterizzato da strade e fossi distribuiti secondo una maglia ortogonale. Nel periodo alto-medioevale si assiste al degrado e all’abbandono di questi territori, ed occorre attendere l’ascesa dei Medici perché inizi un’intensa ripresa dell’attività agricola ed i primi tentativi di rimboschimento. Si assiste, infatti, per evidenti motivi di ordine idraulico, ad uno sviluppo dell’agricoltura nella fascia collinare, a cui però non fece seguito una ripresa produttiva delle terre di piano, dove non si riuscì a ricoltivare secondo la situazione romana per la mancanza di una regolare sistemazione generale. E’ solo con l’inizio di questo secolo, che prendono avvio consistenti rimboschimenti del Monte Morello ed il primo tentativo di risolvere organicamente il problema idraulico della pianura ad opera dell’Istituto Bonificazioni Toscane. Riconosciuta la necessità imprescindibile di operare in modo organico e coordinato per la soluzione efficace dei problemi della bonifica della zona, con R.D. n. 4537 del 30 giugno 1927 si provvedeva, finalmente, a sancire la costituzione del Consorzio Speciale per la Bonifica della Piana di Sesto Fiorentino. Successivamente, in data 26 gennaio 1929, il Consorzio redigeva il "Progetto di massima della Bonifica" che rappresentò un vero e proprio progetto di difesa preventiva, seguente le regole, diventate poi classiche, che prevedono il collegamento della bonifica montana con quella idraulica valliva e la separazione tra acque alte e acque basse.

23 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Nel 1929 fu stilato il "Progetto della bonifica integrale della Piana di Sesto Fiorentino" per il riassetto idraulico del comprensorio sulla base del quale è stata realizzata la quasi totalità della rete idraulica di bonifica oggi esistente, ad opera del Prof. Ing. Manfredi De Horatiis. La base del progetto De Horatiis fu la stabilizzazione della parte montana e pedecollinare mediante rimboschimenti e la realizzazione di numerose briglie sulle aste torrentizie che, intercettate allo sbocco nella pianura alluvionale da un sistema di due canali di cinta orientati in direzione est-ovest, venivano convogliati nel fiume Bisenzio. Fu così realizzata la separazione tra le acque "alte", di origine esterna alla pianura, e quelle "basse", interne ad essa. Le acque "basse", private degli apporti esterni, vennero poi riorganizzate e portate a confluire, mediante un unico collettore principale, nel fiume Bisenzio all’altezza dei Renai. Lo schema sopra descritto, pur mantenendo inalterata la sua validità concettuale, era stato progettato e realizzato per un comprensorio di vocazione agricola con modesti deflussi e comunque assoggettabile anche ad estesi allagamenti con lievi conseguenze. L’estesa urbanizzazione del territorio che ha caratterizzato gli anni ’60, ha alterato quelle condizioni, richiedendo il costante adeguamento della rete di bonifica che diventa così elemento di salvaguardia dal rischio idraulico; l'urbanizzazione, infatti, impedisce l'assorbimento e la ritenzione delle piogge, comporta un aumento di velocità di scorrimento dell'acqua nei canali recettori, che si traduce nella necessità di maggior portata. Inoltre, la filosofia applicata alle zone agricole, per le quali sono possibili modesti allagamenti periodici a seguito di piogge critiche, non si può applicare ad un territorio urbanizzato in cui le acque devono essere allontanate in ogni caso; anche questo si traduce nella necessità di maggiori portate da smaltire da parte della canalizzazione di bonifica.

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Proprio per tale motivo si è resa necessaria una nuova stesura del "Piano Generale di Bonifica" nel 1988, prevedendo opere sulla base di eventi meteorici aventi tempi di ritorno inferiori a 50 anni circa e 100 per le acque alte. E’ altresì indubbio che un notevole passo avanti nella risoluzione dei problemi idraulici territoriali è attribuibile all’aumento della sensibilità nei confronti dei problemi ambientali, di salvaguardia del territorio e di tutela dal rischio idraulico ai fini dello per lo sviluppo ambientale e produttivo del territorio.

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2. IL TERRITORIO

2.1 L’ambiente fisico: orografia, idrografia e geologia

Dal punto di vista idrografico, il territorio è delimitato a Sud dai Fiumi Arno; ad Ovest dal F. Bisenzio; ad Est dal bacino del Fiume Sieve nonché da altri corsi d’acqua, sia naturali che si originano dalla zona montana, sia artificiali presenti nella zona di pianura (gore e fossi) con recapito finale nei richiamati corsi d’acqua.

L’aspetto fisico preponderante, deriva dalla formazione geologica comune a tutta la piana di Firenze, formatasi da una depressione lacustre colmatasi in più fasi successive.

In un primo momento, nella zona di Signa, si depositarono nell’area di Firenze sedimenti lacustri prevalentemente fini.

Prima che il lago si colmasse completamente, vi fu un sollevamento differenziale dell’area su cui sorge Firenze, a causa di faglie trasversali sviluppatesi approssimativamente da Castello a Peretola; in questa fase i corsi d’acqua, scorrendo da Est ad Ovest, hanno formato uno pseudo-conoide di argille con inclusioni ghiaiose in corrispondenza delle Cascine, verso l’Osmannoro.

La sedimentazione continuò, quindi, sino al riempimento, con la formazione di aree paludose residue, documentate in tempi storici.

L’Arno, diventato il fiume più importante con la cattura delle acque dalle valli del Mugello, sedimentò prevalentemente materiali grossolani, prima ad Ovest delle Cascine, poi per tutta la piana sino alla Gonfolina, con il limite Nord della S.S. Pistoiese.

L’ultima fase, in cui l’Arno si trova completamente arginato e raddrizzato ad opera dell’uomo, è caratterizzata da sedimentazioni solo in occasione di grandi eventi alluvionali, come il più recente del 1966, in occasione del quale si sono riscontrati depositi superiori al metro.

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Il comprensorio di bonifica comprende anche i territori montani e pedecollinari, la cui influenza si riflette direttamente sulla pianura.

Le pendenze sono molto forti (in media il 30%), su di un substrato di macigno e di galestro facilmente alterabile e suscettibile al dilavamento, a causa, anche, del disboscamento perpetuato fino al primo Novecento, che aveva favorito la perdita del substrato superficiale di humus.

Si imponevano, quindi, interventi per la conservazione del suolo, tendenti sia a diminuire la velocità di deflusso delle acque torrentizie mediante briglie, sia ad incrementare la superficie boscata delle pendici.

La zona montana del comprensorio consortile è poco antropizzata ed è occupata per lo più da boschi, macchie ed incolti, mentre solo un’area limitata è destinata alla coltivazione (vigneti e coltivazioni arboree su pendici terrazzate).

La zona pedemontana o collinare, pur essendo caratterizzata da una struttura geologica simile a quella della zona montana, presenta una maggior presenza di sistemazioni e, conseguentemente, di aree coltivate.

Le aree urbane e quelle in loro prossimità sono caratterizzate da pendenze modestissime, classificabili quindi come “pianura”, con quote che variano tra i 30 ed i 70 metri s.l.m..

Da un punto di vista geologico, è ben nota l'origine lacustre (Pliocene) della Piana a Nord Ovest di Firenze, che presenta un sottofondo di depositi lacustri e argille con conglomerati di chiusura ai margini del bacino, sovrastato da uno strato di depositi fluviali di ciottoli e argille sabbiose, interessato da lievi terrazzamenti e dalla presenza di lenti argillose cui si deve spesso la scarsa capacità drenante del terreno.

Marginalmente si rilevano sabbie e letti di ghiaia in prossimità dell'Arno, affioramenti di argille scagliose di epoche precedenti (Eocene) quali la collina di Signa ed i fianchi del fiume Bisenzio.

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2.2 Il clima

La maggior parte delle attività dell’uomo, in particolare quelle che si svolgono all’aperto, sono condizionate dall’andamento climatico, per cui non c’è dubbio che esiste un rapporto diretto tra alcune attività economiche ed il clima.

Temperature, precipitazioni atmosferiche e pressione sono i principali elementi costitutivi del clima.

Trascurando la trattazione della pressione atmosferica, utile soprattutto nel settore delle previsioni meteorologiche, può risultare interessante, per un inquadramento del clima presente nel comprensorio consortile, l’esposizione di alcuni dati delle registrazioni pluviometriche e termometriche.

Il clima è quello classico delle zone peninsulari interne poste a ridosso dell'Appennino Centrale.

Nel comprensorio consortile si hanno, infatti, inverni rigidi con temperature che scendono al di sotto di 0°C anche nelle zone più vallive, ed estati sono molto calde, con temperature che superano, di norma, i 35°C.

Ovunque risultano notevoli escursioni termiche mensili, mentre quelle giornaliere più marcate si verificano nella parte montana.

La temperatura media annuale si aggira intorno ai 13°C, con valori medi mensili che oscillano dai 5°C in febbraio ai 22,5°C in luglio.

I valori di piovosità (con una media annua di 882 mm e punta massima di 1.265 mm nel 1937 e minima di 435 mm nel 1945) definiscono una distribuzione delle precipitazioni di tipo peninsulare, con una marcata accentuazione delle piogge in autunno-inverno ed in minor misura in primavera; l'estate, generalmente, decorre secca e con rari temporali.

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Graf n° 2 - Diagramma termopluviometrico stazione Firenze

Graf. n°3 - Media dei giorni con precipitazione uguale o superiore a 1 mm*

*Dati da: Servizio Meteorologico dell’Aeronautica militare.

Tab. n°2 Precipitazione (mm) cumulata mensile minima e massima (elaborazione dati 1961 – 1990 - dati Servizio Meteorologico Aeronautica Militare)

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Mesi Rmin° Rmax° gennaio 0,01 7,42 febbraio 0,83 7,54 marzo 0,04 9,17 aprile 0,42 7,63 maggio 0,00 6,84 giugno 0,13 5,55 luglio 0,00 9,13 agosto 0,09 8,04 settembre 0,00 8,71 ottobre 0,09 10,88 novembre 0,25 9,71 dicembre 0,38 11,38 °Rmin = minimo della precipitazione cumulata mensile.(mm) °Rmax = massimo della precipitazione cumulata mensile(mm)

Graf n° 4 - Diagramma cronologico dei totali annui di precipitazione alla stazione pluviometrica di Firenze (periodo 1921 – 1950)

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2.3 Il quadro economico del comprensorio consortile

2.3.1 Inquadramento generale.

Posta sulle grandi direttrici del traffico commerciale interno e fortemente proiettata sui mercati esteri, l’Area fiorentina si presenta come territorio con risorse umane, ambientali, economiche e culturali ineguagliabili, che hanno prodotto un modello economico ed un marchio di qualità riconosciuto in tutto il mondo.

Graf. n°5- posizione delle attività economiche dell’Area Fiorentina.

La complessità della struttura economica dell’area urbana fiorentina, è evidenziata nel grafico n. 5.

La prevalenza dell’attività terziaria è confermata, ma emerge anche la rilevanza dell’attività industriale, infatti la ricchezza e la centralità dell'area è dovuta soprattutto all'apparato industriale e manifatturiero e relativa commercializzazione dei beni prodotti.

L’attività agricola appare quantitativamente poco significativa, ma il dato sottostima l’importanza che tale attività esercita nei confronti dell’intero territorio e nei confronti di altri settori, attraverso il turismo (l’agriturismo) e, più in generale, per l’immagine stessa dell’Area Fiorentina e della Toscana.

31 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

2.3.2 Analisi socioeconomica del comprensorio

L’analisi è stata effettuata sulla base dei dati ISTAT a livello provinciale e comunale desunti dalle seguenti pubblicazioni:

• 14° Censimento della popolazione e delle abitazioni;

• 13° Censimento della popolazione e delle abitazioni;

• 5° Censimento Generale dell’agricoltura – Caratteristiche strutturali delle aziende agricole.

2.3.2.A La popolazione.

Dal confronto tra i dati del censimento del 1991 e il censimento del 2001, si registra una diminuzione della popolazione pari al 2,61%. All’interno di tale dato la maggiore contrazione della popolazione si è avuta nel capoluogo toscano (- 7,5%), probabilmente in favore di una generale tendenza allo spostamento della popolazione nei comuni limitrofi che, tranne situazioni sporadiche di decremento (Sesto Fiorentino e Fiesole), evidenziano una certo incremento della popolazione.

La tabella n° 3 mette in evidenza la dinamica della popolazione residente nei diversi comuni nell’arco del decennio che intercorre tra gli ultimi due censimenti disponibili.

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Tab. n° 3 - Popolazione residente per comune, variazioni e densità.

Comune Popolazione residente Variazioni Densità

1991 2001 % (Ab/Kmq)

Calenzano 15.031 15.140 0,73 196,96

Campi di Bisenzio 34.962 38.407 9,85 1.341,96

Fiesole 15.190 14.808 -2,51 351,15

Firenze 404.848 374.501 -7,50 3.656,88

Pontassieve 20.473 20.825 1,72 181,97

Prato 167.112 174.513 4,43 1.788,23

Sesto fiorentino 47.850 47.083 -1,60 960,09

Signa 14.506 15.301 5,48 813,45

Vaglia 4.373 4.831 10,47 84,84

Totale 724.345 705.409 -2,61 1.201,94

Nel territorio consortile si registra una densità di popolazione abbastanza variabile nell’ambito dei diversi comuni; ciò è imputabile essenzialmente alla variabilità orografica del territorio e, conseguentemente, alla localizzazione delle aree urbane ed industriali nelle situazioni di pianura. Pur essendo la densità demografica dell’intera provincia di Firenze abbastanza elevata essendo pari a 264 abitanti per kmq e, quindi, superiore sia al valore medio nazionale (186,8 ab./Kmq) sia a quello regionale (150,5 ab./Kmq), quella dell’area del comprensorio consortile è decisamente più alta (1.201,94 ab./Kmq), indice di un elevato grado di urbanizzazione e di sviluppo industriale. Il percorso di sviluppo demografico ed economico seguito dall’area fiorentina nel corso degli ultimi cinquanta anni non si discosta, nella sua configurazione, da quello della regione nel suo complesso, ma presenta una dinamica accentuata rispetto a quella media regionale. In particolare, negli anni che vanno dal 1951 al 1981, la crescita demografica (dovuta anche a forti movimenti migratori), è stata molto più elevata di quella regionale, ma anche l’inversione di tendenza verificatasi nel ventennio successivo si è manifestata in

33 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

modo più intenso. La crescente congestione del territorio del capoluogo, il cambiamento di destinazione di molti edifici del centro storico e l’aumento dei prezzi degli immobili e dei canoni di affitto hanno determinato prima una progressiva flessione e poi un’inversione della componente migratoria che, accompagnata da un’analoga dinamica della componente naturale, ha condotto a una generale riduzione della popolazione residente nell’area.

Graf. n°6 - La densità abitativa nei comuni in provincia di Firenze.

34 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

2.3.2.B Il tessuto imprenditoriale dell’area fiorentina Relativamente al numero di imprese presenti sul territorio, la provincia di Firenze occupa una posizione di tutto rilievo, l'ottava, superando le 103.000 unità. Particolarmente forti risultano il commercio (27,7% del totale delle imprese) e l'industria in senso stretto (19,7%) che da soli rappresentano quasi il 50 % dell'intero settore imprenditoriale; nello specifico il ramo industriale, sempre inteso in senso stretto, pesa in modo notevole, soprattutto rispetto al corrispondente dato nazionale (13,2%). Viceversa il settore agricolo assorbe solo il 7,1% delle imprese contro il 13,1% della Toscana ed il 18% dell'Italia. La presenza di attività artigianali risulta discretamente alta, superiore sia al valor medio toscano che a quello italiano: Nel triennio 1998-2000 si è osservata una crescita modesta del numero di imprese (1,5%), più nei confronti di quanto registrato a livello nazionale (2,3%) che rispetto al dato regionale (1,9%).

2.3.2.C Il mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione della provincia di Firenze risulta pari al 4,2%, inferiore sia a quello toscano (5,1%) che a quello italiano (9,5%). Dal 1995 tale tasso è diminuito di ben 3,7 punti percentuali, segno di una situazione occupazionale in costante miglioramento. Scarso è il ricorso al lavoro irregolare la cui incidenza (14,4%) consente a Firenze di occupare la terzultima posizione nella speciale classifica limitata alle province del Centro Italia.

35 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Graf. n° 7 – Tassi di disoccupazione: confronto tra il 1995 ed il 2001

Tab. n°4- Ripartizione delle unità di lavoro per settore produttivo

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Tab. n° 5 - Numero di addetti nel settore industriale e terziario per comune ALTRI INDUSTRIA COMMERCIO TOTALE SERVIZI COMUNI % sul % sul % sul addetti addetti addetti addetti totale totale totale Calenzano 6.230 56 2.055 18 2.877 26 11.162

Campi 7.517 49 3.393 22 4.386 29 15.296 Bisenzio

Fiesole 880 31 770 28 1.148 41 2.798

Firenze 32.731 27 31.325 26 57.511 47 121.567

Pontassieve 2.680 52 996 19 1.518 29 5.194

Sesto 9.439 50 5.280 28 4.086 22 18.805 Fiorentino

Signa 2.445 54 790 18 1.257 28 4.492

Vaglia 296 42 139 20 264 38 699

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2.3.2.D La struttura produttiva industriale.

La struttura produttiva è articolata su sistemi locali di piccola impresa e distretti industriali a forte specializzazione, caratterizzati da una elevata flessibilità produttiva che consente una pronta risposta all'evoluzione dei consumi e della domanda dei mercati interni ed esteri.

Il tessuto industriale è caratterizzato da imprese di piccole e medie dimensioni, estremamente dinamiche sul fronte dell'innovazione: sulla tradizionale esperienza artigiana, si innesta infatti una continua ricerca di soluzioni sofisticate che consentono la produzione di beni ad elevato standard qualitativo.

Le prospettive della domanda interna sono molto buone, la circolazione della moneta all'interno del tessuto bancario e commerciale della città e della provincia si mantiene sempre su livelli consistenti. A questo proposito è forse superfluo ricordare che Firenze si colloca fra le 10 città più ricche d'Italia per numero di depositi e per massa liquida depositata, supportata in tale classifica da altre province toscane.

Le produzioni di punta sono quelle tradizionali dell'industria leggera, basata sul sistema moda (tessile-abbigliamento, calzature e pelletteria) e sul sistema arredamento (legno e mobilio, vetro e ceramica), della meccanica (di precisione, macchinari e apparecchi) e, in misura minore, della chimica secondaria e farmaceutica. Tali settori continuano ad essere il traino dell’economia locale, sebbene siano fortemente diversificati al loro interno per produttività, livello di occupazione, penetrazione nei mercati esteri, etc.

L'area fiorentina in particolare si caratterizza per la rilevanza dell'artigianato artistico, le cui creazioni (cotto, carta stampata, lavorazione artistica del legno, della pietra e dei metalli) sono note e apprezzate nel mondo.

38 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Il terziario, nonostante la netta superiorità in termini di addetti, svolge essenzialmente una funzione endogena di sostegno all'industria locale e di indotto rispetto al settore turistico. Inoltre, da eterna meta del turismo d'arte, Firenze si propone oggi anche come moderno polo del turismo d'affari, essendosi dotata di moderne e capaci strutture espositive e congressuali.

Tab. n. 6 - Numero delle imprese per settore e comune INDUSTRIA COMMERCIO ALTRI SERVIZI TOTALE COMUNI numero % sul totale numero % sul totale numero % sul totale numero

Calenzano 832 47 528 30 413 23 1.773 Campi Bis. 1.327 43 909 29 851 28 3.087 Fiesole 238 29 251 31 320 40 809 Firenze 7.121 20 11.141 31 17.303 49 35.565 Pontassieve 515 40 391 30 391 30 1.297 Sesto Fi. 1.546 38 1.298 32 1.173 29 4.017 Signa 653 49 308 23 361 27 1.322 Vaglia 55 20 80 30 134 50 269

A conferma della vivacità del settore imprenditoriale fiorentino, è interessante notare come il saldo fra natalità e mortalità delle imprese, è ampiamente positivo, come dimostrano gli ultimi dati disponibili ('96).

Per ciò che riguarda l’export, inoltre, la tendenza al segno positivo è ormai una costante degli ultimi 5 anni, a dimostrazione della capacità degli imprenditori toscani ad inserirsi nei mercati internazionali e a rispondere positivamente alla loro domanda.

39 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Graf n° 8- Esportazioni

(1997)

Graf n°9 - Esportazioni per settore (1997

40 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

2.3.2.E La struttura produttiva agricola

L’attività agricola appare, come già detto in precedenza, poco importante per dell’incidenza sul PIL dell’area; ma il dato sottostima l’importanza che l’attività agricola esercita nei confronti dell’ambiente (in senso lato) e nei confronti di altri settori.

