Rossini, G.: Aureliano in Palmira 8.660448-50
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Rossini, G.: Aureliano in Palmira 8.660448-50 https://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660448-50 Gioachino Rossini (1792-1868) Aureliano in Palmira Dramma serio per musica in due atti Libretto di Felice Romani Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 26 dicembre 1813 Revised version by Ian Schofield, Edition Peters, London Aureliano: ................................................................ Juan Francisco Gatell Zenobia: ...................................................................... Silvia Dalla Benetta Arsace: ...................................................................................Marina Viotti Publia: ............................................................................. Ana Victória Pitts Orsape: ........................................................................................ Xiang Xu Licinio: ................................................................................. Zhiyuan Chen Gran sacerdote: .................................................... Baurzhan Anderzhanov Un pastore: ................................................................................ Un corista La scena è in Palmira e nelle vicinanze. CD 1 Coro di guerrieri Invoca te la supplice guerriera gioventù. [1] Sinfonia Coro di vergini, di guerrieri, di sacerdoti Salvi il tremante popolo l’eterna tua virtù. ATTO PRIMO Madre di questo regno, accorda a noi sostegno, il tuo tremante popolo Gran tempio d’Iside con simulacro a destra. salva da tanto orror. Gran sacerdote (spaventato) [2] N. 1 Introduzione Ah! l’ara si scuote, il tempio s’oscura; Scena prima la dea ci percuote Sacerdoti che fanno i sacrifici, donzelle, guerrieri con nuova sciagura; e popolo prostrati alla statua del Nume. non miro, non sento, Gran sacerdote. che pianto e lamento, che stragi e ritorte, Coro di vergini, di guerrieri, di sacerdoti che morte, che orror. Sposa del grande Osiride, madre d’Egitto e diva, Coro di vergini, di guerrieri, di sacerdoti o che ti piaccia scendere Oh diva tremenda! sovra l’inachia riva, Pietade ti prenda o in mezzo al Nil settemplice del nostro dolor. ti giovi il crin lavar, mira pietosa il popolo Scena seconda steso al tuo santo altar. Zenobia con seguito da una parte ed Arsace dall’altra. Appena escono, tutti li circondano Coro di sacerdoti spaventati; Arsace e Zenobia li rassicurano. A te devoti svenano vittime i sacerdoti. Zenobia e Arsace Coraggio oh figli... Ahi quale, Coro di vergini qual debolezza è questa! Le palpitanti vergini Zenobia ancor vi resta, t’appendon fiori e voti. vi resta Arsace ancor. ⓟ & © 2018 Naxos Rights (Europe) Ltd. Page 1 of 17 Rossini, G.: Aureliano in Palmira 8.660448-50 https://wwws.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660448-50 Coro di vergini, di guerrieri, di sacerdoti Coro di vergini e di sacerdoti Ah! Se per noi pugnate Chi salverà Palmira? vinti non siamo ancor. Resta: la dea m’inspira. Prostrandosi tutti a Zenobia. Arsace Se tu m’ami, oh mia regina, Coro di vergini, di guerrieri, di sacerdoti tornerò di te più degno: Difendi la città. sola in Asia avrai tu regno, come regni sul mio cor. Arsace Resta, e mi sia partendo Zenobia stringerti al sen concesso; Ah! soltanto il ciel, che invoco maggiore a questo amplesso te conservi, oh mio guerriero, il mio valor si fa. perderò corona e impero, purché a me tu resti ognor. Zenobia Resto ah! mi sia restando Zenobia e Arsace stringerti al sen concesso; Dea pietosa, oh ciel, rimira maggiore a questo amplesso così pura e bella face: il mio timor si fa. placa il fato di Palmira, rendi a noi la prima pace, Coro di guerrieri e sacerdoti, di vergini e sorridi al nostro amor. Compagni all’armi, all’armi. Guerrieri al campo, al campo; Musica guerriera. de’ nostri/vostri acciari al lampo Roma tremar dovrà. Zenobia Partono Zenobia da un lato Senti... ahimè! ed Arsace dall’altro col loro seguito. Coro di vergini Qual suon lontano! Scena quarta Gran sacerdote. Arsace Suon di guerra... [3] Recitativo Gran sacerdote Coro di guerrieri Secondino gli dei, Oraspe arriva. principe generoso, il tuo valore! E se scritto è nel cielo Zenobia e Arsace che alla sorte di Roma Che fia mai? debba Palmira soggiacer, tua fama sarà eterna fra noi; dolce pensiero Coro di sacerdoti sempre sarai dell’Oriente intero. Ci assisti oh diva! [4] N. 2 Aria Gran Sacerdote Scena terza Stava, dirà la terra, Oraspe frettoloso con Soldati, e detti. contro Palmira il fato: in sua difesa armato Coro di vergini, di guerrieri, di sacerdoti Arsace sol pugnò. Ah! favella... Se nella sua rovina restò l’eroe sommerso, Oraspe fu che col fato avverso Già l’insegne d’Aureliano pugnar l’eroe non può. dell’Eufrate sono in riva, Parte con tutti i Sacerdoti. e l’esercito romano già minaccia la città. Arsace Vasto campo, tutto in disordine, dopo sanguinosa Voliamo al campo. Addio. battaglia, nella quale i Persiani sono rimasti sconfitti. Al fondo della scena si scorge l’Eufrate, Zenobia