Casabona.Pdf
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Carmine Pellizzi Giuseppe Tallarico CASABONA VICENDE STORICHE DI UN ANTICO BORGO FEUDALE CALABRESE COLLABORATORE E AUTORE DEI DISEGNI PAOLO PASQUALE ABATE È vietata la riproduzione o duplicazione anche parziale di questo libro senza la preventiva autorizzazione degli Autori. © 2003 - cittàcalabriaedizioni - 88049 Soveria Mannelli (Catanzaro) C.P. 110 - Tel. (0968) 662034 www.rubbettino.it/cle Con affetto e gratitudine a tutti i Casabonesi che nel lungo scorrere dei secoli, tra calamità e povertà, ci hanno tramandato con amore e grande senso di responsabilità questo piccolo centro abitato. Premessa Fare storia o meglio riportare alla memoria episodi, avvenimenti e motiva- zioni che hanno tracciato il solco dentro il quale individui e popoli si sono mos- si, è molto gravoso e comporta enormi sacrifici fisici ed economici per coloro che si apprestano all’impresa. Il tutto diventa ancora più complicato se si sceglie di parlare o se si ha l’incoscienza di voler raccontare i periodi oscuri e nebulosi, in cui si sono mosse le piccole comunità del Mezzogiorno d’Italia. Forse per questo la storiografia ufficiale si è sempre interessata dei grandi personaggi, de- gli uomini illustri che hanno lasciato traccia indelebile sulla terra o per la loro perfidia o per la loro virtù. Nessuno, però, si è interessato della storia o delle vicende di milioni di uo- mini e donne che, nel silenzio e senza lasciare impronte, hanno vissuto in ogni angolo della terra. Sarebbe interessante poter conoscere le aspirazioni, gli idea- li, i pensieri delle enormi masse che hanno vissuto sotto lo stesso cielo dei po- tenti senza lasciare traccia del loro passaggio. Questo lavoro si prefigge di squarciare il muro d’ombra, di illuminare i chiaroscuri nascosti dietro una data o un nome che di tanto in tanto fa capolino nella storiografia ufficiale, senza però incidere sul cammino di essa. Siamo convinti che il tortuoso cammino del- l’umanità è stato segnato soprattutto da fattori ambientali, economici, politici e religiosi di intere comunità; che è proseguito più celermente quando queste hanno partecipato, anche se inconsapevoli, a tracciare una carreggiata scorrevo- le e che invece è diventato più complicato quando popoli disperati e rassegnati sono rimasti ai margini della storia. Il Meridione d’Italia, ancora oggi paga il prezzo di quest'allontanamento dalla vita attiva dei ceti popolari, di questa ras- segnazione atavica e fatalistica delle sue popolazioni, mai protagoniste del pro- prio destino. Dopo lo splendido periodo ellenistico che coincise con la civiltà della Ma- gna Grecia, il sud Italia cadde in un profondissimo letargo di idee e fu sottopo- sto alle più svariate invasioni che hanno visto le popolazioni indigene sempre spettatrici degli avvenimenti, sempre dome e mai percosse da quello spirito di intraprendenza che distinse gli uomini in altre situazioni o in altri contesti. Mentre al centro-nord della penisola le popolazioni autoctone trovavano la for- za di ricostruire, agevolate da un’oggettiva, migliore posizione in relazione a fe- nomeni macrostorici, nel Mezzogiorno d’Italia le condizioni di marginalità e di difficoltà sembravano prevalere. È qui la lontana origine della questione meri- dionale, è nella notte dei tempi che vanno ricercate le cause dell’affievolirsi del- l’anelito di libertà e di indipendenza che ha reso le popolazioni meridionali in genere amorfe e senza storia scritta. Questa nostra indagine, già difficile per le cose appena dette, diventa anco- ra più ardua e forse senza speranza se si vuole parlare di una piccolissima comu- nità di uomini e donne che visse nel profondo sud, nota nella storia ufficiale più come espressione geografica, staccata dal lavoro e dall’intelligenza degli uomini che hanno combattuto e piegato l’asprezza dei luoghi e della natura. 7 Negli archivi storici di stato, dei privati ed in quelli ecclesiastici, ogni tanto si trova un rigo che ricorda Casabona, ora appartenente a questo signore ora a quell’altro, ora perché tassata a pagare decime e balzelli vari, come se fosse una cosa inanimata, senza vita intelligente e superiore. In mezzo a queste difficoltà e ad una disarmante scarsezza di notizie ci siamo trovati ad operare. Casabona è il paese di cui ci occuperemo. Con molta probabilità le sue origi- ni sono antiche, risalgono all’epoca preellenica, ma non abbiamo alcuna notizia certa di esse, come ebbe a scrivere nel 1600 lo scrittore Domenico Martire nel suo manoscritto “Calabria sacra e profana”. Perciò non è nostra intenzione dare libero sfogo alla fantasia e limitare la nostra ricerca ad un semplice e mero eser- cizio letterario limando e contestando gli storici del passato per trovare una ca- sella dove collocare Casabona nel mosaico della storia della Magna Grecia o in quella preellenica. Potremmo parlare di Chone o di Macalla e tanto faremmo o diremmo che alla fine forse riusciremmo a convincere qualcuno che Casabona ha avuto una sua collocazione dignitosa nel panorama esaltante