L'agricoltura, comunque, nel comprensorio ha assunto, nel corso degli anni, un’importanza economica sempre più marginale e concentrata in alcune aree dove è possibile ottenere prodotti di alto valore qualitativo.

Tab. n. 7 – Aziende agricole per comune e relativa superficie totale ed utilizzabile Superf. agricola Superf. agricola Comune n° aziende totale (ha) utilizzabile (ha)

Calenzano 248 4.791 1.955 Campi di Bisenzio 199 1.199 1.149 Fiesole 163 1.827 1.066 Firenze 768 3.142 1.813 Pontassieve 476 9.494 4.433 Sesto Fiorentino 234 2.084 924 Signa 91 502 435 Vaglia 92 2.539 1.159 Totale 2.271 25.578 12.934 * Prato, data l'esiguità della superficie territoriale inserita nel comprensorio consortile, non è stato inserito in questa tabella.

41 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Graf. n. 11 – Numero di aziende agricole per comune

Vaglia Signa Calenzano Sesto Campi di Fiorentino Bisenzio

Fiesole Pontassieve Firenze

Dai dati riportati nelle tabelle e nei grafici precedenti è evidente, che pur essendo Firenze il comune con il maggiore numero di aziende, il comune con maggiore superficie agricola in termini assoluti è Pontassieve caratterizzato inoltre dalla presenza di aziende agricole di medie e grandi dimensioni. Analizzando i dati, predendo come riferimento la SAT, nell’ambito delle 2.271 aziende presenti nel comprensorio consortile, 745 hanno una dimensione inferiore ad 1 ettaro (pari al 33%circa) e 397, pari al l’17%, hanno dimensione inferiore a 2 ettari. Gran parte delle aziende che rientrano in queste categorie sono da considerare economicamente marginali o extra-marginali, con una redditività garantita solo in termini di reddito netto, quale compenso per le prestazioni di lavoro e di capitale dell’imprenditore.

42 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Tab. n° 8.- Aziende agricole per classi di superficie totale

10-20 50-100 Comune <1ha 1-2 ha 2-5 ha 5-10 ha 20-50 ha >100 ha Totale ha ha Calenzano 104 27 32 36 13 18 5 13 248 Campi di Bisenzio 87 36 39 16 8 8 3 2 199 Fiesole 30 23 40 29 22 15 1 3 163 Firenze 299 179 171 87 21 9 0.00 2 768 Pontassieve 83 85 101 76 55 46 14 16 476 Sesto Fiorentino 96 21 49 32 21 9 3 3 234 Signa 28 19 23 10 9 0 1 1 91 Vaglia 18 7 15 9 14 13 9 7 92 Totale 745 397 470 295 163 118 36 47 2271

Graf. n.°11 - Aziende agricole per classi di superficie totale

n° aziende 745

470 397 295 163 118 36 47

<1ha 1-2 2-5 5-10 10- 20- 50- >100 n° aziende 745 397 470 295 163 118 36 47

Tab. n° 9 - Superficie agricola totale per classe di superficie

50-100 Comune <1ha 1-2 ha 2-5 ha 5-10 ha 10-20 ha20-50 ha >100 ha Totale ha

Calenzano 38,78 36,56 101,98 241,11 213,11 517,98 302,67 3.397,93 4.850,12 Campi di B. 38,72 50,12 125,66 119,20 126,01 268,72 189,12 281,46 1.199,01 Fiesole 15,22 31,53 125,91 196,96 329,32 398,82 72,00 657,63 1.827,39 Firenze 141,81 245,24 546,16 565,74 287,87 272,72 0,00 1.082,79 3.142,33 Pontassieve 52,33 112,77 332,13 528,98 797,97 1.421,27 923,06 5.325,62 9.494,13 Sesto Fior. 51,13 27,48 158,66 220,50 301,58 257,79 173,10 893,96 2.084,20 Signa 16,14 29,20 71,96 63,07 114,79 0,00 96,93 110,00 502,09 Vaglia 9,51 9,70 53,60 64,24 195,37 500,19 637,27 1.069,60 2.539,48 Totale 363,64 542,60 1.516,06 1.999,80 2.366,02 3.637,49 2.394,15 12.818,99 25.638,75

43 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Tab. n° 10 - SAT e SAU nell’ambito del territorio comunale: incidenza percentuale

% di SAT sul % di SAU sul Sup. totale Comune SAT (ha) SAU (ha) totale Sup. totale Sup. comunale* comunale comunale Calenzano 7.687 4.791 1.955 62,33 25,43 Campi di Bisenzio 2.862 1.199 1.149 41,89 40,15 Fiesole 4.217 1.827 1.066 43,32 25,28 Firenze 10.241 3.142 1.812 30,68 17,70 Pontassieve 11.444 9.494 4.433 82,96 38,74 Sesto fiorentino 4.904 2.084 924 42,50 18,84 Signa 1.881 502 435 26,69 23,13 Vaglia 5.694 2.539 1.159 44,59 20,35

Totale 48.930 25.578 12.934 * Prato, data l'esiguità della superficie territoriale inserita nel comprensorio consortile, non è stato inserito in questa tabella.

Graf. n° 12 -.SAT nell’ambito del territorio comunale: incidenza percentuale

44,59 Signa 26,69 42,50 Pontassieve 82,96 30,68 Fiesole 43,32 41,89 Calenzano 62,33

44 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Graf. n°13 - SAU nell’ambito del territorio comunale: incidenza percentuale

20,35 Signa 23,13 18,84 Pontassieve 38,74 17,70 Fiesole 25,28 40,15 Calenzano 25,43

Pur essendo Firenze il comune con maggiore presenza di aziende agricole, quello con carattere di maggiore ruralità, come già detto, è Pontassieve, seguito da Campi Bisenzio che diventa il comune più agricolo se si considera la superficie agricola utilizzabile che rappresenta ben il 40% della superficie agricola comunale. Considerevole la superficie boscata (43% della SAT dell’area) soprattutto nei comuni di Pontassieve, Calenzano, Vaglia.

Tab. n° 11- superficie agricola totale in base all'utilizzazione dei terreni per comune Superficie Arboricoltura Altra Comune SAU Boschi agraria non Totale da legno superficie utilizzata Calenzano 1.955,49 0,00 2.740,92 66,10 28,46 4.790,97 Campi di Bisenzio 1.149,06 0,95 0,00 13,42 35,58 1.199,01 Fiesole 1.066,07 0,00 666,58 22,47 72,27 1.827,39 Firenze 1.812,73 6,13 1.126,81 121,35 75,31 3.142,33 Pontassieve 4.432,92 30,08 4.282,46 607,04 141,63 9.494,13 Sesto Fiorentino 924,28 7,00 996,35 96,99 59,58 2.084,20 Signa 435,05 0,00 4,00 41,14 21,90 502,09 Vaglia 1.158,68 0,00 1.184,34 147,51 48,95 2.539,48 Totale 12.934,28 44,16 11.001,46 1.116,02 483,68 25.579,60

45 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Graf.n. 14 - Incidenza percentuale della superficie boscata per comune

Vaglia Calenzano Signa 11% 25% Sesto 0% Campi di Fiorentino Bisenzio 9% 0%

Fiesole Pontassieve 6% 39% Firenze 10%

I terreni agricoli del comprensorio sono, in generale, destinati prevalentemente alle coltivazioni arboree, ma nell’ambito dei singoli comuni le utilizzazioni sono alquanto variabili essendo dipendenti soprattutto dalle caratteristiche orografiche e pedologiche del territorio Tra le legnose agrarie, la coltura predominate è l’olivo, sia per la superficie investita sia per redditività.

Tab. n° 12 - Utilizzazione della SAU per comune. Coltivazioni Prati permanenti e Seminativi Comune legnose agrarie pascoli Totale % sul sup. (ha) sup. (ha) % sul totale sup. (ha) % sul totale totale Calenzano 418,88 21 848,49 43 688,12 35 1.955,49 Campi di Bisenzio 1.071,71 93 18,85 2 58,50 5 1.149,06 Fiesole 143,39 13 852,01 80 70,67 7 1.066,07 Firenze 366,86 20 1.293,57 71 152,30 8 1.812,73 Pontassieve 1.046,14 24 2.619,66 59 767,12 17 4.432,92 Sesto Fiorentino 216,90 23 626,70 68 80,68 9 924,28 Signa 390,02 90 37,92 9 7,11 2 435,05 Vaglia 213,03 18 183,55 16 762,10 66 1.158,68 Totale 3.866,93 30 6.480,75 50 2.586,60 20 12.934,28

46 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Graf. n° 15- Superficie erborata e oliveto per comune

io e e o a ia z z v n ie g ntin Si ss re Vagl Fiesole Firen ta Bisen n superficie arborata Calenzano di Fio i Po to s e oliveto S Camp

47 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

2.4 La rete idraulica del Comprensorio

La rete idraulica del Comprensorio è idraulicamente suddivisa tra quella tributaria del F. Bisenzio1, interessante la zona più occidentale del comprensorio e quella tributaria del F. Arno interessante la zona orientale del Comprensorio, essendo il bacino del T. Terzolle - T. Mugnone il limite occidentale del bacino del F. Arno.

Questa suddivisione oltre che essere di tipo puramente idraulico pone anche un importante limite tra le aree interessate da un reticolo idraulico complesso dove intensa è, ed è stata, l’attività antropica e di bonifica idraulica e le aree dove il reticolo idraulico, pur presentando inequivocabili tracce dell’intervento antropico, risente in maniera minore dell’attività di bonifica.

Le aree tributarie del F. Bisenzio interessano infatti la quasi totalità delle aree pianeggianti del Comprensorio dove la difesa idraulica dalle acque esterne è assicurata da estese ed imponenti opere arginali e dove il drenaggio è garantito e reso possibile da continue e diffuse opere di bonifica idraulica.

Le aree tributarie del F. Arno, ad eccezione della piana occupata interamente dalla città di Firenze, sono invece prevalentemente collinari e/o montane attraversate da corsi d’acqua incassati e quasi del tutto privi di opere idrauliche di difesa, ad eccezione di modesti tratti di alcuni corsi d’acqua.

I principali bacini idrografici del comprensorio risultano essere, da ovest verso est, quelli descritti a pag. 7 e seguenti.

L’idrografia dei bacini tributari del F. Bisenzio è costituita:

• dai sistemi di acque alte con alvei naturali ed incassati, poco modificati, nella parte montana, che si prolungano, attraversando il comprensorio fino al raggiungimento dell’area di pianura, in alvei artificiali arginati e talora pensili;

1 Il F. Bisenzio confluisce nel F. Arno in destra idraulica a valle della città di Firenze, in prossimità del ponte che unisce l’abitato di Signa (in destra d’Arno) a quello di Lastra a Signa (in sinistra d’Arno).

48 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

• dai sottobacini di acque basse di bonifica che drenano le estese aree pianeggianti e che sono suddivisi in tre sistemi indipendenti rappresentati da:

sistema della Viaccia che drena la piana fiorentina compresa tra la sinistra del T. Marina – F. Bisenzio, la destra del T. Terzolle – T. Mugnone e delimitato a nord dal bacino del Fosso Reale le cui principali canalizzazioni sono i canali colatori destro e sinistro del Fosso Reale, il collettore delle acque basse ed il canale emissario della Viaccia;

il sistema del Fosso di Piano in destra del F. Bisenzio che drena le aree pianeggianti comprese tra la strada Barberinese e la destra del F. Bisenzio le cui principali canalizzazioni sono il Fosso di piano, il cabnale allacciante i fossi Piano e Monaca ed il fosso della Monaca;

il sistema di Crucignano che drena le aree pianeggianti comprese tra la sinistra del F. Bisenzio e la destra del T. Marina le cui principali canalizzazioni sono il Collettore di Crucignano il Colatore in sinistra del T. Marinella ed il fosso di Pantano.

La separazione fra acque alte e acque basse non è naturale, ma è stata ottenuta principalmente mediante:

- la costruzione di due canali di Cinta (Orientale ed Occidentale) i quali intercettano tutti i corsi d’acqua provenienti da Monte Morello e li convogliano nel Fosso Reale che attraversa tutta la piana di Sesto Fiorentino per immettersi nel F, Bisenzio;

- la deviazione del T. Chiosina nel T. Marina mediante la costruzione di un canale pensile ed arginato denominato Nuovo Garille e l’adeguamento della sezione terminale del T. Marina stesso.

L’intero reticolo idraulico è descritto, nelle pagine seguenti, distintamente per ciascun sistema idraulico.

49 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

2.5 I sistemi idraulici del Comprensorio n° 16 oggetto del presente Piano

Il presente piano di classifica è redatto per una porzione del comprensorio consortile. Nello specifico è relativo ai sistemi idraulici tributari del F. Bisenzio ed esclude quelli tributari del F. Arno.

Il presente lavoro riguarda i seguenti sistemi idraulici che saranno approfonditi nel capitolo specifico.

1) Torrente Marinella di Travalle e Gora delle Pagnelle;

2) Torrente Marina e Torrente Chiosina;

3) Bacino acque basse di Crucignano e Gora del Ciliegio;

4) Bacino acque basse del Fosso Piano;

5) Sistema acque alte del Fosso Reale;

6) Bacino acque basse della Viaccia.

50 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

3. IL PIANO GENERALE DI BONIFICA E L’ATTIVITA’ CONSORTILE1 Le modifiche che hanno interessato, negli anni passati ed in tempi recenti, il Comprensorio consortile e che sono state descritte al capitolo 1 del presente Piano di Classifica, hanno determinato conseguenti necessità di modifica ed aggiornamento degli strumenti di programmazione tecnico- operativa dell’attività consortile che sono costituiti dai Piani Generali di Bonifica. La descrizione di tali documenti tecnico-operativi non può quindi prescindere da un collegamento diretto con l’analisi storica dell’evoluzione del Comprensorio e della conseguente modifica della operatività e della attività del consorzio.

1 Nel presente capitolo sono state sintetizzate le determinazioni contenute nei Piani Generali di Bonifica approvati in termini definitivi dalla Regione Toscana con deliberazione di Consiglio n°26 in data 17.02.1998 e n°29 in data 17.02.1998.

51 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

3.1 Il Comprensorio classificato nel 1930 Il comprensorio consortile, in relazione al perimetro definito dal Ministero per l’Agricoltura e per le Foreste – D.M. 12 luglio 1930 n.7196, interessava una superficie complessiva di 7.900 ettari ripartita nei seguenti Comuni: Calenzano ha 1.315 Campi Bisenzio “ 1.060 Firenze “ 1.690 Sesto Fiorentino “ 3.480 Signa “ 355 ==== TOTALE HA 7.900

L’operatività del Consorzio su tale comprensorio si basava sul “Progetto di massima della Bonifica” redatto in data 26 gennaio 1929 dal Prof. Ing. Manfredi de Horatiis che rappresenta ancora il nucleo della bonifica della Piana di Sesto Fiorentino, basato sulle regole, diventate poi classiche, che prevedono il collegamento della bonifica montana con quella valliva e la separazione tra acque alte ed acque basse. Successivamente, ancor prima ed indipendentemente dall’eccezionale evento del novembre ’66, a causa delle intercorse modificazioni d’uso di vaste aree del comprensorio, si è resa sempre più evidente la necessità di nuovi interventi, per adeguare una rete nata con la finalità di garantire l’utilizzo agricolo delle aree pianeggianti limitrofe alla città di Firenze in destra d’Arno. L’aggiornamento del piano di bonifica, in risposta alle incisive trasformazioni d’uso di buona parte delle aree originariamente agricole, alle diverse condizioni economiche ed alla evoluzione delle tecniche costruttive

52 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

e di manutenzione, è stato predisposto nel 19882 e successivamente nel 19963 attraverso una integrazione. Il Piano prevede interventi per l’adeguamento funzionale della rete di acque alte ad eventi con tempo di ritorno di 100 anni e di 50 anni per la rete di acque basse. Il citato studio di aggiornamento del Piano Generale di Bonifica è stato approvato definitivamente dalla Regione Toscana con D.C.R.T. n° 524 del 25.11.1994 per la rete di acque alte di complessivi 4148 ettari e con D.C.R.T. n°29 del 17/02/1998 per la rete di acque basse, di complessivi 3752 ettari. Il sistema delle acque alte oggetto di classifica nel 1930 è stato suddiviso nel presente Piano di Classifica tra il sistema idraulico 2 “T. Marina – T. Chiosina” (al quale è stato attribuito il bacino del T. Chiosina – Nuovo Garille della superficie di 1189 ettari) ed il sistema idraulico 5 “Fosso Reale”. Il sistema delle acque basse, oggetto di classifica nel 1930, è invece rimasto inalterato ed interamente compreso nel sistema idraulico 6 “Viaccia – acque basse” del presente Piano di Classifica.

2 Il Consorzio affidava l’incarico per la redazione dello studio di aggiornamento del Piano Generale di Bonifica, con convenzione in data 16.09.1987, alla società COINCO 3 la quale si sarebbe avvalsa della collaborazione dei Prof. Ing. Raffaello Lugli e Prof. Ing. Alberto Lamberti dell’Università di Bologna con la consulenza scientifica del Prof. Ing. Ignazio Becchi dell’Università di Firenze. 3 Il Consorzio affidava l’incarico per l’adeguamento dello studio di aggiornamento del Piano Generale di Bonifica alle prescrizioni formulate dalla Regione Toscana con D.C.R.T. n° 524 del 25.11.1994 per la sola rete di acque basse ai Prof. Ing. Raffaello Lugli e Prof. Ing. Alberto Lamberti con Deliberazione n° 11 del 20.06.1996 del Consiglio dei Delegati.

53 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

3.2 Il Comprensorio classificato nel 1985 Le competenze territoriali dell’allora “Consorzio Speciale di bonifica della Piana di Sesto Fiorentino e dei Territori Adiacenti” erano ulteriormente ampliate dalla Regione Toscana che, con deliberazione del Consiglio, adottata in data 5 febbraio 1985 n° 54, classificò come territorio di “bonifica integrale” la Piana di Prato nelle Province di Firenze e Prato, ampliando la superficie consortile di ulteriori 9.500 ettari (territorio di ampliamento o piana di Prato) interessanti i Comuni di Calenzano (435 ettari), Campi Bisenzio (1.802 ettari), Signa (1.526 ettari) e Prato (5.737 ettari). In virtù di detta estensione il Comprensorio classificato veniva ad avere una superficie complessiva di 17'400 ettari. Il Consorzio, sulla base delle ampliate funzioni ed in adempimento a quanto stabilito dal R.D. 13 febbraio 1933 n° 215 e dalla Legge Regionale 23 dicembre 1977 n° 83, ha provveduto, nel 19884, alla redazione del “Piano Generale di Bonifica dei territori interessati dall’ampliamento del comprensorio”, quale imprescindibile strumento per il coordinamento delle direttive atte a conseguire, nel territorio di nuova classificazione, le finalità istituzionali proprie della bonifica. Il Piano si è posto l’obiettivo di definire compiutamente scopi e finalità specifici e relative modalità progettuali e di intervento, tramite analisi di sintesi delle varie problematiche del territorio, presentandosi il tutto come un vero e proprio strumento di programmazione. Il territorio di nuova classifica è stato articolato in 4 sistemi di bonifica individuati come “0”, “1”, “2”, “3”; in particolare:

4 Il Consorzio incaricava, con provvedimento commissariale n° 109 in data 10.10.1988, la Società di prestazione di servizi “Raggruppamento F.I.R.E.M. – V.A.M.S. Ingegneria – Dott. Ing. Gianfranco Saraca” di redigere il Piano Generale di Bonifica dei territori interessati dall’ampliamento del comprensorio consortile come da DCRT n° 54 del 05.02.1985.

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- i sistemi “0” e “1” sono tra loro interconnessi e recapitano in un unico nodo terminale costituito dall’impianto idrovoro di Castelletti, con sversamento nel T. Ombrone; - i sistemi “2” e “3” recapitano con impianti idrovori nel fiume Bisenzio, rispettivamente in prossimità dell’abitato di Signa ed in località Crucignano, in comune di Campi Bisenzio. I dimensionamenti e le verifiche idrauliche sono stati riferiti ad un evento pluviometrico di progetto avente un tempo di ritorno di 20 anni per i bacini tributari del F. Ombrone e di 50 anni per i bacini tributari del F. Bisenzio. Il Piano è stato approvato con prescrizioni dal Consiglio Regionale della Toscana con Delibera n° 388 del 06/10/1992, tenuto conto delle prescrizioni formulate dalla C.R.T.A. nella seduta del 21/06/1991. Nel gennaio 1994 il Consorzio, alla luce degli adempimenti dettati dalle prescrizioni di cui sopra, ha rielaborato il Piano Generale di Bonifica dei territori interessati dall’ampliamento del comprensorio e lo ha ripresentato all’approvazione degli Organi Istruttori. Gli adempimenti hanno riguardato principalmente l’individuazione delle aree di potenziale allagamento e la verifica delle interrelazioni funzionali tra la rete di bonifica ed il territorio, con particolare riferimento alle indicazioni di sviluppo urbanistico contenute negli Strumenti Urbanistici Comunali, con lo Schema Strutturale e con i sistemi di fognatura. Nel 1996 il Consorzio ha presentato un ulteriore “Studio di aggiornamento del Piano Generale di Bonifica” con l’obiettivo di proporre ulteriori aree di territorio da destinare ad allagamento, per conferire più sicurezza e naturalità al sistema idraulico delle acque basse, riducendo nel contempo la quantità di acque da sversare nel fiume Ombrone e nel fiume Bisenzio durante i periodi di piena.

