PIANO DI CLASSIFICA PER IL RIPARTO DELLA CONTRIBUENZA CONSORTILE
COMPRENSORIO N° 16 (D.G.R. TOSCANA N° 315 DEL 15/10/1996)
Giugno 2007 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
PREMESSA
Con deliberazione del Consiglio dei delegati n. 2 in data 3.5.2004 è stato approvato il Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile, aggiornato ai sensi delle LL.RR. n. 34/1994, 38/2003 e 3/2004, redatto dal Dott. Agr. Riccardo Pisanti di Roma con la supervisione del Dott. Agr. Massimo Cordero di Montezemolo. Con deliberazione del Consiglio dei delegati n. 15 in data 28.10.2005 il Piano di classifica è stato successivamente modificato per adeguarne i contenuti alle “Linee guida per la determinazione del beneficio di scolo” dettate dalla Regione Toscana con la deliberazione n. 715 del 20.7.2004. Tale aggiornamento si era reso necessario in applicazione ai contenuti della Convenzione stipulata tra il Consorzio di Bonifica Area Fiorentina ed la A.A.T.O. 3 “Medio Valdarno” ai sensi dell’art.16 comma 12 della L.R.34/1994 come modificato dalla L.R. n° 38 del 29.07.2003 e dalla L.R. n° 3 del 27.01.2004 ed approvata con Deliberazione n° 1 del Consiglio dei Delegati in data 26 gennaio 2005. La citata Convenzione, sottoscritta tra le parti in data 14.02.2005, ha definito e quantificato il contributo dovuto al Consorzio dal Gestore del Servizio Idrico Integrato (attualmente Publiacqua S.p.A.) per lo scarico delle fognature in rete di bonifica il tutto sulla base delle disposizioni normative regionali intervenute a chiarimento dei contenuti delle citate L.R. n° 38/2003 e L.R. n° 3/2004 ed in particolare della D.G.R.T. n° 715 del 20/07/2004. Tali modifiche non hanno alterato comunque i criteri generali del Piano di Classifica in data aprile 2004 ed in particolare gli “indici” assunti come base per la determinazione del beneficio. Infatti larga parte dei contenuti del Piano di Classifica nella stesura in data aprile 2004 sono stati recepiti immutati nel successivo aggiornamento in data settembre 2005.
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Il presente aggiornamento in data giugno 2007 si rende necessario per aggiornare i contenuti del Piano di classifica alle modifiche apportate dal Consiglio dei delegati con deliberazione n. 19 in data 30.11.2006 al “Regolamento per la conservazione del catasto consorziale” con conseguente abrogazione del Titolo III, articoli 17 – 21 che prevedeva l’effettuazione a titolo oneroso delle volture catastali. Tale modifica del “Regolamento per la conservazione del catasto consorziale” comporta che, dall’esercizio 2007, il Consorzio non richiederà più il pagamento dei contributi per diritti di voltura, considerando anche la volturazione catastale degli atti uno dei servizi resi indistintamente a tutti i consorziati e ripartiti tra di essi secondo i criteri generali del capitolo 9 del presente Piano.
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INTRODUZIONE
Il Comprensorio Consortile, nella sua attuale configurazione, è stato recentemente definito dalla D.C.R.T. n° 315 in data 15.10.1996, come modificata dalla D.C.R.T. n° 92 del 21.04.1998. Le disposizioni regionali sopra citate hanno fatto sì che il Comprensorio Consortile si componga di 9.940 ettari di territorio che erano già stati oggetto di precedente classifica in bonifica (sui quali il Consorzio era già operante da tempo), e di ulteriori 22.830 ettari circa di territori di nuova classifica1. In relazione a ciò circa il 70% del territorio consortile attuale è costituito da territori di nuova classifica. Tale situazione è diffusa a livello regionale per cui, al fine di promuovere l’operatività dei Consorzi di bonifica nei territori di nuova classifica e/o delimitazione di comprensorio, la Regione Toscana ha emanato la L.R. n° 99 del 23.12.1998 in base alla quale è prevista, ai Consorzi stessi, la concessione di contributi straordinari per l’attuazione degli adempimenti previsti all’art. 47, comma 6, della L.R. 34/94 ed in particolare finalizzati “alla determinazione del perimetro di contribuenza, all’aggiornamento del catasto consortile, alla predisposizione del piano di riparto della contribuenza; il tutto riferito alle nuove aree di competenza dei Consorzi”. Per il raggiungimento delle finalità sopra esposte, quindi, sono state espletate indagini, ricerche, e studi consoni ad analizzare i territori di nuova classifica onde accertare, all’interno del “Comprensorio classificato”, i perimetri di contribuenza gravati dagli oneri connessi agli obblighi di bonifica (R.D. 215/1933). A tali modifiche territoriali hanno fatto seguito i contenuti innovativi della L.R.T. n° 38/2003 di integrazione e modifica della L.R.T. n° 34/94,
1 La descrizione cronologica e storica dei diversi decreti di classifica in bonifica del Comprensorio è descritta al capitolo 1 del presente Piano di Classifica.
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che hanno sostanzialmente modificato l’art. 16 “contributo consortile” della citata L.R.T. n° 34/94. In relazione a ciò si è reso necessario procedere all’aggiornamento del Piano di Classifica, adottato dal Consorzio con Provvedimento commissariale n°69 del 4 luglio 1974 ed approvato dalla Regione Toscana con deliberazione della Giunta Regionale n°5515 del 25 giugno 1975, tenendo conto: 1. delle modifiche territoriali e delle conseguenti modifiche della operatività del Consorzio; 2. dei contenuti della L.R.T. n° 38/2003 di modifica della L.R.T. n° 34/94; 3. dei contenuti della Guida A.N.B.I.2 circa le linee guida alle quali attenersi per la redazione dei Piani di Classifica alla quale l’U.R.B.A.T.3 ha deciso di attenersi a livello regionale.
PUNTO 1 (modifiche territoriali e conseguenti modifiche della operatività del Consorzio)
Dall’analisi del Comprensorio emerge che il territorio è idraulicamente suddiviso in due zone distinte ed aventi caratteristiche idrauliche e morfologiche fortemente diverse:
- quella tributaria del F. Bisenzio4, interessante la zona ad occidente della città di Firenze;
- quella tributaria del F. Arno, interessante la zona ad oriente della città di Firenze, essendo il bacino del T. Terzolle - T. Mugnone il
2 Associazione Nazionale delle Bonifica Italiane. 3 Unione Regionale delle Bonifiche Toscane. 4 Il F. Bisenzio confluisce nel F. Arno in destra idraulica a valle della città di Firenze, in prossimità del ponte che unisce l’abitato di Signa (in destra d’Arno) a quello di Lastra a Signa (in sinistra d’Arno).
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limite occidentale del bacino del F. Arno all’interno del Comprensorio.
Questa suddivisione, oltre che essere di tipo puramente idraulico, pone anche un importante limite tra le aree interessate da un reticolo idraulico complesso, dove intensa è, ed è stata, l’attività antropica e di bonifica idraulica e le aree dove il reticolo stesso, pur presentando inequivocabili tracce dell’intervento antropico (i corsi d’acqua del comprensorio sono densi di opere idrauliche sia trasversali che longitudinali), risente e necessita in maniera molto minore della attività di bonifica.
Le aree tributarie del F. Bisenzio interessano, infatti, la quasi totalità delle aree pianeggianti del Comprensorio dove la difesa idraulica dalle acque esterne è assicurata da estese ed imponenti opere arginali e dove il drenaggio è garantito e reso possibile da continue e diffuse opere di bonifica idraulica.
Le aree tributarie del F. Arno, ad eccezione della piana occupata interamente dalla città di Firenze, sono invece prevalentemente collinari e/o montane attraversate da corsi d’acqua incassati e quasi del tutto privi di arginature, ad eccezione di modesti tratti di alcuni corsi d’acqua (T. Mensola e T. Mugnone).