della storia an- tica; ma non è questa l’intenzione che ci siamo prefissi, bensì ricavare solo da notizie certe la sua collocazione e la sua cittadinanza nella civiltà degli uomini. * * * La vita di ognuno di noi è spesso segnata da incontri fortuiti, da simpatie o antipatie che nascono e si sviluppano inconsciamente, apparentemente senza alcuna valida motivazione. La nascita del sodalizio tra Carmine Pellizzi e Giu- seppe Tallarico, insegnante elementare il primo ed infermiere professionale il secondo, segue questo cliché più volte sperimentato senza che ci si possa rende- re conto del perché sia avvenuto. I due, frequentandosi, siamo nell’autunno del 1988, intuiscono di avere gli stessi interessi e di perseguire, seppure inconsapevolmente, i medesimi obietti- vi, anche se il loro temperamento ed il gusto estetico appaiono molto distanti, se non, addirittura, opposti. Le differenti personalità trovano così, non si capi- sce come, il modo di integrarsi e di completarsi a vicenda. Cominciano a fre- quentare di sera per due volte la settimana il Centro Servizi Culturali di Croto- ne e sono presi dal sacro ardore di conoscere e riscoprire le proprie radici, con- vinti che solo così potranno rendersi utili alla comunità di Casabona, loro paese di origine. Obiettivo prevalente della coppia diventa dissipare la fitta nebbia che av- volge la storia di Casabona e ricostruire una tradizione culturale del paese per metterlo alla pari dei comuni limitrofi, alcuni dei quali fanno risalire le loro origini fino a Filottete se non addirittura al grande Eracle. Nel territorio di Casabona di tanto in tanto sotto la vanga o l’aratro affiorano qua e là fram- menti ceramici, metallici ed emergenze murarie, che lasciano immaginare un passato antichissimo del quale sono stati certamente protagonisti uomini e donne rimasti, purtroppo, senza voce e senza volto. Far rivivere questi proge- nitori, portare alla ribalta volti ed avvenimenti finora sconosciuti sono le sfi- de che la coppia intende condividere, anche se non ha la minima idea di come ricercare e di come indagare. Un validissimo aiuto diventa il libro “Casabona feudale” di Pericle Maone, che con le sue note bibliografiche ed archivistiche assurge a guida sapiente nel districarsi tra i manoscritti del grande Archivio di Napoli, da dove l’autore sa- vellese aveva attinto a piene mani nel ricostruire le vicende storiche di Casabo- na e di moltissimi altri comuni della provincia di Crotone. Un ringraziamento doveroso va, dunque, alla memoria di questo infaticabile ricercatore, i cui scrit- ti possono servire come base sicura e guida illuminata per chi volesse affrontare il difficile lavoro della ricerca storiografica. 8 Nella sede del Centro Servizi Culturali, avviene la prima importante svolta: il direttore Andrea Pesavento li accoglie, li rassicura e li guida sulla difficile strada della ricerca storiografica. A Pasqua del 1990 il vero colpo di fortuna: l’incontro casuale con il compae- sano Paolo Pasquale Abate, professore di storia dell’arte in un liceo scientifico di Milano, di ritorno a Casabona per le vacanze pasquali. Si forma così un trio ben assortito e soprattutto intenzionato a proseguire fino in fondo gli studi su Casabona prendendo in esame la possibilità di ricercare anche in altri archivi, regionali e nazionali, considerato le potenzialità e la forza che deriva da questa unione. Nel 1992 i tre, durante le vacanze natalizie, conoscono un giovanissimo professore di greco e di latino del liceo-ginnasio di S. Severina, Daniele Macris, che diventerà il traduttore dei manoscritti greci e latini, il consulente fidato e l’amico che incoraggerà e conforterà nei momenti di smarrimento Carmine e Giuseppe, mentre Pasquale a Milano ed a Napoli ricercava ed inviava preziosis- simo ed inedito materiale archivistico. Il 13 agosto 1998, purtroppo, all’età di 42 anni, nel capoluogo Lombardo, dopo una lunga malattia, si spegne tragicamente il motore del trio, Pasquale, grande studioso di araldica, che aveva con le sue conoscenze aperto a Carmine ed a Giuseppe le porte e gli archivi dei maggiori storici regionali (prof. Gustavo Valente da Celico, prof. Romano Napolitano da Montalto Uffùgo, avv. Salvato- re Gallo da Strongoli, prof. Crescenzo Di Martino da Corigliano Calabro, prof. Franco Ioele da Rossano, prof. Pasquale Attianese da Crotone, prof. Vincenzo Fabiano, responsabile GAK di Crotone, proff. Franco e Romano Liguori da Cariati, e tanti altri). Questo libro è il prodotto del loro sinergico lavoro, completato ed assembla- to dai soli Carmine e Giuseppe dal 1998 in poi. Non è certamente senza difetti, a dispetto dei proponimenti e degli sforzi degli autori. Difetti imputabili certa- mente ai loro limiti, alla loro incapacità nel ricercare o nel discernere tra le no- tizie che, pur confusamente, sono state ritrovate nell’Archivio di Stato di Napo- li, di Cosenza, di Catanzaro e della Città del Vaticano, nonché in quelli privati messi gentilmente a loro disposizione. Si poteva certamente fare di più, ma ci sia concessa l’attenuante della buona fede.