55 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

A tale proposito sono state individuate delle aree di espansione che nel complesso consentono di invasare un considerevole volume idrico, con conseguente riduzione della portata massima da sollevare degli impianti idrovori. Il Piano in argomento è stato approvato in termini definitivi dalla Regione Toscana con deliberazione di Consiglio n°26 in data 17.02.1998. Nel frattempo, per effetto delle più volte citate Deliberazioni del Consiglio Regionale della Toscana (D.C.R.T. n° 315 del 15.10.96 come modificata dalla D.C.R.T. n° 92 del 21.04.98) : a) sono stati individuati i nuovi confini tra i comprensori di bonifica n° 15 “Ombrone Pistoiese” (ora denominato comprensorio “Ombrone Pistoiese Bisenzio”) e n° 16 “Piana di Firenze”; b) il 31 dicembre 2001, a conclusione di un periodo transitorio di operatività, i territori già in gestione al “Consorzio di Bonifica Area Fiorentina” e ricompresi nel comprensorio n° 15 “Ombrone Pistoiese Bisenzio” sono entrati definitivamente nelle competenze del Consorzio di bonifica Ombrone Pistoiese – Bisenzio. In relazione a ciò la gran parte dei sistemi idraulici scolanti nel F. Ombrone (sistemi “0” e “1”) è passata nel Comprensorio di Bonifica n° 15 “Ombrone Pistoiese Bisenzio”, mentre i sistemi idraulici scolanti nel F. Bisenzio (sistemi “2” e “3” ora denominati sistema del Fosso di Piano di Signa e di Crucignano rispettivamente) sono rimasti integralmente ricompresi nel comprensorio n° 16 “Piana di Firenze”.

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3.3 Il Comprensorio tributario del F. Bisenzio classificato nel 1996 Per effetto delle più volte citate Deliberazioni del Consiglio Regionale della Toscana (D.C.R.T. n° 315 del 15.10.96 come modificata dalla D.C.R.T. n° 92 del 21.04.98) il Comprensorio n° 16 “Piana di Firenze” veniva esteso fino a comprendere gli interi bacini del T. Marina e del T. Marinella di Travalle completando così le attribuzioni che avevano già interessato parti marginali di tali bacini o che erano state limitate alla gestione di specifici tratti classificati in IIIa categoria ai sensi del R.D. n° 523/1904. Infatti il Consorzio era già operativo, seppure in maniera frammentaria, su tali bacini in quanto:

• dal 1927, anno del decreto di classifica in bonifica integrale della Piana di Sesto Fiorentino, l’Ente operava sul bacino del T. Chiosina, portato a confluire, assieme all’affluente Garillino, tramite il canale Nuovo Garille, nel T. Marina e ciò come previsto dal Progetto Generale di Massima del Prof. Ing. Manfredi De Horatiis (1929); il tutto finalizzato ad attuare la separazione dei sistemi di acque alte da quelli di acque basse del comprensorio; • dal 1985 la Regione Toscana con D.C.R. n° 54 in data 05.02.1985 affidava all’Ente le competenze di bonifica su una parte del bacino pianeggiante e vallivo rispetto al torrente Chiosina e specificatamente su 1049 ettari afferenti in gran parte la rete di scolo di acque basse tributaria dell’impianto idrovoro di Crucignano (748 ettari) ed in minima parte la rete di acque alte relativa al bacino della Gora del Ciliegio (115 ettari) ed alla Gora del Mulino o delle Macine (186 ettari);

• dal 1994 la Regione Toscana, con proprie leggi in data 29.07.1994 n°59 e 03.02.1995 n°17 ed in applicazione all’art. 59ter della L.R. n° 34/94, demandava all’Ente di Bonifica n°16 tutte le funzioni ed i

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compiti istituzionali del soppresso Consorzio idraulico di 3^ categoria “Bisenzio e Marina”5, che afferiscono:

a) Fiume Bisenzio, argine sinistro, dall'immissione del torrente Marina sino al Ponte Pietrino a Prato, limite di Comprensorio; per una estesa di ml. 6'350 ;

b) Torrente Marinella, argini destro e sinistro dall'immissione nel fiume Bisenzio in Comune di Campi Bisenzio sino a ml. 360 a monte del ponte alle Palle in Comune di Calenzano; per una estesa di ml. 5’100 ;

c)Torrente Marina6, argine destro dalla immissione nel fiume Bisenzio in Comune di Campi al ponte Carraia in Comune di Calenzano per una estesa di ml. 8'900 .

La Regione Toscana, in adempimento alla citata L. R. n° 99/987, stanziava con Decreto Dirigenziale n° 4371/99 un contributo a favore del Consorzio di Bonifica Area Fiorentina, da utilizzarsi per le finalità previste dalla stessa legge regionale. Con tale contributo il Consorzio stabiliva (Deliberazione n° 147 del 13.09.1999) di affidare all’Ing. Giancarlo Caroli, l’incarico di eseguire le attività di studio previste dalla Perizia in argomento e relativamente ai

5 Le opere di cui sopra risultavano comprese nel comprensorio definito dal R.D. n° 11887 Div. XI del 03.11.1927 che decretò inoltre la loro classifica in terza categoria idraulica ai sensi dell’art. 7 del R.D. n° 523/1904. 6 La stessa Regione Toscana, con D.G.R.T. n° 1151 del 18.10.1999 ha recentemente esteso la classifica in IIIa categoria del T. Marina in destra e sinistra dal Ponte alla Valle fino alla località Pontenuovo in Comune di Calenzano per ulteriori km. 9,00, attribuendo tale tratto in gestione al Consorzio di Bonifica Area Fiorentina a termini dell’art. 59 della L.R. n° 34/94. 7 Al fine di promuovere l’operatività dei Consorzi di bonifica nei territori di nuova classifica e/o delimitazione di comprensorio, la Regione Toscana ha emanato la L.R. n° 99 del 23.12.1998 in base alla quale è prevista, ai Consorzi stessi, la concessione di contributi straordinari per l’attuazione degli adempimenti previsti all’art. 47, comma 6, della L.R. 34/94”.

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bacini del T. Marina ed affluenti (Marinella di Legri, e Chiosina) e del T. Marinella di Travalle. La nuova delimitazione del Comprensorio n° 16, stabilita dalla Regione Toscana con D.C.R.T. n° 92 del 21.04.1998 permetteva una visione unitaria delle problematiche idrogeologiche dei due bacini tra loro attigui. Lo studio in argomento ha preso atto, delle attuali condizioni d’uso del territorio, dei vigenti strumenti urbanistici, dei piani territoriali adottati dalle province di Firenze e Prato, del Piano Stralcio per la mitigazione del Rischio Idraulico redatto a cura della Autorità di Bacino del F. Arno. Lo studio, per quanto attiene al sottobacino di acque basse di Crucignano (748 ettari) ha invece confermato i contenuti del Piano Generale di Bonifica, dei territori interessati dall’ampliamento del Comprensorio Consortile ed approvato dalla Regione Toscana con D.C.R. n° 26 del 17.02.1998. Per quanto attiene ai sottobacini nei quali insistono opere di acque alte, le verifiche idrauliche delle singole aste dei torrenti hanno interessato diversi tempi di ritorno (Tr) fino ad un massimo di 200 anni; e ciò in analogia a quanto stabilito dal P.I.T. della Regione Toscana. In estrema sintesi si riportano nella tabella seguente i valori di portata di verifica:

PORTATE (mc/sec) BACINO SUP.CE

(Kmq) TR = 10 TR = 100 TR = 200 anni anni anni T. Marina alla Chiusa 25,91 78,7 143,0 161,4 T. Marinella di Legri 21,83 65,3 119,0 134,6 T. Marina a Calenzano(*) 50,59 149,7 273,6 313,4 T. Marinella di Travalle 8,98 46,1 82,1 93,6 T. Chiosina 10,85 49,0 87,2 99,4 F. delle Pagnelle 0,98 5,0 9,2 10,5 (*) a monte della immissione del T. Chiosina. Dalle verifiche idrauliche condotte sulla base dei sopra citati valori di portata è possibile evincere la estrema criticità del reticolo idraulico in argomento e quindi la necessità di interventi volti sia al consolidamento statico delle esistenti strutture arginali, sia alla laminazione delle onde di

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piena, mediante la realizzazione di “casse di espansione”. In particolare, con riferimento ai singoli corsi d’acqua, si ha la seguente proposizione progettuale di sintesi.

3.3.a - Interventi T. Marina

Dalle verifiche idrauliche è risultato che per far defluire le portate nell'alveo del T. Marina, a monte della confluenza con il T. Chiosina, si rende indispensabile rimuovere la strettoia costituita dal ponte sulla Via Fratelli Cervi, in Comune di Campi Bisenzio; ciò in quanto, in assenza di tale intervento la portata ammissibile si riduce al valore di 130 mc/sec. Al fine di non penalizzare eccessivamente il territorio montano e pedecollinare, con ulteriori casse di espansione, si ritiene di adeguare la capacità di deflusso dell'alveo a valle e fino al valore di 200 mc/sec, rimuovendo e ricostruendo il citato ponte su Via Fratelli Cervi. Sulla base degli idrogrammi di piena, ricostruiti con lo studio idrologico, si è riscontrato che per ridurre la portata duecentennale di calcolo, dal valore di 313 mc/sec a quello assunto come ammissibile in alveo pari a 200 mc/sec, è necessario invasare nelle casse di espansione, previste a monte, un volume non inferiore a 435.000 mc. Le due casse di espansione delle Torri e della Gora8, già progettate e programmate dal Comune di Calenzano nell'ambito dei finanziamenti della legge 265/95, prefigurano un volume globale massimo di invaso stimato in circa 150.000 mc statici e in circa 250.000 mc statico-dinamici. Occorre pertanto potenziare la capacità delle due casse di circa 190.000 mc quale maggiore invaso previsto nello studio in argomento studio. Tale traguardo può essere consentito, sia innalzando di circa 50 cm le arginature di confinamento delle casse, sia procedendo nel contempo alla

8 L’atto di autorizzazione alla realizzazione dell’intervento da parte dell’URTT di Firenze prevede che l’opera alla sua ultimazione venga classificata in IIIa categoria idraulica ai sensi del R.D. n° 523/1904 ed affidata in gestione e manutenzione al Consorzio di Bonifica a termini dell’art. 59, 59-bis e 59-ter della L.R.T. n° 34/94

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escavazione del fondo delle casse stesse; il tutto per un volume di circa 140.000 mc. Tale maggior volume di invaso può essere agevolmente ricavato nelle aree che afferiscono al citato progetto del Comune che interessano una superficie utile pari a circa 20 ha e quindi, sufficiente ad attuare un approfondimento medio dell'attuale piano di campagna per circa 70 cm. Al fine inoltre di assicurare un franco idraulico più cautelativo, rispetto al deflusso della portata ammissibile nel tratto vallivo, si prevede di realizzare n. 3 briglie selettive nel tratto di alveo del torrente Marina immediatamente a valle della cassa di espansione denominata della Gora. Le briglie potranno consentire un aumento del volume dinamico di invaso di circa 50.000 mc globali con effetto di ulteriore laminazione dell'onda di piena.

3.3.b - Interventi T. Marinella di Travalle

In relazione ai risultati delle verifiche idrauliche svolte si è assunta una portata ammissibile in alveo pari a 38 mc/sec. Sulla base degli idrogrammi di piena calcolati nella relazione idrologica è risultato che per abbattere la portata duecentennale, pari a 93,60 mc/sec, fino a quella ammissibile pari a 38 mc/sec occorre un volume di laminazione di circa 130.000 mc. Tale esigenza risulta assolta dal progetto, elaborato congiuntamente dal Genio Civile e dal Comune di Prato, che prevede la realizzazione cassa di espansione di Pizzidimonte con un volume utile di circa 140.000 mc. La parte di detta cassa di espansione ricadente in Provincia di Prato è già stata recentemente classificata, da parte dell’URTT di Prato, in IIIa categoria idraulica ai sensi del R.D. n° 523/1904 ed affidata in gestione e manutenzione al Consorzio di Bonifica a termini dell’art. 59, 59-bis e 59-ter della L.R.T. n° 34/94

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3.3.c - Interventi T. Chiosina

Dalle verifiche idrauliche è risultato che la portata ammissibile in alveo, in assenza del rischio idraulico, è pari a 50 mc/sec. Sulla base degli idrogrammi di piena ricostruiti e con riferimento alla citata portata Q = 50 mc/sec, si è determinata l’esigenza di laminare un volume pari a circa 250.000 mc che può essere ragionevolmente invasato nella cassa di laminazione, denominata “Le Carpognane”9 già programmata dal Comune di Calenzano nell'ambito degli studi idrologici e idraulici propedeutici al P.R.G. L'area in oggetto ha una estensione di circa 31 ettari e pertanto, per invasare il volume sovraindicato sarebbe sufficiente un tirante medio pari a 80 cm.

3.3.d - Interventi F. delle Pagnelle

Il Comune di Calenzano ha tra l’altro programmato la realizzazione, a ridosso della confluenza del F. delle Pagnelle con il T. Marinella di Travalle, di una cassa di espansione per un volume di invaso di circa 30.000 mc che risultano equivalenti all’entità della piena massima verificabile nello stesso fosso delle Pagnelle.

3.3.e - Interventi Integrativi

Oltre agli interventi mirati alla laminazione delle piene (casse di espansione), necessari per ridurre le portate defluenti negli alvei vallivi, con il presente studio si evidenziano alcuni interventi di manutenzione straordinaria mirati alla riqualificazione di tratti di arginatura, di muri spondali e di manufatti in alveo.

9 L’atto di autorizzazione alla realizzazione del’intervento da parte dell’URTT di Firenze prevede che l’opera alla sua ultimazione venga classificata in IIIa categoria idraulica ai sensi del R.D. n° 523/1904 ed affidata in gestione e manutenzione al Consorzio di Bonifica a termini dell’art. 59, 59-bis e 59-ter della L.R.T. n° 34/94.

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Tali interventi, in parte già previsti dai vari Enti interessati al territorio, riguardano in particolare: 3.3.e.1. - T. Marina. Riqualificazione dell'arginatura destra dall'immissione nel F. Bisenzio alla località "il Pratello". L'intervento è stato già oggetto di progettazione preliminare complessiva da parte del Consorzio di Bonifica in collaborazione con l’U.R.T.T. di Firenze.. 3.3.e.2. - T. Marinella di Travalle. Lavori di sistemazione delle arginature di 3a categoria nel tratto a monte della Strada Provinciale Pratese nei Comuni di Prato e Calenzano. L'intervento è stato già progettato dal Consorzio di Bonifica. 3.3.e.3. - T. Marinella di Legri. Manutenzione strutturale delle briglie e degli attraversamenti esistenti; nonché protezioni di sponda e stabilizzazione scarpate mediante tecniche di ingegneria naturalistica. 3.3.e.4. - T. Chiosina. Analogamente al T. Marinella di Legri si prevede la manutenzione strutturale sulle briglie e sugli attraversamenti esistenti nonché interventi sulle scarpate e sulle sponde mediante le tecniche dell'ingegneria naturalistica. 3.3.e.5. - Gora del Ciliegio. Adeguamento delle arginature nel tratto compreso tra la confluenza con il F. Bisenzio ed il limite N.O. del territorio comunale di Campi Bisenzio. A tale attività di studio ha fatto anche seguito una specifica attività di progettazione preliminare degli interventi necessari per la messa in sicurezza idraulica del bacino del T. Marina. La attività di progettazione degli interventi di cui sopra sono state demandate dalla Regione Toscana, sulla base di un apposito “Protocollo di Intesa” in data 03.12.1998, all’Ufficio Regionale per la Tutela del Territorio di Firenze ed al Consorzio di Bonifica Area Fiorentina, in quanto Enti gestori delle opere idrauliche delle diverse categorie (IIa e IIIa categoria) di cui si compone il T. Marina nella tratta di intervento, al momento della

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stipula del citato “Protocollo di Intesa”. I contenuti del Protocollo di Intesa del 03.12.1998 sono stati recentemente integrati in data 10.12.2002 con la sottoscrizione da parte della Regione Toscana e del Consorzio di Bonifica Area Fiorentina di un atto integrativo al “Protocollo di intesa per l’attuazione del piano di bacino del F. Arno, stralcio rischio idraulico” con il quale il Consorzio di bonifica viene identificato tra i soggetti attuatori delle progettazioni preliminari previste dallo stesso Piano di Bacino, il tutto con riferimento alla “progettazione di interventi urgenti sul T. Marina e verifiche di sottobacino”. Il Consorzio in data 28.10.2003 ha quindi trasmesso il progetto preliminare degli interventi necessari per la messa in sicurezza idraulica del bacino del T. Marina che è stato oggetto di positivo esame da parte dell’apposito gruppo di lavoro della Regione Toscana nella riunione del 19.01.2004. Il progetto preliminare in argomento, dell’importo complessivo di quasi 30 milioni di euro, conferma la quasi totalità delle proposizioni progettuali della sopra descritta Perizia studi redatta dall’Ing. Giancarlo Caroli. I territori in argomento sono stati suddivisi, nel presente Piano di Classifica, tra il sistema 1 “T. Marinella di Travalle e Gora delle Pagnelle” ed il sistema 2 “T. Marina e T. Chiosina”.

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3.4 Opere di recente realizzazione I corsi d'acque alte delimitano per buona parte il perimetro del comprensorio e sono tutti arginati, anche con notevole prevalenza sulle quote altimetriche dei piani di campagna dominate e presentano, generalmente, una assai scarsa incisione del fondo alveo (o talvolta addirittura pensilità) rispetto alla pianura circostante. Dal punto di vista funzionale essi hanno il compito di trasportare a valle, lambendo o traversando il comprensorio di bonifica, le acque alte degli ampi e lontani bacini montani. Per la loro messa in sicurezza è quindi necessario sia garantire la funzionalità dei rilevati arginali attraverso una costante attività di manutenzione, monitoraggio e ripristino di erosioni e movimenti franosi, sia realizzare aree di laminazione in grado di abbattere i picchi di piena. Stante la situazione illustrata la rete idrografica che dovrebbe assicurare il servizio di scolo e drenaggio per le pianure dominate con recapito nei soprarichiamati "ricettori" è raramente in condizioni "autonome", in quanto sono sufficienti tiranti dei recipienti anche modesti per determinare rigurgiti o l'interruzione dello sversamento con la chiusura delle varie "portelle", "chiaviche" e "porte vinciane" che regolano le varie immissioni. Il passaggio da sistemi a “scolo naturale intermittente” a “scolo meccanizzato” è stato reso possibile dalla realizzazione di importanti impianti idrovori che supportano la funzionalità dei sistemi di drenaggio di acque basse.

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Al fine di garantire la massima funzionalità del deflusso di tutti i sistemi idraulici, sono state progettate, appaltate e realizzate negli ultimi anni importanti opere idrauliche:

SISTEMA 1 – T. MARINELLA E GORA DELLE PAGNELLE Casse di espansione di Pizzidimonte10 nei Comuni di Calenzano e Prato oltre alla manutenzione straordinaria della Gora delle Pagnelle e la realizzazione di una cassa di espansione sulla stessa Gora.

SISTEMA 2 – T. MARINA E CHIOSINA Casse di espansione sul T. Marina di “Le Torri” e “La Gora” e la cassa di espansione “Le Carpognane” sul T. Chiosina11 oltre ad estesi interventi di manutenzione straordinaria delle arginature del T. Marina.

SISTEMA 3 – CRUCIGNANO E GORA DEL CILIEGIO Impianto idrovoro da 8 mc/s e paratoie di Crucignano con la costruzione del colatore sinistro del T. Marinella a servizio dell’area industriale compresa nei Comuni di Calenzano e Campi Bisenzio e Signa.

SISTEMA 4 – FOSSO DI PIANO Impianto idrovoro e paratoie del fosso di Piano a Signa con la costruzione del fosso di Piano a servizio dei territori compresi nei Comuni di Campi di Bisenzio e Signa. E’ un sistema idraulico composto da:

o 3 km di nuovi canali (Fosso di Piano, canale allacciante i fossi Piano e Monaca; o un impianto idrovoro da 7 mc/s; o un nuovo sistema di paratoie per regolare il deflusso delle acque.