I principali bacini idrografici del comprensorio risultano essere, da ovest verso est:
BACINI TRIBUTARI DEL F. BISENZIO
• Torrente Marinella di Travalle (con il principale affluente Gora delle Pagnelle); • Torrente Marina (con i principali affluenti T. Marinella di Legri e T. Chiosina); • Fosso Reale o collettore principale delle acque alte e canali di Cinta Occidentale ed Orientale (con i principali affluenti T. Gavine, T. Rimaggio di Sesto, T. Zambra, T. Termine);
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A questi si aggiungono i sistemi di acque basse di bonifica:
• Sistema di Crucignano; • Sistema del Fosso di Piano di Signa; • Sistema della Viaccia;
BACINI TRIBUTARI DEL F. ARNO
• Torrente Mugnone (con il principale affluente T. Terzolle) • Torrente Affrico • Torrente Mensola • Fosso Sambre • Fosso delle Falle • Borro delle Sieci L’operatività del Consorzio risente in modo sensibile delle diverse caratteristiche del reticolo idraulico dei bacini tributari del F. Bisenzio e di quelli tributari del F. Arno. I bacini del tributari del F. Bisenzio, sia prevalentemente naturali ( T. Marinella di Legri e T. Marina) che prevalentemente artificiali (Fosso Reale o collettore principale delle acque alte e sistemi di acque basse) sono densi di opere idrauliche (arginature classificate in IIIa categoria ed attribuite al Consorzio ai sensi degli artt. 59, 59 bis e 59 ter della L.R.T. n° 34/94, casse di espansione delimitate da arginature con complessi manufatti di presa e di restituzione) e di opere di bonifica (arginature del fosso Reale, paratoie, impianti idrovori e sistemi di paratoie, aree di laminazione) che richiedono un costante impegno sia di vigilanza e gestione, che di attività di manutenzione.
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L’estensione delle opere classificate in IIIa categoria nei bacini del T. Marinella di Travalle e nel T. Marina, oltre alla necessità di gestire le casse di espansione già realizzate impongono, del resto, di estendere l’attività consortile a tutto il bacino di detti corsi d’acqua operando così in modo organico secondo i dettami della L. 183/89. I bacini del tributari del F. Arno sono, viceversa, tutti prevalentemente naturali, quasi sempre privi di opere arginali di difesa, oggetto di recente classifica in IIIa categoria (D.C.R.T. n° 1151/99) in modo frammentario e discontinuo e privi di casse di espansione od altre opere che richiedano un costante monitoraggio e impegno gestionale. In relazione a ciò l’impegno operativo della struttura consortile è fortemente ridotto e limitato all’esecuzione di modesti interventi di ripresa di dissesti localizzati, ovvero all’esecuzione di interventi di taglio selettivo di alberature eseguiti in appalto e finalizzati al monitoraggio dello stato di conservazione delle opere, il tutto con ricorso a finanziamenti pubblici ed in accordo con l’Amministrazione Provinciale e le Amministrazioni comunali. Tenuto conto di quanto sopra gli studi, le indagini e le ricerche effettuate sia in adempimento alla citata L.R.T. n° 99 del 23.12.1998, sia per la redazione dei Piani Generali di Bonifica, che per la redazione del presente Piano di Classifica e finalizzati ad analizzare i territori di nuova classifica onde accertare, all’interno del “Comprensorio classificato”, i perimetri di contribuenza gravati dagli oneri connessi agli obblighi di bonifica (r.d. 215/1933) hanno evidenziato che, allo stato attuale della rete idraulica e di bonifica in gestione, il “Perimetro di Contribuenza” è esteso a tutti i bacini tributari del F. Bisenzio che risentono in maniera diretta ed inequivocabile del “beneficio” loro derivante dall’espletamento della attività di bonifica.
Il presente piano di classifica è quindi redatto per quella parte del comprensorio consortile relativa ai sistemi idraulici tributari del F. Bisenzio, escludendo quelli tributari del F. Arno.
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Il “Perimetro di Contribuenza”, quindi, riguarda una superficie catastale complessiva di 15.485 ettari (a fronte dei 9.940 del precedente Piano di Classifica) suddivisi nei seguenti sistemi idraulici :
1) Torrente Marinella di Travalle e Gora delle Pagnelle (superficie catastale complessiva di 943 ettari);
2) Torrente Marina e Torrente Chiosina (superficie catastale complessiva di 6’079 ettari);
3) Bacino acque basse di Crucignano e Gora del Ciliegio (superficie catastale complessiva di 993 ettari);
4) Bacino acque basse del Fosso Piano (superficie catastale complessiva di 826 ettari);
5) Sistema acque alte del Fosso Reale (superficie catastale complessiva di 2’689 ettari);
6) Bacino acque basse della Viaccia (superficie catastale complessiva di 3’955 ettari).
PUNTO 2 (contenuti della L.R.T. n° 38/2003 di modifica della L.R.T. n° 34/94)
Le disposizioni in materia di risorse idriche – Legge 5 gennaio 1994 n. 36 – stabiliscono e regolano, con una chiara norma (art. 27 comma 3), il “beneficio idraulico” che i Consorzi di Bonifica, tramite la infrastrutture idrauliche assegnate in gestione, forniscono ai sistemi di fognatura pubblici non autonomi e quindi ai relativi soggetti gestori (Comuni, Consorzi di Comuni, Aziende).
La citata norma legislativa infatti prevede:
- art. 27, comma 3: “chiunque non associato ai Consorzi di Bonifica ed irrigazione, utilizza canali consortili o acque irrigue come recapito di scarichi, anche se depurati e compatibili con l’uso irriguo, provenienti da insediamenti di qualsiasi natura, deve contribuire alle spese consortili in proporzione al beneficio ottenuto”.
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I sopra citati contenuti della L. 36/94 hanno indotto la Regione Toscana a modificare la legge quadro regionale in materia di bonifica (L. R.T. n° 34 in data 15.04.1994 ) con le recenti disposizioni contenute nella L.R.T. n° 38 del 29.07.2003 che hanno modificato gli artt. 8, 10, 14, 16, 17, 20 e 24 della citata L.R.T. n° 34/94. In particolare la legge attiene alla determinazione della partecipazione alle spese per il beneficio tratto, dai soggetti Gestori del Servizio Idrico Integrato, nell’ambito dei servizi loro affidati, dall’utilizzo delle opere di bonifica, del reticolo e delle opere idrauliche in gestione ai Consorzi di Bonifica e conseguentemente alla esenzione dal contributo consortile per gli immobili in relazione ai quali è corrisposta la tariffa del servizio idrico integrato per i servizi di, raccolta, collettamento e scolo ed allontanamento delle acque reflue, fermo restando gli altri obblighi contributivi se dovuti per le attività effettuate ai sensi della presente legge. Tale beneficio è ricondotto dalla L.R.T. n° 34/94 ai criteri previsti dal Piano di Classifica che deve essere redatto a termini del punto 7 dello stesso art. 16 che si riporta, per esteso, di seguito:
Art. 16 della L.R.T. n° 34/94 (come modificato dall’art. 4 della L.R.T. n° 38/2003)
(Contributo consortile)
1. Il contributo consortile costituisce la quota dovuta da ciascun consorziato per le spese di cui all’articolo 3, comma 2 e all’articolo 4, comma 1, lettera b), nonché per le spese di funzionamento del consorzio. 2. L’ammontare del contributo consortile è determinato, con la deliberazione annuale di riparto della contribuenza, in proporzione ai benefici derivanti a ciascun immobile. 3. A tal fine il consorzio elabora un piano di classifica degli immobili che individua i benefici derivanti dalle opere di bonifica, stabilisce i parametri per la quantificazione dei medesimi e determina per ciascun immobile l’indice di contribuenza derivante dal calcolo parametrale. 4. Il contributo consortile costituisce onere reale sugli immobili ed è esigibile ai sensi dell’articolo 21 del regio decreto 13 febbraio 1933, n. 215.