e di là dal fiume la città di Palmira. Ti seguo, oh caro, anch’io. ⓟ & © 2018 Naxos Rights (Europe) Ltd. Page 2 of 17 Rossini, G.: Aureliano in Palmira 8.660448-50 https://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660448-50 Scena quinta armasti contro me: fur le tue schiere Aureliano sopra una biga trionfale. Guerrieri vinti dal romano valor vinte e fugate, e prostrati. Licinio e Soldati romani. in riva dell’Oronte e dell’Eufrate. N. 3 Marcia, Coro e Cavatina Aureliano Arsace [5] Marcia Della fortuna avversa non rammentarmi in van lo sdegno estremo; Coro di romani io son tuo prigionier; lo veggo, e fremo. [6] Vivi eterno, oh grande Augusto, Che se giustizia sola all’Impero, al mondo intero; assistesse al pugnar, in lacci avvinto e rispetti i lauri tuoi oggi Aurelian vedrei ogni gente ed ogni età. al piede di Zenobia e ai piedi miei. Al tuo crine il vinto Eufrate nuove palme aggiungerà. Aureliano Aureliano sostenuto da’ suoi scende dal carro. Principe, un folle amore oh come ti cambiò! Nemico a Roma Aureliano per Zenobia ti festi... [7] Romani, a voi soltanto Dovrei punirti; ma pietà mi desti. debbo i trionfi miei, spetta a voi tutto di cotanta vittoria il pregio e il frutto. Arsace Come in battaglia prodi, La tua pietà? Conosce il mondo appieno pronti l’ire a depor, se cessan l’armi, il Tebro ed Aureliano. Fa alzare i prigionieri. Non alberga pietade in cor romano. il vinto si risparmi, e si faccia per voi noto alla terra, Aureliano che Roma è grande in pace, e grande in guerra. E se pietà non fosse, di te che fia? Cambia consiglio, fuggi la superba nemica, Cavatina torna di Roma all’amistade antica. Cara patria! il mondo trema, se coll’armi abbatti i troni, Arsace ma t’adora allor che doni Invan lo chiedi: eterno amore e fede pace ai vinti, e libertà. a Zenobia giurai, e non seppi spergiuro esser giammai. Coro di romani Sì, la terra, in pace e in guerra sempre Roma vincerà. [9] N. 4 Duetto Arsace-Aureliano Aureliano Aureliano Pensa che festi a Roma A pugnar mi accinsi, oh Roma, tal giuramento in pria, col tuo nome impresso in cor. che il Tebro lo sentia Porgi i lauri alla mia chioma, né il Tebro lo scordò. io ritorno vincitor. Arsace Coro di romani Roma rammenti ancora Porgi i lauri alla sua chioma, come l’ottenne, e quando. ei ritorna vincitor. Lo domandò col brando, col sangue lo segnò. [8] Recitativo Aureliano Aureliano Dunque tu vuoi ... Olà. Venga, e si ascolti il prence prigionier. Arsace … serbarmi fido a Zenobia ancora. Scena sesta Arsace ed Aureliano. Aureliano Ma il tuo destin... Esce Arsace, Aureliano gli va incontro. Aureliano Arsace Stretto in catene Si mora, eccoti Arsace: invan la Persia intera dolce è per lei morir. ⓟ & © 2018 Naxos Rights (Europe) Ltd. Page 3 of 17 Rossini, G.: Aureliano in Palmira 8.660448-50 https://wwws.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660448-50 Aureliano legga qual sorte acerba (Il suo parlar m’offende, fra poco il Tebro punitor le serba. crudel con lui mi fa.) Parte. Arsace (L’amor che il sen m’accende Interno d’un magnifico padiglione, costanza al cor mi dà.) che s’apre a destra e a sinistra. Aureliano Torna, oh prence, al sen di Roma Scena ottava a punirti omai vicina, Aureliano e Publia, indi Licinio, in ultimo Oraspe. e la barbara regina abbandona al suo rigor. Aureliano Arsace Vincemmo, oh Publia; ma ci resta ancora Ah, non posso, ognor costante Palmira a soggiogar. Finché Zenobia a me fu nei dì beati, nella forte città chiusa rimane fido a lei ne’ sfortunati sfida impunita l’aquile romane. vogl’anch’io serbar il cor. Publia (con premura) Aureliano E il prince prigionier... Te saprò ... Aureliano Arsace Purché nemico … giammai cangiarmi. di Zenobia ritorni, io gli perdono, sciolgo i suoi lacci e lo ripongo in trono. Aureliano Esce Licinio. La tua morte ... Licinio Arsace De’ Palmireni il duce, Augusto, chiede … non può farmi di presentarsi a te. un istante vacillar. Aureliano Aureliano Venga. Va’, ti cela al mio cospetto, al tuo fato io t’abbandono, Publia come pronto nel perdono (Che fia?) sarò pronto in condannar. Licinio fa avanzare Oraspe. Arsace Oraspe Ah, per lei ch’io porto in petto Zenobia ad Aurelian salute invia. il mio capo t’abbandono, Di favellarti brama, ove ti piaccia, come sprezzo il tuo perdono, che venir possa illesa l’ira tua saprò sfidar. dalle guardate mura Aureliano entra nelle tende. al tuo campo, e partir. Arsace è condotto via tra le guardie. Aureliano Venga: è sicura. Scena settima Oraspe parte. Intanto le truppe si vanno ritirando; quando parte De’ Persi prigionieri, al manco lato Licinio, la scena resta vuota. della tenda, si tragga Licinio. il numeroso stuolo, e qui si schieri il drappel de’ tribuni e de’ guerrieri. [10] Recitativo Licinio Publia Giorno di gloria è questo, Sul proprio fato incerta Roma, per te. Fu vendicato assai forse pace sospira. tanto sangue latino onde l’Asia rubella ancor rosseggia. Aureliano Nell’infedele reggia È troppo altera, tremi Zenobia, e nel destin d’Arsace onde s’esponga all’onta ⓟ & © 2018 Naxos Rights (Europe) Ltd.