10 Interventi dal Comune di Prato in collaborazione con l’U.R.T.T. di Prato. 11 Interventi attuati dal Comune di Calenzano

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SISTEMA 5 – FOSSO REALE Paratoie delle acque alte (sul Fosso Reale all’imbocco con il fiume Bisenzio), fondamentali per regolare il deflusso delle acque provenienti da Monte Morello a difesa idraulica dei vasti territori della pianura. La portata massima di questo impianto è di 220 mc/s al servizio di un bacino di quasi tremila ettari alla sinistra del fiume Bisenzio.

SISTEMA 6 – ACQUE BASSE DELLA VIACCIA Impianto idrovoro e paratoie della Viaccia per una potenzialità di 22 mc/s (località Renai a Signa) con annessa area di laminazione (ex lago Borgioli ) per una capacità di invaso di 500'000 mc alla quale si affiancano le aree di laminazione sul collettore acque basse in Località San Donnino che interessano una superficie di ben 18 ettari per un volume di invaso di circa 100'000 mc.

Considerando l’importanza delle opere sopra descritte si è ritenuto opportuno analizzarle con maggiore dettaglio distintamente per sistema idraulico.

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3.4.1 II sistema “1” - Torrente Marinella di Travalle e Gora delle Pagnelle Il sistema "1" si estende per una superficie catastale complessiva di 943 ettari ricadenti nei comuni di Calenzano e Prato. Tale sistema idraulico comprende il tratto collinare e pedecollinare del T. Marinella che, alimentato dal bacino posto a monte della località Travalle, è idraulicamente isolato dal sistema di bonifica delle acque basse e recapita per gravità in sinistra Fiume Bisenzio. Il T. di Marinella confluisce,quindi, dopo l’immissione dal Gora delle Pagnelle o Fosso Montisi, nel Fiume Bisenzio in territorio del sistema idraulico “3”. Sono affluenti del Torrente Marinella di Travalle nell’ambito del tratto ricadente in questo sistema idraulico:

- Fosso di Olmuccio di Rinciampi, - Rio Torri, Rio dei piani, - Rio Camerella, - Borro Cigoli, - Rio della fornace, - Fosso dell’Aiacciaia, - Fosso della Bucaccia. Il sistema comprende due Casse di espansione: “Pizzidimonte” (estesa complessivamente 13,3 ettari) e “Le Pagnelle” (in fase di realizzazione ed estesa 4,4 ettari). La prima, realizzata in destra idraulica del T. Marinella nel tratto a monte della confluenza della Gora delle Pagnelle, ha una capacità di invaso di 140.000 mc. La cassa di espansione “Le Pagnelle”, in fase di realizzazione, in destra e sinistra della Gora delle Pagnelle è posta in prossimità della sua confluenza nel T. Marinella stesso, ed ha un volume di invaso di 30.000 mc. Per consentire l'invaso è stata prevista una cinta arginale con coronamento da realizzare mediante adeguamento delle arginature a difesa della viabilità esistente. A completamento del sistema di casse di espansione è previsto l’adeguamento delle arginature del T. Marinella in tutta la tratta classificata di 3^ categoria, di cui il Consorzio ha già redatto il progetto preliminare.

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3.4.2 Il sistema “2” - Torrente Marina e Torrente Chiosina Il sistema “2” si estende per una superficie catastale complessiva di 6.079 ettari ricadenti nei comuni di Calenzano, Vaglia e Sesto Fiorentino. Il sistema idraulico è costituito essenzialmente dal Torrente Marina, dal Torrente Marinella di Legri, che sfocia nel T. Marina in località La Chiusa, ed il Torrente Chiosina che confluisce nel T. Marina circa un chilometro a monte della sua immissione nel Fiume Bisenzio. Sono affluenti principali del Torrente Marina: - Rio Corzanello, - Fosso Rimpolli, - Borro delle Lame, - Borro di Tico, - Borro dello Straccione di Casaglia, - Borro di Reamico, - Fosso Seccianico, - Fosso dei Torri. Sono affluenti principali del Torrente Marinella di Legri: - Fosso la Selva, - Fosso Noceto, - Fosso di Fulignano, - Fosso di Saletto, - Fosso dei Massoni, - Torrente della Rolla, - Fosso di Monte Marcello, - Fosso di Rimaggio, - Rio del Fossone, - Rio di Capovecchio, - Rio dei sei boschi. I Confluenti principali del Torrente Chiosina sono: - Fosso della Fonte al Ciliegio, - Rio della Rocca, - Fosso di Bettarino, - Rio di Massedonica, - Borro di Baroncoli, - Fosso di Sommaia, - Fosso Buca del Lupo, - Fosso Garillino.

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Nel 2000 è stata redatta una Perizia Studi atta alla definizione di un “piano generale di intervento”, incentrata sullo studio del rischio idraulico della zona e sulla definizione interventi previsti per la riduzione del rischio idraulico e la relativa stima dei costi. Dal confronto tra le portate di piena e le attuali capacità degli alvei sono emerse le criticità e le conseguenti necessità di intervento. Sono state previste, a tal scopo, la realizzazione di casse di laminazione per ridurre le portate defluenti negli alvei vallivi, ma anche interventi di manutenzione straordinaria mirati alla riqualificazione dei tratti di arginatura, di muri spondali e dei manufatti in alveo ed in attraversamento al corso d’acqua. Il sistema comprende tre casse di espansione (in avanzata esecuzione): “Le Torri”, “La Gora” e “Le Carpognane”. La cassa di espansione “Le Torri”, estesa 140.973 mq, è in fase di realizzazione in prossimità del tratto di confluenza del Fosso delle Torri nel T. Marina. La cassa di espansione “La Gora” dalla superficie di mq 92.270, è in fase di realizzazione in sinistra del T. Marina dopo la confluenza del T. Marinella di Legri. La cassa di espansione “Le Carpognane” (mq 130.950) è in fase di realizzazione in sinistra del T. Chiosina, a valle dell’abitato di Calenzano. Il volume di invaso delle prime due casse di espansione è di complessivi 435.000 mc, mentre “Le Carpognane” ha un volume di invaso di 250.000 mc. Anche in questo caso è previsto il completamento degli interventi di messa in sicurezza del bacino del T. Marina mediante estesi interventi di adeguamento delle arginature del corso d’acqua e delle opere viarie in attraversamento allo stesso12.

12 Interventi urgenti sul T. Marina e verifiche di sottobacino – Settembre 2003 – Progettazioni previste nell’ambito del Piano stralcio sul rischio idraulico dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno e redatta dal Consorzio di Bonifica in collaborazione con l’U.R.T.T. di Firenze.

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Nel corso del 2004 sono inoltre previsti estesi interventi di manutenzione straordinaria delle difese arginali del T. Marina mediante la realizzazione di interventi di difesa radente in scogliera.

3.4.3 Il sistema "3" – Crucignano e Gora del Ciliegio Il sistema “3 si estende per una superficie catastale complessiva di 993 ettari ricadenti nei comuni di Campi di Bisenzio, Calenzano e Prato. Il sistema è compreso tra la destra idrografica del torrente Marina e la sinistra del Fiume Bisenzio e delimitato a nord dallo spartiacque dei rilievi pedemontani di Poggio Castiglioni, Poggio Nucchiale e Poggio Uccellaia. La Gora del Mulino interessa il margine occidentale di questo sistema e drena le aree urbane poste a Nord della S.P. Calenzano-Prato e recapita per gravità in sr. Idraulica del F. Bisenzio dopo aver sottopassato la linea ferroviaria FI-BO e definito il limite occidentale dell’interporto di Gonfienti. La Gora del Ciliegio è ubicata tra la destra del torrente Marinella e la sinistra del Fiume Bisenzio, nel quale recapita a gravità, ed assolve alle funzioni di scolo della zona pedecollinare nella quale insistono gli insediamenti civili di Pizzidimonte (posti a Nord della S.P. Calenzano- Prato) e quelli produttivi (Interporto Gonfienti), immediatamente a Sud della linea ferroviaria FI-BO. La rimanente parte del sistema interessa le aree pianeggianti della zona industriale di Campi Bisenzio e Calenzano, drenata da un esteso sistema di canalizzazioni che recapita nel collettore di Crucignano; quest’ultimo si immette nel F. Bisenzio nei pressi della confluenza Marina- Bisenzio dove è stato realizzato l’omonimo impianto idrovoro e paratoie.

A seguito di interventi urbanistici programmati nel sistema ed in particolare nel comparto produttivo compreso tra i T. Marina e Marinella, è

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sorta la necessità di un riassetto idraulico del sistema di Crucignano che è stato approvato dalla Regione Toscana nel corso del 1994. Da ciò la realizzazione, in corrispondenza dell’immissione nel fiume Bisenzio, di un manufatto paratoie con annesso impianto idrovoro di sollevamento. Le paratoie hanno la funzione di impedire l’ingresso delle acque del Fiume Bisenzio all’interno del Collettore nei momenti di piena (intermittenza di scolo), mentre lo sversamento delle acque del Collettore di Crucignano in Bisenzio è garantito dalla presenza delle idrovore anche nei periodi di chiusura delle paratoie. Immediatamente a monte dell’impianto idrovoro è prevista una cassa di espansione detta di “Crucignano”, capace di invasare 40.000 mc. Queste opere sono indispensabili per garantire il funzionamento del sistema di drenaggio urbano ed extraurbano del comparto industriale in quest’area, che è stato recentemente oggetto di una serie di nuove realizzazioni di grande importanza socio economica (lo stabilimento GKN, l’ipermercato “I Gigli” ed una serie di stabilimenti minori) che hanno alterato il carattere agricolo della zona . E’ chiaro che un valore considerevole è attribuito in questo sistema al collegamento tra il sistema di fognatura urbana e l’unico recapito possibile ovvero la rete di bonifica. Al fine di garantire una rilevante salvaguardia dal rischio idraulico nelle aree urbanizzate, è indispensabile quindi mantenere un corretto funzionamento della rete di bonifica con continui adeguamenti e potenziamenti. Anche in questo è previsto il potenziamento della rete di scolo in destra del T. Marinella che deve essere collegata al collettore di Crucignano mediante la prevista realizzazione di n. 2 manufatti a sifone di sottopasso dello stesso T. Marinella.

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E’ da rilevare altresì che sulla base di quanto stabilito dalla Regione Toscana13, il Consorzio ha assunto tutte le funzioni ed i compiti di manutenzione e gestione dell’argine sinistro del Fiume Bisenzio, dall’immissione del T. Marina sino alla località Ponte Pietrino a Prato, che stabilisce il limite occidentale del comprensorio. 3.4.4 Il sistema “4” - Fosso di Piano Il sistema "4" si estende per una superficie di 826 ettari ricadenti nei comuni di Signa e Campi di Bisenzio. Comprende la vasta area compresa tra la destra idraulica del fiume Bisenzio e l'asse viario dei Colli Alti (la provinciale Barberinese), limitata a Nord dall’abitato di Campi di Bisenzio e a sud da quello di Signa. Di notevole importanza, oltre al Fosso Piano che rappresenta il corso d’acqua di maggiore rilevanza sia per lunghezza che per portate, è il Fosso della Monaca; entrambi scorrono in direzione Nord-Sud. Recentemente il Fosso della Monaca è stato collegato al Fosso di Piano mediante la realizzazione di un canale allacciante per cui entrambi sono tributari dell’impianto idrovoro e paratoie terminale recentemente realizzato in fregio all’argine destro del F. Bisenzio nei pressi della località “I Beconi”. L'impianto idrovoro realizzato a servizio del nuovo sistema di canali è finalizzato al superamento dei problemi di deflusso che si verificano in concomitanza di livelli di media piena nel F. Bisenzio. Il sollevamento meccanico permette, infatti, lo scarico delle acque anche durante i periodi di chiusura delle paratoie e questo finché non si registri un livello di pericolo nel F. Bisenzio stesso. In questo caso gli ulteriori apporti meteorici verranno invasati all'interno del tratto terminale del Fosso di Piano, opportunamente dimensionato per assolvere a tale funzione di "volano idraulico" durante i periodi interruzione del pompaggio.

13 L.R. 29.7.1994 n° 59 e 3.2.1995 n° 17

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3.4.5 Il sistema “5” - Comprensorio acque alte: Fosso Reale Il sistema “5” si estende per una superficie catastale complessiva di 2.689 ettari ricadenti nei comuni di Firenze, Sesto Fiorentino, Calenzano e Vaglia. Dalla confluenza dei due canali di Cinta (Orientale ed Occidentale) che intercettano tutti i corsi d’acqua della parte meridionale del Monte Morello, trae origine il Canale Reale (collettore delle acque alte) che, pensile nella parte più bassa della piana, recapita le acque nel Bisenzio tra il ponte del Valico e l’abitato di Campi. Si immettono nel Canale di Cinta Orientale i seguenti corsi d’acqua:

• Fosso di Castello,

• Torrente Termine,

• Gora di Quinto,

• Torrente Zambra. Si immettono nel Canale di Cinta Occidentale:

• Torrente Gavine,

• Torrente Acqualunga. Il Torrente Rimaggio, corso d’acqua di notevole importanza sia per lunghezza che per volumi di acqua convogliati, si inserisce nel sistema nel punto di confluenza tra il Canale di Cinta Orientale e quello Occidentale, dando quindi avvio al Fosso Reale. Il canale Reale (collettore delle acque alte) che trae origine dalla confluenza dei due canali di Cinta (Orientale ed Occidentale), pensile nella parte più bassa della piana, recapita dopo circa 6-7 chilometri, le acque nel Bisenzio tra il ponte del Valico e Campi. Il Fosso Reale recapita quindi in Bisenzio esclusivamente le acque alte, defluite dalla parte collinare e pedecollinare del comprensorio del versante meridionale del Monte Morello, intercettate dai due canali di cinta.

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E’ stato recentemente realizzato il nuovo manufatto paratoie che regola l’immissione del Fosso Reale nel F. Bisenzio dotato di un sistema di paratoie verticali delle dimensioni di metri 5 x 8 a comando elettromeccanico, e di un recente sistema di porte vinciane a comando meccanico, basato sulle differenze di livello. Tale impianto è di fondamentale importanza in quanto evita l’ingresso nel collettore delle acque del F. Bisenzio e svolge quindi una funzione di difesa delle aree pianeggianti sottese alle arginature del fosso Reale.

3.4.6 Il sistema “6”’ - Comprensorio acque basse: Viaccia Il sistema “6” si estende per una superficie catastale complessiva di 3.955 ettari ricadenti nei comuni di Firenze, Sesto Fiorentino, Signa e Campi Bisenzio. Si tratta del sistema di acque basse ideato concettualmente dal Piano di Bonifica del ’29 per il drenaggio e l’allontanamento delle acque della Piana di Sesto fiorentino, attraversata dal collettore Acque Alte che divide la rete di acque basse in due sottosistemi tra loro interconnessi. Questo esteso sistema di canalizzazioni defluisce nel F. Bisenzio attraverso il perimetro meridionale della cassa di espansione dei Renai di Signa. Il collettore terminale è stato recentemente dotato di un nuovo sistema di paratoie e di un impianto idrovoro con la funzione di superare l’intermittenza di scolo indotta dai livelli idrici del sistema Arno-Bisenzio.

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Parallelamente, alla destra e alla sinistra del Fosso Reale, defluiscono i due Colatori, che hanno il compito di consentire lo smaltimento delle acque “basse”14. Detti colatori confluiscono a valle della citata paratoia di immissione del Fosso Reale nel F. Bisenzio nella cui soletta di fondazione è stato realizzato uno scatolare a doppia canna (dimensioni 5 x 3,50 metri) di collegamento tra il Colatore Destro ed il Colatore Sinistro di Acque Basse. Il Collettore delle Acque Basse ha, lungo il suo alveo, due casse di espansione che interessano superficie complessiva di circa 18 ettari : la “San Donnino Destra” (di circa 8 ettari) che consente un invaso di circa 35.000 mc e la “San Donnino Sinistra”, (in fase di realizzazione, di circa 10 ettari) che consentirà un invaso di circa 60.000 mc di acqua. Il Collettore continua il suo corso fino in prossimità della linea ferroviaria Pisa - Firenze, dove sottopassa l’argine di 2^ categoria della Viaccia che delimita la cassa di espansione dei Renai ed in corrispondenza del quale è stata realizzata l’area di laminazione “Borgioli” (dalla capacità di invaso di circa 450.000 mc) direttamente collegata all’imponente opera dell’idrovora della Viaccia che, permette il deflusso delle acque ad intermittenza nel canale Emissario delle Acque Basse. Il canale Emissario delle Acque Basse dell’impianto idrovoro della Viaccia che, attraversando i “Renai” di Signa porta le acque del sistema a confluire nel F. Bisenzio circa 200 metri a monte della immissione di quest’ultimo nel F. Arno, è stato oggetto di un recentissimo intervento di adeguamento in profilo e sezione in concomitanza con i lavori ferroviari di costruzione della nuova linea veloce FI-PI.

14 In particolare si immettono nel Colatore Destro del Fosso Reale: Gora di Sesto, Canale Gavine, Canale Lumino Nord, Canale Acqualunga, Canale Calice Nord e Sud, Fosso Prataccio Ovest e Sud, Fosso Tomerello, Canale Vecchio Garille. Si immettono nel Colatore Sinistro del Fosso Reale: Fosso dei Giunchi, Canale Dogaia. Da questo Colatore, all’altezza della località Fonte di Maccione, diparte il Collettore delle Acque Basse nel quale si immettono: Fosso dell’Aeroporto, Fosso Osmannoro, Canale san Donnino.

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SECONDA PARTE

4. PREMESSA

4.1 Il contesto normativo

La nozione di bonifica ha assunto nel nostro ordinamento un significato che è venuto col tempo sviluppandosi e arricchendosi; profonde modifiche hanno subito anche i diversi istituti giuridici ad essa riconnessi.

Si ricorda semplicemente che nel corso di quaranta anni, a partire cioè dalla prima legge di carattere generale del 1882, si passò da una concezione di bonifica a scopo igienico ad una di integralità di bonifica idraulica e quindi agraria e verso quella che sarebbe divenuta bonifica integrale intesa come "redenzione mediante l'esecuzione di opere volte a conseguire rilevanti vantaggi igienici, demografici, economici e sociali, di quelle parti del territorio nazionale che per dissesto idrogeologico o per altre cause fisiche o sociali, si trovassero in condizioni arretrate di coltura ed apparissero suscettibili di notevoli miglioramenti" (Bagnulo).

Il T.U. del 1933 costituisce la sintesi razionale ed organica di tutta la precedente normativa attinente la bonifica e segna il culmine dell'intervento statale nei confronti dell'assetto e dell'economia dei territori agricoli.

Molte sono state le modifiche e le integrazioni introdotte nel dopoguerra al T.U. e numerosi sono stati i provvedimenti che si richiamano alla legge fondamentale sulla bonifica ma fino alla fine degli anni sessanta i diversi provvedimenti legislativi che si sono succeduti non hanno inciso sui suoi caratteri fondamentali; lo stesso dicasi per le finalità, i compiti ed il ruolo svolto dai Consorzi.

A partire da questo periodo alcune funzioni cessano di essere esercitate (es. in materia di elettrificazione), altre trovano una più ridotta esplicazione (es. viabilità - acquedotti) mentre il progressivo e ormai consolidato sviluppo del Paese, con gli intervenuti rapidi processi di

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urbanizzazione ed industrializzazione, comportano per la bonifica una rivisitazione del proprio ruolo.

Il sistema di opere di regimazione idraulica e specificatamente di scolo diventa centrale per la difesa dalle inondazioni non solo dei terreni agricoli ma di tutto il territorio a qualunque uso adibito; si mostra importante per l'abbattimento dei carichi inquinanti dei corsi d'acqua naturali; costituisce spesso lo strumento per il trasporto di grandi quantità di acque reflue dei centri urbani e degli stabilimenti industriali.

La bonifica, fermo restando l'originario principale scopo agricolo, comincia a perseguire finalità di più ampio respiro e d'interesse più generale. Essa viene cioè vieppiù assumendo imprescindibili compiti di difesa complessiva del suolo e delle sue risorse per fini d'interesse pubblico sempre meno settoriale. Tale processo di mutamento si accentua temporalmente in concomitanza con l'attuazione dell'ordinamento regionale e viene parzialmente recepito e rilanciato dalla stessa produzione legislativa regionale.

Come è noto infatti, le competenze in tema di bonifica sono diventate di attribuzione regionale.

Un primo parziale decentramento fu attuato nel 1972 ad opera del D.P.R. 15 gennaio 1972, n° 11, concernente la materia dell'agricoltura e foreste, della caccia e della pesca nelle acque interne.