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5. I soggetti pubblici e privati, anche non consorziati, che utilizzano le opere di bonifica, il reticolo e le opere idrauliche in gestione ai consorzi di bonifica o agli altri soggetti competenti come recapito di scarichi, contribuiscono alle spese in proporzione al beneficio ottenuto. A tal fine i consorzi di bonifica e gli altri enti competenti provvedono, entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge, al censimento degli scarichi. 6. Gli immobili in relazione ai quali è corrisposta la tariffa del servizio idrico integrato di cui alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 (Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36 Disposizioni in materia di risorse idriche) sono esentati dal pagamento del contributo consortile connesso ai servizi di raccolta, collettamento, scolo ed allontanamento delle acque reflue, fermi restando gli altri obblighi contributivi se dovuti per le attività effettuate ai sensi della presente legge. 7. I gestori del servizio idrico integrato di cui alla L.R. 81/1995 e i comuni per l’eventuale quota riferibile alle acque meteoriche non ricomprese nella definizione di “acque reflue urbane” di cui all’articolo 2, comma 1, lettera i) del d.lgs. 11-5-1999 n. 152 (Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole), sono tenuti a contribuire alle spese dei consorzi di bonifica, o degli altri soggetti competenti, in relazione al beneficio tratto, nell’ambito dei servizi loro affidati, dalla gestione delle opere di bonifica, del reticolo e delle opere idrauliche. A tal fine entro tre mesi dalla entrata in vigore della presente legge, i consorzi di bonifica, le comunità montane e le province interessate provvedono all’adeguamento dei vigenti piani di classifica. 8. I consorzi di bonifica o gli altri soggetti competenti stipulano, entro il 31 dicembre 2003, una convenzione con la competente Autorità di ambito ottimale di cui alla l.r. 81/1995 o, qualora esistenti, con le gestioni dei soggetti di cui all’articolo 10, comma 3 della legge 5 gennaio 1994, n. 36 (Disposizioni in materia di risorse idriche). 9. La convenzione individua le opere di bonifica, il reticolo e le opere idrauliche da cui il servizio idrico integrato e i comuni traggono beneficio per l’esercizio delle proprie competenze. 10. La convenzione, sulla base dei nuovi piani di classifica, stabilisce i criteri per determinare annualmente il costo del servizio da corrispondersi, a titolo di contributo alle spese consortili, al consorzio di bonifica o all’ente competente da parte del gestore del servizio idrico integrato o dei soggetti gestori di cui all’articolo 10, comma 3 della l. 36/1994 e dei comuni. 11. La convenzione entra in vigore dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello di stipula.
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12. La convenzione stipulata a norma del presente articolo entra a far parte integrante della convenzione disciplinata dall’articolo 4 della legge regionale 4 aprile 1997, n. 26 (Norme di indirizzo per l’organizzazione del servizio idrico integrato in attuazione degli articoli 11 e 12 della legge 5 gennaio 1994, n. 36) ed i relativi oneri sono coperti dalla tariffa del servizio idrico integrato. In prima attuazione, tale convenzione è redatta sulla base di uno schema tipo predisposto dalla Giunta regionale, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge. 13. Il contributo consortile inferiore al valore minimo iscrivibile a ruolo, ai sensi della normativa vigente, è riscosso tramite avviso bonario di pagamento o tramite ruolo pluriennale, quest’ultimo emesso al raggiungimento del minimo di legge."
Successivamente alla entrata in vigore della citata L.R. n° 38/2003 è nato un accesso dibattito sulla interpretazione da dare al sopra richiamato punto 7 dell’art. 16 ed in particolare alle modalità di quantificazione del “beneficio di scolo” ed alla tipologia di acque reflue urbane al quale questo beneficio sia da applicarsi.
La Regione Toscana ha quindi conferito apposito incarico al Prof. Ing. E. Paris affinché stabilisse dei criteri generali, a livello regionale, per la determinazione e quantificazione del “beneficio di scolo”.
Tale studio è stato poi recepito integralmente nell’Allegato A della D.G.R.T. n.715 del 20.07.2004 “Valutazione del beneficio di scolo” in cui viene definita la metodologia per la determinazione del contributo dovuto dalle Autorità di Ambito Territoriale Ottimale o dai soggetti gestori di cui alla L.R. 36/94.
Oltre a ciò la Regione Toscana ha richiesto allo stesso Prof. Ing. E. Paris di redigere un apposito elaborato di applicazione dei criteri di cui all’Allegato A della D.G.R.T. n.715 per il Comprensorio di bonifica n° 16 “Area Fiorentina” e ciò tenuto conto della specificità delle problematiche di detto comprensorio.
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Tale elaborato è alla base della convenzione, richiamata nelle premesse, stipulata tra Consorzio di Bonifica Area Fiorentina ed A.A.T.O. 3 “Medio Valdarno” ai sensi dell’art.16 comma 12 della L.R.34/1994 come modificato dalla L.R. n° 38 del 29.07.2003 e dalla L.R. n° 3 del 27.01.2004 ed approvata con Deliberazione n° 1 del Consiglio dei Delegati in data 26 gennaio 2005.
PUNTO 3 (contenuti della Guida A.N.B.I. circa le linee guida alle quali attenersi per la redazione dei Piani di Classifica)
La nuova normativa regionale ha imposto una revisione complessiva del Piano di Classifica precedente, in quanto modifica in modo sostanziale i contenuti dello stesso.
A questo riguardo l’Amministrazione del Consorzio ha colto l’occasione di introdurre alcuni correttivi, contenuti nella Guida A.N.B.I., al fine di garantire una più equa distribuzione della spesa sulla contribuenza.
In particolare è stata adottata la metodologia dei “centri di costo”, suddividendo il perimetro di contribuenza in sei sistemi idraulici tra loro omogenei, in modo da correlare meglio gli indici idraulici di ciascun sistema alla effettiva necessità operativa e gestionale dello stesso, e garantendo così una più diretta corrispondenza tra la contribuzione ed il “beneficio” reso in termini di effettiva operatività del Consorzio.
E’ stata inoltre aggiornata la banca dati catastale consortile, assumendo come base imponibile per gli immobili urbani la rendita catastale opportunamente abbattuta di un valore percentuale costante e per gli immobili agricoli il reddito domenicale al netto del soprassuolo.
Con tali modalità è stato possibile rendere omogenea la base imponibile per gli immobili urbani e quelli agricoli, semplificando la emissione dei ruoli e rendendo più equo il criterio di ripartizione della spesa.
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PRIMA PARTE
1. IL CONSORZIO 1.1 La costituzione del Consorzio Il "Consorzio di Bonifica dell’Area Fiorentina”, Ente di diritto pubblico ai sensi dell'art. 59 del R.D. 13.2.1933 n° 215, è stato costituito5 con R.D. n° 4.537 del 30 giugno 1927, su istanza dei Consorzi Idraulici che gestivano nel comprensorio di pianura opere idrauliche di scolo e di difesa, giustificate alla luce di quanto esposto dal R.D. 30 dicembre 1923 n° 3.256. La storia del Consorzio nella Piana ha avuto infatti inizio fin dal 1926, costituito ai sensi dell’art. 68 del T.U. 30 dicembre 1926 n.3.256, su iniziativa dei quattro dei sei Consorzi idraulici esistenti allora e precisamente quelli di: Fosso Reale, Prunaia, Dogaia ed affluenti, Osmannoro ed argine sinistro Dogaia, Gavina e Fossetto. Riconosciuta la necessità imprescindibile di operare in modo organico e coordinato per la soluzione efficace dei problemi idraulici che inibivano consone utilizzazioni agronomiche ed insediative del territorio, con il citato R.D. n.4537 del 30 giugno 1927, veniva sancito il principio della unitarietà, in termini di bonifica idraulica, del “bacino idrografico” comprendente quindi, oltre alle zone pianeggianti, le zone montane e collinari. Successivamente, in data 26 gennaio 1929, il Consorzio (che era subentrato all’Istituto delle Bonificazioni Toscane nella domanda di concessione delle opere di bonifica della pianura di Sesto Fiorentino, acquistando anche il progetto datato 2 luglio 1926 che detto Istituto aveva predisposto) redigeva il “Progetto di massima della Bonifica” che rappresenta ancora oggi un vero e proprio progetto di difesa preventiva, basato sulle regole, diventate poi classiche, che prevedono il collegamento della bonifica montana con quella idraulica valliva e la separazione tra acque alte ed acque basse.
