I primi 500 giorni di amministrazione Alfieri, il bilancio del primo cittadino di Erika Noschese

Cinquecento giorni di amministrazione per il sindaco di Franco Alfieri. A circa un anno e mezzo dal suo insediamento, per il primo cittadino è tempo di bilanci; un bilancio che lui stesso definisce “molto positivo” con l’avvio di numerose opere, nonostante le difficoltà dettate dall’emergenza Coronavirus che, come facilmente prevedibile, ha rallentato i cantieri. Nel corso di questi 500 giorni, Alfieri ha dovuto fare i conti anche con i “debiti” lasciati dalla precedente amministrazione: il di Capaccio Paestum, infatti, vantava tributi non pagati, per 42 milioni di euro ma, ha sottolineato il sindaco, la sua amministrazione ha messo in campo una serie di misure “che hanno consentito, non solo di pagare i fornitori ma di fare transizioni, pagare debiti fuori bilancio ma anche di essere tranquillamente in linea con i termini di pagamento verso i fornitori”.

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“Ora Alfieri vada in Procura e faccia nomi dei corruttori”

“Sindaco Alfieri, ora basta sparare a zero. Urlare in Consiglio comunale cose di quella gravità offende tutti i consiglieri comunali. Ha affermato cose di una gravità da codice penale. Ha affermato che qualcuno, con i danari, corrompe dei consiglieri comunali nella loro funzione politico amministrativa”. Non si è fatta attendere la reazione al duro affondo del sindaco di Capaccio Franco Alfieri. A rispondere sono i consiglieri comunali di minoranza, Enzo Sica e Franco Longo.

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Cerca di consegnare driga e cellulari a cliente detenuto, in manette avvocato

Dopo essere stato denunciato dalla Polizia Penitenziaria e ascoltato dagli inquirenti, la Procura di , nell’immediatezza dei fatti, ha disposto la misura cautelare del carcere nei confronti dell’avvocato Giuseppe Scandizzo, il 39/enne che nei giorni scorsi, nella sala colloqui riservata ai legali del carcere di Salerno, ha tentato di passare dieci cellulari (8 smartphone e 2 microcellulari) e droga (cocaina e hashish) a un detenuto suo cliente. Il professionista, sentito dal pubblico ministero Rinaldi, si è avvalso della facoltà di non risponedere. Al professionista la procura, coordinata dal capo Giuseppe Borrelli, contesta il reato di cessione di sostanze stupefacenti. Nessuna contestazione invece in merito al tentativo di introdurre i telefoni in carcere, per il quale non è contemplata alcuna fattispecie di reato. Nella giornata di ieri il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno di Salerno si è pronunciato in merito alla vicenda. “La gravità dell’accaduto e la frequenza con cui si riscontrano tali analoghi episodi nelle carceri italiane – sostengono Giuseppe del Sorbo e Ciro Auricchio, rispettivamente segretario nazionale e regionale del sindacato di polizia penitenziaria Uspp – pensiamo che non sia più differibile una specifica fattispecie di reato per l’introduzione di telefonini in carcere, prevedendo la reclusione fino a 4 anni, così come avviene negli altri paesi della Unione Europea. S periamo che l’arresto dell’avvocato sia da monito per la classe politica affinchè introdotte misure più rigorose per arginare tali illeciti”. Il consiglio dell’ordine degli avvocati, presieduto da Silverio Sica ha trasmesso gli atti alla commissione disciplinare chiedendo l’attuazioni di provvedimenti urgenti. Il legale, potrebbe essere sospeso dall’attività. pieffe

Moto contro auto, un morto e due feriti. ’ accaduto nella tarda serata di ieri sulla statale 19. Inutile i soccorsi per il 21enne di Pertosa Pietro Lupo di Michele Ficetola