La disorganicità ed i limiti di tale iniziale devoluzione di compiti sono stati successivamente superati dall'emanazione del D.P.R. 24 luglio 1977, n° 616. Tale decreto delegato operando una rilettura dell'elenco contenuto nell'art. 117 della Costituzione ha ridefinito, secondo aggiornati criteri funzionali, le materie di competenza regionale che così determinate sono state raggruppate in quattro settori organici; nel novero delle funzioni riguardanti il settore dello "sviluppo economico" di cui al titolo IV sono state indicate anche quelle relative la bonifica (artt. 66, 69 e 73).

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A decorrere dal 1° gennaio 1978 le Regioni risultarono cioè titolari dell'insieme di funzioni concernenti la bonifica integrale e montana nonché i Consorzi e gli altri enti e gestioni operanti in materia di bonifica, anche di carattere interregionale.

Se l'ampio decentramento di poteri attuato dal D.P.R. n° 616 anche in questo settore costituisce il dato più appariscente, va nondimeno evidenziato il senso qualitativo del mutamento introdotto.

Le funzioni in materia di bonifica s'inseriscono in un contesto di competenze trasferite riguardanti la difesa, l'assetto e l'utilizzazione del suolo, la tutela dell'ambiente, la protezione della natura, la difesa, la tutela e l'uso delle risorse idriche in ordine a cui le regioni a statuto ordinario vennero ad assumere un ruolo centrale: quello cioè di enti di governo preposti alla gestione sistematica e programmata del territorio e delle sue risorse. Tale complessivo e organico assetto di funzioni è stato avvalorato dalla legislazione nazionale in tema di territorio, paesaggio, ambiente, acque, suolo, aree protette (Cfr., ad es., L. 431/85; L. 349/86; L. 183/89; L. 305/89; L. 394/91;D. Leg.vo 275/93).

Numerosissime risultano quindi le novità introdotte negli ultimi anni che hanno inciso su aspetti qualificanti della bonifica, ridefinendone obiettivi e campo d'azione, modificando la veste istituzionale dei Consorzi e la loro organizzazione, la rete delle relazioni istituzionali con vecchi e nuovi enti, apparati e soggetti preposti a settori interferenti (es. apparati regionali alla difesa del suolo - autorità di bacino).

Di esse in questa sede non si dà compiutamente conto, ma ci si limita ad una sintetica e congiunta descrizione della legge regionale toscana 34/94 e successive modificazioni soffermandosi sui dati normativi e sugli elementi fattuali che sostanziano la necessità della revisione e dell'aggiornamento dei piani di classifica.

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4.2 Legislazione regionale di riforma e piano di classifica

La Legge Regionale n° 34 del 5 maggio 1994 e successive modificazioni ha avviato un significativo processo di riforma del sistema di organizzazione e di gestione dell'attività di bonifica; infatti ha notevolmente ammodernato ed ampliato il concetto di bonifica previsto nella precedente legge 23 dicembre 1977 n. 83.

L’aspetto caratterizzante tale norma riguarda essenzialmente la stessa definizione di “attività di bonifica” definita, all’art. 1 - comma 1 - come “un mezzo permanente finalizzato alla tutela e alla valorizzazione delle produzioni agricole, alla difesa del suolo, alla regimazione delle acque e alla tutela dell’ambiente e delle risorse naturali”.

Il concetto di bonifica è quindi finalmente definito in senso sicuramente più ampio ed organico; non è da intendersi limitatamente al complesso degli interventi finalizzati ad assicurare lo scolo delle acque, la sanità idraulica del territorio e la regimazione dei corsi d'acqua naturali, ma è finalmente definito anche quale mezzo atto a “conservare ed incentivare le risorse idriche per usi agricoli in connessione con i piani di utilizzazione idropotabile ed industriale nonché ad adeguare, completare e mantenere le opere di bonifica già realizzate” (art. 2 comma 1).

Sono inoltre collegati all’attività di bonifica gli interventi aventi funzione di garantire la stabilità dei terreni acclivi e volti alla realizzazione di infrastrutture civili.

La legge coglie quindi il principio che la bonifica rappresenta un settore della generale programmazione sul territorio.

E' di particolare interesse il rilievo che viene dato all'esigenza di mantenere in efficienza il sistema della bonifica già vigente come non può non sottolinearsi la grande rilevanza che viene data alla bonifica idraulica. Con riferimento alle acque vengono considerate opere di bonifica non solo quelle di captazione, provvista, adduzione e distribuzione delle acque utilizzate a prevalente fini agricoli, ma anche quelle intese a tutelarne la

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qualità. Tutto il territorio regionale viene classificato di bonifica ed è prevista una nuova delimitazione dei comprensori di bonifica onde costituire unità omogenee sotto il profilo idrografico e funzionali all'esigenza di organicità dell'attività di bonifica.

Vengono riconosciute ai Consorzi sia importanti funzioni propositive per la definizione del programma regionale per la bonifica, sia le fondamentali funzioni di progettazione, esecuzione e gestione delle opere di bonifica e dei canali demaniali di irrigazione e vengono altresì attribuiti ai Consorzi le funzioni dei Consorzi idraulici di difesa e di scolo di quarta e quinta categoria, nonché le funzioni di Consorzi idraulici di terza categoria, rientranti nella competenza regionale. La legge disciplina anche il sistema elettorale secondo il principio del voto pro-capite per fasce di contribuenza nonché detta specifiche disposizioni per la composizione degli organi di amministrazione dei Consorzi ed il loro funzionamento.

Si tratta in sostanza di una legge organica che disciplina tutti gli istituti relativi alla bonifica e al ruolo dei Consorzi e che realizza una importante riforma anche per quanto concerne il riordino degli Enti esistenti. La legge, nell'intento di pervenire al risultato che l'attività di bonifica sia svolta sull'intero territorio regionale, prevede che, qualora nei comprensori di bonifica gli interessati non assumano l'iniziativa per la istituzione di un Consorzio, le funzioni di realizzazione della bonifica e di gestione delle opere siano esercitate dalle Comunità Montane qualora il comprensorio di bonifica ricada per intero o per una parte non inferiore al 70% in una Comunità Montana.

Il provvedimento, quindi, nel suo complesso rappresenta per i Consorzi di bonifica della Toscana un importante e validissimo riconoscimento che consente di poter proficuamente operare per svolgere una funzione di rilevanza fondamentale per il governo del territorio.

La Legge Regionale n° 38 del 29 luglio 2003 modifica la L.R. n°34/94 in merito al sistema della contribuenza e della programmazione delle opere.

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Il contributo consortile è definito come la quota dovuta da ogni associato a sostegno degli oneri sostenuti sia per la realizzazione e la manutenzione di opere dalle quali derivino benefici di particolare rilevanza, sia per le spese di funzionamento del consorzio.

Il contributo consortile è determinato in “proporzione ai benefici derivanti a ciascun immobile” (art. 16) ed a tale scopo il consorzio “elabora un piano di classifica degli immobili che individua i benefici derivanti dalle opere di bonifica, stabilisce i parametri per la quantificazione dei medesimi e determina per ciascun immobile l’indice di contribuenza derivante dal calcolo parametrale” (art. 3).

La legge stabilisce inoltre che chiunque utilizzi le opere di bonifica come recapito degli scarichi dovrà contribuire alle spese in proporzione al beneficio ottenuto.

Considerando che per gli immobili assoggettati al pagamento della tariffa al servizio idrico integrato (L.R.T. 21 luglio 1995 n° 81 “ Disposizioni in materia di risorse idriche”) sono esentati dal pagamento del contributo consortile connesso con i servizi di raccolta, scolo e smaltimento delle acque reflue, è insito che tale quota del contributo è a carico dei gestori del servizio idrico integrato e dei comuni per l’eventuale quota reperibile alle acque meteoriche non comprese nelle “acque reflue urbane”.

Ulteriori modifiche alla L.R. n. 34/94 sono state apportate dalla L.R. n. 3 del 27 gennaio 2004. Tale norma detta un termine perentorio per la approvazione del nuovo piano di classifica e per la stipula di una convenzione tra il Consorzio, la competente autorità di ambito territoriale ottimale ed il gestore del servizio idrico integrato: in mancanza di tale adempimenti la Regione prevede la possibilità di nominare un commissario regionale. In maniera più restrittiva, inoltre, la normativa prevede che la suddetta convenzione debba essere stilata in tempi brevissimi, pena la nomina, da parte della stessa Regione Toscana, di un commissario incaricato.

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5. FINALITA' DEL PIANO DI CLASSIFICA

5.1 Scopo, oggetto e natura del piano

Scopo della presente classifica è il riparto, tra i proprietari, agricoli ed extragricoli, delle spese che il Consorzio sostiene e che sono poste per legge a loro carico.

Esse riguardano: le quote relative alla esecuzione delle opere di competenza statale e regionale, quando non siano poste a totale carico dello Stato o della Regione; le spese annualmente sostenute per l'esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica, quelle necessarie per il funzionamento del Consorzio e, in generale, per il raggiungimento di tutti i suoi fini istituzionali a norma di quanto contenuto all'art. 59 del R.D. n° 215.

La L.R.T. n° 38/2003 (Modifica alla L.R. n° 34/94) obbliga, in considerazione dell’imposizione della contribuzione alle spese dei consorzi di bonifica ai gestori del servizio idrico, all’adeguamento dei vigenti piani di classifica.

E’ da tener conto, inoltre, che per effetto delle nuove esigenze che si vanno manifestando per effetto dell'evolversi dell'assetto del territorio, gli aspetti tecnici della bonifica sono in costante evoluzione.

Pertanto, la presente classifica ha il carattere di provvisorietà previsto dal 1° comma dell’art. 11 del R.D. n° 215.

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5.2 Potere impositivo dei Consorzi di Bonifica1

I Consorzi di Bonifica, per l'adempimento dei loro fini istituzionali, hanno l’obbligo ed il potere di imporre contributi ai proprietari consorziati.

L'attribuzione ai Consorzi di tale potere impositivo costituisce un principio fondamentale dettato dalla legislazione statale, al cui rispetto le Regioni sono vincolate dall'art. 117 della Costituzione.

Ne discende che la vigente legge regionale (vedi art. 16 L.R. n°34/94) per la disciplina della bonifica conferma la sussistenza in capo ai Consorzi del predetto potere impositivo.

La portata ed i limiti di tale potere sono anch'essi disciplinati da disposizioni generali costituenti principi fondamentali per la specifica materia.

Ciò posto, va ricordato, in via generale, che ai contributi imposti dai Consorzi è stata riconosciuta, dalla dottrina e dalla costante giurisprudenza, natura tributaria.

Inoltre, sempre in via generale, occorre sottolineare che il potere impositivo di cui sono titolari i Consorzi ha per oggetto tutti quegli immobili che traggono beneficio dalla bonifica, qualunque sia la destinazione degli immobili stessi (agricola od extragricola).

Tale principio non soltanto risulta dal R.D. 13.2.1933, n° 215, ma è confermato dall’art. 16 della L.R.T. 34/1994.

La conferma inoltre appare esplicita nella sentenza della Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite n° 8960/96, laddove si afferma che “la natura agricola del fondo è ininfluente ai fini della legittimità dell’imposizione dei contributi di bonifica”.

1 Il presente capitolo è desunto dalla "Guida alla classifica degli immobili per il riparto della contribuenza" dell'Associazione Nazionale delle Bonifiche”

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Aggiunge la Corte che “la contraria opinione si basa su una concezione intesa come inerente soltanto alla valorizzazione agricola dei suoli che è sicuramente da ripudiare, perché non è possibile nell’assetto del territorio del comprensorio di bonifica distinguere gli immobili a cui fa cenno l’art. 10 del R.D. 215/33 a seconda che essi abbiano destinazione agricola o meno, quasi che un argine o un canale di scolo (ad esempio) siano destinati a difendere dall’eccesso di acque solo gli immobili agricoli e non quelli che (magari originariamente tali) sono stati poi convertiti in immobili a destinazione industriale o civile”.

Ciò premesso, dopo aver chiarito la specifica sfera di applicazione del potere impositivo dei Consorzi, si rileva che, per un corretto esercizio di tale potere, è necessaria la verifica in concreto della sussistenza dei presupposti di legge cui l'obbligo di contribuire è subordinato.

Si tratta di individuare esattamente sulla base delle norme di legge:

a) i soggetti obbligati;

b) i beni oggetto di imposizione;

c) i limiti del potere di imposizione.

a) Soggetti obbligati

La legge (citato art. 10 R.D., 215/1933 e art. 860 C.C.) fa riferimento ai proprietari di immobili, assumendo quindi quale posizione giuridica rilevante soltanto la titolarità del diritto di proprietà degli immobili. Il soggetto obbligato è pertanto il titolare del diritto di proprietà dell'immobile oggetto di imposizione, anche se, quando si tratti di costruzioni, i proprietari di esse non siano anche proprietari dei terreni su cui le costruzioni insistono, quale che sia il titolo, superficie o "ius aedificandi", in base al quale detta proprietà, separata da quella del suolo, sia costituita e venga mantenuta.

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Sul punto è illuminante la decisione della Corte di Cassazione a Sezioni Unite dell'11 gennaio 1979 che dichiarava soggetto obbligato l'ENEL in quanto proprietario di cabine, sottostazioni, sostegni, etc. (costituenti immobili oggetto di imposizione), anche se non proprietario dei fondi su cui tali immobili esistono.

b) Beni oggetto di imposizione

Come già accennato, oggetto di potere impositivo sono gli immobili del comprensorio che traggono beneficio dalla bonifica.

Prescindendo per il momento dal requisito del beneficio, si rileva che "per immobili del comprensorio" devono intendersi tutti quei beni rientranti nella previsione di cui all'art. 812 C.C., siti all'interno del comprensorio del Consorzio.

Si ricorda in proposito che secondo il citato art. 812 C.C., sono beni immobili "il suolo, le sorgenti e i corsi d'acqua, gli alberi e le altre costruzioni anche se unite al suolo a scopo transitorio, e in genere tutto ciò che naturalmente o artificialmente è incorporato al suolo".

Da siffatta delimitazione discende che non possono esservi dubbi sulla inclusione tra i beni oggetto di imposizione, non solo dei fabbricati e degli stabilimenti industriali, ma anche, delle ferrovie e delle strade.

In conclusione, pertanto, i beni oggetto di imposizione devono essere immobili nel senso precisato dall'art. 812 C.C. siti nel comprensorio del Consorzio.

Come ampiamente chiarito nelle pagine precedenti, non ha rilevanza alcuna la destinazione degli immobili.

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c) Limiti del potere di imposizione

Le norme finora richiamate sono indicative dei limiti fondamentali del potere di imposizione nel senso che questo ultimo ovviamente non può estendersi a beni mobili, ovvero ad immobili siti al di fuori del comprensorio del Consorzio o ad immobili che non traggono alcun beneficio dagli interventi di bonifica.

Pertanto, mentre i primi due limiti sono facilmente identificabili e quindi difficilmente contestabili, viceversa è più delicata l'identificazione del limite attinente al beneficio.

Infatti, le contestazioni più frequenti attengono ai limiti del potere impositivo con specifico riferimento alla individuazione e qualificazione del beneficio che gli immobili traggono dall'attività di bonifica.

Trattasi, com'è noto, del problema relativo alla determinazione dei criteri di riparto della contribuenza consortile, che devono fondarsi su indici di beneficio conseguito o conseguibile da parte degli immobili interessati. Soltanto una compiuta ricerca e una puntuale individuazione di tali indici garantiscono un corretto esercizio del potere impositivo.

Emerge quindi in tutta la sua portata il ruolo fondamentale del piano di classifica degli immobili consortili, costituente la fonte primaria di regolamentazione della materia. Con il presente piano di classifica infatti vengono individuati i benefici derivanti agli immobili dall'attività del Consorzio e vengono elaborati gli indici per la quantificazione di tale beneficio.

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6. I CRITERI DI RIPARTO

6.1 Premessa

I criteri per il riparto degli oneri consortili hanno formato oggetto di studio sin dall’emanazione del R.D. 13.2.1933 n° 215, a partire dalla Commissione nominata dal Serpieri nel 1934 e alle varie disposizioni successive, oltreché nei testi di estimo.

L'evolversi della legislazione e dell'attività di bonifica hanno indotto l'Associazione Nazionale delle Bonifiche ad istituire una Commissione di studio ad alto livello, per aggiornare i criteri di riparto in funzione delle nuove accennate situazioni e per fornire ai Consorzi associati con la Guida precedentemente ricordata indirizzi unitari per la formulazione dei Piani di classifica.

Il presente Piano tiene conto degli indirizzi formulati dalla Guida.

Il più volte citato R.D. n° 215, lascia alle Amministrazioni consortili il compito di determinare l'entità del beneficio della bonifica e di stabilirne i rapporti tra i diversi immobili ricadenti nel comprensorio consortile.

Non vi è dubbio che con la norma si è inteso evitare che vengano considerate alla stessa stregua opere che non arrecano benefici omogenei.

Si rende quindi necessario distinguere le opere e le altre attività consortili in due categorie:

a) opere ed attività intese a costituire la base indispensabile per lo sviluppo sociale ed economico del comprensorio e, successivamente, a mantenere in efficienza l'assetto raggiunto, nonché provvedere al suo costante aggiornamento in funzione del modificarsi delle esigenze e alla tutela dell'ambiente e del territorio: da esse deriva un beneficio esteso a tutto il comprensorio o a gran parte di esso e di cui usufruiscono gli immobili, indipendentemente dalla loro destinazione.

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Per il comprensorio in esame sono da considerare in questa categoria, gli oneri per la manutenzione e l’esercizio delle opere di bonifica idraulica e delle opere idrauliche di difesa;

b) opere ed attività di carattere particolare, che procurano un beneficio apprezzabile soltanto in determinate e delimitate zone del comprensorio o ad individuate categorie di consorziati.

Appartiene a questa categoria, per esempio, l'attività relativa alla distribuzione di acqua per l'irrigazione, e all’utilizzazione del patrimonio idrico, che non trova riscontro nel Comprensorio in esame.

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6.2 I criteri adottati: opere di bonifica idraulica

La funzione che svolge il Consorzio, e che comporta oneri a carico dei consorziati, è quella di contribuire alla sicurezza idraulica del territorio assicurando condizioni idonee allo sviluppo della vita civile e delle attività economiche.

Il beneficio cui fa riferimento la legge, conseguito dai proprietari per effetto del realizzarsi delle opere pubbliche di bonifica1, è di carattere economico. Si riteneva di commisurare tale beneficio all'incremento di valore fondiario o di reddito dovuto alle opere stesse, ripartire, cioè, la quota di spesa a carico della proprietà in rapporto alla differenza tra i valori o i redditi ante bonifica e quelli post-bonifica di ciascun immobile o di ciascuna zona omogenea del comprensorio.

Ma la realizzazione di tali opere è attualmente a totale carico pubblico, e quindi le quote di spese a carico alla proprietà consorziata sono destinate a conservare e difendere l'assetto raggiunto, attraverso la manutenzione e l'esercizio delle opere per le quali la legge così dispone, nonché al perfezionamento, all’aggiornamento ed al completamento nei dettagli di tale assetto, in rapporto alle nuove esigenze che via via si verificano.

Pertanto il beneficio economico che la proprietà consorziata ritrae da tale spesa viene a concretizzarsi nella tutela dei valori o dei redditi che via via vengono raggiunti attraverso l'attività di bonifica.

Il riparto, pertanto, dovrà effettuarsi non più in funzione del confronto tra la situazione ante e post-bonifica, bensì in funzione della situazione attuale del comprensorio che dalla attività consortile viene oggi salvaguardata.

Ne consegue che il beneficio da considerare corrisponde da un lato alla diversa misura del danno che viene evitato con l'attività di bonifica, o

1 E' da ricordare che la legge dispone che si debba tener conto del beneficio conseguente alle sole opere pubbliche e alle altre attività consortili non a totale carico dello Stato

90 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

meglio del diverso "rischio idraulico" cui sono soggetti gli immobili, e dall'altro dai valori fondiari o redditi che vengono preservati.

Per determinare i rapporti di beneficio tra i vari immobili si opera utilizzando opportuni parametri tecnici ed economici.2

3Sotto il profilo tecnico idraulico è necessario conoscere sia il diverso comportamento idraulico sia la diversa entità del rischio idraulico cui sono soggetti gli immobili del comprensorio per le caratteristiche intrinseche dei suoli.

Sotto il profilo economico è necessario conoscere la diversa entità del valore fondiario o del reddito di ciascun immobile che, a parità di rischio idraulico e di comportamento dei suoli, viene tutelato dall'attività di bonifica.