5 Con la denominazione "Consorzio speciale di bonifica della Piana di Sesto Fiorentino".
16 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Tale progetto infatti dimostrò la necessità di ampliare il Comprensorio, per abbracciare così tutto il bacino sovrastante la Piana di Sesto Fiorentino, che veniva riconosciuto con D.M. n.7196 del 12 luglio 1930, per cui il Consorzio estese la propria competenza a 7.900 ettari. In forza al R.D. del 17 novembre 1932, col quale venivano soppressi i sei consorzi idraulici il Consorzio otteneva la sua completa autonomia operativa. Con quest’ultimo atto, pertanto si realizzava per il Consorzio la possibilità di operare organicamente e coordinatamente sull’intero bacino idrografico attraverso la costituzione dell’Organo idoneo, al quale la successiva Legge 13 febbraio 1933 n.215 fornì una configurazione giuridica adeguata ai compiti. Le motivazioni che indussero a costituire il Consorzio di bonifica erano riconducibili alle oggettive difficoltà di coordinamento funzionale, sia delle opere, tenuto conto della loro interdipendenza, sia dei compiti istituzionali assegnati a ciascun Consorzio idraulico. A ciò si sommavano le oggettive esigenze di legare la soluzione dei problemi delle zone di pianura con quelli delle aree collinari e quindi dei relativi interventi idraulico- forestali. Il comprensorio consortile, in relazione al perimetro definito dal Ministero per l’Agricoltura e per le Foreste – D.M. 12 luglio 1930 n.7196, interessava una superficie complessiva di 7.900 ettari ripartita nei seguenti Comuni: Calenzano ha 1.315 Campi Bisenzio “ 1.060 Firenze “ 1.690 Sesto Fiorentino “ 3.480 Signa “ 355 ==== TOTALE HA 7.900
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Le competenze territoriali dell’allora “Consorzio Speciale di bonifica della Piana di Sesto Fiorentino e dei Territori Adiacenti” erano ulteriormente ampliate dalla Regione Toscana che, con deliberazione del Consiglio, adottata in data 5 febbraio 1985 n° 54, classificò come territorio di “bonifica integrale” la Piana di Prato nelle Province di Firenze e Prato, ampliando la superficie consortile di ulteriori 9.500 ettari (territorio di ampliamento o piana di Prato) interessanti i Comuni di Calenzano (435 ettari) , Campi Bisenzio (1.802 ettari), Signa (1.526 ettari) e Prato (5.737 ettari). In virtù di detta estensione il Comprensorio classificato veniva ad avere una superficie complessiva di 17.400 ettari con la seguente ripartizione territoriale:
Calenzano ha 1.750 Campi Bisenzio “ 2.862 Firenze “ 1.690 Sesto Fiorentino “ 3.480 Signa “ 1.881 Prato “ 5.737 ==== TOTALE HA 17.400
La Regione Toscana, con la Legge Quadro n° 34 del 5 maggio 1994, ha inteso dare un nuovo assetto alla materia stabilendo le “nuove norme in materia di bonifica” e prevedendo la modifica dei comprensori (art. 6 L.R.34/94) sulla base di “unità omogenee” sotto il profilo idrografico (art. 5 L.R. 34/94).
La stessa Regione Toscana ha quindi provveduto, con successiva deliberazione di Consiglio in data 15.10.1996 n°315, alla suddivisione del territorio regionale in 41 comprensori di bonifica, dando così applicazione agli innovativi indirizzi di cui alla citata L.R. n° 34/94.
18 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Il comprensorio, già in gestione al Consorzio Speciale di Bonifica della Piana di Sesto Fiorentino e dei Territori Adiacenti (oggetto di classifica partitamente con r.d. 4537 del 30 giugno 1927 e con deliberazione di Consiglio della Regione Toscana n°54 del 5 febbraio 1985), è stato interessato da sostanziali modificazioni territoriali, come previsto dalla citata D.C.R.T. n° 315 in data 15.10.1996 come modificata dalla D.C.R.T. n° 92 del 21.04.1998.
Il Comprensorio è stato infatti ampliato verso est (fino al limite del bacino del F. Sieve) mentre parte del territorio di pianura ad ovest della “S.P. Barberinese” è passato nel Comprensorio di Bonifica n° 15 “Ombrone Pistoiese Bisenzio”. In virtù di tali modifiche territoriali il Comprensorio è passato dai precedenti 17.400 ettari agli attuali 32.772 ettari.
COMPRENSORIO DI BONIFICA N° 16 “Area fiorentina” Territori già in gestione Nuovi Territori Totale (R.D. n° 4537/1927 (D.C.R.T. n° 92/1998) Comprensorio D.C.R.T. n° 54/85) n° 16 COMUNI Ha % Ha % Ha %
Calenzano 1.751 17.6 5357 23.5 7.108 21.7 Campi Bisenzio 1928 19.4 - - 1.928 5.9 Fiesole - - 4217 18.5 4.217 12.9 Firenze 1.691 17.0 4273 18.7 5.964 18.2 Pontassieve - - 6386 28.0 6.386 19.5 Prato 247 2.5 416 1.8 663 2.0 Sesto Fiorentino 3.481 35.0 1037 4.5 4.518 13.8 Signa 843 8.5 - - 843 2.6 Vaglia - - 1.145 5.0 1.145 3.5 TOTALI 9.941 100 22.831 100 32.772 100 Percentuale su 30.33% 69.67% 100% 32.772 Ha
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Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Per effetto di tali Deliberazioni del Consiglio Regionale della Toscana (D.C.R.T. n° 315 del 15/10/96 come modificata dalla D.C.R.T. n° 92 del 21/4/986) : a) sono stati individuati i nuovi confini tra i comprensori di bonifica n° 15 “Ombrone Pistoiese” (ora denominato comprensorio “Ombrone Pistoiese Bisenzio”) e n° 16 “Piana di Firenze”; b) le funzioni di cui all’articolo 12 della L.R.T. 34/94 del comprensorio n° 16 sono state attribuite al “Consorzio Speciale di Bonifica della Piana di Sesto Fiorentino e dei territori adiacenti”, con sede in Firenze; c) quest’ultimo ha assunto la nuova denominazione di “Consorzio di Bonifica Area Fiorentina” comprensorio n° 16. d) il 31 dicembre 2001, a conclusione di un periodo transitorio di operatività, i territori già in gestione al “Consorzio di Bonifica Area Fiorentina” e ricompresi nel comprensorio n° 15 “Ombrone Pistoiese Bisenzio” sono entrati definitivamente nelle competenze del Consorzio di bonifica Ombrone Pistoiese - Bisenzio Le recenti disposizioni regionali fanno sì che il Comprensorio Consortile si componga di circa 9’940 ettari di territorio che erano già stati oggetto di precedente classifica in bonifica e sui quali era già operante, e di ulteriori 22’830 ettari circa di territori di nuova classifica. In relazione a ciò circa il 70% del territorio consortile attuale è costituito da territori di nuova classifica.
6 pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana del 1.7.1998 n. 26
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1.2 Il comprensorio consortile Il comprensorio consortile originario era stato delimitato con D.M. 12.7.1930 n° 7.196, con un’estensione di 7.900 ettari, ripartita nei Comuni di Calenzano, Campi Bisenzio, Firenze, Sesto Fiorentino, Signa. La Regione Toscana, con deliberazione del Consiglio, adottata in data 5 febbraio 1985 n° 54, classificò come territorio di “bonifica integrale” la Piana di Prato nelle Province di Firenze e Prato, ampliando la superficie consortile di ulteriori 9.500 ettari (territorio di ampliamento o piana di Prato) per complessivi 17'400 ettari. La Legge Regionale 34/94 stabilisce, con l’art. 5, che la delimitazione dei comprensori sia deliberata dal Consiglio Regionale, e, assolvendo tale disposizione, con Delibera Regionale n. 315 del 15 ottobre 1996 e successive modifiche (Delibera n.92 del 21.04.1998), è stato ridefinito il perimetro del comprensorio del "Consorzio di Bonifica dell’Area Fiorentina". L’area di pertinenza del Consorzio interessa, oltre al Comune di Sesto, parti significative dei Comuni di Campi, Signa e Calenzano (prevalentemente sulla sinistra del fiume Bisenzio) ed inoltre il Comune di Firenze in destra d’Arno, nonché gran parte dei Comuni di Fiesole e Pontassieve fino a raggiungere il Comune di Vaglia.
Il territorio consortile confina a Nord con il crinale da Monte Maggiore (le Croci di Calenzano) a Monte Giovi (Santa Brigida), ad Est con il Monte Bonello e l’abitato di Pontassieve, a Sud con il tratto fiorentino del Fiume Arno, ad Ovest con i Colli Alti di Signa e la catena della Calvana a Prato.
I bacini idrografici del comprensorio risultano essere, da ovest verso est, quelli tributari del F. Bisenzio e quelli tributari del F. Arno descritti a pag. 8 e seguenti.