Un 21enne morto e due feriti. E’ il bilancio dell’incidente che è verificato nella tarda serata di ieri sulla statale 19 a pochi metri dall’uscita autostradale di Polla, coinvolte tre persone. A perdere la vita il 21enne di Pertosa, Pietro Lupo che viaggiava a bordo di una moto entrata in collisione con una Fiat Punto. Dai primi accertamenti effettuati, il centauro si è scontrato all’altezza dell’uscita di un supermercato del posto con una Fiat Punto sulla quale viaggiavano una ragazza di e un ragazzo di . Per cause ancora in corso di accertamento sembrerebbe che la moto condotta dal 21enne di Pertosa stesse percorrendo la statale mentre l’auto stava uscendo da un parcheggio adiacente alla carreggiata. Dopo l’impatto, sono stati alcuni passanti, che hanno assistito all’in cidente, ad allertare immediatamente le forze dell’ordine ed i soccorsi. Per liberare i due giovani dalla Fiat Punto è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Sala Consilina. Sul posto è intervenuta anche l’ambulanza del 118 che ha trasportato i tre giovani al vicino pronto soccorso dell’ospedale “Luigi Curto” dove le condizioni dei feriti sono apparse fin da subito serie. Ad avere la peggio è stato il motociclista di Pertosa. I sanitari del presidio pollese nonostante abbiano posto in atto tutte le manovre di rianimazione, alla fine non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del giovane centauro. Per le altre due persone necessario le immediate cure al “Curto”. Al momento dell’arrivo dei soccorsi il primo medico del 118 ha accusato un malore. Immediatamente allertate anche gli agenti della polizia locale di Polla e i carabinieri della compagnia di Sala Consilina. Il traffico è stato bloccato temporaneamente in entrambe le direzioni per consentire di liberare la carreggiata dai mezzi incidentati. Dai primi rilievi il sinistro ha interessato solo i due veicoli senza il coinvolgimento di altri mezzi in un orario abbastanza trafficato e in un tratto di strada già interessato in passato da altri episodi analoghi. La stessa strada la statale 19 che attraversa il è stata teatro diversi giorni fa di altri due gravi incidenti che purtroppo hanno causato la morte di due ragazzi. Come si ricorderà, più di tre settimane fa perse la vita Antonio Zienna, 27enne

di Polla che alla guida del suo scooter impattò violentemente con un’auto che guidata da una donna di 53 anni di Montesano che si stava immettendo sull’arteria. La 53 enne è stata indagata per omicidio stradale. A Sala Consilina invece, morì Mario Monaco di 23 anni, dopo un violento scontro verificatosi a Trinità di Sala Consilina con un furgone. Si macchiano ancora di sangue le strade del Vallo di Diano, zona purtroppo interessata da diversi incidenti stradali mortali che purtroppo sono costati la vita a molti giovani del posto. A Paestum si ricomincia da Riccardo Muti

Nell’ incantevole cornice dei Templi, il Maestro eseguirà l’Eroica di Ludwig Van Beethoven alla testa dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, per il progetto “Le Vie dell’Amicizia