La composizione dei predetti elementi, espressi attraverso appositi indici, fornisce i rapporti esistenti tra gli immobili per quanto attiene la misura del danno evitato e quindi del beneficio prodotto dall'attività di bonifica.

a) Indice idraulico

L'indice idraulico è dato dalla composizione dell'indice di rischio idraulico con l'indice di comportamento.

a 1) Indice di rischio idraulico

Il rischio idraulico cui sono soggetti gli immobili viene determinato in base a due parametri:

- il primo deriva dalla suddivisione del comprensorio in zone idraulicamente omogenee per quanto attiene la diversa entità delle opere

2 I criteri tecnici adottai vanno considerati come strumenti di indagine per raggiungere la finalità di individuare il beneficio economico; cfr. V. Ciarrocca, Natura e riparto dei contributi di bonifica, INEA, Roma 1942, pag. 21 3Anche le pagine del presente capitolo che seguono sono desunte dalla citata "Guida" dell'Associazione Nazionale delle Bonifiche

91 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

necessarie a garantire la sicurezza idraulica del territorio, espresso attraverso un indice di "intensità delle opere";

- il secondo dalla posizione e quindi dalla soggiacenza idraulica dei suoli nei confronti del punto di recapito o dell’idrovora di ciascuna zona omogenea come sopra delimitata, espresso attraverso un indice di "soggiacenza".

Per quanto attiene il primo parametro, effettuata la suddivisione in zone omogenee, vengono individuati i rapporti esistenti sulla base di elementi tecnici che individuino la diversa entità delle opere.

L'indice così ricavato esprime la diversa misura di intensità delle opere, intensità che ovviamente è tanto maggiore quanto maggiore è il rischio idraulico di ciascuna zona omogenea.

Il secondo parametro considera la posizione di ciascun immobile rispetto al sistema idraulico. Si vuole con ciò tener conto del rischio idraulico che viene evitato al singolo immobile mantenendo in efficienza la rete scolante e le opere di difesa in gestione.

La composizione degli indici di "intensità" delle opere (corrispondenti alla sottozona) con gli indici di soggiacenza fornirà l'indice di "rischio idraulico".

a 2) Indice di comportamento idraulico

Non tutti i suoli si comportano in modo uguale sotto il profilo idraulico. Sono infatti evidenti le differenze che presentano terreni sciolti a grossa tessitura con alta percentuale di filtrazione d'acqua e terreni argillosi con lenta filtrazione ed alto potenziale di deflusso.

Nel primo caso gran parte della massa acquea penetrando nel terreno sarà restituita ai canali di bonifica in tempi lunghi e in minor quantità per le perdite di evapotraspirazione; nel secondo caso, essendo minore la traspirazione e più lenta l'infiltrazione, sarà maggiore la quantità d'acqua che perviene ai canali in tempi più brevi.

92 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Quando poi si confronti un terreno agricolo con un suolo a destinazione extragricola e quindi impermeabilizzato il fenomeno si accentua notevolmente.

Per valutare il diverso comportamento dei suoli occorre far riferimento al "coefficiente di deflusso" che esprime il rapporto tra il volume d'acqua affluito nei canali ed il volume d'acqua caduto per pioggia in un dato tempo e su una data superficie. Quanto maggiore è l'assorbimento dell'acqua di pioggia da parte dei suoli, tanto minore è la quantità che perviene ai canali e più basso è il rapporto. Inversamente il rapporto tende all'unità man mano che diminuisce l'infiltrazione, sino alle superfici impermeabilizzate.

Come detto, la composizione dell'indice di rischio idraulico con l'indice di comportamento fornisce l'indice idraulico.

b) Indice economico

La determinazione degli indici tecnici di rischio idraulico e di comportamento idraulico dei terreni non è influenzata dalla destinazione dei suoli se non sotto l'aspetto quantitativo; i parametri economici, viceversa, si differenziano a seconda della destinazione dei suoli.

L'indice economico deve fornire la diversa entità del valore fondiario o del reddito di ciascun immobile tutelato dall'attività di bonifica.

A tale proposito, l’elevato numero di immobili e l'estrema varietà di tipologie che caratterizzano gli stessi, rendono impensabile la determinazione di un indice economico calcolato sulla base di un confronto dei valori fondiari e quindi sui rapporti esistenti tra ciascuno di essi; ciò anche in considerazione della mancanza di qualsiasi fonte attendibile ed obiettiva su cui basarsi.

Si rende così necessario, ai fini voluti, considerare le rendite degli immobili e non v'è dubbio che i dati più idonei sono quelli catastali, che

93 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

possono costituire la base conoscitiva da cui partire per giungere alla individuazione dei rapporti economici esistenti tra gli immobili, sia nell'ambito di ciascuna categoria agricola ed extragricola, sia tra le due categorie.

Come è noto per le "rendite catastali" è stata superata la fase di rendite risalenti al 1939 cui erano applicati ciascun anno coefficienti di aggiornamento e ciò non soltanto per gli immobili agricoli, ma anche per i fabbricati i cui nuovi estimi e le relative rendite sono entrati in vigore dal primo gennaio 1992. Peraltro i redditi dominicali del catasto terreni fanno riferimento all’epoca censuaria ‘78/’79 (D.M. 13.12.1979), mentre le rendite catastali del catasto urbano si riferiscono all’epoca censuaria ‘88/’89 (Circolare Ministero delle Finanze n. 2 del 09.01.1990).

Si pone, quindi, il problema di riferire alla stessa epoca le due rendite, individuando il rapporto esistente secondo indici opportunamente calcolati e che consentano quindi di ottenere rendite omogenee.

Operando sui dati forniti dal catasto, è da tener presente che la rendita catastale dei fabbricati è generata da due distinti "capitali", uno relativo al suolo ed uno relativo al soprassuolo.

E poiché il beneficio della bonifica riguarda il suolo, si dovranno confrontare redditi di suolo nudo, separando, nella rendita, la quota derivante dal valore del soprassuolo da quella derivante dal valore del suolo nudo.

Per quanto attiene i fabbricati, l'estimo considera la quota relativa al soprassuolo intorno all'80-85% del valore. Ovviamente tale percentuale è destinata a variare a seconda della localizzazione degli immobili e della eventuale quota di incidenza dei fattori extra-bonifica nella zona (es. infrastrutture primarie).

La rendita catastale corretta come sopra indicato fornisce l'indice economico per gli immobili con destinazione extragricola.

94 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Per quanto attiene gli immobili agricoli si utilizza il reddito dominicale attualmente in vigore desunto dall’U.T.E. per ciascuna particella. Si ritiene di dover utilizzare il dato catastale, anche se in taluni casi questo non corrisponde alla realtà, perché rimane comunque il più particolareggiato e il più oggettivo. D'altra parte, da un lato l'autodeterminazione dei redditi disposta con la legge 13 Maggio 1988 n° 154, e le disposizioni dell'art. 26 del testo unico sulle imposte e sui redditi, D.P.R. 22.12.1986, n° 917, modificato dalla stessa legge e dall'altro l'ammodernamento del catasto in corso, porteranno in tempi relativamente brevi all'aggiornamento della classazione, eliminando eventuali discordanze. Queste ultime, poi, qualora si verifichino, potranno essere corrette in sede di applicazione del piano di classifica anche su segnalazione degli interessati.

Con la metodologia sopra individuata si viene a determinare la rendita per ciascun immobile agricolo ed extra-agricolo.

Tale rendita consente di determinare i rapporti economici esistenti tra i diversi suoli, siano essi agricoli o extragricoli, e pertanto corrisponde all'indice economico desiderato.

La composizione, per ciascun immobile, dell'indice come sopra calcolato con l'indice idraulico fornisce l'indice corrispondente al diverso beneficio che i beni ricadenti nel comprensorio ricavano dall'attività di bonifica (indice di beneficio).

Nello specchio che segue è riportato uno schema che fornisce la composizione dei vari indici elementari per pervenire all'indice di beneficio cui fare riferimento per la ripartizione della contribuenza consortile.

95 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

COMPOSIZIONE DEGLI INDICI ELEMENTARI PER OTTENERE L’INDICE DI BENEFICIO

OPERE IDRAULICHE

Indice di densità Indice di esercizio

Indice di intensità Indice di soggiacenza

Indice di rischio Indice di comportamento

Indice idraulico Indice economico

Indice di beneficio

96 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

6.3 I criteri adottati: scarichi nei canali consortili delle zone urbane ed il beneficio relativo allo scolo delle acque

L’individuazione del beneficio relativo allo scolo delle acque degli immobili extra-agricoli deve essere considerato un elemento della difesa idraulica del comprensorio.

L’individuazione di tale componente di beneficio presenta aspetti particolari derivanti dalle disposizioni della Legge n° 36/94 e dalla Legge Regionale della Regione Toscana n° 34 del 5 maggio 1994 e successive modificazioni4 che recepiscono i contenuti della citata L. n° 36/94.

La legge prescrive che “i soggetti pubblici o privati, anche non consorziati, che utilizzano le opere di bonifica, il reticolo e le opere idrauliche in gestione ai consorzi di bonifica o agli altri soggetti competenti come recapito di scarichi, contribuiscono alle spese in proporzione al beneficio ottenuto” (art. 16 L.R.T. n.34/94).

Nelle Linee Guida per la valutazione del Beneficio di scolo elaborate dal Prof. E. Paris su incarico della stessa Regione Toscana e riportate come Allegato A alla D.G.R.T. 715 del 20.08.04 si fa riferimento a due modi di identificare il beneficio apportato dalle attività di bonifica:

“benefici per attività di allontanamento delle acque (o attività di scolo) riferiti alle condizioni ordinarie del deflusso che mediamente si manifestano con frequenze annuali”;

“benefici per attività di difesa del suolo e di difesa idraulica (o attività di difesa del territorio), riferiti alle condizioni di deflusso con frequenza superiore a quella annuale”.

“Sulla base di tale suddivisione, è ragionevole assumere che l’utilizzo della rete consortile da parte del Gestore sia direttamente connesso alle

4 Legge n. 38 del 29 luglio 2003 “Modifica al sistema della contribuenza e della programmazione delle opere. Modifica agli artt. 8, 10, 14, 16, 17, 20, 24 della L.R. 15 maggio 1994 n. 34

97 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

attività di allontanamento delle acque che, a loro volta, interagiscono con le attività di difesa del territorio.

Le stesse linee guida stabiliscono inoltre che il beneficio di scolo del Gestore del S.I.I. è riferito alle sole acque di scolo generate nell’ambito dello stesso S.I.I. restando perciò escluse le acque meteoriche fatta salva l’eventuale quantità di acqua meteorica che deve essere trattata fino al raggiungimento del grado di diluizione prescritto per legge per prima dello sversamento nel recettore.

In tale ottica l’attività di allontanamento delle acque può essere svolta dal Consorzio:

-in modo diretto quando le acque generate nell’ambito del S.I.I. vengono scaricate in rete di bonifica od idraulica in manutenzione al Consorzio;

-in modo indiretto, quando gli scolmatori di piena recapitano le portate di troppo pieno di sistemi fognari misti in rete di bonifica od idraulica in manutenzione al Consorzio permettendo così il corretto funzionamento della rete fognaria e del sistema di depurazione del Gestore del S.I.I..

Nel caso del Comprensorio n.16 si verifica la seconda situazione, in quanto su tutta la rete consortile sono presenti numerosi scolmatori di piena che garantiscono il recapito delle acque reflue durante gli eventi di pioggia.

Il beneficio del Gestore quantificato in base alla metodologia prevista dall’allegato A alla D.G.R.T. 715 del 20.08.04 è quindi rapportato ad una percentuale dei costi di manutenzione gestione del complesso dei sistemi idraulici e di bonifica gestiti dal Consorzio e viene portato in abbattimento della sola contribuenza urbana in quanto tali immobili sono soggetti al pagamento della tariffa del S.I.I.

98 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Resta quindi inteso che il beneficio di scolo relativo all’allontanamento delle acque meteoriche incidenti sulle aree urbane resta a totale carico dei Consorziati.

99 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

TERZA PARTE

7 IL BENEFICIO DERIVANTE DALLE OPERE IDRAULICHE

7.1 Ripartizione del comprensorio in zone idrauliche omogenee

L'attività che il Consorzio esplica per mantenere in efficienza, aggiornare e perfezionare con nuove opere il complesso sistema idraulico, è fondamentale per preservare il patrimonio fondiario consortile, mantenendo la piattaforma che ha consentito l'attuale sviluppo economico-sociale e adeguandola al modificarsi delle esigenze.

È indispensabile, infatti, che sia garantito il recapito e lo scolo delle acque piovane, onde evitare ristagni, paludi o soltanto sofferenza idraulica ai terreni ed alle aree urbane, ed assicurare così che possano esplicarsi le diverse attività economiche in tutto il comprensorio.

Ove mancasse la costante azione del Consorzio, si avrebbe il regredire della bonifica, con il ritorno alla palude o all'acquitrino nelle terre basse e a gravi difficoltà di scolo in quelle a quota superiore, per cui sarebbe impossibile qualsiasi attività economica, sia agricola che extragricola e potrebbe essere compromessa la stessa abitabilità del comprensorio.

In definitiva, e come già detto, il vantaggio che ciascun immobile trae dall'attività di bonifica per il settore idraulico è pari al danno che ad esso singolarmente viene evitato e al danno di cui risentirebbe tutto il territorio qualora mancasse l'attività di bonifica.

Per le caratteristiche del comprensorio, i terreni si trovano in differenti condizioni di "carenza idraulica" a seconda delle caratteristiche del bacino in cui ricadono e a seconda della loro posizione di soggiacenza rispetto al recapito del bacino.

La rete di canali artificiali di bonifica che assicura lo scolo delle acque, anche attraverso il sollevamento meccanico, interessa l'intero distretto di pianura.

100 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Lo schema della rete scolante è caratterizzato dalla presenza di una serie di canali che raccolgono le acque dei diversi bacini e sottobacini idraulici in cui può essere suddiviso il comprensorio; tali "sistemi" sono, come più volte detto, individuati con la seguente denominazione:

1) Torrente Marinella di Travalle e Gora delle Pagnelle;

2) Torrente Marina e Torrente Chiosina;

3) Bacino di Crucignano e Gora del Ciliegio;

4) Bacino di acque basse del Fosso di Piano;

5) Comprensorio acque alte - Fosso Reale;

6) Bacino acque basse della Viaccia.

Ai fini della stesura del presente Piano di Classifica ciascun sistema è stato suddiviso in una serie di sistemi idraulici fra loro omogenei per caratteristiche idrografiche ed idrauliche che vengono di seguito descritti ed individuati con una numerazione progressiva e relativa denominazione.

Si ricorda che il presente piano di classifica è redatto per parte del territorio consortile, rimanendone escluse le aree tributarie del F. Arno.

In applicazione dei criteri esposti al precedente cap. 6, le diverse condizioni di carenza idraulica vengono espresse attraverso un indice che viene indicato come "indice di rischio".

Per la sua determinazione si è proceduto tenendo conto di due elementi:

- il primo individua la diversa intensità delle opere e quindi degli interventi consortili necessari in ciascun bacino per sopperire alla carenza idraulica del bacino stesso. I rapporti di tale diversa entità vengono espressi con appositi indici chiamati, per comodità, indici di "intensità" delle opere;

- il secondo individua la diversa situazione di pericolosità dei terreni nell'ambito di ciascun bacino. I relativi rapporti vengono anch'essi espressi su appositi indici, chiamati indici di "soggiacenza dei terreni".

101 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

È poi da tener conto del diverso comportamento idraulico dei terreni a causa delle difformi caratteristiche fisiche che essi presentano.

Pertanto l'indice idraulico deriva dalla composizione di due fattori: il rischio cui i terreni sono soggetti (determinato dalla intensità delle opere e dalla soggiacenza dei terreni) e il comportamento dei terreni stessi.

Tutto il comprensorio, quindi, anche alla luce della realizzazione delle opere previste dal Piano Generale Bonifica, è servito da una rete corsi d’acqua regimati, di canali, di aree di laminazione e di impianti di sollevamento delle acque, opere che assicurano la fruibilità dei terreni e che vengono mantenute in efficienza dall’attività consortile.

La rete idraulica di bonifica di acque basse, ed in parte anche quella di acque alte, in relazione alle condizioni geomorfologiche del comprensorio, risulta sottesa rispetto al naturale ricettore, rappresentato dal fiume Bisenzio.

Il funzionamento di questa rete è attualmente del tipo a scolo intermittente, in ciò condizionato dai livelli di “morbida” e di “piena” verificabili nei citati ricettori.

Per questo motivo il reticolo di scolo riadeguato e le nuove opere (sistemi di paratoie e nuovi impianti idrovori) realizzate, devono evitare, sia i deprecabili fenomeni di esondazione dei canali e quindi l’allagamento di vaste aree del comprensorio, sia l’ancora più pericolosa ingressione di acque esterne nel Comprensorio.

Il presidio degli impianti ed il funzionamento dei sistemi di paratoie antiriflusso di cui è dotata, sia la rete di bonifica di acque basse, che quella di acque alte, si configurano quindi come elementi fondamentali della difesa idraulica del territorio sotteso alle arginature dei corsi d’acqua recettori (Sistema Arno – Bisenzio).

102 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

In analogia l’esteso sistema di aree di laminazione, in larga parte già realizzato, per la regimazione delle portate di piena sui corsi d’acqua regimati e contenuti all’interno di arginature, si configura come un elemento fondamentale della difesa idraulica del territorio sotteso alle arginature dei corsi d’acqua stessi (T. Marinella di Travalle, T. Chiosina, T. Marina, Gora del Ciliegio, Fosso Reale etc.).

Nelle aree collinari e montane del territorio consortile l’attività svolta dall’Ente è invece tesa alla regimazione dei corsi d’acqua ed alla difesa del suolo, intesa nella accezione più generale di difesa da rischio idraulico e geologico piuttosto che di salvaguardia dalle esondazioni, in quanto trattasi di aree altimetricamente privilegiate dove le aree potenzialmente allagabili hanno ridotta estensione. Il tutto in un ottica di gestione complessiva del bacino idrografico come previsto, a livello legislativo ed in modo inequivocabile, dalla L. 183/89.

Sulla base di quanto sopra esposto, in adesione ai criteri fissati dal già citato Piano Generale di Bonifica, possono identificarsi le seguenti zone, corrispondenti ad altrettanti “sistemi idraulici omogenei” sotto il profilo idraulico.

Sistema “1” – Torrente Marinella di Travalle e Gora delle Pagnelle;

Il sistema “1” si estende per una superficie complessiva di 943 ettari, ricadenti nei comuni di Calenzano e Prato.

Il T. di Marinella confluisce, dopo l’immissione nella Gora delle Pagnelle o Fosso Montisi, nel Fiume Bisenzio in territorio del sistema idraulico “3”.

Lo sviluppo complessivo dei corsi d’acqua naturali che interessa tale sistema è di 327.201 metri quadrati, mentre le aree di laminazione interessano una superficie di 177.000 mq. (v. tab. A).

103 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Sistema “2 – Torrente Marina e Torrente Chiosina

Il sistema “2” si estende per una superficie complessiva di 6.079 ettari ricadenti nei comuni di Calenzano, Vaglia e Sesto Fiorentino, ed è costituito essenzialmente dal Torrente Marina, dal Torrente Marinella di Legri, che sfocia nel T. Marina in Località La Chiusa, ed il Torrente Chiosina che confluisce nel T. Marina nel sottostante sistema idraulico “3”.

Lo sviluppo complessivo dei corsi d’acqua naturali che interessa tale sistema è di 521.398 metri quadri (v.tab. A).

Il sistema comprende tre Casse di espansione: “Le Torri” (in esecuzione) , “La Gora” (in esecuzione), “Le Carpognane” con un volume di invaso delle prime due casse di espansione di complessivi 435.000 mc, mentre la cassa “Le Carpognane” ha un volume di invaso di 250.000 mc..

Le aree di laminazione interessano una superficie di 364.193 mq. (v.tab. A).

Sistema “3” – Crucignano e Gora del Ciliegio

Il sistema “3” –- si estende per una superficie complessiva di 993 ettari ricadenti nei comuni di Campi di Bisenzio, Calenzano e Prato. Il sistema è compreso tra la destra idrografica del torrente Marina e la sinistra del Fiume Bisenzio e delimitato a nord dallo spartiacque dei rilievi pedemontani di Poggio Castiglioni, Poggio Nucchiale e Poggio Uccellaia.

Il Collettore Crucignano recapita nel Bisenzio nei pressi della confluenza Marina-Bisenzio.

Lo sviluppo complessivo dei corsi d’acqua naturali che interessa tale sistema è di 256.684 mq, mentre quello delle canalizzazioni di bonifica è di 509.956 metri quadri (v. tab. A).

In corrispondenza dell’emissione nel fiume Bisenzio è presente un manufatto paratoie con annesso impianto idrovoro di sollevamento.

Immediatamente a monte dell’impianto idrovoro è prevista una cassa di espansione detta di “Crucignano” capace di invasare 40.000 mc.