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A questi si aggiungono i sistemi di acque basse di bonifica tributari del F. Bisenzio:
• Sistema di Crucignano; • Sistema del Fosso di Piano di Signa; • Sistema della Viaccia. Tab n° 1 - Il comprensorio consortile: ripartizione amministrativa ° Fonte Istat Sup. totale Sup. inclusa nel % del comune % del comune comunale comprensorio sul totale sulla sup. totale n° Comune (in ettari) (in ettari) comunale consortile (a)° (b) (c = b: a) (d = b/32.772) 1 Calenzano 7.687 7.108 92,47 21,69 2 Campi di Bisenzio 2.862 1.928 67,37 5,88 3 Fiesole 4.217 4.217 100,00 12,87 4 Firenze 10.241 5.964 58,24 18,20 5 Pontassieve 11.444 6.386 55,80 19,49 6 Prato 9.759 663 6,79 2,02 7 Sesto fiorentino 4.904 4.518 92,13 13,79 8 Signa 1.881 843 44,82 2,57 9 Vaglia 5.694 1.145 20,11 3,49 10 Totale 58.689 32.772 55,84 100,00
Graf. n° 1 - % di superficie comunale ricadente nel nuovo comprensorio
3% Calenzano 14% 3% 22% Campi di Bisenzio 2% 6% Fiesole Firenze Pontassieve 19% 13% Prato 18% Sesto fiorentino Signa Vaglia
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1.3 Cenni storici Al periodo della Roma antica risalgono i primi tentativi volti a trasformare queste zone da terreni paludosi e soggetti ad inondazioni in terreni idraulicamente difesi e quindi coltivabili; l’impronta tipicamente romana si rileva dalla scansione del territorio caratterizzato da strade e fossi distribuiti secondo una maglia ortogonale. Nel periodo alto-medioevale si assiste al degrado e all’abbandono di questi territori, ed occorre attendere l’ascesa dei Medici perché inizi un’intensa ripresa dell’attività agricola ed i primi tentativi di rimboschimento. Si assiste, infatti, per evidenti motivi di ordine idraulico, ad uno sviluppo dell’agricoltura nella fascia collinare, a cui però non fece seguito una ripresa produttiva delle terre di piano, dove non si riuscì a ricoltivare secondo la situazione romana per la mancanza di una regolare sistemazione generale. E’ solo con l’inizio di questo secolo, che prendono avvio consistenti rimboschimenti del Monte Morello ed il primo tentativo di risolvere organicamente il problema idraulico della pianura ad opera dell’Istituto Bonificazioni Toscane. Riconosciuta la necessità imprescindibile di operare in modo organico e coordinato per la soluzione efficace dei problemi della bonifica della zona, con R.D. n. 4537 del 30 giugno 1927 si provvedeva, finalmente, a sancire la costituzione del Consorzio Speciale per la Bonifica della Piana di Sesto Fiorentino. Successivamente, in data 26 gennaio 1929, il Consorzio redigeva il "Progetto di massima della Bonifica" che rappresentò un vero e proprio progetto di difesa preventiva, seguente le regole, diventate poi classiche, che prevedono il collegamento della bonifica montana con quella idraulica valliva e la separazione tra acque alte e acque basse.
23 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Nel 1929 fu stilato il "Progetto della bonifica integrale della Piana di Sesto Fiorentino" per il riassetto idraulico del comprensorio sulla base del quale è stata realizzata la quasi totalità della rete idraulica di bonifica oggi esistente, ad opera del Prof. Ing. Manfredi De Horatiis. La base del progetto De Horatiis fu la stabilizzazione della parte montana e pedecollinare mediante rimboschimenti e la realizzazione di numerose briglie sulle aste torrentizie che, intercettate allo sbocco nella pianura alluvionale da un sistema di due canali di cinta orientati in direzione est-ovest, venivano convogliati nel fiume Bisenzio. Fu così realizzata la separazione tra le acque "alte", di origine esterna alla pianura, e quelle "basse", interne ad essa. Le acque "basse", private degli apporti esterni, vennero poi riorganizzate e portate a confluire, mediante un unico collettore principale, nel fiume Bisenzio all’altezza dei Renai. Lo schema sopra descritto, pur mantenendo inalterata la sua validità concettuale, era stato progettato e realizzato per un comprensorio di vocazione agricola con modesti deflussi e comunque assoggettabile anche ad estesi allagamenti con lievi conseguenze. L’estesa urbanizzazione del territorio che ha caratterizzato gli anni ’60, ha alterato quelle condizioni, richiedendo il costante adeguamento della rete di bonifica che diventa così elemento di salvaguardia dal rischio idraulico; l'urbanizzazione, infatti, impedisce l'assorbimento e la ritenzione delle piogge, comporta un aumento di velocità di scorrimento dell'acqua nei canali recettori, che si traduce nella necessità di maggior portata. Inoltre, la filosofia applicata alle zone agricole, per le quali sono possibili modesti allagamenti periodici a seguito di piogge critiche, non si può applicare ad un territorio urbanizzato in cui le acque devono essere allontanate in ogni caso; anche questo si traduce nella necessità di maggiori portate da smaltire da parte della canalizzazione di bonifica.
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Proprio per tale motivo si è resa necessaria una nuova stesura del "Piano Generale di Bonifica" nel 1988, prevedendo opere sulla base di eventi meteorici aventi tempi di ritorno inferiori a 50 anni circa e 100 per le acque alte. E’ altresì indubbio che un notevole passo avanti nella risoluzione dei problemi idraulici territoriali è attribuibile all’aumento della sensibilità nei confronti dei problemi ambientali, di salvaguardia del territorio e di tutela dal rischio idraulico ai fini dello per lo sviluppo ambientale e produttivo del territorio.
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2. IL TERRITORIO
2.1 L’ambiente fisico: orografia, idrografia e geologia
Dal punto di vista idrografico, il territorio è delimitato a Sud dai Fiumi Arno; ad Ovest dal F. Bisenzio; ad Est dal bacino del Fiume Sieve nonché da altri corsi d’acqua, sia naturali che si originano dalla zona montana, sia artificiali presenti nella zona di pianura (gore e fossi) con recapito finale nei richiamati corsi d’acqua.
L’aspetto fisico preponderante, deriva dalla formazione geologica comune a tutta la piana di Firenze, formatasi da una depressione lacustre colmatasi in più fasi successive.
In un primo momento, nella zona di Signa, si depositarono nell’area di Firenze sedimenti lacustri prevalentemente fini.
Prima che il lago si colmasse completamente, vi fu un sollevamento differenziale dell’area su cui sorge Firenze, a causa di faglie trasversali sviluppatesi approssimativamente da Castello a Peretola; in questa fase i corsi d’acqua, scorrendo da Est ad Ovest, hanno formato uno pseudo-conoide di argille con inclusioni ghiaiose in corrispondenza delle Cascine, verso l’Osmannoro.
La sedimentazione continuò, quindi, sino al riempimento, con la formazione di aree paludose residue, documentate in tempi storici.
L’Arno, diventato il fiume più importante con la cattura delle acque dalle valli del Mugello, sedimentò prevalentemente materiali grossolani, prima ad Ovest delle Cascine, poi per tutta la piana sino alla Gonfolina, con il limite Nord della S.S. Pistoiese.
L’ultima fase, in cui l’Arno si trova completamente arginato e raddrizzato ad opera dell’uomo, è caratterizzata da sedimentazioni solo in occasione di grandi eventi alluvionali, come il più recente del 1966, in occasione del quale si sono riscontrati depositi superiori al metro.
26 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Il comprensorio di bonifica comprende anche i territori montani e pedecollinari, la cui influenza si riflette direttamente sulla pianura.
Le pendenze sono molto forti (in media il 30%), su di un substrato di macigno e di galestro facilmente alterabile e suscettibile al dilavamento, a causa, anche, del disboscamento perpetuato fino al primo Novecento, che aveva favorito la perdita del substrato superficiale di humus.
Si imponevano, quindi, interventi per la conservazione del suolo, tendenti sia a diminuire la velocità di deflusso delle acque torrentizie mediante briglie, sia ad incrementare la superficie boscata delle pendici.
La zona montana del comprensorio consortile è poco antropizzata ed è occupata per lo più da boschi, macchie ed incolti, mentre solo un’area limitata è destinata alla coltivazione (vigneti e coltivazioni arboree su pendici terrazzate).
La zona pedemontana o collinare, pur essendo caratterizzata da una struttura geologica simile a quella della zona montana, presenta una maggior presenza di sistemazioni e, conseguentemente, di aree coltivate.
Le aree urbane e quelle in loro prossimità sono caratterizzate da pendenze modestissime, classificabili quindi come “pianura”, con quote che variano tra i 30 ed i 70 metri s.l.m..