Di Gaetano Del Gaiso

Il 5 luglio, l’incantevole presidio magno-greco del Parco archeologico di Paestum ospiterà il maestro Riccardo Muti per il “Concerto dell’amicizia 2020”, in luogo del quale dirigerà la “Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore, op. 55 – “Eroica” di Ludwig Van Beethoven con la partecipazione dell’”Orchestra Giovanile Luigi Cherubini”, che vanta tre corni di scuola salernitana Paolo Reda, GianPaolo Del Grosso e Giovanni Mainenti, che si uniscono al figlio d’arte della docente di percussioni del Conservatorio di Salerno, MariaGrazia Pescetelli, Simone Di Tullio, e dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Siriana ai cui ranghi si unisce, conferendo un profondo ed eloquente respiro contemporaneo all’epos beethoveniano più rivoluzionario, Aynur Doğan, giovanissima performer Curda di origini turche con all’attivo ben sette album in studio e featuring di tutto rispetto. Il concerto, dedicato a Hevrin Khalaf e afferente al progetto “Le Vie dell’Amicizia”, encomiabile fatica di promozione e di divulgazione della materia musica in alcuni dei luoghi più importanti della storia antica e contemporanea propugnata dal maestro Muti e dal Ravenna Festival, arriva in un momento in cui comincia ad avvertirsi, sempre più, il disperato bisogno di donare nuova linfa vitale al deciduo frutice della cultura italiana e internazionale a seguito del tristo apostrofo nero abbozzato dalla diffusione della pandemia da Covid-19, contribuendo parzialmente a costruire un argine al tracollo economico che sta ancora interessando il settore musica, spettacolo e cultura da un mese di Febbraio che sembra sia accaduto lo scorso anno. Per i biglietti, infatti, è possibile rivolgersi direttamente alla segreteria del Ravenna Festival, non essendo stato ancora un allestito un canale preferenziale per la diffusione degli stessi. Quattro mesi di doloroso travaglio che pare non abbiano generato alcun provvedimento realmente significativo in termini di supporto burocratico e finanziario ai lavoratori dello spettacolo, della cultura e della musica, che, riunitisi sotto il vessillo dell’hashtag #iolavoroconlamusica, alle idi di Giugno strofinano fra le mani i sassolini di una amara coroncina invocando l’intercessione di un governo che pare abbia dimenticato di quanto le arti rappresentino per questo meraviglioso e contraddittorio paese. Sebbene ancora poche notizie siano trapelate dalle istituzioni coinvolte nella costruzione di questo “ponte di fratellanza attraverso l’arte e la cultura fra la perla del deserto, Palmira, e l’antica Poseidonia”, il concerto sembra erigersi a solida realtà nel piatto e vitreo ventre dell’incertezza che accompagna questi giorni oscuri – un po’ come il campanile che sorge maestoso dal lago di Resia -, patrocinando la diffusione del suo importante messaggio anche attraverso il coinvolgimento dei mezzi RAI, che saranno presenti, in loco, pronti a riprendere l’esecuzione di uno degli episodi musicali più rappresentativi ed eseguiti dell’epoca napoleonica: dagli iconici colpi che ne sanciscono l’esordio, agli struggenti e melancolici dibattiti fra archi e oboe nella marcia funebre sino al giocondo e leggero pizzicato che introduce all’allegro molto del finale, la terza sinfonia del compositore tedesco ci guiderà in un viaggio alla scoperta dei suoi intenti più aggregativi e reazionisti suscitati in lui dal sovvenire di colui che ‘cavalca lo spirito del mondo’, che però disattenderà le aspettative del trentenne rampollo di Bonn che dedicherà, in ultima istanza, le pagine della sinfonia al principe Lobkowicz, che per primo ospitò l’esecuzione di questa immensa opera di artigianato musicale.

Coronavirus, morto il caposquadra dei vigili del fuoco di Sala Consilina, Morello

Il comandate del distaccamento dei vigili del fuoco di Sala Consilina, Luigi Morello, dopo aver contratto il coronavirus, all’età di 57 anni. Originario di , risultato positivo da una decina di giorni, era ricoverato in rianimazione presso l’ospedale civile di . Quello di Morello e’ il secondo decesso da Covid -19 nel Vallo di Diano, area in cui da nove giorni e’ stata disposta la ‘zona rossa’ per i comuni di Sala Consilina, Caggiano, Polla e . Lo scorso 19 marzo era morto don Alessandro Brignone, 46enne parroco di Caggiano.

Gruppo di austriaci intercettato a Palinuro. Fermato e allontanato

Un gruppo di austriaci sono stati fermati e allontanati da Palinuro. La comitiva viaggiava a bordo di un furgone. A segnalarli davanti ad un supermercato del centro cilentano, alcuni cittadini. Sul posto è poi intervenuto l’assessore Angela Ciccarini che a sua volta ha informato i carabinieri della stazione di .I militari, giunti sul posto, hanno provveduto ad identificare i turisti, costringendoli a tornare indietro.In questo momento a Palinuro sono in corso controlli nelle seconde case per verificare eventuali persone che siano giunte nel senza rispettare il decreto del Governo.