104 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Sistema “4” – Fosso di Piano

Il sistema "4" si estende per una superficie di 826 ettari ricadenti nei comuni di Signa e Campi di Bisenzio. Lo sviluppo complessivo delle canalizzazioni di bonifica che interessa tale sistema è di 161.028 metri quadri (v. tab. A).

L'impianto idrovoro omonimo, previsto a servizio del nuovo sistema di canali, è finalizzato al superamento dei problemi di deflusso che si verificano in concomitanza di livelli di media piena nel F. Bisenzio.

E’ da precisare che in questo sistema è presente una zona individuata nell’abitato di Campi Bisenzio, che seppur difesa idraulicamente dalle opere consortili, recapita gli colmi fognari nella rete di bonifica in gestione al consorzio Ombrone Pistoiese Bisenzio.

Gli immobili ricadenti in questa zona sono comunque assoggettati a contributo per il beneficio di difesa.

Sistema “5” – Fosso Reale

Il sistema “5” si estende per una superficie complessiva di 2.689 ettari ricadenti nei comuni di Firenze, Sesto Fiorentino, Calenzano e Vaglia. Lo sviluppo complessivo dei corsi d’acqua naturali che interessa tale sistema è di 776.958 mq, mentre quello delle canalizzazioni di bonifica che interessa tale sistema è di 111.474 metri quadri (v. tab. A).

In prossimità della confluenza tra Colatore Destro e Fosso reale (in Bisenzio), sono poste le Paratoie delle “Acque Alte” che regolano l’immissione del collettore nel F. Bisenzio ed evitano pericolosi fenomeni di riflusso dello stesso F. Bisenzio nel collettore.

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Sistema “6” – Viaccia

Il sistema “6” si estende per una superficie complessiva di 3.955 ettari ricadenti nei comuni di Firenze, Sesto Fiorentino, Signa e Campi di Bisenzio. Lo sviluppo complessivo delle canalizzazioni di bonifica che interessa tale sistema è di 1.128.083 metri quadri (v. tab. A). Lungo l’alveo del Collettore Acque Basse sono presenti le casse di espansione denominata “San Donnino Destra” (di circa 8 ettari) che consente un invaso di circa 35.000 mc e la “San Donnino Sinistra”, (in fase di realizzazione, di circa 10 ettari) che consentirà un invaso di circa 60.000 mc di acqua.

Le aree di laminazione interessano una superficie di 228.128 mq. (v.tab. A).

106 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

7.2 Indice di rischio

7.2.1 Indice di intensità

Per individuare i rapporti di intensità tra i diversi bacini si è avuto riferimento:

1) alla densità della rete scolante (canali di bonifica e corsi d’acqua in gestione al Consorzio), così come esattamente individuati nel par. 3.2 in relazione alla superficie del bacino, espressa in metri quadrati per ettaro (v. tab. A);

2) per i bacini nei quali sono presenti aree di laminazione, ovvero aree nelle quali invasare le portate in eccesso rispetto alla capacità del ricettore, l'intensità è riferita alla manutenzione delle citate aree di laminazione, rilevando sulla base delle informazioni assunte presso il Consorzio, i costi medi ed esprimendoli in Euro per metro quadrato;

3) per i bacini il cui scolo è integrato dal sollevamento meccanico, l'intensità è riferita "all'esercizio dell'impianto idrovoro", rilevando sulla base delle informazioni assunte presso il Consorzio, i costi medi di gestione ed esprimendoli, in relazione alla superficie del bacino, in Euro per metro quadrato.

Attribuita a ciascun bacino la densità in mq/ha delle opere ad esso riferite laminazione la densità delle stesse in mq/ha ed ai bacini a sollevamento idraulico il consumo espresso in Kwh/ettaro di energia, si è proceduto alla combinazione dei tre elementi caratterizzanti, per pervenire all'indice di intensità del bacino.

A tal fine non potendo evidentemente sommare fra loro elementi non omogenei quali i mq ed i Kwh, si è proceduto esprimendo i loro valori con una medesima unità di misura, che non può essere altro che l’Euro, in quanto i diversi interventi di manutenzione della rete scolante e delle aree di laminazione, e di sollevamento delle acque, sono rappresentabili e quindi commisurabili con i loro costi.

107 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

I costi di esercizio e di manutenzione delle infrastrutture di bonifica sono stati rilevati dai bilanci consortili e dalle previsioni del Piano Generale di Bonifica, e sono comprensivi degli oneri relativi al personale di macchina e di custodia, alla manodopera bracciantile ed alla gestione dei mezzi meccanici impiegati nei lavori di manutenzione della rete di bonifica.

A tale scopo l’Ufficio Tecnico ha elaborato conteggi analitici riportati in allegato al presente Piano di Classifica.

Per individuare i rapporti di intensità sono state considerate e poste a confronto le zone con impianti e quelle a scolo naturale, determinandone la relativa "densità" media della rete scolante (canali di bonifica esattamente individuati nelle tabelle in appendice al Piano), espressa in metri quadrati di sviluppo per ettaro.

Gli indici di densità che ne derivano (v. Tabella A):

- 437 mq/ha per le zone con impianti;

- 337 mq/ha per le zone a scolo naturale, pongono, così, i diversi sistemi su un piano di confronto più realistico in termini di beneficio derivante dalla bonifica idraulica (v. tabella A).

Ricavato così il costo convenzionale unitario per ettaro è stato possibile procedere alla composizione dei tre parametri; posto uguale a 1 il costo più basso per ettaro, si sono ricavati gli indici di intensità riportati nella allegata tabella B.

108 Tabella A - INDICI DI DENSITA' (rapporto tra la rete idraulica la superficie del bacino)

Superfici Sistema n° Denominazione Sviluppo ragguagliato delle opere (mq) DENSITA' idrauliche a) canali di b) corsi d'acqua c) Totale d) aree di Totale d) = (ha) (mq/ha) bonifica naturali canalizzazioni laminazione (a+b+c) a b c d e f = d + e g =f/a

1 T. Marinella + Gora delle Pagnelle 943 0 327.201 327.201 177.000 504.201 535

2 T. Marina + Chiosina 6.079 145.938 375.460 521.398 364.193 885.591 146

3 Crucignano + Gora del Ciliegio 993 509.604 256.684 766.288 0 766.288 772

4 Fosso di Piano 826 161.028 0 161.028 0 161.028 195

5 Fosso Reale 2.689 776.958 111.474 888.432 0 888.432 330

6 Viaccia 3.955 1.128.083 0 1.128.083 228.128 1.356.211 343

TOTALE 15.485 DENSITA' MEDIA aree con impianti (m/ha) 437

DENSITA' MEDIA aree senza impianti (m/ha) 337

109 Tabella B - INDICI DI INTENSITA' (composizione degli indici di densità e di esercizio)

Manutenzione Totale INDICE Manutenzione Manutenzione Superficie Densità ed esercizio idrovore manutenzione ed esercizio DI ed esercizio canali ed esercizio aree di laminazione Bacino n° Denominazione costo unitario annuo costo unitario annuo INTENSITA' (ha) [mq/ha] [€/mq] [€/ha] [mq] [€/mq] [€/ha] [€/ha] [€/ha]

a b c d = b x c e f g =(e x f)/a h i = d + g + h l = i/imin

T. Marinella + Gora 1 delle Pagnelle 943 337 0.27 90.97 54.015 0.27 15.47 0.00 106.43 1.00

2 T. Marina + Chiosina 6.079 337 0.33 111.18 127.528 0.27 5.66 0.00 116.85 1.10

Crucignano + Gora del 3 Ciliegio 993 437 0.27 117.86 - - 33.62 151.48 1.42

4 Fosso di Piano 826 437 0.27 117.86 - - 31.30 149.16 1.40

5 Fosso Reale 2.689 337 0.39 131.40 - - 0.00 131.40 1.23

6 Viaccia 3.955 437 0.27 117.86 228.128 0.27 15.57 9.49 142.92 1.34 aree con impianti aree senza impianti

110 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

7.2.2 Indice di soggiacenza

Il secondo elemento che individua la situazione di pericolosità che incombe sui terreni in relazione ad eventi meteorici viene determinato in funzione della soggiacenza dei terreni stessi in rapporto ai punti di recapito delle acque.

Per la determinazione delle diverse situazioni di pericolosità si deve partire dalla teorica ipotesi in cui cessasse o mancasse l'attività di bonifica, ed in base a questa determinare le zone in cui i terreni si trovano in analoghe condizioni.

Come è noto la situazione di pericolosità che incombe sui terreni in relazione ad eventi meteorici, è in funzione della soggiacenza alle piene in corrispondenza dei punti di recapito e quindi con riferimento:

a) alle osservazioni delle quote idrometriche massime annue nei recipienti di scarico per un congruo periodo di anni;

b) alla frequenza con gli eventi di piena che si sono verificati nello stesso periodo;

c) alle quote dei terreni desunte dai piani quotati;

d) e quindi all'ipotesi di allagamento che i terreni conseguirebbero in relazione al verificarsi degli eventi di piena in caso di mancato funzionamento delle opere di bonifica, secondo diversi tempi di ritorno.

Nel caso in esame le differenze altimetriche in cui i diversi terreni si trovano e l’esigenza del sollevamento idraulico nel caso di alcuni territori, comporta situazioni di evidente difformità nei confronti dei possibili eventi di piena.

Poichè, inoltre, i dati statistici reperiti appaiono insufficienti per esprimere con assoluta precisione i rapporti di pericolosità esistenti tra le varie situazioni, appare possibile stimare empiricamente la maggior

111 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

pericolosità dei terreni sulla base delle esperienze di situazioni analoghe con andamenti meteorici non dissimili, tenuto conto altresì:

a) delle modalità di recapito delle acque (scolo naturale o meccanico);

b) della quota media altimetrica dei terreni individuata nell’ambito di ciascun bacino e per ciascun comune.

L’attribuzione dei relativi coefficienti è stata poi effettuata assumendo gradi di pericolosità compresi in un intervallo del 10% per differenziare ciascuna delle situazioni, così come riportato di seguito: A) aree a soggiacenza elevata, in quanto potenzialmente soggette a fenomeni di allagamento riconducibili a deficienze dimensionali, strutturali e funzionali delle esistenti opere idrauliche di bonifica: a tali zone viene attribuito l'indice 1,20.

B) aree a soggiacenza media, in quanto soggette a particolare deficienza di scolo per inadeguatezza delle proprie reti drenanti e per i rigurgiti indotti nelle stesse dalle condizioni idriche di valle; tali zone risentono, sia pure in misura minore, delle sommersioni di cui al punto precedente. A tali zone viene attribuito l'indice 1,10.

C) aree a soggiacenza limitata, nelle quali risulta modesto il rischio di soggezione idraulica per deficienza di scolo e di rigurgito. A tali zone viene attribuito l'indice 1,00. In tale classe rientrano anche le aree collinari e montane del territorio consortile in cui l’attività svolta dall’Ente è tesa alla regimazione dei corsi d’acqua ed alla difesa del suolo, intesa nella accezione più generale di difesa da rischio idraulico e geologico piuttosto che di salvaguardia dalle esondazioni, in quanto trattasi di aree altimetricamente privilegiate dove le aree potenzialmente allagabili hanno ridotta estensione.

Nella tabella C sono riportate le attribuzioni degli indici di soggiacenza per ciascun sistema idraulico.

112 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

TAB C - INDICI DI SOGGIACENZA

MODALITA' DI INDICE DI BACINI SITUAZIONI DI PERICOLOSITA' n. RECAPITO SOGGIACENZA

T. Marinella + Gora 1 scolo naturale area a soggiacenza limitata 1 delle Pagnelle

T. Marina scolo naturale area a soggiacenza limitata 1 2 + Chiosina scolo naturale aree a soggiacenza elevata 1,2

Crucignano scolo naturale area a soggiacenza limitata 1 sollevamento 3 + Gora del Ciliegio aree a soggiacenza elevata 1,2 meccanico

sollevamento area a soggiacenza media 1,1 4 Fosso di Piano meccanico aree a soggiacenza elevata 1,2

5 Fosso Reale scolo naturale area a soggiacenza limitata 1

sollevamento area a soggiacenza media 1,1

6 Viaccia meccanico aree a soggiacenza elevata 1,2

113 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

7.2.3 Indice di rischio.

Dalla composizione dei due elementi tecnici, indice di intensità e indice di soggiacenza, come sopra determinati, si ricava l'indice di rischio, secondo la seguente formula:

Ir = Ii x Is;

dove:

Ir = Indice di rischio

Ii = Indice di intensità

Is = Indice di soggiacenza.

Nella tabella D, riportata a pagina seguente, appare la predetta composizione.

114 TABELLA D - INDICI DI RISCHIO (composizione degli indici di intensità con gli indici di soggiacenza)

INDICI DI SOGGIACENZA INDICE SISTEMI IDRAULICI DI INTENSITA' 1 1.1 1.2 INDICI DI RISCHIO

1 T. Marinella + Gora delle Pagnelle 1.00 1.00 1.10 1.20

2 T. Marina + Chiosina 1.10 1.10 1.21 1.32

3 Crucignano + Gora del Ciliegio 1.42 1.42 1.57 1.71

4 Fosso di Piano 1.40 1.40 1.54 1.68

5 Fosso Reale 1.23 1.23 1.36 1.48

6 Viaccia 1.34 1.34 1.48 1.61

INIDICI EFFETTIVI INDICI TEORICI

115 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

7.2.4 Indice di comportamento

Per tenere conto del differente comportamento dei terreni e quindi per determinare gli indici idraulici specifici di ciascun terreno, viene utilizzato, secondo la Guida dell’ANBI, il “coefficiente di deflusso”, che, in base alla terminologia del Servizio idrografico italiano, è il rapporto fra volume d'acqua passato in un determinato periodo di tempo attraverso la sezione di un corso d'acqua e quello caduto sotto forma di precipitazione, nello stesso intervallo di tempo, sul bacino tributario della sezione.

Il coefficiente di deflusso, sia annuo che mensile, varia per la influenza di molteplici fattori quali la piovosità e la distribuzione nel tempo delle precipitazioni, la temperatura dell’aria, la permeabilità dei terreni, la vegetazione, ecc..

Come è noto, è stato più volte tentato di esprimere il coefficiente di deflusso in base agli elementi da cui esso dipende, talché esistono differenti formule di calcolo elaborate da illustri idraulici che tuttavia conducono a determinazioni non univoche del coefficiente di deflusso.

Tenuto conto che l’elemento caratteristico del coefficiente di deflusso è indubbiamente dato dalla capacità drenante ovvero permeabilità dei terreni, si è ritenuto che allo scopo questa possa sufficientemente rappresentare il parametro del diverso comportamento.

Poiché la capacità drenante dei terreni o più genericamente permeabilità, è funzione della struttura e tessitura dei suoli (dimensione dei granuli, distribuzione nello spazio degli aggregati, porosità ecc.), che in ultima analisi dipende dalla granulometria delle particelle solide, è possibile attribuire a ciascun raggruppamento un giudizio sulla capacità drenante.

Nell'esteso territorio oggetto del piano ci si trova di fronte ad un'ampia casistica di situazioni che porterebbe ad un innumerevole numero di coefficienti, talché sarebbe difficile, se non impossibile, la loro adozione, né risponderebbero al concetto zonale che caratterizza il presente lavoro.

116 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

In tal senso i diversi terreni del comprensorio consortile sono stati ricondotti all'interno dei seguenti raggruppamenti fisico-granulometrici.

A) Terreni caratterizzati da sufficiente capacità drenante, quali i suoli sciolti, che presentano discreta permeabilità.

B) Terreni caratterizzati da una limitata capacità drenante, quali i suoli alluvionali antichi e recenti; in questo gruppo rientrano i terreni di medio impasto (alluvionali), presenti in gran parte del territorio consortile.

In linea di principio, quindi, stante la sopra indicata diversità di caratteristiche alle zone agricole del comprensorio consortile andrebbero attribuito due diversi indici di comportamento.

Peraltro, è da ritenere che il comportamento di un terreno di limitata capacità drenante viene ad essere modificato dall’esercizio dell’attività agricola. Si fa riferimento, in particolare, agli interventi connessi alle tecniche colturali che l’agricoltore predispone per migliorare le condizioni di permeabilità dei terreni stessi (sistemazioni idrauliche, lavorazioni del terreno, drenaggi, ecc.). Talché la differenza in termini di permeabilità tra i terreni possono risultare minime.

Pertanto, considerando quanto sopra esposto, si ritiene opportuno attribuire alle zone agricole un unico indice di comportamento pari a 0,50.

117 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

C) Aree urbanizzate

Per queste aree il discorso sull'attribuzione dell'indice di comportamento si presenta sostanzialmente diverso, in quanto l'impermeabilizzazione dei suoli produce un evidente diverso comportamento sia per la qualità di acqua che viene scolata, sia per i tempi di afflusso ai canali.

Tenuto conto che, comunque, vi è una certa perdita non soltanto per evapotraspirazione, per questi suoli il coefficiente da adottarsi, sempre sulla base di esperienze e di calcoli effettuati presso altri Enti di bonifica, è pari a 0,90.

Gli indici adottati con questo sistema non possono fornire un'esatta valutazione della capacità drenante dei singoli terreni; tuttavia essi esprimono una sufficiente valutazione media di ogni zona, utile a determinare il parametro in grado di fornire il diverso modo di comportarsi dei suoli stessi nei confronti della rete idraulica in cui hanno recapito le acque. Il che corrisponde ai criteri adottati per il presente Piano.

Appare evidente che modeste superfici non rappresentabili cartograficamente potranno presentare caratteristiche diverse rispetto alla categoria in cui sono inserite.

Tali situazioni potranno essere individuate in sede di trasposizione sulle mappe catastali od anche successivamente all'applicazione del piano anche su richiesta dei proprietari interessati ed a seguito di accertamenti tecnici.

Le relative superfici saranno quindi inserite nella categoria a loro spettante.

118 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

7.3 Indice idraulico

Dalla composizione degli indici di rischio e degli indici di comportamento, si perviene alla determinazione degli indici tecnici riportati a pagina seguente nell'allegata tabella E secondo la seguente formula:

Id = Ir x Ic;

dove:

Id = Indice idraulico

Ir = Indice di rischio

Ic = Indice di comportamento

La tavola n° 4, allegata al presente Piano di Classifica, riporta una zonizzazione delle aree distintamente per indice idraulico attribuito, secondo la tabella E di seguito riportata.

119 TABELLA E - INDICI IDRAULICI (composizione degli indici di rischio con gli indici di comportamento)

INDICI IDRAULICI INDICI IDRAULICI INDICI IDRAULICI agricoli extragricoli agricoli extragricoli agricoli extragricoli 0.5 0.9 0.5 0.9 0.5 0.9

INDICI DI INDICI DI INDICI DI SISTEMI IDRAULICI INDICE IDRAULICO INDICE IDRAULICO INDICE IDRAULICO RISCHIO RISCHIO RISCHIO

T. Marinella + Gora delle Pagnelle 1.00 0.50 0.90 1.10 0.55 0.99 1.20 0.60 1.08

T. Marina + Chiosina 1.10 0.55 0.99 1.21 0.60 1.09 1.32 0.66 1.19

Crucignano + Gora del Ciliegio 1.42 0.71 1.28 1.57 0.78 1.41 1.71 0.85 1.54

Fosso di Piano 1.40 0.70 1.26 1.54 0.77 1.39 1.68 0.84 1.51

Fosso Reale 1.23 0.62 1.11 1.36 0.68 1.22 1.48 0.74 1.33

Viaccia 1.34 0.67 1.21 1.48 0.74 1.33 1.61 0.81 1.45

INIDICI EFFETTIVI INDICI TEORICI

120 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

7.4 Indice economico

Come precedentemente illustrato, l'indice economico deve fornire la diversa entità del valore fondiario o del reddito di ciascun immobile tutelato dall'attività di bonifica.

Non essendo possibile determinare l'indice economico sulla base di un confronto tra i diversi valori fondiari si è operato, come previsto dalla Guida dell'ANBI, sui dati (rendita catastale e reddito dominicale) forniti dall'Agenzia del Territorio; tali dati presentano l'indubbio vantaggio della oggettività.

Come è noto i redditi dominicali del catasto terreni fanno riferimento all’epoca censuaria ‘78/’79 (D.M. 13.12.1979), mentre le rendite del catasto urbano si riferiscono all’epoca censuaria ‘88/’89 (Circolare Ministero delle Finanze n. 2 del 9.01.1990).

Si pone, quindi, il problema di riferire alla stessa epoca le due rendite.

Sulla base dei dati rilevati presso l’ISTAT1 si può individuare un rapporto di 1:3 tra le due epoche (1978/1988), quantificato in un numero indice pari a 3,115. Applicando tale indice al reddito dominicale dei terreni questi ultimi saranno confrontabili con le rendite catastali dell’urbano riferite al 1988.

a) Superfici extra – agricole

Sulla base dei criteri fissati nel precedente punto 5.2, la rendita catastale è scomposta nella quota assegnata al soprassuolo e al suolo. Si è pertanto provveduto ad effettuare un'indagine per individuare l'incidenza media del valore del suolo all’interno del comprensorio consortile.