Da un punto di vista geologico, è ben nota l'origine lacustre (Pliocene) della Piana a Nord Ovest di Firenze, che presenta un sottofondo di depositi lacustri e argille con conglomerati di chiusura ai margini del bacino, sovrastato da uno strato di depositi fluviali di ciottoli e argille sabbiose, interessato da lievi terrazzamenti e dalla presenza di lenti argillose cui si deve spesso la scarsa capacità drenante del terreno.
Marginalmente si rilevano sabbie e letti di ghiaia in prossimità dell'Arno, affioramenti di argille scagliose di epoche precedenti (Eocene) quali la collina di Signa ed i fianchi del fiume Bisenzio.
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2.2 Il clima
La maggior parte delle attività dell’uomo, in particolare quelle che si svolgono all’aperto, sono condizionate dall’andamento climatico, per cui non c’è dubbio che esiste un rapporto diretto tra alcune attività economiche ed il clima.
Temperature, precipitazioni atmosferiche e pressione sono i principali elementi costitutivi del clima.
Trascurando la trattazione della pressione atmosferica, utile soprattutto nel settore delle previsioni meteorologiche, può risultare interessante, per un inquadramento del clima presente nel comprensorio consortile, l’esposizione di alcuni dati delle registrazioni pluviometriche e termometriche.
Il clima è quello classico delle zone peninsulari interne poste a ridosso dell'Appennino Centrale.
Nel comprensorio consortile si hanno, infatti, inverni rigidi con temperature che scendono al di sotto di 0°C anche nelle zone più vallive, ed estati sono molto calde, con temperature che superano, di norma, i 35°C.
Ovunque risultano notevoli escursioni termiche mensili, mentre quelle giornaliere più marcate si verificano nella parte montana.
La temperatura media annuale si aggira intorno ai 13°C, con valori medi mensili che oscillano dai 5°C in febbraio ai 22,5°C in luglio.
I valori di piovosità (con una media annua di 882 mm e punta massima di 1.265 mm nel 1937 e minima di 435 mm nel 1945) definiscono una distribuzione delle precipitazioni di tipo peninsulare, con una marcata accentuazione delle piogge in autunno-inverno ed in minor misura in primavera; l'estate, generalmente, decorre secca e con rari temporali.
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Graf n° 2 - Diagramma termopluviometrico stazione Firenze
Graf. n°3 - Media dei giorni con precipitazione uguale o superiore a 1 mm*
*Dati da: Servizio Meteorologico dell’Aeronautica militare.
Tab. n°2 Precipitazione (mm) cumulata mensile minima e massima (elaborazione dati 1961 – 1990 - dati Servizio Meteorologico Aeronautica Militare)
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Mesi Rmin° Rmax° gennaio 0,01 7,42 febbraio 0,83 7,54 marzo 0,04 9,17 aprile 0,42 7,63 maggio 0,00 6,84 giugno 0,13 5,55 luglio 0,00 9,13 agosto 0,09 8,04 settembre 0,00 8,71 ottobre 0,09 10,88 novembre 0,25 9,71 dicembre 0,38 11,38 °Rmin = minimo della precipitazione cumulata mensile.(mm) °Rmax = massimo della precipitazione cumulata mensile(mm)
Graf n° 4 - Diagramma cronologico dei totali annui di precipitazione alla stazione pluviometrica di Firenze (periodo 1921 – 1950)
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2.3 Il quadro economico del comprensorio consortile
2.3.1 Inquadramento generale.
Posta sulle grandi direttrici del traffico commerciale interno e fortemente proiettata sui mercati esteri, l’Area fiorentina si presenta come territorio con risorse umane, ambientali, economiche e culturali ineguagliabili, che hanno prodotto un modello economico ed un marchio di qualità riconosciuto in tutto il mondo.
Graf. n°5- posizione delle attività economiche dell’Area Fiorentina.
La complessità della struttura economica dell’area urbana fiorentina, è evidenziata nel grafico n. 5.
La prevalenza dell’attività terziaria è confermata, ma emerge anche la rilevanza dell’attività industriale, infatti la ricchezza e la centralità dell'area è dovuta soprattutto all'apparato industriale e manifatturiero e relativa commercializzazione dei beni prodotti.
L’attività agricola appare quantitativamente poco significativa, ma il dato sottostima l’importanza che tale attività esercita nei confronti dell’intero territorio e nei confronti di altri settori, attraverso il turismo (l’agriturismo) e, più in generale, per l’immagine stessa dell’Area Fiorentina e della Toscana.
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2.3.2 Analisi socioeconomica del comprensorio
L’analisi è stata effettuata sulla base dei dati ISTAT a livello provinciale e comunale desunti dalle seguenti pubblicazioni:
• 14° Censimento della popolazione e delle abitazioni;
• 13° Censimento della popolazione e delle abitazioni;
• 5° Censimento Generale dell’agricoltura – Caratteristiche strutturali delle aziende agricole.
2.3.2.A La popolazione.
Dal confronto tra i dati del censimento del 1991 e il censimento del 2001, si registra una diminuzione della popolazione pari al 2,61%. All’interno di tale dato la maggiore contrazione della popolazione si è avuta nel capoluogo toscano (- 7,5%), probabilmente in favore di una generale tendenza allo spostamento della popolazione nei comuni limitrofi che, tranne situazioni sporadiche di decremento (Sesto Fiorentino e Fiesole), evidenziano una certo incremento della popolazione.
La tabella n° 3 mette in evidenza la dinamica della popolazione residente nei diversi comuni nell’arco del decennio che intercorre tra gli ultimi due censimenti disponibili.
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Tab. n° 3 - Popolazione residente per comune, variazioni e densità.
Comune Popolazione residente Variazioni Densità
1991 2001 % (Ab/Kmq)
Calenzano 15.031 15.140 0,73 196,96
Campi di Bisenzio 34.962 38.407 9,85 1.341,96
Fiesole 15.190 14.808 -2,51 351,15
Firenze 404.848 374.501 -7,50 3.656,88
Pontassieve 20.473 20.825 1,72 181,97
Prato 167.112 174.513 4,43 1.788,23
Sesto fiorentino 47.850 47.083 -1,60 960,09
Signa 14.506 15.301 5,48 813,45
Vaglia 4.373 4.831 10,47 84,84
Totale 724.345 705.409 -2,61 1.201,94
Nel territorio consortile si registra una densità di popolazione abbastanza variabile nell’ambito dei diversi comuni; ciò è imputabile essenzialmente alla variabilità orografica del territorio e, conseguentemente, alla localizzazione delle aree urbane ed industriali nelle situazioni di pianura. Pur essendo la densità demografica dell’intera provincia di Firenze abbastanza elevata essendo pari a 264 abitanti per kmq e, quindi, superiore sia al valore medio nazionale (186,8 ab./Kmq) sia a quello regionale (150,5 ab./Kmq), quella dell’area del comprensorio consortile è decisamente più alta (1.201,94 ab./Kmq), indice di un elevato grado di urbanizzazione e di sviluppo industriale. Il percorso di sviluppo demografico ed economico seguito dall’area fiorentina nel corso degli ultimi cinquanta anni non si discosta, nella sua configurazione, da quello della regione nel suo complesso, ma presenta una dinamica accentuata rispetto a quella media regionale. In particolare, negli anni che vanno dal 1951 al 1981, la crescita demografica (dovuta anche a forti movimenti migratori), è stata molto più elevata di quella regionale, ma anche l’inversione di tendenza verificatasi nel ventennio successivo si è manifestata in
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modo più intenso. La crescente congestione del territorio del capoluogo, il cambiamento di destinazione di molti edifici del centro storico e l’aumento dei prezzi degli immobili e dei canoni di affitto hanno determinato prima una progressiva flessione e poi un’inversione della componente migratoria che, accompagnata da un’analoga dinamica della componente naturale, ha condotto a una generale riduzione della popolazione residente nell’area.
Graf. n°6 - La densità abitativa nei comuni in provincia di Firenze.