Strage di Capaci, indagato un cilentano di Pina Ferro

E’ originario di , Giovanni Peluso l’ex poliziotto ed ex 007 indagato per la strage di Capaci dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti di scorta. Peluso è stato chiamato in causa da un collaboratore di giustizia. L’ex sovrintendente della Polizia di Stato che si è sempre difeso dalle accuse a suo carico, dovrebbe essere ascoltato nuovamente nel processo denominato “Capaci bis” che si sta celebrando davanti alla Corte d’assise e d’Appello di Caltanissetta. Nell’udienza del 12 febbraio Peluso “non si è presentato al bunker”. Nato e cresciuto ad Abatemarco, frazione di Montano Antilia dove vivono ancora i suoi familiari Peluso in passato ha prestato servizio a Napoli e Roma. La Pubblica accusa ha indagato l’ex poliziotto per la strage di Capaci e per associazione mafiosa in seguito alle dichiarazioni del pentito Pietro Riggio. Peluso avrebbe ricoperto il ruolo di “compartecipe ed esecutore materiale della strage di Capaci”. Riggio con gli investigatori ha parlato di un ex poliziotto che chiamavano il “turco”. “Mi ha confidato di aver partecipato alla fase esecutiva delle strage Falcone – ha messo a verbale davanti ai pm di Caltanissetta – si sarebbe occupato del riempimento del canale di scolo dell’autostrada con l’esplosivo, operazione eseguita tramite l’utilizzo di skate-bord. Fino ad oggi ho avuto paura di mettere a verbale certi argomenti, temevo ritorsioni per me e per la mia famiglia. Ma, adesso, i tempi sono maturi perché si possano trattare certi argomenti”. Nel piccolo centro cilentano lo conoscono tutti, da tempo non si vede . Qualche mese fa ad Abatemarco ci fu un gran dispiegamento di forze dell’ordine che lo cercavano. Peluso, sentito dai pm il 6 marzo, ha negato: “Sono innocente, all’epoca nemmeno sapevo che esisteva Capaci. Mi trovavo al corso per sovrintendente che è iniziato nel gennaio 1992 e finito nel luglio 92. Appresi della strage al corso”. Riggio ha conosciuto Peluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nel 1998. Poi nel 2000, dopo la scarcerazione: l’ex poliziotto avrebbe reclutato il mafioso per fare parte di una non ben identificata struttura dei Servizi che si occupa della ricerca di latitanti. Anche alcuni investigatori della Direzione investigativa antimafia contattarono Riggio: “Avrei dovuto dare loro una mano per la cattura di Provenzano, indicando le persone che erano in contatto con lui, insomma diventando una sorta di infiltrato”. Tutte accuse che sono state smentite da Peluso. “Dopo la scarcerazione – si difende Peluso – Riggio si era offerto di darmi lavoro, poi però dal 2002, dopo esser stato fermato con lui in auto a Caltanissetta, non l’ho più visto”. Travolto da bufale, operaio morto in allevamento nel Salernitano

Un operaio e’ morto questa mattina, travolto dalle bufale in un’azienda agricola di localita’ Spinazzo a Capaccio Paestum, nel Salernitano. Stando ai primi rilievi dei Carabinieri, si e’ trattato di un incidente sul lavoro. La salma dell’uomo e’ stata trasferita all’obitorio del presidio ospedaliero Santa Maria della Speranza di , a disposizione dell’autorita’ giudiziaria.

Nuovi sequestri ai beni e alle societa’ di Roberto Squecco

Nuovi sequestri ai beni e alle societa’ di Roberto Squecco, imprenditore salernitano operante nel settore delle onoranze funebri. Le indagini erano scaturite dal corteo di ambulanze organizzato nella notte tra il 9 e il 10 giugno scorsi per festeggiare l’elezione a sindaco di Capaccio Paestum di Franco Alfieri, politico estraneo all’inchiesta. Lo scorso 9 ottobre erano stati notificati 18 avvisi di garanzia e sequestrati 23 automezzi (di cui 20 ambulanze), una struttura balneare e un’area, con relativo immobile. Sono 21 le persone coinvolte nell? inchiesta della Procura di Salerno che, ha fatto scattare il sequestro di beni e societa’ riconducibili all?imprenditore salernitano Roberto Squecco. Gli indagati sono ritenuti responsabili di trasferimento fraudolento di valori continuato. Delle sei societa’ finite sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori, tre operavano nel settore del trasporto infermi ed altre tre in quello delle onoranze funebri. Gli agenti della squadra Mobile hanno sequestrato veicoli, tra i quali un carro funebre del valore di 260 mila euro, conti correnti con centinaia di migliaia di euro e beni strumentali utilizzati dalle associazioni per appalti e affidamenti in convenzione con l’Asl. Il tutto – secondo la Procura di Salerno – era attribuito a societa’ ed associazioni ma, nei fatti era riconducibile a Squecco. Nel corso dell’operazione sono state perquisite le abitazioni degli indagati e le sedi delle societa’.