1 Indicatori ISTAT su: costo della vita, prezzi all’ingrosso, costo di costruzione dei fabbricati residenziali e industriali, valori di mercato immobiliari riferiti alle due epoche, ecc.

121 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Da tale indagine è risultato che gli immobili ricadenti nei centri abitati presentano, sotto questo profilo, caratteri di ordinarietà e quindi possa adottarsi quale percentuale media ordinaria quella considerata nella dottrina dell’estimo, che attribuisce l'80% alla rendita relativa al soprassuolo e conseguentemente la rendita da attribuire al suolo è pari al 20%.

Peraltro, nel caso in oggetto, è opportuno tener conto dell’altro elemento indicato nella Guida dell’A.N.B.I. e cioè dell’incidenza della bonifica rispetto ai fattori extra bonifica; si ritiene, infatti, che questi ultimi abbiano avuto una certa influenza sui centri abitati, e sebbene in minore misura, anche sugli immobili extraurbani, talché detta incidenza si possa stimare mediamente pari al 25%.

Ne consegue che la percentuale iniziale del 20% della rendita da attribuire al suolo, viene ridotta al 15%; quest’ultima in quanto derivante dalla combinazione della quota iniziale attribuita al suolo nella misura del 20% e della incidenza dei fattori connessi alla bonifica, considerati nel caso in oggetto pari al 75%. Pertanto, alla R.C. relativa al valore dell'immobile sarà quindi da applicarsi a tutti gli immobili extragricoli la percentuale del 15%.

Si tratta dell’intera rendita catastale relativa agli immobili a destinazione ordinaria, e cioè quelli ricadenti nei gruppi A, B e C, ad esclusione delle categorie A/10 e C/1; per queste ultime categorie il valore dell’immobile si ottiene con coefficienti diversi rispetto al coefficiente 100 applicato agli immobili con destinazione ordinaria e precisamente: coefficiente 50 per la categoria A/10 e coefficiente 34 per la categoria C/1. Pertanto, per queste unità immobiliari, la R.C. da adottare affinché essa corrisponda al valore dell’immobile sarà quella derivante dall’applicazione delle percentuali 50 e 34, a seconda della categoria catastale.

122 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Per gli immobili a destinazione particolare formanti il gruppo D si prenderà in considerazione l’intera rendita catastale, qualora risulti attribuita. Nel caso in cui questa non sia stata ancora attribuita, verrà assegnata d’ufficio dal Consorzio sulla base di criteri di analogia con rendite di immobili similari.

Ogni immobile del gruppo D cui fosse attribuita una rendita catastale influenzata da fattori al di fuori dell'ordinarietà, e quindi presentasse un indice economico troppo elevato o troppo scarso, potrà essere individualmente considerato e, con Deliberazione del Consiglio di Amministrazione, sarà fatto rientrare nella normalità degli indici economici della categoria.

Per gli immobili a destinazione particolare formanti il gruppo E, per i quali in passato il Catasto non forniva rendita, la situazione oggi è modificata, in quanto recenti disposizioni hanno fatto si che tali immobili siano provvisti della rispettiva rendita.

Quegli immobili, a qualsiasi categoria appartengano, che ancora ne risultassero sprovvisti, saranno trattati in analogia con altri simili per caratteristiche intrinseche ed estrinseche e di cui il Catasto fornisce rendita.

123 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

QUADRO GENERALE DELLE CATEGORIE PER GLI IMMOBILI

A DESTINAZIONE ORDINARIA Gruppo A A/1 Abitazioni di tipo signorile A/2 Abitazioni di tipo civile A/3 Abitazioni di tipo economico A/4 Abitazioni di tipo popolare A/5 Abitazioni di tipo ultrapopolare (soppressa) A/6 Abitazioni di tipo rurale (soppressa) A/7 Abitazioni in villini A/8 Abitazioni in ville A/9 Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici A/10 Uffici e studi privati A/11 Abitazioni e alloggi tipici dei luoghi Gruppo B B/1 Collegi, convitti, educandati, ricoveri, orfanotrofi, ospizi, conventi, seminari, caserme B/2 Case di cura e ospedali B/3 Prigioni e riformatori B/4 Uffici pubblici B/5 Scuole, laboratori scientifici B/6 Biblioteche, pinacoteche, musei, gallerie, accademie B/7 Cappelle e oratori non destinati all'esercizio pubblico dei culti B/8 Magazzini sotterranei per depositi di derrate (soppressa)

Gruppo C C/1 Negozi e botteghe C/2 Magazzini e locali di deposito C/3 Laboratori per arti e mestieri C/4 Fabbricati e locali per esercizi sportivi C/5 Stabilimenti balneari e di acque curative C/6 Stalle, scuderie, rimesse, autorimesse C/7 Tettoie chiuse o aperte

124 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

QUADRO GENERALE DELLE CATEGORIE PER GLI IMMOBILI

A DESTINAZIONE SPECIALE E PARTICOLARE

Gruppo D D/1 Opifici D/2 Alberghi e pensioni D/3 Teatri, cinematografi, sale per concerti e spettacoli D/4 Case di cura e ospedali a fini di lucro D/5 Istituto di Credito, Cambio, Assicurazioni D/6 Fabbricati e locali per esercizi sportivi D/7 Fabbricati costruiti o adattati per speciali esigenze di una attività industriale D/8 Fabbricati costruiti o adattati per esigenze di attività commerciali D/9 Edifici galleggianti o assicurati a punti fissi del suolo, nonché punti soggetti a pedaggio D/10 Residence D/11 Scuole e laboratori scientifici privati D/12 Posti barca in posti turistici, stabilimenti balneari

Gruppo E E/1 Stazioni di servizio attinenti i servizi di trasporto E/2 Ponti comunali e provinciali soggetti a pedaggio E/3 Fabbricati e costruzioni per speciali esigenze pubbliche E/4 Recinti chiusi per speciali esigenze pubbliche: fiere, posteggi bestiame e simili, mercati E/5 Fabbricati costituenti fortificazioni e loro dipendenze E/6 Fari, semafori, torri per l'orologio pubblico comunale E/7 Fabbricati destinati all'esercizio pubblico dei culti E/8 Fabbricati e costruzioni costituenti attinenze dei cimiteri, con esclusione delle tombe gentilizie e dei colombai E/9 Edifici a destinazione particolare non compresi nelle categorie precedenti

125 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

b) Superfici agricole

Il reddito dominicale di ciascuna particella, determinato come specificato al par. 7.4, fornisce la base per il calcolo dell'indice economico degli immobili agricoli ricadenti nel comprensorio consortile.

In analogia a quanto operato per la rendita catastale dei beni extra- agricoli e adottando quindi lo stesso principio, il reddito dominicale sarà applicato al netto del soprassuolo (vigneti, oliveti, frutteti, seminativi arborati, ecc.), facendo riferimento alle rendite risultanti dalle qualità di seminativo semplice della classe di maggiore frequenza nel comprensorio.

Tale operazione non interessa, invece, le qualità e le classi di suolo (pascolo, orto, prato, ecc.), per le quali sarà applicata tal quale la rendita corrispondente.

126 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

c) Altre superfici

Per quanto riguarda le superfici coperte da strade, ferrovie, ecc., sarà applicato il reddito dominicale così come descritto nel punto precedente, tenuto conto, altresì, dell’importanza assunta dalle diverse tipologie di tali infrastrutture.

Quest’ultima è individuata nella presente classifica con un apposito indice di comunicazione.

Indice di comunicazione:

INDICE DI LINEE DI COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE

Strade comunali 1

Strade provinciali 3

Strade regionali 6

Autostrade 10

Ferrovie 3

Aeroporti 12

Dal punto di vista applicativo l’indice di comunicazione andrà considerato quale ulteriore indice da applicare all’indice di rischio ai fini della determinazione dell’indice economico (v. pagina seguente).

127 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

7.5 Indice di beneficio

La composizione degli "indici idraulici" con gli "indici economici" fornisce gli indici di beneficio derivanti dalle opere di bonifica idraulica.

Da un punto di vista applicativo la procedura da seguirsi è la seguente:

a) saranno preliminarmente riportati sulle mappe catastali i limiti delle zone di pari indici idraulico, individuate al precedente punto 7.4; b) quindi verrà attribuito nel catasto consortile, a ciascuna particella ed a ciascuna unità immobiliare, l'indice idraulico spettante.

L'indice di beneficio si ottiene dalla relazione Ib = Ii x R dove:

Ib = indice di beneficio Ii = indice idraulico R = reddito dominicale o rendita catastale quali risultano al precedente punto 7.4. Applicando la predetta formula l'indice di beneficio viene espresso per ciascuna particella o unità immobiliare da una rendita virtuale.

Per le “altre superfici” (strade, autostrade, ferrovie, aeroporti) oltre all’indice di beneficio andrà applicato l’indice di comunicazione, così come indicato nella pagina precedente.

L'indice di beneficio si ottiene dalla relazione Ib = Ii x Icom x R dove:

Ib = indice di beneficio Ii = indice idraulico Icom = Indice di comunicazione R = reddito dominicale o rendita catastale quali risultano al precedente punto 7.4.

128 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Riportata in catasto la rendita virtuale (ovvero indice di beneficio) di ciascuna particella e unità immobiliare si perviene all'impianto catastale.

Esso costituisce la base imponibile per la formazione del ruolo e verrà modificato soltanto per gli aggiornamenti conseguenti a vendite, frazionamenti, ecc.

Da un punto di vista operativo le predette operazioni non presentano particolari difficoltà, potendo essere affidate ai moderni sistemi informatici.

L'aliquota da applicarsi ciascun anno per ogni lira di reddito virtuale deriva dal seguente rapporto:

B ______a = Σ Rv dove: a = aliquota

B = importo da porre a ruolo risultante dal bilancio di ciascun anno

Σ Rv = rendite virtuali di ciascuna particella e unità immobiliare.

129 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

8. DETERMINAZIONE DEL BENEFICIO DEL GESTORE DEL S.I.I.

La determinazione del beneficio del Gestore del S.I.I. è stata effettuata secondo le Linee Guida riportate nell’allegato A alla D.G.R.T. 715 del 20.07.04. Sulla base di tale linee guida è emerso che nel comprensorio Area Fiorentina il beneficio del gestore è di tipo indiretto e quindi connesso alla funzionalità degli scaricatori di troppo pieno che, a sua volta, permette un corretto funzionamento della rete fognaria in condizioni di pioggia.

Il beneficio indiretto è infatti il beneficio che il Gestore ottiene anche senza immettere direttamente i propri scarichi nella rete del Consorzio, per le attività di manutenzione che il Consorzio svolge e che permettono comunque il recapito finale delle acque di scarico.

Nell’applicazione al Comprensorio di bonifica n.16 della metodologia per la valutazione del beneficio di scolo riportata nella D.G.R.T.715 del 20.07.04 effettuata dal Prof. Ing. Enio Paris, si precisano i seguenti aspetti:

“l’utilizzo della rete consortile da parte del gestore si manifesta, nel caso di fognatura mista con scaricatori di piena, esclusivamente durante gli eventi di pioggia, correlabili questi ultimi al numero di giorni piovosi che mediamente nell’anno si verificano nell’area di interesse.

L’entità di utilizzo della rete è quantificabile nel volume di acque di scolo che mediamente, durante i giorni piovosi, il Gestore deve recapitare verso l’impianto di depurazione e che può effettuare, assicurando così funzionalità alla rete fognaria, grazie allo smaltimento della portata di piena verso la rete consortile.

I costi che il Consorzio deve sostenere sono quelli che, su base annua, consentono il mantenimento e l’efficienza della rete

130 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

che deve entrare in funzione in qualunque giorno in cui si verifica l’evento di pioggia.

La citata applicazione, riportata interamente in allegato al presente Piano di Classifica, determina e quantifica il beneficio del Gestore del S.I.I. e su tale base è stata stipulata la Convenzione tra Consorzio di Bonifica Area Fiorentina ed A.A.T.O. 3 “Medio Valdarno” ai sensi dell’art.16 comma 12 della L.R.34/1994 come modificato dalla L.R. n° 38 del 29.07.2003 e dalla L.R. n° 3 del 27.01.2004 che è stata approvata con Deliberazione n° 1 del Consiglio dei Delegati in data 26 gennaio 2005.

Resta inteso che gli importi di Convenzione a carico del Gestore del S.I.I. andranno a ridurre in modo proporzionale la contribuenza urbana.

131 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

9. SPESE DI FUNZIONAMENTO

9.1 Le spese

Le spese di funzionamento del Consorzio (impropriamente dette "spese generali") sono afferenti a tutta l'attività consorziale per il raggiungimento dei fini istituzionali dell'Ente e quindi vanno attribuite alle attività in cui si è articolata l'analisi del presente Piano di Classifica.

Sono da comprendere tra queste anche quelle di funzionamento indiscriminabili e quindi indivisibili, quali ad esempio:

- - funzionamento degli Organi, Commissioni, ecc.;

- - sede;

- - elaborazione ed emissione dei ruoli di contribuenza;

- - tenuta del catasto, compilazione delle liste degli aventi diritto al voto.

Oltre a tali spese, il Consorzio sostiene ulteriori costi per i seguenti servizi forniti indistintamente a tutti i consorziati e consistenti:

- nell’apertura di uno “sportello catastale” a disposizione per il rilascio a titolo gratuito della seguente documentazione: visure catastali, planimetrie catastali, visure ipocatastali. Tali servizi sono possibili per effetto delle convenzioni onerose istituite dal Consorzio con gli enti preposti, quali l’Agenzia del Territorio (ex U.T.E.) e la Conservatoria dei Registri Immobiliari;

- nell’effettuazione a titolo gratuito della volturazione catastale degli atti comportanti passaggio di proprietà degli immobili iscritti al catasto consortile;

- nella redazione ed invio a tutti i consorziati, ogni anno, di un opuscolo informativo a carattere divulgativo della propria attività

132 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

con lo scopo di promuovere la partecipazione dei consorziati alle attività di istituto;

- nell’apertura dello sportello “URP” per informazioni di carattere generale ed interfaccia con i consorziati;

- negli adempimenti per l’espletamento delle elezioni consortili;

- nella istituzione di eventuali ulteriori servizi che l’amministrazione consortile riterrà opportuno attivare per il perseguimento dei fini istituzionali del Consorzio.

9.2 Riparto delle spese

Non v’è dubbio che anche le spese di funzionamento indivisibili, e quindi non attribuibili alle singole attività, per la loro natura e per le finalità cui attraverso esse si perviene, debbano essere ripartite in ragione di beneficio secondo i criteri già esposti nei precedenti paragrafi.

Esse pertanto verranno attribuite pro quota ai gruppi di opere e attività di cui al successivo punto 10 e ripartite con gli stessi indici di beneficio precedentemente individuati.

Restano escluse le spese che il Consorzio sostiene per i citati servizi forniti indistintamente a tutti i consorziati.

Tali servizi devono essere considerati del tutto particolari, in quanto non comportanti un beneficio derivante dall’attività di bonifica idraulica e quindi come tali da non ripartire con gli indici determinati nel presente Piano di Classifica.

L’importo di tale spesa, quantificato nel Piano di riparto delle spese consortili, sarà uniformemente ripartito sulle ditte catastali consortili.

133 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

10. DIVISIONE DELLE SPESE

Il presente Piano è stato articolato determinando il beneficio derivante dalle diverse attività consortili.

Tale criterio, come precedentemente illustrato, deriva dal disposto dell'art. n° 10 del R.D. n° 215/1933, laddove stabilisce che la ripartizione dei benefici conseguiti possa essere effettuata per singoli gruppi di opere e attività, con ciò volendo evitare che vengano considerate alla stessa stregua opere e attività che non arrecano benefici omogenei.

Così operando il Piano ha individuato i seguenti gruppi di opere e attività consortili:

A. Opere e attività di carattere generale

Manutenzione ed esercizio delle opere e degli impianti per la bonifica idraulica e delle opere idrauliche.

B. Spese di funzionamento del Consorzio.

C. Altre spese non ripartite con il presente Piano di Classifica

Si tratta, come già evidenziato, delle spese sostenute per servizi offerti indistintamente a tutti i consorziati.

A ciò si devono aggiungere le spese di esazione dei contributi.

Fermo restando il disposto statutario che prevede un bilancio unico, questo dovrà essere articolato elencando le spese direttamente attribuibili a ciascuno dei gruppi sopraindicati.

A tali fini le spese relative al personale che non è esclusivamente utilizzato in uno dei gruppi saranno attribuite con valutazione percentuale.

In sede di redazione del Piano di riparto delle spese consortili saranno quantificate le spese afferenti ai sopra citati gruppi A), B), e C).

134 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Determinate in tal modo le spese relative a ciascun gruppo di opere ed attività queste saranno ripartite sulla base degli indici relativi a ciascun gruppo, stabiliti nei precedenti capitoli.

Il ruolo in esazione sarà comunque un ruolo unico, formato dal complesso delle contribuenze.

135 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

11. NORME PARTICOLARI E APPLICATIVE

11.1 Norme particolari

a) Come precisato la bonifica idraulica è in fase evolutiva.

Può verificarsi che alcuni terreni, seppure di limitata superficie, soffrano ancora di deficienza di scolo per imperfezioni o mancato completamento della rete scolante.

Il Consiglio dei Delegati, su motivata indicazione del Servizio Tecnico del Consorzio, potrà provvedere a stabilire ogni anno un coefficiente riduttivo dell'indice di beneficio per ciascuna delle zone ancora idraulicamente carenti in rapporto alla situazione di fatto.

Tale coefficiente verrà nel tempo riassorbito man mano che la bonifica idraulica verrà perfezionata.

b) Fermi restando i criteri di riparto del presente Piano di classifica, resi noti attraverso la pubblicazione e resi esecutivi con il decreto di approvazione, potrà procedersi, con deliberazione del Consiglio di Amministrazione, ad eventuali aggiornamenti nelle misure dei vari indici o nella delimitazione delle classi limitatamente al verificarsi:

- di effettivi ed oggettivi accertamenti degli elementi tecnici e di stime che hanno formato la base dei calcoli;

- di effettive e sensibili modifiche dei predetti elementi tecnici e di stime.

c) Le rate di ammortamento dei mutui per il pagamento differito da parte della proprietà per le quote a suo carico relativo ad opere di bonifica idraulica verranno ripartite con gli stessi indici di beneficio individuati nella tabella D, nel caso del Consorzio di Bonifica Area Fiorentina la previsione è eventuale, non essendovi al momento mutui in ammortamento.

136 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)

Infatti gli interventi oggetto dei mutui di che trattasi riguardano interventi connessi al sistema idraulico che va considerato nella sua unitarietà funzionale.

d) Le strade costruite dal Consorzio non sono ancora state trasferite agli Enti competenti.

Qualora il Consorzio dovesse effettuare interventi manutentori, la relativa spesa verrà, per semplicità, ripartita con gli stessi criteri delle opere idrauliche.

e) Gli indici di beneficio per le opere idrauliche riguardano lo scolo delle acque zenitali. Negli indici predetti non è stato considerato, e quindi non è incluso, il beneficio ricavato da immobili che scarichino in canali consortili acque non zenitali, in ogni caso purché non inquinanti.

Il beneficio per detti scarichi sarà determinato in funzione dei metri cubi annualmente e mediamente scaricati o con formule forfettarie i cui importi saranno determinati caso per caso, dal Consiglio.

Il gettito derivante sarà portato in detrazione agli oneri di manutenzione.

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11.2 Norme applicative

Con deliberazione del Consiglio di Amministrazione:

- potranno adottarsi particolari norme di graduale applicazione del presente Piano di Classifica, anche in relazione agli accertamenti di fatto che esso richiede ed ai tempi tecnici necessari per l'adeguamento del catasto consortile al suddetto nuovo Piano;

- potrà valutarsi una diversa applicazione della contribuenza a quegli immobili aventi destinazione di prevalente carattere pubblico, sociale o colturale che, in quanto a servizio della collettività, soddisfano un generale pubblico interesse;

- su oggettiva e motivata indicazione degli Uffici consortili tecnico ed agrario, singole particelle che presentino caratteristiche idrauliche o agropedologiche effettivamente e sensibilmente difformi da quelle della classe di beneficio in cui sono inserite, potranno essere trasferite alla classe di beneficio più idonea.

Le classi di beneficio determinate dal presente Piano e le superfici relative hanno carattere rappresentativo dell'applicazione dei criteri individuati.

In sede di trasposizione sulle mappe catastali, i limiti delle classi e le superfici potranno subire variazioni di perfezionamento.

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