34 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
2.3.2.B Il tessuto imprenditoriale dell’area fiorentina Relativamente al numero di imprese presenti sul territorio, la provincia di Firenze occupa una posizione di tutto rilievo, l'ottava, superando le 103.000 unità. Particolarmente forti risultano il commercio (27,7% del totale delle imprese) e l'industria in senso stretto (19,7%) che da soli rappresentano quasi il 50 % dell'intero settore imprenditoriale; nello specifico il ramo industriale, sempre inteso in senso stretto, pesa in modo notevole, soprattutto rispetto al corrispondente dato nazionale (13,2%). Viceversa il settore agricolo assorbe solo il 7,1% delle imprese contro il 13,1% della Toscana ed il 18% dell'Italia. La presenza di attività artigianali risulta discretamente alta, superiore sia al valor medio toscano che a quello italiano: Nel triennio 1998-2000 si è osservata una crescita modesta del numero di imprese (1,5%), più nei confronti di quanto registrato a livello nazionale (2,3%) che rispetto al dato regionale (1,9%).
2.3.2.C Il mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione della provincia di Firenze risulta pari al 4,2%, inferiore sia a quello toscano (5,1%) che a quello italiano (9,5%). Dal 1995 tale tasso è diminuito di ben 3,7 punti percentuali, segno di una situazione occupazionale in costante miglioramento. Scarso è il ricorso al lavoro irregolare la cui incidenza (14,4%) consente a Firenze di occupare la terzultima posizione nella speciale classifica limitata alle province del Centro Italia.
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Graf. n° 7 – Tassi di disoccupazione: confronto tra il 1995 ed il 2001
Tab. n°4- Ripartizione delle unità di lavoro per settore produttivo
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Tab. n° 5 - Numero di addetti nel settore industriale e terziario per comune ALTRI INDUSTRIA COMMERCIO TOTALE SERVIZI COMUNI % sul % sul % sul addetti addetti addetti addetti totale totale totale Calenzano 6.230 56 2.055 18 2.877 26 11.162
Campi 7.517 49 3.393 22 4.386 29 15.296 Bisenzio
Fiesole 880 31 770 28 1.148 41 2.798
Firenze 32.731 27 31.325 26 57.511 47 121.567
Pontassieve 2.680 52 996 19 1.518 29 5.194
Sesto 9.439 50 5.280 28 4.086 22 18.805 Fiorentino
Signa 2.445 54 790 18 1.257 28 4.492
Vaglia 296 42 139 20 264 38 699
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2.3.2.D La struttura produttiva industriale.
La struttura produttiva è articolata su sistemi locali di piccola impresa e distretti industriali a forte specializzazione, caratterizzati da una elevata flessibilità produttiva che consente una pronta risposta all'evoluzione dei consumi e della domanda dei mercati interni ed esteri.
Il tessuto industriale è caratterizzato da imprese di piccole e medie dimensioni, estremamente dinamiche sul fronte dell'innovazione: sulla tradizionale esperienza artigiana, si innesta infatti una continua ricerca di soluzioni sofisticate che consentono la produzione di beni ad elevato standard qualitativo.
Le prospettive della domanda interna sono molto buone, la circolazione della moneta all'interno del tessuto bancario e commerciale della città e della provincia si mantiene sempre su livelli consistenti. A questo proposito è forse superfluo ricordare che Firenze si colloca fra le 10 città più ricche d'Italia per numero di depositi e per massa liquida depositata, supportata in tale classifica da altre province toscane.
Le produzioni di punta sono quelle tradizionali dell'industria leggera, basata sul sistema moda (tessile-abbigliamento, calzature e pelletteria) e sul sistema arredamento (legno e mobilio, vetro e ceramica), della meccanica (di precisione, macchinari e apparecchi) e, in misura minore, della chimica secondaria e farmaceutica. Tali settori continuano ad essere il traino dell’economia locale, sebbene siano fortemente diversificati al loro interno per produttività, livello di occupazione, penetrazione nei mercati esteri, etc.
L'area fiorentina in particolare si caratterizza per la rilevanza dell'artigianato artistico, le cui creazioni (cotto, carta stampata, lavorazione artistica del legno, della pietra e dei metalli) sono note e apprezzate nel mondo.
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Il terziario, nonostante la netta superiorità in termini di addetti, svolge essenzialmente una funzione endogena di sostegno all'industria locale e di indotto rispetto al settore turistico. Inoltre, da eterna meta del turismo d'arte, Firenze si propone oggi anche come moderno polo del turismo d'affari, essendosi dotata di moderne e capaci strutture espositive e congressuali.
Tab. n. 6 - Numero delle imprese per settore e comune INDUSTRIA COMMERCIO ALTRI SERVIZI TOTALE COMUNI numero % sul totale numero % sul totale numero % sul totale numero
Calenzano 832 47 528 30 413 23 1.773 Campi Bis. 1.327 43 909 29 851 28 3.087 Fiesole 238 29 251 31 320 40 809 Firenze 7.121 20 11.141 31 17.303 49 35.565 Pontassieve 515 40 391 30 391 30 1.297 Sesto Fi. 1.546 38 1.298 32 1.173 29 4.017 Signa 653 49 308 23 361 27 1.322 Vaglia 55 20 80 30 134 50 269
A conferma della vivacità del settore imprenditoriale fiorentino, è interessante notare come il saldo fra natalità e mortalità delle imprese, è ampiamente positivo, come dimostrano gli ultimi dati disponibili ('96).
Per ciò che riguarda l’export, inoltre, la tendenza al segno positivo è ormai una costante degli ultimi 5 anni, a dimostrazione della capacità degli imprenditori toscani ad inserirsi nei mercati internazionali e a rispondere positivamente alla loro domanda.
39 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Graf n° 8- Esportazioni
(1997)
Graf n°9 - Esportazioni per settore (1997
40 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
2.3.2.E La struttura produttiva agricola
L’attività agricola appare, come già detto in precedenza, poco importante per dell’incidenza sul PIL dell’area; ma il dato sottostima l’importanza che l’attività agricola esercita nei confronti dell’ambiente (in senso lato) e nei confronti di altri settori.
L'agricoltura, comunque, nel comprensorio ha assunto, nel corso degli anni, un’importanza economica sempre più marginale e concentrata in alcune aree dove è possibile ottenere prodotti di alto valore qualitativo.
Tab. n. 7 – Aziende agricole per comune e relativa superficie totale ed utilizzabile Superf. agricola Superf. agricola Comune n° aziende totale (ha) utilizzabile (ha)
Calenzano 248 4.791 1.955 Campi di Bisenzio 199 1.199 1.149 Fiesole 163 1.827 1.066 Firenze 768 3.142 1.813 Pontassieve 476 9.494 4.433 Sesto Fiorentino 234 2.084 924 Signa 91 502 435 Vaglia 92 2.539 1.159 Totale 2.271 25.578 12.934 * Prato, data l'esiguità della superficie territoriale inserita nel comprensorio consortile, non è stato inserito in questa tabella.
41 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Graf. n. 11 – Numero di aziende agricole per comune
Vaglia Signa Calenzano Sesto Campi di Fiorentino Bisenzio
Fiesole Pontassieve Firenze
Dai dati riportati nelle tabelle e nei grafici precedenti è evidente, che pur essendo Firenze il comune con il maggiore numero di aziende, il comune con maggiore superficie agricola in termini assoluti è Pontassieve caratterizzato inoltre dalla presenza di aziende agricole di medie e grandi dimensioni. Analizzando i dati, predendo come riferimento la SAT, nell’ambito delle 2.271 aziende presenti nel comprensorio consortile, 745 hanno una dimensione inferiore ad 1 ettaro (pari al 33%circa) e 397, pari al l’17%, hanno dimensione inferiore a 2 ettari. Gran parte delle aziende che rientrano in queste categorie sono da considerare economicamente marginali o extra-marginali, con una redditività garantita solo in termini di reddito netto, quale compenso per le prestazioni di lavoro e di capitale dell’imprenditore.
42 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Tab. n° 8.- Aziende agricole per classi di superficie totale
10-20 50-100 Comune <1ha 1-2 ha 2-5 ha 5-10 ha 20-50 ha >100 ha Totale ha ha Calenzano 104 27 32 36 13 18 5 13 248 Campi di Bisenzio 87 36 39 16 8 8 3 2 199 Fiesole 30 23 40 29 22 15 1 3 163 Firenze 299 179 171 87 21 9 0.00 2 768 Pontassieve 83 85 101 76 55 46 14 16 476 Sesto Fiorentino 96 21 49 32 21 9 3 3 234 Signa 28 19 23 10 9 0 1 1 91 Vaglia 18 7 15 9 14 13 9 7 92 Totale 745 397 470 295 163 118 36 47 2271
Graf. n.°11 - Aziende agricole per classi di superficie totale
n° aziende 745
470 397 295 163 118 36 47
<1ha 1-2 2-5 5-10 10- 20- 50- >100 n° aziende 745 397 470 295 163 118 36 47
Tab. n° 9 - Superficie agricola totale per classe di superficie
50-100 Comune <1ha 1-2 ha 2-5 ha 5-10 ha 10-20 ha20-50 ha >100 ha Totale ha
Calenzano 38,78 36,56 101,98 241,11 213,11 517,98 302,67 3.397,93 4.850,12 Campi di B. 38,72 50,12 125,66 119,20 126,01 268,72 189,12 281,46 1.199,01 Fiesole 15,22 31,53 125,91 196,96 329,32 398,82 72,00 657,63 1.827,39 Firenze 141,81 245,24 546,16 565,74 287,87 272,72 0,00 1.082,79 3.142,33 Pontassieve 52,33 112,77 332,13 528,98 797,97 1.421,27 923,06 5.325,62 9.494,13 Sesto Fior. 51,13 27,48 158,66 220,50 301,58 257,79 173,10 893,96 2.084,20 Signa 16,14 29,20 71,96 63,07 114,79 0,00 96,93 110,00 502,09 Vaglia 9,51 9,70 53,60 64,24 195,37 500,19 637,27 1.069,60 2.539,48 Totale 363,64 542,60 1.516,06 1.999,80 2.366,02 3.637,49 2.394,15 12.818,99 25.638,75
43 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Tab. n° 10 - SAT e SAU nell’ambito del territorio comunale: incidenza percentuale
% di SAT sul % di SAU sul Sup. totale Comune SAT (ha) SAU (ha) totale Sup. totale Sup. comunale* comunale comunale Calenzano 7.687 4.791 1.955 62,33 25,43 Campi di Bisenzio 2.862 1.199 1.149 41,89 40,15 Fiesole 4.217 1.827 1.066 43,32 25,28 Firenze 10.241 3.142 1.812 30,68 17,70 Pontassieve 11.444 9.494 4.433 82,96 38,74 Sesto fiorentino 4.904 2.084 924 42,50 18,84 Signa 1.881 502 435 26,69 23,13 Vaglia 5.694 2.539 1.159 44,59 20,35
Totale 48.930 25.578 12.934 * Prato, data l'esiguità della superficie territoriale inserita nel comprensorio consortile, non è stato inserito in questa tabella.
Graf. n° 12 -.SAT nell’ambito del territorio comunale: incidenza percentuale
44,59 Signa 26,69 42,50 Pontassieve 82,96 30,68 Fiesole 43,32 41,89 Calenzano 62,33
44 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Graf. n°13 - SAU nell’ambito del territorio comunale: incidenza percentuale
20,35 Signa 23,13 18,84 Pontassieve 38,74 17,70 Fiesole 25,28 40,15 Calenzano 25,43
Pur essendo Firenze il comune con maggiore presenza di aziende agricole, quello con carattere di maggiore ruralità, come già detto, è Pontassieve, seguito da Campi Bisenzio che diventa il comune più agricolo se si considera la superficie agricola utilizzabile che rappresenta ben il 40% della superficie agricola comunale. Considerevole la superficie boscata (43% della SAT dell’area) soprattutto nei comuni di Pontassieve, Calenzano, Vaglia.
Tab. n° 11- superficie agricola totale in base all'utilizzazione dei terreni per comune Superficie Arboricoltura Altra Comune SAU Boschi agraria non Totale da legno superficie utilizzata Calenzano 1.955,49 0,00 2.740,92 66,10 28,46 4.790,97 Campi di Bisenzio 1.149,06 0,95 0,00 13,42 35,58 1.199,01 Fiesole 1.066,07 0,00 666,58 22,47 72,27 1.827,39 Firenze 1.812,73 6,13 1.126,81 121,35 75,31 3.142,33 Pontassieve 4.432,92 30,08 4.282,46 607,04 141,63 9.494,13 Sesto Fiorentino 924,28 7,00 996,35 96,99 59,58 2.084,20 Signa 435,05 0,00 4,00 41,14 21,90 502,09 Vaglia 1.158,68 0,00 1.184,34 147,51 48,95 2.539,48 Totale 12.934,28 44,16 11.001,46 1.116,02 483,68 25.579,60
45 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Graf.n. 14 - Incidenza percentuale della superficie boscata per comune
Vaglia Calenzano Signa 11% 25% Sesto 0% Campi di Fiorentino Bisenzio 9% 0%
Fiesole Pontassieve 6% 39% Firenze 10%
I terreni agricoli del comprensorio sono, in generale, destinati prevalentemente alle coltivazioni arboree, ma nell’ambito dei singoli comuni le utilizzazioni sono alquanto variabili essendo dipendenti soprattutto dalle caratteristiche orografiche e pedologiche del territorio Tra le legnose agrarie, la coltura predominate è l’olivo, sia per la superficie investita sia per redditività.
Tab. n° 12 - Utilizzazione della SAU per comune. Coltivazioni Prati permanenti e Seminativi Comune legnose agrarie pascoli Totale % sul sup. (ha) sup. (ha) % sul totale sup. (ha) % sul totale totale Calenzano 418,88 21 848,49 43 688,12 35 1.955,49 Campi di Bisenzio 1.071,71 93 18,85 2 58,50 5 1.149,06 Fiesole 143,39 13 852,01 80 70,67 7 1.066,07 Firenze 366,86 20 1.293,57 71 152,30 8 1.812,73 Pontassieve 1.046,14 24 2.619,66 59 767,12 17 4.432,92 Sesto Fiorentino 216,90 23 626,70 68 80,68 9 924,28 Signa 390,02 90 37,92 9 7,11 2 435,05 Vaglia 213,03 18 183,55 16 762,10 66 1.158,68 Totale 3.866,93 30 6.480,75 50 2.586,60 20 12.934,28
46 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
Graf. n° 15- Superficie erborata e oliveto per comune
io e e o a ia z z v n ie g ntin Si ss re Vagl Fiesole Firen ta Bisen n superficie arborata Calenzano di Fio i Po to s e oliveto S Camp
47 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
2.4 La rete idraulica del Comprensorio
La rete idraulica del Comprensorio è idraulicamente suddivisa tra quella tributaria del F. Bisenzio1, interessante la zona più occidentale del comprensorio e quella tributaria del F. Arno interessante la zona orientale del Comprensorio, essendo il bacino del T. Terzolle - T. Mugnone il limite occidentale del bacino del F. Arno.
Questa suddivisione oltre che essere di tipo puramente idraulico pone anche un importante limite tra le aree interessate da un reticolo idraulico complesso dove intensa è, ed è stata, l’attività antropica e di bonifica idraulica e le aree dove il reticolo idraulico, pur presentando inequivocabili tracce dell’intervento antropico, risente in maniera minore dell’attività di bonifica.
Le aree tributarie del F. Bisenzio interessano infatti la quasi totalità delle aree pianeggianti del Comprensorio dove la difesa idraulica dalle acque esterne è assicurata da estese ed imponenti opere arginali e dove il drenaggio è garantito e reso possibile da continue e diffuse opere di bonifica idraulica.
Le aree tributarie del F. Arno, ad eccezione della piana occupata interamente dalla città di Firenze, sono invece prevalentemente collinari e/o montane attraversate da corsi d’acqua incassati e quasi del tutto privi di opere idrauliche di difesa, ad eccezione di modesti tratti di alcuni corsi d’acqua.
I principali bacini idrografici del comprensorio risultano essere, da ovest verso est, quelli descritti a pag. 7 e seguenti.
L’idrografia dei bacini tributari del F. Bisenzio è costituita:
• dai sistemi di acque alte con alvei naturali ed incassati, poco modificati, nella parte montana, che si prolungano, attraversando il comprensorio fino al raggiungimento dell’area di pianura, in alvei artificiali arginati e talora pensili;
1 Il F. Bisenzio confluisce nel F. Arno in destra idraulica a valle della città di Firenze, in prossimità del ponte che unisce l’abitato di Signa (in destra d’Arno) a quello di Lastra a Signa (in sinistra d’Arno).
48 Piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile (2007)
• dai sottobacini di acque basse di bonifica che drenano le estese aree pianeggianti e che sono suddivisi in tre sistemi indipendenti rappresentati da: